Il Mondo del Latte - Marzo 2017

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IL MONDO DEL

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MARZO

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ANNO LXXI

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IL LATTE NEL MONDO

MENSILE

POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

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ROMA

AUT MP-AT/c/RM

SPECIALE ETICHETTATURA D’ORIGINE

La case history FATTORIE FIANDINO L’EXPORT ITALIANO TRAINA LA RIPRESA ECONOMICA NUOVE OPPORTUNITÀ NEL MERCATO LATTIERO-CASEARIO MONDIALE ORGANO UFFICIALE DI

ASSOLATTE

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COMITATO ITALIANO FIL-IDF


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L AT T E EDITORIALE Dal vocabolario della lingua italiana: · Cacofonia: stonatura dovuta specialmente ad accordi errati, a strumenti o voci non accordati insieme. · Polifonia: combinazione simultanea di più voci o strumenti, in cui ciascuno svolge un proprio disegno melodico indipendente. · Sinfonia: complesso di vari elementi armonicamente fusi tra loro. Perché parto da queste tre definizioni? Perché nel settore alimentare – da troppo tempo – viviamo nella più totale cacofonia. Tutti parlano per sostenere le proprie tesi, tanti lo fanno ad alta voce oppure in piazza, per coprire il suono degli altri. Il risultato è una fastidiosa cacofonia, un insieme di suoni che vanno ognuno per proprio conto. Impossibile trovare soluzioni condivise. Uno dei casi più recenti è quello del Decreto sull’indicazione dell’origine in etichetta per il latte, che entrerà in vigore tra poche settimane. Nelle intenzioni di chi lo ha prima invocato e poi preannunciato con gran battage mediatico, il Decreto risponde alle esigenze e alle richieste di trasparenza dei consumatori italiani. In realtà, mira a far crescere il valore (leggasi prezzo) del latte italiano. Dimenticando le leggi base dell’economia: il prezzo di qualunque prodotto dipende dal mercato e quindi dalla domanda e dall’offerta. E quando si forza la mano facendo aumentare forzatamente i prezzi, la domanda cala e di conseguenza anche i prezzi si riallineano. Anche noi su questo tema abbiamo detto la nostra, sostenendo che disciplinare solo a livello nazionale una materia così importante comporta più svantaggi che vantaggi. I venti di chiusura protezionistica che soffiano forte e attraversano tutta l’Europa stanno mandando in fumo l’enorme lavoro di armonizzazione delle regole che ha favorito tutte le imprese italiane: se possiamo importare mangimi, sementi, concimi e altri fattori di produzione senza problemi e se esportiamo sempre più prodotti agricoli e agroalimentari è merito anche del fatto che armonizzazione fa rima con libera circolazione. Ma, tant’è, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! Volevamo un tavolo di discussione per condividere le nostre preoccupazioni con gli altri protagonisti della filiera, per trovare (o almeno cercare) soluzioni che venissero incontro alle richieste dei consumatori e del mondo agricolo, ma che non fossero penalizzanti o addirittura punitive per le imprese che lavorano in Italia, ma non è stato possibile: anche questa volta si è preferito ascoltare solo chi ha fatto più rumore. Eppure, la norma riguarda le nostre aziende: chiede di apportare importanti modifiche alle linee di produzione, impatta sul lavoro quotidiano delle imprese, crea difficoltà nei rapporti con i fornitori esteri; obbliga a utilizzare indicazioni poco chiare e, spesso, ingannevoli per il consumatore. E sminuisce e mortifica il nostro “saper fare”, fiore all’occhiello dell’industria alimentare italiana e orgoglio del made in Italy nel mondo. Chissà quando si capirà che su temi così importanti è necessario un approccio polifonico, nel quale ogni suono è ugualmente importante. Mentre resta un’utopia pensare che in futuro si riescano a creare vere e proprie sinfonie. Adriano Hribal

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SOMMARIO

IL MONDO DEL

L AT T E N. 3

MARZO

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NEL MONDO

MENSILE

AUT MP-AT/c/RM

– ROMA

70% POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.

Editoriale Amarcord Fil/Idf: parla il nuovo presidente Judith Bryans: “Comunicare per crescere” Notizie Fil/Idf Notizie dalla Ue Notizie Eda News Libri

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LATTE

SPECIALE ETICHETTATURA D’ORIGINE

ATTUALITÀ PAG. 3 PAG. 7 PAG. 10

ANNO LXXI

IL

La case history FATTORIE FIANDINO L’EXPORT ITALIANO TRAINA LA RIPRESA ECONOMICA NUOVE OPPORTUNITA’ NEL MERCATO LATTIERO-CASEARIO MONDIALE ORGANO UFFICIALE DI

ASSOLATTE

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF

OPINIONI PAG.

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Brexit, Londra all’angolo. Non conviene il braccio di ferro di Paolo De Castro

PROTAGONISTI PAG. 32 PAG. 36

L’azienda del mese: Fattorie Fiandino Giovani: Giovanni Prevosti - Prealpi

ECONOMIA PAG. 38

Il Grana Padano spopola al sud

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987

PAG. 40 SPECIALE ETICHETTATURA D’ORIGINE

MERCATI PAG. 50 PAG. 56 PAG. 58 PAG. 60

Export: con il nostro latte oltre la crisi. L’export del made in Italy spinge la ripresa economica Latte: nuovi equilibri continentali? Prodotti lattiero-caseari: la borsa dei prezzi in Italia Formaggi Dop: una partenza a tutta birra

IGIENE & SICUREZZA PAG. 62

Linee guida per l’esportazione dei prodotti lattieri

NORMATIVE PAG. 65 PAG. 69 PAG. 72

Colori in etichetta per informare i consumatori L’uso del nome di una Dop nella ragione sociale L’esperto risponde

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Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm Questa rivista è stata inviata tramite abbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto richiedere la cessazione dell’invio e/o l’aggiornamento o la cancellazione dei dati in nostro possesso. PREZZI DEGLI ABBONAMENTI: Italia: 118,00 euro Estero: 150,00 euro 1 copia: 11,50 euro Arretrati: 23,00 euro



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Amarcord: C’È ANCORA TROPPA BUROCRAZIA Già nel 1946 Assolatte lamentava un eccesso di adempimenti per le aziende: oggi è fondamentale snellirli per competere sui mercati globali “È noto che il Commercio con l’estero, notevolmente più complicato di quello interno, richiede prontezza di valutazione, rapidità di decisioni, celerità di esecuzione. Le domande di importazioni, di esportazioni, di compensazioni, si accumulano sui tavoli dei funzionari, la Direzione delle Valute deve dare il suo consenso, la Direzione dei Trattati deve esprimere la sua opinione, i Comitati debbono vagliare le proposte, spesso occorre interpellare altri Dicasteri; poi c’è la copia, la firma, il protocollo, la spedizione. Poi c’è il Ministero delle Finanze che deve emettere la licenza a fini doganali. Sono giorni, settimane, a volte mesi, che passano nell’attesa del sì o del no. Gli operatori si agitano, premono, assillano, sono petulanti: non hanno torto. Abbiamo già parlato della necessità di liberare gli esportatori dalle pastoie che attualmente impediscono le esportazioni dei prodotti lattiero-caseari. Il perché

di questa necessità è stato detto e ripetuto: dobbiamo riconquistare i mercati esteri, dobbiamo affrontare una concorrenza che è diventata prepotente [...]”. Non stiamo citando doglianze recenti, ma un appunto del 1946, inviato da Assolatte all’allora ministro del Commercio internazionale Pietro Campilli, per lamentare la troppa burocrazia a carico delle imprese esportatrici. Sappiamo bene che nell’appunto – firmato da Ercole Locatelli – si citano direzioni, dipartimenti e autorizzazioni ormai superati, ma chiunque esporti può confermare che la filosofia con cui si legifera non è mai cambiata e che per portare i propri prodotti oltre confine ci si deve confrontare con una burocrazia nazionale e internazionale che taglia le gambe. Ma, se nel 1946 l’Italia viveva un momento storico particolare, perché dopo la fame portata dalla guerra si

cercava di garantire al mercato interno abbondanza di generi di prima necessità, mettendo i bastoni tra le ruote a chi con i prodotti voleva andare alla conquista del mondo, oggi questa forma mentis non è più accettabile. A distanza di settant’anni, l’eccessivo carico burocratico che grava sulle aziende non è mai stato risolto ed è ancora uno dei temi più cari alle imprese. E di grande attualità è anche la domanda che il presidente Locatelli poneva al ministro: “È lecito supporre che il legislatore debba adattare le leggi alle necessità della vita economica e non invece che egli debba pretendere che le necessità della vita economica si adeguino alle leggi?”

Se nel dopoguerra i governi imponevano dazi alle aziende che volevano esportare, perché bisognava nutrire gli italiani, oggi questa visione è del tutto superata

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OPINIONE

BREXIT, LONDRA ALL’ANGOLO ALL’ISOLA NON CONVIENE IL BRACCIO DI FERRO Dopo mesi di riflessione pubblica soprattutto da parte britannica, dalla fine del 2016 anche think tank e istituti di ricerca dell’Ue hanno iniziato a pubblicare analisi sull’impatto potenziale della Brexit sugli altri Paesi dell’Unione. Questa asimmetria è normale: Londra ha scelto di lasciare l’Ue e, secondo i trattati, non può negoziare relazioni speciali con altri Stati senza prima di aver chiarito la natura del suo rapporto con il resto d’Europa. Questo per dire che è normale che a porsi per primo il problema dell’impatto della Brexit sia il governo d’Oltremanica e che a questo scopo investa anche in comunicazione pubblica. GLI OBIETTIVI DI DOWNING STREET Un documento pubblicato dal governo di Londra nei primi giorni di febbraio mette nero su bianco quali sono gli obiettivi negoziali che il Regno Unito intende perseguire. Rispetto ai discorsi, anche quello sulla cosiddetta “hard Brexit” tenuto all’inizio dell’anno dalla premier Theresa May, il documento sembra redatto da autori che sono a sostegno dell’approccio “soft”. Il documento riapre questioni sollevate soprattutto dalla parte più cosmopolita della società britannica, che ancora non si fa capace di come il loro Paese si trovi oggi a voler troncare rapporti commerciali e politici consolidati in 40 anni di storia e una relazione che ha sempre tenuto conto (troppo, secondo alcuni) dell’eccezione britannica, per scegliere un salto nel vuoto. “Il Parlamento del Regno Unito è rimasto sovrano durante tutta la nostra adesione all’Unione europea, ma non è stato sempre percepito così” è il passaggio del documento che sancisce questa lacerazione. Un governo che sta

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per lasciare il club dei Ventotto, che certifica che l’appartenenza all’Ue non significa cessione di sovranità dei parlamenti nazionali, contraddice uno degli assunti principali dei pro-Brexit e dei “sovranisti” di tutta Europa. Promesse di accordi commerciali lampo con gli Usa nel giro di 90 giorni arrivate da personaggi vicini all’amministrazione Trump sono francamente esagerate. Dei dodici obiettivi indicati nel documento dal numero 10 di Downing Street, in questa sede interessano soprattutto quelli relativi alla volontà di lasciare il mercato unico e creare nuove relazioni commerciali con l’Ue. Tenuto conto che in un negoziato complicato come sarà quello sulla Brexit non giova isolare settori economici, va detto che quelli agricolo, alimentare e della pesca del Regno Unito sono molto influenzati dalle leggi comunitarie, ad esempio attraverso la politica agricola

di Paolo De Castro, parlamentare europeo


comune (Pac). D’altra parte il e Francia. Per quanto riguarda Regno Unito è un contributore l’Italia e la categoria dei formaggi netto al bilancio e latticini, il dell’Ue. Secondo nostro Paese alcune stime, la rappresenta il sua uscita creerà quarto fornitore A valore, un buco nel budget del Regno Unito, il Regno da 10 miliardi con una quota di Unito esporta l’anno. Altre stime mercato dell’11% quantificano i in valore. nell’Ue tre minori introiti Il saldo della volte quanto nel bilancio bilancia della Pac in un commerciale importa range compreso agroalimentare tra 1,2 e 3,1 Uk-Ue, si legge miliardi l’anno. nel documento, Il Regno Unito è però un “mette in evidenza il mutuo importatore netto di prodotti interesse di Regno Unito e agroalimentari, provenienti in Unione europea a garantire grandissima parte dall’Europa. la continuità di alti livelli di Nel 2015 le esportazioni di accesso reciproco al mercato prodotti d’Oltremanica verso in futuro”. Dal bilancio appena l’Ue valevano 12,7 miliardi di tracciato, emerge che l’interesse euro, mentre il flusso inverso è soprattutto del governo di valeva quasi tre volte, cioè 32,5 Londra. miliardi. Il 70% delle importazioni agroalimentari annue del Regno GUAI IN VISTA PER DOP E IGP Unito provengono dall’Ue, La situazione potrebbe soprattutto da Irlanda, Olanda risultare però ribaltata per

quanto riguarda Dop e Igp. Secondo un’analisi svolta dai servizi del Parlamento europeo per la Commissione Agricoltura, nel registro della qualità Ue ci sono 59 prodotti britannici che Londra dovrebbe voler mantenere. Nell’ipotesi piuttosto estrema di rottura sui prodotti a indicazione geografica, tuttavia, la normativa Ue smetterebbe di essere applicabile Oltremanica, mentre i prodotti del Regno Unito continuerebbero a essere comunque protetti nell’Ue perché il registro Dop e Igp è per definizione aperto alle specialità gastronomiche extraUe. Questo esporrebbe oltre un migliaio di denominazioni a tentativi di contraffazione che nel Regno Unito sono per tradizione abbastanza frequenti e sui quali si è cominciato a intervenire in modo sistematico solo dopo l’approvazione del cosiddetto pacchetto qualità del 2012.


ATTUALITÀ FIL/IDF PARLA IL NUOVO PRESIDENTE FIL/IDF JUDITH BRYANS

“COMUNICARE PER CRESCERE” di Chiara Fabrizi Judith Bryans, Ceo di Dairy Uk, è stata nominata nuovo presidente della Federazione Internazionale del Latte lo scorso 16 ottobre durante la 104esima assemblea generale della Fil/Idf a Rotterdam.Capacità di comunicare in modo efficace, risolvere i problemi di adesione e rafforzare le finanze: questi i punti principali sui quali il nuovo presidente Fil intende puntare. L’intenzione di valorizzare la comunicazione è uno dei motivi che – secondo lei – l’hanno portata al vertice della Fil/Idf. Infatti, sulla base degli input ricevuti, l’intenzione sarebbe Judith Bryans, di rivedere in maniera radicale la strategia Ceo di Dairy Uk di comunicazione dell’organizzazione per migliorarla e renderla più incisiva: fondata sui fatti e sulla scienza, ma anche comprensibile a un pubblico e interlocutori non tecnici. sono perfetti. Coinvolta da molti anni nel settore lattieroLei è coinvolta nelle attività della Fil/Idf caseario e nella Fil, ha sviluppato grande dal 2005. Qual è il suo ricordo più bello? esperienza nello sviluppo di strategie volte Il mio ricordo più bello va al momento in cui al raggiungimento degli obiettivi del settore. Jeremy (Jeremy Hill, ex presidente Fil, ndr) Qualche domanda per conoscerla meglio. Da quanto tempo lavora nel settore lattiero- ha annunciato che l’Assemblea generale mi ha votata come nuovo presidente della caseario? federazione. È stata incredibile l’emozione Ho iniziato nel 2004. Ho un background che ho vissuto per il fatto che i colleghi scientifico, con un dottorato di ricerca in della comunità Fil di tutto il mondo abbiano nutrizione. Il mio primo ruolo nel settore posto la loro fiducia in me per portare avanti lattiero-caseario è stato quello di esperta di un’organizzazione nella quale nutrizione per The Dairy Council, credo davvero, è qualcosa che un’organizzazione scientifica che faccio fatica a esprimere a parole. svolge attività che coinvolgono Dobbiamo Detto questo, ho molti bei ricordi sia il mondo accademico che i della Fil. consumatori. Dopo un anno sono difendere Il mio primo summit Fil è stato diventata direttore di questa il valore quello di Vancouver e ricordo organizzazione. Nel corso degli anni, che mi trovavo alla riunione dello di una i miei interessi ed esperienze si sono Standing Committee on Nutrition ampliati e nel 2013 sono diventata filiera and Health e che per la prima Ceo di Dairy Uk, l’associazione di eccellente volta ho sentito il cameratismo e categoria che rappresenta l’intera l’amicizia degli esperti Fil e dello filiera lattiero-casearia inglese su staff. Ho riconosciuto il beneficio temi di salute pubblica, questioni e l’importanza di avere una rete tecniche relative all’integrità della globale forte nella quale tutti lavorano per lo filiera, problemi ambientali e di sostenibilità, stesso obiettivo e per cercare un consenso salute e sicurezza, questioni agricole che interessano la filiera (Map, la malattia di Johne, comune. Cerchiamo di essere onesti, non è sempre facile ottenere un consenso, ma antibiotici ecc.) e la politica. quando è possibile, è qualcosa di potente. Perché ha scelto questo settore? E, naturalmente, ci sono molti, molti altri Volevo passare dall’università all’industria, ma ricordi. non mi interessava un qualsiasi posto di lavoro Perché ha deciso di correre per la in un settore qualsiasi. Volevo essere in grado di parlare di prodotti dei quali essere orgogliosi, presidenza Fil? Correre per la presidenza Fil non è stata una crederci e parlarne onestamente da un punto decisione che ho preso alla leggera. Sono di vista nutrizionale. I prodotti lattiero-caseari

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stata coinvolta nella federazione a ogni i nostri messaggi siano fondati, ma, allo livello, da membro e presidente del Comitato stesso tempo, espressi in maniera facile e permanente per la nutrizione e la salute a coinvolgente. La resistenza antimicrobica, le membro del Comitato di coordinamento del questioni ambientali, la crescita dei prodotti programma scientifico e del Consiglio. a base vegetale, il benessere degli animali, Ho visto l’enorme quantità di cose nelle il mantenimento dei nostri standard, la quali l’organizzazione è impegnata. Lavoro dimostrazione a organizzazioni intergovernative che è essenziale per il settore. Un lavoro, va o ad altri operatori del ruolo che hanno i nostri detto, che a volte i membri Fil non conoscono prodotti nelle diete dei consumatori di oggi o per il quale la federazione non ottiene e delle future generazioni costituiscono tutte il meritato riconoscimento. Avrete senza sfide alle quali siamo chiamati a rispondere. dubbio sentito molte persone dire che se la E anche se c’è del lavoro da fare, abbiamo Fil/Idf non esistesse, dovremmo inventarla. una buona storia alle spalle. Questo significa Quelle non sono solo parole per me, io ci utilizzare le risorse e le competenze Fil per credo fermamente. Conoscevo il potenziale contribuire a rendere il nostro comparto più della Fil e sapevo ciò che l’organizzazione moderno, più reattivo e pronto a cogliere le può fare per e per conto dei suoi membri. Ho opportunità. deciso di correre per la carica di presidente Perché un Paese dovrebbe aderire alla Fil? perché credo fortemente nella sua visione e Ci sono molte ragioni per le quali un Paese volevo aiutare l’organizzazione a raggiungere dovrebbe aderire alla federazione. Prima di i suoi obiettivi e parlare in modo chiaro, con tutto, la Fil fornisce una competenza globale un’unica forte voce. di rappresentanza della filiera lattiero-casearia Quale crede sia la più grande sfida per la su una serie di problemi. Se non si dispone Fil? di un posto al tavolo Fil, non si è in grado Il mondo sta cambiando a un ritmo di contribuire alle decisioni che possono sorprendente e se vogliamo garantire un riguardare il settore nazionale, fino a valle. ruolo per i prodotti lattiero-caseari, Ogni settore lattiero-caseario nazionale ha abbiamo bisogno di tenere il potenziali problemi di reputazione relativi alla passo. Pensate a quanta strada sicurezza alimentare, agli standard, alla salute abbiamo fatto negli ultimi 70 e all’integrità dei metodi di produzione e di anni. Nel 1950 nessuno usava trasformazione. la parola globalizzazione. I Attraverso la Fil, possiamo aiutare i Paesi temi della sostenibilità e le a condividere i loro successi, ma anche questioni ambientali non erano i loro errori, in modo che altri possano nell’agenda di alcuno. I prodotti imparare da queste esperienze, creando i a base vegetale non erano un propri successi ed evitando alcuni sbagli. problema, mentre quelli lattiero-caseari Inoltre, i mercati lattiero-caseari emergenti erano una scelta ovvia. I consumatori non si troveranno ad affrontare i problemi con i interagivano con i media, assimilavano i quali i mercati sviluppati si sono confrontati messaggi. prima. E i mercati sviluppati possono imparare Oggi è tutto cambiato. La globalizzazione e dall’adozione di pratiche innovative nei nuovi la sostenibilità sono la nuova normalità. I mercati. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro prodotti a base vegetale sono diventati seria e la Fil facilita il dialogo e promuove la – e spesso aggressiva – concorrenza. Il modo cooperazione tra tutti i suoi membri. in cui i consumatori percepiscono Abbiamo anche un ruolo essenziale i messaggi ha subito una profonda da svolgere per difendere la filiera. evoluzione; il consumatore del Sono una scienziata di professione Servono Ventunesimo secolo si impegna, e nulla mi fa arrabbiare più di messaggi interagisce e si aspetta sempre di affermazioni infondate o di false più da parte dei media. I governi e argomentazioni. Ecco perché il ruolo efficaci le organizzazioni intergovernative della Fil è così importante quando e capaci sono pressati dai gruppi di si lavora con le organizzazioni consumatori e di attivisti che molto internazionali. La scienza alla di spesso usano argomentazioni base del settore lattiero-caseario coinvolgere emotive e non fondate sui fatti. è formidabile e, mettendo insieme Operiamo in un nuovo ambiente le nostre risorse, siamo in grado di che si evolve costantemente. fare la differenza. Se stiamo parlando dei vantaggi Viviamo in un mondo di rumore dei prodotti lattiero-caseari da un punto di perpetuo con nuovi messaggi contrastanti vista nutrizionale, ambientale o economico, e confusi che spuntano ogni giorno, ed abbiamo bisogno di adattarci, in modo che è sempre più difficile farci sentire. È per

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ATTUALITÀ FIL/IDF questo che voglio che la Fil sia depositaria di conoscenza e costituisca un canale tra il settore lattiero-caseario mondiale e i nostri principali partner. Siamo qui per scandire un messaggio e lavorare in modo costruttivo con le organizzazioni internazionali come partner di fiducia. Le opportunità di networking che la Fil offre non sono seconde a nessuno. Qual è la più grande forza del settore? Le credenziali dei prodotti lattiero-caseari sono uniche. I latticini sono nutrienti, sani e sostenibili e la filiera fornisce mezzi di sussistenza a un miliardo di persone in tutto il mondo. Si tratta di un settore che crea, innova e si sforza sempre di fare meglio. Senza

contare che i prodotti lattiero-caseari sono disponibili in tanti gusti, consistenze e sapori. Dove abbiamo debolezze, noi le riconosciamo e lavoriamo per migliorare. La nostra più grande forza è che abbiamo un milione di punti di forza, quindi gridiamolo al mondo.

I prossimi appuntamenti Fil/Idf 2017 Idf/Iso Analytical Week, 7-12 maggio, Madison, Usa Idf World Dairy Summit, 29 ottobre-3 novembre, Belfast, Uk

2018 Idf World Dairy Summit, 9-19 ottobre, Daejeon, Corea del Sud

CONVEGNO GIOVANI RICERCATORI

VERSO IL FUTURO DEL LATTE Definizione dei trend, comprensione delle ragioni e reazioni degli operatori. Quando la ricerca si conferma strumento fondamentale per apprendere le dinamiche e individuare utili soluzioni. Con questo obiettivo il Convegno “Universo Latte: Giovani Ricercatori e Imprese a confronto”, giunto alla seconda edizione e organizzato dal Comitato italiano Fil/Idf, con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Parma, intende presentare e promuovere la ricerca condotta da ricercatori under 40. Questa seconda edizione di Universo Latte si svolgerà il 18-19 maggio 2017 presso la sala convegni della Residenza Gasparini – Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza e sarà dedicata agli aspetti economici, sociologici e

psicologici nonché di marketing relativi al settore lattierocaseario. Il convegno vuole offrire a tutti i ricercatori operanti in Italia l’opportunità di confrontarsi e discutere, con esponenti ed esperti delle imprese attive nel settore, i temi delle proprie ricerche e le relative acquisizioni trasferibili alla realtà produttiva o idonee a costituire nuove basi conoscitive. Dottorandi, assegnisti e ricercatori under 40 operanti in Italia potranno presentare i propri lavori riguardanti trend economici italiani, europei e mondiali delle varie tipologie di “dairy product”, aspetti sociologici e psicologici, la consumer science applicata ai prodotti lattiero-caseari, con particolare attenzione alla situazione italiana e al food marketing applicato ai prodotti lattierocaseari.

NUOVE PUBBLICAZIONI Bollettino 484/2016 – Proceedings of the 5th Paratuberculosis Forum. La quinta edizione del Forum ParaTB, iniziativa Fil/Idf avviata nel 2006, si è svolta a Nantes, in Francia, a giugno 2016 in concomitanza con la 13esima International Colloquium on Paratuberculosis. Il forum ha dato la possibilità a tutti

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gli operatori e le persone coinvolte nel coordinamento e nella gestione dei programmi sulla malattia di Johne di confrontarsi apertamente sul tema, i metodi utilizzati, i progressi fatti, gli obiettivi e gli insegnamenti acquisiti. Il bollettino raccoglie 12 presentazioni, da 11 diversi Paesi, tra quelle esposte durante il forum.



ATTUALITÀ FIL/IDF

L’IMPRONTA IDRICA DEL SETTORE

LATTIERO-CASEARIO di Chiara Fabrizi L’acqua è un elemento essenziale per la vita e per l’agricoltura e, con l’aumento costante della popolazione, l’utilizzo di acqua fresca è destinato ad aumentare. L’agricoltura rappresenta il primo utilizzatore d’acqua fresca. Diventa quindi sempre più importante una corretta gestione dell’utilizzo dell’acqua. Esistono differenti metodi e strumenti per misurarlo lungo la catena alimentare e una guida chiara per l’interpretazione del risultati è dunque fondamentale. Per questo motivo, la Federazione Internazionale del Latte ha pubblicato “The Idf Guide to Water Footprint Methodology for the Dairy Sector”. Si tratta del Bollettino 486:2017, che riporta linee guida utili a raggiungere una migliore comprensione sulla valutazione dell’impronta idrica del settore lattiero-caseario attraverso la descrizione dei passaggi, dei dati e dei modelli necessari alla valutazione del ciclo di vita (Lca). Grazie al documento è possibile avere con trasparenza un quadro chiaro del profilo idrico di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, così da consentire il monitoraggio, la quantificazione e la valutazione dei potenziali impatti ambientali connessi al consumo d’acqua. La pubblicazione rivede il precedente lavoro fatto sulla valutazione del ciclo di vita e fornisce utili linee guida per la standardizzazione dell’impronta idrica. Il documento è in linea con lo standard Iso 14046 e con le linee guida Leap (Livestock Environmental Assessment and Performance Partnership) sull’utilizzo dell’acqua in tutti i comparti zootecnici. “È una pubblicazione pratica orientata a fornire indicazioni per misurare il miglioramento

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continuo delle nostre pratiche di settore verso un uso più efficiente, sicuro e responsabile delle risorse naturali. Il settore zootecnico è estremamente vario e il percorso verso la sostenibilità richiede soluzioni diverse a seconda dei sistemi di produzione, delle zone climatiche e delle specie – ha spiegato Ying Wang, presidente del comitato permanente Idf per l’ambiente –. Migliorare l’impatto ambientale del nostro settore va oltre la riduzione delle emissioni di gas serra. La metodologia comune sull’impronta di carbonio sviluppata dall’Idf è stata aggiornata con l’ultima scienza disponibile sulla Life Cycle Analysis (Lca) e grazie al feedback da parte degli utenti. La guida sull’impronta idrica è stata sviluppata utilizzando lo stesso approccio. Fornendo metriche e metodologie armonizzate, i risultati sono globalmente comparabili, le opzioni di mitigazione più convenientemente individuate e i progressi più facilmente misurabili”. Il bollettino è scaricabile gratuitamente dal sito della federazione: www.fil-idf.org.


L’EFSA RICONOSCE LA FIL/IDF COME INTERLOCUTRICE L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) è stata istituita nel 2002 dall’Unione europea per essere una fonte di consulenza scientifica e di comunicazione sui rischi associati alla catena alimentare. Mentre il suo mandato formale rimane all’interno dell’Ue, l’impatto concreto si è esteso oltre l’Europa. L’Efsa fornisce contributi scientifici e tecnici per l’Ue nelle attività Codex, come la preparazione dei documenti di supporto per le delegazioni europee e collabora con i comitati congiunti di esperti Fao, Oms, Oie, Ippc e con l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (Ocse). La cooperazione scientifica internazionale dell’Efsa favorisce lo sviluppo e l’attuazione di metodologie di valutazione del rischio armonizzate per la raccolta e la valutazione delle prove scientifiche, nonché per la coerenza nella comunicazione del rischio. In questo panorama, lo scorso dicembre, l’Efsa ha riconosciuto la Fil come

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interlocutrice ufficiale. Ciò consentirà alla Fil di partecipare alle riunioni dell’Efsa, fornire input scientificamente fondati sul settore lattiero-caseario e informare

tempestivamente i membri dell’Idf sugli sviluppi europei che possano diventare argomenti globali in una fase successiva.

IDF/ISO ANALYTICAL WEEK 2017: ISCRIZIONI APERTE Il comitato statunitense della Fil/Idf è fiero di ospitare la Settimana analitica Idf/Iso 2017 dall’8 al 12 maggio. Si tratta di un appuntamento ormai consolidato che vede gli esperti delle due organizzazioni provenienti da tutto il mondo riunirsi ogni anno per discutere e approfondire temi analitici nuovi e attuali. Sede dell’evento 2017 sarà il Concourse Hotel a Madison, in Wisconsin. Il programma della settimana include il simposio “New Approaches to the Safety, Quality and Performance Triangle”, durante il quale i partecipanti all’evento approfondiranno i temi della sicurezza alimentare, della qualità e delle opportunità offerte dalla tecnologia e faranno un tour tecnico presso il laboratorio Covance Inc., che offre servizi per le industrie alimentari, agrochimiche e chimiche. Fino al 7 aprile è possibile iscriversi usufruendo del fee agevolato. Tutte le informazioni sulla sede congressuale, il programma e la registrazione sono disponibili all’indirizzo web: www.madison2017.com, dedicato agli esperti Fil.

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“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” - 20135 Milano - Via Adige, 20 - Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it - Internet: www.assolatte.it


ATTUALITÀ_UE

LA PAC CHE VERRÀ di Gianluca Pierangelini La Commissione europea ha lanciato una consultazione online sulla riforma (modernizzazione e semplificazione) della Pac. La consultazione ha una durata di tre mesi ed è rivolta a tutti gli operatori del settore, ai cittadini, alle organizzazioni private e pubbliche e a tutti coloro che hanno a cuore il futuro del settore agroalimentare europeo. Il commissario Phil Hogan ha sottolineato quanto questo processo di riforma sia in linea con il programma di Junker, non solo per quel che riguarda la “Futura Pac”, ma in generale per le dieci priorità della Commissione, oltre agli obiettivi di sviluppo sostenibile e all’accordo di Parigi sul clima. I risultati della consultazione saranno presentati durante una conferenza stampa nel mese di luglio. SI VALUTA L’IMPATTO DELLA RIFORMA Il processo di modernizzazione e semplificazione della Pac è una delle priorità per il 2017 e si articolerà in una valutazione dell’attuale politica, seguita da un’ampia consultazione pubblica e da una valutazione dell’impatto della riforma. Il processo terminerà prima della fine dell’anno. Dall’ultima riforma (2013/2015) sono cambiate molte cose, in particolare: caduta dei prezzi e incertezza dei mercati agricoli; passaggio da un approccio multilaterale a quello bilaterale nella politica commerciale; nuovi impegni presi dall’Ue in ambito internazionale.

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Si è reso quindi necessario un adattamento della Pac nel nuovo contesto, rendendola più semplice e coerente con le altre politiche europee. La prossima riforma perseguirà i seguenti obiettivi: - creare un’agricoltura europea “smart”, quindi innovativa, competitiva e sostenibile; - promuovere un’agricoltura resiliente, che possa contrastare la volatilità dei redditi e conferire un ruolo più centrale agli agricoltori; - favorire un’economia rurale “vivace”, promuovendo la crescita e il lavoro nelle aree rurali; - costruire dei “ponti” con le altre politiche, in particolare quelle ambientali, climatiche, sociali, nutrizionali, per l’impiego, ecc.; - migliorare la governance agroalimentare europea, rispecchiando meglio le diversità proprie dell’agricoltura Ue. Per sperimentare come questi obiettivi possano essere raggiunti, si stanno sviluppando cinque eventuali opzioni politiche: le prime due hanno l’obiettivo di valutare l’ipotetico impatto che potrebbe avere una mancata riforma; le altre tre, invece, valutano l’impatto di una nuova politica più semplice e adatta al nuovo contesto politicoeconomico. Il processo di consultazione ha l’obiettivo di proseguire quanto fatto dalle iniziative intraprese negli ultimi due anni – “Cork 2.0” (Conferenza europea sullo sviluppo rurale), “Eu Agricultural Outlook” e “Civil Dialogue Group on Cap”.



ATTUALITÀ EDA

QUALITÀ DA ESPORTARE IL COMPARTO EUROPEO PUÒ GUADAGNARE QUOTE DI MERCATO NEL MONDO Al congresso annuale Eda di Nizza si è fatto il punto sul settore lattiero-caseario dell'Unione europea. La liberalizzazione della produzione può essere un'opportunità per le imprese del Vecchio Continente di Rosanna Pecere

Solidità, disponibilità di prodotti, qualità, tracciabilità e varietà: questi i pilastri che fanno del settore lattiero-caseario europeo una fortezza che resiste alle importazioni dai Paesi Terzi e attira gli acquirenti del mercato mondiale. Per l'Ue la liberalizzazione della produzione di latte può essere un’opportunità unica di aumentare la produzione e l’esportazione. Ma non sarà un percorso facile. Infatti, il mercato lattiero-caseario

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barriere tariffarie e sanitarie, comunitario risente della attraverso indispensabili volatilità dei prezzi sulle accordi di piazze mondiali, liberalizzazione con conseguenze degli scambi negative in alcune Previsioni commerciali. Un aree geografiche. dilemma non facile Un’altra sfida positive, per le istituzioni importante è ma bisogna europee e per la quella di riuscire superare Commissione, che a superare le devono confrontarsi resistenze dei le barriere con un mosaico Paesi Terzi e gli non di visioni politiche stessi nazionalismi ed economiche all’interno dell’Ue, tariffarie talvolta divergenti per favorire la nei diversi Paesi, rimozione delle



ATTUALITÀ EDA che rendono difficile sviluppare una visione comune, sia nel commercio mondiale che nelle politiche agricole. Il settore lattiero-caseario europeo dovrà affrontare numerose sfide, se vuole rafforzare la presenza sul mercato globale continuando a sviluppare il mercato interno. Il presidente Eda Michel Nalet è ottimista sul futuro del

comparto lattiero-caseario europeo, anche se bisognerà superare alcune barriere non tariffarie, fare progressi nei negoziati commerciali e nel contempo preservare la libera circolazione nel mercato Ue. ll congresso Eda svoltosi a Nizza lo scorso dicembre è stata l’occasione per aprire il dibattito su questi temi. Con un totale di 600.000 aziende agricole, 12.000

FATTURATO DELLE IMPRESE LATTIERO-CASEARIE (A) IN MILIARDI DI DOLLARI

AZIENDE Lactalis Nestlè (B) (C) Fonterra (D) Dfa Danone (B) FrieslandCampina Arla Foods Yili Saputo (E) Dean Foods (F) Mengniu Meiji Dairies (E) Müller (G) Sodiaal Dmk Morinaga Milk Industry (E) Schreiber (G) Savencia Agropur Megmilk Snow Brand (E) (H) Glanbia Plc Kraft Heinz Land O'Lakes General Mills Gcmmf Amul

STATO

2015

VARIAZIONE 2015/2014

FR CH NZ US FR NL DK CN CA US CN JP DE FR DE JP US FR CA JP IE US US US IN

18,9 15,2 14,3 13,8 12,3 12,2 11,4 9,6 8,6 8,1 7,8 5,9 5,6 5,5 5,1 5 5 4,9 4,6 4,3 4,1 4,1 4 3,7 3,6

-14% -17% -24% -23% -17% -19% -19% +8% -8% -15% -4% -5% -23% -28% -8% -20% +9% 0 -13% -22% 0 +6%

(A) Escluse Kerry, Unilever, PepsiCo e Mondelez. (B) Escluse le infant formula. (C) Perimetro delle operazioni su latte e gelati ridefinito nel 2013. (D) Fine anno a luglio. (E) Fine anno a marzo dell'anno seguente. (F) Tutte le attività. (G) Stime. (H) Compresi succhi di frutta e infant formula. Fonte: WDS 2016

20 IL MONDO DEL LATTE

stabilimenti di trasformazione e 30.000 occupati e una produzione del 15% del reddito Ue complessivo, il lattiero-caseario europeo rappresenta un settore chiave nell’economia agricola dell’Ue, ma è anche un attore importante nell’economia lattiera mondiale. L’Unione produce circa un quarto della produzione mondiale di latte (163,3 miliardi di litri di latte bovino). Questi numeri mostrano la capacità dell’Ue di avere a disposizione una quantità di materia prima con caratteristiche qualitative elevate e con una continuità che dura nel tempo, oltre a essere fattori di stabilizzazione sul mercato mondiale, come ha ricordato nel suo intervento l'economista dell'istituto francese Inra Vincent Chatellier: “Nel corso degli ultimi vent'anni – ha detto – le variazioni nelle consegne Ue di latte hanno raramente superato il 2,3%, a differenza di altri settori agricoli come i cereali, che hanno avuto variazioni anche del 25%”. Una filiera di produzione stabile, quindi, che produce per 508 milioni di consumatori europei, i cui consumi di prodotti lattiero-caseari sono tre volte più elevati della media mondiale. Chatellier ha inoltre ricordato che “tutte le industrie globali sono europee, a differenza degli altri settori agricoli”. Benoît Rouyer, responsabile economico del Cniel, ha invece evidenziato un aspetto diverso: la “competitività non legata al prezzo” che riguarda il valore aggiunto di alcune produzioni locali, il biologico, le Dop e Igp, ma anche i modelli che generano valore aggiunto fuori dai riferimenti tradizionali. È il caso dell’Irlanda, che ha saputo coniugare gli aspetti di sostenibilità ambientale con la ricerca avanzata, attirando i produttori di “infant formula”. La stessa Francia rappresenta



ATTUALITÀ EDA un esempio per le tecnologie di trasformazione, che hanno suscitato l’interesse degli investitori in Cina e per progetti di larga scala in Francia. Le previsioni per il futuro sono positive. IL MERCATO CINESE Per fare previsioni sul futuro della produzione di latte nell’Ue bisogna anche tener conto delle previsioni dell’export verso la Cina. Christophe Lafougère, ceo della società Gira, ha spiegato

che Pechino si afferma come il hanno invece un potenziale primo mercato d’importazione di crescita e potranno dei prodotti lattieroraggiungere le caseari, ma le 200.000 tonnellate aspettative dei nel periodo L'Europa principali clienti considerato. Solo stanno cambiando: nel 2016 sono è leader “Sebbene le state aperte in mondiale importazioni di latte Cina 600 nuove nell'export intero in polvere pizzerie E c’è aumenteranno del spazio anche di formaggi 7% nei prossimi per altri prodotti, cinque anni, come il latte e la queste resteranno panna”. Queste inferiori ai livelli del 2014. cifre rappresentano una Le importazioni di formaggi vera sfida per l’Ue, che ha

L'OPINIONE DELLE AZIENDE LATTIERO-CASEARIE

Peder Tuborgh, ceo di Arla, ha espresso preoccupazione per iniziative che mettono a rischio il funzionamento del mercato interno Ue: "Dopo la Brexit, le cui conseguenze potrebbero essere penalizzanti per tutti, ci sono altri fenomeni di politiche nazionali, come l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta. Ci opponiamo fermamente a queste iniziative che riteniamo non apportino alcun beneficio ai produttori di latte e avranno il solo effetto di rendere i prodotti nazionali più costosi per i consumatori".

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Roelof Joosten, ceo di FrieslandCampina, la cooperativa olandese che rappresenta il 75% del latte trasformato, sta lavorando con le autorità per arginare il problema della presenza di fosfati, provocato dall’allevamento lattiero intensivo: "I Paesi Bassi dovranno contenere l’espansione della produzione lattiera, nonostante gli investimenti importanti in ricerca e innovazione per cercare delle soluzioni. Nel primo semestre 2016 FrieslandCampina ha aumentato le consegne del 12%; che si aggiunge al precedente incremento del 5% nel 2015. FrieslandCampina è anche attiva nell’impiego dei biogas e nella riduzione delle emissioni di CO2, con l’obiettivo di raggiungere una crescita a impatto zero.

Peter Stahl, membro del direttivo commerciale di Hochland e presidente del Miv, l’associazione lattiera tedesca: "Circa l’87% della produzione dell’Ue è destinata al consumo interno e questo certamente costituisce un elemento di forza. Per l’industria tedesca è necessario avanzare verso l’insieme delle trasformazioni sociali nell’Ue, come il rispetto degli standard ambientali, il benessere animale, i valori nutrizionali, che coinvolgono sia i produttori di latte che l’industria di trasformazione".


IL COMPARTO LATTIERO NEI PAESI DELL'UNIONE EUROPEA STATO AUSTRIA BELGIO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA IRLANDA ITALIA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO OLANDA POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REPUBBLICA CECA ROMANIA SLOVACCHIA SVEZIA SPAGNA UNGHERIA UE 28 TOTALE

LATTE RACCOLTO NEL 2015 3.103 3.671 513 5.277 720 2.399 25.350 31.495 6.585 11.159 808 1.438 333 13.331 10.874 1.935 15.191 2.923 919 865 2.933 6.800 1.536 152.000

VARIAZIONE 2015/2014 +1,3% +2,9% -1,9% +3,2% -1,4 +1,8% +0,1% +0,3% +13,2% +1,1% +0,4% +0,2% +8,8% +6,9% +2,6% +0,6% +2,6% +3,3% -7,8% +2,5% +0,1% +2,3% +4,5% +2,1%

Fonte: Atla

VAR. GENNAIOAGOSTO 2016/2015 +4,8% +6% -4% +2,2% +1,3% +0,8% -0,7% +1% +7,2% +2,2% +2,2% -0,9% +10,2% +3% -4,4% -3,5% +12,8% +5,2% -3,2% -1,5% +1,6% +0,4% +1,9%

NUMERO DI CAPI 2015 539 507 160 570 90 285 3.658 4.285 1.240 1.827 301 162 47 1.622 2.134 243 1.918 368 1.191 142 338 853 251 23.270

VARIAZIONE 2015/2014 +0,2% +1,9% -10,6% +4,2% -6,3% 0% -1% -0,3% +10% -0,2% +4,3% -2,4% +1,5% +3,1% -5,1% +4% +1,9% -0,8% +0,2% -2,7% -1,7% -2,6% -1,6% -0,2%

il potenziale di espandere la sua produzione lattiera, a differenza della Nuova Zelanda che, secondo le previsioni Gira, avrebbe già raggiunto il limite massimo a causa di vincoli ambientali e di costi. IL MERCATO USA Gli Stati Uniti attualmente rappresentano il 12% del commercio mondiale, grazie anche agli sbocchi commerciali in Messico, che ha una popolazione di 100 milioni di abitanti, in crescita. “Per esportare – ha spiegato Lafougère – l’Europa dovrà fare un compromesso fra materia grassa e proteine. La ristrutturazione e gli investimenti industriali in Europa negli ultimi anni hanno consentito di avere una maggiore flessibilità tra queste due categorie. Se le materie grasse diventeranno maggiormente presenti sul mercato, i formaggi restano il

principale prodotto richiesto ed esportato dall’Ue. Con 719.000 tonnellate esportate ogni anno, pari al 32% del market share, l’Ue è il leader indiscusso nel commercio globale di formaggi. Le previsioni per i prossimi cinque anni indicano che l’Ue resterà leader sul mercato

mondiale, grazie anche all’espansione dei consumi in talune aree geografiche e all’utilizzo nel catering. Il mercato interno Ue, invece, mantiene un buon livello di consumi, ma si avvia verso la saturazione e non si prevedono progressi rilevanti nel breve periodo”.

IL MONDO DEL LATTE 23


ATTUALITÀ news IL RUOLO DEL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE UN CONVEGNO IN DUE GIORNATE DURANTE CIBUS CONNECT Dall’innovazione al ruolo economico culturale e sociale delle imprese agroalimentari, fino a quello delle filiere, passando per l’educazione alimentare e l’internazionalizzazione. Di questo si parlerà durante il convegno “Posizionamento del Made in Italy Agroalimentare rispetto all’evoluzione internazionale dei consumi”, che si svolgerà il 12 e 13 aprile in due sessioni durante Cibus Connect alla Fiera di Parma. Si comincia il 12, alle 17, con l’introduzione del forum che sarà moderato dal direttore di Class Cnbc Andrea Cabrini. A seguire “Agribusiness Outlook: sostenere la crescita dell’agroalimentare per uno sviluppo di lungo termine”. Alle 17.45 “Le nuove frontiere dell’innovazione strategica per le imprese alimentari”, Vivian Barad, Portfolio Director of Ideo’s Food Studio. Alle 18.15 “Il ruolo delle filiere e dei leader

per uno sviluppo sostenibile e profittevole”. Interverranno: Jean Marc Bernier (ceo/dg Gruppo Lactalis Italia); Luigi Scordamaglia (presidente di Federalimentare e ceo Inalca SpA); Marco Lavazza (vicepresidente della Luigi Lavazza SpA); Matteo Zoppas (Acqua Minerale San Benedetto). Si proseguirà giovedì 13, dalle 16, con la seconda sessione moderata da Valerio De Molli, managing partner di Teh-Ambrosetti, che terrà anche la relazione introduttiva “Sostenere la crescita e l’internazionalizzazione nel lungo periodo delle imprese del settore Food & Beverage. Analisi e riflessioni”. Alle 16.30 “Il ruolo del Made in Italy nell’educazione alla corretta alimentazione”. Interverranno: Beatrice Lorenzin, (ministro della Salute); Carlo Calenda, (ministro dello Sviluppo Economico); Maurizio Martina

(ministro del Mipaaf); Maria Ines Aronadio (Ice). Alle 17 “Il ruolo dei retailer, delle industrie e delle istituzioni per uno sviluppo qualitativo dei consumi” con Gregoire Kaufman (direttore vendite di Carrefour Italia); Gianpiero Calzolari (presidente Gruppo Granarolo); Paolo Zanetti (presidente Zanetti SpA) e Francesco Mutti (ceo di Mutti SpA); Alberto Balocco (presidente e ceo di Balocco SpA).

RUGGERO LENSI

È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE UNI Ruggero Lensi (nella foto) è il nuovo direttore generale di Uni (Ente italiano di normazione). Ingegnere civile, 51 anni, sposato con due figlie, Lensi è entrato in Uni nel 1995 come funzionario tecnico diventando coordinatore dell’attività di normazione nel 2000 e direttore tecnico nel 2003. Dal 2010 ricopre il ruolo di direttore relazioni esterne, sviluppo e innovazione. È anche il rappresentante italiano nel cda del Cen. Lensi è stato nominato dal consiglio direttivo dell’ente. Il Presidente Torretta ha definito la decisione “una scelta per la continuità nel miglioramento”. “Considero Uni una grande piattaforma di scambio delle conoscenze – ha detto il neo direttore – che definisce e mette a disposizione del sistema socioeconomico delle soluzioni open source nell’interesse e a beneficio di tutti”. Lensi ha poi identificato gli impegni e gli obiettivi dei prossimi mesi: “Lavorerò per supportare il ministero dello Sviluppo Economico nella stesura dei decreti applicativi della legge 170/2016 per la piena applicazione del Regolamento Ue 1025/2012, in particolare per la semplificazione e il coordinamento delle disposizioni per il finanziamento alla normazione.

24 IL MONDO DEL LATTE

A seguire il consolidamento dei nuovi servizi di abbonamento alla consultazione online delle norme e la razionalizzazione della produzione normativa e delle prassi di riferimento. Con il supporto degli organi direttivi tutto sarà più facile”. Infine, Lensi ha ricordato Alessandro Santoro, scomparso di recente.



ATTUALITÀ news

CENTRALE DEL LATTE DI TORINO

MEGGLE

Prosegue la collaborazione tra PicNic e Centrale del Latte di Torino, con una campagna tutta dedicata ai benefici di Latte Tapporosso. Una campagna che vuole puntare sullo stretto legame che c’è tra i consumatori e il loro latte. Visivamente di grande impatto, con protagonista l’abbraccio: affettuoso e avvolgente, che unisce di volta in volta i protagonisti alle bottiglie di latte sotto il messaggio “È buono, ti vuole bene e ti aiuta a crescere”. La famiglia di prodotto fotografata è relativa alla referenza da banco frigo, tutto latte 100% piemontese, in bottiglie da un litro in Pet e da 0,75 litri in vetro, nelle versioni fresco parzialmente scremato, intero alta qualità e senza lattosio extended shelf life. Le affissioni sono presenti da febbraio a Torino e nei paesi della prima cintura della città, mentre la stampa è pianificata da fine gennaio, on e offline. A completare la comunicazione, una massiccia campagna radio su una decina di emittenti locali e banner sui social e principali portali web d’informazione quotidiana. Al progetto hanno lavorato il direttore creativo esecutivo Niccolò Brioschi, la copy Annalisa La Camera e l’art director Camilla Zappa. L’account è Simona Apollonio. I personaggi della campagna nascono dalla matita di Margherita Premuroso.

Il burro alle erbe fini di Meggle è realizzato esclusivamente con burro Meggle di alta qualità amalgamato con erbe fresche. Si sposa con una moltitudine di ingredienti: consigliato per arricchire pietanze delicate, come la carne bianca, per creare stuzzichini, spalmato a crudo su pane e tartine, è anche molto usato per ricette alla griglia, in particolare carne e verdure. Può anche essere utilizzato per condire la pasta ripiena con una nota di gusto davvero unica. Il burro alle erbe Meggle offre tutta la praticità delle erbe aromatiche già pronte, tritate e avvolte in un morbido burro. A scaffale si trova in confezione da 5 panetti monodose da 20 grammi.

AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA FIRMATA PICNIC

BURRO CON ERBE

GRAN MORAVIA

VINCE IL PREMIO MASTERCARD OBCHODNI ROKA IN REPUBBLICA CECA Splendido risultato per la catena al dettaglio La Formaggeria Gran Moravia. Con il 65% dei voti, la catena si è aggiudicata il Mastercard Obchodni Roka 2016, il più importante premio assegnato nel mondo del commercio ceco, battendo nettamente due colossi della distribuzione: Globus e Lidl, che si sono piazzati, rispettivamente, al secondo con il 19%, e al terzo posto, con il 16%. La vittoria finale, legata al valore dell’esperienza di acquisto per i consumatori, è arrivata grazie al voto di una giuria di 500 esperti del settore, dopo un’appassionata presentazione

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dal vivo dei progetti delle tre insegne finaliste nel corso del Retail Summit 2017, a Praga. L’affermazione della catena italiana è stata coronata dalla nomina di Roberto Brazzale come “miglior oratore del Summit” da parte dei 1.110 partecipanti alla due giorni praghese, che hanno definito la presentazione di Gran Moravia “molto suggestiva, perfetto

funny marketing, grande per entusiasmo, decisione ed impegno”. Fondata nel 2010, oggi la rete di negozi al dettaglio con insegna La Formaggeria Gran Moravia conta 19 punti vendita in Repubblica Ceca, più di 150 dipendenti e oltre 1,5 milioni di clienti l’anno, con l’80% dei prodotti venduti importato dall’Italia. È l’unica catena di distribuzione al dettaglio italiana fuori dai confini nazionali, organizzata con il servizio al banco secondo la tradizione. I negozi raggiungono punte di 1.600 clienti al giorno.



ATTUALITÀ news

VALTELLINA CASERA DOP

MONTASIO DOP

Campagna promozionale in grande stile, che durerà tutto l’anno, per il Valtellina Casera Dop. Si è cominciato con due giorni alla stazione Cadorna di Milano, dove grazie alla verve e alla simpatia del noto chef del programma La Prova del Cuoco e testimonial della Dop Andrea Mainardi (nella foto), sono stati distribuiti oltre 10mila assaggi del tipico formaggio. Nel frattempo, sugli screen posizionati non solo alla Cadorna, ma anche in prossimità delle altre stazioni milanesi, scorrevano le immagini del nuovo spot e dei volti degli allevatori e produttori valtellinesi. Il viaggio promozionale del Valtellina Casera Dop si svilupperà ora nei centri commerciali e in tv con spot di 15” durante La prova del cuoco, nella programmazione tematica di Sky dedicata alla cucina e durante due puntate di Masterchef. Infine, sul territorio della provincia di Sondrio, nell’imminenza della stagione estiva, saranno posizionate gigantografie per raccontare, attraverso i volti degli agricoltori, la storia di chi il Valtellina Casera lo produce ogni giorno. Ci sono poi due ricettari dedicati al Casera Dop: uno curato da Mainardi e l’altro dallo chef Alessandro Bianucci dell’Istituto professionale Galdus di Milano.

Il Consorzio di tutela del formaggio Montasio Dop ha varato un piano triennale per rilanciare i consumi e conquistare nuove quote di mercato Previsto un investimento di 1,4 milioni di euro, dei quali 700mila stanziati dalla Regione Friuli Venezia-Giulia, e gli altri dai soci del Consorzio di tutela che hanno aumentato la loro quota associativa da 0,70 a 0,90 euro per ogni forma marchiata, come ha spiegato il presidente del Consorzio di tutela, Terenzio Borga. La campagna di comunicazione si svilupperà su più fronti: quello digitale, con il restyling del sito del Consorzio e un’intensa attività sui social network, e quello convenzionale, con una campagna di promozione declinata su vari media, la presenza agli eventi più popolari del Triveneto e la promozione del cibo di strada. Tutto all’insegna del nuovo slogan “Momenti Montasio”.

VIA ALLA CAMPAGNA DI PROMOZIONE

PARMIGIANO REGGIANO

PIANO DI RILANCIO TRIENNALE

NEL 2016 CRESCITA PER QUOTAZIONI E PRODUZIONE “Il Parmigiano Reggiano è in buona salute. Lo dicono i dati forniti dal consorzio, che parlano di una forte ripresa del prodotto dopo un pessimo 2015: salgono del 12% le quotazioni, attestatesi alla media di 8,63 euro al chilo, e crescono anche la produzione (+5,1%, per un totale di 3.469.000 forme), i consumi interni (+0,3) e l’export (+5,8%, 49mila tonnellate in tutto). Proprio dalle esportazioni arriva il dato forse più sorprendente: con oltre 10mila tonnellate, il primo mercato straniero del Parmigiano Reggiano sono gli Stati Uniti.

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Il consorzio emiliano è molto attivo anche per quanto riguarda la vigilanza sulle imprese che sono legate in vario modo al mondo del Parmigiano Reggiano. “Abbiamo messo in atto non solo una selezione di qualità su tutte le forme prodotte dai nostri associati – hanno spiegato il presidente Alessandro Bezzi (nella foto) e il direttore Riccardo Deserti – ma anche 2.325 azioni di vigilanza in 1.980 punti vendita, 650 imprese di ristorazione italiana e altrettante realtà di distribuzione in venti Paesi esteri”.


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ATTUALITÀ libri LATTE ART

STORIA SOCIALE DELL’ACQUA In “Storia sociale dell’acqua” (Odoya Editore 2016, 217 pp.) Paolo Sorcinelli fornisce una prova concreta della ricchezza e del fascino di un modo di fare storia come storia delle culture. L’acqua, elemento primario della vita, entrando in contatto con l’uomo assume mille facce e si impregna di mille significati. Diventa lo specchio di paure e speranze, di ricchezza, salute e malattie, del divertimento e del dolore degli esseri umani. Ricostruendo questo rapporto millenario (attraverso fonti spesso marginali, opere letterarie, quadri e illustrazioni), si ricompone la storia delle culture e dell’immaginario collettivo dell’Occidente. Il saggio non è solo una storia sociale dell’acqua, ma anche della pulizia, della sessualità, del pudore e dei tabù che hanno caratterizzato la società nel corso dei secoli. Tra convinzioni mediche, pregiudizi e superstizioni, uomini e donne hanno cambiato più volte il loro atteggiamento nei confronti dell’acqua, fra paura e diffidenza, sospetto e fiducia.

“Latte Art” (Hoepli Editore 2016, 144 pp.) è l’arte di decorare un cappuccino o un caffè espresso con tecniche ben precise da seguire e accessori da utilizzare con grande abilità. La figura del barista si è evoluta ed è cambiata: oggigiorno deve essere un profondo conoscitore del caffè e, per fare tendenza, deve affidarsi alle tecniche di decorazione così da accrescere il prestigio del bar in cui lavora, proprio come accaduto all’autrice Chiara Bergonzi: dal bancone di un locale di Piacenza a pluricampionessa di “latte art”. Il libro vuole essere un manuale pratico adatto alla formazione del perfetto artista, partendo dalla qualità delle materie prime: caffè e latte.

VEGETIT. LE AVANGUARDIE VEGETARIANE IN ITALIA “Vegetit. Le avanguardie vegetariane in Italia” (Cinquesensi Editore 2016, 191 pp.) è un libro nato da una ricerca che Alberto Capatti (primo rettore all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo), ha condotto con taglio storico-sociale. L’avventura dei vegetariani prende inizio a Firenze e si sviluppa a Milano e nella vicina Svizzera e rapidamente sconfina in tutta Italia trovando adesione da parte del regime fascista assai sensibile a un naturismo ideologicamente riferito alla salute e alla cultura del corpo. Una storia che in seguito cambierà referenti e simpatizzanti. Questo lungo racconto saggistico permette di ripercorrere la storia d’Italia del Novecento, con un diverso punto di osservazione. Un ricco apparato iconografico, fornito soprattutto dalla prestigiosa biblioteca braidense in cui è stata fatta gran parte della ricerca, completa il volume. Prefazione del cuoco svizzero Pietro Leemann. 30 IL MONDO DEL LATTE

LA REPUTAZIONE Come si crea o si distrugge la reputazione? Le ragioni di un anonimato prolungato o di una celebrità folgorante, del peggioramento o del miglioramento della nostra immagine, per lo più ci sfuggono. Eppure la reputazione attraversa da un capo all’altro le nostre vite. Da un lato ci preoccupiamo talmente tanto della nostra immagine che ci capita di commettere gesti inconsulti nella vana speranza di tenere sotto controllo l’opinione che gli altri hanno di noi. Dall’altro facciamo talmente tanto affidamento sulla reputazione degli altri che possiamo arrivare a scegliere, basandoci solamente su di essa, un medico, il candidato politico da votare, un giornale, o anche a far nostra un’idea. Il fatto è che la reputazione tocca la nostra esistenza nel suo aspetto più intimo. In “La reputazione-Chi dice che cosa di chi” (Università Bocconi Editore 2016, 212 pp.), Gloria Origgi spiega che la reputazione non è mai stata così cruciale come nelle società contemporanee.



PROTAGONISTI

FATTORIE FIANDINO:

GUSTO, PASSIONE E TRADIZIONE

Da oltre due secoli, in provincia di Cuneo produce formaggi e burro di alta qualità. Oggi il marchio è famoso per i formaggi fatti con il cardo

Egidio e Mario Fiandino, amministratori dell'azienda

di Gianluca Pierangelini Tra le aziende che fanno parte del network Assolatte, la piemontese Fattorie Fiandino è indubbiamente una delle più antiche. Infatti, gli albori della sua attività risalgono addirittura alla fine del Settecento, quando Stefano Fiandino intraprese la sua

32 IL MONDO DEL LATTE

attività di pastore a Demonte, in provincia di Cuneo, e iniziò a produrre formaggio. L’attività casearia, però, s’intensificò con Magno Fiandino, che intorno agli anni Venti del Novecento si stabilì a Villafalletto (Cn) creando una realtà di allevamento

e produzione casearia che prosegue ancora oggi con l’attuale generazione. Tutto quello che rappresenta l’azienda nel nuovo millennio si deve alla grande passione per l’arte casearia, il rispetto per gli animali e per il territorio che le generazioni si


CONOSCIAMOLI MEGLIO

MARIO EGIDIO FIANDINO FIANDINO Quali sono i suoi hobby? Lambretta e viaggi. Un posto in cui vorrebbe tornare? Oman. Lo sport preferito? Sci (praticato) e calcio (tifato). La squadra del cuore? Juventus. Il cantante preferito? Eric Clapton. Quello che le piace negli altri? La sincerità. Cucina tradizionale o innovativa? Tradizionale. Il piatto preferito? Bagna caöda. Il formaggio più buono? Quello di Nonno Magno. Nel suo frigo non manca mai? Del buon burro. Il libro che ha amato di più? "Ritratti del desiderio" di Massimo Recalcati.

Quali sono i suoi hobby? Antiquariato. Un posto in cui vorrebbe tornare? Sudafrica. Lo sport preferito? Sci (praticato) e calcio (tifato). La squadra del cuore? Juventus.

Cucina tradizionale o innovativa? Tradizionale. Il piatto preferito? Agnello sambucano. Il formaggio più buono? Quello di nonno Magno. Nel suo frigo non manca mai? Del buon burro. Il libro che ha amato di più? "Open" di Andre Agassi.

sono tramandate nel corso dei secoli, facendo dell’attenzione per la qualità e la genuinità del prodotto una delle principali caratteristiche che contraddistinguono le Fattorie Fiandino. Non a caso uno dei flagship product dell’azienda è il Gran Kinara, primo e unico formaggio al mondo a lunga stagionatura prodotto con vero caglio vegetale. Grazie anche all’antica ricetta di Nonno Magno, oggi il Metodo Kinara è espressione delle più moderne produzioni casearie, in grado di soddisfare i gusti e le richieste alimentari di un'ampia fascia di consumatori. Infatti, la cagliata utilizzata per questa linea produttiva contiene estratti di fiori di cardo selvatico, senza alcun impiego di caglio animale. Oltre al “Gran Kinara”, ottimo da tavola e da grattugia, nella gamma di prodotti offerti da Le Fattorie Fiandino emerge la

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PROTAGONISTI toma “Lou Sande”, nata per utilizzata è autoprodotta i mercati della vicina Francia, mediante pannelli fotovoltaici. “L’Ottavio” formaggio alla Tuttavia, il progresso birra scura, la tradizionale secondo Egidio e Mario non “Toma del Frà”, l’erborinato deve snaturare il processo “Lou Blau” e la robiola al produttivo. Loro, infatti, tartufo “La sono convinti che Blancha”. Inoltre, ci siano ritmi, un posto d'onore stagioni e regole Il latte è riservato a fondamentali per “Burro 1889” da creare prodotti utilizzato panne riposate, riconoscibili sul arriva solo disponibile sia in mercato. da vacche versione classica Per conoscere che salata, meglio questa brune alpine mentre si stanno particolare al pascolo distinguendo realtà aziendale, per l'originalità i abbiamo scambiato biscotti al Burro qualche battuta 1889 salato e le con i due cugini e creme per la cura personale. amministratori dell'azienda. Una produzione variegata La vostra produzione e destinata a tutti, che in è fondamentalmente comune ha i tre comandamenti incentrata sul metodo della famiglia: gusto, passione Kinara, quindi con caglio e tradizione. vegetale. Strizzate l’occhio Il metodo di lavoro intrapreso ai vegetariani o si tratta di nel mondo Fiandino non è un prodotto diverso dagli legato solo alla storia, alle altri? tradizioni e al passato, ma Con l’uso del caglio vegetale, coniuga perfettamente queste – esordisce Mario – abbiamo caratteristiche essenziali creato il metodo Kinara, nel nostro settore con che prevede l’utilizzo dei l’innovazione e la sostenibilità. fiori di Cynara cardunculus, Ad esempio, dal 2005 circa il comune cardo selvatico un terzo dell’energia elettrica che cresce spontaneo anche

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sulle nostre montagne, e l’abbiamo trasformato in “vero caglio vegetale”. Si tratta di un’alternativa, rara e ricercata, al tradizionale caglio animale, in grado di contribuire in maniera determinante allo “zero lattosio” del Gran Kinara e di fornire caratteristiche organolettiche originali e gradevoli. I formaggi ottenuti con questo metodo si contraddistinguono, infatti, per la loro morbidezza e per profumi e gusti delicati e pieni, dove tutta la bontà del latte piemontese si esprime al meglio. Il vostro attaccamento al territorio e il grande rispetto che riservate agli animali sono lodevoli, ma si può basare la propria attività d’impresa su ritmi e stagioni in un mercato così competitivo e instabile? Abbiamo scelto da molti anni – ci racconta Egidio – di allevare esclusivamente animali di razza “bruna alpina”. Una scelta felice che, grazie a un’accurata selezione e a un’alimentazione ottimale, consente di ottenere latte di qualità superiore. Certo, la quantità prodotta da ogni


capo è limitata, ma la visione di queste vacche, libere nei nostri campi e nei nostri prati, non ha prezzo. Se il Burro 1889 e i formaggi sono così buoni, il merito è delle brune alpine e della terra che ci concede l’erba, il mais e gli altri cereali. È l’inizio di una filiera che da sempre è nelle nostre mani e permette di soddisfare la nostra volontà di ottenere solo il meglio, nel pieno rispetto della natura e delle sue stagioni. Avete un simpatico mezzo di comunicazione, il “Giornalino”, nel quale segnalate spesso le vostre iniziative più importanti. Quali sono le ultime più rappresentative della vostra policy aziendale e qual è il target del "Giornalino"? Il magazine – prosegue Egidio – è nato otto anni fa e si è sviluppato proprio per comunicare ai nostri clienti e alla rete vendita le novità e le iniziative che man mano ci coinvolgevano. La sua pubblicazione coincide con le principali fiere di settore cui partecipiamo (Cibus, Tuttofood, Salone del Gusto, Cheese) e abbiamo constatato come sia spesso preferito, per il suo taglio fresco e giornalistico, al classico catalogo. Tra le iniziative degne di nota sicuramente spiccano La scelta di puntare anche gli articoli di approfondimento su prodotti per la cura della sulle varie tipologie di caglio, persona da cosa con particolare nasce? Credete attenzione verso i che possa essere “finti” coagulanti un obiettivo L'azienda vegetali (microbici futuro concreto e e/o ricombinati), comunica perseguibile? spesso indicati con clienti Le creme “Ghitina” erroneamente in mani e corpo a e fornitori etichetta come base di Burro “caglio vegetale”. tramite 1889 da panne Importanti, inoltre, giornalino un riposate – precisa i box dedicati ai Mario – sono nostri conferitori di nate nel 2011 latte, alle aziende come gadget con cui collaboriamo e alle per l'inaugurazione dello ricette con Burro 1889 da panne spaccio aziendale (Lou Negosi riposate, uno dei nostri prodotti N°1). Tale è stato il loro più apprezzati.

successo che sono entrate in pianta stabile nel nostro listino. Ghitina (diminutivo di Margherita, nonna dei cugini Fiandino ndr) utilizzava proprio una crema a base di burro, che le donava mani particolarmente morbide e idratate. Per questo portano il suo nome. Il settore cosmetico – conclude Egidio – non è certo il nostro core business e la produzione limitata ci impedisce al momento di essere presenti nelle distribuzioni specializzate. Però stiamo valutando cambiamenti per potenziare questo aspetto.

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PROTAGONISTI GIOVANI

GIOVANNI PREVOSTI La sfida è imparare sempre cose nuove

Fare tesoro del passato per non temere il futuro: parla il nuovo responsabile marketing ed export di Prealpi di Gianluca Pierangelini Per una casuale ma gradita alternanza di genere, in questo numero parleremo con Giovanni Prevosti per continuare il racconto dei profili che compongono il nostro gruppo dei giovani imprenditori. Giovanni ha un cognome che compare tra gli operatori del nostro settore da molti decenni. L’attività casearia della famiglia Prevosti, infatti, è iniziata nel primo dopoguerra e prosegue ancora oggi mantenendo la qualità dei prodotti Prealpi e focalizzando l’attenzione sulle novità, un elemento sempre gradito al consumatore. Prealpi è un’azienda storica che produce principalmente burro in moltissime varietà, un prodotto che le ha consentito di diventare

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uno dei marchi di riferimento del settore. La produzione non si limita al solo burro, ma comprende anche mozzarelle e formaggi fusi, con marchi molto noti, come Pizzottella e Dinki, oltre al confezionamento di numerosi formaggi. La varietà della gamma di prodotti dell’azienda di Varese conferma la capacità della Prealpi di individuare le tendenze di mercato e le necessità del consumatore, soddisfacendole. Tra queste ci sono il burro chiarificato, un prodotto esclusivo che è cresciuto molto nell’ultimo anno, quello bio, senza lattosio e il mélange Metà Metà. Prealpi è anche molto attenta al territorio in cui opera e al tessuto produttivo locale, con il quale ha attivato una collaborazione per sostenere e dare visibilità ai piccoli produttori e alle loro eccellenze artigianali. Giovanni ha 25 anni, ha conseguito un master in Management con doppia laurea spagnola e francese in una

delle più prestigiose università europee, l’Ècole Supérieure de Commerce de Paris, discutendo una tesi sulla promozionalità e la relazione fra industria e retail. Dopo aver studiato e lavorato tra Barcellona, Madrid e Parigi, è arrivato in azienda a rappresentare la quarta generazione dei Prevosti. Con una formazione internazionale di primo livello, è pronto a svolgere ruoli dirigenziali nell’azienda della sua famiglia, dove ha iniziato a seguire il reparto marketing ed export e a interessarsi a tutti gli aspetti della vita aziendale. Dopo gli studi si entra in azienda, dove dovrai assumere importanti responsabilità. Come vivi questa passaggio della tua vita? Con orgoglio. Avere la possibilità di proseguire il lavoro che i tuoi familiari hanno creato e fatto crescere è una fortuna riservata a pochi. Cerco allora di portare qualcosa di mio, ma sempre con grande rispetto di ciò che è stato finora. Perché, se è vero che bisogna affrontare il cambiamento, è forse ancor più importante rispettare e mantenere la cultura aziendale. Hai avuto una formazione internazionale in istituti di prestigio e i tuoi studi si sono concentrati principalmente sulla gestione aziendale e sul marketing. In Prealpi ti occupi anche di export e cerchi di partecipare in tutto e per tutto alla vita aziendale. Sinceramente, cosa ti piace fare di più? Quello che ancora non conosco e non so fare. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare: la vivo come una sfida che si rinnova continuamente e credo possa portare grandi


CONOSCIAMOL0 MEGLIO

GIOVANNI PREVOSTI La ricetta della felicità? Viaggiare con lo zaino in spalla. La tua virtù principale? Saper ascoltare. Il tuo difetto? Ascoltare troppo. Quello che ti piace negli altri? L’allegria. Quello che non tolleri? La falsità. Razionale o istintivo? Piuttosto razionale. Una persona che ammiri? I miei genitori sarebbe scontato, quindi dico John Lennon. Tre parole per descrivere il tuo carattere? Tranquillo, curioso e riflessivo. Il tuo motto? Non ne ho uno in particolare. Quali sono i tuoi hobby? La musica e lo sport. Il tuo sport preferito? Il calcio. Sul tuo comodino ci sono? Una sveglia e un libro. Che musica ti piace? Rock, meglio se anni Settanta. Il film che hai amato di più? Potrei dirne tanti, ne cito due molto diversi: "C’era una volta in America" e "Febbre a 90°". Il libro? "Cent’anni di solitudine" di Garcìa Marquez. Nel tuo frigo non manca mai? La birra. Cucina tradizionale o innovativa? Sicuramente tradizionale. Il formaggio più buono? La burrata. Un posto in cui vorresti tornare? India. Il prossimo viaggio, in una grande città o in un borgo medioevale? In Iran.

soddisfazioni. Questo è il mio modo di approcciarmi al mondo lavorativo e non solo. In questi primi anni in azienda, per esempio, mi sono concentrato molto sulla parte produttiva e sulle caratteristiche dei prodotti lattiero-caseari che conoscevo meno. Chi ha il nostro ruolo può e deve vivere l’azienda a 360° e studiarne ogni sfaccettatura, affrontarne ogni problema. La tua famiglia da sempre rappresenta il mondo lattiero-caseario italiano, partecipando attivamente alla vita associativa, spesso ricoprendo ruoli di vertice. Ti piacerebbe seguire i suoi passi anche in questo caso? Ora che stai iniziando a conoscerlo grazie al gruppo

Gia, cosa pensi del mondo associativo? Sia mio nonno che mio padre hanno sempre dedicato molto tempo e impegno all’associazione. Ho sentito quindi molte storie su come si è evoluta la vita associativa nel corso degli anni. Per questo motivo ho sviluppato un’idea ottimista: credo che assumerà un ruolo sempre più importante nel lavoro quotidiano delle nostre aziende, e che l’associazione sarà il vero aggregatore del futuro, che ci permetterà di presentare un’offerta sempre più strutturata e sempre più competitiva sui mercati internazionali. Ora una domanda da rappresentante della Prealpi

e da export manager: siete un punto di riferimento per il consumatore italiano, soprattutto per il burro Prealpi, un prodotto storico che riuscite ad adattare a ogni esigenza attuale. Acquisita una certa sicurezza sul mercato interno, quali sono le principali destinazioni dei vostri prodotti e dove vorreste andare nel prossimo futuro? La situazione dei consumi interni, che penso si sia ormai stabilizzata, ha reso imprescindibile puntare con decisione sui mercati esteri. Ovviamente i mercati più ambiti da tutti sono quelli che riconoscono un surplus per la qualità e per l’innovazione: Paesi in forte sviluppo, che vivono fasi di grande entusiasmo, ricercano prodotti di qualità e sono disposti a pagarli. Dalle prime esperienze però sono rimasto sorpreso di come talvolta le migliori opportunità vengano da Paesi inaspettati e spesso sottovalutati. La nostra bravura sta nell’individuarle e trasformarle in qualcosa di concreto.

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ECONOMIA

IL GRANA PADANO SPOPOLA AL SUD

La Dop del Nord Italia mantiene la leadership nel mercato, ma si vende di più al sud e all'estero, grazie a bocconcini e grattugiati di Salvatore Perazzi Secondo le elaborazioni del Consorzio di tutela del Grana Padano (dati Iri), rispetto al 2015, lo scorso anno il mercato dei formaggi duri ha registrato un lieve calo dei consumi interni (-0,3%), totalizzando circa 6,2 milioni di forme. L’andamento è stato diverso per i differenti formaggi: il Grana Padano, infatti, avrebbe perso circa l’1,3% dei volumi di vendita e il Parmigiano Reggiano lo 0,7 per cento.

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Andamento differente avrebbero avuto gli altri “duri”, cresciuti del 3,3%. Nonostante la flessione, il mercato resta saldamente in mano al Grana Padano, che copre il 47,1% delle vendite, e al Parmigiano Reggiano, la cui quota di mercato è del 35,4 per cento. Scorrendo i dati più nel dettaglio, emerge un altro numero che forse non tutti conoscono: la prima destinazione del Grana Padano è il Sud Italia, dove

viene venduto circa il 30% del prodotto. Ad alcune lunghezze segue il Nord Ovest, poi il Centro e, infine, fanalino di coda, una delle zone tipiche di produzione: il Nord Est del Paese, che rappresenta solo il 18,6% delle vendite complessive. Molto più interessante e performante l’andamento registrato nell’export, che – secondo le stime consortili – riguarda oggi il 37,5% delle vendite annuali.


ANDAMENTO DELLE VENDITE IN VOLUME: 2016 SU 2015 Variazione (%)

Quota mercato (%)

Grana Padano

-1,3

47,1

Parmigiano Reggiano

-0,7

35,4

Altri duri

+3,3

17,5

Dati IRI

Sommando i consumi interni e l’export, il consorzio ritiene che le vendite complessive di Grana Padano siano aumentate dell’1,5% circa, grazie soprattutto ai grattugiati e ai bocconcini, cresciuti dell'8 per cento. Difficile fare previsioni per l'anno in corso, anche a causa delle quotazioni all’ingrosso dei diversi prodotti, che sono cresciute e che incideranno di certo sui volumi di vendita dei prossimi mesi.

LE VENDITE PER AREE GEOGRAFICHE

SUD

30,2% CENTRO

22,8%

NORD OVEST

28,4% NORD EST

18,6%


SPECIALE ETICHETTATURA D’ORIGINE

L’ORIGINE IN ETICHETTA Tutto quello che c’è da sapere sulla nuova normativa che disciplina l’indicazione dell’origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari nelle etichette, i prodotti coinvolti e quelli esclusi, le eccezioni e le risposte alle domande più frequenti di Paola Parziale

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Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 19 gennaio, del Decreto interministeriale relativo all’etichettatura d’origine che avevamo anticipato sul numero di gennaio, il ministero dello Sviluppo economico ha predisposto una circolare interpretativa al fine di chiarire alcune disposizioni. Il documento spiega che le nuove norme non si applicano ai prodotti venduti sfusi, a quelli imballati nei luoghi di vendita su richiesta del consumatore o preimballati per la vendita diretta. Esclusi anche i prodotti

non rivolti al consumatore finale, in quanto destinati ad altri soggetti per essere sottoposti a ulteriori lavorazioni (B2B). Anche i formaggi fusi, assenti nell’elenco inserito nell’allegato 1, sono esclusi dalla nuova normativa. Tra le novità, segnaliamo in particolare: - la possibilità di utilizzare anche disgiuntamente le indicazioni: “Paese di condizionamento” o “Paese di trasformazione” in alternativa alla frase riportata tra virgolette nel Decreto: “Paese di condizionamento o di trasformazione”; - di indicare anche il Paese di trasformazione del latte e dei singoli ingredienti contenenti latte in alternativa al Paese di trasformazione del prodotto finale preimballato; - di apporre la dicitura “latte di Paesi Ue” o “latte di Paesi non Ue”, anche nel caso in cui l’approvvigionamento abitualmente provenga rispettivamente da diversi Paesi Ue o diversi Paesi extra Ue, ma nel singolo prodotto finale confluisca non una miscela, bensì latte avente origine di volta in volta da un solo Paese Ue o da un solo Paese non Ue; - di sintetizzare in etichetta “origine del latte: Ue” oppure “non Ue” nel caso in cui il Paese di mungitura e il Paese di condizionamento o di trasformazione siano entrambi di provenienza Ue o non Ue; - di utilizzare anche oltre il 18 aprile 2017 le etichette e i preimballaggi la cui stampa sia stata ordinata prima della pubblicazione del Decreto, che già riportano volontariamente le informazioni di origine con significato conforme a quelle previste dal Decreto; - di aggiungere alle diciture di origine previste dal Decreto, indicazioni con significato equivalente, quali, a titolo esemplificativo: “nodini di latte pugliese” o “100% latte sardo”, “Made in Italy”,“latte 100% italiano”, “100% latte italiano” o “latte italiano 100%”;

- di riportare le diciture previste dal Decreto, procedendo di volta in volta a evidenziare, mediante punzonatura, stampigliatura o altro segno, quella corrispondente allo specifico alimento preimballato. Nelle pagine che seguono forniremo risposte quanto più chiare ed esaustive possibili, organizzate per temi e facendo riferimento sia al Decreto sia alla Circolare.

I PRODOTTI A CUI SI APPLICANO LE NUOVE REGOLE Latte (*) e prodotti lattierocaseari di cui all’art. 1, comma 1. rLatte e crema di latte, non concentrati né addizionati con zuccheri o altri edulcoranti. rLatte e crema di latte, concentrati o con aggiunta di zuccheri o di altri edulcoranti. rLatticello, latte e crema coagulata, yogurt, kefir e altri tipi di latte e creme fermentate o acidificate, sia concentrate che addizionate di zucchero o di altri edulcoranti, aromatizzate o con l’aggiunta di frutta o cacao. rSiero di latte, anche concentrato o addizionato di zucchero o di altri edulcoranti; prodotti costituiti da componenti naturali del latte, anche addizionati di zucchero o di altri edulcoranti, non nominati né compresi altrove. rBurro e altre materie grasse provenienti dal latte; creme lattiere spalmabili. rFormaggi, latticini e cagliate. rLatte sterilizzato a lunga conservazione. rLatte Uht a lunga conservazione. (*) Per “latte” si intende sia quello vaccino che quello bufalino, ovi-caprino, d’asina e di altra origine animale.

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SPECIALE ETICHETTATURA DI ORIGINE

A QQUALI PRODOTTI SI APPLICA

IL DECRETO 1 Le disposizioni del presente Decreto, salvo quanto previsto dal comma 2, si applicano a tutti i tipi di latte e ai prodotti lattiero-caseari di cui all’allegato 1, preimballati ai sensi dell’art. 2 del regolamento Ue n. 1169/2011, destinati al consumo umano. 2 Per i prodotti di cui al regime di denominazioni di origine protette (Dop) e di indicazioni geografiche protette (Igp) riconosciuti ai sensi del Titolo

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II del regolamento (Ue) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012 e per i prodotti di cui al regolamento (Ue) n. 834/2007 del 28 giugno 2007, nonché per il latte fresco disciplinato ai sensi del decreto interministeriale del ministero delle Attività produttive e del ministero delle Politiche agricole e forestali del 27 maggio 2004, continuano ad applicarsi le disposizioni previste dalla normativa vigente anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto. 3 Resta fermo il criterio di acquisizione dell’origine ai sensi della vigente normativa europea.

LA CIRCOLARE MISE rPer “tutti i tipi di latte”

si intende il prodotto della mungitura delle specie animali indicate nella nota di cui all’allegato 1 del Decreto; è escluso dal campo di applicazione del il latte fresco

r

disciplinato ai sensi del decreto interministeriale del ministero delle Attività produttive e del ministero delle Politiche agricole e forestali del 27 maggio 2004, come richiamato all’articolo 1, comma 2 del decreto medesimo; sono esclusi dall’applicazione delle disposizioni del decreto anche i prodotti contenenti latte che non costituiscono prodotto lattiero-caseario, nonché i formaggi non rientranti nella definizione di cui al Rdl 15 ottobre 1925, n. 2033 e comunque i prodotti che non rientrano nei lattiero-caseari di cui al già citato allegato 1. La definizione di prodotto lattierocaseario è contenuta nella parte III dell’allegato VII del Regolamento Ue n. 1308/2013 (Regolamento unico Ocm). Sono esclusi dal campo di applicazione del Decreto, infine, ai sensi del comma 2 dell’articolo 1, i prodotti di cui al regime di denominazioni di origine protetta (Dop) e di indicazioni geografiche

r


protette (Igp) riconosciuti ai sensi del Titolo II del Reg. Ue n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012, nonché i prodotti di cui al Reg. Ue n. 834/2007 del 28 giugno 2007. infine, sono esclusi dal campo di applicazione del Decreto, ai sensi del comma 2 dell’articolo 1, i prodotti riconosciuti denominazioni di origine protetta (Dop) e indicazioni geografiche protette (Igp) ai sensi del Titolo II del regolamento Ue n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012, nonché i prodotti di cui al regolamento Ue n. 834/2007 del 28 giugno 2007. Qualora per i prodotti esclusi si intenda indicare volontariamente l’origine del latte o il Paese di condizionamento o trasformazione, tali informazioni possono essere fornite nel rispetto delle disposizioni del Decreto in oggetto. I prodotti lattiero-caseari oggetto di applicazione sono quelli preimballati ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 2, lettera e) del regolamento Ue n. 1169/2011 riportati nell’allegato 1, con esclusione, pertanto: dei prodotti venduti sfusi, di quelli imballati nei luoghi di vendita su richiesta del consumatore o preimballati per la vendita diretta; dei prodotti non destinati al consumatore finale in quanto destinati ad altri soggetti per essere sottoposti a ulteriori lavorazioni (B2B), quali gli ingredienti composti utilizzati nella preparazione dei prodotti lattiero-caseari preimballati di cui all’allegato 1 del Decreto.

r

r

r

DOMANDE E RISPOSTE Il Decreto si applica a tutti i prodotti che contengono latte? NO. Sono esclusi prodotti diversi da quelli lattierocaseari, ancorché contenenti latte.

Il Decreto si applica ai prodotti Dop e Igp? NO. Per le Dop e le Igp si continuano ad applicare le regole generali di etichettatura, oltre alle previsioni del regolamento Ue n. 1151/2012 e le disposizioni eventualmente previste dagli specifici disciplinari di produzione. Il Decreto si applica ai prodotti biologici? NO. Ai prodotti da agricoltura biologica, si applica quanto previsto dal Regolamento n. 834/2007 del 28 giugno 2007. Il Decreto si applica al latte fresco? NO. Per il latte fresco si continua ad applicare quanto previsto dall’allegato B del Decreto interministeriale 27 maggio 2004. A quale altro tipo di latte alimentare si applica? A tutti i restanti tipi di latte alimentare, quali ad esempio, Uht, delattosati, ecc. I prodotti destinati al mercato B2B sono sottoposti alle disposizioni di cui al Decreto? NO. Il Decreto si applica solo ai prodotti preimballati destinati a essere venduti come tali al consumatore finale o alle collettività. Tuttavia, ai sensi dell’art 8 par. 8 del reg. 1169/11 “gli operatori del settore alimentare che forniscono ad altri operatori del settore alimentare alimenti non destinati al consumatore finale o alle collettività, assicurano che a tali altri operatori del settore alimentare siano fornite sufficienti informazioni che consentano loro, se del caso, di adempiere agli obblighi di cui al paragrafo 2”. I prodotti sfusi e il cosiddetto take away, cioè il prodotto confezionato nei locali della grande distribuzione, sono sottoposti alle disposizioni del Decreto? NO. Ai sensi dell’art. 2 lett. e) del Reg. Ue n. 1169/11 «alimento preimballato» non comprende gli alimenti imballati nei luoghi di vendita

su richiesta del consumatore o preimballati per la vendita diretta. I formaggi fusi sono inclusi nel campo di applicazione del Decreto? NO. I formaggi fusi, non riportati nell’allegato 1, sono esclusi dal campo di applicazione del Decreto in quanto non rientrano nella definizione di formaggio di cui al Rdl 15 ottobre 1925, n. 2033, ma sono regolamentati dall’articolo 7 della Convenzione internazionale di Stresa del 1° giugno 1951, recepita dall’Italia con Dpr n. 1099/1953. I prodotti “ricotta” e “mascarpone” ricadano in una delle categorie descritte dall’allegato 1 del Decreto? SI. Entrambi rientrano nell’elenco di cui all’allegato 1 del Decreto.

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SPECIALE ETICHETTATURA DI ORIGINE

COSA RIPORTARE IN ETICHETTA

IL DECRETO 1 L’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattierocaseari di cui all’allegato 1, prevede l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture: «Paese di mungitura»: nome del Paese nel quale è stato munto il latte; «Paese di condizionamento o di trasformazione»: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato. 2 Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari di cui all’allegato 1, sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo della seguente dicitura: «origine del latte»: nome del Paese.

r r

LA CIRCOLARE MISE Il solo ingrediente dei prodotti lattiero-caseari preimballati riportati nell’allegato 1, del quale va indicata l’origine in termini di “Paese di mungitura”, “Paese di condizionamento o Paese di trasformazione” è il latte, come definito dalla parte III dell’allegato VII del Reg Ue 1308/2013 (Regolamento unico Ocm). La definizione di “ingrediente” è riportata all’articolo 2, paragrafo 2, lettera f) del regolamento Ue n. 1169/2011 che così dispone: “qualunque sostanza o prodotto, compresi gli aromi, gli additivi e gli enzimi alimentari e qualunque costituente di un ingrediente composto utilizzato

44 IL MONDO DEL LATTE

nella fabbricazione o nella preparazione di un alimento e ancora presente nel prodotto finito, anche se sotto forma modificata; i residui non sono considerati come ingredienti”. Poiché oggetto di applicazione sono i prodotti lattiero-caseari preimballati ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 2, lettera e) del regolamento Ue n. 1169/2011 riportati nell’allegato 1, l’obbligo disposto dal Decreto cade in capo all’impresa che rappresenta il soggetto responsabile delle informazioni di cui all’articolo 8, paragrafo 1 del regolamento Ue n. 1169/2011 con riferimento al prodotto lattiero-caseario destinato al consumatore finale, in quanto preimballato ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 2, lettera e). Il soggetto responsabile di cui all’articolo 8.1 del regolamento Ue n. 1169/2011 riporterà pertanto le informazioni di cui dispone direttamente e quelle di cui è entrato in possesso in quanto rilasciate dai soggetti tenuti a dare tali informazioni. L’obbligo di indicazione di origine del latte non investe, invece, gli altri operatori del settore alimentare che hanno fornito gli ingredienti contenenti latte utilizzati nella lavorazione del prodotto lattiero-caseario preimballato, in quanto tale obbligo non cade, come detto al paragrafo 1, sui prodotti non destinati al consumatore finale

(B2B). Tale obbligo, inoltre, non va confuso con quello della tracciabilità di cui al Reg. Ce n. 178/2002, che impone di indicare solo il soggetto fornitore della materia prima e non l’origine della stessa. Si ricorda, tuttavia, che ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 8 del regolamento Ue n. 1169/2011 “gli operatori del settore alimentare che forniscono ad altri operatori del settore alimentare alimenti non destinati al consumatore finale o alle collettività assicurano che a tali altri operatori del settore alimentare siano fornite sufficienti informazioni che consentano loro, se del caso, di adempiere agli obblighi di cui al paragrafo 2”. Tali obblighi consistono nella “presenza e l’esattezza delle informazioni sugli alimenti, conformemente alla normativa applicabile in materia di informazioni sugli alimenti e ai requisiti delle pertinenti disposizioni nazionali” e quindi gli obblighi in materia di indicazione dell’origine in etichetta della materia prima previsti dal Decreto. L’obbligo dell’indicazione di origine del latte non trova applicazione per il latte e i prodotti lattiero-caseari di cui all’allegato 1 del Decreto fabbricati all’estero che costituiscono ingredienti dei prodotti fabbricati in Italia, sia perché non destinati al consumatore finale (B2B), sia per il principio del mutuo riconoscimento, che rende impossibile estendere un obbligo ai produttori residenti al di fuori del territorio nazionale. Resta fermo anche per tali fornitori il richiamo alle disposizioni di cui all’articolo 8, paragrafo 8 del regolamento Ue n. 1169/2011. Per “Paese di mungitura” del latte si intende, ai sensi dell’articolo 60 del Reg. Ue n. 952/2013, codice doganale dell’Unione, il luogo dove il latte è stato munto. Per “Paese di condizionamento” del latte si intende il luogo dove


è avvenuto l’ultimo trattamento termico del latte a lunga conservazione, o del latte Uht. Per “Paese di trasformazione” si intende il Paese d’origine.

DOMANDE E RISPOSTE Il termine “condizionamento” va inteso come sinonimo di confezionamento? NO. Per “Paese di condizionamento” del latte si intende il luogo dove è avvenuto l’ultimo trattamento termico a cui è sottoposto il latte alimentare destinato al consumatore finale. Nei prodotti preimballati, è possibile omettere una delle due indicazioni: luogo di trasformazione o di confezionamento? SÌ. La Circolare dà la possibilità di utilizzare in maniera disgiunta le due operazioni: riservando il termine condizionamento al latte alimentare, mentre il termine trasformazione ai prodotti lattiero-caseari. Salvo, ovviamente, la facoltà di poter utilizzare comunque la dicitura completa.

Come indicare l’origine dei semilavorati o di eventuali ingredienti derivati dal latte (es. panna, burro, siero di latte) utilizzati nella preparazione dei prodotti lattiero-caseari preimballati? Nel caso di impiego come ingrediente di semilavorati o altri prodotti lattierocaseari, nel rispetto di quanto disciplinato dall’art. 2.2.f del regolamento Ue n. 1169/2011 per gli ingredienti composti, l’etichetta dei prodotti riporterà l’origine del latte utilizzato per la fabbricazione di tali ingredienti e il Paese di trasformazione degli stessi, in alternativa la Circolare dà la possibilità di indicare il Paese di trasformazione del prodotto finito preimballato. Oltre alle indicazioni obbligatorie di cui al Decreto, è possibile riportare un claim ulteriore sull’origine o la provenienza del prodotto finito? In altre parole, posso scrivere: “Made in Italy” su un prodotto trasformato in Italia, con ingredienti di provenienza estera? Oppure la dicitura “latte 100% italiano”, se il latte ha provenienza solo italiana? SÌ. L’origine del prodotto

finito è quella prevista dalla normativa comunitaria e non è quindi disciplinata dal Decreto. Tale indicazione deve considerarsi volontaria e consentita nella misura in cui non induca in errore il consumatore. Anche la Circolare consente di aggiungere alle diciture di origine previste dal Decreto, indicazioni con significato equivalente quali a titolo esemplificativo: “nodini di latte pugliese” o “100% latte sardo”, “Made in Italy”, “latte 100% italiano”,”100% latte italiano” o “latte italiano 100%”. Nel caso si utilizzino le diciture dell’art. 3 del Decreto - “latte di Paesi Ue/non Ue” e “latte condizionato o trasformato in Paesi Ue/non Ue”, tali diciture devono essere precedute dalle indicazioni quali operazione (paese) di mungitura e operazione (paese) condizionamento/ trasformazione? NO. È sufficiente riportare solo l’indicazione virgolettata prevista dall’articolo 3 in quanto alternativa a quella dell’articolo 2 del Decreto.

IL MONDO DEL LATTE 45


SPECIALE ETICHETTATURA DI ORIGINE

COSA INDICARE QUANDO MUNGITURA, CONDIZIONAMENTO E TRASFORMAZIONE AVVENGONO IN PAESI DIVERSI IL DECRETO 1 Qualora le operazioni di cui all’art. 2, comma 1, avvengano nel territorio di più Paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi Ue» per l’operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi Ue» per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. 2 Qualora le operazioni di cui all’art. 2, comma 1, avvengano nel territorio di più Paesi situati al di fuori dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere

utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi non Ue» per l’operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non Ue» per l’operazione di condizionamento o di trasformazione.

LA CIRCOLARE MISE La dicitura “latte di Paesi Ue” o “latte di Paesi non Ue”, può essere utilizzata dall’impresa responsabile delle informazioni anche se la singola confezione di latte contenga non una selezione di latti, ma latte avente origine di volta in volta da un solo Paese Ue o da un solo Paese non Ue, a condizione che l’approvvigionamento del latte da parte della

medesima impresa provenga abitualmente da diversi Paesi Ue o diversi Paesi non Ue. Sempre con riferimento alle disposizioni dell’articolo 3 del Decreto si conferma che nel caso il latte utilizzato nei prodotti preimballati di cui all’allegato 1 provenga contestualmente sia da Paesi Ue sia da Paesi non Ue, le due diciture possono essere utilizzate congiuntamente in tal modo “latte di Paesi Ue” e “latte di Paesi non Ue”. In analogia a quanto disposto all’articolo 2, comma 2 del Decreto si ritiene che nel caso dell’articolo 3, commi 1 e 2 sia possibile riportare la dicitura di sintesi “origine del latte”: Ue, oppure non Ue, solamente nel caso in cui il Paese di mungitura e quello di condizionamento o di trasformazione siano entrambi di provenienza Ue o non Ue.

DOMANDE E RISPOSTE Se uso latte Ue e lo trasformo in Italia, posso limitarmi a scrivere la dicitura semplificata: Origine del latte: UE? SÌ. Probabilmente è la soluzione più semplice per tutti coloro che si approvvigionano di latte o ingredienti lattieri dall’Unione europea per lavorarli nei propri stabilimenti.

46 IL MONDO DEL LATTE


L’INFORMAZIONE DEI CONSUMATORI IL DECRETO 1 Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, nell’ambito delle attività previste a legislazione vigente, può definire apposite campagne di promozione dei sistemi di etichettatura previsti dal presente Decreto. 2 Le indicazioni sull’origine di cui agli articoli 2 e 3 devono essere indelebili e riportate in etichetta in modo da essere visibili e facilmente leggibili. Esse non devono essere in nessun

LE SANZIONI

modo nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni scritte o grafiche o da altri elementi suscettibili di interferire.

IL MUTUO RICONOSCIMENTO

DOMANDE E RISPOSTE Posso riportare le indicazioni previste dal Decreto interministeriale sul retro della confezione? SÌ. La normativa non prevede posizionamenti specifici per le indicazioni sull’origine. Le aziende possono quindi decidere dove apporla: Fop, Bop, su un lato, nell’elenco degli ingredienti. Resta inteso che le indicazioni saranno visibili, facilmente leggibili e posizionate in modo da non confondere il consumatore o interferire con le sue scelte. Comunque si consiglia il rispetto del carattere minimo (1,2 mm) richiesto dal regolamento Ue n. 1169/2011. È ammissibile utilizzare solo una dichiarazione attraverso il sito web dell’azienda e/o del prodotto per comunicare l’origine, purché chiaramente specificato in etichetta? NO. La normativa non sembra prevedere questa possibilità.

IL DECRETO Per le violazioni degli obblighi di cui al presente Decreto si applicano le sanzioni di cui all’art. 4, comma 10, della legge 3 febbraio 2011, n. 4.

DOMANDE E RISPOSTE A quanto ammontano le sanzioni in caso di non rispetto della norma? Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque pone in vendita o mette altrimenti in commercio prodotti alimentari non etichettati in conformità alle disposizioni del Decreto è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 a 9.500 euro. La sanzione ridotta ai sensi della normativa vigente dovrebbe quindi essere pari a 3.166 euro (un terzo del massimo a norma dell’art. 16 della Legge n. 689/1981).

IL DECRETO 1 Le disposizioni del presente Decreto non si applicano ai prodotti di cui all’allegato 1 legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione europea o in un Paese terzo.

LA CIRCOLARE MISE La clausola di mutuo riconoscimento, come formulata dal Decreto, impone l’obbligo di indicazione di origine solo ed esclusivamente ai prodotti legalmente fabbricati in Italia e destinati al mercato italiano, con esclusione, quindi, dei prodotti destinati ad altri Paesi.

DOMANDE E RISPOSTE L’applicazione del Decreto vale solo per prodotti commercializzati sul territorio italiano? SÌ. L’obbligo di indicazione di origine si applica solo ai prodotti destinati al mercato italiano, con esclusione, quindi, dei prodotti destinati ad altri Paesi. Nel caso di confezioni multilingua sono obbligatorie le indicazioni di origine anche nelle lingue dei Paesi di destinazione? NO. Il Decreto si applica solo ed esclusivamente ai prodotti destinati al mercato nazionale. Non è quindi necessario riportare le medesime indicazioni nelle lingue dei Paesi di destinazione.

IL MONDO DEL LATTE 47


SPECIALE ETICHETTATURA DI ORIGINE

ENTRATA IN VIGORE E DURATA IL DECRETO 1 Le disposizioni del presente Decreto si applicano in via sperimentale fino al 31 marzo 2019. 2 Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e il ministero dello Sviluppo economico trasmetteranno alla Commissione europea entro il 31 dicembre 2018 un rapporto sull’applicazione delle disposizioni di cui al presente Decreto. 3 In caso di adozione da parte della Commissione europea di atti esecutivi ai sensi dell’art. 26, paragrafo 8, del Regolamento Ue n. 1169/2011, relativi ai prodotti alimentari di cui all’art. 1, prima del 31 marzo 2019, il presente Decreto perde efficacia dal giorno

ALTRI CHIARIMENTI

della data di entrata in vigore dei medesimi. 4 I prodotti di cui all’art. 1, che non soddisfano i requisiti di cui al presente Decreto, portati a stagionatura, immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore dello stesso, possono essere commercializzati fino all’esaurimento scorte e comunque entro e non oltre 180 giorni dalla data di entrata in vigore del presente Decreto.

LA CIRCOLARE MISE Al fine di evitare il ritiro dagli scaffali dei prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal Decreto, che dovessero risultare invenduti all’approssimarsi del termine di 180 giorni previsto al comma 4 dell’articolo 7 del Decreto, quale termine massimo per lo smaltimento delle scorte, è possibile utilizzare delle etichette adesive inamovibili per integrare le informazioni obbligatorie previste dal Decreto. Tale sistema di etichettatura adesiva inamovibile può comunque essere utilizzato per inserire le informazioni ad integrazione delle etichette e degli imballaggi. Sono fatte salve le etichette

In aggiunta alle diciture di origine previste dal Decreto è possibile impiegare diciture con significato equivalente a quelle previste dagli articoli 2 e 3 del Decreto purché le stesse non ingenerino

48 IL MONDO DEL LATTE

DOMANDE E RISPOSTE Quando entra in vigore il Decreto? Il Decreto entra in vigore il 19 aprile 2017. Da quel momento non è più possibile utilizzare gli imballaggi non conformi. Fino a quando è possibile commercializzare prodotti con le vecchie etichette? I prodotti immessi sul mercato prima del 19 aprile 2017 possono essere commercializzati fino a esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 16 ottobre 2017. Quelli in stagionatura possono essere commercializzati fino a esaurimento scorte e comunque non oltre il 16 ottobre 2017. Quelli etichettati alla data del 18 aprile 2017 possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 16 ottobre 2017.

r

riportando in etichetta tutte quelle ricorrenti e procedendo di volta in volta a evidenziare, mediante punzonatura, stampigliatura o altro segno, solo quella corrispondente allo specifico alimento preimballato.

r

DOMANDE E RISPOSTE

confusione nel consumatore. Si riportano, a titolo esemplificativo, le seguenti: una indicazione della provenienza regionale del latte, quale “nodini di latte pugliese” o “100% latte sardo” da riportare assieme a quella obbligatoria “origine del latte: Italia”; l’indicazione “Made in Italy” nel caso in cui il Paese di trasformazione sia l’Italia; l’indicazione “latte 100% italiano”, “100% latte italiano” o “latte italiano 100%”, da riportare in aggiunta a quelle obbligatorie dell’articolo 2 del Decreto, quando il Paese di mungitura e il Paese di condizionamento o trasformazione sia l’Italia. L’utilizzo delle diciture previste dal Decreto può avvenire anche

r

LA CIRCOLARE MISE

e i preimballaggi non ancora utilizzati, la cui stampa sia stata ordinata prima della pubblicazione del Decreto, che già riportano volontariamente le informazioni di origine con significato conforme a quelle previste dal Decreto.

È possibile aggiungere l’indicazione dell’origine del latte con un’etichetta adesiva fino a quando non vengano aggiornati tutti i materiali di confezionamento? Sì. è una facoltà che le aziende hanno sempre nel rispetto di una condizione essenziale: le etichette adesive devono essere inamovibili.


LA NOSTRA TRADIZIONE... UN FUTURO ANCORA PIU’ GRANDE.

RE ND E RING D E L L’ A M P L IA M E N T O PR O DUT T I V O I N FASE DI R EAL I Z Z AZ I O N E

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MERCATI

CON IL NOSTRO LATTE OLTRE LA CRISI L’EXPORT DEL MADE IN ITALY SPINGE LA RIPRESA ECONOMICA Negli ultimi 10 anni le vendite di formaggi italiani all’estero sono cresciute del 53% in volume e del 92% a valore. Le principali Dop e la mozzarella gonfiano i fatturati di Filippo Bordieri Uno dei settori che ha contribuito alla ripresa economica è indubbiamente il lattiero-caseario. Analizzando l’andamento delle vendite estere negli ultimi 15 anni è evidente l’imponente crescita delle quantità di formaggio italiano richiesto in tutto il mondo. Sono stati scoperti nuovi mercati, consolidati quelli storici, ma soprattutto è stata confermata la grande fiducia che il consumatore internazionale riserva nei confronti dei prodotti made in Italy. Dal 2005 al 2015, la crescita dell’export di formaggi italiani è stata del 53% in volume e addirittura del 92% in valore. Un dato straordinario, considerando che in questo lasso di tempo l’economia

mondiale ha attraversato una delle più dolorose crisi che la storia abbia mai conosciuto. Del resto, chi può difficilmente rinuncia a un buon pasto, a prescindere dalla congiuntura economica che si sta attraversando in quel momento. Stando ai dati, evidentemente, in tanti hanno potuto. Dall’inizio del nuovo millennio a oggi, l’export ha avuto un incremento del 128%, passando dalle 170mila tonnellate del 2000 alle 389mila del 2016, una crescita ancor più evidente guardando gli introiti: il valore delle esportazioni si è triplicato, passando da poco più di 800 milioni di euro ai 2,4 miliardi raggiunti lo scorso anno. Tra le categorie che hanno contribuito a questa crescita ci sono la mozzarella, i grattugiati e le Dop, tra le quali spiccano

il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Pecorino Romano e il Provolone Valpadana, le referenze più vendute nei mercati internazionali. Qualche numero fa avevamo detto di quanto le performance commerciali della mozzarella rappresentino un traino per la crescita dei consumi di formaggio a livello mondiale e questa analisi viene confermata anche dai dati del nostro export. Negli ultimi 15 anni le vendite estere della mozzarella sono cresciute del 794%, raggiungendo le 85mila tonnellate nel 2016 per un valore di quasi 400 milioni di euro. Variazioni impressionanti che però non possono essere paragonate ai livelli generati dalle Dop. Il Grana Padano

BERTOZZI

GENNARO AURICCHIO

GLI ESPORTATORI

AMBROSI

SPA

Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.

SPA

Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com

AGRIFORM Via dei Ponticelli,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it 50 IL MONDO DEL LATTE

SPA

Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.

SCA

Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it

Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it


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MERCATI

04069061

040620

04064050

04069075

04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069075 - 04069079 -04069076 -04069087

25.629 4.694 10.044 3.735 5.637 2.200 1.280 2.221 2.229 1.037 528 392 448 344 60.418 49 94 68 51 427 1.109 403 168 378 75 63.240 174 677 64.091 374 64.465

18.515 6.204 6.540 2.953 3.710 2.750 1.048 570 355 744 234 429 321 276 44.649 29 42 26 169 523 3.066 907 508 647 342 50.908 243 940 52.091 297 52.388

7.154 15.158 5.664 3.197 2.100 2.276 2.278 1.452 214 1.971 165 1.753 329 434 44.145 68 49 43 26 185 872 586 187 271 149 46.581 98 368 47.047 213 47.260

8.242 7.702 3.340 1.696 1.418 908 874 374 101 260 64 304 107 143 25.533 22 15 3 8 105 226 224 108 281 95 26.620 106 270 26.996 133 27.129

3.545 4.801 827 907 574 382 860 648 173 290 17 82 39 20 13.165 10 7 9 10 19 449 188 65 44 92 14.058 27 184 14.269 45 14.314

146 182 21 35 53 116 15 10 11 6 3 3 1 9 611 1 1

640 2.048 278 259 493 188 1.982 99 77 133 9 22 19 16 6.263 3 4 3 62 330 73 104 16 326 17 7.201 6 96 7.303 103 7.406

1 13 20 43 1 15 6 712 8 4 724 7 731

04069099

040630

3.506 1.431 989 410 336 298 451 184 29 135 14 120 38 12 7.953 7 16 1 12 80 65 57 15 68 35 8.309 64 85 8.458 14 8.472

896 1.069 530 90 278 76 359 92 18 91 4 73 49 14 3.639 4 7 2 4 27 105 58 12 18 13 3.889 4 14 3.907 34 3.941

886 464 248 205 37 290 68 44 5 77 9 37 12 7 2.389 6 54 20 67 30 53 46 2 116 13 2.796 89 126 3.011 39 3.050

194 29 115 273 312 9 96

746 2.302 587 836 405 269 490 247 183 118 10 611 52 120 6.976 33 96 24 19 230 224 488 57 298 62 8.507 83 301 8.891 40 8.931

PROVOLONE

3 109 48 12 1.200 1 217 2 55 76 96 1 1.648 2 19 1.669 10 1.679

TOTALI

04069063

FORMAGGI FUSI

0406901 04069069 04069021 9019-905 04069039 9082-9084 0406908 04069081 9093 04069086 0406401 04069013 4090 04069015 04069017

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

PAESI

FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

MOZZARELLA

(IN TONS)

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio-ottobre 2016)

04069073 04069001

391 637 193 1.575 270 37 124 68 11 13 6 90 2 8 3.425 5 1 3 1 29 36 24 6 12 12 3.554 3 11 3.568 8 3.576

1 1 62 45 20 129

258

12 3 4 6 283 816 1.099 1.099

70.491 46.722 29.376 16.233 15.668 9.799 9.945 6.138 3.409 4.984 1.111 3.928 1.417 1.403 220.624 237 387 202 430 2.227 6.303 3.187 1.227 2.570 912 238.306 907 3.911 243.124 1.317 244.441

BRESCIALAT SPA

SAVIOLA SPA

Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano

Grana Padano, Parmigiano Reggiano, crescenza, mozzarelle, Taleggio, Gorgonzola, ricotta, mascarpone.

Produzione: Grana Padano, Parmigiano Reggiano.

Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com

Via Castellana 1/A 25032 Chiari (BS) Tel. 030/7009878 Fax 030/7009860 info@brescialat.it www.brescialat.it

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

BRAZZALE

52 IL MONDO DEL LATTE

SPA



MERCATI FORMAGGI FUSI

ALTRI FORMAGGI

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 0406913 04069015 04069017

4069099

4069073

40630

4.102 3.941 142 9 10 30 8.870 367 8.503 52 30 4 18 326 257 4 1 4 3 57 125 109 16 1

9.449 8.931 250 124 144 254 1.427 88 1.339 96 15

4.536 3.050 991 31 464 40 1.268 8 1.260 138 25

3.703 3.576 121 3 3 10 503 70 433 34 22

1.835 1.679 148 4 4 47 12 3 9 1

81 1.442 377 221 138 61 12 633 287 281 6

113 934 151 61 2 92 85 543 239 235 4

12 60 5 2 1 3 4 45 505 500 5

1 235 3 2

16.441 13.506 2.127 9.565 97.053 115.210 14.450 77.362

12.955 4.024 83.831 26.158

7.155 4.105 43.749 26.684

4.815 1.239 28.361 7.900

2.131 452 7.571 1.801

04061050 04061080

4069061

40620

69.870 64.465 4.966 20 419 65 566 22 544 123 4 119 2.750 1.557 117 1 91 79 905 302 208 94

55.668 52.388 3.019 60 201 95 1.903 95 1.808 74 9 3 62 7.657 2.359 1.490 33 191 148 3.436 365 342 23

52.128 47.260 4.074 233 561 351 14.779 2.976 11.803 777 190 279 308 3.713 1.504 176 65 79 98 1.791 1.991 1.949 42 16

28.737 27.129 1.267 4 337 19 436 84 352 12 1 1 10 722 327 82 6 87 20 200 48 46 2

15.170 14.314 807 16 33 23 438 50 388 23 13 3 7 579 330 11 2 3

73.676 9.211 341.171 46.919

65.762 13.374 241.820 66.422

73.755 26.495 669.966 231.949

29.974 2.845 236.505 21.300

233 208 195 13

PROVOLONE

04069063

04061030

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue

ALTRI FORMAGGI DURI

PECORINO

04064050

GRATTUGIATI

GORGONZOLA

CODICE DOGANALE

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

MOZZARELLA

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio-ottobre 2016)

7 2 221 1 1

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA FORMAGGI Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

GELMINI CARLO

SPA

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

54 IL MONDO DEL LATTE

Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella. 24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

MARIO COSTA SPA F.LLI PINNA AZIENDA

SRL Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL

CASEARIA SPA Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax. 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com


2.353 193 14.657 1.613

2.270 208 16.101 1.444

4069075

4069076

4069001

4.391 4.327 62 2

1.598 1.509 84

61 557 547 1

3 146 26 4

1.089 731 353 1 4 1 438 34 404 4 1 1 2 19 4 1

491 344 143 3 1 4 302 2 300 6 2 2 2 14 2

1.099 1.099

17 17 2 15 61

4.328 4.251 63 10 4 3 815 5 810 3

3

4

2

2 5

9

3 1 14 28 27 1 10

6 2

112 49 47 2 2

5 32 31 1

5 11 11

2 7 7

1.605 380 11.371 2.961

5.045 718 16.109 3.820

5.346 1.095 40.832 7.414

2.003 494 13.316 3.517

1.319 1.225 78 2 14 49 181 22 159 0

18

ALTRI FORMAGGI MOLLI 2

TRENTIN

5 16 329 16 313 4 2 1 1 24 17

2 12 199 199 2 1.752 1.021 11.774 6.376

828 484 5.648 3.083

TOTALI

4069079

ITALICO TALEGGIO

04069018 04069019 04069050 04069082 04069084

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

1 12 2 1 1

3 102 3 14 6 20 3 56 7 5 2

FONTINA FONTAL

51 38

2.082 2.062 10 5 5 1 75 13 62 3

ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO

2.248 2.160 74 5 9 24 28 5 23 0

4069087 04069023 04069025 04069027 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069088 04064090 04069093

16 1 15 23 23 59 48

263.843 244.441 16.652 532 2.218 984 32.403 3.863 28.540 1.434 310 298 826 19.408 7.555 2.186 266 655 458 8.288 4.408 4.194 214 31

1.204 322.576 78.135 105 2.628 1.997.673 808 551.981

e il Parmigiano Reggiano insieme, ad esempio, sono cresciuti “solo” del 174%, ma hanno portato nelle casse delle aziende italiane il doppio di quanto faccia la mozzarella con le stesse quantità. Ragionamento ovvio, considerando il differente valore delle produzioni, ma utile per capire la struttura del nostro export. Le incidenze sul totale delle vendite di formaggio vedono il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano al primo posto, poi la mozzarella (che in quindici anni ha quadruplicato la sua incidenza sul valore), i grattugiati, il Pecorino Romano e il Gorgonzola. Situazione quasi invariata per quel che riguarda le quantità. Le principali destinazioni in Europa rimangono la Francia, la Germania, il Regno Unito e la Svizzera (se si considera il rapporto con la popolazione). I primi mercati extra Ue, invece, sono gli Stati Uniti, il Giappone e il Canada, che nel corso del 2016 è stato quasi eguagliato dalla Corea del Sud, uno dei Paesi che negli ultimi anni ha incrementato maggiormente gli acquisti dalle nostre aziende.

SPA

Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it

ZANETTI

SPA

Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola. Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it IL MONDO DEL LATTE 55


MERCATI

NUOVI EQUILIBRI CONTINENTALI? Anche se nella seconda parte dell’anno abbiamo assistito a un rallentamento della produzione europea di latte, il 2016 si è chiuso con un piccolo aumento delle consegne (+0,7%). Come abbiamo

detto più volte, non tutti si sono comportati allo stesso modo e l’aumento finale è da attribuire a un piccolo gruppo di grandi produttori, che, nonostante le basse quotazioni del latte alla stalla, hanno insistito quando gli altri rallentavano. Ma il latte in più, dove ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE IN EUROPA è andato a finire? Analizzando i dati della Commissione 30% relativi ai primi sette produttori (che rappresentano tre quarti del 25% latte europeo), si nota una forte crescita di latte in polvere, burro e 20% latti fermentati, ma anche i formaggi 15% mostrano un incremento di un certo rilievo, soprattutto in alcuni Paesi. 10% Mentre Germania, Francia e Italia – i maggiori produttori europei – 5% hanno ridotto la propria produzione casearia, Olanda e Polonia hanno 0% invece investito proprio in tale segmento. Non basta certo una sola -5% annata per capire se gli equilibri GERMANIA FRANCIA REGNO OLANDA ITALIA POLONIA IRLANDA UNIONE UNITO EUROPEA continentali si stiano modificando, CONSEGNE BURRO LATTE SCREMATO IN POLVERE LATTE INTERO IN POLVERE LATTE ALIMENTARE ma è bene tener d’occhio i nuovi potenziali concorrenti. LATTI FERMENTATI FORMAGGI

QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI IN EUROPA 450

La spinta verso l’alto delle quotazioni delle commodity sembra terminata e i prezzi all’ingrosso hanno iniziato una fase discendente. Del resto, burro e siero in polvere avevano raggiunto valori record difficili da mantenere e, anche se restano su livelli molto più alti degli ultimi due anni, era abbastanza prevedibile che la crescita non durasse all’infinito. Alcuni azzardano previsioni per i prossimi mesi. Noi preferiamo essere prudenti: sono troppe le variabili in gioco, tutte non controllabili. Le consegne di latte rimarranno stabili o – grazie ai migliori prezzi alla stalla – ricominceranno a crescere? E che fine faranno le migliaia di tonnellate di latte scremato ancora in ammasso?

BURRO

400 350 300 250 200

LATTE SCREMATO IN POLVERE

240 220 200 180 160 140 120 100

SIERO IN POLVERE

100 90 80 70 60 50 40

56 IL MONDO DEL LATTE



MERCATI

BORSA PREZZI

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE) N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 12-15 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

2015 2016 DICEMBRE DICEMBRE MEDIA MEDIA

VAR.

2016 GENNAIO MEDIA

2015 GENNAIO MEDIA

VAR.

3,25 4,20 4,35 3,05 8,10 7,09 5,92 10,86 10,11 9,33 5,19 6,19 4,99 4,19 5,04 5,27 5,57

1,93 2,78 2,93 1,73 7,50 6,48 5,30 9,55 8,80 7,65 -----5,20 4,40 5,25 5,48 5,78

68,39% 51,08% 48,46% 76,30% 8,00% 9,41% 11,70% 13,72% 14,89% 21,96% -----4,04% -4,77% -4,00% -3,83% -3,63%

3,13 4,08 4,23 2,93 8,15 7,20 6,03 11,05 10,30 9,61 5,20 6,20 5,00 4,20 5,05 5,28 5,58

1,82 2,67 2,82 1,62 7,57 6,55 5,38 9,75 9,00 7,87 ----5,20 4,40 5,25 5,48 5,78

71,98% 52,81% 50,00% 80,86% 7,66% 9,92% 12,08% 13,33% 14,44% 22,11% -----3,85% -4,55% -3,81% -3,65% -3,46%

411,25

328,75

25,10%

377,50

310,00

21,77%

11,65 11,075 10,5 9,875

10,375 9,225 8,775 8,075

12,29% 20,05% 19,66% 22,29%

11,925 11,375 10,775 10,175

10,4 9,5 9,05 8,325

14,66% 19,74% 19,06% 22,22%



MERCATI

DOP, PARTENZA A TUTTA BIRRA Dopo aver chiuso il 2016 con un aumento complessivo del 2% circa, la produzione dei formaggi Dop ha iniziato l’anno con nuovi importanti incrementi. Questo è quello che emerge dai dati diffusi dai principali consorzi di tutela. Prendiamo ad esempio il Grana Padano, che dopo alcuni mesi in

imprese consorziate sembrano aver ingranato al quarta, con una crescita del 10%. Importanti anche gli aumenti messi a segno dal Taleggio e dal Quartirolo, cresciuti rispettivamente del 7,3 e del 16,6 per cento. In questi due casi, però, gli aumenti sono un recupero delle

cambio di tendenza e gennaio si è chiuso con un +1,4%, nonostante la tipologia “D’allevo” abbia mostrato una riduzione ancor più importante (-19,8%). Nei prossimi mesi capiremo se questi incrementi sono legati all’ottimismo degli operatori per una ripresa dei consumi – che dalle

ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE: GENNAIO 2017 VS GENNAIO 2016

+7,3%

TALEGGIO

+16,6% +3,4% +1,9%

PARMIGIANO REGGIANO

GRANA PADANO

+1O,0% +1,4%

QUARTIROLO

GORGONZOLA

ASIAGO

flessione, sul finire del 2016 aveva messo a segno un importante +3,4% e ha chiuso il mese di gennaio con un +1,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In 30 giorni sono state prodotte 456.414 forme, il maggior numero di sempre. Ancora più importanti le variazioni registrate nel mondo del Parmigiano Reggiano: dopo aver mostrato una crescita del 5% nel corso del 2016, il formaggio emiliano ha aperto il nuovo anno con un +3,4%, che vuol dire 10.148 forme più del gennaio di un anno fa. Anche per il Gorgonzola siamo di fronte a una produzione record. Come si ricorderà, il 2016 era stato caratterizzato da un andamento a fasi alterne, e nell’ultimo trimestre il numero di forme prodotte era stato leggermente inferiore a quello del 2015. Ebbene, le

60 IL MONDO DEL LATTE

perdite degli anni scorsi. Osservato speciale, infine, l’Asiago. Il 2016 è stato un anno particolare, con una riduzione del 3,3%, dovuta alla brusca frenata dell’ultimo quadrimestre (-12,4%) e alle modeste performance della tipologia “D’allevo” (-16,3% nel 2016). Il 2017 si è aperto con un

prime rilevazioni sembra ancora non esserci –, alle aspettative sull’export – che continua a dare ottime soddisfazioni –, o invece alla semplice necessità di trasformare in prodotti stagionati la forte disponibilità di latte italiano, che con la crisi del latte fresco ha perso un’importante destinazione.



IGIENE & SICUREZZA

LINEE GUIDA SULL’ESPORTAZIONE DEI PRODOTTI LATTIERI Assolatte ha collaborato con la Regione Lombardia all'aggiornamento dei requisiti necessari per gli stabilimenti che conferiscono la materia prima di Ettore Soria

L’Unità operativa veterinaria della Regione Lombardia ha rilasciato la nuova revisione delle “Linee di indirizzo al rilascio di attestazioni/ certificazioni prodotti a base di latte”, a cui ha collaborato Assolatte. Oltre agli aggiornamenti sui certificati veterinari dei singoli Paesi, sono state sviluppate alcune aree di interesse per l’esportazione nell’ottica di filiera. Sulla base delle indicazioni nazionali è stato riportato il modello di check list – in lingua italiana e inglese – per l’iscrizione degli stabilimenti in lista Paesi Terzi, così composta: verbale di sopralluogo, verifica della documentazione Gmp (Good manufacturing practice) e Ssop (Sanitation standard operating procedures). MALATTIE E LIMITAZIONI Il riconoscimento di uno stabilimento non può

62 IL MONDO DEL LATTE

prescindere dalle condizioni zoosanitarie dell’allevamento che conferisce il latte, il quale può avere delle limitazioni. In caso di: Tbc, si escludono i seguenti Paesi Terzi: Cina e Ucraina per almeno 12 mesi; Serbia per almeno 6 mesi; Marocco Nuova Caledonia e Vietnam fino a risoluzione del focolaio. Brucellosi, si escludono i seguenti Paesi Terzi: Cina per 12 mesi; Serbia per 6 mesi; Marocco e Vietnam fino a risoluzione del focolaio. Bse, si escludono i seguenti Paesi Terzi: Argentina e Algeria fino a completa risoluzione del focolaio. Leucosi, si esclude la Serbia per almeno sei mesi. Carbonchio ematico, si esclude la Cina per almeno 12 mesi. Paratubercolosi, si escludono i seguenti Paesi Terzi: Cina per almeno dodici mesi;

r r r

r r r

r

r India fino a risoluzione del focolaio. REQUISITI E VERIFICHE L’autorità competente provvederà a verificare sulla banca dati regionale predisposta dalla Lombardia il possesso dei requisiti e il loro mantenimento, compresa la temperatura di refrigerazione del latte (Custom union) e il trattamento con estrogeni (India). Nella pagina a fianco riportiamo una tabella delle aree e dei periodi di restrizione richiesti dai Paesi Terzi a seguito dell'insorgenza di focolai di malattie infettive soggette a denuncia obbligatoria. Queste linee di indirizzo saranno diffuse anche fuori dalla Lombardia in quanto, in base all’esperienza della prima edizione, sono state ampiamente condivise anche dalle altre regioni come un utile strumento operativo.


RESTRIZIONI IN BASE ALLE AREE GEOGRAFICHE E ALLE MALATTIE PAESI TERZI

MALATTIA

AFTA STOMATITE VESCICOLARE PESTE BOVINA PESTE PICCOLI RUMINANTI PLEUROPOLMONITE CONTAGIOSA BOVINA DERMATITE NODULARE BOVINA FEBBRE DELLA VALLE DEL RIFT PESTE BOVINA FEBBRE DELLA VALLE DEL RIFT ARGENTINA AFTA BOSNIA (LATTE CRUDO) PESTE BOVINA BOSNIA (LATTE PASTORIZZATO) AFTA PESTE BOVINA PESTE BOVINA BRASILE DERMATITE NODULARE CONTAGIOSA AFTA MALATTIE CONTAGIOSE CUSTOM UNION AFTA PESTE BOVINA PLEUROPOLMONITE CONTAGIOSA STOMATITE VESCICOLARE VAIOLO OVI-CAPRINO AFTA KOSSOVO PESTE BOVINA AFTA MACEDONIA PESTE BOVINA AFTA MAROCCO AFTA MESSICO AFTA MONTENEGRO PESTE BOVINA AFTA NUOVA CALEDONIA PESTE BOVINA PANAMA (LATTE OVI-CAPRINO) AFTA QUALUNQUE RESTRIZIONE ALLA MOVIMENTAZIONE PERÙ DEI BOVINI REPUBBLICA POPOLARE DI CINA CARBONCHIO EMATICO AFTA SERBIA PESTE BOVINA AFTA SUD AFRICA PESTE BOVINA AFTA TURCHIA PESTE BOVINA AFTA UCRAINA PESTE BOVINA PLEUROPOLMONITE CONTAGIOSA PESTE OVI-CAPRINA QUALUNQUE RESTRIZIONE ALLA MOVIMENTAZIONE VIETNAM DEI BOVINI ALGERIA

AREA DI RESTRIZIONE

PERIODO DI RESTRIZIONE

REGIONE

12 MESI

PAESE PAESE O PARTE DEL PAESE

FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO 12 MESI

ALLEVAMENTO

12 MESI

PAESE

12 MESI

AREA DI 25 KM ALLEVAMENTO/TERRITORIO TERRITORIO

12 MESI FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO 12 MESI

AZIENDA PAESE/TERRITORIO

6 MESI 12 MESI

PAESE/REGIONE

12 MESI

ALLEVAMENTO PAESE PAESE/REGIONE

FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO 12 MESI

AREA DI 10 KM

1 MESE

PAESE AREA DI 10 KM

2 MESI

ALLEVAMENTO PAESE/TERRITORIO

FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO 12 MESI

ALLEVAMENTO

FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO

PAESE/TERRITORIO PAESE

FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO 12 MESI

PAESE PAESE ALLEVAMENTO

2 ANNI 3 ANNI FINO A RISOLUZIONE DEL FOCOLAIO

Fonte: Regione Lombardia, U.O. Veterinaria

IL MONDO DEL LATTE 63



NORMATIVE

A TUTTO COLORE In Francia proposte quattro soluzioni per informare i consumatori sul contenuto di nutrienti nei cibi di Chiara Fabrizi L’etichettatura nutrizionale è diventata obbligatoria per i prodotti alimentari da poco, ma su come aiutare il consumatore a fare scelte corrette, senza dover circolare tra le corsie dei supermercati con calcolatrice e bilancino, se ne parla da molto tempo. Risale al 1989 il simbolo Keyhole utilizzato in Svezia, ma non solo, rappresentante un buco della serratura volto a identificare gli alimenti che, all’interno di una determinata categoria, rappresentano la scelta più salutare. Più recente – e molto adottato negli anni dalle imprese alimentari – è lo schema di etichettatura denominato Gda (Quantità giornaliera raccomandata), che, attraverso l’utilizzo di un format comune basato su icone, si proponeva di fornire al consumatore informazioni sul fronte della confezione sui contributi percentuali di energia, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale forniti da una porzione di alimento rispetto a un fabbisogno medio giornaliero di 2mila calorie. A seguire, molti sono stati i ragionamenti fatti sulla reale efficacia e utilità dei sistemi di informazione volontaria e sulle implementazioni eventualmente necessarie a superare le criticità riscontrate. Così come sono stati studiati diversi altri sistemi per grafica o tipologia di messaggio che si intendeva fornire al consumatore. Nel frattempo, anche la normativa sull’etichettatura – e con essa quella sull’e-tichet-tatura

nutrizionale – sono cambiate, facendo proprio il sistema volontario delle Gda e integrandolo tra le possibili informazioni che l’operatore può fornire al consumatore. Un sistema, però, da molti ritenuto superato e non sufficiente. Si comincia quindi a parlare di colori e si arriva ai traffic lights, adottati tra il 2012 e il 2013 dal Regno Unito. Sistema che ha suscitato fin da subito moltissime critiche e obiezioni, Italia in testa, e che ha portato la Commissione europea ad aprire una procedura di infrazione non essendo ritenuto in linea con le disposizioni del Regolamento Consumer Information che permettono l’utilizzo di forme di espressione differenti dall’etichettatura nutrizionale, purché a determinate condizioni. Dopo il Regno Unito, anche la Francia si è mossa decidendo di testare sul mercato, in normali

condizioni di acquisto, quattro diversi sistemi grafici di informazione nutrizionale volontaria, per poi scegliere quale tra questi sia quello più idoneo a informare il consumatore e aiutarlo a fare scelte alimentari equilibrate “a prima vista”. I quattro sistemi sono: - Nutri Score: sistema a cinque colori che suddivide i prodotti in altrettante categorie di punteggio (A,B,C,D,E) sulla base della qualità nutrizionale del prodotto, a partire dal contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri, sale e fibre. I cinque colori appaiono costantemente sul pacchetto, con una “lente di ingrandimento” sul colore e la lettera attribuiti al prodotto; - Sens: è un sistema a quattro colori, proposto dalla grande distribuzione, rappresentante una piramide colorata, integrata, unica tra i vari sistemi, con informazioni

IL MONDO DEL LATTE 65


NORMATIVE NUTRI SCORE

sulla frequenza di consumo dell’alimento. La classificazione è basata sul contenuto energetico, di proteine, grassi saturi, zuccheri, sali, percentuale di frutta e verdura e contenuto di fibre. Inoltre, lo schema tiene conto di alcune caratteristiche specifiche della categoria di alimenti prese in considerazione (ad esempio il calcio nei prodotti caseari, la vitamina C per le bevande, gli acidi grassi essenziali per il grasso). - Nutri Repère: è un logo che richiama il sistema già noto delle Gda, migliorandolo graficamente per rendere più evidente il contributo in percentuale e valore assoluto di una porzione di un dato alimento all’apporto nutrizionale di riferimento in energia, grassi, grassi saturi, sale e zuccheri. - Nutri Couleurs: meglio noto ai più come “traffic lights”, è il sistema in uso ormai da qualche anno nel Regno Unito che abbina all’informazione del contributo percentuale e assoluto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale per porzione un colore (tra rosso, arancione e verde), a seconda del contenuto dei vari nutrienti (alto, medio, basso) forniti da 100 g di alimento.

SENS

I test si sono conclusi di recente e hanno coinvolto per dieci settimane 800 prodotti tra quelli maggiormente consumati: pane, prodotti da forno, referenze in scatola e prodotti freschi. Qualunque sarà il sistema ritenuto più idoneo a informare i cittadini francesi sulla qualità nutrizionale di quello che mangiano – sempreché ritenuto rispondente alle disposizioni del Regolamento Ue n.1169 – si tratterà di uno strumento volontario che andrà ad aggiungersi all’etichettatura nutrizionale

NUTRI REPERE Una porzione (280 g) apporta:

59% * 27% * 18% *

1484 KJ 356 Kcal energia

19 g materia grassa

11,8 g acidi grassi saturi

Una porzione (190 g) apporta: MATERIA GRASSA

ACIDI GRASSI ZUCCHERI SATURI

SALE

% del riferimento di aspirazione (AR) di energia adulto per 100g: 968 kJ / 230 kcal

66 IL MONDO DEL LATTE

4% *

23% *

3,4 g zucchero

1,40 g sale

Per 100 g 530 kJ/127 kcal * Percentuale di apporto di riferimento per adulto tipo (8400 kJ/2000 kcal al giorno)

NUTRI COULEURS

ENERGIA

obbligatoria già prevista dalla Consumer Information. Sebbene nelle intenzioni si tratti di strumenti volti ad aiutare i consumatori a effettuare scelte alimentari corrette, nessuno di questi sistemi può essere considerato completo ed esaustivo. Tutti e quattro gli schemi, infatti, tengono conto del valore energetico e dell’assunzione di acidi grassi saturi, zuccheri e sale, ma nessuno di essi è idoneo a riflettere l’intero contenuto di minerali e vitamine e solo alcuni prendono

in considerazioni altri nutrienti positivi, come nel caso dei sistemi Nutri Score e Sens, che tengono conto anche dei contenuti proteici e, quando i dati sono disponibili, di fibre o della percentuale di frutta e verdura. Nel tentativo di aiutare il consumatore a fare scelte più immediate, ci auguriamo che il risultato non sia quello di rendere l’etichetta nutrizionale superflua o che questa continui a essere uno strumento di difficile utilizzo per la maggior parte dei consumatori.




NORMATIVE

L’USO DEL NOME DI UNA DOP NELLA RAGIONE SOCIALE DI UN’IMPRESA Quando il nome di una denominazione protetta può essere usato nella ragione sociale o nella denominazione di un operatore che svolge attività d’impresa di Leonardo Graverini

Fin dal Regolamento Cee n. 2081/92, la normativa europea ha previsto una specifica tutela per le denominazioni di origine protetta. In particolare, l’art. 13 di tale regolamento ha tutelato le denominazioni registrate (salvo le parti di tali denominazioni da doversi considerare generiche) contro: a) qualsiasi impiego commerciale diretto o indiretto delle stesse per prodotti che non sono oggetto di registrazione, nella misura in cui questi ultimi siano comparabili ai prodotti registrati con questa denominazione o nella misura in cui l’uso di tale denominazione consenta di sfruttare indebitamente la reputazione della denominazione protetta; b) qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se l’origine vera del prodotto è indicata o se la denominazione protetta è una traduzione o è accompagnata da espressioni quali «genere», «tipo», «metodo», «alla maniera», «imitazione» o simili; c) qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all’origine, alla natura o alle qualità essenziali dei prodotti usata sulla confezione o sull’imballaggio, nella pubblicità o sui documenti relativi ai prodotti considerati, nonché l’impiego,

per la confezione, di recipienti che possono indurre in errore sull’origine; d) qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il pubblico sulla vera origine dei prodotti. L’art. 14 dello stesso regolamento aggiunge che qualora una denominazione d’origine o un’indicazione geografica sia registrata, la domanda di registrazione di un marchio corrispondente a una delle situazioni di cui al citato articolo 13 e concernente lo stesso tipo di prodotto, deve essere respinta (o se del caso annullata) se presentata dopo la data di pubblicazione della denominazione protetta o se la sua registrazione non sia avvenuta prima della registrazione di quest’ultima. Tuttavia, nel rispetto del diritto comunitario, l’uso di un marchio corrispondente a una delle situazioni di cui all’articolo 13, registrato in buona fede anteriormente alla data di presentazione della domanda di registrazione o della denominazione d’origine o dell’indicazione

geografica, può proseguire, nonostante la registrazione di una denominazione d’origine o di un’indicazione geografica, qualora il marchio non incorra nella nullità o decadenza per i motivi previsti dalla direttiva 89/104/Cee sui marchi (in particolare, all’articolo 3, paragrafo 1, lettere c e g e all’articolo 12, paragrafo 2, lettera b). Quindi, un marchio registrato o acquisito con l’uso in buona fede prima della data di presentazione della domanda di protezione della Dop o Igp può continuare a essere utilizzato e rinnovato nonostante la registrazione della denominazione. In tal caso il marchio e la Dop o Igp convivono. Le disposizioni di cui agli art. 13 e 14 del Reg. Cee n. 2081/92 sono oggi dettate, in modo sostanzialmente immutato, dagli art. 13 e 14 del Reg. Ue n. 1151/2012. COSA TUTELANO LE LEGGI Tali disposizioni proteggono le denominazioni protette dall’impiego su prodotti che non ne hanno diritto e vietano la registrazione di marchi

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NORMATIVE che violino tale protezione. A nostro modo di vedere, detti articoli non riguardano però la ragione sociale e non pongono un divieto (quanto meno esplicitamente) di usare nella ragione sociale o nel nome di un’attività economica il nome di una Dop, salvo che una tale ragione sociale o denominazione non sia utilizzata nella presentazione o nell’etichettatura di prodotti che non beneficino di tale Dop. Il “marchio” di cui tratta il citato art. 14 appare infatti come il segno distintivo che caratterizza il prodotto, nel mentre la ragione sociale o la denominazione identificano l’imprenditore o l’attività economica; sono cioè il nome di questi ultimi, non la denominazione di vendita o commerciale di un prodotto (salvo che non siano utilizzati in tal modo, a tal fine o comunque allo scopo di caratterizzare il prodotto). Tuttavia, l’art. 5, comma 1, del Dlgs. 297/2004, che ha introdotto le sanzioni per le violazioni alla normativa europea sulla protezione delle Dop/Igp, dispone che: “L’uso della denominazione protetta, nella ragione o denominazione sociale di una organizzazione diversa dal Consorzio di tutela […], trascorsi centottanta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del decreto di riconoscimento del predetto Consorzio e di affidamento dell’incarico a svolgere le funzioni di cui all’articolo 53, comma 15, della legge 24 aprile 1998, n. 128, come sostituito dall’articolo 14 della legge 21 dicembre 1999, n. 526, ovvero in caso di Consorzio già riconosciuto, dalla data di pubblicazione del presente decreto legislativo, è sottoposto alla sanzione amministrativa pecuniaria di euro ventiseimila ed alla sanzione accessoria dell’inibizione all’uso della ragione o denominazione sociale”. Si tratta di una norma nazionale, che non sembra trovare corrispondenza nella normativa europea sulla protezione delle Dop/Igp e che, comunque, risulta valere solo per l’uso della denominazione protetta tal quale

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e non anche per denominazioni analoghe, simili o evocative – ma non uguali – a quella protetta. Il fatto che il legislatore non abbia esteso il divieto in questione all’uso di denominazioni analoghe, simili, evocative – ma non uguali – a quella protetta si comprende, considerato il fatto che tale divieto non riguarda in questo caso la protezione della denominazione protetta rispetto al suo impiego abusivo su prodotti che non ne hanno diritto, bensì la mera difesa dei consorzi di tutela riconosciuti, dal rischio che la loro ragione sociale – e quindi la loro attività – possa essere confusa con quella di altri operatori. Tale norma potrebbe prestarsi però a qualche dubbio di legittimità per i seguenti profili: in termini di coerenza con la possibilità riconosciuta dall’art. 14 del Reg. Cee n. 2081/92 (oggi confermata dal Reg. Ue n. 1151/2012) e dall’art. 2, comma 5, dello stesso Dlgs. 297/2004 di poter utilizzare legittimamente le denominazioni di origine protetta addirittura nei marchi “di prodotto”, purché vi sia stata presentazione della domanda di registrazione, registrazione o uso in buona fede sul territorio dell’Unione anteriormente alla data di presentazione alla Commissione della domanda di protezione della denominazione di origine; rispetto alle disposizioni del Codice Civile – in materia di ragione sociale, ditta e concorrenza sleale – e a quelle del Codice della proprietà intellettuale.

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NORME E SANZIONI In particolare, va considerato che la ragione sociale è un diritto reale e che in analogia al diritto al nome, inquadrato nell’ambito dei diritti della personalità tutelati dalla Costituzione, la sua funzione primaria è quella di tutelare – anche per la persona giuridica – il diritto a essere individuato e riconosciuto. Infatti, la ragione sociale altro non è che il nome dell’imprenditore, attraverso cui quest’ultimo rende riconoscibile la propria attività e i propri prodotti. È per questo motivo che l’art.

2564 del Codice Civile prevede che “quando la ditta è uguale o simile a quella usata da altro imprenditore e può creare confusione per l’oggetto dell’impresa e per il luogo in cui questa è esercitata, deve essere integrata o modificata con indicazioni idonee a differenziarla. Per le imprese commerciali l’obbligo dell’integrazione o modificazione spetta a chi ha iscritto la propria ditta nel registro delle imprese in epoca posteriore”. Questa disposizione, specifica l’art. 2567 dello stesso Codice, si applica anche alla ragione sociale e alla denominazione delle società e, aggiunge il successivo art. 2598 “ferme le disposizioni che concernono la tutela dei segni distintivi […], compie atti di concorrenza sleale chiunque […] usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri […]”. La disciplina civilistica è confermata dall’art. 22 del Codice della Proprietà Industriale, secondi cui “è vietato adottare come ditta, denominazione o ragione sociale, […] un segno uguale o simile all’altrui marchio se, a causa dell’identità o dell’affinità tra l’attivita’ di impresa dei titolari di quei segni ed i prodotti o servizi per i quali il marchio e’ adottato, possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico che puo’ consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni”. L’applicazione dell’art. 5, comma 1, del Dlgs. 297/2004 contro chi ha iniziato a utilizzare il nome di una Dop o Igp nella propria ragione sociale, denominazione o ditta prima del corrispondente consorzio di tutela non sembra dunque scevra da dubbi di legittimità. Di contro, chi dovesse fare uso della denominazione protetta tal quale nella ragione, denominazione sociale o ditta dopo il riconoscimento e l’affidamento dell’incarico al consorzio di tutela, potrebbe essere soggetto non solo all’applicazione delle sanzioni del Dlgs. 297/2004 ma anche alle conseguenze previste dal Codice Civile, oltre che al risarcimento degli eventuali danni.



NORMATIVE

l’esperto risponde

Quali sono le condizioni per apporre nell’etichetta di un prodotto alimentare la dicitura “light”? Le condizioni per riportare claim nutrizionali sono dettate dal Regolamento Ue n. 1924/2006. Sono dunque le stesse nei vari Paesi europei. Nello specifico, l’indicazione che un prodotto è “leggero” o “light” e ogni altra indicazione che può avere lo stesso significato per il consumatore sono soggette alle stesse condizioni fissate per il termine “ridotto”. Inoltre, l’indicazione deve essere accompagnata da una specificazione delle caratteristiche che rendono il prodotto “leggero” o “light”. L’indicazione che il contenuto di una o più sostanze nutritive è stato ridotto e ogni altra indicazione che può avere lo stesso significato per il consumatore sono consentite solo se la riduzione del contenuto è pari ad almeno il 30% rispetto a un prodotto simile, a eccezione dei micronutrienti, per i quali è accettabile una differenza del 10% nei valori di riferimento (di cui alla direttiva Cee 90/496) e del sodio o del valore equivalente del sale, per i quali è accettabile una differenza del 25 per cento. Inoltre, trattandosi di un’indicazione comparativa, vanno tenute presenti anche le disposizioni dettate dall’articolo 9 del Regolamento claim, secondo le quali: - il confronto può essere fatto solo tra alimenti della stessa

categoria, prendendo in considerazione una gamma di alimenti di tale categoria; - la differenza nella quantità di una sostanza nutritiva e/o nel valore energetico va specificata; - il confronto deve essere riferito alla stessa quantità di prodotto. Infine, nel caso di indicazioni comparative, è necessario che il prodotto comparato sia chiaramente individuato a beneficio del consumatore finale, al fine di evitare informazioni ambigue o fuorvianti. Per quanto riguarda il termine di paragone con le linee guida comunitarie del 2007 sull’implementazione del Regolamento claim, la Commissione europea ha fornito elementi in relazione alle categorie alimentari e a cosa si intenda per stessa categoria. Inoltre, il documento ha chiarito che la comparazione deve essere fatta tra una gamma di prodotti appartenenti alla stessa categoria al fine di evitare situazioni in cui il confronto con un singolo prodotto non rappresentativo dell’intera categoria di prodotti individuata possa essere ingannevole per il consumatore. Qualora il singolo prodotto individuato per il confronto sia invece rappresentativo della categoria di appartenenza, tale prodotto può essere utilizzato come termine di paragone.

Dal 13 dicembre 2016 è obbligatoria la tabella nutrizionale. Il valore del contenuto di grassi riportato in tabella può essere ripetuto e separatamente evidenziato sul front of pack dell’imballaggio? L’indicazione “xx% di grassi” con le modalità indicate non è ammessa per via della disposizione del Regolamento Ue n. 1169/2011, che disciplina in modo preciso quali

sono i nutrienti che possono essere ripetuti. Secondo l’articolo 30, comma 3, del citato Regolamento, le uniche informazioni che possono essere ripetute (e solo nel campo visivo principale) sono: - il valore energetico, oppure - il valore energetico e le quantità di grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale.

A quali condizioni è possibile riportare in etichetta il claim “adatto ai vegetariani” se in produzione si è utilizzato caglio? Il termine “caglio” identifica di norma la sostanza derivante dallo stomaco degli animali. Detto questo, né a livello nazionale né a livello comunitario esiste ancora una normativa sulla composizione e l’etichettatura di prodotti idonei ai consumatori vegetariani, né esiste una definizione giuridica o – a quanto ci risulta – comunemente e universalmente condivisa di consumatore vegetariano. Il Regolamento Ue n. 1169/2011, nel ribadire che le informazioni sugli alimenti, fornite come nel caso di specie su base volontaria,

devono soddisfare specifici requisiti (non indurre in errore il consumatore; non essere ambigue né confusorie per il consumatore; se del caso, essere basate sui dati scientifici pertinenti), ha previsto (si veda l’art. 36) che la Commissione europea adotti atti di esecuzione sull’applicazione di tali requisiti per le informazioni relative all’idoneità di un alimento per vegetariani o vegani. Tali atti di esecuzione non sono stati però ancora adottati. Un’indicazione volontaria che affermi l’idoneità di un alimento per i vegetariani è rimessa perciò attualmente alla responsabilità del produttore o del venditore. Tuttavia, come per tutti gli alimenti, anche per i cibi indicati come adatti ai consumatori vegetariani vale il principio di non ingannevolezza.

La quantificazione della porzione indicata in tabella nutrizionale può essere espressa in modo approssimato, accompagnandola con i simboli “≈” o “~”?

Il Regolamento Ue n. 1169/2011 ammette la possibilità di riportare volontariamente i valori energetici e nutrizionali di una porzione di prodotto, in aggiunta all’indicazione relativa ai 100 g o 100 ml, purché sia indicato il numero di porzioni contenute nell’imballaggio e che le stesse siano quantificate. In caso di leggere variazioni del numero di porzioni contenute nell’imballaggio, la Commissione europea si è espressa positivamente sulla possibilità di segnalare che c’è un’approssimazione nel numero di porzioni dichiarato, ammettendo l’uso dei simboli “≈” o “~” davanti a tale numero. Analoga possibilità non è stata espressamente prevista per la quantificazione della porzione.

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