IL MONDO DEL
IL MONDO DEL LATTE 12/2020
L AT T E N. 12
DICEMBRE
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IL LATTE NEL MONDO
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PAOLO ZANETTI: VIA LE BARRIERE DAI MERCATI FIL, LA PRIMA VOLTA DI UN ITALIANO
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EXPORT, IL VALORE DEGLI ACCORDI
ORGANO UFFICIALE DI
ASSOLATTE
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COMITATO ITALIANO FIL-IDF
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LATTE
SOMMARIO
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AMARCORD Sì agli standard europei
L’OPINIONE In nome del latte di Paolo De Castro
MONDO ASSOLATTE PAG. 18
Paolo Zanetti: “Via le barriere dai mercati” Promozione in Cina, parte la prima campagna
ATTUALITÀ PAG. PAG. PAG. PAG.
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DICEMBRE
News Eda flash Eda: Packaging, facciamo chiarezza Ue: La farm to fork è sostenibile? Fil: La pandemia non ha fermato il lavoro della Federazione News
PROTAGONISTI PAG. 46
L AT T E
Fil, la prima volta di un italiano
ORGANO UFFICIALE DI
ECONOMIA PAG. 51
Effetto pandemia: tra gli scaffali i consumatori cercano la sostanza
MERCATI PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.
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Export: il valore degli accordi Produzione: commodity giù Esportazioni italiane di latte Borsa prezzi Dop in chiaroscuro
NORMATIVE PAG. 72
L’esperto risponde
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
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atale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi… Conosciamo tutti il detto che raccomanda di trascorrere il Natale in famiglia. Con buone probabilità, quest’anno, l’invito del vecchio adagio diventerà legge, con l’ennesimo decreto del presidente del Consiglio. Del resto, anche se in miglioramento, i numeri che la stampa riporta e le parole dei responsabili del mondo sanitario non permettono di abbassare la guardia. Questo maledetto virus ha colpito tante famiglie, che hanno perso persone care e amici; le restrizioni hanno fiaccato interi settori produttivi e del commercio. E da molti mesi IL MONDO DEL migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione. N. 12 Quindi, al di là delle decisioni che verranno prese, comincia forse a mancare la voglia di festeggiarlo, questo Natale. Così, anche se qui e lì si vedono timide luminarie e addobbi, il Natale 2020 sarà ben diverso da quello degli ultimi settant’anni, più simile a quelli vissuti dai nostri genitori e dai nostri nonni durante i conflitti mondiali o nel dopoguerra. All’orizzonte, però, brilla una luce: una stella cometa che deve infondere speranza. A tempo di record, tante case farmaceutiche hanno sperimentato molti tipi di vaccino e le notizie sulla loro efficacia sono sempre più confortanti. Tant’è vero che si parla di un’imminente campagna vaccinale mondiale. Dobbiamo quindi essere ottimisti e stringere i denti. Perché, insieme, supereremo questi difficili momenti, e torneremo presto alla nostra normalità. Per questo, cari lettori e cari amici, a voi, alle vostre famiglie e alle persone alle quali volete bene: tanti auguri. 70%
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POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
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COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
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AMARCORD
SÌ AGLI STANDARD EUROPEI UN ARTICOLO DEL 1972 SULL’ULTRAFILTRAZIONE INVITA A RIFLETTERE SULLA DIFFICOLTÀ DI AVERE REGOLE STANDARD NELL’UE
L
e pagine de La Crémerie Française del 1972 ci raccontano che l’Institut national de la recherche agronomique (Inra), aveva messo a punto una nuova tecnica per la fabbricazione dei formaggi e l’aveva presentata in occasione del Salon International de l’alimentation (Sial) di Parigi di quell’anno. “Questo nuovo procedimento – leggiamo – è basato sul principio fisico dell’ultrafiltrazione su membrana. Con la tecnica tradizionale la cagliata era ottenuta per mezzo dell’azione del caglio sul latte, così come prodotto dalla vacca; la cagliata veniva quindi separata dal siero di latte per sgocciolamento. Venivano così eliminati non solo l’acqua, i sali minerali e il lattosio, ma anche parte delle proteine inizialmente presenti”. “Col nuovo procedimento – prosegue l’articolo – il latte liquido, prima di essere cagliato, viene invece filtrato su delle membrane che trattengono le molecole delle proteine. Le proteine del latte sono quindi tutte presenti, nel formaggio, nella forma nativa. Si ottiene così un forte aumento (1620%) della resa del latte, un formaggio più omogeneo in peso, composizione e qualità organolettiche, nonché una notevole economia di caglio (80%) essendo il volume del liquido da trasformare notevolmente ridotto. Infine, questa nuova tecnica permette una completa automazione del ciclo produttivo”.
Tecnica che negli anni ha trovato apprezzamento in vari Paesi europei, Francia e Germania in testa, entrando a far parte della normale tecnologia di produzione dei formaggi e delle normative locali. In Italia chiarimenti sull’impiego (limitato) di questa tecnica esclusivamente con finalità di standardizzazione sono arrivati solo a metà degli anni Ottanta. Quello che è certo è che il mercato europeo continua per molti versi a essere molto frammentato. La maggior parte dei Paesi ha proprie normative e standard. E la libertà di usare l’ultrafiltrazione è solo
un esempio tra tanti. Da anni si parla di definire marketing standard a livello comunitario. Traguardo che non sembra vicino. L’indagine della Commissione europea sull’opportunità di trovare una comune definizione di “formaggio” si è scontrata contro il muro di molti Stati membri, che hanno espresso pareri contrastanti e affermato che, in presenza di una definizione unica, sarebbe necessario comunque prevedere deroghe per assicurare flessibilità rispetto agli ingredienti previsti dalle legislazioni nazionali. Uno scenario impegnativo. Ma la speranza è l’ultima a morire!
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L’OPINIONE
IN NOME DEL LATTE di Paolo De Castro
L
a plenaria dell’Europarlamento ha approvato la sua visione sulla politica agricola del futuro. Le condizioni di voto da remoto e i duemila emendamenti da approvare, uno per uno, hanno prolungato i lavori per quasi una settimana. Uno di questi, nello specifico al regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati, il numero 171, rafforza la tutela delle denominazioni dei termini generici riservati ai prodotti lattiero-caseari. Un altro emendamento, anzi diversi altri, volevano introdurre lo stesso meccanismo per la carne, ma sono stati bocciati. L’opposto esito del voto per due provvedimenti tutto sommato simili ha diverse motivazioni di fondo. Per i prodotti lattiero-caseari, le norme europee prevedono la riserva del nome. Già oggi denominazioni come “latte”,
“burro”, “formaggio” e tutte le altre devono riferirsi a “milk products” e solo in pochissime eccezioni possono riferirsi a prodotti a base vegetale. Una sentenza del 2017 della Corte di giustizia Ue, nel caso noto come “tofu-town”, ha rafforzato il concetto. Il settore è tra l’altro l’unico a vedere riconosciuta questa forma di protezione nel Codex Alimentarius delle Nazioni Unite. L’emendamento 171 non cambia questo stato di cose, ma le chiarisce, traducendo le indicazioni della Corte di Giustizia in regolamento. E quindi va a vietare esplicitamente anche l’evocazione, con definizioni come “tipo”, “stile”, “al sapore di” e così via. Nonostante questo, l’emendamento ha incontrato l’opposizione di alcuni eurodeputati, con una composizione piuttosto eterogenea. Anche alcuni grandi
gruppi industriali, che producono principalmente alimenti a base di latte, ma lanciati nel mercato delle “alternative” vegetali, non vedevano di buon occhio il testo in discussione. Gli argomenti dei contrari facevano riferimento alla stretta sul mercato interno, quando nulla di sostanziale cambiava nelle regole. Un’altra argomentazione era la volontà di proteggere i consumatori, quando si rischiava piuttosto di confonderli. Una regola valida sempre, ma soprattutto quando si cerca di aggregare consenso su misure come queste, sui prodotti alimentari: si deve tener conto che gli europarlamentari non ragionano solo in termini di appartenenza politica, ma anche geografica e culturale. Per dare un’idea di come nulla vada dato per scontato, voglio ricordare che onorevoli colleghi da schieramenti diversi, che sono
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L’OPINIONE anche allevatori e produttori di latte, hanno votato contro. Altri, che teoricamente avrebbero dovuto opporsi per appartenenza politica – come un’eurodeputata austriaca dei Verdi di professione chef – hanno invece votato a favore. Per come la vedo io, i numeri per l’approvazione dell’emendamento vengono in particolar modo dalla compattezza che siamo riusciti a creare tra i deputati mediterranei degli S&D, italiani, spagnoli, greci, portoghesi, cui si sono aggiunti i romeni. Gli eurodeputati italiani, poi, tranne pochissime eccezioni, hanno votato a favore. Detto per inciso, il sì della plenaria in questa fase non è definitivo. Lo diventerà se il negoziato interistituzionale sulla Pac, che vede protagonisti Consiglio, Europarlamento e Commissione, non cambiasse nulla su questo aspetto specifico. Se così fosse, le nuove regole entrerebbero in vigore il 1° gennaio 2023.
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Per riassumere: per i prodotti Il problema è che gli lattiero-caseari esiste un emendamenti con cui potevamo precedente legale molto esprimere questa posizione esplicito e si trattava di erano diversi, con diversi gradi approvare o respingere un solo di intensità sul divieto di uso. emendamento. Parliamo di ben cinque Queste due emendamenti all’inizio condizioni non della settimana. IN FUTURO esistevano negli Anche se diminuiti al TUTELE emendamenti momento del voto, ANCHE PER che intendevano “l’affollamento” di I PRODOTTI riservare nomi proposte assume come “hamburger” particolare rilevanza, A BASE e “carpaccio” ai data la modalità DI CARNE soli prodotti a base di voto perlopiù a di carne, usciti distanza che, come sconfitti. detto all’inizio, rende Forse non ha giovato la forte più complicato lavorare. contrapposizione creata a livello Insomma, la vittoria sulla mediatico. D’altro canto, la tutela dei prodotti lattierovisibilità del tema è alta, anche caseari passa da un per le strategie di marketing precedente giuridico chiaro e piuttosto aggressive dell’industria da un’indicazione univoca. La della “carne” vegetale, in fase sconfitta sulla carne deve far di lancio di nuovi prodotti. meditare tutti. La battaglia non Anche in questo caso con gli è finita ed esiste un Paese, la eurodeputati italiani, tranne Francia, che ha una legislazione poche eccezioni, abbiamo nazionale in materia. Prima votato a favore della protezione o poi l’Ue dovrà prendere delle denominazioni. posizione.
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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.
Nutriamo insieme l’oggi e il domani
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Packaging di alluminio per formaggini: ecco perché conviene Se si parla di formaggio fuso (sottilette, formaggini, spalmabili), si può affermare che abbia sempre rappresentato una componente importante della cucina occidentale e che negli ultimi anni, grazie soprattutto alla diffusione dei fast food, sia diventato un alimento essenziale della cultura alimentare mondiale. Una particolare crescita si è osservata soprattutto nei Paesi in via di sviluppo come il Nord Africa, l'Asia del Pacifico e l'America Latina, dove i principali produttori di formaggio hanno aumentato le capacità di produzione di questo alimento per rispondere ai fabbisogni dei consumatori. Il successo del formaggio fuso è dovuto principalmente al suo sapore facilmente riconoscibile e al contempo estremamente abbinabile, alla sua versatilità di impiego e all’ottimo rapporto qualità-prezzo che lo caratterizza rispetto ad altri simili. Queste e altre motivazioni hanno portato, negli ultimi dieci anni, a un rapido aumento della produzione, del consumo e del commercio di questo alimento.
Inoltre, per far fronte alla crescente domanda di formaggio fuso, i produttori hanno iniziato a proporre sul mercato nuovi gusti e tipologie (vegano, senza lattosio), per abbracciare un’area sempre più ampia di consumatori e per resistere a una concorrenza sempre più agguerrita. Nell’ambito del formaggio fuso, uno dei prodotti che negli ultimi anni ha registrato una crescita nei Paesi asiatici, come ad esempio l’India, è stato il formaggino. Questo alimento deve la sua diffusione alla possibilità di essere sempre pronto all’uso, disponibile in monoporzioni, facilmente trasportabile e all’essere considerato un’alternativa valida alla carne. Il packaging che più frequentemente si usa per i formaggini è l’alluminio. La scelta dipende dalle proprietà intrinseche di questo materiale: estende la shelflife del prodotto; resiste alla corrosione; protegge l’alimento da luce, umidità, ossigeno e gas; può essere facilmente personalizzabile dall’azienda che lo commercializza con scritte e loghi. In virtù di tutto ciò,
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L’INTELLIGENZA PER GESTIRE IL FREDDO APPLICATA AL SETTORE LATTIERO-CASEARIO Freddo ed energia, una sfida strategica per il settore
elettrica, può incidere per oltre un terzo sulla spesa energetica. Di conseguenza, le industrie del settore mostrano sempre più attenzione all’efficienza energetica, soprattutto per ridurre i costi aziendali, ma anche per tenere conto degli aspetti di sostenibilità ambientale. Ricordiamo che, secondo la Fao, la filiera di produzione, di trasformazione e di trasporto del latte contribuisce per circa il 2,7% alle emissioni di gas serra mondiali.
L’utilizzo del freddo è fondamentale nei processi di lavorazione e di produzione nel settore lattiero-caseario, per assicurare la qualità e garantire l’igiene dei prodotti. Dai serbatoi di stoccaggio del latte ai tunnel di raffreddamento della panna o degli yogurt, dalla maturazione dei formaggi alle celle di conservazione dei prodotti finiti, il mantenimento di vari livelli di temperatura deve essere assicurato con precisione per evitare la formazione di microrganismi e conservare la qualità dei prodotti. Allo stesso tempo, la produzione di freddo è uno dei processi più energivori dell’industria lattiero-casearia. In quanto alimentata da energia
Risparmiare energia con la regolazione del freddo La regolazione intelligente e l’automazione delle centrali frigorifere è una delle risposte possibili alle esigenze economiche e ambientali del settore lattiero-caseario.
OCP (Optimum Coefficient Performance), soluzione per l’ottimizzazione delle centrali frigorifere Industria 4.0, determina e attiva i parametri ideali per la conduzione dell’impianto di refrigerazione e per la razionalizzazione dei consumi energetici, senza impattare in alcun modo sul ciclo produttivo aziendale e generando un risparmio fino al 30% dei consumi elettrici. Sviluppata in partnership con multinazionali dell’agroalimentare, la soluzione è installata in oltre 150 stabilimenti produttivi nel mondo. Moduli specifici permettono di agire sulla regolazione dei diversi componenti della centrale di refrigerazione come i condensatori, i compressori e le pompe di distribuzione
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i sistemi di refrigerazione Questa soluzione è stata progettata specificatamente per rendere dinamico e ottimale il funzionamento degli impianti di refrigerazione e consente di: - modificare in tempo reale i set point di un impianto di refrigerazione nuovo o esistente per massimizzare la sua efficienza energetica globale - modificare e controllare l’effettiva performance dell’impianto di refrigerazione OCP elabora i dati e definisce i setpoint ottimali in tempo reale per le richieste della tua azienda. La nostra competenza tecnica ci consente di garantire i risparmi energetici dichiarati.
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del liquido refrigerante. OCP agisce quindi come un efficiente operatore virtuale, che esegue in totale sicurezza le regolazioni ottimali dei vari componenti dell’impianto di produzione e distribuzione del freddo, affinché questi operino nelle condizioni di massima efficienza energetica. Il sistema ottimizza le performance energetiche della centrale frigorifera ai massimi livelli, in ogni condizione operativa, rispondendo perfettamente alle esigenze di temperatura e di portata richieste dalla produzione.
Un caso di studio nel settore lattiero-caseario
Varie aziende del settore lattiero-caseario hanno valutato positivamente la soluzione OCP. Citiamo in particolare
un’impresa leader nella produzione di formaggi freschi con 8.000 tonnellate prodotte all’anno. L’azienda, sensibile alla tematica energetica e alla sostenibilità ambientale, ha voluto approfondire soluzioni innovative di efficientamento per abbattere ulteriormente i suoi consumi, salvaguardando l’ambiente. L’impresa, con i suoi consumi attuali, emette circa 6.000 tonnellate di CO2 all’anno e spende 400mila euro ogni 12 mesi solo per la produzione di freddo. La società si è rivolta quindi a CertiNergia, ESCo (Energy Service Company), parte del gruppo Engie, per il suo riconosciuto know how nell’ottimizzazione energetica delle centrali frigorifere e per i risultati già ottenuti con l’applicazione della propria
tecnologia OCP. L’intervento verrà realizzato in modalità Epc (Energy Performance Contract). CertiNergia sosterrà l’intero investimento, dalla progettazione fino alla realizzazione, e si occuperà della manutenzione dell’impianto. I risparmi ottenuti saranno condivisi fra CertiNergia e il cliente che, senza alcun investimento diretto, avrà subito un beneficio economico derivante da una quota del risparmio totale ottenuto. L’implementazione della soluzione OCP apporterà un risparmio totale pari al 18% dell’energia consumata, per una riduzione delle emissioni di CO2 di 250 tonnellate all’anno e un controvalore di oltre 70mila euro.
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ATTUALITÀ_EDA FLASH STRATEGIA EUROPEA SUL METANO: DITO PUNTATO SULLA ZOOTECNIA La Commissione europea ha pubblicato la strategia europea sul metano che mira a ridurre le emissioni di gas nei settori che ne producono di più: energia, rifiuti e agricoltura. Il documento sottolinea gli sforzi che hanno portato l'agricoltura a ridurre significativamente le sue emissioni, ma individua in alcune limitazioni dei consumi di prodotti zootecnici una delle soluzioni ai problemi ambientali.
ACCORDO UE-NUOVA ZELANDA: OFFERTA PER IL SETTORE CASEARIO “IMPRUDENTE E INOPPORTUNA” Eda ha partecipato all’incontro organizzato dalla Commissione europea sull’accordo commerciale tra Ue e Nuova
Zelanda. In quell’occasione, l’associazione ha commentato negativamente l’evoluzione dei negoziati. L'attuale offerta europea, che prevede l’azzeramento dei dazi su 40.000 tonnellate di concentrati di proteine del siero di latte, rischia infatti di minare la produzione di Wpc
in Europa in un momento di grande incertezza. Il settore sta già affrontando importanti sfide, dalla gestione della crisi da Covid-19 alle nuove relazioni con il Regno Unito post Brexit. E aprire le porte ai prodotti di uno dei principali concorrenti non aiuta.
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ATTUALITÀ_EDA FLASH PREZZI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI, UNO STUDIO SULLE ASTE GDT “La crescente integrazione dei mercati lattiero-caseari globali si riflette in un aumento della correlazione tra i prezzi dei prodotti lattiero-caseari in tutto il mondo e la loro maggiore volatilità”, afferma Jakub Olipra (Credit Agricole & Warsaw School of Economics). Nel suo ultimo studio scientifico pubblicato dal British Food Journal spiega i meccanismi delle aste Gdt e ne analizza l'efficacia, sottolineando la “significativa influenza sui prezzi globali” del maggior venditore alle aste Gdt, la cooperativa casearia di Fonterra, che detiene l'84% della produzione di latte neozelandese. Una percentuale raddoppiata negli ultimi vent'anni.
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IL SETTORE BIOLOGICO CONTRO IL NUTRISCORE Mentre il governo tedesco approva l’adozione del Nutriscore come sistema di etichettatura nutrizionale nazionale, il "mondo bio” tedesco ne mette in discussione il fondamento scientifico. “I prodotti biologici non possono essere adattati o riformulati, per ottenere un punteggio migliore nel sistema a colori: ad esempio, il cibo biologico non può usare ingredienti sostitutivi per lo zucchero”, afferma la Federazione tedesca Bnn.
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MONDO ASSOLATTE
“VIA LE BARRIERE DAI MERCATI” di Massimo Forino
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aolo Zanetti è il nuovo presidente di Assolatte. Bergamasco, 48 anni, fa parte della quarta generazione di imprenditori alla guida dell’azienda di famiglia, una delle più importanti realtà industriali del settore lattiero-caseario italiano, con stabilimenti in Lombardia, Emilia-Romagna e TrentinoAlto Adige. Sposato, con quattro figlie, Paolo Zanetti si occupa dell’area commerciale internazionale, seguendo
numerosi mercati. Oltre a essere presidente di Assolatte, è vicepresidente di Federalimentare e membro del Consiglio generale di Confindustria Bergamo. Presidente, prima di tutto complimenti per la nomina e auguri. Come ha vissuto l’elezione? Quale la reazione della sua famiglia? È stata una grande gioia per tutti, il coronamento di tanti anni dedicati al mondo delle associazioni.
Sono molto grato a mio padre e allo zio Antonio, che hanno lavorato tantissimo per far decollare la nostra azienda, a mio fratello Matteo e ai cugini Attilio, Guido, Carlo e Marco che hanno dedicato molto tempo ed energia non solo all’azienda ma anche alla vita delle associazioni di cui facciamo parte. La Zanetti è una delle più importanti realtà casearie nazionali. Specializzata nei formaggi Dop, ma non solo.
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CONOSCIAMOLO MEGLIO
PAOLO ZANETTI
Quali sono i suoi hobby? Gli impegni di lavoro mi lasciano davvero poco tempo libero. Quando non sono a lavoro, mi dedico alla famiglia e alle mie bambine. Lo sport preferito? Sono un grande appassionato di sci. La squadra del cuore? Non seguo molto il calcio. A differenza di quasi tutta la mia famiglia, e anche se sono bergamasco, sono interista. Seguo e sponsorizziamo la nostra squadra femminile di volley: la Zanetti Bergamo. Il cantante preferito? Ascolto tanta musica e mi piacciono molti generi. Un film che le è rimasto nel cuore? Non un film, ma due grandi registi: Luchino Visconti e Martin Scorsese. L’attore? Robert De Niro è un grande interprete. Cucina tradizionale o innovativa? Sono legato ai piatti della tradizione. Il piatto preferito? Mi piacciono molto gli agnolini in brodo con il Lambrusco e tanto Grana Padano o Parmigiano Reggiano. Sono un amante dei crudi di pesce. Il formaggio più buono? Farei un torto a qualcuno indicandone solo uno. I grandi formaggi Dop sono tutti eccezionalmente buoni. Da buon bergamasco, mi piace il Taleggio. E tra le specialità del Sud non mi tiro mai indietro di fronte ad una buona Mozzarella di Bufala Campana, a una burrata o alla stracciatella. Nel suo frigo non manca mai? Con quattro figlie piccole, nel mio frigorifero c’è sempre tanto latte fresco. So bene che è importantissimo per la loro crescita.
Qualche numero sulla sua azienda? Nel 2019 il gruppo ha sviluppato un fatturato di 540 milioni di euro, con una forte propensione all’export. Il 60% di quel che produciamo, stagioniamo o confezioniamo nei nostri nove stabilimenti è destinato all’export. Siamo presenti in quasi cento Paesi con il core business nel Grana Padano e del Parmigiano
Reggiano. Negli ultimi anni il numero delle nostre referenze è cresciuto moltissimo, con tanti prodotti e specialità casearie fresche e stagionate, che abbiamo il piacere di esportare in tutto il mondo. Prende il timone di Assolatte in un periodo molto complesso. Quali sono i punti su cui vorrebbe concentrarsi durante il suo mandato?
Uno dei temi sui quali c’è tanto da fare è la lotta al “populismo agroalimentare”. Troppi parlano dei nostri prodotti e del nostro settore senza averne titolo. Si fanno promotori di iniziative poco utili, estranee alla realtà, talvolta addirittura dannose. Spesso ai tavoli di lavoro ci confrontiamo con una pletora di organizzazioni poco rappresentative, che creano un rumore di fondo che non fa bene al settore e non ci porta da nessuna parte. Dobbiamo anche continuare a combattere questa assurda guerra ideologica al latte. Ci accusano di inquinare, di maltrattare gli animali, di essere un settore poco sostenibile. Alcuni arrivano perfino a sostenere che il latte faccia male. Sono teorie prive di qualunque fondamento. Bugie da contrastare senza alcun timore, senza mettersi sulla difensiva, ma con messaggi postivi e un atteggiamento propositivo. Ci aspetta tanto lavoro: bisogna lavorare alla farm to fork, per affermare il nostro ruolo chiave nell’economia locale e in quella globale. Dobbiamo insistere perché non passi la logica del Nutriscore, un patentino di presunta salubrità che danneggia la maggior parte dei prodotti della dieta di base, favorendo quelli che possono essere riformulati. Dobbiamo insistere per dare centralità alle nostre imprese, spiegare chi siamo, cosa facciamo, come lavoriamo, quanta ricchezza portiamo al territorio e al Paese. Avendo avuto modo di conoscere tanti mercati, credo molto anche nell’export: mentre una parte del mondo occidentale contesta i prodotti di origine animale, due terzi del pianeta è alla ricerca di cibo sano, nutriente e di qualità. I nostri prodotti accontentano pienamente questa richiesta. Per favorire la crescita dell’export, bisogna investire negli accordi di libero scambio,
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MONDO ASSOLATTE come il Ceta e le altre intese già siglate, che hanno fatto bene al nostro settore. La mancanza ci danneggia. Valga come esempio quello che è successo con i dazi degli Stati Uniti su alcuni dei nostri formaggi più esportati. E bisogna lavorare a campagne di promozione sul vero made in Italy. La pandemia ha messo a dura prova i bilanci di tante famiglie e c’è molta preoccupazione per il prossimo futuro, anche per le nuove chiusure e restrizioni. Finora l’alimentare ha retto, mantenendo i livelli produttivi e occupazionali. Come vede i prossimi mesi? L’imprenditore deve essere ottimista, ma quello che sta succedendo nel mondo ci costringe a essere molto realisti. È inutile nascondersi dietro un dito: i prossimi mesi non saranno facili. Se è vero che le imprese che hanno il proprio focus nel mercato retail non hanno avuto perdite significative, e che alcuni hanno visto crescere i propri volumi di vendita nel canale Gdo, non si possono nascondere il crollo nel food service e il brusco rallentamento nelle esportazioni. Sono molto preoccupato per i prossimi mesi. Non possiamo non pensare alle conseguenze di medio periodo della pandemia, che lascerà cicatrici importanti nei bilanci di tantissime famiglie, compromettendone la capacità di acquisto. Ci aspetta un 2021 difficile, dobbiamo rimboccarci le maniche. Le vendite all’estero sono davvero un piccolo “miracolo” imprenditoriale. Qual è il segreto di questo successo globale? Quali sono le sue previsioni per il prossimo futuro? La crescita delle esportazioni non è un miracolo, ma il frutto del lavoro di noi imprenditori. Non ci sono segreti da svelare.
Le ragioni del successo sono due: tanto, tantissimo impegno e prodotti eccezionali. Essere fornitori credibili e affidabili è difficile. Bisogna garantire prodotti sicuri e di qualità costante, essere puntuali, disporre di una gamma di referenze capace di rispondere alla domanda dei diversi mercati. Si devono creare canali commerciali, intrecciare relazioni con il retail e con il food service di alto livello, adeguare i processi di produzione alle specifiche richieste normative. Spesso, garantire specifiche certificazioni. Certo, la qualità dei nostri prodotti aiuta moltissimo: i formaggi italiani sono davvero buoni, sono sicuri e versatili. Chiunque li assaggia li apprezza. Grazie a questi fattori, le vendite all’estero sono andate molto bene. Forse, rispetto agli altri Paesi grandi esportatori siamo ancora indietro nelle percentuali di export, ma dobbiamo essere coscienti del fatto che dieci anni fa esportavamo il 25% della nostra produzione casearia, oggi siamo arrivati al 40%. Un dato di tutto rispetto per un Paese deficitario di materie prime! Per il futuro è difficile sbilanciarsi: il 2020 era partito molto bene, poi ha frenato per il lockdown mondiale. In estate abbiamo registrato una buona ripresa, ma l’autunno ci ha nuovamente costretti a fare i conti con le chiusure in mezzo mondo. Temo che fin quando non si uscirà dall’emergenza, sia difficile pensare a una ripresa e immaginare nuove crescite. Ciò non vuol dire che dobbiamo aspettare che “passi la nottata”. Dobbiamo invece impegnarci in tutte le sedi possibili per l’abbattimento dei dazi americani, sui quali speriamo che l’amministrazione Biden ci dia ascolto, per la riapertura del
mercato russo, la cui chiusura improvvisa è stata davvero scandalosa e immotivata, per un accordo tra Unione europea e Regno Unito che non penalizzi il nostro settore. Abbiamo letto la sua recente intervista su Il Sole 24 ore, in cui commenta quanto accaduto a Bruxelles in occasione del voto per la riforma dell’Ocm. Un bel risultato per il settore e per l’associazione. Ce ne racconta? Un bel risultato, niente da dire. Da molti anni, i prodotti lattiero-caseari sono tutelati da norme europee e da una sentenza della Corte di Giustizia, ma era necessario rafforzare il livello di protezione, per dire basta alla proliferazione di prodotti che imitano il nostro latte, ma hanno composizione e valore nutritivo del tutto diverso. Sappiamo bene che quello delle bevande vegetali è un mercato in crescita e non abbiamo certo timore della concorrenza. Quella che va bloccata è l’imitazione dei nomi: se combattiamo i falsi “parmesan” nel mondo non possiamo poi accettare i falsi yogurt o i “parmaveg” che sempre più spesso vengono proposti ai consumatori. Con un bel lavoro di squadra, Assolatte ed Eda hanno ottenuto il via libera del Parlamento europeo a una nuova norma che tutelerà meglio i nomi dei prodotti lattieri più comuni, contrastando anche la loro imitazione. Un ottimo lavoro in un campo minato: gli amici del settore delle carni – che partivano però da una situazione diversa – non sono riusciti nel medesimo intento. Speriamo che il Consiglio dei ministri europei e la Commissione non vogliano modificare una decisione presa a larghissima maggioranza da chi rappresenta i cittadini europei.
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MONDO ASSOLATTE
PROMOZIONE IN CINA, PARTE LA PRIMA CAMPAGNA a cura di Gianluca Pierangelini
N
el 2015 il valore delle esportazioni di formaggi italiani verso la Cina era di poco superiore a 1 milione di euro. L’anno scorso ha raggiunto il traguardo dei 20 milioni di euro, superando le 3.700 tonnellate, e nei primi sette mesi del 2020, sono ancora aumentate (+3,6% a valore e +8,2% a volume), nonostante il Covid19, che nei primi mesi dell’anno ha colpito duramente il Paese asiatico. Ci sono ancora ampi margini di crescita, poiché Pechino assorbe solo il 2% delle nostre esportazioni extraUe. Partendo da questi presupposti, Assolatte ha avviato la sua prima campagna
promozionale in Cina allo scopo di promuovere, far conoscere e valorizzare i formaggi italiani. La campagna di Assolatte, realizzata con il supporto dell’Unione europea, durerà tre anni, con l’obiettivo di migliorare il livello di conoscenza dei prodotti lattiero-caseari italiani e aumentarne il consumo in un mercato dove si registra una crescente richiesta di prodotti di qualità. La campagna è rivolta a diversi target (trade, consumatori e media) e servirà a sensibilizzare gli importatori, con seminari e workshop b2b e incoming di operatori cinesi presso alcune aziende lattiero-
casearie italiane. L’iniziativa di Assolatte ha preso il via con una conferenza stampa in cui Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, ha presentato il triennio di attività a giornalisti e operatori locali. La presentazione si è svolta nell’ambito della 24esima edizione di Food & Hotel China, la più importante manifestazione espositiva del Paese, e ha offerto la degustazione guidata di alcuni dei migliori prodotti lattiero-caseari italiani a cura di Giulioantonio Di Sabato, executive chef del ristorante Bellagio di Shanghai. Sono oltre 20 le aziende
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L’ACCORDO UE-CINA SULLE DENOMINAZIONI PROTETTE
associate ad Assolatte che hanno partecipato all’evento con i loro prodotti (vedi riquadro), offrendo in degustazione molti capolavori caseari italiani: pecorino, mozzarella, Mozzarella di Bufala Campana, Gorgonzola, Parmigiano, Grana Padano, provolone, ricotta, Piave, mascarpone. Non potevano mancare, inoltre, latte e yogurt, entrambi molto graditi al mercato cinese. UN MERCATO VIVACE E PROMETTENTE Il mercato alimentare cinese sta dimostrando uno straordinario dinamismo, grazie alla crescita del reddito pro capite e alla diversificazione dei consumi alimentari, trainati dalla diffusione di abitudini sempre più internazionali. Salubrità, qualità, sostenibilità e tradizione sono le nuove parole chiave per conquistare spazio in un Paese che conta quasi 1,4 miliardi di abitanti. Anche gli indicatori macroeconomici fanno prevedere ottime prospettive per il mercato cinese. I prodotti freschi, come il mascarpone e la mozzarella,
IL TREND DELL’EXPORT ITALIANO IN CINA
sono i formaggi italiani più consumati in Cina. Anche il latte italiano è molto apprezzato, grazie a importanti partnership Italia-Cina. Senza dimenticare le vendite di yogurt – soprattutto quello da bere – che crescono ogni anno del 10%, trainate dalle note e riconosciute proprietà salutistiche di quest’alimento e dall’assenza di lattosio, che lo rende particolarmente gradito ai consumatori cinesi. Le imprese tricolori stanno investendo molto anche nei grandi formaggi tradizionali, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano, dal Pecorino Romano al Provolone, al Gorgonzola, referenze sempre più promettenti. “Il lavoro da fare è tanto – ha commentato Paolo Zanetti – la Cina sembra volersi aprire al mercato internazionale, abbattendo gradualmente le barriere che rendono davvero difficile l’ingresso delle imprese straniere e dei nostri prodotti”. In questo contesto, il Governo cinese sta rafforzando le relazioni con l’Europa attraverso l’Eu-China 2020 Strategic Agenda for Cooperation,
LE AZIENDE PARTECIPANTI AGRIFORM ARBOREA ARGIOLAS CASEIFICIO ALBIERO CASEIFICIO BUSTI CASEIFICIO DEFENDI CASEIFICIO GHIDETTI CASEIFICIO PALAZZO CENTRAL E.T. FORMAGGI FRANCIA LATTICINI IGOR LATTERIA SORESINA NATURA E ALIMENTA PARMAREGGIO POZZALI LODIGRANA TRENTIN SPA ZANETTI SPA
strumento di dialogo che consente di condividere i rispettivi piani di sviluppo, rafforzando la cooperazione in ambito commerciale, con una progressiva standardizzazione delle procedure di accesso e una condivisione degli aspetti normativi dell’e-commerce.
DAIRY: L’EXPORT ITALIANO IN CINA NEL 2020 (GEN-LUGLIO)
DAIRY: L’EXPORT ITALIANO IN CINA NEL 2019 KG
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MONDO ASSOLATTE TUTELARE LE INDICAZIONI GEOGRAFICHE Un capitolo dell’agenda, decisivo per le aziende italiane, è la tutela delle indicazioni geografiche, necessaria per contrastare il fenomeno della contraffazione del made in Italy, che rischia di esplodere visto l’interesse globale per un mercato tutto da costruire. “Bisogna lavorare ed essere ottimisti. La marcia per la tutela delle Indicazioni geografiche è lunga, richiede impegno e investimenti – ha sottolineato Zanetti – il mercato cinese fa gola a tanti e in assenza di regole condivise è facile approfittare della scarsa conoscenza dei veri formaggi italiani Dop. Per questo abbiamo molte aspettative e valutiamo
IL PANIERE DEI FORMAGGI ITALIANI IN CINA 11,4% 0,6%
0,2%
0,3%
3,2% 4,7% 6,0% 73,6%
MASCARPONE E ALTRI FRESCHI GRATTUGIATI PECORINO ROMANO PROVOLONE
MOZZARELLA GRANA E PARMIGIANO GORGONZOLA ALTRI
L’INTERVENTO DI PAOLO ZANETTI ALLA PRESENTAZIONE DELLA CAMPAGNA ASSOLATTE Avremmo voluto essere lì con voi, ma purtroppo la pandemia, che imperversa ancora sul nostro continente, non ci permette di viaggiare e partecipare a manifestazioni importanti come Food & Hotel China. Ringrazio l’ufficio dell’Italian Trade Agency di Shanghai per averci supportato nell’organizzazione di questo seminario, seppur in forma ibrida, che ha l’obiettivo di lanciare una campagna triennale di valorizzazione dei prodotti lattiero-caseari europei in Cina, un mercato per noi estremamente importante. Quella di oggi è la prima di una serie di iniziative che Assolatte – l’Associazione dell’industria lattiero-casearia italiana – in collaborazione con la Commissione europea, svolgerà in Cina da qui al 2023, con l’obiettivo di aiutare operatori del settore e consumatori cinesi a conoscere meglio le caratteristiche dei prodotti lattiero-caseari europei e italiani, facendo scoprire ancora di più le loro qualità, i loro benefici nutritivi, la loro conformità agli elevati standard di sicurezza, sostenibilità e tracciabilità, propri delle produzioni alimentari made in Ue. Il rapporto commerciale tra l’Unione europea e la Cina si sta intensificando, favorendo una progressiva diffusione delle produzioni lattiero-casearie europee nel mercato cinese. Le istituzioni sono impegnate da anni nel tentativo di convergere gli interessi economici delle parti al fine di integrare due tra le principali economie
mondiali. Ne è testimonianza l’Eu-China 2020 Strategic Agenda for Cooperation, un documento strategico volto a garantire il mutuo beneficio tra le parti, o come meglio sintetizzato dal Presidente Xi Jinping “a win win cooperation”. È nell’ambito di questa strategia che lo scorso settembre è stato firmato l’accordo che garantisce il riconoscimento e la tutela di 100 Indicazioni geografiche europee in Cina e altrettante cinesi nell’Unione europea. Un risultato davvero importante che mette noi, operatori dei rispettivi settori alimentari, in condizione di valorizzare le nostre produzioni tipiche e i relativi territori di origine. In Europa crediamo molto nel sistema di qualità comunitario perché riteniamo che sia un modello economico vincente. Il settore lattiero-caseario italiano ci crede ancora di più, visto che detiene il primato per formaggi a denominazione di origine protetta (Dop), tutti espressione delle tradizioni, della cultura, delle risorse naturali e della capacità produttiva dei rispettivi territori. Il Grana Padano, il Gorgonzola, il Parmigiano Reggiano, il Pecorino Romano, così come tutte le altre Dop sono formaggi prodotti seguendo specifici disciplinari di produzione – riconoscibili dai loghi Ue – che tengono
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positivamente l’accordo UeCina sulla protezione delle indicazioni geografiche votato dal parlamento europeo. Sarà un nuovo passo, certamente non l’ultimo, per mettere in cassaforte i nomi più rinomati e imitati, oltre a vedere riconosciuta e tutelata la loro unicità e autenticità”.
conto di altrettante specifiche caratteristiche organolettiche legate a territori di origine e a ricette che hanno radici profonde nella cultura alimentare del nostro Paese. L’Italia è in grado di offrire una gamma davvero ampia di prodotti lattiero-caseari, espressione della ricchezza e della biodiversità del nostro territorio, capaci di rappresentare tutta l’arte della trasformazione delle imprese italiane. I nostri stabilimenti sono sottoposti a rigidi controlli sanitari e le nostre produzioni seguono i più ambiziosi standard legati a sostenibilità, tracciabilità e sicurezza alimentare, bilanciando i valori della tradizione culinaria del nostro Paese con le innovazioni produttive. Rappresentiamo con orgoglio il primo settore
dell’industria alimentare italiana e siamo un punto di riferimento a livello comunitario. Le nostre imprese si sono progressivamente dotate delle più avanzate tecnologie e negli anni sono state in grado di adeguars ai parametri di riferimento della normativa cinese, differenziando la produzione e intercettando le mutevoli esigenze dei consumatori locali. Questo ci ha permesso di diventare uno dei principali fornitori di latte alimentare della Cina, il quinto fornitore al mondo di formaggi e di registrare importanti aumenti delle esportazioni di burro e yogurt. L’offerta lattiero-casearia italiana è estremamente variegata e in linea con le moderne tendenze di consumo: dalle versioni arricchite a quelle senza lattosio, oppure a quelle light. Ogni consumatore può trovare il prodotto “giusto” che soddisfa ogni gusto, aspettativa o necessità. Nonostante le limitazioni, siamo riusciti a farvi arrivare una piccola campionatura dei nostri prodotti da conoscere e degustare. Alcuni di questi saranno utilizzati nel cooking show e raccontati dal nostro esperto chef, ma Assolatte e le aziende associate sono a vostra completa disposizione per fornirvi tutti i dettagli tecnici utili per conoscere meglio ciascun prodotto. Zàijiàn
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ATTUALITÀ_EDA
PACKAGING:
FACCIAMO CHIAREZZA di Katia Bellantone
C
resce la sensibilità dei consumatori per gli aspetti ambientali, dalle emissioni in atmosfera al packaging e le discussioni sulla plastica, con le immagini di spiagge invase da tappi, bottiglie e buste, hanno acceso l’interesse sul contenitore, oltre che sul contenuto. Ma sulla base di quali criteri un’azienda sceglie il packaging? Quali sono i requisiti che deve avere un materiale a contatto con un alimento? Serve davvero ridurre la plastica? Per rispondere a queste e ad altre domande, la European Dairy Association ha pubblicato due documenti di approfondimento e chiarimenti. Un imballaggio ha il delicato compito di conservare un prodotto e deve rispondere ad elevati standard legali e di sicurezza che ne garantiscono funzionalità e sostenibilità. La funzione principale, infatti, è quella di far arrivare ai consumatori prodotti sani e sicuri: un qualunque contenitore deve contenere, preservare e proteggere il prodotto lungo tutta la catena di produzione, trasporto, conservazione e consumo. La “cultura della sicurezza” combina il rispetto della legislazione europea in materia di igiene e standard specifici, implica un’efficace cooperazione lungo la filiera, investimenti in ricerca e innovazione, indagini specifiche, programmi di monitoraggio e capacità di affrontare nuove sfide. A livello globale, ogni anno viene sprecato il 30% del cibo prodotto e le maggiori perdite si registrano
al consumo. Per questo le aziende utilizzano materiali che garantiscono maggiore durata, favorendo così la riduzione degli sprechi. La sostenibilità del packaging non deve e non può andare a scapito del suo ruolo primario: proteggere il cibo dal deterioramento, prolungarne la durata, ridurre lo spreco. Nel momento della scelta dell’imballaggio le aziende prendono in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto, valutando l’impatto ambientale, il rapporto costi-benefici e le aree in cui è possibile migliorare. La scelta del packaging deve quindi essere fatta con attenzione, adottando un approccio di valutazione globale. Secondo un recente studio europeo, se la plastica venisse sostituita da altri materiali nelle sue principali applicazioni, il peso degli imballaggi aumenterebbe di quasi quattro volte, ci sarebbe un aumento del 60% del volume dei rifiuti e un aumento del consumo energetico complessivo. Allo stesso modo, se l’imballaggio venisse ridotto, l’aumento degli sprechi potrebbe superare i risparmi derivanti dall’uso di meno materiale. Considerato che l’impatto ambientale, nella maggior parte dei casi, è dieci volte superiore all’impatto della confezione, il danno ambientale di un tale “risparmio” sarebbe enorme. Qualsiasi riduzione degli imballaggi sarebbe una falsa economia, poiché la quantità totale di rifiuti nel sistema aumenterebbe. In pratica, l’impronta di CO2 dei rifiuti alimentari potrebbe essere superiore all’impronta di CO2
dell’involucro stesso. La ricerca, gli investimenti e l’innovazione per trovare soluzioni sostenibili e all’avanguardia svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere la riduzione degli imballaggi e migliorare la sostenibilità ambientale delle confezioni in modo che siano anche economicamente sostenibili. Tali soluzioni contribuiscono positivamente all’impronta ambientale complessiva e all’obiettivo generale di promuovere una produzione rispettosa dell’ambiente, garantendo al contempo la protezione della salute dei consumatori. I sistemi di imballaggio degli alimenti sono in continua evoluzione, si adattano ai progressi nelle tecnologie dei materiali. Insomma, oltre la plastica c’è di più. Ma non è detto che sia meglio. Nella scelta del packaging le aziende tengono in considerazioni tanti fattori e una sola priorità: la salute dei consumatori.
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
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ATTUALITÀ_UE
LA FARM TO FORK È SOSTENIBILE? di Katia Bellantone
L
o scorso maggio la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia From Farm to Fork. Documento che detta le priorità politiche in tema di politica alimentare, dal campo (con misure che avranno un impatto diretto su agricoltori e allevatori, come la drastica riduzione di pesticidi o l’incremento della produzione biologica) alla tavola, con nuovi obblighi e standard per i trasformatori, che dovranno rendere più sostenibili i propri processi di produzione, i prodotti più sani e le etichette più complete. In quest’ottica, la Commissione ha elaborato una serratissima tabella di marcia, promettendo di pubblicare nei prossimi anni direttive e regolamenti sull’indicazione obbligatoria di origine della materia prima, di definire i profili nutrizionali, le norme di etichettatura su impronta ambientale, la riformulazione dei prodotti, l’etichettatura nutrizionale. Il processo decisionale europeo, però, non attribuisce esclusivi poteri alla Commissione cui spetta, infatti, il potere di fare proposte, che dovranno comunque passare al vaglio e trovare l’accordo di Parlamento e Consiglio europeo. Sebbene la strategia sia “solo” un documento politico, anche i rappresentati dei governi e quelli dei cittadini sono quindi chiamati a esprimere la propria posizione politica. Il Consiglio europeo, sotto la guida della presidenza tedesca, ha formalizzato la sua posizione da cui emergono importanti e incoraggianti messaggi. Prima di tutto, il Consiglio chiede valutazioni d’impatto ex ante scientificamente valide, che costituiscano la base delle proposte legislative. È il caso, per esempio, dell’etichettatura nutrizionale. Su questo tema, i ministri dell’Agricoltura europei sono schierati tra sostenitori e oppositori del Nutriscore (questi ultimi guidati dall’Italia) e l’unico
modo per tentare di sciogliere la matassa e trovare un accordo è aggiungere alla discussione elementi nuovi e credibili. Efsa dovrà elaborare uno studio sull’efficacia dei sistemi di etichettatura Fop attualmente presenti sul mercato, per rispondere ad alcune domande: aiutano il consumatore a operare scelte migliori e consapevoli? Sono discriminatori? Informano o sono strumenti commerciali? Il Consiglio europeo nel suo documento va oltre e chiede anche di garantire un’attuazione e un monitoraggio efficace in termini di costi/ benefici degli obiettivi individuati, per tutelare il mercato unico e la competitività dei mercati. La sostenibilità ambientale è importante, ma i ministri si preoccupano della sostenibilità e della fattibilità economica delle numerose misure che la Commissione intende proporre. Nelle loro conclusioni, gli Stati membri riconoscono che il cibo europeo ha già uno standard globale di sicurezza, valore nutritivo e alta qualità, quasi a volerlo ricordare alla Commissione. La parola passa ora al Parlamento europeo, che deve pronunciarsi sulla strategia e indicare la sua strada per lo sviluppo del sistema alimentare.
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L’INTENSITÀ
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LA PANDEMIA NON HA FERMATO IL LAVORO DELLA FEDERAZIONE di Chiara Fabrizi
L
a Federazione ha recentemente presentato il rapporto sulle proprie attività 2019/2020. Un periodo segnato fortemente dalla pandemia di Covid-19 che ha richiesto, in maniera anche piuttosto drastica, un adattamento delle modalità di lavoro, ma che non ha fermato l’attività degli esperti e della Federazione, rimasti costantemente operativi. Nonostante le limitazioni agli spostamenti e dunque agli incontri, ai confronti diretti tra esperti, allo svolgimento di molti appuntamenti cardine della vita della Federazione, quanto emerge dalla presentazione del Report Fil 2019/2020 è comunque una ricca produzione di bollettini, standard, statement, ma anche di appuntamenti, partecipazioni e attività che nel corso dei mesi non hanno mai smesso di essere portati avanti. La maggior parte dei comitati permanenti e delle task force hanno lavorato attivamente durante la pandemia per portare a termine il programma di lavoro dell’Idf, passando a riunioni virtuali. La produzione di pubblicazioni è continuata a ritmo sostenuto. Il lavoro Idf sui temi Codex è proseguito, nonostante la cancellazione degli incontri fisici. È stata aperta una nuova sezione del sito della Federazione dedicata alle risorse del settore lattiero-caseario per fronteggiare il Covid-19 e ad altre attività di comunicazione, al monitoraggio della situazione e alla fornitura di supporto e consigli pratici. Sempre in tema Covid-19, sono stati raccolti gli impatti e gli insegnamenti emersi nel contrasto al virus per contribuire alla discussione post crisi sui sistemi alimentari resilienti. Si è fatto, infine, un grande passo
verso eventi digitali e verso lo sviluppo di webinar tecnici. E proprio lo sviluppo di una serie di riunioni digitali è stato uno degli elementi chiave della risposta della Federazione alle limitazioni dovute alla pandemia. Ciò ha permesso all’Idf di continuare a dare impulso e mantenere il suo ruolo di primo piano per facilitare la condivisione di conoscenze ed esperienze scientifiche sui prodotti lattiero-caseari nella comunità di esperti Idf. Tra aprile e novembre 2020 sono stati organizzati 24 seminari in rete per gli esperti del mondo Fil, su argomenti come modelli di nutrizione sostenibile, etichettatura nutrizionale sul fronte della confezione, promozione del benessere animale, valutazione dell’impronta idrica del bestiame, ruolo degli animali nella sicurezza alimentare e nella nutrizione, sequenziamento dell’intero genoma, salute intestinale e microbioma, linee guida dietetiche e molto altro. Oltre duemila esperti hanno partecipato a questi eventi virtuali dal vivo, molti altri hanno potuto beneficiare delle registrazioni. Negli ultimi 12 mesi, la Fil ha continuato a sostenere il Codex e altre organizzazioni internazionali come l’Oie e l’Iso nello sviluppo di standard lattiero-caseari scientificamente fondati e sviluppando posizioni di settore su temi più orizzontali. Ne è un esempio il documento di sintesi che delinea i principi guida dell’Idf in materia di etichettatura nutrizionale fronte pacco (Fopnl), predisposto per contribuire al confronto Codex per lo sviluppo di una guida sui Fopnl; lavoro al quale è
collegata anche la posizione Idf predisposta in merito ai modelli di profili nutrizionali, poiché la maggior parte dei Fopnl impiegati nel mondo utilizza questi modelli per classificare il contenuto di nutrienti del cibo. Un altro grande tema al quale la Federazione lavora attivamente riguarda il fattore di conversione azoto-proteine, utilizzato comunemente a livello internazionale per misurare la quantità di proteine negli alimenti. Con uno specifico position paper, che fornisce informazioni di base sui fattori di conversione dell’azoto per le proteine del latte, la Fil cerca di mettere in luce l’importanza di una visione olistica nella definizione delle proteine. Posizione difesa in ambito Codex presentando prove scientifiche sul fatto che le modifiche post traduzionali hanno effetti funzionali e funzioni biologiche. Quindi, quando si imposta il fattore di conversione, dovrebbe essere considerata l’intera proteina e non solo gli
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ITÀ
NOV
ATTUALITÀ _FIL/IDF amminoacidi. Sempre sul fronte Codex, la Fil ha continuato a fornire il proprio contributo in materia di prevenzione e gestione dell’antibiotico resistenza e sull’allineamento degli standard lattieri allo Standard generale Codex sugli additivi alimentari, così come ha contribuito ai lavori sui principi generali del Codex per l’igiene alimentare e al Codice di condotta sulla gestione degli allergeni alimentari. Alla proliferazione globale di politiche alimentari incentrate sul contenuto di nutrienti individuali dei cibi e delle bevande, che vede tra quelli maggiormente presi di mira lo zucchero, la Fil ha risposto redigendo un apposito bollettino che presenta un approccio differenziato per il lattosio per quanto riguarda gli zuccheri liberi. Sebbene i prodotti lattiero-caseari “semplici” siano più facilmente riconosciuti per il loro valore nutritivo, il rischio che possano essere comunque oggetto di meccanismi normativi e politici che non riconoscono il loro valore nutrizionale e dietetico a causa della presenza del lattosio non è completamente escluso. La Fil ha lavorato in maniera proattiva alla pubblicazione di un bollettino, atteso entro fine anno, per affrontare questi problemi con un approccio scientificamente fondato. Il testo esamina le ultime scoperte scientifiche sul lattosio, i suoi effetti sulla salute e come parte di una matrice complessa con comprovati benefici. Il passo successivo di questo lavoro sarà esaminare il ruolo dei prodotti lattieri aromatizzati e il loro posto in diete sane. Molto è stato fatto sul piano della condivisione delle conoscenze delle tecnologie di allevamento e di lavorazione del latte innovative ed eco friendly riguardanti la cura degli animali, per incoraggiare gli operatori ad adottare pratiche di risparmio energetico, riduzione delle emissioni di carbonio e miglioramento
dell’efficienza idrica che riducano al minimo gli impatti ambientali massimizzando il contributo socio-economico del loro operato. Sul fronte delle collaborazioni, nel 2019 la Fil ha aderito al consorzio Disarm, network costituito nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Ue, per prevenire o ridurre il trasferimento di microrganismi resistenti all’interno delle popolazioni animali, nell’ambiente e tra animali e esseri umani. Inoltre, la Federazione continua a partecipare attivamente alla partnership Fao Leap, per la quale ha organizzato un evento ufficiale collaterale alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop 25, per discutere il ruolo del bestiame a più basse emissioni di carbonio nell’affrontare il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare. Per tutto il 2019 e il 2020, l’Idf ha anche continuato a fornire il proprio contributo chiave alla Global Agenda for Sustainable Livestock (Gasl), partnership multi stakeholder orientata a garantire l’impegno del settore lattierocaseario al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Molti i lavori e le attività riguardanti gli aspetti legati alla nutrizione: dalla pubblicazione del nuovo bollettino sui programmi per il latte nelle scuole, all’elaborazione di un quadro di comunicazione su latte e bevande vegetali, progettato per assistere il settore lattiero-caseario nell’evidenziare l’importante contributo dei prodotti lattiero-caseari alla sicurezza nutrizionale, proteggendo contestualmente la capacità del consumatore di fare scelte equilibrate e informate e chiarendo la distinzione tra le due ben distinte categorie di prodotti. Dalla mappatura delle raccomandazioni alimentari esistenti nei vari Paesi alla raccolta di prove scientifiche sul
ruolo dei latticini nelle diete sane considerando diverse angolazioni (nutrizione, additivi alimentari e tecniche di lavorazione), per rispondere alle critiche sempre più frequenti nei confronti dei prodotti trasformati. Realizzato anche un position paper sulla classificazione degli alimenti in base al grado di lavorazione. Un impegno che ha portato alla predisposizione di molte pubblicazioni: cinque bollettini tra i quali l’Idf World dairy situation 2019, quello sui trend mondiali di marketing (503/2020) e la nuova guida che delinea le azioni aggiuntive che possono essere intraprese nel processo di produzione per ridurre al minimo il rischio di contaminazione da Listeria nei prodotti lattierocaseari. E ancora: sei standard congiunti Iso/Fil, otto position paper, tre rapporti (due Idf Animal health e un Idf Dairy sustainability outlook), sette factsheet e numerosi comunicati stampa.
NUOVO PRESIDENTE ALLA FIL L’assemblea dei membri Fil/ Idf ha rinnovato le cariche e nominato Piercristiano Brazzale nuovo presidente per il prossimo quadriennio. Il neopresidente prende le redini della Federazione dopo Judith Bryans, amministratore delegato di Dairy Uk, eletta ai vertici della federazione mondiale nel 2016 a Rotterdam, nei Paesi Bassi. A pagina 46 un’intervista al nuovo presidente Piercristiano Brazzale.
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ATTUALITÀ_NEWS MOZZARELLA DI BUFALA DOP E PASTA DI GRAGNANO IGP, INSIEME IN UN GRAND TOUR ENOGASTRONOMICO D’ITALIA Mozzarella di Bufala Campana Dop e Pasta di Gragnano Igp sono le protagoniste del “Grand Tour d’Italia”, un viaggio lungo la penisola, tra cultura ed enogastronomia, per capire come vengono utilizzate dagli chef queste eccellenze simbolo del Made in Italy a tavola. È la nuova web serie a puntate, frutto dell’accordo di collaborazione tra i Consorzi di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop e della Pasta di Gragnano Igp. Un video racconto con gli chef di nove regioni italiane, attraversando l’Italia da Nord a Sud alla scoperta di luoghi, cucine e abbinamenti originali. Il risultato è un tour della bellezza, in cui i due tesori del Sud si contaminano con le tradizioni dei vari territori italiani, ammodernando piatti e ricette, grazie all’utilizzo della Bufala Dop e della Pasta di Gragnano Igp. Un’occasione inoltre per ammirare paesaggi e luoghi di incantevole fascino dal punto di vista storico-artistico, ma anche turistico e paesaggistico. Le due eccellenze sono state cucinate a oltre 2000 metri di altitudine, al rifugio Boch sulle Dolomiti del Brenta, poi sono diventate un gelato a Firenze e interpretate dal maestro Alfonso Iaccarino. “Questo nuovo progetto – commenta Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop – testimonia ancora una volta che il cibo è cultura e che
Mozzarella Dop e Pasta di Gragnano Igp sono elementi iconici per tutta l’Italia e ben oltre i confini nazionali. Una conferma importante in un momento difficile per tutti, che ci spinge a insistere ancora di più sulla strada delle sinergie istituzionali, anche per intercettare le nuove esigenze dei consumatori emerse dall’emergenza coronavirus”. “Il nostro è un Paese straordinariamente biodiverso – aggiunge Giuseppe di Martino, presidente del Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano Igp – questo viaggio gastronomico racconta e valorizza l’Italia nelle sue specificità territoriali e geografiche. Un’operazione che assume un’ulteriore valenza in questo particolare periodo storico”.
ASIAGO DOP PRODOTTO DELLA MONTAGNA, PRODUZIONE +12% Bilancio positivo per la stagione d’alpeggio 2020 dei soci del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, che conferma l’impegno di malghe e caseifici di montagna a garantire una produzione sempre più naturale e sostenibile segnando un aumento delle forme di Asiago Dop Prodotto della Montagna del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La specialità prodotta sopra i 600 metri, dal 2006 è riconosciuta e protetta dall’Unione europea. La scorsa estate malghe e caseifici di montagna
sono stati i testimoni del valore della produzione rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, realizzata con pratiche tradizionali, che il nuovo disciplinare del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, entrato recentemente in vigore, valorizza e promuove con scelte produttive che rafforzano il legame col territorio d’origine. Grazie al lavoro di malghesi e casari, che hanno messo in campo un grande sforzo organizzativo per garantire le misure di prevenzione e, allo stesso tempo, offrire ai tanti turisti giunti in montagna, un’accoglienza in totale sicurezza, le forme di Asiago Dop Prodotto della Montagna sono aumentate dalle 46.874 del 2019 alle 52.536 del 2020, con un incremento produttivo del 12%. “Asiago Dop è un formaggio unico – afferma il presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago Fiorenzo Rigoni – perché esprime la forza e l’identità del suo territorio. Proprio la produzione di Asiago Dop è oggi l’ambasciatrice di questi luoghi in tutto il mondo e la testimonianza tangibile di come sia possibile puntare a uno sviluppo sostenibile dove paesaggio, natura, uomini e animali possano vivere e operare in equilibrio”.
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ATTUALITÀ _NEWS GIANNI MAODDI È IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA DEL PECORINO ROMANO È Gianni Maoddi il nuovo presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano, eletto all’unanimità dal consiglio d'amministrazione che era stato rinnovato nelle scorse settimane. Maoddi, 49 anni, titolare della Fratelli Maoddi srl di Nuragus, era già stato presidente dal 2011 al 2014 e di vice durante il mandato del suo predecessore Salvatore Palitta. “Sono molto soddisfatto dell’incarico e della fiducia che mi è stata data, e allo stesso tempo sono molto consapevole, anche per esperienza diretta, di quanto questo ruolo sia delicato e impegnativo – ha detto il neo presidente – stiamo vivendo un momento storico molto complicato, che va affrontato nel modo più giusto per garantire e far crescere un comparto così strategico per la nostra economia. Da parte mia,
e di tutto il consiglio d’amministrazione, c’è l’impegno a dare continuità al lavoro fatto finora e a rappresentare tutte le componenti. Servono compattezza, unità d’intenti e obiettivi condivisi per affrontare nuove sfide e vincerle nell’interesse di tutti”. Questi i componenti del nuovo cda: Andrea Pinna F.lli Pinna; Antonio Mura, Sardaformaggi; Antonio Maria Sedda, Sepi Formaggi; Lorenzo Sanna Foi/ Auricchio; Giuseppe Serra, Industria Agroalimentare Serra; Salvatore Palitta Latteria Pattada; Tonino Pintus, Agriexport; Bachisio Orritos Latteria Costera Anela; Giovanni Deruda, Lait Ittiri; Renato Illotto, Cao; Salvatore Pala, Unione Pastori Nurri; Pietro Piras, Lacesa; Paolo Fadda, Latteria Bonorva; Giannetto Arru Bartoli, Latteria Pozzomaggiore.
CONSORZIO TUTELA TALEGGIO E MALATI ONCOLOGICI: NASCE IL PROGETTO “FBO SEMPRE CON TE” Una buona notizia per i pazienti oncologici: nasce “Fbo (Food Bank in Oncology) sempre con te”, progetto realizzato dalla Fondazione Tera grazie al sostegno e al contributo del Consorzio Tutela Taleggio. Un’iniziativa che mette insieme le competenze cliniche di oncologi e nutrizionisti e la creatività di chef, stellati e non, di tutta Italia per la creazione di ricette “prêt-à-porter” semplici, salutari, bilanciate ma anche buone. Veloci da preparare nella cucina di casa e comode da portate con sé durante i day hospital terapeutici o di controllo, le ricette di “Fbo sempre con te” permetteranno ai malati oncologici di evitare digiuni non programmati dannosi per la salute e allo stesso tempo di evitare il consumo di pasti presso bar
e ristoranti che aumentano il rischio di esposizione al contagio da Covid-19. Il tutto senza rinunciare al piacere di un piatto buono e gustoso. La nutrizione gioca un ruolo importante in molti aspetti dello sviluppo e del trattamento dei tumori. Le buone pratiche nutrizionali possono aiutare i pazienti oncologici a mantenere o migliorare il peso in funzione dei trattamenti a cui sono sottoposti, offrendo un aiuto concreto nella gestione di alcuni sintomi e migliorando nel complesso la qualità della vita. Inoltre, in questo momento di emergenza pandemica legata alla diffusione del Covid-19, il problema dell’alimentazione nel paziente oncologico, soprattutto fuori casa, si complica perché l’individuo
vede aumentato il rischio per la propria vita a causa della fragilità del suo sistema immunitario. La Fondazione Tera, che da anni si occupa della qualità della vita del malato oncologico attraverso il suo programma Fbo (Food Bank in Oncology) – una banca dati validata rivolta ai pazienti, alle loro famiglie e agli operatori sanitari – si è avvalsa per questo progetto del supporto e della collaborazione di Consorzio Tutela Taleggio, da sempre sensibile alla salute e al benessere dei propri consumatori. Informazioni più dettagliate e approfondite si possono trovare su www. fboweb.it, la banca dati sull’alimentazione del malato oncologico.
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ATTUALITÀ _NEWS ARRIGONI BATTISTA, IL GORGONZOLA DOP INDOSSA L'ABITO DELLE GRANDI OCCASIONI Il Gorgonzola Dop Arrigoni Battista (eletto miglior formaggio italiano a pasta molle agli International Cheese Awards 2019) è disponibile in un nuovo formato confezionato in vaschetta nera riciclabile. Studiato dall’azienda casearia bergamasca per rendere più comoda e veloce la spesa, la referenza si trova nel reparto libero servizio delle principali catene di distribuzione.
Un prodotto che sposa l’innovazione del formato con la tradizionale eccellenza di Arrigoni Battista: naturalmente privo di lattosio, il Gorgonzola Dop Dolce da assaporare al cucchiaio è stato studiato per raggiungere la cremosità all’ennesima potenza e mantenere la tipica dolcezza, ma con una nota di gusto sempre intensa. La confezione, con vaschetta richiudibile e copertura in cartone, è completamente riciclabile. Una scelta eco friendly che rispecchia la filosofia green dell’azienda, da sempre volta alla tutela dell’ambiente, del benessere animale e delle caratteristiche di ogni prodotto. La sua pasta extra morbida lo rende facilmente spalmabile su pane e tartine ma perfetto anche con le tradizionali ricette della cucina italiana: antipasti e aperitivi, ingrediente per condire primi piatti oppure abbinato a verdure e prodotti da forno. La referenza è frutto del lavoro di ricerca svolto nello stabilimento di Pagazzano (Bg).
CENTRALE DEL LATTE DI TORINO: NASCE “UN DONO PER TUTTI IN UN CLICK” Nell’anno della 22esima edizione la maratona benefica da sempre voluta, organizzata e gestita dalla Centrale del Latte di Torino “Un Dono per Tutti”, considerata la situazione sanitaria del Paese, vira al digitale e cambia anche il nome: “Un Dono per Tutti in un click”. La raccolta fondi per rendere più piacevole il periodo natalizio anche ai bambini meno fortunati è partita con la prima simbolica donazione di duemila euro da parte dell’azienda lattiero-casearia piemontese. Cambia quindi la modalità di donazione, ma l'obiettivo rimane lo stesso: rendere più piacevole il periodo natalizio anche ai bambini meno fortunati del territorio. L’azienda, oltre alla prima simbolica donazione, coprirà tutti i costi di gestione, organizzazione e promozione del progetto. Oltre ai partner storici, quest’anno l’iniziativa si arricchisce di un nuovo
compagno di viaggio. Si tratta di Quercetti, la storica azienda di Torino che produce il gioco educativo e che prenderà parte all’iniziativa attraverso una donazione di suoi prodotti. È possibile partecipare donando al seguente indirizzo: www.retedeldono.it/ centraledellatte/un-dono-pertutti. La raccolta andrà avanti fino al 31 gennaio 2021 e sarà promossa attraverso una campagna pubblicitaria stampa, social e attraverso il pack dei prodotti. Negli anni passati la manifestazione patrocinata da Città di Torino e Regione Piemonte è stata in grado di raccogliere migliaia di doni, capaci di regalare un sorriso ai piccoli ospiti delle strutture e case famiglie. L’evento ha coinvolto nella nobile causa artisti, personaggi pubblici o semplici fan. Si sono svolti show, palchi con musica, intrattenimenti, concerti di Natale e laboratori, che hanno
animato la location della manifestazione organizzata in centro o in altre zone del capoluogo piemontese.
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ATTUALITÀ _NEWS NONNO NANNI PRESENTA “FRESCA MERENDA” Nonno Nanni ha lanciato la nuova referenza “Fresca Merenda”, che abbina il Fresco Spalmabile Nonno Nanni e il frullato 100% frutta con dei mini grissini. La Fresca Merenda è stata pensata dall'azienda lattiero-casearia veneta per soddisfare le esigenze dei consumatori che oggi cercano prodotti buoni, genuini e poco elaborati da poter consumare fuori casa. Il mini-kit per la merenda ideato da Nonno Nanni si inserisce in quella fetta di mercato che ha trovato nel cosiddetto “instafood” la soluzione ideale per rispondere a queste nuove abitudini. Le monoporzioni “ready2eat” sono, infatti, sempre più frequenti nei carrelli degli italiani: secondo il rapporto Coop 2019, quelle di preparati pronti freschi sono in crescita del 25,2%; quelle di frutta del 22,9%; quelle di verdura del 17,9% e quelle di frutta secca del 15,4%.
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La Fresca Merenda è preparata con ingredienti naturali e senza conservanti, ed è pronta da gustare in ogni occasione della giornata. In questo connubio di sapori, spicca la cremosa bontà del Fresco Spalmabile Nonno Nanni, realizzato con solo latte 100% italiano e frutto di un attento bilanciamento tra note dolci e salate. Ad accompagnare la cremosità del Fresco Spalmabile Nonno Nanni è il gusto fragrante di mini grissini, preparati con olio extravergine d’oliva. Infine, il frullato al gusto pesca dona al prodotto una nota dolce e vellutata, una preziosa fonte di vitamina C, con ingredienti 100% frutta, priva di conservanti e coloranti. La Fresca Merenda Nonno Nanni è una bontà a tutto tondo, perché è racchiusa in una confezione completamente riciclabile (verificando le regole di raccolta del proprio comune) e quindi amica dell’ambiente.
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ATTUALITÀ _NEWS DALTERFOOD GROUP OTTIENE LA CERTIFICAZIONE PER IL BENESSERE ANIMALE E TRACCIA LA RACCOLTA DEL LATTE DalterFood Group ha raggiunto la certificazione volontaria di filiera del benessere animale secondo il protocollo realizzato dal CReNBA, il Centro di referenza nazionale per il benessere animale. In assenza di uno standard europeo sul benessere animale, i manuali di valutazione del benessere nei bovini da latte stilati dal CReNBA rappresentano in Italia il documento di riferimento su questo tema. Per ottenere questa certificazione volontaria, che attesta l’uso di latte conferito da stalle che rispettano i requisiti del benessere animale, le aziende agricole selezionate da DalterFood Group hanno dovuto superare un esame che ha riguardato quattro macro aree della loro attività: management aziendale e del personale; strutture e attrezzature; condizioni di vita degli animali negli allevamenti; biosicurezza. La complessità di questa certificazione non si limita
alla fase di raccolta del latte, ma coinvolge tutti gli attori della filiera di produzione del Parmigiano Reggiano: dai 40 allevamenti ai due caseifici dove viene lavorato, per continuare con i magazzini di stagionatura dove la Dop “matura” lentamente, proseguendo con il taglio, la porzionatura e il confezionamento presso lo stabilimento di Sant’Ilario d’Enza, fino ai magazzini di stoccaggio del prodotto finito dove attende di essere spedito in Italia e nel mondo. “La certificazione del benessere animale è un riconoscimento importante – ha dichiarato il ceo di DalterFood Group Alberto Viappiani – e valorizza il lavoro dei nostri allevatori, senza i quali non avremmo mai potuto raggiungere questo risultato. Allo stesso tempo questa certificazione premia anche il lavoro che il nostro gruppo ha svolto sulla filiera, investendo sui caseifici e
sulle risorse umane, con un approccio davvero unico nel settore del Parmigiano Reggiano Dop”. Va in questa direzione anche l’avvio di un progetto pioneristico con l’implementazione di Milk Trace, un’applicazione su piattaforma Android OS, per la tracciabilità delle attività di raccolta del latte, dagli allevamenti al caseificio Colline di Selvapiana e Canossa e al caseificio del Cigarello. Ogni autista è dotato di uno smartphone e di una stampante portatile e, durante i due giri giornalieri di conferimento del latte, raccoglie le informazioni aggiornando in tempo reale il database aziendale, utilizzato per le procedure amministrative riferite ai conferimenti.
MÜLLER ARRICCHISCE LA LINEA MIX ALLA FRUTTA Müller ha lanciato una nuova referenza all’interno della linea Müller Mix alla frutta: “Müller Mix Bianco più Lampone e Melograno”, nella quale la cremosità dello yogurt Müller incontra la bontà e la freschezza di una golosa vellutata di lamponi e melograno. La linea Müller Mix propone combinazioni sempre originali e si rivolge a tutti coloro che amano concedersi un’esperienza di piacere unica, godendosi, ogni giorno, un vero e proprio viaggio nel gusto. La linea Müller Mix alla frutta, grazie all’originale e pratica doppia vaschetta,
permette al consumatore di trasformare la propria esperienza di yogurt alla frutta offrendo un assaggio diverso per ogni cucchiaino, più frutta o più yogurt per un gusto più intenso o più delicato. Oltre al nuovo Müller
Mix Bianco più Lampone e Melograno, la linea commercializzata dall'azienda si compone di altri due gusti perfetti in ogni momento della giornata: Müller Mix Bianco più Fragole, Müller Mix Bianco più More & Lamponi.
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ATTUALITÀ _NEWS DALLA TORRE PUNTA SU RAI PUBBLICITÀ PER IL NUOVO SPOT Ha preso il via a metà novembre la nuova campagna pubblicitaria del burrificio Dalla Torre, l’azienda della Val di Non, in provincia di Trento, nata nel 1935, che da ottant’anni produce burro di elevata qualità, confezionato in un nuovo packaging compostabile per i propri consumatori particolarmente attenti al tema della sostenibilità. La campagna, nata dalla collaborazione con Rai Pubblicità, è stata trasmessa su tutte le reti generaliste Rai e su quelle specializzate per due settimane a novembre,
a cui si aggiungeranno altre due settimane a dicembre, gennaio e febbraio. Il progetto di comunicazione, fa sapere l'azienda, proseguirà
anche dopo. Una partnership, quella tra Della Torre e Rai Pubblicità, volta a garantire una elevata visibilità del brand presso i consumatori.
PECORINO "CACIO DI VENERE" DEL CASEIFICIO IL FIORINO UNA DIVINITÀ NELL’OLIMPO DEI FORMAGGI Si chiama “Cacio di Venere” ed è il nuovo pecorino al tartufo del caseificio grossetano Il Fiorino. La nuova referenza è realizzata con latte biologico di Maremma e tartufo bianchetto biologico toscano dell’azienda di Stefania Calugi. L'aroma del tartufo e una nota piccante leggermente agliacea legano perfettamente con il formaggio Venere.
Il prodotto stagiona circa otto mesi e il risultato, a livello visivo, è un colore della pasta ambrato e marrone vivo nella parte esterna. Tra le particolarità c’è anche la forma, larga e non molto alta, per consentire una stagionatura più compatta e omogenea. “Volevamo un pecorino al tartufo che fosse l'eccellenza assoluta – ha spiegato Angela Fiorini, titolare del caseificio assieme a Simone Sargentoni – e per questo abbiamo bussato alla porta di Stefania Calugi, tartufaia da generazioni. Una garanzia di qualità e serietà. Utilizziamo il tartufo a fette, giocando sul suo sapore intenso, ma che rimane sempre in equilibrio con quello del nostro latte”. Il Cacio di Venere si abbina al meglio con le bollicine e i rossi raffinati. Per quanto riguarda i vini spumanti, Franciacorta, Trento Dop e Champagne Blanc de Blancs possono offrire quelle bollicine mediamente strutturate, profumate e mediamente persistenti, dotato di freschezza e sapidità che
esaltano la tendenza dolce del formaggio. Nei vini rossi un bell’abbinamento potrebbe essere con Barbaresco, Vino Nobile di Montepulciano, Pinot Nero, ma è possibile spingersi a un raffinato Barolo. In cucina, invece, il Cacio di Venere è perfetto per un risotto, per mantecare gli gnocchi o dei tagliolini, per arricchire una tartare di manzo, una pizza bianca con mozzarella e scaglie di Cacio di Venere, oppure in fettine sottilissime sopra una calda polenta gratinata in forno. Il nuovo prodotto è stato realizzato principalmente per rispondere alle richieste del mercato nordeuropeo, Inghilterra e Germania in testa.
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ATTUALITÀ _NEWS NOVITÀ NEL MONDO DEI FORMAGGI FRESCHI VALLELATA HA LANCIATO “CUOR DI RICOTTA” Vallelata ha lanciato “Cuor di Ricotta”, una novità nel mondo dei formaggi freschi che si aggiunge alla gamma di prodotti del marchio Galbani. Cuor di Ricotta è preparata senza conservanti e, grazie a una lavorazione particolare, si distingue dalle ricotte classiche presenti sul mercato per la sua consistenza unica, sorprendentemente vellutata e cremosa, e per la sua struttura morbida. Un prodotto innovativo dal gusto avvolgente e fresco di latte che, con la sua consistenza inaspettata, simile a un formaggio spalmabile ma con tutta la leggerezza della ricotta, farà vivere una nuova esperienza di gusto, sempre nel segno dell’alta qualità che contraddistingue tutta la gamma dei prodotti Vallelata. Cuor di Ricotta, con la sua cremosità, è ottima da mangiare al cucchiaio direttamente dalla vaschetta o spalmata sul pane, ma è anche ideale per ogni ricetta: grazie alla sua versatilità si combina perfettamente con piatti sia salati sia dolci, caldi o freddi, per creare gustosissime ricette. “Cuor di Ricotta Vallelata nasce da un’innovazione di processo che ci ha permesso, pur mantenendo la ricetta originale della ricotta, di creare un prodotto completamente nuovo, che sorprenderà anche chi non ama la ricotta – dichiara la direttrice
del centro Ricerca & Sviluppo di Corteolona (Pavia) Alice Forti – lavoriamo ogni giorno allo sviluppo di nuovi prodotti studiando l’innovazione dei processi e con Cuor di Ricotta siamo molto orgogliosi di aver creato una novità in grado di offrire ai consumatori una nuova esperienza di gusto”. La referenza si trova nei banchi frigo della grande distribuzione con un packaging in plastica riciclabile.
MILA SKYR ARRIVA NEL NUOVO FORMATO DA 400 GRAMMI Mila - Latte Montagna Alto Adige ha realizzato Mila Skyr nel nuovo formato da 400 grammi. Proposto nel gusto bianco naturale senza zuccheri aggiunti è pensato per le famiglie, per chi ama gustarlo ogni giorno al naturale arricchito con il muesli o per chi vuole provare tante nuove ricette in cucina. Prodotto secondo un’antica ricetta islandese, Mila Skyr è del tutto privo di grassi, contiene tante proteine e può essere gustato come uno yogurt. È perfetto per chi ama stare in forma, per chi segue un’alimentazione sana ed equilibrata e per le persone attive e sportive. Mila Skyr è una specialità compatta e cremosa a base di Latte Fieno Stg 100%
dell’Alto Adige. Il Latte Fieno è un latte di altissima qualità e dal gusto pieno, proveniente
da bovine nutrite solo con erba fresca, fieno e piccole quantità di cereali, rinunciando completamente agli Ogm e agli insilati (foraggi fermentati). A colazione, come spuntino energetico o come pasto sostitutivo dopo lo sport, Mila Skyr è ideale per chi cerca un’alternativa al classico yogurt ed è anche molto versatile in cucina, tanto che sul retro del cartoncino che avvolge la confezione è possibile trovare ricette speciali da realizzare con questo prodotto. Il vasetto è composto con il 30% di plastica in meno rispetto a quello tradizionale e i materiali sono facili da smaltire separatamente nell’alluminio, nella carta e nella plastica.
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Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
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FIL, LA PRIMA VOLTA DI UN ITALIANO PIERCRISTIANO BRAZZALE GUIDERÀ LA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEL LATTE PER QUATTRO ANNI. “UNA SFIDA AFFASCINANTE” di Chiara Fabrizi
L
o scorso 2 novembre la Federazione Internazionale del Latte ha rinnovato i propri vertici nominando Piercristiano Brazzale presidente per i prossimi quattro anni. Brazzale, laureato in Scienze Agrarie all'Università degli Studi di Padova e ceo dell’omonima azienda Brazzale Spa, prende il posto di Judith Bryans. Ad affiancare il presidente nel suo compito ci saranno il board, il comitato di coordinamento scientifico e di programma (Spcc) e i comitati nazionali. Figura molto nota negli ambenti Fil, il neopresidente ha cominciato la sua esperienza nel mondo della Federazione una decina di anni fa entrando a far parte di alcuni comitati permanenti come esperto italiano. Nel tempo è stato nominato membro dell’Spcc per poi diventarne presidente. Oggi – con la nuova nomina alla guida della Fil/Idf – raggiunge il gradino più alto di questa importante organizzazione. Scopriamo direttamente quali sono gli orientamenti e le linee di indirizzo del suo mandato. Un italiano al vertice della Federazione internazionale del latte. Una prima volta assoluta. Cosa ci dice? Sono onorato e orgoglioso di essere stato eletto presidente della Fil/Idf e di poter rappresentare così l’intera comunità lattiero-casearia internazionale, godendo della fiducia dei membri della Federazione. Considero questo
incarico come un riconoscimento importante per la tradizione casearia italiana e per il grande lavoro di innovazione svolto negli ultimi 20 anni dalla nostra azienda. Mi è stato chiesto espressamente e ripetutamente di candidarmi, per la mia esperienza di tecnico e per la lunga militanza all’interno di una macchina complessa e importante come è Fil/Idf. Tale è stata l’insistenza che mi sono sentito non soltanto in dovere, ma soprattutto onorato di presentare questa candidatura, dopo 10 anni in Fil/Idf. La mia esperienza nella Federazione, infatti, è iniziata nel 2010, con il World dairy summit di Auckland. E fin da subito sono rimasto affascinato da ciò che è e rappresenta Idf. La Federazione è un’occasione incredibile sul piano professionale e umano. Per me, imprenditore lattiero-caseario, nato e cresciuto in questo ambiente e con la passione innata per la produzione del latte fino alla trasformazione e commercializzazione, è stato l’inizio di uno straordinario e bellissimo capitolo, che mi ha offerto la possibilità di conoscere e lavorare con centinaia di validissimi professionisti e tecnici, prima nei vari comitati tecnici (standing committees) cui ho preso parte e poi nel Spcc e nel board. Questa elezione rappresenta il massimo riconoscimento del lavoro svolto in questi anni in Fil/Idf.
Quali sono gli obiettivi della sua presidenza? Quali i temi sui quali ritiene bisognerà concentrare maggiormente l’attenzione e gli sforzi degli esperti lattiero-caseari di tutto il mondo? Il mio obiettivo primario, in generale, è rendere sempre più centrale il ruolo della Fil/Idf, che è il punto di riferimento tecnico scientifico del settore lattierocaseario. E, al tempo stesso, migliorare la comunicazione delle sue attività, presso gli addetti ai lavori ma anche verso l’opinione pubblica. Fornendo così agli operatori del settore strumenti operativi per far fronte alle richieste dei consumatori e agli attacchi che talvolta vengono indirizzati al nostro mondo. Il prossimo Strategic plan per il 2022-2025 sarà certamente basato sulle Idf focus areas (Nutrition and Health, Safety/Quality), ma sempre di più sarà focalizzato sul tema fondamentale della sostenibilità, vista la pressante attenzione dell’opinione pubblica ai temi ambientali e sociali. Questo è un impegno della Fil/ Idf, preso già nel 2016 con la Dairy declaration of Rotterdam, ed è anche uno degli obiettivi principali della mia presidenza. Il mondo lattiero-caseario è da tempo sotto attacco, sia sul fronte delle ricadute ambientali derivanti dalle sue attività che sul fronte salutistico. Cosa fare per controbattere queste accuse?
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È il momento di un grande scatto d'orgoglio per questa filiera, negli ultimi anni al centro, spesso, di ingiustificati attacchi e mistificazioni, ed è necessario per questo agire in fretta e insieme, senza paura. Il nostro settore è stato e continua ad essere sotto intenso attacco da più fronti: dagli ambientalisti, agli animalisti, fino ad arrivare ai sostenitori di diete a basso o nullo apporto di prodotti di origine animale. Ma noi sappiamo e vogliamo dimostrare che il settore lattiero-caseario ha invece un ruolo strategico nei sistemi di produzione alimentare sostenibili e per soddisfare i requisiti dei 17 goals delle Nazioni Unite (SDGs), anche quando si parla di impatto ambientale e diete sostenibili. Il settore lattierocaseario dimostra ovunque come sia possibile creare economie resilienti e durature attraverso filiere di produzione sostenibili. In questo senso, abbiamo già lavorato molto per portare avanti l’agenda ambientale, sia nel nostro comitato tecnico ambiente che con le varie istituzioni con cui collaboriamo (Fao, Gdp, Dsf, Gasl, Leap, ecc.), e continueremo a farlo. Di grande importanza è anche il tema nutrizionale. In quest’epoca di mala informazione e confusione, con la demonizzazione dei grassi animali cui si assiste da tempo, è necessario promuovere sempre di più il valore nutrizionale e l’integrità dei prodotti lattierocaseari. Nutriamo moltissime persone nel mondo con i nostri prodotti, che sono alla base di diete equilibrate e salutari. Proprio per questo i temi relativi alla sicurezza alimentare e agli standard sanitari sono e devono rimanere la nostra top priority. Per queste ragioni, è necessario che la Federazione continui a promuovere, elaborare e migliorare le best practice e le linee guida relative alla salute e al benessere animale e alla gestione delle aziende agricole. Per questo, durante il mio mandato, intendo rinforzare i rapporti e la collaborazione con
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PROTAGONISTI tutte le istituzioni e organizzazioni con cui Fil-Idf lavora (Fao, Who, Iso, Codex, Oie, Gdp, Icar, ecc.), ampliando anche a nuove collaborazioni, se si dovesse presentare l’occasione. Secondo molti una delle criticità della Fil è la lunghezza dei tempi necessari a produrre risultati o pubblicare atti. Essere un’organizzazione globale non aiuta. Sarebbe possibile fare meglio? Rendere il lavoro più agile e spedito nei vari comitati tecnici – pur nel rigore scientifico degli studi intrapresi che deve essere sempre rispettato e che costituisce il valore distintivo del lavoro degli esperti della Fil/ Idf – è uno degli obiettivi primari che mi sono posto. Dobbiamo trovare, con la collaborazione di tutti, compresi i comitati tecnici dei singoli Paesi, il modo per abbreviare i tempi, continuando a operare con attenzione e rigore. Per questo è fondamentale ricevere i feedback dei comitati nazionali e di tutti gli stakeholder sulle aree di interesse, così che Idf possa concentrare le risorse su aree di ampio allineamento del settore globale. Il mio è un appello: c’è bisogno della collaborazione di tutti gli attori del lattierocaseario. Nei prossimi quattro anni sarà necessario stabilire standard rilevanti, rispondendo in maniera concreta alle domande dei consumatori e promuovendo i nostri prodotti come elemento fondamentale nella nutrizione e nella salute, nell’ottica della sostenibilità socio-economica e ambientale. Importanti sfide ci aspettano: non possiamo farci trovare impreparati, non possiamo più restare in silenzio, come Fil/ Idf dobbiamo fornire le basi tecnico-scientifiche agli operatori del settore per rafforzare nei consumatori la consapevolezza del valore nutrizionale dei prodotti lattiero-caseari e il loro fondamentale ruolo in una dieta equilibrata e sostenibile.
Uno degli elementi di maggior valore della Federazione è il confronto tra esperti di tutto il mondo che condividono esperienze e conoscenze per metterle a fattor comune. Il Covid ha azzerato
capacità di reazione e resilienza, continuando a portare avanti il proprio lavoro, sia al proprio interno, con i 17 comitati tecnici e varie pubblicazioni, tra cui 5 bollettini, 6 standard analitici, 7 schede tecniche
le occasioni di incontro. Come si è riorganizzata la Federazione per assicurare che tutto ciò continui ad essere un punto di forza? La nostra Federazione rappresenta una straordinaria unione di tutti gli stakeholder e dei migliori esperti della filiera lattiero-casearia che, nell’esclusivo interesse del settore, lavorano assieme e condividono le proprie straordinarie capacità. Il fatto di appartenere a un’unica comunità senza confini è ben rappresentato dalla mia candidatura come rappresentante del comitato brasiliano, pur essendo italiano: la nostra unica bandiera è quella della Fil/Idf nell’unico e assoluto interesse del settore lattiero-caseario. Affrontare il mondo in rapido e profondo cambiamento a causa del Covid-19 è sicuramente una delle sfide a cui tutti noi siamo chiamati. In questo difficile 2020 la Fil/Idf ha dimostrato una eccezionale
informative, ecc., sia attraverso numerosi e interessanti webinar a beneficio di tutti gli operatori del settore. Ma anche continuando a lavorare con le importanti organizzazioni con cui collaboriamo, non ultima la presenza ai lavori del Codex, cui ho partecipato con un team di esperti di altissimo livello. Per questo un particolare ringraziamento, oltre che a tutti i tecnici che lavorano in Idf, va alla direttrice generale e a tutto lo staff presente a Bruxelles, senza i quali nulla di tutto questo si sarebbe potuto fare. Per i prossimi mesi, fino a quando non torneremo a una situazione che ci consenta di ritrovarci di persona, abbiamo intenzione di intensificare i webinar e le riunioni interne via web, così da far sentire la nostra presenza al settore fornendo il supporto tecnicoscientifico, fondamentale per superare questa fase difficile. Parliamo di Italia. Perché è importante che gli operatori del settore si avvicinino al
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mondo della Federazione e partecipino attivamente, dando il loro contributo in termini di esperienza e di confronto? Purtroppo, negli ultimi anni ho dovuto constatare che la partecipazione degli italiani alla vita di Fil/Idf è piuttosto scarsa: nei 17 comitati tecnici, in cui lavorano più di 1.200 esperti provenienti da ogni parte del mondo, gli italiani attivi sono solo una decina. Un quadro desolante per un Paese che può giustamente vantare di essere una punta di diamante nel settore lattierocaseario internazionale, grazie ai suoi prodotti di eccellenza e al tessuto delle sue imprese. Credo sia stata una sottovalutazione dell’importanza della Federazione cui è necessario porre rimedio al più presto: Fil/Idf elabora gli standard che regolano l’intera filiera lattiero-casearia, dalla produzione del latte alla
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trasformazione, gli standard analitici (oltre 180 standard Iso/Fil/Idf), la regolamentazione dell’etichettatura dei prodotti finali, per arrivare alla definizione degli standard Codex (più di 80), che regolamentano la commercializzazione internazionale dei prodotti lattiero caseari. Credo basti questo a far capire quanto sia decisivo partecipare ai lavori della Federazione: ciò che fa Fil/Idf non è teoria lontana dall’attività quotidiana di chi opera nel settore lattierocaseario, ma è la base di ogni azione che compiamo tutti i giorni, in stalla, in caseificio o in azienda. La presidenza della Fil/Idf è un impegno importante che va ad aggiungersi a quelli aziendali. Come hanno accolto la notizia in famiglia? Confesso che quando nella scorsa primavera mi è stato chiesto di candidarmi, la prima risposta è stata un secco no.
Ho pensato che i miei impegni aziendali e poi anche quello da portare a termine come chair del Spcc non mi avrebbero permesso di far fronte a un incarico tanto impegnativo, oltre che prestigioso. Con il passare delle settimane, di fronte all’insistenza delle richieste, ho cominciato a prendere in considerazione la cosa e ne ho parlato con i miei fratelli, Roberto e Gian Battista. Entrambi, conoscendo la passione con cui mi sono sempre dedicato alla Fil/ Idf, mi hanno incoraggiato ad accettare. È anche grazie al loro sostegno, oltre alla fiducia dimostratami da tutta la “famiglia” di straordinari professionisti e tecnici di Fil/Idf che, alla fine, ho accettato con entusiasmo di candidarmi, pur cosciente del grande impegno che ho assunto. So che sarà una sfida, ma da buon veneto preferisco sempre le sfide più difficili.
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una terra, una famiglia, una forma
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ECONOMIA
CIELO GRIGIO SOPRA L’INDUSTRIA ALIMENTARE L’EFFETTO COVID-19 SI FA SENTIRE. FATTURATI IN CALO, PREVISIONI INCERTE. E LE NUOVE RESTRIZIONI FARANNO VIRARE IL BAROMETRO VERSO “PIOGGIA” di Samuele Ferrigato
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otrebbe andar peggio? Potrebbe piovere. La celebre battuta del film Frankenstein Junior, che da quasi cinquant’anni strappa risate agli spettatori di tutto il mondo, si adatta bene alla situazione che stanno vivendo in questo fine 2020 le imprese di trasformazione italiane, fotografata nel rapporto “L’industria alimentare italiana oltre il Covid-19”, redatto da Nomisma per Centromarca e Ibc. Ma in questo caso non c'è motivo per stare allegri. Il 62% delle aziende prevede una contrazione del giro d’affari. La stasi dei consumi fuori casa non è compensata dalla crescita delle vendite al dettaglio. Il 42% degli esportatori lamenta un calo degli affari sui mercati esteri. E se il “liberi tutti” dei mesi estivi aveva risollevato almeno in parte gli indicatori economici, le nuove restrizioni appena varate in Italia e l’andamento dell’epidemia in Paesi che rappresentano fette importanti dell’export agroalimentare italiano (Francia e Stati Uniti su tutti), non possono che far addensare nubi sempre più cariche d’acqua sul settore. PREOCCUPAZIONE L’industria alimentare guarda alla fine del 2020 con forte preoccupazione. Per effetto delle dinamiche innescate dal lockdown (tra cui il sostanziale blocco dell’Horeca, i cui consumi valgono il 34% del
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ECONOMIA aziende di trasformazione è cresciuto del 19% (mentre la manifattura nel suo insieme si è fermata al 7%); l’occupazione del 2% a fronte di una riduzione del 13% del settore manifatturiero. Tra il 2009 e il 2019 le esportazioni sono aumentate a valore dell’89%.
L'EXPORT DI FOOD&BEVERAGE (in miliardi di euro - dati 2019)
USA
63,4
GERMANIA
61,4
LA TRASFORMAZIONE FOOD SI CONFERMA ANTICICLICA L’importanza dell’industria di trasformazione alimentare si è confermata nei primi sette mesi di quest’anno. In uno dei momenti più difficili nella storia dell’economia italiana, le vendite al dettaglio di prodotti alimentari (+3,3% rispetto al -17,6% degli altri prodotti nel confronto con il periodo gennaio-luglio 2019), hanno sostenuto anche l’attività della grande distribuzione (+4,4% contro un valore delle vendite complessive nello stesso canale del -4%) e delle piccole superfici (+3,9%), un format,
59,8
PAESI BASSI
FRANCIA
46,8
36,5
ITALIA
Fonte: Nomisma su dati Istat, Eurostat e Un-Comtrade
LA QUOTA DELL'EXPORT MONDIALE (% sui valori 2019 e ranking) 43%
30% 21%
20%
1
2
11%
FORMAGGI
14%
SALUMI
CAFFÈ TORREFATTO
VINO
OLIO DI OLIVA
PASTA
15%
CONSERVE DI POMODORO
totale food&beverage Italia), e delle incertezze legate all’evoluzione dell’emergenza sanitaria, solo il 20% delle aziende prevede nel 2020 un incremento del fatturato in Italia e all’estero. Per il 15% il turnover sarà in linea con l’anno precedente, mentre per il 62% l’anno si chiuderà con una contrazione delle vendite (superiore al 15% per il 38% delle imprese). I dati sull’andamento del giro d’affari confermano la previsione: -9,5% ad aprile (sullo stesso mese 2019), -5,8% a maggio e -1,1% a giugno e a luglio. Nomisma fotografa gli effetti del lockdown su un settore industriale di rilevanza strategica per il Paese, che contribuisce in modo importante al sostegno dell’economia nazionale e che – alla luce della propria anticiclicità – si rivela indispensabile nei momenti di crisi. Tra il 2008 e il 2019 il valore aggiunto espresso dalle
3
Fonte: Nomisma su dati Istat, Eurostat e Un-Comtrade
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ECONOMIA quest’ultimo, che negli ultimi cinque anni ha costantemente registrato cali di fatturato. Anche sul fronte dell’export, i primi sette mesi evidenziano ancora un risultato cumulato positivo per l’alimentare italiano (+3,5%) a fronte di un crollo complessivo di tutte le esportazioni, pari al -14%, sebbene aprile e maggio abbiano registrato cali sensibili (rispettivamente -1 e -12 per cento). Le diverse modalità adottate nel mondo, nei tempi e nell’applicazione del lockdown, hanno determinato performance differenti nell’export dei nostri prodotti, penalizzando principalmente quelli venduti nel canale Horeca. Si spiegano così, per esempio, il -4% nell’export di vino e, all’opposto, il +25% della pasta italiana o il -7,8% dell’export alimentare francese contro il +2,7% di quello spagnolo. L’indagine dell’istituto presieduto da Piero Gnudi ha coinvolto 200 imprese del food&beverage italiano e ha evidenziato che il 42% degli esportatori lamenta comunque una contrazione sui mercati esteri e il 35% delle aziende teme, per il futuro, una perdita di posizionamento dei propri prodotti a causa di un maggior protagonismo delle imprese locali. INVESTIMENTI “NI” Negli investimenti prevale la prudenza. Prima dell’emergenza, l’82% delle aziende ne aveva pianificati per quest’anno, ma mancanza di liquidità, difficoltà di accesso al credito e congiuntura negativa spingono ora il 38% delle imprese a rimodularli e il 31% a rinviarli. Il rimanente 31% prevede di mantenerli, destinandoli in particolare all’acquisto di impianti e macchinari funzionali al ciclo produttivo (86%), di nuove tecnologie (46%) e a ricerca e sviluppo di nuovi prodotti (39 per cento).
I PREZZI ALL'EXPORT (euro/kg 2019) FORMAGGI 7,1
ITALIA
FRANCIA
GERMANIA
4,6
3,2
Fonte: Nomisma su dati Istat, Eurostat e Un-Comtrade
Gli investimenti in innovazione sono fondamentali. Tra i diversi cambiamenti che il Covid-19 ha generato nella filiera agroalimentare, quello dello sviluppo dell’ecommerce e della diffusione della digitalizzazione ne rappresenta l’emblema. Come rilevato da Nielsen, nel periodo fine febbraiometà giugno, le vendite on line di food&beverage sono aumentate del 152% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+132% nella fase 2, da inizio maggio a metà luglio). Non si è trattato di un “fuoco di paglia”: i consumatori hanno compreso i vantaggi della spesa on line e indietro non si torna. Anche le aziende lo hanno capito, tanto che – come emerso dalla medesima indagine – una su tre pensa di potenziare l’e-commerce e la propria presenza sui social network nei prossimi mesi. LA PRIORITÀ È CRESCERE Il rapporto, edito da Egea, fotografa un comparto ancora polverizzato, costituito essenzialmente da imprese di piccole dimensioni, che affrontano con difficoltà il mercato globale. Meno di 8mila su 56mila hanno più di nove addetti. Mancano strategie di branding, piani per l’internazionalizzazione, progetti per l’integrazione delle tecnologie digitali.
Per l’industria alimentare la priorità è crescere di dimensioni senza perdere le caratteristiche di eccellenza che fanno la differenza sul piano competitivo. Lo conferma il fatto che 49 realtà produttive, con un giro d’affari di superiore ai 350 milioni di euro, sviluppano il 36% del fatturato del settore, il 52% dell’export, il 34% del valore aggiunto e concentrano il 23% degli occupati. Coerentemente con questi obiettivi, Centromarca e Ibc sono impegnate in un’ampia attività di sensibilizzazione delle istituzioni e degli stakeholder per stimolare il varo di un piano pluriennale che favorisca, in un contesto di forte attenzione alla sostenibilità, concentrazione delle imprese, innovazione tecnologica, investimenti ed efficienza dei passaggi di filiera in Italia e all’estero. Nonostante tutti questi limiti strutturali, l’industria alimentare italiana è arrivata a fine 2019 inanellando una serie di importanti successi che ne hanno fatto la quinta potenza mondiale nell’export del food&beverage (dopo colossi del calibro di Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi e Francia), la terza a livello Ue per valore aggiunto prodotto (dopo Germania e Francia) e la seconda per produttività (dopo la Francia), anche grazie ad un posizionamento medio di prezzo dei propri prodotti in
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ECONOMIA giro per il mondo tra i più alti, in particolare per alcune categorie tipiche del made in Italy come formaggi, olio extravergine di oliva, prodotti da forno e derivati del pomodoro. SGUARDO A BRUXELLES In questa fase sarà importante prestare attenzione a quanto viene deciso a livello europeo. Nuova Pac, Green Deal, politica commerciale internazionale, sono solo alcuni dei grandi dossier in discussione a Bruxelles, dai cui esiti possono dipendere le sorti, o quantomeno lo sviluppo, di molte imprese agroalimentari italiane. A questi va aggiunta la Brexit, i cui ultimi sviluppi in seno al negoziato destano preoccupazione, considerando che si tratta del quarto mercato di export per il nostro food&beverage e che anche nei primi sei mesi di quest’anno siamo cresciuti di oltre il 4% a fronte di un aumento medio dell’intero export alimentare inferiore al 3 per cento. È dunque prioritario rafforzare la competitività delle imprese alimentari italiane e supportarle nel loro percorso di crescita al fine di garantire quel ruolo di traino economico e salvaguardia occupazionale che ha mostrato tutta la sua efficacia nei mesi più duri dell’emergenza da Covid-19, ma che rischia di essere messo a dura prova nei prossimi mesi. COME REAGIRE ALLA "NUOVA NORMALITÀ"? La pandemia ci sta lasciando in eredità altri mutamenti, i cui effetti si consolideranno nei prossimi anni. La maggior attenzione da parte dei consumatori all’italianità delle produzioni porterà a un rafforzamento delle relazioni tra gli operatori lungo la filiera, gli obiettivi di sostenibilità ricercati dai consumatori, ma anche imposti dalle politiche comunitarie (Green Deal) favoriranno gli investimenti
L'EXPORT DALL'ITALIA: PRODOTTI FOOD&BEVERAGE TOP (primo semestre 2020 vs 2019 e cagr 19/14)
PASTA
24,7% +3% 11,8%
DERIVATI DEL POMODORO
CAFFÈ
OLIO EVO
CIOCCOLATA
+6%
6,4%
+1%
0,8%
FORMAGGI E LATTICINI
VINO
7,2%
2,4%
DERIVATI DELLA CARNE
+2%
+4% +8%
-4,2%
+5%
-4,8%
+8%
Fonte: Nomisma su dati Istat, Eurostat e Un-Comtrade
"green" nelle imprese alimentari, così come la diffusione dello smart working peserà necessariamente sulla spesa per consumi fuori casa (e quindi sul recupero e tenuta della ristorazione nelle grandi città). Più che l’estero, è il mercato nazionale a preoccupare le imprese: sette su dieci ritengono che occorreranno anni per recuperare quanto si è perso in termini di consumo sul fronte dei valori, anche alla luce della crisi economica e del calo di redditi che interesserà gli italiani nei prossimi mesi. Più ottimisti, invece, per quanto riguarda l’export anche se, pure su questo fronte, non mancano le incognite. Secondo il 38% delle imprese intervistate, il timore di una riduzione dell’export alimentare italiano per il biennio 2020-2021
appare significativo, con un terzo delle aziende che imputa un calo nel posizionamento dei nostri prodotti a un maggior protagonismo delle imprese locali nei mercati target. Senza considerare le problematiche geopolitiche: dal contenzioso tra Usa e Ue in tema di dazi, alla Brexit senza accordo (No Deal), due criticità attinenti, rispettivamente con 4,5 e 3,1 miliardi di euro, il nostro secondo e quarto mercato di export. Per provare a reagire, gli analisti di Nomisma consigliano alle aziende di diversificare i mercati di sbocco (il 52% del nostro export agroalimentare si concentra in appena cinque Paesi), investire nell’innovazione e nella formazione, cogliere le opportunità offerte dalla politica economica europea (accordi di libero scambio, Green Deal, promozione sui mercati).
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MERCATI
IL VALORE DEGLI ACCORDI IN UN MOMENTO DIFFICILE PER L’EXPORT SONO UNO STRUMENTO MOLTO IMPORTANTE PER LA PRESENZA DELLE NOSTRE DOP SUI MERCATI EXTRA-UE di Gianluca Pierangelini
G
li accordi di libero scambio continuano a essere uno strumento indispensabile per lo sviluppo delle imprese europee e il rafforzamento della competitività dei nostri prodotti sui mercati extra-Ue. Lo conferma il rapporto della Commissione europea sull’implementazione degli accordi commerciali, che offre un quadro esaustivo sulle intese raggiunte con i partner dell’Ue e i benefici derivanti. Nel 2019 l’Ue ha attuato 44 accordi commerciali con 76 partner, per un valore di 1.345 miliardi di euro, pari al 33% del commercio estero dell’Ue. Per il 2020 si prevede che la pandemia avrà un grave effetto frenante sugli scambi. La Commissione stima che le esportazioni verso Paesi terzi potrebbero scendere tra il 9% e il 15 per cento.
Tuttavia, Bruxelles è impegnata a far sì che gli accordi offrano alle imprese europee benefici ancora più ambiziosi, cercando di ridimensionare questi effetti negativi. La recente nomina di un chief trade enforcement officer che vigili su questo processo ne è una prova. Secondo il report, lo scorso anno le esportazioni di prodotti agroalimentari europei verso le destinazioni preferenziali sono cresciute dell’8,7 per cento. Bevande al primo posto in valore, con una quota del 15 per cento. I prodotti lattiero-caseari rappresentano circa l’8% e sono cresciuti del 13,2 per cento. Gli accordi commerciali, poi, hanno un’importanza strategica anche per la protezione delle Indicazioni geografiche. Nel 2019 cinque nuove Ig alimentari dell’Ue, tra cui il Piave
Dop, hanno ottenuto protezione in Canada grazie a una procedura semplificata di registrazione. In Giappone, invece, grazie all’Epa sono state protette 211 Ig, tra cui dieci formaggi Dop. I formaggi sono una delle principali categorie di prodotti a Indicazione geografica esportate in Paesi terzi grazie agli accordi. Ecco gli aggiornamenti del report relativi ai principali accordi per il settore. Corea del Sud - Nel 2019 la crescita economica è stata modesta, ma il settore lattierocaseario italiano ha registrato importanti incrementi: +13% in volume, +19% in valore. I formaggi più esportati sono i freschi e quelli Dop/Igp. Il gruppo di lavoro Ue-Corea del Sud ha spianato la strada all’ampliamento dell’elenco delle Dop/Igp protette dall’accordo.
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GLI ESPORTATORI
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Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it
SPA
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AGRIFORM Via Rezzola, 21
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
SCA
37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
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MERCATI
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04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069074 -04069079 -04069076 -04069089
1.846 4.877 139 28 279 1.184 104 398 21.110 6.503 306 419 73 78 696 332 1.399 740 539 232 329 54 494 3.065 2.038 96 47.358
2.209 4.007 522 19 216 450 32 460 18.382 5.444 366 342 18 196 426 338 1.170 1.299 308 1.106 1.390 509 418 2.273 469 528 42.897
1.887 1.539 100 52 127 1.251 36 190 5.539 10.892 1.091 277 15 15 170 126 2.081 836 245 517 525 169 189 2.446 1.698 188 32.201
795 1.544 100 14 139 406 11 157 7.549 8.628 334 153 5 16 73 97 1.090 353 107 336 376 153 172 1.474 248 128 24.458
473 456 25 5 37 429 9 12 2.827 4.023 32 20 4 20 21 13 712 498 15 178 245 54 42 792 181 111 11.234
16 20 3 2 5 4 1
114 169 1 1 28 40 4 9 601 920 69 48 3 24 37 170 97 40 18 15 59 5 772 178 92 40 3.554
78 63 3 3 1 6 9 3 3 1 13 5 1 12 26 2 3 283
04069099
040630
416 362 63 1 10 85 21 26 2.618 1.342 27 13 1 10 9 55 388 85 17 13 67 51 48 211 127 9 6.075
54 287 15 4 11 52 8 38 579 961 54 14 1 4 13 17 248 333 11 48 45 12 11 84 87 6 2.997
275 26 34 7 25 48 4 4 585 775 20 19 7
19 182 3 2 9 9
195 300 99 19 34 240 52 40 602 2.215 206 33 15 7 34 217 574 161 16 283 251 65 422 984 78 40 7.182
3 18 41 26 4 24 26 3 37 325 42 12 2.390
PROVOLONE
04069073 04069001
9 166 3 2 7 38
48
197
2 240 760 37 8 1 5 7 18 95 58 4 21 12
308 24 2 3 169 70 8 25 29 15 36 83 49 72 1 1.118
TOTALI
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
PAESI
AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 31 luglio 2020)
14 1.234 9 11 2.761
1
2 34 1 4 912 87 1.286
8.356 13.935 1.107 156 927 4.433 282 1.336 61.019 42.550 2.547 1.349 146 376 1.495 1.581 8.002 4.441 1.314 2.815 4.257 1.112 2.714 13.228 5.143 1.173 185.794
GLI ESPORTATORI
BRAZZALE
SPA
FORGRANA CORRADINI SPA
SAVIOLA SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti
Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
60 IL MONDO DEL LATTE
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120 anni insieme 1900-2020. UN ANNIVERSARIO DA FESTEGGIARE
Dal 5 febbraio 1900, in Latteria Soresina creiamo autentici gioielli del gusto, grazie alla passione e alla costante ricerca dell’eccellenza condivise da oltre un secolo con i nostri clienti, con la grande famiglia dei soci, dei dipendenti e con i nostri fornitori. Una lunga storia per un grande futuro.
www.latteriasoresina.it
CODICE DOGANALE
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
04061030
04061050 04061080
61.245 47.358 9.076 3.904 120 787 54 347 67 280 39
74 65 1.315 188 143 45
51.432 42.897 4.914 3.040 397 184 139 1.051 71 980 95 24 5 66 4.563 1.293 1.606 16 104 96 1.448 300 217 83
65.025 17.667 321.969 84.983
57.580 14.683 231.635 68.112
39 3.152 1.566 132
04069061
040620
04064050
04069063
28.942 24.458 2.669 1.509 24 282 6 327 82 245 22
12.499 11.234 456 702 68 39 11 180 26 154 16 4
22 844 477 103 8 49 18 189 188 183 5 1
12 392 261 3 1 1 1 125 198 196 2
3.674 2.997 496 116 11 54 19 5.623 274 5.349 51 22 14 15 251 141 14 1 8 9 78 147 138 9
56.226 30.330 5.872 24.025 587.702 267.631 254.842 53.651
13.296 2.062 80.204 15.012
9.765 6.768 80.784 54.928
40.577 32.201 4.901 2.831 165 479 224 11.035 2.783 8.252 462 79 169 214 2.688 1.098 69 4 53 72 1.392 1.236 1.201 35 4
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
MOZZARELLA
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 31 luglio 2020)
MERCATI
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
8.423 7.183 820 170 146 104 179 620 176 444 132 47 10 75 1.124 231 146 109 48 7 583 194 185 9 1
3.417 2.390 67 436 58 466 43 489 24 465 57 15 1 41 619 275 22
3.092 2.761 189 118 6 18 10 379 102 277 43 5 2 36 93 10 6
1.231 1.118 13 53
1.646 1.416
60 35 227 143 136 7 2
4 3 70 264 257 7
142 2 929 4 4
10.673 3.490 72.422 21.494
4.770 2.380 29.577 15.415
3.881 1.120 23.493 7.121
2.690 1.572 11.436 7.386
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
47 18 5 5 0
1.432 325 34
1.714 10.808 2.174
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA
62 IL MONDO DEL LATTE
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mercati ex
1.646 1.416 187 9 15 19 25 2 2 0
3.217 3.044 84 77 9 3 14 4 10 0
40 30
72
3
5
7 1 1
33 1 1
1.714 298 10.808 2.174
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
2.598 2.083 28 471 16
1 6
120 4 116 11
1 12 1 1
6 395 353 4
11 41 9 2
2 18 2
1
6
10 7 6 1 17
37 1 1
24 17 6 11
1 8 7 15 14 1
2 60 58 2
7 6 4 2
786 372 5.742 3.293
3.044 961 16.697 6.562
2.232 618 18.303 4.911
1.173 320 8.092 2.236
872 589 5.926 3.883
547 343 3.616 2.153
43 1
2.043 1.614 145 259 24 1
1.005 853 95 50 2 5 1 132 2 130 2
551 283 11 253
341 204 21 79 32 5 1 184 3 181 2
653 414 151 85 1 2 5 91 32 59 1
34
3.304 260 23.390 1.941
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
4 2 216 28 188 17 2 5 10 26 24
2 13 1 3 2
1.291 1.286 1 4 22 3 3 0
23 2 4 17 0 1
227.877 185.794 14.166 1.094 2.499 748 20.819 3.678 17.141 956 198 206 552 15.798 6.097 2.181 139 561 320 6.500 2.970 2.751 219 26
1.340 269.248 83.454 54 2.824 1.802.251 323 610.420
Giappone - Il 2019 è stato il primo anno completo di applicazione dell’accordo Epa. Il Giappone è il settimo partner commerciale dell’Ue. L’accordo sta iniziando a realizzare il suo potenziale di aumento delle esportazioni anche dei formaggi. La crescita è stata ridimensionata solo dalla pandemia. Canada - A due anni dall’entrata in vigore del Ceta, la Commissione ha compiuto ulteriori progressi per l’attuazione efficace dell’accordo. In particolare, sono proseguiti i lavori per rivedere il contingente tariffario relativo ai formaggi, più volte segnalato da Assolatte, al fine di migliorarne il funzionamento. Quindi, nonostante la crisi dell’Omc, le tendenze protezionistiche di alcune importanti economie e un rallentamento del commercio mondiale, gli accordi hanno continuato ad agevolare lo scambio di merci e hanno rappresentato uno strumento utile per contribuire alla ripresa dalla pandemia, sostenendo la diversificazione delle catene di approvvigionamento e offrendo valide alternative di crescita per le imprese dell’Unione europea.
O
1/20 15:14
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Via Genova, 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
ZANETTI
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
IL MONDO DEL LATTE 63
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MERCATI
COMMODITY GIÙ Mercato in discesa nei primi dieci mesi dell’anno, non solo in Italia, ma nella maggior parte dei Paesi europei. Lo confermano i prezzi del latte alla stalla e le quotazioni all’ingrosso delle principali commodity. Sul fronte del latte alla stalla, la flessione dei prezzi è quasi generalizzata e la frenata non ha risparmiato i grandi produttori: Germania (-2,5%), Polonia (-1,8%), Olanda (-4,2%) e Italia (-9,3 per cento). Attenzione: la riduzione osservata in Italia merita una riflessione a sé. Per un paio d’anni, infatti, avevamo assistito a un progressivo riallineamento del latte italiano a quello europeo. Una tendenza che si è interrotta
lo scorso anno, anche a causa delle elevate quotazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Se è vero, quindi, che nel nostro Paese il rallentamento è stato più importante che altrove, non va dimenticato che si partiva da valori più alti. Tanto che, anche con le riduzioni registrate quest’anno, il prezzo pagato alle stalle della Penisola resta tra i più alti d’Europa. Uno sguardo al grafico che mostra i valori assoluti e non le variazioni percentuali fa capire la posizione delle nostre quotazioni. Infatti, nonostante la contrazione, il prezzo medio italiano è stato di 35,7 centesimi/kg.
LA DEL PREZZO EUROPEE DEL LATTE(1° ALLA STALLA (GEN-OTT 2020 VS. GEN-OTT 2019) LE VARIAZIONE PRINCIPALI PRODUZIONI QUADRIMESTRE 2020 VS. 2019) BULGARIA
3,9%
ROMANIA
2,7%
FINLANDIA
1,2%
IRLANDA
0,9%
GRECIA
0,8%
SPAGNA
0,8%
FRANCIA
0,8%
AUSTRIA
0,7%
LUSSEMBURGO
0,2%
SVEZIA
0,1%
CROAZIA
-0,1%
DANIMARCA
-0,3%
SLOVACCHIA
-0,8%
LITUANIA
-1,4%
PORTOGALLO
-1,4%
POLONIA
-1,8%
UNIONE EUROPEA
-2,2%
GERMANIA
-2,5%
UNGHERIA
-2,9%
SLOVENIA
-3,2%
OLANDA
-4,2%
LETTONIA
-4,4%
BELGIO
-5,3% -5,6%
ESTONIA
-6,1%
REPUBBLICA CECA ITALIA
-9,3%
64 IL MONDO DEL LATTE
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23-11 me
1/20 15:15
27,6 REGNO UNITO
28,0 LETTONIA
29,3 ESTONIA
28,2
29,8 UNGHERIA
LITUANIA
30,2
30,8 POLONIA
PORTOGALLO
31,0 BELGIO
30,8
31,3 SLOVENIA
ROMANIA
31,4
33,1 CROAZIA
REPUBBLICA CECA
33,3 GERMANIA
31,4
33,4 IRLANDA
BULGARIA
33,8 UNIONE EUROPEA
31,9
34,0 LUSSEMBURGO
SPAGNA
34,0 DANIMARCA
32,2
34,1 OLANDA
Tra i grandi Paesi europei siamo secondi solo alla Francia, dove è stato osservato un andamento davvero anomalo, peraltro in crescita rispetto al 2019. Complessivamente, nei primi dieci mesi dell’anno, il prezzo medio europeo si è attestato su 33,8 centesimi/kg, con un calo del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2019.
SLOVACCHIA
34,7
35,7 ITALIA
SVEZIA
36,0 FRANCIA
37,2
38,6 FINLANDIA
AUSTRIA
38,6 GRECIA
IL PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA (MEDIA DEI PRIMI 10 MESI 2020 - €/100 KG)
La pesantezza del mercato non si vede solo dai numeri del latte alla stalla: anche le commodity viaggiano tutte su valori lontani da quelli dello scorso anno, con il burro lontanissimo dai valori di picco del 2018, latte in polvere e cheddar al di sotto delle quotazioni medie dello scorso anno.
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI BURRO
650 600 550 500 450 400 350 300 250 200 5
LATTE SCREMATO IN POLVERE
280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
10
15
20
25 30 SETTIMANA
35
40
45
50
35
40
45
50
CHEDDAR
350
Fonte: Mmo – Regolamento Ue n. 2017/1185
La situazione non sembra in evoluzione. Le quotazioni delle commodity restano su livelli bassi.
325 300 275
5
10
15
20
25 30 SETTIMANA
35
40
45
50
250
5
10
15
20
25 30 SETTIMANA
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
DO DEL
E T T A L IL MON
N. 12
E
DICEMBR
2020 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXIV -
MENSILE
0401 1010 2011 2091
0401 1090 2019 2099
22 2 5
1.496 4 1 1 1
–
LATTE SFUSO IN CISTERNA
ROMA
LATTE IN CONFEZIONI
POSTE
SPEDIZI E SPA ITALIAN
PAESI
E POSTAL MENTO ABBONA ONE IN
70%
TARIFFA DOGANALE
-AT/c AUT MP
/RM
1 GENNAIO - 31 LUGLIO 2020 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP.CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
3 10 102 28 427 29 1 3 2.340 34 1
64 1.971 3
1 7 2 1
44 22 281 68 6 9 3.437
1 224 3 25 5 1.299 5.109
TOTALE PAESI TERZI di cui:
20.262
2.423
ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI
2.961 13.172 1.333 76 561
23 392 841 1 329
TOTALE GENERALE - TONNELLATE - MIGLIAIA DI EURO
23.699 16.201
7.532 4.742
E DI
UFFICIAL ORGANO
TTE ASSOLA
E DEL
COMITATO
ITALIANO
FIL-IDF
ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL
L AT T E
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Il costo dell’abbonamento per l’anno 2020 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
66 IL MONDO DEL LATTE
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MERCATI
BORSA PREZZI DESCRIZIONE MILANO MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
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2019 2020 SETTEMBRE SETTEMBRE MEDIA MEDIA
VAR.
2020 OTTOBRE MEDIA
2019 OTTOBRE MEDIA
VAR.
1,66 3,26 3,41 1,46 8,08 6,23 5,23 10,21 9,41 8,14 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
1,70 3,30 3,55 1,50 8,64 7,99 6,61 13,02 12,04 10,85 5,67 6,67 5,15 4,67 5,52 5,75 6,05
-2,35% -1,21% -3,94% -2,67% -6,48% -22,03% -20,88% -21,58% -21,84% -24,98% 1,41% 1,20% 0,00% 1,71% 1,45% 1,39% 1,16%
1,67 3,27 3,42 1,47 8,21 6,52 5,52 11,01 10,21 9,10 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
1,72 3,32 3,57 1,52 8,56 7,81 6,44 12,65 11,67 10,56 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
-2,91% -1,51% -4,20% -3,29% -4,09% -16,52% -14,29% -12,96% -12,51% -13,83% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
353,75
455,75
-22,38%
348,75
449,38
-22,39%
11,850 10,875 9,975 NQ
14,075 13,075 12,325 NQ
-15,81% -16,83% -19,07% ---
12,250 11,400 10,500 NQ
13,800 12,800 12,050 NQ
-11,23% -10,94% -12,86% ---
NQ: NON QUOTATO
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI
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MERCATI
DOP IN CHIAROSCURO C
hiusura d’anno in frenata per alcuni formaggi Dop, ma la tendenza dei singoli prodotti è tutt’altro che omogenea. Negli ultimi mesi, infatti, alcune grandi denominazioni, come l’Asiago e il Parmigiano Reggiano, hanno confermato un andamento positivo, con tassi di crescita continui e sostanzialmente costanti. Il tasso medio dei due prodotti è stato è davvero importante: +11,8% quello dell’Asiago, +5,2% quello del Parmigiano Reggiano. Andamento diverso nel comparto del Grana Padano. Come si ricorderà, per buona parte dell’anno la produzione si è mantenuta su livelli sistematicamente superiori a quelli del 2019, con luglio che aveva mostrato un picco del +6,4 per cento. Da agosto, l’atmosfera sembra cambiata: i produttori hanno rallentato la corsa e la produzione è in frenata. Attenzione, però, perché il confronto tra l’estate di quest’anno
con quella del 2019 è solo parzialmente significativo. Agosto e settembre del 2019, infatti, si erano distinti per produzioni record e sarebbe stato difficile per il comparto eguagliarle. I numeri, comunque, mostrano una decisa frenata e – per il momento – il tasso di crescita tendenziale è del 2 per cento. Probabilmente, se i livelli produttivi si manterranno prudenti, non è da escludere che il 2020 si chiuderà con volumi molto vicini a quelli dello scorso anno. Passando ai formaggi freschi e molli, non può lasciare indifferenti la performance della Mozzarella di Bufala Campana, che nell’ultimo quadrimestre ha mostrato un’ottima capacità di recupero dopo lo stop forzato dovuto ai difficili mesi del primo lockdown e che ora è costretta a confrontarsi con le nuove chiusure e le restrizioni di buona parte del canale Horeca. Del resto, gli esercenti della
ristorazione confermano che il fatturato garantito dal delivery e dalla vendita con asporto non è confrontabile con quello ante epidemia. In attesa, quindi, di conoscere i numeri dell’ultimo trimestre, il dato tendenziale della più importante Dop del Mezzogiorno è per ora positivo: +2,2 per cento. Il quadro cambia di nuovo nei segmenti di Gorgonzola, Taleggio e Quartirolo. Tutti evidenziano produzioni altalenanti, con l’ultima rilevazione caratterizzata da segno meno (nel caso di Taleggio e Quartirolo fortemente negativo). Però, mentre il dato tendenziale di Zola e Quartirolo è comunque in crescita (intorno ai due punti percentuali), il Taleggio si posiziona su livelli produttivi inferiori a quelli del 2019: la drammatica frenata del primo semestre non è recuperabile, soprattutto con questi chiari di luna.
LE PRINCIPALI DELLE PRODUZIONI EUROPEE QUADRIMESTRE 2020 VS.2020 2019) L’ANDAMENTO PRODUZIONI DOP(1°(VARIAZIONI PERCENTUALI VS. 2019) 14,8
14,5 11,7
11,2 9,3
9,7
8,9 7,2 5,4
5,7
5,9 4,4
5,2
4,9
4,5
2,9
1,8
-0,9
-1,4
-1,5
-2,1
-2,4
-4
-4,2
-4,9 -6,8 -8,9 -13,5
ASIAGO
GORGONZOLA
1° TRIMESTRE 2020
GRANA PADANO
2° TRIMESTRE 2020
MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA
3° TRIMESTRE 2020
PARMIGIANO REGGIANO
TALEGGIO
QUARTIROLO
ULTIMA RILEVAZIONE
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini PER LA PRODUZIONE DI UN FORMAGGIO COMMERCIALIZZATO SOLO IN ITALIA UTILIZZIAMO ESCLUSIVAMENTE LATTE CAMPANO. OLTRE ALLA DICITURA OBBLIGATORIA SULL’ORIGINE DEL LATTE PREVISTA DAL DM INTERMINISTERIALE MISE/MIPAAF DEL 16/12/2016, È POSSIBILE INSERIRE IN ETICHETTA ANCHE UN’INDICAZIONE VOLONTARIA CHE RECITI “100% LATTE CAMPANO”?
La possibilità è espressamente ammessa dalla Circolare interministeriale del 23 febbraio 2017, dove all’art. 6 prevede che: “In aggiunta alle diciture di origine previste dal decreto è possibile impiegare diciture con significato equivalente a quelle previste dagli articoli 2 e 3 del decreto purché le stesse non ingenerino confusione nel consumatore. Si riportano a titolo esemplificativo, le seguenti: - una indicazione della provenienza regionale del latte, quale <<nodini di latte pugliese>> o <<100% latte sardo>> da riportare assieme a quella obbligatoria <<origine del latte: Italia>> [...]”.
CHIEDIAMO QUALE DELLE DUE INDICAZIONI DI SEGUITO RIPORTATE RISULTA ESSERE CORRETTA: - “LATTE DI PAESI UE. PAESE DI TRASFORMAZIONE ITALIA.” - “ORIGINE DEL LATTE: LATTE DI PAESI UE. PAESE DI TRASFORMAZIONE ITALIA.”
LA SECONDA VERSIONE CI VIENE PROPOSTA DA UN CLIENTE.
VORREMMO APPORRE SU UN PRODOTTO DA NOI TRASFORMATO IL CLAIM “SOLO LATTE LOCALE”. CONSIDERANDO CHE GLI ALLEVAMENTI CONFERENTI SONO SITUATI, OLTRE CHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DOVE HA SEDE LA NOSTRA AZIENDA, ANCHE IN ALTRE PROVINCE DELLA STESSA REGIONE E DI UNA REGIONE CONFINANTE, CHIEDIAMO SE IL TERMINE “LOCALE” PUÒ ESSERE AMBIGUO O DARE LUOGO A ERRATE INTERPRETAZIONI. IN ALTERNATIVA POTREMMO INDICARE CHE “IL LATTE CI ARRIVA DA ALLEVAMENTI VICINI”?
L’aggettivo “locale”, ancorché non definito e disciplinato dalla normativa di settore, individua in termini generali, etimologicamente, la relazione con un territorio limitato e circoscritto. Se tale territorio non è individuato e indicato, il significato dell’aggettivo potrebbe essere visto come vago, indefinito e impreciso. In tal modo il significato dipenderà dalla diversa percezione del singolo consumatore, che ben potrebbe riferirlo a un più ristretto ambito geografico rispetto a quello inteso dall’azienda. L’aggettivo “vicino” significa “prossimo”, “a poca distanza”, che si trova “accanto”, “confinante” e risulta altrettanto vago, indefinito del termine “locale”, per cui valgono le medesime osservazioni.
?
Nel caso in cui il latte provenga da più Paesi dell’Unione europea e l’ultima trasformazione sostanziale del prodotto sia avvenuta in Italia, certamente è corretta la prima: “Latte di Paesi Ue. Paese di trasformazione: Italia”.
IL CLORURO DI CALCIO O IL CLORURO DI MAGNESIO POSSONO ESSERE UTILIZZATI NELLA PRODUZIONE DI RICOTTA? INOLTRE, TALI SOSTANZE SONO COADIUVANTI TECNOLOGICI OPPURE DEVONO ESSERE CONSIDERATI ADDITIVI E CONSEGUENTEMENTE ESSERE DICHIARATI IN ELENCO INGREDIENTI?
che dispone essere tale una sostanza che: I non è consumata come un alimento in sé; II è intenzionalmente utilizzata nella trasformazione di materie prime, alimenti o loro ingredienti, per esercitare una determinata funzione tecnologica nella lavorazione o nella trasformazione; III può dar luogo alla presenza, non intenzionale ma tecnicamente inevitabile, di residui di tale sostanza o di suoi derivati nel prodotto finito, a condizione che questi residui non costituiscano un rischio per la salute e non abbiano effetti tecnologici sul prodotto finito. L’accertamento sulla rispondenza di una sostanza a tale definizione deve essere effettuata caso per caso dall’azienda.
IL DPR N. 327/80, RECANTE IL “REGOLAMENTO DI ESECUZIONE DELLA LEGGE 30 APRILE 1962, N. 283, E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI, IN MATERIA DI DISCIPLINA IGIENICA DELLA PRODUZIONE E DELLA VENDITA DELLE SOSTANZE ALIMENTARI E DELLE BEVANDE” È ANCORA ATTUALE OPPURE È STATO ABROGATO?
nazionale. Ad esempio, la temperatura di trasporto dei prodotti lattieri, disciplinata all’allegato C, parte 2 del Dpr, è ora normata dal Reg. Ce n. 853/2004, ancorché la normativa comunitaria non faccia alcun riferimento alla temperatura nella distribuzione frazionata. Tale indirizzo è stato seguito anche dal ministero della Salute che ha affermato la possibilità di derogare alle temperature di conservazione dello yogurt negli esercizi di vendita (Nota 0028273-P-02/07/2013) e a quelle di trasporto (Nota 0031146-P-29/10/2009).
La ricotta rientra nella categoria 01.7.4 Formaggio ottenuto dal siero di latte: i cloruri di calcio E509 e di magnesio E511 non sono previsti. La definizione di “coadiuvante tecnologico” è data dall’articolo 3, punto 1, lettera b) del Reg. Ce n. 1333/2008,
Rispetto al Dpr n. 327/80 si deve tenere conto della legislazione comunitaria, essendo quest’ultima prevalente su quella 72 IL MONDO DEL LATTE
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IL MONDO DEL
IL MONDO DEL LATTE 12/2020
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DICEMBRE
2020 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXIV -
MENSILE
PAOLO ZANETTI: VIA LE BARRIERE DAI MERCATI FIL, LA PRIMA VOLTA DI UN ITALIANO
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COMITATO ITALIANO FIL-IDF