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BELLANOVA: COMUNICARE LA QUALITÀ DOP, L’ANNO CHIUDE IN CRESCITA PLASTIC TAX, 13 BUONE RAGIONI PER IL NO ORGANO UFFICIALE DI
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gni mese c’è qualcuno o qualcosa che mette i bastoni tra le ruote a chi fa impresa. Così, se ottobre è stato dedicato all’emergenza dei super dazi Usa – ATTUALITÀ problema peraltro non risolto e che sta facendo passare ore difficili Reinwaste, il settore studia la sostenibilità Eda: Industria casearia a tante aziende casearie italiane – novembre sarà europea al lavoro per la ricordato per la plastic e la sugar tax. IL MONDO DEL sostenibilità Alla disperata ricerca di risorse, che servono a Fil/Idf: Idf World Dairy coprire buchi che dipendono solo dalla cattiva Summit 2019 N. 12 gestione della macchina pubblica, dalla totale Ue. Alessandra Moretti: “Il mio impegno mancanza di progettualità e dall’incapacità dello per etichettatura e dieta” Stato di colpire grande e piccola evasione fiscale, il Nuova commissione Ue: Governo ha infatti proposto due nuovi balzelli: uno Stella Kyriakides destinato ai prodotti confezionati in plastica, l’altro alla Salute e sicurezza alimentare a quelli zuccherati. Consumatori a caccia di Sappiamo tutti che la tutela dell’ambiente e la qualità e sicurezza. I trend salute dei consumatori sono temi serissimi e che di mercato a “Forme” bisogna impegnarsi per migliorare lo stato delle News cose. Ma l’approccio italiano non convince. Libri Molto più pragmatico ed efficace è quello europeo. OPINIONI Prendiamo ad esempio il tema plastica, con la direttiva europea che Pressing francese intende portare alla sua drastica riduzione, perché la sua dispersione sul nutriscore – soprattutto in alcune zone del mondo – fa male al pianeta. Mentre di Paolo De Castro a livello europeo ci si è dati un obiettivo di medio periodo e si lavora MONDO ASSOLATTE agli strumenti per dare modo alle aziende di adeguarsi alle regole, in Arriva il freddo: nutriamo il sistema Italia si pensa a tassare gli stessi materiali, anche se – molto spesso immunitario – sono preziosi per la sicurezza dei prodotti in commercio. Fiocchi di latte: volano le vendite Lo stesso ragionamento si può fare per lo zucchero, ingrediente PROTAGONISTI sul quale le stesse aziende hanno da tempo aperto una riflessione, Teresa Bellanova: “Comunicare la qualità” lavorando gomito a gomito con il ministero della Salute nell’ambito di un protocollo sottoscritto con Assolatte, grazie al quale si è MERCATI arrivati a una riduzione del 7% dello zucchero aggiunto a yogurt e Ue-Mercosur, un accordo strategico Prezzo del latte alla stalla: anomalia italiana formaggi alla frutta in commercio. Anche in questo caso, colpisce il Esportazioni italiane di latte differente approccio tra Europa e Italia. Là si dibatte di etichettatura Borsa prezzi nutrizionale front of pack, per aiutare i consumatori a capire meglio Dop, finale in crescita la composizione dei prodotti in vendita. Qui – per motivi che per nulla IGIENE E SICUREZZA riguardano la tutela della salute – ci si sveglia al mattino e si decide Cifer, Il nuovo portale per registrarsi in Cina di caricare i prodotti di una nuova tassa. Che colpirà non solo le aziende, ma anche tutti i consumatori. NORMATIVE Chissà quando si capirà che la politica deve lavorare a fianco delle Plastic tax: 13 buone ragioni per dire no L’esperto risponde imprese e non contro di loro.
La lunga vita delle imitazioni
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La nostra è una storia che inizia oltre cent'anni fa e arriva ad oggi quale emblema di un'eccellenza tutta italiana, capace, da quattro generazioni, di costruire la propria leadership nella produzione, stagionatura ed esportazione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.
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LA LUNGA VITA DELLE IMITAZIONI UN’INDAGINE DI 30 ANNI FA DELLA FIL SULLE BEVANDE VEGETALI MOSTRA COME LE NORME SU LATTE E FORMAGGI SIANO DIVERSE NEI VARI PAESI
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ggi i prodotti d’imitazione del latte a base vegetale sono una realtà con la quale il settore lattiero-caseario deve confrontarsi. Sebbene la crescita dei consumi di questi prodotti stia rallentando, la domanda complessiva ha continuato a salire. A spingere questi consumi sono motivi di diverso ordine e grado: dalle convinzioni personali (peraltro errate) in materia di sostenibilità ambientale, a quelle sulla salute (vere o presunte), a quelle legate al benessere animale, o più semplicemente alla voglia di testare le novità del mercato. Il fatto è che questi prodotti non rappresentano una novità recente. Già nel 1989 la Federazione Internazionale del Latte Fil/ Idf aveva studiato l’evoluzione a livello mondiale dei prodotti d’imitazione e sostituzione dei prodotti lattierocaseari; ne aveva analizzato i fattori che ne influenzavano lo sviluppo e quelli di mercato, le differenze esistenti nelle disposizioni legislative dei vari Paesi membri della Fil e il grado di apprezzamento da parte dei consumatori. Il quadro emerso dall’indagine evidenziava differenze considerevoli tra i vari Paesi per quanto riguarda sia la produzione, sia il consumo. Due i fattori che più di altri esercitavano
un’influenza determinante: le disposizioni nazionali e sovranazionali che disciplinano i prodotti alimentari e il tipo di accoglimento che i consumatori riservano a tali prodotti. Molte le differenze – come detto – sul fronte normativo. “Ad un estremo si trovano Paesi come Italia, Germania, Lussemburgo, così come Nuova Zelanda e Canada, nei quali la produzione e la commercializzazione dei prodotti d’imitazione è severamente vietata. Nella quasi totalità dei casi, tuttavia, la produzione e/o commercializzazione dei prodotti di sostituzione (ad esempio la margarina) è permessa […] In Olanda i prodotti d’imitazione dei prodotti lattieri sono in generale oggetto di divieti legislativi. Fanno eccezione alcuni prodotti come gli alimenti per l’infanzia, le miscele per i gelati, gli ingredienti utilizzati nella panificazione,
le creme per il caffè e gli alimenti per il bestiame. All’altro estremo si trovano la legislazione di Paesi più liberali come Belgio, Inghilterra, Irlanda, Spagna, Norvegia, Svezia, Stati Uniti, Giappone e Australia, dove le disposizioni legislative provvedono soltanto a riservare ai prodotti lattieri una certa protezione grazie a talune misure regolamentari sul confezionamento e sull’etichettatura”. Ai tempi dell’indagine Fil, nella Comunità economica europea era stato da poco adottato il regolamento Cee 1898/87 che già allora riservò la denominazione del latte e dei prodotti lattieri ai prodotti ai quali non devono essere aggiunte sostanze diverse da quelle indispensabili per la loro preparazione o comunque diverse da quelle del latte in sostituzione totale o parziale di una qualunque sostanza lattiera. A 30 anni di distanza il problema della tutela delle denominazioni lattiere è ancora attuale. Lo dimostra il fatto che, poco più di due anni fa, la Corte di Giustizia europea abbia dovuto esprimersi ancora sul tema ribadendo questa tutela. Ad essere cattivi verrebbe da sostenere che quella dei prodotti di imitazione sia solo un tentativo di usurpazione di immagine. Forse si tratta di una crisi d’identità, che auguriamo possa risolversi quanto prima.
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OPINIONE
PRESSING FRANCESE SUL NUTRISCORE I l nutriscore, l’etichetta nutrizionale a colori inventata in Francia, si sta imponendo al centro del dibattito in Europa. Il tam-tam a livello Ue è molto forte. Grazie all’alleanza tra alcune grandi catene di supermercati e punti vendita, Parigi sta promuovendo il suo sistema con un’azione diplomatica incisiva e a tutto campo. Di recente, pare proprio su pressione dei transalpini, anche il ministro dell’Agricoltura tedesco Julia Kloeckner ha aperto alla possibilità di un test sul modello francese. Un’iniziativa dei cittadini promossa dall’organizzazione dei consumatori Ue Beuc vorrebbe il “semaforo” francese obbligatorio in tutta Europa. Eppure, a guardare le percentuali delle adesioni per Paese disponibili sul sito della petizione, è chiaro che l’etichetta “sfonda” solo in alcuni Stati, ovvero in Francia, Belgio e Olanda.
Per il resto, l’iniziativa dei cittadini ha raccolto 80mila firme in cinque mesi e dovrebbe arrivare a 1 milione entro maggio. Il numero di sottoscrizioni raccolte in Italia è basso e forse è normale, ma lo stesso accade in Paesi come Svezia, Danimarca e Finlandia, ed è così in Spagna, dove si è parlato diffusamente del sistema, che l’anno scorso Madrid voleva adottare come etichetta nutrizionale ufficiale. Poi era stato fatto notare il trattamento che il nutriscore riserva all’olio d’oliva, con una D dal colore arancione, il penultimo scalino prima del colore rosso e Madrid aveva congelato tutto. Forse sarebbe meglio dire il trattamento che “riservava” perché a settembre l’algoritmo che fa funzionare il sistema di classificazione dal verde al rosso e dalla A alla E è stato improvvisamente cambiato per “meglio seguire
di Paolo De Castro, parlamentare europeo le raccomandazioni alimentari in vigore”. E la modifica consente proprio all’olio di oliva di guadagnare una posizione, la C, con il colore giallo, equiparato all’olio di colza e all’olio di noci. Il che fa sorgere dei dubbi sulla credibilità scientifica dell’operazione e molti altri su tempistica e componente politica che possono aver influito nella modifica in questione. Quasi come fosse fatta apposta per dissipare le incertezze spagnole. Parlando con i giornalisti in un evento a sostegno della raccolta firme “pro nutriscore” a Bruxelles, il nutrizionista francese considerato l’inventore dell’etichetta nutrizionale ha spiegato che null’altro cambierà fino al 2021, quando
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l’algoritmo sarà aggiornato europee sulla nutrizione. come stabilito fin dall’inizio in È possibile immaginarle, Francia e che attualmente non quando gli Stati si esistono margini tengono stretta di flessibilità: la competenza etichetta e esclusiva sulle GERMANIA algoritmo vanno materie della salute? E ITALIA presi così come Sono queste le ALLEATE sono. domande che ci Vero è che CONTRO stiamo facendo in l’etichetta L’ETICHETTA queste settimane nutrizionale deve con molti colleghi A COLORI evolvere con della Commissione le conoscenze Agricoltura scientifiche e le dell’Europarlamento, linee guida sull’alimentazione. dove lo scetticismo Ma allora perché l’urgenza sull’etichetta nutrizionale per l’olio d’oliva invece di non è nuovo. aspettare il 2021? Con italiani e tedeschi si Le linee guida vede la possibilità di fare sull’alimentazione su cui si fronte comune. Davanti basa il nutriscore al momento dell’attivismo francese, sono quelle del governo però, ci vorrebbe un francese. Ora, è chiaro che atteggiamento analogo da le linee guida sono molto parte dei governi dell’Italia simili da Paese a Paese, e della Germania. ma è anche vero che hanno Di recente il presidente delle differenze. Se si vuole di Federalimentare Ivano universalizzare il nutriscore ci Vacondio ha detto di vorrebbero delle linee guida sperare che presto siano
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resi noti i risultati della sperimentazione scientifica dell’etichettatura di prodotti nazionali, con il modello cosiddetto “a batteria”. L’Italia l’ha presentato ai partner europei nel giugno 2018, ma il fatto che non fosse stato ancora sperimentato allo scaffale è stato indicato come una debolezza, soprattutto se deve competere con il sistema francese, ampiamente diffuso in almeno due Paesi Ue.
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MONDO ASSOLATTE
ARRIVA IL FREDDO: NUTRIAMO IL SISTEMA IMMUNITARIO PER DIFENDERCI DAI MALI DI STAGIONE CALDO IN CASA E IN UFFICIO, FREDDO FUORI: LO SBALZO TERMICO È IN AGGUATO, COSÌ COME L’ESPOSIZIONE A VIRUS E BATTERI. PER PROTEGGERSI È NECESSARIO RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO. ANCHE CON I CIBI GIUSTI, QUELLI CHE “NUTRONO” IN MODO ADEGUATO IL MICROBIOTA, COME SPIEGATO NELL’ULTIMO NUMERO DE L'ATTENDIBILE, LA NEWSLETTER NUTRIZIONALE DI ASSOLATTE di Carmen Besta
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bruschi cambiamenti di temperatura, si sa, rendono più vulnerabili a virus e batteri. È opportuno, quindi, aumentare la capacità dell’organismo di far fronte con successo a queste situazioni, rendendo più forte e reattivo il sistema immunitario. Come riuscirci? Scegliendo la giusta alimentazione, perché è grazie ad alcuni specifici nutrienti che il sistema immunitario riesce a intervenire in modo tempestivo ed efficace. Nella sua azione di difesa della nostra salute, il sistema immunitario ha una fedele e folta truppa al suo servizio: sono i milioni di batteri che costituiscono il microbiota intestinale e che, tra i tanti compiti che assolvono, hanno anche quello di “guidare” le cellule immunitarie nel distinguere i batteri “buoni” da quelli “cattivi” (i patogeni).
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MONDO ASSOLATTE Per questo il microbiota viene considerato un organo endocrino mentre l’apparato gastrointestinale rappresenta il più esteso “contact point” tra il sistema immunitario e gli stimoli esterni. Ma, in concreto, di cosa hanno bisogno i batteri e le cellule intestinali per fare il loro dovere e rafforzare le nostre difese immunitarie?
Di un pool di nutrienti, come gli acidi grassi a catena corta, che nutrono le cellule intestinali e riequilibrano il microbiota, producendo così effetti antinfiammatori. Il più importante è l’acido butirrico, il preferito dai batteri del colon: lo si trova in grandi quantità nei formaggi stagionati come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e il Pecorino.
C’è un altro valido motivo per cui questi formaggi stagionati sono efficaci nella dieta contro i mali di stagione. È la loro ricchezza di altri due elementi chiave per “nutrire” il sistema immunitario: lo zinco e la cistina, indispensabili per sviluppare e mantenere attive le cellule che lo compongono. Anche i fermenti probiotici sono importanti per difendersi
I “SUPER-LATTICINI” PER ALZARE LE DIFESE Yogurt La sua consistenza cremosa e il tipico sapore acidulo sono dovuti all’azione del Lactobacillus bulgaricus e dello Streptococcus thermophilus che modificano le caratteristiche organolettiche del latte, rendendolo anche più digeribile. Il processo di fermentazione trasforma parzialmente il lattosio in acido lattico: lo streptococcus lavora per primo, creando le condizioni affinché il lactobacillus completi la scissione del lattosio in glucosio e galattosio. Il valore nutrizionale varia in base al tipo di latte utilizzato (scremato, parzialmente scremato e intero): si va dalle 36 calorie alle 65 calorie per etto. Le proteine, invece, sono circa 3,5 g per etto
Latte fermentato Questa è la definizione legale del “cugino” dello yogurt. La differenza sostanziale sta nella scelta dei fermenti lattici probiotici (per esempio, Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Lactobacillus lactis e Bifidobacterium bifidum) che, a differenza dei due ceppi di fermenti utilizzarti nello yogurt, sopportano meglio l'acidità dei succhi gastrici, riuscendo a riprodursi nel tratto gastrointestinale. Trattandosi di batteri generalmente già presenti nel corpo umano, riescono a migliorare la flora batterica, esercitando un'azione positiva.
Kefir È una bevanda di origine caucasica, ottenuta dalla fermentazione del latte ad opera di un polisaccaride chiamato kefiran che ospita colonie di batteri e lieviti. Contiene circa lo 0,8% di acido lattico (e pochissimo lattosio), ha un gusto fresco e acidulo e un valore nutrizionale paragonabile allo yogurt. A seconda delle diverse modalità di fermentazione, può avere un piccolo contenuto di CO2 e di alcol dovuti entrambi ai processi fermentativi dei lieviti.
Gorgonzola e formaggi erborinati Si tratta di formaggi molli a pasta cruda ottenuti utilizzando esclusivamente latte intero pastorizzato cui si aggiungono fermenti lattici, caglio e spore di penicilli. Grazie alla triplice fermentazione cui è sottoposto (lattica, con i lieviti e le muffe) il Gorgonzola diventa altamente digeribile e perde naturalmente il lattosio per cui è adatto anche agli intolleranti a questo zucchero. I fermenti lattici, le muffe e le sostanze prodotte dal loro metabolismo hanno un’influenza positiva sulla flora batterica intestinale. Altri erborinati italiani famosi sono il Castelmagno della provincia di Cuneo e il Blu del Moncenisio.
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Isolauri E. (2001), Probiotics in human disease in “American Journal of clinical nutrition”, 73(6):1142S-1146S 8. Estaki et al . Microbiome (2016) 4:42 9. Giorgetti G. et8 al, Interactions between Innate Immunity, Mima MALI DI STAGIONE SPCF.indd crobiota, and Probiotics.J Immunol Res. 2015;2015:501361 7.
14. Ibrahim F et Al. - Probiotics and immunosenescence: cheese as a carrier - FEMS Immunol Med Microbiol. 2010 Jun 1;59(1):53-9. Epub 2010 Feb 11. 15. Cunningham-Rundles S et al. - Probiotics and immune response 29/11/19 Am J Gastroenterol. 2000 Jan;95(1 Suppl):S22-5. 16. David Ríos-Covián et Al. Intestinal Short Chain Fatty Acids and
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MONDO ASSOLATTE dai mali di stagione. E non solo perché sono in grado di migliorare la microflora intestinale, ma anche perché, come si è scoperto di recente, svolgono un ruolo positivo sulla barriera immunologica dell’intestino. Il modo più gustoso e sano per introdurli in modo regolare nell’alimentazione è consumare prodotti che ne contengano ceppi diversi, perché la sinergia stimola in modo più efficace il sistema immunitario. È quello che accade consumando yogurt, latti fermentati e formaggi freschi in versione probiotica, come stracchino e crescenza. A beneficiare del miglioramento della risposta immunitaria determinata dal consumo di formaggi probiotici sono soprattutto gli anziani: inserendo nella colazione una fetta di pane e formaggio probiotico vedono aumentare tutte le difese immunitarie, come ha dimostrato uno studio pubblicato su “Fems Immunology & Medical Microbiology”.
LATTICINI TRADIZIONALI E PROBIOTICI: L’UNIONE FA LA FORZA Altamente digeribili e sazianti, tutti i latticini fermentati sono alleati preziosi per il ripristino di una buona flora batterica. Sia lo yogurt che gli altri latti fermentati svolgono un’azione disintossicante, antinfiammatoria e protettiva che nessun altro cibo può vantare. Il consumo regolare di questi cibi consente un costante ricambio dell’ecosistema intestinale perché migliora la microflora e limita le conseguenze dei processi fermentativi. È stato dimostrato
scientificamente che il Lactobacillus bulgaricus con cui è fatto lo yogurt produce ben tre sostanze con attività nei confronti di diverse specie batteriche. Per la preparazione di latte fermentato, il Lactobacillus acidophilus è attualmente il più usato per il suo effetto "terapeutico" e riequilibrante. Infatti, grazie a due sostanze chiamate acidofillina e lactocidina svolge un ruolo antagonista verso specie microbiche dannose per l’organismo e contribuisce all'equilibrio dell'ecosistema intestinale.
I CIBI UTILI E QUELLI DANNOSI PER IL MICROBIOMA Il progetto LifeLine della University of Groningen ha provato a stabilire correlazioni tra composizione del microbioma e stili di vita, Identificando 60 fattori alimentari che influenzano la diversità del microbioma. Ecco i risultati Tra le abitudini alimentari che sembrano favorirlo positivamente ci sono caff , t , yogurt e vino rosso, mentre un’alimentazione tipicamente occidentale e ricca in calorie porta, invece, a una flora batterica meno eterogenea. Tra gli alimenti più destabilizzanti sul microbioma ci sono la carne, le farine raffinate, lo zucchero, i grassi di scarsa qualità, gli additivi e i conservanti.
Tra i cibi promossi ci sono legumi, cereali integrali, frutta, verdura (in particolare asparagi, carote, aglio, topinambur, porri, cipolle, ravanelli e pomodori), probiotici come yogurt e gli altri latti fermentati, formaggi fermentati come il Gorgonzola, crauti e verdure fermentate, kefir, miso, tempeh, aceto di sidro di mele e tè kombucha (bevanda fermentata a base di tè e di una coltura di batteri e lieviti).
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L’importanza dei latticini fermentati contro l’infiammazione
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Il microbiota migliora con l’attività fisica costante e moderata
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LA POTENZIALITÀ DEI FORMAGGI PROBIOTICI Per quanto riguarda il ruolo dell’alimentazione su microbioma e difese organiche, i cibi più promettenti sembrano essere i latticini probiotici su cui si stanno concentrando molte ricerche a livello mondiale. Oltre agli effetti sul miglioramento della microflora intestinale, possono vantare anche un ruolo positivo sulla barriera immunologica dell'intestino. Lo stracchino e la crescenza nella versione probiotica sono un esempio perfetto di come anche un formaggio possa assumere le caratteristiche benefiche tipiche di yogurt e latti fermentati. Oltre ai classici fermenti lattici, questi latticini freschi contengono anche ceppi probiotici come Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei e il Bifidobacterium
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che favoriscono un miglior equilibrio della flora intestinale. Nello specifico, è stato dimostrato che la stimolazione sul sistema immunitario è più efficace quando Lactobacillus e bifidus sono consumati insieme.
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LA DIETA CONTRO I MALI DI STAGIONE CON LATTE, YOGURT E FORMAGGI
er ra orzare le di ese, l’alimentazione n p nto cardine l’or anismo a biso no di n trienti c iave per mantenere pronto ed e ciente il sistema imm nitario atte e orma i anno parte della strate ia per rendere la vita impossibile ai nemici della vitalit di SAMANTHA BIALE NUTRIZIONISTA E GIORNALISTA
Sbalzi di temperatura e stress ci rendono tutti più vulnerabili nei confronti di virus e batteri che, nei mesi freddi, riescono spesso ad avere la meglio. All’alimentazione to il ruolo chiave perché
affida-
grazie al contributo di specifici
nutrienti che il sistema immunitario riesce a intervenire con tempestività ed efficacia. Tra le sostanze che incidono sensibilmente sulla reattività immunitaria ci sono le vitamine antiossidanti A, C ed E, le vitamine del gruppo B, la vitamina D, ferro e zinco. Ma è anche la composizione del microbio-
LA DIETA CONTRO I MALI DI STAGIONE CON LATTE, YOGURT E FORMAGGI
ma, strettamente legata alle abitudini alimentari, a fare la differenza poiché l’apparato gastrointestinale rappresenta la maggiore superficie di contatto tra il sistema immunitario e gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno. Tra le altre funzioni, la flora batterica intestinale “guida” le cellule immunitarie a discriminare i potenziali batteri patogeni da quelli simbionti (9). Particolarmente importanti sono gli “acidi grassi a catena corta” tra cui l’acido butirrico, importante fonte energetica per le cellule intestinali nonché efficace stimolatore della produzione di linfociti T regolatori, come dimostrato da un nuovo studio del Riken Center for Integrative Medical Sciences (10).
L’azione imm nomod lante dei orma i sta ionati Proprio gli acidi grassi a catena corta, prodotti soprattutto durante la fermentazione delle fibre, svolgono un ruolo riequilibrante (16) sul microbiota, con effetti antinfiammatori. L’acido butirrico, ovvero la fonte di energia preferita dei batteri del colon, è particolarmente presente nei formaggi stagionati: con 1-2 cucchiaini di Parmigiano si assumono circa 7 mg di butirrato, la stessa quantità presente in 100 ml di latte materno. I formaggi stagionati, peraltro, forniscono anche quantità rilevanti di zinco (cofattore di molti enzimi e indispensabile per la replicazione del DNA e la sintesi proteica) essenziale in particolare per le cellule che devono proliferare rapidamente, come quelle del sistema immunitario. Ai formaggi stagionati come Grana, Parmigiano e Pecorino spetta un posto di prim’ordine nella dieta per “non
Il nuovo numero de LATTENDIBILE, la newsletter nutrizionale di Assolatte realizzata dalla dottoressa Samantha Biale. Per rafforzare le difese, l’alimentazione è un punto cardine: l’organismo ha bisogno di nutrienti chiave per mantenere pronto ed efficiente il sistema immunitario. Latte e formaggi fanno parte della strategia per rendere la vita impossibile ai nemici della vitalità.
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ammalarsi”, in quanto considerati eccellenti fonti protei-
a potenzialit dei orma i probiotici a colazione con orma per li anziani
che oltre che un concentrato speciale di vitamine e mine-
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L’importanza dei latticini ermentati contro l’infiammazione Il microbiota mi liora con l’attivit fisica costante e moderata
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rali: in soli 50 grammi ci sono ben 17 grammi di proteine e quantità ideali di calcio, ferro, vitamina A e vitamine del gruppo B. Tra gli aminoacidi che compongono le proteine, il più importante per tenere lontani i mali di stagione è la cistina, ritenuta la forma molecolare preferita dalle cellule del sistema immunitario (inclusi i macrofagi) particolarmente abbondante nel siero di latte.
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VOLANO LE VENDITE: +10% IN UN ANNO LA PREFERENZA PER ALIMENTI SEMPLICI E READY-TO-EAT, MA ANCHE RICCHI DI PROTEINE E CON POCHE CALORIE, STA RILANCIANDO QUESTA REFERENZA ANCHE IN ITALIA di Carmen Besta
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opo anni di boom, seguiti da un periodo di riflessione, i fiocchi di latte sono tornati. E alla grande: tra giugno 2018 e giugno 2019, le vendite di fiocchi di latte nella distribuzione italiana sono cresciute del 9,7% in quantità e del 12,1% a valore, facendone uno dei prodotti meglio performanti dell’intero mercato caseario nazionale. Con volumi significativi: complessivamente, nei punti vendita della Gdo in Italia vengono acquistate in un anno 5.600 tonnellate di fiocchi di latte (dati Assolatte), per un controvalore di 55,9 milioni di euro. AMICI DELLA LINEA Arrivati in Italia alla metà degli anni Ottanta sull’onda della passione per il fitness, l’aerobica e la cucina light, la “riscoperta” dei fiocchi di latte da parte degli italiani è guidata dai plus nutrizionali di questo latticino, che è caratterizzato da un alto apporto proteico e da un basso contenuto di carboidrati e di grassi. Infatti, 100 grammi forniscono ben 1013 grammi di proteine con solo il 3-4,5% di grassi e appena l’13,5% di carboidrati. Il tutto con pochissime calorie: a seconda delle aziende e delle marche, infatti, 100 grammi di fiocchi di latte forniscono dalle 85 alle 97 Kcalorie. Ossia, meno di 1 caloria per grammo. Con il consumo di una porzione di fiocchi di latte, che corrisponde a 200 grammi, si copre ben il 48% dell’apporto giornaliero di proteine consigliato per un adulto, solo il 12% di quello di grassi e meno dell’1% di quello dei carboidrati. E con solo il 10% delle calorie giornaliere. PROTEINE NOBILI Le proteine dei fiocchi di latte, poi, sono davvero super: sono quelle che saziano di più e che controllano meglio i livelli di zucchero nel sangue.
Caratteristiche che hanno nel Dna: proveniendo dal siero di latte, hanno un elevato valore biologico, sono di facile digestione e bloccano l’appetito perché stimolano subito i principali ormoni della sazietà rilasciati dal tratto gastrointestinale. Inoltre, queste sieroproteine aiutano anche a dimagrire conservando una buona tonicità muscolare perché apportano aminoacidi ramificati (come la L-leucina) che contribuisce a preservare i muscoli, favorendo la sintesi proteica, anche durante una dieta ipocalorica.
CARTA D’IDENTITÀ I fiocchi di latte sono un tipo di formaggio fresco di origine anglosassone - il Cottage cheese, già diffuso nell'Ottocento - ormai da molti anni apprezzato anche in Italia. Prodotto a partire da latte vaccino, si presenta come una massa di minuscole palline bianche e morbide, separate tra di loro, spesso immerse in una miscela di panna e latte chiamata “dressing”, che rendono il prodotto finale più cremoso.
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CON COSA GUSTARLI PANE
Pancarrè tostato, crostini, baguette o pane casereccio. BEVANDE
Vino: bianco, aromatico e leggero, come un Soave o un Riesling. Birra: Lager. ABBINAMENTI CONSIGLIATI
Evergreen: salmone affumicato, olive Kalamata, confettura di pere. Raffinati: caviale, mousse di pomodori, composta di frutti rossi. Freschi: avocado, ravanelli, mais dolce. Insoliti: fichi, mango, scaglie di cioccolato. Low cost: melone, pomodori, lattuga.
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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.
Nutriamo insieme l’oggi e il domani
MONDO ASSOLATTE VERSATILI IN CUCINA E PRATICI DA CONSUMARE A completare il profilo virtuoso di questo latticino ci sono in commercio anche le versioni “senza lattosio” e quelle “light” che, a parità di apporto proteico, non arrivano a 70 calorie per 100 grammi. L’altro grande vantaggio dei fiocchi di latte è la loro praticità. Confezionati in comode vaschette readyto-eat, “risolvono” tante occasioni di consumo: rappresentano un pranzo nutriente e leggero, una merenda sana ed equilibrata, uno spuntino tonificante dopo la palestra. Poi c’è il fattore versatilità: freschi e delicati, i fiocchi di latte si possono consumare sia in versione salata che dolce e si sposano alla perfezione con tanti alimenti, come verdure, crostacei e uova. E sono un ingrediente che aggiunge cremosità e gusto a tante ricette, dalle omelette, ai sughi per la pasta, dalle torte di verdure alle crespelle, dai cheesecake ai muffin.
BUONO A SAPERSI Tra tutte le fonti proteiche, quelle del siero di latte hanno mostrato il maggior effetto saziante e un maggior controllo sui livelli di zuccheri nel sangue. Questo è dovuto alle loro peculiari caratteristiche, come l’elevata qualità proteica e la facile digestione. Il rapido senso di sazietà che segue il loro consumo è dovuto alla stimolazione dei principali ormoni della sazietà rilasciati dal tratto gastrointestinale come Cck, Glp1 Gip, Pyy e all’inibizione della grelina. Infatti, le sieroproteine del latte determinano un picco del Cck – il principale ormone della sazietà – che inizia a 15-20 minuti dal pasto e prosegue per circa un’ora e mezza. Le sieroproteine del latte aiutano anche a dimagrire conservando una buona tonicità muscolare grazie all’apporto di aminoacidi ramificati come la L-leucina che contribuisce a preservare i muscoli, favorendo la sintesi proteica, anche in condizioni di ridotta stimolazione insulinica come avviene durante ogni dieta ipocalorica.
INSALATA MISTA CON FIOCCHI DI LATTE Ingredienti per 4 persone: 200 g di insalata 4 pomodori 6 carote 4 finocchi 150 g di fiocchi di latte olio extravergine d'oliva sale Preparazione: Mondare e lavare l’insalata. Lavare e affettare le carote, i pomodori e i finocchi. Riunire tutte le verdure in una ciotola. Condire con un pizzico di sale, 1 cucchiaino d’olio, mescolare e infine aggiungere i fiocchi di latte. Calorie per porzione: 180 16 IL MONDO DEL LATTE
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IL LATTIERO-CASEARIO STUDIA LA SOSTENIBILITÀ
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ell’ottica di migliorare a livello nazionale ed europeo l’efficienza nell’uso delle risorse lungo la filiera agroalimentare senza compromettere la sicurezza e riducendo lo spreco di
rifiuti non organici (imballaggi e packaging), nasce il progetto europeo Reinwaste – REmanufacture the food supply chain by testing INnovative solutions for zero inorganic Waste. Finanziato dall’Unione
Europea nell’ambito del programma Interreg Med, Reinwaste ha preso avvio a febbraio 2018 e si concluderà ad agosto 2020. I partner del progetto Agapa, Fiab e Ifapa, (Spagna); Ania,
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Critt e Crapaca (Francia); Art-Er, Confagricoltura e Federalimentare (Italia); Università Sarajevo Est (Bosnia Erzegovina) – fautori del motto “prevenire lo smaltimento dei rifiuti è più sostenibile e meno oneroso” – perseguono l’obiettivo di sviluppare tecniche sostenibili ed economicamente vantaggiose per ridurre i volumi e la produzione degli imballaggi, favorendo l’adozione di soluzioni innovative da parte dell’industria agroalimentare (con particolare attenzione alle Pmi) per ottimizzare l’utilizzo di materiali alternativi e ridurre l’impatto ambientale degli imballaggio e dei materiali di imballaggio. sono composti.
AGRICOLTURA E INDUSTRIA L’aspetto innovativo di Reinwaste consiste anche nella partecipazione di attori del comparto agricolo e industriale della filiera agroalimentare nei tre principali Paesi europei impegnati nel progetto, ovvero Francia, Italia e Spagna. Per l’Italia il progetto ha come focus le aziende della filiera lattiero-casearia
dell’Emilia-Romagna. In Francia è impegnato il settore ortofrutticolo, in Spagna quello della lavorazione delle carni. ASSOLATTE PARTNER TECNICO Considerato il focus del progetto per l’Italia, Assolatte è stata scelta quale partner tecnico di Federalimentare per la selezione delle aziende del comparto agricolo e industriale lattiero-caseario italiano. Nella fase operativa del progetto, l’associazione sta supportando Federalimentare e gli altri partner tecnici di Reinwaste nello svolgimento delle attività previste e garantirà il coinvolgimento delle aziende selezionate tanto nelle attività tecniche, quanto in quelle divulgative. Le aziende che hanno fornito la disponibilità ad avviare uno studio di prefattibilità sulla gestione dei loro imballaggi, sono attualmente impegnate nello svolgimento delle azioni pilota del progetto, supportate dall’Università di Modena e Reggio Emilia per lo sviluppo delle attività di ricerca e sviluppo.
DIVULGAZIONE DEGLI OBIETTIVI Nel frattempo, sono state organizzate numerose iniziative divulgative al fine di informare gli operatori interessati circa i contenuti e gli obiettivi del progetto. Assolatte ha partecipato attivamente anche a questi momenti di incontro, offrendo una testimonianza diretta di come l’industria alimentare approcci al tema della riduzione degli scarti non organici. In occasione del convegno “Ridurre i rifiuti non organici: le proposte per il settore lattiero caseario” Assolatte ha fornito il punto di vista industriale sul tema attraverso una presentazione a cura di Marco Bianchi – R&D Packaging development manager di Parmalat Italia – dal titolo “Dalle parole ai fatti: la sostenibilità degli imballaggi secondo Parmalat”. La presentazione, con la quale è stato fatto un excursus sulle azioni intraprese per una migliore sostenibilità degli imballaggi e dei loro materiali, ha voluto rappresentare l’impegno di tutto il comparto industriale lattiero-caseario italiano sul tema degli scarti inorganici, che si sostanzia ancor di più attraverso la partecipazione attiva di diverse altre imprese del settore alle attività del progetto Reinwaste.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito del progetto (https://reinwaste.interreg-med.eu/) oppure contattare gli uffici di Federalimentare (notarfonso@federalimnetare.it sabbatini@federlaimentare.it) o Assolatte (assolatte@assolatte.it).
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INDUSTRIA CASEARIA EUROPEA: SOSTENIBILITÀ IN PROGRESS di Katia Bellantone
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a tempo il settore caseario ha compreso il proprio ruolo nei lavori per un’Europa sostenibile e neutrale dal punto di vista climatico, pur nella consapevolezza di dover continuare a fornire prodotti sani e convenienti ai cittadini. Eda e la lactosphere europea svolgono un ruolo chiave nel processo di transizione verso la sostenibilità che sta attraversando l’intero sistema alimentare. Per questo, l’European Dairy Association ha accolto con favore la recente strategia della Commissione europea per raggiungere entro il 2050 i Sustainable Development Goals fissati dalle Nazioni Unite, in particolare la “carbon neutrality”. Da dove iniziare? Il punto di partenza è il Dairy Product Environmental Footprint (Pef), progetto gestito da Eda e riconosciuto dalla Commissione europea che calcola l’impatto ambientale delle
principali produzioni casearie, tenendo conto dell’intero ciclo di vita dei prodotti. Il Dairy Pef mira a fornire un approccio armonizzato e vorrebbe superare le numerose e diverse certificazioni in circolazione, spesso non affidabili e fuorvianti, senza entrare nel merito dell’etichettatura del prodotto o mettere in competizione diverse tipologie di prodotto. Il Pef dimostra l’approccio industriale e segna la strada per un’Europa a emissioni zero. È estremamente importante avere una visione a lungo termine, ma allo stesso tempo è necessario che la Commissione europea sviluppi strumenti efficienti sotto il profilo dei costi per l’attuazione della strategia e misure di attuazione in linea con gli impegni ambientali. Ma ci vuole anche coerenza rispetto agli obblighi che l’industria sostiene per garantire sicurezza alimentare e qualità.
DOVE SIAMO
L’industria casearia usa in modo efficiente le risorse a disposizione La produttività animale è in costante aumento L’attività industriale sostiene le aree periferiche e contribuisce al mantenimento dei pascoli, veri “pozzi naturali” di assorbimento del carbonio
DOVE VOGLIAMO ANDARE
L’industria lavora per una gestione circolare di acqua ed energia Vogliamo essere un’industria sostenibile con ridotta impronta ambientale Possiamo essere contributori netti di energia pulita L’obiettivo è “zero sprechi”
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IDF WORLD DAIRY SUMMIT 2019 di Chiara Fabrizi
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na nuova edizione dell’Idf World Dairy Summit si è conclusa. Anche questa volta con un’elevatissima partecipazione: all’evento hanno preso parte rappresentanti del settore lattiero-caseario da 55 Paesi. Tra loro, esponenti dei Paesi membri della Federazione, esperti e stakeholder, esponenti di agenzie governative, della società civile, del mondo accademico, di quello allevatoriale e della trasformazione. QUESTIONE DI FIDUCIA La manifestazione, ospitata quest’anno dalla Turchia, ha permesso ai partecipanti di confrontarsi su alcuni temi chiave per il settore, come il ruolo dei prodotti lattierocaseari nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, le attuali e recenti ricerche in materia di perdita e spreco di cibo, zuccheri e proteine e allevamento sostenibile. Non meno importante è stato poi il lancio di nuovi rapporti e iniziative, tra i quali l’Idf World Dairy Situation Report 2019. Uno dei principali momenti della manifestazione è stato il Dairy Leaders Forum, momento di confronto tra importanti leader del panorama lattierocaseario mondiale. “Il settore lattiero-caseario ha molto da offrire per nutrire il mondo. Dobbiamo rafforzare la fiducia nei prodotti del settore e difenderli come parte di una dieta sostenibile” ha affermato Hanne Søndergaard, chief marketing officer di Arla Foods.
Il messaggio aziende agricole; lanciato durante sequestro IL SETTORE il forum è che, di carbonio; LATTIEROper garantire agricoltura di CASEARIO HA che le persone precisione; MOLTO DA OFFRIRE mantengano innovazione PER NUTRIRE IL fiducia nei tra aziende MONDO. DOBBIAMO prodotti agricole, filiera e lattiero-caseari prodotti; aziende RAFFORZARE nell’ambito di lattiero-casearie LA FIDUCIA una dieta sana alimentate da NEI PRODOTTI e sostenibile fonti rinnovabili; DEL SETTORE E per il futuro, è imballaggi DIFENDERLI COME necessario porre ecologici e misure PARTE DI UNA DIETA maggiormente per combattere SOSTENIBILE l’accento su ciò gli sprechi che il settore alimentari. sta facendo per contribuire a zero fame, zero I NUOVI MERCATI emissioni di carbonio e altri “Con 400 milioni di cinesi di obiettivi di sviluppo sostenibile. classe media, i livelli di consumo L’attenzione dovrebbe essere di prodotti lattiero-caseari stanno focalizzata su ciò che il settore crescendo rapidamente” ha fatto sta facendo per il clima e su notare Li-hua Wei, presidente come stia procedendo a passi di Junlebao Dairy China. da gigante per produrre più latte Comprendere la domanda dei con meno consumo di terra e di consumatori, il potenziale e le acqua. Per raggiungere lo “zero sfide del mercato è una priorità netto” di carbonio, il comparto per la Cina, insieme alla deve adottare una strategia che necessità di lavorare in modo copra l’intera catena del valore, più sostenibile. L’integrazione dalla stalla al consumatore, e si e l’innovazione basate sulle rivolga a molteplici aree: clima, risorse locali promuovono aria, acqua e natura. prodotti lattiero-caseari di alta Le potenziali misure includono qualità. controlli climatici nelle La testimonianza di Margaret
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ATTUALITÀ _FIL/IDF Munene, managing director di Palmhouse Dairies Kenya, si è invece incentrata su come i prodotti lattiero-caseari possono contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile finalizzati a un’istruzione di qualità e alla riduzione delle disuguaglianze. “Cosa abbiamo ottenuto in 22 anni? Eliminazione della povertà, emancipazione delle donne,
creazione di posti di lavoro e sicurezza nutrizionale”. Il modello adottato, come spiegato dalla rappresentante keniota, contribuisce al sostentamento, all’istruzione e alla sostenibilità per i piccoli agricoltori del Paese, consentendo alle donne e alle loro famiglie di prosperare e dimostra ciò che i prodotti lattiero-caseari possono dare
alle comunità. “La formazione è fondamentale per gli agricoltori in Kenya, insieme all’assicurazione sanitaria e agli aiuti all’istruzione”. Il ruolo dei latticini nell’emancipazione delle donne è stato affrontato anche da Idil Yigitbası, rappresentante dell’azienda turca Pınar Süt, che ha presentato i dettagli sui
JUDITH BRYANS, PRESIDENTE IDF: “NON C’È SICUREZZA ALIMENTARE SENZA PRODOTTI LATTIERO-CASEARI” Uno dei principali vantaggi dell’Idf World Dairy Summit è l’opportunità che questo appuntamento offre nel riunire tutto il settore per discutere di cosa riserva il futuro ai prodotti lattiero-caseari e di come noi, rappresentanti del settore, possiamo contribuire a modellarlo. Sono fermamente convinta che se come settore settore lattierocaseario coltiviamo ambizioni audaci per noi stessi e lavoriamo in modo collaborativo, possiamo superare le sfide che il nostro settore sta attualmente affrontando e avere un futuro luminoso e ottimista. Un mio vecchio insegnante una volta disse: “Le sfide di una persona sono un’altra opportunità”. Credo che nel settore lattiero-caseario siamo abbastanza forti da accettare le nostre sfide e trasformarle in opportunità. Non è per sminuire le nostre sfide. Sono difficili. Una delle maggiori è quella di riuscire ad alimentare la popolazione mondiale in crescita. Nell’ultimo anno avrete visto numerosi rapporti che criticavano l’allevamento e ne raccomandavano riduzioni dovute ai cambiamenti climatici. Pochissimi di questi rapporti riconoscono, però, che non possiamo avere una vera sicurezza alimentare senza prodotti lattierocaseari. Facciamo valere il ruolo del settore lattiero-caseario La verità è che non possiamo veramente nutrire le popolazioni senza latticini. Molte persone che vivono in estrema povertà in questo mondo vivono nelle aree rurali. Per loro, possedere animali rappresenta un modo per alimentare le loro famiglie ogni giorno; per avere una sicurezza economica ogni giorno; e quindi una via d’uscita dalla povertà, dalla fame e dalla malnutrizione. Sappiamo tutti che i prodotti lattiero-caseari contribuiscono alle economie nazionali, a quelle globali, ai mezzi di sussistenza individuali, alla sicurezza alimentare, alla nutrizione. Il nostro ruolo come comunità è quello di mettere in evidenza tutto ciò. Ora riconosciamo pienamente che tutta la produzione alimentare ha un costo. L’abbiamo detto molte volte in molti luoghi, ma come settore lattierocaseario ci assumiamo la responsabilità della nostra impronta ambientale da diversi anni e continuiamo a migliorare.
Idf: competenza nel settore lattiero-caseario dal 1903 Fin dalla sua istituzione nel 1903, l’Idf ha contribuito a guidare il mondo nel modellare l’ambiente in cui opera il settore lattiero-caseario. Abbiamo esperienza in una vasta gamma di aree, dalla fattoria alla tavola: nutrizione, ambiente, marketing, sicurezza e qualità degli alimenti, nella gestione degli allevamenti, negli standard sul benessere degli animali e in molte altre materie. Siamo un’organizzazione formidabile grazie alla nostra esperienza, alle nostre partnership e alla nostra struttura unica che ci consente di raggiungere un consenso globale. Con il recente ingresso di altri due Paesi all’Idf, la Russia e il Kenya, rappresentiamo oltre il 75% della fornitura mondiale di latte. E incoraggiamo altre delegazioni nella comunità Idf. Apprezziamo tutti i nostri partner, ma mi limiterò a citare solo Codex, Fao, Gasl e Iso come organizzazioni che hanno collaborato con l’Idf e la sua comunità per molti anni e speriamo che continueranno a farlo. Mentre salutiamo Istanbul 2019 e guardiamo già al World Dairy Summit 2020 che si svolgerà a Cape Town in Sudafrica, non vedo l’ora di lavorare con tutti voi per continuare a delineare un futuro sostenibile per i prodotti lattiero-caseari.
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ATTUALITÀ _FIL/IDF programmi di formazione disponibili nel Paese esclusivamente per le donne allevatrici. Yigitbası ha anche parlato delle misure necessarie per incoraggiare i giovani a “prendere in mano” l’eredità della produzione lattiero-casearia, così come dell’importanza di concentrarsi maggiormente sugi ragazzi appartenenti della Generazione Z e sulle loro esigenze di consumatori. Il numero di giovani nei caseifici sta diminuendo. Con un’età media dei produttori di latte tra i 40 e i 60 anni e molte famiglie che instradano i loro figli lungo percorsi di carriera diversi, è necessario fare di più per rendere la produzione lattiera una professione attraente. “Dobbiamo concentrarci sul futuro del settore lattierocaseario proteggendo al contempo il nostro solo e
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unico pianeta” ha dichiarato la rappresentante turca. Nel dibattito non poteva mancare l’ambito nutrizionale. Oggi una delle maggiori sfide globali è rendere la produzione e il consumo di alimenti più sani e più sostenibili. Le problematiche associate sono diverse e riguardano l’aumento della popolazione mondiale, la malnutrizione, l’elevata influenza ai cambiamenti climatici. La definizione di modelli alimentari sani e sostenibili è complessa e dovrebbe basarsi su un’indagine sistematica e su solidi dati scientifici. Su questo fronte, secondo la direttrice ricerca e sviluppo di FrieslandCampina Innovation Center, l’olandese Margrethe Jonkman, “dobbiamo smettere di parlare di cibo e iniziare a guardare alla nutrizione. Dobbiamo ottimizzare le nostre diete in base alla salute e alla sostenibilità”.
Calendario degli appuntamenti Fil/Idf: 2020 Idf/Iso Analytical Week 6-9 aprile, Beijing, Cina 8th Idf International Symposium on sheep, goat and other non-cow’s milk, 4-5 maggio, Bruxelles, Belgio Idf International Symposium on Cheese Science and Technology, 1-5 giugno, Quebec, Canada Cheese Science and Technology, 1-5 giugno, Quebec, Canada Idf World Dairy Summit, 28 settembre – 1 ottobre, Cape Town, Sud Africa
2021 Idf/Iso Analytical Week, tbd, Germania Idf World Dairy Summit, 8-11 novembre, Puerto Varas, Cile
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“IL MIO IMPEGNO PER ETICHETTATURA E DIETA” di Katia Bellantone
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icentina, laureata in Giurisprudenza e avvocato matrimonialista, Alessandra Moretti è membro della Commissione Ambiente e Sicurezza alimentare del Parlamento europeo. Ha iniziato l’attività politica molto giovane, già ai tempi della scuola. Dopo l’incarico alla Camera dei deputati nel 2013, viene eletta al Parlamento europeo nel 2014 e poi di nuovo alle ultime elezioni del 2019. La Commissione Envi è responsabile della maggior parte delle politiche che hanno un impatto sull’industria alimentare. Quali sono le priorità che siete chiamati ad affrontare in questa legislatura? Viviamo un periodo in cui possiamo guardare al futuro con fiducia: da un lato, seppure con un po’ di ritardo, continuano le discussioni sulla futura politica agricola comune. Dall’altro, un rinnovato Parlamento e una nuova Commissione offrono l’opportunità di nuovi approcci politici. La presidente della nuova Commissione, Ursula von der Leyen, ha chiarito tre priorità attraverso la sua scelta di portafogli per i vicepresidenti esecutivi: cambiamento climatico-sostenibilità, digitalizzazione e industrializzazione. La questione del climate change avrà un ruolo centrale in tutte le politiche dell’Unione e dei suoi stati membri, non possiamo più ignorare quella che si appresta a essere la catastrofe peggiore del nostro secolo. Attraverso la strategia Farm to Fork della Commissione, l’Ue mira a soddisfare tutte queste priorità. Non sappiamo ancora cosa conterrà, ma l’obiettivo è quello di fornire agli europei alimenti sicuri proteggendo l’ambiente e coprire ogni fase della catena alimentare, dalla produzione al consumo. È chiaro che lo sviluppo di questo approccio richiederà la partecipazione di tutte le parti interessate, dalle istituzioni all’industria, dagli agricoltori ai rivenditori, dai produttori ai consumatori.
Recentemente lei ha sollevato la questione dell’etichettatura nutrizionale sul fronte pacco e dei sistemi di etichettatura a semaforo. Qual è la sua posizione? Ho voluto portare la nuova Commissaria sul tema dell’etichettatura fronte pacco e dei sistemi di etichettatura a semaforo perché la ritengo una questione fondamentale. Noi siamo quello che mangiamo e una dieta bilanciata è necessaria per prevenire alcune malattie tra cui il diabete, il cancro e l’obesità infantile. La qualità dei prodotti alimentari deve essere la priorità anche per consentire ai consumatori di fare scelte sane e consapevoli. Per questo è necessario fornire informazioni trasparenti e basate su prove scientifiche, sviluppando programmi di educazione a una corretta alimentazione. Ho chiesto quindi alla commissaria designata alla Salute pubblica, Stella Kyriakides, di impegnarsi per sviluppare e promuovere programmi educativi anche attraverso un’etichettatura europea, che consenta ai consumatori di avere informazioni veritiere che però non vadano a discriminare i prodotti italiani di eccellenza. Ho posto all’attenzione la necessità di azioni concrete per limitare lo sviluppo di diversi schemi di etichettatura nutrizionale in vigore in alcuni Stati europei che non permettono, per come sono concepiti, di distinguere i cibi autenticamente sani da quelli dannosi.
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CONOSCIAMOLA MEGLIO
ALESSANDRA MORETTI Quali sono i suoi hobby? Sono un’appassionata di sport e di camminate all’aria aperta. Un posto in cui vorrebbe tornare? Torno sempre sull’isola di San Pietro a Carloforte. Ormai sono più di 12 anni che trascorro lì le vacanze estive, insieme ai miei figli e agli affetti più cari. Lo sport preferito? Ogni mattina, dalle 8 alle 9, ho un immancabile appuntamento con la palestra, dove faccio un po’ di attività aerobica, macchine e un po’ di yoga. La squadra del cuore? Tifo Juventus perché mio figlio Guido è un fan sfegatato e per il Lanerossi Vicenza. Dovrò cercarmi presto una squadra belga, dato che da settembre vivo qui a Bruxelles. Sul suo comodino ci sono? In questo momento, l’ultimo libro di Lilli Gruber, “Il potere delle donne” Il cantante preferito? Ne ho tanti, ma Vasco rimane il numero uno. Cucina tradizionale o innovativa? Amo la cucina tradizionale e i piatti semplici. Il piatto preferito? La pizza. Il formaggio più buono? Mi mette in imbarazzo: dall’Asiago dolce del mio Altopiano, al Parmigiano Reggiano, alla Mozzarella di Bufala Campana. Nel suo frigo non manca mai? Il Parmigiano Reggiano. Assolatte è da sempre contraria a sistemi che orientano i consumi anziché dare informazioni. Come evitare che il diritto all’informazione deii consumatori si trasformi in politiche commerciali? I diritti dei consumatori devono essere una linea guida per le politiche europee, in particolare quello all’informazione, perché i consumatori devono essere liberi di fare scelte fondamentali per la loro salute e per il loro benessere. Sono convinta che serva un sistema uniforme all’interno dell’Unione europea, in primo luogo per poter garantire a tutti i cittadini lo stesso grado di soddisfacimento di questo diritto, in secondo luogo per evitare una frammentazione del mercato interno che sarebbe ingiusta e dannosa per produttori e aziende. L’industria casearia ha già avviato il percorso verso la sostenibilità. L’industria
Il suo motto è? Never give up, mai mollare. Il film che ha amato di più? Tantissimi sono i film che mi sono rimasti nel cuore, da “La vita è bella” di Roberto Benigni, alle storie raccontate da Alberto Sordi, i film di Carlo Verdone o le commedie come “Harry ti presento Sally”. E il libro? Ne ho letti troppi. Tra gli ultimi, quello che ho apprezzato molto e che consiglio è di Chistian Rocca: “Chiudete internet”.
del food, però, rispetto ad altri settori, ha obblighi particolari perché deve coniugare sostenibilità e sicurezza alimentare. Non crede che nella definizione di nuovi vincoli sia necessario considerare anche la tutela della competitività delle aziende? Le aziende alimentari devono essere messe in grado di lavorare nel miglior ambiente possibile, affinché possano concentrarsi sulla qualità dei prodotti e dei sistemi produttivi, elementi che ricadono sulla salute dei cittadini. Per questo i vincoli istituiti per assecondare e sostenere un percorso di sostenibilità non possono prescindere dalla tutela della competitività delle aziende alimentari. Nonostante questa onda green, certamente necessaria, dobbiamo assicurare una transizione giusta, che permetta a tutte le aziende, anche quelle più piccole, di stare al passo con i tempi e con queste nuove leggi.
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ATTUALITÀ_UE LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA:
STELLA KYRIAKIDES
ALLA SALUTE E SICUREZZA ALIMENTARE di Katia Bellantone
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on è stato facile, ma alla fine si è arrivati alla nomina della nuova Commissione europea. I commissari designati hanno dovuto superare gli “esami di ammissione” – ogni candidato si è presentato alle commissioni parlamentari di riferimento per rispondere alle domande dei deputati sul programma – e ben tre di questi, la francese Sylvie Goulard, l’ungherese Laszlo Trocsanyi e la rumena Rovana Plumb sono stati bocciati. I primi due sono stati sostituiti rispettivamente da Thierry Breton e da Olivier Varhely, mentre il posto della rumena Plumb è ancora vacante. In altri casi, come per il polacco Janusz Wojciechowski in corsa per l’Agricoltura, il primo incontro non ha convinto e sono state necessarie due audizioni per chiudere il cerchio. Le esitazioni sulla definizione della squadra hanno fatto traballare la presidente Ursula von der Leyen, osteggiata da Macron, ma hanno rafforzato la leadership del primo vice presidente Franz Timmermans, di grande esperienza e autorevolezza, al secondo mandato alla Commissione europea. La prossima commissaria alla Salute e alla Sicurezza alimentare è Stella Kyriakides, cipriota, del Partito popolare europeo, che durante l’audizione ha mostrato sicurezza, grande padronanza dei temi e inglese fluente. A chi tentava di strapparle promesse estreme (di chiudere il dialogo con l’industria del tabacco, per esempio), ha risposto che la Commissione parlerà e ascolterà tutti; la definizione delle politiche, poi, sarà concertata con il Parlamento. Il suo approccio è incoraggiante, considerato che sarà lei a occuparsi di tutti i temi legati alla sicurezza alimentare e all’etichettatura. E, sebbene a questi ultimi sia stato dedicato poco spazio durante l’intervista, è stata la deputata Alessandra Moretti, sollecitata da Assolatte, a sollevare in Commissione Envi la questione più critica relativa all’etichettatura nutrizionale e ai semafori. L’eurodeputata veneta ha posto domande molto importanti: la commissaria è d’accordo sul fatto che sia necessario dare ai consumatori informazioni basate su prove scientifiche e, soprattutto, promuovere programmi di educazione alimentare? Come intende frenare lo sviluppo dei numerosi e diversi schemi di etichettatura nutrizionale front of pack in vigore in diversi Stati membri? Come evitare che i consumatori siano
Stella Kyriakides
ingannati da indicazioni semplicistiche che finiscono per discriminare i prodotti europei di eccellenza? Domande coraggiose, dato che la stragrande maggioranza dei deputati è a favore del Nustriscore e dei sistemi che valutano gli alimenti nel loro complesso. La deputata italiana, supportata dall’industria alimentare, ha aperto una breccia anche a costo di rischiare l’isolamento nel suo stesso gruppo politico. Peccato che la risposta della commissaria non sia stata altrettanto coraggiosa: sebbene l’etichettatura fronte pacco e quella sull’origine della materia prima siano fortemente richieste dai consumatori, Stella Kyriakides si è detta contraria alla “rinazionalizzazione” delle politiche alimentari e sarà la Commissione, dopo aver considerato i due report in via di pubblicazione (sulla valutazione dei sistemi e sull’applicazione dei decreti sull’origine) a promuovere norme europee comuni. Una risposta incoraggiante, se non fosse che l’Italia non è ancora riuscita a implementare il sistema a batteria che voleva rappresentare l’alternativa tricolore al Nutriscore e che probabilmente nessuna proposta italiana sarà inserita nel report della Commissione, mentre ci sarà di certo il Nutriscore sperimentato anche in Germania. Troppe, quindi, le incognite. Il dato positivo è certamente la volontà di tutelare il mercato interno e l’armonizzazione delle norme evitando la frammentazione: una sensibilità che è mancata molto durante la scorsa legislatura, mettendo a rischio la base del mercato unico. Tema denunciato molte volte da Assolatte e che dovrà essere priorità nel prossimo lustro.
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LA TUA SCELTA
CONTA
Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
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ATTUALITÀ
CONSUMATORI A CACCIA DI QUALITÀ E SICUREZZA I TREND DI MERCATO IN UN CONVEGNO A “FORME” di Gianluca Pierangelini
I
l convegno dal titolo “Il mercato premia la qualità” promosso da Assolatte all’interno della manifestazione bergamasca “Forme” ha confermato quanto la qualità – un concetto proprio dell’industria lattiero-casearia italiana – determini le scelte del consumatore, nazionale ed estero, e rappresenti un volano per la crescita internazionale dei prodotti italiani. “Il mercato interno è stagnante e le famiglie italiane vivono una condizione economica poco entusiasmante” ha esordito il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi “ma,
nonostante questo, pongono al centro delle loro scelte di consumo la qualità e la sicurezza degli alimenti, fattori che l’industria garantisce con sempre maggiore affidabilità”. Gli interventi dei relatori hanno dimostrato come i cambiamenti nelle esigenze del consumatore derivino dall’evolversi della società e come le imprese produttrici, con il supporto della distribuzione, si siano adeguate a questi mutamenti. “La qualità non è un fattore riconosciuto solo dal consumatore italiano, abituato a mangiare bene, ma è un elemento sempre più
apprezzato anche all’estero” ha continuato Ambrosi “questo spiega la crescita delle esportazioni casearie italiane, favorite anche da una politica commerciale europea vincente e da un impegno diretto degli imprenditori e delle autorità preposte nel promuovere e valorizzare le nostre eccellenze nei mercati esteri”. LARGO CONSUMO: EVOLUZIONE DEI CONSUMATORI E NUOVE STRATEGIE L’intervento di GfK si è concentrato sui principali trend che influenzano l’evoluzione dei
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consumatori italiani. Innanzi tutto, cambia la struttura della società italiana, che è sempre più anziana (secondo le previsioni fra 25 anni quasi la metà della popolazione avrà più di 55 anni). Cambia la composizione delle famiglie: oggi quelle con figli conviventi sono poco più di un terzo (circa 8 milioni), mentre i single sono in deciso aumento. Si moltiplicano le opportunità di accesso alle informazioni, che rendono i consumatori sempre più informati, decisi e critici. Cosa cercano e cosa desiderano questi consumatori sempre più esigenti? “Un trend in forte crescita è sicuramente quello legato alla sostenibilità” ha spiegato Matteo Zanibon, Sales Lead GfK Italia. “I consumatori hanno la consapevolezza di dover adottare comportamenti più green e chiedono lo stesso a produttori e distributori. Nelle strategie d’acquisto, vincono la qualità, la ricerca di semplificazione, il servizio e la valutazione di prezzo, in un contesto generale di crescente multicanalità”. Anche nel food sono evidenti i cambi di paradigma. Da una parte gli italiani sono sempre più attenti al benessere: il 76% sente il dovere di nutrire se stesso e la propria famiglia in modo sano, il 59% cerca di mangiare sano per stare bene e il 35% cerca di eliminare la carne. Dall’altra, c’è una maggiore ricerca del piacere (il 72% dichiara di non resistere alle tentazioni della buona tavola), della sperimentazione (il 40% ama la cucina straniera e il 59% prova volentieri nuovi prodotti) e del gusto, che significa anche riscoperta del made in Italy (per il 68% degli italiani ha una qualità superiore). Questo consumatore sempre più propenso a sperimentare cose nuove è anche meno fedele al brand e al punto vendita. Un fenomeno che
penalizza soprattutto le marche leader, mentre avvantaggia le aziende medio-piccole che propongono prodotti che soddisfano i bisogni emergenti di praticità, servizio, semplificazione e naturalità. A seguire, Giorgio Baldini – responsabile acquisti gastronomia, latticini e salumi di Esselunga – ha illustrato i principali criteri di selezione dei prodotti caseari nella Gdo e le dinamiche messe in atto per la loro valorizzazione all’interno della realtà Esselunga. EXPORT DEI FORMAGGI ANCORA IN CRESCITA GRAZIE AGLI ACCORDI È stata poi la volta di Fabio Leonardi, consigliere Assolatte incaricato all’internazionalizzazione. Dopo una panoramica del mercato nazionale, ha analizzato l’andamento dell’export dei formaggi italiani, che mostra una crescita importante in alcune destinazioni strategiche come Giappone e Stati Uniti, oltre che nei mercati storici europei, in particolare Francia e Germania. “Le vendite internazionali dei formaggi italiani crescono anche grazie alla progressiva liberalizzazione degli scambi favorita dagli accordi
commerciali dell’Ue” ha precisato Leonardi. Si è quindi soffermato sui due principali accordi, quello con il Canada (Ceta) e quello con il Giappone (Epa), evidenziando come e quanto questi accordi, oltre a migliorare l’accesso dei prodotti italiani su quei mercati, abbiano contribuito a una migliore tutela delle Indicazioni geografiche italiane. Quello delle Dop, infatti, è un tema che fino a qualche anno fa non veniva trattato nei tavoli negoziali, quindi i risultati raggiunti finora sono da considerare ancor più positivi. Sempre con riferimento a Canada e Giappone, Leonardi ha poi illustrato i contenuti e i primi importanti risultati ottenuti dai due piani promozionali dedicati al settore lattiero-caseario italiano che Assolatte e Ice Agenzia hanno intrapreso nei due Paesi. L’intervento si è concluso con un cenno sull’attuale situazione legata ai dazi Usa, quarta destinazione dei formaggi italiani per un valore di circa 300 milioni di euro. “Bisognerà capire come reagirà il mercato a queste nuove tariffe” ha concluso Leonardi “l’augurio è che si trovi presto un accordo e si eviti un’escalation delle tensioni commerciali”.
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ATTUALITÀ_NEWS NONNO NANNI, TRE PREMI A “IL MIO PRODOTTO DEL CUORE” CON ROBIOLA, FRESCO SPALMABILE E STRACCHINO Tre prodotti Nonno Nanni si sono aggiudicati il premio “Il mio prodotto del cuore”, il riconoscimento che mira a premiare la qualità e la bontà di prodotti di diverse categorie. Infatti, è proprio grazie al cuore, unito all’amore per la tradizione e all’attenzione nella selezione delle migliori materie prime, che l’azienda veneta è riuscita a conquistare tre premi con tre referenze della gamma di formaggi freschi: lo Stracchino per la categoria “Formaggi”, la Robiola senza lattosio per la categoria “Senza lattosio” e il Fresco Spalmabile Biologico per la categoria “Bio”. Giunto alla seconda edizione, il premio ha visto gareggiare 133 prodotti, suddivisi in 35 categorie, da cui sono poi stati selezionati 36 vincitori decretati attraverso diversi parametri di valutazione: il rapporto qualità-prezzo, la ripetitività degli acquisti, la presentazione dei prodotti e
ARRIGONI BATTISTA LANCIA “IL CUCCHIA LYO” Arrigoni Battista ha lanciato “Il Cucchia Lyo”, referenza che unisce una vaschetta di Gorgonzola Dop a una porzione di frutta o verdura liofilizzata. Cinque gli abbinamenti proposti: peperoni, asparagi, cipolle, fragole e lamponi. Il Cucchia Lyo si presenta in vaschetta take away da 250 g e si propone ai consumatori come antipasto o snack. Il Cucchia Lyo è frutto della ricerca e dell’innovazione di Arrigoni Battista: la vaschetta take away è stata portata sul mercato da Arrigoni Battista nel 2018. Termosigillata e preconfezionata dall’azienda, si è rivelata una soluzione rapida e comoda per chi va a fare la spesa. Di recente il prodotto è stato dichiarato “Best Italian Soft Cheese” agli International Cheese Awards 2019 di Nantwich (Uk).
l’intenzione di raccomandarli ad altri. Giuria d’eccellenza di questa iniziativa sono stati i consumatori, selezionati in base a genere, età e provincia, che hanno potuto votare attraverso il portale dedicato all’iniziativa il loro “prodotto del cuore”, cioè quello che apprezzano di più o del quale non possono proprio fare a meno. “Ricevere questo premio ci rende molto felici – ha affermato il direttore marketing di Nonno Nanni, Luca Galuppo – essere stati scelti e premiati dalla valutazione dei consumatori è motivo di grande orgoglio. Infatti, per noi sono un punto di riferimento, e questo riconoscimento non fa altro che spronarci ancora di più a intercettare al meglio le loro esigenze per poter garantire un’offerta che sia sempre di qualità”.
CENTRALE DEL LATTE D’ITALIA PRESENTA IL TROFEO SKI LATTE 2020 Tutto pronto per la 23esima edizione del trofeo Ski Latte, la gara di slalom gigante ideata da Emiliano Feller e Antonio Trifilò nel 1995 e organizzata da Centrale del Latte d’Italia. L’evento si terrà come di consueto sulle nevi di Folgaria (Tn) domenica 9 febbraio 2020. La manifestazione si svolgerà sulla pista agonistica di Fondo Grande. Possono partecipare gli operatori e gli amici del latte. Gli iscritti saranno suddivisi in tre categorie: operatore maschile, operatore femminile e amici del latte. Il trofeo Ski Latte sarà assegnato all’operatore che avrà realizzato il miglior tempo assoluto. La quota d’iscrizione è di 5 euro da versare al momento del ritiro del pettorale. Per gli operatori Folgaria l’iscrizione è Domenica 9 febbraio 2020 gratuita.
23° TROFEO SKI LATTE www.skilatte.it
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS “NATURA SINCERA” SABELLI, UNA LINEA DI FRESCHI PER I CONSUMATORI PIÙ GIOVANI Sabelli ha lanciato un nuovo marchio dedicato ai formaggi freschi dedicato ai consumatori più giovani e attenti agli stili di vita moderni. È “Natura Sincera” e comprende vari formati di mozzarella, mozzarelline, scamorza e ricotta. Il nuovo brand si propone come alternativa di qualità al giusto prezzo, restando fedele alla genuinità e al rispetto dell’arte casearia che caratterizzano il lavoro del gruppo marchigiano. Il fulcro di questa offerta è il consumatore moderno e dinamico, alla ricerca di semplicità e autenticità, attento all’ambiente e a stili di vita sani. Spazio, quindi, a formati pratici e accessibili, ma anche salutistici, con una linea dedicata ai prodotti senza lattosio. “Il marchio Natura Sincera nasce dalla volontà di affiancare al marchio Sabelli, che rappresenta mozzarella, stracciatelle e burrate di segmento premium,
un’alternativa per un target che cerca il gusto ma è attento anche al prezzo – spiega l’ad di Sabelli Group Angelo Galeati – in questo modo completiamo la nostra offerta in modo forte ed efficace, per raggiungere nuove fasce di consumatori e cogliere nuove opportunità di mercato. Sabelli è un’azienda di famiglia,
saldamente a conduzione italiana – conclude Galeati – la nostra responsabilità è raccogliere questa eredità e, allo stesso tempo ,proseguire il percorso di crescita attraverso l’innovazione tecnologica e produttiva e acquisizioni eccellenti, per arricchire il nostro territorio e la filiera dei produttori”.
AL DAIRY FORUM DI VARSAVIA GIORNATA DEDICATA AL RUOLO DELLE GIOVANI MANAGER L’International Dairy Forum polacco, arrivato alla sua 17esima edizione, è la convention più grande dell’Europa centrale e dell’Est. Ed è proprio per la sua portata che appare molto importante il segnale che ha voluto lanciare l’organizzatrice, Agnieszka Maliszewska, direttrice della Camera di Commercio del Latte polacca con esperienza più che ventennale nel settore caseario, prevedendo una sessione dedicata alle “women in dairy”. Per l’Italia, ha partecipato Valentina Zanetti. Durante il suo intervento, Zanetti ha espresso molte perplessità. “Difficile parlare senza cadere nel banale, di discriminazione e di femminismo in Europa, dove le donne hanno raggiunto, almeno
formalmente, una quasi totale parità di diritti e di opportunità. Nonostante questo, è ancora importante riflettere sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro, ma bisogna andare più a fondo. Forse, la lotta per le pari opportunità ha portato a un mondo in cui le donne hanno successo quando si comportano da uomini. È evidente – ha ricordato Zanetti – che alcuni lavori sono riservati agli uomini, soprattutto quando entra in gioco la forza fisica. Le cose cambiano però, se si parla di ruoli manageriali, dove spesso le donne devono combattere ancora molti pregiudizi. Non è più tempo quindi delle battaglie per le leggi sulle quote rosa, ma di far capire che uomini e donne sono diversi. E la diversità, spesso, è ricchezza”.
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L’INTENSITÀ
ATTUALITÀ _NEWS _NEWS IL LATTE CONDENSATO NESTLÉ RENDE IL NATALE PIÙ DOLCE A Natale la fantasia e la creatività risuonano anche in cucina, a volte rispettando la tradizione, altre abbracciando l’innovazione. Così è stato per gli Chef in Camicia, coinvolti da Nestlé per mettere la loro creatività al servizio de Il Latte Condensato Nestlé. Gli Chef in Camicia interpretano ognuno, a loro modo, l’arte in cucina. Nicolò ha un approccio raffinato e aperto all’utilizzo di ingredienti esotici o poco convenzionali. Lello mette in ogni ricetta uno spirito casereccio e autentico. Andrea,
infine, è lo chef più gourmet e la sua esperienza in ristoranti stellati lo porta a cercare l’eccellenza in ogni preparazione. In occasione del Natale, la loro fantasia ha incontrato la versatilità di un alleato davvero speciale, qual è Il Latte Condensato Nestlé. Il risultato? La Torta Mou con frutta secca e Il Latte Condensato Nestlé, un vero trionfo di dolcezza e cremosità che saprà conquistare proprio tutti. Ingrediente fondamentale della ricetta è il Latte Condensato Nestlé in latta, da dosare al cucchiaio. È una delle tre versioni in cui viene proposto questo prodotto in Italia. Oltre alla latta da 397 grammi di peso, i consumatori possono scegliere tra il tubo da 170 grammi, ideale per i dolci diluito in acqua, e la confezione top down da 450 grammi, sempre pronto e comodo per rendere più goloso il pane, la frutta o il caffè.
COMELLINI FA INCETTA DI PREMI Il Caseificio Comellini è stato tra i vincitori della 32esima edizione del World Cheese Award, il premio di riferimento internazionale per l’eccellenza casearia, tenutosi nella manifestazione Forme. Lo storico caseificio di Castel San Pietro Terme (BO) si è aggiudicato l’unica medaglia d’oro attribuita dalla giuria, composta da 260 esperti provenienti da 35 Paesi, nella categoria “formaggi semiduri a latte vaccino” con il suo Castel San Pietro, una caciotta dalla consistenza morbida e dal sapore delicato. Inoltre il Caseificio Comellini è stato premiato anche con la medaglia di bronzo nella categoria “formaggi freschi a latte vaccino” per il suo Stracchino degli Angeli, gustoso formaggio molle da tavola, mantecato e dal delicato sapore di latte appena munto.
AURICCHIO INVESTE SUI PROVOLONI IN CAMPANIA “Vogliamo portare il cuore pulsante dell’azienda Auricchio a Somma Vesuviana, questa volta abbiamo utilizzato un bando della Regione Campania. Abbiamo fatto un aumento di capitale e garantiremo i livelli occupazionali in crescita”. Queste le parole di Gian Domenico Auricchio, presidente della Gennaro Auricchio Spa, nel corso di un incontro organizzato dal Comitato Leonardo, in collaborazione con Adler Group ed Eccellenze Campane a Napoli. Il bando a cui fa riferimento Auricchio è quello previsto dal Psr e la cifra richiesta per innovare tecnologicamente lo stabilimento vesuviano è di 2 milioni di euro, di cui il 50% a fondo perduto. Inoltre, l’azienda porterà a Somma Vesuviana dalla Lombardia la produzione del provolone nelle confezioni che non superano il chilo di peso. Il tutto grazie a una notevole automatizzazione dei processi che verranno avviati nel sito in provincia di Napoli.
“L’avventura dell’Auricchio è nata qui in Campania a San Giuseppe Vesuviano nel 1867 – ha ribadito il presidente – abbiamo fatto per più di cento anni provolone ‘come dio comanda’ e nel periodo pre-crisi abbiamo puntato molto sull’export e abbiamo investito acquistando nove aziende, di cui una di distribuzione negli Usa, affiancando il provolone ad altri prodotti di qualità”. Auricchio ha poi sottolineato l’importanza del Sud per la produzione agroalimentare: “Nelle otto regioni meridionali si produce un quinto della ricchezza nazionale, ma nell’alimentare si sale a un terzo: oltre 18 miliardi. Oltre 668mila imprese agricole e di trasformazione. Le imprese alimentari sono 34mila. La metà di tutte le imprese alimentari. Abbiamo ribaltato una percezione negativa che aveva il nostro territorio, per questo abbiamo deciso di fare un forte investimento qui”.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS DA MÜLLER TRIS DI NOVITÀ PROTEICHE PER GLI APPASSIONATI DEL FITNESS
TAPPOROSSO LIMITED EDITION
Müller ha lanciato tre nuove referenze pensate soprattutto per gli sportivi e più in generale per chi si prende cura del proprio benessere, in quanto il claim principale sottolinea la ricchezza di proteine. Si tratta de “I Mix Good”, una combinazione di latte fermentato e formaggio fresco, che viene declinata in tre versioni: con mandorle, mirtilli e semi di zucca; con nocciole, mandorle, cocco e papaya; con noci pecan, banana e gocce di cioccolato. Il nuovo prodotto, oggetto anche di una campagna pubblicitaria con spot per tv, web e social, si trova nel banco frigo in confezioni da 140 grammi. La percentuale di frutta secca è del 10% sul totale del prodotto.
Dopo il successo ottenuto dalla bottiglia impreziosita dai Pulcinella di Emanuele Luzzati, Centrale del Latte di Torino si affida al tratto del famoso illustratore genovese Enrico Macchiavello. E lancia una bottiglia in vetro serigrafata con i disegni del celebre fumettista, per il latte fresco Tapporosso Parzialmente scremato e Alta Qualità. Prodotta in edizione limitata e distribuita nel mese di settembre in parte dei 5.000 punti vendita del Piemonte serviti ogni giorno da Centrale del Latte di Torino, la bottiglia ha una capacità di 750 ml ed è stata prodotta da O-I, leader mondiale nella produzione di packaging in vetro. La particolarità della bottiglia è la ripetizione dei disegni originali dei personaggi di Macchiavello, che vengono proposti in un susseguirsi di posizioni di degustazione di latte, elemento centrale del soggetto.
LINEA DEGUSTAZIONE FERRARI: 14 IDEE PER INSOLITI REGALI DI NATALE Esaltare il sapore dei più pregiati formaggi e farne apprezzare le diverse caratteristiche, grazie all’abbinamento con salse, confetture, mieli, vini, dolci, aceto balsamico e frutta secca. È questo lo spirito con cui sono nate le“confezioni degustazione” Ferrari, eleganti cofanetti con una selezione dei due più famosi formaggi Dop italiani abbinati ad altre delizie gastronomiche. Sono 14 le combinazioni create a partire da Parmigiano Reggiano Dop e Grana Padano Dop di diverse stagionature. Una confezione è dedicata a chi preferisce i cibi biologici
e offre Parmigiano Reggiano biologico abbinato a una selezione di mieli biologici. Un altro cofanetto propone un percorso di degustazione che si estende anche al Pecorino Romano Dop, e che propone le migliori produzioni, selezionate e affinate con cura, accompagnate da salse dolci piccanti a base di frutta, che ne esaltano i sapori. Attraverso le confezioni speciali della Linea di Degustazione, Ferrari offre a tutti i consumatori la possibilità di intraprendere un percorso di gusto alla scoperta di nuovi sapori e profumi attraverso accostamenti inaspettati.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Le eccellenze pugliesi conquistano il mondo Con quattordici medaglie, Deliziosa trionfa al World Cheese Awards
Chi ama le eccellenze casearie della Puglia non può non conoscere le specialità di Delizia. Questa realtà nasce 26 anni fa per volere di Giovanni D’Ambruoso, imprenditore visionario e caparbio che decide di creare un’azienda in grado di produrre le straordinarie bontà della sua terra e promuoverle nel mondo. Figlio di imprenditori agricoli, Giovanni intuisce che solo operando nel pieno rispetto di animali e territorio può garantirsi una materia prima di altissima qualità. Così, nei primi anni Novanta stringe accordi con i migliori allevamenti della zona, apre un caseificio di 600 mq e assume mastri casari esperti capaci di lavorare manualmente il miglior latte e di rispettarlo in ogni fase della lavorazione. È una ricetta vincente! Tant’è che in poco più di un quarto di secolo, il piccolo caseificio diventa una società per azioni che conta più di 250 collaboratori operanti
in un complesso innovativo di 11.000 mq capaci di soddisfare più di tremila clienti in 26 Paesi del mondo. Una crescita maestosa che però non ha inficiato la filosofia dell’azienda. Ancor oggi, infatti, i camion cisterna di Delizia raccolgono e selezionano il latte in un raggio massimo di 30 km dallo stabilimento, in un territorio in cui le mucche pascolano ancora libere tra i bianchi muretti a secco tipici di questa regione. Anche la lavorazione è rimasta manuale; nel rispetto della qualità e delle antiche tradizioni artigianali pugliesi che l’azienda difende, promuove e rinnova continuamente. Non si pensi però che in Delizia S.p.A. il tempo si sia fermato agli anni Novanta. Ogni reparto è all’avanguardia e sfrutta tecnologie e macchinari di ultima generazione, in grado di rispondere agli standard di altissima qualità che l’azienda si è autoimposta. Non è un caso che Delizia sia
la prima azienda casearia certificata Mpqp (Marchio Prodotto Qualità Puglia) che prevede, tra l’altro, differenti controlli sul benessere degli animali, effettuati dall’organo di controllo della Regione. E non è un caso che quest’anno abbia ottenuto ben quattordici premi al World Cheese Awards, uno dei più prestigiosi eventi del settore a livello mondiale. E che premi! Si pensi che il gusto ricco, intenso, dolce e delicato, ottenuto con la modellazione manuale e la perfetta semistagionatura, ha permesso al Caciocavallo Dop di Delizia di aggiudicarsi il Super Gold: il massimo riconoscimento di categoria. Sei straordinarie bontà hanno poi ottenuto la medaglia d’oro. Si tratta del Caciocavallo Stagionato in Grotta e del Pecorino Stagionato in Grotta: due eccellenze che
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riposano nelle grotte naturali scavate appositamente per assicurare a queste eccellenze il microclima ideale per l’acquisizione di un gusto perfetto. Oro anche per la Stracciatella, la Burrata e la Ricotta, formaggi freschi tipici della tradizione pugliese, fatti a mano come vuole la secolare tradizione. Sale sul gradino più alto del podio anche la burrata al tartufo; una ricetta che dimostra come l’evoluzione di una tradizione possa rapire e conquistare anche i giudici più esigenti. Medaglie di argento e bronzo per i nodini, la treccia, il Trullocchiato, la burrata alla ricotta e al tartufo. Si tratta di risultati straordinari che da una parte contribuiscono concretamente
ad alzare l’immagine della qualità dei formaggi italiani nel mondo e dall’altra ci danno la possibilità di scegliere e assaggiare ogni giorno dei comprovati campioni di bontà.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS CIBI MEDITERRANEI IN MOSTRA A BELLAVITA EXPO DI LONDRA La sesta edizione del Bellavita Expo a Londra ha fatto registrare numeri in grande crescita: 6000 visitatori e 240 espositori con più di 3000 prodotti esposti. La fiera è dedicata alla celebrazione delle eccellenze food and beverage del Mediterraneo e si avvale della collaborazione delle italiane Cibus e Vinitaly, con la presenza di Ibérica Expo. Cibus ha affiancato Bellavita nell’attività di invitation dei grandi buyer del canale retail e horeca, sostenendo, assieme a Vinitaly, il programma di incoming organizzato da Italian Trade Agency Londra che ha portato in fiera compratori provenienti da Scozia, Irlanda, Galles e Inghilterra. Numerosi gli chef italiani che si sono esibiti, tra cui Giorgio Locatelli e Gennaro Esposito. Bellavita Expo ha avuto un accento particolare sui prodotti a coltivazione biologica, nonché sugli alimenti e le bevande free from e alternative per soddisfare le crescenti richieste dei consumatori inglesi, sempre più attenti a scelte alimentari sane e sostenibili; i visitatori hanno avuto l’opportunità di scoprire una vasta gamma di pasta, olio extravergine d’oliva e
formaggi biologici, come pure prodotti come le sfogliatelle napoletane vegane o le pizze senza glutine. Grande interesse anche per il Bellavita Pizza Academy, che ha accompagnato gli ospiti in un viaggio attraverso i segreti dell’autentica pizza italiana, in collaborazione con Apci Uk e il maestro pizzaiolo Marco Fuso.
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ATTUALITÀ _LIBRI TEAM LEADER Nel suo ultimo libro (Team leader, Mondadori editore 2019, 209 pp.), la manager e trainer Daniela Bonetti smonta le “cattive abitudini” e le mentalità negative che portano al fallimento dei team di lavoro, illustrando le competenze e gli strumenti necessari per creare e mantenere la leadership. Nelle aziende del Terzo Millennio, la condivisione delle regole sta diventando una priorità. Dipendenti e collaboratori vogliono sentirsi parte attiva dei processi: se si sentono costretti a subire le imposizioni che arrivano “dall’alto”, nella migliore delle ipotesi rinunciano a investire le loro energie nel progetto; nella peggiore, sono pronti a cercare opportunità lavorative altrove. Ecco perché manager e imprenditori devono imparare a guidare con successo una squadra. Questo passaggio, però, è tutt’altro che istintivo. Anzi, basta osservare dall’interno le dinamiche di innumerevoli aziende italiane, grandi e piccole, per rendersi conto di quando la cultura della leadership sia ancora tutta da costruire.
TUTTI I CIBI DALLA «A» ALLA «Z» Come acquisire e conservare la salute e la linea? Come scegliere adeguatamente i cibi per ridurre il colesterolo, perdere il peso in eccesso e prevenire alcune delle più tipiche problematiche legate all’alimentazione? Domande che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita e alle quali non è sempre facile dare una risposta. In “Tutti i cibi dalla A alla Z. La verità su ciò che mangiamo” (Mondadori editore 2019, 710 pp.), saggio scritto sotto forma di dizionario, lo specialista in scienza dell’Alimentazione e Igiene Renzo Pellati descrive più di 500 alimenti, dei quali spiega tutte le caratteristiche nutrizionali per consentire una giusta scelta alimentare. Una sorta di “bibbia” ricca di informazioni e di consigli utilissimi, da tenere in cucina per fare scelte alimentari più consapevoli in base ai gusti e più azzeccate rispetto al metabolismo, all’età, al sesso e alle eventuali patologie di ognuno.
STORIE STRAORDINARIE DELLE MATERIE PRIME Quando si parla di materie prime, pensiamo automaticamente all’oro, all’argento, al ferro e al petrolio. Ma anche spezie, cereali, soia e mercurio, torba e granturco, sale e seta, diamanti e chiodi di garofano hanno partecipato a fare e disfare la Storia, il tutto in una sarabanda di guerre e complotti. In “Storie straordinarie delle materie prime” (Add editore 2019, 252 pp.) Alessandro Giraudo racconta come nella Roma imperiale un’oncia di seta equivaleva a un’oncia d’oro. Lo stesso accadeva per il sale, che oggi buttiamo sulle strade per impedire che si formi il ghiaccio. Il duello nel Mediterraneo fra papiro e pergamena è vinto dalla cartapecora che viene poi sconfitta dall’arrivo della carta. L’Olanda vendette Manhattan agli inglesi per ottenere il controllo della noce moscata prodotta sull’isola di Run, in Indonesia. La battaglia del pepe fra Venezia e Lisbona è durata un secolo. La storia dello zucchero di canna è iniziata in Nuova Guinea e Polinesia da dove si diffuse in India: i Greci e i Romani lo chiamavano, infatti, “sale indiano”. Dall’incenso al cacao, quaranta piccole e grandi storie di elementi che hanno preso parte alla costruzione della Storia attraverso odori, profumi, colori, gusti e sapori.
RESPONSABILI. COME CIVILIZZARE IL MERCATO Che cosa significa oggi “essere responsabili”? Se è relativamente facile rispondere quando è questione di comportamenti dei singoli, le difficoltà sorgono quando entrano in gioco azioni che riguardano la collettività. Ad esempio, chi è responsabile delle disuguaglianze crescenti, della disoccupazione, della povertà, dei disastri climatici? Che cosa accadrà nella società dei big data e dei social network, dove le smart machine potranno “pensare” e decidere? Prova a dare una risposta a queste domande Stefano Zamagni in “Responsabili. Come civilizzare il mercato” (Il Mulino editore 2019, 248 pp.). Nel mondo iperconnesso e globalizzato, ogni azione si carica di conseguenze non volute e spesso neppure immaginate. Essere responsabili, allora, non è solo non fare il male, è questa la responsabilità come imputabilità, ma è agire per il bene e, nel mercato, adottare comportamenti che affermino la responsabilità come “prendersi cura”.
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PROTAGONISTI
«COMUNICARE LA QUALITÀ» LA MINISTRA BELLANOVA SPIEGA LA SUA RICETTA PER LA FILIERA AGROALIMENTARE: MENO BUROCRAZIA E INCENTIVI A GIOVANI E DONNE di Adriano Hribal
L
o scorso 5 settembre Teresa Bellanova è salita al Colle per giurare come nuovo ministro delle Politiche agricole e forestali. Di origini pugliesi, la ministra si è fatta le ossa in campo, in tutti i sensi, lavorando prima come bracciante agricola, poi come sindacalista. Donna di grande forza, Bellanova non è nuova alla politica: dopo la brillante carriera nella Flai-Cgil e poi nel sindacato nazionale tessile Cgil, nel 2006 è entrata in Parlamento con il Partito democratico e ha ricoperto importanti incarichi governativi: è stata sottosegretaria e viceministra del Mise, dove ha affrontato alcune delle più importanti vertenze industriali del nostro Paese. Politica appassionata, alla fine di settembre Bellanova ha lasciato il Pd per costruire insieme a Matteo Renzi il nuovo partito Italia Viva, del quale è capo delegazione nel Governo. L’abbiamo incontrata nel suo ufficio per una chiacchierata sulle potenzialità e sulle criticità del settore. I nostri soci sono portabandiera e locomotore del made in Italy nel mondo. I prodotti che escono dalle nostre fabbriche sono sempre più apprezzati e conosciuti,
ma anche imitati. Quali sono le iniziative in cantiere per contrastare l’Italian sounding e spingere l’export? Dobbiamo comunicare di più e meglio. La qualità del made in Italy non teme rivali al mondo e in questo il settore lattiero-caseario è uno dei più rappresentativi. Chi conosce le nostre eccellenze non le scambia di certo per le imitazioni. È fondamentale portare avanti contemporaneamente azioni a più livelli, per spingere l’export agroalimentare dai 43 attuali a 50 miliardi entro i prossimi anni, anche in questo contesto difficile dove abbiamo a che fare con dazi e barriere. Sono convinta della necessità di una grande campagna di comunicazione negli Stati Uniti, che costituiscono un mercato strategico. Ma vogliamo anche portare avanti e rafforzare il nostro sistema di controlli, già all’avanguardia a livello internazionale, a partire dagli accordi che abbiamo con le più grandi piattaforme mondiali del commercio online e che rappresentano la frontiera più avanzata della lotta alla contraffazione. Il falso cibo ci costa 100 miliardi di euro. Dobbiamo impedire questo furto d'identità. I cittadini devono
poter conoscere la vera origine, la vera qualità e il vero valore del prodotto che acquistano: significa un vero e proprio patto con i consumatori. Questa è una sfida che dobbiamo vincere. Le esportazioni crescono e gli accordi di libero scambio diventano sempre più importanti: le riduzioni tariffarie favoriscono chi – come noi – esporta prodotti di elevato valore aggiunto e le regole comuni ci aiutano a mettere in salvo le nostre principali Dop. Qual è la sua posizione? Cosa fare per favorire queste intese e per garantire il pieno rispetto degli accordi? È necessario un piano strategico complessivo per il nostro agroalimentare e difenderlo al meglio negli accordi commerciali. Oggi le partite principali sono due: Ceta e Mercosur. Per il primo dobbiamo prima di tutto valutare la sua applicazione e lavorare per ottenere le modifiche necessarie per combattere i falsi, allargando le tutele a un numero maggiore di prodotti. Quanto al Mercosur, l’attuale proposta non ci piace. Vediamo molti rischi per i produttori europei e pochissime opportunità. La questione amazzonica non è
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Intervista
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CONOSCIAMOLA MEGLIO
TERESA BELLANOVA La ricetta della felicità? Sembrerà banale: una giornata con la mia famiglia e ogni giorno la certezza di non essermi risparmiata nelle cose da fare. Tre parole per descrivere il suo carattere. Determinato, a volte caparbio. E insolente. Ma anche spiritoso, quando sono con le persone più care. Cosa apprezza di più negli altri? La competenza è una qualità che ammiro molto. E la disponibilità. Le persone generose sono come il lievito nel pane, fanno crescere le relazioni. E quello che non tollera? L’arroganza e la superficialità. Su questo non riesco proprio a mediare. Il cantante preferito? Quando avevo vent’anni adoravo Nada, Ornella Vanoni e Mina. Insomma, le signore della canzone italiana. Il film che ha amato di più? Tutti i film di e con Totò. Lo trovo straordinario, inimitabile. Cucina innovativa o tradizionale? Entrambe, se fatte con passione. Anche la ricetta più innovativa deve fare i conti con la tradizione. E in cucina qualsiasi piatto si reinventa sempre. Il suo piatto preferito? Adoro il purè di fave e cicorie. Ma va benissimo anche una fetta di pane con una croce d’olio evo italiano. E poi i risotti che sa fare mio figlio. Nel suo frigo non manca mai... Le verdure. Se sono quelle raccolte in campagna, spontanee, ancora meglio. Il formaggio più buono? Quello che mi comprava mia nonna. È il sapore della mia infanzia.
per nulla secondaria. Considero un errore favorire chi in Brasile porta avanti il disboscamento. Se non si cambia, siamo pronti al veto con altri Stati membri. Contestualmente, intendiamo portare avanti la battaglia centrale a livello europeo e nazionale su etichettatura e tracciabilità. E anche qui il lattiero-caseario si è dimostrato un settore all’avanguardia. La trasparenza è un elemento chiave e richiama temi imprescindibili che hanno a che fare, prima di tutto, con il diritto dei cittadini di conoscere le materie prime e anche con il diritto dei nostri agricoltori, di chi ogni giorno contribuisce concretamente a fare grande il made in Italy, di vedere riconosciuto il proprio lavoro anche e soprattutto in termini di remunerazione. I dazi decisi dall’amministrazione Trump sono per noi una spina nel fianco. Siamo il settore italiano più colpito dalle nuove misure e c’è il rischio di danni a cascata su tutta la filiera. Stiamo lavorando su questo tema delicato da mesi, chiedendo un dialogo con l’amministrazione Usa e con i produttori caseari americani, i più accaniti sostenitori delle super tariffe. Si può sperare in una soluzione positiva per il nostro settore?
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PROTAGONISTI Le ritorsioni di Trump non possono pagarle le nostre aziende. Dobbiamo intervenire per salvaguardarle e farlo in tempo utile. Servono misure mirate e tempestive, così come ho chiesto da subito al Commissario Hogan. Abbiamo avanzato un’ipotesi di lavoro significativa, come un Fondo azzera dazi. L’Unione europea e i singoli Paesi colpiti devono fare fronte comune per contrastare le scelte dell’amministrazione Usa. Che non danneggiano solo i nostri agricoltori, ma anche i consumatori americani, privati della possibilità di scegliere un’eccellenza alimentare sotto tutti i profili. Vale la pena ricordare che, nelle prime settimane dall’introduzione dei dazi, abbiamo registrato un aumento incredibile delle nostre esportazioni alimentari: si sono triplicate. È il segno di quanto i nostri formaggi siano apprezzati. L’Italia è tra i Paesi con il maggior numero di regole e una burocrazia che rende difficile fare impresa. Da anni si promette un codice che dovrebbe semplificare e modernizzare le regole dell’agroalimentare. Alle parole, però, non seguono i fatti. Anzi, si continua a fissare regole sempre più complicate, che appesantiscono il lavoro delle imprese. Non è il momento di dire basta e ripartire con un passo nuovo e più moderno? Le montagne di carta non servono a nessuno. Bisogna liberare gli imprenditori da inutili impegni che ostacolano le attività delle aziende. Di semplificazione si è parlato molto negli ultimi anni. Alcuni passi in avanti sono stati fatti. ma è ora di dare un’accelerazione vera e fattiva. Come ministero daremo vita a un gruppo di lavoro per azzerare la burocrazia inutile. I protagonisti saranno proprio gli imprenditori e le organizzazioni di settore, perché vogliamo
sentire da loro dove e come intervenire. Lavoreremo insieme per superare tutti gli ostacoli che ci saranno segnalati. E in questo percorso la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale, per esempio collegando le banche dati pubbliche, in modo da non chiedere più volte e senza motivo gli stessi dati alle aziende. Per motivi storici e strutturali siamo un Paese trasformatore. In molti settori, la produzione di materie prime non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno industriale e la domanda interna. Siamo famosi nel mondo per quello che sanno fare artigiani e industriali, che portano valore aggiunto al Paese e ai territori. Cosa si può fare per valorizzare questa specificità tutta italiana? Avere a disposizione 600 milioni di euro in più nei tre anni per il settore agricolo conferma l’obiettivo che mi sono data: l’agricoltura deve tornare a essere protagonista. Se ne parliamo come di un settore strategico per il Paese, dobbiamo pensarlo non un residuo del passato, ma uno spazio di futuro. Diamo segnali concreti. L’azzeramento dell’Irpef significa un risparmio pari a 200 milioni di euro. Insieme a Imu e Irap equivale a 1 miliardo che resta nelle aziende per sostenere gli investimenti nei territori. Introduciamo misure specifiche per i giovani, le donne, il made in Italy e riassegniamo risorse al Fondo di solidarietà destinando una prima quota di risorse per i danni della cimice asiatica: 80 milioni complessivi fino al 2022. Per il rafforzamento della competitività delle filiere, a partire dalle produzioni d’eccellenza e dai mercati più importanti, sono disponibili 30 milioni complessivi nel biennio 2020-2021. Altri 30 milioni per la filiera grano-pasta per i contratti di filiera, a cui si aggiungono 10 milioni del 2019.
Mettiamo in campo 44 milioni di sgravi contributivi per far nascere nuove giovani imprese e semplificare la vita alle start up agricole condotte da under 40. E creiamo un bonus specifico, con un fondo rotativo da 15 milioni di euro, per garantire mutui a tasso zero per le imprenditrici agricole o che lo vogliono diventare. In Italia un’impresa su tre è gestita da donne e noi vogliamo che siano sempre di più. A questo si aggiungono gli strumenti già a disposizione per ottenere benefici sulle filiere con ricadute positive importanti anche sui territori: penso, per esempio, ai contratti di filiera e ai distretti del cibo che stanno per prendere il via. Allo stesso tempo dobbiamo lavorare per dare risposte alle tante criticità del settore. Lo facciamo con i tavoli che abbiamo aperto e che apriremo a breve per singole filiere. Il dialogo costante e proficuo con tutti i soggetti interessati è fondamentale. Le fake news infestano la rete, rovinando la reputazione di aziende e prodotti. Esempio eclatante è il latte, attaccato in modo ignobile da chi fa falsa informazione. Cosa fare per promuovere una corretta informazione nel settore alimentare, sfatando miti e credenze che stanno danneggiando il primo settore dell’agroalimentare italiano? Va alimentata e sostenuta una comunicazione che sappia contrastare in modo semplice e chiaro le continue fake news che danneggiano consumatori e produttori. Abbiamo assistito già in passato a campagne che possiamo arrivare a definire diffamatorie, sulla scia di mode e tendenze che non hanno nulla a che fare con la salute. Purtroppo, con i nuovi mezzi di comunicazione, oggi si amplificano messaggi di tutti i tipi, e quelli negativi rischiano di insediarsi. È un lavoro che deve coinvolgere tutti, a ogni livello.
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MERCATI
UN ACCORDO STRATEGICO L’INTESA SIGLATA CON I PAESI DEL MERCOSUR TUTELERÀ 57 IG ITALIANE, DI CUI NOVE FORMAGGI DOP, E AZZERERÀ I DAZI IN DIECI ANNI di Gianluca Pierangelini
“Q
uello con il Mercosur è l’accordo più moderno, grande ed equilibrato finora siglato dall’Ue”. Così Sandra Gallina, capo negoziatore dell’Ue e vicedirettore generale della Dg Trade, definisce l’intesa conclusa dalla Commissione europea con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Il valore economico dell’accordo è quattro volte più grande dell’Epa e otto volte il Ceta. L’intesa serve a semplificare gli scambi tra due aree che insieme contano più di 700 milioni di abitanti e che quindi ha una rilevanza geopolitica e commerciale strategica per gli interessi dell’Ue. I negoziati non sono stati semplici e sono iniziati più di vent’anni fa. Le difficoltà derivavano principalmente da un differente approccio delle parti al tema dello sviluppo
sostenibile, o a quello degli standard sanitari e fitosanitari, oppure alla tutela delle Indicazioni geografiche. Su quest’ultimo aspetto c’è da considerare che gran parte della popolazione di questi quattro Stati ha origine europea, perlopiù italiana, spagnola e francese. Questo ha reso il compito più difficile ai negoziatori europei, che hanno dovuto imporre il riconoscimento e la tutela delle Ig in un mercato in cui le imitazioni e i riferimenti all’origine europea dei prodotti locali sono molto diffusi, perché gli emigranti dei secoli scorsi hanno portato con loro usi e consuetudini tipicamente italiani, comprese le ricette dei grandi formaggi del nostro Paese, contribuendo alla nascita delle imitazioni. Con l’accordo si è garantito il riconoscimento e la tutela di 350 Ig europee, 57 delle quali
italiane. Di queste, nove sono formaggi Dop, che saranno riconosciuti dall’entrata in vigore dell’accordo e godranno di una tutela diversa a seconda del territorio di riferimento. Un compromesso necessario, ma anche un passo avanti molto importante per garantire la corretta informazione dei consumatori sudamericani circa i prodotti veramente originari dell’Italia e le loro imitazioni. Se prima i produttori locali o esteri che commercializzavano prodotti “italian soundig” potevano farlo indisturbati, oggi non potranno più utilizzare riferimenti grafici che alludono a un fantomatico legame con l’Italia. Nel medio periodo questa coesistenza porterà a un ridimensionamento della competitività delle imitazioni, perché metterà i consumatori nella condizione di poter scegliere i veri formaggi
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Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
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MERCATI
04069061
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04064050
04069075
20.062 6.376 8.551 3.635 4.476 2.180 1.228 1.373 771 1.409 562 464 315 388 51.790 78 109 75 65 393 842 196 28 519 127 54.222 195 362 54.779 400 55.179
14.478 4.808 4.649 2.661 3.232 1.896 954 408 475 558 309 340 254 281 35.303 20 45 13 212 333 1.419 994 450 377 597 39.763 358 1.030 41.151 242 41.393
5.548 10.669 4.389 2.508 1.400 1.692 1.904 1.012 196 1.645 240 1.279 152 310 32.944 62 56 15 17 127 855 514 142 146 165 35.043 111 446 35.600 151 35.751
6.974 7.958 2.673 1.471 1.372 793 1.024 260 82 361 104 369 62 118 23.621 19 11 6 16 97 180 340 127 395 86 24.898 104 424 25.426 213 25.639
2.968 3.691 546 688 422 395 595 355 143 187 26 40 15 17 10.088 6 14 3 20 12 405 179 44 35 73 10.879 23 200 11.102 45 11.147
85 50 18 27 21 17 5 7 7 3 3 4 1 6 254 3 3 1 0 7 8 10 1 12 3 302 4 6 312 6 318
PAESI
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089
635 778 411 184 162 106 129 60 45 119 17 34 10 50 2.740 1 4 3 17 188 72 31 5 523 31 3.615 2 56 3.673 37 3.710
040630
2.269 1.333 446 255 350 287 344 66 21 149 25 47 4 10 5.606 1 27 1 10 54 156 66 5 52 10 5.988 44 74 6.106 14 6.120
541 924 480 101 236 52 280 68 13 78 29 59 29 12 2.902 6 69 1 12 23 86 44 10 15 15 3.183 9 26 3.218 24 3.242
669 656 103 190 27 314 51 54 3 38 6 23 3 20 2.157 7 1 7 2 16 31 32 3 13 8 2.277 42 19 2.338 7 2.345
184 18 31 76 219 8 22
664 2.679 643 1.336 373 185 380 150 89 179 27 469 12 59 7.245 27 107 17 4 235 189 355 60 229 40 8.508 113 311 8.932 49 8.981
145 36 3 742 4 1 157 5 38 32 69 1 1.049 7 22 1.078 12 1.090
TOTALI
04069099
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 31 luglio 2019)
04069073 04069001
272 645 148 1.652 140 9 129 32 6 13 11 81 2 11 3.151 6 3 2 4 19 35 29 10 6 3.265 5 7 3.277 9 3.286
1 5 17 43 116
182
15 1 87 11 296 0 791 1.087 1.087
55.350 40.585 23.088 14.789 12.447 7.934 7.088 3.961 1.851 4.884 1.395 3.212 859 1.282 178.725 236 449 148 380 1.676 4.284 2.828 994 2.395 1.173 193.288 1.017 3.774 198.079 1.209 199.288
GLI ESPORTATORI
BRAZZALE
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Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
FORGRANA CORRADINI SPA Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla Reggio Emilia Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
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Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
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MERCATI
CODICE DOGANALE
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
04061030
04061050 04061080
04069061
040620
04064050
59.609 55.179 3.662 59 709 179 506 27 479 80
38.890 35.751 2.515 147 477 245 10.707 1.747 8.960 588 129 231 228 3.408 1.289 143 54 68 78 1.776 1.301 1.255 46 6
27.393 25.639 1.445 17 292 16 248 91 157 21
80 3.676 2.042 206 10 79 58 1.281 374 307 67
44.305 41.393 2.658 120 134 93 1.329 114 1.215 64 13 2 49 4.326 1.416 1.259 24 111 129 1.387 247 166 81
64.424 9.245 319.265 49.019
50.364 8.971 202.566 47.739
55.145 19.394 611.595 215.914
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 31 luglio 2019)
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
9.423 8.983 130 150 160 297 871 93 778 181 66 28 87 1.474 330 193 146 79 12 714 206 190 16
3.409 2.345 594 43 427 24 562 10 552 203 17 21 165 487 116 54 14 61 29 213 137 132 5 1
3.392 3.286 98 7 1 5 351 65 286 40 11 2 27 76 6 1 2 3 5 59 383 377 6
1.187 1.090 55
1.616 1.540
12.452 3.469 82.759 23.388
4.823 2.478 30.360 16.487
4.247 961 23.083 6.278
1.289 199 4.849 808
04069063
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
21 783 411 110 0 63 20 179 161 161 0
11.826 11.147 601 36 42 12 217 34 183 15 4 2 9 462 325 4 2 3 1 127 199 196 3
3.415 3.242 110 12 51 15 8.150 271 7.879 48 26 10 12 310 227 5 14 4 3 57 147 139 8
28.622 2.983 254.493 25.032
12.731 1.584 78.315 11.572
12.085 8.843 87.678 59.747
42 2 6 6 2 2 92 1 6 2 1 82 0
1.692 10.79 1.097
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA
54 IL MONDO DEL LATTE
mercati SPF.indd 54 53 n 12 dic export 19 interno.indd
22/11/19 15:34 08:50 25/11/19
mercati ex
1.616 1.540 49 19 8 19 5 1 4 0 0 0 0 40 16 0 0 1 1 22 12 11 1
2.024 2.003 5 9 7 1 14 8 6 1 0
1.692 152 10.795 1.097
2.091 88 14.964 584
1 51 0 27 0 7 17 0 0 0
1.139 1.081 51 1 6 1 233 3 230 7 0 2 5 48 27 1 0 0 0 20 16 15 1
552 318 231 1 2 7 326 18 308 17 4 10 3 9 3 0
7 1 49 13 13 0
2.742 2.577 141 22 2 2 339 18 321 11 0 0 11 79 12 4 2 2 1 58 15 8 7
0 6 79 70 9
313 223 73 14 3 5 280 3 277 1 0 0 1 20 3 0 2 6 0 9 4 4 0
2.839 1.081 15.819 6.934
3.188 611 24.303 4.792
1.444 363 9.713 2.473
990 672 6.404 4.186
623 400 4.408 2.668
3 22 601 542 2
1 0 0 6 31 17 16 1 12
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO, MONTASIO RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
2.164 1.758 394 7 5 25 11 7 4 25
774 646 124 4 0 14 102 12 90 9 0 0 9 38
966 320 6.994 3.216
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
1.087 1.087
3 3 96 96 24 13
6 5 5 5
215.260 199.288 12.936 668 2.368 783 24.260 2.522 21.738 1.409 270 311 828 16.004 6.779 2.016 270 496 351 6.092 3.316 3.065 251 19
1.215 261.230 61.942 128 3.140 1.791.503 729 482.663
provenienti dall’Italia e scoraggerà i produttori locali a utilizzare nomi evocativi. Se si convincono i produttori dei Paesi Terzi del fatto che puntare sulle produzioni e sui nomi locali è un modello economico vincente, che dà valore all’intero settore produttivo, si contribuirà a dissolvere il fenomeno delle imitazioni. L’accordo con i Paesi Mercosur garantirà anche un progressivo abbattimento dei dazi per i formaggi europei, fino ad azzerarli in dieci anni, e assicurerà il rispetto di rigidi standard sanitari e fitosanitari per la merce in ingresso nell’Ue. Per il nostro settore, dal punto di vista quantitativo, non stiamo parlando di mercati essenziali (nel 2018 le aziende italiane hanno venduto nei Paesi Mercosur poco più di 500 tonnellate di formaggio), ma l’accesso preferenziale e il nuovo contesto armonizzato garantiti dall’accordo consentiranno alle aziende di individuare più facilmente alternative commerciali valide e di intensificare i rapporti con consumatori sempre più interessati ai prodotti italiani.
O
1/19 08:50
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
ZANETTI
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
IL MONDO DEL LATTE 55
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22/11/19 15:34 08:50 25/11/19
MERCATI
PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA: ANOMALIA ITALIANA
I
l prezzo del latte alla stalla in Europa continua a mostrare una volatilità inferiore a quella degli anni scorsi e si posiziona su livelli vicini a quelli dello scorso anno. Nei primi dieci mesi del 2019 il prezzo medio europeo (34,2 euro al quintale) è stato leggermente superiore a quello registrato nello stesso periodo del 2018 (+1,6%), probabilmente per la leggera minore disponibilità di materia prima che ha caratterizzato il primo semestre. Guardando alle rilevazioni che riguardano i più importanti player europei, si nota un andamento non omogeneo nei diversi Paesi: Irlanda e Regno Unito hanno visto una contrazione del prezzo riconosciuto agli allevatori, mentre Germania e Polonia si sono mantenute sui medesimi livelli del 2018. Il prezzo è invece aumentato in Francia (+3,9%), dove la media dei primi dieci mesi dell’anno ha fatto registrare 35,7 centesimi per chilo. Nel panorama brevemente descritto, quel che avviene in Italia è del tutto anomalo: secondo le rilevazioni della Commissione europea, infatti, durante tutto l’anno nel nostro Paese il prezzo del latte alla stalla si è mantenuto sistematicamente al di sopra dei 39 centesimi
per chilo, con un aumento del 10,6% sulla media dei primi dieci mesi del 2018. La distanza con il prezzo medio europeo è la più alta registrata dal 2010, in termini sia relativi (+15%), sia assoluti (+5,2 centesimi al chilo). Le tensioni sui prezzi della materia prima
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI BURRO
€/100 kg
Mentre le materie grasse lattiere rimangono su quotazioni all’ingrosso particolarmente basse, il latte scremato mostra un’impennata da tenere sotto osservazione.
700 650 600 550 500 450 400 350 300 250
5
LATTE SCREMATO IN POLVERE
20
25
30
35
40
45
25
30
35
40
45
50 settimane
110
200
100
180
90 €/100 kg
€/100 kg
15
SIERO IN POLVERE
220
160 140 120 100
10
80 70 60 50
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50 settimane
40 5
10
15
20
50 settimane
Fonte: Mmo – Reg. Ue n. 2017/1185
56 IL MONDO DEL LATTE
merc prod SPF.indd n 12 dic 191+mez interno.indd 56 56
11:05 25/11/19 15:34
merc prod
1/19 11:05
sono state certamente provocate dalle buone quotazioni del Grana Padano e dei formaggi Dop in generale, che hanno trascinato verso l’alto tutto il latte nazionale. Con una differenza di prezzo così elevata, però, è a rischio la capacità concorrenziale di tutto il sistema,
sia dei formaggi non legati al territorio, che devono fare i conti con un nuovo aumento delle importazioni, sia di quelli strettamente vincolati alle materie prime locali, che si confrontano con prodotti alternativi il cui prezzo diventa più concorrenziale.
L’ANDAMENTO DEL PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA (€/100 KG)
ITALIA UE FRANCIA OLANDA POLONIA GERMANIA IRLANDA REGNO UNITO
merc prod SPF.indd n 12 dic 191+mez interno.indd 57 57
2015 34,7 30,7 31,0 30,6 27,8 29,6 30,0 33,0
2016 32,0 28,5 30,1 28,4 26,0 27,4 28,1 27,4
2017 36,9 34,8 34,3 37,9 32,3 36,2 36,1 31,9
2018 35,5 33,5 34,0 35,6 31,7 34,0 34,0 31,8
GEN 39,5 35,0 36,0 36,3 32,5 35,5 34,3 32,5
FEB 39,7 34,9 35,9 36,5 32,2 35,2 34,4 32,5
MAR 39,3 34,4 33,5 36,5 32,4 34,8 32,6 32,8
APR 39,1 34,3 35,7 36,0 31,8 34,5 31,7 31,8
MAG 39,1 33,8 34,8 35,3 31,5 34,0 31,5 31,1
GIU 39,1 33,4 34,0 35,8 31,0 33,2 32,0 30,6
LUG 39,2 33,5 35,9 35,0 30,8 32,9 31,1 30,8
AGO 39,6 33,6 36,4 35,0 30,1 33,0 32,0 30,6
SET 39,7 34,4 37,3 35,0 30,4 33,9 34,5 32,3
OTT 39,7 34,4 36,9 34,8 30,9 33,9 34,5 32,3
20/11/19 15:34 09:12 25/11/19
MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
IL MONDO
DEL
L AT T E N. 12
DICEMBRE
2019 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXIII -
MENSILE
LATTE IN CONFEZIONI
LATTE SFUSO IN CISTERNA
0401 1010 2011 2091
0401 1090 2019 2099
24 2
10
111 35 422
33 386 1.177
CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO
3 20 5 27 10 659
NTO POSTALE NAME E IN ABBO IZION NE SPA SPED POSTE ITALIA
PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15
70%
ROMA
–
TARIFFA DOGANALE
/c/RM AUT MP-AT
1 GENNAIO - 31 LUGLIO 2019 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ICIALE ORGANO UFF
2 1 11 25 17 1.662
2 8 23
1
2.207 1 91 1 340 14 3.346
61 1 1 74 2
42 3.388 17 3.405
1.802 2 1 1.805 3 1.808
24.249
2.149
2.483 15.666 3.303 79
31 1.643 362 2
27.654 17.705
3.957 2.410
DI
ASSOLATTE
E DEL
F IANO FIL-ID COMITATO ITAL
ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL
L AT T E
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Il costo dell’abbonamento per l’anno 2020 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
58 IL MONDO DEL LATTE
mercati latte58 V SPF.indd 58 n 12 dic esportazione 19 interno.indd
15:25 25/11/19 15:34
MERCATI
BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
NUOVA mercati borsa prezzi n 12 dic 19 interno.indd 60 SPF.indd 60
2018 2019 SETTEMBRE SETTEMBRE MEDIA MEDIA
.
. VAR.
2019 OTTOBRE MEDIA
2018 OTTOBRE MEDIA
VAR.
1,70 3,30 3,55 1,50 8,64 7,99 6,61 13,02 12,04 10,85 5,67 6,67 5,15 4,67 5,52 5,75 6,05
3,52 5,12 5,37 3,32 6,93 6,30 5,33 12,17 11,14 9,76 5,31 6,31 5,10 4,32 5,17 5,48 5,78
-51,70% -35,55% -33,89% -54,82% 24,68% 26,83% 24,02% 6,98% 8,08% 11,17% 6,78% 5,71% 0,98% 8,10% 6,77% 4,84% 4,58%
1,72 3,32 3,57 1,52 8,56 7,81 6,44 12,65 11,67 10,56 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
2,94 4,54 4,79 2,74 7,19 6,57 5,57 12,39 11,32 9,89 5,36 6,36 5,10 4,41 5,26 5,48 5,78
-41,50% -26,87% -25,47% -44,53% 19,05% 18,87% 15,62% 2,10% 3,09% 6,77% 7,28% 6,13% 0,98% 7,71% 6,46% 6,39% 5,88%
455,75
404,38
12,70%
449,38
426,04
5,48%
14,075 13,075 12,325 NQ
13,000 12,100 11,300 NQ
8,27% 8,06% 9,07% NQ
13,800 12,800 12,050 NQ
13,125 12,225 11,425 NQ
5,14% 4,70% 5,47% NQ
20/11/19 15:34 09:12 25/11/19
MERCATI
DOP, FINALE IN CRESCITA F ine anno, tempo di bilanci. Anche per le produzioni Dop che, dopo un inizio in sordina con molti formaggi che mostravano segni meno, nella seconda parte dell’anno hanno cambiato marcia, modificando in modo radicale il panorama di riferimento. Di conseguenza, anche se con qualche eccezione, il 2019 chiude con aumenti generalizzati e getta le basi per future, ulteriori crescite. Le variazioni rilevate negli ultimi mesi, infatti, mettono in luce aumenti superiori a quelli medi dell’anno. I dati confermano anche che non si tratta di un fenomeno congiunturale, ma strutturale: dal 2005 la produzione casearia Dop non ha conosciuto momenti di stasi; l’aumento complessivo è stato del 22%, in media +1,6% all’anno. Grazie a questo andamento, l’Italia può quindi consolidare la propria posizione e confermare la leadership europea. Attenzione: qui non si parla di numero di denominazioni protette, ma di volumi e di valore dei prodotti. I dati di fine anno permettono anche di confermare, qualora ce ne fosse bisogno, che i primi dieci
formaggi Dop fanno da locomotore all’intero sistema, che i prodotti registrati negli ultimi anni stentano a decollare e che tante piccole produzioni Dop – quelle destinate soprattutto ai mercati locali – mostrano preoccupanti segnali di sofferenza. Anche nel mondo dei formaggi a denominazione tutelata, cioè, i driver della crescita si chiamano export e domanda mondiale. C’è un altro dato che merita una riflessione: le consegne di latte delle quattro regioni più produttive (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto
e Piemonte), che rappresentano l’area di produzione dei formaggi Dop più importanti, nel 2019 hanno portato a un aumento di disponibilità di circa 15.000 tonnellate di latte. Ebbene, la crescita produttiva delle Dop di cui abbiamo parlato ha richiesto circa 160.000 tonnellate di latte, segno che le aziende sono sempre più specializzate e che una percentuale sempre maggiore di latte nazionale viene “dirottato” verso le produzioni a indicazione geografica.
L’ANDAMENTO DELLE PRODUZIONI DELLE PRINCIPALI DOP
ASIAGO
-5,5%
-1,7%
GORGONZOLA
2,5% 5,8%
GRANA PADANO
4,9%
MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA
1,4%
PROVOLONE VALPADANA QUARTIROLO LOMBARDO
3,9%
0,9% 2,9%
PARMIGIANO REGGIANO PECORINO ROMANO
7,2%
-20,8%
-7,0% 15,3%
-2,4% -1,8%
22,9% 0,2% 1,2%
TALEGGIO MEDIA 2019
ULTIMA RILEVAZIONE
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
igorgorgonzola.com
IGIENE & SICUREZZA
CIFER, IL NUOVO PORTALE PER REGISTRARSI IN CINA di Ettore Soria
L'
amministrazione delle dogane cinesi ha attivato il nuovo portale “Cifer” per la registrazione delle aziende che esportano prodotti lattierocaseari in Cina. Il sistema informatico consentirà a ogni azienda di poter modificare informazioni come ad esempio la ragione sociale, oppure di inserire nuovi prodotti. Il Ministero della Salute dovrà poi confermare la modifica e attendere che le autorità cinesi la approvino. Qualora l’azienda intendesse inserire come nuovi prodotti la categoria "latti sterilizzati e latti fermentati" (- Sterilized milk - Other disinfection milk - Fermented milk - Flavored fermented milk), dovranno essere compilati i dati di processo richiesti circa le sole succitate tipologie di produzione. L’azienda accede tramite un proprio “sequence number” (tab. 1). Dopo l’accesso, appare in alto a destra il numero delle pagine TAB 2 - ESEMPIO
TAB 1 - PAGINA ELENCO REGISTRATO
INIZIALE
NOTIZIE E AGGIORNAMENTI
LEGGE E REGOLAMENTO
MODULO DI DOMANDA
Registrazione delle imprese alimentari
Autorità competente
NUMERO DI SEQUENZA ESISTENTE APPLICAZIONE ESISTENTE PE4Y RICORDA IL NOME UTENTE Domanda presentata dalla fucina nell'impresa di produzione alimentare
Domanda presentata dall'autorità
Domanda compilata dall'autorità estera competente
Domanda trasferita all'amministrazione generale delle dogane, pag. Cina dall'ambasciata in Cina
domanda accettata dall'amministrazione generale delle dogane, p.r. Cina
cinese con la documentazione cartacea è stato assai lungo e complesso. Al di là di ciò, il Cifer costituisce un sistema interessante che dovrebbe consentire un’accelerazione dell’iter autorizzativo. Attualmente gli aggiornamenti hanno una cadenza quadrimestrale. L’iscrizione in lista dovrà essere rinnovata in linea di massima ogni quattro anni.
del sito. Al numero 6 sono riportati i prodotti per i quali si è autorizzati (tab. 2). I dati richiesti per i latti alimentari e latti fermentati riguardano in particolare le caratteristiche del prodotto, i sistemi produttivi, i criteri di sicurezza; a tutte queste voci dovrà essere allegata la relativa documentazione che è particolarmente complessa. Finora l’iter di approvazione
DI PAGINA CHE RIPORTA I PRODOTTI AUTORIZZATI
1 Il tuo numero sequenziale è: XXXXXXXXXX 1. il numero progressivo può essere utilizzato per accedere a questo sistema, per continuare l'applicazione, per visualizzare le informazioni inviate e lo stato della domanda di registrazione 2. mantenere il numero progressivo correttamente. In caso di smarrimento, si prega di contattare l'autorità competente di [...]
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FAQ
SALVATAGGIO E USCITA
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CONTINUA
SEZIONE 6: CATEGORIE GENERALI DI PRODOTTI ALIMENTI PER IL CONSUMO UMANO E TIPO DI ATTIVITÀ SVOLTA PRESSO L'IMPRESA SI PREGA DI SELEZIONARE LA CATEGORIA DI PRODOTTO Nota: se si scelgono le categorie o i prodotti principali con **, scaricare moduli di domanda dettagliati visitando il registrazione delle imprese manifatturiere d'oltremare della colonna alimentare importata sul sito ufficiale della CNCA. The completed detailed application forms shall be confirmed and then submitted to CNCA dall'autorità competente del paese (regione) in cui è situata l'impresa. Categoria di prodotto selezionata
PP- Impianto di trasformazione; CS-Cold Store; DS Negozio a secco
Prodotti lattiero-caseari (tranne i latticini di latte per lattanti) Elimina
PP
CS
selezionare
non selezionare
DS
Selezionare il prodotto
latte modificato ** latte fermentato aromatizzato ** latte parzialmente scremato ** latte in polvere aromatizzato altro latte in polvere altro grasso di latte latte evaporato
latte pastorizzato ** altro latte per disinfezione ** latte in polvere latte in polvere zuccherato burro latte condensato altro latte condensato
latte zuccherato ** latte fermentato ** latte intero in polvere latte in polvere con formula fortificata crema latte condensato dolcificato formaggio siero di latte demineralizzato
INSERIRE LE INFORMAZIONI SUL LATTE DI STERILIZZAZIONE
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NORMATIVE
PLASTIC TAX
UN’IMPOSTA INGIUSTA E INSOSTENIBILE PER I PRODOTTI LATTIERO-CASEARI, PER CHI LI PRODUCE E PER CHI LI CONSUMA di Leonardo Graverini
M
ille euro a tonnellata! A tanto ammonta l’incredibile imposta di consumo sugli imballaggi monouso in parte o del tutto in plastica proposta dal Governo nella Legge di bilancio 2020. Anche per i prodotti alimentari. Vi rientra ogni tipo di imballaggio non riutilizzabile, primario, secondario e terziario, inclusi fogli, pellicole, tappi e sistemi di chiusura, etichette e ogni altro genere di accessorio plastico, anche se utilizzato per contenitori fatti con materiali diversi dalla plastica, come quelli in cartone poliaccoppiato e le bottiglie in vetro per il latte. Nella relazione di accompagnamento al disegno di legge, il Governo chiarisce, a solo titolo esemplificativo, che vi rientrano bottiglie e buste, vaschette in polietilene e contenitori in cartone poliaccoppiato per latte, bibite, vini, ecc., nonché, tra i manufatti utilizzati per la protezione o per la consegna delle merci, tra l’altro, gli imballaggi in polistirolo espanso, i rotoli pluriball e i film in plastica estensibili. Sono esonerati dall’odioso balzello solo gli imballaggi che risultino compostabili: che non esistono o se esistessero non sarebbero utilizzabili nel settore lattiero-caseario, o se anche fossero utilizzabili costerebbero il triplo di quelli impiegati attualmente. E, ad ogni modo, le aziende sarebbero costrette a rottamare i loro attuali impianti – magari all’avanguardia e appena comprati e installati – e a sostenere il costo d’acquisto di nuove macchine; chissà, forse anche meno efficienti. Cosa che comunque non si può realizzare in due o tre mesi: per
una simile e profonda riconversione occorrerebbe almeno qualche anno. UN CONTO SALATISSIMO Tutti i prodotti del settore lattierocaseario sarebbero quindi colpiti dalla nuova tassa: formaggi e latticini di ogni genere, Dop e non, latte alimentare, latti aromatizzati come quello al cacao (che peraltro essendo fiscalmente bevande rischiano di dover pagare anche la sugar tax), yogurt, kefir e altri latti fermentati, burro, dessert, normali o biologici. Il conto per il settore sarebbe salatissimo: parliamo di centinaia di milioni di euro!
Obbligato al pagamento dell’imposta è il fabbricante, quindi rischiano di esserlo anche le aziende lattierocasearie nei casi in cui sono autoproduttrici degli imballaggi impiegati per il confezionamento dei propri prodotti, oppure l’acquirente degli imballaggi provenienti da Paesi Ue o terzi, quindi di nuovo le aziende lattiero-casearie. L’imposta non è dovuta per gli imballaggi destinati ad altri Paesi, ma si paga lo stesso. È previsto infatti solo il rimborso, un sistema che già vede l’industria lattierocasearia terribilmente penalizzata, considerati gli enormi ritardi con
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NORMATIVE cui avvengono i rimborsi Iva in questo settore strutturalmente e fisiologicamente a credito d’imposta. Non ci sorprenderemmo dunque se il rimborso della plastic tax avvenisse a babbo morto come per l’Iva! Poi c’è il costo burocratico. Infatti, le aziende dovranno presentare nuove dichiarazioni trimestrali, effettuare i versamenti, tenere un’apposita contabilità. Dunque, altro personale amministrativo e improduttivo da assumere e retribuire. In compenso, se il dipendente dovesse dimenticare o ritardare il pagamento dell’accisa, all’azienda sarà comminata una pena che nel campo delle sanzioni tributarie è l’equivalente del carcere duro per i mafiosi: dal doppio a dieci volte l’imposta evasa, oppure il 30% in caso di tardivo versamento, senza fare differenza se il ritardo è di un’ora o un anno. Però, fa notare il Governo, insieme alla tassa la norma prevede anche un credito d’imposta. Alle imprese questo credito è riconosciuto nella misera misura del 10% delle spese che saranno sostenute nel 2020 per l’adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti biodegradabili e compostabili secondo lo standard EN 13432:2002, entro un massimo di 20.000 euro per ciascun beneficiario e utilizzabile esclusivamente in compensazione nonché nel rispetto delle condizioni e dei limiti per gli aiuti “de minimis”. Ma quale impresa potrà investire attratta da un tale irrisorio contentino una volta che il proprio bilancio risulterà disastrato da un’imposta come quella in esame?
o mala fede, di avere un forte alibi per disinteressarsi del corretto smaltimento del vuoto che gli resta tra le mani una volta consumato il prodotto. 2. Sui prodotti alimentari la gabella avrebbe un impatto sociale e nutrizionale diverso rispetto ai settori non alimentari. 3. Farebbe aumentare pressioni e tensioni in tutta la filiera agroalimentare, già provata da svariati fattori critici: aumento dei costi della materia prima, dazi Usa, Brexit, riduzione dei consumi interni e dell’export, crisi del settore ovino in Sardegna, ecc. Una bottiglia in plastica per il latte da 1 litro pesa circa 23 grammi, quindi il maggior costo sarebbe di 2,3 centesimi di euro. Il latte crudo rappresenta la quota maggiore del costo industriale per la produzione di latte alimentare. Considerato un prezzo del latte crudo di 40 centesimi, l’incidenza della tassa sarebbe pari a oltre il 5% del costo del latte crudo. Cosa accadrebbe se ci fosse una richiesta di aumento del 5% del costo del latte alla stalla? Come inciderebbe questo sui meccanismi di formazione dei prezzi e sui ricarichi lungo la catena del valore? Se anche la distribuzione ne consentisse il flusso fino al consumo, quale sarebbe la percentuale di aumento finale? Quale contrazione dei consumi e dei volumi di vendita si verificherebbe? Quanto meno latte occorrerebbe alle aziende? Quante stalle dovrebbero diminuire la produzione, ridurre i prezzi o chiudere? Si è pensato a queste conseguenze? Alla fine, la tassa sulla plastica applicata sugli
imballaggi di latte e derivati risulterà davvero conveniente per le casse dello Stato? Porterà vantaggi a consumatori, lavoratori e ambiente? Se invece la distribuzione dovesse ostacolare questo flusso, qualcuno si è chiesto quanti Brennero servirebbero per accogliere la protesta di allevatori e trasformatori? Davanti a una politica volta a favorire l’origine italiana del latte, che non sembra aver portato ad alcun aumento dei volumi di vendita, davanti al forte dubbio, da un lato, che l’utilizzo di latte italiano consenta realmente maggiori guadagni e la certezza, dall’altro, dei maggiori costi determinati dalla plastic tax, quante aziende, prima di essere costrette a chiudere, verrebbero spinte a rinunciare all’italianità della materia prima pur di compensare le perdite? 4. I prodotti lattiero-caseari ad aliquota Iva ridotta del 4% e del 10% sono alimenti di primaria importanza nutrizionale, appartenenti alla tradizione alimentare italiana e al modello dietetico mediterraneo, di largo e popolare consumo, spesso di primissima necessità, caratterizzati da bassa marginalità e ad elevata deperibilità. Non a caso è lo stesso legislatore che ha ritenuto di applicare (e l’attuale Governo di mantenere con la manovra 2020), le aliquote Iva ridotte del 4% e del 10% ai prodotti lattiero-caseari, proprio allo scopo di non gravare sulla capacità di spesa dei redditi bassi e medio-bassi. Per analogia, tali prodotti dovrebbero essere esentati dall’imposta sulla plastica, che colpirebbe soprattutto i ceti sociali più deboli. Altri Paesi che
PERCHÉ È UNA TASSA INGIUSTA Ma sono moltissimi altri i motivi per cui la plastic tax risulta essere una tassa sbagliata nei suoi fondamenti e — rispetto ai prodotti alimentari e soprattutto a quelli lattiero-caseari, a chi li produce e a chi li consuma — ingiusta. Vediamone alcuni. 1. Non produce alcun effetto educativo e dissuasivo nello scoraggiare comportamenti scorretti da parte dei cittadini e dei consumatori, che pagando pedaggio crederanno anzi risolti i problemi e penseranno, in buona
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A
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NOMINAZI DE
E D'ORIG I PROTETT NE
ON
•
NORMATIVE hanno adottato misure simili, come la Norvegia, hanno almeno esentato dal pagamento dell’imposta il latte. 5. Per i prodotti lattiero-caseari esistono limiti percentuali all’uso di plastica riciclata e alcuni appositi vincoli di confezionamento a tutela del consumatore. Per alcuni prodotti, come la Mozzarella di Bufala Campana Dop e tutti gli altri formaggi freschi a pasta filata, la legge italiana impone anche l’obbligo del preconfezionamento a garanzia dell’acquirente: considerato che per questi formaggi non ci sono alternative alla plastica, è chiaro che l’obbligo del preconfezionamento non si può conciliare con l’imposizione di una tassa. 6. Le specifiche esigenze di sicurezza igienico-sanitaria e di qualità e freschezza dei prodotti lattierocaseari non permettono a scaffale – e in alcuni casi neanche a banco taglio – la vendita allo stato sfuso, e in molti casi non consentono l’uso di materiali alternativi funzionalmente validi o di materiali riciclati o compostabili. Le alternative, laddove fossero eventualmente possibili, resterebbero unicamente quelle di accorciare fortemente la durabilità dei prodotti, in contrasto con le nuove politiche contro gli sprechi alimentari, e di aumentare l’impiego di conservanti. L’esatto contrario di quel che chiede il consumatore. 7. I costi delle poche, insufficienti e comunque tecnicamente e funzionalmente inadeguate alternative di imballaggio risultano proibitivi. 8. Le aziende lattiero-casearie investono quotidianamente in innovazione per studiare l’uso di materiali alternativi a prezzi accessibili per il consumatore, in termini sia di sostenibilità ambientale che di efficienza energetica. Le imprese di questo settore hanno già ridotto ai minimi il peso della plastica per singolo imballaggio e i loro prodotti non sono interessati dal fenomeno del sovra-confezionamento. Una tassa imposta indistintamente sull’uso degli imballaggi in plastica non sarebbe certamente un incentivo al processo di cambiamento. 9. L’ipotesi di esentare gli imballaggi compostabili ed eventualmente anche riciclabili non alleggerirebbe
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l’aggravio per il settore lattierocaseario, dato che per le caratteristiche di questi prodotti i loro materiali di confezionamento ricadono inevitabilmente tra quelli non riciclabili (oggi, in Conai, la “fascia C” della plastica). 10. Gli imballaggi dei prodotti lattiero-caseari già corrispondono un contributo economico rilevante al sistema nazionale di raccolta e riciclo dei rifiuti (Conai), contributo che sulla plastica, fino al 2017 era di 188 euro/ton, aumentato a 228 euro/ton da gennaio 2018, poi a 369 euro/ton da gennaio 2019 e che sarà incrementato ulteriormente da gennaio 2020, passando a 546 euro/ton proprio in ragione dei crescenti sforzi per la raccolta e la corretta gestione e valorizzazione di tali involucri al termine della loro vita utile. Quindi un incremento di ben il 300% in soli due anni, con prospettive di ulteriori aumenti in futuro. 11. Gli imballaggi dei prodotti lattierocaseari sono caratterizzati da un uso tipicamente domestico che rende abituale il conferimento agli appositi sistemi di raccolta differenziata. Inoltre, essi non rientrano, come attestano anche gli studi effettuati dall’Unione europea, tra quelli che si rinvengono su spiagge, acque interne e mari, dove invece si ritrovano spesso abbandonati molti manufatti in plastica – in molti casi durevoli, non monouso – esclusi dall’applicazione della plastic tax e che neanche sono soggetti al contributo Conai, come accendini, palette e secchielli, giochi, palloni, tovaglie di plastica, ciabatte, salvagenti, teli di sdraio, ombrelloni, rottami di lettini in plastica, pneumatici, penne, rasoi, teli e teloni, ecc., nonché le attrezzature da pesca viceversa contemplate dalla recente Direttiva Ue n. 2019/904 sulla riduzione delle plastiche monouso. 12. La stessa Direttiva Ue n. 2019/904, al contrario, esclude la quasi totalità degli imballaggi dei prodotti lattiero-caseari dall’applicazione di misure di riduzione del consumo di plastica e non ipotizza per essi l’applicazione di tasse o altri disincentivi economici; inoltre, in alcuni casi, come quello delle bottiglie e dei contenitori di
latte, sono già previsti obblighi specifici, come quelli di utilizzare tappi che restino attaccati al contenitore, del contenuto minimo di plastica riciclata e del raggiungimento di obiettivi estremamente ambiziosi e specifici di raccolta differenziata, che dovranno arrivare addirittura al 90%. Per cui non ha alcun senso applicare una tassazione come quella in questione. 13. La tassa genererebbe alle aziende lattiero-casearie operanti in Italia costi superiori rispetto ai loro concorrenti stranieri e sarebbe dunque minata la competitività internazionale degli alimenti da esse prodotti, finendo paradossalmente per favorire le imprese estere, anche quando producono con standard qualitativi e ambientali inferiori rispetto a quelli italiani. Insomma, un vantaggio concesso a chi si
serve dell’Italian sounding contro le industrie italiane a dispetto di tutte le politiche e gli investimenti che il nostro Paese sta invece facendo per contrastare questo fenomeno. La tassa, dunque, finirebbe per mostrare quello che davvero è: solo un’ulteriore misura di prelievo fiscale che andrebbe a pesare sulle imprese, sui lavoratori e sui consumatori, danneggiando un settore che ogni giorno garantisce prodotti freschi e sicuri sulle tavole delle famiglie a prezzi del tutto accessibili, con un livello di redditività per le imprese già decisamente basso. Alla fine ci perderanno anche lo Stato e le sue asfittiche casse. Non ci resta che aspettare, col fiato sospeso.
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE A cura di Leonardo Graverini
non essere ambigue né confusorie; se del caso, essere basate sui dati scientifici pertinenti), ha previsto (art. 36) che la Commissione europea dovrà adottare atti di esecuzione sull’applicazione di tali requisiti per le informazioni relative all’idoneità di un alimento per vegetariani o vegani. Tali atti di esecuzione non sono stati però ancora adottati. Un’indicazione volontaria che affermi l’idoneità di un alimento per i ll “germoglio” tedesco, chiamato anche V Label, esiste anche in vegetariani è rimessa perciò alla responsabilità del produttore Italia ed è concesso in uso dall’Avi - Associazione vegetariana o del venditore. Tuttavia, come per tutti gli alimenti, vale anche per italiana, con certificazione effettuata da enti terzi abilitati. i cibi indicati come adatti ai consumatori vegetariani il principio di Il logo è concesso in tutti i Paesi europei con la medesima non ingannevolezza. procedura. A tal fine, il sito ufficiale dell’associazione è Intanto, mentre si resta in attesa di indicazioni ufficiali da parte http://www.vegetariani.it/certificazioni/. della Commissione europea, l’European vegetarian union (Evu) e Comunque sia, né a livello nazionale, né a livello comunitario esiste ancora una normativa sulla composizione e l’etichettatura Food Drink Europe hanno lavorato a una definizione condivisa da proporre alla Commissione stessa. Anche l’International standards dei prodotti idonei ai consumatori vegetariani. Il Regolamento organization (Iso Wg 23), sta lavorando a uno standard volontario Ue n. 1169/2011, nel ribadire che le informazioni sugli alimenti recante definizioni e criteri tecnici per alimenti e ingredienti adatti (fornite come nel caso di specie su base volontaria), devono soddisfare specifici requisiti (non indurre in errore il consumatore; per vegetariani o vegani e per la loro etichettatura. IN GERMANIA L’ETICHETTA DEI PRODOTTI ALIMENTARI ADATTI AI VEGETARIANI RIPORTA UN LOGO COMPOSTO DA UN FONDO CIRCOLARE GIALLO SU CUI RISALTA UNA “V” DI COLORE VERDE CHE RAPPRESENTA UN GERMOGLIO STILIZZATO. ESISTE IN ITALIA UN LOGO ANALOGO?
?
alimenti non forniscono alimenti di cui conoscono o presumono, in base alle informazioni in loro possesso in qualità di professionisti, la non conformità alla normativa in materia di informazioni sugli alimenti applicabile e ai requisiti delle pertinenti disposizioni nazionali”. Quindi, se non è altrimenti possibile, andrà quantomeno conservato lo scambio di corrispondenza che dimostri l’aver indicato al cliente le corrette modalità di etichettatura e la volontà del fornitore di rispettare la normativa, anche se non ci sarà mai la certezza assoluta di essere sollevati da questa responsabilità una volta che si sia consapevolmente assecondata l’indebita richiesta dell’acquirente. Il consiglio (il dovere dell’operatore) è di astenersi dall’aderire a richieste di etichettatura non conformi alla legislazione europea e La questione è disciplinata e trova risposta nell’art. 8, paragrafo 3 del Reg. Ue n. 1169/2011, il quale sembra confermare i suoi dubbi. nazionale, specie nel caso delle informazioni più delicate e importanti, quali ad esempio quelle relative agli allergeni, alla shelf life e alle Tale paragrafo prevede infatti che “Gli operatori del settore condizioni di conservazione. alimentare che non influiscono sulle informazioni relative agli ABBIAMO CHIESTO A UN CLIENTE, PER IL QUALE PRODUCIAMO PRODOTTI A SUO MARCHIO, DI ASSUMERSI PER ISCRITTO LA RESPONSABILITÀ DELL’ETICHETTATURA, DATO CHE NON SIAMO D’ACCORDO SU ALCUNI ASPETTI INTERPRETATIVI. IL CLIENTE CI HA RISPOSTO CHE NON È NECESSARIO, IN QUANTO ESSENDO L’INCARTO A SUO MARCHIO LA RESPONSABILITÀ È GIÀ SUA IN BASE AL REG. UE N. 1169/2011. È VERAMENTE COSÌ OPPURE SUSSISTE ANCHE UNA RESPONSABILITÀ SECONDARIA DEL PRODUTTORE?
Nella Nota dall'Agenzia delle Dogane si rinvengono due affermazioni rilevanti. La prima conferma che “interamente” italiano (o “full made in Italy”, come lo definisce il documento in esame), è una fattispecie penale Innanzitutto vanno fatte due premesse. nuova che si aggiunge (e quindi si differenzia) a quella sul “made in La prima riguardante l’obbligo – quando si fa uso di claim Italy” cosiddetto semplice. volontari, come è quello in questione – di osservare le disposizioni La seconda riguarda il punto dove si spiega che il full made in generali dell’ordinamento in tema di onestà, veridicità, correttezza Italy (ossia “tutto italiano”) è “attribuibile a merci interamente e lealtà concorrenziale dei messaggi pubblicitari, a partire dal ottenute sul territorio italiano” a seguito delle fasi di lavorazione Codice del consumo. tassativamente prescritte dal comma 1 dell'art. 16; vale a dire: La seconda, sulla necessità di attenersi – quando si formulano disegno, progettazione, lavorazione e confezionamento. nell’etichettatura e nella presentazione dei prodotti lattieroNon è stato precisato, per quanto riguarda la fase “lavorazione”, caseari vanti sull’origine – alle indicazioni della Circolare se la norma intenda riferirsi alla sola lavorazione del prodotto finale interpretativa del ministero dello Sviluppo Economico sul Decreto o comprenda – come potrebbe essere interpretabile, dato anche il interministeriale 16/12/2016 sull’origine del latte e del latte diverso e più pregnante significato che la dicitura “100% made in usato come ingrediente. Italy” esprime rispetto al semplice “made in Italy” – le lavorazioni Detto questo, le norme e relative condizioni operative di utilizzo effettuate sui componenti o ingredienti utilizzati (nella fattispecie la dell’indicazione “100% italiano” sono date essenzialmente coltura di fermenti). dall’art. 16 del Decreto Legge 25 settembre 2009, n. 135, Resta invece certamente possibile l’uso della mera e classica convertito con modificazioni dalla Legge 20 novembre 2009, indicazione “made in Italy”, che può, legittimamente e come n. 166. Su tale normativa sono stati forniti chiarimenti dal sempre, essere apposta su tutti i prodotti che sono stati realizzati ministero dello Sviluppo Economico, con Circolare n. 124898 in Italia nel senso previsto dal Codice doganale comunitario del 9/11/2009, e dall'Agenzia delle Dogane con nota prot. n. e, cioè, che in Italia hanno subito l'ultima trasformazione 155971 del 30/11/2009. sostanziale. VOLENDO DICHIARARE CHE UN CERTO LATTICINO È 100% ITALIANO, DEVE ESSERE ITALIANA ANCHE LA COLTURA IMPIEGATA NELLA SUA FABBRICAZIONE?
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IL MONDO DEL
IL MONDO DEL LATTE 12/2019
L AT T E DICEMBRE
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ANNO
LATTE NEL MONDO
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MENSILE
POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
70%
ROMA
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BELLANOVA: COMUNICARE LA QUALITÀ DOP, L’ANNO CHIUDE IN CRESCITA PLASTIC TAX, 13 BUONE RAGIONI PER IL NO ORGANO UFFICIALE DI
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ASSOLATTE
E DEL
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