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IL CETA SPINGE I FORMAGGI ITALIANI I 90 ANNI DELLA CENTRALE DEL LATTE DI SALERNO I MILLENIAL AMANO I BRAND ORGANO UFFICIALE DI
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IL MONDO DEL
LATTE
SOMMARIO
EDITORIALE
ATTUALITÀ PAG. 4 PAG. 8 PAG. 11 PAG. 18 PAG. 23 PAG. 32
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Amarcord Eda, L’industria s’interroga sull’incognita Brexit Fil/Idf, In Corea per l’Idf World Dairy Summit Ue, Accordo con il Giappone; ok per il lattiero-caseario News Libri
dati che arrivano dai principali istituti di ricerca non possono che preoccupare chiunque abbia a cuore l’economia del nostro Paese. Tutti ricordiamo la lunga crisi economica del 2008 e gli anni della lenta, stentata ripresa. Speravamo di esserne fuori e che, anche se con qualche affanno, il tunnel fosse alle spalle, che almeno in prospettiva si potesse di nuovo pensare positivo. L’Istat, invece, denuncia una frenata nella produzione industriale e un aumento della disoccupazione. Siamo di fronte a una nuova crisi? Si può fare qualcosa per evitare OPINIONI di tornare a un passo dal baratro? Il governo sta Sulle etichette dialogo acceso facendo le scelte giuste? IL MONDO DEL di Paolo De Castro Questo editoriale non ha la pretesa di affrontare temi che richiedono spazio e pareri di esperti N. 12 economisti. E i nostri lettori sanno bene che non PROTAGONISTI ci siamo mai schierati con questo o con quel Centrale del Latte di Salerno governo: abbiamo sempre applaudito le iniziative a nostro avviso utili e criticato – anche aspramente ECONOMIA – chi metteva ostacoli alla crescita del sistema Consuntivi 2018 e prospettive Paese. Parlando con le imprese e guardando ai fatti, però, 2019: rallenta la crescita non siamo sereni. Il clima che si respira è pesante e aumenta l’incertezza e le parole che si leggono lo sono ancora di più. La riscossa del discount Non ci piace che il ministro dello Sviluppo Ai millenial europei piacciono economico, della casa e dell’industria, parli degli le grandi marche industriali come di “prenditori” e non ci piacciono le politiche di decrescita felice, molto amate da una parte del nuovo governo. Eravamo e siamo ancora una potenza industriale. Solo questo MERCATI ci ha salvato dal default, non altro! Siamo orgogliosi di essere e Cina, un gigante sempre più raffinato di rappresentare la parte produttiva del Paese e siamo contro Il latte italiano si allinea a quello Ue chiunque attacchi un sistema capace di portare ricchezza e lavoro. Borsa prezzi Crediamo che un governo del cambiamento (purtroppo negli ultimi Esportazioni italiane di latte anni ne abbiamo visti molti di governi ispirati alla rottamazione Dop, locomotiva export del passato, che non hanno risolto i problemi di fondo del nostro Paese) dovrebbe fare i conti con la realtà e farsi promotore di quelle politiche di sviluppo industriale che in Italia mancano da IGIENE E SICUREZZA molti, troppi anni. Canada tra accordo Ceta e nuova normativa Questo, quindi, il nostro augurio per le prossime festività e per il sanitaria: seminario Assolatte nuovo anno, ormai alle porte. Che con il 2019 si possa respirare un’aria nuova, che porti a vere e concrete politiche industriali. Che l’anno nuovo porti tanta NORMATIVE serenità ai nostri imprenditori e – consentitecelo – la porti anche a Campagna del bollino blu; l’Antitrust noi, perché Assolatte è e sarà sempre al loro fianco. boccia Auchan
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L’esperto risponde
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
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Amarcord: IL LIBERO ARBITRIO SULL’ALIMENTAZIONE In un articolo di cinquant’anni fa si invitavano i consumatori ad avere una dieta varia, senza demonizzazioni
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a lotta al sovrappeso e all’obesità rappresenta un punto all’ordine del giorno di moltissime agende: politiche, sociali, sanitarie, ecc. Ne sono un esempio le recenti risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite – una dello scorso settembre e l’altra in via di valutazione – con le quali alcuni tentano di imporre ai governi misure fiscali o formule di etichettatura penalizzanti per prodotti con contenuti di grasso, zuccheri o sale ritenuti eccessivi. Senza voler sottovalutare il problema, quel che colpisce è l’approccio che viene usato: la situazione è grave, bisogna agire in fretta, vietare, tassare, ecc., come se le persone non fossero in grado di decidere e scegliere. Quindi bisogna farlo al posto loro. Sempre con il pregiudizio che gli alimenti industriali sono insalubri, ricchi di nutrienti critici. Sembra questo il pensiero che si sta facendo strada. Senza arrivare alle recenti polemiche con l’Onu, basta pensare ad alcune forme di etichettatura nutrizionale, tanto apprezzate in alcuni Paesi che, con un bel bollino rosso o nero, puntano a scoraggiare il consumo di questo o quell’alimento. Rassicura il fatto che – almeno in Italia – le autorità nazionali sono convinte che questo tipo di approccio non sia dei migliori. Anzi, per la promozione di azioni concrete di contrasto al sovrappeso e
all’obesità, si punta su una strategia multisettoriale, di collaborazione tra pubblico e privato. Si persevera nella convinzione che a essere veramente importante è la dieta nella sua completezza, nell’ambito dello stile di vita di ogni singolo individuo. Bisogna quindi fare in modo che vi sia disponibilità di alimenti nutrizionalmente equilibrati, ma anche far sì che l’individuo sia in grado di fare le proprie scelte in modo consapevole. Il proibizionismo non funziona. Demonizzare singoli nutrienti o togliere al singolo individuo la propria libertà di fare scelte (anche sbagliate, perché no!) su quello che acquista e mangia potrebbe essere controproducente. In questo quadro, ci fa piacere riproporre quanto veniva scritto, nel 1969, su “L’alimentazione italiana”, rivista mensile edita dall’Istituto di Tecnica e Propaganda Agraria, sotto gli auspici della Direzione generale dell’alimentazione del ministero dell’Agricoltura e delle foreste, dell’Istituto nazionale della nutrizione, dell’Unione nazionale consumatori, richiamando un concetto quanto mai attuale: “Come la gemma manifesta la bellezza di cui è capace soltanto se riceve un’opportuna disposizione delle sue facce, così l’alimentazione estrinseca le sue virtù soltanto dall’armonica partecipazione nella dieta di prodotti compresi nei sette gruppi essenziali di alimenti”. “Sia ben chiaro” concludeva la rivista, dopo una presentazione
puntuale degli aspetti fondamentali da tenere presenti nella dieta e dei sette gruppi essenziali di alimenti, “quanto è stato scritto non significa che si debba mangiare sempre tutto, ma che nella dieta devono essere rappresentati i prodotti dei sette gruppi. Evidentemente non tutti, ma scelti con discernimento fra quelli che il mercato offre al minor prezzo e che più confanno al gusto e al modo proprio di cucinare (ragione psicologica). Tutto ciò corrisponde ai canoni di una razionale alimentazione che vuole cibo completo, variato, equilibrato, naturale”.
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OPINIONE
SULLE ETICHETTE DIALOGO ACCESO D
restare ai soli sistemi basati alle discussioni sui su indicazioni cromatiche, colori a quelle sui sondaggi, esiste il semaforo britannico, continua la diatriba europea il nutriscore francese - che sull’etichettatura nutrizionale. di recente è stato adottato Per ora senza una soluzione a anche dal Belgio (è in corso la portata di mano che consenta di armonizzare la presentazione procedura di notifica all’Ue) - il “keyhole” dei Paesi del Nord di questo tipo di informazioni a Europa. Esiste la proposta di livello Ue. sei multinazionali dell’industria Entro fine anno dovrebbe alimentare e quella fatta arrivare un documento della propria dal sistema Commissione europea che, agroalimentare italiano, tra le altre cose, dovrebbe un’etichetta visiva a batteria pronunciarsi sull’efficacia presentata ai partner europei dei sistemi di etichettatura l’estate scorsa, accompagnata nutrizionale tipo semaforo da un sondaggio che mostra il britannico e sul loro impatto potenziale sul mercato interno. gradimento degli italiani, che la preferiscono al nutriscore Il condizionale è d’obbligo, perché nella primavera 2017 la francese. I francesi, che hanno elaborato decisione della Commissione la loro soluzione con grande di aprire una piattaforma di impiego di risorse, allora discussione sul tema, cui hanno commissionato un partecipano esperti dei Paesi altro sondaggio, stavolta in Ue, associazioni di categoria e operatori del settore privato, ha più Paesi, che – ça va sans dire – invece mostra che il loro certamente dato un auspicato nutriscore sarebbe contributo il più amato dai chiarificatore sulle consumatori. diverse posizioni PRESTO L’UE Che poi l’atto in campo, ma ha DOVREBBE di acquisto sia anche certificato DIRE qualcosa di la grande LA SUA SUL molto, molto, frammentazione più complesso tra Paesi e tra i SEMAFORO di un’etichetta, rappresentanti della viene spesso filiera europea. dimenticato. L’esempio di questo approccio IL BOOMERANG DEI COLORI riduzionista è il Cile. In estrema sintesi, le etichette a colori, che in IL PROBLEMA OBESITÀ teoria dovrebbero facilitare Di recente, ho rappresentato la comprensione dei profili l’Europarlamento nel primo nutrizionali degli alimenti, summit dei parlamenti mondiali stanno proliferando in Europa contro la fame, tenutosi a e nel mondo, ottenendo Madrid. Da presidente del l’effetto opposto: creare Comitato dell’Europarlamento una giungla di etichette che, per la lotta a fame e povertà, oltre a rendere più difficile ho introdotto i lavori facendo la vita alle imprese, non la riferimento, tra le altre cose, semplifica ai consumatori. Per
di Paolo De Castro, parlamentare europeo
al fatto che il dibattito sulla food security si è evoluto e ora riguarda non solo la quantità di calorie assunte, ma anche la loro qualità e gli elementi nutritivi. Il problema dell’obesità è sentito come un’emergenza sociale in moltissimi Paesi. Non in Italia, che ha i tassi di sovrappeso e obesità tra i più bassi delle economie avanzate, ma la questione è abbastanza grave in un numero sufficiente di Paesi – soprattutto Stati Uniti ed economie emergenti – per farne una questione di cui discutere a livello globale. IL BOLLINO NERO Tra le relazioni di quel giorno c’era quella di un senatore cileno che presentava con un certo orgoglio il bollino nero adottato nel suo Paese a indicare alimenti con “eccesso”
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di grassi, sali e zuccheri. Un sistema che implica anche restrizioni alla comunicazione per le imprese e si spinge, soprattutto per l’industria dolciaria, a limitazioni da Stato paternalista, come il divieto di esporre la confezione sullo scaffale del supermercato, se non incappucciata in una confezione anonima. Come il cosiddetto plain-package per le sigarette. Questo sistema è per il Cile una sorta di orgoglio da esportare, anche se è applicato da troppo poco tempo per testarne la reale efficacia tra i consumatori di quel Paese. L’America Latina è un continente dai tassi di obesità piuttosto alti, dove molti governi, come quello messicano, hanno fatto anche ricorso alle tasse sul cibo. A Madrid ho espresso tutto il mio scetticismo su questi approcci riduttivi al tema dell’obesità, ottenendo il sostegno di altre delegazioni, in particolare dei parlamentari spagnoli.
COME SI SCEGLIE come lo status Il problema, come socio-economico, il IN BILICO già accennato, è livello di istruzione TRA LOTTA che questi sistemi e l’auto-percezione ALL’OBESITÀ dimenticano la del benessere, complessità della che a loro volta E CRITERI scelta d’acquisto. sono inquadrate in DI SCELTA Si fa finta che contesti culturali il consumatore precisi. scelga solo in virtù Così si rischia di delle qualità nutrizionali di un ridurre il problema dell’obesità prodotto e che spetti allo Stato a una mera questione di indicargli ciò che fa bene. Ma etichetta, invece il tema è si ignorano variabili cruciali molto più complesso.
L’eccellenza ha un nome
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Le mozzarelle dell’Agro Pontino IMDL n 12 dicembre 18.indd 7
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L’INDUSTRIA S’INTERROGA SULL’INCOGNITA BREXIT di Katia Bellantone
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entre l’industria lattiero-casearia era riunita a Dublino per la convention annuale della European Dairy Association, è iniziato il conto alla rovescia per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Cosa succederà esattamente dal prossimo 29 marzo, però, non lo sa ancora nessuno. C’è più incertezza che allo scoccare del nuovo millennio, quando sembrava che tutti i computer del mondo dovessero andare in tilt (chi può dimenticare il millenium bug: la notte più lunga di sempre per chiunque si occupasse di sistemi informatici!). Come allora, oggi la priorità sembra essere evitare un European bug. Ma come? Prepararsi al peggio e sperare il meglio! È questa la strategia condivisa dalle maggiori aziende europee del nostro settore, che non potevano non dedicare al tema un momento di approfondimento per ragionare sui possibili effetti della Brexit sul mercato europeo del latte e dei formaggi durante la convention irlandese, caduta proprio nei giorni in cui il primo ministro May annunciava l’accordo, con le conseguenti dimissioni di ben quattro ministri ed enormi preoccupazioni per la tenuta dell’attuale governo. Durante l’incontro, il condizionale era d’obbligo, perché troppe sono ancora le incognite. Non per nulla, le relazioni di Kasper Thormond Nielsen, responsabile relazioni pubbliche di Arla Food, e di Paul Vernon, chief executive di Glanbia, avevano slide uguali: una con titoli di giornale contrastanti, la seconda addirittura vuota. Perché nessuno oggi è in grado di fare previsioni. C’è un accordo di cui non si conoscono le condizioni e c’è l’impressione che, alla fine, tanti vorrebbero che tutto cambiasse per restare uguale. Stando alle voci che circolavano in
sala, sembra che il Regno Unito continuerà a pagare i contribuiti al bilancio europeo fino al 2020 (circa 60 miliardi di euro), per tutto il periodo di transizione, che potrà perfino essere allungato. Come se non bastasse, perderà ogni diritto sulle istituzioni europee, i suoi seggi al Parlamento europeo e la partecipazione ai Consigli europei, ma dovrà applicare norme e standard della Ue. E dovrà continuare a rispettare la giurisprudenza della Corte di Giustizia. I cittadini dell’Unione potranno entrare e uscire dalla Gran Bretagna senza visto e l’accesso al mercato unico dovrebbe essere regolato da un accordo simile a quello con l’Ucraina, che prevede piena giurisdizione della Corte europea sulle dispute commerciali. In sintesi, i britannici continueranno a pagare per essere europei di serie B! Se questo dovesse essere il risultato finale (ma il percorso di approvazione dell’accordo va avanti e mentre andiamo in stampa le cose potrebbero cambiare), il capo negoziatore europeo Michel Barnier avrebbe vinto la sua battaglia. Del resto, le intenzioni erano chiare fin dall’inizio: mandare un segnale forte in vista del rinnovo delle istituzioni comunitarie del 2019. Punirne uno per educarne cento. Una strategia politica per molti aspetti condivisibile, che però rischia di essere pagata principalmente dall’industria. Nessuno, infatti, sa fare una stima dei costi di una bocciatura dell’accordo provvisoriamente accettato dalla May. Quanto costerebbero eventuali blocchi merci, controlli doganali, nuove norme e certificati? Per non parlare del timore che la Gran Bretagna possa diventare canale di accesso per i prodotti dei Paesi terzi con cui ha rapporti privilegiati: con la Nuova Zelanda seduta in prima fila a godersi lo spettacolo.
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ATTUALITÀ_FIL/IDF
IN COREA PER L’IDF WORLD DAIRY SUMMIT di Chiara Fabrizi
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ospitare l’annuale appuntamento con i lavori dell’Idf World Dairy Summit quest’anno è stato il comitato coreano, che dal 15 al 19 ottobre scorsi ha accolto a Daejeon esperti del settore lattiero-caseario provenienti da tutto il mondo, per discutere e confrontarsi sul tema “Dairy for the Next Generation”. Oltre 2mila i partecipanti provenienti da 57 Paesi che hanno preso parte all’evento, 120 i relatori arrivati da tutto il mondo. “Il settore caseario coreano può trovare ispirazione dal dinamismo dei leader di mercato – ha affermato il presidente del Comitato organizzatore Lee Chang Buhm nel dare il benvenuto ai delegati –. I produttori locali di latte, i trasformatori, le cooperative e le organizzazioni legate ai prodotti lattiero-caseari possono imparare dalle loro controparti in altri Paesi e confrontarsi con
il successo globale dei marchi leader. Allo stesso tempo, i produttori coreani possono condividere la loro esperienza di sviluppo e l’applicazione di tecnologie per aumentare la produttività”. Lee ha poi proseguito rivendicando il ruolo di facilitatore che il summit può avere nella “fertilizzazione incrociata delle idee” per lo sviluppo di soluzioni utili a migliorare la qualità e la produzione di prodotti caseari, a beneficio della comunità lattierocasearia e dei consumatori di tutto il mondo.
Accanto a Lee nei saluti di apertura anche il presidente Fil/Idf Judith Bryans, che ha rimarcato come il summit riunisca esperti internazionali che condividono le loro opinioni sul settore lattiero-caseario e la loro visione per la crescita, esaminando le tendenze emergenti, la tecnologia, l’innovazione e applicando ricerca e sviluppo per anticipare le esigenze future e affrontare le sfide di domani. Un esempio della caratura dei relatori internazionali che hanno preso parte all’evento è stato l’intervento di apertura dei lavori da parte dell’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, che ha esposto la sua visione degli “obiettivi di sviluppo sostenibile e del ruolo auspicabile del settore lattiero-caseario mondiale”. “Il latte è perfezione – ha
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ATTUALITÀ _FIL/IDF affermato Moon –. Il latte è un alimento primario per la popolazione mondiale di oltre 7 miliardi di persone”, quindi fondamentale ed essenziale per gli sforzi internazionali per combattere la povertà e la fame. L’ex segretario si è detto, inoltre, profondamente colpito dal fatto che il settore lattierocaseario “si sta muovendo in una direzione responsabile e sostenibile come partner chiave della comunità internazionale”. Ad arricchire l’evento anche il segretario del Codex Alimentarius Tom Heilandt, che ha sottolineato l’importanza della cooperazione globale nel rafforzamento degli standard di sicurezza alimentare volti a proteggere la salute pubblica e ha ricordato come l’Idf funga da “consulente tecnico essenziale su tutte le questioni relative al latte e ai prodotti lattierocaseari”. Sostenibilità La sostenibilità del settore lattiero-caseario ha mille sfaccettature e non poteva non costituire parte integrante del programma del summit. Ampio spazio è stato, infatti, dedicato al tema, attraverso presentazioni, approfondimenti e discussioni legati agli aspetti economici, nutrizionali e ovviamente ambientali. L’uso efficiente delle risorse circolari può portare a obiettivi di rifiuto pari a zero. Questa la posizione espressa da Martin Scholten dell’Università e della ricerca di Wageningen, Paesi Bassi, secondo il quale quello a cui si sta assistendo nel XXI secolo è un cambiamento di paradigma, dall’efficienza della produzione lineare verso l’efficienza dell’uso delle risorse circolari. Cambio che può portare, appunto, a un obiettivo di zero rifiuti attraverso l’ottimizzazione dell’efficienza dell’uso delle risorse a livello di sistema agroalimentare, in cui l’agrobiomassa, compresi i residui delle colture, i rifiuti
alimentari e il letame vengono utilizzati come fertilizzante organico per produrre cibo da coltivazione. Altro tema affrontato è stato quello delle diete sostenibili e dei loro impatti ambientali. Secondo quanto esposto da Stephan Peters della Dutch Dairy Association, Nzo, e presidente del comitato permanente su alimentazione e salute della Fil, la riduzione dei prodotti di origine animale a favore di prodotti a base vegetale non ha un impatto sull’ambiente, in quanto l’impronta di carbonio non viene ridotta in maniera significativa. “In teoria, le emissioni di carbonio derivanti dalla dieta umana potrebbero essere ridotte di 2,9 tonnellate all’anno diventando vegan – ha affermato Peters – ma le calorie e i nutrienti persi evitando i prodotti animali dovrebbero essere compensati consumando una quantità maggiore di prodotti vegetali, che hanno anch’essi un’impronta di carbonio. E tutti questi valori si sommano. Ad esempio, omettendo dalla dieta i latticini ricchi di sostanze nutritive – ha aggiunto Peters – la sostituzione dei nutrienti deve provenire da altri prodotti alimentari. L’individuo dovrà consumare più della quantità giornaliera raccomandata di frutta e verdura per ottenere un apporto di calcio ottimale, poiché questi ultimi hanno un contenuto di nutrienti relativamente inferiore rispetto al latte. Quando si esaminano gli effetti ambientali delle notevoli quantità di sostituti alimentari che devono essere consumati, questo si traduce in una quantità di emissioni di carbonio dei prodotti lattierocaseari quasi equivalente”. Quindi, il passaggio a una dieta prevalentemente vegetale non comporta un beneficio per l’ambiente. Nello spiegare che una dieta ottimale produce 3,67 kg di emissioni di carbonio al giorno, mentre una dieta priva di latticini ne produce 3,53 kg (una
differenza, quindi, trascurabile), Peters ha concluso che il mantenimento del consumo di latticini al livello attuale non ha un impatto significativo su una dieta sostenibile. Di contro, “gli stili di vita hanno un impatto ambientale molto maggiore, soprattutto se si tratta di mangiare molta frutta e verdura importata o di viaggiare. Un volo in una località lontana del mondo per lavoro o per vacanza può annullare un intero anno di benefici ambientali ottenuti con una dieta vegana a base di alimenti coltivati localmente”, ha concluso Peters. Nutrizione e salute Il ruolo dei prodotti lattierocaseari nella promozione della nutrizione e della salute è stato esaminato durante la conferenza su Nutrition and Health. Gli esperti presenti hanno condiviso le loro opinioni sugli effetti del latte, del latte fermentato e del consumo di formaggio e sulla matrice alimentare che influenza i benefici nutrizionali dei diversi prodotti caseari. Proprio su quest’ultimo tema, Emma Feeney dell’University College di Dublino ha parlato degli effetti del grasso lattiero assunto attraverso il consumo di matrici casearie diverse e dei relativi effetti sulla salute. La natura della struttura alimentare del formaggio, e le sostanze nutritive che costituiscono quest’ultima, determinano il grado di digestione e assorbimento dei nutrienti, influenzando di conseguenza le sue proprietà nutrizionali generali e gli effetti benefici sulla salute. Sicurezza alimentare La conferenza su Food Safety è stata l’occasione per discutere le sfide della sicurezza alimentare e della regolamentazione e le opportunità esistenti per le organizzazioni che sviluppano standard, come
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ATTUALITÀ _FIL/IDF il Codex Alimentarius e l’Idf, nell’identificare nuove aree di collaborazione, compresa la revisione degli standard esistenti. Altri aspetti esaminati sono stati quelli dei pericoli e dei rischi chimici e microbiologici, il ruolo della comunicazione, ma anche quello dell’educazione al rischio, per promuovere una maggiore comprensione e trasparenza delle misure di sicurezza alimentare e una loro attuazione efficace. Marketing, economia e politiche lattiere L’innovazione di prodotto, le tendenze alimentari e le strategie di marketing per sviluppare il settore lattierocaseario sono state al centro del confronto tra gli esperti di marketing. Un quadro sulle innovazioni casearie in Cina volte a guidare la domanda del mercato è stato fornito da Gerrit Smit di Yili Innovation Center Europe, che, nel sottolineare come il consumo medio di latte in Cina sia circa un quinto di quello dei Paesi occidentali, ha previsto una crescita continua di oltre il 10% nei prossimi anni. Inoltre, sono stati discussi altri mercati emergenti, come l’America Latina e l’Africa, nonché il contesto commerciale generale del latte e dei prodotti lattiero-caseari. La conferenza sull’economia e le politiche lattiere è stata anche l’occasione per presentare il report “The World Dairy Situation 2018”. “La pubblicazione presenta un quadro completo delle statistiche lattiero-casearie e fornisce una visione sull’ampia varietà di fattori politici ed economici che influenzano un mondo sempre più focalizzato su sicurezza alimentare, qualità, nutrizione, sviluppo sostenibile e commercio globale” ha spiegato il presidente della Commissione permanente Fil sulle politiche e le economie lattiere Gilles Froment, a capo della redazione del bollettino.
THE WORLD DAIRY SITUATION 2018 Bollettino Fil/Idf 494/2018. La pubblicazione fornisce una visione del settore lattiero-caseario in oltre 50 Paesi nel mondo. Il bollettino annuale offre un’utile visione sui macro trend di domanda e offerta nel settore lattiero, con dati sulla produzione lattiera mondiale, la trasformazione, i prezzi, i consumi e le tendenze.
Gestione aziendale, salute e benessere animale Biodiversità, riproduzione degli animali e agricoltura del futuro sono stati i temi al centro della conferenza dedicata alla gestione degli allevamenti, mentre, in tema di salute e benessere animale, si è parlato molto delle politiche di prevenzione delle malattie infettive e della resistenza antimicrobica. Dell’impatto della salute degli animali da una prospettiva economica ha parlato Henk Hogeveen della Wageningen University, Paesi Bassi. “Una migliore salute degli animali assicura una migliore redditività” ha affermato il professore, che ha anche sottolineato come gli agricoltori spesso sottovalutino il costo delle malattie e il fatto che gli investimenti in prevenzione siano molto inferiori alle spese di fallimento. “Ci sono opportunità per aumentare la salute degli animali e la redditività attraverso l’economia e un ottimo processo decisionale, che pesa i benefici di minori malattie rispetto ai costi della prevenzione – ha detto
Hogeveen –. Il processo decisionale ottimale non è per definizione la massimizzazione del profitto. Ci sono difficoltà nella stima dei costi delle malattie del bestiame, pertanto l’analisi costi-benefici è importante per determinare l’efficacia dei costi”. In tema di antibiotici, Tine Van Werwen dell’Università di Utrecht, in Olanda, ha presentato l’esperienza olandese dove l’uso di queste sostanze ha registrato un calo di oltre il 50% in tutte le specie animali nell’arco di un decennio. Inoltre, lo
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ATTUALITÀ _FIL/IDF studio ha riscontrato una riduzione associata della resistenza antimicrobica (Amr) negli animali dello stesso gruppo. Una task force sulla resistenza antimicrobica, istituita e sostenuta dal governo olandese nel 2008, ha contribuito alla riduzione complessiva dell’uso di antimicrobici nel Paese attraverso un uso prudente di queste sostanze. L’iniziativa ha avuto successo anche grazie alla cooperazione dell’industria lattiero-casearia locale nel cambiare l’atteggiamento degli agricoltori e dei veterinari nei confronti dell’uso degli antimicrobici negli animali. Un quadro sul monitoraggio dell’uso di antimicrobici e sull’implementazione di standard e linee guida internazionali è stato fornito, invece, da Elisabeth ErlacherVindel dell’Organizzazione mondiale per la salute
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degli animali (Oie). “La resistenza antimicrobica è una minaccia per la salute e il benessere degli animali, l’approvvigionamento alimentare e la sicurezza alimentare – ha sottolineato
la relatrice –. Per garantire la sostenibilità della produzione di bestiame, l’efficacia degli agenti antimicrobici deve essere preservata attraverso il loro uso responsabile e prudente”.
I LATTI FERMENTATI Il sempre maggior interesse dei consumatori per gli alimenti fermentati, dovuto al loro potenziale contributo alla modulazione del microbiota intestinale e all’impatto sulla salute, suscita grande attenzione negli scienziati per il ruolo di questi alimenti nella dieta. E grande attenzione a questi preziosi alimenti si è voluta dedicare anche durante l’Idf Wds 2018 con un doppio evento: il sesto Simposio su Scienza e Tecnologia dei latti fermentati è stato inglobato nel programma delle conferenze, ed è stata organizzata una sessione speciale su latti fermentati e benefici per la salute. Altre due sessioni speciali sono state dedicate ai programmi latte nelle scuole e alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict).
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ACCORDO CON IL GIAPPONE OK PER IL LATTIERO-CASEARIO di Katia Bellantone
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l 2018 si chiuderà con l’approvazione finale da parte del Parlamento europeo dell’accordo di libero scambio con il Giappone. Assolatte ha seguito molto da vicino i negoziati ed è intervenuta più volte con le istituzioni per ottenere il miglior risultato possibile in un contesto negoziale difficile e non sempre favorevole alla nostra industria. Il settore agroalimentare è uno dei più delicati e bilanciare i suoi interessi con quelli di altri comparti con fatturati ben diversi è una sfida generale della politica commerciale dell’Unione europea. Grazie all’Eu-Japan-Epa (Economic Partnership Agreement), nei prossimi due anni l’85% dei prodotti agroalimentari esportati dall’Ue entrerà nel mercato nipponico a dazio zero, mentre per altri, come quello caseario, è prevista una graduale liberalizzazione in 16 anni. Proprio sui formaggi, prodotti in forte crescita, si è consumata una delle più difficili battaglie, conclusa con una vittoria europea. Il Giappone, che ha sempre avuto una posizione molto difensiva, ha infine accettato l’ingresso dei prodotti caseari europei e la tutela delle nostre Dop più esportate. Per sostenere con forza l’accordo e sensibilizzare gli eurodeputati sulla sua veloce e convinta approvazione, le associazioni europee che a Bruxelles rappresentano gli agricoltori (Copa-Cogeca), i produttori di vino (Ceev) e l’industria alimentare (Food&Drink Europe) hanno organizzato, lo scorso 16 ottobre, un importante evento al Parlamento europeo, ospitato dal deputato portoghese Pedro Silva Pereira, relatore dell’accordo, al quale ha partecipato anche il commissario all’Agricoltura Phil Hogan. Tutti d’accordo nel sostenere che il Giappone è un mercato con grandi potenzialità. Il quarto mercato per le esportazioni europee del settore food and beverage, con un export di 5,3 miliardi e un import di 277 milioni di euro. Non solo un’occasione da non perdere ma, soprattutto nel caso dei prodotti caseari, un mercato da non lasciare alla concorrenza neozelandese e australiana. Portavoce dell’industria alimentare è stato Attilio Zanetti, ben conosciuto nell’ambiente brussellese per il suo impegno sul food,
che ha illustrato al commissario Hogan e ai parlamentari europei la posizione dell’industria alimentare. Zanetti ha approfittato della presenza della Commissione per togliersi dalla scarpa il sassolino dell’autorizzazione dell’uso del termine “Parmesan” sul mercato giapponese incluso nell’accordo (aspramente criticato da Assolatte), ma ha concentrato il suo intervento soprattutto sugli aspetti positivi dell’intesa, che non sono quantificabili in soli termini economici. I negoziati con il Giappone sono stati portati avanti con un modus operandi efficace, attraverso una collaborazione fattiva tra Commissione europea e stakeholder. Se oggi siamo in grado di dare sostanza all’accordo è per la trasparenza e la cooperazione con le
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ATTUALITÀ _UE quali si sono svolti i negoziati. L’industria è sempre stata al corrente delle difficoltà, della differenza di vedute e della distanza di posizioni tra le parti. Questa collaborazione e il costante aggiornamento hanno spinto gli stakeholder a trovare soluzioni alle difficoltà evidenziate dalla Commissione. Ha innescato e favorito un dibattito interno necessario a rispettare il difficile equilibrio tra rispetto dei disciplinari e superamento di ostacoli logistici alla commercializzazione in altri continenti. Il terzo punto sottolineato da Attilio Zanetti, forse il principale, è che l’industria europea, anche quella che produce prodotti a marchio di qualità Dop e Igp, può sostenere l’accordo in virtù dell’affidabilità del sistema alimentare giapponese e dell’affidabilità del suo ordinamento. Infatti, una visita svolta in Giappone lo scorso 26 settembre ha messo in luce in maniera chiara che, pur di continuare a commercializzare i nostri prodotti di qualità, gli operatori nipponici sono pronti a ricevere controlli da parte dei nostri Consorzi e delle autorità che decideremo di designare. Ricevere le nostre visite in azienda è un valore aggiunto, non un sopruso. È una questione di cultura.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
LA SECONDA EDIZIONE DI CIBUS CONNECT PRESENTATA A PARIGI A PARMA IL 10 E 11 APRILE 2019. RADDOPPIANO PADIGLIONI, ESPOSITORI E BUYER ESTERI. SI COMPLETA COSÌ L’ANNUALIZZAZIONE DI CIBUS
La seconda edizione di “Cibus Connect” è stata presentata a Parigi lo scorso ottobre, nel contesto del Salone francese dell’agroalimentare “Sial”. All’incontro, tenutosi all’Hotel Ritz, hanno partecipato: centinaia di manager di aziende alimentari italiane espositrici al Sial; Teresa Castaldo, ambasciatrice d’Italia in Francia; dirigenti e funzionari Ice-Agenzia delle sedi di Roma e Parigi; Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte, e
i vertici di Credit Agricole (azionista di maggioranza di Fiere di Parma). Prima della presentazione di Cibus Connect, sono stati sottolineati gli ottimi rapporti commerciali tra Roma e Parigi: la Francia rappresenta il secondo mercato per l’agroalimentare italiano (dopo la Germania) dove esporta le produzioni tipiche italiane, i prodotti della dieta mediterranea e i prodotti salutari e bio. Un mercato
che vale 3,3 miliardi di euro (nel 2017) e che nel primo semestre del 2018 è cresciuto del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “La Francia è il Paese europeo dove esportiamo di più: vale mezzo miliardo di euro per il nostro settore – ha riferito Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte –. I consumatori francesi sono grandi estimatori dei formaggi italiani. Nonostante i freschi siano i principali prodotti esportati, i
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francesi amano molto anche alternare le loro eccellenze con le grandi Dop italiane, con il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, la Mozzarella di bufala campana e le altre grandi Dop”. Cibus Connect si terrà a Parma dal 10 all’11 aprile 2019 (organizzato da Fiere di Parma in collaborazione con Federalimentare) e porta a compimento l’annualizzazione di fatto di Cibus, che continuerà a tenersi negli anni pari. Cibus Connect già alla seconda edizione ha raddoppiato i padiglioni occupati e le aziende espositrici. Le aziende alimentari italiane mostrano di gradire la formula smart di questa fiera: solo due giorni,
stand chiavi in mano, grande spazio alla cooking station per le degustazioni riservate ai visitatori professionali e un'ampia Buyers lounge riservata agli operatori esteri, utile per gli incontri di business. Centinaia di nuovi prodotti alimentari saranno presentati a Cibus Connect, in virtù di una sempre maggiore attenzione all’innovazione da parte delle aziende italiane. “Cibus si è trasformato da mero momento espositivo in una piattaforma permanente per lo sviluppo delle aziende alimentari italiane – ha spiegato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – grazie alla partecipazione a fiere alimentari all’estero
e al matching continuo con i buyer esteri nelle diverse geografie e i vari canali. Uno dei fattori critici di successo di Cibus Connect è la data: tutti i visitatori esteri hanno l’occasione unica di visitare le concomitanti fiere Vinitaly e Cibus”. La presenza di tutta la filiera nella due giorni di Cibus Connect servirà anche ad approfondire nei convegni le tematiche più pressanti dell’agroalimentare italiano: in primis i risultati e le prospettive degli accordi commerciali bilaterali tra Italia, Europa e altri Paesi; la valorizzazione del Centro Sud italiano come piattaforma di sviluppo quali/quantitativo del food&beverage italiano.
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ATTUALITÀ_NEWS CENTRALE DEL LATTE D’ITALIA APPROVA IL BILANCIO Il cda di Centrale del Latte d’Italia Spa ha approvato i risultati al 30 settembre 2018. A quella data, l’azienda ha registrato ricavi netti consolidati pari a 133,8 milioni di euro, in crescita dell’1,2% rispetto ai 132,1 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente anche grazie al buon andamento delle esportazioni (salite in un anno da 944mila a 2,6 milioni). Significativo il recupero della redditività, con il margine operativo lordo che al 30/9/2018 ha raggiunto i 5,4 milioni di euro rispetto ai 4,9 milioni del 30/9/2017 (+9,4%) e con il margine operativo netto salito da 146mila a 418mila euro. Il risultato netto consolidato dopo le imposte è negativo per 646mila euro rispetto al risultato netto negativo di 417mila euro registrato un anno fa. La posizione finanziaria netta del gruppo al 30 settembre 2018 è negativa per 76,4 milioni di euro; erano 62,3 milioni il 30 dicembre 2017. In una nota l’azienda motiva il maggior debito a seguito dei fabbisogni di capitale circolante e alla prosecuzione degli investimenti per il rinnovo degli impianti e dei magazzini nei vari stabilimenti del gruppo. L’azienda ricorda che il primo settembre scorso si è perfezionata l’operazione di cessione della
business unit di Cli “Salads & Fruits”, localizzata a Casteggio (PV) e preposta alla produzione delle insalate di IV gamma a Zerbinati Srl. Parallelamente, grazie a questo accordo, Cli ha avviato attraverso i propri canali di vendita e sui territori presidiati la commercializzazione dei prodotti dell’ampia gamma Zerbinati (zuppe, vellutate, contorni, burger gluten-free e flan vegetali). Sotto l’aspetto previsionale, le ulteriori iniziative commerciali a presidio del posizionamento premium dei marchi del gruppo sul mercato, il continuo controllo dei costi e il miglioramento in corso dell’economia italiana con la ripresa dei consumi alimentari, portano a ritenere di poter confermare anche nel quarto trimestre i risultati economici registrati nel corso del terzo trimestre del 2017. Infine, il 15 ottobre scorso Cli ha sottoscritto l’accordo preventivo con l’Agenzia delle Entrate per l’accesso all’agevolazione fiscale del Patent Box per la determinazione del reddito agevolabile derivante dall’utilizzo dei marchi di proprietà per l’anno fiscale 2015 e per i successivi quattro anni. Il valore del beneficio fiscale relativo agli anni dal 2015 al 2017 sarà riportato nel bilancio dell’esercizio in corso.
NUOVO LURPAK®, COOKING SPRAY E LIQUIDO fidato per una finitura dorata e croccante Noto da oltre un secolo per il suo burro durante la glassatura. danese prodotto solo con panna fresca, ANALYST PRESENTATION La miscela Lurpak di burro e olio vegetale il marchio Lurpak ha lanciato la versioneStar Conference 2016 offre una copertura uniforme. L’azienda spray e liquida (Cooking spray and liquid) per th London, October 6 2016 danese lo consiglia anche per facilitare la preparazione di una ungere padelle, teglie, stampi, grande quantità di piatti a chi o sopra verdure cotte, pasta ama cimentarsi ai fornelli, ma e riso, senza dimenticare vuole farlo nel modo più pratico e torte, biscotti e altre pietanze semplice possibile. speciali. Imburrare e dorare sono i compiti Lurpak liquido e spray si dello spray, mentre il liquido è la combinazione perfetta per conserva a temperatura ambiente, è facile e pratico abbrustolire la carne, cuocere la da usare, riduce gli sprechi bistecca perfetta, dare il sapore perché i dosatori consentono giusto alle patate al forno e a di utilizzare solo le quantità tutte le verdure. Ma anche tanto di prodotto necessarie, non altro, come ad esempio finire in sporca ed è molto versatile. maniera impeccabile una frittura I due prodotti sono in vendita di pesce. in una elegante e pratica Lo spray per arrosti Lurpak confezione da 250 grammi. promette di essere un compagno
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_NEWS ATTUALITÀ_NEWS BIRAGHI HA PORTATO IN TV LA COMODITÀ DEI BIRAGHINI Dal 4 al 24 novembre, i Biraghini Gran Biraghi sono stati protagonisti di una campagna pubblicitaria televisiva che ha previsto la messa in onda di tre soggetti che illustravano in quanti modi i Biraghini siano molto semplici da utilizzare. Rifacendosi all’idea di tre grandi capolavori cinematografici, i film mostrano tre casalinghe in situazioni quotidiane che accadono in tutte le case, per le quali Biraghi propone una soluzione comoda: i Biraghini. Facili da grattugiare con la pratica Biraghina, comodi da conservare con la loro confezione apri e chiudi salva freschezza e senza crosta, così non si butta via niente. Attraverso la pianificazione televisiva, l’azienda ha immaginato di aver attivato oltre 140 milioni di contatti totali
YOGURT CHIA MEGGLE Meggle lancia due nuovi gusti di yogurt da bere arricchiti di semi di chia: “Mela, banana e spinaci” e “Ribes nero e mirtilli”. Due referenze innovative, che abbinano una il gusto e le proprietà nutrizionali della mela, della banana e degli spinaci con i preziosi semi di chia, l’altra abbina allo yogurt i frutti di bosco. Ricette genuine, a ridotto contenuto di grassi, per godere delle proprietà dello yogurt grazie al gustoso sapore di questa preparazione vegetale.
sul target responsabili d’acquisto, dei quali più di 72 milioni nella fascia “prime time”. Si stima che ogni responsabile d’acquisto abbia visto lo spot più di nove volte durante tutta la campagna. L’ideazione e la direzione creativa degli spot è stata dell’experience agency Inventa Tro (regia di Vittorio Sacco, casa di produzione Hot Table Top).
LATTERIA PERENZIN PREMIATA AI CHEESE AWARDS Ai World Cheese Awards 2018 il Bufala ubriacato al Glera della Latteria Perenzin si è piazzato tra i migliori formaggi al mondo. A pochi giorni dalla vittoria all’Italian Cheese Awards 2018, che per il secondo anno consecutivo ha assegnato il primo premio al “Capra al Traminer” come aromatizzato più buono d’Italia, la storica latteria di Bagnolo di San Pietro di Feletto (TV) ha incassato un altro prestigioso riconoscimento dall’importante valore simbolico per il forte legame con il territorio. Il Bufala, infatti, viene ubriacato nelle vinacce di uva Glera, il vitigno con cui, a San Pietro di Feletto e nelle colline di Conegliano Valdobbiadene, si produce il Prosecco Superiore, lo spumante più famoso al mondo. Il formaggio ubriacato, inoltre, è un prodotto tipico della provincia di Treviso.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS CHEESE AWARDS, 64 MEDAGLIE PER IL PARMIGIANO REGGIANO La Nazionale del Parmigiano Reggiano ha vinto 61 medaglie e centrato un grande risultato al World Cheese Awards: la giuria internazionale ha premiato oltre il 50% dei 121 campioni di Parmigiano Reggiano in gara. La competizione, andata in scena ai primi di novembre, nel prestigioso Grieghallen di Bergen, in Norvegia, ha coinvolto ben 2.472 formaggi provenienti da 41 Paesi. Oltre alle medaglie ottenute dalla Nazionale del Parmigiano Reggiano, il Re dei formaggi si è aggiudicato altri tre premi (una medaglia d’oro, una d’argento e una di bronzo) per campioni presentati direttamente da operatori commerciali. I record non si fermano qui. Quest’anno la nazionale del Parmigiano Reggiano – composta da 55 caseifici – è arrivata a essere la più grande missione collettiva mai intrapresa da un formaggio nazionale all’estero. Uno sforzo collettivo che ha fruttato una medaglia Super Gold (miglior formaggio del tavolo), 12 medaglie d’oro, 20 d’argento, 28 di bronzo. Il riconoscimento più prestigioso è stato incassato dalla Latteria Sociale Roncadella per Parmigiano Reggiano Dop stagionato 18 mesi. “Anche quest’anno la nazionale del Parmigiano Reggiano ha tenuto alto l’onore della Dop più amata dagli italiani – ha detto da Bergen il vicepresidente vicario del Consorzio
Parmigiano Reggiano Guglielmo Garagnani –. Le medaglie vinte apportano ulteriore valore a un mercato, come quello dei formaggi, che si conferma in crescita. A tutti i caseifici vanno i nostri complimenti e la nostra gratitudine – conclude Garagnani – perché hanno saputo riconfermare i primati che appartengono al sistema del Parmigiano Reggiano. A Bergen, abbiamo vinto anche grazie ai valori che legano il nostro prodotto al territorio: merito di una filiera che ogni giorno impegna migliaia di allevatori e centinaia di caseifici artigianali nella ricerca dell’eccellenza assoluta”. La 32esima edizione del World Cheese Awards si terrà nel 2019 in Italia, a Bergamo. Una location che spingerà la nazionale del Parmigiano Reggiano a puntare ancora più in alto. “Dopo 18 anni di concorsi – ha commentato l’ideatore della nazionale del Parmigiano Reggiano Gabriele Arlotti – abbiamo la certezza che, nel complesso, la qualità premia e vince. Merito di caseifici e agricoltori straordinari che fanno un Parmigiano Reggiano che non teme confronti. Quest’anno abbiamo raggiunto un record di presenze: 55 caseifici, diventando così la più grande missione collettiva al mondo”.
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SACCO SYSTEM, BIOTECNOLOGIE PER LA SOSTENIBILITÀ Oggi le industrie chimiche italiane sono tra le più virtuose in termini di sicurezza interna e di gestione ambientale. Lo dice il 24esimo rapporto annuale “Responsible Care”, il programma volontario per la promozione dello sviluppo sostenibile nell’industria chimica, presentato il 30 ottobre scorso da Federchimica. In questo trend generale del settore, si inserisce anche l’attività e la politica di Sacco System, il network di quattro aziende (Sacco, CSL, Clerici e Kemikalia), che rappresenta il polo biotecnologico internazionale per l’innovazione alimentare, nutraceutica e farmaceutica. Come mission aziendale, Sacco System mira a offrire con i propri prodotti soluzioni per una buona alimentazione e per una migliore qualità della vita.
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Da sempre, inoltre, lavora per garantire ai suoi collaboratori un ambiente di lavoro salubre e sicuro e per ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi. Oggi Sacco System dichiara questo impegno come una vera modalità operativa, facendo diventare la sostenibilità elemento integrante delle strategie e delle scelte aziendali. È stata inaugurata sul sito istituzionale www.saccosystem. com la nuova pagina dedicata alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa, in cui si descrive come, con il proprio business, la propria esperienza e innovazione nel campo delle biotecnologie, Sacco System possa dare un fattivo contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030.
Per Sacco System prende quindi il via un ambizioso processo di miglioramento continuo integrato, che affiancherà il percorso di crescita economica prevista per i prossimi anni
alla riduzione dell’impatto sulle risorse naturali e umane, generando così un valore aggiunto da condividere con le persone e l’ambiente e incentivando di pari passo innovazione e competitività.
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_NEWS ATTUALITÀ_NEWS CASEIFICIO VAL D’AVETO INAUGURA LA CASA DELLO YOGURT Inaugurato a Rezzoaglio, nel genovese, il nuovo edificio che va ad ampliare il Caseificio Val D’Aveto, azienda nata nel 1991 con la mission di rilanciare la produzione casearia a latte crudo del San Stè e di salvaguardare l’identità territoriale della Val D’Aveto attraverso una valorizzazione delle sue eccellenze alimentari. Grazie a questo importante incremento della capacità produttiva si apriranno nuovi canali e sbocchi per l’azienda, che permetteranno un consolidamento occupazionale e uno sviluppo per la struttura. Dal punto di vista architettonico e della sostenibilità ambientale, l’incremento volumetrico è
stato pensato in allineamento con la struttura esistente, realizzata negli anni Sessanta. Le superfici esterne sono state trattate con elementi in legno, posti in verticale, lasciando il basamento in intonaco e riprendendo il linguaggio non residenziale del luogo. “La Casa dello Yogurt per noi significa poter aumentare la produttività mantenendo inalterata la qualità – ha detto l’amministratore delegato del gruppo Sabelli e del Caseificio Val D’Aveto Simone
EMMENTALER DOP, CAMPAGNA DEDICATA AI MILLENIAL Emmentaler Dop ha lanciato una nuova e massiccia campagna pubblicitaria che rinnova in la comunicazione tradizionale del brand, rivolta ai millenial. Concluso lo scorso marzo l sodalizio con la conduttrice Michelle Hunziker, Emmentaler Dop ha scelto di raccontarsi in una maniera inedita e originale e si è affidata a Tribe Communication con un budget 2018 da 1,6 milioni di euro. Il nome scelto per la campagna è #liveoriginaler e ha debuttato durante la trasmissione “XFactor” per poi continuare su tutte le principali reti tv, carta stampata, punti vendita, ma soprattutto web e una campagna nativa digital con focus sui social media a più alto tasso di engagement. Cuore della nuova comunicazione il video, girato in diverse location rappresentative della vocazione cosmopolita del nuovo messaggio: dalle colline della Svizzera ai grattacieli di New York, dagli scorci più caratteristici della Liguria agli angoli più interessanti della nuova Milano.
Mariani –. La famiglia Sabelli e il team del Caseificio Val D’Aveto, condividono passione per il lavoro, per la terra, per una scelta etica di lavoro e di rispetto per la materia prima, i prodotti, i clienti, i dipendenti e i fornitori”.
KRAFT LANCIA LE SOTTILETTE MEXICAN Kraft ha lanciato una nuova versione delle note Sottilette: le Sottilette Mexican con paprika e peperoncino, per dare un tocco diverso ai piatti e soddisfare i palati amanti dei sapori più decisi. Le Sottilette Mexican sono ideali nei classici toast oppure nei nachos o negli hamburger. Sono preparate con formaggio Emmental (60%) e formaggio a breve stagionatura (40%), latte scremato concentrato, proteine del latte, paprika (6%), burro concentrato, fibre (3%), sali di fusione (citrati di sodio), spezie, sale, correttore di acidità (acido lattico), peperoncino in polvere (0,3%). Le Sottilette Mexican sono senza glutine e sono fonte di calcio, proteine e fibre.
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ATTUALITÀ _LIBRI MERAVIGLIOSE INSALATE In genere la parola “insalata” rievoca l’immagine di foglie condite con una vinaigrette, ovvero un condimento a base di olio e aceto, ma tale tipo di insalata è solo una delle numerosissime facce del piatto. Qualsiasi ingrediente, di fatto, può trovare posto in un’insalata: verdura e frutta, appunto, ma anche carni, pesci, uova, latticini, cereali e così via. Dipende dal ruolo che l’insalata va ad avere nell’ambito del pasto. In “Meravigliose Insalate” (Edizioni Tecniche Nuove, 2018, 192 pp.) Jeanne Perego propone una serie di ricette che rendono l’insalata di volta in volta antipasto, stuzzichino, primo piatto, piatto unico, contorno o dessert, dato che quella che chiamiamo macedonia di fatto è un’insalata di frutta. Tra le proposte anche alcune insalate da servire calde o tiepide.
ALMANACCO ALIMENTARE 2019. GIORNO PER GIORNO UN ANNO DI RICETTE Che si mangia stasera? La domanda assilla ogni giorno milioni di famiglie, preoccupate dal tempo necessario per cucinare, dai costi delle materie prime e dalla necessità di non ritrovarsi a cena sempre con la stessa minestra. Per tutto il prossimo anno, la risposta è in “Almanacco alimentare 2019” (Cairo editore, 2018, 256 pp.) di Marco Consentino, Alessandra Gigli e Luca Piretta. Ricette facilissime, fatte di ingredienti comuni, nelle quantità giuste, dal costo ragionevole e con le alternative per i vegetariani. Un piatto al giorno, descritto passo per passo, con tempi di preparazione che solo di rado superano i 50 minuti dall’inizio del lavoro alla messa in tavola. Un programma alimentare che si basa sui piatti della tradizione e accoglie la sfida della moderna scienza della nutrizione: la ricerca del benessere.
CON TUTTI I MIEI SENSI Alice Waters non è solo una cuoca. È la donna che ha ispirato Michelle Obama a trasformare il giardino della Casa Bianca in un laboratorio sull’agricoltura biologica; lei che ha dato il via al progetto Edible Schoolyard negli Stati Uniti; ancora lei che ha aperto a soli 27 anni Chez Panisse a Berkeley, California, il ristorantino francese che tuttora gestisce e che di fatto ha decretato il suo successo. In “Con tutti i miei sensi” (Slow food editore, 2018, 352 pp.), Waters racconta la sua vita da quando bambina visita per la prima volta un self-service, poi da ragazza alla scoperta del mondo, che guarda ammirata Julia Child in televisione, fino alla donna impegnata in prima fila per difendere e affermare i diritti delle donne. Una storia che l’ha portata a diventare vicepresidente di Slow Food e profonda sostenitrice di tutti i progetti e le iniziative dell’associazione della Chiocciola.
LE RICETTE DIMENTICATE DELLA CUCINA REGIONALE ITALIANA “Le ricette dimenticate della cucina regionale italiana”, dello chef, formatore e consulente Samuele Bovini (Newton Compton Editori, 2018, 468 pp.), non è il solito ricettario. È un viaggio attraverso la nostra Italia, patria dei migliori ingredienti al mondo e una delle più antiche tradizioni gastronomiche. Ma soprattutto è un viaggio nel tempo, frutto di mesi di viaggi che hanno portato l’autore a percorrere in lungo e in largo la nostra Penisola alla ricerca delle ricette antiche, 20 per regione, che oggi sono dimenticate o quasi. Quattrocento profumi diversi, alcuni ingredienti sconosciuti, addirittura inimmaginati. Lavorazioni considerate obsolete di cui vale, invece, la pena riscoprire il valore. Un percorso a ritroso, per andare a ritrovare il gusto e i profumi che allietavano le vite dei nostri nonni e bisnonni, meno frenetiche e probabilmente più serene delle nostre. Per riscoprire tutta la ricchezza dei sapori di un tempo e serbarne a lungo la memoria.
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PROTAGONISTI
90 ANNI D'AMORE PER IL TERRITORIO LA CENTRALE DEL LATTE DI SALERNO FESTEGGIA UN IMPORTANTE TRAGUARDO, CONIUGANDO TRADIZIONE E INNOVAZIONE di Paola Parziale
C
entrale del Latte di Salerno è un'azienda novantenne in ottima forma. Presente sul territorio dal 1928, anno di nascita del Centro Latte, poi divenuto, dopo la seconda guerra mondiale, l’Azienda Municipalizzata Centrale del Latte. Solo recentemente, nel 2015, è stata completamente privatizzata con gara pubblica e al Comune di Salerno è subentrato il Gruppo Newlat Food.
Novant'anni anni portati bene: un’azienda che nel tempo è riuscita a crescere e innovarsi, arricchendosi di esperienze e successi grazie ai valori che l’hanno sempre contraddistinta, ovvero qualità e sicurezza. Dagli anni Novanta in poi la Centrale del Latte cresce senza soluzione di continuità: nel 1993 lancia il latte a lunga conservazione, nel 1994 il latte parzialmente scremato, nel 1998 il latte scremato, la panna, il burro e lo yogurt, nel
CONOSCIAMOL0 MEGLIO
GIORGIO CRISCUOLO
Giorgio Criscuolo, 60 anni, una moglie, tre figli e un cane, vive a Napoli, ma da sempre viaggia per lavoro, trascorrendo gran parte della sua vita a bordo di un’autovettura. Quali sono i suoi hobby? Fino a qualche anno fa ero un appassionato di running: partecipavo anche a mezze maratone in tutta Europa. Uno sport che era più una filosofia di vita che un obiettivo agonistico. Oggi per questioni di tempo mi dedico a lunghe passeggiate nei weekend in compagnia della mia valvola di sfogo: Jaeger, un meticcio di quattro anni, qualcosa di più di un semplice animale da compagnia. Un posto in cui vorrebbe tornare? Premesso che viaggiare resta una delle cose che più mi affascinano e mi gratificano, le mete in cui ritornerei sono tante (forse tutte) ma, se proprio devo sceglierne una, direi il Messico, dove la sensazione di non aver visto molto mi è rimasta più forte dentro,
insieme alla grande curiosità per quel popolo ricco di contraddizioni, un po’ come noi meridionali. Lo sport preferito? Come detto, l’ultimo praticato seriamente è stato il running, ma sia da spettatore e, precedentemente, come praticante mi piacciono un po’ tutti, dal calcio al tennis, dal basket all'atletica, mentre non molto quelli legati ai motori. Però, lo sport che più mi ha avvicinato a una pratica agonistica è stato, ahimè troppi anni fa, il tennis da tavolo, che ancora oggi guardo con assoluto godimento e che ogni tanto mi consente di dare un po’ di spettacolo anche quando sono in vacanza. Sul suo comodino ci sono? Libri, libri, libri di ogni genere e tipo in una pulsione compulsiva, pregio che ho trasmesso anche a qualche figlio. Adesso sto affrontando lo scoglio dell’ultimo libro di Scurati sulla vita di Mussolini, ma per puro interesse storico. Questo libro mi sta consentendo la scoperta
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2002 il latte per gli intolleranti al lattosio. A questi successi produttivi, nel corso degli anni, si sono affiancate strategie di consolidamento del rapporto con il territorio da cui proviene la materia prima e le innumerevoli azioni di affiancamento con le istituzioni e le organizzazioni locali, in un’ottica di “restituzione” alla comunità di ciò che deriva dall’attività commerciale. Con l’obiettivo finale di raggiungere il difficile equilibrio fra mercato e territorio. Per conoscere meglio la Centrale ci siamo affidati alla guida del direttore generale Giorgio Criscuolo. Partiamo dai festeggiamenti e dalle numerose iniziative che avete messo in cantiere
per celebrare questo novantesimo compleanno. Gli anniversari sono sempre importanti e questo lo è ancora di più, considerando i 90 anni di storia. Stiamo mettendo in piedi tante iniziative, sia commerciali sia istituzionali per ribadire il nostro legame al territorio salernitano. Ci saranno tante sorprese, per cui le scopriremo insieme e vi stupiranno. Il “nostro” territorio: le Centrali del Latte sono un punto di riferimento anche per le attività sociali. La funzione sociale si esplica in tanti modi, ma io credo che per noi la più importante sia quella di garantire un reddito certo ai
di molti fatti che sinceramente e colpevolmente ignoravo sulla genesi del Ventennio. Con l’età sto sempre di più apprezzando la saggistica a scapito della narrativa. Cucina tradizionale o innovativa? Entrambe, basta che siano di qualità e non eccessivamente pasticciate. Ovviamente, cucina italiana con prodotti del territorio. Il nostro Paese è talmente ricco in questo comparto che davvero c’è solo l’imbarazzo della scelta. Non amo molto le sperimentazioni estreme e uso di pseudo-chimica nelle preparazioni, anche se la maggiore cura nella presentazione della cucina più innovativa mi attira sempre. Altro punto fermo è invece l’approccio all’estero, visto che non mangio mai “italiano” quando sono fuori e mi lancio in assaggi delle cucine locali, talvolta con qualche risultato non eccessivamente apprezzabile. Il piatto preferito? Quando trovo un pesce veramente fresco e in cui si sente il sapore del mare non mi manca altro. Poi sono abbastanza onnivoro e apprezzo un po’ tutto, dagli antipasti ai dessert. Il formaggio più buono? Trovo veramente complicato definire una scala di valori nella nostra produzione casearia, avendo la
nostri allevatori, permettendo loro di continuare l’attività anche in momenti di crisi come questo. Poi svolgiamo tante attività di informazione sull’alimentazione, oltre a quelle più abituali di contribuire ad eventi con la nostra presenza. Tradizione e innovazione: apparentemente un ossimoro, sono due aspetti presenti in maniera caratterizzante nelle aziende del nostro settore. È possibile conciliarli? Più che un ossimoro “tradizione e innovazione” rappresentano l’unica via di sopravvivenza per le aziende del nostro settore, anche in comparti maturi come il
consapevolezza che qualsiasi classificazione sarebbe arbitraria e sbagliata. Ci sono talmente tanti grandi formaggi che da soli valgono un pasto, soprattutto se abbinati ai nostri ottimi vini e a qualche affettato, ma, anche per la mia origine, mozzarella di bufala e fiordilatte (quello buono fatto dal latte locale) restano nel mio cuore. Nel suo frigo cosa non manca mai? La composizione degli alimenti in frigo sta subendo variazioni sempre più decise e repentine con la presenza di cibi di cui fino a poco tempo fa neanche immaginavamo l’esistenza, come quelli salutistici e nutraceutici. Oggi ci avviciniamo molto a un marketing alimentare che io definisco del senza. Cibi senza lattosio, senza glutine, senza zucchero stanno invadendo la nostra tavola per maggiore consapevolezza ma anche sull’onda del marketing: il mio frigo conferma questa tendenza. Tornando ai cibi tradizionali, e sempre per avere una scorta d’emergenza, frutta, verdura (rigorosamente pronta all’uso), qualche formaggio e qualche salume, ma questo è meglio non dirlo a mia moglie.
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PROTAGONISTI latte fresco. Le nuove tendenze alimentari più salutistiche e più alla ricerca di valori connessi al prodotto rendono imprescindibile l’attenzione alla narrazione aziendale, attraverso, laddove è possibile, un bilanciamento su fattori legati alla tradizione (storia) e quelli legati all’innovazione (dinamici). Qualità e sicurezza hanno contraddistinto negli anni la vostra attività. Quali sono i maggiori successi che l’azienda ha ottenuto? Qualità e sicurezza sono da sempre il nostro mantra aziendale e il successo si legge nei numeri e nel tempo passato da quando la Centrale ha iniziato la sua attività. Questo sforzo viene ripagato quotidianamente dai nostri clienti che, all’atto dell’acquisto di prodotti a marchio “Centrale del Latte di Salerno”, sanno di potersi fidare.
UNA RACCOLTA PUNTI PER CELEBRARE I 90 ANNI Centrale del Latte Salerno celebra quest’importante ricorrenza anche attraverso l’uscita presso le abituali rivendite della Centrale della nuova raccolta punti 2018/2019 “90 anni di regali”, partita lo scorso 3 ottobre. Un’azienda figlia di questo territorio che negli anni è riuscita a innovarsi e a crescere senza tradire mai la fiducia dei suoi consumatori, grazie ai valori che l’hanno sempre contraddistinta, ovvero qualità e sicurezza. Novant'anni anni di esperienze, di successi e di condivisioni, volti al miglioramento continuo e per cui si è sempre affiancata ad altre eccellenze del territorio con l’interesse di promuoverlo e valorizzarlo. Anche per questo il catalogo riconferma o rinnova la partnership con importanti imprese locali, come Legea, Caffè Motta, Pomodori Nobile, Pastificio Pezzullo e Molini Pizzuti, oltre alla consolidata collaborazione con Legambiente Campania.
Qual è il suo pensiero, da manager di una Spa, sulle privatizzazioni che interessano il settore lattierocaseario e in particolare le Centrali del Latte? Per quanto riguarda il discorso privatizzazioni, credo che ormai sia una faccenda che riguardi il passato e abbia
Il film che ha amato di più? Se dovessi giudicare dal numero di volte in cui l’ho visto, direi, a parte l’infinita produzione del Principe Totò, “Il Cacciatore” di Michael Cimino con straordinari attori, ma ritengo assoluti capolavori per la loro costruzione narrativa sia “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore sia “Mediterraneo” di Salvatores per diverse ragioni; ma anche qui fare classifiche è solo un giochino mentale, perché si fa torto a migliaia di altre pellicole che meriterebbero di essere citate. E il libro? Purtroppo l’età condiziona sempre i gusti e le preferenze e anche per i libri vale questa regola. Ho amato
perso un po' di appeal. A mio avviso non è importante la natura della governance aziendale, quanto lo spirito e i valori sottostanti l’attività aziendale. D’altra parte anche l’oscillazione giuridica fra obbligo e facoltà da parte degli enti pubblici di detenere partecipazioni azionarie nel comparto non ha certamente fatto chiarezza sull’argomento. Comunque, ribadisco: non è un problema di forma, bensì di sostanza, come in ogni attività economica.
le grandi saghe di Wilbur Smith, di Tolkien, di Tahar Ben Jelloun, anche se adesso mi fido molto di quello che mi propone mio figlio che mi propina un mix di saggistica e di libri di argomento economico. Mi piacciono un po’ tutti i generi, dal saggio storico ai gialli, ai thriller politicogiudiziari. In sintesi, ritengo che il tempo della lettura sia quello che ci aiuta a mantenerci vivi, alimentando, così come il cibo fa per il corpo, la nostra mente. Purtroppo, mi accorgo che siamo sempre più per un’informazione usa e getta, priva in molti casi di approfondimenti, e anche il mancato consumo di libri e giornali è un grave handicap per il nostro Paese.
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una terra, una famiglia, una forma
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ECONOMIA
CONSUNTIVI 2018 E PROSPETTIVE 2019:
RALLENTA LA CRESCITA E AUMENTA L’INCERTEZZA ANCHE IL LATTIEROCASEARIO RISENTE DELL'ECONOMIA IN AFFANNO: FRENA L'EXPORT E CALANO I PREZZI di Gigi Pelliccia
I
l 2018 dell’industria alimentare chiude con un quadro ancora moderatamente espansivo. Il problema è in quell'"ancora". È noto, infatti, che la congiuntura del Paese è in fase di progressivo appannamento e che in queste fasi è difficile smarcarsi. Guardiamo i numeri. La produzione alimentare ha perso velocità. Ha segnato un +1% sui nove mesi, dopo il +1,2% di gennaio-agosto, il +1,5% di gennaio-luglio e, soprattutto, dopo il +1,7% del consuntivo 2017. Anche il passo produttivo del totale industria ha rallentato. Ma esso è rimasto comunque più marcato dell’alimentare. Dopo aver chiuso il 2017 con un +3%, nei primi nove mesi del 2018 ha raggiunto il +1,7%.
In questo contesto in via di progressiva decelerazione, il comparto lattiero-caseario è riuscito a fare la cosa più difficile. E cioè proprio a smarcarsi. Infatti, nei primi nove mesi dell'anno la voce “industria lattierocasearia, trattamento igienico, conservazione del latte” (come viene censita dall’Istat), ha registrato una crescita della produzione pari al 2,9%. Il passo, per la verità, è in leggero rientro rispetto alle variazioni oltre il +3% segnate nei progressivi immediatamente precedenti, ma rimane comunque largamente superiore al citato +1% del “food and beverage” complessivo e al +1,5% con cui lo stesso lattiero-caseario aveva chiuso il 2017. Tutto lascia presagire
che questa forbice rimarrà sostanzialmente inalterata fino al consuntivo di fine anno. L’export del food and beverage ha segnato un +4,5% nel confronto progressivo su gennaio-luglio 2018/17, dopo il +6,3% raggiunto a consuntivo 2017. Su questo fronte, il lattiero-caseario è stato un po’ meno brillante e si è fermato, in parallelo, sul +4%. Va aggiunto che le anticipazioni Istat dei mesi successivi non annunciano niente di buono. A settembre l’export alimentare nel suo complesso è sceso del 4,3% sul settembre 2017. Per cui, il confronto progressivo sui nove mesi 2018/17 del settore si abbassa ulteriormente al +2,5%. È probabile che anche il lattiero-caseario abbia risentito
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ECONOMIA di questa perdita di velocità, e questo dispiace, anche perché nel 2017 l’export di settore aveva registrato un brillante +10,3%. Nei primi sette mesi 2018 comunque, su una quota export di comparto pari a un miliardo e 782 milioni di euro, le principali destinazioni sono
Infine, un accenno alle prospettive 2019. Raramente si è assistito a una “fluidità” come quella attuale. Pronubi, in questo senso, l’affiorante rallentamento dell’economia europea, le incertezze legate alle guerre daziarie e alla Brexit, l’annoso e inaccettabile
L'ANDAMENTO DELL'ECONOMIA ITALIANA TOTALE INDUSTRIA
ALIMENTARE
a concretarsi solo sul mediolungo periodo: un esito inadatto a un Paese cronicamente appesantito da sviluppo attardato e debito eccessivo. Né le apprezzabili promesse di riforme radicali, dalla burocrazia alla legge degli appalti, consentono di accorciare
(VAR. PRIMI MESI 2018)
LATTIERO-CASEARIO
4,3
4,5 4,0
2,9 1,7
1,7 1,0
-0,1 -1,3 PRODUZIONE
state: Francia (344 milioni), Germania (290 milioni), Usa e Regno Unito affiancati con 151 milioni. Su un altro versante, quello delle vendite alimentari interne, il 2018 ha continuato a faticare. Le ultime rilevazioni Istat indicano, sui nove mesi, un +0,7% in valore e un -0,7% in volume. Va notato che i discount alimentari hanno segnato in parallelo un +4,5% in valore. È una forbice che la dice lunga sul fatto che il prezzo rimane la stella polare per le decisioni di acquisto della grande maggioranza delle famiglie. Ed è una conferma del clima di prudenza e sfiducia sulla situazione economica che aleggia fra i consumatori.
EXPORT
PREZZI
embargo russo, la situazione politica tutta nuova in Italia. Del resto, a metà anno era già chiaro che il meglio della ripresa congiunturale fosse già alle spalle, confinato al 2017. Né francamente si vedono lumi nella Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza) presentata a novembre, che portino a concrete speranze di nuova accelerazione della dinamica economica 2019. Le risorse dedicate al rilancio degli investimenti sono poche. E per di più puntano troppo sugli investimenti pubblici come volano di ripartenza. Il loro impatto, con una macchina tecnico-amministrativa assai poco performante destinato
queste tempistiche. In sostanza, con l’effetto di trascinamento negativo del 2018, lo 0,8% di crescita “aggiuntiva” del Pil, ipotizzato dalla nota, è un atto di fede. Come dire che, pur con la speranza di essere contraddetti, è davvero ardua la risalita della curva del Pil, dagli ultimi tendenziali dello 0,8-0,9% di fine 2018, fino a una quota attorno al +1,5%, come registrato nel 2017. Per cui è difficile che produzione e mercato interno facciano meglio. Ancora una volta toccherà all’export ricoprire il ruolo di volano e rappresentare, più che mai, l’unico spazio espansivo a disposizione delle imprese.
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ECONOMIA
LA RISCOSSA DEL DISCOUNT
PIÙ PRODOTTI, PIÙ GRANDI MARCHE, PIÙ PROMOZIONI E PREZZI CHE CRESCONO PIÙ CHE NELLA GDO. E SOPRATTUTTO PIÙ FORMAGGI. COSÌ CRESCE IL DISCOUNT IN ITALIA di Samuele Ferrigato
C'
era una volta il grande magazzino di periferia, con corsie fatte di bancali impilati, sopra i quali si trovavano merci di marche sconosciute, dal packaging minimale e poco accattivante, esposte dentro scatoloni e vendute a prezzi stracciati. La scelta era ridotta all’osso: pochi prodotti confezionati, come pasta, olio, detersivi e bevande. Scarsi i servizi: orari ridotti e pagamenti solo in contanti. Oggi, invece, i discount sembrano non puntare più esclusivamente sulla convenienza e i numeri premiano questo formato. A certificarlo è un’indagine condotta da Iri sull’andamento dei canali del largo consumo confezionato nel periodo che va da gennaio a luglio 2018. E tra le dieci macro categorie che nel periodo preso in esame hanno aumentato di più i ricavi nel discount, al secondo posto troviamo i formaggi. RINASCITA DOPO LA CRISI Dopo un periodo di espansione delle vendite conclusosi nel 2013, la spesa per prodotti confezionati di largo consumo nel discount si è evoluta a tassi complessivamente modesti, quasi interamente spiegati dalla dinamica inflazionistica e di crescita del numero di negozi. Nel periodo successivo (fra il 2014 e il 2017) la spesa dei consumatori ha premiato
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ECONOMIA di quota di mercato sui prodotti confezionati di largo consumo alla distribuzione moderna.
il resto della Gdo (costituito dall’insieme di ipermercati, supermercati, libero servizio e drugstore) evolvendosi, in media annua, con un passo sensibilmente più sostenuto rispetto al discount (+1,4% contro +0,3 per cento). Nel 2018 si registra invece una nuova discontinuità, caratterizzata dall’accelerazione della spesa in questo canale in contrapposizione all’improvviso arresto della crescita nel resto della Gdo, con il discount che mette a segno un +3,8% e il resto della Gdo che arretra dello 0,5 per cento. La fase congiunturale disegna perciò una parziale migrazione della
TIRANO LE GRANDI MARCHE Analizzando nel dettaglio questo fenomeno, il fatto maggiormente degno di nota è che il rilancio della domanda di largo consumo confezionato nel discount si appoggia sulle vendite dei marchi industriali. Le marche industriali, e in particolare le grandi marche, cercano infatti nuovo spazio di crescita nel discount dopo anni di sofferenza all’interno di iper e supermercati. Il fenomeno è ancora di modesta entità, ma contribuisce ad alleggerire la
GDO: IL TREND DRUGSTORE IPER, SUPER LSP DISCOUNT
12,5%
12,8%
83,4%
82,9%
4,0%
4,3%
AT 7/2017
AT 7/2018
Fonte: Iri. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Casa-Toilette, Discount. Totale Largo Consumo Confezionato. Quote di mercato a valore
LARGO CONSUMO CONFEZIONATO: ANDAMENTO VENDITE A VALORE 12,8
DISCOUNT
4,5
6,0 1,5
1,6
3,1 0,4 0,4
2011
RESTO GDO
2012
2013
0,7
2014
1,1 0,7
0,7
2,7
3,8
0,5
1,1 2015
2016
2017
GEN-LUG 2018
Fonte: Iri. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Casa-Toilette. Discount. Totale Largo Consumo Confezionato. Vendite a valore. Variazioni percentuali rispetto all’anno precedente.
domanda verso il discount. Nell’ultimo anno si è aperta una forbice fra le vendite nel discount e il resto della distribuzione moderna alimentare. Dopo quasi un quadriennio di stagnazione il discount ha ripreso vigore, in controtendenza rispetto a ipermercati, supermercati e libero servizio. Invece il drugstore resta ancora un formato di punta, con domanda in espansione nelle categorie di competenza (cura casa e persona). La distribuzione moderna è quindi stretta in una tenaglia fra discount e drugstore, che hanno rosicchiato mezzo punto
DISCOUNT: IL TREND DEI RICAVI DEL LARGO CONSUMO CONFEZIONATO 11,9 7,5 3,1 -0,1 TOTALE LCC
MARCHE DEL DISTRIBUTORE
MARCHE INDUSTRIALI
DI CUI: GRANDI MARCHE (*)
Fonte: Iri. Discount. Totale Largo Consumo Confezionato. Vendite in valore, variazioni % anno terminante luglio 2018 vs anno precedente (*) Grandi Marche = Primi 25 Gruppi Industriali per vendite a valore
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Castelli Pagina Mondo del latte.pdf
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ECONOMIA DISCOUNT: LE 10 MACRO-CATEGORIE PER CRESCITA DEI RICAVI (IN MIO DI EURO) € 29,9
FRUTTA PI* FORMAGGI
€ 24,7
SURGELATI
€ 24,3 € 21,1
VERDURA PI*
€ 15,1
SALUMI
€ 13,7
ACQUA VINO
€ 12,8 € 11,1
CONDIMENTI FRESCHI
€ 10,5
BIRRE PREPARATI BEVANDE CALDE
€ 10,3 * Peso imposto
Fonte: Iri. Discount. Macrocategorie Lcc. Crescita delle vendite in valore. Anno terminante luglio 2018 vs anno precedente
fase di stagnazione delle loro vendite all’interno dei canali moderni. L’aumento dell’incidenza delle grandi marche nel discount spiega in parte la maggior
dinamica dei prezzi medi che si registra in questo canale rispetto al resto della Gdo (+1,7% nel progressivo gennaioluglio 2018 rispetto al +1% di iper e supermercati). La quota
GDO: L'ANDAMENTO DEL NUMERO MEDIO DI REFERENZE PER TIPO DI NEGOZIO DISCOUNT
TOTALE ITALIA IPER+SUPER+LSP (DA 100 A 399 MQ)
CASA TOILETTE
7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0
LUG- AGO- SET17 17 17
0TT- NOV- DIC- GEN- FEBB- MAR- APR- MAG- GIU- LUG17 17 17 18 18 18 18 18 18 18
Fonte: Iri. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Casa-Toilette. Totale Largo Consumo Confezionato. Numero medio di referenze per pdv. Variazioni % tendenziali.
di vendite delle grandi marche che transita nel discount sale nell’ultimo anno dal 3,1 al 3,5 per cento. Questo processo, anche se di entità contenuta, è un segnale di trading-up anche nel canale di basso prezzo. A conferma del crescente interesse nei confronti del canale, è opportuno evidenziare che è evidente un uso più ampio delle leve di comunicazione promozionale nel discount. Il volantino promozionale, ad esempio, è uno strumento sempre più importante in questo formato distributivo. L’ASSORTIMENTO CRESCE Indagando poi quella che è l’offerta, notiamo che dai primi mesi del 2018 si registra una crescita accelerata dell’assortimento nei discount, mentre rallenta lo sviluppo del numero di referenze in iper, super e libero servizio (media ponderata dei punti di vendita). Per quanto concerne infine la tipologia dei prodotti, si nota che nel discount cresce la spesa soprattutto per prodotti freschi e bevande. (I mercati riportati nel grafico in alto di questa pagina partecipano per il 68% allo sviluppo del giro d’affari del largo consumo confezionato del canale). Il discount guadagna quote di mercato al resto della Gdo prevalentemente nelle macro categorie dei freschi, ma anche in alcune bevande e surgelati. Da rimarcare il guadagno di quota nella gastronomia vegetale sostitutiva delle proteine animali, dove il discount raggiunge il 13,7% del mercato con una crescita del fatturato di circa tre milioni di euro in un anno. Questo risultato è stato ottenuto con un aumento del 19% delle referenze a scaffale. Infine, la crescita di quota nelle confezioni regalo è correlata al forte ampliamento della profondità a scaffale (circa +200 per cento).
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ECONOMIA
AI MILLENIAL EUROPEI PIACCIONO LE GRANDI MARCHE BRAND PERCEPITI COME PIÙ INNOVATIVI E CONVENIENTI. GRANDE ATTENZIONE AGLI ALIMENTI FRESCHI. I GIOVANI SI INFORMANO IN RETE SULLE CARATTERISTICHE DEL CIBO E ODIANO LE CONFEZIONI DI PLASTICA di Samuele Ferrigato
C
ercano informazioni sui prodotti da acquistare in rete (YouTube, blog, social network). Rispetto ai consumatori di altre fasce d’età sono meno preoccupati per l’origine degli alimenti e per la loro impronta ambientale, anche se non sopportano le confezioni di plastica. Ma, soprattutto, sono
attratti dalle grandi marche. È quest’ultima la più grande novità che emerge dalla Shopper Survey 2018 di Iri, un’indagine che ha coinvolto 3.334 intervistati di sette Paesi europei: Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Olanda e Grecia, di cui 507 italiani. Cinque le
categorie di alimenti su cui si è basato il sondaggio: alimenti confezionati, cibi freschi, surgelati, bevande e prodotti per la cura della persona. Le risposte degli acquirenti sono state suddivise in tre fasce di età: giovani millennial (18-24 anni), millennial più anziani (25-34 anni) e generazione X
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21-11 Eco
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(oltre 35 anni). Mentre negli Stati Uniti i giovani d’età compresa tra 18 e 34 anni preferiscono acquistare prodotti confezionati da startup e snobbano i big player del largo consumo, in Europa avviene il contrario. Il motivo? I millenial europei si attendono
fortemente con pratiche di acquisto etiche e hanno una chiara preferenza per i prodotti locali: la qualità e il gusto sono fattori chiave che guidano le scelte a scaffale o nei reparti. In tutto il Nord Europa, ad esempio, c’è una sorta di italianizzazione dei consumi:
prese in considerazione dal sondaggio Iri, mentre gli alimenti confezionati di marche locali (14%), sono quelli che strappano il “future” migliore per gli acquisti di referenze del territorio. In tutte le fasce d'età, le prime tre aspettative future degli
QUALI SONO LE RAGIONI PRINCIPALI PER CUI ACQUISTI PRODOTTI DI MARCHE LOCALI? (ITALIA) SUPPORTARE I PICCOLI PRODUTTORI MIGLIOR QUALITÀ MIGLIOR GUSTO SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE MIGLIOR RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO SCOPRIRE SENSAZIONI NATURALI SONO PIÙ SALUTARI CI SONO PIÙ PRODOTTI BIO TORNARE AL PASSATO QUANDO I CIBI ERANO PRODOTTI SUL TERRITORIO SCOPRIRE PRODOTTI CHE NON SONO DISPONIBILI NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE
39% 48%
46% 55%
51% 52%
48%
51%
48%
33% 28% 19% 20% 15% 11% 7%
33% 22% 22% 18% 17% 24% 13%
18-24 ANNI dalle grandi marche più innovazione e prezzi migliori. Iri cita come esempio Starbucks: grande marchio americano, da poco atterrato nella patria dell’espresso, che ha riscosso il gradimento dei millenial grazie al tipo di esperienza che offre e nonostante i prezzi premium. ETICO E LOCALE Più di sette consumatori europei su dieci si identificano
aumenta la richiesta di prodotti freschi e genuini, in linea con la dieta mediterranea. Più in generale gli acquirenti del Vecchio continente hanno mostrato un legame molto più forte con gli alimenti freschi prodotti in loco, con il 29% che preferisce i cibi locali di marchi nazionali. Questo rappresenta la preferenza più alta in tutte e cinque le categorie di prodotti alimentari
25-34 ANNI
37% 32% 34% 21% 15% 19% 13% OVER 35
acquirenti, per superstore, minimarket e discount, mostrano un chiaro consenso sulla consegna di prodotti con meno imballaggi in plastica (43%), più marchi locali in negozio (43%) e prodotti di qualità più elevata (38 per cento). L’ORACOLO IN RETE Focalizzando l’attenzione sui millennial europei, l’indagine
UN PRODOTTO DI QUALITÀ È PIÙ ASSOCIATO A GRANDI MARCHI O A MARCHI LOCALI? (ITALIANI VS RESTO D’EUROPA)
A MARCHI LOCALI
A GRANDI MARCHI
25% 37% 38%
64% 11% 25%
A ENTRAMBI 23%
18%
15%
39%
47%
50%
38%
35%
35%
TOTALE UE
TOTALE UE
TOTALE UE
TOTALE UE
TOTALE UE
CIBI CONFEZIONATI
CIBI FRESCHI
BEVANDE
SURGELATI
CURA PERSONA
26%
57%
23%
21%
17%
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ECONOMIA IN FUTURO PENSO DI SPENDERE DI PIÙ RISPETTO A OGGI PER PRODOTTI DI MARCHI LOCALI (ITALIANI VS RESTO D’EUROPA)
45%
33%
22%
18%
25%
TOTALE UE
TOTALE UE
TOTALE UE
TOTALE UE
TOTALE UE
CIBI CONFEZIONATI
CIBI FRESCHI
BEVANDE
SURGELATI
CURA PERSONA
35%
45%
19%
24%
25%
I BENEFICI DELL'ONLINE RISPETTO ALL'ACQUISTO TRADIZIONALE (TOTALE EUROPA) RISPARMIARE TEMPO LIBERTÀ D'ACQUISTO (DOVE/QUANDO) MAGGIORE ASSORTIMENTO DI PRODOTTI MIGLIOR RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO RECAPITO A DOMICILIO EVITARE LA CODA ALLE CASSE ESCLUSIVA DI ALCUNI PRODOTTI MIGLIORE QUALITÀ DISPONIBILITÀ DI MARCHI LOCALI CLICK&COLLECT
12% 39%
36% 36%
49% 45%
37%
33%
41%
35% 30%
43% 45%
33% 30% 26% 26% 19% 18% 15% 18-24 ANNI
Iri offre diversi elementi che possono essere utili alle industrie dell'alimentare: quasi due giovani su tre (61%) usano internet per informarsi sui nuovi prodotti appena usciti sul mercato (tra gli over 35 la percentuale scende al 45%) e più di uno su due (55%) si serve dello smartphone per le ricerche sui prodotti da acquistare. In media, poi, i millennial comprano online quasi tre prodotti su dieci (gli over 35 poco meno di due su dieci) e uno su quattro prima di spendere preferisce consultare social, blog, forum o recensioni online (tra gli over 35 lo fa solo il 15 per cento). Le percentuali sono leggermente diverse se si prendono in considerazione solo i millenial italiani: la percentuale di chi “interroga” il web per cercare informazioni
è di molto inferiore (44% contro 61%) alla media europea. Tra chi lo fa, si serve dello smartphone solo il 51% dei giovani italiani, contro il 55% degli europei. E sempre tra chi naviga in Internet, è leggermente superiore la preferenza dei nostri connazionali verso blog, YouTube e altri social (24% contro 23%), rispetto al resto dei giovani europei. IL WEB RENDE LIBERI Ma, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, non è il prezzo la leva principale che muove gli shopper verso la rete, sia per i millenial che per i più maturi. Il web è preferito perché fa risparmiare tempo, per la flessibilità e per la vastità di assortimento. Online i consumatori si sentono più liberi di acquistare quando,
29% 28% 22% 29% 24% 25-34 ANNI
30% 28% 15% 22% 17% OVER 35
dove e come preferiscono. Stando ai numeri della survey tra i millennial, il 42% degli intervistati preferisce l’acquisto online per il risparmio di tempo, mentre tra gli over 35 la percentuale è ancora più alta (49%). Sempre tra i millennial, il 39% preferisce il web perché può acquistare in qualsiasi momento e dovunque si trovi (45% tra gli over 35), mentre il 37% apprezza l’assortimento e quindi una possibilità di scelta più ampia (tra i più anziani si sale al 41 %). Anche le percentuali sulle consegne a domicilio danno indicazioni chiare: tra i consumatori di età inferiore a 35 anni, solo uno su tre cita tra i vantaggi dell’e-commerce il recapito a casa, mentre nel gruppo degli over 35 la quota sale al 45%, due punti sopra la variabile prezzo e a pari con la libertà di acquisto.
50 IL MONDO DEL LATTE
21-11 nEconomia Iri e 18.indd infografica IMDL 12 dicembre 50MSLF.indd 50
22/11/18 08:16 17:58 23/11/18
MERCATI
CINA, UN GIGANTE SEMPRE PIÙ RAFFINATO NEL PIÙ GRANDE MERCATO MONDIALE CRESCE LA DOMANDA DI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI DI QUALITÀ. PER L’EXPORT IMPORTANTE L’INTERMEDIARIO di Gianluca Pierangelini
I
l mercato cinese dei prodotti agroalimentari sta dimostrando negli ultimi anni uno straordinario dinamismo grazie alla crescita del reddito pro capite e alla diversificazione dei consumi alimentari, trainati da consumatori con abitudini sempre più internazionali. Salubrità, qualità, sostenibilità e tradizione sono le parole chiave per accedere alla “Terra di Mezzo”: caratteristiche che connotano i nostri formaggi e che rappresentano la chiave di volta per costruire un’offerta di interesse rivolta a un Paese che è il primo mercato al mondo per acquisti internazionali di prodotti lattiero-caseari. I numeri del nostro settore
sono incoraggianti e mostrano ampi margini di miglioramento: lo scorso anno abbiamo esportato 3.400 tonnellate di formaggio per un controvalore di 16 milioni di euro. La crescita rispetto al 2016 è stata del 27,5% in volume e del 27,7% in valore. Siamo il secondo fornitore europeo di prodotti caseari alla Cina e il quinto a livello mondiale. Nonostante i dati parziali del 2018 non siano così entusiasmanti, il mercato cinese rimane sicuramente un obiettivo importante per il nostro export, soprattutto per il latte alimentare e i formaggi freschi. Tra i prodotti più richiesti della dieta mediterranea, da parte dei consumatori cinesi, ci sono
proprio i formaggi e questo rende ancora più evidenti le opportunità commerciali offerte dal Paese asiatico. La Cina, poi, mostra particolare interesse nei confronti dei prodotti biologici, un mercato che continua a registrare una crescita costante, soprattutto per quanto riguarda i formaggi, come ha dimostrato una ricerca condotta dalla International Trade Agency (Itc). Inoltre, i consumatori cinesi sono particolarmente sensibili rispetto ai passati scandali nella produzione alimentare locale, che hanno orientato la scelta di consumo ai prodotti di maggiore qualità, specialmente di importazione straniera. L’ufficio Ice di Pechino ha da
BERTOZZI
GENNARO AURICCHIO
GLI ESPORTATORI
AMBROSI
SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta. Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it
SPA
Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com
AGRIFORM
SCA
Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio. Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
52 IL MONDO DEL LATTE
21-11 nmercati export 18.indd MSLF.indd IMDL 12 dicembre 52 52
21/11/18 08:16 16:13 23/11/18
IGOR: DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
igorgorgonzola.com
MERCATI
04069061
040620
04064050
04069075
19.049 3.522 7.711 3.192 4.563 2.000 1.438 1.397 2.795 1.303 446 407 271 351 48.445 41 113 64 35 311 773 183 42 532 119 50.658 205 469 51.332 472 51.804
13.462 4.902 4.125 2.168 2.684 1.874 932 364 860 660 229 273 222 215 32.970 19 34 11 184 383 1.853 889 461 336 364 37.504 252 972 38.728 207 38.935
5.522 9.631 4.129 2.549 1.476 1.530 1.944 1.050 200 2.035 215 1.259 149 298 31.987 75 42 24 20 124 745 415 123 171 114 33.840 97 386 34.323 164 34.487
6.666 6.825 2.550 1.375 1.293 630 947 228 116 336 86 320 59 139 21.570 21 14 5 10 88 164 370 90 188 82 22.602 92 358 23.052 144 23.196
2.675 3.202 605 651 416 303 601 389 226 216 21 55 23 15 9.398 8 11 3 22 12 373 156 43 35 66 10.127 21 156 10.304 40 10.344
86 61 18 25 21 24 5 5 7 5 3 2
PAESI
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28
3 265 3 3 1 8 7 10 1 16 3 317 2 5 324 7 331
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089
553 395 368 217 162 70 112 62 44 98 5 11 9 43 2.149 1 3 3 11 163 26 21 3 200 19 2.599 7 36 2.642 41 2.683
040630
2.116 1.309 543 288 326 361 317 139 22 148 19 102 4 11 5.705 2 16 1 17 59 84 29 6 75 8 6.002 48 80 6.130 9 6.139
485 755 408 99 217 57 230 41 13 84 10 70 42 9 2.520 5 6 1 5 21 67 47 6 13 11 2.702 5 19 2.726 23 2.749
577 459 87 179 22 257 46 72 3 41 4 22 4 10 1.783 6 17 10
160 22 62 137 207 5 30
652 2.207 577 1.136 295 159 375 138 108 130 10 445 8 65 6.305 46 100 15 10 216 155 306 49 196 46 7.444 97 258 7.799 46 7.845
17 60 223 2 93 7 2.218 48 42 2.308 66 2.374
113 33 3 772 1 2 3 152 3 37 24 81 1 1.076 8 16 1.100 14 1.114
TOTALI
04069099
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
MOZZARELLA
(IN TONS)
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio - luglio 2018)
04069073 04069001
262 756 467 1.291 141 6 130 56 7 8 8 37 3 9 3.181 4 4 2 2 25 84 22 1 14 7 3.346 3 25 3.374 6 3.380
6 1 177 33 28 113
358
2 21 20 401 682 1.083 1.083
52.271 34.046 21.651 13.484 11.856 7.276 7.135 4.054 4.401 5.177 1.089 3.006 794 1.168 167.408 232 363 142 319 1.581 4.394 2.708 872 1.950 867 180.836 885 3.504 185.225 1.239 186.464
GLI ESPORTATORI
FORGRANA CORRADINI SPA
SAVIOLA SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Parmigiano Reggiano, Grana Padano Confezionamento sottovuoto Grattugiati di fresco e disidratati da 5 g ed oltre
Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla Reggio Emilia Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
BRAZZALE
SPA
54 IL MONDO DEL LATTE
21-11 nmercati export 18.indd MSLF.indd IMDL 12 dicembre 54 54
21/11/18 08:16 16:13 23/11/18
Burro De Paoli vi augura Buon Natale e un Felice 2019
MERCATI
41.579 38.935 2.344 90 210 73 1.188 72 1.116 59 4 4 51 4.538 1.632 1.540 17 106 113 1.130 293 229 64
37.595 34.487 2.474 139 495 279 10.022 2.358 7.664 686 163 233 290 3.117 1.238 93 38 73 71 1.604 1.156 1.129 27 19
24.807 23.196 1.338 13 260 17 262 87 175 24 1
11.010 10.344 609 32 25 14 282 54 228 22 10 1 11 421 289
59.792 7.988 292.318 41.659
47.730 8.795 191.326 45.247
52.874 18.387 518.597 177.293
25.982 2.786 217.314 20.993
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
55.827 51.804 3.586 27 410 54 493 16 477 327 1 5 321 2.842 1.146 76 41 70 48 1.461 249 204 45
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
FORMAGGI FUSI
040620
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
8.230 7.845 117 146 122 349 877 189 688 162 69 17 76 1.051 173 142 137 54 14 531 202 194 8
3.741 2.374 903 23 441 21 475 13 462 48 20 2 26 564 78 31
3.483 3.380 98 4 1 12 354 88 266 60 19 2 39 72 8
1.229 1.114 64 1 50 120 23 1 22 3
1.658 1.623
38 19 398 185 182 3
1 5 1 57 228 222 6
10.871 3.026 72.027 19.295
5.034 2.660 30.572 17.553
4.209 829 23.009 5.229
04064050
04069063
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
2.903 2.749 98 7 49 24 5.187 372 4.815 52 28 6 18 312 247 9 2 2 3 49 94 89 5 1 8.573 5.824 70.848 45.659
23 765 408 116 6 63 22 150 107 100 7
1 2 1 128 192 189 3 11.941 1.597 73.024 11.429
PROVOLONE
04069061
ALTRI FORMAGGI
04061050 04061080
PECORINO
GRATTUGIATI
CODICE DOGANALE
GORGONZOLA
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
04061030
MOZZARELLA
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ALTRI FORMAGGI DURI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio - luglio 2018)
3 96 12 7 3 2 72 0
1.471 357 5.560 1.451
1.732 10.932
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO
MARIO COSTA SPA F.LLI PINNA AZIENDA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
SRL
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
CASEARIA SPA
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
56 IL MONDO DEL LATTE
21-11 nmercati export 18.indd MSLF.indd IMDL 12 dicembre 56 56
21/11/18 08:16 16:13 23/11/18
21-11 me
1.658 1.623 30 3 2 28 24 24 8 7 1 13 3 1 1 8 1 1
1.732 109 10.932 807
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
1.900 1.888 4 6 2 1 34 12 22 12 11
571 485 83 1 2 15 74 23 51 5 2
1.116 964 149 3
1 45
3 28
1
1
1 529 488
11 104 24 1
10
1
34 7 3 4
26 13 10 3 7
7 6 28 12 11 1
5 1 73 24 9 15
1.999 111 14.040 737
713 228 5.186 2.156
1.695 731 9.447 4.313
3.193 566 23.932 4.229
2.779 2.627 134 12 6 8 267 4 263 11
18 19 19 1
1.081 1.019 58 1 3 2 212 4 208 5 2 1 2 10 9
1 25 25
558 331 225 2 3 250 27 223 11 4 2 5 22 9 5 2 6 87 87
303 216 75 11 1 6 221 3 218 2 1 1 15 1 1 4 9 8 8
2 1.335 316 9.032 2.227
933 602 5.977 3.683
555 339 3.936 2.281
1.103 1.083 20 51 51 175 175 28 20 3
5 0
201.473 186.464 12.389 519 2.101 990 20.315 3.323 16.992 1.673 335 281 1.057 14.572 5.785 2.025 244 444 304 5.770 2.883 2.692 191 29
1.357 241.989 55.525 274 3.809 1.580.886 1.387 407.628
poco diramato una “Guida per l’esportazione di prodotti agroalimentari in Cina”. Si tratta di un primo vademecum che mira a illustrare da un lato le opportunità crescenti in questo mercato e dall’altro fornisce le linee guida di base delle procedure per l’accesso di specifici prodotti. La normativa sanitaria cinese è molto rigida e risulta fondamentale il ruolo dell’importatore, la figura di riferimento che si occupa di predisporre la documentazione necessaria per l’esportazione (comprese le etichette), fornisce la licenza di importazione, cura lo sdoganamento, distribuisce il prodotto e in alcuni casi si occupa anche degli aspetti relativi al marketing e alla vendita del prodotto stesso. Insomma, se interloquire con l’importatore è fondamentale in qualsiasi mercato estero, lo è ancora di più in Cina, visto che tutte le operazioni di importexport devono essere effettuate tramite società dotate di licenza di commercio estero.
O
1/18 16:13
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
ZANETTI
Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
IL MONDO DEL LATTE 57
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MERCATI
IL LATTE ITALIANO
SI ALLINEA A QUELLO UE G
uardando ai dati forniti dalla Commissione europea, sembra emergere un dato tendenziale interessante: le differenze tra il prezzo del latte italiano e quello dei principali produttori europei vanno via via assottigliandosi. In regime di quote, quando la produzione di latte era contingentata e obbligatoriamente posizionata su livelli insufficienti a garantire la domanda industriale, il prezzo del latte italiano era sistematicamente (talvolta drammaticamente) superiore a quello dei competitor europei, con un delta che ha superato anche il 20 per cento. Con la fine delle quote la situazione sembra in evoluzione. Se nel 2015 la forchetta tra prezzo del latte in Italia e in Germania era di 5,1 centesimi, nel 2018 si è attestato in media su 1,5 centesimi. Lo stesso sembra succedere con i cugini francesi e i produttori danesi: la differenza con la Francia è infatti passata da 3,7 a 0,8 centesimi di
euro, quella con la Danimarca da 3,7 a 0,9 centesimi. Stando ai dati della Commissione, le differenze con l’Olanda sarebbero quasi azzerate, mentre restano abbastanza alte quelle con la media europea (3,5 centesimi), segno – forse – che alcuni Paesi stanno diventando molto competitivi. Visto che la crescita del settore è sempre più legata alla capacità di arrivare sui mercati oltreoceano, un riallineamento dei costi di produzione agricoli e industriali sarebbe quantomeno auspicabile e i dati che abbiamo brevemente commentato sembrano dire che si sta andando proprio in tale direzione e che la fine delle quote sta permettendo di raggiungere tre obiettivi strategicamente importanti: un progressivo aumento dell’offerta (+10% dal 2014), che va adeguandosi alla domanda; un netto taglio delle importazioni di latte in cisterna (-500mila tonnellate dal 2014); un riallineamento dei costi.
BURRO
700 650 600 550 500 450 400 350 300 250 200
settimane
Anche le ultime settimane confermano la progressiva diminuzione delle quotazioni del burro, che ormai si posiziona su livelli ben al di sotto dei 5 euro. Il latte scremato in polvere sembra in costante e lenta crescita: ha superato i livelli 2016, ma si mantiene sotto i valori dello scorso anno.
€/100 kg
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI
5
LATTE SCREMATO IN POLVERE
15
20
25
30
35
40
45
50
SIERO IN POLVERE
220
110 100
200
90
160
settimane
140 120 100 5
10
15
20
25
30
35
40
45
80 70 60 50 40 5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
settimane
180 €/100 kg
€/100 kg
10
50
58 IL MONDO DEL LATTE
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19-11 me
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IL PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI (EURO/100 kg)
BELGIO
DANIMARCA
IRLANDA
FRANCIA
ITALIA
OLANDA
GERMANIA
UE
2015
27,9
31,0
30,0
31,0
34,7
30,6
29,6
30,7
2016
26,8
28,7
28,1
30,1
32,0
28,4
27,4
28,5
2017
34,8
36,8
36,1
34,3
36,9
37,9
36,2
34,8
2018
31,8
34,6
34,1
34,7
35,5
35,8
34,0
32,0
Del resto la legge della domanda e dell’offerta è molto chiara: a parità di domanda, all’aumentare dell’offerta i prezzi diminuiscono. E intanto qualcuno comincia a chiedersi se sia meglio produrre di più a un prezzo inferiore o ridurre l’offerta per spuntare prezzi più
19-11 nmercati latte 1+mezza 59 IMDL 12 dicembre 18.indd MSLF.indd 59
elevati. Attenzione, però: in assenza di norme sovranazionali che prevedano deroghe alle regole generali, nessuno può imporre agli allevatori di produrre di meno per far lievitare i prezzi. Sarebbe un’intesa in contrasto con le norme antitrust.
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MERCATI
BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 12-15 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
19-1 corretto mercati18.indd borsa prezzi IMDL n 12 dicembre 60 MSLF.indd 60
2017 2018 SETTEMBRE SETTEMBRE MEDIA MEDIA
. VAR.
2018 OTTOBRE MEDIA
2017 OTTOBRE MEDIA
. VAR.
3,52 5,12 5,37 3,32 6,93 6,30 5,33 12,17 11,14 9,76 5,31 6,31 5,10 4,32 5,17 5,48 5,78
5,10 6,45 6,60 4,90 7,83 6,78 5,55 11,38 10,55 9,57 5,34 6,34 5,14 4,34 5,19 5,51 5,81
-30,98% -20,62 -18,64 -32,24 -11,49% -7,08% -3,96% 6,94% 5,59% 1,99% -0,56% -0,47% -0,78% -0,46% -0,39% -0,54% -0,52%
2,94 4,54 4,79 2,74 7,19 6,57 5,57 12,39 11,32 9,89 5,36 6,36 5,10 4,41 5,26 5,48 5,78
4,46 5,86 6,10 4,26 7,74 6,69 5,51 11,39 10,55 9,57 5,35 6,35 5,15 4,35 5,20 5,52 5,82
-34,08% -22,53% -21,48% -35,68% -7,11% -1,79% 1,09% 8,78% 7,30% 3,34% 0,19% 0,16% -0,97% 1,38% 1,15% -0,72% -0,69%
404
441,88
-8,57%
429,00
430,42
-0,33%
13 12,10 11,30 NQ
12 11,35 10,70 9,95
8,33% 6,61% 5,61% ---
13,125 12,225 11,425 NQ
12 11,35 10,70 9,95
9,38% 7,71% 6,78% ---
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
DO DEL
E T T A L IL MON
N. 12
E
DICEMBR
2018 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXII -
MENSILE
LATTE SFUSO IN CISTERNA
0401 1010 2011 2091
0401 1090 2019 2099
37 2
8 1
-AT/c AUT MP
LATTE IN CONFEZIONI
CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO
70% E POSTAL MENTO ONA E IN ABB SPEDIZION IANE SPA POSTE ITAL
PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15
ROMA
–
CODICE DOGANALE
/RM
GENNAIO - LUGLIO 2018 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ORGANO
99 374 526 3 13 6 11 5 1.076
25 14 2.324
1 1 4 11 1 2.390
2 4 14
2
2.179 1 86 1 519 4 3.886 1 93 3.980 13 3.993
73
26 1 2.492 3 2.495 3 2.498
35.143
254
2.537 27.937 2.167 99
113 22
39.136 24.919
2.752 906
UF
DI FICIALE
TTE ASSOLA
E DEL
COMITATO
L-IDF ITALIANO FI
ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL
L AT T E
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Il costo dell’abbonamento per l’anno 2018 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
62 IL MONDO DEL LATTE
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MERCATI
DOP, LOCOMOTIVA EXPORT
I
n un periodo che registra un certo rallentamento nella produzione Dop, concentriamoci sulle esportazioni. Partiamo da un numero importante: tra il 2010 e il 2018 l’export caseario complessivo è cresciuto del 56 per cento. Non per nulla abbiamo spesso
molto ampia ed eterogenea, che comprende anche le mozzarelle e che non si può analizzare nei dettagli. Impossibile, quindi, risalire all’andamento dei singoli prodotti abbracciati dal codice doganale. Grana Padano e Parmigiano Reggiano
e 61%), il che ha consentito di mantenere sostanzialmente invariata la loro incidenza percentuale, prossima al 2% del totale. La crescita dell’export del Pecorino è stata invece abbastanza limitata (+5%), con la conseguenza
EXPORT FORMAGGI ITALIANI: CONFRONTO TRA I PRIMI 7 MESI DEL 2018 E DEL 2010 GRATTUGIATI
ASIAGO FIORE SARDO MONTASIO PECORINO ROMANO CACIOCAVALLO
5%
9%
GRANA GORGONZOLA PROVOLONE PADANO PARMIGIANO 66% 61% REGGIANO TALEGGIO ALTRI
FRESCHI
116%
78%
FORMAGGI
56%
40%
24%
15%
evidenziato che per noi l’export è un volano prezioso, senza il quale il sistema lattiero-caseario italiano andrebbe molto male, considerato soprattutto il mercato interno, che da alcuni anni dà ben poche soddisfazioni. Ma quanto incidono i prodotti Dop nelle nostre vendite all’estero? E come stanno performando rispetto ai formaggi che non sono inseriti nell’albo delle Indicazioni geografiche? Mettendo a confronto il 2018 con il 2010 (i primi sette mesi), scopriamo che i migliori risultati sono stati messi a segno dai formaggi freschi, che rappresentavano il 39% dell’export caseario e hanno superato il 44% del totale. Più della metà della crescita assoluta delle nostre esportazioni è legata a questi prodotti, categoria
che questo formaggio rappresenta oggi una quota di export inferiore a quella del passato: nel 2010 era superiore al 5%, oggi è il 3,5 per cento. L’export di Pecorino Romano, però, ha un andamento del tutto particolare, con fluttuazioni importanti, legate alle quotazioni. Sostanzialmente stabili le quote degli altri formaggi Dop, che rappresentano comunque una modesta percentuale dei volumi caseari che lasciano il nostro Paese. Complessivamente, comunque, si può stimare che circa la metà dell’export caseario nazionale sia in qualche modo collegato ai formaggi Dop e si può affermare che la qualità italiana – marchiata Dop o meno – ha un valore importante sulle tavole di tutto il mondo.
in forme e in pezzi hanno messo a segno un aumento assoluto importante. Nel periodo considerato sono cresciuti del 41%: +15.200 tonnellate. La loro quota sul totale export, però, è diminuita, passando dal 24 al 21 per cento. Attenzione! Il dato è certamente falsato dal sistema di rilevazione. L’Istat e la Commissione europea, infatti, non hanno mai accettato di inserire nel codice doganale di queste due Dop il formaggio grattugiato. E basta guardare ai numeri messi a segno dai grattugiati (+116% negli ultimi 8 anni), per capire che i risultati reali sono ben diversi da quanto racconta la voce doganale. Buoni i risultati di Provolone e Gorgonzola, cresciuti a tassi superiori alla media (rispettivamente 66%
EXPORT: L’INCIDENZA DEI SINGOLI FORMAGGI NEL 2018 E NEL 2010 2018
2010 0%
10%
20%
FRESCHI GRANA PADANO, PARMIGIANO REGGIANO ALTRI
30%
40%
50%
GRATTUGIATI GORGONZOLA FIORE SARDO, PECORINO ROMANO
60%
70%
80%
90%
100%
PROVOLONE TALEGGIO ASIAGO, MONTASIO, CACIOCAVALLO
64 IL MONDO DEL LATTE
19-11 nmercati dop MSLF.indd 64 IMDL 12 dicembre 18.indd 64
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IGIENE & SICUREZZA
CANADA TRA CETA E NORME SANITARIE ASSOLATTE HA ORGANIZZATO UN SEMINARIO PER ILLUSTRARE TUTTE LE NOVITÀ UTILI ALLE AZIENDE CHE ESPORTANO di Ettore Soria e Gianluca Pierangelini
I
l Canada è un Paese importante per le nostre esportazioni lattiero-casearie e sta affrontando un momento fondamentale per i suoi rapporti commerciali: da un lato l’accordo Ceta siglato dall’Ue e dall’altro la nuova normativa sanitaria. Per affrontare questi due aspetti in maniera organica, Assolatte ha organizzato un seminario in cui sono intervenuti importanti relatori che hanno fornito al folto pubblico una serie di indicazioni operative per l’esportazione. Dopo l’apertura dei lavori da parte della nostra associazione, è intervenuto Paolo Quattrocchi, presidente
del Centro Studi Italia Canada e partner di Nctm studio legale, che ha offerto una panoramica generale sull’accordo Ceta, sottolineando quanto l’intesa commerciale, entrata in vigore in via provvisoria il 21
settembre 2017, offra nuove opportunità commerciali alle imprese europee. Opportunità che sono state colte con grande tempestività dalle imprese lattierocasearie italiane che hanno aumentato notevolmente
LE ESPORTAZIONI DI FORMAGGI ITALIANI IN CANADA VOLUME (KG) GEN-AGO VAR. 2018 2018/17
VALORE (€) GEN-AGO VAR. 2018 2018/17
FORMAGGI
3.778.192
+19,8%
36.743.554
+14,4%
MOZZARELLA
17.925
+99,2%
137.243
+84,8%
GRATTUGIATI
94.007
+42,7%
785.797
+37,1%
GORGONZOLA
63.380
+96,6%
511.259
+99,0%
GRANA PADANO E PARMIGIANO REGGIANO
2.686.752
+8,5%
28.103.735
+4,5%
FIORE SARDO E PECORINO
395.849
+44,6%
3.255.162
+65,6%
PROVOLONE
102.703
+92,7%
702.352
+83,5%
ALTRI FORMAGGI
417.576
+72,0%
3.248.006
+64,0%
Fonte: elaborazione Assolatte su dati Istat
IL MONDO DEL LATTE 67
21-11 nig&sic Canada18.indd MSLF.indd IMDL 12 dicembre 67 67
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IGIENE & SICUREZZA le loro esportazioni in Canada. Quattrocchi si è complimentato con il settore per aver intuito prima di tutti l’importanza dell’accordo e aver usufruito dei nuovi accessi preferenziali fin da subito, nonostante ci siano state disinformazione e poca formazione in merito. Il presidente di Csic ha ricordato che il Comprehensive Economic and Trade Agreement si inserisce all’interno di un accordo politico tra l’Unione europea e il Canada che deve rendere conto degli interessi geostrategici e politici delle parti, oltreché commerciali. Il Canada, poi, è diviso in dieci provincie e tre territori, ognuno dei quali ha regole amministrative differenti. Questo, ovviamente, ha condizionato i negoziati e ha reso ancor più difficile per i negoziatori europei raggiungere un compromesso che, tutto sommato, soddisfa l’Ue e l’Italia, ricordando che il Ceta è un ottimo punto di partenza. IL TEMA DELLE IG Il dibattito è entrato ancora più nello specifico con Bernard O’Connor, Equity Partner di Nctm Studio Legale, che ha affrontato il tema del riconoscimento delle Indicazioni geografiche europee da parte del Canada e ha spiegato nel dettaglio il funzionamento dei contingenti tariffari per l’importazione a dazio zero dei formaggi europei. Anche nell’intervento di O’Connor è stato fissato come punto di partenza la necessità di raggiungere un compromesso: per le Ig l’approccio è stato quello della “short list” – riconoscere e tutelare i termini utilizzati dai
prodotti più venduti in Canada al momento dell’accordo – senza pretendere un riconoscimento totale del sistema come accade per tutti gli altri aspetti della proprietà intellettuale. Questo perché il Canada non prevede un sistema di certificazione pari a quello comunitario e il riconoscimento delle Indicazioni geografiche doveva essere condizionato per tener conto anche delle esigenze del mercato locale. Con il Ceta sono state tutelate 143 Ig europee, 41 delle quali sono italiane. Di queste 11 sono formaggi Dop italiani riconosciuti e tutelati per la prima volta in Canada. O’Connor si è soffermato, poi, sulle eccezioni, ricordando che la granfather clause prevista per i termini Asiago, Fontina e Gorgonzola è comunque limitata dalla necessità di evidenziare in etichetta la reale origine del prodotto, mettendo il consumatore canadese nella condizione di scegliere il prodotto originale. Nella sostanza, da qualsiasi punto di vista si guardi, l'accordo aggiunge qualcosa rispetto al passato, e può essere implementato e corretto nel corso degli anni.
LE QUOTE DI MERCATO Per quel che riguarda l’accesso al mercato, O’Connor ha ricordato che il settore lattiero-caseario canadese è molto importante e gode di profonde tutele da parte del governo. Per questa ragione il Canada ha rifiutato la totale liberalizzazione tariffaria per latte, formaggi e burro. Ciononostante, l’Ue è risuscita a ottenere contingenti tariffari per l’importazione di importanti quantitativi di prodotto a dazio zero. Nel caso dei formaggi, le tonnellate aggiuntive previste sono 17.700 e questo semplifica sensibilmente il loro export in Canada rispetto al periodo precedente al Ceta, quando i dazi raggiungevano il 250% del valore. Dopo una disamina tecnica sul funzionamento delle importazioni contingentate, gli export manager presenti hanno avuto maggiori chiarimenti sugli strumenti necessari per sfruttare questo accesso preferenziale dei prodotti sancito dal Ceta. Maria Rita Sardella, dirigente dell’Ufficio legislativo dell’Agenzia delle Dogane, ha illustrato ai presenti il Protocollo di origine contenuto
68 IL MONDO DEL LATTE
ig&sic Canada 68 IMDL n21-11 12 dicembre 18.inddMSLF.indd 68
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e
a
io
e
o a, il
to
e
nel Ceta e il Registered Exporter System (Rex), necessario per usufruire dei benefici tariffari derivanti dall’accordo. Con l’analisi del protocollo sono state fornite agli operatori tutte le informazioni sulle regole di origine, ricordando che la Dichiarazione di origine contenuta nel Ceta responsabilizza l’operatore perché è un’autocertificazione che non viene validata dalle autorità doganali italiane, ma è soggetta a riscontro una volta che la merce è arrivata a destinazione. Sardella ha poi spiegato alle aziende come compilare il modulo per la richiesta del Rex Number – che va inoltrato all’ufficio territoriale di competenza dalle Dogane – che dovrà essere inserito dall’operatore nella dichiarazione di origine, così da garantire la tracciabilità delle merci e l’acceso preferenziale dei prodotti. Per completare il sistema “Canada”, ha preso la parola Claudio Gallottini, formatore della Fda ed esperto della normativa sanitaria americana (Fsma) su cui si sono basati i legislatori canadesi, mutuando l’impianto legislativo.
to
SUPPLY CHAIN MANAGEMENT PRODUCTION DISCIPLINE
IMPORT MANAGEMENT
CIFRE E ITER Gli allevamenti lattieri sono 11.620, ripartiti su dieci Stati, per una produzione complessiva di 81.766.876 hl; Ontario e Québec fanno la parte del leone, coprendo rispettivamente il 33% e il 37 per cento. La normativa di riferimento è il Canadian Quality Milk (Cqm) che consta di un programma di sicurezza alimentare in azienda progettato per aiutare i produttori a prevenire, monitorare e ridurre i rischi di sicurezza alimentare nelle loro aziende agricole. I requisiti sono contenuti nel manuale di riferimento del Cqm e, dopo averli applicati e mantenuti in essere, registrando tutti i dati per almeno tre mesi, sarà possibile per l’allevatore richiedere la registrazione al programma. Al ricevimento della domanda, l’Agenzia provinciale invierà un “validatore” in azienda per verificare la corretta attuazione del programma. Il settore della produzione casearia canadese opera sotto quello che è noto come “Supply Chain Management”; gli obiettivi nella gestione dell'offerta di latticini prevedono: - la garanzia agli agricoltori di un rendimento monetario equo, derivato completamente dal mercato, dal capitale e dal costo del lavoro; - la fornitura stabile di latte ai trasformatori così che possano pianificare correttamente la loro produzione anno dopo anno. GLI ORGANISMI Il sistema di gestione delle forniture è amministrato a livello nazionale dalla
PRODUCER PRICING
Canadian Dairy Commission (Cdc), istituita nel 1966 con il mandato di coordinare le politiche lattiero-casearie federali e provinciali e di creare un meccanismo di controllo per la produzione di latte, in modo da contribuire a stabilizzare le entrate ed evitare costose eccedenze. In Canada, l'autorità federale per la regolamentazione e la commercializzazione del latte nel commercio interprovinciale ed estero è delegata alle province. Il Cdc è responsabile di due dei tre pilastri del sistema: prezzi dei produttori e gestione delle quote d’importazione. Questi prezzi sono usati come riferimento dai consigli provinciali per la commercializzazione del latte “Provincial milk marketing boards” al fine di stabilire il prezzo del latte industriale in ogni provincia. Le industrie lattiere sono 440 e producono alcuni formaggi simili ai nostri, salvo importarli dagli Usa con cui hanno un accordo di equivalenza tra Fda e Cfia (Canadian Food Inspection Agency), ossia un "riconoscimento dei sistemi" di protezione della sicurezza alimentare. In tale contesto opera il Food and Drugs Act (Fda), ma fin dal 2008 gli importatori di formaggio dovevano avere una licenza. Gallottini ha descritto in dettaglio la norma canadese sulla sicurezza alimentare e ha sottolineato che anche il Canada prevede un food safety plan come il Fsma americano: entrerà in vigore il 15 gennaio 2019, ma per il pieno regime saranno necessari degli atti attuativi delle disposizioni.
IL MONDO DEL LATTE 69
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NORMATIVE
CAMPAGNA DEL BOLLINO BLU: L’ANTITRUST BOCCIA AUCHAN di Giulia Ponti
L’
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato lo scorso febbraio aveva aperto un’istruttoria nei confronti della catena di supermercati Auchan in relazione all’iniziativa commerciale denominata “La vita in blu”. Sulla scia delle etichette a semaforo inglesi, per il suo progetto Auchan aveva selezionato una serie di prodotti, che aveva evidenziato con un bollino a forma di cuore blu apposto sull’etichetta. L’obiettivo dichiarato era quello di offrire un servizio aggiuntivo al consumatore e guidarlo verso scelte consapevoli per il proprio benessere, contraddistinguendo quei prodotti con “il miglior equilibrio nutrizionale tra le sostanze nutritive che devono essere presenti nella dieta (proteine) e sostanze nutritive la cui assunzione va tenuta sotto controllo (zuccheri, grassi saturi e sale)”. Per quanto riguarda le modalità di selezione dei prodotti, Auchan aveva indicato tre criteri: “Rifiutando sostanze controverse: Ogm, olio di palma, aspartame nei prodotti dedicati ai bambini”; “Mettendo al centro il valore nutrizionale - Apporto energetico, proteine, lipidi, glucidi, grasso, sale, zucchero”; “Premiando i prodotti virtuosi - Testati periodicamente, con meno additivi, conservanti o allergenici”. Molte le critiche mosse da parte dell’industria, ma anche da parte delle associazioni degli stessi consumatori, nei confronti di questa campagna che rischiava di scegliere in maniera arbitraria quali alimenti salvaguardare e quali, invece, demonizzare, secondo un sistema di valutazione non basato su evidenze scientifiche. Partendo da tali segnalazioni, l’Antitrust ha ipotizzato che la condotta fosse suscettibile di integrare una violazione del Codice del Consumo, in quanto idonea
a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio in ordine alle caratteristiche e ai vantaggi dei prodotti individuati dal bollino blu. Secondo l’autorità, la presentazione dell’iniziativa appariva carente delle necessarie garanzie di oggettività scientifica e trasparenza, soprattutto in merito al metodo adottato per la selezione dei prodotti: poteva indurre il consumatore a ritenere che quelle presentate da Auchan fossero scelte di consumo alimentare salutistiche in senso assoluto e che il prodotto blu potesse altresì essere considerato il “migliore” della sua categoria a discapito dei prodotti non selezionati da Auchan. A fronte di tale procedimento, Auchan ha presentato una proposta di impegni, volti alla modifica della campagna, che l’Antitrust ha ritenuto sufficienti per chiudere l’istruttoria senza applicare alcuna sanzione. Auchan si è impegnata ad intensificare la campagna di informazione per i consumatori, attraverso molteplici canali di comunicazione e a presentare il programma “La vita in blu” come un’iniziativa commerciale basata su criteri autonomamente e soggettivamente definiti dall’azienda e non come il risultato oggettivo di un procedimento valutativo imperniato su criteri scientifici. Più precisamente, i profili comunicazionali saranno connotati “maggiormente nel senso, per l’appunto, del servizio al cliente, da intendersi come facilitazione nella lettura e comparazione dei contenuti nutrizionali e degli ingredienti risultanti dall’etichettatura dei prodotti”. Al fine di sottolineare la natura di mero servizio al cliente ed evidenziare la natura soggettiva della selezione dei prodotti, verrà modificato il logo “La Vita in Blu”
con l’aggiunta della dicitura “scelto da noi”, in modo da evidenziare che i criteri di selezione sono il risultato di una scelta soggettiva di Auchan. Con riguardo ai criteri di selezione dei prodotti, sarà ridotta la lista degli ingredienti ritenuti critici dal punto di vista della sicurezza alimentare; in particolare saranno eliminati gli Ogm, in quanto, il potenziale rischio per la salute umana risulta marginale, essendo utilizzati in maniera limitata negli alimenti destinati al consumo umano. Infine, a parità di giudizio fra due prodotti selezionati all’interno di una stessa categoria, entrambi entreranno nella selezione “La Vita in Blu”. Inoltre, al collegio degli esperti che valuta i prodotti verranno aggiunti altri tre membri di comprovata esperienza in materia di nutrizione: in particolare, un soggetto istituzionale (un dirigente di struttura pubblica o un membro di un’autorità con esperienza nell’ambito dell’igiene e la sicurezza degli alimenti e nutrizione o di informazioni ai consumatori), un professionista con esperienza di attività didattica e/o scientifica in ambito medico, con focus sulle scienze dell’alimentazione umana; un altro rappresentante di associazioni di consumatori. Nel caso di mancata osservanza di tali impegni, che saranno monitorati dall’Antitrust, Auchan rischia una sanzione pecuniaria da 10mila a 5 milioni di euro. In caso di reiterata inottemperanza, l’autorità potrà disporre la sospensione dell’attività d’impresa per un periodo fino a 30 giorni.
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE CI È STATO PROPOSTO DI INSERIRE NELL’ETICHETTA DI UN PRODOTTO LATTIEROCASEARIO, SPECIFICAMENTE DESTINATO AI BAMBINI, IL CLAIM “STIMOLA IL TUO APPETITO – PUOI MANGIARLO QUANDO VUOI”. UN MESSAGGIO COME QUESTO CONTRAVVIENE A QUALCHE NORMA?
consapevolezza sul valore nutrizionale dei prodotti reclamizzati e gli effetti sulla salute. I messaggi rivolti ai bambini non devono suggerire comportamenti che inducano a un consumo eccessivo dell’alimento pubblicizzato o a comportamenti in contrasto con i corretti stili alimentari. A questo proposito, Assolatte ha sottoscritto nel 2015 col ministero della Salute il protocollo “Linee di indirizzo per la comunicazione commerciale relativa ai prodotti alimentari e alle bevande, a tutela dei bambini e della loro corretta alimentazione”, quale impegno dell’industria lattiero-casearia nel promuovere e incoraggiare stili e comportamenti di vita salutari e idonee abitudini d’acquisto e consumo. Nel documento vengono ribadite le regole per una corretta, leale e responsabile politica di comunicazione che garantisca un elevato livello di protezione dei bambini. Le linee guida contengono anche un’appendice con “10 Raccomandazioni” esemplificative su quello che la pubblicità deve fare per essere corretta e ciò che deve evitare. Per esempio non possono essere mostrate situazioni che possano suggerire un consumo smodato in contrasto con i corretti comportamenti alimentari. Inoltre, per quanto concerne il messaggio “Stimola il tuo appetito”, segnaliamo che nell’elenco dei claim salutistici di cui all’art. 13.1 del Reg. Ue n. 1924/2006 fu richiesto l’inserimento di alcuni claim riguardanti l’effetto di aumentare l’appetito, i quali non furono autorizzati dalla Commissione europea.
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Il Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale dello Iap prevede all’art. 2 che “la comunicazione commerciale deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche, specie per quanto riguarda le caratteristiche e gli effetti del prodotto, […]”. L’art. 11 stabilisce che “una cura particolare deve essere posta nei messaggi che si rivolgono ai bambini, intesi come minori fino a 12 anni, e agli adolescenti, o che possono essere da loro ricevuti. Questi messaggi non devono contenere nulla che possa danneggiarli psichicamente, moralmente o fisicamente e non devono inoltre abusare della loro naturale credulità o mancanza di esperienza […]”. In particolare questa comunicazione commerciale non deve indurre a “[…] compiere azioni o esporsi a situazioni pericolose […]; […] adottare l’abitudine a comportamenti alimentari non equilibrati, o trascurare l’esigenza di seguire uno stile di vita sano […]”. Il Codice del consumo prevede a sua volta all’art. 21.4 che “è considerata, altresì, scorretta la pratica commerciale che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, può, anche indirettamente, minacciare la loro sicurezza”. I bambini sono facilmente suggestionabili, esposti alla seduttività della pubblicità e privi di adeguata esperienza e
È POSSIBILE RIPORTARE NELL’ETICHETTA DI UN LATTICINO L’INDICAZIONE “PRODOTTO ADATTO ALLE DONNE IN GRAVIDANZA”?
Non ci risulta l’esistenza di normative nazionali o comunitarie sulla composizione e l’etichettatura di prodotti idonei a questa specifica categoria di consumatrici, per cui una simile indicazione volontaria è rimessa alla totale responsabilità dell’operatore che intende servirsene. L’operatore dovrà essere perciò in condizione di spiegare, documentare e dimostrare il perché di tale affermata idoneità, fermo restando che non deve trattarsi di qualità o caratteristiche comuni a tutti i prodotti analoghi. Sarebbe inoltre opportuno che venissero precisati in etichetta anche i contenuti esatti della garanzia offerta tramite il messaggio in questione, che altrimenti resterebbe di significato ampio e indefinito e potrebbe essere perciò interpretato in senso generale e assoluto. Nel caso in cui esistessero stati o condizioni nei quali l’alimento risultasse sconsigliato per determinate e specifiche sub-categorie di donne in gravidanza, sarà necessario farne menzione in etichetta. Qualora poi l’affermazione in questione sottintendesse al
possesso di particolari proprietà benefiche di tipo nutrizionale o salutistico dell’alimento, diverrebbe applicabile e dovrà tenersi conto del Reg. Ce n. 1924/2006 sui claim nutrizionali o salutistici. Inoltre, qualora si trattasse di un prodotto alimentare espressamente elaborato o formulato e destinato alla gestione dietetica di pazienti, compresi i lattanti, da utilizzare sotto controllo medico, destinato all’alimentazione completa o parziale di pazienti con capacità limitata, disturbata o alterata di assumere, digerire, assorbire, metabolizzare o eliminare alimenti comuni o determinate sostanze nutrienti in essi contenute o metaboliti, oppure con altre esigenze nutrizionali determinate da condizioni cliniche e la cui gestione dietetica non può essere effettuata esclusivamente con la modifica della normale dieta, si ricadrebbe nella categoria degli “alimenti a fini medici speciali” e ci si dovrà conformare alle norme del Reg. Ue n. 609/2013 e alle altre disposizioni in materia.
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