Il Mondo del Latte - Gennaio 2018

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IL MONDO DEL

L AT T E GENNAIO

2018 -

ANNO LXXII

LATTE NEL MONDO

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MENSILE

POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

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I TREND DEL FOOD & BEVERAGE NEL 2018 LA CASE HISTORY FATTORIE OSELLA I FORMAGGI ITALIANI NEL MERCATO NORDAMERICANO

ORGANO UFFICIALE DI

ASSOLATTE

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF




orgoglio italiano


IL MONDO DEL

L AT T E EDITORIALE T

anti auguri ai nostri lettori! Abbiamo di fronte un nuovo anno, molte sfide attendono i nostri imprenditori, in un quadro economico e politico in continua evoluzione, e tanta, tanta confusione. Lo scorso anno le vendite sono andate meglio che in passato e l’export ci ha consacrato tra i grandi protagonisti dello scenario internazionale, ma alcune nubi oscurano il nostro orizzonte. L’aria che si respira è più leggera di quella di alcuni mesi fa, ma i numeri fanno temere che la quiete dopo la tempesta sia agli sgoccioli e che in arrivo ci siano nuove perturbazioni. Due i temi da tenere sotto osservazione: la produzione di latte, in forte crescita (salvo sorprese dell’ultima ora, il 2017 sarà un anno record per il latte europeo) e le scorte di prodotto, che da mesi giacciono nei magazzini. I segnali che arrivano dal mercato non sono tranquillizzanti: le quotazioni stanno calando in modo più o meno vistoso. Stiamo andando verso una nuova crisi di mercato? La storia degli ultimi anni mi ha insegnato a non fare previsioni, sistematicamente smentite da una volatilità che ha cambiato il mondo. E da tempo ho imparato a diffidare di chi si arrischia a farne utilizzando una tecnica infallibile. Infatti, basta far precedere le proprie conclusioni da una pletora di “se”, e non si sbaglia mai: se una sola delle premesse non si avvera si può dire “io l’avevo detto”. La cosa che mi preoccupa di più, però, non è il mercato, ma la mancanza di idee e di progetti per il futuro. Durante la crisi del 2014-2015 avevamo partecipato ad alcuni tavoli di lavoro. Avevamo sottoscritto un protocollo d’intenti che aveva l’ambizioso obiettivo di lavorare ai temi strutturali, ai costi di produzione, alla comunicazione delle positività del latte e dei derivati. Le organizzazioni e le istituzioni sarebbero tornate a sedersi a un tavolo comune per discutere e cercare soluzioni condivise ai problemi della filiera. Sono rimaste parole scritte su un foglio di carta datato 26 novembre 2015. Per alcuni mesi il vento è cambiato (anche grazie a milioni di euro in contributi a fondo perduto e nuovi sgravi fiscali), sono spariti tutti e nessuno si è più preoccupato di riunire le parti, di pensare a come affrontare il futuro, di portare avanti un lavoro delicato, difficile, ma fondamentale per tutta la nostra filiera. Tra poche settimane andremo a votare. Come sempre, durante le campagne elettorali, la politica fa tante promesse, ma – almeno nel nostro settore – dimostra di avere poche idee per mantenerle. Il rischio è di arrivare alla primavera senza aver fatto nulla o quasi. Quindi, tanti auguri e in bocca al lupo a tutti noi: ne abbiamo bisogno! Adriano Hribal

A IL MONDO DEL LATTE


SOMMARIO ATTUALITÀ PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.

3 6 10 14 16 20 30

IGIENE E SICUREZZA

Editoriale Amarcord Notizie dalla Ue: regole uguali per tutti Notizie dalla Ue Notizie Fil/Idf News Libri

PAG. 66

Nuove regole Ue per l’import da Paesi Terzi

NORMATIVE PAG. 68

Etichettatura: reintrodotto l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione Il caso dei tondini di ferro: 140 milioni di euro di multa alla Cciaa di Brescia L’esperto risponde

PAG. 70 PAG. 72

OPINIONI PAG. 8

Ue, il piatto piange: previsti tagli al bilancio tra il 10 e il 15 per cento di Paolo De Castro

PROTAGONISTI PAG. 32

IL MONDO DEL

L AT T E

Fattorie Osella, il piccolo gigante dei formaggi freschi

N. 1

GENNAIO

2018 -

ANNO LXXII

IL LATTE NEL MONDO

-

MENSILE

GIOVANI ASSOLATTE

PAG. 46

Usa e Canada terre di conquista per l’agroalimentare italiano Il 2018 di cibi e bevande secondo Mintel

MERCATI PAG. 53 PAG. 58 PAG. 60 PAG. 62 PAG. 64

Obiettivo Mercosur Latte, sale la produzione Prodotti lattiero-caseari: la borsa dei prezzi in Italia Esportazioni italiane di latte Dop, un anno di crescita

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987

4 IL MONDO DEL LATTE

ROMA

PAG. 41

70%

ECONOMIA

AUT MP-AT/c/RM

Dalla Sardegna agli Stati Uniti

POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

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I TREND DEL FOOD & BEVERAGE NEL 2018 LA CASE HISTORY FATTORIE OSELLA I FORMAGGI ITALIANI NEL MERCATO NORDAMERICANO

ORGANO UFFICIALE DI

ASSOLATTE

Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm Questa rivista è stata inviata tramite abbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto richiedere la cessazione dell’invio e/o l’aggiornamento o la cancellazione dei dati in nostro possesso.

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF

PREZZI DEGLI ABBONAMENTI: Italia: 118,00 euro Estero: 150,00 euro 1 copia: 11,50 euro Arretrati: 23,00 euro



Amarcord: AGRICOLTURA

UN MINISTERO A SENSO UNICO Il dicastero creato nel 1916 ha cambiato molte volte nome e funzioni, ma si è sempre occupato solo della produzione primaria e mai delle industrie di trasformazione

S

ei marzo 1958. È la data della Legge n. 199, con la quale veniva devoluto all’allora ministero dell’Agricoltura e delle foreste “l’esercizio delle attribuzioni statali in materia alimentare”. Uno degli ultimi atti approvati prima del termine della seconda legislatura repubblicana. Non si trattò né del primo né dell’ultimo atto di attribuzione, o sottrazione, di competenze a quello che oggi è il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ma è certamente un ottimo spunto per ricordare l’evoluzione di un’istituzione nazionale che, a più riprese, è stata chiamata a occuparsi di materia alimentare e, in particolare, di generi alimentari di prima trasformazione. Nato nel 1916 per scorporo dal preesistente ministero per l’Agricoltura, l’industria e il commercio, istituito con l’Unità d’Italia, il ministero dell’Agricoltura fu, solo pochi anni dopo, rifuso con i ministeri dell’Industria e del commercio e con quello del Lavoro e della previdenza sociale. Nel il dicastero fu nuovamente riorganizzato: il ministero dell’Agricoltura e delle foreste (Maf) che tornò a esercitare le vecchie funzioni, lasciando a quello dell’Industria e del commercio le altre. Tale schema durò fino all’aprile del 1993, quando, in seguito all’esito di un referendum popolare fu abrogata la legge istitutiva del dicastero stesso. Nell’agosto dello stesso anno, preso atto del risultato referendario, ma “ritenuta la straordinaria

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necessità ed urgenza di emanare disposizioni per il riordino delle competenze regionali e statali in materia agricola e forestale, nonché per l’istituzione del Ministero per il coordinamento delle politiche agricole, alimentari e forestali” (si legge nei considerando del Decreto Legge n. 272 del 04/08/1993, decaduto per mancata conversione in legge, ma ripreso tale e quale nel D. L. n. 393 del 02/10/1993), vennero riordinate le competenze e, come una fenice, il ministero dell’Agricoltura risorse dalle sue ceneri. Le modifiche di denominazione e attribuzioni non finiscono qui. Molte altre se ne sono susseguite nel tempo, con cadenza quasi imbarazzante (quanto meno per le ricadute sulle attività degli operatori che le hanno dovute “inseguire”): ministero delle Risorse agricole, alimentari e forestali (Miraaf, siamo ancora nel 1993, a dicembre); ministero delle Politiche agricole (Mipa,

nel 1997); ministero delle Politiche agricole e forestali, Mipaf, nel 1999), fino all’ultima e attuale denominazione: ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf, nel 2006). Nel 2016 un nuovo tentativo di modifica puntava al ministero dell’Agroindustria con l’incorporo delle competenze della produzione secondaria. Tentativo fortunatamente non riuscito, grazie anche all’alzata di scudi del comparto industriale, davvero poco ascoltato nelle stanze di via XX Settembre. Più e più volte, con i cambi di denominazione e competenze, si è voluta far ricadere la trasformazione nell’esercizio del dicastero. Volontà e pratica rimaste sulla carta, o meglio, nella denominazione del ministero che, invece, continua a concentrare le sue attenzioni esclusivamente sulla produzione primaria, senza considerare le ricadute che queste possono avere sulla trasformazione e su tutti gli operatori e l’indotto che ruotano attorno a essa.



OPINIONE

UE, IL PIATTO PIANGE PREVISTI TAGLI AL BILANCIO TRA IL 10 E IL 15 PER CENTO

I

l 2018 sarà per le istituzioni europee un anno decisivo. Non è una frase fatta. Innanzitutto, da gennaio a giugno la Commissione ha intenzione di esaurire la presentazione di tutte le proposte della legislatura, il che indica un primo semestre fitto di impegni. Inoltre, a maggio l’esecutivo metterà sul tavolo la bozza di quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Inutile nasconderselo, potrebbe essere il primo bilancio Ue che subisce una riduzione fin dal suo concepimento, dopo il taglio mascherato, o non aumento, già effettuato per il periodo 2014-2020. Ad averlo voluto era stato soprattutto il Regno Unito di David Cameron. Con il senno di poi, mi pare che averlo ascoltato sia stata una vera sciagura. Ma era la seconda Commissione Barroso, un collegio dal profilo non eccelso, scelto per gestire l’esistente più che per rilanciare e scommettere sul progetto Europa. Dall’attuale presidente Jean Claude Juncker, politico di lungo corso ed europeista di ferro, è lecito attendersi di più. Brexit e nuove politiche europee chiedono di rilanciare, non di arretrare. Poi però il vicepresidente finlandese della Commissione Jirky Katainen dichiara che in futuro, per sostenere l’agroalimentare europeo, potrebbero bastare solo export e investimenti. Ma quali siano i programmi d’investimento per una struttura d’impresa che spesso soffre il sottodimensionamento rispetto ai concorrenti globali, non l’ha spiegato. Peggio ancora il discorso del commissario tedesco al

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Bilancio Gunther Oettinger all’Europarlamento, nel quale ha ipotizzato un taglio lineare del 10% su tutti i fondi. Infine, si apprende dalle agenzie di stampa che le direzioni generali della Commissione si stanno esercitando su uno scenario di riferimento di riduzione del 15% del bilancio. Tutti segnali che fanno presagire un futuro poco luminoso per le casse dell’Ue e che non sono di buon auspicio per le imprese che ai fondi europei fanno affidamento per poter continuare a investire e crescere. LA NUOVA PAC Venendo alle politiche di settore, nel 2018 entreranno in vigore le nuove regole sulla politica agricola comune fortemente volute dall’Europarlamento e ottenute con fatica, perseveranza e qualche tensione con l’antitrust della Commissione europea. Alla fine abbiamo una riforma di medio termine, un grande risultato sul piano politico e dei contenuti. Anche perché consente alla riforma della Pac post 2020, con la

di Paolo De Castro, parlamentare europeo

proposta che dovrebbe essere presentata dal commissario Phil Hogan prima dell’estate, di essere più leggera e gestibile di quella del 2013. Tra le iniziative annunciate per quest’anno ci sono anche misure sulla filiera alimentare. Non è ancora chiaro cosa abbia in mente la Commissione. Negli ultimi colloqui che ho avuto con Hogan, come anche


nei discorsi pubblici tenuti al mercato unico. a dicembre, il commissario Sempre a proposito di ha fatto riferimento a misure etichette, entro quest’anno la per rafforzare la posizione Commissione si è impegnata degli agricoltori nel mercato, a pubblicare una valutazione e per intervenire contro le dei sistemi a semaforo che pratiche commerciali sleali. Le ormai proliferano in tutta l’Ue. proposte della Commissione, Un regime di etichettatura che ha assicurato Hogan, non per noi italiani resta sbagliato saranno “anti business”, ma alla radice e che sembra piuttosto favoriranno il regolare sempre di più non raggiungere funzionamento lo scopo. Nati della catena di per semplificare approvvigionamento le informazioni al C’È ATTESA alimentare: vedremo consumatore, i PER LE come andrà. semafori si stanno MISURE A affermando a livello FAVORE DEL ETICHETTE comunitario come MERCATO Nel 2018 dovrebbe una sorta di giungla entrare in vigore di colori: tutto il il regolamento di contrario della esecuzione della semplificazione. Commissione sull’etichettatura Anzi, sono fonte di confusione di origine, che dovrebbe fare un per i consumatori. Per non parlare, infine, della po’ di chiarezza su una misura lontananza siderale dalle regole di trasparenza opportuna, ma armonizzate che servono alle che necessariamente deve essere a livello Ue. Le iniziative imprese per poter sfruttare in pieno il potenziale del mercato nazionali sono comprensibili, europeo. ma possono diventare ostacoli

Il vicepresidente della Commissione europea Jirky Katainen (Finlandia) Il commissario al Bilancio Gunther Oettinger (Germania)


ATTUALITÀ_UE

REGOLE UGUALI PER TUTTI GENERAL FOOD LAW COMPIE 15 ANNI, MA IN EUROPA SI VA IN ORDINE SPARSO di Katia Bellantone

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a festeggiato i suoi primi 15 anni con un importante evento a Bruxelles il General Food Law, il Regolamento n. 178/2002 che ha cambiato radicalmente l’approccio europeo all’alimentazione e posto le fondamenta per la creazione del sistema normativo più all’avanguardia al mondo in tema di sicurezza alimentare. Ad esempio, sono figli della General Food Law l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) e il Rasff (il sistema di di allerta rapido), che permettono di indagare, analizzare e ritirare immediatamente dal mercato qualsiasi alimento potenzialmente pericoloso. Assolatte è stata protagonista delle celebrazioni, partecipando al convegno organizzato dalla Commissione europea dal titolo: “15 Years Anniversary of the General Food Law”, svoltosi lo scorso 27 novembre nella suggestiva biblioteca Solvay a Bruxelles. Attilio Zanetti, vicepresidente di Eda e delegato Assolatte per le politiche europee, ha dato voce al settore lattiero-caseario continentale in un accorato intervento, che ha sottolineato i punti di incontro tra industria e consumatori, siglati dalla cornice della normativa europea che in questi 15 anni ha subito evoluzioni e, a volte, distorsioni. Per l’istituzione presieduta da Jean Claude Juncker l’incontro è stata l’occasione per sottolineare come le parole chiave, che hanno ispirato la normativa e le sue successive integrazioni, siano sempre state: tracciabilità

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degli alimenti, responsabilità degli operatori e trasparenza delle informazioni. Per le associazioni di consumatori è stato invece il momento per chiedere un passo avanti: i cittadini europei non vogliono solo cibo sicuro, vogliono prodotti salutari. Zanetti, per Assolatte, ha colto la sfida chiarendo alla platea che il formaggio non solo è un prodotto di eccezionale qualità, ma è anche un prodotto sano, che fa bene, necessario all’apporto di proteine, vitamine e minerali: infatti, la riduzione dei consumi di latte in Europa, rischia di far registrare carenze di calcio nelle nuove generazioni. Non solo alimentazione e sicurezza alimentare, ma anche industria e mercato. Il messaggio espresso in questa importante occasione di celebrazione è che l’industria ha accolto con grande favore l’introduzione di norme comuni che hanno permesso ai produttori (come Zanetti, che ha portato la testimonianza diretta della storia della sua azienda) di espandere l’export, aumentato del 110% negli ultimi 15 anni. Nel mercato unico europeo industria e consumatori sono dalla stessa parte e un sistema condiviso e comune di norme che fissa alti standard di sicurezza è una garanzia per tutte le parti. Purtroppo, però, non è tutto così semplice. In questo momento l’industria si trova a competere in un mercato unico che non è più uguale, indebolito dalle iniziative legislative degli Stati membri. Le celebrazioni per i



ATTUALITÀ_UE 15 felici anni della General Food Law sono state l’occasione per presentare a Bruxelles tutte le perplessità del settore lattiero-caseario italiano per le nuove e frammentate norme in tema di etichettatura. Per il sistema dei semafori inglesi, prima di tutto, di cui le imprese lattierocasearie rifiutano il principio che sta alla base della proposta che porta ad attribuire un bollino verde a una bevanda gassata e un bollino rosso a un bicchiere di latte. Secco no anche alle fughe in avanti di alcuni Stati membri europei (compresa l’Italia), che hanno introdotto unilateralmente l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte. “Se i consumatori chiedono informazioni l’industria garantirà informazioni, a condizione che sia un obbligo valido per tutti” ha concluso Zanetti, che a Bruxelles ha chiesto omogeneizzazione delle norme europee per dare a tutti i consumatori pari diritti e permettere alle aziende di tornare a competere su un mercato

che possa tornare a definirsi davvero “unico”. Al di là del caso di specie (le imprese coinvolte, tra l’altro, potranno difendere la loro posizione davanti al TAR), è necessario che si faccia urgentemente chiarezza sul ruolo e le finalità delle Commissioni prezzi, istituite per legge presso le Camere di Commercio: sia perché le imprese possano parteciparvi senza il timore di essere pesantemente sanzionate, sia perché tale attività camerale, la cui liceità finora non è mai stata messa in discussione, possa proseguire, senza impedimenti, nell’ambito delle regole fissate dalla legge camerale.



ATTUALITÀ_UE

CON L’ACCORDO EPA

EUROPA E GIAPPONE SONO PIÙ VICINI N

el quadro degli accordi di libero scambio oggi in discussione in ambito comunitario, è stata raggiunta un’intesa storica per il commercio mondiale, che ribadisce l’importanza strategica del libero scambio e lancia un deciso messaggio di apertura alle relazioni commerciali internazionali. Lo scorso 8 dicembre, infatti, il Commissario Ue per il commercio Cecilia Malmstroem e il ministro degli Esteri giapponese Taro Kono hanno raggiunto un accordo sugli ultimi dettagli dell’Economic Partnership Agreement (Epa) tra l’Unione europea e il Giappone, chiudendo definitivamente le negoziazioni del più grande accordo commerciale finora raggiunto dall’Ue. Dopo l’intesa politica siglata nel corso del summit euro-nipponico del 6 luglio 2017, le trattative sull’Epa sono proseguite per definire gli ultimi aspetti ancora in sospeso, tra i quali spiccava il tema delle indicazioni geografiche. Ora entrambe le parti hanno sancito la fine delle trattative, in attesa che l’accordo finale venga sottoposto al “legal scrubbing” prima di passare al vaglio dal Parlamento europeo e degli Stati membri dell’Ue. L’Epa ha l’obiettivo di semplificare i rapporti commerciali tra due delle più importanti economie mondiali, favorendone l’integrazione e gli scambi reciproci. Oltre ad avere un importante valore simbolico, presenta tutte le caratteristiche fondamentali per indurre un impatto positivo sulla crescita del commercio estero comunitario e, in particolare, sullo sviluppo

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dell’export alimentare europeo, uno dei settori più importanti che ha avuto un ruolo cruciale nelle fasi preparatorie dell’accordo. Assolatte ha seguito fin dall’inizio l’evolversi dei negoziati, monitorando con grande attenzione e partecipazione le trattative che interessavano il settore lattiero-caseario e intervenendo direttamente sulle istituzioni nazionali e comunitarie per ribadire l’importanza che ha questo comparto nel più ampio sistema alimentare europeo. Attualmente, il Giappone è il terzo mercato di destinazione dei formaggi italiani venduti fuori dall’Europa ed è il primo in Asia. Nel 2016 vi sono state vendute più di 9mila tonnellate di formaggi italiani, perlopiù freschi e Dop, per un valore complessivo di 60 milioni di euro. Le esportazioni casearie italiane nel mercato giapponese sono in tendenziale aumento: nel 2016 hanno registrato un +9% e nei primi otto mesi del 2017 addirittura un +13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa crescita è direttamente proporzionale all’aumento della conoscenza del consumatore giapponese della qualità dei formaggi italiani. Ma non basta, e l’accordo UeGiappone, se sfruttato bene, può essere lo strumento necessario per migliorare le nostre performance. Proprio con questo obiettivo, Assolatte ha insistito molto affinché venissero inserite nell’accordo importanti garanzie per il riconoscimento e la tutela delle indicazioni geografiche europee. Gran parte della fama mondiale dei nostri prodotti

caseari si deve proprio alla riconoscibilità delle nostre Dop ed è un’esigenza preservare la loro autenticità nei mercati esteri. Tra le 200 indicazioni geografiche europee tutelate e riconosciute dal Giappone ci sono 10 formaggi Dop italiani: Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Provolone Valpadana e Taleggio. Come nel caso del Canada, si tratta di una lista aperta di indicazioni geografiche che saranno tutelate nel mercato giapponese con alcune eccezioni, meno impattanti rispetto a quelle previste nel Ceta. Come sempre è, inoltre, prevista la coesistenza con eventuali trademark registrati in buona fede prima dell’entrata in vigore dell’accordo. L’intesa commerciale con il Giappone dimostra che il commercio internazionale è una risorsa e un’opportunità per l’industria e che il lavoro con le istituzioni europee, necessario per rappresentare in Europa gli interessi del nostro settore, è la strada giusta per raggiungere risultati importanti che tengano conto delle specificità del settore.



ATTUALITÀ_FIL/IDF

BISOGNA PARTECIPARE! di Luciano Negri

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al 29 ottobre al 3 novembre scorsi, in occasione del World Dairy Summit Idf 2017, l’industria lattierocasearia del Regno Unito ha riunito la comunità lattiera globale nella città di Belfast. Col titolo “Make a Difference with Dairy” i rappresentanti arrivati da ogni parte del mondo e i partecipanti al summit hanno discusso per capire come “fare la differenza”. Nelle varie giornate è stato preso in esame l’impatto che un’industria così dirompente come quella lattiero-casearia può avere sul panorama economico e sociale mondiale, poiché è assodato che, col suo dinamismo e la sua efficienza, il nostro settore può condizionare l’ambiente e l’economia di Paesi interi. All’interno del programma un’attenzione particolare è stata dedicata al dopo Brexit e, come ci si poteva attendere, gli interventi hanno fatto trasparire la forte preoccupazione dell’intera filiera inglese per questo evento così dirompente per l’economia lattiera britannica ed europea. Durante il summit si sono tenute numerose conferenze di alto profilo: il primo forum dei leader politici mondiali dell’Idf; un incontro tra i responsabili dell’economia, più otto conferenze incentrate su marketing, nutrizione e salute, politica ed economia, scienza e tecnologia casearia, sicurezza alimentare, gestione aziendale, salute e benessere degli animali, ambiente. L’evento si è chiuso con una serie di tour tecnici che

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hanno illustrato le infrastrutture maggiormente all’avanguardia dell’industria britannica. In un mercato globale incerto, in cui l’unica cosa che possiamo dire con certezza è che la volatilità sarà una costante dei prossimi anni, tra i messaggi più importanti emersi c’è senza dubbio quello che il settore lattierocaseario è impegnato a svolgere un duplice ruolo vitale: nutrire il mondo con cibi sani e proteggere l’ambiente, dedicando una sempre maggiore attenzione al benessere animale. Tutto questo è avvenuto, come sempre accade durante il summit, di fronte a un migliaio di delegati provenienti da tutto il mondo ma, tra questi, la compagine italiana contava solo 11 partecipanti. Francamente un po’ poco per una nazione come la nostra, che vuole giocare un ruolo primario, qualitativamente parlando, nel contesto lattiero mondiale. Eppure, lo abbiamo più volte affermato, è fondamentale

essere presenti laddove le decisioni di lungo periodo prendono forma e dove si intravede il futuro di una tecnologia o di un mercato. Che valore ha dire la nostra su ciò che verrà presentato ai responsabili del governo comunitario o nazionale? Che valore ha imbastire un dialogo con altre nazioni su posizioni comuni o intuire quello che potrebbe accadere nell’ambito tecnico di nostra competenza? Intuitivamente si può affermare che il valore è certamente molto elevato e, per questo motivo, è inspiegabile assistere alla sostanziale assenza del mondo lattiero nazionale. A questo punto è meglio guardare avanti. Il prossimo summit si terrà in Corea del Sud: speriamo che il fascino dell’oriente attragga maggiormente chi opera nel nostro settore, allevatori e trasformatori, così da far comprendere, una volta per tutte, quanto sia importante la Fil-Idf per la filiera lattierocasearia italiana.



ATTUALITÀ_UE

NUTRIZIONE, SOSTENIBILITÀ E RICERCA Il recente Idf World Dairy Summit è stato preceduto dai lavori di oltre venti gruppi di esperti internazionali del settore lattierocaseario, tra comitati permanenti e altri working group. Tra le principali tematiche affrontate ci sono quelle inerenti la nutrizione. L’impatto economico, sociale e ambientale dovuto a cambiamenti nelle linee guida alimentari sui prodotti lattieri sarà analizzato congiuntamente dagli standing committee di politica ed economia lattiera e di marketing, assistiti dai comitati permanenti su nutrizione e salute e da quello sull’ambiente. Uno specifico nuovo lavoro su questo tema sarà presentato per approvazione da parte dello Scientific Programme Coordination Committee della Fil a inizio anno. Una raccolta delle raccomandazioni nutrizionali sui prodotti lattierocaseari di oltre 80 Paesi è stata fatta a partire dagli archivi Fao. L’evoluzione delle raccomandazioni e dei razionali scientifici sarà attentamente monitorata. Anche il tema dei Tfa è particolarmente seguito e la federazione rimane vigile nel monitorare le attività regolamentari a livello internazionale, nazionale e regionale. Gli esperti Fil hanno predisposto una posizione con la quale ribadiscono la contrarietà rispetto alla discussione in ambito Codex su un possibile claim “free of Tfa”. Altro tema importante è stato quello della sostenibilità. Il contributo del settore lattiero per un ambiente sano resta un tema fondamentale. Nel corso dell’anno appena passato sono state finalizzate due linee guida (una sull’impronta idrica e l’altra sulla biodiversità) e una guida sulle tecnologie ecofriendly è attesa entro la fine del 2018. La Fil è molto coinvolta

Bollettino Fil-Idf World Dairy Situation 2017 L’ultima edizione dell’Idf World Dairy Situation è ora disponibile. L’indagine annuale della Federazione Internazionale del Latte, contenente informazioni su produzione, trasformazione, società, consumo, commercio e prezzi del latte è stata presentata in occasione dell’Idf World Dairy Summit 2017. La pubblicazione riporta dati completi provenienti da fonti nazionali e internazionali, descrive le tendenze attuali e riporta commenti globali e regionali che coprono tutti i principali Paesi produttori e consumatori di latte e prodotti lattierocaseari.

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nell’aiutare il settore a ridurre le emissioni di carbonio. Animali e buone pratiche di allevamento sono elementi chiave per un pianeta in salute. Per questo, il Comitato permanente sul benessere e la salute animale ha condiviso conoscenze sulla sorveglianza delle malattie, la prevenzione e il controllo. Altro tema sempre sotto osservazione da parte del Comitato è quello dello sviluppo dell’antibiotico resistenza nei patogeni che causano le mastiti. Inoltre, gli esperti hanno deciso di sviluppare una guida sull’uso dei sensori nel rilevamento delle mastiti, così come di incorporare in una nuova linea guida sulle pratiche per il benessere animale gli ultimi e più recenti standard in materia. I membri del Comitato su salute e benessere animale hanno individuato nella riproduzione animale e nella determinazione del legame tra salute animale ed emissioni di gas serra due nuovi e importanti temi da approfondire. Una pubblicazione sulla pastorizzazione è attesa a breve. Si tratta del risultato di una collaborazione tra i tre comitati permanenti Fil su igiene microbiologica, scienza e tecnologia lattiero-casearia, nutrizione e salute. In agenda, per gli esperti dello Standing Committee di igiene microbiologica, c’è anche l’aggiornamento dell’inventario dei microrganismi con una storia di utilizzo sicuro e una pubblicazione sull’importanza della Listeria nel settore lattiero-caseario. Sul fronte politico, economico e di marketing, gli esperti Fil hanno proseguito le discussioni sul Dairy barometer, strumento sviluppato per prevedere gli sviluppi di mercato, attualmente in fase di test, e sull’andamento dei prezzi del latte alla stalla.

Etichetta nutrizionale sul fronte dei pack: la Fil monitora Gli ultimi anni hanno visto un significativo aumento dei sistemi di informazione nutrizionale semplificata apposti sulle etichette dei prodotti alimentari, volte ad aiutare i consumatori a fare scelte consapevoli ed equilibrate sul fronte nutrizionale e della salute. Poiché si tratta di uno strumento considerato da molti utile nella lotta contro l’obesità e le malattie croniche non trasmissibili, il comitato Codex sull’etichettatura ha deciso di lavorare allo sviluppo di una linea guida sui sistemi di etichettatura da porre sul fronte delle confezioni. La federazione sarà attivamente coinvolta nella discussione, in quanto ritiene che questi schemi dovrebbero garantire risultati significativi per la salute pubblica. Gli schemi dovrebbero avere fondamento scientifico e fornire al consumatore informazioni nutrizionali trasparenti e accurate che gli permettano di adottare una dieta equilibrata.

Calendario degli appuntamenti Fil/Idf 2018: Idf Symposium ‘The role of dairy in sustainable diets’, 1-2 febbraio, Siviglia, Spagna Idf/Iso Analytical Week, 23-27 aprile, Dublino, Irlanda 3rd Food Structure and Functionality Forum Symposium and 3rd Idf Symposium on Microstructure of Dairy Products, 3-6 giugno, Montreal, Canada Idf World Dairy Summit, 10-19 ottobre, Daejeon, Corea del Sud

Calendario degli appuntamenti Fil/Idf 2019: Idf World Dairy Summit, 20-29 settembre, Istanbul, Turchia


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Abbiamo sempre fatto tutto in famiglia...

E da settant'anni portiamo bontĂ sulle tavole degli italiani.


ATTUALITÀ_NEWS NUOVA CAMPAGNA PER IL PARMIGIANO REGGIANO Una nuova campagna di comunicazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano è andata onair a fine 2017. L’idea è stata quella di rinnovare la brand identity anche con l’ausilio di un nuovo spot. La nuova comunicazione è frutto di una riflessione profonda, che ha portato il Consorzio verso un posizionamento che punta a dare valore alla marca e a dialogare con i diversi target di riferimento (chi si occupa della famiglia, chi vive di cucina, mamme, sportivi, influencer, chi segue i trend, produttori). Regia dei film di Enrico Mazzanti per Akita, foto di Francesca Moscheni. La campagna è stata veicolata attraverso carta stampata, radio, tv e media digitali. Budget di circa tre milioni.

TUTTI PAZZI PER LA BUFALA Tutto esaurito il primo corso per diventare casaro, promosso dalla neonata Scuola di formazione lattiero-casearia, fondata dal Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop e accreditata dalla Regione Campania. Venti in totale i posti disponibili; tra gli studenti ci sono anche un giovane australiano e un americano. Il corso si svolgerà all’interno della Reggia di Caserta in collaborazione con la società FormaMentis di Battipaglia, durerà 500 ore, di cui 100 di aula, 200 di laboratorio e 200 di stage finale presso un caseificio socio del Consorzio. La scuola formerà tutte le figure professionali necessarie a una moderna filiera produttiva, dal marketing all’export.

ASIAGO DOP IN USA E CANADA PROMUOVE L’AUTENTICITÀ DEL MADE IN ITALY Rafforzare la riconoscibilità delle caratteristiche distintive del prodotto rispondendo al crescente apprezzamento verso le proposte “geographically distinct” e valorizzando il legame con il territorio d’origine. Sono questi gli obiettivi della nuova stagione di attività che vede il Consorzio Tutela Formaggio Asiago protagonista negli Stati Uniti e in Canada. Dopo un 2016 nel quale il Consorzio ha avviato in territorio americano una serie di azioni di comunicazione e formazione rivolte al trade, il 2017 ha visto ampliare le iniziative di promozione e valorizzazione del prodotto con due masterclass organizzate a Los

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Angeles e New Orleans e con l’avvio del progetto triennale da 2,5 milioni di euro dedicato a Usa e Canada, “Uncommon Flavors of Europe”, cofinanziato dall’Ue nell’ambito di “Enjoy, it’s from Europe”, il nuovo programma dedicato a promuovere il consumo dei prodotti agricoli europei. Proprio il concetto di cibo

autentico è stato il punto focale delle due masterclass promosse in collaborazione con Italy America Chamber of Commerce of Texas, nell’ambito della campagna “True Italian Taste” istituita dal ministero dello Sviluppo Economico per la promozione del prodotto agroalimentare autentico in Usa e Canada. L’impegno del Consorzio di Tutela proseguirà per tutto il 2018, con un calendario di 350 giornate promozionali, su un totale di 1.750 nel triennio, nei punti vendita delle maggiori catene di supermercati americani e canadesi per incontrare i consumatori, facendo conoscere da vicino il valore dell’autenticità made in Italy.


TROFEO SKI LATTE 2018 Tutto pronto a Folgaria per la 21esima edizione del Trofeo Ski Latte, organizzato da Centrale del Latte d’Italia e Carosello Ski Folgaria. La gar, che si terrà domenica 25 febbraio, è aperta a operatori e amici del settore lattiero-caseario. Si tratta di una gara agonistica composta da due manches di slalom gigante da disputare sulla pista Salizzona a Fondo Grande di Folgaria. Per iscriversi c’è tempo fino alle ore12 di venerdì 23 febbraio. La quota da versare è di 5 euro.

DEL GIUDICE PRESENTA BIOFRESCO DELÌ L’azienda molisana Del Giudice ha presentato la nuova referenza Biofresco Delì, latte fresco biologico, parzialmente scremato e senza lattosio. Un alimento che conserva tutti gli elementi nutrizionali ed è, nel contempo, a basso contenuto di lattosio, adatto a chi soffre di intolleranze alimentari e proveniente da agricoltura biologica. “Cambiano i consumi, i consumatori, i loro comportamenti e, di conseguenza, gli acquisti – ha dichiarato Erika Del Giudice, responsabile marketing dell’azienda e vicepresidente del Gruppo Latte alimentare di Assolatte –. La spesa non è la stessa di dieci anni fa e il paniere tradizionale ha subìto profonde modifiche, quindi ci stiamo adeguando alle nuove richieste del mercato”. “Abbiamo effettuato un’analisi dettagliata del mercato in Italia – ha aggiunto il direttore amministrativo Nicola D’Emma –. Quello che cresce maggiormente in un anno è il settore del cibo bio (+16%), seguono gli alimenti della rinuncia: senza lattosio, vegani, vegetariani”. Biofresco Delì sarà commercializzato in quattro regioni italiane: Abruzzo, Molise, Campania e Puglia.

ZANETTI, GRANA PADANO GRIFFATO DAVIDE OLDANI La selezione del miglior formaggio Zanetti per offrire l’esperienza di un piatto da grande chef anche ai palati più esigenti. Questo è il Grana Padano Dop “Foo’D” prodotto da Zanetti e firmato dallo chef stellato Davide Oldani. Il nuovo packaging lascia già presagire l’unicità e l’eccellenza del prodotto al suo interno. Il marchio Foo’D e la firma di Oldani, insieme al prestigioso bollino dorato Zanetti, uniscono la tradizione ultracentenaria del caseificio di Marmirolo all’innovazione rappresentata dalla creatività dello chef Oldani per offrire un prodotto top di gamma, bello da portare in tavola e perfettamente riconoscibile tra tutti quelli presenti sul mercato. La selezione del miglior formaggio Zanetti per offrire l’esperienza di un piatto da grande chef anche ai palati più esigenti. Questo è il Grana Padano Dop “Foo’D”.

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ATTUALITÀ _NEWS CIBUS E ASSOCIAZIONE ITALIANA FOOD & BEVERAGE MANAGER PROMOTORI DI UN FOCUS SUL CANALE HORECA Analizzare gli elementi utili e indispensabili per i fornitori di alimenti che vogliono approcciarsi ai diversi target di canale. Questo lo scopo del convegno dal titolo “Logiche di Sourcing e Provisioning per il mondo dell’Hospitality” svoltosi a Mestre e organizzato da Cibus (il salone internazionale dell’alimentazione che si terrà dal 7 all’11 maggio 2018 a Parma) e Aifbm, Associazione Italiana Food & Beverage Manager. L’evento fa parte delle attività messe in atto da Cibus per approfondire il canale Horeca. L’iniziativa ha voluto promuovere il dialogo tra le aziende espositrici di Cibus e gli attori della ristorazione fuori casa, segmento a cui è destinato ormai oltre un terzo dei consumi alimentari delle famiglie.

CI HA LASCIATI CARLO CANTONI È scomparso il professor Carlo Alessandro Cantoni, figura storica dell’ispezione degli alimenti di origine animale. Ordinario alla facoltà di Veterinaria di Milano, ha contribuito in maniera fondamentale a tutte le tappe del percorso per l’igiene e la sicurezza intrapreso dal sistema alimentare italiano. Concreto e assetato di conoscenza, innovatore, autore di oltre 1.500 pubblicazioni scientifiche, tra cui lo studio sulla catena del freddo per gli alimenti. A lui un profondo grazie per questo enorme contributo.

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“Cibus, che da sempre presiede in modo attento e completo il canale retail nazionale ed estero – ha dichiarato la brand manager di Cibus Elda Ghiretti – per l’edizione 2018 prevede un focus speciale per i canali Horeca, che in maniera sempre più crescente offrono opportunità di business per gli espositori, sia nelle forme più innovative che in quelle tradizionali”. I dati dell’Osservatorio Aifbm su 5.747 hotel 4 e 5 stelle, mostrano come quello dell’hospitality sia un settore di grande interesse per le aziende food, movimentando oltre 5,5 milioni di kg l’anno di pasta, 32 di carne e 34 di pesce. Durante l’incontro è intervenuto Sergio Mangialardi, purchasing manager Msc F&B Division Spa, che ha illustrato aspetti salienti,

strategie d’acquisto, gestione e definizione degli accordi mondiali per il rifornimento degli alimenti alle navi da crociera. Paolo Solari, corporate manager F&B Ata Hotels Spa e Sebastiano Pira, director F&B Sheraton Diana Majestic, hanno illustrato le sourcing strategy F&B per le grandi catene di hotel e la sinergia con il team degli executive chef del gruppo. Marcello Forti, founder e ad di Fe&De Group, ha parlato della gestione del comparto F&B di oltre 70 strutture 4 e 5 stelle in Italia. Nicola di Mummo, general manager di Masseria Fortificata San Francesco di Matera, ha evidenziato l’eccellenza italiana nelle attività di sourcing e provisioning degli hotel indipendenti.

MAURIZIO CASASCO PRESIDENTE DEI MEDICI DELLO SPORT EUROPEI Il presidente della Federazione medico sportiva italiana Maurizio Casasco è stato eletto all’unanimità presidente della Federazione europea dei Medici dello Sport, durante una riunione tenutasi a Lisbona. Alla guida della Fism dal 2005, Casasco era già primo vicepresidente dell’organismo europeo che guiderà per i prossimi quattro anni. “Sono già 15 i Paesi Ue che contemplano la specializzazione in Medicina dello Sport – ha detto Casasco – ma dobbiamo puntare al riconoscimento in tutti gli Stati. In questo mio mandato l’obiettivo primario, che porterò avanti in stretta collaborazione con la Federazione internazionale di Medicina dello Sport, presieduta dal professor Fabio Pigozzi, sarà quello di contribuire a costruire una medicina europea dello sport sempre migliore attraverso un confronto culturale, tecnico e scientifico indirizzato alla protezione della salute di chi pratica attività sportive a ogni livello e alla lotta contro il doping”.



ATTUALITÀ _NEWS SONO DUE PIEMONTESI I “TALENTI DEL TALEGGIO” Nell’ambito del progetto promosso dal Consorzio Tutela Taleggio in collaborazione con Alma, la scuola internazionale di cucina italiana, due studenti dell’istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Casale Monferrato sono stati giudicati la migliore coppia juniores in Italia. I “Talenti del Taleggio” si è svolto nella cornice di Alma Caseus, il format studiato da Alma con l’obiettivo di promuovere la conoscenza del patrimonio caseario del nostro Paese. Giulia Mairo, per la sezione cucina, e Alessandro Scarsi, per la sezione sala, sono i vincitori dell’edizione 2017/2018: i due studenti

piemontesi, che frequentano il quinto anno, hanno superato la concorrenza di altre nove coppie provenienti da tutta Italia. Tre sono le giornate in cui si è articolato l’evento. La prima ha visto le dieci squadre selezionate da Alma sulla base di 19 candidature, sfidarsi in tre prove. Al termine della seconda giornata, la commissione presieduta da Renato Brancaleoni (affinatore di formaggi di fossa di fama internazionale, che ha conquistato la medaglia di bronzo ai campionati mondiali di Fromagerie di Lione del 2007, e docente Alma), ha selezionato le due coppie finaliste: i vincitori se la sono vista con la coppia siciliana

IL PARMIGIANO REGGIANO PLURIPREMIATO A LONDRA Il Parmigiano Reggiano è il formaggio Dop più premiato al mondo: lo ha decretato la giuria del World Cheese Awards, l’Oscar dei formaggi che si è tenuto a Londra e che ha coinvolto 3mila specialità provenienti da oltre 30 Paesi. Quaranta caseifici produttori di Parmigiano Reggiano hanno fatto squadra e partecipato insieme, portando a casa un risultato record. La nazionale del Parmigiano Reggiano si è aggiudicata ben 38 medaglie: 3 Supergold (miglior formaggio del tavolo), 11 d’oro, 16 d’argento, 8 di bronzo. “Abbiamo una nazionale che vince ed è quella del Parmigiano Reggiano – ha commentato il vicepresidente vicario del Consorzio Guglielmo Garagnani –. Partecipare e vincere significa dare valore al sistema tutto in un mercato, come quello dei formaggi, che è in crescita. A tutti i caseifici vanno i nostri complimenti e la nostra gratitudine, perché hanno saputo affermare in gruppo i primati che appartengono al sistema del Parmigiano Reggiano”.

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dell’istituto alberghiero Ignazio e Vincenzo Florio di Erice, composta da Jonathan Sammartano e Salvatore Francesco Rondello. La gara è stata molto equilibrata, tanto che al termine delle tre prove previste i concorrenti erano in perfetta parità ed è stato necessario allestire una quarta prova (un test geografico sui formaggi Dop italiani) per decretare i vincitori. Ai due maturandi piemontesi è stata assegnata una borsa di studio del valore di 5mila euro, che permetterà loro di proseguire il cammino formativo una volta terminati gli studi secondari.

ASIAGO DOP, NUOVO SITO E APERTURA DEL CANALE PER L’ECOMMERCE Asiago Dop ha lanciato un nuovo progetto di merchandising per la valorizzazione del marchio. Il sito istituzionale ha cambiato veste grafica, è stato arricchito di nuovi contenuti e ha aperto lo shop online all’indirizzo shop.asiagocheese.it, canale privilegiato di contatto con gli appassionati della specialità veneto-trentina di tutto il mondo. “Il nuovo progetto di merchandising – afferma il direttore del Consorzio Flavio Innocenzi – risponde a una precisa strategia di valorizzazione e diffusione del marchio. Da un lato vogliamo essere sempre più vicini alla nostra community internazionale, cogliendo le opportunità che la diffusione di smartphone e connessioni veloci offrono, dall’altro intendiamo consolidare anche online il nostro impegno istituzionale verso la promozione del prodotto in tutti quei Paesi dove la richiesta è in crescita”.


DUE NUOVI GUSTI PER LO YOGURT FATTORIA SCALDASOLE La gamma degli yogurt “specialità” di Fattoria Scaldasole si arricchisce di due gusti: “Pesca & Amaretto” e “Fiori di Sambuco”. Si tratta di due referenze biologiche da 250 g nella categoria degli yogurt magri. Nel primo gusto la leggerezza del latte scremato incontra la dolcezza della pesca e l’intensità dell’amaretto, una proposta originale sul mercato per chi cerca un raffinato abbinamento di sapori. Il secondo è un prodotto dalla texture leggera e delicata, dove la cremosità dello yogurt si unisce a un dolce gusto floreale. Le due referenze dispongono di un tappo salvafreschezza richiudibile, che permette un consumo in più occasioni, anche per un target “small” come coppie e single. Entrambi gli yogurt sono contraddistinti dal logo Spiga Barrata sulla confezione, a certificare la loro idoneità al consumo anche per chi soffre di celiachia e intolleranza al glutine. Il pack è composto da due parti, vasetto interno in plastica e involucro esterno in carta, per promuovere la cultura del riciclo e della raccolta differenziata, da sempre valori dell’azienda.

DALTER RINNOVA IL PORTALE WEB È online il nuovo sito di Dalter Alimentari, completamente rinnovato nella grafica e nell’architettura informativa. Il portale rappresenta il coronamento del processo di evoluzione dell’immagine istituzionale che l’azienda reggiana ha avviato nel 2017, coerentemente con il posizionamento scelto. “Il portale è ora perfettamente coerente con la nostra corporate identity – spiega la responsabile marketing Elisa Flocco –. Il look & feel riflette la distintività di Dalter Alimentari, veicolandone l’immagine moderna. Nella progettazione e nella realizzazione ci siamo ispirati ai principi dell’usabilità e della responsività, con l’obiettivo di offrire agli utenti una piacevole ed efficace esperienza di navigazione”.

ARRIGONI, QUATTRO PREMI AI WORLD CHEESE AWARDS I formaggi Arrigoni si sono aggiudicati quattro medaglie alla 30esima edizione del World Cheese Awards, il più importante concorso internazionale dedicato ai formaggi, che si è tenuto a Londra e a cui hanno partecipato migliaia di prodotti provenienti da tutto il mondo. La giuria di esperti, suddivisa in tavoli di lavoro, ha assegnato la medaglia d’oro al Gorgonzola Dolce Dop Arrigoni, la medaglia d’argento al Gorgonzola Piccante Dop e all’Italico, un formaggio a pasta molle a crosta lavata, e la medaglia di bronzo al Rossini, particolarissimo formaggio erborinato affinato in vinacce di Passito di Pantelleria. Si tratta di un importante successo per l’azienda di

Pagazzano (Bg), che conferma l’eccellenza nel panorama internazionale e l’elevata qualità dei suoi prodotti, in primis del Gorgonzola Dolce Dop, fiore all’occhiello del caseificio, che negli anni continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti a livello internazionale. Da oltre cent’anni Arrigoni si contraddistingue per la produzione di numerosi formaggi lombardi come Gorgonzola, Taleggio, Crescenza e Quartirolo Lombardo. L’azienda è una delle più prestigiose del settore lattiero-caseario, grazie all’integrazione e al controllo dell’intera filiera produttiva, dalla terra al formaggio confezionato e distribuito. Impegno e professionalità che sono riconosciuti non solo a livello nazionale, come dimostrano i numerosi premi ricevuti.

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ATTUALITÀ _NEWS YOGURT CREMALPI: IL TRIS GOLOSO DI LATTERIA VIPITENO Latteria Vipiteno lancia la linea di yogurt “Cremalpi”, composta da tre gusti tipicamente invernali: Miele e noci; Amarena; Torrone. Una gamma di yogurt realizzata solo con latte intero dell’Alto Adige arricchito da fermenti lattici vivi, naturalmente senza glutine, senza Ogm e con un’ulteriore garanzia di qualità assicurata dalla presenza del Marchio di Qualità Alto Adige. Le tre referenze sono adatte per accompagnare ogni momento della giornata: dalla colazione del mattino allo spuntino pomeridiano, ma possono essere impiegate anche per realizzare cheesecake e dolci al cucchiaio. Gli yogurt Cremalpi sono disponibili nei banchi frigo della Gdo nel formato 2x125 grammi.

IL ROSSO FA TRIS AI CHEESE AWARDS Una medaglia d’oro e due d’argento per i formaggi del caseificio biellese Pier Luigi Rosso alla trentesima edizione del World Cheese Awards, il più importante concorso internazionale dedicato ai formaggi, che si è tenuto a Londra e a cui hanno partecipato migliaia di prodotti d’eccellenza provenienti da tutto il mondo. La giuria ha asseganto la medaglia super gold al “Madama Reale”, formaggio a pasta semimorbida, a lunga maturazione, prodotto con latte vaccino pastorizzato. Invece “Margot”, il formaggio realizzato con la birra di Enrico Terzo miscelata nel latte della Pezzata Rossa di Oropa, e l’erborinato a pasta semidura “Gratin Bleu” hanno ottenuto la medaglia d’argento.

SABELLI È LA “COMPANY TO WATCH 2017” DEL SETTORE MOZZARELLE SECONDO CERVED Know-how produttivo, efficienza, innovazione e ottime performance economiche: è grazie a questi elementi che il Gruppo Sabelli si è aggiudicato il riconoscimento “Company to Watch 2017” per il settore mozzarelle, assegnato dall’area Marketing Solutions di Cerved a chi riesce a distinguersi dai concorrenti per risultati e modalità di conduzione del business. Dall’analisi di scenario del mercato condotta dall’information provider, il gruppo composto da Sabelli e Trevisanalat è inoltre risultato il secondo polo produttivo nel comparto delle mozzarelle da tavola, che ha visto nel 2016 una crescita nella produzione del 15% circa, raggiungendo una quota di mercato del 12 per cento. L’area Marketing Solutions di Cerved svolge ogni anno 170 analisi sui principali settori dell’economia italiana. Il riconoscimento “Company to Watch” viene assegnato alla società che, rispetto ai

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propri concorrenti e nel mercato di riferimento, si è distinta in base ad aspetti finanziari e di esecuzione delle attività. Nel caso di Sabelli, i fattori distintivi hanno riguardato il know-how produttivo, con tecnologie all’avanguardia, sviluppo dei processi di produzione, qualità costante; il buon rapporto qualità/prezzo determinato dall’efficienza tecnologica, dall’accurata selezione della materia prima e dalle economie di scala; l’innovazione, sia nella realizzazione di nuovi prodotti che di nuovi processi di produzione. “Con l’acquisizione di Trevisanalat di Castelfranco Veneto nel 2016, il gruppo Sabelli è diventato il secondo maggiore polo produttivo nel comparto delle mozzarelle, e il primo a proprietà italiana – commentano gli ad del gruppo Angelo Galeati e Simone Mariani –. L’analisi di Cerved certifica una crescita costante nel comparto sia di Sabelli che di Trevisanalat e l’alta qualità dei prodotti e dei processi con cui siamo conosciuti sul mercato”.



ATTUALITÀ _NEWS ADDIO A GIOVANNI MOGNA Lo scorso novembre si è spento Giovanni Mogna. Un uomo tenace e convinto, con due grandi passioni: i microrganismi e la vela. Affascinato fin da piccolo dal microscopico mondo dei batteri, ha portato avanti l’attività che fu del padre e prima ancora del nonno, fondatore del laboratorio microbiologico Alce. Una vita dedicata allo sviluppo dei fermenti lattici, dei lieviti, dei probiotici. Convinto dell’enorme ruolo e potenziale che i batteri hanno nelle produzioni alimentari e sulla salute, nel 1985 Mogna fondò la Probiotical, il primo stabilimento al mondo concepito e realizzato esclusivamente per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di microrganismi probiotici. Se la ricerca e le innovazioni sviluppate lo hanno portato a essere un punto di riferimento nel mondo dei prodotti funzionali, degli integratori alimentari e dei dispositivi medici, non solo a livello nazionale, Giovanni Mogna è sempre rimasto una figura di riferimento del settore lattiero-caseario e dei suoi imprenditori. Forte il legame soprattutto con il mondo del Gorgonzola, di cui era un amante. Ci piace ricordarlo alle assemblee dell’associazione, tra gli industriali del settore ai quali era legato da vincoli che andavano ben oltre i rapporti professionali: stima, e soprattutto amicizia vera. Oppure sorridente, come nella foto che pubblichiamo, davanti a un’immagine che lo ritrae in una delle tante regate alle quali ha partecipato. Il saluto degli amici Giovanni era prima di tutto un carissimo amico di famiglia. Ricordiamo le tante cene natalizie a casa sua,

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fin da piccoli, con nostro padre Carlo a discutere tutta sera di come rendere il Gorgonzola più morbido, più chiaro, affinandone il gusto e migliorandolo sotto ogni punto di vista. Erano sempre alla ricerca di cambiamenti, non si accontentavano mai: si poteva sempre migliorare qualcosa. Giovanni era un amante dei dettagli e, non a caso, aveva una passione smisurata per la microbiologia. L’apporto che ha dato con la sua azienda e le sue intuizioni scientifiche al settore lattiero-caseario italiano – e soprattutto al comparto del Gorgonzola – è incommensurabile. E pensiamo si possa dire la medesima cosa nel settore farmaceutico, per le sue recenti scoperte e gli innumerevoli brevetti depositati nel mondo, grazie a una capacità imprenditoriale che si riconosce a pochi in Italia. È stato una parte della nostra famiglia, un amico vero, un partner, un supporto in tutti questi anni. Con quella visione sempre rivolta al futuro, alle novità, alla ricerca di cose nuove da provare e inventare. Ci mancherà molto. Marco e Chiara Gelmini

In questi dieci anni di intensa collaborazione lavorativa ho avuto modo di conoscere bene Giovanni Mogna, in primis un amico, ma anche un professionista disponibile e propositivo, capace di trovare le giuste soluzioni alle problematiche e gli accorgimenti idonei da adottare. Gli dicevo sempre: “Giovanni, sei uno scienziato” perché aveva sempre una soluzione scientifica e tecnica da fornirmi. Per la mia azienda è stato un fornitore importante, soprattutto per il suo specifico prodotto di batteri lattici. È stato un imprenditore dotato di grande coraggio: è riuscito

a far evolvere il proprio core business partendo dalla produzione di batteri lattici per il settore alimentare fino ad approdare e affermarsi nel difficile e concorrenziale settore della farmaceutica. Dalla collaborazione in ambito professionale abbiamo iniziato a diventare amici e insieme abbiamo condiviso e vissuto dei bei momenti conviviali, caratterizzati anche dalle recenti vittorie sportive. Con entusiasmo Giovanni ha accolto la mia proposta di sostenere l’importante progetto della Igor Gorgonzola Volley Novara, diventandone uno degli sponsor, e insieme abbiamo raggiunto grandi successi. Tra di noi c’era un’amicizia caratterizzata da sintonia e giusti modi relazionali, ma sempre con quel rispetto che non ha mai modificato il rapporto collaborativo tra fornitore e cliente. È stato un uomo dotato di grande generosità, abbiamo sostenuto insieme importanti progetti e attività dedicate al sociale per aiutare l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara e iniziative per la nostra amata città, come il mondiale di pattinaggio svoltosi nel 2016. La scomparsa di Giovanni è una perdita veramente importante per Novara, che segue quella di Giampaolo Ferrari, due amici che hanno dato tanto al nostro territorio. Fabio Leonardi



ATTUALITÀ _LIBRI NO VEGAN. LA VERITÀ SCIENTIFICA, OLTRE LE MODE Se avete sentito che mangiare vegano salva dal cancro, oppure se volete dimagrire e un’amica vi ha consigliato di consumare solo vegetali o se state pensando di far diventare vegana tutta la famiglia compresi i vostri bambini, leggete “No vegan. La verità scientifica oltre le mode” (Sperling & Kupfer editore, 2017, 322 pp.) scritto da Luca Avoledo, esperto di alimentazione e attento osservatore degli stili di vita. L’autore ha raccolto dati, esperimenti, ricerche, prove, studi e in queste pagine racconta in modo semplice e accessibile tutto ciò che avete sempre voluto sapere sul veganismo; risponde alle domande più frequenti, ai dubbi, alle curiosità che circolano sui giornali, nel web, al bar e persino negli ambulatori medici. Fa finalmente chiarezza riguardo a una serie di luoghi comuni, false certezze, dogmi e affermazioni senza fondamento che rimbalzano in rete. Alla fine, saprete esattamente a chi e a cosa credere, quali sono le scelte sane e quelle pericolose, come distinguere un ottimo slogan di marketing da una verità scientifica.

THE BREAKFAST JOURNEY. COLAZIONI E BRUNCH DAL MONDO Se il vostro sogno è viaggiare con un battito di ciglia, risvegliare i vostri sensi e godere delle prime luci del mattino, leggete “The breakfast journey. Colazioni e brunch dal mondo” (Nomos edizioni, 2017, 144 pp.) di Elisa Paganelli e Laura Ascari. Si tratta di un viaggio curioso e goloso per scoprire cosa accade nelle cucine degli altri in giro per il mondo. Sfogliando il libro si potranno fare 45 colazioni diverse in 41 Paesi. Elisa Paganelli è illustratrice e creative designer. Ha fatto della sua passione per immagini e parole il lavoro cui dedica la maggior parte del tempo, accompagnata da una tazza di tè e dai suoi assistenti a quattro zampe. Si occupa principalmente di progetti editoriali per l’infanzia collaborando con case editrici e agenzie di comunicazione sia in Italia che all’estero. Laura Ascari è fotografa e videomaker specializzata in lifestyle e food. Da sempre affascinata dall’incontro magico di farina, zucchero e uova, si occupa in particolare di reportage fotografici e video sia per grandi aziende in ambito alimentare sia per progetti editoriali.

IL FALSO E IL VERO A CHE ORA SI MANGIA? Gli orari dei pasti sono una costruzione culturale e cambiano non solo da un Paese all’altro, ma da una classe sociale all’altra e anche da un’epoca all’altra. In “A che ora si mangia” (Quodlibet editore, 2017, 87 pp.), lo storico e scrittore Alessandro Barbero racconta le abitudini di vari popoli in diverse epoche. Ad esempio, tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento l’aristocrazia a Londra e a Parigi modificò gli orari dei pasti quotidiani. Il pranzo, considerato all’epoca il pasto principale del giorno, veniva consumato sempre più tardi, fino alle cinque, alle sei, alle sette del pomeriggio, mentre veniva introdotta una robusta colazione, il déjeuner à la fourchette, a metà mattinata, e scompariva la cena serale. La nuova moda venne adottata nel corso dell’Ottocento dalle classi medie e si diffuse lentamente anche in Germania, Italia, Russia, Stati Uniti, ma nel frattempo l’aristocrazia inglese e francese spostava l’orario del pranzo sempre più tardi, fino alla sera; col risultato che il divario delle abitudini non si ridusse realmente fino all’egualitario Ventesimo secolo.

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Tutti gridano alle fake news, le notizie false. Insomma, le bufale. Il 2016 è stato definito l’anno della post-verità, l’inizio di un’era in cui le emozioni, i pregiudizi e le convinzioni personali peseranno sempre più della realtà verificabile dei fatti. Ma è proprio così? E che cosa sono, esattamente, le fake news? Cosa si nasconde dietro la loro proliferazione sui social network e nei meandri della rete? “Il falso e il vero” (Feltrinelli editore, 2017, 160 pp.) di Gabriela Jacomella è una guida per cercare di schivare le fake news. Prima di cliccare, condividere, commentare, chiedersi sempre: sono sicuro al cento per cento che quello che sto mettendo in rete sia vero? Se non siamo convinti, non condividiamo.



PROTAGONISTI

FATTORIE OSELLA IL PICCOLO GIGANTE DEI FORMAGGI FRESCHI

DAL PASTORE CUNEESE FONDATORE DELL'AZIENDA ALLA PARTNERSHIP CON MONDELEZ CHE HA RESO IL BRAND MOLTO APPREZZATO IN TUTTA ITALIA di Gianluca Pierangelini

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olte delle realtà che fanno parte del settore lattierocaseario italiano sono aziende storiche, che per generazioni hanno contribuito, con passione e duro lavoro, a trasformare la dimensione del comparto da artigianale e locale a industriale e internazionale. Una delle più riconoscibili del nostro settore, che ha dato il proprio apporto a questa trasformazione è Fattorie Osella. L’attività casearia della famiglia Osella nasce alla fine del XIX secolo, ma è nel 1952 che si gettano le fondamenta

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di quella realtà il cui nome, oggi, riecheggia nelle case dei consumatori italiani. In quell’anno, Dario Osella (pronipote di Giacomo Isoardi, il nonno pastore dal quale ha ereditato l’attività casearia), fonda il caseificio e si dà ai formaggi di alta qualità. La personalità e le intuizioni di Dario saranno fondamentali per la crescita dell’azienda di cui è ancora oggi presidente. Oltre a essere un pioniere del marketing nel nostro settore – è stato il primo a metterci la faccia e ad andare in tv a

promuovere i propri prodotti – ha avviato una proficua collaborazione con Mondelez International. Da qui, siamo negli anni Ottanta, inizia un lungo percorso di successi che porteranno il carretto di nonno Giacomo e lo slogan “Alle Fattorie” a essere gli elementi che renderanno Osella tra i marchi più conosciuti del mercato italiano. La partnership tra il caseificio locale e l’azienda internazionale punta molto sulla comunicazione e contribuisce


CONOSCIAMOLO MEGLIO

GIUSEPPE BANCHINI La ricetta della felicità? Essere liberi, da tutto. Tre parole per descrivere il suo carattere? Aperto, positivo, socievole. Quello che le piace negli altri? L’onestà intellettuale. Quello che non tollera? La menzogna, l’arrivismo, chi cerca scorciatoie. Una persona che ammira? Mia nonna, i suoi insegnamenti mi hanno aiutato in azienda più di molti altri. Il libro preferito? "Cent’anni di solitudine" di Marquez. E il film che ha amato di più? "Le ali delle libertà" e la saga di "Amici miei". Colazione dolce tradizionale o salata continentale? Due caffè. Nel suo frigo non manca mai? Philadelphia, sottilette senza lattosio, Robiola Osella e acciughe sott’olio. Il posto in cui vorrebbe tornare? Namibia.

fortemente alla trasposizione del marchio cuneese dalla dimensione locale a quella nazionale. Le più moderne tecnologie, una distribuzione diffusa su tutto il territorio e la ricerca delle ultime tendenze di mercato sono i fattori che hanno consentito la consacrazione del marchio in Italia. Oggi Fattorie Osella lavora 120mila litri di latte al giorno, tutto piemontese, proveniente da 38 conferenti distribuiti tra le provincie di Torino e Cuneo, non più lontani di 50 km dal caseificio. Una scelta local per garantire massima freschezza delle materie prime e del prodotto finito. Non c’è giorno della settimana in cui non si consegni latte e la cura

benessere animale dell’Istituto degli allevamenti è una priorità zooprofilattico di Brescia. Dal massima. punto di vista della sicurezza, Fattorie Osella ricompensa gli Fattorie Osella può essere sforzi degli allevatori attraverso un sistema di pagamento molto considerato come uno dei caseifici più premiante, ed è moderni, con particolarmente quattro certificazioni attenta alla DISCIPLINARI sulla gestione preservazione della della qualità e la razza di vacche SEVERISSIMI sicurezza delle Piemontese (quella PER I produzioni. che da anni la FORNITORI La freschezza del rende riconoscibile DI LATTE latte conferito e sul mercato) e la garanzia del alla sicurezza prodotto finito del processo consentono all’azienda di offrire produttivo. al consumatore referenze di alta È la prima realtà del lattieroqualità, derivanti dall’incontro caseario ad aver intrapreso con successo un programma tra l’arte casearia e le più alte tecnologie di produzione fornite di valutazione conforme al da Mondelez. Disciplinare del Centro di Per capire meglio cosa c’è riferimento nazionale del

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PROTAGONISTI alla base di questa virtuosa panorama italiano, grazie alla partnership, abbiamo quale entrambi gli azionisti incontrato Giuseppe Banchini, traggono il massimo beneficio. amministratore delegato di In Mondelez parliamo del Fattorie Osella e responsabile “power of big & small" credo per il Sud Europa del che Fattorie Osella rappresenti portafoglio Meals di Mondelez, esattamente questo, ovvero il gruppo statunitense che un mix perfetto di “heart” e detiene la maggioranza di “brain” dove l’imprenditore Fattorie Osella. apporta la competenza e il Quali sono le know-how sulle motivazioni materie prime e principali che sul saper fare il È STATO UNO hanno spinto formaggio, mentre un’azienda la multinazionale DEI PRIMI internazionale fornisce le BRAND a investire in tecnologie A FARE piccole realtà produttive e SPOT IN TV produttive? E, più di sicurezza nello specifico, alimentare, le cosa c’è alla base competenze di della collaborazione tra marketing (incluso media e Mondelez e Fattorie Osella? consumer’s Insight) e una forza La partnership è nata negli di vendita straordinaria. anni Ottanta, quando c’era La comunicazione è la corsa alle acquisizioni da diventata un elemento parte delle grandi aziende. In essenziale per la crescita quel periodo Kraft acquistò delle aziende e l’esempio Invernizzi, Fini, Negroni, di come siate riusciti a Simmenthal. veicolare il marchio cuneese Nel caso di Fattorie Osella si in Italia è lampante. Come trattò di una joint venture con è cambiato il modo di un socio di minoranza forte, comunicare e quali sono gli competente e con un cognome aspetti che differenziano il importante. Nel corso degli mercato italiano da quelli anni si è creata una relazione degli altri Paesi europei? perfetta e direi unica nel La prima “réclame” di Robiola

34 IL MONDO DEL LATTE

Osella è andata in onda nel 1984 con il carretto e il famoso jingle “Alle fattorie”, cantato da Ricky Gianco. Da allora la comunicazione è rimasta sempre coerente nel tempo (come diciamo noi “consistent”), anche se si è adattata alle nuove tendenze dei consumatori e dei media. Ecco allora la partecipazione a MasterChef, la creazione di un sito web veramente ben fatto, la presenza su Facebook e su tutto il mondo digital (anche con il supporto di blogger di cucina), fino al coinvolgimento di Tania Cagnotto come testimonial per il formaggio Linea e il supporto charity alla Fondazione Veronesi con “Pink is Good”. La partnership con Mondelez è stata fondamentale per garantire la presenza del marchio Osella in tutta Italia. Avete una strategia anche per i mercati esteri? Siamo presenti da molti anni sul mercato tedesco con un business piccolo, ma interessante. Stiamo studiando se e come aggredire i mercati esteri in maniera più strutturata. Abbiamo un portafoglio di prodotti con una shelf-life estremamente ridotta e premium, perciò stiamo valutando quei Paesi e quei distributori in grado di garantire il nostro posizionamento. Solo recentemente si è avvertito un crescente interesse anche per i formaggi freschi, ma non tutti riescono a gestire shelf-life così brevi così come si fa in Italia. Il processo innovativo intrapreso da Fattorie Osella si nota anche per i riconoscimenti e le certificazioni ottenute negli anni in tema di sicurezza e sostenibilità. Ne è un esempio il programma strutturato di valutazione del benessere animale, concluso con successo dall’azienda lo scorso anno. Ci vuole raccontare qualcosa in più su questo progetto? La nostra attenzione al


benessere delle vacche da latte si inserisce a pieno titolo all’interno della più ampia strategia di sostenibilità dell’azienda. È nostra ferma convinzione che un benessere elevato, in grado di garantire agli animali buona salute, si traduca anche in maggiore salubrità e sicurezza del latte prodotto. Grazie all’impegno dei nostri conferenti siamo riusciti a raggiungere questo importante primato del caseificio. Infatti, Fattorie Osella è la prima azienda casearia in Italia ad aver concluso un programma strutturato di valutazione del benessere animale conforme al Disciplinare del CReNBA dell’Istituto zooprofilattico di Brescia e certificato Iso 22005 da Csqa. Il nostro impegno per il futuro è quello di far crescere sempre di più il livello di benessere animale presso i nostri conferenti, dando loro obiettivi di crescita ambiziosi.


PROTAGONISTI GIOVANI

DALLA SARDEGNA AGLI STATI UNITI

ENTRATA DA POCO A FAR PARTE DEL GRUPPO GIOVANI DI ASSOLATTE, MARIELLA PINNA RAPPRESENTA LA QUARTA GENERAZIONE DELL'OMONIMA AZIENDA SARDA SPECIALIZZATA IN FORMAGGI OVINI E CAPRINI. IL SUO COMPITO È FARLI CONOSCERE ALL'ESTERO, SOPRATTUTTO NEGLI USA di Gianluca Pierangelini

M

ariella rappresenta la quarta generazione dei Pinna, una famiglia sarda che con la propria azienda porta avanti con orgoglio la storia millenaria dei formaggi ovini e caprini. Dopo essersi laureata nel 2014 in Lingue e Letterature Straniere a Sassari, e con alle spalle un Erasmus a Dublino, ha conseguito un master in Account & Sales Management presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove ha acquisito le nozioni gestionali fondamentali per entrare a far parte in pianta stabile dello staff aziendale. È la prima della quarta generazione ad essere parte dell’organico dell’azienda di famiglia, dove si occupa

36 IL MONDO DEL LATTE

di commercio ancor di più la loro estero, conoscenza dei È STATA UNA principalmente formaggi italiani. DELLE PRIME del mercato La formazione AZIENDE nordamericano. di Mariella, Questo dettagliata, A INTUIRE approfondimento specifica e ben L'IMPORTANZA non è un caso, indirizzata, le DELL'EXPORT dato che dopo permette di l’università concentrarsi Mariella ha sulla strategia trascorso otto mesi negli dell’azienda: dare sempre Stati Uniti, dove ha gestito più importanza ai mercati le attività promozionali dei esteri attraverso politiche di prodotti Pinna. sviluppo mirate e promozione Sempre negli States ha diretta, tanto diretta da essere partecipato a numerose lei stessa a presentare i fiere internazionali, dove ha prodotti ai consumatori esteri. avuto la possibilità di entrare Del resto cosa ci si poteva direttamente in contatto con aspettare da un’azienda che i consumatori americani, esportava Pecorino Romano spiegando le particolarità dei negli Stati Uniti già nel 1926? prodotti offerti e accrescendo Da sempre la famiglia si


CONOSCIAMOLA MEGLIO

MARIELLA PINNA La tua virtù principale? La solarità. Il tuo difetto? La testardaggine. Tre parole per descrivere il tuo carattere? Solare, umile e testarda. Quello che ti piace negli altri? Onestà e positività. Quello che non tolleri? La falsità e l’invidia. Quali sono i tuoi hobby? Viaggiare e conoscere nuove culture, leggere, fare sport. Sul tuo comodino ci sono? Un buon thriller e qualche rivista. Nel tuo frigo non manca mai? Le verdure e il formaggio! Cucina tradizionale o innovativa? Mi piace un sacco scoprire nuovi sapori e abbinamenti particolari, quindi direi innovativa. Il formaggio più buono? Ahimè, adoro Brie e Camembert, chiaramente dopo il Brigante!.

impegna quotidianamente per mantenere viva la tradizione casearia isolana, aggiornandola e rendendola più attraente agli occhi dei consumatori finali. Un impegno tramandato di generazione in generazione, fin dal 1919, quando il bisnonno di Mariella e suo fratello iniziarono la produzione casearia a Thiesi, sfruttando le incredibili risorse offerte dal territorio e dagli animali che lo abitano. La svolta avvenne intorno agli anni Ottanta, contemporaneamente all’entrata in azienda della terza generazione Pinna: Andrea (il papà di Mariella), Giommaria, Pierluigi e Paolo. Pur con tutta la dovuta riconoscenza, l’azienda aveva deciso di andare “oltre” il Pecorino Romano, intensificando la produzione di formaggi molli, semistagionati e ricotte. Gli anni Sessanta sono stati anche quelli che hanno visto il lancio sul mercato del prodotto più conosciuto dell’azienda Pinna, il Brigante, di cui negli anni più recenti sono state realizzate sue infinite varianti. Una crescita costante, in Italia e all’estero. Oggi l’azienda conta uno stabilimento di 28mila mq, dove si producono e si vendono circa 100mila quintali di formaggio all’anno. Il fatturato si divide per il 70% in Italia e il restante all’estero. Percentuale, quest’ultima, destinata a crescere. Mariella sarà particolarmente coinvolta nel raggiungimento di questo obiettivo e impegnata nel monitoraggio e nello sviluppo delle opportunità offerte dai mercati esteri. Capiamo meglio direttamente da lei come intende affrontare questa sfida. Ci vuoi raccontare qualcosa in più sulla tua esperienza negli Stati Uniti? Deve essere stato un momento importante per la tua

IL MONDO DEL LATTE 37


PROTAGONISTI GIOVANI crescita professionale... È stato un momento importantissimo per la mia crescita sia personale che professionale. Attraverso la promozione dei nostri prodotti ho cercato di comunicare, con orgoglio, anche una storia di tradizioni, di sacrifici e impegno. È grazie a questa esperienza che ho deciso effettivamente di dedicarmi al business familiare e cercare di contribuire a una PER maggiore crescita PROMUOVERE nel mercato dell'azienda. I CAPRINI nordamericano. La vostra Ho imparato azienda è stata NEGLI USA a conoscere una delle prime SERVE un mercato a intuire che i EDUCARE completamente mercati esteri GLI SHOPPER diverso da quello sarebbero italiano. Quindi, diventati una la strategia delle principali che metteremo in atto sarà fonti di crescita e oggi sicuramente quella di uno l’incremento dell’export studio più approfondito dei è un’esigenza prioritaria mercati esteri, maggiore anche per voi. Quali sono comunicazione, promozione le strategie che metterete e soprattutto educazione in pratica per raggiungere al prodotto diretta al questo obiettivo e che consumatore finale, in base al contributo potrai dare mercato di riferimento. con la tua esperienza Come spesso accade per le internazionale? nuove generazioni, i giovani Stando otto mesi negli Stati subentrano in un’attività Uniti ho imparato a conoscere imprenditoriale già avviata più a fondo le dinamiche con successo, e hanno di acquisto, di consumo il dovere di dimostrarsi e il livello di conoscenza all’altezza del lavoro svolto dei prodotti caseari italiani

38 IL MONDO DEL LATTE

dai propri padri o nonni. Come stai affrontando questa responsabilità? La valuti più un peso o uno stimolo? È una grossa responsabilità, ma cerco di mettermi in gioco, è più uno stimolo che un peso. Spesso è difficile perché porta a confrontarti con mentalità diverse, a volte più tradizionali, ma comunque aperte a nuove idee e nuove sfide. Si cerca, assieme, di adeguarsi al cambiamento dei mercati combinando l’innovazione alla tradizione. Il mercato dei formaggi ovini e caprini è legato a tradizioni storiche e ha un ruolo centrale nell’economia di alcune regioni. Quali sono, secondo te, gli elementi da cui partire per favorire lo sviluppo e la crescita di queste produzioni? Essendo più un mercato di nicchia, l’elemento da cui partire è sicuramente la maggiore promozione e comunicazione dei nostri prodotti. Abbiamo bisogno di educare il consumatore, sottolineando la qualità e la provenienza della materia prima con cui realizziamo i nostri formaggi, la tradizione storica a cui siamo legati, il sapere secolare, le caratteristiche organolettiche e le proprietà dei prodotti, che spesso vengono sottovalutate e non apprezzate come si dovrebbe.


IGOR: DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA

igorgorgonzola.com



ECONOMIA

USA E CANADA TERRE DI CONQUISTA PER L'AGROALIMENTARE ITALIANO IL NORD AMERICA È IL SECONDO MERCATO PER L’EXPORT DI CIBO E BEVANDE MADE IN ITALY. NEI PRIMI SETTE MESI DI QUEST’ANNO LE SPEDIZIONI SONO AUMENTATE DEL 7%, MA CI SONO ANCORA AMPI MARGINI DI CRESCITA di Samuele Ferrigato

L’

ovest delle opportunità. Uno dei concetti chiave del sogno americano tra 17esimo e 20esimo secolo sembra essere ancora valido, almeno per i prodotti alimentari italiani. A dirlo è un’indagine realizzata da Nomisma e Crif sui consumatori statunitensi e canadesi, presentata a fine settembre al forum Agrifood Monitor 2017. Le eccellenze del food&beverage del Bel Paese godono di un’ottima reputazione e di un posizionamento di qualità. Inoltre, anche grazie al recente accordo di libero scambio con il Canada, potrebbero ottenere un'ulteriore spinta propulsiva, nonostante il già notevole +7% fatto registrare tra gennaio e luglio 2017 e una crescita del 120% negli ultimi 15 anni.

IL MONDO DEL LATTE 41


ECONOMIA

I NUMERI NON MENTONO Le previsioni ottimistiche della società di ricerche economiche emiliana non sono campate in aria, ma si basano sui numeri. Con un valore superiore ai 130 miliardi di euro, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al mondo per import di prodotti agroalimentari. Al secondo posto c’è l’Unione Europea (considerata ancora a 28 membri) con 112 miliardi, mentre tra i restanti Paesi i più rilevanti risultano Cina (92 miliardi), Giappone (59 miliardi) e Canada (32 miliardi). Redditi medi pro capite compresi tra i 42mila e i 57mila dollari annui – contro

i 31mila di quelli italiani – previsti ulteriormente in crescita di oltre il 14% nei prossimi cinque anni, fanno del Nord America uno dei mercati più importanti per le esportazioni agroalimentari, dove oggi la nostra quota, misurata sull’import del Paese, è ancora marginale (3,4% negli Usa, 2,6% in Canada, per un totale di 4,6 miliardi, il 12% del valore delle nostre esportazioni). Dal 2006 al 2016 le esportazioni del made in Italy agroalimentare negli Stati Uniti e in Canada sono aumentate rispettivamente del 69 e del 75%, con una tendenza positiva confermata

L’IMPORTANZA DI USA E CANADA PER L’EXPORT AGROALIMENTARE ITALIANO EXPORT VERSO USA

EXPORT VERSO CANADA

Peso su totale export agroalimen-

10% tare italiano, terza destinazione dopo Germania e Francia

2,3 mld € 2006 3 3,8 mld € 2016

+69% SU 2006

+6% 1,9 SU 1° SEM mld € 1° sem 2017 2016

Fonte: Agrifood Monitor

42 IL MONDO DEL LATTE

2%

Peso su totale export agroalimentare italiano, undicesima destinazione

437 mln € 2006 7 766 mln € 2016

+75% SU 2006

+5% 358 SU 1° SEM mln € 1° sem 2017 2016

anche nel primo semestre dell’anno in corso, in cui si registrano su base annua un +6% verso gli Usa e un +5% verso il Canada. In valori assoluti, i flussi commerciali verso gli Usa a fine dello scorso anno ammontavano a 3,8 miliardi, il 10% dell’export italiano del settore, e a 766 milioni quelli verso il Canada, il 2% del commercio estero dell’agroalimentare italiano. DOVE C’È PIÙ FAME DI MADE IN ITALY Secondo lo studio condotto dall’istituto presieduto da Piero Gnudi, i prodotti tipici del made in Italy alimentare rappresentano la principale componente dell’export verso Washington e Ottawa: vino, olio d’oliva, formaggi e pasta pesano per circa il 65% sulle esportazioni agroalimentari complessive e contribuiscono in primis a una bilancia commerciale positiva che, considerata congiuntamente (Usa+Canada), presenta un saldo di 3,2 miliardi di euro. L’indagine evidenzia come il consumo di food&beverage italiano sia ancora fortemente concentrato negli Stati costieri degli States, che presentano i maggiori consumi pro capite, mentre il made in Italy risulta poco diffuso nel Mid-West e nelle altre zone centrali del Paese, il che conferma i potenziali margini di sviluppo


USA: IMPORT DI PRODOTTI AGROALIMENTARI ITALIANI PER STATO (VALORI ASSOLUTI, 2016)

CANADA: IMPORT DI PRODOTTI AGROALIMENTARI ITALIANI PER PROVINCIA

consumi alimentari e, di conseguenza, le potenzialità di espansione per i prodotti italiani.

(VALORI ASSOLUTI, 2016)

VALORE IMPORT 2016

sotto 10 mln € 10-49 mln € 50-99 mln € 100-499 mln € oltre 500 mln € Non ha importato nel 2016 Fonte: Agrifood Monitor

ancora esistenti per le nostre esportazioni. E proprio per capire le differenze esistenti tra le diverse aree degli Usa nella conoscenza e reputazione dei prodotti italiani al fine di comprenderne le opportunità

VALORE IMPORT 2016

sotto 10 mln € 50-99 mln € 100-299 mln € oltre 300 mln € Fonte: Agrifood Monitor

di crescita, Nomisma ha realizzato un sondaggio su un campione di 2.500 consumatori americani, suddivisi tra gli stati di New York, California e l’area del “Mid-West” (Illinois, Michigan e Ohio). Tale indagine è stata poi affiancata da un’altra sui consumatori canadesi, sempre nell’ottica di identificare le peculiarità esistenti nella mappa delle preferenze dei

LA REPUTAZIONE DEL NOSTRO FOOD Sebbene il prezzo rappresenti il primo criterio nell’acquisto di un prodotto alimentare per oltre il 20% di statunitensi e canadesi (con punte che arrivano oltre il 40% nel caso dei consumatori del Mid-West), il made in Italy si posiziona al primo posto in termini di reputazione qualitativa presso tutti i consumatori Usa, ma al secondo posto nel caso dei canadesi, dove svettano invece quelli americani (che rappresentano anche i primi esportatori nel Paese). Elevato il tasso di penetrazione dei prodotti italiani, pari a circa l’80% per entrambe le popolazioni dei due mercati. In tale ambito, oltre il 10% dei consumatori possono essere definiti “authentic user”, vale a dire persone in grado di indicare brand di aziende italiane, che consumano prodotti del made in Italy anche tra le mura domestiche e che si dicono disposte a spendere di più per un prodotto del Bel Paese. L’IDENTIKIT DEL CONSUMATORE TIPO Il sondaggio condotto dalla società bolognese ha permesso di definire l’identikit dell’authentic user di prodotti alimentari italiani: nel caso degli Usa, si tratta di un consumatore con reddito familiare alto, che vive a New York, di età compresa tra 36 e 51 anni, con alto livello di istruzione e che segue corsi e programmi Tv di cucina. Per quanto riguarda invece l’authentic user del Canada, si connota sempre per un reddito familiare alto, con età media più elevata rispetto al collega americano (tra 52 e 65 anni), che utilizza Internet

IL MONDO DEL LATTE 43


ECONOMIA IL PROFILO DELL’«AUTHENTIC USER» DI CIBO E BEVANDE ITALIANI 15%

AUTHENTIC USERS SUL TOTALE DELLA POPOLAZIONE

11%

Ha partecipato a corsi di cucina

20%

18%

Reddito familiare alto (>$100,000)

Conosce il marchio Dop/Igp

20%

18%

Conosce il marchio Dop/Igp

Reddito familiare alto (>$100,000)

19%

17%

Alto livello di istruzione

Alto livello di istruzione

19%

15%

Acquista libri/riviste di cucina

Acquista libri/riviste di cucina

19%

13%

Non conosce, ma è interessato ai marchi di qualità

Vive a New York

18%

12%

Baby Boomers (52-65 anni)

Generation X (36-51 anni)

17%

12%

Usa Internet per info su ricette/prodotti alimentari

Non conosce, ma è interessato ai marchi Dop/Igp

17%

12%

Ha figli < 12 anni

Reddito familiare medio ($30,000 - $100,000)

16%

12%

Segue programmi tv di cucina

Segue programmi tv di cucina

16%

11%

Maschio

Usa Internet per info su ricette/prodotti alimentari

16%

11%

Generation X (36-51 anni)

TASSI DI PENETRAZIONE NEI DIVERSI TARGET % CALCOLATE SUL TOTALE DELLA POPOLAZIONE 18-65 ANNI Fonte: Consumer Survey - Agrifood Monitor

FORMAGGI, IL POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA ITALIA VS MAGGIORI COMPETITORI: QUOTE DI MERCATO E PREZZI MEDI ALL’IMPORT, 2017:H1

30% 7,3

7,3

8,0

35% 6,4

11,1

30%

25%

9,6

6,5

6,0

5,6 20%

12,0 10,0

9,8

25%

8,0

20% 15%

6,0

4,0 15%

4,0

10% 2,0 5%

10% 2,0

5%

0%

0,0 ITALIA

FRANCIA

SPAGNA

PAESI BASSI

Quota di mercato (a valore) Fonte: Agrifood Monitor su dati UN Comtrade

44 IL MONDO DEL LATTE

0,0

0% ITALIA

Quota di mercato (a volume)

USA

FRANCIA

Prezzo medio (€/kg)

SVIZZERA


per informarsi sui prodotti alimentari e che anche in questo caso segue programmi Tv dedicati alla cucina. OPPORTUNITÀ PER CHI VUOLE ESPORTARE Insomma, le opportunità per i produttori alimentari italiani ci sono e vanno colte tenendo ben presenti queste differenze e peculiarità, soprattutto quando si tratta di implementare le giuste strategie di internazionalizzazione. Da questo punto di vista, il mercato nordamericano offre ulteriori vantaggi. Secondo gli analisti di Nomisma, la rischiosità commerciale del settore food&beverage negli Stati Uniti è mediamente inferiore a quella dei nostri maggiori partner europei e sempre più bassa di quella italiana, soprattutto nel commercio all'ingrosso (rischiosità sotto la media nel 55% delle imprese Usa) e nel dettaglio (sotto la media nel

74% dei casi). Questa bassa rischiosità commerciale, unita alla presenza di un altissimo numero di player, rappresentano una chance importante per le nostre imprese agroalimentari

pronte a esportare, pur in un contesto caratterizzato da una maggiore concentrazione d'impresa rispetto alla prevalenza di micro operatori in Italia.


ECONOMIA

COSA CI SARÀ NEL PIATTO NEL 2018? MINTEL HA MESSO A FUOCO I TREND MONDIALI CHE GUIDERANNO LE SCELTE DEI CONSUMATORI E INFLUENZERANNO L’OFFERTA DELLE INDUSTRIE di Simone Martarello

46 IL MONDO DEL LATTE


T

rasparenza e chiarezza su ingredienti e filiera produttiva, preferenza per regimi alimentari che richiamino benessere e salutismo, ricerca di nuove sensazioni attraverso gli alimenti, maggiore utilizzo dell’ecommerce per acquistare cibi e bevande in modo sempre più personalizzato, attenzione ai prodotti più sostenibili, anche se realizzati in laboratorio. Ecco perché già nei mesi scorsi Sono queste le cinque macro si è registrato un aumento tendenze a livello mondiale del dei claim rassicuranti nelle 2018 in fatto di cibi e bevande etichette. Secondo il Mintel individuate da Mintel nel Global New Products Database consueto report “Global Food (Gnpd), le dichiarazioni sui & Drink Trends”, realizzato in prodotti naturali collaborazione con (che non includono 60 analisti sparsi additivi/conservanti, in oltre 12 Paesi di biologici e privi cinque continenti. di Ogm) sono La società di comparse sul ricerca ritiene che 29% dei lanci di durante l’anno dei canadesi ha fiducia alimenti e bevande appena cominciato nei claim che legge sulle a livello mondiale questi orientamenti confezioni del cibo da settembre 2016 avranno un impatto ad agosto 2017, sia sugli shopper con un incremento che sulle aziende del 17% rispetto a quanto produttrici. Cerchiamo di capire avveniva dieci anni fa. Nello come e perché, analizzandoli nel stesso intervallo temporale, le dettaglio. affermazioni etiche e ambientali, come imballaggi ecocompatibili FOOD SICURO ED ETICO e dichiarazioni di benessere In tutto il mondo le persone animale e umano, sono hanno sempre meno fiducia comparse nel 22% dei nuovi nelle istituzioni, nei sistemi lanci, contro l’1% registrato tra regolatori e anche nel prossimo, settembre 2006 e agosto 2007. spiegano gli esperti di Mintel,

20%

perciò sono sempre più diffidenti anche nei confronti di cibi e bevande, un comparto che talvolta è stato coinvolto in vicende di contraffazione e richiami di partite per irregolarità varie. Questo scetticismo spinge i consumatori a cercare con sempre maggior determinazione l’origine degli alimenti e degli ingredienti, fattori che - in realtà - incidono in modo relativo sulla sicurezza alimentare. C’è un bisogno di rassicurazione sulla salubrità dei prodotti e sull’etica dei processi produttivi, sia verso persone e animali sia verso l’ambiente.

Ciò impone ai produttori di offrire sempre più informazioni su come, dove, quando e da chi vengono coltivati, raccolti, prodotti e/o venduti alimenti e bevande. La trasparenza può assumere molte direzioni diverse, ma le varie affermazioni hanno uno scopo singolare: aiutare le persone a sentirsi più sicure della salubrità e della purezza del cibo e delle bevande che acquistano. La chiarezza – avverte Mintel – è necessaria, perché la sfiducia è dilagante. Solo un adulto canadese su cinque si fida delle indicazioni sulla salute relative al confezionamento di alimenti e bevande. Quasi la metà (45%) degli acquirenti cinesi di prodotti alimentari di età compresa tra 20 e 49 anni mette la sicurezza alimentare tra le prime tre preoccupazioni quando sceglie un supermercato, un ipermercato o un rivenditore online. E ancora: il 65% dei

I CLAIM CHE RIMANDANO A NATURALITÀ ED ETICA SONO IN AUMENTO NELLE ETICHETTE DEI NUOVI PRODOTTI Messaggi sulla naturalità (cioè senza additivi, conservanti, biologico, senza Ogm)

Messaggi su etica e ambiente (cioè bassa impronta ambientale, imballaggio riciclabile, benessere animale e umano)

SET. 2006-AGO. 2007 17% SET. 2016-AGO. 2017 29%

SET. 2006-AG0. 2007 1% SET. 2016-AG0. 2017 22%

Fonte: Mintel Global New Products Database (Gnpd)

IL MONDO DEL LATTE 47


ECONOMIA SHOPPER CHE RITENGONO IMPORTANTE GESTIRE LO STRESS PER UNA VITA SANA 52% 45%

THAILANDIA

AUSTRALIA

43%

INDONESIA

Base: utenti di Internet di età superiore ai 18 anni nelle principali aree metropolitane (1.301 in Thailandia, 1.407 in Australia e 1.192 in Indonesia) Fonte: Apac Metro Consumer Study 2017

thailandesi, il 64% degli australiani e il 61% degli indonesiani si sentono ingannati quando un marchio non è chiaro sul contenuto di zucchero dei suoi prodotti. Per quanto riguarda l’origine di alimenti e bevande, il 70% degli italiani, il 66% dei francesi, il 58% degli spagnoli, il 56% dei tedeschi e il 55% dei polacchi di età superiore a 16 anni si fidano di più di un'azienda se confeziona I prodotti nel loro Paese. Allo stesso tempo, le affermazioni etiche possono essere un'aspettativa in alcune categorie, come dimostrato dal 57% degli adulti del Regno Unito che compra latte, bevande a base di latte o panna ed è più propenso ad acquistare le referenze dei marchi industriali o delle private label che nelle confezioni sottolineino quanto fanno per aiutare i produttori. SALUTE CONTRO LO STRESS Il ritmo frenetico della vita moderna, la connettività costante, la sfiducia diffusa e i toni controversi della politica e dei media hanno spinto molti consumatori a cercare modi per sfuggire alla negatività delle loro vite. Molte persone che si sentono sopraffatte

48 IL MONDO DEL LATTE

si concentrano sulla cura di adulti indonesiani dicono che sé o sulla priorità del tempo gestire lo stress è un fattore e degli sforzi dedicati a se importante per uno stile di vita stesse. Ecco allora la tendenza sano. sempre più marcata verso stili Due terzi dei canadesi che alimentari equilibrati, improntati consumano prodotti da forno al benessere e al salutismo, con dolci concordano sul fatto liste di ingredienti che è accettabile da includere concederseli assolutamente occasionalmente. e altri del tutto Allo stesso banditi. modo, il 41% dei Dalle interviste consumatori di condotte da Mintel, snack del Regno degli americani afferma che Unito conviene sul traspare come la pianificazione dei pasti fatto che spuntini i consumatori lo impegna più di quanto "malsani", come francesi, italiani vorrebbe e spagnoli quelli ricchi di si dichiarino zucchero o sale intenzionati a sono accettabili ridurre il consumo o addirittura in quantità modeste come a eliminare del tutto cibi grassi, parte di una dieta equilibrata. sale e alimenti zuccherati. I consumatori cinesi quando Allo stesso tempo, però, la si tratta di dessert, sono maggioranza degli intervistati combattuti: per l'85% i più ritiene che una concessione salutari sono i gelati artigianali, occasionale sia lecita, proprio mentre il 76% non chiude la per ridurre lo stress. Ad porta ai gelati industriali. esempio, la ricerca Mintel rivela Ciò crea aperture nel mercato che il 52% dei thailandesi, il per una varietà di formati, 45% degli australiani e il 43% formulazioni e porzioni di cibi dei consumatori metropolitani e bevande che forniscono

36%

CONSUMATORI EUROPEI DISPONIBILI A PROVARE CIBI E BEVANDE CON CONSISTENZE INSOLITE

POLONIA GERMANIA

22%

FRANCIA

26% ITALIA

22% SPAGNA

37%

Base: 2,000 internet users aged 16+ Source: Mintel Reports 2017

36%


SENSAZIONI INEDITE Mangiare qualcosa che sia capace di fornire una fuga dalla routine e dallo stress della vita di tutti i giorni, oppure che susciti ricordi piacevoli da meritare messaggi da affidare ai social network.Saranno questi i prodotti vincenti del 2018 insieme a quelli capaci di stimolare più di un senso, sfruttando colore, forma, fragranza e altri elementi della formulazione. Tra gli ingredienti andranno per la maggiore curcuma, tè matcha e carbone attivo, per creare bevande e alimenti dai colori vivaci, capaci di attirare l’attenzione, specialmente su Instagram, Pinterest e sugli altri media incentrati sull'immagine. Dalle bevande gommose alle formulazioni complesse, come il gelato cremoso con parti croccanti, la consistenza può rendere i prodotti più accattivanti per i consumatori che continuano a cercare cibi e bevande percepiti come freschi, funzionali, in grado di saziare o semplicemente divertenti. Mintel ha rilevato che poco più della metà dei consumatori cinesi tra i 20 e i 49 anni che mangiano biscotti o cracker identifica strati di rivestimento o di ripieno come una qualità importante. Inoltre, nella stessa fascia d’età, il 43% di chi consuma tè pronto da

11%

GERMANIA

ITALIA

FRANCIA

13%

9%

ai consumatori opzioni che possono essere adatte al loro programma di dieta individuale e al loro umore attuale o aspirazionale. Infatti, i consumatori focalizzati sulla cura di sé cercheranno ingredienti, prodotti e combinazioni che soddisfino i benefici nutrizionali, fisici o emotivi.

8%

dei brasiliani è interessato a programmi fedeltà che diano premi personalizzati

POLONIA

26%

30%

CONSUMATORI EUROPEI CHE RITENGONO INTERESSANTI CIBI SVILUPPATI IN LABORATORIO O CARNE SINTETICA

SPAGNA

Base: 2,000 internet users aged 16+ Source: Mintel Reports 2017

bere è interessato a varianti con canali e tecnologie quando frammenti di frutta e un terzo dei fanno acquisti di cibo e bevande. cinesi tra i 20 e i 49 anni afferma Le ultime evoluzioni nello che il suo yogurt ideale dovrebbe shopping offrono agli utenti contenere cereali o semi. consegne rapide e convenienti, Anche se l'Asia è la patria di un'esperienza curata per molte inaspettate innovazioni, gentile concessione di servizi da gennaio 2016 l’Europa ha di abbonamento, facilità di la più grande quota di prodotti rifornimento automatico e alimentari e bevande con semplicità di sincronizzazione claim che puntano con dispositivi sulla consistenza. domestici Queste descrizioni intelligenti. dettagliate dei I consumatori che prodotti potrebbero conducono vite ispirare parte del 37% frenetiche e sono degli spagnoli, del molto impegnati dei consumatori americani 36% dei polacchi, del da lavoro, famiglia di frutta lo fa per soddisfare 26% dei francesi e e cura di sé, sono una voglia del 22% di tedeschi e attratti da siti di italiani che si dicono ecommerce, app aperti a provare mobili, controllo cibi e bevande con consistenze vocale e altre opzioni online e insolite. Nel frattempo, un quarto mobili perché le ritengono in dei consumatori del Regno Unito grado di far loro risparmiare è interessato a bevande gassate tempo e denaro. Ad esempio, con aggiunta di polpa. il 65% dei consumatori cinesi I più interessati a gusti fuori tra i 20 e i 49 anni utilizza dalla norma sono adolescenti e ora il proprio cellulare più di giovani adulti e qualche azienda un desktop o di un laptop per si sta già adattando. Ad esempio, la spesa online: il 77% ha in Messico è stata lanciata una acquistato presso i negozi online linea di bevande a base di yogurt per la consegna a domicilio. con pezzi di frutta in bottiglie Poiché la tecnologia aiuta a fare trasparenti, in maniera che gli shopping nel modo più semplice shopper possano "vedere i possibile, sta emergendo un'era sapori". di promozioni e prodotti mirati. L'adozione di accessori per la TECNOLOGIA SU MISURA casa intelligenti abilitati alla Motivati dalla possibilità di voce, come Amazon Echo o risparmiare tempo e idealmente Google Home, renderà più facile denaro, i consumatori stanno aggiungere articoli alle liste campionando una varietà di della spesa. Una caratteristica

57%

IL MONDO DEL LATTE 49


ECONOMIA interessante per il 35% degli acquirenti di generi alimentari online del Regno Unito che, secondo Mintel, concorda sul fatto che sia allettante la possibilità di aggiungere prodotti agli ordini della spesa attraverso il comando vocale. Mintel suggerisce alle aziende produttrici di sfruttare la tecnologia per stabilire nuovi livelli di efficienza, come raccomandazioni, offerte e promozioni personalizzate, abbinamenti di categorie incrociate e soluzioni che fanno risparmiare tempo, sforzi ed energia ai consumatori. A questo proposito, tre brasiliani su dieci sono d'accordo sul fatto che i programmi di fidelizzazione che danno premi personalizzati in base ai loro interessi siano interessanti. Le app delle catene della Gdo, inoltre, potrebbero essere utilizzate per migliorare la selezione e le visualizzazioni per esperienze di shopping più efficienti. Sfruttare queste informazioni potrebbe fare appello al 39% degli acquirenti di generi alimentari canadesi d'accordo sul fatto che i supermercati dovrebbero organizzare l'esposizione dei cibi per pasti. Rivenditori e marchi possono anche indirizzare i consumatori con suggerimenti di ricette che integrano le liste della spesa, una qualità che potrebbe attirare il 36% dei consumatori statunitensi che afferma che pianificare i pasti lo impegna in termini di tempo ed energie più di quanto vorrebbe. ALIMENTI HI TECH Nel settore manifatturiero si sta verificando una rivoluzione tecnologica poiché alcune aziende lungimiranti stanno sviluppando soluzioni per sostituire le fabbriche tradizionali con ingredienti e prodotti finiti scientificamente progettati. Le aziende intraprendenti stanno sviluppando progressi nella tecnologia, comprese le colture di cellule staminali

50 IL MONDO DEL LATTE

33%

acquistarla perché e la stampa 3D, sta danneggiando le per replicare la risorse naturali della natura in ambienti zona di origine. controllati. Nel frattempo, Le startup che dei cinesi tra 20 e 49 anni circa il 20% dei progettano alimenti dice che il suo yogurt ideale consumatori e bevande, come dovrebbe contenere cereali indonesiani e carne da laboratorio o semi thailandesi, e poco e prodotti "lattieropiù del 10% degli caseari" senza australiani, concordano sul fatto animali hanno conquistato molta che contribuire a proteggere visibilità negli ultimi cinque anni, l'ambiente attraverso attività ma i prodotti risultanti sono come l'utilizzo di un minor spesso costosi e alcuni sono numero di borse di plastica o ancora lontani dalla diffusa l'utilizzo di mezzi di trasporto disponibilità commerciale. meno inquinanti (come andare in Lo scorso anno il 26% degli bicicletta invece di usare l'auto), spagnoli, il 13% dei polacchi, sia un fattore importante per uno l'11% dei francesi, il 9% degli stile di vita sano. Un acquirente italiani e l'8% dei tedeschi, dai di alimentari al dettaglio 16 anni in su, hanno dichiarato brasiliano su cinque concorda di essere favorevoli a consumare che i prodotti ecologici come gli carne coltivata in laboratorio. imballaggi riciclabili valgano il I prodotti pionieristici possono costo aggiuntivo. incoraggiare i consumatori a Col tempo, il pubblico di pensare in modo diverso a riferimento per gli ingredienti come i prodotti scientificamente scientificamente ingegnerizzati ingegnerizzati potrebbero potrebbe andare oltre i beneficiare della fornitura di consumatori attenti all'ambiente cibo e bevande tradizionali, e attirare gli shopper preoccupati in particolare il potenziale per la consistenza, l'efficacia per risolvere il problema e la purezza degli ingredienti. I dell'approvvigionamento per una popolazione mondiale in continua progressi della scienza applicata all'alimentazione possono crescita e impattare meno anche rivolgersi a consumatori sull'ambiente. aperti all'efficienza, come il 32% E, secondo gli analisti Mintel, degli acquirenti statunitensi saranno proprio i consumatori di frutta interessato a varietà più sensibili alle problematiche geneticamente modificate per ambientali quelli che per aumentare la shelf life. E, ancora, primi si avvicineranno a cibi e la tecnologia potrebbe anche bevande prodotti in laboratorio. essere utilizzata per progettare Tra i dati riportati nel report cibi e bevande più nutrienti e dell'agenzia, si legge che nel funzionali, di sicuro interesse per Regno Unito sei adulti su dieci consumatori attenti alla salute e che acquistano acqua in bottiglia sportivi. stanno pensando di smettere di

10% degli australiani pensa che proteggere l'ambiente sia importante per uno stile di vita sano



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MERCATI

OBIETTIVO MERCOSUR IN CORSO I NEGOZIATI PER STRINGERE UN ACCORDO COMMERCIALE TRA L’UE E IL GRUPPO COMPOSTO DA ARGENTINA, BRASILE, PARAGUAY E URUGUAY di Filippo Bordieri

I

mercati italiano ed europeo sono ormai saturi e l’industria alimentare italiana deve conquistare nuove piazze per incrementare le esportazioni, promuovere il made in Italy e contribuire allo sviluppo del Paese. Questa esigenza è stata intercettata dalla Commissione europea, molto attiva per assicurare alle nostre aziende la possibilità di raggiungere nuove destinazioni. Uno degli accordi di libero scambio in fase negoziale è quello con il Mercosur, che potrebbe garantire un accesso preferenziale ai mercati in Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Sono Paesi con i quali l’Italia ha già rapporti commerciali avviati, ma nei quali non è ancora stato sviluppato il massimo potenziale. Delle 388mila tonnellate di formaggio esportate dall’Italia, solo lo 0,1% è destinato ai mercati del Mercosur, per un

valore di 2,6 milioni di euro. I margini di crescita quindi sono ampi. La popolazione dei quattro Stati supera i 260 milioni di abitanti, con una crescita costante della classe media, particolarmente legata ai nostri prodotti alimentari, viste le numerose comunità italiane presenti. Negli ultimi anni il Mercosur ha già aumentato notevolmente l’import e l’accordo potrebbe essere un’occasione ottima per garantire all’Ue un forte incremento. Tuttavia, per soddisfare le ambizioni dell’industria lattierocasearia italiana, e più in generale europea, è necessario che nell’accordo siano presi in considerazione alcuni aspetti fondamentali che riguardano la liberalizzazione del mercato e il riconoscimento e la tutela delle Indicazioni geografiche. Le esportazioni casearie

italiane sono trainate da Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Gorgonzola, prodotti ad alto valore aggiunto. Perciò, assicurare un’adeguata tutela delle Ig, non solo favorirebbe le nostre esportazioni, ma contribuirebbe anche a una più capillare diffusione di uno strumento per il contrasto a imitazioni e contraffazioni, a tutela del made in Europe. Una garanzia che consentirebbe di dare ai consumatori una corretta informazione circa i prodotti il cui nome è riconducibile a una determinata area geografica. Ma tutelare le Ig non basta: è necessario intervenire per garantire un accesso al mercato preferenziale dei nostri prodotti. Se l’obiettivo generale è liberalizzare quanto più possibile gli scambi, il nostro auspicio è che si arrivi a una soluzione che non comprometta l’equilibrio interno del settore e favorisca le

BERTOZZI

GENNARO AURICCHIO

GLI ESPORTATORI

AMBROSI

SPA

Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.

SPA

Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com

AGRIFORM Via dei Ponticelli,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it

SPA

Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.

SCA

Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it

Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it

IL MONDO DEL LATTE 53


MERCATI

04069061

040620

04064050

04069075

04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069075 - 04069079 -04069076 -04069087

23.780 3.676 9.257 3.538 4.892 1.894 1.256 1.649 2.029 1.268 497 430 282 336 54.784 39 105 51 45 387 899 343 96 410 80 57.239 189 506 57.934 524 58.458

16.655 6.234 5.568 2.445 3.056 2.359 1.013 354 370 773 274 360 218 241 39.920 23 33 15 504 406 2.124 754 411 519 422 45.131 403 943 46.477 275 46.752

5.899 10.719 4.661 2.562 1.636 1.552 1.868 1.117 200 1.662 201 1.383 188 378 34.026 56 48 31 28 219 766 475 133 285 119 36.186 76 319 36.581 213 36.794

6.897 6.965 3.446 1.430 1.368 758 939 266 125 336 67 315 53 130 23.095 22 14 7 16 86 152 292 79 214 75 24.052 101 321 24.474 162 24.636

2.924 3.540 686 731 450 296 674 472 162 275 16 71 31 17 10.345 8 8 5 21 16 345 144 54 36 67 11.049 22 159 11.230 47 11.277

114 116 24 27 35 59 8 7 10 5 3 35 1 7 451 4 1

738 421 407 210 203 115 123 80 63 111 6 8 11 16 2.512 2 3 3 104 271 37 76 6 259 18 3.291 5 39 3.335 54 3.389

BRAZZALE

SPA

7 6 34 1 14 5 523 4 3 530 10 540

040630

3.359 1.437 826 364 300 339 372 163 24 134 17 133 3 14 7.485 3 14 1 10 71 68 46 6 60 10 7.774 66 99 7.939 9 7.948

566 925 450 98 246 67 431 73 15 89 10 64 49 13 3.096 6 32 1 3 21 70 65 9 14 8 3.325 10 12 3.347 33 3.380

686 504 232 167 33 473 65 43 3 48 11 33 8 12 2.318 11 39 11 61 23 23 33 2 84 9 2.614 78 148 2.840 64 2.904

100 26 94 181 265 10 87

668 2.407 608 983 334 178 458 197 138 152 11 484 5 78 6.701 37 84 24 17 260 306 338 57 187 49 8.060 82 247 8.389 105 8.494

110 40 5 918

1 165 1 42 59 93 4 1.283 5 19 1.307 11 1.318

TOTALI

04069099

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

04069063

FORMAGGI FUSI

0406901 04069069 04069021 9019-905 04069039 9082-9084 0406908 04069081 9093 04069086 0406401 04069013 4090 04069015 04069017

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

PAESI

FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

MOZZARELLA

(IN TONS)

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio-agosto 2017)

04069073 04069001

292 530 179 1.363 192 17 109 58 6 9 9 59 2 10 2.835 4 2 2 1 25 19 22

1 17 28 90 105

241 1

2 1

15 8 2.933 7 21 2.961 7 2.968

245 782 1.027 1.027

62.678 37.501 26.438 14.116 13.038 8.117 7.493 4.584 3.145 4.972 1.162 3.380 851 1.252 188.727 216 383 151 811 1.957 4.818 2.664 914 2.190 874 203.705 1.048 3.618 208.371 1.514 209.885

SAVIOLA SPA

Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano

Produzione: Grana Padano, Parmigiano Reggiano.

Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

54 IL MONDO DEL LATTE



MERCATI

49.470 46.752 2.395 82 241 88 1.272 71 1.201 313 7 2 304 5.461 2.259 1.636 20 149 142 1.255 348 295 53

40.432 36.794 3.046 161 431 265 10.878 2.477 8.401 705 197 260 248 3.447 1.305 201 118 83 88 1.652 1.219 1.179 40 15

26.144 24.636 1.206 10 292 15 203 66 137 13 2

56.952 10.200 215.757 51.867

56.961 20.167 563.754 196.194

27.252 2.616 223.635 19.683

52 33 1.353 248 204 44 2 66.785 8.327 315.459 43.264

04069063

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017

12.026 11.277 691 28 30 18 302 32 270 23 13 2 8 403 248 4 2 6 1 142 99 98 1

3.517 3.380 120 5 12 14 9.823 274 9.549 55 37 9 9 427 355 10 1 10 2 49 85 77 8 1

12.871 1.594 77.246 10.961

13.922 10.542 87.976 59.040

11 767 380 117 8 82 23 157 109 108 1 1

FORMAGGI FUSI

63.052 58.458 4.164 27 403 47 554 9 545 90 6 10 74 2.792 1.267 87

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue

04064050

PROVOLONE

040620

ALTRI FORMAGGI

04069061

PECORINO

04061050 04061080

GORGONZOLA

CODICE DOGANALE

GRATTUGIATI

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

04061030

MOZZARELLA

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

ALTRI FORMAGGI DURI

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio-agosto 2017)

04069099

04069073

040630

8.915 8.492 190 139 94 226 690 83 607 88 29 3 56 1.177 271 284 80 55 19 468 174 161 13 2

4.537 2.904 1.131 24 478 39 709 13 696 79 32 2 45 916 116 117

3.065 2.968 91 4 2 11 324 53 271 43 21 2 20 71 7 3

1.437 1.318 107

63 54 566 125 123 2

6 5 50 313 303 10

6 1 79 0

11.272 2.780 74.706 17.723

6.405 3.501 36.647 21.214

3.827 859 22.354 5.487

1.681 363 6.031 1.345

12 147 8 2 6 0

89 1 2

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA

SPA

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL

SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.

Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

GELMINI CARLO

MARIO COSTA SPA F.LLI PINNA AZIENDA

SRL Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

56 IL MONDO DEL LATTE

24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

CASEARIA SPA Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax. 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com


1.841 1.791 42 5 3 23 15 1 14 2 1 1 44 36

1 7 9 9

1.934 143 12.097 1.140

2.174 2.161 6 5 2 1 47 10 37 0

701 575 123 3

1.405 1.347 55 3

25 85 12 73 5 1

22 5

50

4 22

8

1

11 1 30 3 2 1

2

2.275 114 15.376 838

4.067 3.996 59 10 2 2 917 13 904 0

439 418 2

19 27 17 10 12 877 302 6.419 2.478

1.878 531 9.896 2.990

TRENTIN

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

FONTINA FONTAL

ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO

04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069019 04069050 04069082 04069084

5 0

3 1 15 6 4 2 1

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069088 04069087 04069023 04069025 04064090 04069093 04069027 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

74 14 4 2 6 48 31 17 14

1.287 1.219 64 1 3 5 241 10 231 3 1 1 1 47 37

785 540 242 3 1 327 24 303 3 1 1 1 10 4

2 1 12 1

6 235 235

5 9 8 1

2 5.091 1.095 37.517 6.226

1.606 387 10.650 2.670

1.028 1.027 1 3 1 2 8 8 29 23

1 5

1 1 8 23 22 1

337 250 84 2 1 7 185 2 183 3

1.363 823 9.188 5.473

553 303 4.103 2.119

6 0

226.220 209.885 13.816 509 2.010 909 26.588 3.153 23.435 1.433 348 295 790 16.277 6.742 2.476 233 540 371 5.915 3.063 2.862 201 36

1.068 274.573 64.688 41 2.546 1.731.357 342 451.054

esportazioni. Le trattative non sono semplici: i Paesi latinoamericani sono reticenti a garantire un adeguato accesso al loro mercato e questo irrigidisce la posizione dell’Ue. In questi giorni si paventa l’ipotesi di introdurre un contingente tariffario a dazio zero, pari a 20mila tonnellate di formaggio, spalmato su quattro anni, da applicare tanto all’Ue quanto al Mercosur. Dal quinto anno, gli scambi sarebbero liberalizzati. È una buona base di partenza, ma è necessario considerare le differenze tra le parti per definire i quantitativi dei contingenti tariffari a dazio zero. Le importazioni europee di formaggio proveniente dai quattro Paesi sudamericani sono praticamente nulle, mentre l’export comunitario in Mercosur ammonta a quasi 4mila tonnellate, per un valore di 18 milioni di euro. Per loro una quota di 20mila tonnellate significherebbe aprire un mercato oggi inesistente, con la possibilità di esportare perlopiù commodities. Noi, invece, abbiamo già quote di mercato in quei Paesi e l’accordo deve aiutarci a incrementarle quanto più possibile con l’export dei prodotti di qualità, rendendoli più competitivi rispetto a quelli provenienti dai mercati limitrofi.

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MERCATI

LATTE, SALE LA PRODUZIONE

A

molti mesi è stato su valori record. Latte intero in polvere, latte alimentare e yogurt mostrano invece una tendenza diversa: l’ultimo trimestre è stato testimone di un rallentamento della produzione, anche se la produzione di latte alimentare sembra andare verso situazioni più stabili: si è fermata l’emorragia nelle vendite che ha caratterizzato il mercato di questo prodotto un po’ in tutta Europa? Per il segmento formaggi facciamo una riflessione a parte. Il tasso di crescita dell’ultimo trimestre (+2,7%) è il triplo di quello registrato nell’ultimo anno (+0,9%) ed è evidente che in molti Paesi si stia investendo in nuovi impianti destinati alla produzione casearia. Sotto questo aspetto non siamo di fronte a una novità: da alcuni anni, infatti, gli analisti pronosticano un futuro roseo per il segmento formaggi, legato IN EUROPA NEL 2017 alla crescita della domanda mondiale. Una crescita che è sotto gli occhi di 2,7% tutti: nei mercati 0,9% 0,9% storici si rafforzano i consumi annuali, -0,2% -0,1% -0,9% -0,9% mentre nascono nicchie sempre più -3,7% importanti in Paesi che, fino a qualche anno fa, quasi non conoscevano LATTE INTERO LATTE ALIMENTARE YOGURT FORMAGGI IN POLVERE questi prodotti.

bbiamo di fronte un panorama in forte evoluzione. Questo è ciò che emerge dall’analisi delle rilevazioni mensili della Commissione europea sulle diverse produzioni lattiero-casearie. Ad esempio, per il burro e il latte scremato in polvere, la media degli ultimi dodici mesi parla di un calo non trascurabile (-4,6% per il burro e -7% per lo Smp). Guardando però all’ultimo trimestre, tutto cambia in modo radicale: i segni meno diventano più, con tassi di crescita che si consolidano mese dopo mese, soprattutto per il cambio di passo di alcuni grandi produttori. Si può quindi concludere che il periodo della carenza di prodotto è terminato e che siamo di nuovo nell’era dell’abbondanza. Se ne vedono gli effetti sulle quotazioni. Sperando che le esportazioni possano assorbire questi volumi crescenti, evitando il crollo del mercato interno, che per

AT SETTEMBRE

Q3 2017

4,4% 1,6%

-4,6% -7,0% BURRO

LATTE SCREMATO IN POLVERE

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI

€/100 kg

La caduta delle quotazioni del burro e del siero di latte non si arresta, mentre l’emmental, pur se con alti e bassi, mostra una tendenza all’aumento. Il burro, però, nonostante il crollo resta su livelli di prezzo superiori a quelli degli anni scorsi.

700 650 600 550 500 450 400 350 300 250 200

BURRO

settimane

LE CONSEGNE DI LATTE

5 480

EMMENTAL

10

15

10

25

30

35

40

45

LATTE SCREMATO IN POLVERE 240

460 220 200

400

180

380 360 340 320 300 5

10

15

58 IL MONDO DEL LATTE

10

25

30

35

40

45

50

160 140

settimane

€/100 kg

420

settimane

€/100 kg

440

120 100

5

10

15

10

25

30

35

40

45

50

50



MERCATI

BORSA PREZZI

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 12-15 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

2016 2017 NOVEMBRE NOVEMBRE MEDIA MEDIA

2017 OTTOBRE MEDIA

2016 OTTOBRE MEDIA

VAR.

4,46 5,86 6,10 4,26 7,74 6,69 5,51 11,39 10,55 9,57 5,35 6,35 5,15 4,35 5,20 5,52 5,82

3,07 4,00 4,15 2,87 7,55 6,50 5,32 10,27 9,52 8,55 4,95 5,95 4,75 3,95 4,80 5,02 5,32

45,28% 46,50% 46,99% 48,43% 2,52% 2,92% 3,57% 10,91% 10,82% 11,93% 8,08% 6,72% 8,42% 10,13% 8,33% 9,96% 9,40%

3,60 4,93 5,18 3,40 7,60 6,55 5,38 11,53 10,55 9,57 5,35 6,35 5,15 4,35 5,20 5,52 5,82

3,22 4,17 4,31 3,01 7,79 6,74 5,56 10,51 9,76 8,82 5,08 6,08 4,88 4,08 4,93 5,16 5,45

11,80% 18,23% 20,19% 12,96% -2,44% -2,82% -3,24% 9,71% 8,09% 8,50% 5,31% 4,44% 5,53% 6,62% 5,48% 6,98% 6,79%

430,42

413,75

4,03%

421,63

435,00

-3,07%

12,00 11,35 10,70 9,95

10,85 10,25 9,65 8,85

10,60% 10,73% 10,88% 12,43%

12 11,375 10,7 9,95

11,2 10,6 10 9,275

7,14% 7,31% 7,00% 7,28%

VAR.



MERCATI

ESPORTAZIONI ITALIANE

DI LATTE

O DEL

L AT T E N. 1

GENNAIO

2018 -

II ANNO LXX

IL LATTE NEL MONDO

-

MENSILE

PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15

LATTE SFUSO IN CISTERNA

0401 1010 2011 2091

0401 1090 2019 2099

20 3 1

19 1

123 1.399 473 3 7 10 102 4 2.145

1 29 200 2.707

1 2 14 75 1 3.050 4

CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP.CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28

5 1 1 2.621 3 25 1 265 5 5.072 2 99 5.173 9

52 5.055 2 1 5.058 3

TOTALE PAESI TERZI DI CUI:

46.460

253

ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG

3.272 38.917 1.241 137

102 4

TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO

51.642 31.868

5.314 3.335

62 IL MONDO DEL LATTE

NAME E IN ABBO

LATTE IN CONFEZIONI

IZION NE SPA SPED POSTE ITALIA

TARIFFA DOGANALE

ALE NTO POST

70%

ROMA

-AT/c/ AUT MP

RM

DALL’1 GENNAIO AL 31 AGOSTO 2017 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

IL MOND

L 2018

VERAGE NE

L FOOD & BE

I TREND DE

RIE OSELLA STORY FATTO ICANO LA CASE HI NORDAMER L MERCATO NE ITALIANI I FORMAGGI

ORGANO

UFFICIALE

DI

ASSOLATTE

E DEL

-IDF IANO FIL COMITATO ITAL

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L AT T E Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF

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MERCATI

DOP, UN ANNO DI CRESCITA

I

l 2017 è finito, è dunque il momento per tirare le somme sulle performance dei diversi formaggi Dop, anche se non disponiamo ancora di tutti i dati dei vari Consorzi. Difficilmente però le ultime rilevazioni potranno cambiare una tendenza che – salvo qualche eccezione – conferma quello che è successo negli ultimi anni. Basta buttare un occhio al grafico che riporta le variazioni percentuali dell’ultimo triennio per vedere che i prodotti che fanno buona parte dei volumi e dei fatturati nel settore caseario Dop hanno rafforzato ulteriormente le loro posizioni. Lenta, uniforme e in un certo modo inesorabile la crescita del Grana Padano, che si avvicina sempre di più alla soglia del mezzo milione di forme marchiate. Anche il Parmigiano Reggiano porta avanti politiche espansive e, per il secondo anno, consecutivo ha messo a segno un +5.1%, dato che fa pensare a un forte sviluppo della zootecnia locale reso possibile dalla fine delle quote. Il Gorgonzola, che negli ultimi due anni era cresciuto di alcune migliaia di forme, nel 2017 ha cambiato marcia, con un aumento quasi doppio rispetto

a quello dell’anno precedente. Particolarmente brillanti, poi, gli aumenti registrati dalla Mozzarella di Bufala Campana: +6,7%, crescita che dà continuità a uno sviluppo che non conosce ostacoli e porta nel circuito della Dop una quota sempre maggiore di latte della zona di origine. Dopo alcuni anni di flessione, anche il Provolone Valpadana evidenzia un cambio di tendenza e chiude l’anno con una crescita importante. Tutti gli altri grandi formaggi Dop segnano invece il passo, con riduzioni più o meno vistose. La più importante è quella del Pecorino Romano (-19,9%), un calo auspicato dalle stesse imprese del settore, dopo un biennio che aveva mostrato tassi di crescita eccessivi, che avevano provocato una crisi preoccupante. Nel complesso le principali Dop nel 2017 hanno fatto registrare una crescita dell’1,3 per cento. Guardando invece alle performance dei diversi formaggi nel lungo periodo, si conferma la tendenza dell’ultimo triennio: i grandi diventano sempre più grandi, gli altri hanno qualche difficoltà. Per

farlo, abbiamo messo a confronto i risultati del 2017 con quelli del 2000. Dall’evoluzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, per esempio, scopriamo una crescita davvero imponente, per il primo +41% e +36% per il secondo: complessivamente una crescita di quasi 100mila tonnellate. La produzione di Mozzarella di Bufala Campana è oggi 2,6 volte superiore a quella del 2000, mentre il Gorgonzola è cresciuto del 23% (più di 10mila tonnellate). Nei primi 17 anni del nuovo millennio, tutti gli altri hanno perso volumi più o meno importanti. Si va dal -5% dell’Asiago al -7% del Quartirolo Lombardo, dal -12% del Taleggio al -14% del Pecorino Romano. Addirittura -35% nel caso del Montasio e -73% per il Provolone Valpadana. È quindi evidente che la produzione Dop si concentra sempre di più in un pugno di prodotti, quelli che hanno maggiori volumi e produzioni costanti, che permettono di aggredire i mercati esteri. Una domanda: ha senso continuare a registrare nuove Dop se poi il mercato – quello della domanda e dell’offerta – si concentra sempre di più su pochi prodotti?

ASIAGO

GORGONZOLA

GRANA PADANO

MONTASIO

MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA

PARMIGIANO REGGIANO

PECORINO ROMANO

PROVOLONE VALPADANA

QUARTIROLO LOMBARDO

TALEGGIO

ANDAMENTO PRODUTTIVO DELLE PRINCIPALI DOP NEL TRIENNIO 2015-2017 (VARIAZIONI IN %)

2015

1,0

1,3

-0,8

-3,0

8,5

0,1

28,1

-11,6

-8,1

0,2

2016

-3,1

1,8

1,2

-11,3

7,0

5,1

9,9

9,3

-0,2

-1,0

2017

-0,9

3,4

1,1

-5,4

6,7

5,1

-19,9

10,8

-6,4

0,5



IGIENE & SICUREZZA

NUOVE REGOLE UE

PER L'IMPORT DA PAESI TERZI IL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO SUI CONTROLLI UFFICIALI RIUNISCE DIVERSE DISPOSIZIONI DEL PASSATO E INTRODUCE ALCUNE NOVITÀ di Ettore Soria

L'

importazione di prodotti lattiero-caseari da Paesi Terzi all'interno dell’Ue è soggetta a una serie di garanzie igieniche e zoosanitarie. Il nuovo regolamento sui controlli ufficiali (Reg. Ue n. 2017/625) ha riunito le diverse disposizioni che sono state emanate in passato. In primis, la Commissione europea chiede ai Paesi Terzi che intendono esportare animali e merci nell’Ue di fornire alcune informazioni accurate e aggiornate sull’organizzazione e sulla gestione generale dei sistemi dei controlli sanitari e fitosanitari all’interno del loro territorio: la normativa di ordine sanitario o fitosanitario adottata o proposta sul loro territorio; le procedure di valutazione del rischio e i fattori di cui si tiene conto per tale valutazione, nonché per la determinazione del livello adeguato di protezione

66 IL MONDO DEL LATTE

sanitaria o fitosanitaria; le procedure e i meccanismi di controllo e d’ispezione, compresi quelli sugli animali o sulle merci provenienti da altri Paesi Terzi; i meccanismi di certificazione ufficiale; i risultati dei controlli effettuati sui prodotti destinati a essere esportati nell’Ue. Espletate queste attività, che forniscono un quadro generale del Paese Terzo, la Commissione può decidere che tipologie di prodotto possano entrare nell’Ue esclusivamente da un Paese Terzo o da una regione di esso che figura in un elenco compilato a tale scopo dalla Commissione stessa e pubblicato sul suo sito. REGOLE E DOCUMENTI Inoltre, circa l’inclusione in lista del Paese Terzo, la Commissione deve considerare i seguenti aspetti: À legislazione del settore in

questione; À struttura e organizzazione delle autorità competenti del Paese Terzo e dei suoi servizi di controllo, dei poteri di cui dispongono, delle garanzie che possono essere fornite per quanto concerne l’applicazione e la verifica dell’attuazione della legislazione del Paese Terzo applicabile al settore lattiero, e dell’affidabilità delle procedure di certificazione ufficiale; À esecuzione da parte delle autorità competenti del Paese Terzo di adeguati controlli ufficiali e di altre attività per valutare la presenza di pericoli sanitari per l’uomo, per gli animali o per le piante, per il benessere degli animali o, in relazione agli Ogm e ai prodotti fitosanitari, anche per l’ambiente; À regolarità e rapidità delle informazioni fornite dal Paese Terzo sulla presenza di pericoli sanitari per l’uomo, per gli


animali o per le piante, per il benessere degli animali o, in relazione agli Ogm e ai prodotti fitosanitari, anche per l’ambiente; À garanzie fornite dal Paese Terzo circa le condizioni applicate agli stabilimenti da cui i prodotti sono esportati verso l’Ue: che essi siano conformi alle prescrizioni previste, che sia redatto un elenco degli stabilimenti e i suoi aggiornamenti comunicati alla Commissione, che ricevano controlli regolari ed efficaci da parte delle locali autorità competenti. Qualora cessino le garanzie succitate, la Commissione Ue può sospendere o cancellare il riconoscimento. Dopo l’autorizzazione dello Stato, ci deve essere quella degli stabilimenti le cui procedure di controllo siano equivalenti a quelle comunitarie, compresi i risultati delle analisi effettuate da un laboratorio accreditato.

I prodotti devono essere accompagnati da un certificato ufficiale attestante che le partite sono conformi alle prescrizioni. Il prodotto deve soddisfare ogni altra prescrizione necessaria a garantire un livello di protezione della salute, nonché, per quanto riguarda gli Ogm, anche dell’ambiente. Mediante regolamenti la Commissione può (come già prima d'ora), stabilire il formato e il tipo di certificati ufficiali, attestati ufficiali o documenti di prova richiesti. VERIFICHE ALL'ESTERO Inoltre, la Commissione può procedere a una valutazione di equivalenza con le norme comunitarie nei confronti di un Paese Terzo, previo controllo in loco. Autorizzati il Paese, il prodotto e lo stabilimento di produzione, la merce può essere esportata accompagnata da un certificato veterinario verso un Pif (Posto

di Ispezione Frontaliero) autorizzato per la tipologia del prodotto. In tale sede potranno essere eseguiti controlli per accertare la sua sicurezza: dalla fase documentale a quella analitica, tenendo presente il Paese Terzo esportatore, i precedenti, ecc. Sono esentati dai controlli ufficiali dei Pif i prodotti spediti come campioni commerciali o per esposizione in fiere, non destinati all’immissione in commercio, le merci a bordo di mezzi di trasporto che effettuano tragitti internazionali, che non vengono scaricate e sono destinate al consumo dell’equipaggio e dei passeggeri, le merci contenute nei bagagli personali dei viaggiatori e destinate al loro impiego o al consumo personale, e in piccole partite, di merci spedite a le persone fisiche, non destinate all’immissione in commercio.

ATTUALITÀy NEWSy OPINIONE y PROTAGONISTIy INTERVISTE E T T A L yGIOVANIyECONOMIAyIGIENE &SICUREZZAy MERCATIy NO RMATIVEy ATTUALITÀy NEW Sy OPINIONEy PROTAGONIS TIy INTERVISTEy GIOVANIy E CONOMIAy IGIENE&SICURE ZZAy MERCATIy NORMATIVE IL MOND

O DEL

IL

LATTE NEL

MONDO

N. 1

2018 -

II ANNO LXX

-

MENSILE

NE POSTE ITALIA

ABBONAME IZIONE IN SPA SPED

ALE NTO POST

70%

ROMA

-AT/c/RM AUT MP

GENNAIO

L 2018

VERAGE NE

L FOOD & BE

I TREND DE

RIE OSELLA

STORY FATTO

LA CASE HI

I FORMAGGI

ORGANO

UFFICIALE

L MERCATO

ITALIANI NE

DI

IL MONDO DEL

ASSOLATTE

E DEL

ICANO

NORDAMER

-IDF IANO FIL COMITATO ITAL

L AT T E

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF


NORMATIVE

ETICHETTATURA: REINTRODOTTO L’OBBLIGO DI INDICARE LO STABILIMENTO DI PRODUZIONE NUOVE REGOLE A PARTIRE DAL 5 APRILE 2018. ACCOLTA LA RICHIESTA DI ASSOLATTE DI POTER OMETTERE L’INDICAZIONE PER ALIMENTI CHE GIÀ RIPORTINO IL MARCHIO DI IDENTIFICAZIONE O LA BOLLATURA SANITARIA, COME NEL CASO DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI di Leonardo Graverini

Dal 5 aprile 2018 in Italia tornerà l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento. Lo prevede il Decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 145, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 235 del 7/10/2017. Gli alimenti etichettati in maniera difforme rispetto al decreto potranno essere immessi sul mercato fino al 4 aprile 2018 e commercializzati fino all’esaurimento delle scorte. L’indicazione dello stabilimento di produzione o confezionamento potrà essere omessa – come richiesto da Assolatte e com’è nel caso dei prodotti lattiero-caseari – per i prodotti che già riportino il marchio di identificazione o la bollatura sanitaria di cui ai Reg. Ce n. 853/2004 e n. 854/2004. Inoltre, l’indicazione potrà essere omessa se la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento coincide con la sede dell’operatore responsabile già indicata in etichetta o se è contenuta nel marchio. In attesa di chiarimenti ministeriali,

68 IL MONDO DEL LATTE

si consiglia alle aziende che sceglieranno di apporre volontariamente l’indicazione in questione (pur ricorrendo uno dei casi che ne consentono l’omissione), di attenersi agli obblighi e alle modalità prescritte dal decreto legislativo. NORME E SANZIONI Come per le altre indicazioni obbligatorie di etichettatura, l’indicazione dello stabilimento dovrà essere apposta in un punto evidente, in modo da essere facilmente visibile, chiaramente leggibile, indelebile e non dovrà essere in alcun modo nascosta, oscurata, limitata o separata da altre indicazioni scritte o grafiche o altri elementi suscettibili di interferire. Si applica altresì l’altezza minima dei caratteri di 1,2 mm, come prevista dal Reg. Ue n. 1169/2011 (ridotta a 0,9 mm nel caso di imballaggi o contenitori la cui superficie maggiore misuri meno di 80 cm2). Nel caso in cui l’operatore disponga di più stabilimenti, sarà consentito indicare tutti gli stabilimenti, purché

quello effettivo sia evidenziato mediante punzonatura o altro segno. La violazione dell’obbligo, salvo che il fatto costituisca reato, sarà soggetta alla sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 15.000 euro (da 1.000 euro a 8.000 euro nel caso che la violazione riguardi le sole modalità di presentazione). L’autorità competente a irrogarle è l’Ispettorato repressione frodi (Icqrf), ferme restando le competenze spettanti agli organi preposti all’accertamento delle violazioni ai sensi della vigente normativa. Le disposizioni del decreto non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione europea o in Turchia o fabbricati in uno Stato membro Efta, parte contraente dell’accordo See. LACUNE E DUBBI Il decreto risulta notificato all’Ue a norma dell’art. 114 del Tfue. La Commissione europea avrebbe evidenziato alcune perplessità.


NORMATIVE Il provvedimento non contiene comunque alcun riferimento che subordini la sua efficacia alla conclusione favorevole della procedura di notifica. Il provvedimento si presenta in molti punti carente e nebuloso. Per questo motivo, anche su sollecitazione delle rappresentanze industriali, il ministero dello Sviluppo Economico ha espresso l’intento di invitare il ministero delle Politiche Agricole e il ministero della Salute a condividere una circolare per chiarire vari aspetti degli obblighi previsti. In particolare, per quanto concerne la corretta individuazione della sede di confezionamento, il corretto ambito di applicazione della disposizione della legge in caso di coinvolgimento di operatori esteri, il valore dell’indicazione quale indicazione di origine. QUALE STABILIMENTO? Riguardo alla corretta individuazione della sede di confezionamento, va ricordato che l’articolo 3 del vecchio D.Lgs. n. 109/1992 elencava tra le indicazioni obbligatorie da riportare in etichetta “la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento”. La nuova norma del D.Lgs n. 145/2017 prevede invece che “i prodotti alimentari preimballati […] devono riportare […] l’indicazione della sede dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento”. Ne consegue che mentre sotto la vigenza del D.Lgs. 109/1992 l’operatore responsabile delle informazioni sull’alimento era libero di scegliere (ovviamente qualora non coincidessero), di riportare o la sede dello stabilimento di produzione o la sede dello stabilimento di confezionamento, la nuova norma pare disporre che vada riportato obbligatoriamente l’indirizzo della sede del confezionamento quando questa è diversa dall’indirizzo della sede dello stabilimento di produzione, anche se quest’ultima fa capo a un soggetto diverso dal soggetto responsabile, non lasciando più all’operatore alcuna facoltà di scelta. Questo punto pone vari problemi, tra cui quello di precisare se

l’indicazione della sede dello stabilimento debba essere o meno preceduta da parole tipo “prodotto nello stabilimento […]” o “confezionato nello stabilimento […]”. A nostro avviso tali diciture, in parallelo con quanto avviene per il marchio d’identificazione e per il bollo sanitario, non sono obbligatorie. C’è poi il problema di individuare qual è la sede di confezionamento da prendere effettivamente in considerazione, giacché la casistica è ampia. Per esempio, possono sussistere un confezionamento primario (come l’incarto della singola caramella) e un confezionamento secondario (come la scatola di caramelle), effettuati in stabilimenti diversi. E ancora, bisogna stabilire come ci si deve comportare nei casi in cui il confezionamento dovesse essere effettuato da operatori esteri. IMBALLAGGI MULTIPLI Considerato che l’obiettivo principale della norma è quello di consentire una facile rintracciabilità dell’alimento da parte degli organi di controllo nazionali a fini di tutela della salute, riteniamo debba essere chiarito che la sede di confezionamento deve essere determinata in funzione della nozione di “confezionamento” data all’articolo 2, paragrafo 1, lettera j) del Reg. Ce n. 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, secondo la quale il confezionamento è “il collocamento di un prodotto alimentare in un involucro o contenitore posti a diretto contatto con il prodotto alimentare”. Diversa è invece – secondo la lettera k) dello stesso paragrafo – la definizione di “imballaggio”, individuato come “il collocamento di uno o più prodotti alimentari confezionati in un secondo contenitore”. È ovvio che un’indicazione che riguardi la sede in cui è effettuato l’imballaggio finale, quando questo non è a contatto con l’alimento e quando la relativa sede non può essere luogo di contaminazione, non soddisferebbe le finalità del decreto, non avrebbe alcuna utilità per le autorità di controllo e non avrebbe alcun interesse per il consumatore finale. Una volta chiarito che la sede di

confezionamento è quella dove il prodotto alimentare è collocato in un involucro o contenitore posti a diretto con esso, sarà anche necessario stabilire che l’obbligo di indicare tale sede sussiste semmai solo se questo luogo è situato sul territorio italiano (fermo restando che, a nostro avviso, il decreto non potrebbe imporre alcun obbligo a un operatore responsabile estero che decida di far confezionare il prodotto in Italia). Infatti, se lo scopo della norma è la rintracciabilità, quindi il controllo, non avrebbe senso indicare una sede estera, collocata in un territorio sul quale le nostre autorità di controllo non hanno sovranità. L’INDICAZIONE DI ORIGINE Ci sarà poi da confermare un ulteriore importante aspetto, ossia che l’indicazione della sede e dell’indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento non costituisca una dichiarazione volontaria di origine ai sensi dell’art. 26 del Reg. Ue n. 1169/2011. Del resto, se tale indicazione è obbligatoria, è ovvio che non è volontaria. Inoltre, il Reg. Ue n. 1169/2011 stabilisce che l’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del responsabile apposto sull’etichetta non costituisce un’indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza del prodotto alimentare: non si vede perché si dovrebbe pervenire a conclusioni opposte per l’indicazione dello stabilimento di produzione o di confezionamento. CONTRO IL WTO? Un’ultima considerazione riguarda la clausola del “Mutuo riconoscimento”, dove sono fatti salvi dall’obbligo solo i prodotti alimentari preimballati legalmente fabbricati o commercializzati in altri Paesi Ue e la Turchia o fabbricati in uno Stato rientrante negli accordi Efta e See. Se ne dovrebbe dedurre che negli altri casi il decreto troverebbe applicazione. Ma con quali modalità e quale sarebbe il soggetto sanzionabile? Senza contare che una tale applicazione potrebbe costituire un ostacolo agli scambi contrastante con le regole del Wto.

IL MONDO DEL LATTE 69


NORMATIVE

UNA DECISIONE CHE FA DISCUTERE:

IL CASO DEI TONDINI DI FERRO L’Antitrust ha ritenuto irregolare la rilevazione dei prezzi dei prodotti siderurgici fatta dall’apposita commissione della Camera di commercio di Giulia Ponti

N

ell’ottobre 2015 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato un procedimento istruttorio per intesa e abuso di posizione dominante, che ha portato all’irrogazione di circa 140 milioni di euro di multa nei confronti delle principali imprese siderurgiche operanti nei mercati del tondino d’acciaio per cemento armato e della rete elettrosaldata. In particolare, l’Autorità ha accertato che nel periodo 20102016 le otto imprese hanno posto in essere un’intesa unica, continuata e complessa, in grave violazione dell’art. 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, avente a oggetto il coordinamento delle reciproche

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politiche commerciali dei due prodotti sui mercati nazionali, dove esse complessivamente coprono più dell’80% dell’offerta. Il procedimento è stato avviato a seguito di una segnalazione da parte del liquidatore di una società di rivendita di prodotti in acciaio per l’edilizia, che denunciava l’esistenza di un cartello tra le imprese nazionali produttrici di tondo per cemento armato, finalizzato alla fissazione congiunta del relativo prezzo di vendita all’ingrosso con riguardo sia alla componente base che a quella di dimensione extra. Nella lunga e complessa istruttoria l’Autorità ha analizzato il mercato del tondo e le dinamiche di

formazione del prezzo: y Il tondo è un prodotto in acciaio utilizzato per rafforzare le strutture edilizie in cemento. La differenza di grandezza del prodotto condiziona la struttura di costo e di prezzo del tondo e per questa ragione storicamente il suo prezzo finale risulta scomposto in due componenti: (a) il prezzo base, uguale per tutti i diametri e (b) il prezzo extra di dimensione, che, invece, varia al variare del diametro. y Le acciaierie vendono il tondo a una pluralità di grossisti/ trasformatori/pre-fabbricatori che, a loro volta, vendono all’utilizzatore finale, rappresentato dalle imprese edili. Le trattative


tra acciaierie e sagomatori/ grossisti avvengono secondo due tipologie di contratti: di lunga durata e spot. I primi prevedono, di norma, quantità (minime e massime) e prezzi individuati su base mensile. Tali contratti sono tipicamente ancorati, ogni mese, alla quotazione della Cciaa di Brescia per quanto riguarda il prezzo base di riferimento su cui viene applicato uno sconto già individuato nel contratto. Il prezzo base preso a riferimento da questo tipo di contratto, è, nella grande maggioranza dei casi, il prezzo base minimo rilevato dalla commissione prezzi nella prima riunione del mese ed è applicato a tutte le quantità acquistate nello stesso mese. In alcuni casi, tuttavia, il prezzo base di riferimento è una media tra il prezzo base minimo e quello massimo della prima rilevazione mensile e, in altri ancora, il contratto prevede un aggiustamento per prendere in considerazione eventuali variazioni del prezzo base minimo intervenute tra la prima e la seconda rilevazione dello stesso mese. Nei contratti spot il prezzo e le quantità sono negoziati tra le acciaierie e i clienti sulla base delle condizioni di mercato esistenti al momento in cui ha luogo la trattativa. Per questi contratti il prezzo base di riferimento è il prezzo base minimo oggetto della prima rilevazione del mese in Commissione prezzi. IL RUOLO DELLA COMMISSIONE PREZZI L’istruttoria ha evidenziato che entrambe le componenti del prezzo all’ingrosso del tondo sono state oggetto di rilevazione e pubblicazione periodica nell’ambito della Cciaa di Brescia. Per la precisione, queste rilevazioni sono state eseguite dalla Commissione prezzi, a cui hanno partecipato i rappresentanti dei produttori di tondo attivi nella provincia di Brescia. A tal riguardo, le imprese hanno eccepito la natura istituzionale delle attività di rilevazione prezzi svolte dalla Cciaa di Brescia attraverso le varie commissioni

camerali costituite allo scopo (tra cui quella appositamente dedicata ai prodotti siderurgici). Si è invocato, quindi, il principio della copertura normativa e la non sanzionabilità delle imprese partecipanti alla Commissione prezzi, trattandosi di un’attività a cui le parti avrebbero partecipato nel legittimo affidamento di contribuire all’adempimento di un’attività istituzionale con valenza pubblica. L’Autorità ha ritenuto assolutamente infondata tale obiezione. Sostiene, infatti, che la normativa vigente nel periodo di rilevanza istruttoria prevedeva solo l’attribuzione di una generica competenza, con carattere statistico-ricognitivo, volta alla “realizzazione di osservatori dell’economia locale e diffusione di informazione economica” (art. 2, comma 2, lett. d, legge n. 580/1993), attività che non può declinarsi nella fissazione di prezzi pro futuro tra concorrenti, che rappresentano la quasi totalità del mercato italiano dal lato dell’offerta. Inoltre, secondo l’Antitrust, anche la successiva normativa di modifica dell’ordinamento camerale, intervenuta nel corso del 2016, precisa che la funzione di rilevazione dei prezzi è rimessa alle Cciaa “in quanto specificatamente prevista dalla legge” (art. 2, comma 2, lett. c, D.lgs n. 219/2016). Quindi, neppure a seguito della modifica della normativa c’è un’attribuzione di carattere generale in tal senso alle Cciaa, premesso che ogni eventuale ricognizione con finalità pubblicistiche di condizioni economiche praticate sul mercato deve essere compatibile con la disciplina in materia di concorrenza e, quindi, interessare dati storici – ossia non più attuali – e fondarsi su metodologie di rilevazione a carattere statistico, anche garantendo l’anonimato del soggetto conferente il dato. Inoltre, l’Autorità ricorda che una cadenza quindicinale delle rilevazioni è stata definita autonomamente dalla stessa Commissione prezzi prodotti

siderurgici, senza che né la legge né il Regolamento della Cciaa di Brescia prevedesse nulla in proposito. La cadenza quindicinale, secondo l’Autorità è incompatibile (in quanto non proporzionata) con qualunque finalità lecita/ istituzionale. La rilevazione e pubblicazione quindicinale del prezzo base e dei prezzi extra è talmente ravvicinata da consentire di individuare sempre un prezzo effettivo di mercato: due rilevazioni mensili, infatti, non consentono mai ai prezzi rilevati di acquisire una connotazione di storicità. Il carattere restrittivo della concorrenza dell’attività svolta in Commissione prezzi, sottolinea l’Autorità, è comprovata dal fatto che i prezzi da questa rilevati non avessero una mera funzione ricognitiva di prezzi applicati nel passato (quindici giorni precedenti), ma rappresentassero

prezzi di riferimento per le contrattazioni di mercato successive alla rilevazione. Al di là del caso di specie (le imprese coinvolte, tra l’altro, potranno difendere la loro posizione davanti al TAR), è necessario che si faccia urgentemente chiarezza sul ruolo e le finalità delle Commissioni prezzi, istituite per legge presso le Camere di Commercio: sia perché le imprese possano parteciparvi senza il timore di essere pesantemente sanzionate, sia perché tale attività camerale, la cui liceità finora non è mai stata messa in discussione, possa proseguire, senza impedimenti, nell’ambito delle regole fissate dalla legge camerale.

IL MONDO DEL LATTE 71


NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE È POSSIBILE INSERIRE NELL’ETICHETTA DI UN LATTICINO UN CLAIM DEL TIPO “CONTENUTO DI SALE DOVUTO ESCLUSIVAMENTE AL SODIO NATURALMENTE PRESENTE NEL PRODOTTO”?

Una dicitura indicante che il contenuto di sale è dovuto esclusivamente al sodio naturalmente presente è ammessa purché vera (art. 30, comma 1, paragrafo 2 del Reg. Ue n. 1169/2011). NELLA PRESENTAZIONE DI UNO YOGURT BIANCO VORREMMO USARE LE SEGUENTI DUE AFFERMAZIONI: “SENZA ZUCCHERI AGGIUNTI” E “GLI ZUCCHERI RIPORTATI IN TABELLA NUTRIZIONALE SONO NATURALMENTE PRESENTI NEL PRODOTTO”. CI SONO NORME PARTICOLARI DA RISPETTARE?

La possibilità di evidenziare l’assenza di zuccheri aggiunti è disciplinata dal Reg. Ce n. 1924/2006 sulle indicazioni nutrizionali e salutistiche (il cosiddetto Regolamento Claim). Tra le affermazioni nutrizionali ammesse da tale normativa c’è il claim “Senza zuccheri aggiunti”. L’allegato al citato Regolamento stabilisce che “L’indicazione che all’alimento non sono stati aggiunti zuccheri e ogni altra indicazione che può avere lo stesso significato per il consumatore sono consentite solo se il prodotto non contiene mono o disaccaridi aggiunti o ogni altro prodotto alimentare utilizzato per le sue proprietà dolcificanti. Se l’alimento contiene naturalmente zuccheri, l’indicazione ESISTONO CONDIZIONI DA RISPETTARE PER RIPORTARE SUL PACKAGING DI UNO YOGURT CON FERMENTI PROBIOTICI L’INDICAZIONE “FAVORISCE L’EQUILIBRIO DELLA FLORA INTESTINALE”?

L’indicazione in questione è individuata dal ministero della Salute e riportata nelle linee guida ministeriali sui probiotici e prebiotici per essere utilizzata sui prodotti alimentari conformi alle prescrizioni del documento ministeriale per il loro contenuto di probiotici. Infatti, tali prodotti risulterebbero plausibilmente in grado di favorire l’equilibrio della flora batterica intestinale alle condizioni stabilite nel documento ministeriale. L’UTILIZZO DELLA DENOMINAZIONE “LATTE FIENO” È REGOLAMENTATA IN ITALIA?

La denominazione “Latte fieno” (“Heumilch”, “Haymilk”, “Lait de foin”, “Leche de heno”), è una denominazione riconosciuta a livello comunitario come Stg – Specialità tradizionale garantita. La sua iscrizione nel registro comunitario risale al marzo 2016. L’utilizzo della denominazione è dunque vincolata al rispetto del disciplinare. Si tratta di un tipo di latte caratterizzato dal divieto di utilizzo di alimenti fermentati, come i foraggi insilati, e il divieto di impiego di animali e di mangimi designati come “geneticamente modificati” secondo la normativa vigente. L’utilizzo della denominazione “Latte fieno” per prodotti non conformi al disciplinare è ammessa per un periodo di due anni a decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento che ne ha riconosciuto la registrazione come Stg, cioè fino a marzo 2018. In questo periodo transitorio, l’utilizzo della

72 IL MONDO DEL LATTE

Nella preparazione dell’alimento non devono quindi essere stati impiegati ingredienti apportatori di sale. L’utilizzo di tale indicazione in un latticino, per la cui preparazione sono stati impiegati esclusivamente latte e fermenti lattici, sembra dunque in linea con tale disposizione. Tale indicazione deve figurare immediatamente accanto alla dichiarazione nutrizionale. seguente deve figurare sull’etichetta: ‘Contiene naturalmente zuccheri’. Prendendo ad esempio uno yogurt fatto esclusivamente con latte e fermenti lattici, l’indicazione “Senza zuccheri aggiunti” potrebbe quindi essere utilizzabile, con alcune accortezze. Essendo presente lo zucchero naturalmente contenuto nel latte (il lattosio), è necessario riportare l’indicazione aggiuntiva “Contiene naturalmente zuccheri”. Oltre alle condizioni specifiche viste sopra, per il claim “Senza zuccheri aggiunti” andranno poi rispettate tutte le altre condizioni dettate dal Regolamento Claim, con particolare riferimento ai principi e alle condizioni generali previste dagli articoli 3 e 5. Inoltre, va evidenziato che l’indicazione “Senza zuccheri aggiunti” è stata qualche anno fa oggetto di particolare attenzione da parte dell’Antitrust, che ha indicato la necessità di riportare tutta la dicitura con medesima enfasi grafica, così da non creare confusione con il diverso claim “Senza zucchero”. Il riconoscimento di tale indicazione da parte del dicastero rappresenta una risposta ai dubbi del settore alimentare emersi a suo tempo dall’applicazione del Reg. Ce n. 1924/2006 sui claim nutrizionali e salutistici. Per l’utilizzo di tale indicazione è dunque consigliato lo stretto rispetto delle condizioni contenute nelle linee guida (tradizione d’uso, sicurezza, attività e vitalità, identificazione tassonomica e quantità dei microrganismi). Condizioni che, così come la rivendicazione della condizione d’uso, devono essere rispettate e riferite per i singoli ceppi microbici, chiaramente esplicitati in etichetta. Inoltre, è altamente consigliabile la detenzione di un dossier completo attestante il rispetto delle condizioni richieste nelle linee guida. denominazione per prodotti non conformi al disciplinare non può essere accompagnata dall’indicazione “Specialità tradizionale garantita”, né dall’abbreviazione “Stg”, né dal relativo simbolo dell’Unione. Inoltre, l’utilizzo nel suddetto periodo transitorio dell’indicazione “Latte fieno” o “Latte di fieno” per prodotti non rispondenti al disciplinare approvato, rientrerebbe tra le indicazioni volontarie e – in quanto tali – pubblicitarie. Spetterà dunque all’operatore dimostrare che le stesse siano oneste, veritiere e corrette.




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