Il Mondo del Latte - Febbraio 2017

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IL MONDO DEL

L AT T E EDITORIALE Nelle scorse settimane si è parlato di “allarme vaccinazioni”, un tema davvero importante, che credo abbia parecchie analogie con il nostro settore e più in generale, con il tema della corretta alimentazione. Infatti, per alcuni anni sia i media tradizionali che Internet hanno dato spazio crescente a tanti ciarlatani, che hanno messo in discussione l’importanza delle vaccinazioni, sostenendo che i promotori delle terapie immunizzanti sono uomini al soldo delle multinazionali farmaceutiche e che una fantomatica cupola nasconde ai cittadini i rischi connessi con le terapie vaccinali: primo tra tutti l’autismo. E mentre Jenner, Pasteur, Sabin & C., che con le loro scoperte hanno salvato la vita a centinaia di milioni di persone, si rivoltano nella tomba, le repliche di chi ha passato la vita a studiare trattati e pubblicazioni scientifiche in materia e, casomai combatte quotidianamente le battaglie contro le epidemie, non hanno avuto adeguata eco. Le fandonie hanno preso piede e dato che non bastavano i medici ciarlatani a farsi portatori del “verbo”, ci si sono messi anche illustri testimoni dello star system. Così, il numero di bambini vaccinati è progressivamente diminuito, con tutti i rischi che ne conseguono, anche per chi nei vaccini ci crede. Ultimamente – anche a causa di alcune morti che forse si sarebbero potute evitare – la scienza ha deciso di alzare la voce, sia tramite le istituzioni – il ministero della Salute è uscito allo scoperto – sia tramite i canali di comunicazione più moderni: i social network. Sono nate alcune pagine su Facebook, gestite da immunologi e ricercatori, nelle quali si cerca di ristabilire la verità e si smentiscono le fantasiose tesi del grande popolo di chi crede a qualunque fesseria. Si smentiscono i ciarlatani, si cerca di tranquillizzare la gente comune, perché vaccinare i propri figli o se stessi è cosa buona e giusta e va nell’interesse della propria salute e di quella della comunità in cui si vive. La stampa – finalmente – sembra aver capito il problema e si sta adeguando, dando spazio a chi di salute e di malattie ne capisce davvero! Vi chiederete perché in un editoriale di una rivista dedicata al latte si dedichi tanto spazio ai vaccini. La ragione è semplice: anche nel campo alimentare si vivono dinamiche analoghe. I fregnacciari imperano e la stampa, la Tv e Internet sono diventati una fonte inesauribile di false conoscenze scientifiche. E tante persone credono di acquisire sufficienti conoscenze su qualunque argomento con pochi clic sulla rete e la lettura di qualche pagina sul social network di turno. Anche su temi delicati, come l’alimentazione e la salute. In questi anni siamo stati testimoni di tanti casi: dagli Ogm alle teorie vegane, dalle diete dei gruppi sanguigni al China Study. Salvo rare eccezioni, la scienza ufficiale è rimasta silente o comunque non è stata messa in condizione di smentire le tesi dei professionisti della menzogna. E sono ancora troppo pochi i professori e i veri esperti di alimentazione disposti a esporsi per sostenere tesi corrette e suffragate dai lavori accreditati. Verrà un giorno il cui potremo assistere al medesimo scatto d’orgoglio della scienza sui temi dell’alimentazione?

Adriano Hribal

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SOMMARIO

IL MONDO DEL

L AT T E N. 2

FEBBRAIO

2017-

ANNO LXXI

IL LATTE NEL MONDO

-

MENSILE

ATTUALITÀ

Notizie dalla Ue News Libri

OPINIONI PAG.

8

Notizie dalla Eda

ROMA

Amarcord

AUT MP-AT/c/RM

Editoriale

70%

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POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.

La case history DEL GIUDICE COSA CHIEDONO I CONSUMATORI IL PUNTO DI VISTA DEGLI INDUSTRIALI USA SULLE DOP ORGANO UFFICIALE DI

ASSOLATTE

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF

Tante idee, una sola Pac; si comincia a discutere del post 2020 di Paolo De Castro

PROTAGONISTI PAG. 26 PAG. 30 PAG. 32

L’azienda del mese: Del Giudice Il giovane del mese: Paola Raimondi 4 domande a Jaime Castaneda, executive director del Ccfn

ECONOMIA PAG. 35

Nel decennio che verrà cresceranno i consumi di prodotti lattiero-caseari

PAG. 40 PAG. 48

Food business, il futuro è nella Rete I prodotti del 2017? Vegetali ed ecologici

MERCATI PAG. 50

Export Irlanda: piccola, ma con un futuro da grande produttrice di latte

PAG. 56 PAG. 58 PAG. 60

Latte: in aumento la produzione di formaggi Prodotti lattiero-caseari: la borsa dei prezzi in Italia Formaggi Dop: produzione in crescita per soddisfare la domanda estera

IGIENE & SICUREZZA PAG. 62

Linee guida del ministero della Salute per il recall di prodotti alimentari non conformi

PAG. 64

Rasff, aumentano i casi di E. Coli

NORMATIVE PAG. 69 PAG. 72

Pubblicità: la dicitura “km zero” L’esperto risponde

4 IL MONDO DEL LATTE

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987 Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm Questa rivista è stata inviata tramite abbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto richiedere la cessazione dell’invio e/o l’aggiornamento o la cancellazione dei dati in nostro possesso. PREZZI DEGLI ABBONAMENTI: Italia: 118,00 euro Estero: 150,00 euro 1 copia: 11,50 euro Arretrati: 23,00 euro



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Amarcord: LA MOSCA NEL PIATTO Chi rimpiange il cibo di una volta dovrebbe sapere che la sicurezza alimentare ha iniziato a muovere i primi passi solo pochi decenni fa Questo mese non parliamo di libri antichi, né di articoli pubblicati su vecchie riviste del settore. Lo spunto per parlare del passato ce lo dà un cartello, affisso in un bar di montagna. Non uno di quei cartelli moderni, stampati su banali fogli di carta, tristi, infilati in un’asfittica cartellina di plastica, appiccicati al muro a indicare l’orario di apertura del bar o il numero della licenza. Parliamo di passato, quindi di cartelli vintage, di cose che durano nel tempo e che oggi sono spesso oggetto di scambio nei mercatini di antiquariato. Forse vi chiederete: cosa ci sarà scritto su questo benedetto cartello, se merita un articolo su una rivista lattiero-casearia? “Il pubblico ha il diritto di rifiutare cibi e bevande contaminati da mosche”. In basso, i riferimenti alla legge 858 del 29 marzo 1928, che aveva introdotto questo principio. Leggendolo, abbiamo gioito: già nel 1928 in Italia si pensava all’igiene degli alimenti. Ci piace sapere che la sicurezza alimentare abbia radici lontane e che siano quasi 90 anni che il nostro legislatore fissa regole a salvaguardia del consumatore. Continuando a pensare, però, ci siamo posti una domanda: ma allora – fino al 1928 – chi trovava una mosca nella

minestra in osteria (se si decise di fare una norma specifica, la cosa non doveva essere rara!) non aveva il diritto di recriminare? Poteva quindi solo scegliere tra due possibilità, togliere la mosca dal piatto e mangiare il resto (scelta probabile, visto che stiamo parlando del 1928), oppure rimandare tutto in cucina pagando, però, la consumazione. Da questa riflessione deriva un corollario: chi rimpiange il buon cibo di una volta non parla di quello che arrivava sulle tavole nell’Ottocento. Crediamo che non parli neanche degli anni Trenta o Quaranta, quando la seconda guerra mondiale costrinse buona parte degli italiani a mangiare tutto quello che era appena commestibile ed era di gran moda il detto “quello che non strozza ingrassa”. E neanche del decennio

successivo, visto che la prima vera legge italiana sulla sicurezza alimentare è del 1962, quella sugli additivi del 1965 e risale al 1973 l’ordinanza ministeriale che vietò di utilizzare per l’alimentazione degli animali i rifiuti solidi urbani (sì, la comune spazzatura!). Ma allora i prodotti di oggi sono meglio di quelli di ieri e questa tanto contestata Europa ha legiferato per migliorare la qualità di quel che si compra e si mangia, non per peggiorarla, come si ostinano a raccontare i nostalgici dei bei tempi andati. Che spesso sono belli solo perché offuscati dal tempo.

Le norme europee sulla sicurezza degli alimenti non sono pensate per favorire “le lobby degli industriali”, bensì per garantire la salute dei consumatori

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OPINIONE

TANTE IDEE, UNA SOLA PAC SI COMINCIA A DISCUTERE DEL POST 2020 Con il 2017 si è riaperto il cantiere della Pac. Mentre con il mio collega Albert Dess stiamo lavorando al Regolamento Omnibus, che inserisce nella Politica agricola comune alcuni elementi di rinforzo del suo orientamento al mercato, quest’anno vedremo anche una consultazione pubblica e una comunicazione della Commissione sul futuro della Pac. Pilastro dell’integrazione europea dalle origini, ma anche “pietra dello scandalo” tra gli anni Settanta e Ottanta per via degli sprechi di cibo e denaro che finiva per innescare, la Pac ha conosciuto dagli anni Novanta in poi un ciclo di riforme che l’hanno resa più attenta al mercato, all’ambiente, ai territori e alla qualità, sia dei prodotti che dei processi produttivi. Soprattutto la riforma realizzata tra il 1999 e il 2004 ha compiuto passi decisivi per superare i prezzi garantiti e il problema della sovrapproduzione. Oggi, anche grazie a quella riforma, l’agricoltura europea è più efficiente, ha aumentato il valore delle esportazioni ed è sinonimo di prodotti di qualità in tutto il mondo. STRUMENTI DI TUTELA La revisione più recente, datata 2013, riflette le difficoltà che sta vivendo il progetto europeo. Come ebbi modo di dire dopo aver contribuito ad approvarla, non è la riforma che avremmo voluto, ma è servita a compiere alcuni passi importanti. Come europarlamentari, che per la prima volta esercitavano in materia pieni poteri decisionali insieme a Stati membri e Commissione, cercammo di porre l’accento sulla necessità di organizzare le filiere,

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puntare sull’interprofessione, dare strumenti efficaci per fronteggiare la volatilità dei mercati, che oggi incide più che in passato. Inserimmo le indicazioni di questo tipo nel regolamento sull’Ocm unica. Molte, però, sono rimaste sulla carta. Alcune sono state utilizzate, senza molto successo per l’eccessiva cautela della Commissione, solo l’anno scorso durante la crisi del latte. POSIZIONI DIVERSE La riforma della Pac, che vale ancora circa un terzo del bilancio Ue, è un appuntamento importante per le politiche europee. A molti non sta bene, ma la Pac ha fatto dell’Ue una potenza commerciale agroalimentare che compete con gli Usa sulla produzione di alcune materie prime e li supera per quanto riguarda i prodotti agroalimentari di alta gamma. I temi della prossima riforma sono già sul tappeto: dal problema dell’efficienza delle filiere e delle pratiche commerciali sleali fino alla necessità di guardare all’agenda dello sviluppo sostenibile e all’accordo sul clima di Parigi. C’è chi insiste, come i Paesi Bassi, che la Pac dovrebbe essere meno agricola e più agroalimentare, occupandosi anche del “food”, salvo evitare di dilungarsi sui dettagli. Altri la vorrebbero più semplice, come i tedeschi, o più articolata, come i francesi. Sul tema dei pagamenti diretti, il contributo al reddito che Bruxelles elargisce agli agricoltori europei in quanto tali, iniziano a levarsi molte voci critiche. Ma saranno altrettanti i Paesi a non

di Paolo De Castro, parlamentare europeo

Albert Dess, co-relatore per il capitolo agricolo del Regolamento Omnibus


IL PESO DELLA CONGIUNTURA volerne un ridimensionamento. Quest’anno sarà decisivo Senza contare che i Paesi per capire la direzione dell’allargamento a est stanno ancora aspettando che prenderemo. L’esito l’adeguamento del livello fortunato o meno delle dell’aiuto a quello degli Stati precedenti riforme è stato di più lunga permanenza anche legato alle condizioni nell’Ue. Per quanto riguarda esterne, ai governi e ai trattati le categorie sociali, la parte internazionali. Nei primi anni più imprenditoriale del settore Duemila, l’esito dell’Uruguay agricolo non Round del Wto fa mistero di e altri elementi pensare ad congiunturali, aiuti legati agli come la fiducia Con la Brexit investimenti. degli Stati, si mancheranno Il blocco sono rinforzati tre miliardi ambientalista a vicenda per vorrebbe, come creare una l’anno intuibile, una Pac “tempesta al bilancio più verde, con perfetta” che ulteriori limiti ha prodotto una agricolo al sostegno da riforma per molti dell’Unione condizionare anni considerata alla messa in dagli addetti ai opera di pratiche lavori un fiore agronomiche all’occhiello eco-rispettose. Anche all’interno dell’Ue. Nel 2013, molti della Commissione europea le elementi esterni, soprattutto posizioni sono molto diverse. l’austerità di bilancio, hanno

invece remato contro. Quest’anno, in cui dovrebbe cominciare il dibattito sulla Pac post 2020, è l’anno delle elezioni in Olanda, Francia e Germania, dell’avvio del negoziato sulla Brexit (che farà mancare al bilancio agricolo circa tre miliardi l’anno) e, soprattutto, della necessaria riflessione sul quadro finanziario pluriennale.


ATTUALITÀ EDA

PHIL HOGAN "Il lattiero-caseario è strategico per l'Ue"

In questi anni di crisi si è fatto molto per supportare il settore. Oggi il peggio sembra essere alle spalle, ma servono impegno e coraggio per dare stabilità a tutto il comparto di Franco Ippoliti Il Commissario europeo per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan ha partecipato a un’interessante tavola rotonda durante l’assemblea Eda a Nizza. Ne è nato un proficuo scambio di opinioni sul settore e sul futuro dell’Ocm. Il settore lattierocaseario dell’Ue è uno dei comparti più importanti dell’economia europea. Oggi stiamo uscendo da una fase di crisi senza precedenti. Come sta

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vivendo questo periodo da commissario Ue e come lo sta affrontando? È vero, il settore lattierocaseario è di importanza strategica per l’agricoltura europea e per le nostre comunità rurali. Anche per questo ripristinare la salute e l’equilibrio del settore è stata una delle mie priorità fin dal primo giorno in cui ho ricoperto il ruolo di Commissario e ho fatto tutto ciò che era in mio potere per supportare il settore lattiero-

caseario durante un periodo così difficile. Il presidente Nalet di Eda – European Dairy Association) sostiene che ci stiamo avvicinando alla fine di questa crisi – anche se io sono cautamente ottimista sul fatto che questo sia vero. Ora dobbiamo lavorare per consolidare la ripresa e fare del nostro meglio affinché una crisi di questa portata non si verifichi più. Oltre alle misure di carattere orizzontale, sono stati


adottati 24 regolamenti per supportare il settore. Un insieme di disposizioni che include: apertura, estensione e miglioramento dell’ammasso privato; estensione del periodo di intervento pubblico per il burro e il latte scremato in polvere; aumento dei massimali per l'acquisto di burro e latte scremato in polvere; aiuti mirati ai produttori di latte; accordi attuativi e decisioni riguardo alla pianificazione della produzione nel settore lattiero; aiuti eccezionali destinati all’adeguamento e alla riduzione della produzione di latte. Abbiamo mobilitato più di un miliardo di euro sotto forma di misure di emergenza in due anni. Con le difficoltà dovute alla crisi economica in corso e alla più grande migrazione di rifugiati mai avvenuta nel nostro continente, destinare un budget così importante non è stato affatto semplice. L’embargo commerciale imposto dalle controsanzioni russe ha danneggiato molto il nostro settore. Come ha gestito questa criticità? Sono arrivato in Commissione Agri poco dopo la decisione della Federazione Russa di imporre divieti alle importazioni. Dal primo giorno

del mio mandato sono stato tutte le strade possibili per in stretto contatto con gli supportare il settore e credo Stati membri, le Regioni, le che le misure siano state associazioni degli efficaci e abbiano agricoltori e tutte rispettato le le altre istituzioni attese, soprattutto Si lavora chiave, per valutare la stabilizzazione la situazione e del mercato e a una mettere in atto il sostegno alla nuova Pac l’azione dell’Ue più liquidità per gli che tuteli appropriata. agricoltori. Le mie prime Da qualche mese di più iniziative, in tal stiamo assistendo i produttori senso, hanno a segnali di riguardato la ripresa: la disposizione di domanda mondiale, misure eccezionali soprattutto di a favore degli Stati baltici e burro e formaggio, ha iniziato della Finlandia, i Paesi che ad aumentare; l’attesa hanno subito maggiormente reazione della domanda si è e in modo più diretto le materializzata dall’inizio di limitazioni delle importazioni giugno. Questo si è tradotto in russe. E non ci siamo fermati un miglioramento dei prezzi, lì. Abbiamo continuato a che nell'Ue sono aumentati fin scavare in profondità tra le da maggio (+69% per il burro; opzioni politiche a nostra +23% per l’Smp; +30/50% per disposizione per trovare le i formaggi). In più, il prezzo del migliori da mettere in atto. burro in Ue ha battuto il record La crisi del settore lattierostorico del 2013 (4.210 €/t). caseario europeo ha Gli esperti del Milk Market coinciso, tra le altre cose, Observatory (Mmo) hanno con la fine delle quote confermato questa crescita latte e una impennata delle e sostengono che i prezzi produzioni lattiere. La dovrebbero mantenere tale mancanza di una politica tendenza fino ai primi mesi del strategica post quote ha 2017. Un trend che si riflette portato disequilibri difficili anche sui prezzi del latte alla da sistemare. Come mai stalla: da giugno a ottobre si è non si è pensato prima a registrato un aumento del 10 misure di sicurezza? per cento. Finora abbiamo esplorato Ma adesso che i prezzi stanno migliorando, è più che mai importante che il settore rimanga orientato al mercato. In questo contesto, stiamo operando il piano di riduzione della produzione di latte

Il commissario europeo per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan con Attilio Zanetti

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ATTUALITÀ EDA e gli aiuti eccezionali per l’adeguamento al mercato, che dovrebbero contenere in qualche misura l'espansione della produzione lattiera. Fintanto che produciamo quello che il mercato richiede, la ripresa è garantita. Nessuno di noi ha interesse a mettere a rischio l’equilibrio che è stato così difficile da raggiungere. La Commissione sta lavorando a una proposta con cambiamenti sostanziali dei quattro regolamenti alla base della Pac. Il pacchetto includerà uno strumento di stabilizzazione dei redditi, fornirà regole semplici per l’accesso al credito o ad altri strumenti finanziari e proporrà di aumentare l’importanza delle organizzazioni dei produttori. Tutte queste proposte rispondono direttamente alle preoccupazioni degli agricoltori e devono diventare effettive entro il primo gennaio 2018. Con il Regolamento Ue n.1308/2013 avete dato più forza agli agricoltori con i contratti scritti e le organizzazioni professionali; avete intenzione di proseguire su questa linea per aiutare il mercato? Il Regolamento vuole

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fronteggiare periodi complicati mercato delle proteine. come quello che ci stiamo Io credo che, fin quando i lasciando alle spalle. A tal prezzi di burro e formaggio proposito, prima di rispondere rimarranno remunerativi, per sul cosa vogliamo fare il latte scremato in polvere in futuro, mi permetta di c’è un margine per essere dilungarmi sull’importanza più competitivo sul mercato delle misure contenute mondiale. Certamente non c’è nel Regolamento Ue ragione di pensare che una n.1308/2013 e, in particolare, tale manovra non consentirà al sul valore dell’intervento prezzo del latte di raggiungere pubblico sul mercato. livelli sostenibili. Specialmente A tal proposito, una perché le delle mie ultime quotazioni degli decisioni è stata altri prodotti L'export quella di aprire lattiero-caseari le vendite di latte rimangono alte. resterà scremato in polvere Nessuno di noi centrale fuori dalle scorte vuole assistere d’intervento. a un ulteriore per dare Credo che questo intervento pubblico stabilità al meccanismo abbia al termine comparto contribuito alla della prossima stabilizzazione primavera. del mercato e alla Per tornare alla riduzione delle domanda circa le eccedenze in uno scenario intenzioni future, credo che fortemente squilibrato. il settore debba ragionare in Questo è stato deciso in modo strategico: i segnali del piena coscienza del fatto che mercato devono fare eco lungo la rimozione è temporanea e tutta la filiera, in modo da far che il prodotto acquistato un incontrare domanda e offerta. giorno o l’altro deve trovare la Una vera politica orientata al sua collocazione sul mercato. mercato non potrà contare in L’assorbimento è stato futuro su un’azione di larga imponente, tanto che il 30% scala della Commissione di Smp prodotto in un anno come questa. nell'Ue è stato venduto agli La task force dei mercati ammassi pubblici e gli Stati agricoli dovrà lavorare proprio membri hanno per trovare soluzioni nuove e messo altri 600 migliori per dare equilibrio alla milioni di euro filiera e rafforzare la posizione per l’acquisto del degli agricoltori. prodotto. Abbiamo bisogno di nuove Qualcuno potrebbe regole a livello europeo dire che la per contrastare le pratiche decisione di dare commerciali sleali e di una il via alle vendite maggior trasparenza del compromette mercato, il rafforzamento della la ripresa del cooperazione tra gli agricoltori, la semplificazione dell’accesso al credito e un’intensificazione dell’adozione di strumenti di gestione del rischio. Con un mercato interno che sta mostrando i primi segnali di ripresa, l’export continua a essere un fattore strategico per Michel Nalet, presidente affrontare la crisi del dell'Eda settore lattiero-caseario


dell’Ue. È d’accordo? E cos'ha in mente la Commissione per favorirlo? Come ho detto prima, stiamo lavorando intensamente per rendere il nostro mercato più equilibrato, competitivo e innovativo. Durante il mio mandato ho viaggiato per il mondo per cercare nuovi mercati per i nostri prodotti. Credo che questo sia di vitale importanza, in quanto ci dobbiamo far trovare pronti per trarre vantaggio dalla crescita della domanda mondiale. Nel 2016 ho svolto diverse missioni diplomatiche per intensificare e creare nuove relazioni commerciali con i Paesi terzi. Ho visitato il Messico, la Colombia, il Giappone, la Cina, Hong Kong, il Vietnam e l’Indonesia, portando sempre con me una delegazione di imprenditori. Credo che queste missioni commerciali vadano incontro

alla ricerca di nuove aperture per le nostre esportazioni. I consumatori più attenti nel mondo riconoscono la qualità e il valore delle nostre tradizioni culinarie. Le statistiche sull’export ci dicono questo: l’export dell’agroalimentare è aumentato del 5,7% nel 2015, una crescita importante che ha un impatto positivo anche

sull’occupazione, soprattutto nelle zone rurali. I primi nove mesi del 2016 confermano il trend positivo, con un nuovo record delle esportazioni agroalimentari europee a settembre. I mercati internazionali, quindi, avranno un ruolo ancor più importante in futuro nel garantire la necessaria stabilità del nostro mercato interno.


ATTUALITÀ_UE

FARI PUNTATI SUL FUTURO DELLA PAC E DEL MERCATO LATTIERO-CASEARIO di Rosanna Pecere Per la Commissione europea la riflessione sulla Pac del futuro, che sarà avviata nel corso del 2017, dovrà conciliare le esigenze di sostenibilità ambientale con le necessità di un’agricoltura comunitaria competitiva, in grado di mantenere e rafforzare la presenza come operatore globale di prodotti agroalimentari. Questi i principali aspetti emersi in occasione del dibattito sui mercati agricoli, svoltosi a Bruxelles a dicembre 2016 su iniziativa della Commissione europea. Il commissario Ue per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, Phil Hogan, ha esposto le sue considerazioni sul futuro della Pac. Per l’irlandese la Pac rimane la risposta adeguata a questioni chiave, quali la sicurezza alimentare, la preservazione del clima, la crescita e l’occupazione. Per Hogan l’aumento della domanda alimentare globale ci pone di fronte a una grande sfida, soprattutto perché i Paesi occidentali non solo sono chiamati a produrre di più, ma anche a minimizzare l’impatto ambientale di quest’aumento. A questo proposito, l’Ue è in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e ad ottobre 2014 i leader Ue si accordarono per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 40% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2030. Il commissario ha concluso il suo discorso con l’auspicio di stabilire una serie di obiettivi e di priorità future, che permettano di massimizzare il potenziale della Pac. Questi aspetti rappresentano certamente una sfida importante per il settore lattiero-caseario europeo, che ha ottime prospettive di crescita sui mercati internazionali, ma per il quale aumentano progressivamente le esigenze di riduzione delle emissioni e di rispetto di precisi standard ambientali.

Il commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan 14 IL MONDO DEL LATTE

LATTE SCREMATO IN POLVERE ALL’INTERVENTO PUBBLICO Con una decisione inattesa, a fine novembre la Commissione europea aveva annunciato l’apertura delle procedure d’asta per la vendita di 22.150 tonnellate di latte scremato in polvere attualmente all’intervento pubblico. A dicembre erano state accettate solo 40 tonnellate, a un prezzo minimo d’acquisto di 2.151 euro la tonnellata. Per la seconda asta, che si è conclusa il 3 gennaio, erano quindi disponibili 22.110 tonnellate di latte in polvere. Sono state presentate offerte per poco più della metà del pacchetto (11.914 tonnellate), ma la Commissione ha ritenuto che il prezzo fosse troppo basso rispetto all’attuale mercato. Le offerte d’acquisto variavano tra 165,1 e 196,1 euro al quintale. La Commissione ha dichiarato che seguirà da vicino l’evoluzione del mercato per evitare disequilibri e conseguenti pressioni sui prezzi. I volumi messi a disposizione per l’uscita dall’intervento rappresentano il 6% della quantità complessiva di circa 354.000 tonnellate di latte scremato in polvere acquistato in intervento tra il 2015 e il 2016.


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AFIDOP – SIAL, PARIGI 2016



ATTUALITÀ news CONSORZIO PARMIGIANO REGGIANO DOP NUOVI INVESTIMENTI PER 15 MILIONI DI EURO È una strategia d’attacco quella varata dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per il prossimo quadriennio. Già a partire da quest’anno, gli investimenti per sostenere il mercato interno aumentano di 3,1 milioni di euro, arrivando così a 11,9 milioni di euro. Budget più ricco anche per le azioni all’estero, cui sono destinati 5,8 milioni di euro (4,2 nel 2016). L’assemblea dei consorziati ha sottoscritto il piano e, per sostenerlo, ha approvato l’aumento di un euro/forma del contributo versato annualmente al Consorzio, che passerà da 6 a 6,50 euro nel 2017 e poi a 7 euro dal 2018. “Queste risorse rilevanti e programmate nel tempo ci consentono di impostare un piano quadriennale meno legato a situazioni congiunturali e più decisamente orientato a trainare una crescita del sistema per la quale vi sono buone prospettive sia sul mercato italiano che all’estero – ha sottolineato il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Alessandro Bezzi –. I consumi interni sono cresciuti dello 0,3% e l’export di quasi il 7% nei primi nove mesi del 2016. Inoltre le vendite dirette da parte dei caseifici (che rappresentano quasi il 10% sul totale) crescono del 14%. Questa è una testimonianza importante del rapporto di grande fiducia tra consumatori e prodotto nel segno dell’artigianalità e della qualità”. Le quotazioni del Parmigiano Reggiano sono risalite, ma la crescita va sostenuta con nuove azioni e nuovi investimenti a fianco di esportatori, commercianti, distribuzione e con il rafforzamento delle azioni di vigilanza internazionale a beneficio dei consumatori. Da qui, dunque, il nuovo piano di investimenti del Consorzio, che sarà integrato

anche dalle risorse eventualmente derivanti dalla contribuzione differenziata che scatta a carico dei produttori che superano i valori assegnati con le quote legate al piano di regolazione dell’offerta. Proprio su questo fronte, dopo che il ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali ha firmato il piano validato dai caseifici, l’Assemblea dei consorziati ha dato il via libera a un aumento dello 0,8% per il 2017, avendo a riferimento una produzione comprensoriale di 17.620.000 quintali di latte. “Il 2016 - ha spiegato Bezzi - ha chiuso su valori più alti (+5% sul 2015) e, quindi, scatta la contribuzione differenziata che dovrebbe generare un gettito di circa 5 milioni in più da destinare al sostegno delle vendite in Italia e all’estero”. Approvato anche il bilancio preventivo 2017 del Consorzio, che prevede 28,75 milioni di entrate e, tra le voci di spesa, vede i 17,81 milioni di investimento per rafforzare le vendite in Italia e all’estero, interventi ulteriori sulla sorveglianza (1,2 milioni in più) e progetti speciali sul mercato per 1,75 milioni di euro.

CONSORZIO DI TUTELA FORMAGGIO ASIAGO APRE LA STRADA PER IL RICONOSCIMENTO DELLE DOP IN CINA A Shanghai il Consorzio di Tutela Formaggio Asiago è passato alle vie legali per difendersi dalle imitazioni. E così, a seguito della sua denuncia, sono stati ritirati dagli stand della Fhc China – una delle maggiori fiere cinesi del food – tre prodotti di aziende statunitensi palesemente in violazione del marchio “Asiago” registrato in Cina. Soddisfatto il ministro Maurizio Martina: “Dobbiamo mantenere alta la guardia e per questo ringrazio il Consorzio per il lavoro svolto a difesa di un prodotto

simbolo del made in Italy e dell’intera filiera agroalimentare italiana. La distintività dei nostri prodotti agroalimentari nei mercati mondiali dipende dalla lotta alla contraffazione e da una nuova maggior conoscenza dei nostri veri prodotti Dop e Igp”. “I Consorzi di tutela stanno facendo la loro parte – ha dichiarato il presidente del Consorzio Fiorenzo Rigoni – . Ora è tempo di un approccio complessivo inserito in una politica consapevole del valore economico delle Dop”.

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ATTUALITÀ news

SKILATTE

TUTTI IN PISTA A FOLGARIA Domenica 19 febbraio torna a Folgaria l’ormai tradizionale appuntamento con il Trofeo Ski Latte, che quest’anno arriva alla sua ventesima edizione. La gara avrà inizio alle ore 10, a Fondo Grande di Folgaria , con due manches sulla nuova pista agonistica Salizzona, ben attrezzata e perfetta per uno slalom gigante avvincente e divertente. La gara, sponsorizzata da Centrale del Latte d’Italia, è aperta a tutti gli operatori e gli amici del mondo lattiero-caseario. Per informazioni e iscrizioni wwww.skilatte.it

PARMAREGGIO

AUMENTA L’OFFERTA DE L’ABC DELLA MERENDA Parmareggio punta su L’ABC della merenda, la linea nata nel 2014 con lo Snack al Parmigiano Reggiano e poi ampliata con il Formaggino al Parmigiano Reggiano. Ora la gamma si arricchisce con due nuove referenze: L’ABC della merenda con frutta secca e L’ABC della merenda bio. Il primo prodotto, che allarga il target di riferimento anche ai ragazzi di 11-14 anni e agli adulti, si presenta con una confezione che contiene uno snack al Parmigiano Reggiano da 17 g, un frullato di frutta alla pera da 125 ml e un mix di frutta secca da 18 g, realizzato da Noberasco. Invece L’ABC della merenda bio, che si rivolge ai consumatori più salutisti, offre uno snack al Parmigiano Reggiano proveniente da agricoltura biologica da 17 g, un nettare alla pera bio da 125 ml e 8 grissini bio all’olio extravergine d’oliva.

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LATTE ARBOREA “60 ANNI TUTTI SARDI”

È stata una festa in famiglia quella che ha celebrato il 60esimo anniversario della nascita della Cooperativa Latte Arborea, fondata nel 1956 con il nome di Cooperativa Assegnatari Associati Arborea 3A, sui territori da poco bonificati dalla riforma agraria del Campidano di Oristano. Da allora è stato un percorso di crescita ininterrotta: se nel 1957 l’azienda lavorava 7,8 milioni di litri di latte bovino (un’autentica novità per un territorio abituato a veder pascolare solo capre), oggi la produzione arriva a 200 milioni di litri, proveniente dalle 40mila mucche sarde delle 226 aziende associate. Un risultato che fa della Cooperativa Latte Arborea il quarto produttore lattiero-caseario italiano. Il successo di Arborea è fatto di lavoro e passione, ma anche di innovazione, di attenzione alla qualità dei prodotti e, soprattutto, di un profondo legame con il territorio. La Cooperativa Latte Arborea lavora l’89,5% del latte sardo remunerandolo adeguatamente. Una scelta che, insieme alla garanzia di offrire prodotti di alta qualità, al controllo costante della filiera in chiave di sostenibilità e all’attenzione all’ambiente, rende vincente il modello cooperativo portato avanti sin dalla sua fondazione. Oggi la Cooperativa raccoglie e valorizza nell’unico stabilimento di produzione ad Arborea una media di 530mila litri di latte al giorno, prodotto in allevamenti specializzati che contano circa 40mila capi di bovini. Tutto questo grazie a un distretto agroalimentare composto da ben 226 aziende agricole associate, dislocate su tutto il territorio sardo. “Da 60 anni la garanzia assoluta sulla qualità del nostro latte deriva dal fatto che proviene dalle stesse aziende associate, di cui conosciamo la storia e la serietà – ha dichiarato il presidente, Gianfilippo Contu –. Oggi la mission e volontà dell’azienda sono da un lato la valorizzazione delle proprie risorse, in particolare della produzione lattiera dei soci grazie a una gestione sostenibile dell’intera filiera del latte per i produttori, i dipendenti, i clienti e i consumatori e, dall’altro, la redistribuzione del valore creato su tutto il territorio”.


GRANA PADANO DOP

MODIFICHE AL DISCIPLINARE PER PACKAGING E PUBBLICITÀ A gennaio il Mipaaf ha reso nota la richiesta di modifica del disciplinare della Dop Grana Padano ricevuta dal Consorzio di tutela per rendere ancor più dettagliata e completa la comunicazione rivolta al consumatore, che riguarda le varie tipologie del formaggio tutelato. Più che di modifiche si potrebbe parlare di integrazioni, considerando il fatto che nella disposizione sono state inserite le modalità che i produttori devono seguire per rendere nota la diversa stagionatura del prodotto e per l’utilizzo del logo “Trentingrana Dop”. Nello specifico, con la modifica il Consorzio intende introdurre le prassi per la riproduzione del logo “Trentingrana” sui materiali di confezionamento e nel materiale pubblicitario

del formaggio Grana Padano Dop rientrante nella specifica tipologia “Trentingrana”. Inoltre, per designare il prodotto nelle pubblicità televisive, nel materiale promo-pubblicitario stampato e nei documenti contabili viene data la possibilità di utilizzare le seguenti diciture: “Trentingrana è un prodotto Dop” e/o “Trentingrana è un formaggio Dop”, a condizione che dette diciture siano sempre accompagnate dalla riproduzione del logo Grana Padano. Un’altra disposizione inserita nel disciplinare modificato riguarda la possibilità di specificare stagionature diverse da quelle già disciplinate (“Oltre 16 mesi” e “Riserva - Oltre 20 mesi”) purché segnalate con caratteri, colori, dimensioni e posizione sulla confezione diversi, per evitare equivoci con le categorie ufficiali.

Pertanto, si potranno inserire, su base volontaria, indicazioni aggiuntive, quali “Stagionatura 12 mesi”, “Stagionatura 14 mesi”, “Stagionatura 18 mesi” o simili, con l’obiettivo di fornire al consumatore un’informazione più precisa e dettagliata senza generare confusione. Le modifiche sono state richieste al ministero competente, che, a seguito delle opportune valutazioni e dopo aver ascoltato il parere delle Regioni coincidenti con la zona d’origine, ha pubblicato il disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale per dar modo agli operatori coinvolti di fornire eventuali osservazioni (entro 30 giorni) prima di trasmettere la richiesta alla Commissione europea.



ATTUALITÀ news

PRODOTTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ UN VANTO TUTTO ITALIANO Crescono i prodotti Dop, Igp e Stg. E con essi aumenta il benessere dell’intero settore. In un periodo di crisi economica come quella che ha investito il mondo negli ultimi dieci anni, in Italia, il comparto agroalimentare è uno di quelli che non ha arrestato la sua crescita, anzi ha costantemente mostrato segnali di miglioramento, contribuendo alla ripresa dell’economia italiana. All’interno di questo quadro i prodotti agroalimentari di qualità hanno giocato un ruolo cruciale per il benessere del settore. L’Italia, infatti, si conferma il primo Paese al mondo per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg assegnati dall’Unione europea. Tra il 2005 e il 2015 le certificazioni attribuite al nostro Paese sono passate da 154 a 278. In questo primato i formaggi coprono il 18% del totale attestandosi al secondo posto nella classifica dei settori con maggiori Dop, Igp e Stg, dopo

quello dell’ortofrutta e quello dei cereali. I 52 prodotti caseari di qualità fanno dell’Italia il primo Paese al mondo, al pari con la Francia, per numero di formaggi Dop, Igp e Stg. Nel 2015 il settore caseario italiano ha guadagnato due nuove Dop – il Silter e il Pecorino delle Balze Volterrane – mentre nel 2016 è arrivata una nuova Igp: la Burrata di Andria. In queste filiere si contano 80mila operatori di qualità, dei quali il 91% sono produttori, il 6% trasformatori e il restante 3% svolgono entrambe le attività. I produttori sono particolarmente numerosi nelle attività relative ai formaggi e ammontano a 26.042, il 35% del totale. I trasformatori, invece, sono i primi operatori nel settore degli oli extravergine e i secondi in quello caseario (1.529, ossia il 21% del totale). Tra il 2014 e il 2015 si è verificato un aumento di entrambe le categorie: i

produttori sono cresciuti dell’1,2% e i trasformatori del 4,5 per cento. In entrambi i casi le percentuali sono una conseguenza della massiccia crescita avvenuta nel Mezzogiorno. Nel 2015 si è registrata una riduzione del 5,1% degli allevamenti che conferiscono materie prime per la lavorazione di prodotti Dop, Igp e Stg, ma la quantità di materia prima disponibile è aumentata. In crescita anche la superficie investita (4,6 per cento). Sono numeri molto importanti, in considerazione dell’apprezzamento di cui godono i nostri prodotti tradizionali di qualità nel mondo. A oggi il mercato interno mostra lievi segnali di ripresa e l’export prosegue con il suo trend positivo. Dal canto nostro, i formaggi Dop continuano a essere un’eccellenza: rappresentano ben il 50% dell’intera produzione casearia italiana e coprono il 37% delle nostre esportazioni di formaggi nel mondo.

CONSORZIO GORGONZOLA DOP PRODUZIONE IN CRESCITA ANCHE NEL 2016 Anno dopo anno la produzione di Gorgonzola continua a crescere. Succede ininterrottamente dal 2013, e anche nel 2016 è stato così, grazie a un aumento dell’1,78% rispetto al 2015. L’anno scorso i 37 caseifici produttori del Gorgonzola Dop, tutti collocati tra Piemonte e Lombardia, hanno prodotto oltre 4,5 milioni di forme, 79.918 in più rispetto al 2015, e ben il 10% in più rispetto al 2013. La tipologia Piccante continua a rappresentare una nicchia, con 516.363 forme prodotte (11,27% sul totale), ma anch’essa risulta in costante crescita. Dal 2013, infatti, quando ha raggiunto il 9% del totale, la produzione di Gorgonzola Piccante è cresciuta all’incirca dell’1% ogni anno. “Siamo in presenza di una

tendenza positiva che va consolidandosi – ha commentato il presidente del Consorzio Gorgonzola Renato Invernizzi –. Questo vuol dire che investire nella qualità paga, perché consumatori e operatori la richiedono sempre più”. A questo successo ha contribuito anche l’attività di promozione messa in atto dal Consorzio in questi ultimi anni: dalla riconferma per altri tre anni del testimonial Cannavacciuolo alla costante presenza all’estero nelle molteplici attività di valorizzazione, fino al rafforzamento della nostra presenza sul web in Italia e all’estero. “Tutti questi aspetti concorrono a far conoscere le qualità del Gorgonzola a un pubblico sempre più numeroso e interessato”, ha detto Invernizzi.

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ATTUALITÀ news

CIBUS 2017

FORMAT AGILE PER “CONNETTERE” L’ALIMENTARE ITALIANO CON IL MONDO Una fiera innovativa, dal format leggero, che coniuga l’esposizione di nuovi prodotti alimentari italiani all’incontro con i buyer esteri e al perfezionamento delle strategie di mercato del settore grazie a workshop e forum. Questa la formula di Cibus “Connect” 2017, che si terrà a Parma dal il 12 e 13 aprile 2017. Prevista la partecipazione di oltre mille aziende alimentari italiane selezionate, di centinaia di buyer da Stati Uniti, Asia, e Europa, nonché dei protagonisti della distribuzione in Italia. Tra gli espositori anche un gruppo di circa cento produttori di nicchia in una area di Slow Food, con l’obiettivo di aprire nuovi sbocchi di mercato alle piccole aziende che costituiscono i giacimenti dei vari territori. Cibus “Connect”, organizzata

da Fiere di Parma e Federalimentare, si colloca nella stessa settimana di Vinitaly, e, grazie a un accordo siglato con Veronafiere, porterà a Parma i buyer internazionali che potranno programmare la visita sia alla rassegna veronese sia a Cibus “Connect”. Entrambi gli appuntamenti si collocano nel quadro progettuale di

promozione e scoperta dei territori e delle aziende per i buyer esteri nel programma “Discover the Authentic Italian Taste” promosso da Ice Agenzia. Numerosi saranno i workshop, tra cui quelli organizzati da Nomisma-Crif con l’Agrifood Monitor dedicato al comparto carni e caseario.


ATTUALITÀ news

BIRAGHI MEGGLE

BURRO CON TARTUFO Da oggi è aumentata la percentuale di tubero profumato presente nel burro al tartufo Meggle. Il marchio tedesco ha deciso di dare ancora più gusto alla sua specialità gastronomica realizzata con burro di primissima qualità e vere scaglie di tartufo italiano nero originario dell’Umbria. Il prodotto è disponibile solo da ottobre a maggio per rispettare la stagionalità del suo ingrediente pregiato e si trova in una confezione in vetro che ne preserva tutta la naturale bontà.

LANCIA IL GORGONZOLA DOP Biraghi presenta il Gorgonzola Dop Selezione Biraghi: un prodotto adatto a soddisfare ogni tipo di palato. A base di latte 100% italiano proveniente dalla provincia di Cuneo e sottoposto a numerosi controlli qualitativi, viene prodotto seguendo la tradizionale ricetta del fondatore che ne esalta il gusto e la cremosità: un formaggio a pasta cruda di colore bianco paglierino, dolce e dal sapore delicato, con poche venature e senza crosta laterale, perché viene direttamente dal cuore della forma. Pratico e comodo grazie alla confezione richiudibile e salva freschezza, comprensivo di elegante vassoio che lo rende ideale da servire in ogni occasione e funzionale da conservare nel frigorifero.


ATTUALITÀ libri TORTE GOURMET

AL RISTORANTE Un libro brioso, intelligente, ricco di aneddoti, che racconta l’evolversi delle società attraverso ciò che succede nelle cucine: dalla Guida Michelin alla Gault&Millau, dalla cucina molecolare a quella ecologica. Al ristorante. Una storia culturale della pancia della modernità (Marsilio 2016, 201 pp.), di Christoph Ribbat, ripercorre 250 anni di storia in un fantasmagorico itinerario tra letteratura e pittura, in cui ci si imbatte in Marcel Proust, Truman Capote, Ernest Hemingway, Edward Hopper e molti altri. Luogo d’incontro in cui guardare e farsi guardare, il ristorante non è solo un posto in cui si mangia. Da sempre, stellato o alla buona che sia, rappresenta anche un interessante specchio della società. Ribbat mette insieme le esperienze affascinanti di chef, camerieri e filosofi, gourmet e sociologi, e getta un ponte tra il primo ristorante a Parigi e l’ascesa dei fast food, fino ai più innovatori chef di oggi. Non solo una storia cosmopolita, ma un esperimento narrativo, tra romanzo e indagine culturale.

SPAGHETTI ALLA BOLOGNESE Scritto da Piero Valdiserra, Spaghetti alla Bolognese: l’altra faccia del tipico (Edizioni Edi House, 2016, 80 pp.) raccoglie il copioso materiale pubblicato e diffuso negli ultimi anni sul controverso argomento – a carattere gastronomico, ma non solo – legato a uno dei piatti più diffusi e apprezzati nel mondo: gli spaghetti alla bolognese. Dopo un’argomentata ricostruzione storica, che documenta come gli spaghetti al ragù siano largamente attestati a Bologna fin dal XVI secolo, il volume ripercorre le tappe che hanno segnato la rinascita dell’interesse circa la discussa ricetta. Il libro si sofferma poi in dettaglio su alcuni luoghi comuni legati al piatto con lo scopo di confutarli: gli spaghetti alla Bolognese non esistono; sono cattivi; sono al tonno; risalgono alla Seconda guerra mondiale. 24 IL MONDO DEL LATTE

In Torte gourmet, 80 ricette dolci e salate dal gusto irresistibile... (Il Castello Editore 2016, 240 pp.), Éric Kayser apre le porte del laboratorio dove crea le sue torte golosissime: impossibile non lasciarsi sedurre dalle fotografie accattivanti e non provare a realizzare le sue meraviglie. Alcune si possono già gustare nelle sue pasticcerie, altre invece sono state pensate appositamente per questo volume e sono tutte da scoprire. Le ricette sono divise per i vari momenti della giornata e le diverse occasioni. Principalmente a base di cacao crudo nelle sue diverse forme, le 50 ricette di questo libro conducono alla scoperta del sapore autentico del buon cacao, quel gusto deciso e indomito che accarezza e ravviva le papille gustative. Per non sbagliare, il consiglio è seguire le ricette passo passo per imparare a realizzare le basi di pasta frolla e sfoglia, la cottura in bianco, le creme, le decorazioni di cioccolato o di caramello, il croccante, le meringhe.

SCELGO, DUNQUE SONO Chi l’ha detto che l’economia dev’essere noiosa o incomprensibile? In Scelgo dunque sono, Guida galattica per gli irrazionali in economia (Egea Editore 2016, 170 pp.), Luciano Canova spiega con linguaggio chiaro e comprensibile a tutti concetti apparentemente complicati e difficili, come causalità, correlazione, euristica e temi quali la psicologia del denaro o i rapporti fra disonestà e decisioni, facendo ricorso a esempi tratti dalla vita quotidiana e dalla cultura pop.



PROTAGONISTI

DEL GIUDICE: UNA STORIA D’AMORE CON IL LATTE CHE DURA DA PIÙ DI CENT'ANNI

L'azienda molisana, da poco entrata in Assolatte, produce formaggi freschi e semistagionati, reinterpretando ricette della tradizione contadina di Gianluca Pierangelini Gran parte delle nostre associate sono aziende con storie che hanno radici molto profonde nel tessuto imprenditoriale italiano e rappresentano il più riuscito spot pubblicitario per la qualità e la genuinità dei prodotti lattiero-caseari

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del nostro Paese, senza mai tralasciare i principi dell’innovazione. Una delle storie che contribuisce ad arricchire il nostro network di tradizioni e qualità è quella di Del Giudice Srl, un’azienda che ha iniziato a produrre latte alla fine del

diciannovesimo secolo. Infatti, era il 1898 quando Nicola Del Giudice iniziò a raccogliere e lavorare la bevanda bianca nelle alture molisane, ponendo particolare attenzione alla salvaguardia dei principi nutrizionali di questo alimento primario e, quindi, alla sua


CONOSCIAMOLA MEGLIO

ERIKA DEL GIUDICE Qual è secondo lei la ricetta della felicità? Non esiste una ricetta standard, ma un buon piatto preparato a casa con tutta la mia famiglia presente mi rende felice. Tre parole per descrivere il suo carattere... Dicono che sia una persona solare, generosa e molto esigente verso me stessa e verso gli altri. Quello che le piace negli altri? La gentilezza, l’autoironia e la sincerità. Quello che non tollera? La maleducazione, l’ipocrisia e l’egoismo. La persona che ammira? Steve Jobs, per il carisma. Il libro preferito? Difficile rispondere a questa domanda, ne ho diversi, ne cito uno: “Cosa tiene accese le stelle” di Mario Calabresi. Il film che ha amato di più? Sicuramente “La vita è bella” di Roberto Benigni. Colazione dolce tradizionale o salata continentale? Amo i dolci e al mattino una fetta di una tradizionale e leggera ciambella allo yogurt bagnata in una tazza di latte fresco con polvere di cacao è il massimo. Nel suo frigo non manca mai...? Il latte fresco: amo berne un bicchiere in vari momenti della giornata, ma consumo anche cibi antiossidanti: frutta e verdura di ogni tipo. Il posto in cui vorrebbe tornare? Sempre a casa con la mia famiglia. Con loro torno, però, spesso a Campo di Giove, in Abruzzo, un piccolo borgo ai piedi della Majella, il paese di origine dei miei genitori, dove ho trascorso tanti bei momenti della mia vita e dove la simpatia, l’affetto e la convivialità dei residenti mi riempiono sempre di gioia.

qualità. Nel 1957, con il supporto dei figli, Michele Del Giudice avviò una piccola azienda lattierocasearia, rispettosa dei valori tipici della lavorazione artigianale e al tempo stesso lungimirante, quindi con uno sguardo accorto al futuro e un’attenzione al mercato tali da permetterle la futura ascesa nel mercato lattierocaseario italiano. Oggi l’azienda raccoglie latte in Abruzzo, Molise e Puglia e distribuisce nelle stesse regioni di raccolta, oltre a Campania e Lazio, latte fresco e prodotti caseari: mozzarella, ricotta, formaggi freschi e stagionati, insieme a panna, yogurt, burro, mascarpone e stracchino con il brand “Fattorie del Molise”. La vasta gamma di prodotti a disposizione dei consumatori proviene da un lavoro attento e dettagliato che quotidianamente i collaboratori dell’azienda svolgono all’interno del moderno stabilimento di Termoli (CB) dove viene raccolto e processato il latte. Il lavoro è sostenuto dall’amore per questo alimento primario e dal legame con il territorio che la famiglia si tramanda di generazione in generazione come valori assoluti e caratterizzanti della realtà imprenditoriale avviata da oltre cent'anni. Nello stabilimento di Termoli, che si espande su 10mila metri quadrati di superficie, il latte segue il prezioso “percorso di qualità”, un processo che interessa tutte le fasi produttive, dalla raccolta alla distribuzione. Viene selezionato secondo i più rigidi standard qualitativi e di sicurezza per poi essere lavorato seguendo il metodo della pastorizzazione morbida, che aiuta a mantenerne le preziose caratteristiche e ne assicura la salubrità con 400 verifiche giornaliere. Successivamente viene

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PROTAGONISTI distribuito senza mai sud. La dimensione del interrompere la catena del vostro mercato è dovuta freddo, attraverso i "centri alle origini della vostra fresco" dislocati nelle quattro famiglia oppure a scelte regioni in cui Del Giudice è uno strategiche ben precise? tra i più importanti operatori Sicuramente è dovuta alle della commercializzazione di origini della famiglia, che è prodotti freschi. abruzzese, ma con strettissimi La vendita dei prodotti legami in Molise, dove vive dell’azienda molisana, infatti, da sempre, e nel contempo può contare su da una serie una fitta rete di strategie di distributiva, marketing legate composta dai al territorio. La L'azienda punti di vendita di nostra storia così ha radicato diverse dimensioni come l’azienda, delle grandi firme il proprio sono legate in della Gdo, dai maniera profonda business negozi tradizionali a queste regioni nel centro e dal canale che noi cerchiamo Horeca presenti nei di promuovere e sud Italia territori destinatari insieme ai prodotti. della freschezza Molte campagne dei prodotti Del pubblicitarie Giudice. sul nostro latte e prodotti Abbiamo incontrato la caseari mettono in evidenza responsabile marketing e proprio i luoghi del Molise, pubbliche relazioni Erika Del dell’Abruzzo e anche della Giudice, con la quale abbiamo Campania e della Puglia, dove approfondito le prospettive sono presenti i centri fresco future di questa storica e dove operiamo da molti impresa. anni. Chiaramente il nostro Siete una delle realtà obiettivo principale nel biennio imprenditoriali del nostro 2017/2018 è consolidare settore che opera quasi le quote di mercato dove esclusivamente al centroattualmente operiamo.

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La realtà ci racconta che il mercato nazionale, in linea con le tendenze internazionali, cambia velocemente e fa emergere nuove esigenze alle quali le aziende devono necessariamente dare soddisfazione per continuare a essere competitive. Voi lo avete fatto: ci spiega l’importanza della nuova linea produttiva Delì? La nuova linea di prodotti freschi senza lattosio “Delì” è stata pensata per soddisfare tutti i nostri consumatori e in particolare coloro che soffrono di intolleranze alimentari e quei clienti interessati a un’alimentazione leggera senza rinunciare al gusto. Con il latte altamente digeribile, la mozzarella e la ricottina delattosate, il formaggio fresco a pasta filata taglio julienne senza lattosio, riusciamo a soddisfare anche quei consumatori che fino a oggi non potevano gustare i nostri latticini. Con la linea Delì ci siamo adeguati alle nuove richieste delle famiglie che a tavola prediligono prodotti a km zero, semplici,


naturali, ma nel contempo nutrienti e leggeri. Inoltre, a breve la gamma Delì si arricchirà anche dello stracchino e del robiolino senza lattosio. Sono proprio questi cambiamenti del life style generale che portano con sé un tendenziale rifiuto di alcuni prodotti alimentari primari nell’alimentazione umana. Un esempio sono il latte e il formaggio, che spesso sono oggetto di battaglie demagogiche e distruttive che rivendicano verità ben lontane dalla realtà. Voi siete particolarmente attenti all’aspetto comunicativo, ma soprattutto informativo ed educativo. Come state gestendo questo fenomeno? La comunicazione oggi è un elemento strategico di grande importanza, ma in questo ambito, per la nostra azienda è prioritario essere corretti con i consumatori e stabilire regole chiare fin da subito: noi vogliamo rappresentare la nostra realtà imprenditoriale per quella che è effettivamente, senza artifici o parole ridondanti. I nostri concetti sono semplici e immediati: vogliamo parlare a tutti e proporci per quelli che siamo, un’impresa con una tradizione familiare, che parte dal diciannovesimo secolo, ma con uno sguardo attento alle evoluzioni del mercato e ai bisogni delle famiglie, alla modernità. Poiché siamo un’azienda moderna, le nuove esigenze della comunicazione ci hanno portato all’apertura verso nuovi canali come Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest che ci sintonizzano con il consumatore e l’utilizzatore finale. Lo scopo di questo investimento è quello di fornire in real time risposte alle perplessità dei nostri consumatori sulle proprietà nutrizionali, sulle caratteristiche di qualità dei

La qualità dei vostri nostri prodotti e sul ciclo prodotti freschi è una produttivo. Consideriamo caratteristica questo cambio che vi permette di registro di primeggiare comunicativo in sei regioni un po’ la lente Da poco d’Italia e la d’ingrandimento ha lanciato tendenza del consumatore all’innovazione sulla nostra una linea è uno dei vostri azienda. Oltre al completa punti di forza. mondo social, senza L’insieme l’azienda punta di queste anche sugli lattosio caratteristiche, strumenti ormai in futuro, collaudati, come porterà a un il concorso “Il vostro consolidamento Valore del Latte”, un'iniziativa su tutto il territorio che portiamo avanti da 26 nazionale e alla possibilità anni nelle scuole di Abruzzo, Molise e Puglia, e con la quale di affacciarvi ai mercati esteri limitrofi? cerchiamo di far comprendere Stiamo guardando con grande ai bambini e ai nostri interesse all’ampliamento ragazzi (insomma alle nuove del mercato nazionale e dei generazioni), l’importanza di mercati esteri attraverso un’alimentazione corretta e i valori fondanti del vivere sano. partnership e cooperazioni importanti con coloro che In aggiunta, voglio ricordare operano con noi nella catena l’importanza delle visite del freddo. Non è facile guidate delle scolaresche, quando si opera in un settore degli studenti universitari, come quello del fresco ma anche di delegazioni di dove bisogna mantenere stranieri ed enti vari, nello inalterata l’elevata qualità. stabilimento produttivo di Per cui, in questo ambito Termoli, dove spieghiamo stiamo lavorando sui le tecniche di sicurezza formaggi semistagionati che alimentare applicate, il sicuramente possono avere ciclo produttivo del latte e un inserimento più facile nei presentiamo gli impianti ad mercati esteri. alta tecnologia.

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PROTAGONISTI GIOVANI

CASEIFICIO RAIMONDI Qualità, dal foraggio alla forma Da cinque generazioni produce Grana Padano e Tipico Lodigiano e guarda al futuro con ottimismo di Gianluca Pierangelini

Il secondo incontro con i giovani industriali del settore è con Paola Raimondi, che da circa quattro anni ricopre un ruolo di responsabilità all’interno dell’azienda di famiglia, l’industria casearia Raimondi San Tommaso Srl o, più semplicemente, caseificio Raimondi. Si tratta di un’azienda storica per il settore, che fin dall'Ottocento produce, lavora e commercializza Grana Padano e Tipico Lodigiano. Operando in un territorio ricco di latte, segue tutto il processo produttivo dei formaggi, dalla coltivazione del foraggio alla gestione delle stalle, dalla raccolta del latte alla tradizionale lavorazione in caseificio, dal controllo della produzione alla stagionatura, assicurando i massimi standard qualitativi. Oggi il caseificio è alla quinta generazione della famiglia lodigiana e Paola ha da poco iniziato un percorso professionale che le consentirà di farsi trovare pronta quando le verranno affidate le redini dell’attività. Paola ha iniziato a muovere i primi passi in azienda nel 2011, subito dopo la laurea magistrale in Management, ottenuta dopo la triennale in Economia alla Bocconi di Milano. In azienda si occupa

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principalmente degli aspetti gestionali ed è responsabile della Qualità, una figura importantissima per una realtà imprenditoriale del settore alimentare, soprattutto se si tratta di un marchio che della qualità fa un vanto da sempre. Lo scopo dei gruppi di giovani imprenditori è quello di accompagnare le nuove leve dell’imprenditoria del settore verso future responsabilità di gestione, non solo a livello aziendale, ma anche associativo. Cosa si aspetta

da questo gruppo e quali crede debbano essere le priorità da affrontare? Ho avuto modo di incontrare giovani ragazzi che, come me, sono spinti da una grandissima passione per il loro lavoro e un grande amore per le proprie aziende. Sono sicura che riusciremo a costruire una bella squadra in grado di affrontare le sfide che oggi si presentano per il nostro settore. Dobbiamo cercare di alleggerire i nostri padri e non aspettare che qualcuno risolva


CONOSCIAMOLA MEGLIO

PAOLA RAIMONDI La ricetta della felicità? Non la conosco. La sua virtù principale? Sorridere sempre. Il suo difetto? La testardaggine. Quello che le piace negli altri? La simpatia. Quello che non tollera? La maleducazione. Razionale o istintiva? Istintiva. Una persona che ammira? Sono due: i miei genitori. Tre parole per descrivere il suo carattere? Curiosa, semplice, concreta. Il suo motto? Homo faber fortunae suae (l'uomo è l'artefice della propria sorte). Quali sono i suoi hobby? Viaggiare e leggere. Il suo sport preferito? Nuoto. Sul suo comodino ci sono? Candele. Che musica le piace? Pop. Il film che ha amato di più? Il marchese del grillo. E il libro? Orgoglio e pregiudizio. Nel suo frigo non manca mai...? Una buona bottiglia di Franciacorta. Cucina tradizionale o innovativa? Entrambe. Il formaggio più buono? Il Gorgonzola. Un posto in cui vorrebbe tornare? Lipari. Il prossimo viaggio, in una grande città o in un borgo medievale? Borgo medievale, si mangia meglio.

i problemi per noi. La priorità, in questo momento, è quella di riuscire a conoscere le attitudini di ciascuno, affinché siano assegnati i ruoli più adatti: in squadra non si somma, si moltiplica! Fa parte anche del gruppo giovani di Federalimentare, quindi sta acquisendo una visione ampia del sistema associativo giovanile. Le aspettative sono sempre molto alte, sia da parte dei giovani che da parte delle associazioni. Quali contributi crede che un giovane debba e possa dare all’associazione di cui fa parte?

Come ho detto prima, fare associazione significa fare squadra. Un giovane che decide di partecipare attivamente all’associazione a cui è iscritto deve saper riconoscere ciò a cui è più portato affinché possa contribuire nella maniera più proficua. Pur essendo laureata in management, in azienda si occupa di qualità, aspetto che richiede anche molte conoscenze tecnologiche. Come mai questa scelta difficile? Mi occupo anche di qualità: in azienda abbiamo un team che monitora i punti critici,

da persone preparate e competenti. Il mio ruolo è quello di supervisionare affinché tutto avvenga agilmente; la nostra azienda è molto integrata verticalmente, non potrei personalmente controllare tutto. Anche in questo caso, crede che i contributi delle giovani generazioni possano in qualche modo portare a nuovi approcci e visioni nella gestione della qualità aziendale? Se sì, quali? Non solo per quanto riguarda la qualità. Descrivere quali contributi possano fornire le giovani generazioni richiederebbe molto tempo e spazio. Credo che gli occhi dei giovani vedano il futuro: con l’esperienza dei padri e, soprattutto, con la collaborazione delle diverse generazioni è possibile realizzarlo.

IL MONDO DEL LATTE 31


PROTAGONISTI

CON IL SÌ ALLE DOP EUROPEE PRODUZIONE USA IN GINOCCHIO ? Gli industriali statunitensi ribadiscono il loro punto di vista sulle Ig e propongono una soluzione di Gianluca Pierangelini

Lo scorso ottobre, poco dopo la conclusione del 15esimo round di negoziati tra l’Ue e gli Stati Uniti sul Ttip, è stato pubblicato uno studio di Informa Economics Ieg – un istituto statunitense di analisi economiche nel settore agroalimentare – sul potenziale impatto che il riconoscimento del sistema di tutela delle Indicazioni geografiche europee potrebbe avere sul settore lattiero-caseario negli Stati Uniti. Il lavoro è stato commissionato dal Consortium of Common Food Names (Ccfn), sigla nota a molti di noi, che rappresenta gli interessi industriali statunitensi e vede quindi il tema delle Ig con occhi diversi da quelli europei. Lo studio mostra uno scenario alquanto preoccupante per gli operatori americani, stimando una perdita di fatturato del settore di circa 50 miliardi di dollari e un interessamento del 56% delle aziende lattierocasearie a stelle e strisce. Secondo lo studio, infatti, la tutela delle Ig europee, impedendo l’immissione nel mercato di prodotti con nomi simili a quelli tutelati, porterebbe i consumatori a ridurre drasticamente l’acquisto delle produzioni nazionali, con un calo dei consumi interni, un crollo dei prezzi e dell’export e un’importante riduzione del reddito degli allevatori. L’analisi è stata svolta

studiando il comportamento dei consumatori e dei produttori americani a seguito dell’applicazione delle restrizioni a tre categorie di formaggi. Ne parliamo con Jaime Castaneda, executive director del Ccfn. Abbiamo analizzato lo studio di Informa sull’impatto che le Indicazioni geografiche potrebbero avere sui nomi usati negli Stati Uniti e siamo rimasti abbastanza stupiti dalle enormi conseguenze che sembrano esserci a seguito del riconoscimento delle Ig europee: una perdita di miliardi di dollari e danni strutturali per il 56% delle industrie lattiere statunitensi. Non crede che lo studio sia di parte e che abbia sovrastimato i danni? Lo studio è una valutazione

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32 IL MONDO DEL LATTE

Jaime Castaneda, executive director del Ccfn

economica imparziale dei terribili impatti che le restrizioni applicate ai nomi generici dei formaggi potrebbero avere in un mercato come quello nordamericano. Gli economisti che hanno condotto questo studio hanno preso in considerazione due raggruppamenti di Ig i cui nomi sono potenzialmente in grado di danneggiare il mercato caseario statunitense: termini su cui l’Ue sta pressando attivamente affinché vengano tutelati in quanto Ig, ponendo quindi restrizioni ad alcuni nomi generici (parmesan, asiago, feta, ecc.) e


Ig in attesa di registrazione (ad esempio Havarti); termini che non sono ancora protetti, ma che potrebbero esserlo in futuro a causa di un’interpretazione delle Ig in senso restrittivo (mozzarella, provolone). Questo approccio porta a una giusta valutazione perché l’Ue si è sempre rifiutata di mettere per iscritto che il secondo gruppo di nomi non sarà soggetto a restrizioni in futuro. In più, abbiamo molteplici esempi di intervento nei mercati esteri per salvaguardare l’utilizzo di questi nomi che non sono attualmente limitati in Europa, come il caso della mozzarella in Messico proprio lo scorso anno. È un problema serio per la nostra industria, con conseguenze economiche di ampia portata. È ormai assodato il fatto che Ue e Usa hanno approcci e basi normative differenti riguardo alla gestione dei marchi commerciali, dei diritti delle proprietà intellettuali e del riconoscimento delle Ig. È così difficile per voi arrivare a un compromesso? Potrebbe non essere difficile trovare una soluzione che permetta la protezione di termini univoci e, al tempo

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L'ITALIAN SOUNDING PIACE NEGLI USA

formulando termini esclusivi stesso, la preservazione della concorrenza leale nelle categorie come Vidalia Onions o Idaho Potatoes; l’utilizzo di questi nomi di prodotto comuni. Esistono tuttavia non comporta il fatto modelli del genere, come nel che noi dovremmo rinunciare caso del Gouda Holland oppure all’utilizzo dei termini potatoes e del Orkney Scottish Island onions! Cheddar. In entrambi i casi, Avete valutato anche il riconoscimento delle Ig ha l’eventuale impatto negativo comportato la protezione di un che potrebbe avere il termine esclusivo e preservato mancato raggiungimento di l’utilizzo del nome comune. Se un accordo tra l’Ue e gli Usa questo approccio fosse stato nell’ambito del Ttip? seguito anche in altri casi, ad L’analisi effettuata da Informa esempio con la creazione di una non è una valutazione riguardo Ig per il termine “Greek Feta” all’eventuale invece che per il portata termine generico dell’impatto del “feta” o se si Secondo Ttip sull’industria volesse proteggere uno studio, casearia il Parmigiano statunitense, ma Reggiano come l'industria una semplice Ig senza chiedere casearia risposta circa le limitazioni perderebbe conseguenze delle all’utilizzo del restrizioni imposte termine parmesan, 50 miliardi all’utilizzo dei il problema nomi comuni per sarebbe già risolto. i formaggi negli Invece c’è stata l’ostinazione di alcuni in qualche Stati Uniti. In ogni caso, per rispondere alla domanda: in Stato nel cercare di utilizzare il questo momento non è ancora tema delle Ig come pretesto per chiaro a che punto siano i creare monopoli globali nelle negoziati e se siano impostati categorie di prodotto comuni e sulla base del raggiungimento questo ha portato seri problemi. di un accordo win-win per In diversi casi, la entrambe le parti. Oggi c’è una consuetudine del vostro netta differenza nel commercio mercato di usare nomi di prodotti agricoli tra gli Stati europei per prodotti Uniti e l’Ue, soprattutto per quel alimentari è dovuta agli che riguarda il formaggio e il storici flussi migratori vino. L’Ue esporta per più di 1,2 provenienti dall’Europa. Ma miliardi di dollari, mentre noi oggi, dopo così tanti anni, esportiamo per meno di 100 perché non considerate milioni. Firmare un accordo con l’idea di valorizzare i vostri l’Ue solo per il gusto di farlo, nomi tradizionali, legati ad senza chiarire gli inconvenienti aree geografiche degli Usa? ai quali l’industria statunitense Negli Stati Uniti avete delle andrebbe incontro, creerebbe splendide e conosciute problemi ancor più gravi se si regioni che potrebbero aggiungono le costrizioni dovute essere un ottimo riferimento all’imposizione delle Ig; non per i vostri prodotti. sarebbe un gran risultato per Non si tratta di scegliere o l’uno le industrie lattiero-casearie o l’altro per noi, ma entrambi. Non consideriamo in alcun modo degli Stati Uniti. Crediamo infatti che il tempo e l’energia problematico l’utilizzo di termini degli Usa possano essere quali “Brussel sprouts”, “pizza” meglio investiti in altro, o “hamburgers” – tutti termini considerando l’intransigenza con chiare radici europee. Sono dell’Ue nell’affrontare questioni alcuni tipi di cibo, non nomi riconducibili a un unico prodotto. di interesse della nostra industria. Negli Stati Uniti si stanno

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IL MONDO DEL LATTE 33



ECONOMIA

NEL DECENNIO CHE VERRÀ CRESCERANNO I CONSUMI DI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI Secondo un’indagine dell’Ue saranno Cina, India e Africa le aree dove la domanda di latte e formaggi crescerà di più. Stabile il mercato europeo di Gianluca Pierangelini

Dopo i bilanci di fine anno ci concentriamo sul domani, provando ad analizzare il futuro del settore e cercando di capire cosa potrebbe accadere sulla base delle tendenze finora registrate, senza pretesa di vaticinare o proporre verità assolute. Questo è l’oggetto dell’EU Agricultural Outlook – Prospects for EU agricultural markets and income 2016-2026, presentato dalla Commissione europea lo scorso dicembre a Bruxelles. Il documento fa una panoramica dei mercati agricoli mondiali, analizzando lo stato dell’arte e fornendo stime per i dieci anni a venire. Affronta anche il settore lattiero-caseario con prospettive che potrebbero essere utili per indirizzare le strategie future. Negli ultimi due anni, il mercato del settore lattiero-caseario

domanda di prodotti lattieromondiale ha attraversato uno caseari. stato di agitazione dovuto Ora sembra che il mercato si sia a un eccesso di offerta che sembra avviarsi verso una avviato verso la fine della crisi e fase di soluzione. L’alto livello che nei prossimi anni ci si possa aspettare una crescita moderata generale dei prezzi nel biennio della produzione, 2013/2014, la abbinata a un fine delle quote latte, l’introduzione aumento sostenuto In Italia la della domanda. dei divieti alle Lievi segnali di importazioni produzione ripresa si sono da parte della di latte registrati fin dalla Federazione Russa e primavera dello il forte rallentamento crescerà scorso anno. Prima delle importazioni meno che con i prezzi dei cinesi sono i fattori altrove prodotti lattieroprincipali che hanno caseari e poi con introdotto forti quelli del latte alla squilibri, portando stalla, abbiamo a un improvviso assistito a una progressiva eccesso della produzione di ripresa del mercato, facilitata da latte – i maggiori player hanno alcuni avvenimenti, come il ritiro registrato un surplus medio di 15 milioni di tonnellate in due dal mercato di quasi un terzo del latte in polvere prodotto nell’Ue, anni – e un costante calo della

IL MONDO DEL LATTE 35


ECONOMIA PREZZO DEL LATTE UE E PREZZO MONDIALE EQUIVALENTE (€/100 KG)

50 45 40 35 30 25 20 15

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Supporto Ue prezzo eq. Prezzo eq. Ue

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20 Latte crudo Ue

Prezzo eq. Oceania

Fonte: Ue Agricultural Outlook il calo della produzione rispetto al 2015, l’aumento dell’import di formaggio e burro da parte di Cina, Usa, Filippine, Messico e Russia e la crescita dei consumi interni di burro e formaggio. Senza dimenticare il boom registrato dai prezzi del burro, che nell’ottobre del 2016 hanno raggiunto gli alti livelli del 2013. PIÙ LATTE PER TUTTI Dopo anni di stagnazione, il mercato è ora pronto a reagire e le previsioni della Commissione sono incoraggianti: il consumo di latte e prodotti lattiero-caseari dovrebbe crescere dell’1,8% annuo nei prossimi dieci anni (circa 16 milioni di tonnellate di equivalente latte all’anno). Le stime parlano di un costante aumento del consumo pro capite mondiale dei prodotti lattierocaseari che potrebbe portare a una media di 120 kg nel 2026. Questa tendenza riguarderebbe sia i Paesi in cui la propensione al consumo è già alta sia quelli in cui invece non si registrano livelli particolarmente significativi. L’India è il Paese che mostrerà, secondo le stime, la crescita dei consumi più importante, raggiungendo i 140

36 IL MONDO DEL LATTE

kg a testa nel 2026. Cresceranno anche la Cina e alcune zone del continente africano, in particolare quelle caratterizzate da un tasso di crescita della popolazione alto, come la Nigeria. L’aumento della domanda porterà a un’impennata della

produzione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. In linea con le aspettative dei consumi, anche in questo caso, il primato verrebbe attribuito all’India, la cui produzione di latte potrebbe registrare un aumento annuo di 5,5 milioni di tonnellate per soddisfare la domanda interna. Tuttavia, mentre New Delhi è autosufficiente, la crescita dei consumi in Africa, in Cina e nei Paesi asiatici non riuscirebbe a essere colmata da un aumento della produzione interna e questo comporterebbe un incremento del trade mondiale del 2% annuo. Pechino rimarrà il leader mondiale per importazioni di prodotti lattiero-caseari e nel 2026 potrebbe assorbire il 15% del commercio globale. Un’ottima notizia, dato che la Cina è uno dei principali clienti dell’Ue. Il Giappone manterrà alti livelli di importazione di formaggi e i due poli del continente africano registreranno i tassi di crescita degli acquisti internazionali più alti dei loro ultimi dieci anni. Nel breve periodo, le importazioni della Russia potranno aumentare, ma

CONSUMO PRO CAPITE DI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI (KG DI EQUIVALENTE LATTE)

Cina Africa Asia Giappone Medio Oriente Messico India Russia Usa Ue Australia Mondo

2026 2016 2006

0 Fonte: Ue Agricultural Outlook

100

200

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(MILIONI DI TONNELLATE)

6 2006-2016

5

2016-2026

4 3 2 1 0 -1

A A DI SI IN RI A T AL

EU USA RICA INA NTE NDA SIA INA ALIA ONE UAY C RIE A RUS ENT TR PP UG AF S O ZEL A UR RG AU GI IO VA A D ME NUO

Fonte: Ue Agricultural Outlook

RUSSIA: IMPORTAZIONI DI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI (MIGLIAIA DI TONNELLATE)

800 embargo agosto 2014 dicembre 2017

700 600 500 400 300 200 100

LIP

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SIERO

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2O26*

2016

2015

2014

0 2013

L’EXPORT CONTINUERÀ A CRESCERE In questo scenario globale, le previsioni al 2026 mostrano un’Unione europea leader della produzione di latte tra i maggiori player internazionali, seguita dagli Usa e dalla Nuova Zelanda. Questo comporterebbe un’egemonia europea nella distribuzione mondiale di latte e prodotti lattiero-caseari. Soffermandosi sul dettaglio riferito all’Ue, è possibile riscontrare una differenziazione geografica dell’imponente aumento produttivo comunitario. Circa il 75% del totale dell’aumento della produzione in Europa dal 2016 al 2026, deriverebbe da cinque Stati membri: Germania, Irlanda, Regno Unito, Francia e Olanda. L’Irlanda mostrerà le più alte percentuali di crescita (+41%) e la Germania i volumi più imponenti (+3,4 milioni di tonnellate). L’Olanda, insieme alla Repubblica Ceca e al Belgio, mostrano incrementi moderati (tra il 6 e il 12%), mentre Polonia, Italia, Spagna e Danimarca sono i Paesi europei che mostrano – secondo la Commissione – i tassi di crescita produttiva più bassi. La progressiva espansione della produzione verrà supportata dalla crescita dell’export e se l’Ue rispetterà le attese significherà molto per l’intero settore. Anche perché le previsioni raccontano di un mercato domestico che non subirà grandi cambiamenti. I consumi rimarranno tutto sommato stabili perché, se

CONFRONTO TRA PRODUZIONE DI LATTE NEI DECENNI 2006-2016 E 2016-2026

2006

dovranno fare i conti con una minore capacità di spesa dovuta a una lenta crescita economica e con la svalutazione del rublo. Nel lungo periodo, invece, l’aumento della produzione interna di latte e la riduzione prevista della popolazione (-0,2%) potrebbe comportare una nuova riduzione delle importazioni, tornando ai bassi livelli del periodo delle restrizioni (circa 400.000 tonnellate l’anno).

FORMAGGI

Fonte: Ue Agricultural Outlook - * previsione da una parte alcuni prodotti lattiero-caseari beneficiano delle raccomandazioni alimentari del mondo sanitario e dei diffusi programmi di cucina, dall’altra l’aumento delle intolleranze al lattosio e l’emergere di campagne contro i prodotti di

derivazione animale ne riducono i consumi. I due fenomeni si sono sostanzialmente annullati, tanto che se il latte alimentare ha subito maggiormente il cambiamento del lifestyle in Europa – e probabilmente

IL MONDO DEL LATTE 37


ECONOMIA

38 IL MONDO DEL LATTE

mercati, non tanto dovuta alla riduzione della produzione, che pure in alcuni casi tenderà a essere più moderata, ma a una massiccia ripresa dei consumi. Ripresa che probabilmente sarà

più flebile per quel che riguarda il Vecchio continente, dove però eventuali surplus di produzione verranno compensati da un export che mostra segnali sempre più incoraggianti.

ESPORTAZIONI EUROPEE DI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI (MILIONI DI TONNELLATE DI EQUIVALENTE LATTE)

25 20 15 10 5

LIP

LSP

FORMAGGI

SIERO

BURRO

LATTICINI FRESCHI

Fonte: Ue Agricultural Outlook

FORMAGGI: EVOLUZIONE DEI PREZZI UE E GLOBALI (€/TONS)

UE Fonte: Ue Agricultural Outlook

MONDO (OCEANIA)

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proseguirà questo trend anche nei prossimi anni – l’aumento degli acquisti interni e dell’export delle altre principali commodity europee compenserà la riduzione dei consumi domestici. Il formaggio, ad esempio, è un prodotto che già da tre anni registra importanti incrementi di consumo interno. Nei prossimi dieci anni si prevede un’ulteriore crescita dei consumi pro capite di 1,3 kg fino a raggiungere i 19,5 kg nel 2026. Questi aumenti saranno facilitati dai buoni risultati che il formaggio sta avendo, e presumibilmente continuerà ad avere, nelle vendite al dettaglio, nella ristorazione e nell’export. I trattati di libero scambio firmati dall’Ue e quelli in fase di trattativa, non faranno altro che agevolare le vendite estere dei formaggi europei che per qualità non hanno rivali al mondo. Per il settore, i principali clienti dell’Ue sono gli Stati Uniti, il Giappone, la Svizzera, l’Arabia Saudita e la Corea del Sud, quindi un mix di mercati consolidati e potenziali. La combinazione dell’aumento della domanda mondiale e della produzione di formaggi alla lunga avrà dei riflessi positivi anche sui prezzi. Questo è quello che – secondo l’analisi dell’esecutivo europeo – accadrà anche ad altre tipologie di prodotto, come il burro che sta attraversando una fase positiva come quella del formaggio, il siero, che è strettamente legato alla produzione casearia, lo yogurt, i cui consumi interni sono stimati in progressivo aumento, e il latte scremato in polvere, il cui utilizzo interno potrebbe aumentare per la crescita della produzione di formule per l’infanzia e dell’export. Un quadro generale non particolarmente dettagliato, ma esaustivo. In conclusione, ci aspetterebbero dieci anni di progressiva stabilizzazione dei



ECONOMIA

FOOD BUSINESS, IL FUTURO È NELLA RETE

Il 2016 ha visto una crescita impetuosa dell’e-commerce in Italia e nel mondo; il 2017 sarà l’anno della consacrazione e le aziende produttrici di latticini e formaggi devono iniziare a considerare seriamente questo canale per incrementare i loro volumi d’affari di Simone Martarello Per il largo consumo confezionato vale “solo” poco più di mezzo miliardo di euro, ma nell’ultimo anno ha registrato un incremento del 30%, che ha contribuito per un quarto alla crescita totale del settore. Stiamo parlando dell’e-commerce, un canale scelto da cinque milioni di famiglie italiane (29,3% del totale) con una spesa media di 108 euro e una frequenza di acquisto di 3,2 volte l’anno (dati Nielsen). Si tratta di numeri in netta crescita,

40 IL MONDO DEL LATTE

soprattutto negli ultimi due anni. Certo, gli acquirenti occasionali sono ancora molti: il 42,4% degli shopper digitali ha sperimentato gli acquisti in rete una volta sola e poi ha scelto di tornare al negozio fisico. Una volta conquistati, però, i tre milioni di e-shopper italiani che tornano online diventano acquirenti di valore, con una spesa annuale che raggiunge i 254 euro e uno scontrino medio di 53. La share of wallet del canale

online è ancora piccola: bisogna tenere presente che a oggi la maggior parte della spesa viene fatta offline e che parliamo sempre di consumatori cross- canal. Ma sono consumatori che si sono dimostrati particolarmente affini al mondo del largo consumo in quanto non solo hanno aumentato la loro spesa online, ma hanno incrementato anche i propri consumi grocery del 6,8%, superando di gran lunga la crescita generale del comparto.


OLTRE LA SOGLIA PSICOLOGICA Secondo l’agenzia Nielsen, il 2017 sarà l’anno in cui in Italia il grocery online finalmente supererà la soglia dell’1% del Largo consumo confezionato. Una soglia considerata psicologica, che permetterà a questo “canale alternativo” di venir preso sempre più seriamente dall’industria. Un canale che a settembre 2016 valeva 544 milioni di euro, ancora poco rispetto al totale, ma con una costante crescita a doppia cifra. Il 2016 è stato l’anno degli esperimenti: abbiamo visto un’estensione del numero di retailer che vendono online soprattutto nel Nord Italia (area 1 e area 2 Nielsen) che per il momento sviluppa più del 70% delle vendite di e-grocery. Sono aumentati sia i retailer della Gdo che vendono online che gli specializzati che i pure player: se tutti contribuiscono all’allargamento della torta, i primi stanno vedendo la propria fetta ridursi (dal 50% nel 2015 al 45% nel 2016). Nello stesso modo, c’è stato un allargamento degli assortimenti, con ad esempio Amazon, che è passato da 7.000 referenze di Largo consumo confezionato nel 2015 a quasi 50.000 nel 2016, coprendo tutte le categorie, e ora anche il fresco. SERVONO STRATEGIE DEDICATE Il 2017 sarà anche l’anno in cui bisognerà cominciare a parlare di strategia dedicata. Nuove logiche che corrispondono non solo a nuove figure all’interno delle aziende, ma anche a nuove competenze ancora tutte da sviluppare e a nuove metriche di misurazione. Al posizionamento all’interno del sito e al product content, ovvero alla ricchezza di informazioni relative al prodotto, si aggiungono

due più tradizionali leve di marketing, come i prezzi e le promozioni, che non solo devono rispettare le strategie di portfolio, ma anche allinearsi cross-canal con un’asimmetria informativa sempre minore e, spesso, sempre più a vantaggio dei consumatori. Sempre secondo Nielsen, sono ancora pochi i retailer che permettono una gestione

attiva del merchandising online e che sono evoluti al punto da ottimizzare il proprio sito secondo logiche di conversion rate. Retailer oltreoceano del calibro di Walmart investono fino a 10 miliardi all’anno in IT, ma anche da noi ci sono esempi di insegne, come Carrefour ed Esselunga, che hanno fatto un grande lavoro di miglioramento del sito seguendo le logiche

LA STIMA DEL VALORE DELL'E-COMMERCE B2B

(dati 2015)

B2C

B2B

650 mld €

700 mld €

168 mld €

228 mld €

95 mld €

136 mld €

60 mld €

55 mld €

18 mld €

20 mld €

Elaborazione Netcomm su dati 2015 (i dati escludono le transazioni Edi e l'e-procurement)

LA CRESCITA DEL NUMERO DEI SITI DI E-COMMERCE EB2B IN ITALIA NEL 2016

11.200 7.660

2015

+46%

2016

Numero di siti e-commerce B2B italiani rilevato nel 2016 dall'Osservatorio Cribis - Netcomm Il 30% del totale dei siti e-commerce italiani è B2B (B2B o B2C+B2B)

IL MONDO DEL LATTE 41


ECONOMIA sopra citate, o U2, che ha ottimizzato la categorizzazione all’interno del proprio store su PrimeNow. In questo contesto, retailer e manufacturer devono implementare strategie completamente diverse, volte al lungo termine e non alla profittabilità nel breve. È quello che sta facendo Amazon con la strategia della home delivery nelle grandi città europee, una modalità di consegna sicuramente a quelle offline, nonostante lo sfidante e costosa per un scenario competitivo sul web retailer, ma che permette di andare ben oltre le aspettative sia potenzialmente molto più frammentato. D’altro canto, dei consumatori. Pensiamo l’e-commerce in Italia vale anche al loro posizionamento ancora meno dell’1%: la posta di prezzo estremamente in gioco per sperimentare competitivo, di 7 punti sotto l’indice di prezzo medio di Iper oggi è ancora relativamente bassa con dei payoff che + Super in Italia, dove non però potrebbero rivelarsi troviamo neanche un’insegna significativi. più competitiva di loro. O alle innovazioni che stanno portando avanti, come il lancio VOGLIA DI LATTIERO-CASEARIO ONLINE I risultati di un’indagine, in Italia del “Dash Button”, condotta da Astra Ricerche di “Iscriviti e Risparmia” e di e presentata al workshop “Amazon Pantry”. Modelli di Assolatte di Palermo, business che sicuramente mostrano come la vendita non porteranno grandi volumi, online di formaggi e derivati almeno non a breve; ma interessi una fascia crescente quando una famiglia italiana si porta in casa il Dash Button di consumatori, che sul web vanno a caccia soprattutto di di quel determinato brand di referenze di nicchia o molto pasta, o di caffè o di yogurt, caratterizzate territorialmente, oppure decide di sottoscrivere o di produzioni innovative un abbonamento di un anno difficilmente reperibili negli per avere un rifornimento scaffali della Gdo. mensile di acqua, si riuscirà a L’indagine ha evidenziato raggiungere uno degli obiettivi come già oggi più importanti poco meno di brand: una della metà dei fedeltà del consumatori 100%. che utilizzano Il valore l’e-commerce, che un consumatore l'incremento a valore dell'e-commerce acquisti anche formaggi, il grocery nell'ultimo anno ha per 29,6% yogurt un’azienda, e il 26,3% o Life-Time latte a lunga conservazione. Value, viene moltiplicato dal Percentuali che aumentano tasso di retention e quindi dalla fedeltà che lo shopper ha misurando l’intenzione di acquisto, arrivando a quasi il verso quel determinato brand. 60% per i formaggi, al 37,7% Quello che è ormai chiaro è per lo yogurt e al 32,2% per il che online si ha la concreta latte a lunga conservazione. opportunità di garantirsi una Questi numeri certificano, loyalty ben maggiore rispetto

30%

42 IL MONDO DEL LATTE

Roberto Liscia, presidente di Netcomm ed executive board member e-commerce Europe

quindi, come ci sia un elevato potenziale di crescita per la vendita online di prodotti lattiero-caseari, nonostante tra i consumatori sia ancora alto il timore per il trasporto e la conservazione di prodotti freschi e per la possibilità di poter assaggiare, vedere e toccare la merce prima di acquistarla. Interessante anche l’analisi dei canali di vendita, dove il supermercato che consegna a casa rimane la scelta principale dei consumatori (46,3%), seguito al 41,3% dal negozio dalla catena dedicata ai latticini. Al terzo posto (38,1%) la marca o l’azienda produttrice che fa e-commerce tramite un proprio sito. ANCHE IL B2B HA "FAME" DI WEB Secondo una ricerca del consorzio del Commercio elettronico italiano, oltre il 50% dei buyer vorrebbe dai propri fornitori strumenti digitali per ridurre i tempi di acquisto. E proprio il valore del commercio elettronico B2B è stato oggetto di “E-commerce B2B e B2Retail: modelli e casi di successo”, convegno organizzato da Netcomm, il consorzio del Commercio elettronico italiano. Nonostante l’anno scorso il numero di siti e-commerce B2B italiani sia cresciuto del 46%, passando dai 7.660 del 2015 a 11.200 (raggiungendo una quota del 30% sul totale dei siti di commercio elettronico), il



ECONOMIA lavoro da fare è ancora molto. aggressività il nuovo contesto GLI INDIRIZZI “.IT” DI AZIEN“Le potenzialità dell’ecompetitivo del B2B, dove DE DEL LATTIERO-CASEARIO commerce B2B sono a farla da padrone sarà la importanti, crescita del persino ruolo dei maggiori marketplace, rispetto a lo sviluppo del quelle B2C B2B da parte – ha detto il dei grandi presidente di chi fa acquisti online compra anche marketplace di Netcomm B2C, l’apertura formaggi ed executive dei mercati e il 33% anche yogurt e latte board di vendita e member acquisto, e il e-commerce Europe Roberto crescente ruolo delle filiere a Liscia –. Il valore del fronte del nuovo concetto di commercio elettronico B2B cross”. nel 2015 è stato infatti di 20 miliardi di euro, contro i 18 AUMENTARE LA PRESENZA IN RETE miliardi del B2C”. I dati 2016 non sono ancora LATTIERO-CASEARIO Si può dire che quello disponibili, ma già si sa che ALTRE CATEGORIE sarà battuto ogni record per terminato da poco sia stato l’agroalimentare italiano che l’anno spartiacque per l’eFonte: www.foodinthenet.it nel 2015 ha fatturato 135 commerce in Italia, dodici mesi durante i quali si è affermato il nuovo concetto di LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE AZIENDE cross: “cross border”, “cross CON UN SITO canalità” e “cross device”, i tre punti su cui le aziende AZIENDE si devono concentrare per offrire al cliente la migliore 400 esperienza di acquisto di sempre. Il fattore determinante del successo di un’azienda 300 risiede infatti nella capacità di reagire tempestivamente alle nuove esigenze e anticipare le tendenze future, ripensando 200 i propri modelli di business. Ciò è valido sia per le imprese B2C che per quelle B2B, il cui confine è divenuto con 100 il tempo sempre più labile, perdendo i confini storici che hanno da sempre differenziato 1 i due business, oggi in continua evoluzione e spesso convergenti, dando così vita a un nuovo contesto competitivo tra le aziende. “Le imprese italiane che vendono online in Italia sono circa il 7% del totale – ha aggiunto Liscia – contro il 17% di quelle presenti a livello europeo, l’Italia eccelle in moltissimi mercati e il potenziale del made in Italy online è tra i maggiori al mondo. Le aziende dovrebbero Fonte: www.foodinthenet.it affrontare con maggiore

3%

50%

97%

41 37 14 314 138 153 264 19 26 89 24 23 121 15 116 206 59 40 89

44 IL MONDO DEL LATTE



ECONOMIA L'E-GROCERY IN ITALIA

(ottobre 2015-settembre 2016)

e-shoppers

Spesa Media Repeaters

5,1 milioni di famiglie +29%

€ 254 spesa annua 4,8 volte l'anno

Quota Aree

Quota retailer 1% del totale grocery € 544 milioni

+30%

54% 17% 16% 13%

Area 1 Area 2 Area 3 Area 4

45% Pure Player & specializzati

55% Gdo

LE FORMULE VINCENTI

Online Causals # Offline Causals

+ Business Model Innovativi

Brand Loyalty Online > Brand Loyalty Offline

Fonte: Nielsen Homescan 2016 miliardi. In Italia, ma anche nel mondo, c’è fame di cibo italiano, soprattutto di qualità, ma per far davvero decollare le vendite non si può prescindere dalle tecnologie digitali. I numeri (fonte Infocamere) dicono però che su un totale di 1,2 milioni di aziende agroalimentari attive in Italia, solo il 10% è presente sul web. E proprio per capire come stanno effettivamente le cose e cogliere in pieno la portata del digital divide del settore, il Cnr, in collaborazione con l’Università di Pisa e la stessa Infocamere, ha lanciato Food in the net (www.foodinthenet.it), osservatorio internet permanente dell’agroalimentare. Le imprese sono state divise in

46 IL MONDO DEL LATTE

12 categorie (tra cui il lattierocaseario) e per regione. A inizio gennaio i siti con dominio “.it” censiti erano 93.633. Il 37,2% appartiene al campo della ristorazione, il 12,2% sono agriturismi, l’11,1% imprese vinicole, il 9,1% aziende di farinacei e il 2,6% imprese del lattiero-caseario. Quanto alla ripartizione geografica, la Lombardia fa la parte del leone con 13.574 indirizzi, seguita da Toscana (8.603) ed EmiliaRomagna (8.328). In fatto di rivoluzione digitale, l’osservatorio segnala una situazione a macchia di leopardo: accanto ad alcuni casi di assoluta eccellenza convivono realtà dove regna

l’immobilismo. Il settore agricolo è tradizionalmente resistente al cambiamento, mentre l’industria di trasformazione è più capace di accettare le sfide, grazie a brand conosciuti a livello mondiale. In questa situazione frammentata, l’arrivo di Amazon Gourmet, in combinazione con Prime Now e Pantry, oltre a una serie di altri operatori come Eataly, che consegna anche il fresco in un’ora a Milano partendo dai propri punti vendita e startup come Gourmant, Ufoody, Foodscovery, Primotaglio e molti altri, specializzati per categoria o territorio, stanno dando una scossa al settore, ma il lavoro da fare è ancora tanto.



ECONOMIA

I PRODOTTI DEL 2017? Vegetali ed ecologici

Secondo Innova Market Insights, le referenze che avranno maggior successo saranno quelle con etichette trasparenti, e una filiera rispettosa degli animali e dell'ambiente di Samuele Ferrigato Alimenti fatti con ingredienti naturali, processi produttivi che rispettano l’ambiente, il benessere animale e l’etica del lavoro, etichette trasparenti e facili da leggere, referenze in linea con l’atteggiamento salutistico degli shopper. Questi i trend più forti del 2017 secondo Innova Market Insights, l’agenzia olandese di consulenza per il settore

48 IL MONDO DEL LATTE

alimentare. Non si tratta certo di novità assolute, ma, avverte il direttore dell’agenzia Lu Ann Williams, nei prossimi dieci mesi queste “nuove priorità” faranno davvero la differenza nelle decisioni che i consumatori prenderanno a scaffale. "Queste tematiche stanno diventando una costante nelle nostre previsioni degli ultimi

anni – sottolinea Williams – fin da ‘Go natural’ del 2008, passando per ‘Processed is out’ del 2011, ‘From clean to clear label’ del 2015 e 'Organic growth for clear label' dell'anno scorso". Scopriamo da vicino le dieci tendenze capaci di influenzare il mercato alimentare individuate da Innova Market Insights per il 2017.


la dolcezza e il gusto che i consumatori cercano. Il tentativo di coniugare sapore e salute sta guidando il lancio di nuove referenze e l’industria deve affrontare la sfida di bilanciare la domanda di riduzione degli zuccheri aggiunti e allo stesso tempo creare esperienze appaganti per il palato e presentare anche i prodotti più zuccherati come salutari.

PULIZIA SUPREMA Le regole sono state riscritte e un’etichetta pulita e chiara è ormai un nuovo standard globale. Ma la domanda di trasparenza totale ora incorpora tutta la filiera e il concetto di “etichetta pulita” diventa più olistico. Le referenze che si caratterizzano per messaggi ecologici hanno registrato una crescita del 72% tra il 2011 e il 2015, nello stesso periodo i prodotti realizzati avendo cura del “benessere animale” sono cresciuti del 45 per cento.

VEGETALE DIROMPENTE Dai latti vegetali alle alternative alla carne, le offerte alimentari per vegani e vegetariani hanno rapidamente influenzato anche molti consumatori che non lo sono. Si registra quindi un aumento della richiesta di alimenti che offrano i benefici (o presunti tali) delle piante da inserire nella dieta quotidiana. Innova Market Insights ha registrato un incremento del 63% del lancio di queste referenze tra il 2011 e il 2015.

DOLCEZZA EQUILIBRATA Lo zucchero è sotto pressione, anche se resta l'ingrediente chiave per conferire ai prodotti

SINFONIA IN CUCINA La lasagna non è più sufficiente. I consumatori vogliono le melanzane francesi al forno e tutta una serie di altri cibi etnici e locali. Il mondo iperconnesso, i viaggi e il web hanno creato negli shopper esigenze un tempo sconosciute, che l’industria deve provare a soddisfare. Nei cibi etnici, poi, i consumatori vedono una maggior autenticità.

CORPO IN SINTONIA I consumatori sono sempre più orientati a personalizzare la propria assunzione di cibo, facendo scelte alimentari basate soprattutto su quello che pensano li farà sentire meglio. La scelta degli alimenti segue quella che si può definire

I MESSAGGI SULLA FILIERA "PULITA" SONO DI TENDENZA Numero di nuovi lanci di prodotti alimentari tracciati (indicizzati*)

*2011=base 100 1000

ecologico benessere animale

800

870

% 72

:+ GR A C

600 400

244

100

161 108

128

2011

2012

2013

200

502 446 263

+45% CAGR:

0 Fonte: Innova Market Insights, 2016

2014

2015

“estremizzazione”: da un lato cresce il consumo di cibi e bevande “senza” (lattosio, grassi, olio di palma, ecc.), dall’altro quello di prodotti “con” (proteine, probiotici, ecc.)

RAFFINATEZZA SEMPLICE I prodotti che evocano una produzione semplice e realizzata vicino a casa sono ancora attraenti per i consumatori e stanno guadagnando in preferenza negli ultimi anni. Per la maggior parte degli shopper mangiare semplice è mangiare premium.

MOMENTI INCORNICIATI Alcuni prodotti si stanno caratterizzando per occasioni di consumo ben precise e definite: come il cibo da mangiare per strada o gli alimenti adatti a specifiche situazioni in cui i consumatori sono indulgenti e se li concedono.

OLTRE IL POTERE DELLA NOIA I prodotti per i bambini non sono più solo cereali e caramelle. Negli scaffali lo spazio a disposizione per referenze pensate per soddisfare le loro esigenze è in espansione, soprattutto per quanto riguarda la cucina.

CONFINI SFOCATI I confini dei prodotti stanno diventando sempre più sfocati. Ecco allora caffè miscelati con il latte di mandorla, frullati addizionati con ingredienti energetici o bevande a base di latte arricchite di elementi funzionali, che li rendono adatti a essere consumati durante la prima colazione, a merenda o prima e dopo l’attività fisica.

SEMI DI CAMBIAMENTO I semi (come ad esempio chia e quinoa) stanno suscitando sempre maggior interesse nei consumatori, anche in quelli non “fanatici” di prodotti naturali o non vegetariani.

IL MONDO DEL LATTE 49


MERCATI

IRLANDA: PICCOLA, MA CON UN FUTURO DA GRANDE PRODUTTRICE DI LATTE

Nonostante sia difficile colmare le distanze dai grandi player continentali, la produzione di Dublino cresce a ritmi elevati: nei prossimi dieci anni si prevede un incremento del 41 per cento di Filippo Bordieri Uno dei dati ormai considerato certo nelle analisi sulla produzione di latte dei prossimi anni è quello relativo all’Irlanda. Un Paese a forte vocazione lattiera, che sta emergendo nel panorama dei grandi produttori europei e internazionali anche grazie a un sistema di gestione delle politiche legate al settore particolarmente efficiente. La Commissione europea ha stimato che, entro i prossimi dieci anni, l’Irlanda sarà il Paese Ue che farà registrare la crescita percentuale più alta della produzione di latte: il 41 per cento. Le consegne di latte nel 2015 sono arrivate a 6,7 di milioni tonnellate, crescendo del 30% rispetto al 2005 e del 13% rispetto al 2014. Una crescita notevole, che, se venisse confermata la performance stimata per il 2016, potrebbe diventare straordinaria.

La principale destinazione del latte è l’alimentazione diretta, anche se negli ultimi anni l’Irlanda si sta specializzando nelle formule per l’infanzia che suscitano l’interesse di grandi nazioni come la Cina. La crescita è stata favorita negli anni dall’aumento del bestiame e dall’incremento delle percentuali di animali giovani e più produttivi. Negli ultimi sei anni c’è stata una crescita imponente del numero dei capi (+28%), fino ad arrivare a un totale di 1,4 milioni di unità. Di questi il 27% appartiene alla categoria 0-1 anni. Inoltre, le industrie irlandesi possono contare su un prezzo del latte alla stalla relativamente basso rispetto alla media europea (a dicembre circa 28,5 €/100 kg), tanto da fare dell’Irlanda un produttore di latte low cost. Tutti dati che, se rapportati alle previsioni future

che raccontano di un aumento della domanda mondiale di latte e prodotti lattiero-caseari, porteranno il Paese a crescere nel panorama globale. Dal punto di vista dell’export, l’Eire ha già una tradizionale vocazione alle vendite internazionali. Fin dal XVIII secolo, infatti, fornisce la Gran Bretagna di burro e formaggio, ma negli anni ha saputo individuare anche altri mercati di destinazione. Il mercato interno è composto da circa 4,6 milioni di consumatori, che in media consumano 123 kg di latte e 14 kg di formaggio pro capite l’anno. La produzione, però, potrebbe soddisfare una popolazione di circa 50 milioni di persone. È questa la ragione per cui la ricerca di nuovi mercati è una priorità e le esportazioni negli ultimi vent’anni sono aumentate del 23% e oggi valgono circa un

BERTOZZI

GENNARO AURICCHIO

GLI ESPORTATORI

AMBROSI

SPA

Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.

SPA

Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com

AGRIFORM Via dei Ponticelli,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it 50 IL MONDO DEL LATTE

SPA

Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.

SCA

Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it

Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it



MERCATI

04069061

040620

04064050

04069075

04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069075 - 04069079 -04069076 -04069087

24050 4285 9112 3380 5149 2022 1123 2012 2070 938 484 357 405 312 55.699 43 84 64 46 381 1016 359 154 342 67 58.255 160 636 59.051 345 59.396

16.686 5.615 5.835 2.673 3.302 2.522 928 497 318 669 213 390 290 243 40.181 25 39 25 149 482 2.727 805 450 582 287 45.752 223 824 46.799 264 47.063

6.488 13.699 5.080 2.829 1.876 2.047 1.975 1.321 193 1.773 149 1.591 299 393 39.713 59 45 38 23 161 775 507 171 240 130 41.862 87 321 42.270 195 42.465

7.366 6.892 2.982 1.523 1.245 817 791 341 90 233 57 278 95 126 22.836 19 14 2 7 94 202 193 99 248 88 23.802 97 232 24.131 119 24.250

3.168 4.329 733 820 512 343 776 587 150 259 16 74 35 18 11.820 9 6 8 9 17 400 166 58 40 85 12.618 25 167 12.810 40 12.850

125 173 17 34 45 107 12 9 10 6 3 2 1 8 552 1 1

564 1.968 239 238 467 168 1.920 89 69 118 9 20 17 15 5.901 1 4 3 60 295 67 89 16 294 17 6.747 6 90 6.843 97 6.940

12 18 34 1 14 6 639 7 3 649 7 656

040630

3.242 1.313 881 384 311 268 412 159 26 126 13 110 35 11 7.291 6 13 1 11 73 59 53 14 64 32 7.617 58 71 7.746 11 7.757

831 924 465 78 240 64 295 84 16 81 3 58 45 12 3.196 4 6 2 3 25 94 49 11 17 12 3.419 3 13 3.435 33 3.468

803 385 217 186 32 263 61 39 4 72 8 33 10 6 2.119 5 49 19 58 27 48 41 2 96 12 2.476 81 62 2.619 37 2.656

173 22 112 262 276 8 88

647 2.005 523 1.249 366 243 453 222 160 106 8 565 48 109 6.704 27 88 22 6 202 203 440 47 263 55 8.057 78 278 8.413 37 8.450

3 109 43 11 1.107

195 2 53 72 83 1 1.513 2 18 1.533 9 1.542

TOTALI

04069099

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

04069063

FORMAGGI FUSI

0406901 04069069 04069021 9019-905 04069039 9082-9084 0406908 04069081 9093 04069086 0406401 04069013 4090 04069015 04069017

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

PAESI

FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

MOZZARELLA

(IN TONS)

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio-settembre 2016)

04069073 04069001

357 568 166 1.417 244 32 109 63 10 13 6 67 2 7 3.061 5 1 3 1 26 35 22 6 10 11 3.181 3 10 3.194 6 3.200

1 1 62 45 20 110

239

12 3 4 6 264 744 1.008 1.008

64.501 42.179 26.362 15.135 14.110 8.904 8.963 5.533 3.119 4.503 1.012 3.556 1.282 1.260 200.419 204 350 187 373 2.002 5.649 2.815 1.107 2.293 803 216.202 830 3.469 220.501 1.200 221.701

BRESCIALAT SPA

SAVIOLA SPA

Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano

Grana Padano, Parmigiano Reggiano, crescenza, mozzarelle, Taleggio, Gorgonzola, ricotta, mascarpone.

Produzione: Grana Padano, Parmigiano Reggiano.

Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com

Via Castellana 1/A 25032 Chiari (BS) Tel. 030/7009878 Fax 030/7009860 info@brescialat.it www.brescialat.it

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

BRAZZALE

52 IL MONDO DEL LATTE

SPA



MERCATI

CODICE DOGANALE

04061030

04061050 04061080

4069061

40620

04064050

64.383 59.396 4.587 20 380 63 499 19 480 83 4 79 2.460 1.431 105 1 81 72 770 254 182 72

50.038 47.063 2.748 55 172 81 1.710 88 1.622 67 7 3 57 7.055 2.117 1.377 33 164 130 3.234 310 289 21

46.840 42.465 3.658 215 502 314 12.758 2.629 10.129 675 167 228 280 3.333 1.364 154 65 73 88 1.589 1.643 1.611 32 14

25.699 24.250 1.136 4 309 19 420 78 342 11 1 1 9 639 289 72 6 74 17 181 47 45 2

13.619 12.850 725 16 28 21 368 39 329 20 11 3 6 490 287 10 2 3

67.742 8.346 313.899 42.600

59.261 12.198 218.161 60.507

65.577 23.112 594.375 201.550

26.835 2.585 211.453 19.375

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue

FORMAGGI FUSI

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI

ALTRI FORMAGGI DURI

PECORINO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

MOZZARELLA

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio-settembre 2016)

04069063

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 0406913 04069015 04069017

4069099

4069073

40630

3.612 3.468 127 9 8 28 7.832 350 7.482 44 28 3 13 277 218 4 1 3 3 48 106 91 15 1

8.371 7.934 223 107 107 212 1.063 79 984 89 15

3.990 2.656 881 30 423 35 1.112 7 1.105 130 24

3.314 3.200 108 3 3 7 434 60 374 30 20

1.677 1.542 131

74 1.315 352 195 124 52 9 583 238 232 6

106 871 144 55 2 87 79 504 204 200 4

10 52 5 2 1 2 4 38 455 450 5

14.706 11.900 1.856 8.432 86.793 102.946 12.643 69.531

11.288 3.354 72.986 22.053

6.342 3.686 38.527 23.766

4.292 1.092 25.213 6.938

188 188 180 8

4 46 9 3 6 0

233 3 2 6 2 220 1 1

1.966 424 6.978 1.690

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA FORMAGGI Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

GELMINI CARLO

SPA

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

54 IL MONDO DEL LATTE

Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella. 24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

MARIO COSTA SPA F.LLI PINNA AZIENDA

SRL Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL

CASEARIA SPA Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax. 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com


1.982 1.917 59 4 2 17 7 5 2 0

1.917 1.906 7 4 1 68 12 56 3

1 12 2 1 1

3 87 2 11 6 19 3 46 7 5 2

2.048 131 12.686 1.092

2.083 177 14.751 1.242

40 27

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

FONTINA FONTAL

ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069088 04064090 04069093

4069087 04069023 04069025 04069027 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

04069018 04069019 04069050 04069082 04069084

4069079

4069075

4069076

4069001

4.163 4.107 54 2

1.423 1.344 74

61 505 496 1

1 135 23 4

21 16

979 656 318 1 4 1 420 33 387 3 1 1 1 19 4 1

437 307 127 2 1 3 279 2 277 5 2 2 1 11 2

1.008 1.008

13 16 2 14 61

3.999 3.935 53 9 2 3 710 5 705 1

3

3

2

2 3

9

3 1 10 26 25 1 9

5 0

105 46 44 2 2

3 29 28 1

4 10 10

4 5 5

1.530 345 10.777 2.626

4.758 651 14.782 3.454

4.896 961 37.440 6.533

1.750 406 11.560 2.837

1.262 1.185 61 2 14 45 174 22 152 0

14

TRENTIN

5 16 258 15 243 3 2 1

2 12 163 163 2 1.587 931 10.681 5.829

745 438 5.035 2.771

14 1 13 23 23 56 43

238.713 221.189 15.077 483 1.964 862 28.151 3.449 24.702 1.248 278 246 724 17.613 6.823 1.993 252 578 411 7.556 3.734 3.562 172 28

1.106 290.412 69.223 98 2.436 1.791.479 738 487.775

milione di tonnellate in volume. Dublino non rientra tra i partner d’elezione per l’Italia. I primi volumi di scambio significativi si sono registrati probabilmente nel 2007 e a oggi non hanno raggiunto livelli particolarmente alti: nei primi nove mesi del 2016 l’Italia ha esportato 1.258 tonnellate di formaggio – il prodotto maggiormente scambiato – importandone 1.743, con un deficit della bilancia commerciale di 485 tonnellate, nonostante il progressivo assottigliamento di tale differenza, che si è registrato negli ultimi anni. Ciononostante, le esportazioni di latte e prodotti lattiero-caseari italiani nell’isola dell’arcipelago britannico sono in aumento. Dal 2014 al 2015 si è registrato un incremento delle vendite del 36% e la tendenza è stata confermata anche dal dato parziale del 2016 che ha fatto registrare un ulteriore +5 per cento. L’Irlanda è, quindi, una realtà in veloce evoluzione, probabilmente prossima a diventare un player di rilievo. Il suo mercato interno per le nostre aziende non è dei più interessanti, ma le possibilità di avviare partnership imprenditoriali e di intensificare il rapporto commerciale appaiono sempre più concrete.

SPA

Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it

ZANETTI

SPA

Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola. Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it IL MONDO DEL LATTE 55


MERCATI

IN AUMENTO LA PRODUZIONE DI FORMAGGI Se, da qualche mese, la produzione europea di latte sembra in frenata, lo stesso non si può dire per quella dei formaggi. Spinta da una domanda

PRODUZIONE DI FORMAGGI IN EUROPA (PRIMI 10 MESI 2016 - TONS)

OLANDA 742

POLONIA 672 REGNO UNITO 368

ITALIA 839

DANIMARCA 361 SPAGNA 191 AUSTRIA 164 REPUBBLICA CECA 108

FRANCIA 1.445

ALTRI 726 GERMANIA 1.931

mondiale in aumento, infatti, l’offerta di formaggi europei è in forte crescita e ha chiuso il 2016 con un incremento vicino al 2 per cento. Non tutti, però, cavalcano questa tendenza nello stesso modo. I grandissimi produttori – Germania, Francia e Italia, che insieme producono il 56% dei formaggi europei – hanno rallentato in modo più o meno sensibile l’attività delle caldaie e delle polivalenti, mentre altri, come Olanda, Polonia e Danimarca, hanno invece deciso di accelerare con forza, con aumenti rispettivamente del 6, 3 e 12 per cento. In alcuni Paesi, poi, gli incrementi produttivi sono stati ancor più imponenti: la Spagna, ad esempio, secondo i dati forniti dall’Unione europea, avrebbe prodotto il 37% in più dello scorso anno, la Grecia il 23% e l’Ungheria il 13 per cento. È evidente che alcune performance non possono impensierire le aziende italiane, ma, se vogliamo restare nel gruppo di testa, bisogna vigilare, perché anche la qualità di quello che esce dagli stabilimenti degli altri Paesi è in continuo aumento, come testimoniano spesso gli imprenditori italiani.

QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI IN EUROPA BURRO Apertura di anno con

450 400 350

quotazioni delle commodity

300

su livelli elevati. Il valore 250

del burro, in particolare, ha

200

continuato a salire, anche se con tassi di crescita inferiori a quelli di fine 2016. Latte

LATTE SCREMATO IN POLVERE

scremato in polvere e siero

350 300 250

in polvere, così come le altre

200

commodity, sembrano invece aver terminato la propria

150

corsa, pur confermando livelli

100

di prezzo superiori a quelli della crisi, ma comunque

SIERO IN POLVERE

110 100

inferiori ai picchi toccati a

90

inizio 2014.

80 70 60 50 40

56 IL MONDO DEL LATTE


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MERCATI

BORSA PREZZI

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE) N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 12-15 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

2015 2016 NOVEMBRE NOVEMBRE MEDIA MEDIA

VAR.

2015 2016 DICEMBRE DICEMBRE MEDIA MEDIA

VAR.

3,22 4,17 4,31 3,01 7,79 6,74 5,56 10,51 9,76 8,82 5,08 6,08 4,88 4,08 4,93 5,16 5,45

1,99 2,84 2,99 1,79 7,40 6,37 5,20 9,40 8,65 7,47 5,40 --5,20 4,40 5,25 5,48 5,78

61,81% 46,83% 44,15% 68,16% 5,27% 5,81% 6,92% 11,81% 12,83% 18,07% -5,93% ---6,15% -7,27% -6,10% -5,84% -5,71%

3,25 4,20 4,35 3,05 8,07 7,02 5,84 10,79 10,04 9,20 5,18 6,18 4,98 4,18 5,03 5,26 5,56

1,93 2,78 2,93 1,73 7,50 6,48 5,30 9,55 8,80 7,65 5,40 ---5,20 4,40 5,25 5,48 5,78

68,39% 51,08% 48,46% 76,30% 7,60% 8,33% 10,19% 12,98% 14,09% 20,26% -4,07% ---4,23% -5,00% -4,19% -4,01% -3,81%

435,00

347,50

25,18%

425,00

328,75

29,28%

11,2 10,6 10 9,275

10,225 8,925 8,475 7,875

9,54% 18,77% 17,99% 17,78%

11,525 10,925 10,375 9,725

10,375 9,225 8,775 8,075

11,08% 18,43% 18,23% 20,43%

L’eccellenza ha un nome

www.francialatticini.com

Le mozzarelle dell’Agro Pontino



MERCATI

FORMAGGI DOP, PRODUZIONE IN CRESCITA PER SODDISFARE LA DOMANDA ESTERA NEL 2016 LE CINQUE PRINCIPALI DENOMINAZIONI HANNO TUTTE AUMENTATO I VOLUMI, ECCETTO L’ASIAGO BUONA PARTE DEL DIFFERENZIALE È STATO ASSORBITO DALLE ESPORTAZIONI Se è presto per qualunque previsione per il segmento dei formaggi Dop, è sicuramente giunta l’ora di tirare le somme sull’annata da poco conclusa, caratterizzata da andamenti spesso molto incostanti. Partiamo dal Grana Padano. Il

costante tendenza all’aumento, invece, la produzione di Parmigiano Reggiano. Infatti, tranne che in un paio di mesi, la produzione ha messo a segno sempre segni positivi, con una crescita media del 5% circa. E il 2016 si è chiuso con circa 167.000

dall’aumento delle esportazioni. Passando alla Mozzarella di bufala campana, possiamo solo rilevare che è il formaggio Dop che cresce più di tutti. La produzione ha superato del 7% quella dell’anno precedente, una crescita davvero importante, che, sommata al +8,5% del 2015,

2016: ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE DELLE PRINCIPALI DOP +4,4% - 4,1%

ASIAGO

- 11,6% GORGONZOLA

- 0,6% +0,9%

- 3,2%

+10%

- 0,1% GRANA PADANO

- 2,4% - 0,9%

+10,1% +4,2% +7,9% +6%

MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA

+7,5% +2,7% +5,7% +4,6%

PARMIGIANO REGGIANO 1° TRIMESTRE

2016 era cominciato con tassi di crescita importanti (del resto la disponibilità di latte era elevata), poi – nella parte centrale dell’anno – ha mostrato un brusco rallentamento, sicuramente anche a causa di quotazioni poco soddisfacenti. Infine, negli ultimi mesi, nonostante l’alto livello dei prezzi del latte spot, abbiamo assistito a un nuovo cambio di tendenza. E anche se il dato dell’ultimo trimestre parla di un -0,9%, dicembre si è chiuso con il segno positivo (+3,6%) e l’annata con un +1,2% (circa 57.000 forme). Molto più lineare e con una

60 IL MONDO DEL LATTE

+5% +1,7%

2° TRIMESTRE

forme in più dell’anno precedente. In conclusione, sommando le produzioni totali dei due formaggi Dop più importanti, il 2016 mostra una crescita complessiva che supera le 9mila tonnellate: tanta roba, visto che l’export dovrebbe averne assorbite poco più di 7.500. Anche il Gorgonzola ha chiuso il 2016 con livelli produttivi superiori a quelli dell’anno precedente. Sono alcuni anni che il livello produttivo del re degli erborinati cresce in modo più o meno costante. E il 2016 si è chiuso con un delta positivo di poco meno di 80.000 forme (+1,8%), tutte assorbite

3° TRIMESTRE

4° TRIMESTRE

dà un’idea dell’aumento della domanda mondiale per questa prelibatezza tutta italiana. Chiudiamo questa breve rassegna con il formaggio Asiago, il solo tra i cinque del nostro campione (le prime cinque Dop italiane rappresentano l’87% della produzione complessiva), che ha chiuso l’anno con una flessione (-3,4%). Il calo è da addebitare al formaggio “d’allevo”, perché nella tipologia “pressato” la produzione si è mantenuta sostanzialmente stabile, e all’ultima parte dell’anno, quando si è assistito a un vero e proprio crollo produttivo.


LA NOSTRA TRADIZIONE... UN FUTURO ANCORA PIU’ GRANDE.

REND ERING D ELL’AMPLIAMENTO PRODUTTIVO IN FASE DI REALIZZAZIONE

igornovara.it


IGIENE & SICUREZZA

LINEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA SALUTE per il recall di prodotti alimentari non conformi Tra le novità introdotte, l'obbligo di pubblicare il richiamo sui social network di Ettore Soria

Il ministero della Salute ha provveduto ad aggiornare le procedure obbligatorie per il richiamo dei prodotti non conformi, ai sensi dell’art. 19 del Reg. (Ce) n.178/2002 da parte dell’Osa nel caso in cui un prodotto non conforme possa essere entrato in possesso del consumatore. COSA SCRIVERE La comunicazione del richiamo deve essere efficace, precisando il motivo del ritiro e del suo richiamo e contenendo almeno le seguenti indicazioni: ³ denominazione di vendita; ³ marchio del prodotto; ³ nome o ragione sociale dell'Osa a nome del quale il prodotto è commercializzato; ³ lotto di produzione; ³ marchio di identificazione dello stabilimento; ³ nome del produttore e sede dello stabilimento; ³ data di scadenza o termine minimo di conservazione; ³ descrizione peso/volume

62 IL MONDO DEL LATTE

dell’unità di vendita; quali siano gli effetti acuti o ³ motivo del richiamo: cronici sulla base di: descrizione precisa del ➧effetti immediati: comparsa di gravi effetti nocivi per la pericolo che ha determinato salute umana il richiamo del dopo l’immediata prodotto; assunzione di un ³ istruzioni al alimento o poco consumatore Le priorità dopo. per la gestione per il ritiro ➧effetti a lungo del prodotto variano termine: dopo acquistato, l’assunzione di un nonché le in base alimento possono ulteriori eventuali ai potenziali comparire avvertenze, effetti nocivi probabili effetti incluse le modalità tossici a lungo per contattare termine (residui l'assistenza clienti di pesticidi, (numero verde, sostanze genotossiche, isotopi indirizzo email, ecc.); radioattivi, ecc.). ³ fotografia del prodotto, così come si presenta COME SI COMUNICA al consumatore all'atto L’Osa, come si è detto, deve dell'acquisto. specificare nella compilazione del modello di richiamo COME DECIDERE IL RITIRO riportato nella nota del Minsal Il documento ministeriale quale sia l’agente che ha riporta un albero decisionale sui criteri per il richiamo, generato la non conformità. tenendo presente, per Detta comunicazione deve identificare il grave rischio, essere divulgata anche


implementati nell’ultima da parte dei distributori e versione, prevedendo dettaglianti con l’apposizione l’accesso dei consumatori di cartellonistica presso i ai casi di richiamo pubblicati punti vendita interessati. sul sito web del ministero Inoltre, nel caso di rischio di da parte delle tossicità acuta, al Regioni o, se del fine di assicurare caso, da parte una più efficace Ora il delle Asl. informazione del Pertanto, in consumatore sistema di tutti i casi in cui potenzialmente richiamo è venga disposto interessato, l'Osa uniformato a il richiamo, gli deve utilizzare Osa devono la forma di quello degli scaricare dal sito comunicazione altri Stati Ue del ministero che prevede la l'apposito pubblicazione del modello, richiamo a mezzo compilarlo stampa, radio, e trasmetterlo alla Asl Tv, sulla base del livello di distribuzione raggiunto (locale, competente per territorio. regionale, nazionale) e almeno L’Asl, quindi, deve valutare la correttezza del documento una delle seguenti modalità di e dovrà, se delegata dalla comunicazione: Regione, pubblicare sul sito ³ pubblicazione del richiamo del ministero il modello, sul proprio sito; utilizzando la sezione del ³ pubblicazione del richiamo Nuovo Sistema Informativo sui social network. Sanitario (Nsis) creata allo Proprio questi due aspetti scopo; diversamente sarà comunicativi sono stati

la Regione a provvedere direttamente alla pubblicazione. Alla sezione Nsis potranno, quindi, avere accesso per il caricamento del modello di richiamo: ➥ utenti regionali registrati in Nsis e abilitati ad accedere a tale sezione, oppure ➥ utenti delle Asl accreditati allo scopo dai referenti regionali. Le autorità sanitarie caricano sul sito del ministero il modello di richiamo tempestivamente o comunque non oltre le 48 ore. Qualora vi sia una revisione di analisi favorevole, l’Osa può predisporre un avviso di smentita del precedente richiamo, che sarà pubblicato sul portale del ministero nella stessa pagina web. In questo modo viene completato il sistema del richiamo, uniformandolo a quello degli altri Stati dell’Unione europea.


IGIENE & SICUREZZA

RASFF, AUMENTANO I CASI DI E. COLI Rispetto al 2015, lo scorso anno registrate più informative e meno allerte di Ettore Soria Concluso l’anno, si può elaborare una prima sintesi dell’andamento del Rasff (Rapid Alert System for Food and Feed) attivo a livello europeo. Complessivamente ci sono state 2.576 notifiche così ripartite:

772 Informative: 46% Allerte:

Respingimenti frontiere:

1.043

Hanno riguardato il settore lattiero-caseario:

42 pari al 5,44% Informative: 18 pari al 2,37% Allerte:

Rispetto al 2015, si è registrata una

diminuzione delle allerte e un lieve aumento delle informative. Nel complesso sono stati notificati 11 casi di E. Coli produttore della tossina Shiga e 14 per Listeria monocytogenes. L’Italia ha lanciato 11 allerte, pari all’1,42% del totale, di cui sei per i suoi prodotti a seguito dell’emergenza aflatossina M1; altre quattro per E. Coli produttore della tossina Shiga relativamente a formaggi francesi a latte crudo. Alcuni casi curiosi: y Lituania: allerta per la presenza di un residuo di tetracicline in un formaggio proveniente dalla Russia (ma l’embargo è solo in una direzione?). y Norvegia: informativa per Clostridium sporigenes in un suo formaggio spalmabile con gamberetti. y Italia: informativa per importazione illegale di una salsa iraniana arrivata via Olanda. In conclusione, bisogna notare come anche nel 2016 siano state sempre più frequenti le allerte per E. Coli produttore della tossina Shiga, che probabilmente sarà normato a livello europeo nell’ambito del Reg. Ue n. 2073/2005.


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Abbiamo sempre fatto tutto in famiglia...

E da settant'anni portiamo bontĂ sulle tavole degli italiani.


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

4PROTECTION: la soluzione naturale per la protezione I microrganismi sono tradizionalmente utilizzati in molti processi di fermentazione e impiegati nella produzione di formaggi, yogurt, pane, birra, vino, aceto e, spesso, anche nella lavorazione di pesce, carne e verdure. Il processo di fermentazione è considerato uno dei più antichi metodi di lavorazione, trasformazione e conservazione. Il processo biologico di fermentazione permette non solo di migliorare le qualità nutrizionali e organolettiche del cibo (gusto, aspetto, odore e consistenza), ma anche di rallentarne il naturale percorso di deterioramento, controllando gli eventuali microrganismi indesiderati, inibendo agenti patogeni e aumentandone così la sicurezza. Il termine "culture di protezione" è stato applicato alle colture alimentari microbiche (MFC) che presentano un’attività metabolica che contribuisce a inibire e/o controllare la crescita di microrganismi indesiderati negli alimenti. Questi microrganismi indesiderati potrebbero essere batteri patogeni o funghi micotossigeni e specie microbiche alterative. Questa proprietà è il risultato del metabolismo attivo della “cultura di protezione”, che esplica la propria azione attraverso un complesso sistema che può essere di competizione dei nutrienti o di acidificazione o di produzione di metaboliti antimicrobici.

66 IL MONDO DEL LATTE

L'applicazione delle "culture di protezione" costituisce pertanto un ulteriore aiuto tecnologico per il miglioramento dell'igiene alimentare e la sicurezza dell’alimento che non deve però in alcun modo sostituire le buone pratiche di fabbricazione, i trattamenti fisici e il mantenimento della catena del freddo, che garantiscono gli elevati standard di sicurezza alimentare. Senza additivi, senza conservanti, naturale al 100%, sono le tendenze più diffuse che guidano le scelte dei consumatori: la sicurezza, la durata e un livello standard di alta qualità del cibo sono più importanti che mai. Esistono sul mercato produttori di fermenti lattici selezionati in grado di esplicare le funzioni di protezione. Dal 1998 Sacco ha selezionato colture di protezione contro microrganismi indesiderati da applicare in diversi alimenti quali: prodotti lattiero-caseari (yogurt, latti fermentati, formaggi freschi, formaggi a pasta semidura e dura) carne e pesce. La linea 4Protection di Sacco è costituita da colture selezionate negli anni in grado di contrastare le cause di deterioramento dei prodotti, contribuendo a migliorarne la qualità e soprattutto a proteggere l’immagine di marca in modo naturale. Molti dei ceppi selezionati utilizzati sono stati scelti tra i microrganismi probiotici, che

sono stati studiati e hanno dimostrato di essere efficaci attraverso studi specifici, test microbiologici e analisi sensoriali dei prodotti. Le colture 4Protection permettono al prodotto di arrivare alla fine della shelf life garantendone una migliore stabilità a livello strutturale e sensoriale, aiutando a mantenerne la freschezza, il gusto, l'aroma e la consistenza. I fermenti 4Protection selezionati non acidificano, non alterano le caratteristiche organolettiche del prodotto e si adattano facilmente anche a temperature di refrigerazione. Le diverse applicazioni sono studiate in funzione delle caratteristiche del processo tecnologico e della prestazione desiderata del prodotto finale e vengono ottimizzate in azienda grazie ai consigli dei tecnologi che offrono un prodotto e un servizio completamente personalizzati. Le colture 4Protection sono compatibili e complementari a tutti i fermenti Sacco; essi sono utilizzati per inoculazione diretta o trattamento superficiale. Sacco ha quattro linee di colture speciali dedicate alla protezione dei prodotti lattierocaseari: anti Yeast and Mould (lieviti indigeni e muffe) AYM, Anti Listeria monocytogenes AL, Anti Clostridia AC, anti Other Spoilage Microrganisms AOSM. Inoltre, esiste una linea di colture di protezione per la carne e per il pesce.




NORMATIVE

PUBBLICITÀ: OCCHIO ALLA DICITURA

“CHILOMETRO ZERO” L’uso dell’espressione non è legislativamente disciplinato. Occorre pertanto conformarsi ai criteri di onestà, veridicità e correttezza imposti dalle normative in tema di pubblicità a tutela del consumatore e dei concorrenti di Leonardo Graverini

Capita sempre più spesso che produttori, dettaglianti e ristoratori presentino i propri prodotti utilizzando l’espressione “chilometro zero” o, più sinteticamente, “Km 0”. Molte imprese si chiedono se simili diciture possono essere utilizzate e a quali condizioni. Un approfondimento sull’origine, sul significato e sulla valenza e legittimità giuridica di una tale indicazione risulta dunque interessante. Si tratta di un neologismo, nato nel linguaggio mediatico e giornalistico e in ambito socioeconomico, genericamente utilizzato – in senso metaforico e non esattamente definito – per individuare quei prodotti la cui caratteristica è quella di essere fabbricati, commercializzati e consumati solo a livello locale, ossia nella stessa zona di produzione. Non risultano normative specifiche che disciplinino l’impiego di tale qualificazione nell’etichettatura, nella presentazione, nella pubblicità e nelle comunicazioni commerciali

dei prodotti alimentari. Letteralmente, quel che la locuzione “a chilometro zero” comunica è che i prodotti così etichettati o pubblicizzati hanno percorso, prima di essere presentati in vendita ai consumatori, zero chilometri, cioè neppure un solo chilometro. Dovrebbe perciò trattarsi di prodotti le cui materie prime e la cui trasformazione e commercializzazione vengono ottenute ed effettuate interamente “sotto casa”. In Parlamento pendono alcuni disegni di legge – l’iter dei quali è al momento fermo almeno da un anno e mezzo – che, per lo più, intendono definire i prodotti alimentari a chilometro zero, come i prodotti provenienti da areali di produzione appartenenti all’ambito regionale, o posti a una distanza non superiore a 50/70 chilometri di raggio dal luogo previsto per il loro consumo, o quelli per i quali è dimostrato un limitato apporto delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto calcolato dalla fase di produzione fino al momento del consumo finale.

VALE COME UNO SLOGAN Però, fintanto che non sarà eventualmente emanata una normativa di legge in materia, l’uso della qualificazione in questione costituisce un’indicazione volontaria, rientrante giuridicamente nell’ambito delle affermazioni pubblicitarie. Spetta pertanto a chi utilizza lo slogan in questione, allo scopo di attribuire connotazioni di superiorità o distintività qualitativa al proprio prodotto, spiegarne il significato, provarne l’esatta comprensione da parte del destinatario e la lealtà, dimostrando a quest’ultimo riguardo che il messaggio è preciso, chiaro, onesto, veritiero, corretto e che non induce in errore il consumatore. Ciò anche in relazione al fatto che la locuzione in esame allude e viene comunemente percepita dai consumatori come indicativa di presunte caratteristiche di maggior qualità e freschezza, di vantaggio in termini di risparmio e sostenibilità e di

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NORMATIVE minor impatto ambientale del prodotto. Tutte qualità che devono necessariamente fondarsi su dati veritieri, pertinenti e tecnicamente o scientificamente verificabili e che vanno altresì comprovate rispetto agli altri prodotti alimentari equivalenti presenti sul mercato.

I DISEGNI DI LEGGE SUI PRODOTTI ALIMENTARI A CHILOMETRO ZERO PENDENTI IN PARLAMENTO

LE LEGGI CUI AFFIDARSI Quando si intende utilizzare l’espressione in questione, perciò, occorre sempre – così come per l’impiego di qualsiasi altro messaggio pubblicitario – molta prudenza e grande attenzione, dovendosi tenere accuratamente conto dei criteri normativi sulle pratiche leali d’informazione dettati, in modo specifico per i prodotti alimentari, dagli art. 7 e 36 del Reg. Ue 1169/2011 nonché, più in generale, dal Codice del Consumo (D.lgs 6 settembre 2005, n. 206) e dal Codice di Autodisciplina della comunicazione commerciale emanato dallo Iap (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria).

Camera n. 1223 - On. Filippo Gallinella (M5S) e altri “Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e da sistemi di garanzia partecipativa, nonché modifiche all’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228”. Presentato alla Camera il 18 giugno 2013;

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Camera n. 1052 - On. Roberto Caon (Lna) e altri “Norme per la promozione della vendita diretta e del consumo dei prodotti alimentari a chilometro zero provenienti da filiera corta e dei prodotti alimentari stagionali e di qualità”. Presentato alla Camera il 27 maggio 2013; Camera n. 77 - On. Ermete Realacci (Pd) e altri “Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità, nonché modifiche all’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228”. Presentato alla Camera il 15 marzo 2013.

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Senato n. 1126 - Sen. Nunziante Consiglio (Ln-Aut) “Norme per la promozione della vendita diretta e del consumo dei prodotti alimentari a chilometro zero provenienti da filiera corta e dei prodotti alimentari stagionali e di qualità”. Presentato al Senato il 17 ottobre 2013 (non ancora iniziato l’esame);

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NORMATIVE

l’esperto risponde

Una forma intera di formaggio senza imballaggio, ma etichettata con una pelure circolare, collocata sulla superficie superiore della forma e destinata come tale al consumatore finale, è un “alimento preimballato” oppure no? Sono alimenti preimballati quelli corrispondenti all’art. 2.2.e del Reg. Ue n. 1169/2011 e così definiti: “l’unità di vendita destinata a essere presentata come tale al consumatore finale e alle collettività, costituita da un alimento e dall’imballaggio in cui è stato confezionato prima di essere messo in vendita, avvolta interamente o in parte da tale imballaggio, ma comunque in modo tale che il contenuto non possa essere

alterato senza aprire o cambiare l’imballaggio; «alimento preimballato» non comprende gli alimenti imballati nei luoghi di vendita su richiesta del consumatore o preimballati per la vendita diretta”. La presenza di un imballaggio che avvolga interamente o almeno in parte il formaggio sembra essere elemento essenziale affinché il prodotto possa qualificarsi come “alimento preimballato” ai fini della suddetta disposizione. Gli alimenti offerti in vendita al consumatore finale senza preimballaggio, fermo restando il rispetto delle normative igienico-sanitarie, sono invece contemplati dall’art. 44 del medesimo regolamento.

I valori nutrizionali riportati nell’etichetta di un nostro prodotto, pur ponendosi all’interno delle tolleranze ammesse, sono leggermente diversi da quelli “arrotondati” comunicati dal competente Consorzio di tutela. Possiamo utilizzare tali etichette? Le regole di arrotondamento previste dalle linee guida sulle tolleranze hanno il solo scopo di definire il range di valori ai quali applicare, in fase di controllo, le tolleranze specificatamente stabilite per i vari nutrienti e verificare la rispondenza di quanto dichiarato. Sebbene sia consigliabile uniformarsi agli orientamenti condivisi dalle autorità nazionali, non sembra che la mancata applicazione degli arrotondamenti in dichiarazione nutrizionale possa essere oggetto di contestazione, in quanto il Reg. Ue n. 1169/2011 ha attribuito alla Commissione

europea il potere di adottare atti di esecuzione per disciplinare la precisione dei valori dichiarati (le tolleranze per l’appunto), ma non ha previsto esplicitamente l’adozione di disposizioni riguardanti gli arrotondamenti. Ciò detto, lo stabilire quali dati utilizzare nell’informazione nutrizionale dipende unicamente dalla corrispondenza degli stessi al prodotto da etichettare. La normativa ammette la possibilità di utilizzare diverse fonti per la compilazione dell’etichetta nutrizionale (analisi dell’alimento, calcolo fatto a partire da valori medi noti o effettivi degli ingredienti impiegati, calcolo effettuato a partire da dati generalmente accettati) e, in tale ambito, i dati forniti dal consorzio possono costituire un utile riferimento. Resta ovviamente fermo che le informazioni riportate in etichetta devono essere veritiere e precise.

Intendiamo commercializzare un’unità di vendita (costituente un’unica unità di consumo) contenente due diversi prodotti alimentari (di uguale peso e distintamente confezionati), destinati a un consumo abbinato e contestuale nell’ambito di un pasto unico. Pensiamo di apporre una tabella nutrizionale composta dalle seguenti tre colonne: la prima per indicare il valore per 100 g del prodotto A, la seconda per indicare il valore per 100 g del prodotto B, la terza per indicare il valore in riferimento al peso complessivo dell’unità di vendita/consumo. È corretta? La casistica in questione non trova istruzioni dirette e specifiche nel Reg. Ue n. 1169/2011, né ci risulta essere stata oggetto di approfondimenti o chiarimenti da parte delle autorità europee. Varie sono le alternative possibili o praticate sul mercato (sussistono anche situazioni in cui per uno stesso prodotto si è optato per scelte diverse a seconda del Paese Ue di destinazione). In commercio si rinvengono anche prodotti che riportano la tabella a tre colonne con le modalità da voi ipotizzate. Dal nostro punto di vista (ma non è detto che la soluzione trovi necessariamente concordi le autorità), dato che i prodotti A e B sono destinati e proposti per essere consumati insieme, l’informazione nutrizionale potrebbe anche essere fornita riportando i valori per 100 g in un’unica colonna, con i 100 g calcolati in proporzione delle quantità dei due componenti (A e B) così come presenti nell’unità di vendita/consumo (nel vostro caso 50% e 50%) e specificando in cima alla colonna la composizione dei 100 g (magari anche attraverso un asterisco

che rimandi a una nota posta alla base della tabella) con una dicitura del tipo “per 100 g (50 g di prodotto A + 50 g di prodotto B)”. In questo caso, la dicitura migliore da apporre in cima alla colonna riferita al peso complessivo dell’unità di vendita/ consumo (ossia la terza colonna da voi ipotizzata) potrebbe essere “per unità di consumo da Xg (Yg di prodotto A + Yg di prodotto B)”, indicando altresì (per quanto possa apparire superfluo) che l’imballaggio contiene una unità di vendita. Inoltre, in via precauzionale, potrebbe essere consigliabile mantenere anche le due colonne: una riferita ai 100 g del prodotto A, l’altra ai 100 g del prodotto B. È auspicabile che le autorità di controllo, mancando chiarimenti europei, non considerino i due distinti componenti come alimenti separati e non interpretino conseguentemente la normativa nel senso che per ogni singolo componente sia necessario fornire una specifica e separata informazione espressa per 100 g e che, nel caso si voglia apporre in aggiunta l’indicazione per unità di consumo, anche questa sia separata per ciascun componente.

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