Il Mondo del Latte - Gennaio 2021

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IL MONDO DEL

IL MONDO DEL LATTE 1/2021

L AT T E N. 1

GENNAIO

2021 -

ANNO

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IL LATTE NEL MONDO MENSILE

2021 ANNO DEI CIBI AMICI DEL SISTEMA IMMUNITARIO PRODUZIONE DI LATTE, LA CRESCITA NON SI FERMA

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EXPORT, ACCORDO UE-CINA COME MODELLO

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LATTE

SOMMARIO

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L’OPINIONE

Verde discordia di Paolo De Castro

MONDO ASSOLATTE

Il 2021 sarà l’anno dei cibi “amici del sistema immunitario”, come yogurt e latti fermentati “Brain Detox”: la dieta per ripulire il cervello dalle tossine e avere una memoria di ferro Coripet: un’alternativa al Conai

ATTUALITÀ

Eda: un anno di sfide News Eda flash Ue: etichettatura nutrizionale, posizioni ancora molto distanti. Nulla di fatto all’European Food Forum Fil: salute animale, il nuovo report Latte nelle diete sostenibili, equilibrio tra nutrienti e ambiente News Libri

PROTAGONISTI

Sei modi per dire Gran Moravia

ECONOMIA

Consumi alimentari, futuro di incognite Effetto pandemia: tra gli scaffali i consumatori ora cercano la sostanza

MERCATI

Export: Ue-Cina come modello Produzione: latte, la crescita non si ferma Esportazioni italiane di latte Borsa prezzi Più latte per le Dop

IGIENE E SICUREZZA Export negli Stati Uniti: cosa ci aspetta nel 2021 Guida dell’Oie sul Coronavirus negli animali da allevamento

TECNOLOGIA

Un pozzo di scienza

NORMATIVE

L’esperto risponde

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987

ccoci all’anno nuovo, che speriamo possa essere più sereno del 2020. Sono molte le sfide e il lavoro che attendono le aziende e le associazioni come Assolatte. Dopo tanto parlare, infatti, prenderanno il via i lavori legati alla Farm to fork. Su queste pagine ne abbiamo già parlato e nei prossimi mesi vi terremo sicuramente aggiornati sull’evoluzione dei lavori. Vale la pena, però, ricordare le prossime scadenze. Nei prossimi 12 mesi, la Commissione ha detto di voler elaborare i primi testi per cambiare le normative su pesticidi, antimicrobici e fertilizzanti, e prevedere nuovi investimenti per il settore bio, a supporto del benessere animale e della biodiversità. Tante novità all’orizzonte anche per le imprese di trasformazione: si affronteranno temi delicatissimi come quello della riformulazione dei prodotti, della riduzione dell’impronta ambientale, del consumo energetico e degli imballaggi. Se questo è l’antipasto della Farm to fork, il piatto più sostanzioso IL MONDO DEL arriverà il prossimo anno, quando si dovrà trovare una soluzione per N. 1 i profili nutrizionali, per limitare la pubblicità di alimenti con tanti grassi, zucchero e sale. Nei desiderata della Commissione, poi, le dichiarazioni nutrizionali front of pack potrebbero diventare obbligatorie, anche se si è ancora in alto mare e non c’è un accordo sul sistema da adottare. Verrà rivista la normativa sui materiali a contatto, incoraggiando imballaggi sostenibili, materiali ecologici, riutilizzabili e riciclabili. E si continuerà a lavorare sull’eventuale estensione dell’etichettatura di origine: si arriverà, finalmente a regole comuni? Si parlerà di marketing standard e si cercherà di rafforzare il quadro su Dop e Igp. Tanta carne sul fuoco, quindi, e tante scadenze ci attendono. Prepariamoci tutti a un’enorme mole di lavoro! Il presidente di Eda – Michel Nalet – durante la recente assemblea della nostra associazione europea ha dichiarato: “Il lavoro che ci aspetta è tantissimo, nessuna azienda, per quanto strutturata, è in condizione di farlo da sola. Spetterà a noi affiancarle, cercando soluzioni equilibrate, compatibili e coerenti con l’attività delle nostre imprese”.

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C’è un solo “latte”

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POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

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COMITATO ITALIANO FIL-IDF

Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm

Il Vostro indirizzo verrà utilizzato anche per l’invio, da parte nostra, di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. In qualsiasi momento potrà modificare ovvero revocare tale autorizzazione inviando una email all’indirizzo privacymondodellatte@assolatte.it ai sensi del Reg. UE 679/16 e del D.Lgs. 196/03

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AMARCORD

C’È UN SOLO “LATTE” LE NORME EUROPEE TUTELANO LA DENOMINAZIONE DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI FIN DAL 1987. DI RECENTE NUOVE DISPOSIZIONI

“L

atte di mandorla, burro di cacao, latte di cocco e fagiolini al burro”. Si tratta dell’elenco delle denominazioni italiane che – vista la natura esatta e conosciuta dei prodotti da esse identificati, pur non derivando dal latte – possono comunque fare riferimento a uno dei termini che la normativa europea, fin dal 1987, ha riservato ai prodotti lattierocaseari. Perché solo poche e circoscritte denominazioni potessero (e possano tutt’ora), essere impiegate al di fuori dei prodotti lattiero-caseari lo spiegava in maniera chiara il primo regolamento europeo “relativo alla protezione della denominazione del latte e dei prodotti lattiero-caseari all’atto della loro commercializzazione”: il Reg. Cee n. 1898/87 del 2 luglio 1987. “Considerando che è necessario proteggere la composizione naturale del latte e dei prodotti lattiero-caseari nell’interesse dei produttori e dei consumatori della Comunità; […] che una regolamentazione che assicuri un’etichettatura appropriata ed intesa ad evitare di indurre il consumatore in errore può contribuire alla realizzazione di questo obiettivo; […] che occorre di conseguenza definire il latte e i prodotti lattiero-caseari e precisare quali siano le denominazioni da riservare loro; […] che è inoltre importante, a parte il caso dei prodotti la cui natura esatta è conosciuta a motivo del loro uso tradizionale, evitare qualsiasi confusione nella mente del consumatore tra i prodotti lattiero-caseari e gli altri prodotti alimentari,

compresi quelli che contengono in parte componenti del latte; […] che il presente regolamento è inteso, da un lato, a tutelare il consumatore e, dall’altro, a creare condizioni di concorrenza non falsate tra i prodotti lattiero-caseari e i prodotti concorrenti nei settori della denominazione, dell’etichettatura e della pubblicità” la norma europea riservava in via esclusiva la denominazione “latte” al “prodotto della secrezione mammaria normale, ottenuto mediante una o più mungiture, senza alcuna aggiunta o sottrazione” e ne chiariva confini di utilizzo, casi particolari e deroghe, come quella appunto riservata ai prodotti – quali il burro di cacao – la cui natura esatta è conosciuta per uso tradizionale e/o in quanto le denominazioni sono chiaramente utilizzate per descrivere una qualità caratteristica del prodotto. Negli anni il mercato si è via via arricchito di nuovi prodotti, ma i principi che hanno guidato la protezione dei termini lattieri (tutela del settore, corretta informazione ed equa concorrenza) non hanno mai perso il loro valore. Il Regolamento iniziale è stato modificato e poi abrogato, ma le disposizioni in esso contenute non sono andate perse. Anzi, sono state riprese nella regolamentazione sull’organizzazione comune dei mercati agricoli (Reg. Ce n. 1234/2007 prima, e 1308/2013 oggi). La stessa Corte di Giustizia europea ha confermato il valore della tutela delle denominazioni lattiere. Oggi che il comparto delle

bevande e dei prodotti vegetali, in mancanza di denominazioni proprie, più di altri ha tentato di utilizzare i nomi riservati ai prodotti lattiero-caseari, un nuovo tassello vuole rinforzare questa importante tutela. Durante i lavori di riforma della Pac che toccano i regolamenti dell’Ocm, il Parlamento europeo non si è limitato a confermare le disposizioni esistenti, ma ha chiarito ulteriormente i confini della tutela contro qualsiasi uso commerciale, diretto o indiretto delle denominazioni, contro l’uso da parte di prodotti comparabili o presentati come sostituibili e non lattieri, contro lo sfruttamento della notorietà delle denominazioni lattiere, contro qualunque usurpazione, imitazione o evocazione e contro qualunque indicazione o pratica commerciale possa indurre in errore il consumatore sulla vera natura o composizione del prodotto.

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L’OPINIONE

VERDE DISCORDIA di Paolo De Castro

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l Green Deal, il piano della Commissione Von der Leyen per rendere più sostenibile e rilanciare l’economia europea, inizia a prendere forma, almeno nella parte dei contenuti strategici. Dall’agroalimentare all’energia, in questi mesi l’esecutivo Ue ha presentato una serie di “comunicazioni”. Qualche anno fa si usava l’espressione “libro bianco”. Si tratta della descrizione degli orientamenti e delle iniziative, sia legislative che di altro tipo, che la Commissione intende prendere nei prossimi anni per realizzare una serie di obiettivi strategici. I dossier legislativi arriveranno e saranno tanti. Tra l’inizio del 2021 e la fine del 2022 la Commissione proporrà iniziative sulla riformulazione dei materiali da contatto per alimenti, nuove regole sull’uso sostenibile dei pesticidi, etichettatura e profili nutrizionali. L’impressione è che su queste questioni non si stia preparando un terreno di confronto tra le parti interessate, ma di scontro. Si sta affermando una radicalizzazione dei contenuti e delle posizioni, in un continuo cedimento allo slogan

e alla retorica, che non è assoluta e all’indebolimento esattamente un buon auspicio delle istituzioni democratiche. per un piano – il Green Deal – Sebbene Trump sia stato che si propone di cambiare in sempre molto criticato a modo radicale il nostro sistema Bruxelles, vedo lo stesso economico e che necessita del metodo applicato alla politica sostegno delle imprese. comunitaria. Una sfida del genere Si può dire che questo clima presupporrebbe che la politica sia dovuto, almeno in parte, si mettesse in fase di ascolto, al fatto che abbiamo a che per poi cercare un dialogo fare con degli annunci, e non tra produttori e consumatori, possiamo parlare nel merito tra imprese delle cose. Che e cittadini. quando le proposte Si chiama legislative saranno SUL GREEN concertazione. finalmente sul tavolo DEAL Al momento la discussione questa ricerca seria prenderà il FINORA di dialogo non sopravvento sui SOLO si vede. Ecco proclami. ANNUNCI perché c’è una L’esperienza delle E TENSIONE sensazione scorse settimane diffusa che non si sulla proposta vogliano cambiare legislativa per la le cose con i produttori e riforma della Politica agricola le imprese, ma contro di comune ci dice il contrario. essi. Invece di coinvolgere le Il caso è particolare, perché categorie, cercando di farle si tratta di una proposta comunicare e comprendersi intavolata nel 2018 dalla a vicenda, creando consenso Commissione Juncker, prima attorno alle strategie, ognuno che la nuova Commissione Von sembra parlare solo al proprio der Leyen inaugurasse il Green gruppo di appartenenza. Deal. A mia memoria non Una cosa simile al metodo di ricordo una radicalizzazione Donald Trump durante la sua così forte tra le parti, che presidenza. Una dinamica che invece di trovare un terreno porta alla personalizzazione comune di confronto si sono

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

CERTINERGIA E CASEARIA DI SANT'ANNA: INSIEME PER LA COMPETITIVITÀ, LA SOSTENIBILITÀ E L’INNOVAZIONE Identificare e attuare le opportunità di risparmio energetico consente di rendere più sostenibile un’azienda e le permette di conquistare vantaggi competitivi sul mercato. Su temi come la sostenibilità aziendale e l’efficienza energetica, è precursore Casearia di Sant'Anna, tra i più importanti produttori di Parmigiano Reggiano biologico e storicamente presente nel settore dal 1959. All’inizio degli anni ’90, sensibili alla necessità di tutela dell’ambiente e di genuinità dei prodotti alimentari, i soci decidono di convertire le aziende agricole e il caseificio adeguandoli alle normative di produzione biologica. La produzione copre tutta la filiera, con circa 16.000 tonnellate di latte trasformate all'anno.

L’osmosi inversa

Casearia di Sant’Anna di

recente ha fatto un importante investimento per integrare nel suo ciclo produttivo un impianto a osmosi inversa, fortemente innovativo per la sua capacità di concentrazione del siero di latte e il basso consumo energetico richiesto rispetto ai sistemi tradizionali. Il siero acquisisce maggior valore nutrizionale e commerciale grazie al processo di concentrazione, che elimina parte del contenuto di acqua e aumenta quindi il valore in proteine del siero. Il prodotto può essere valorizzato non solo localmente, ma anche sul mercato mondiale. L’investimento è supportato da CertiNergia che ha elaborato la complessa pratica di richiesta di incentivi al risparmio energetico con i Titoli di efficienza energetica (TEE). CertiNergia è stata scelta per il suo know-how nella misura e nella valorizzazione dei risparmi

TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA (TEE) I Titoli di efficienza energetica (TEE) o Certificati bianchi, sono incentivi economici nazionali riconosciuti dall'Autorità preposta (GSE - Gestione servizi energetici) alle imprese che mettono in atto comportamenti virtuosi dal punto di vista energetico.

1 PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DI EFFICIENZA

2 CONVALIDA E APPROVAZIONE DEL PROGETTO

3 OTTENIMENTO E VALORIZZAZIONE DEI TEE

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CONTOVALORE ECONOMICO VERSATO ALL'AZIENDA

energetici. L’esperienza della ESCo è testimoniata dalla sua competenza trasversale, che a oggi ha visto riconosciute dal GSE (Gestore Servizi Energetici) la totalità delle richieste dei TEE sull’osmosi inversa per i suoi clienti.

I risultati ottenuti

L’installazione del nuovo impianto consentirà un notevole risparmio di gas naturale per un totale annuo di circa 380 Tep, corrispondenti a una mancata emissione in ambiente di circa 930 tonnellate di CO2. L’investimento si coniuga perfettamente con la filosofia di sostenibilità ambientale di Casearia di Sant’Anna. CERTINERGIA SRL – Via Edmondo De Amicis 28 – 20123 Milano Tel. 0249517600 – Seguiteci sui Social: Linkedin e Twitter

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L’OPINIONE attaccate senza famosi target nella sosta con toni Pac, abdicheremmo L’IDEA DI esagerati e slogan al nostro ruolo. LEGIFERARE Nel metodo preconfezionati. IN BASE Nel caso specifico, descritto, AI TARGET sono convinto le categorie che gran pate di economiche e NON questo clima sia sociali aiutano il FUNZIONA dovuto a un’idea processo, facendo che, se applicata, emergere il proprio sovvertirebbe il punto di vista, ma metodo comunitario, ovvero anche andando a evidenziare l’idea di integrare i non meglio definiti target della strategia Farm to Fork nella Politica agricola comune. Ma sono target senza valutazione di impatto e al momento non legislativi. L’Europa funziona in un altro modo: la Commissione analizza le diverse opzioni sul tavolo sulla base dei numeri e delle leggi e propone soluzioni che Europarlamento, Stati membri e tutte le parti sociali hanno il diritto di discutere nel merito. Per quanto riguarda noi eurodeputati, se inserissimo i

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dettagli che i legislatori, non essendo del settore, potrebbero non aver considerato a sufficienza. L’auspicio è che la Commissione Von der Leyen non indebolisca questo metodo, che ha potuto funzionare nei decenni mantenendo un non trascurabile livello di fiducia reciproca tra le parti coinvolte a livello europeo.

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MONDO ASSOLATTE IL 2021 SARÀ L’ANNO DEI CIBI “AMICI DEL SISTEMA IMMUNITARIO”, COME YOGURT E LATTI FERMENTATI VOLANO GLI ACQUISTI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI CHE SOSTENGONO E RINFORZANO LE DIFESE IMMUNITARIE, SPINTI ANCHE DALLA PANDEMIA. IL VERO BOOM SARÀ NEI PROSSIMI MESI: L'AUMENTO DEI CONSUMI È UNO DEI DIECI TREND VINCENTI PREVISTI PER L'ANNO APPENA INIZIATO di Carmen Besta

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osa compreremo e mangeremo di più in questo 2021? Soprattutto alimenti funzionali, che aiutano a stare bene e contribuiscono alla salute del microbiota intestinale, dove si trova il 70% del nostro sistema immunitario. A indicarlo è l’analisi che Whole Foods realizza ogni dicembre e che individua le tendenze emergenti nel mondo alimentare per i 12 mesi successivi. Il primo dei dieci trend che si affermeranno nel corso di questo 2021 è la propensione a consumare più “functional foods”, come gli alimenti fermentati e i probiotici: al piacere e al gusto, alla comodità d'uso e alla versatilità, aggiungono anche la presenza di componenti benefiche per il sistema immunitario, come i lattobacilli e la vitamina D. Già oggi più di un quarto (27%) dei consumatori europei si alimenta con prodotti che aiutano a rafforzare il sistema immunitario e il 70% dei consumatori di yogurt riconosce i benefici della fermentazione, in particolare sull’efficienza delle difese dell'organismo. La crescita di interesse per gli alimenti “amici del sistema

immunitario" è frutto di un trend di lungo periodo, quale la maggiore attenzione a nutrirsi in modo salutistico, ma anche di un atteggiamento legato alla pandemia, ossia l’attenzione a seguire un’alimentazione che protegga dal Covid-19. In Italia il maggior ricorso ai “functional food” è già in atto: nell’ultimo anno le vendite di yogurt funzionali a difesa o rinforzo del sistema immunitario sono aumentate del 4,1% in volume e del 3,7% a valore, con punte sopra media per il kefir, di cui gli italiani sono grandi appassionati.

TRADIZIONALI E PROBIOTICI: L’UNIONE FA LA FORZA Altamente digeribili e sazianti, tutti i latticini fermentati sono alleati preziosi per il ripristino di una buona flora batterica. Lo yogurt e gli altri latti fermentati svolgono un’azione disintossicante, antinfiammatoria e protettiva che nessun altro cibo può vantare. Il consumo regolare consente un costante "ricambio" dell’ecosistema intestinale perché migliora la microflora e limita le conseguenze dei processi fermentativi.

I cibi fermentati, da sempre alla base delle tradizioni alimentari dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità (dieta mediterranea, messicana e giapponese washoku), apportano una serie di benefici sconosciuti ai più: favoriscono la digestione, prevengono le patologie infiammatorie, depurano l’organismo e aiutano a mantenersi in forma.

Complessivamente, in 12 mesi i consumatori hanno comprato nella Gdo italiana 19 milioni di kg di yogurt e latti fermentati che hanno effetti benefici sul sistema immunitario, pari a una spesa che sfiora gli 85 milioni di euro annui. I maggiori consumatori di yogurt “amici del sistema immunitario" sono gli abitanti di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta, che coprono quasi un terzo dei volumi venduti nella distribuzione moderna. Ma ad aver aumentato di più gli acquisti, nel corso dell’ultimo anno, sono state le regioni meridionali, che ne hanno registrato l’8,3% in più rispetto all’anno precedente.

SEMPRE PIÙ YOGURT IN CINA È dal 2010 che nel paese asiatico crescono costantemente i consumi di yogurt, al ritmo del 10% annuo. Se il latte è consumato per le sue proprietà nutrizionali e perché adatto ai bambini, in Cina lo yogurt è scelto non solo per il contenuto di fermenti lattici, ma per il fatto che buona parte dei cinesi è intollerante al lattosio e dunque con esso possono essere mitigate le possibili reazioni avverse. L’introduzione sul mercato negli anni ’90 dello yogurt in vasetti, che ha soppiantato quello nei contenitori in vetro, ha contribuito a diffonderne i consumi che sono via via aumentati con i prodotti aromatizzati, quelli alla frutta e i probiotici, ritenuti benefici per la salute, fino a raggiungere nel 2017 un valore globale di mercato pari a 17 miliardi di dollari. La comodità di fruizione ha premiato in particolare lo yogurt da bere, le cui vendite sono cresciute del 62% nel periodo 2011-2016 e il cui valore si stima arriverà a 10 miliardi di dollari nel 2021.

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MONDO ASSOLATTE “BRAIN DETOX”: LA DIETA PER RIPULIRE IL CERVELLO DALLE TOSSINE E AVERE UNA MEMORIA DI FERRO DIFFICOLTÀ DI CONCENTRAZIONE, VUOTI DI MEMORIA E RICORDI VAGHI: SONO I SINTOMI DEL DECLINO COGNITIVO CAUSATO DA ETÀ E MALATTIE. MA LO SI PUÒ CONTRASTARE. COME? SCEGLIENDO GLI ALIMENTI GIUSTI (COME I FORMAGGI) E ADOTTANDO ALCUNE BUONE ABITUDINI QUOTIDIANE

di Carmen Besta

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l declino cognitivo, con la difficoltà a concentrarsi e la perdita della memoria, è uno dei problemi legati all’avanzare dell’età. La cattiva notizia è che compare sempre più presto, a causa di alcune malattie e dell’over information a cui siamo sottoposti nel terzo millennio. La buona notizia è che il declino cognitivo si può combattere con la ginnastica neuronale, la dieta giusta e uno stile di vita sano. A rivelarlo sono molti recenti studi scientifici, a cui è dedicato l’ultimo numero, l’84esimo, de Lattendibile, la newsletter nutrizionale di Assolatte, che parte dall’ultima eccezionale scoperta: la capacità di una sostanza di ripulire gli ingranaggi della memoria, mantenendoli in piena efficienza.

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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.

Nutriamo insieme l’oggi e il domani


MONDO ASSOLATTE LA MOLECOLA "SALVA MEMORIA" ABBONDA NEI FORMAGGI Il suo nome è spermidina e, stando a uno studio recentemente pubblicato, sarebbe in grado di ripristinare la memoria grazie alla sua azione di “pulizia” degli aggregati proteici tossici accumulati nel cervello. Tra i cibi più ricchi di spermidina ci sono i formaggi stagionati e il salmone. Tra i vegetali, spiccano invece i funghi, le pere, le patate, i piselli, i broccoli e il cavolfiore, seguiti da frutta secca (soprattutto pistacchi, mandorle e nocciole), semi e prodotti a base di soia fermentata come il miso), legumi e cereali integrali. Qualche anno fa, un altro studio aveva dimostrato l’efficacia della spermidina nella prevenzione del rischio di malattie cardiovascolari, soprattutto negli uomini. Ma non è tutto. Un’assunzione elevata di spermidina è correlata a un rischio di mortalità più basso: uno studio prospettico basato sulla popolazione ha dimostrato che questa sostanza avrebbe effetti positivi sulla longevità. SERVE ANCHE L’ALLENAMENTO C'è un nuovo tassello da aggiungere alle informazioni già note sul cervello: alcune sue aree sono particolarmente sensibili all’invecchiamento, altre più resistenti, mentre altre ancora continuano a maturare. La rapidità nel ricordare fatti, collegarli e ripetere la trama di una storia, per esempio, risulta al massimo livello tra 15 e 20 anni, mentre la memoria visiva a breve termine raggiunge il picco poco dopo i 30 anni. La memoria a breve, in generale, migliora fino ai 25 anni per poi restare stabile fino ai 35. Probabilmente non c’è un’età in cui si arriva alla massima efficienza in

LA DIETA PER IL CERVELLO ESISTE: È LA MEDITERRANEA Tutti i nutrienti chiave per il cervello sono contenuti nella dieta mediterranea che, secondo uno studio australiano, sarebbe in grado di rallentare il declino cognitivo e di proteggere dallo sviluppo dell’Alzheimer. Nel corso della ricerca si è osservato che questo regime alimentare è in grado di potenziare le abilità cognitive, in particolare la memoria e la proprietà di linguaggio.

MAI SALTARE LA PRIMA COLAZIONE Gli studi mostrano che questa buona abitudine può influenzare in maniera determinante i processi mentali coinvolti nella creazione e nel recupero dei ricordi, nonché nella capacità di gestire le informazioni. Molti studi si sono concentrati sugli effetti della prima colazione su bambini e ragazzi, confermando univocamente che saltare il primo pasto della giornata compromette i risultati intellettivi. È stato dimostrato anche che un modesto incremento del glucosio circolante al mattino aumenta il rilascio di acetilcolina, un neurotrasmettitore importante per il buon funzionamento del cervello e strettamente correlato all’apporto di vitamine del gruppo B, come la B1.

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LA TUA SCELTA

CONTA

Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.

Ottima scelta.


MONDO ASSOLATTE

tutte le capacità intellettive: i neuroni cominciano a diminuire verso i 30 anni, ma alcune abilità maturano in seguito, anche dopo i 50 anni, come la capacità di codificare le emozioni altrui. A fare la differenza, però, è la “riserva cognitiva” dovuta alla sana abitudine di studiare, leggere, mantenere una vivace vita sociale e accumulare esperienze. Tenere efficiente la mente e attivare la propria “riserva cognitiva”: è questa l’arma più efficace contro il decadimento cognitivo. CONSERVARE LA MEMORIA CON L'ALIMENTAZIONE Tenere sotto controllo la pressione arteriosa ha un effetto protettivo nei confronti della memoria perché preserva la struttura cerebrale dalla compromissione vascolare. Ma una buona memoria si conserva anche riducendo il rischio di arteriosclerosi con un’alimentazione equilibrata, che è alla base della buona salute, compresa quella cerebrale. Nel cervello ci sono oltre 100 miliardi di neuroni collegati da una rete di 160mila chilometri di fibre

nervose che hanno bisogno di sostanze “mediatrici” apportate dagli alimenti, e di cui sono ricchi i prodotti lattiero-caseari, come il triptofano, la tirosina e la vitamina B6. FORMAGGI STAGIONATI COME "CARBURANTE" Particolarmente interessante per l’efficienza cerebrale è la tirosina, un amminoacido presente nelle proteine del formaggio che, con la stagionatura, si cristallizza. Di recente si è scoperto che la tirosina aumenta la disponibilità di dopamina, un neurotrasmettitore che, a sua volta, migliora le prestazioni cognitive, come la capacità di memoria e la prontezza mentale. Sempre nei formaggi stagionati si trovano altri due importanti “carburanti” per mantenerte il cervello attivo e vivace: sono la caseina e il siero di latte, che favoriscono la produzione di glutatione, l’antiossidante prodotto dal nostro organismo che agisce sulle funzioni cerebrali difendendole dalle malattie neurodegenerative.

Tutti gli approfondimenti sul nuovo numero de Lattendibile CURARE E CONSERVARE LA MEMORIA, IL RUOLO DEL CIBO. Lattendibile è la newsletter nutrizionale di Assolatte realizzata dalla dottoressa Samantha Biale, nutrizionista e giornalista.

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CORIPET: UN’ALTERNATIVA AL CONAI

GIOVANNI ALBETTI, DIRETTORE DEL CONSORZIO, CI SPIEGA IL FUNZIONAMENTO DEL NUOVO CONSORZIO AUTONOMO E VOLONTARIO PER LA GESTIONE DIRETTA DEGLI IMBALLAGGI IN PET PER LIQUIDI ALIMENTARI E I VANTAGGI PER LE IMPRESE DEL LATTE E DELLE BEVANDE A BASE DI LATTE di Leonardo Graverini

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er la gestione dei rifiuti di imballaggio non esiste solo il sistema CONAI-Consorzi di filiera. Il Codice ambientale prevede che gli operatori economici possano in alternativa organizzare anche sistemi autonomi riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente. Ne esistono ancora soltanto tre. Uno di questi è però particolarmente interessante per le imprese del settore lattierocaseario: il CORIPET, Consorzio volontario per la gestione diretta degli imballaggi in PET per liquidi alimentari. Ne parliamo con il Direttore del Consorzio Giovanni Albetti. Dr. Albetti, chi è CORIPET, come nasce e perché? CORIPET è un consorzio volontario senza fini di lucro tra produttori e riciclatori di bottiglie in PET, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e nasce perché alcune aziende che producono e utilizzano bottiglie in PET per confezionare i loro prodotti, liquidi alimentari, hanno deciso

di gestire in modo autonomo i propri imballaggi a fine vita. Invece di assolvere all’obbligo derivante dalla responsabilità estesa del produttore versando il contributo ambientale a CONAI, hanno scelto di consorziarsi e di assolvere in prima persona agli obblighi di legge. La mission è gestire direttamente il fine vita delle bottiglie dai propri associati, facendo rientrare i materiali recuperati in un modello di economia circolare, perché la vera sfida del Consorzio è l’attivazione del modello “bottle to bottle”: una filiera italiana chiusa per il riciclo del PET che consenta di donare alle bottiglie che hanno contenuto liquidi alimentari una seconda vita come bottiglia e non come altri oggetti. La bottiglia in PET (Polietilentereftalato) da simbolo del problema plastica diventa esempio virtuoso del nuovo modello di economia circolare, perché ha la caratteristica di essere riciclabile più e più volte.

Perché aderire a CORIPET? Quali sono i vantaggi per i soci e, in particolare, per le Aziende che producono latte alimentare e altre bevande, talvolta non solo a base di latte? Essenzialmente ruotano attorno alla gestione diretta del fine vita e del riciclo del proprio imballaggio: l’importo del contributo di riciclo, la gestione diretta con la suddivisione tra i soci dell’R-PET (ossia il PET riciclato) raccolto tramite eco compattatori e un’attività di ricerca e miglioramento delle attività di riciclo volte a migliorare l’intera filiera del riciclo. Questo ultimo punto è particolarmente importante nell’ottica di attivare un flusso dedicato alla selezione e riciclo delle bottiglie PET opache e bianche, molto utilizzate nel comparto latte. Il Contributo di Riciclo Coripet (di solito abbreviato in CRC) dunque è la forma di finanziamento attraverso la quale sono ripartiti

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i costi di gestione del fine vita degli imballaggi immessi sul mercato dai propri Consorziati ed i valori economici per il 2021 sono di 198,00 €/tonnellata per le preforme, le bottiglie, altri contenitori come ad esempio i boccioni, di 460,00 €/tonnellata per le etichette, i tappi, le chiusure e i coperchi. Il modello Coripet da un lato si inserisce con continuità nell’attuale modello organizzativo della raccolta differenziata affiancandosi a CONAI nel versare i maggiori oneri ai comuni, dall’altro la implementa con la raccolta selettiva delle bottiglie in PET tramite eco-compattatori. Più in particolare, cosa fa CORIPET, come opera per raggiungere i propri obiettivi e in cosa si differenzia da COREPLA? L’11 maggio 2020 è stato siglato il primo accordo nazionale tra CORIPET e ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Si tratta di un accordo importante, perché definisce le regole tecniche, operative ed economiche tra i Comuni ed il Consorzio. Grazie all’accordo, gli eco-compattatori intelligenti CORIPET possono essere installati sia dai Comuni che dalle catene della GDO. Nel corso del 2020 Coripet ha iniziato la sua opera sul mercato e, in forma di concorrenza con COREPLA, una delle attività è

stata proprio quella di spiegare il modello CORIPET ed il significato di EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) che ne sta alla base e da cui discende la provenienza dei contributi economici a copertura dei maggiori oneri sulla raccolta differenziata. Fino a maggio del 2020, per il flusso plastica, i corrispettivi di raccolta arrivavano solo da COREPLA, mentre oggi vengono riconosciuti anche da CORIPET. Correlativamente a questo concetto, è stato possibile spiegare che la convenzione con CORIPET non cambia nulla sul piano operativo, perché grazie all’accordo con ANCI CORIPET si affianca a COREPLA nella gestione dei corrispettivi ai comuni, perché usa lo stesso schema usato dal quest’ultimo ma con corrispettivi migliorativi (+ 6 euro a tonnellata). Quindi, con l’ingresso di CORIPET sul mercato, il flusso dei materiali non muta, né si duplica la modalità di raccolta della plastica. L’esempio viene dalle infrastrutture ferroviarie, energetiche, di telecomunicazioni: l’infrastruttura è aperta a tanti operatori attivi sul mercato a valle, non si può impedire che un altro operatore la utilizzi dietro corrispettivo. I cassonetti stradali o l’organizzazione del porta a porta sono paragonabili

a quelle infrastrutture. Così, per il cittadino consumatore, non importa se le bottiglie in PET abbiano pagato il contributo per il riciclo a CORIPET o a COREPLA, perché a valle c’è un sistema che è stato in grado di trovare il modo per ripartire equamente i costi e avviare tali bottiglie a riciclo. Cosa prevedete nel prossimo futuro per il PET e per l’attività di CORIPET? I tavoli “digitali” tenutisi in epoca Covid-19 con le Istituzioni sono stati l’opportunità per analizzare ed ipotizzare un quarto concetto, quello più importante per il futuro di tutti noi cittadini, legato all’emanazione della Direttiva (UE) n. 2019/904 (la cosiddetta Direttiva SUP) sulla riduzione degli imballaggi e degli oggetti in plastica monouso e dei prodotti in plastica oxo-degradabile. Questa Direttiva prevede che entro il 2025 debba essere raccolto il 77% delle bottiglie in PET immesse sul mercato e che ogni bottiglia dovrà contenere almeno il 25% di PET riciclato idoneo al diretto contatto alimentare. Ed è per raggiungere questo obiettivo che CORIPET ha previsto la rete di ecocompattatori intelligenti: a differenza della raccolta tradizionale, la raccolta selettiva a ciclo chiuso, come prevede il Regolamento europeo del 2008, consente di produrre R-PET idoneo per il bottle to bottle e avviene tramite eco-compattatori installati sia su superfici pubbliche che su superfici private. Siccome il modello standard CORIPET non pone in capo a chi ospita gli eco-compattatori dei costi diretti, il successo della rete CORIPET è crescente. A Roma sono oltre 3 milioni le bottiglie raccolte in pochi mesi attraverso gli eco-compattatori installati nella stazione della metropolitana, oltre 9 milioni di bottiglie quelle raccolte in Campania assieme alla catena Decò. Grazie Dr. Albetti e buon lavoro.

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UN ANNO DI SFIDE di Katia Bellantone

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edicata alle nuove sfide che il settore caseario europeo dovrà affrontare nel prossimo futuro, quest’anno l’Assemblea Eda si è tenuta in forma ridotta e online. È stato il presidente Michel Nalet a tirare le somme di un anno complesso e difficile, che ha messo alla prova la tenuta del settore caseario. “Sembra passato un secolo dall’ultima volta che ci siamo incontrati nell’ottobre 2019 a Vienna – ha esordito il presidente – tante cose sono successe da allora, ma, Covid a parte, abbiamo assistito soprattutto a un cambio epocale della Commissione, oggi completamente rinnovata e con ambizioni dal respiro globale”. L’11 dicembre 2019 Ursula von der Leyen e Frans Timmermans hanno presentato il Green Deal, con il chiaro obiettivo di cambiare il modo in cui operiamo nelle nostre economie. “Lo stesso giorno – ha sottolineato Nalet con una punta d’orgoglio – l’Eda ha pubblicato la prima analisi sul tema relativa proprio al Green Deal, un ampio e dettagliato documento che evidenzia gli impegni del settore e fornisce il nostro punto di vista sul nuovo approccio di sostenibilità economica, sociale e ambientale”. Un compendio che dimostra l’enorme lavoro svolto negli ultimi anni per un futuro più verde del comparto. Il settore dovrà gestire più di 120 iniziative legislative che la Commissione intende emanare nei prossimi anni, dalle norme sull’etichettatura ai meccanismi di adeguamento ai limiti di emissioni. “Una complessità – ha continuato il presidente – che non può essere gestita

individualmente da nessuna azienda. Dovremo rivedere, adattare e adeguare i nostri metodi di lavoro, per affrontare sfide che riguardano l’attuazione operativa e la formazione del quadro normativo”. Intanto a Bruxelles cambiano anche gli interlocutori. Il Commissario per l’Agricoltura ha perso peso politico e potere decisionale, tant’è vero che Wojciechowski non era presente quando è stata lanciata la strategia From Farm to Fork. “Le cose sono cambiate – ha detto Michel Nalet – e sono cambiate in un mondo rallentato dalla crisi sanitaria”. Ma Eda non è rimasta ferma. “Appena abbiamo avuto la sensazione che gli Stati membri avrebbero avviato piani di restrizione Covid-19 e aumentato gli ostacoli al funzionamento delle catene di approvvigionamento – ha ricordato Nalet – abbiamo allertato la Commissione europea e tutti gli Stati membri e mantenuto le linee di scambio tra noi e gli interlocutori istituzionali”. Eda ha ottenuto una dichiarazione dell’Efsa sulla non rilevanza del cibo nella trasmissione del coronavirus, fondamentale per continuare gli scambi. Inoltre, ha contribuito alla definizione del programma di aiuti all’ammasso privato. L’associazione ha lavorato in modalità emergenza per affrontare la crisi, continuando a occuparsi dei temi chiave: la difesa del mercato unico, dell’immagine e della reputazione del latte e dei prodotti caseari, le discussioni sul futuro della Pac, dove ha ottenuto un voto favorevole

Michel Nalet

Ursula von der Leyen

Frans Timmermans

per una miglior tutela delle denominazioni dei prodotti lattiero-caseari, l’impegno sul fronte del commercio internazionale con enormi turbolenze con gli Stati Uniti e l’offerta prematura e imprudente dell’Ue alla Nuova Zelanda. “Nulla ci permette di dire che il ritmo delle sfide e dei cambiamenti rallenterà negli anni a venire”, ha concluso Nalet. Gli ultimi dodici mesi hanno dimostrato che tutti i membri dell’Eda, le federazioni nazionali e le aziende lattierocasearie necessitano di un’associazione all’altezza delle sfide: Eda ha dimostrato la sua capacità di fornire risultati.

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ATTUALITÀ_EDA FLASH STALLO SULLA NUOVA PAC Proseguono con difficoltà i negoziati per l’approvazione della nuova Pac. Gli agricoltori hanno ottenuto l’estensione del periodo di transizione e continueranno a ricevere aiuti diretti fino alla fine del 2022. Il vicepresidente Timmermans, "padre" del Green Deal, non è soddisfatto della posizione di Parlamento e Consiglio, reputando il testo non in linea con gli obiettivi del grande progetto ambientale e cerca di mobilitare l’opinione pubblica.

PROTEINE VEGETALI: FRANCIA AUTARCHICA La Francia persegue con ostinazione l’obiettivo dell’autonomia nella produzione di proteine vegetali (principalmente soia) per bloccare le importazioni dal Brasile. Il governo francese utilizzerà il Recovery Fund per realizzare il suo progetto di produrre internamente la soia destinata ai mangimi. In Francia è già diffusa l’etichettatura Ogm free feed e analoghe, anche su iniziativa di Carrefour.

LA SVOLTA DI UNILEVER Unilever ha annunciato il suo nuovo obiettivo di raggiungere, entro i prossimi cinque o sette anni, 1 miliardo di vendite annuali di prodotti a base vegetale, che si propongono come alternative alla carne e al latte.“L'azienda spera inoltre di dimezzare gli sprechi alimentari e raddoppiare il numero di prodotti che forniscono un'alimentazione positiva a livello globale entro il 2025, fissando obiettivi concreti per ridurre le calorie, nonché i livelli di sale e zucchero in tutti i prodotti”.

ETICHETTATURA NUTRIZIONALE: IN EUROPA POSIZIONI DISTANTI La ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova ha annunciato pubblicamente che al momento non c’è margine per un compromesso in seno al Consiglio europeo sul tema dell’etichettatura nutrizionale. Da colloqui informali avuti con la rappresentanza permanente a Bruxelles, è emerso che i ministri dell’Agricoltura europei si dividono tra sostenitori del Nutriscore (Francia, Germania, Belgio) e tutti gli altri che vorrebbero mantenere i propri sistemi nazionali: l’Italia il Nutriform e i Paesi del nord Europa il Keyhole.

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L’INTENSITÀ


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ETICHETTATURA NUTRIZIONALE POSIZIONI ANCORA MOLTO DISTANTI. NULLA DI FATTO ALL’EUROPEAN FOOD FORUM di Katia Bellantone

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on la Farm to Fork strategy, la Commissione Europea ha confermato l’intenzione di proporre l’etichettatura nutrizionale obbligatoria frontof-pack: il sistema attuale non sarebbe più sufficiente per una corretta informazione. Trovare il sistema giusto, però, sembra una “mission impossible”: il mercato unico chiede regole armonizzate, ma la cultura alimentare nell’Ue è molto variegata. Inoltre, l’etichettatura deve essere di immediata comprensione e non discriminare o demonizzare singoli alimenti. Come noto, la Commissione vuole pubblicare la propria proposta nel 2022, mentre molti si sono già mossi, con il “semaforo” del Regno Unito, il Nutriscore francese, sposato da Belgio, Paesi Bassi, Germania, Lussemburgo e Spagna, il NutrInform Battery italiano e il Keyhole dei Paesi nordici. Su questo importante e delicato tema, si è tenuto un interessante incontro virtuale, organizzato dall’European Food Forum, organismo indipendente che promuove il dialogo tra responsabili politici, attori della filiera, società civile, mondo accademico e istituzioni. Sono emerse posizioni molto diverse. A partire dalle deputate Michèle Rivasi e Alessandra Moretti, che hanno sostenuto tesi diametralmente opposte, anticipando il leitmotiv degli altri interventi. Nutriscore sì per la francese, che è del gruppo dei Verdi e che ha concluso il proprio intervento con un ironico “goodbye junk food”. No al Nutriscore, invece, per la deputata italiana Alessandra Moretti, che ha accusato il sistema a colori di essere fuorviante per i consumatori e penalizzante per i prodotti. Sabine Juelicher, direttore generale Food and feed safety, della DG Sante della Commissione europea, ha ricordato le proposte che la Commissione intende pubblicare nei prossimi mesi. Bisogna trovare un sistema unico obbligatorio che permetta ai consumatori di operare scelte più consapevoli. Le norme saranno comunque precedute da studi di impatto. L’intervento della rappresentante della

Commissione ha messo in luce un aspetto preoccupante: il sistema dovrà essere utile ai consumatori e spingere le aziende verso la riformulazione dei prodotti. Peccato che molti prodotti della dieta base non possano essere riformulati e quelli riformulati non siano necessariamente più salutari. Gli accademici che si sono alternati nel dibattito hanno presentato in modo chiaro ed efficace le proprie ragioni. Chantal Julia, ricercatrice francese che ha contribuito a costruire l’algoritmo del Nutriscore, ha spiegato la ratio del sistema ed elencato i risultati positivi ottenuti. Ha ammesso, però, che qualunque sistema – anche il Nutriscore – è solo parziale e non può sostituirsi all’educazione alimentare. C’è bisogno di un consumatore consapevole, che capisca che i prodotti etichettati come

GUIDARE IL DIBATTITO POLITICO PER UN SISTEMA ALIMENTARE SOSTENIBILE

“A verde” non possono comunque essere consumati senza limiti. La nutrizionista olandese Manon Van Eijsden ha invece elencato le falle del Nutriscore. A suo avviso, il metodo presenta delle contraddizioni e potrebbe essere addirittura dannoso per i consumatori che non hanno conoscenze di base e che si affidano completamente all’etichetta. Il problema chiave sarebbe nell’algoritmo, che non considera i nutrienti positivi e non opera distinzioni tra prodotti della stessa categoria. Per i consumatori hanno preso la parola Emma Calvert del Beuc e Agostino Macri di Unc, anche loro su posizioni opposte. Beuc è pro Nutriscore, perché facilmente comprensibile

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dal grande pubblico. Però non si interroga sugli aspetti ingannevoli e sulle pratiche commerciali legate al suo utilizzo e sulla sua efficacia sulla salute. Macrì, invece, ha espresso con forza l’opposizione dei consumatori italiani al Nutriscore. Molto ampio il panel delle imprese, con Delhaize, Mars, Zanetti e Copa cogeca. Il gruppo Delhaize ha esposto con orgoglio le proprie pratiche legate al Nutriscore: 20% di sconto sui prodotti con score verde e una carta a punti per chi acquista prodotti salutari. Mars, dal canto suo, ha espresso grandi perplessità sulla questione porzioni e sulla demonizzazione dei prodotti dolciari che, se inseriti in una dieta equilibrata e in uno stile di vita sano, non sono pericolosi. Valentina Zanetti ha sottolineato che l’industria è a favore dell’etichettatura fronte pacco: il problema non è dove riportare informazioni già presenti nella tabella nutrizionale. Il Nutriscore, però, sembra un’operazione di marketing più che di informazione al consumatore. Ed è strano che la Commissione abbandoni il suo ruolo super partes, sostenendolo. Non bisogna fornire informazioni semplificate, ma complete, perché un sistema semplice non è in grado di sintetizzare le qualità del prodotto, di

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distinguere tra nutrienti essenziali e aggiunti, di permettere l’inserimento di un alimento in una dieta complessa. Un bollino, cioè, non aiuterà i consumatori a fare scelte equilibrate, soprattutto se ultra semplificato. Zanetti ha anche chiesto di dire basta alla retorica che contrappone gli interessi delle aziende a quelli dei consumatori. La conclusione è spettata ai rappresentati dei governi, perché a Bruxelles in questo momento la discussione sui sistemi di etichettatura fronte pacco è molto accesa al Consiglio europeo. E se l’ambasciatore tedesco si è detto a favore del Nutriscore, la direttrice dell’Agenzia svedese per l’alimentare ha difeso il Keyhole e il diritto di ciascun Paese a mantenere il proprio sistema, è stato l’ambasciatore italiano Michele Quaroni ad anticipare quanto poi annunciato dalla ministra Teresa Bellanova qualche giorno dopo, e mettere un freno alle ambizioni della presidenza tedesca di delineare i criteri per un sistema europeo armonizzato. L’Italia ha abbandonato il tavolo di discussione sulle Fop in Consiglio e bloccato ogni tentativo di compromesso. Qualunque proposta che somigli al Nutriscore verrà osteggiata. C’è margine, invece, per continuare il dialogo su presupposti più moderati, neutrali, scientifici.

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ATTUALITÀ_FIL/IDF

SALUTE ANIMALE: PUBBLICATO IL NUOVO REPORT di Chiara Fabrizi

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a Fil/Idf ha pubblicato un nuovo “Animal Health Report”. Si tratta della 14ma edizione di questo documento, con il quale la Federazione divulga molte informazioni sul ruolo della salute e del benessere degli animali da latte nello sviluppo sostenibile e le migliori pratiche di benessere che possono essere implementate nei sistemi di produzione, con risultati quantificati. L’obiettivo principale della relazione (scaricabile gratuitamente dal sito della Federazione) è facilitare lo scambio di conoscenze sulla salute degli animali, promuovere e sviluppare le migliori pratiche nel settore lattiero-caseario e condividere esempi pratici e prove di come il benessere degli animali contribuisca alla gestione e alla produzione animale sostenibili. La pubblicazione contiene numerosi esempi per dimostrare il ruolo dell’animal health nello sviluppo sostenibile e nella sicurezza alimentare e come tutto ciò abbia un impatto e una rilevanza per il sostentamento delle persone in un contesto globale. In quest’ultima edizione, accanto agli esempi e alle esperienze fatte in Cile, Germania, Norvegia e Cina, anche l’Italia ha fornito il proprio contributo presentando il sistema ClassyFarm. L’articolo evidenzia come ClassyFarm sia un sistema integrato finalizzato alla categorizzazione

dell’allevamento in base al rischio. È un’innovazione tutta italiana, che consente di facilitare e migliorare la collaborazione e il dialogo tra gli allevatori e l’autorità competente per elevare il livello di sicurezza e qualità dei prodotti della filiera agroalimentare, alla luce della recente normativa europea in materia di Animal Health Law e di Official controls. ClassyFarm è inserito nel portale nazionale del ministero della Salute su tutto ciò che riguarda gli aspetti veterinari e consente la rilevazione, la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi alle molte aree di valutazione, quali biosicurezza, benessere

animale, parametri sanitari e produttivi, alimentazione animale, consumo di farmaci antimicrobici e lesioni rilevate al macello. Si tratta di uno strumento volto a rafforzare la prevenzione delle malattie animali e la lotta all’antimicrobico-resistenza e rendere più efficiente il controllo ufficiale da parte delle autorità competenti; ma, nello stesso tempo, offre agli allevatori le condizioni per migliorarsi e tendere all’eccellenza. Altri articoli riguardano esperienze in Olanda, Sud Africa, Nuova Zelanda, Stati Uniti, così come testimonianze di attività che hanno coinvolto più Paesi. “La salute e il benessere degli animali sono una parte intrinseca dello sviluppo sostenibile, che ha un impatto sui mezzi di sussistenza delle persone in tutto il mondo – ha affermato Caroline Emond, direttrice generale della Fil/Idf – è essenziale per il sistema di produzione, dall’azienda agricola al consumatore, indipendentemente dalla scala industriale, dalle dimensioni dell’azienda o dalla specie. La Fao collega sistemi di allevamento sostenibili a tutti i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) – ha concluso Emond – e il benessere degli animali è considerato una componente fondamentale della produzione sostenibile”.

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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA

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ATTUALITÀ IL LATTE NELLE DIETE SOSTENIBILI, EQUILIBRIO TRA NUTRIENTI E AMBIENTE di Ivana Gandolfi - Parmalat R&D - responsabile area scientifica; membro Idf Scnh (Standing Committee Nutrition and Health)

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l concetto di sistema alimentare sostenibile ormai è entrato nella vita di tutti. Per la maggior parte delle persone significa che gli alimenti devono essere prodotti nel rispetto dell’ambiente e degli animali, oltre a essere buoni e nutrizionalmente adeguati. Ma la sostenibilità è qualcosa in più: secondo la definizione della Fao, tale concetto comprende anche gli aspetti culturali, sociali ed economici.

Negli ultimi anni scienziati e istituzioni hanno pubblicato numerosi documenti e linee guida che illustrano i punti fondamentali di una dieta salutare e sostenibile. Si evince la tendenza a promuovere una dieta basata prevalentemente su alimenti di origine vegetale riducendo quelli di origine animale, in particolare la carne. Solo alcuni esempi. Le linee guida Oms/Fao (2019) per una dieta salutare e sostenibile

CULTURA

SALUTE & NUTRIZIONE

DIETE SOSTENIBILI

AMBIENTE

ECONOMIA Un sistema sostenibile, pertanto, deve essere fatto da alimenti sicuri e di buona qualità nutrizionale, la cui produzione deve essere rispettosa dell’ambiente, delle pratiche agricole e di allevamento e attenta alle biodiversità. Inoltre, deve essere fatto da alimenti che abbiano un costo accessibile per la popolazione a cui sono destinati e che siano anche culturalmente accettabili, sia da un punto di vista religioso che delle tradizioni locali.

parlano dell’importanza di spostarsi verso alimenti di origine vegetale, riducendo o abbandonando (away from) quelli di origine animale, anche se in un altro punto del documento riconoscono il ruolo del latte per la salute. La Commissione Eat-Lancet (30 scienziati internazionali), nel famoso articolo Food in the Anthropocene (2018), indica che per raggiungere gli obiettivi Onu 2030 è necessario passare a una dieta salutare e sostenibile, dove sono presenti

piccole quantità di alimenti di origine animale. Così come nel Report “Diet for a better future” (2020), la Commissione EatLancet ha classificato il latte e i suoi derivati come “opzionali” nella scala dei prodotti “da promuovere - opzionali - da limitare”, sulla base del valore per la salute e dell’impatto ambientale. Idf, grazie all’attività dei nove comitati permanenti del Science program coordination committee (Spcc), risponde con articoli dedicati (position paper) e risposte puntuali a pubblicazioni che ritiene contengano “affermazioni non propriamente science based”. Il Comitato permanente Nutrizione e salute (Scnh), ha risposto ai documenti sopracitati: – esprimendo apprezzamento quando è riconosciuto il ruolo dei latticini nelle diete sane e sostenibili, così come quando è evidenziato il ruolo dell’alimento e della dieta e non esclusivamente quello dei singoli nutrienti; – esprimendo disaccordo sia con la raccomandazione che suggerisce opzionalità per i latticini, piuttosto che necessità, sia con la classificazione in funzione dei singoli nutrienti, perdendo così il valore aggiunto della sinergia e dell’effetto matrice; – ricordando che le linee guida di tutto il mondo (database Fao) consigliano il consumo di latticini a supporto del fatto che latte, yogurt e formaggio fanno parte di schemi dietetici sani e sono associati a effetti positivi per la salute; – riconoscendo che ogni produzione alimentare ha

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ATTUALITÀ un “costo” ambientale, ma che è importante valutarlo nel contesto dei “dividendi” nutrizionali forniti dall’alimento; – confermando che la comunità lattiero-casearia sostiene gli obiettivi di promuovere diete sane all’interno di sistemi alimentari sostenibili per produrre in modo sostenibile cibo sufficiente per 10 miliardi di persone entro il 2050, ma non supporta raccomandazioni non scientifiche e inesatte che limitano opzioni sane e nutrienti, come i latticini. L’impatto ambientale di un alimento viene principalmente espresso in grammi di CO2 equivalente/kg di prodotto, che comprende le emissioni di anidride carbonica, metano e protossido di azoto. Secondo i dati Fao (2016) la produzione di latte ha un impatto ambientale “medio”, legato soprattutto alla produzione dell’alimento, in termini di suolo utilizzato per la produzione dei foraggi per il bestiame, di consumo di acqua, di emissioni di anidride carbonica e metano della stalla. Incidono anche i processi di trasformazione, l’imballaggio e il trasporto dallo stabilimento di produzione alle nostre tavole. Ma questo metodo ha il consenso di tutto il mondo scientifico? In altre parole, è veramente l’unico metodo per il calcolo della sostenibilità? Nell’ultimo decennio molti ricercatori si stanno interrogando sulla sua adeguatezza. Ci si chiede quale sarebbe l’impatto ambientale dei prodotti animali, e del latte e i suoi derivati in particolare, se si ragionasse in termini di grammi di CO2 equivalente per quantità di nutrienti richiesti giornalmente per il buon funzionamento dell’organismo, anziché per kg di prodotto. Con questo tipo di approccio, secondo alcuni scienziati, i latticini risulterebbero meno penalizzati rispetto ai prodotti

di origine vegetale. Un esempio pratico: la quantità di CO2 equivalente per assicurare all’organismo 1000 mg di calcio (quantità giornaliera adeguata secondo i Larn (livello di assunzione di riferimento dei nutrienti), sarebbe più alta o più bassa se attingessimo il calcio solo da acqua e fonti vegetali? Una recente review (Drewnowsky 2020) afferma che l’attuale metodo di espressione ha delle limitazioni e che la percezione comune che gli alimenti a base vegetale abbiano un minore impatto ambientale rispetto a quelli di origine animale può essere determinata proprio dal metodo di calcolo espresso su kg di prodotto. Lavori scientifici, continua la review, suggeriscono che si ottengono valori diversi quando il costo ambientale, compresa l’emissione di CO2, è calcolato in relazione ai nutrienti essenziali per l’organismo. Negli ultimi anni sono stati sviluppati in diverse aree del mondo alcuni “modelli di calcolo” che considerano il valore nutrizionale dell’alimento, come in Olanda (Linear programming models like Optimeal®) e in Nuova Zelanda presso The New Zealand Riddet Istitute: occorre ancora tanto lavoro per armonizzare e consolidare

SICUREZZA DEI LATTICINI E DEI NUTRIENTI

dati di letteratura sperimentali promettenti. Idf sta lavorando per attivare un gruppo di ricerca plurifunzionale (cross-standing committee effort), per produrre modelli e documenti che considerano gli effetti ambientali della produzione alimentare in relazione al fabbisogno di nutrienti e sviluppare, alla fine, uno o più indicatori di sostenibilità ambientale che considerino la qualità dei nutrienti e, se possibile, in una fase successiva gli aspetti economici e culturali. Il latte è un alimento ricco di nutrienti, conveniente da un punto di vista economico in rapporto al valore nutrizionale e accettabile da un punto di vista socio-culturale; ha soltanto un medio costo ambientale per la sua produzione. Tutto questo lo confermano anche “Le linee guida italiane per una sana alimentazione, rev. 2018”, sottoscritte nella prefazione da Who e Fao, dove nel capitolo “Sostenibilità delle diete” dichiarano che latte e yogurt sono alimenti importanti per l’equilibrio della dieta con un “ridotto impatto ambientale”. È sufficiente quest’ultimo aspetto per cancellare tutti gli altri benefici e far pendere la bilancia in negativo? No, è solo un fatto di equilibrio.

LATTICINI E AMBIENTE

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ATTUALITÀ_NEWS TALEGGIO DOP TORNA A "QUADRARE" ON AIR E ONLINE Nuova campagna, sempre retta dal claim "Con il Taleggio Dop in tavola tutto quadra", ideato da Pietro Verri e già lanciato l’anno scorso dal gruppo This is Ideal, al quale il Consorzio ha affidato un piano di comunicazione omnichannel. Anche questa volta il concept “tutto quadra”, che gioca ironicamente sulla forma quadrata del formaggio Dop, ha trovato gustose esecuzioni. Se a quadrare in tv è un’intera tavola imbandita, dall’ingresso in scena della forma del Taleggio Dop evocata da un tagliere quadrato, a quadrare sul web sono i volti delle persone che lo assaggiano, ma anche gli ambienti circostanti, a sottolineare il gusto unico e sorprendente di questa eccellenza casearia e culinaria adatta proprio a tutti.

ASIAGO DOP, APPROVATO NUOVO PIANO PRODUTTIVO Dopo l’introduzione del nuovo disciplinare di produzione, che punta sulla valorizzazione dell’equilibrio ambientale, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago annuncia un nuovo, importante passo dedicato all’equilibrio produttivo con l’introduzione del piano di regolazione dell’offerta per gli anni 2021-2023. Il piano diventerà vincolante per tutti i caseifici produttori e avrà durata triennale. La progettazione punta a completare il percorso avviato dalle modifiche del disciplinare con una programmazione finalizzata all’equilibrio tra domanda ed offerta. Una decisione che sostiene l’impegno nel rafforzamento del legame col territorio e le scelte orientate a un equilibrio ambientale perseguite con percorsi produttivi sostenibili, fondati sul rispetto della biodiversità, utilizzando pratiche tradizionali di produzione attente al benessere degli animali. Il piano prosegue nella semplificazione del meccanismo di regolazione dell'offerta favorendo l’allineamento tra produzione e domanda, a beneficio di produttori e consumatori.

CONSORZIO GORGONZOLA, NUOVO SPOT IN TV E SUI SOCIAL Tra novembre e dicembre il Gorgonzola Dop è tornato in tv con uno spot pubblicitario tutto da “gustare” dal primo all’ultimo dei 30 secondi del filmato. A realizzare e a pianificare la campagna – la prima lanciata dopo gli spot degli scorsi anni che avevano per protagonista Antonino Cannavacciuolo – è stata Metrix Communication, l’agenzia di Giorgio Azzali scelta dal Consorzio per la tutela del Formaggio

Gorgonzola, consorzio che proprio quest’anno festeggia 50 anni di vita. “Dolce o Piccante, si dice Gorgonzola Dop. E hai detto gusto” è l'assunto dello spot tv, proposto nei tagli 30, 15 e 10 secondi sulle reti Rai. La creatività dello spot è del direttore creativo e Cìcopy Giancarlo Broggi, coadiuvato da Alberto Piccolini in qualità di art director. Casa di produzione Bedeschi Film, con la regia di Bellone e Consonni (per tutta

la parte people e live action), e di Luca Perazzoli per tutto l’aspetto table top. Il planning, messo a punto dalla divisione media di Metrix Communication guidata da Laura Rizzini, ha previsto l’utilizzo di tv, web tv (su Raiplay e sulla pagina Youtube della Rai), stampa quotidiana e portali specializzati. Inoltre, ricette di blogger e chef a base di Gorgonzola Dop si sono alternate sul portale Giallo Zafferano per un mese.

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ATTUALITÀ _NEWS NONNO NANNI LANCIA IL CAPRINO DI LATTE DI CAPRA Il latte di capra è un alimento importante all’interno di una dieta varia ed equilibrata. Nonno Nanni, da sempre attento a proporre prodotti genuini, ha lanciato il nuovo Caprino di latte di Capra Nonno Nanni, fatto con 100% di latte di capra e realizzato con una nuova grafica. Fresco, cremoso e intenso, il Caprino di Latte di Capra Nonno Nanni è un formaggio

dal gusto deciso e irresistibile al palato. La sua pasta cremosa e spalmabile lo rende l’alternativa perfetta per realizzare gustosi spuntini con il pane e per ricette creative come insalate, frittate, verdure fresche o al forno, antipasti leggeri e piatti che conciliano la leggerezza con il gusto. Il Caprino di latte di capra Nonno Nanni si presenta dunque come l’alleato ideale per un’alimentazione equilibrata. Inoltre, è adatto a una dieta vegetariana. Il Caprino non è l’unica referenza prodotta con latte di capra dal caseificio veneto. Nella vasta gamma di prodotti, infatti, era già presente la Robiola di Capra in confezione da 100 grammi. Un formaggio fresco con un gusto che bilancia intensità e delicatezza e che presenta ora un look rinnovato, in linea con la brand image di Nonno Nanni. La confezione della Robiola, come quella del

Caprino, si distingue a colpo d’occhio per la presenza, sul lato, del binomio insalata e pomodori che caratterizza la gamma di prodotti Nonno Nanni. Inoltre, il restyling evoca maggiormente la natura del formaggio 100% caprino con l’immagine di una capra in primo piano che fa capolino sul nuovo pack.

MÜLLER, 25 ANNI “D'AMORE” CON GLI ITALIANI Müller ha festeggiato i 25 anni dalla costituzione della sede italiana di Verona. Per il colosso europeo del lattiero-caseario, il venticinquennale di Müller Italia è stata l'occasione per celebrare una storia d’amore a prima vista con i consumatori italiani. In Italia, Müller si colloca al secondo posto per market share nel mercato dello yogurt, un segmento del lattiero-caseario che, secondo rilevazioni Iri, nel 2019 ha fatto segnare un valore di 1,35 miliardi di euro per 344 milioni di kg di prodotto e più di 1 miliardo di confezioni. L’ingresso in Italia di Müller, nel 1995, ha svolto un ruolo determinante in quella che è stata una vera ridefinizione della comunicazione e della percezione dello yogurt

presso il consumatore finale, facendo scoprire agli italiani un’esperienza sensoriale del tutto nuova. Al posto degli yogurt “tradizionali”, liquidi e dominati dalla nota acida sia a livello olfattivo che di gusto, Müller propone prodotti dalla consistenza cremosa e vellutata, dall’aroma gradevole ed equilibrato e dal sapore ricco e goloso. La sede di Verona, focalizzata sullo sviluppo di prodotti specifici per il mercato italiano, si è resa protagonista di una campagna pubblicitaria a copertura nazionale tanto accattivante quanto dirompente per la categoria. Lo yogurt ha abbandonato i messaggi legati esclusivamente a benefit salutistici per associarsi in modo esplicito alla dimensione della gratificazione sensoriale

grazie al contributo del payoff “Fate l’amore con il sapore”. In occasione dell'anniversario, Müller ha lanciato nel mercato italiano un nuovo vasetto da 500 grammi realizzato in Destopot, destinato a sostituire le confezioni oggi in commercio. Il vasetto è a ridotto contenuto di plastica, rivestito da un cartoncino completamente rimovibile e perciò riciclabile separatamente. Questa soluzione permetterà di ridurre del 60% il quantitativo di plastica.

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Parmigiano Reggiano

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Una forma di Parmigiano Reggiano è molto di più di una semplice forma di formaggio. Perché Parmigiano Reggiano promuove iniziative ÅVITQbbI\M I ZQL]ZZM T¼QVY]QVIUMV\W e a preservare le diversità di un territorio unico.

conservanti e additivi

parmigianoreggiano.com Seguici sui nostri social e nel tuo punto vendita. *Il Parmigiano Reggiano è naturalmente privo di lattosio: l’assenza di lattosio è conseguenza naturale del tipico processo di ottenimento del Parmigiano Reggiano. Contiene galattosio in quantità inferiore a 0,01 g/100 g.

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ATTUALITÀ _NEWS PARMALAT, PER I CUOCHI CONTEMPORANEI ARRIVA “CHEF CREMA DI LATTE” Sempre più persone si appassionano al mondo della cucina, delineando così un nuovo approccio ai fornelli: non si cucina solo per necessità, ma (soprattutto) per hobby e per passione.Tra gli appassionati, negli ultimi anni si è creato un nuovo gruppo di consumatori (circa il 30%), i “cuochi contemporanei”, amatori ed esperti che si contraddistinguono per un approccio contemporaneo nei confronti della cucina, caratterizzato dalla ricerca di nuovi e sorprendenti

abbinamenti tra ingredienti. Chef Crema di Latte è pensata per chi ama sperimentare in cucina, un’innovazione a 360 gradi nello scaffale dei derivati Uht del latte. Inedito il nome, “Crema di Latte”, che descrive in modo immediato e distintivo la consistenza fluida e il sapore delicato del prodotto. Inedite la texture e le modalità di utilizzo, grazie alla consistenza fluida e setosa e al sapore morbido e delicato: Chef Crema di Latte è un ingrediente versatile, che combina con armonia gli elementi delle ricette, creando abbinamenti sempre nuovi ed

appaganti. Utilizzata durante la cottura aggiunge cremosità alla ricetta e negli impasti dona una maggiore morbidezza. L’innovazione passa anche dal packaging: Chef è la prima marca della categoria “derivati Uht del latte” a portare sullo scaffale una confezione pratica e antispreco.

NESTLÈ PER I BAMBINI: “NESQUIK BOX MERENDA”

DA ARRIGONI BATTISTA IL CUCCHIA LYO

La giornata dei bambini è ricca di impegni che richiedono concentrazione e attenzione, ecco perché è necessario che facciano una buona merenda. Nesquik, da sempre alleato delle mamme e dei bambini, amplia la sua gamma con il primo kit merenda del Brand: Nesquik Box Merenda, un prodotto gustoso e nutriente. Un mix che unisce il gusto di Nesquik Pronto da bere a tre frollini al cacao con gocce di cioccolato Magretti di Galbusera. Nesquik Pronto da bere, oltre a essere prodotto con latte italiano, è fonte di calcio, vitamina D, zinco e ferro. I frollini Magretti sono fatti con farina poco raffinata e sono fonte di fibre. Il prodotto si conserva fuori dal frigo e, grazie alle dimensioni ridotte e alla comoda confezione in cartoncino, può essere riposto facilmente all'interno dello zainetto dei bambini.

Una vaschetta take away termosigillata che contiene 250 grammi di Gorgonzola Dop Dolce e una porzione di frutta o verdura liofilizzate: si può scegliere tra fragole, lamponi, cipolle, peperoni o asparagi. Basta aprire la vaschetta, versare la porzione di frutta o verdura nel Gorgonzola Dop e mescolare delicatamente per qualche minuto: ottimo se spalmato su crostoni o pane caldo, ecco un originale aperitivo pronto in pochissimo tempo. Il Cucchia Lyo di Arrigoni Battista rappresenta la fusione tra creatività ed eccellenza: il Gorgonzola Dop Dolce da servire al cucchiaio di Arrigoni Battista è stato infatti dichiarato “Best Italian Soft Cheese” agli International Cheese Awards 2019 di Nantwich (Uk), rendendosi orgoglioso portabandiera dei formaggi molli Made in Italy.

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ATTUALITÀ _NEWS LATTERIA MERANO, YOGURT DA BERE “BELLA VITA” CON IL 30% DI ZUCCHERO IN MENO Uno yogurt da bere ricco di fermenti lattici vivi che aiuta a rafforzare il sistema immunitario durante i mesi invernali, grazie ai dieci miliardi di fermenti lattici vivi che regolano l’attività intestinale, vitamine B6 e D e zucchero in meno (-30%) rispetto alla media dei prodotti simili presenti sul mercato. È lo yogurt da bere “Bella Vita” di Latteria Sociale Merano, un mix unico di benessere e gusto. Latteria Sociale Merano – azienda altoatesina da oltre cinquant’anni leader nella produzione di yogurt di alta qualità – è la prima a proporre una linea di drink yogurt sana e dai

gusti golosi. I fermenti lattici vivi regolano l’attività intestinale; le vitamine B6 e D presenti in questo prodotto – realizzato solo con latte 100% dell’Alto Adige e senza Ogm – aiutano il buon funzionamento del sistema immunitario e il 30% di zucchero in meno, equiparabile a due zollette per bottiglietta, permette di ridurne drasticamente il consumo. Lo yogurt da bere Bella Vita con -30% di zucchero è disponibile nei seguenti gusti: i tradizionali Banana, Carota e Arancia, Fragola, Frutti di Bosco, Pesca. Gli innovativi Lime e Zenzero; Ribes, Mirtillo e Melograno.

FRANCESCO MUTTI CONFERMATO ALLA PRESIDENZA DI CENTROMARCA Francesco Mutti, amministratore delegato di Mutti Spa, è stato confermato alla presidenza di Centromarca per il prossimo biennio. Sei i vicepresidenti: Francesco Del Porto (president region Italy Barilla), Alessandro d’Este (presidente e ad Ferrero commerciale), Flavio Ferretti (presidente e ad Nims/Gruppo Lavazza), Giuseppe Morici (ceo di Bolton Group), Mario Preve (presidente Riso Gallo) e Marco Travaglia (presidente e ad di Nestlé Italiana). Laurea in Finanza & Management all’Università di Cardiff, Cavaliere del Lavoro, 52 anni, Mutti dal 1994 è alla guida dell'azienda di famiglia (oltre 400 milioni di euro di fatturato), realtà di punta dell’industria agroalimentare italiana, presente in 95 Paesi del mondo e leader europeo nel comparto del rosso. A Centromarca, associazione Italiana dell’industria di marca, fanno riferimento circa 200 tra le più importanti industrie operanti in Italia nel settore dei beni di largo consumo, italiane e multinazionali, alimentari e non alimentari, che occupano 118mila persone e sviluppano sul territorio nazionale vendite alle aziende distributive per circa 57 miliardi di euro, pari a una quota di mercato del 60% a valore nel settore del largo consumo confezionato.

“Nell’ultimo biennio e in questi mesi contraddistinti da una drammatica emergenza sanitaria – ha detto Mutti – l’associazione ha consolidato il suo ruolo di “hub”, di punto di riferimento per le industrie che fanno della politica di Marca e dei loro brand un elemento distintivo” Nel rinnovato direttivo di Centromarca siedono esponenti di importanti industrie lattiero-casearie operanti in Italia: Silvia Bagliani (presidente e ad di Mondelez International) e Jean-Marc Bernier (presidente e ad del Gruppo Lactalis Italia).

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Qualità garantita dalla Regione Puglia


ATTUALITÀ _NEWS SABELLI E I PRODOTTI LATTIERO-CASEARI DELATTOSATI: DA MERCATO DI NICCHIA A TREND DI CONSUMO Negli ultimi anni sono cresciuti i consumatori che scelgono prodotti privi di lattosio: da chi ha un’intolleranza più o meno lieve a questo zucchero presente nel latte, a chi, attento all’alimentazione e al benessere, sceglie di acquistare formaggi e latticini con lo stesso sapore, ma con

una maggiore digeribilità. Il lattosio è uno zucchero bisaccaride presente nel latte, composto da glucosio e galattosio, che può essere facilmente scomposto e digerito attraverso la lattasi, un enzima presente fin da bambini nel nostro organismo. Tuttavia, con la crescita, è comune a molti individui la carenza di questo enzima, che contribuisce alla comparsa di intolleranze più o meno gravi e che provocano reazioni infiammatorie, come per esempio emicrania, gonfiore, colite o dermatite. Ecco perché il consumo di prodotti senza lattosio è sempre più diffuso anche tra i consumatori che non hanno un’intolleranza

certificata. Nel 2019 il trend di consumo di questi prodotti si è attestato sul + 1,9% (Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy) e i risultati di una indagine condotta da italiani.coop in collaborazione con Nomisma prevedono un aumento dell’acquisto di prodotti senza lattosio pari al +13% nel 2020. Il Gruppo Sabelli ha lanciato la linea senza lattosio già nel 2016 con le mozzarelle, per poi estendere la produzione anche alle burratine, mozzarelline e stracciatelle, tutti prodotti realizzati con il latte proveniente principalmente dalla zona del Gran Sasso e dei Monti Sibillini. I latticini senza lattosio del Gruppo Sabelli sono stati premiati dai consumatori “Eletto Prodotto dell’Anno” per la loro categoria sia nel 2018 (per la linea di burrate) che nel 2019 (per le mozzarelle in busta).

LATTERIA SOLIGO, LATTE 1883 NELLA BOTTIGLIA DI VETRO Si rifà alla tradizione l’ultima rivoluzione nel packaging del “Latte 1883” di Latteria Soligo. Un prodotto che per la sua preziosità meritava un contenitore sostenibile, riciclabile al 100% e all’infinito: la bottiglia di vetro. Da questa esigenza, è nata la scelta dell’azienda di Farra di Soligo di tornare alla tradizione con l’introduzione della bottiglia in vetro, un contenitore in grado di conservare tutte le qualità organolettiche dell’“oro bianco” di Latteria Soligo, consentendo, al tempo stesso, un riciclo totale, senza spreco di nuove materie prime e con una notevole riduzione dell’energia necessaria per

la produzione dell’imballaggio. Solo per il vetro, infatti, il minor dispendio di energia si ha nella produzione che parte da materiale di riciclo rispetto alla produzione che utilizza nuove materie prime. Una scelta che valorizza ulteriormente il latte di alta qualità superiore e certificata da cui nascono i tanti prodotti firmati dalla Latteria Sociale. Latteria Soligo è una storia che intreccia l’attenzione per il territorio alla cura degli animali, in

un’ottica costante di tutela della genuinità di prodotto e dell’ambiente in cui nasce. Il Latte 1883 solo natura è prodotto nel rispetto del disciplinare di produzione QV (qualità verificata), che impone, ad esempio, la somministrazione alle vacche di almeno 250 grammi di semi di lino nella razione giornaliera, allo scopo di migliorare il contenuto del latte in acidi grassi Omega 3.

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ATTUALITÀ _LIBRI DISUGUALI In “Disuguali” (Aboca edizioni 2020, 184 pp.), l’economista Stefano Zamagni affronta un tema cruciale della società contemporanea: le disuguaglianze. Ricordandoci che non sono un dato di natura da accettare come qualcosa di ineluttabile, analizza i principali fattori responsabili del fenomeno distinguendo le cause di natura socio-politica, quelle di natura economico-finanziaria e quelle che interessano la matrice culturale della società, suggerendo linee guida chiare che mettono l’accento sull’urgenza di superare la concezione individualistico-libertaria dell’azione umana. La sfida che secondo Zamagni siamo chiamati ad affrontare è quella di adoperarsi con coraggio e intelligenza per trasformare dall’interno il modello economico che si è consolidato negli ultimi quarant’anni: il mercato non dovrà più solo essere in grado di produrre ricchezza e di assicurare una crescita sostenibile, ma anche porsi al servizio dello sviluppo umano integrale, capace di tenere in armonia tre dimensioni: materiale, sociorelazionale e spirituale.

BRAND JOURNALIST L’AZIENDA FA NOTIZIA Chi è il brand journalist? Che cosa fa? Come si pone verso l’azienda e il pubblico? Prova a rispondere Maria Grazia Villa in “Brand journalist. L’azienda fa notizia” (Franco Angeli editore 2020, 256 pp.). Il testo non è un semplice manuale. Non si limita a illustrare che cosa sia e come si eserciti la nuova professione digitale del giornalista d’impresa. Indaga e approfondisce perché essa rappresenti un importante passo evolutivo, tanto del giornalismo quanto della comunicazione aziendale, e perché sia sempre più richiesta dal mercato. Il giornalismo tradizionale è certamente in crisi, tuttavia ci possono essere nuove strade da percorrere per rilanciarlo. Questo libro ce ne indica una difficile, ma possibile. La sfida è riuscire a mantenere la dignità della professione. L’autrice disegna la mappa di un brand journalism coerente, rispettoso ed etico. E lo fa per orientare la rotta del quarto potere, anche quando prende per mano un brand. Perché diffondere contenuti è sempre un atto di responsabilità verso i lettori.

LE PAROLE DEL NOSTRO TEMPO In “Le parole del nostro tempo” (EDB editore 2020, 136 pp.), il cardinale e arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi e il professor Andrea Segrè, agroeconomista, si interrogano, da prospettive diverse, sui principali cambiamenti in corso e su come sarà il nostro futuro. Cosa rimarrà della drammatica esperienza della pandemia che ha colpito tutto il mondo? Come coglierne anche i tratti positivi, quelli che ci permettono di uscire dalla “normalità” delle nostre esistenze di prima e guardare a nuovi stili di vita per il futuro? A partire dalle parole che più usiamo nel nostro lessico quotidiano, si confrontano due prospettive – una spirituale e religiosa, l’altra laica e scientifica – che nel discorso si integrano e forniscono al lettore un quadro di riferimenti e di valori per vivere il nostro nuovo tempo. Gli autori ne hanno scelte undici: normalità, relazione, lavoro, consumo, ambiente, cibo, integrazione, globalizzazione, povertà, economia, etica.

IO COMPRO A CASA. CARRELLI VIRTUALI E REALI NELL’ITALIA DEL 2020 Il boom dell’e-commerce e la rivincita dei negozi di vicinato. Il crollo delle vendite dei prodotti di lusso e la crescita vertiginosa di disinfettanti e mascherine. Il delivery di quasi tutto: cibo, gelato, vino e persino cannabis (legale). Il 2020 ci ha riservato non poche sorprese, anche per quanto riguarda i consumi. In “Io compro a casa. Carrelli reali e virtuali nell’Italia del 2020” (Guerini Next editore 2020, 160 pp.), Anna Zinola offre la prima panoramica sui consumi post-coronavirus degli italiani. E racconta come tutto è cambiato: a cominciare dalla spesa, che dapprima ha subito l’effetto bunker (con il carrello stipato di carta igienica, pasta e tonno in scatola), per poi adattarsi ai nuovi ritmi e riti del lockdown (grandi scorte di farina, lievito e tinture per capelli) e, infine, assestarsi su una nuova normalità. A mutare è stato anche l’approccio alla moda e al lusso, che sta cercando declinazioni inedite, più vicine alle nuove sensibilità dei consumatori. Chi è uscito vincente da questa situazione? Negozi di vicinato, e-commerce e delivery.

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GENERAZIONE Z E LAVORO

PERCHÉ DICIAMO COSÌ

I ragazzi della generazione Z e l’attuale legislazione volta a facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro sembra siano fatti apposta per non incontrarsi. Tanto i primi sono flessibili e pronti alla sperimentazione, tanto la seconda è rigida e volta a replicare i meccanismi del passato. Tanto i primi sono attenti a privilegiare la significatività dell’esperienza lavorativa e la conciliazione tra vita privata e professionale, tanto la seconda tende ad appiattire tutto nel segno del rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, ponendo poca attenzione alla formazione come elemento di continuità e di abilitazione a un mondo in continuo cambiamento tecnologico. A 50 anni dallo Statuto dei lavoratori possiamo pensare a un suo radicale rinnovamento? Ci provano Paolo Iacci e Francesco Rotondi con “Generazione Z e lavoro. Vademecum per le imprese e i giovani” (Franco Angeli, 2020, 128 pp.). Da una parte l’uomo di azienda, dall’altra l’avvocato, prendono in esame le caratteristiche della nuova generazione di giovanissimi.

Ben 300 modi di dire, catalogati per argomento, origine, storia, tema con un indice alfabetico per aiutare il lettore nella variegata e numerosa spiegazione delle frasi fatte. Questo è “Perché diciamo così. Origine e significato dei modi di dire italiani” (Newton Compton 2020, 288 pp.), scritto da Saro Trovato, sociologo ed esperto di comunicazioni di massa. Un lavoro di ricerca per offrire un “dizionario” per un uso più consapevole e corretto del linguaggio. Un “libro di società” perché permette di essere condiviso e di “giocare” da soli o in compagnia alla scoperta dell’origine e dell’uso corretto dei modi di dire che tutti i giorni utilizziamo. Un libro ricco di curiosità e divertente nella lettura, al fine di capire se ciò che noi o gli altri dicono sia corretto. Un testo leggero che vuole sottolineare l’importanza delle espressioni idiomatiche, molte delle quali cadute nel dimenticatoio a causa del sempre più frequente utilizzo di espressioni straniere e anglicismi. Uno degli obiettivi di questo libro è proprio ridare dignità a quei modi di dire che rischiano di essere dimenticati e di scomparire dalla memoria collettiva.

MANGIA COME PARLI Dopo il successo del primo volume uscito lo scorso luglio, lo chef Davide Oldani torna in libreria con “Mangia come parli. Pop Rhapsody” (il Sole 24 Ore 2020, 192 pp.). Protagonista del viaggio di ritorno nelle tradizioni culinarie delle 20 regioni italiane, rispettando la stagionalità dei prodotti, è l’inverno. Ottanta ricette descritte con linguaggio semplice per accompagnare le preparazioni passo dopo passo, senza separare gli ingredienti dal procedimento. La novità del “viaggio di ritorno” è il concetto di rapsodia che per Oldani è un menu, in quanto “si compone di più passi, di più temi, di più tempi”. Rapsodia “perché raccoglie le diversità, compone la varietà, e poi interpreta. Liberamente.” Quindi rapsodia come virtuosismo e valorizzazione del singolo elemento all’interno di un insieme. “E così – spiega l’autore nell’introduzione al secondo volume – pur proponendo la pasta com’è nella tradizione, ho provato a utilizzare anche le forme di pasta 3D della collezione Blu Rhapsody, creata per stupire non solo il palato ma anche la vista”.

DIGITAL FOOD Il digitale ha portato grandi novità nel settore del food & wine. Ristoranti, enoteche, pub, produttori, cantine e operatori nel mondo dell’enogastronomia si sono trovati a dover competere con nuovi scenari. La pandemia di Covid-19 ha messo in luce come oggi più che mai ci sia bisogno del digitale per sopravvivere a un periodo di crisi. Serve presenza e visibilità digitale per poter essere competitivi nel mondo del cibo e del vino. Il food delivery, per esempio, rappresenta un nuovo business della ristorazione. In forte crescita già in periodo prepandemia, oggi è divenuto un’esigenza, se non un “core business”. In “Digital Food. Strumenti e strategie per operatori del food & wine” (Flaccovio editore 2020, 308 pp.), Anna Bruno si rivolge a tutti gli operatori del settore bisognosi di una guida per riconvertire il proprio business dall’analogico al digitale, cogliendo i punti di forza dell’online e del mobile. Una nuova visione e prospettiva per diventare protagonisti del settore.

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PROTAGONISTI

SEI MODI PER DIRE GRAN MORAVIA PUNTA SU CLAIM DI GRANDE IMPATTO EMOZIONALE LA CAMPAGNA 2020 A SOSTEGNO DEL FORMAGGIO PRODOTTO DA BRAZZALE IN REPUBBLICA CECA di Chiara Fabrizi

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razzale Spa, azienda originaria dell’Altopiano di Asiago e attiva nel mondo del latte da ben otto generazioni (dal lontano 1784), oggi è un Gruppo con sei stabilimenti produttivi in Italia, Repubblica Ceca, Brasile e Cina, con oltre 730 dipendenti. I marchi con cui opera sono diversi: Burro delle Alpi, Burro Fratelli Brazzale, Zogi, Verena, Alpilatte, Brazzale, Silvipastoril e Gran Moravia. E proprio a quest’ultimo formaggio – prodotto in Moravia, Repubblica Ceca, e stagionato in Italia – e al perché il consumatore italiano dovrebbe portarlo in tavola, è dedicata la campagna pubblicitaria 2020, avviata lo scorso luglio.

Sei scatti che mettono in risalto non solo il prodotto, ma anche l’ambiente, la natura comunitaria dell’impresa e la gioia di vivere. “Ingrediente – come dicono dall’azienda – che contribuisce a farne un prodotto diverso da tutti gli altri”. Non nuova a campagne pubblicitarie di grande impatto visivo e comunicativo, Brazzale questa volta ha scelto di affiancare i soggetti pubblicitari con espressioni incisive che mettono al centro il consumatore, oltre alla creatività imprenditoriale del Gruppo: salubrità, benessere animale, passione di famiglia, golosità irresistibile, gioia di vivere, valore per l’Italia.

Il messaggio sulla “salubrità” vuole abbracciare tanto la dimensione della salute del consumatore, quanto quella dell’ambiente: uso virtuoso dell’acqua e riduzione dei nitrati o la totale compensazione delle emissioni di CO2 attraverso la piantumazione di nuovi alberi sui terreni del Gruppo. Non poteva mancare il tema del “benessere animale”, elemento cardine per il Gran Moravia in termini di condizioni di vita, alimentazione e cura del bestiame. I vantaggi in termini di concorrenza, investimenti e occupazione del Gruppo a livello italiano a seguito della produzione di Gran

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Moravia, nonché di sbocchi per i prodotti nazionali nella catena di negozi a marchio La Formaggeria Gran Moravia, in Repubblica Ceca (dove oltre il 70% del venduto è importato dall’Italia e acquistato ogni anno da un milione e mezzo di clienti che frequentano i 22 negozi della catena), vengono veicolati con il messaggio “Gran Moravia è valore per l’Italia”. Inoltre, con questa campagna pubblicitaria, si è messa in luce anche la “passione di famiglia”. Un messaggio con il quale dare evidenza

dei risultati ottenuti grazie alla visione coraggiosa e innovativa della generazione attualmente alla guida dell'azienda. Persone che credono fortemente nel progetto di filiera sostenibile e nella ricerca di risposte alle nuove sensibilità del consumatore. Al modo di fare impresa, al carattere, alla storia di famiglia e di passioni si riferisce, invece, il messaggio “Gran Moravia è gioia di vivere” che racchiude l’impegno e il supporto della famiglia Brazzale in molte

manifestazioni ed eventi di carattere musicale, artistico e sportivo, come nelle forme di sostegno ai genitori e ai nuovi nati introdotte per i lavoratori. Infine, ma non per questo meno importante, arriviamo al gusto e alla versatilità di utilizzo del Gran Moravia con il messaggio “golosità irresistibile”. Ne approfittiamo per fare qualche domanda a Roberto Brazzale. Una campagna di comunicazione decisamente ricca di contenuti e messaggi. Prendiamo ad

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PROTAGONISTI esempio “Gran Moravia è salubrità” con la quale evidenziate diversi elementi di sostenibilità. Il gruppo Brazzale ha approcciato il tema ormai da diversi anni. Quali sono le principali soluzioni o punti di intervento adottati per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni? Non esiste sostenibilità ambientale senza allocazione ottimale dei processi produttivi; dunque, abbiamo individuato nel mondo le aree ideali per realizzare meglio i nostri prodotti: la Moravia per produrre latte e il Brasile per allevare capi, oltre a piantare alberi per compensare le emissioni di tutti gli impianti produttivi. L'ambiente è uno solo, non conosce i confini mentali degli uomini, così vent'anni fa abbiamo deciso che anche le nostre filiere non dovevano averne e oggi ogni cosa viene fatta dove

riesce meglio, anche sotto l'aspetto ambientale. Per fare sostenibilità ci vogliono territorio, clima, cultura, vocazione. Se non le hai non te le puoi dare. Oggi la sostenibilità è al centro di qualunque dibattito nazionale, europeo e internazionale. Basti citare la recente strategia Farm to Fork annunciata dalla Commissione europea. Cosa pensa di questa direzione intrapresa dall’Europa? Gran parte di queste strategie non hanno sostanza e sono pure operazioni di marketing. La parola sostenibilità non vuol dire nulla finché non viene precisata. Noi lo abbiamo fatto fissando e certificando tutti i parametri della nostra filiera ecosostenibile. Anche l'Ue dovrebbe avere più coraggio e rivedere tutte le proprie norme che favoriscono il permanere delle produzioni in aree molto inadatte sotto

l'aspetto ambientale. Fino a che l'Ue sosterrà il sistema del "biologico", vecchio di cinquant'anni e molto inefficiente sotto il profilo ecologico, non si può credere che faccia sul serio. La Ue esegue i desiderata delle lobby più forti. E dell’ipotesi di definire una normativa specifica sui green claim? Sarebbe un errore. L'Ue ha già combinato sufficienti guai. Si deve favorire la nascita di molteplici sistemi, liberi, innovativi, in evoluzione. Semmai sarebbe utile che l'Europa ne accompagnasse la certificazione, ma non certo la definizione o gli standard di comunicazione. Tanti sistemi, come quello biologico, non favoriscono la creatività imprenditoriale ma la mortificano. Tanto più Bruxelles si astiene dal normare, tanto più favorisce l'interesse di imprese e consumatori.

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Cinque Stelle picc

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Tre Stelle e Stella Argento


ECONOMIA

CONSUMI ALIMENTARI FUTURO DI INCOGNITE PROBABILMENTE IL SETTORE HORECA FATICHERÀ MOLTO PER TORNARE AI LIVELLI PRECEDENTI LA PANDEMIA di Gigi Pelliccia

Q

uanto sta succedendo nel mondo dei consumi alimentari nazionali è nuovo e probabilmente non sarà passeggero. Quando saranno finiti gli effetti più gravi della pandemia si tenterà di tornare alle abitudini precedenti. Oggi, però, il punto centrale è limitare i danni che stanno colpendo il settore Horeca, circoscrivendoli a una parentesi dolorosissima, non a un’amputazione strutturale. Comunque, l’effetto scia sarà lungo e sarà difficile tornare ai consumi fuori casa precedenti la crisi, malgrado la voglia popolare di farlo al più presto. Del resto, il taglio del Pil sarà di circa 10 punti e la ripresa 2021, secondo le ultime proiezioni, sarà di soli 4 punti: il Paese è entrato nell’anno in corso con un Pil 4 punti inferiore al 2007 e lo chiuderà con 14 punti sotto. I punti deboli sono due. Da un lato, senza voler generalizzare, una politica dello sviluppo guidata da troppo tempo da

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forze impegnate in continue conservare e consumare può ipotizzare una chiusura campagne elettorali, senza alcuni alimenti acquistati dell’Horeca nel 2021 sui livelli visione a lungo termine. in eccesso (83%), oppure di 76-78 miliardi di euro. Dall’altro, una capacità di mangiare tutto, inclusi gli Nel frattempo, è aumentato spesa asfittica, per normative avanzi (80%). il delivery, non solo per i farraginose e pletoriche e Infine, il 44% degli intervistati single e i piccoli nuclei, ma burocrazia inadeguata. ha segnalato un aumento di anche come valvola di sfogo Lo stesso Recovery fund peso, per il maggiore apporto delle famiglie. È aumentato rischia di rimanere una specie calorico e una minore attività il servizio della spesa di dirigibile finanziario che fisica. a domicilio, galleggia nel cielo, con scarso I dati Istat dei mentre è rimasta impatto nel concreto. E le consumi alimentari inchiodata la polemiche sul Mes rischiano dei primi nove mesi grossa fetta dei di essere questioni di lana dell’anno indicano, consumi legata caprina. d’altra parte, una al turismo, anche C’è da sperare nei vincoli crescita in volume nazionale. gli italiani che hanno imposti da Bruxelles: essere del 2,4 per cento. Mettendo insieme aumentato i consumi in parte eterodiretti è Non poco, se si questi elementi di frutta e verdura frustrante, ma pensa che si ha la conferma è un pungolo nel 2019 che i prodotti di necessario. la crescita era stata fascia medio-alta hanno perso Si può confidare, dello 0,1 per cento. terreno e che è diminuito il comunque, In valore, valore percepito della fascia nella voglia di osserviamo invece media, anche perché la reazione per una crescita dei distribuzione ha aumentato la l'aumento dei costi uscire dall’incubo consumi alimentari presenza delle private label. di produzione pandemia. del 3,1 per cento. Secondo alcuni si aprirà dei generi alimentari Il livello di Sembrerebbe quindi un’ampia frattura fra “acquisto risparmio che che quantità e di piacere” e “voce di spesa”. è addirittura aumentato valore siano cresciuti di pari Alcuni ipotizzano un recupero potrebbe riversarsi sul passo, ma non è così: costi dei volumi dei consumi mercato, accelerando e prezzi alla produzione sono domestici in un paio di anni. la risalita dei consumi, aumentati dell’1,3 per cento. Ma per recuperare e rilanciare tamponando la minore Ne consegue un l'Horeca non ne capacità di acquisto. restringimento dei basterebbero tre. E gli investimenti potrebbero margini, legato Sullo sfondo, ripartire. alla crescita comunque, rimane Un'indagine del Crea condotta dei discount lo spettro di dopo il lockdown di primavera alimentari e dalla un’amputazione sui consumi degli italiani in forte crescita di strutturale e gli italiani tempi di pandemia aveva pasta, uova e non marginale che hanno dichiarato evidenziato riso nel del sistema bar, di mangiare più dolci l'aumento del carrello ristoranti, hotel e consumo di della catering: in futuro verdura (33%), spesa, prodotti il potremmo avere un "motore" frutta (29%), cui costo unitario è Horeca di cilindrata inferiore e legumi (26,5%), molto basso. parzialmente orientato in modo acqua (22%), Il cibo rimane in diverso. Per cui, il fatturato il Pil dell'Italia olio extravergine ogni caso il mezzo prodotto e l’occupazione a fine 2020 d’oliva (21,5%). più rapido e a coinvolta faranno molta, molta rispetto al 2007 Ben il 44,5% ha portata di mano per fatica a ritornare ai livelli confermato di aver gratificarsi. pre-Covid. Del resto, dopo mangiato più dolci È probabile quindi la crisi del 2008, l’industria e il 16% di aver bevuto più un recupero qualitativo dei italiana ha perso oltre il 20% vino. Inoltre, il periodo è stato consumi nella seconda dei propri livelli produttivi. Non l’occasione per sperimentare metà del 2021 e un ritorno è un buon precedente, anche nuovi cibi (40%) e nuove dell'Horeca sui livelli di se la parte sopravvissuta è ricette (31%), maturando circa quattro anni fa. Con la riuscita comunque a trovare abitudini ecosostenibili (fare prudenza che l’incertezza competitività e a crescere sui la raccolta differenziata (86%), del momento richiede, si mercati esteri.

33%

1,3%

44,5%

-14%

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DA SEMPR E SOLO 100% LATTE DEL

PIEM ONT E


ECONOMIA

EFFETTO PANDEMIA: TRA GLI SCAFFALI I CONSUMATORI ORA CERCANO LA SOSTANZA DUE RECENTI INDAGINI HANNO INDIVIDUATO UNO SHOPPER PIÙ RIFLESSIVO E MATURO, MENO PORTATO A LASCIARSI SEDURRE DALLE MARCHE di Samuele Ferrigato

N

on è il caso di scomodare l’Amleto di Shakespeare, ma di certo il ritratto del consumatore italiano medio in epoca Covid che emerge da due recenti ricerche mostra che è più maturo, riflessivo, portato a ponderare con attenzione le proprie scelte e a premiare

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ECONOMIA che ci si aspetta dalle aziende produttrici di beni e servizi: il consumatore appare maturato e pretende dai brand chiarezza, impegno, fatti. Meno story-telling, insomma, e più story-doing. Simili le conclusioni della l'orgoglio il valore l'importanza survey Kantar. La pandemia ha di essere italiani della scienza/ che ciascuno cambiato forse per sempre le delle competenze si comporti abitudini d’acquisto. correttamente Le persone continueranno per il bene di tutti a essere attente al valore in ogni cosa: prodotti, momenti, brand, relazioni. comportamenti sostenibili, “Che vantaggio ne ricavo?” stupisce il fatto che in questi diventerà il nuovo mantra. attenti al territorio e alla mesi abbiano “tenuto” gli Il lockdown ha fatto percepire società. La prima è un’analisi acquisti tecnologici e siano di GfK per Best Brands Italia emerse nuove esigenze, legate con più concretezza il tema della sostenibilità, (la classifica che da 5 anni alla necessità di trascorrere sottolineandone il valore. Le misura “testa” e “cuore” più tempo in casa (fai da persone hanno appreso quanto delle grandi marche attive nel te, giardinaggio, cucina) e sia importante nelle sue nostro Paese). La seconda riscoprire la centralità dello manifestazioni più concrete, è stata realizzata da Kantar spazio domestico. la sua urgenza e il suo diretto per Upa, l’associazione che Quattro le direttrici di scelta collegamento con gli aspetti riunisce i più importanti del “nuovo” consumatore economici. Sostenibilità investitori italiani in pubblicità secondo lo studio di Gfk. guidata dalla speranza e dal e comunicazione, e dalla Gli spazi esterni: un italiano bisogno di mantenere valore, School of Management su 2 desidera una casa con del Politecnico di Milano. per sé uno spazio esterno o giardino Ha coinvolto sia aziende e per la comunità. privato. di marca, sia player della La sostenibilità: nel post-Covid Le preoccupazioni per la crisi comunicazione, mettendo economica rimarranno, facendo gli italiani sono sempre più in luce i rispettivi diversi aumentare la sensibilità ai attenti ai consumi energetici approcci alle attuali dinamiche degli elettrodomestici (66%), prezzi. Allo stesso tempo, del mercato. un segmento limitato di all’inquinamento dell’aria popolazione guiderà gli acquisti all’interno della casa IL NUOVO CONSUMATORE di prodotti e (49%), all’impatto Il periodo difficile che stiamo servizi premium e ambientale di vivendo da mesi sembra innovativi. Ci sarà prodotti e detergenti inoltre aver spinto gli italiani un minor uso di per la casa (49 per a riscoprire un forte orgoglio trasporti pubblici cento). di appartenenza nazionale unitamente a La cucina: 16 milioni (73%), ma anche il peso della una più ridotta di italiani dedicano crede che oggi sia più scienza e della competenza mobilità generale. più tempo alla importante che mai (80%) e l’importanza della cucina rispetto a per le aziende raccontare Una socialità responsabilità collettiva. Valori prima del Covid e il caratterizzata quello che sanno fare che, seppur indirettamente, da gruppi più 33% vorrebbe una si riflettono sulle scelte di contenuti e più cucina più grande. acquisto che privilegiano attenzione alla prossimità. Lo smart working: sono il i marchi che incarnano gli Sarà dato grande valore a 24%, dal 14% pre-Covid, gli ideali in cui credono e che ogni momento di condivisione. italiani che lavorano da casa. contribuiscono al benessere Di questi, uno su due vorrebbe La casa è vista come un della società. Ridimensionati attrezzare uno spazio dedicato luogo sicuro, positivo, dove gli acquisti d’impulso, cresce sperimentare, divertirsi e dove al lavoro da casa. la predisposizione alla potranno consolidarsi nuovi Un’evoluzione che, secondo valutazione, all’ascolto, al comportamenti di consumo. l’analisi, rappresenta cambiamento, alla ricerca qualcosa di più di un della sostenibilità. IL VALORE DEL BRAND cambiamento transitorio Entrando nel dettaglio dei La ricerca Kantar è stata legato all’emergenza e che segmenti merceologici, non un’opportunità per riflettere impatta anche sulle risposte

IN QUESTI MESI I CONSUMATORI HANNO RISCOPERTO...

73% 80% 91%

65%

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questa sia coerente con le sul valore del brand oggi, dell’emergenza Covid-19 loro aspettative. in un contesto messo in secondo poco meno della Una tendenza che emerge discussione dall’emergenza metà di chi ha partecipato chiaramente è rappresentata sanitaria, con effetti all'indagine (49 per cento). dalla maggiore importanti anche La brand equity è attenzione e sull’industria del unanimemente riconosciuta sensibilità delle marketing e della come un elemento aziende nei comunicazione. fondamentale per determinare confronti del brand le performance di business, Le aziende sono purpose. consapevoli di anche se esiste minor milioni di italiani A fronte di un 47% consapevolezza riguardo alle doversi adeguare a dedicano più tempo dei rispondenti un consumatore più strategie e agli strumenti alla cucina rispetto che dichiara che esigente in termini di volti a costruire e mantenere al periodo pre-Covid il ruolo del brand valore simbolico del un’adeguata equity di marca. purpose è rimasto Creazione di valore economico brand. In particolare, invariato, il 39% gli shopper appartenenti alle futuro, aumento nuove generazioni danno per degli intervistati della percezione scontato il valore funzionale, ritiene invece della qualità ma pretendono un maggiore che l’emergenza dei prodotti e appagamento immediato e sanitaria abbia riduzione della una connessione con la marca portato le proprie sensibilità al le aziende che hanno costruita sul piano emozionale aziende a dare prezzo dei clienti investito per testimoniare e sul valore d’uso sociale. maggiore importanza sono gli obiettivi a l'impatto positivo del L’approccio alla relazione con agli investimenti a cui la brand equity marchio sulla società la marca risulta più fluido ed supporto di iniziative può contribuire effimero rispetto al passato. che testimoniano maggiormente, Allo stesso tempo, gli individui l’impatto positivo delle marche secondo le aziende che hanno sulla società. Un trend che si aspettano che le imprese risposto al questionario si protrarrà anche al termine prendano posizione e che Kantar.

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39%

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MERCATI

UE-CINA COME MODELLO BRUXELLES CERCA DI FAR ENTRARE DOP E IGP NELLE SCELTE D’ACQUISTO DEI CONSUMATORI INTERNAZIONALI di Gianluca Pierangelini

L

o scorso dicembre è stato pubblicato il testo dell’accordo tra Ue e Cina che mette nero su bianco il grado di tutela e le modalità di riconoscimento che le rispettive produzioni certificate avranno nei due mercati. L’accordo si inserisce nel quadro della Eu-China 2020 Strategic agenda for cooperation, strumento di dialogo per la condivisione dei rispettivi piani strategici di sviluppo, al fine di trovare le migliori sinergie economiche e politiche tra due delle principali economie mondiali. Che le Ig rientrino nella strategia condivisa con Pechino è un risultato importante, che mette gli operatori dei rispettivi settori alimentari nella condizione di valorizzare le produzioni tipiche e i territori di origine. Nell’Ue il sistema di qualità rappresenta ormai un modello

economico vincente che la Commissione sta cercando di diffondere nei mercati dei principali partner commerciali per dare modo alle produzioni certificate di penetrare ancora di più nelle abitudini alimentari e nelle scelte d’acquisto dei consumatori internazionali. Non è un caso che, a prescindere da questo specifico accordo con la Cina, il riconoscimento e la tutela delle Ig sia una priorità dell’esecutivo europeo in tutte le trattative per gli accordi commerciali, grazie ai quali alcuni prodotti Dop e Igp oggi sono tutelati in Canada, Giappone, Corea del Sud, Mercosur. L’accordo in questione presenta due liste. La prima elenca i prodotti che saranno riconosciuti e tutelati da subito, la seconda quelli ancora oggetto di discussione, che saranno tutelati

entro quattro anni dall’entrata in vigore dell’intesa. Per quel che riguarda il settore caseario italiano, nella prima lista sono elencati sette formaggi Dop (Asiago, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano e Taleggio), mentre quelli ancora oggetto di valutazione sono Fontina, Pecorino Sardo, Pecorino Toscano e Provolone Valpadana. I formaggi, così come tutte le altre Ig italiane, saranno tutelati in base alla legislazione della Repubblica Popolare Cinese e protetti in ogni caso contro l’uso ingannevole della reale origine del prodotto o qualsiasi genere di evocazione che possa trarre in inganno il consumatore. Questo è un aspetto essenziale, soprattutto perché i consumatori cinesi medi non conoscono

BERTOZZI Strada Roma, 1/A

GENNARO AURICCHIO

GLI ESPORTATORI

AMBROSI

SPA

Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.

Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it

SPA

43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com

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Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.

SCA

37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it

Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it

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04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069074 -04069079 -04069076 -04069089

2.175 5.812 164 32 345 1.340 123 456 25.572 7.681 367 491 87 92 807 385 1.611 827 644 284 382 61 615 3.687 2.375 114 56.529

2.554 4.508 576 20 254 519 36 514 21.401 6.059 414 388 23 227 485 385 1.347 1.426 357 1.269 1.570 561 478 2.573 543 615 49.102

2.154 1.731 110 59 152 1.453 40 223 6.421 12.407 1.256 325 18 16 193 144 2.376 973 284 580 588 190 214 2.742 1.959 215 36.823

903 1.735 117 16 163 454 12 180 8.547 9.721 375 174 5 18 81 113 1.218 400 125 386 425 172 212 1.656 287 144 27.639

527 514 27 5 47 489 10 13 3.239 4.591 37 23 4 23 23 15 810 576 19 208 281 60 48 905 214 122 12.830

21 25 3 2 6 4 1

129 191 2 1 35 46 4 10 670 1.029 70 55 4 27 42 192 115 51 21 17 67 6 922 210 104 45 4.065

PAESI

AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE

BRAZZALE

SPA

86 70 3 4 1 7 10 4 4 1 14 6 2 14 29 2 3 322

04069099

040630

482 441 71 1 12 96 22 30 3.103 1.563 31 15 1 12 11 63 455 94 20 15 77 51 53 245 148 10 7.122

64 335 18 4 14 61 9 43 666 1.084 63 15 2 5 15 21 286 340 12 52 49 13 13 98 100 7 3.389

288 30 39 8 30 53 4 5 658 880 23 22 8 1 3 20 47 30 5 26 29 3 43 371 48 12 2.686

20 213 5 2 13 9

230 346 115 22 44 257 71 45 703 2.543 239 45 17 9 41 250 717 176 21 327 278 73 467 1.088 93 47 8.264

FORGRANA CORRADINI SPA

PROVOLONE

04069073 04069001

12 191 4 2 7 43

57

229

2 275 841 43 9 1 5 7 21 112 60 5 23 12

358 27 3 4 196 103 9 28 35 18 36 87 57 91 1 1.315

TOTALI

04069063

FORMAGGI FUSI

04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

MOZZARELLA

(IN TONS)

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 31 agosto 2020)

15 1.401 10 14 3.115

1

2 34 1 4 987 93 1.408

9.616 16.072 1.251 174 1.122 5.053 332 1.521 71.700 48.496 2.924 1.566 174 436 1.715 1.817 9.235 4.967 1.546 3.236 4.769 1.228 3.181 15.155 5.974 1.349 214.609

SAVIOLA SPA

Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano.

Parmigiano Reggiano, Grana Padano. Confezionamento. Produzione grattugiati freschi disidratati. Produzione shaker. Pecorino Romano,Taleggio, Gorgonzola, pecorini, provoloni, mozzarella.

Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano.

Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com

Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522/833818 Fax 0522/833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

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CODICE DOGANALE

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO

04061030

04061050 04061080

72.533 56.529 10.443 4.503 152 906 64 409 69 340 41

87 72 1.426 196 150 46

58.932 49.102 5.660 3.462 500 208 128 1.247 91 1.156 116 27 8 81 5.100 1.442 1.750 16 111 110 1.671 325 229 96

76.677 20.148 381.680

65.848 16.746 267.059

2 39 3.434 1.706 143

04069061

040620

04064050

04069063

32.747 27.639 3.061 1.700 28 319 5 397 100 297 25 1

14.254 12.830 514 783 88 39 13 221 34 187 18 6

24 948 521 114 8 57 19 229 212 207 5 1

12 428 284 4 1 1 1 137 217 214 3

4.166 3.389 560 139 11 67 22 6.415 297 6.118 57 22 15 20 302 186 14 1 8 11 82 178 168 10 1

64.353 34.335 6.696 27.530 666.766 300.858

15.151 2.321 91.253

11.141 7.752 92.659

46.413 36.823 5.585 3.225 202 578 249 12.806 3.191 9.615 509 103 181 225 2.958 1.179 75 4 57 84 1.559 1.414 1.371 43 4

ALTRI FORMAGGI

FORMAGGI FUSI

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI

ALTRI FORMAGGI DURI

PECORINO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

MOZZARELLA

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 31 agosto 2020)

MERCATI

04069099

04069073

040630

04064010 04064090

9.658 8.264 886 185 199 124 197 754 216 538 147 47 10 90 1.236 232 161 109 54 9 671 202 191 11 1

3.465 2.686 83 506 69 121 44 556 25 531 63 16 1 46 1.096 285 24

3.516 3.115 228 146 10 17 10 425 106 319 57 6 2 49 112 12 6

1.454 1.315 15 61

1.900 1.641

67 41 679 153 146 7 2

5 3 86 292 285 7

170 2 971 4 4

12.195 3.931 82.928

5.379 2.693 33.537

4.412 1.297 26.668

2.973 1.658 12.457

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017

63 1 5 5 0

1.509 332 34

1.970 12.377

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA

SPA

SRL

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.

Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

GELMINI CARLO SRL

MARIO COSTA SPA

CASEARIA SPA

Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocostagorgonzola.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com

24043 Caravaggio (BG) tel. 0363/301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

F.LLI PINNA AZIENDA

54 IL MONDO DEL LATTE

15-12 mercati export MSPF.indd54 54 n 1 gennaio 2021 interno.indd

16/12/20 14:05 14:00 18/12/20

15-12 me


1.900 1.641 208 13 16 22 26 3 3 0

3.793 3.593 95 91 11 3 15 4 11 0

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084

375 227 24 85 39

1.414 1.408 1 5

1 209 3 206 2

22 3

715 455 158 98 3 1 5 94 33 61 1

3.000 2.404 34 544 18

2.390 1.894 169 300 27

41 3 3 6

1 123 4 119 11

1 15 1 1

6 469 405 4

11 47 9 3

2 19 2

1

6

6 71 69 2

7 7 5 2

985 663 6.699

608 381 4.063

1.149 977 107 57 3 5 155 3 152 2

40 30

73

3

5

7 1 1

34 9 7 2

13 7 6 1 19

59 1 1

29 18 7 11

1 8 8 20 18 2

1.970 329 12.377

3.890 297 27.804

856 401 6.213

3.520 1.116 19.309

2.590 696 21.434

1.345 368 9.277

34

FONTINA FONTAL

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

613 322 12 278 1 2 248 33 215 17 2 5 10 34 28

2 14 1 3 3

3 0

26 2 4 20 0

262.487 214.613 27.843 16.181 1.376 2.474 767 24.088 4.209 19.879 1.072 230 224 618 17.860 6.655 2.372 139 636 364 7.694 3.327 3.079 248 28

1.465 309.693 95.080 57 3.070 2.066.111

ancora le nostre produzioni certificate e sono disposti a spendere addirittura di più per un formaggio Italian sounding proveniente da chissà dove piuttosto che per una vera Dop italiana. Un altro elemento importante, anche rispetto agli ultimi accordi siglati dall’Ue, è che le autorità cinesi garantisco un pieno enforcement amministrativo a sostegno della tutela delle Ig riconosciute, recuperando dai Consorzi di tutela tutte le informazioni necessarie per vigilare sul corretto utilizzo delle denominazioni protette da parte degli operatori locali. L’aspetto meno positivo è che la protezione di alcune Dop è condizionata da eccezioni, elemento su cui le parti dovranno lavorare per garantire un livello sempre più alto di tutela; ma il quadro che si è disegnato con questo accordo è un buon punto di partenza per garantire lo sviluppo dei prodotti Dop e Igp sui mercati esteri, fornendo ai consumatori di un mercato strategico per gli interessi commerciali delle aziende italiane le informazioni necessarie per scelte d’acquisto consapevoli.

O

2/20 14:00

TRENTIN

SPA

Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta

Via Genova, 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it

ZANETTI

SPA

Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Provolone, Pecorino, burro, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.

Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it

IL MONDO DEL LATTE 55

15-12 mercati export MSPF.indd55 55 n 1 gennaio 2021 interno.indd

16/12/20 18/12/20 14:01 14:05


MERCATI

PRODUZIONE DI LATTE, LA CRESCITA NON SI FERMA Le proiezioni della Commissione europea confermano che anche il 2020 si è chiuso con un aumento della produzione mondiale di latte. La tendenza va consolidandosi di anno in anno, spinta dalla crescita della domanda mondiale di proteine nobili, caratteristica del terzo millennio. L’aumento del 2020 è uguale a quello tendenziale degli ultimi dieci anni (+2 per cento). I numeri mettono in luce con chiarezza che tutti i grandi poli produttivi sono in crescita e che nel 2020 hanno originato più latte dell’anno precedente, anche se gli aumenti percentuali sono spesso stati inferiori a quelli registrati nel 2019. L’India, per esempio, che aveva chiuso il 2019 con un importante +7,8%, e che nel decennio ha macinato aumenti medi del

4% all’anno, nel 2020 ha messo a segno un “modesto” +2 per cento. L’aumento percentuale registrato nell’Unione europea è circa la metà di quello indiano, mentre la performance produttiva 2020 della Nuova Zelanda sarebbe analoga a quella dell’anno precedente. Con questi numeri, la disponibilità complessiva di latte è cresciuta di più di 11 milioni di tonnellate: un record assoluto. La maggiore disponibilità di latte si è trasferita in una crescita di prodotti trasformati. L’Unione europea, dove l’aumento delle consegne è stato relativamente basso, ha messo a segno un +7% nella produzione di latte intero in polvere e un +2% nella produzione sia di latte scremato in polvere sia di formaggi, segmento quest’ultimo

LA PRODUZIONEPRODUZIONI DI LATTE NEIEUROPEE PRINCIPALI PAESI (MIGLIAIA DI TONNELLATE) LE PRINCIPALI (1° QUADRIMESTRE 2020 VS. 2019)

INDIA

UNIONE EUROPEA

USA

CINA

RUSSIA

BRASILE

NUOVA ZELANDA

2018

187.700

159.255

98.688

32.250

30.398

26.745

22.017

2019

191.000

159.900

99.057

33.500

30.560

27.510

21.852

2020

195.000

161.320

100.485

34.500

31.000

28.000

21.900

2,1%

0,9%

1,4%

3,0%

1,4%

2,0%

0,0%

2020 VS 2019

EUROPEE QUADRIMESTRE 2020 VS. 2019) LE PRINCIPALI PRODUZIONI NEL 2020 (1° (MIGLIAIA DI TONNELLATE)

INDIA BURRO FORMAGGI LATTE INTERO IN POLVERE LATTE SCEMATO IN POLVERE

6.100

660

UNIONE EUROPEA

STATI UNITI

CINA

RUSSIA

BRASILE

NUOVA ZELANDA

2.410 10.450 795 1.790

925 6.150 75 1.160

530

260 1.000 60 85

88 795 615 165

530 360 1.515 385

1.400 20

56 IL MONDO DEL LATTE

vedi 15-12 Attualità Gandolfi SPFM.indd 56 n 1 gennaio 2021 interno.indd 56

17/12/20 14:05 09:28 18/12/20

vedi 15-12


2/20 09:28

L’ANDAMENTO DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI NEL MONDO (2020 VS. 2019) 4%

INDIA

5%

USA

1% 2% 2% 2% 3%

CINA

3% 2%

UNIONE EUROPEA

7%

5%

2% 3% 4% 2% 2% 3%4%

RUSSIA BRASILE 1% 1%

-1%

NUOVA ZELANDA

17%

6%

33% 7%

3% BURRO

FORMAGGI

in cui l’Europa non ha competitor: circa la metà di tutta la produzione casearia mondiale, infatti, si concentra nei 27 Paesi dell’Unione. Negli Stati Uniti si è registrata un’eccezionale produzione di latte in polvere intero (+17%) e scremato (+6%), mentre il segmento formaggi ha dovuto accontentarsi di un +3 per cento. Ancor più elevato il tasso di crescita del latte in polvere in Cina: +5% l’intero e +33% lo scremato,

WMP

SMP

il che ha inciso sui flussi mondiali di questo prodotto. Attenzione, però: i valori percentuali non sempre rendono giustizia e aiutano a comprendere i veri andamenti. In termini assoluti, la crescita produttiva di polvere di latte scremato registrata in Nuova Zelanda vale il doppio di quella cinese e quella degli Usa addirittura 12 volte quella del grande Paese asiatico.

L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI BURRO

Tutto il 2020 si è caratterizzato per quotazioni basse. Con la sola eccezione del latte scremato in polvere, infatti, le principali commodity si sono mantenute su livelli di prezzo sistematicamente inferiori a quelle degli anni precedenti. 2018 2019 2020 VAR.

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG 446 452 482 512 559 580 562 436 443 423 419 418 400 385 365 360 349 303 290 317 333 -16% -19% -18% -28% -31% -21% -13%

GEN FEB 141 139 181 188 259 260 43% 38%

MAR 133 190 238 25%

APR 135 191 198 3%

MAG 144 201 198 -1%

GIU 153 204 214 5%

LUG 150 205 211 3%

AGO 153 208 211 1%

SET 160 215 214 -1%

SET 548 368 348 -5%

OTT 502 367 346 -6%

NOV 475 367 348 -5%

DIC 457 367 344 -7%

AGO 335 304 296 -3%

SET 337 308 298 -3%

OTT 332 312 304 -2%

NOV 319 317 309 -3%

DIC 308 318 309 -3%

CHEDDAR

LATTE SCREMATO IN POLVERE

2018 2019 2020 VAR.

AGO 556 363 341 -6%

OTT NOV DIC 155 159 168 231 243 253 217 216 217 -6% -11% -14%

2018 2019 2020 VAR.

GEN 314 314 300 -5%

FEB 318 320 304 -5%

MAR 325 329 306 -7%

APR 321 321 302 -6%

MAG 328 316 303 -4%

GIU 336 309 303 -2%

LUG 334 308 306 -1%

IL MONDO DEL LATTE 57

vedi 15-12 Attualità Gandolfi SPFM.indd 57 n 1 gennaio 2021 interno.indd 57

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MERCATI

ESPORTAZIONI ITALIANE

DI LATTE

DO DEL

L AT T E IL MON N. 1

GENNAIO

2021 -

ANNO

IL LATTE NEL MONDO

LXXV -

MENSILE

0401 1010 2011 2091

0401 1090 2019 2099

26 2 7

1.927 4 1 1 2 1

LATTE SFUSO IN CISTERNA

ROMA

LATTE IN CONFEZIONI

295 70 7 10 3.890

2 224 3 26 7 1.517 5.898

TOTALE PAESI TERZI di cui:

21.480

2.634

3.295 13.627 1.333 98 605

26 392 888 1 419

25.370 17.330

8.532 5.308

ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI

TOTALE GENERALE - TONNELLATE - MIGLIAIA DI EURO

3 11 124 34 442 32 1 4 2.716 34 1

73 2.095 4

1 7 2 1

45 26

ABBONA IONE IN POSTE

AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP.CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE

SPEDIZ E SPA ITALIAN

PAESI

E POSTAL MENTO

70%

TARIFFA DOGANALE

-AT/c AUT MP

/RM

1 GENNAIO - 31 AGOSTO 2020 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

ORGANO

UF

DI FICIALE

TTE ASSOLA

E DEL

COMITATO

ITALIANO

FIL-IDF

ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL

L AT T E

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF

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“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it IL MONDO DEL LATTE 59

15-12 mercati espor latte V MSPF.indd 59 n 1 gennaio 2021 interno.indd 59

16/12/20 14:05 14:02 18/12/20



MERCATI

BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI

E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

15-12 mercati borsa prezzi MSPF.indd 61 n 1 gennaio 2021 interno.indd 61

2019 2020 NOVEMBRE NOVEMBRE MEDIA MEDIA

2020 OTTOBRE MEDIA

2019 OTTOBRE MEDIA

VAR.

1,67 3,27 3,42 1,47 8,21 6,52 5,52 11,01 10,21 9,10 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12

1,72 3,32 3,57 1,52 8,56 7,81 6,44 12,65 11,67 10,56 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12

-2,91% -1,51% -4,20% -3,29% -4,09% -16,52% -14,29% -12,96% -12,51% -13,83% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%

1,66 3,26 3,41 1,46 8,52 7,13 5,99 11,85 11,05 10,02 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12

1,74 3,34 3,59 1,54 8,42 7,45 6,08 12,07 11,16 9,80 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12

-4,60% -2,40% -5,01% -5,19% 1,19% -4,30% -1,48% -1,82% -0,99% 2,24% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%

348,75

449,38

-22,39%

354,50

440,00

-19,43%

12,275 11,400 10,575 NQ

13,800 12,800 12,050 NQ

-11,05% -10,94% -12,24% ---

12,750 11,950 11,200 NQ

13,350 12,350 11,525 NQ

-4,49% -3,24% -2,82% ---

VAR.

NQ: NON QUOTATO

DESCRIZIONE MILANO MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI

16/12/20 14:05 14:03 18/12/20


MERCATI

PIÙ LATTE PER LE DOP I

n attesa dei numeri sul nuovo anno, che daranno indicazioni sulla disponibilità e sull’impiego del latte nazionale, guardiamo qualche dato sulla struttura produttiva di alcune regioni settentrionali, in particolare: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia e la provincia di Trento, dove si concentra più dell’80% del latte nazionale e dove la produzione casearia Dop è in costante aumento. Nelle regioni leader, come si è evoluto il settore da quando è terminato il regime quote e la produzione si confronta liberamente con la domanda? Ebbene, tra il 2015 e il 2020 (i dati dell’ultimo anno sono stime costruite sui primi nove mesi, ndr), nelle regioni del Nord la produzione di latte è cresciuta del 15% circa (+1,37 milioni di tonnellate), con la Lombardia che ha messo a segno un +19% (900.000 t), Emilia-Romagna e Piemonte che si sono mantenute sul +15% (rispettivamente +263.000 e +150.000 t) e le altre regioni e provincie selezionate che hanno registrato aumenti inferiori al 10 per cento. Due terzi dell’aumento complessivo, quindi, è legato agli allevamenti lombardi. Guardando ai vari prodotti, poi, emerge che nella macroarea che

stiamo analizzando, il prodotto che ha assorbito la maggior quantità di “nuovo” latte è stato il Parmigiano Reggiano, al quale è stato destinato tutto il latte in più prodotto dalle aziende che lavorano in zona di origine. Il Grana Padano, dal canto suo, ha mostrato una crescita inferiore (+235.000 tonnellate di latte), pur confermando il proprio primato nei volumi di latte impiegato. Oggi vengono lavorati a Grana Padano circa 2,8 milioni di tonnellate di latte: più di un quarto di quanto prodotto negli allevamenti delle zone che stiamo analizzando e addirittura il

48% di quello che nelle medesime regioni è destinato a prodotti Dop. La produzione delle 550mila forme in più di Gorgonzola (questa la crescita del re degli erborinati nel periodo considerato) ha richiesto ulteriori 70mila tonnellate di latte. Altre 20mila tonnellate aggiuntive sono andate al Provolone Valpadana e circa 7mila all’Asiago. Taleggio e Montasio hanno invece perso volumi, lasciando libere sul mercato circa 5.500 tonnellate di latte. Fatto 100 il volume di latte addizionale che si è reso disponibile in questi sei anni, circa il 40% è andato a formaggi Dop e il 60% agli

L’ANDAMENTO DELLA DESTINAZIONE DEL LATTE IN ALCUNE REGIONI DEL NORD ITALIA (IN TONNELLATE)

TOTALE LATTE 8.976.194

2015 2019 2020 *

9.919.790 10.350.000

VAR. % SU 2015

15%

LATTE DESTINATO A FORMAGGI DOP 5.228.857 5.638.488 5.800.000 11%

LATTE DESTINATO AD ALTRI PRODOTTI 3.747.337 4.281.302 4.550.000 21%

* STIME ASSOLATTE

LE PRODUZIONI (1°REGIONI QUADRIMESTRE VS.ITALIA 2019) LA PRINCIPALI DESTINAZIONE DEL LATTEEUROPEE IN ALCUNE DEL 2020 NORD

ASIAGO 2,0% GORGONZOLA 5,1%

MONTASIO 0,6%

ALTRI PRODOTTI 43,8%

TALEGGIO 0,6% ALTRO 2,3%

QUARTIROLO LOMBARDO 0,2% PROVOLONE VALPADANA 0,6% PIAVE 0,3%

PARMIGIANO REGGIANO 19,7% GRANA PADANO 27,1%

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altri prodotti fatti con latte italiano. I vari prodotti “100% made in Italy”, quindi, non sono cresciuti allo stesso modo. Del resto, è bene ricordare che – seppur con regole molto diverse – le produzioni

di Grana Padano e di Parmigiano Reggiano sono sottoposte a specifici piani produttivi, che indirizzano e guidano la crescita. Nonostante tassi di crescita differenti, comunque, nelle zone che abbiamo

selezionato la maggior parte del latte prodotto continua a essere destinato a formaggi Dop. Vedremo se i prossimi mesi confermeranno la tendenza e come evolveranno le diverse produzioni.

L’ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE DI ALCUNI FORMAGGI DOP (VARIAZIONE %) 14,5

PROVOLONE VALPADANA 5,2

PARMIGIANO REGGIANO

14,7

4,0

TOTALE

ASIAGO

10,9 4,7

MONTASIO PIAVE

-5,1

TALEGGIO

-5,4 -6,3

9,7 8,3

-1,5

24,6

-3,6 2,3 2020 VS 2019

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14,5

1,7

GRANA PADANO

QUARTIROLO LOMBARDO

22,4

2,7

GORGONZOLA

48,1

2020 VS 2015

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IGIENE & SICUREZZA

EXPORT NEGLI STATI UNITI: COSA CI ASPETTERÀ NEL 2021 NUOVI ADEMPIMENTI PER GLI IMPORTATORI CON L'ENTRATA IN VIGORE DEFINITIVA DEL FOOD SAFETY MODERNIZATION ACT di Claudio Gallottini, ceo Ita Corporation - www.itagroupltd.com

I

l Food safety modernization act (Fsma) statunitense sta completando la sua piena entrata in vigore che si concluderà a dicembre 2021 (requisiti di potabilità dell’acqua applicabili alle piccole aziende agricole che producono ortofrutta). Nel frattempo sono ricche le novità che la Food and drugs administration (Fda) ha introdotto negli ultimi mesi a supporto degli originali “sette pilastri” attuativi del Fsma. Infatti, nel luglio scorso durante l'edizione 2020 del Gfsi Conference di Seattle è stata ufficializzata la “New era for a smarter food safety” presentata dal deputy commissioner Food policy and responce Fda, Frank Yiannas. Questa sicurezza alimentare intelligente prevede l’utilizzo

delle nuove tecnologie a supporto dell’analisi dei pericoli (big data), di una tracciabilità trasparente e arricchita da tante nuove informazioni e valutazioni (blockchain), degli audit tramite utilizzo della realtà aumentata (smart glass) e altre Ict disponibili (videochiamate, droni, ecc.). LE ANALISI Inoltre, questa “nuova era” introduce una maggiore pressione sugli importatori statunitensi soggetti ad audit da remoto, che ovviamente si rifletterà sui nostri operatori in termini di adeguamento al Fsma. Sono molteplici in questi giorni le warning letters emesse verso importatori che non hanno attuato un corretto Foreign supplier verification

program (Fsvp) riscontrabili sul portale Fda/Warning letters. A settembre 2020 è stata pubblicata sul portale Fda/ Fsma la proposta di nuovo Regolamento che sarà pubblicato a breve nella Gazzetta ufficiale Usa, divenendo effettivo, riguardo la futura obbligatorietà all’utilizzo per il mercato statunitense di laboratori di analisi con metodiche accreditate Fsma da Fda e da Anab. Tali metodiche seguiranno l’accreditamento Iso 17025 e dovranno essere in genere Aoac per la microbiologia ed Epa per la chimica. Fda al momento della pubblicazione determinerà l’iter da seguire. È importante che i nostri operatori si attivino per tempo con i propri partner per essere pronti a questa nuova sfida ed evitare di dover

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IGIENE & SICUREZZA Frank Yiannas, deputy commissioner Food policy and responce Fda

spedire campioni da far testare in Usa nel prossimo futuro. Il 23 settembre 2020 è stato pubblicato ufficialmente sul Federal register “l’ottavo pilastro” del Fsma, il nuovo Regolamento sulla tracciabilità dal campo alla tavola, arricchito da molte valutazioni collegate obbligatorie che si espliciteranno in una corposa documentazione da dover redigere. Chi trasforma, processa, confeziona o stocca commodity alimentari rientranti in una specifica lista (Food traceability list - Ftl), dovrà stabilire e mantenere registrazioni riguardo Key data elements (Kdes) associati a differenti Critical tracking events (Ctes)”. Nella Ftl troviamo “Cheeses other than hard cheeses” quindi al momento sono esclusi da una prima applicazioni i formaggi stagionati. I Kdes sono legati al proprio posizionamento in filiera: 1. Growing; 2. Receiving; 3. Transformation; 4. Creation; 5. Shipping. Nel settore lattiero-caseario escludiamo il punto 1 che riguarda l’agricoltura; si applicheranno potenzialmente i punti da 2 a 5. A questi l’operatore dovrà

applicare i Ctes che sono sette diversi fattori da valutare: 1. Frequency of outbreaks and occurrences of illnesses; 2. Severity of illnesses; 3. Likelihood of contamination; 4. The potential for pathogen growth, with consideration of shelf life; 5. Manufacturing process contamination probability and industry-wide intervention; 6. Consumption rate and amount consumed; 7. Cost of illness. Anche in questo caso, il supporto di Fda agli operatori è forte, con un portale sulla tracciabilità ricco di informazioni (Fda/Fsma proposed rule for food traceability) e soprattutto di uno strumento messo a disposizione chiamato Riskranking model results toll, che rappresenta una guida su come pesare il rischio dei sette Ctes da valutare. LE SCADENZE A partire dallo scorso 20 ottobre è subentrato l’obbligo

ai fini del rinnovo della registrazione biennale in Fda di attivare come Unique facility identifier (Ufi) un personale (Duns number). Meglio farlo subito, il rinnovo scadrà il prossimo 31 dicembre. Non va dimenticata la nuova Food defence che lo scorso 27 luglio è diventata cogente per le medie imprese e diventerà globalmente effettiva anche per quelle piccole da luglio 2021. Insomma, un nuovo anno ricco di lavoro e di adeguamenti! In questo contesto, il nostro gruppo Nordamericano nel quale è entrata a far parte anche Esi-Euroservizi impresa Srl, supporta le industrie alimentari, gli importatori, le associazioni di categoria, i consorzi di tutela e le autorità competenti diffondendo con corsi ufficiali, consulenza specifica sia documentale (Food safety plan, Recall plan, Preventive control plan, ecc.), che con audit, assistenza quesiti e revisione etichette, con oltre 70 uffici regulatory nel mondo.

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IGIENE & SICUREZZA GUIDA DELL’OIE SUL CORONAVIRUS NEGLI ANIMALI DA ALLEVAMENTO SERVIRÀ A SUPPORTARE I SERVIZI VETERINARI. LE STALLE DA LATTE SONO SICURE E HANNO UN GRADO DI RISCHIO TRASCURABILE di Ettore Soria

L'

Oie (Organizzazione internazionale sulla salute degli animali) ha predisposto una guida sul rischio Sars-Cov-2 negli animali d'allevamento (aggiornata a ottobre 2020), alla luce dei recenti risultati sulla sorveglianza dei visoni per cui si ipotizza una deriva genetica/ antigenica del Covid-19, a seguito dell'introduzione della malattia da parte dell'uomo. L'Oie incoraggia tutti i Paesi a promuovere queste strategie di riduzione del rischio e a monitorare le specie animali sensibili all'infezione. Il Covid-19, causato dall'infezione da Sars-CoV-2, è una malattia umana che è emersa da una fonte animale ed è diventata pandemia attraverso la diffusa trasmissione da uomo a uomo. La natura di questo nuovo virus zoonotico (trasmissione animale/uomo), la sua diffusa distribuzione e la sensibilità di alcune specie animali, ha fatto emergere la preoccupazione che alcune specie possano diventare serbatoi di Covid-19.

I risultati degli studi sperimentali sulle infezioni naturali degli animali hanno fornito una crescente conoscenza sulle specie sensibili alle infezioni da Sars-CoV-2 e la loro trasmissibilità ad altri animali e all'uomo. LE MISURE E LE SPECIE L’obiettivo della guida è supportare i servizi veterinari, la salute pubblica e gli altri partner nella riduzione del rischio di introduzione del virus a popolazioni di animali da allevamento sensibili, utilizzando un approccio one health: - affrontare i rischi associati ai diversi sistemi di allevamento; - proporre misure da seguire in caso di introduzione di SarsCoV-2 in un’azienda agricola. Le specie oggetto di questa guida informativa sulla sensibilità alle infezioni da Sars-CoV-2 degli animali le cui specie sono allevate per la produzione di alimenti provengono da studi sperimentali sulle infezioni e anche da segnalazioni di infezioni

naturali di animali. La situazione è dinamica e si possono prevedere nuove informazioni che potrebbero richiedere aggiornamenti a questo documento di orientamento. Le dichiarazioni sulla "valutazione del rischio" si riferiscono alla trasmissione da uomo ad animale, da animale a uomo e tra animali e si basano su prove attuali derivanti da rapporti di infezione naturale e studi sperimentali di infezione. BOVINI SICURI Per quanto concerne i bovini, è stata segnalata un'infezione sperimentale in uno studio; due dei sei bovini infetti hanno mostrato livelli molto bassi di replicazione virale, seguiti da sieroconversione. Pertanto, i bovini sembrano avere un basso livello di suscettibilità. La valutazione del rischio è di grado molto basso nella trasmissione da uomo ad animale, trascurabile da animale a uomo e tra animali.

IL RISCHIO DI INTRODUZIONE DELL'INFEZIONE DA SARS-COV-2 DA ESSERI UMANI AD ANIMALI D'ALLEVAMENTO E ALTRI ANIMALI DOMESTICI Il rischio di introduzione del coronavirus in un noti i rapporti sull'introduzione di Sars-CoV-2 allevamento è elevato quando gli animali che in altre specie allevate, il che è in linea con la presentano un rischio da moderato ad alto di sensibilità delle specie animali. infezione da Covid-19 entrano in contatto con Sulla base delle prove attuali, il rischio di esseri umani infetti. introduzione di Sars-CoV-2 dalle persone agli Ciò è dimostrato da focolai naturali nei visoni animali è elevato in alcune specie, mentre è in Danimarca, Paesi Bassi, Italia, Spagna, trascurabile in specie di bestiame d'allevamento. Francia, Svezia e Stati Uniti che sono stati Di conseguenza, i rischi per le specie da preceduti da un contagio dei proprietari di allevamento diverse da visoni e furetti sono aziende agricole o dei lavoratori. Non sono considerati trascurabili. 68 IL MONDO DEL LATTE

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TECNOLOGIA & SERVIZI

UN POZZO DI SCIENZA L’UNIVERSITÀ DI PARMA HA LANCIATO “FOOD PROJECT” PER METTERE A SISTEMA IL MEGLIO DELLE CONOSCENZE E DELLE COMPETENZE IN FATTO DI NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE

di Chiara Fabrizi

L’

università di Parma punta a essere riconosciuta come centro europeo dell’alta formazione e ricerca in “Scienze degli alimenti e nutrizione”. Per farlo, l’ateneo ha lanciato Food Project, con l’obiettivo di mettere a sistema e rafforzare le numerose e importanti competenze nella ricerca e nella didattica nel settore food e promuoverne l’interazione con imprese, centri di ricerca non accademici e realtà educative locali, nazionali e stranieri. Diversi gli elementi che hanno condotto l’università verso questo progetto: preesistenti e consolidate eccellenze scientifiche e didattiche nel campo degli alimenti e delle politiche alimentari; l’altissima adesione di iscritti ai corsi in ambito alimentare; il posizionamento di Parma al centro della food valley italiana, nonché sede dell’Efsa. Per affrontare le numerose e complesse problematiche legate agli alimenti, Food Project coinvolge i docenti di tutti i dipartimenti dell’università parmense attivi nel campo alimentare in senso lato, in modo da indagare e analizzare a 360° qualunque aspetto. Il progetto è articolato in tre grandi aree. La ricerca, con la quale si intende creare un’unica struttura che promuova e supporti le infrastrutture di ricerca, ne rafforzi e faciliti le interazioni con partner industriali e di ricerca nazionali e internazionali, facendo confluire le risorse sui progetti strategici e attraendo nuove risorse. La didattica, che punta sulla Scuola di studi avanzati sugli alimenti e la nutrizione, con collaborazioni con l’Efsa e partecipazione di studiosi di fama mondiale. Infine, la terza area, con cui l’ateneo

si farà carico dell’organizzazione del World food forum e si attiverà con azioni di divulgazione per rendere disponibili a un pubblico vasto le competenze in campo alimentare, nell’ottica di un’educazione continua della popolazione. Per saperne di più si può visitare il sito (foodproject. unipr.it). Ne parliamo con il coordinatore, Erasmo Neviani. Com’è nata l’idea di Food Project? Alcuni anni fa, favorita anche dalle riflessioni seguite a Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, e si sviluppa in particolare a partire dall’evidenza della presenza in ateneo di un numero elevato di ricercatori di differenti aree scientifiche ed umanistiche che si occupavano con riconosciuta competenza di ricerca in ambito delle produzioni e delle politiche alimentari. Inoltre, l’evidenza che il nostro ateneo vive in un territorio vocato alle produzioni alimentari, dove l’arte e la capacità di produrre alimenti è divenuta negli anni cultura diffusa e consolidata, ha indirizzato e favorito questa scelta. Il Food Project coinvolge tutti i docenti attivi nel campo degli studi sugli alimenti, intesi nella loro accezione più ampia: tecnologi, agronomi, veterinari, biologi, microbiologi, chimici, nutrizionisti, medici, ingegneri, economisti, giuristi, umanisti. Tutte queste competenze si sono dedicate in differenti momenti e con differente intensità allo studio delle tematiche del settore. È stata quindi una scelta naturale quella di sviluppare e mettere a sistema una task force di studiosi capace di affrontare le complesse problematiche legate agli alimenti con una visione

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organica, onnicomprensiva e in grado di fornire soluzioni di ricerca, didattiche e di policy su ogni aspetto del mondo alimentare. La produzione di alimenti nel nostro pianeta incontra una domanda crescente di quantità e qualità, collegata all’aumento complessivo della popolazione, ma anche alla modifica continua degli stili di vita. La sfida del futuro è quella di indicare modelli di sviluppo sostenibili per un sistema che, a livello mondiale, cresce velocemente, originando una serie continua di nuovi bisogni e domande. Un sistema diversificato e caratteristico per regioni geografiche e popolazioni differenti. Popolazioni povere, bisognose di alimenti e acqua salubri e popolazioni più abbienti, caratterizzate dalla necessità di sicurezza alimentare e con il bisogno di definire modelli nutrizionali idonei. Questa esigenza di cibo e modelli di nutrizione adeguati non può prescindere dalle interconnessioni tra la salvaguardia dell’ambiente e del benessere animale, con la qualità della produzione di alimenti. A tal fine saranno sempre più utili le innovazioni nel settore agroalimentare finalizzate anche alla riduzione di sprechi di materie prime, acqua, energia e prodotti finiti, promuovendo, in estrema sintesi, la sostenibilità del sistema produttivo nel suo complesso. L’impiego intelligente delle conoscenze e della tecnologia deve permetterci di trovare le soluzioni opportune. Food Project vuole essere lo strumento per rilanciare la ricerca di soluzioni e la formulazione di proposte e, quindi, affrontare la sfida. Parola d’ordine “collaborazione” dentro e fuori l’ateneo. Quali le novità nella pratica? Food Project è anche un punto di incontro e di confronto tra i ricercatori dell’ateneo. Un posto virtuale che favorisce l’interazione di idee e lo sviluppo di progettualità che coinvolgano competenze che, prese singolarmente, potrebbero perfino risultare estranee o lontane dal tema alimenti e nutrizione. L’impiego integrato di competenze scientifiche di base per la ricerca di nuove applicazioni operative in ambito alimentare viene quindi favorita dal Food Project, al fine di sviluppare soluzioni differenziate e articolate, necessarie in un sistema complesso e fortemente regolato come quello caratteristico dell’industria alimentare. La creazione di un progetto, a cui si unirà a breve anche quella di un luogo fisico di aggregazione dedicato – la nuova costruzione del padiglione Food Project che a giorni vedrà la posa della prima pietra – vuole favorire la crescita delle interazioni tra persone e gruppi di ricerca e, con essa, la capacità di proporsi all’esterno con una forza e una potenzialità di intervento molto superiore. Inoltre, Parma è un luogo particolare per portare avanti queste iniziative. Il contesto sociale speciale che caratterizza la città permette di poter far funzionare le proposte in maniera

estremamente collaborativa. L’Università lavora con le amministrazioni locali, con l’Unione parmense industriali, la Camera di commercio, i Servizi educativi, l’Ufficio scolastico e altre realtà imprenditoriali locali. Sinergie che negli anni hanno creato un sistema in cui l’efficienza della squadra supera di gran lunga la somma dei singoli componenti e promuove il territorio presentandolo al mondo dell’impresa e dei consumatori. Quali vantaggi e novità offrirà alle aziende il Food Project? Si pone come interlocutore di aziende e/o associazioni imprenditoriali per offrire soluzioni di ricerca articolate, grazie alla possibilità di confrontarsi con gruppi di lavoro integrati e multidisciplinari, capaci di sviluppare collaborazioni complesse e dare soluzioni che non sarebbero facilmente sviluppabili da singoli gruppi di lavoro. Nel rispetto della riservatezza, anche singole aziende potrebbero divenire parte di questo modello di collaborazione e approfondimento tecnico e scientifico; quindi, non più semplici fruitrici dei risultati, ma anche soggetti attivi, al fine di interpretare le necessità del futuro e non solo rispondere alla contingenza. Il progetto include la Scuola di studi superiori in Alimenti e nutrizione. Non bastava intervenire sui corsi esistenti in ateneo? La Scuola, operativa da due anni, ha l’ambizione di divenire un punto di riferimento internazionale nel contesto della formazione post-laurea e professionalizzante. L’ateneo, attraverso i suoi corsi di laurea e master e con il Dottorato di ricerca in Scienze degli Alimenti fornisce didattica di eccellenza ma, soprattutto per il post laurea in ambito food, c’era bisogno, così come per il Food Project, di coordinamento e messa a sistema. La Scuola, infatti, ha consolidato l’esistente, con una gestione dinamica e flessibile e ha aperto nuovi corsi, garantendo continuità a quell’afflato internazionale che forse mancava. In questi due anni, la Scuola ha attivato un master internazionale (Food city design), tre Summer school internazionali (una in collaborazione con Efsa e una con l’Università di Cambridge) e ospitato studenti da tutti i continenti. I corsi di formazione specialistica sono stati numerosi e tutti partecipati. La capacità progettuale della Scuola è riconosciuta anche dagli importanti finanziamenti ricevuti, tra cui quello particolarmente prestigioso della Regione Emilia-Romagna, che ha reso possibile il master in Food city design e la Summer school in Food sustainability con un partenariato internazionale.

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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini ESISTE UNA NORMATIVA SULLA TEMPERATURA DI CONSERVAZIONE DEI FORMAGGI DA APPORRE IN ETICHETTA? IN ALCUNI PAESI VANNO RIPORTATI IN ETICHETTA I LIMITI DI TEMPERATURA IMPOSTI DALLA NORMATIVA NAZIONALE. IN QUESTO MODO UN’ETICHETTA MULTILINGUE POTREBBE INDICARE TEMPERATURE DI CONSERVAZIONE DIVERSE, A SECONDA DEL PAESE DI COMMERCIALIZZAZIONE. SAREBBE LECITA UNA TALE EVENTUALITÀ?

secondo sue doverose valutazioni – richiedono tali informazioni. Esiste una stretta relazione tra shelf life e temperatura di conservazione, da determinarsi entrambe a cura dell’Osa in funzione delle regole dell’Allegato 2 del Reg. Ce n. 2073/2005, e ricade sullo stesso Osa l’onere di argomentare, spiegare e documentare il perché vengano eventualmente indicate e debbano osservarsi diverse condizioni di conservazione e il perché la shelf life e le qualità complessive del prodotto rimangano completamente invariate, pur alle diverse temperature (o range di temperature) indicate in etichetta. La questione va vista anche nella prospettiva delle normative sull’etichettatura e la corretta informazione al consumatore.

NEL CASO DI VENDITA DI FORME NUDE DI FORMAGGIO AD AMBULANTI O PICCOLI NEGOZI È APPLICABILE L’ART. 44 DEL REG. UE N. 1169/2011, DOVE È PREVISTO CHE SUL PRODOTTO SIANO INDICATI SOLO GLI ALLERGENI?

salvi gli obblighi del già menzionato articolo 8.6 del regolamento europeo – la denominazione dell’alimento e l’elenco degli ingredienti (con le medesime modalità e deroghe previste dal Reg. Ue n. 1169/2011 per i formaggi preimballati), il nome o la ragione sociale o il marchio depositato e l'indirizzo dell'operatore del settore alimentare, nonché l'indicazione del lotto di appartenenza. Tali informazioni possono essere riportate anche soltanto su un documento commerciale, anche in modalità telematica, se è garantito che tali documenti accompagnano l'alimento cui si riferiscono o sono stati inviati prima o contemporaneamente alla consegna. Sempre secondo l’art. 19, ai recipienti che contengono i prodotti alimentari offerti in vendita al consumatore finale o senza preimballaggio, deve essere applicato poi – a cura del dettagliante – un apposito cartello sul quale devono essere riportate, per quanto concerne i formaggi: a) la denominazione di vendita; b) l’elenco degli ingredienti salvo i casi di esenzione; c) le modalità di conservazione per i prodotti rapidamente deperibili, dove necessario; oltre ovviamente l’indicazione degli allergeni (sulla base dell’art. 44 del Reg. Ue n. 1169/2011), quelle stabilite dai disciplinari di produzione per i prodotti Dop e Igp e le ulteriori indicazioni obbligatorie eventualmente prescritte per i prodotti non preimballati da altre norme Ue o nazionali.

NEL CASO DELLE PRIVATE LABEL, IL CODICE EAN È ASSEGNATO DAL FORNITORE DELL’ALIMENTO O DA CHI LO COMMERCIALIZZA A PROPRIO MARCHIO?

prefisso aziendale GS1 identifichi univocamente e universalmente quest’ultimo. Della gestione del codice a barre in Italia si occupa GS1 Italy, l'unico ente in Italia che fa parte del sistema globale GS1 autorizzato a rilasciare prefissi aziendali.

?

Il Reg. Ue n. 1169/2011 rimette all’Osa di riferimento la responsabilità di indicare le condizioni particolari di conservazione (inclusa ovviamente la temperatura) e/o le condizioni d’impiego per gli alimenti che –

Il Reg. Ue n. 1169/2011 non disciplina i prodotti sfusi (prodotti alimentari non preconfezionati o generalmente venduti previo frazionamento, anche se originariamente preconfezionati, i prodotti confezionati sui luoghi di vendita a richiesta dell’acquirente e i prodotti preconfezionati ai fini della vendita immediata), se non per l’introduzione dell’obbligo di fornire l’indicazione sugli ingredienti allergenici (art. 44) e per le disposizioni sulla responsabilità degli operatori previste all’articolo 8.6. Queste ultime sono disposizioni che, in via generale, impongono agli operatori alimentari di fornire tutte le informazioni necessarie a permettere agli Osa che ricevono i prodotti di adempiere agli obblighi di etichettatura che li riguardano o di fornire le dovute informazioni al consumatore, dove richiesto. La possibilità di rendere obbligatorie a livello nazionale le altre indicazioni di etichettatura previste dal Reg. Ue n. 1169/2011 per i prodotti sfusi è lasciata alla libera scelta dei singoli Stati membri. In Italia la materia è disciplinata dall’art. 19 del Dec. Leg.vo n. 231/2017. Il testo prevede che per gli alimenti sfusi, nelle fasi precedenti la vendita al consumatore, debbano essere riportate – oltre agli allergeni e fatti

La regola generale è che il codice identificativo sia assegnato dal proprietario del marchio e che il 72 IL MONDO DEL LATTE

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IL MONDO DEL

IL MONDO DEL LATTE 1/2021

L AT T E N. 1

GENNAIO

2021 -

ANNO

LXXV -

IL LATTE NEL MONDO MENSILE

2021 ANNO DEI CIBI AMICI DEL SISTEMA IMMUNITARIO PRODUZIONE DI LATTE, LA CRESCITA NON SI FERMA

POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

70%

ROMA

AUT MP-AT/c/RM

EXPORT, ACCORDO UE-CINA COME MODELLO

ORGANO UFFICIALE DI

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ASSOLATTE

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF 16/12/20 09:38 13:19 17/12/20


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