Il Mondo del Latte - Marzo 2019

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CENTINAIO: TUTTO PER IL MADE IN ITALY SINGAPORE TRAMPOLINO PER IL SUD-EST ASIATICO ACCORDI EXPORT, BENEFICI E TIMORI ORGANO UFFICIALE DI

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2019 Chr. Hansen l’azienda più sostenibile al mondo

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IL MONDO DEL

LATTE

SOMMARIO

EDITORIALE

ATTUALITÀ PAG. 8 PAG. 12 PAG. 15 PAG. 18 PAG. 21 PAG. 30

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Amarcord Eda, accordi commerciali:il futuro è bilaterale Fil/Idf, è necessario fare di più per ridurre i gas serra Ue, ultime mosse elettorali prima del rompete le righe News Libri

OPINIONI PAG. 10

Accordi export, benefici e timori di Paolo De Castro

PROTAGONISTI PAG.

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Gian Marco Centinaio: N. 3 «Tutto per tutelare il Made in Italy» Prodotti industriali sicuri e tracciabili Arla Foods, non solo burro È Chr. Hansen l’azienda più green 4 domande a Germano De Bortoli, presidente del Consorzio di tutela del Piave Dop ORGANO UFFICIALE DI

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MERCATI PAG. 55 PAG. PAG. PAG. PAG.

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Export, Singapore trampolino per il Sud-est asiatico Irlanda nel mirino Borsa prezzi Esportazioni italiane di latte Dop, produzione giù ma cresce l’export

NORMATIVE PAG. 69 PAG. 72

Sapore in cerca d’autore L’esperto risponde

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987

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a Corte di Cassazione ha confermato nel febbraio scorso il licenziamento di una lavoratrice sorpresa a usare facebook durante l’orario di ufficio. Stando ai dati presentati dal datore di lavoro, in 18 mesi la signora, segretaria in uno studio medico, durante l’orario di lavoro (peraltro part time), avrebbe effettuato dal computer dell’ufficio circa 4.500 accessi. In soldoni: una decina di sbirciatine al giorno sul social più diffuso del mondo. E stando alla sentenza neanche “toccate e fuga”, dato che i giudici parlano di durate talora significative. I giornali ricordano che non è la prima volta che l’uso errato dei social network provoca licenziamenti, ma è di certo il primo caso in cui l’allontanamento non dipende da un utilizzo ottuso dello strumento: altre volte, infatti, il dipendente licenziato aveva pensato bene di pubblicare insulti rivolti ai propri capi e colleghi, diffamandoli. Vi confessiamo che, in un certo senso, la notizia ci ha fatto piacere. Non perché siamo contenti del licenziamento di una signora che dovrà trovare un altro modo per sbarcare il lunario, peraltro con un curriculum rovinato dalla sentenza. Né perché abbiamo qualcosa contro i social network che ormai sono entrati nelle nostre vite (solo Facebook conta 2,2 miliardi di iscritti: il 30% della popolazione mondiale!) e sono uno strumento di comunicazione globale davvero unico. Permettono di comunicare le proprie idee, i propri gusti, le proprie passioni, i propri problemi. Hanno in parte sostituito il telefono, permettendo di parlare alle persone lontane in modo assolutamente economico. Consentono di essere informati su quello che accade nel mondo. La nostra soddisfazione dipende da tutt’altro. Da tempo ci interrogavamo sulla quantità di tempo che decine di migliaia di persone – non parliamo di ragazzini o di adolescenti svogliati, ma di adulti sani e vaccinati – passano a commentare qualunque notizia, notiziola o notiziona postata dalla star o dal politico di turno. Cantanti, attori, sportivi e da un po’ anche i politici, filmano, fotografano, commentano e pubblicano ogni momento della propria giornata, non solo quelli pubblici, anche quelli privati o addirittura intimi, con decine di migliaia di follower, permanentemente connessi che li leggono, a loro volta li commentano, spesso litigano. Ogni momento diventa così un’occasione per dire la propria, per attaccare chi sostiene posizioni diverse… il regno degli “hater”. Spesso discussioni infinite sul sesso degli angeli. Quel che colpisce di più è che ciò accade a qualunque ora del giorno e della notte. Anche, anzi molto spesso, durante il lavoro e a discapito di questo. E mentre questa massa di adulti parla, chiacchiera, commenta, mette like, si fotografa e rende pubblica la propria vita, gli altri lavorano e portano avanti il Paese anche per questo esercito di nullafacenti. Ben venga quindi la sentenza: campanello d’allarme per i fannulloni!

Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm

Il Vostro indirizzo verrà utilizzato anche per l’invio, da parte nostra, di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. In qualsiasi momento potrà modificare ovvero revocare tale autorizzazione inviando una email all’indirizzo privacymondodellatte@assolatte.it ai sensi del Reg. UE 679/16 e del D.Lgs. 196/03

Questa rivista è stata inviata tramite abbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. La presente pubblicazione viene inviata a seguito della sottoscrizione dell’abbonamento.

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PROTAGONISTI

«TUTTO PER TUTELARE IL MADE IN ITALY» IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE GIAN MARCO CENTINAIO INDICA LA VIA PER CREARE PIÙ VALORE LUNGO LE FILIERE E DIFENDERE LE DOP di Adriano Hribal

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uarantasette anni, pavese, una laurea in scienze politiche a indirizzo economico territoriale, Gian Marco Centinaio è alla guida del ministero delle Politiche agricole, struttura ora responsabile anche del turismo. In quota Lega, il ministro ha cominciato la propria carriera politica a livello locale, come vicesindaco e assessore nella sua città natale. Senatore dal 2013, è presidente del Gruppo Lega Nord e Autonomie al Senato. Un passato da manager, Centinaio è un uomo dinamico e convinto delle proprie idee, sempre disponibile ad approfondire i temi sul tappeto senza particolari pregiudizi. Lo abbiamo incontrato nella sede del ministero per fargli qualche domanda e conoscerlo meglio. Il settore lattiero-caseario con le sue mille sfaccettature è il primo comparto alimentare italiano. I legami con il territorio sono numerosissimi, come testimonia il segmento delle Dop, verso il quale converge più della metà del latte che esce dalle stalle italiane. Quali politiche intende promuovere per questo importante segmento? Abbiamo lanciato l’idea di un tavolo di filiera sul latte e sui prodotti derivati. L’obiettivo è quello di mettere attorno a un tavolo tutti coloro che si occupano di questo settore, a cominciare dagli allevatori fino alla grande distribuzione organizzata e, perché no, anche le associazioni dei consumatori,

per cercare di lavorare insieme e soprattutto per permettere a tutti i protagonisti del settore di avere un prezzo finale equo, che permetta loro di fare impresa. Se si parla di Dop non si può dimenticare il problema delle imitazioni e dell’Italian sounding, che affligge un

po’ tutta la nostra grande tradizione alimentare. Purtroppo in molti Paesi le imitazioni circolano in modo legittimo e non è possibile intervenire per vie legali. Cosa proponete per contrastare questo drammatico fenomeno che

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confonde i consumatori, con danni enormi per le imprese italiane? In uno scenario internazionale in continua evoluzione, funzionale alla tutela dell'identità del cibo italiano e delle indicazioni geografiche, è necessario un adeguato sistema di controlli qualitativi e sanitari. Tra le nostre azioni è prioritaria la lotta all’Italian sounding lesivo dei diritti dei consumatori, ma anche degli interessi economici dell'intera filiera agroalimentare che mette a rischio la lealtà degli scambi commerciali. Insieme al nostro Ispettorato Centrale Repressione Frodi stiamo lavorando per fare accordi internazionali. Pensiamo a quello fatto con il Consorzio della Valpolicella, a quello rinnovato con e-bay lo scorso novembre e con Alibaba proprio in merito alla difesa dei nostri prodotti. Mercato unico vuol dire anche regole comuni. Ci riferiamo alle norme sull’etichettatura di origine degli ingredienti introdotte dal precedente governo su molti prodotti alimentari. Fin dal primo momento, la nostra posizione è stata chiara: siamo a favore di queste indicazioni se valgono per tutti, in tutti i Paesi europei. Così non è, e la fuga in avanti di alcuni Stati, tra cui il nostro, rende molto difficile il dibattito europeo. Senza dimenticare che tra qualche mese entrerà in vigore una normativa che farà decadere le norme nazionali. Non sarebbe il caso di far ripartire il dialogo europeo e trovare lì la quadra di un sistema molto complesso? Siamo sicuramente favorevoli al mercato unico e ai liberi scambi commerciali tra Paesi. Il nostro obiettivo rimane quello di non deludere le aspettative dei cittadini e dei consumatori europei in termini di sicurezza alimentare, qualità delle produzioni, trasparenza delle informazioni, nonché tutela

dell’ambiente e del clima. In tal senso è necessario sviluppare un dialogo con l’Europa, per intervenire su obiettivi di breve e lungo periodo. Innanzitutto rivedere la regolamentazione in materia di etichettatura, ad esempio includendo latte e prodotti derivati, pasta, riso, pomodori e lavorati a base di carni nell’elenco dei prodotti alimentari per i quali è obbligatoria l’indicazione dell’origine della materia prima utilizzata. Sul lungo periodo si ritiene fondamentale difendere l’approccio normativo italiano per aumentare la trasparenza dell’etichettatura a favore di tutti i cittadini italiani ed europei, mettendo le imprese sullo stesso livello di competizione. A tale proposito non va dimenticato che ci sono altri sette Paesi che stanno sperimentando come l’Italia tale obbligo in alcune filiere, in particolare latte e carne. La lista di questi Stati membri comprende Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Lituania, Romania, Finlandia. A questi si aggiunge l’Austria, che nel gennaio scorso alla Green week di Berlino ha presentato un progetto di legge in questo senso, invitando il Mipaaft a presentare il modello italiano e dichiarando di voler seguire questo approccio. I consumi di latte alimentare sono in costante calo. Le ragioni sono molte, ma certamente incide il dilagare delle fake news su questo prezioso alimento. Cosa possono fare istituzioni e imprese per smontare le falsità che circolano sul latte e per far riavvicinare a questo eccezionale prodotto coloro che se ne sono allontanati e per evitare nuove fughe di consumatori, che nel lungo periodo potrebbero avere effetti negativi sulla salute generale della popolazione? Le fake news possono

danneggiare la salute dei cittadini che finiscono con il rinunciare ad alimenti di grande valore nutrizionale o a sostituirli con altri prodotti. Questo problema riguarda non solo il latte, ma anche altri settori agricoli e zootecnici. La promozione è uno strumento fondamentale e le campagne di informazione devono iniziare dalle scuole con una correlata azione di penetrazione presso le famiglie. Le fake news si combattono attraverso siti web e una strategia di comunicazione che giornalmente insiste e diffonde informazioni sui temi della corretta alimentazione. Il ministero è impegnato da anni su questo fronte. Per citare un esempio: tutti riconoscono al latte proprietà salutistiche eccellenti, ma lo si ritiene un alimento da valorizzare solo nella fase di crescita. Occorre sfatare questa concezione e ribadire che invece è ottimale per combattere alcune malattie tipiche della terza età. La fine del regime delle quote latte è stata seguita da due anni davvero complicati, con un brusco calo dei prezzi, causato anche da una forte disponibilità di materia prima nazionale e dal blocco delle esportazioni europee verso la Russia. Da alcuni mesi il mondo del latte sembra aver trovato un nuovo equilibrio. La volatilità resta però una peculiarità del nostro comparto. Le aziende hanno bisogno di maggiore stabilità per programmare le proprie produzioni. Cosa si può fare a livello nazionale e comunitario per raggiungere questo obiettivo? Il sistema Italia ha un grande vantaggio: oltre il 55% del latte viene utilizzato per i formaggi che sono essenzialmente di qualità e certificati. L’Italia è stato il primo Paese a puntare su un latte fresco di qualità certificato, con una normativa molto stringente. In questo la stabilizzazione del reddito

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passa per la ricerca di un giusto equilibrio tra il prezzo del prodotto al consumatore e quello pagato al produttore. Un ruolo di mediazione rilevante spetta alle organizzazioni di produttori alle quali la recente normativa, sia nazionale sia europea, ha riconosciuto la funzione di soggetto idoneo alla contrattualizzazione su scala nazionale. In materia di formaggi non può mancare una domanda sull’export. La maggior parte del nostro mercato è dentro le mura dell’Unione europea, ma i mercati extracomunitari acquistano sempre maggior importanza. Di qui la nostra posizione sugli accordi internazionali che l’Ue sta siglando e che fissano alcune regole di base dove oggi non ci sono. Giappone, Canada, Cina, Mercosur sono tutte destinazioni promettenti che avranno benefici dall’abbattimento dei dazi e da alcune regole comuni. Qual è l’impegno del suo ministero su questo delicato argomento? C’è una grande attenzione nei confronti degli accordi internazionali che la

Commissione europea sta negoziando affinché le esigenze del comparto siano pienamente rappresentate e i consumatori tutelati. Recentemente sono stato in Cina dove sono stati siglati due importanti accordi che permetteranno l’esportazione di nocciole ed erbe mediche. Un altro importante accordo siglato è il nuovo protocollo sugli agrumi. Sulla politica commerciale il nostro impegno è costante. Gli accordi di libero scambio rappresentano una priorità per il nostro export perché rendono produttivi gli investimenti promozionali e favoriscono un’importante azione di tutela delle denominazioni di origine e dei prodotti made in Italy in contrasto con i diffusi e conosciuti fenomeni di Italian sounding. Aver raggruppato alimentazione e turismo in un unico dicastero potrebbe aiutare a sviluppare il turismo enogastronomico, fenomeno in forte crescita, che porta nel nostro Paese un sempre maggior numero di persone da tutto il mondo. Cultura, paesaggio, cibo e vino. Come creare una rete

capillare per l’accoglienza che porti nuova linfa al turismo nel nostro Paese? Il cibo è il motivo che spinge un turista su due a viaggiare in Italia. Vendere un prodotto Dop significa incorniciarlo in una storia, renderlo un'esperienza, dargli un valore aggiunto partendo dai valori che lo rendono tale. L'abbinamento tra agricoltura e turismo è strategico. Stiamo cercando di migliorare i punti di debolezza puntando sulla qualità e sulla regolamentazione. Siamo la quinta potenza turistica nel mondo, con i prodotti enogastronomici più copiati; aver raggruppato questi due settori in un unico dicastero rappresenta un passo in avanti verso il cambiamento necessario, non solo attraverso la promozione all'estero, ma anche con la programmazione, gli aiuti mirati alle imprese, la lotta serrata all'abusivismo e il lavoro in sinergia con gli altri ministri. Le parole chiave sono programmazione e lavoro di squadra. Senza questo tipo di approccio non possiamo pensare a nessuna crescita per il turismo enogastronomico.

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Amarcord: QUANDO COL LATTE SI FACEVANO VESTITI NEL 1937 FILIPPO TOMMASO MARINETTI DEDICÒ UN POEMA AL “LANITAL”, INNOVATIVA FIBRA TESSILE REALIZZATA A PARTIRE DALLA CASEINA

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voi forze liquide comprendo la vostra ansia non immalinconitevi otterrete certo il prodigio ecco allineati i filtri di bambagia di cotone e tu latte magro coàgulati e per questo caccia via a destra e a sinistra questi eserciti di calorie pensa bevi la grande idea essenziale dare al nastro di caseina una consistenza tale che si possa tagliare umido / Tutti a ridere di gioia partecipando all’ebrezza di un filo di caseina barcolla per la sganasciante ilarità nel mutarsi in nastro poi strilla sono un latte che ritorna beatamente alla sua pura mammella bobina bobina mia mia mia / T’impongo o sacro latte di stringere le maglie d’una viscosità re-si-sten-te». I versi sono tratti da “Il poema del vestito di latte” di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato nel 1937, per pubblicizzare il prodotto “Lanital” (Lana Italiana), un filato dalla consistenza simile alla lana, realizzato dalla Snia Viscosa a partire dalla caseina del latte. Un’ironica, retorica e originale poesia industriale del latte che si trasforma in fibra tessile. «Servilità belante e odorosa dei grani che maturati sognano le grazie tue o Latte / Arrenditi non rimandare lo spasimo t’invochiamo sei il bellissimo nastro dei nastri resistente veloce panorama tattile dei più celestiali pascoli alpini ti chiamerò Cielo-manuale Muscolodelvento Strizzamipure Tessutomaterno ma tu sciorina in giro vestiti d’inventata carnalità inguainami di serena bontà».

Se il testo fu affidato a Marinetti, l’impaginazione e la grafica del volume furono opera del grande Bruno Munari, che attraverso l’uso di illustrazioni e di collage fotografici e l’inserimento di pagine di cellophane applicò l’originalità e lo sperimentalismo propri del futurismo, il movimento artistico e culturale di cui proprio Marinetti fu fondatore. La genesi del Lanital e la sua industrializzazione vanno ricercate nella scoperta di un imprenditore e chimico italiano, Antonio Ferretti, che ne brevettò il procedimento

(1935) dopo aver superato i problemi dei precedenti tentativi di lavorare la caseina grezza per ricavarne una fibra morbida e chiara. La nascita del Lanital e la sua campagna di promozione con “Il poema del vestito di latte” furono la risposta autarchica del Regime alle sanzioni economiche imposte all’Italia per la guerra d’Etiopia nel 1935. Il tassello di un più ampio quadro di politiche autarchiche che puntavano all’indipendenza dell’Italia dal mercato internazionale.

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OPINIONE

ACCORDI EXPORT BENEFICI E TIMORI C

di 20mila tonnellate on l’accordo commerciale all’entrata, quantitativo con il Giappone, entrato in che crescerà fino a vigore a febbraio, l’Ue ha 31mila tonnellate. Cadono perfezionato un trattato parzialmente le barriere anche guardando soprattutto agli per latte in polvere, burro e interessi dell’agroalimentare. siero di latte. Al di là dei dubbi che persistono su alcune specifiche Se il settore agroalimentare europeo in generale ha soluzioni di compromesso salutato positivamente adottate su alcune Dop, il l’accordo con il Giappone, partenariato con il Paese del guarda con preoccupazione Sol Levante, un mercato da ai colloqui per un accordo tra 100 milioni di consumatori Unione europea con redditi proe Mercosur, che capite tra i più alti riprenderanno a del mondo, apre L’UE Buenos Aires molte opportunità CONTINUA A a metà mese per le esportazioni TESSERE LA (11-15 marzo). italiane. TELA DELLE I Paesi del Mercosur Sui prodotti sono delle potenze lattiero-caseari, RELAZIONI agroalimentari, l’accordo prevede l’apertura dei loro l’azzeramento mercati può portare progressivo dei dei vantaggi ad alcuni comparti dazi sui formaggi a pasta dura e alla lotta alla contraffazione. (Parmigiano, Grana Padano, La trattativa si presenta Gouda, Cheddar), che oggi difficile e si protrae ormai da pagano il 29,8% di dazio. 20 anni, tra interruzioni più o Per i formaggi a pasta molle meno lunghe. Quello di marzo (come mozzarella, feta, sarà il primo round di negoziati Camembert), l’intesa prevede con la nuova amministrazione un contingente a dazio zero

di Paolo De Castro, parlamentare europeo brasiliana, guidata da Jair Bolsonaro. Mentre l’Argentina detiene attualmente la presidenza a rotazione del blocco commerciale latinoamericano, tutta l’attenzione è sui brasiliani.

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Bolsonaro ha vinto le elezioni con un programma fatto di un mix di liberismo in economia e autoritarismo in politica interna, con trasferimento al ministero dell’Agricoltura delle prerogative che dai primi anni Duemila in poi hanno salvato l’Amazzonia dal disboscamento, per non parlare delle ipotesi di uscita dall’accordo di Parigi sul clima. Posizioni, queste ultime, che hanno fatto dire al presidente della Repubblica francese Emanuel Macron, non contrario all’accordo in via di principio, che l’Ue dovrebbe smettere di allacciare relazioni commerciali con chi sabota le politiche ambientali. Macron recupera in questo modo il rapporto con gli agricoltori francesi e, in generale, con il mondo agricolo europeo, che da sempre si oppone all’accordo con i Paesi sudamericani. Ma i colloqui continuano. D’altro canto, la strategia di espansione Ue della ragnatela di accordi commerciali non solo non cambia, ma potrebbe anzi subire un’accelerazione in virtù della crisi di identità americana, con Donald Trump che, dopo strappi più o meno eclatanti e pubblicizzati, sta adottando strategie che sembrano più prudenti in fatto di commercio internazionale. All’Ue al momento interessa

Jair Messias Bolsonaro, presidente del Brasile

tenere buono Trump con un degli alimenti. E durava negoziato con Washington così da mesi. Sempre in sulle tariffe industriali e ragione del vuoto creato da guarda al Sud-America scelte di politica (senza dimenticare commerciale un buon accordo americane che con il Messico NEGOZIATI hanno escluso i in fase di esame produttori stelle APERTI CON legale), con la e strisce dalle AUSTRALIA consapevolezza che opportunità E NUOVA potrebbe volerci dei mercati ZELANDA ancora del tempo. dell’Estremo Quando i negoziati Oriente, l’Ue si erano interrotti vuole espandere per la campagna elettorale il suo network di relazioni in Brasile, l’Ue accusava commerciali soprattutto esplicitamente i Paesi del verso le aree economicamente Mercosur di non fare le più dinamiche dell’Asia e necessarie concessioni, dell’Oceania. tra l’altro, sui prodotti Chiusi gli accordi con lattiero-caseari europei e Singapore e Vietnam, i sulla lotta alla contraffazione rapporti commerciali con altre economie a forte crescita, come Thailandia, Malesia, Filippine e Indonesia (incontro tra negoziatori fissato a Bruxelles l’11 marzo), sono in via di definizione, ma appaiono condizionati anche dalla situazione dei diritti umani e della democrazia in quei Paesi. Negoziati sono aperti anche con Australia e Nuova Zelanda e, nel Mediterraneo, con Tunisia e Marocco. I primi sono fonte di preoccupazione per la potenza di export nel settore delle carni, dei vini e Emmanuel Macron, del lattiero-caseario, i secondi presidente della per le possibili aperture Ue su olio d’oliva e ortofrutta. Repubblica francese

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ACCORDI COMMERCIALI: IL FUTURO È BILATERALE di Katia Bellantone

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ome ogni anno, anche il 2019 ha ospitato l’Eda trade day, una giornata di incontri che l’associazione europea dei lattiero-caseari ha interamente dedicato agli accordi commerciali internazionali. Molti gli ospiti di rilievo. Jean Luc Demarty, direttore generale Trade della Commissione europea - uomo di grande cultura agricola, visto il precedente incarico in Dg Agri - ha confermato la centralità del settore caseario negli accordi internazionali. Se l’agricoltura è, di fatto, uno dei settori più sensibili, su cui l’Ue gioca spesso in difensiva, il settore dei formaggi, invece, non ha nulla da temere e in tutti gli accordi l’Ue ha approcci offensivi. La riduzione dei dazi non deve spaventare, tutt’altro, perché apre nuove prospettive di mercato nei Paesi terzi per le aziende europee. Secondo Demarty il futuro degli accordi è nell’approccio bilaterale: è finito – e anche fallito – il tempo del multilateralismo. Solo una Ue forte e unita può ottenere clausole di accesso al mercato veramente convenienti per la nostra industria. Agata Galinska, vice capo unità della Dg Agri che rappresenta l’Ue al Wto, si è concentrata sulle difficoltà della riforma in corso a Ginevra. Su organi di controllo e trasparenza, Cina e Stati Uniti hanno interrotto i negoziati e bloccato la discussione. Sotto accusa le politiche interne di aiuto ai settori agricoli, tra lui la Pac. Discussione più che pericolosa.

È stato poi il turno dei giapponesi. Hirofumi Uchida, consigliere agricolo presso la rappresentanza nipponica a Bruxelles, ha presentato il sistema giapponese di gestione delle quote di importazione di formaggi. Un sistema che – l’accordo è entrato in vigore da pochi giorni ed è presto per fare valutazioni – a suo avviso è trasparente e senza punti d’ombra, a differenza di quello del Canada, di cui ha parlato in modo approfondito il capo unità della Dg Agri responsabile per le Americhe, Jean Marc Trarieux. Su questo argomento Assolatte ha investito molte energie ed è grazie all’allarme lanciato dall’Associazione che la Commissione ha fatto della modifica del sistema di attribuzione delle Trq del Ceta un obiettivo prioritario. È stata la Brexit l’ultimo tema affrontato all’Eda trade day con Thomas Parry Jones, consigliere per l’Agricoltura della rappresentanza UK presso le istituzioni europee. Sulla situazione britannica ci sono ancora poche certezze (forse nessuna) e molta confusione. È chiara l’intenzione di restare nel mercato unico, è grande il timore che il Regno Unito diventi un varco per i prodotti neozelandesi in Europa. L’ultima parte della riunione è stata dedicata a un confronto interno tra le aziende europee. A distinguere questa edizione dalle precedenti l’approccio del dibattito. Se gli anni passati erano le associazioni ad ascoltare cosa avevano da dire gli ospiti, quest’anno la platea è stata attiva e ha potuto interloquire con i relatori. L’obiettivo di tutti era conoscere l’esperienza concreta dell’applicazione degli accordi internazionali. C’è un certo entusiasmo per le opportunità che l’apertura di nuovi mercati creanp al mondo industriale. Nonostante la temibilità di alcuni concorrenti, la già citata Nuova Zelanda, ma anche l’Australia e l’India, la qualità dei prodotti europei ci garantisce una posizione di leader nei mercati mondiali.

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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.

Nutriamo insieme l’oggi e il domani


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È NECESSARIO FARE DI PIÙ PER RIDURRE I GAS SERRA di Chiara Fabrizi

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l cambiamento climatico, l’inesorabile crescita della popolazione mondiale, la povertà, il degrado ambientale e l’insicurezza alimentare sono eventi e condizioni strettamente correlati che, nella loro totalità e complessità, rappresentano la sfida del XXI secolo. L’impatto dei cambiamenti climatici, in particolare, se non mitigato in qualche modo, potrà avere effetti e conseguenze molto gravi sulla popolazione e sul pianeta. Il tema è serio e la Fil/Idf ha posto la sostenibilità tra gli elementi centrali della sua strategia di lavoro, così da fornire strumenti di sostegno per il settore lattiero-caseario mondiale nei suoi sforzi per uno sviluppo sostenibile. Infatti, il settore è impegnato a migliorare continuamente la propria capacità di assicurare prodotti sicuri e nutrienti provenienti da animali sani, preservando al contempo le risorse naturali e garantendo mezzi di sussistenza adeguati. Il punto sul ruolo del settore lattiero-caseario sui cambiamenti climatici lo ha fatto la Fao nel recente rapporto “Climate Change and the Global Dairy Cattle Sector - The role of the dairy sector in a low-carbon future”. Lo studio calcola le emissioni di gas serra (GHG) dal settore lattiero-caseario nell’arco di dieci anni (periodo 20052015), mette in evidenza i progressi compiuti e fornisce indicazioni su aree in cui è necessario prendere in considerazione azioni future.

Quanto riconosciuto dall’indagine Fao è che il settore lattiero-caseario mondiale è estremamente diversificato in termini di dimensioni, sistemi di produzione e territorio. I produttori e i trasformatori di latte in tutto il mondo lavorano per produrre alimenti altamente nutrienti in modo sostenibile e responsabile per soddisfare le esigenze della crescente popolazione mondiale. “I latticini sono una ricca fonte di nutrienti essenziali che contribuiscono a una dieta sana e nutriente – si legge nella relazione – con la domanda mondiale di proteine di origine animale di alta qualità in aumento. Il settore lattiero-caseario è in buona posizione per contribuire alla sicurezza alimentare globale e alla riduzione della povertà attraverso l’offerta di prodotti caseari. È dunque essenziale che la crescita sia sostenibile in termini di ambiente, sanità e benessere degli animali e, in termini di sviluppo, riduzione della povertà e progresso sociale”. LA RACCOMANDAZIONE DELLA FAO A tale preambolo, anche in considerazione del fatto che tutti i settori e le parti interessate devono intraprendere azioni immediate sul cambiamento climatico, la relazione Fao fa seguire una raccomandazione per il nostro settore affinché contribuisca efficacemente allo sforzo globale per evitare pericolosi cambiamenti

climatici, diventi più resiliente e si prepari ad adattarsi a un clima in cambiamento. Per limitare l’aumento della temperatura il settore deve ridurre le emissioni di gas serra (GHG) e lavorare verso un futuro a basse emissioni di carbonio. Direzione che gli operatori

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ATTUALITÀ _FIL/IDF LO SVILUPPO DELL’ALLEVAMENTO DI BOVINI DA LATTE NEL PERIODO 2005-2015 IL

76% DELLE MANDRIE DI BOVINI DA LATTE È

NELL’ ASIA DELL’EST E DEL SUD, NELL’AFRICA SUB SAHARIANA, NEL CENTRO E NEL SUD AMERICA

ASIA ORIENTALE

LE REGIONI LATTIERO-CASEARIE A PIÙ RAPIDA

IN EUROPA OCCIDENTALE E NEL NORD AMERICA

CRESCITA (PER PRODUZIONE DI LATTE) NEL

LA CRESCITA DELLA PRODUZIONE

DECENNIO 2005-2015 SONO STATE:

CENTRO E SUD AMERICA

NORD AMERICA

OVEST ASIA-NORD AFRICA

del settore sono pienamente consapevoli di dover seguire e per la quale molto è stato fatto. ALLEVAMENTI PIÙ EFFICIENTI Tra il 2005 e il 2015 le emissioni di gas serra del settore sono aumentate del 18%, molto meno della crescita mondiale di latte (+30%) dovuta all’aumento della domanda dei consumatori. Una crescita che può essere attribuita all’aumento della resa per vacca, all’aumento del numero di animali o ad entrambe le possibilità. Mentre a livello mondiale le mandrie sono aumentate dell’11%, nello stesso lasso di tempo la resa della produzione lattiera è aumentata del 15%. In genere a un aumento di efficienza è associato un livello più elevato di emissioni assolute (salvo che vi sia un calo del numero di animali). Quello che sottolinea la Fao è che in mancanza di miglioramenti di efficienza, le emissioni totali di gas serra prodotte dal settore per fornire la stessa quantità di prodotto sarebbero state addirittura del 38% in più. Quindi, a fronte di un aumento assoluto delle emissioni, gli allevamenti

È STATA DELL’

(4,5%) ASIA DEL SUD (4,0%) AFRICA SUB SAHARIANA (3,6%)

1,5%

OVEST ASIA-NORD AFRICA

ASIA DEL SUD

AFRICA SUB SAHARIANA

EUROPA OCCIDENTALE

lattieri sono diventati più efficienti, garantendo una riduzione dell’intensità delle emissioni di GHG per chilogrammo di latte grazie a una migliore produttività e a una migliore gestione aziendale. Riduzioni che – seppur con intensità differenti – sono state registrate in tutte le regioni del mondo. ALZARE L’ASTICELLA Il settore lattiero-caseario – riconosce il rapporto – fa già parte della soluzione per limitare i cambiamenti climatici, ma è urgente accelerare e

intensificarne la risposta per evitare di raggiungere condizioni climatiche di non ritorno. Per raggiungere riduzioni nette sostanziali sia dell’intensità delle emissioni (quelle cioè per produrre un chilogrammo di latte), sia delle emissioni assolute di gas serra prodotte dal settore lattiero-caseario, la Fao indica gli interventi su cui concentrare gli sforzi: il miglioramento dell’efficienza, la cattura e il sequestro del carbonio e un miglior collegamento tra la produzione lattiero-casearia e la bioeconomia circolare.

ISCRIZIONI APERTE PER L’IDF/ISO ANALYTICAL WEEK SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER PARTECIPARE ALL’IDF/ISO ANALYTICAL WEEK 2019. L’EVENTO SI TERRÀ DAL 21 AL 25 GIUGNO PROSSIMI A PRAGA, IN REPUBBLICA CECA, IN COLLEGAMENTO CON L’ICAR CONFERENCE 2019, PRESSO IL PRAGUE CONGRESS CENTRE. IL PROGRAMMA PRELIMINARE DELL’EVENTO IDF/ISO – DEDICATO AGLI ESPERTI DELLE DUE ORGANIZZAZIONI – PREVEDE 11 SESSIONI TECNICHE E DUE TOUR TECNICI. CHI SI ISCRIVERÀ PRIMA DEL 31 MARZO POTRÀ USUFRUIRE DELL’EARLY BIRD FEE. MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA SEDE CONGRESSUALE, IL PROGRAMMA AGGIORNATO E LE MODALITÀ DI ISCRIZIONE SONO DISPONIBILI ALL’INDIRIZZO HTTPS://WWW.ICAR2019.CZ/

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ATTUALITÀ_UE

ULTIME MOSSE ELETTORALI PRIMA DEL ROMPETE LE RIGHE di Katia Bellantone

M

ancano poche settimane alle elezioni europee e si riducono per gli eurodeputati le occasioni per approvare testi, norme, relazioni (anche solo dal valore squisitamente politico) da inserire nei bilanci di fine mandato. Ancora qualche giorno e saremo tutti invasi da opuscoli e infografiche sul lavoro svolto dai nostri rappresentanti al Parlamento europeo. Gli eurodeputati puntano sui consumatori. Oltre agli intramontabili diritti civili e politici. I politici europei di tutti gli Stati membri e tutti i gruppi politici sembrano convenire sul fatto che sia importante parlare al cittadino-consumatore. Non è un caso che i deputati abbiano concentrato gli sforzi su temi molto sensibili per l’opinione pubblica: gli standard per i consumatori europei e il delicato capitolo dei pesticidi. La Commissione per la protezione dei consumatori (Imco) del Parlamento europeo ha approvato la relazione per una “Migliore applicazione e aggiornamento delle norme europee per la protezione dei consumatori”, un primo passo del “New Deal per i consumatori” lanciato dalla Commissione europea. Maggiore protezione quando si compra online, introduzione degli indennizzi collettivi in tutti i Paesi, sanzioni più forti e contrasto al doppio standard qualitativo dei prodotti. Quest’ultimo aspetto ha riguardato molto da vicino alcune aziende, accusate di utilizzare ricette diverse, con livelli qualitativi differenti, sulla base dei mercati di destinazione del prodotto. Le aziende hanno sostenuto la legittimità delle proprie strategie industriali diversificate: le ricette sono adattate ai gusti e alle abitudini dei consumatori di questo o di quel determinato Paese. La qualità non c’entra! Standardizzare le norme è importante.

Farlo con i gusti delle persone sembra eccessivo. Poi c’è il tema pesticidi, dove il protagonista indiscusso è il glifosato, talmente importante da aver portato il Parlamento europeo a creare una Commissione ad hoc il cui mandato finisce in questa legislatura e che ha elaborato la sua relazione finale. Gli eurodeputati chiedono accesso del pubblico agli studi utilizzati nell’ambito della procedura di autorizzazione della sostanza. La trasparenza è fondamentale per la sicurezza del cibo in tutte le fasi della catena alimentare. Le regole proposte mirano a migliorare l’accesso agli studi utilizzati dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare per ciò che riguarda la valutazione dei rischi della produzione del cibo, per assicurare affidabilità, oggettività e indipendenza delle ricerche. L’europarlamento chiede un registro comune europeo per gli studi, così che l’Agenzia possa controllare che le aziende non nascondano studi contrari ai propri interessi. Iniziative pregevoli, a volte necessarie, sicuramente utili. Che rischiano, però, di alimentare il clima di sospetto nei confronti dell’industria, troppo spesso messa ingiustamente sul banco degli imputati.

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Da sempre

facciamo quello che le macchine

non sanno fare.


EN

O M I N AZ I

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ATTUALITÀ_NEWS INNOVAWHEYFOOD FA RICERCA SUL SIERO DI LATTE Messa in rete di tre caseifici e valutazione delle caratteristiche chimiche e igienico-sanitarie del siero di latte ottenuto nei loro stabilimenti. È partito così il progetto Innovawheyfood, finalizzato a raggiungere la completa caratterizzazione del siero in relazione alla tipologia di formaggio prodotto e alle diverse stagioni di campionamento, in modo da permetterne un miglior utilizzo come ingrediente per nuovi prodotti. Questo progetto di ricerca per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, a cui hanno partecipato Latteria di Soligo, Latteria Sant’Andrea, Agricansiglio e Dipartimento Dafnae dell’Università degli Studi di Padova, ha avuto il merito di porre l’attenzione su un prodotto dell’industria lattiero-casearia, il siero, fino a qualche anno fa considerato sottoprodotto e oggi diventato materia prima da valorizzare. I primi obiettivi di Innovawheyfood sono stati lo studio e la valorizzazione del siero, con specifica attenzione alla caratterizzazione delle sue peculiarità qualitative e microbiologiche attraverso l’uso di metodologie innovative (Mid-Infrared spectroscopy e Metagenomica). Obiettivi successivi

CAO FORMAGGI PUNTA SULLA MOBILITÀ ELETTRICA A Oristano, all’esterno dallo stabilimento di Cao Formaggi, è stata installata una struttura di ricarica pubblica per veicoli elettrici. L’impianto, alimentato con energia pulita proveniente dall’impianto fotovoltaico del caseificio, è configurato per caricare le auto in corrente alternata, con due prese tipo II da 22 kW, ed è in funzione 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Lo si attiva tramite cellulare per mezzo dell’app Nextcharge o tramite accesso Rfid. L’applicazione è la più scaricata in Italia per questo servizio ed è quella che fornisce il più ampio network nazionale di ricarica grazie al roaming. Quest’innovazione introdotta da Cao Formaggi conferma la partecipazione attiva da parte dell’azienda casearia nell’implementazione della mobilità sostenibile e dimostra ancora una volta l’attenzione all’ambiente che l’azienda ha dimostrato sin dall’inizio della sua attività.

sono stati l’individuazione e lo sviluppo di nuovi prodotti (come bevande, latticini e formaggi), realizzato utilizzando alcune componenti funzionali del siero. “Il crescente interesse dei consumatori per cibi con meno grassi e più proteine, unito al nostro impegno nella riduzione degli sprechi nella filiera produttiva e nella ricerca di alimenti buoni e sani, ci ha convinti della necessità di effettuare uno studio specifico sul siero di latte – spiega Lorenzo Brugnera, presidente di Latteria di Soligo – Infatti, per le sue qualità, il siero può rappresentare una grande risorsa in ambito alimentare. I risultati del progetto ci hanno dato ragione, riconoscendo il valore di quest’alimento e dimostrando come rappresenti un ingrediente particolarmente adatto alle diete dove sono necessari buoni apporti di proteine abbinati a bassi valori di grassi e calorie, come ad esempio nei regimi alimentari degli sportivi”. Durante la sperimentazione sono stati progettati nuovi prodotti lattiero-caseari arricchiti con alcune componenti funzionali del siero: bevande e formaggi spalmabili arricchiti di sieroproteine e un dessert a base di latte ottenuto con l’aggiunta di siero fresco.

DA PREALPI IL BURRO BIO Prealpi ha lanciato il “Burro Bio” in formato da 100 g, ottenuto da latte proveniente da allevamenti gestiti secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Tutta la catena produttiva rispetta i criteri di sostenibilità e tutela l’ambiente che circonda gli allevamenti e gli stabilimenti. Il burro bio Prealpi è adatto a tutte le preparazioni in cucina o semplicemente spalmato sul pane.

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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS 10-11 APRILE 2019: APPUNTAMENTO AL CIBUS CONNECT Nel solco dei grandi appuntamenti che sono espressione del Made in Italy, anche Cibus avrà una cadenza annuale. Cibus Connect si terrà mercoledì 10 e giovedì 11 aprile 2019, organizzato da Fiere di Parma con Federalimentare e in collaborazione con Ice Agenzia. Forte del successo di Cibus Connect 2017, la seconda edizione della manifestazione vedrà triplicare il numero di espositori e i metri quadri espositivi, con l’apertura di un nuovo padiglione. Esporranno le maggiori aziende alimentari di tutte le categorie campioni del nostro export, a partire dai prodotti lattiero-caseari, con espositori come Ambrosi, Zanetti, Igor, Sterilgarda, Inalpi e Bonterre. Prosegue con continuità anche la relazione positiva con Slow Food, grazie alla quale sarà possibile trovare ricercati prodotti regionali e di nicchia in un’area dedicata. Sono attesi migliaia di operatori dall’Italia e l’Europa e top buyer dai Paesi d’oltremare. È il successo di una formula smart, perfettamente integrata all’offerta fieristica

internazionale degli anni dispari: due giornate di fiera rigorosamente professionali, con stand e cooking station “chiavi in mano” per esporre e degustare al meglio i prodotti, e supporto al sourcing e opportunità di business su misura dei buyer. La coincidenza di date con Vinitaly (Cibus Connect apre nella giornata di chiusura di Vinitaly) consentirà flussi sinergici di buyer tra le due fiere leader del food&beverage del Made in Italy. Tra i tanti buyer che hanno già confermato, quelli di Metro e Auchan Retailers (con compratori provenienti da diverse sedi internazionali), Cofco/Womai, Whole Foods, Delhaize, Axfood, GFI, Sok, Transgourmet, Mercator, Eroski, Sodexo, Spinneys,Lulu Group, Pizza Express, Angliss, Takashimaya, Daimaru, Hankyu, Oasis, Lotte, The Mall, Park N Shop, Heb, Sysco, Wakefern, Cencosud, Azbuka Vkusa e Globus Gourmet. Essenziale e funzionale sarà anche la convegnistica di Cibus Connect con una serie mirata di appuntamenti. Il palinsesto partirà con il convegno di inaugurazione

durante il quale Cibus e Federalimentare presenteranno uno studio di settore realizzato in collaborazione con Ismea, incentrato sui fattori critici di successo delle aziende agroalimentari del Mezzogiorno che, in questo momento, stanno performando bene a livello internazionale. Sarà una profonda analisi qualiquantitativa, con indicatori e spunti per reiterare e sviluppare la rinascita manifatturiera del Sud delI’Italia. Nel pomeriggio del 9 aprile, in collaborazione con la società di consulenza PricewaterhouseCoopers PwC, verranno analizzati i proficui rapporti che si possono instaurare tra aziende alimentari e grandi catene di distribuzione, con la testimonianza di retailer. Nel corso della seconda giornata si terrà un evento in cui top player del settore presenteranno case history dal mondo del retail e dell’industria, incentrate sui premium brand e sui premium store brand come driver di sviluppo del punto vendita. In chiusura della fiera un workshop sui casi di successo sugli scaffali dei retailer internazionali.

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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS RECORD STORICO PER LA MOZZARELLA DI BUFALA DOP Il 2018 si è chiuso con un record storico per la Mozzarella di Bufala Campana Dop: 50 milioni di kg prodotti (+5% rispetto al 2017). È la conferma di un trend di crescita ormai consolidato (+20% negli ultimi cinque anni), che la pone al quarto posto per volumi tra le Dop italiane. Il direttore del Consorzio di Tutela Pier Maria Saccani guarda al 2019 con un obiettivo ben preciso:

“Continuare a puntare sulla qualità, perché è la nostra cifra caratteristica e immediatamente riconoscibile al pubblico dei consumatori. E in questo modo far crescere il fatturato di tutto il nostro comparto”. In crescita anche i caseifici che hanno aderito al consorzio: superata quota 100. Ma per far crescere realmente il comparto, è necessario eliminare le asimmetrie

che si creano in un settore indissolubilmente legato al territorio e ai cicli della natura: “Ormai da tempo – spiega Saccani – assistiamo a un aumento del prezzo del latte di bufala, dovuto al fatto che la produzione di latte non aumenta. In un anno il prezzo è cresciuto di 15-20 centesimi al litro, e oggi costa in media 1,50 euro al litro. La mozzarella che si ricava dal latte ha invece sempre lo stesso prezzo all’ingrosso, mentre dovrebbe attestarsi sugli 80 centesimi al chilo per garantire margini di profitto adeguati che permettano ai produttori di continuare a investire sulla qualità”. Per creare valore per i produttori, il direttore Saccani pensa anche ai prezzi praticati dalla distribuzione moderna, dove confluisce il 40% della produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop.

ZANARDI ALLA 24 ORE DI DAYTONA. AMBASCIATORE VINCENTE DELL’ITALIA E DEL GRANA PADANO DOP “Grana Padano non ha certo fatto mancare il proprio incoraggiamento a un caro amico come Alex Zanardi durante la 24 ore di Daytona. Alex è un grande sportivo che, anno dopo anno, riesce sempre a stupire tutto il mondo con il suo talento sportivo e la sua determinazione. Un campione sia nello sport che nella vita, mosso da una straordinaria voglia di non arrendersi e di fissare sempre nuovi traguardi da raggiungere, cosa che fa di lui un esempio vincente tutto italiano. Il nostro Consorzio condivide appieno i valori positivi che Zanardi incarna e ha fatto il tifo per lui anche in questa nuova grande sfida internazionale”. Con queste parole Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano, ha portato il sostegno del formaggio Dop più consumato al mondo all’atleta e pilota bolognese che, all’età di 52 anni, ha partecipato alla gara endurance più prestigiosa degli Stati Uniti: la 24 ore di Daytona. Dopo una lunga gara piena di

difficoltà la BMW M8 GTE di Zanardi ha chiuso in 32esima posizione, nona nella sua categoria. Un risultato di tutto rispetto. “Alex Zanardi ha più volte ha sottolineato che, oltre ad un costante allenamento, per uno sportivo è fondamentale mangiare bene e consumare alimenti che diano al corpo il giusto apporto nutrizionale, indicando proprio il nostro formaggio quale componente irrinunciabile nella sua dieta – continua Baldrighi – . Grana Padano è vicino ad Alex, che con le sue gesta e il suo valore, prima di tutto morale, dà lustro al Paese ed è un modello positivo per le nuove generazioni”. “Alex Zanardi – aggiunge Stefano Berni, direttore Generale del Consorzio – è un grande amico di Grana Padano e con lui abbiamo condiviso fantastiche esperienze sportive, come la partecipazione alla Maratona di New York. È un nome che è sinonimo di eccellenza italiana”.

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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS FORMAGGIO DI FOSSA DOP: È BOOM È ripartito il mercato del Formaggio di Fossa Dop di Sogliano al Rubicone: il giro d’affari è arrivato a superare i 4 milioni di euro, il doppio rispetto a tre anni fa. Durante l’ultima edizione della tradizionale fiera annuale sono stati 2.500 i quintali di formaggio messi all’interno delle nove fosse originali, risalenti all’epoca malatestiana e profonde poco meno di 3 metri. Oggi queste

fosse storiche non bastano più per soddisfare le richieste di formaggio. Così, le cavità dove mettere a maturare le forme sono diventate 40 e l’infossatura non avviene più solo in agosto, come da tradizione, bensì tutto l’anno. Il ritrovato interesse per il Formaggio di Fossa Dop di Sogliano al Rubicone premia un prodotto dalla lunga e illustre storia, apprezzato già da Plauto.

IL RAGUSANO DOP ARRIVA A LONDRA Accordo commerciale tra la Coop Progetto Natura e un importante retailer britannico: 300 forme di Ragusano Dop sono pronte a sbarcare in Gran Bretagna. Ma non solo, visto che questo formaggio siciliano avrà uno spazio commerciale nella grande distribuzione anche in Belgio e in Germania. La coop Progetto Natura è il primo produttore di Ragusano a marchio, con 10mila forme certificate. Complessivamente sono 18mila le forme di Ragusano Dop prodotte nell’ultimo anno, pari a circa 270 tonnellate: 55 i soci iscritti al consorzio di tutela, 14 i piccoli produttori, 5 gli stagionatori e 23 i produttori di latte. I prezzi in Italia oscillano tra i 10 euro all’ingrosso e i 14 euro al dettaglio.

IL PARMIGIANO REGGIANO HA UN NUOVO INDICE GENETICO Il Parmigiano Reggiano ha un nuovo indice genetico nato dal dialogo tra il Consorzio e l’Anafi (Associazione Nazionale Allevatori Frisona Italiana), ed è stato definito in collaborazione con le Università degli Studi di Bologna, Parma e Padova. Questo indice vuole essere un aiuto per valutare tutti i costi e i ricavi connessi alla carriera produttiva delle bovine, con i loro fabbisogni alimentari, ai costi di trasformazione e alla resa in formaggio. La logica è quella di valorizzare le vacche e il territorio dove vengono prodotti i foraggi destinati alla loro alimentazione, fondamentali per ottenere una Dop d’eccellenza come il Parmigiano Reggiano. Tutto questo tenendo in considerazione la sostenibilità ambientale, la salvaguardia del territorio e il miglioramento delle condizioni economiche

delle aziende impegnate nella produzione. “Si tratta di una novità importante – dichiara il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli (nella foto) – per la prima volta viene utilizzato un indice genetico per la selezione dei riproduttori per fare una Dop. Questo indice rafforza il legame tra il Parmigiano Reggiano Dop e il suo territorio di origine: oltre che per la quantità e la qualità del latte prodotto, in termini di contenuto proteico e di vocazione delle proteine stesse alla produzione di formaggi a pasta dura, le bovine potranno essere selezionate per la loro capacità di metabolizzare in modo efficiente ciò che viene prodotto dal territorio della Dop. “Da disciplinare il 50% della sostanza secca deve derivare da foraggi – aggiunge Bertinelli – quelli prodotti nell’area della Dop hanno proprietà particolari e sono facilmente digeribili.

L’adozione di questo indice è quindi garanzia che nel futuro in stalla troveremo sempre di più bovine adatte alla produzione del Re dei Formaggi”.

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ATTUALITÀ _LIBRI CIBO. LA STORIA ILLUSTRATA DI TUTTO CIÒ CHE MANGIAMO

LA TUTELA DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ La tutela dei prodotti agroalimentari di qualità è uno dei temi all’ordine del giorno nel dibattito politico ed economico a livello nazionale e comunitario. Dilaga l’Italian sounding, una piaga che mina i nostri interessi commerciali e lede l’immagine del made in Italy nel mondo. Con “La Tutela dei prodotti agroalimentari di qualità in Italia e in Europa” (Editoriale Scientifica, 2018, 442 pp.), Fausto Capelli, uno dei massimi esperti europei in materia, ha raccolto una selezione di scritti che sintetizzano l’incidenza determinante che la disciplina comunitaria ha avuto sullo sviluppo della produzione agricola, nonché sulla commercializzazione dei prodotti agroalimentari nei mercati internazionali. Dopo aver ripercorso il quadro normativo comunitario, Capelli ha approfondito il tema della libera circolazione delle merci, per poi soffermarsi sulla tutela dei prodotti agroalimentari in Europa e nel mondo. L’ultima parte del libro è dedicata alla sicurezza alimentare, un aspetto garantito dai prodotti italiani al quale il consumatore riserva sempre più attenzione.

STORIA DEL MEDITERRANEO IN 20 OGGETTI Dove arriva il Mediterraneo? Sarebbe limitante dire che si arresta alle sue coste. La sua influenza, i suoi caratteri, la sua anima, come i suoi sapori e i suoi odori, si spingono oltre. C’è Mediterraneo in Scozia e nell’Inghilterra post imperiale romana. C’è Mediterraneo lungo le vie della seta. C’è Mediterraneo nei galeoni spagnoli, come su quelli olandesi e inglesi che solcano nel Cinquecento l’Atlantico e il Pacifico. C’è Mediterraneo dappertutto, appendice ultima dell’estrema grandezza e complessità del continente-mondo asiatico. Questa la tesi sostenuta da Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli in “Storia del Mediterraneo in 20 oggetti” (Laterza editore, 2018, 187 pp.). Si può raccontare la storia di questo Mediterraneo globale senza disperdersi nei mille rivoli del racconto? Lo si può fare, a partire da ciò che ha reso questo mondo globale consueto e la sua azione civilizzatrice universale e costante: bisogna partire dagli oggetti. Semplici oggetti quotidiani o curiosi – che narrano una storia millenaria, di lungo, lunghissimo periodo – consentono di scandire i tratti di questo mare che si frappone fra le civiltà, spesso legandole e mischiandole. L’elenco sarebbe infinito, ma gli autori ne hanno scelti 20.

Dalle pesche, simbolo di gioia e immortalità nella Cina antica, alla storia dell’olio d’oliva, l’oro liquido del Mediterraneo. Il volume “Cibo. La storia illustrata di tutto ciò che mangiamo” (Gribaudo editore, 2018, 360 pp.), tradotto da A. Fontebuoni, racconta gli episodi più affascinanti sulle origini, le tradizioni, la lavorazione e gli usi degli alimenti che ritroviamo ogni giorno sulle nostre tavole, dagli ingredienti più comuni a quelli più inusuali. Un’opera riccamente illustrata con dipinti, manifesti pubblicitari e fotografie, dedicata a tutti gli appassionati di enogastronomia e non solo.

VIAGGIO TRA LE CONFRATERNITE ENOGASTRONOMICHE Che l’Italia sia la patria del buon cibo e del buon vino è cosa risaputa. Ma il viaggio che Michele Leone ha voluto proporre con il suo “Viaggio tra le Confraternite Enogastronomiche d’Italia” (Edizioni Odoya, 2018, 310 pp.) è particolarmente originale, perché le sue tappe sono alla scoperta di un universo di associazioni, gruppi informali e organizzazioni di solida tradizione che, tra amore per il buon cibo e il buon vino, identità, legami col territorio e sana goliardia, contribuiscono a mantenere salde quelle radici culturali che sono parte integrante della nostra identità nazionale. Dall’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba alla Confraternita del Lampascione Salentino, dall’Accademia del tartufo del Delta del Po all’Accademia Gonzaghesca degli Scalchi, fino alla Venerabile Confraternita del Baccalà alla Vicentina e alla Confraternita degli Amici del Porcello, un patrimonio inestimabile che intreccia storia, goliardia, cultura del territorio.

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UN'INDAGINE PRESENTATA A MARCA 2019 CERTIFICA CHE LA GRANDE DISTRIBUZIONE È IL LUOGO PIÙ SICURO DOVE FARE ACQUISTI ALIMENTARI. MERITO DEGLI INVESTIMENTI DELLE INDUSTRIE PER CONTROLLARE I LORO PRODOTTI E PER FORNIRE AI CONSUMATORI IL MAGGIOR NUMERO DI INFORMAZIONI SULLA FILIERA PRODUTTIVA di Samuele Ferrigato

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l supermercato è il punto vendita più sicuro per gli acquisti alimentari, grazie ai 2 milioni e 300mila controlli effettuati ogni anno nei 26mila punti vendita italiani.

I controlli sono eseguiti da 21 enti diversi (dalle Ausl ai Nas) dipendenti da quattro ministeri (Salute, Agricoltura, Ambiente, Economia) e dall’Efsa. A questi controlli e

verifiche si aggiungono i test di autocontrollo delle catene distributive, affidati a enti esterni indipendenti. I prodotti alimentari a marca del distributore (Mdd) sono

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GIUSEPPE AMBROSI (AMBROSI SPA) Il supermercato è il luogo più sicuro dove fare la spesa? Certo! I consumatori sono sempre più attenti a sicurezza, tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti. La tracciabilità dei cibi nasce come uno strumento di sicurezza alimentare. La provenienza degli alimenti può essere utilizzata per la gestione di eventuali situazioni problematiche in tema di sicurezza alimentare. Oggi seguiamo il processo produttivo di un alimento partendo dalle materie prime fino ad arrivare al prodotto finito. La rintracciabilità, poi, ci consente di ripercorrere a ritroso il processo produttivo. Appare quindi chiaro che la tracciabilità degli alimenti diventa un segno di trasparenza e di accessibilità alla filiera produttiva da parte dei consumatori. I consumatori sono sempre più informati e coinvolti. Le imprese agroalimentari raccontano i loro processi di produzione e di condivisione del valore aziendale.

Sulle confezioni sono indicate chiare informazioni che permettono di tutelarsi contro frodi e sofisticazioni, consentendo in tal modo di “proteggere” il settore italiano dall’aggressività dei prodotti esteri a basso costo. Una bella soddisfazione per l’industria alimentare che, puntando su qualità, trasparenza, chiarezza e oggettività, aumenta esponenzialmente il valore del prodotto. La conoscenza e la verifica, con tempestività e omogeneità, della distribuzione e della vendita dei prodotti sui mercati diventa un valore aggiunto assolutamente imprescindibile che porta a una maggiore fidelizzazione del cliente e alla possibilità di conquistare nuovi mercati. Quali investimenti avete fatto per migliorare tracciabilità e sicurezza dei vostri prodotti? Nella mia azienda puntiamo da sempre alla sicurezza alimentare, alla qualità dei prodotti, delle certificazioni e dei servizi distributivi. Ambrosi Spa ha da sempre coltivato stretti rapporti di filiera con i propri fornitori, al fine di conoscere gli ambienti, le tecniche e la provenienza delle materie prime, garantendo così la sicurezza e la genuinità dei propri prodotti. Questi ultimi hanno infatti una tracciabilità dalla stalla alla confezione. Il nostro obiettivo è quello di rendere la tracciabilità sempre più a portata del consumatore: stiamo infatti studiando le modalità migliori per renderlo possibile ed accessibile. Cosa ci dice dei prodotti a marca del distributore? Siamo stati fra i primi, all'inizio degli anni '70, a vedere nella grande distribuzione un veicolo di crescita e sviluppo; non potevamo quindi non credere nella forza e nel valore della marca del distributore, terreno di confronto e di sfida fra distribuzione e industria. La marca del distributore stimola l'efficienza dei processi e negli ultimi anni promuove il segmento premium, allontanandosi da un'immagine legata a primi prezzi ed entry level, tanto che nel 2017 per la prima volta la quota della fascia premium ha superato quella del primo prezzo. Nel periodo 2013-2017 il ruolo (anche) del copacker ha garantito un tasso di crescita superiore rispetto alle altre aziende alimentari.

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PROTAGONISTI dunque controllati dalle industrie fornitrici, dalle catene distributive e dagli enti pubblici preposti. Negli ultimi dieci anni le catene distributive hanno duplicato i loro investimenti nel settore, arrivando, in alcuni casi, fino a 5 milioni di euro l’anno per insegna. Sono previsti investimenti nelle nuove tecnologie: dal QR

Code per migliorare il controllo sullo stato di conservazione dei prodotti (smart label) alla blockchain per migliorare la tracciabilità; dal rating dei prodotti venduti on line al cloud per l’integrazione dei database e dei parametri per valutare i fornitori. Questo il quadro che è emerso dal convegno di apertura dell’ultima edizione di Marca, dal

titolo “Sicurezza, Tracciabilità e Qualità della Marca del Distributore per la tutela del Consumatore”. Nel corso del convegno è stato presentato il position paper di The European House – Ambrosetti che ha evidenziato i controlli a cui sono sottoposti i punti vendita della distribuzione moderna: più di 143mila

PAOLO ZANETTI (ZANETTI SPA) Tracciabilità e sicurezza dei prodotti sono parole magiche od obiettivi strategici? Territorio, relazioni con i fornitori e qualità dei prodotti sono gli elementi essenziali in cui si sostanzia la strategia competitiva di Zanetti, che opera all’interno della filiera lattiero-casearia. La relazione filieraterritorio è infatti uno degli elementi portanti del posizionamento competitivo della società, poiché le consente di proporsi sul mercato evocando una tipicità, un ambiente, una storia e una cultura particolari. Una competitività che nasce dall’attenzione alla corretta gestione economica, alimentata e rafforzata da altri fattori distintivi quali la qualità del prodotto, l’unicità della tradizione, l’origine delle materie prime. La società è consapevole del fatto che il valore dei prodotti da essa commercializzati si costruisca lungo tutta la filiera e per questo presta grande attenzione alle materie selezionate. Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono i due prodotti di punta di Zanetti: i disciplinari di produzione delle due Dop hanno quindi un impatto rilevante sulla filiera, regolando tutte le fasi fondamentali, ossia allevamento e mungitura delle bovine, raccolta del latte, trasformazione in formaggio, stagionatura, confezionamento e grattugia, che si devono svolgere nelle zone di origine. Il risultato è una filiera corta: i conferenti latte di Zanetti sono ubicati a non più di 40 km dai caseifici di Marmirolo e San Gervasio Bresciano. Pur non allevando direttamente bovine da latte, Zanetti pone attenzione al tema del benessere animale, definito come assenza di sofferenze o fatiche evitabili. Il tema del benessere animale è importante, oltre che da un punto di vista etico, anche perché incide fortemente sulla qualità del prodotto finale: tutelare la qualità della vita delle bovine da latte significa offrire ai consumatori prodotti

di più alta qualità. Per questo Zanetti sottopone la propria filiera a controlli specifici e richiede ai propri fornitori di latte di rispettare rigorosi standard di allevamento. Nel 2017 tutti i conferenti hanno subito una volta al mese un audit finalizzato a verificare le condizioni di igiene e di benessere animale. Zanetti esegue più di 1.400 controlli in un anno. Inoltre, nel 2017 Zanetti ha finanziato un progetto di Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita) in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, con l’obiettivo di valutare la sostenibilità ambientale del processo produttivo del Grana Padano. Nello specifico, il progetto prevede di analizzare l’impatto sull’ambiente della produzione di 1 kg di Grana Padano Dop stagionato 12 mesi. L’analisi è stata condotta sull’intera filiera di produzione, considerando lo stabilimento produttivo di Marmirolo. La valutazione di impatto ambientale è stata sviluppata tramite la metodologia Life Cycle Assessment e secondo un’ottica from cradle to cheese factory gate, ovvero dalla culla al cancello dello stabilimento di produzione. L'indagine Ambrosetti conferma che il supermercato è il posto più sicuro per fare la spesa. Non ci si deve meravigliare. Del resto è evidente che da tempo le abitudini dei consumatori sono cambiate e che la spesa alimentare si concentra nei supermercati e nelle catene della distribuzione organizzata. Mercati rionali e mercatini contadini sono destinati a vendere piccole produzioni e non sono certo adatti ad accontentare la domanda dei consumatori. I prodotti di marca e quelli a marchio privato forniscono garanzie di qualità e sicurezza che nessun altro può dare. I nostri stabilimenti sono sottoposti a controlli quotidiani, costanti, ogni giorno dell’anno. Chi altro può dire lo stesso?

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PROTAGONISTI

RAFFAELE GAROFALO (FATTORIE GAROFALO)

controlli effettuati dalle autorità competenti; oltre 100mila verifiche ispettive commissionate a enti esterni; oltre 2,3 milioni di test sui prodotti e superfici di lavoro, pianificati in autocontrollo. La marca del distributore svolge poi un ruolo “attivo” nella garanzia della qualità e sicurezza della filiera dei propri prodotti, attraverso circa duemila controlli all’anno sulle aziende di copackaging e di fornitura dei prodotti freschi e freschissimi. Un’indagine sul ruolo della marca del distributore nel contesto della qualità e sicurezza alimentare è stata realizzata da The European House – Ambrosetti, che ha interpellato i responsabili sicurezza e qualità delle insegne della distribuzione moderna in Italia rappresentative del 67% dell’intero settore. Il 64% delle insegne dichiara che il numero delle persone coinvolte nella divisione dedicata a sicurezza e qualità è aumentato negli ultimi dieci anni e il 44% del campione si aspetta un ulteriore incremento nei prossimi 3/5 anni. Nelle insegne più grandi, si arriva anche a 50 collaboratori impegnati nell’ufficio interno di sicurezza e qualità e circa il 70% delle insegne si avvale anche di collaboratori esterni. Inoltre, dalla ricerca emerge che

la struttura sicurezza e qualità è una componente strategica per le insegne della distribuzione moderna secondo il totale degli intervistati. MDD, CRESCITA COSTANTE The European House Ambrosetti ha sottolineato il valore e il ruolo per il sistema Paese della marca del distributore, attraverso il modello proprietario dei “Quattro capitali”, che quantifica

Quali investimenti avete fatto di recente per la tracciabilità e la sicurezza dei vostri prodotti? Negli ultimi anni l’azienda Fattorie Garofalo ha investito tantissimo in termini di sicurezza e tracciabilità dei prodotti. Abbiamo migliorato i sistemi informatici per ciò che concerne la tracciabilità del latte, abbinandola al lotto di produzione. Stiamo lavorando a un’apposita app dove il consumatore, leggendo il QR Code, potrà vedere la storia del prodotto: dalla provenienza del latte fino all’alimentazione delle bufale. Stiamo lavorando in questa direzione, sostenendo l’innovazione. Sempre a Marca sono stati diffusi dati che mostrano come le industrie alimentari che producono per i marchi dei distributori hanno performance migliori delle altre. Cosa vuol dire essere copacker? La nostra azienda, fino alla metà degli anni ’90 ha deciso di essere copacker di grandi marchi nazionali e internazionali, ma anche di importanti catene di distribuzione. Questo segmento di mercato, ovvero la private label, rappresenta circa il 40% del nostro fatturato. Il nostro obiettivo è aumentare la presenza della marca privata nel settore agroalimentare. Ed è per questo motivo che partecipiamo a fiere come Marca.

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MARZO


PROTAGONISTI

FABIO LEONARDI

(IGOR)

Il supermercato è il luogo più sicuro dove fare la spesa. Una bella soddisfazione per l’industria alimentare. I consumatori sono sempre più esigenti e più informati. Oltre alle pretese di qualità organolettiche, cercano informazioni e garanzie sulla filiera produttiva, sulla qualità della materia prima, sulla tracciabilità. Sui nostri siti internet registriamo sempre più traffico, perciò stiamo investendo per fornire informazioni sempre più complete volte a soddisfare la curiosità dei clienti. Riteniamo si ottengano ottimi risultati, quando i consumatori comprendono l’affidabilità di un’azienda. Siete un'azienda all'avanguardia. Nuovi investimenti? Dal dicembre 2018 è entrato in funzione un nuovo impianto produttivo. Abbiamo attuato un investimento 4.0 mettendo a regime un piano di tracciabilità più articolato, creato interscambio tra i vari reparti con conseguente accesso alle informazioni dei responsabili di reparto e ottimizzazione della filiera. I nostri investimenti per il futuro sono orientati sulla sostenibilità del prodotto e del sito produttivo. Chi produce per i marchi dei distributori ha performance migliori delle altre. La vostra azienda produce come copacker? Che percentuale rappresenta del fatturato? Avete intenzione di ampliare questo filone di business? Da sempre abbiamo considerato le private label come possibilità di crescita in tutta la Gdo italiana e mondiale. Abbiamo iniziato 25 anni fa e quella scelta, oggi, si è dimostrata lungimirante e ci ha permesso di entrare in tutti i gruppi del mondo. e analizza il contributo che la Mdd apporta al capitale economico, sociale, cognitivo e ambientale dell'Italia. Solo tra 2016 e 2017 il fatturato della Mdd è cresciuto del 2,8% e rappresenta un terzo della crescita del settore alimentare negli ultimi 14 anni. Nel corso del convegno è emerso come la Mdd continui a crescere, anche nel 2018, come evidenziato da Giorgio Santambrogio, presidente di Associazione distribuzione moderna (Adm): “La marca del distributore ha ormai raggiunto 10,3 miliardi di euro e la quota di mercato è passata dall’11,3% nel 2003 a oltre 19% nel 2018. I prodotti a marca del distributore sono la nostra bandiera e abbiamo

lavorato molto per assicurare qualità e sicurezza, e continueremo a investire in futuro”. “La marca del distributore sostiene una filiera di

fornitura diffusa – ha riferito Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti fatta di 1.500 imprese, soprattutto

MARCHE PRIVATE: UNA SCELTA CONSAPEVOLE % CONSUMATORI CHE ACQUISTANO I SEGUENTI PRODOTTI MDD COME PRIMA SCELTA CARNE E SALUMI LATTE, YOGURT, FORMAGGI, UOVA… PRODOTTI CONFEZIONATI (PASTA, BISCOTTI, OLIO…) DETERSIVI PER LA PULIZIA DELLA CASA/DEL BUCATO PRODOTTI PER L’IGIENE PERSONALE PRODOTTI PER LA CURA DELLA PERSONA

34% 30% 28% 24% 20% 20%

Fonte: Osservatorio Marca 2019 –Survey Nomisma sul consumatore della MDD, 2018

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PROTAGONISTI

MICHELE FALZETTA

(LATTERIA SORESINA)

I consumatori sono sempre più attenti alla sicurezza e alla tracciabilità degli alimenti. È vero che il supermercato è il luogo più sicuro dove fare la spesa? Sicuramente il consumatore è più preparato e attento alla sicurezza alimentare e alla tracciabilità dei prodotti, tutto questo favorito anche dall'informazione che gira velocemente nel web e in particolar modo sui social. Ciò non può far altro che bene al settore, poiché solo un consumatore preparato potrà premiare le aziende virtuose. Per quanto concerne i canali attrattivi, il supermercato avrà sempre la sua centralità, ma non vanno sottovalutati canali in crescita come l'Horeca o il nuovo trend in crescita delle consegne a casa.

piccole e medie, ad alto tasso di italianità. Il rapporto di partnership della marca del distributore con la sua filiera di fornitura favorisce il rafforzamento della dimensione industriale e competitiva delle aziende copacker sostenendone la crescita nel tempo”.

CHI FA MDD VALE DI PIÙ Per valutare l’impatto dell’attività della marca del distributore sulle aziende copacker, The European House – Ambrosetti ha analizzato i bilanci di un campione rappresentativo di 350 aziende negli ultimi dieci anni. I risultati dimostrano che le

MARCO LUZZATI (CENTRALE DEL LATTE D'ITALIA) Centrale latte Italia si è presentata per la prima volta come espositore nella 15esima edizione di Marca. Quali sono le vostre impressioni da matricola? Centrale del latte d’Italia ha deciso di presentarsi a Marca per la prima volta come partner industriale per la private label. Infatti, dopo aver aperto l’azienda all’export nel corso degli ultimi cinque anni, oggi iniziamo un percorso di apertura anche verso le produzioni a marchio d’insegna. Il tutto è diventato possibile grazie a un ufficio di ricerca e sviluppo che è stato in grado di mettere a punto prodotti in grado di offrire ai nostri partner qualità e servizio. Centrale del Latte d’Italia, con quattro stabilimenti produttivi e oltre 180 milioni di euro di fatturato, è in grado di mettere a disposizione un universo costituito di impianti tecnologici, know how e cultura, maturata in oltre 60 anni di esperienza.

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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA

igorgorgonzola.com


PROTAGONISTI

ANGELO GALEATI

(SABELLI)

Sapere che il supermercato è il luogo più sicuro dove fare la spesa è una bella soddisfazione per l’industria alimentare. È una grande soddisfazione per tutta l’industria alimentare e un fattore senza dubbio positivo per il comparto dei formaggi freschi italiano, che vede la Gdo come uno dei maggiori canali di vendita e dimostra quotidianamente di saper coniugare alti standard di efficienza produttiva e sicurezza alimentare a qualità e freschezza del prodotto. Alle spalle del gruppo Sabelli c’è una tradizione casearia e una storia tutta italiana, per questo per noi è particolarmente importante riuscire a dare ai consumatori che si affidano a una filiera estremamente sicura e controllata i valori e il gusto che da quasi cent'anni fanno parte del nostro lavoro e del territorio in cui ci troviamo. Quanto investite in tracciabilità e sicurezza? Abbiamo sempre investito su impianti e processi produttivi all’avanguardia per mantenere standard di sicurezza elevatissimi. Attualmente, stiamo mettendo in campo una serie di investimenti per introdurre tecnologie e automazioni che completeranno il passaggio dei reparti produttivi ai requisiti dell’Industria 4.0. Questo consentirà un monitoraggio continuo della qualità dei prodotti destinati al consumatore, che potenzierà ulteriormente efficienza produttiva, tracciabilità, sicurezza e migliorerà anche la sostenibilità ambientale della nostra produzione. Chi produce per i marchi dei distributori ha performance migliori. Quanto conta per voi quest'importante mercato? La produzione per i marchi del distributore è in costante crescita, tanto che nella recente riorganizzazione del gruppo Sabelli abbiamo dedicato la nuova divisione Sabelli Industrial unicamente a questo tipo di produzione. Questa novità, introdotta

quest’anno, ci consentirà di seguire ancora più puntualmente e in maniera specializzata i clienti per cui produciamo in private label, alcune tra le più importanti catene della Gdo. Proprio per rafforzare il ruolo di partner della Gdo abbiamo acquisito alla fine del 2016 la Trevisanalat di Resana (TV), un’azienda con una forte e riconosciuta specializzazione nella fornitura per private label, sia in Italia che all’estero, che ha raggiunto i 55 milioni di fatturato nel 2017. Questa acquisizione, insieme a quella di Ekolat in Slovenia, ci ha aperto nuovi canali e nuove clientele, garantendoci forti sinergie industriali e commerciali in grado di trasformare in opportunità questo trend ormai consolidato e riconosciuto in tutto il settore.

aziende della filiera alimentare che fanno prodotti per la marca del distributore hanno performance economiche, reddituali e occupazionali migliori delle altre aziende, grazie al contributo della marca del distributore al rafforzamento della loro dimensione industriale e competitiva. Si riscontra anche una performance migliore per le imprese a più alta intensità di marca del distributore (più del 50% del fatturato realizzato con prodotti a marca del distributore) rispetto a quelle a intensità inferiore (meno del 50% del fatturato).

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PROTAGONISTI

ARLA FOODS, NON SOLO BURRO L'AZIENDA SCANDINAVA IMPONE AI SOCI ALLEVATORI UN RIGIDO PROTOCOLLO A GARANZIA DELLA QUALITÀ DEL LATTE CHE TRASFORMA NEL NOTO BURRO LURPAK, MA ANCHE IN FORMAGGI E BEVANDE FUNZIONALI

A

lla fine dell’Ottocento in Danimarca e Svezia i produttori di latte decisero di unire le proprie forze in piccole cooperative per acquistare impianti di produzione lattierocasearia. Nel corso degli anni l'idea si è rivelata vincente e le piccole cooperative di agricoltori si rafforzarono trasformandosi da cooperative locali a regionali. Quando nel 2000 la più grande cooperativa lattierocasearia danese si fuse con la sua omologa svedese, nacque Arla Foods. Oggi Arla è una cooperativa lattierocasearia di proprietà di oltre 11.000 allevatori, presenti in sette Paesi del Nord Europa: Danimarca, Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Belgio e Lussemburgo. Arla si impegna a raccogliere tutto il latte prodotto dai soci allevatori e lo trasforma in moltissimi prodotti

lattiero-caseari distribuiti in cento Paesi nel mondo. In Italia è conosciuta soprattutto per il famoso burro Lurpak, i formaggi Castello, Arla Protein e il formaggio spalmabile Arla. Approfondiamo la conoscenza di questi straordinari prodotti con la responsabile marketing per l’Italia Katharina Lucia Rechsteiner. Iniziamo con il burro Lurpak, che ha vinto il premio come miglior burro del mondo al World-Cheese-Contest 2018. Nel periodo natalizio avete anche organizzato nei punti vendita e ipermercati un divertente advergame per farlo conoscere. Ci aiuti a capire le caratteristiche e i plus che rendono tanto pregiato questo prodotto. Anzitutto i soci allevatori possono far parte della nostra cooperativa solo se aderiscono

pienamente al programma di controllo qualità che si chiama Arlagarden. Anzi, i soci allevatori sono orgogliosi di essere parte di una filiera con prodotti eccellenti. Alcuni allevatori sono con Arla da quattro generazioni. Quindi il segreto è il latte, che nel caso di Lurpak proviene solo da allevamenti danesi. Ovviamente stiamo parlando di un burro di centrifuga. Cioè, si ottiene la panna dalla centrifugazione del latte, questa panna poi è zangolata lentamente e il burro è fatto. Latte, panna, burro! Il nostro burro, quindi, proviene direttamente dalla panna di latte. Il metodo di produzione e la miscela di fermenti lattici, poi, conferiscono al burro Lurpak il tipico sapore e profumo. Dalla tradizione del burro Lurpak passiamo ai prodotti di “ultima generazione”.

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CONOSCIAMOLA MEGLIO

KATHARINA LUCIA RECHSTEINER La ricetta della felicità? Fare la cosa giusta! Non è precisamente nuovo come concetto, ma per me è fondamentale. Sentirmi in sintonia con la mia coscienza e sentirmi utile. Tre parole per descrivere il suo carattere? Elenco prima le mie qualità: so chiedere scusa e ammettere i miei errori. Del resto “chi non ha mai commesso un errore non ha mai provato nulla di nuovo”. Il lato peggiore del mio carattere è che vado a simpatie e sono molto disordinata. Quello che le piace negli altri? Positività, competenza, ponderatezza, pazienza, umiltà e senso dell’umorismo. Quello che non tollera? Arroganza e presupponenza. A mio avviso la combinazione ignoranza (intesa come incompetenza) e presunzione è letale, insopportabile, terribile e temibile, perché, per sua natura, è praticamente incorreggibile. La persona che ammira di più? Ce ne sono tantissime, ma credo al momento siano mio marito, il presidente Mattarella e il professor Cottarelli. Il libro preferito? Vado a periodi e quindi è difficile fare una classifica. Sono tanti i libri che mi hanno fatto compagnia, amo leggere. Da quando non ci vedo benissimo ascolto audiolibri e non mi addormento senza. Tra gli ultimi letti mi è piaciuto moltissimo "Pensieri lenti e veloci" di Daniel Kahneman.

Il film che ha amato di più? Sono tantissimi: "Quasi Amici", "Mi chiamo Daniel Blake", "Il giardino di limoni", "Il diario di Bridget Jones", "Platoon". Dipende dall’umore, ma mi piacciono i finali positivi, dormo meglio. Colazione: dolce tradizionale o salata continentale? Salata! Tutta la vita. Nel suo frigo non manca mai? Burro leggermente salato e acciughe. Il posto in cui vorrebbe tornare? Vorrei rivedere le piramidi del Cairo e Petra in Giordania, ma anche Gerusalemme, dove ha studiato mia figlia e poi, ovviamente, la mia amata Sicilia.

La linea Arla Protein comprende prodotti a base latte, poveri di grassi e a ridotto contenuto di zuccheri, ma ricchi di proteine: bevande (Milkshake e Milk Drink), alimenti funzionali e formaggi come Quark, Skyr e Fiocchi di latte, proposti in diverse varianti di gusto. Questa linea è perfetta per chi vuole tenersi in forma. Le bevande sono indicate soprattutto per il recupero muscolare dopo uno sforzo o attività sportiva. Forse non

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PROTAGONISTI

tutti sanno che i muscoli si rigenerano completamente ogni due mesi. Tutti i prodotti Arla Protein sono adatti a tutte le fasce di età. Non solo sportivi, ma anche nonni e nipoti possono consumarli a colazione o per merenda. E i tradizionali formaggi Arla? Quali sono quelli maggiormente apprezzati dai consumatori italiani? Sono indecisa tra formaggio spalmabile e Cheddar. Chi ha avuto modo di assaggiare il formaggio spalmabile non torna più indietro, perché, pur essendo privo di additivi, conservanti o addensanti, è magro e comunque molto gustoso. Perfetto per tutte le età, anche per la prima infanzia, non appena si può somministrare il latte vaccino. Parliamo di agricoltura sostenibile. Il benessere animale e l’attenzione al clima e alla natura sono da sempre al centro della filosofia della cooperativa Arla. Quali sono i risultati più soddisfacenti realizzati in questo campo e le iniziative da realizzare in futuro? Abbiamo obiettivi ambiziosi in vari campi per il 2020, ma mi limito, come esempio, a elencare solo quelli relativi alle riduzione delle emissioni di CO2. Per gli allevamenti: obiettivo

dove tutto il contenuto potrà necessariamente essere estratto e stiamo perfezionando le soluzioni tecnologiche che consentano (senza conservanti) di prolungare la data di scadenza (il confezionamento a caldo, come per la marmellata, sta funzionando benissimo ed è molto efficace, per esempio, per il nostro formaggio spalmabile). Arla ha un centro di innovazione ad Aarhus dove vengono studiate e sviluppate continuamente novità. Potremmo parlarne per giorni… Chiudiamo parlando dei progetti internazionali di Arla volti allo sviluppo del settore agricolo nel continente asiatico e in quello africano. In Bangladesh abbiamo concluso un accordo con una cooperativa lattierocasearia locale, MilkVita, che ha lo scopo di favorire la condivisione

-30% a fronte di uno status fine 2017 del -23%; packaging: obiettivo 2020 -25% a fronte di uno status fine 2017 del -18%; energia proveniente da fonti rinnovabili, obiettivo 2020 50% a fronte di uno status fine 2017 al 24%; sono convinta che ci arriveremo. Inoltre, stiamo riprogettando i materiali delle confezioni dei nostri prodotti per renderle biodegradabili e prevenire lo spreco alimentare. Soprattutto per quest'ultimo, stiamo valutando varie alternative: anzitutto fare confezioni

di conoscenze delle migliori pratiche del settore lattierocaseario. Inoltre, l'accordo è anche un ulteriore esempio dell'impegno di Arla verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite, poiché favorirà lo sviluppo del settore agricolo del Bangladesh, che a sua volta incrementerà il latte prodotto in modo sostenibile e migliorerà il sostentamento degli agricoltori.

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PROTAGONISTI

È CHR. HANSEN L'AZIENDA PIÙ GREEN LA SOCIETÀ PRODUTTRICE DI BATTERI E INGREDIENTI PER L'INDUSTRIA ALIMENTARE CONQUISTA IL PRIMO POSTO DEL "GLOBAL 100 INDEX" 2019

A

l crescente interesse per le tematiche che riguardano l’ambiente e la sua salvaguardia le aziende rispondono, ognuna a modo proprio, con misure e soluzioni differenti. Ma quali sono quelle che a livello mondiale hanno fatto di più, attraverso, ad esempio, la riduzione dello sfruttamento delle

risorse, l’implementazione di misure di economia circolare, l’adozione di comportamenti virtuosi o soluzioni amiche dell’ambiente? Dal 2005 la classifica delle cento aziende più sostenibili al mondo viene stilata da Corporate Knights, divisione media dell’omonima azienda canadese specializzata in

capitalismo sostenibile che, attraverso la valutazione di oltre venti differenti indicatori quantitativi di prestazione, redige il “Global 100 Index”, ampiamente riconosciuta come la più autorevole classifica in tema di sostenibilità. In cima all’indice globale 2019 come azienda più sostenibile a livello

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mondiale si è posizionata Chr. Hansen. A rimarcare l’importanza del riconoscimento basti dire che l’annuncio è stato dato durante il World Economic Forum a Davos, in Svizzera, lo scorso gennaio, in occasione della pubblicazione della quindicesima classifica annuale da parte della Corporate Knights. A contendersi le cento posizioni dell’indice sono state oltre 7.500 multinazionali con fatturati superiori a 1 miliardo di dollari. Insomma: una lotta tra giganti! Chr. Hansen ha totalizzato il 100% dell’indicatore “clean revenue” che riconosce come i prodotti dell’azienda abbiano chiari vantaggi ambientali e specifici benefici sociali. Un traguardo frutto di settant’anni anni di impegno e lavoro per la sostenibilità: risale infatti al 1949 il primo impegno scritto ufficiale dall’azienda su questo tema. Parliamo di questo importante riconoscimento con Massimo Nurisso, business manager – dairy cultures & enzymes di Chr. Hansen Italia. Un bel modo per festeggiare il compleanno: 145 anni e una visione assolutamente giovane e dinamica delle sfide del futuro. Non deve essere stato facile aggiudicarvi il podio. Come avete accolto questo riconoscimento? Siamo estremamente orgogliosi e onorati di ricevere questo straordinario riconoscimento. Ritengo che uno dei motivi per cui Chr. Hansen si è classificata al primo posto sia correlato alla capacità di sfruttare al meglio le potenzialità dei “batteri buoni” e offrire soluzioni in grado di contribuire positivamente alle principali sfide che il mondo stesso sta affrontando, come lo spreco di cibo, l'uso eccessivo di antibiotici e la necessità di

Massimo Nurisso, business manager – dairy cultures & enzymes di Chr. Hansen Italia

un settore agricolo più sostenibile per nutrire una popolazione mondiale in continua crescita, preservando il nostro pianeta per le generazioni future. Gli obiettivi di sviluppo della sostenibilità delle Nazioni Unite (SDG) sono traguardi di grande importanza per l’ambiente e, di conseguenza, per tutti gli esseri viventi. Accanto alla gratificazione del riconoscimento c'è anche una grande responsabilità nel raggiungimento, o quantomeno nell'avvicinamento a questi obiettivi. Chr. Hansen si occupa di batteri, enzimi e più in generale di ingredienti per l’industria alimentare. Come si concilia il business aziendale con l’attribuzione di azienda più sostenibile? Oggi la sostenibilità è al centro di Chr. Hansen, ed è rappresentata dal nome della strategia aziendale per il 2022: “Nature’s no.1 Sustainably”. La strategia si concentra sullo sviluppo di soluzioni naturali per l'industria alimentare, farmaceutica e zootecnica in modo sostenibile. Gli obiettivi globali delle

Nazioni Unite sono usati come struttura per collegare l'impatto della strategia aziendale allo sviluppo sostenibile, le performance sono misurate e condivise annualmente (ref. Sustainably report 2017/18). L’anno scorso sono stati riconosciuti i nostri sforzi per misurare il nostro contributo sugli obiettivi globali delle Nazioni Unite. L'82% del fatturato sostiene direttamente questi obiettivi e la società PwC ha certificato il risultato.In Chr. Hansen siamo impegnati a promuovere una più ampia adozione di soluzioni naturali e siamo veramente orgogliosi dei nostri prodotti, che vengono consumati ogni giorno da oltre un miliardo di persone. Avere una tale diffusione a livello mondiale per noi è davvero una grande responsabilità, oltre che un'opportunità per fare una differenza positiva per le persone, gli animali e le piante. In qualità di fornitori di importanti realtà produttive del settore lattiero-caseario, quali sono secondo lei la percezione e la sensibilità delle imprese nazionali verso la sostenibilità? È un tema che coinvolge i produttori nazionali e per

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PROTAGONISTI il quale vi vengono chieste soluzioni, oppure c’è ancora da lavorare? Circa trent’anni fa, nel 1987, venne teorizzato per la prima volta il concetto di “consumo sostenibile” attraverso il rapporto Brundtland. Oggi vediamo che l’importanza della sostenibilità di filiera è un tema sempre più centrale ed è sicuramente un fattore che condiziona e condizionerà significativamente il rapporto tra produttore e consumatore in campo nazionale e internazionale. Chr. Hansen realizza ingredienti naturali da 145 anni e ha pubblicato il primo documento di responsabilità sociale nel 1949: molto prima che il tema della sostenibilità diventasse di pubblico dominio. Oggi abbiamo numerosi prodotti innovativi che contribuiscono alla creazione di un futuro più sostenibile. Un esempio è la seconda generazione delle colture di bioprotezione:

“batteri buoni” che grazie a numerosi meccanismi di competizione riescono a ritardare o impedire lo sviluppo di contaminanti di prodotti caseari freschi o stagionati. Queste soluzioni sono già state validate in numerosi prodotti della tradizione casearia nazionale, come

formaggi spalmabili, primo sale, crescenza, latte fermentato e formaggi a pasta semi cotta. Come dicevamo, sono settant’anni che Chr. Hansen è impegnata nella sostenibilità. Un percorso che non crediamo si concluderà con il riconoscimento di azienda

più sostenibile, ma che anzi siamo certi sarà di stimolo per nuovi impegni. Quali sono gli aspetti sui quali la strategia aziendale si focalizzerà nei prossimi anni? Quali i fronti su cui è necessario dedicare maggior attenzione, soprattutto a livello nazionale?

Il lavoro per un mondo migliore è profondamente radicato nel nostro portafoglio di prodotti e nella nostra cultura organizzativa. Tuttavia, siamo lontani dal traguardo. Abbiamo ancora tanta strada da fare nel nostro percorso di sostenibilità. Tre sono i principali obbiettivi sui quali concentreremo i nostri sforzi: ridurre gli sprechi alimentari fornendo ingredienti che consentano di sfruttare al meglio le materie prime (come ad esempio il latte), riutilizzare scarti di lavorazione ed estendere naturalmente la shelf-life dei prodotti alimentari; migliorare la salute dei consumatori grazie a colture probiotiche come Lactobacillus rhamnosus LGG® e infine promuovere una produzione agricola e zootecnica sostenibile, priva di antibiotici e pesticidi, al fine di preservare il nostro pianeta per le generazioni future.

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PROTAGONISTI

4 DOMANDE A… GERMANO DE BORTOLI, PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA DEL FORMAGGIO PIAVE DOP

1

Il Piave Dop è un prodotto pluripremiato a livello internazionale. A cosa deve questo successo? II formaggio Piave Dop prende il nome del fiume che scorre lungo tutta la provincia di Belluno: da prodotto locale, tipico di queste zone di montagna, con il tempo si è fatto via via conoscere fuori dal Veneto e successivamente anche oltreconfine, fino ad arrivare in tempi più recenti a riscuotere ampi consensi anche in mercati lontani. Questo apprezzamento - confermato di anno in anno dai numerosi premi ricevuti in vari concorsi caseari sia nazionali, sia internazionali - è sicuramente imputabile alla provenienza del latte che contribuisce a rendere il Piave Dop un prodotto che piace ad adulti e bambini, oltre a essere ottimo come formaggio da tavola e adatto anche come ingrediente per diversi utilizzi in cucina. Solo per citare i premi dell’ultimo anno possiamo menzionare: Crystal Taste Award: massimo riconoscimento di 3 stelle per 3 anni consecutivi dato dalla giuria di chef internazionali del Superior Taste Award 2018 di Bruxelles (Belgio) alla tipologia “ Vecchio Selezione Oro”; Piave Dop vecchio Selezione Oro: Miglior formaggio categoria “Latte Vaccino Stagionato oltre 365 giorni” al Trofeo San Lucio – Caseoart organizzato da Scuola Casearia di Pandino (CR); Piave Dop vecchio Selezione Oro: Miglior Formaggio Stagionato o semi Stagionato - Cheese for People Awards 2018 di Milano. Piave Dop Vecchio Selezione Oro: miglior formaggio DOP Stagionato del Veneto al Caseus Veneti.

2

A seguito del Ceta il Canada ha istituito un sistema nazionale per le Indicazioni geografiche che prevede il riconoscimento e la tutela di Ig nazionali ed estere, dando la possibilità di integrare la lista Ceta. Il Piave è uno dei prodotti non elencato nell’accordo; approfitterete di questa opportunità? Poiché il Piave Dop non risulta tra i prodotti annoverati nella lista Ceta c’è la ferma intenzione da parte del Consorzio di Tutela di procedere all’integrazione di questa lista tramite il nuovo sistema nazionale canadese per il riconoscimento delle Ig. Il Canada rappresenta per il Piave Dop il secondo mercato estero in ordine di importanza. Questa protezione riveste pertanto un’importanza strategica in un mercato che si attesta in crescita per il Piave Dop, grazie anche all’effetto dell’aumento delle quote d’importazione.

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Intervista


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3

Nel 2018 avete partecipato a numerose manifestazioni fieristiche in Italia e nel mondo. Fin dove arriva l’ambizione del Piave Dop sui mercati esteri e quali sono attualmente le destinazioni consolidate? Le vendite di formaggio Piave all’estero si attestano sul 15-18%; i due mercati attualmente più significativi dove il prodotto è già presente da quasi 20 anni sono Stati Uniti e Canada. C’è comunque la convinzione che le potenzialità di crescita all’estero per il prodotto da noi tutelato siano ancora molto elevate. Per questo ci stiamo concentrando su due progetti: uno negli Stati Uniti per rafforzare la conoscenza del Piave e l’altro in Europa per entrare su mercati relativamente vicini, in cui però il prodotto è ancora poco conosciuto. Crediamo moltissimo in un importante sviluppo delle vendite di Piave all’estero nei prossimi 5-10 anni.

4

Oltre alle fiere di settore, quali altre iniziative di promozione mettete in campo per valorizzare il vostro prodotto? Moltissime sono le attività di promozione che il Consorzio organizza all’interno della Gdo italiana ed europea. Solo se il consumatore finale assaggia il nostro formaggio può apprezzarne appieno le caratteristiche organolettiche: il fatto che il Piave Dop venga prodotto con latte proveniente da un territorio prevalentemente montano, dove troneggia il parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, lo rende un formaggio unico e inconfondibile. Inoltre, partecipiamo a moltissime manifestazioni di carattere sportivo, culturale e culinario per avvicinare il grande pubblico, cercando sempre di spiegarne le caratteristiche: provenienza del latte e i rigorosi controlli applicati lungo tutta la filiera come garanzia massima del prodotto per chi lo acquista.

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MERCATI

SINGAPORE, TRAMPOLINO PER IL SUD-EST ASIATICO VIA LIBERA ALL’ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON LA CITTÀ-STATO, UTILE PER CONSOLIDARE LA PRESENZA NEL RESTO DEL CONTINENTE di Gianluca Pierangelini

L

o scorso 13 febbraio il Parlamento europeo ha approvato l’accordo di libero scambio tra l’Ue e Singapore, la prima intesa commerciale con un membro dell’associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean) che apre la strada verso altri accordi tra le due regioni. L’intesa eliminerà quasi tutte le tariffe doganali tra le parti entro i prossimi cinque anni. Oltre a consentire il libero scambio, tutela ben 190 Indicazioni geografiche (tra cui 11 formaggi Dop italiani: Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padan, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Pecorino Toscano, Provolone Valpadana, Taleggio), e riconoscerà gli standard di

qualità europei dei prodotti agroalimentari. Oltre all’accordo commerciale, il Parlamento ne ha votato anche uno per la protezione degli investimenti, che prevede l’istituzione di un tribunale indipendente a cui sarà affidato il delicato compito di risolvere le controversie tra gli investitori e gli Stati e uno di partenariato e cooperazione, che rafforzerà le relazioni reciproche. Una vera pletora di intese e documenti che è la diretta conseguenza della sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2017 che ha “costretto” l’Unione a coinvolgere gli Stati membri nel processo di ratifica degli accordi al cui interno sono disciplinate disposizioni che non rientrano nelle competenze esclusive della Commissione.

La Commissione ha così provveduto a suddividere l’accordo in più testi: uno per il commercio, uno per gli investimenti e uno per la cooperazione. L’accordo commerciale, trattando materie di competenza esclusiva dell’Ue, entrerà in vigore quando Singapore concluderà l’iter di ratifica, mentre quello sugli investimenti dovrà obbligatoriamente passare al vaglio dei parlamenti nazionali degli Stati membri dell’Ue. La liberalizzazione delle linee tariffarie del mercato di Singapore in sé non ha una valenza sostanziale per gli interessi del settore lattiero-caseario italiano, ma strategica, perché crea un canale preferenziale per tutta l’area

BERTOZZI Strada Roma, 1/A

GENNARO AURICCHIO

GLI ESPORTATORI

AMBROSI

SPA

Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.

Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it

SPA

43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com

AGRIFORM Via Rezzola, 21

SPA

Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.

SCA

37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it

Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it

IL MONDO DEL LATTE 55

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MERCATI

04069061

040620

04064050

04069075

26.767 5.650 11.032 4.734 6.365 2.834 1.998 1.916 3.509 1.868 691 610 401 522 68.897 62 163 96 57 474 1.105 308 52 768 161 72.143 299 640 73.082 687 73.769

18.734 6.812 5.867 3.129 3.989 2.575 1.347 535 1.075 982 345 423 313 318 46.444 28 49 17 268 543 2.585 1.267 778 504 475 52.958 371 1.400 54.729 298 55.027

8.051 14.410 5.968 3.749 2.138 2.124 2.817 1.543 282 2.821 325 1.894 219 433 46.774 106 58 32 38 192 1.199 628 181 231 164 49.603 138 557 50.298 231 50.529

9.709 9.817 3.731 2.009 1.856 917 1.382 342 152 506 129 468 92 197 31.307 32 19 7 17 126 218 506 133 275 117 32.757 134 531 33.422 196 33.618

3.932 4.553 858 948 609 440 860 569 348 312 34 69 32 21 13.585 12 16 4 30 19 530 224 61 51 96 14.628 32 228 14.888 56 14.944

125 85 29 36 32 32 7 8 12 7 5 3 1 5 387 5 4 1 1 12 10 16 1 21 5 463 5 6 474 10 484

PAESI

FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28

04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089

815 572 541 287 241 97 171 93 65 146 8 13 17 66 3.132 2 5 4 16 244 40 30 5 315 23 3.816 11 53 3.880 63 3.943

040630

3.014 1.858 756 397 465 463 449 196 31 216 29 140 8 16 8.038 2 22 1 22 85 118 46 8 102 30 8.474 67 116 8.657 13 8.670

692 1.131 623 150 320 77 331 77 17 120 16 97 56 13 3.720 7 10 1 6 31 104 70 8 18 18 3.993 8 28 4.029 32 4.061

816 644 130 270 34 359 71 93 4 58 7 30 6 16 2.538 9 17 14 1 24 85 240 3 112 11 3.054 74 45 3.173 68 3.241

263 31 92 202 310 8 30

954 3.223 857 1.547 446 633 551 215 160 204 14 646 13 94 9.557 57 125 28 13 317 309 452 75 262 67 11.262 136 359 11.757 64 11.821

133 47 4 1.120 1 1 3 3 221 5 53 45 115 1 1.568 12 24 1.604 19 1.623

TOTALI

04069099

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

04069063

FORMAGGI FUSI

04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

MOZZARELLA

(IN TONS)

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio - ottobre 2018)

04069073 04069001

378 1.033 538 1.886 207 22 173 68 11 14 11 69 3 15 4.428 6 6 2 4 35 90 35 3 18 10 4.637 6 28 4.671 9 4.680

7 1 217 40 28 176

469

2 21 24 516 1.000 1.516 1.516

74.257 49.819 31.023 19.561 17.052 10.581 10.215 5.831 5.666 7.387 1.661 4.466 1.161 1.716 240.396 329 495 210 476 2.325 6.398 3.875 1.374 2.792 1.202 259.872 1.293 5.015 266.180 1.746 267.926

GLI ESPORTATORI

BRAZZALE

SPA

Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano

Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com

FORGRANA CORRADINI SPA Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla Reggio Emilia Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it

SAVIOLA SPA Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

56 IL MONDO DEL LATTE

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MERCATI

79.324 73.769 4.860 40 655 96 744 23 721 339 1 5 333 4.257 1848 134 67 115 67 2026 381 316 65

58.805 55.027 3.372 139 267 115 1.745 114 1.631 365 11 4 350 6.648 2.384 2.240 28 192 166 1.638 433 349 84

55.070 50.529 3.565 244 732 421 15.636 3.745 11.891 933 229 306 398 4.701 1.812 167 76 109 111 2.426 1.824 1.783 41 24

35.960 33.618 1.950 18 374 29 356 110 246 37 2 7 28 1.063 568 158 7 90 32 208 171 163 8

85.141 11.372 417.498 60.535

68.111 13.084 274.798 67.037

78.609 28.080 773.980 272.872

37.616 3.998 314.720 30.207

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue

FORMAGGI FUSI

040620

04069099

04069073

040630

04064010 04064090

12.453 11.821 170 253 209 510 1.346 273 1.073 215 76 22 117 1.707 322 278 221 86 22 778 322 310 12 1

5.208 3.241 1.275 36 656 41 732 20 712 77 38 2 37 740 119 48 2 56 33 482 323 319 4

4.829 4.680 142 6 1 14 567 137 430 91 20 2 69 137 11 1 1 8 8 108 437 426 11 1

1.788 1.623 92 2 71 144 30 1 29 24

2.381 2.323

16.554 4.733 108.303 30.631

7.121 3.880 44.087 26.188

6.076 1.396 34.067 8.675

2.145 522 8.041 2.078

04064050

04069063

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017

15.917 14.944 874 59 40 24 440 74 366 27 14 2 11 612 423 1 1 3 1 183 304 299 5

4.284 4.061 143 10 70 43 7.401 523 6.878 65 35 6 24 410 306 17 2 7 5 73 160 146 14 1

17.324 2.380 106.032 17.033

12.364 8.303 99.788 62.772

PROVOLONE

04069061

ALTRI FORMAGGI

04061050 04061080

PECORINO

GRATTUGIATI

CODICE DOGANALE

GORGONZOLA

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

04061030

MOZZARELLA

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

ALTRI FORMAGGI DURI

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio - ottobre 2018)

24 159 12 11 4 2 130 0

2.508 15.986 1.371

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA

SPA

SRL

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.

Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

GELMINI CARLO SRL

MARIO COSTA SPA

CASEARIA SPA

Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com

24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

F.LLI PINNA AZIENDA

58 IL MONDO DEL LATTE

20-2 mercati MSPF.indd 58 n 3 marzo 19export IMDL.indd 58

22/02/19 16:40 19:39 24/02/19

20-2 merc


2.381 2.323 47 6 5 49 27 1 26 10 1 7 2 33 16 2 2 13 8 8

2.508 185 15.986 1.371

2.654 2.637 6 8 3 1 48 15 33 12 11

839 718 117 1 3 24 173 40 133 6 2

1.661 1.382 268 11

1 62

4 36

2 1 14

1

4 795 743 2

45 9 5 4

34 23 16 7 8

2.786 149 19.670 1.016

1.109 391 8.214 3.714

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

FONTINA FONTAL

ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO

04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084

33 22 22 4

3.944 3.709 212 19 4 10 505 29 476 24

11 6 33 20 19 1

24 144 31 2 1 11 1 98 35 13 22

2.535 1.153 14.261 6.894

4.662 953 35.045 7.259

1

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

1.604 1.516 82 2 4 2 321 6 315 6 2 1 3 22 19 1

2 35 35

1.990 474 13.412 3.304

793 484 306 1 2 3 393 51 342 13 4 3 6 28 9 5 4 10 115 114 1 2 1.347 863 8.694 5.324

459 328 109 21 1 7 305 3 302 2 1 1 20 2 1 6 11 12 12

805 477 5.732 3.214

1.536 1.516 20 53 53 175 175 47 32 10

5 0

289.509 267.926 17.590 876 3.117 1.470 30.844 5.165 25.679 2.425 447 368 1.610 21.621 8.657 3.078 408 715 460 8.303 4.612 4.333 279 37

1.811 350.614 82.688 295 4.981 2.307.309 1.562 611.686

del Sud-est asiatico e – insieme all’accordo con il Giappone – rappresenta un importante precedente per futuri accordi di libero scambio con gli altri Paesi del continente. A oggi l’Italia esporta verso Singapore poco più di 500 tonnellate di formaggi, perlopiù freschi, per un valore di circa 4 milioni di euro. Numeri piccoli. Tuttavia, l’obiettivo è di sfruttare la città stato come mercato cuscinetto per gli Stati limitrofi. Oltre agli aspetti prettamente commerciali, ci sono poi il riconoscimento e la tutela delle Ig che, da una prima lettura dei testi non ancora ufficiali, non sembrano essere condizionati da particolari eccezioni. Questo aspetto, se si guarda anche l’Epa con il Giappone e il futuro accordo con la Cina sulle Ig, contribuisce al rafforzamento della lotta all’Italian sounding in tutto il continente asiatico e supporta il processo di consolidamento del sistema di qualità europeo a livello internazionale. Anche dal punto di vista sanitario non sembrano esserci difficoltà particolari. L’importazione di prodotti di origine animale è gestita dalla Food and Veterinary Authority of Singapore (Ava), la stessa che distribuisce le licenze di importazione agli operatori locali.

O

2/19 19:39

TRENTIN

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IL MONDO DEL LATTE 59

20-2 mercati MSPF.indd 59 n 3 marzo 19export IMDL.indd 59

21/02/19 16:40 10:18 24/02/19


MERCATI

IRLANDA NEL MIRINO C

ome si usa dire in questi casi, per la produzione di latte in Europa il 2018 è stato un anno a due velocità. Tra gennaio e luglio, infatti, la quantità uscita dalle stalle dell’Unione è stata sempre superiore a quella del 2017 (in media +1,7%), anno che – come si ricorderà – era stato da record, in barba ai premi accordati dalla Commissione a chi

avesse contenuto le produzioni. In realtà, a partire dalla tarda primavera, invece, la produzione aveva rallentato, allineandosi a quella del 2017. Poi – da agosto – c’è stata un’ulteriore frenata e i livelli produttivi si sono posizionati al di sotto di quelli del 2017. Attenzione, però: esagera parecchio chi dice che il latte è mancato. La disponibilità

LE CONSEGNE DI LATTE IN EUROPA (MIGLIAIA DI TONNELLATE)

GEN 2016 2017 2018 VAR.%

FEB

MAR

APR

MAG

GIU

LUG

AGO

SET

OTT

NOV

DIC

12.774 12.332 13.568 13.573 14.230 13.240 13.150 12.739 11.917 12.057 11.493 12.186 12.551 11.772 13.633 13.694 14.318 13.496 13.427 13.054 12.445 12.653 12.174 12.690 13.074 12.106 13.741 13.834 14.571 13.640 13.556 13.070 12.428 12.632 12.080 12.700 4,2% 2,8% 0,8% 1,0% 1,8% 1,1% 1,0% 0,1% -0,1% -0,2% -0,8% 0,1

L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI

€/100 kg

700 650 600 550 500 450 400 350 300 5

LATTE SCREMATO IN POLVERE

20

25

30

35

40

45

50

100

200

90

160 settimane

140 120 100 5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

80 70 60

settimane

€/100 kg

180 €/100 kg

15

SIERO IN POLVERE

110

220

10

settimane

BURRO

Le prime settimane del 2019 mostrano un leggero aumento delle quotazioni delle materie grasse, mentre. Il crescita anche latte e siero in polvere.

50 40 5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

60 IL MONDO DEL LATTE

20-2 mercato mercati latte60 produzioni 1+mezza MSPF.indd 60 n 3 marzo 19 IMDL.indd

21/02/19 16:40 10:20 24/02/19


2/19 10:20

complessiva è stata comunque superiore a quella del 2017 (+1%) e le imprese europee hanno potuto quindi disporre e lavorare circa un milione e mezzo di tonnellate di latte in più rispetto al passato. Oltre che guardare alla produzione complessiva è sempre bene analizzare quanto

LE CONSEGNE DI LATTE NEI (VARIAZIONI % SUL 2017) BELGIO IRLANDA POLONIA DANIMARCA GERMANIA ITALIA GRAN BRETAGNA FRANCIA PAESI BASSI ALTRI TOTALE

n 3 marzo 19 IMDL.indd 61

-2,6%

succede nei Paesi dove la produzione è più rilevante. Salvo che in Olanda, dove nel 2018 si è registrata una flessione importante, tutti gli altri poli di riferimento (Germania, Polonia, Danimarca, Irlanda e Belgio), hanno messo a segno dati positivi. E anche l’Italia, nonostante la flessione dell’ultimo quadrimestre ha chiuso l’anno con segno “+”. Anche questa volta è bene PRINCIPALI PAESI EUROPEI guardare al nostro osservato speciale: l’Irlanda. Non ci si faccia ingannare dal dato medio consuntivo, comunque importante (+3,9 +4,4% per cento). Negli ultimi +3,9% mesi del 2018, infatti, la raccolta è ripartita alla +2,5% grande, con un incremento medio dell’ultimo trimestre +2,5% del 18 per cento. È sempre più chiaro che Dublino +2,0% sta investendo in modo massiccio nella zootecnia sia +1,2% da carne sia da latte e che guarda all’estero con i propri +0,2% prodotti, presentandoli come 0,0% altamente sostenibili, grazie all’estensione dei pascoli, a un clima particolarmente adatto all’allevamento e +1,0% alla bassa densità della popolazione. Siamo di fronte +1,0% a una “Nuova Zelanda” dell’Unione europea? + 1,5 MILIONI DI TONNELLATE

24/02/19 16:40


MERCATI

BORSA PREZZI

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

20-2 corretto2mercati borsa n 3 marzo 19 IMDL.indd 62prezzi MSPFP.indd 62

2017 2018 DICEMBRE DICEMBRE MEDIA MEDIA

. VAR.

2019 GENNAIO MEDIA

2018 GENNAIO MEDIA

. VAR.

2,48 4,08 4,33 2,28 7,86 7,27 6,06 13,11 12,07 10,47 5,45 6,45 5,10 4,48 5,33 5,58 5,88

2,96 4,26 4,51 2,76 7,48 6,45 5,28 11,55 10,58 9,60 5,35 6,35 5,15 4,35 5,20 5,52 5,82

-16,22% -4,23% -3,99% -17,39% 5,08% 12,71% 14,77% 13,51% 14,08% 9,06% 1,87% 1,57% -0,97% 2,99% 2,50% 1,09% 1,03%

2,45 4,05 4,30 2,25 8,31 7,73 6,43 13,32 12,34 10,86 5,53 6,53 5,10 4,58 5,43 5,65 5,95

2,53 3,83 4,08 2,33 7,35 6,35 5,21 11,64 10,67 9,69 5,35 6,35 5,15 4,35 5,20 5,52 5,82

-3,16% 5,74% 5,39% -3,43% 13,06% 21,73% 23,42% 14,43% 15,65% 12,07% 3,36% 2,83% -0,97% 5,29% 4,42% 2,36% 2,23%

444,38

386,25

15,05%

421,25

353,13

19,29%

13,925 13,025 12,225 NQ

12,050 11,450 10,750 10,000

15,56% 13,76% 13,72% ---

14,200 13,300 12,500 ---

12,050 11,450 10,750 10,000

17,84% 16,16% 16,28% ---

21/02/19 16:40 10:07 24/02/19


LA TUA SCELTA

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Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.

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MERCATI

ESPORTAZIONI ITALIANE

DI LATTE

EL IL M O N D O D

L AT T E N. 3

MARZO

2019 -

ANNO

IL

LXXIII -

LATTE NEL MONDO MENSILE

LATTE IN CONFEZIONI

LATTE SFUSO IN CISTERNA

0401 1010 2011 2091

0401 1090 2019 2099

46 3

10 1

152 292 850

171 27 2.593

CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO

4 20 10 40 6 1.423

2 2 5 16 3 2.830

2 6 23

2

3.193 1 117 2 574 7 5.348 1 125 5.474 19 5.493

103

2.962 4 1 2.967 5 2.972

40.502

353

3.755 29.506 3.297 159

1 113 42 5

45.995 29.370

3.325 1.517

26 1

70% O POSTALE IN ABBONAMENT IONE E SPA SPEDIZ POSTE ITALIAN

PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15

ROMA

CODICE DOGANALE

RM AUT MP-AT/c/

GENNAIO - OTTOBRE 2018 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

CIALE DI ORGANO UFFI

ASSOLATTE

E DEL

FIL-IDF COMITATO ITALIANO

ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL

L AT T E

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF

Il costo dell’abbonamento per l’anno 2019 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)

“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it

64 IL MONDO DEL LATTE

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Centrale del Latte di Torino

BenessereAnimale21x29,7_CLT.indd 1

30/11/18 17:10


MERCATI

DOP, PRODUZIONE GIÙ MA CRESCE L’EXPORT S e guardiamo allo stesso periodo dello scorso anno vediamo dati sulle produzioni dei formaggi Dop ben diversi da quelli attuali. Spinti da una produzione di latte particolarmente elevata (le consegne registravano tassi di crescita superiori al 5% con punte ancora maggiori in alcune regioni del Nord), i principali formaggi Dop mostravano crescite di un certo

rilievo, con il Parmigiano Reggiano che viaggiava sistematicamente sopra il 5-6%, il Grana Padano intorno al 3-4% e a seguire gli altri. Sono passati solo 12 mesi e abbiamo di fronte un panorama radicalmente diverso: salvo poche eccezioni, i volumi sono in calo oppure stabili, con la sola eccezione del Gorgonzola, che continua la sua crescita inesorabile, trainato da una

LA PRODUZIONE DEI FORMAGGI DOP (GENNAIO 2019 VS GENNAIO 2018) 8,5 6,3 3,6

2,1

0,6 -0,2

-1,0

-1,9

-0,6 -4,0

-6,4

-7,6

2018

2019

GORGONZOLA GRANA PADANO

ASIAGO

domanda interna evidentemente positiva e da un export che sta dando soddisfazioni agli operatori. È davvero difficile capire se le fluttuazioni che si stanno registrando dipendano dai piani produttivi dei Consorzi – peraltro già operativi lo scorso anno –, da un calo della produzione industriale che ha caratterizzato l’ultimo trimestre del 2018 e l’inizio del 2019, da una visione di mercato meno rosea rispetto al passato o solo da una minore disponibilità di latte nelle zone di origine. La diffusione dei dati sulla produzione di latte non è mai tempestiva quanto quella sui formaggi (mentre scriviamo, i dati Sian sulle consegne sono ancora fermi al mese di novembre), il che rende difficile azzardare previsioni per il futuro, anche se – come abbiamo avuto modo di dire – sembra che la produzione di latte stia ripartendo.

PARMIGIANO REGGIANO

TALEGGIO

QUARTIROLO

L’EXPORT DEI FORMAGGI DOP NEL 2018 18,3

1,0

3,9

5,9

5,6 5,1

12,8

7,7

2,9 4,8 -1,1 -2,2

-16,1 -22,8 -26,2

-30,6 TOTALE

GRANA PADANO, FIORE SARDO, FORMAGGI PARMIGIANO PECORINO GRATTUGIATI REGGIANO ROMANO

GORGONZOLA

TONNELLATE

EURO

PROVOLONE

TALEGGIO

ASIAGO, CACCIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO

Se le produzioni flettono, lo stesso non si può dire per l’export, che continua a dare soddisfazioni agli operatori. Non a tutti, certo: conosciamo bene la situazione del Pecorino Romano, che nel 2018 ha perso quasi un terzo dei propri volumi all’estero, e della grande famiglia che raggruppa Asiago, Montasio e Caciocavallo. I tassi di crescita delle vendite all’estero degli altri prodotti Dop, però, sono tutti in crescita e con valori superiori a quelli medi, con picchi davvero interessanti.

66 IL MONDO DEL LATTE 20-2 mercati dop SPFM.indd 66

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NORMATIVE

SAPORE IN CERCA D’AUTORE SECONDO LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA IL GUSTO DI UN FORMAGGIO NON PUÒ ESSERE TUTELATO COME UNA CREAZIONE INTELLETTUALE di Leonardo Graverini

I

l 13 novembre 2018 la Corte di Giustizia europea si è pronunciata su un caso molto interessante (causa C 310/17), sollevato da un tribunale olandese in riferimento a un contenzioso tra due operatori circa la sussistenza o meno di una violazione dei diritti di proprietà intellettuale riguardo al sapore di un formaggio. Oggetto del contendere il gusto dell’Heksenkaas (o Heks’nkaas), un formaggio spalmabile con panna ed erbe aromatiche creato nel 2007 da un commerciante olandese, il quale nel 2011 cedette

i diritti di proprietà intellettuale alla società Levola Hengelo BV con regolare contratto. L’anno seguente sul procedimento di produzione dell’Heksenkaas venne anche concesso un brevetto. Su queste basi Levola ha deciso di citare in giudizio la società Smilde Foods BV, che dal 2014 ha avviato la produzione di un alimento denominato “Witte Wievenkaas” e alla quale veniva contestata la violazione dei diritti d’autore relativi al sapore dell’Heksenkaas. In particolare, nel rilevare che a suo avviso il diritto d’autore

su un sapore si riferirebbe alla “impressione complessiva sugli organi del gusto prodotta dal consumo di un alimento, compresa la sensazione tattile percepita nella bocca”, Levola ha chiesto al giudice olandese di dichiarare che il sapore dell’Heksenkaas costituisce una creazione intellettuale propria del suo produttore e gode, quindi, della tutela a titolo di diritto d’autore in quanto opera, ai sensi dell’articolo 1 della legge sul diritto d’autore. Inoltre, che il sapore del prodotto fabbricato dalla Smilde costituisce una riproduzione di tale opera.

IL MONDO DEL LATTE 69

20-2 normative graverini MSPF.indd 69 n 3 marzo 19 IMDL.indd 69

21/02/19 16:40 10:55 24/02/19


NORMATIVE Levola ha provato a sostenere Più in particolare, il giudice olandese nel campo letterario, scientifico che il sapore di un alimento chiese: e artistico, qualunque ne sia il può essere qualificato al pari di a) se osti a una protezione a norma modo o la forma di espressione e, un’opera letteraria, scientifica o del diritto d’autore il fatto che inoltre, sono le espressioni e non artistica protetta dal diritto d’autore sebbene la nozione “opere letterarie le idee, i procedimenti, i metodi e, a tale proposito, ha invocato per e artistiche”, di cui all’articolo 2, di funzionamento o i concetti in analogia una sentenza del 2006 paragrafo 1, della quanto tali a poter nella quale la Corte suprema dei Convenzione di Berna essere protette in virtù Paesi Bassi ammise, in linea (che è vincolante per del diritto d’autore. NON SI PUÒ di principio, la possibilità di tutti gli Stati frll’Ue per Di conseguenza, la DEFINIRE riconoscere il diritto d’autore il tramite del Trattato nozione di “opera” IN MANIERA sull’odore di un profumo. Viceversa, dell’Organizzazione di cui alla Direttiva PRECISA la Smilde ha asserito che la Mondiale della 2001/29, implica E OBIETTIVA protezione dei sapori non rientra Proprietà Intellettualenecessariamente UN SAPORE nel sistema del diritto d’autore, Ompi del 1996), un’espressione che riguarderebbe unicamente comprenda “tutte le dell’oggetto della le creazioni visive e sonore. produzioni nel campo tutela ai sensi del Inoltre, l’instabilità di un alimento letterario, scientifico diritto d’autore che lo e il carattere soggettivo della e artistico, qualunque ne sia il renda identificabile con sufficiente percezione gustativa impedirebbero modo o la forma di espressione”, precisione e obiettività, quand’anche di qualificare il sapore di un alimento tutti gli esempi inclusi in questa tale espressione non fosse quale opera protetta dal diritto disposizione riguardano creazioni necessariamente permanente. d’autore. Oltretutto, i diritti esclusivi percepibili con gli occhi o con l’udito dell’autore di un’opera di proprietà (e quindi non con il gusto); NO AL DIRITTO D’AUTORE intellettuale e le limitazioni alle quali b) se l’(eventuale) instabilità di un Per quanto riguarda il sapore tali diritti sono sottoposti, sarebbero alimento e/o il carattere soggettivo di un alimento, la possibilità di nella pratica inapplicabili ai sapori. dell’esperienza gustativa dello un’identificazione precisa e obiettiva Durante il procedimento emerse stesso ostino a qualificare il sapore non sussiste. Infatti, a differenza, che, contrariamente alla sentenza di un alimento come opera protetta ad esempio, di un’opera letteraria, olandese sulla possibilità di dal diritto d’autore. pittorica, cinematografica o musicale, riconoscere un diritto d’autore che è un’espressione precisa e LA QUALIFICA DI “OPERA” sull’odore di un profumo, nel 2013 obiettiva, l’identificazione del sapore A tali quesiti, la sentenza della Corte di un alimento si basa essenzialmente la Corte di Cassazione francese di Giustizia europea ha dato risposte su sensazioni ed esperienze aveva categoricamente negato molto chiare, pur nella complessità gustative soggettive e variabili, in la possibilità di una protezione della materia. quanto dipendono, in particolare, di un odore a norma del diritto Secondo la Corte europea, il da fattori connessi alla persona che d’autore. Tale contrasto evidenziava sapore di un alimento può essere assapora il prodotto, come la sua pertanto l’esistenza di divergenze tutelato dal diritto d’autore in età, le sue preferenze alimentari e nella giurisprudenza degli organi forza della Direttiva 2001/29 le sue abitudini di consumo, nonché giurisdizionali nazionali dei Paesi Ue l’ambiente o il contesto in cui tale riguardo all’analoga questione se un solo se può essere qualificato come “opera”. Affinché ciò possa prodotto viene assaggiato. odore possa essere oggetto di una avvenire occorre che Inoltre, con i mezzi tecnici disponibili protezione ai sensi del siano soddisfatte due allo stato attuale dello sviluppo diritto d’autore. condizioni cumulative: scientifico, non è possibile procedere Il giudice olandese ODORI E 1) l’oggetto di cui a un’identificazione precisa e obiettiva investito della SENSAZIONI trattasi dev’essere del sapore di un alimento che questione decise DEL PALATO originale, nel senso consenta di distinguerlo dal sapore di quindi di chiedere in che costituisca una altri prodotti dello stesso tipo. via pregiudiziale alla SONO creazione intellettuale Pertanto, conclude la Corte, il Corte di Giustizia ESPERIENZE propria del suo autore, sapore di un alimento non può europea se il diritto SOGGETTIVE 2) la qualificazione essere qualificato come “opera” ai Ue, nella fattispecie come “opera” è sensi della Direttiva 2001/29, con la Direttiva 2001/29, riservata agli elementi la conseguenza che il sapore di un impedisca che il che sono espressione di una siffatta alimento non può essere tutelato dal sapore di un alimento – come creazione intellettuale. diritto d’autore né ai sensi di creazione intellettuale dell’autore A tale proposito, evidenzia la tale Direttiva, né sulla base di – sia tutelato dal diritto d’autore Corte, secondo la normativa eventuali normative nazionali, dato e che una normativa nazionale sia internazionale e quella Ue, le che la nozione europea di “opera” interpretata in modo da accordare opere letterarie e artistiche richiede un’interpretazione uniforme la tutela del diritto d’autore a un comprendono tutte le produzioni in tutta l’Unione. siffatto sapore.

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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE STIAMO PRODUCENDO PRODOTTI LATTIEROCASEARI DESTINATI ESCLUSIVAMENTE AL MERCATO CINESE: DOBBIAMO APPLICARE IL DECRETO 9 DICEMBRE 2016 SULL’ORIGINE DEL LATTE?

L’obbligo di indicazione di origine si applica solo ai prodotti destinati al mercato italiano, con esclusione, quindi, dei prodotti destinati ad altri Paesi. Dunque non è obbligatorio indicare l’origine sui prodotti destinati al mercato cinese.

QUALI SONO LE FUNZIONI DEL CONOE E QUALI AZIENDE SONO TENUTE A PARTECIPARVI E A CORRISPONDERE I CONTRIBUTI PREVISTI?

3. le imprese che effettuano la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio di oli e grassi vegetali e animali esausti. La partecipazione dei produttori e degli importatori di oli e grassi vegetali e animali per uso alimentare destinati al mercato interno (ossia le aziende alimentari) è solo volontaria ed eventuale. Le aziende alimentari sono tuttavia obbligate a versare un contributo ambientale al Conoe. Tale contributo è determinato nelle seguenti misure, in relazione – come detto – alle diverse tipologie di prodotti e tenuto conto della suscettibilità degli stessi a divenire esausti: a) oli di oliva vergini e olio di oliva, in confezioni di capacità superiore a 5 litri: euro 0,0102/kg; b) oli vegetali, diversi da quelli di cui alla lettera a), in confezioni di capacità superiore ad 1 litro: euro 0,0108/kg; c) grassi animali e vegetali in confezioni di capacità superiore a 500 grammi: euro 0,0005/kg; d) oli extravergini di oliva (nei soli casi indicati all'articolo 233, comma 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152): euro 0,0102/kg.

?

Il Conoe, Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, è stato istituito il 1° ottobre 1998 ai sensi dell’art. 47 del D.lgs. 22/97 (decreto Ronchi), modificato dall’art. 233 del D.lgs. 152/06 (Codice ambientale), con finalità ambientali. La piena operatività del Consorzio è rimasta bloccata per circa venti anni, finché è nuovamente intervenuto il Parlamento, con l’art. 10 della Legge n. 154/2016, a decidere in via definitiva chi e quanto dovesse pagare, fissando importi differenti per le distinte tipologie di prodotti sulla base della diversa suscettibilità degli stessi a divenire esausti. Per questo motivo, il contributo sui grassi animali è stato fissato in termini generali e forfettari in una misura 50 volte inferiore a quella degli oli vegetali. La partecipazione al Consorzio è obbligatoria solo per le seguenti tre categorie: 1. le imprese che producono, importano o detengono oli e grassi vegetali e animali esausti; 2. le imprese che riciclano e recuperano oli e grassi vegetali e animali esausti; ESISTE QUALCHE NORMATIVA EUROPEA DI ARMONIZZAZIONE CIRCA LE DICITURE DI ETICHETTATURA PER I PRODOTTI “SENZA LATTOSIO”? NEGLI ALTRI STATI MEMBRI UE, PER UN PRODOTTO DENOMINATO “CHEESE LACTOSEFREE”, È OBBLIGATORIA LA DICITURA “IL PRODOTTO CONTIENE GLUCOSIO E GALATTOSIO IN CONSEGUENZA DELLA SCISSIONE DEL LATTOSIO” STABILITA PER L’ITALIA IN UNA CIRCOLARE DEL MINISTERO ITALIANO DELLA SALUTE?

ridotta di lattosio nei prodotti alimentari, il tema non ci risulta al momento in cima alle priorità della Commissione europea. Le indicazioni fornite dal ministero italiano della Salute valgono dunque esclusivamente per il mercato nazionale. L’indicazione “lactose-free”, le soglie ritenute valide e le eventuali condizioni di utilizzo del claim, quindi, vanno verificate caso per caso per ciascun mercato di commercializzazione del prodotto. Verifica che è consigliabile fare con l’importatore locale, il quale, oltre a essere al corrente delle normative vigenti, ha anche la giusta percezione delle eventuali interpretazioni e letture della normativa locale.

A QUALI CONDIZIONI È POSSIBILE RIPORTARE IN ETICHETTA IL CLAIM “PRODOTTO TRADIZIONALE ITALIANO”?

trova inserito nell’elenco dei “Prodotti Agroalimentari Tradizionali” istituito presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali in base all’art. 8.1 del D.lgs n. 173/1998 e al Dm n. 350/1999. In tal caso, qualora il prodotto non figurasse effettivamente in detto elenco, dovrà essere valutata l’eventualità che l’indicazione possa risultare ingannevole. Ai fini dell’inserimento nell’elenco, il sito del Mipaaf precisava che “Si definiscono «Prodotti Agroalimentari Tradizionali» quei prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo. In particolare, devono risultare praticate sul territorio di riferimento in maniera omogenea secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore a 25 anni. Sono esclusi i prodotti agroalimentari registrati come Dop e Igp”.

Non esistono normative europee sui prodotti senza lattosio. Benché sia stata ritenuta importante un’armonizzazione a livello comunitario delle indicazioni relative all’assenza o presenza

Il claim in questione costituisce un messaggio pubblicitario volontario ed è importante, a questo riguardo, considerare anzitutto – come premessa generale – che l’operatore che decide di farne uso allo scopo di attribuire connotazioni di superiorità o distintività qualitativa al proprio prodotto, deve verificarne, anche rispetto ai concorrenti, la lealtà, onestà, veridicità, correttezza, che non induca in errore il consumatore e che le qualità vantate non consistano in caratteristiche comuni a tutti gli alimenti analoghi. Per quanto concerne il claim “Prodotto tradizionale italiano”, spetterà all’operatore che se ne serve spiegare, documentare e dimostrare il perché di tale affermazione e soprattutto perché il prodotto è definito “tradizionale”. Evidenziamo peraltro che una tale indicazione potrebbe suggerire all’acquirente che il prodotto sul quale è apposta si 72 IL MONDO DEL LATTE

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