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LATTE E YOGURT DIFENDONO DAL NICHEL FORMAGGI DOP E IGP IN CRESCITA EXPORT, NEL 2019 UN ALTRO RECORD
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hi avrebbe mai immaginato che, nel giro di pochi giorni, prima l’Italia e poi il resto dell’Europa fossero costrette a una serrata completa e drammatica? Tutto per un’emergenza MONDO ASSOLATTE sanitaria che ricorda la trama di molti film del genere distopico: un Troppo esposti al nichel, maledetto virus, del quale stiamo imparando la pericolosità! ma latte e yogurt possono aiutarci Le imprese del settore stanno facendo un lavoro eccezionale. Con la chiusura degli esercizi della ristorazione, delle mense, delle ATTUALITÀ Eda e Clitravi insieme scuole e delle università hanno subìto la cancellazione improvvisa per il mercato unico di moltissimi ordini. Ue: Covid-19, prime reazioni e risposte Il sistema non si è fermato neanche per un giorno: si è attivato a una crisi europea con una vera e propria rete di solidarietà, garantendo la raccolta di Fil: tutti uniti in difesa tutto il latte prodotto, cercando – giorno dopo giorno - di collocare del lattiero-caseario le cisterne prima destinate ai prodotti del canale News Horeca. Tutto tra enormi difficoltà, procedure IL MONDO DEL e protocolli operativi sempre più complessi ed L’OPINIONE onerosi. Perché, per gli imprenditori e i manager Dazi: calma, lavoro N. 4 delle nostre aziende, garantire la sicurezza dei e meno chiacchiere collaboratori, dei dipendenti, degli operai e delle di Paolo De Castro loro famiglie è un dovere imprescindibile. Mentre andiamo in stampa non sappiamo se la ECONOMIA Formaggi Dop e Igp situazione si sia ulteriormente aggravata per le la crescita continua restrizioni che vengono decise in tanti Paesi, che Parmigiano Reggiano: mettono a rischio anche le esportazioni. l’evoluzione dei caseifici Sappiamo, però, che i nostri imprenditori e le negli ultimi vent’anni loro aziende vanno avanti, passo dopo passo, Un 2019 con numeri litro dopo litro, chilo dopo chilo. positivi non porta Nessuno ha pensato, neanche per un istante: all’euforia “adda passà ‘a nuttata” – espressione celeberrima del grande Eduardo De Filippo, che criticava la MERCATI passività con cui alcuni reagiscono ai problemi della vita. Export, nel 2019 un altro record Si sono rimboccati le maniche, coscienti delle enormi Prezzo del latte, nessuno come l’Italia responsabilità che gravano sulle loro spalle. Esportazioni italiane di latte Tutti, però, devono fare la propria la propria parte: i fornitori, che Borsa prezzi devono limitare le produzioni; la distribuzione, che deve cercare NORMATIVE di favorire i prodotti che escono dalle nostre fabbriche; la politica, L’esperto risponde che deve trovare risorse e strumenti straordinari per reagire ad una situazione altrettanto straordinaria.
Sostenibilità oltre il muro
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Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
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SOSTENIBILITÀ OLTRE IL MURO NELLA DDR DEL 1981 GIÀ SI RAGIONAVA SU COME RIUTILIZZARE LE ACQUE DEI CICLI PRODUTTIVI DELLE INDUSTRIE LATTIERO-CASEARIE
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fogliando la stampa tecnica del “Dairy Science Abstracts” dell’agosto 1981, ha attirato la nostra attenzione il pezzo di Stroehmer K.H. dedicato ad “acqua e acqua di scarico”. Nell’articolo vengono discussi il trattamento dell’acqua e degli scarichi applicati all’epoca nella Repubblica Democratica Tedesca, con un particolare accento proprio sull’industria casearia. Vengono riportati i dati riguardanti le richieste d’acqua per le varie necessità dei caseifici, quale “la pastorizzazione del latte, l’imbottigliamento o la riempitura di altri contenitori, la fabbricazione dei vari tipi di formaggio, del burro, del latte condensato etc”. Inoltre, si descrivono le misure che hanno avuto il maggior successo in quegli anni per risparmiare acqua nell’industria casearia. Un altro argomento trattato è la “qualità dell’acqua utilizzata dai caseifici. In linea di massima […] riguardanti l’acqua potabile”. Molto in dettaglio viene trattato il problema degli scarichi che provengono dai caseifici e le loro caratteristiche e in questa occasione vengono indicate le misure adottate negli stabilimenti per prevenire l’inquinamento “cui è importante il completo recupero del siero, oltre alla scelta dei detergenti, dei disinfettanti etc”. Il consumo di acqua potabile rappresenta certamente un fattore di grande rilevanza nelle operazioni lattiero-casearie. Consumi importanti che si riflettono inevitabilmente sulla quantità di acque reflue in
uscita dagli impianti. L’acqua potabile è un bene primario ed essenziale per l’intero pianeta. Se nel 1981 l’uso e il riuso delle acque poteva rappresentare principalmente un tema di innovazione, sostenibilità economica delle imprese e contenimento dell’inquinamento, oggi è certamente sul podio per assicurare non solo la sostenibilità in senso lato dell’intera filiera lattierocasearia, ma un contributo essenziale alla sostenibilità mondiale. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile delle risorse idriche è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Molte sono state le soluzioni tecnologiche sviluppate negli anni per riutilizzare e riciclare l’acqua lungo i processi della filiera, ma anche quelle messe
a punto per il recupero di acqua da latte, siero e altri liquidi lattieri. Attività di recupero che a loro volta possono avere risvolti positivi anche su altri fronti. Pensiamo ad esempio a cosa vuol dire recuperare acqua dal siero. Oltre ad avere “nuova” acqua a disposizione (e dunque meno consumo di risorse idriche naturali), il siero in polvere richiede minori costi di trasporto, movimentazione e stoccaggio e, dunque, una più facile gestione (con maggiore sicurezza), meno mezzi in circolazione, meno utilizzo di carburanti, meno erosione delle riserve fossili del pianeta, e così via. Un circolo virtuoso con ricadute positive su molti fronti. Molte, come detto, le soluzioni tecnologiche già disponibili, molte altre sono allo studio e il settore lattiero-caseario è pronto a dare il proprio contributo!
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L’OPINIONE
DAZI: CALMA, LAVORO E MENO CHIACCHIERE di Paolo De Castro
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ervi saldi e lavorare, missioni, promesse, impegni. comunicando quando si ha Vi hanno partecipato le qualcosa da dire. Nell’era associazioni di categoria, dell’incertezza in cui siamo, imprese, governo e Ue. E in in cui l’ordine commerciale questi giorni il commissario mondiale per come lo abbiamo Ue al commercio Phil Hogan, conosciuto negli ultimi che ho potuto apprezzare per venti, trent’anni scricchiola le sue qualità negoziali da paurosamente, è forse questa commissario all’Agricoltura, ha una lezione da tenere a mente. parlato al Financial Times della La corsa ad acquisire visibilità, possibilità di fare un accordo, legittima nell’epoca in cui tutti un mini accordo che sancisca possono comunicare per via una tregua per le tensioni dei media sociali, dovrebbe commerciali sulle due sponde rallentare quando si tratta di dell’Atlantico. relazioni commerciali “La situazione è che attraversano migliore di qualche un momento settimana fa” C’È MOLTA delicatissimo come ha detto Hogan INCERTEZZA al quotidiano quelle tra Ue e Usa. SUL FUTURO Vale a dire, i due finanziario. Anche più grandi player del in questo caso la DEL commercio mondiale, cautela è d’obbligo. MERCATO il cui rapporto è Come nei mesi MONDIALE andato in crisi in scorsi sarebbe nome del singolare stato consigliabile concetto degli scambi non fasciarsi la del presidente Donald Trump, testa a mezzo stampa prima di che si concentra sulla riduzione essersela rotta, così oggi non del deficit commerciale. si deve cantare vittoria per un L’aumento dei dazi Usa articolo di giornale. Soprattutto sui prodotti alimentari Ue, perché mentre si cerca di principalmente salumi e lavorare a sanare i rapporti tra formaggi, legati alla vicenda Roma e Washington passando Airbus, per ora è stato per l’imprescindibile ruolo di scongiurato. Intendiamoci, la Bruxelles (che ha la competenza situazione non è facile per chi e il peso per negoziare a nome ha a che fare quotidianamente di 27 Paesi), ci sono ancora con le tariffe che già ci sono, aziende sottoposte a dazi ma a guardare i giornali di quei ingiusti, che niente hanno a che giorni, l’aver evitato – almeno fare né con il comportamento per ora – i dazi a carosello e delle aziende in sé, né con il l’aumento di quelli preesistenti settore dell’agroalimentare in è un buon risultato. generale. A premiare non è stata Le informazioni nei negoziati l’insistenza sul tema, commerciali sono merce riempiendo i giornali con timori preziosissima, ed ecco perché che a tratti sembravano quasi al tempo del negoziato Ttip l’evocazione di dazi e tariffe. non credevo alle mie orecchie È stato un lavoro fatto a tutti quando le Ong chiedevano i livelli, con mesi di incontri, più trasparenza, mentre l’Ue
Paolo De Castro, europarlamentare pubblicava tutto il pubblicabile e gli Usa non pubblicavano niente creando un’asimmetria informativa che ha contribuito a far naufragare il negoziato. La situazione di grande confusione è nota. Trump è autorizzato dal Wto a imporre dazi compensativi contro l’Ue per la vicenda Airbus per 7,5 miliardi. E ha ancora margine. La carta più importante da giocare per l’Ue è un futuro pronunciamento del Wto che dovrebbe arrivare nella tarda primavera e autorizzare l’Europa a imporre tariffe compensative per gli aiuti illegali di Washington alla Boeing. Sarà importante capire quanto l’Ue sarà autorizzata a chiedere. Per Trump, poi, è un anno elettorale, il che fa presupporre una certa cautela da parte sua nell’inasprire le tensioni commerciali dopo aver sconvolto l’economia mondiale per due
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anni con la “guerra” alla Cina. La tregua è arrivata tra l’altro con un accordo con Pechino le cui possibili ripercussioni sull’export europeo vanno attentamente valutate. Vale a dire che se anche Bruxelles e Washington siglassero la pace, ciò che accadrà sul mercato di Pechino in seguito a un’intesa che porterà a un aumento delle importazioni dagli Usa che potrebbe essere
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incompatibile con le regole Wto può avere conseguenze per l’agroalimentare europeo. Come se non bastasse, c’è la Brexit. Anche qui niente drammatizzazioni, ma sarà difficile che il nuovo accordo commerciale tra Londra e Bruxelles possa mantenere la totalità dei vantaggi di cui l’agroalimentare delle due parti beneficia oggi grazie al mercato unico.
Nella migliore delle ipotesi, un disturbo dei flussi, anche per mere ragioni logistiche, è da mettere in conto. In questa situazione così ingarbugliata, complicata dal nuovo coronavirus, è difficile fare previsioni. La situazione peggiore per chi investe e fa impresa. Per questo nervi saldi e lavoro e più cautela sulla comunicazione potrebbero essere i consigli da seguire.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
CIBUS SI TERRÀ
REGOLARMENTE A SETTEMBRE
Cibus si terrà da martedì 1 a venerdì 4 settembre 2020. È stato posticipato rispetto alla tradizionale data di metà maggio a causa dell’emergenza coronavirus. La nuova data di settembre è stata scelta per assicurare un ampio margine di tempo dalla prevedibile fine dell’emergenza. Dunque, la 20esima edizione di Cibus si svolgerà regolarmente, in un periodo in cui i buyer internazionali avranno ripreso a volare e la situazione si sarà normalizzata. “La collocazione a settembre è una scelta responsabile
Sopra, Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma. A destra, Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare 8 IL MONDO DEL LATTE
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e strategica: Cibus si potrà presentare come l'appuntamento chiave dell'autunno per il mercato internazionale e per il food Made in Italy” ha dichiarato il ceo di Fiere di Parma Antonio Cellie. Lo slittamento si è reso necessario a causa della inaspettata evoluzione dell’emergenza coronavirus e, in particolare, della crescita dei blocchi aerei da e per l’Italia. “Abbiamo fatto il possibile per non arrivare alla decisione di rinviare Cibus – ha
sottolineato il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio – ma il clima di incertezza e il pericolo di avere una presenza non adeguata di visitatori ed espositori ci ha consigliato di rinviare a settembre”. Nel frattempo, il catalogo di Cibus diventa www. mybusiness.cibus.it per mettere a disposizione fin d’ora dei visitatori, e in generale degli utenti professionali i quali ora spendono molto più tempo online, un raffinato motore di
ricerca che non solo contiene le informazioni a catalogo, ma anche tutti i prodotti che le aziende pubblicano sui loro siti, i cui contenuti sono stati indicizzati e federati. Questo consentirà agli utenti registrati di eseguire ricerche approfondite e puntuali e quindi inviare direttamente richieste di fornitura o di contatto. Tutti i contenuti, anche quelli che le aziende non hanno tradotto, saranno editati in modalità multi lingue grazie allo specifico tool.
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TROPPO ESPOSTI AL NICHEL, MA LATTE E YOGURT POSSONO AIUTARCI DISORDINI DIGESTIVI, GONFIORE, STANCHEZZA, DERMATITI, ASMA ED ECZEMI: IN GENERE SI PENSA ALLA SENSIBILITÀ AL GLUTINE, MA POTREBBE TRATTARSI DI ALLERGIA AL NICHEL. UN PROBLEMA SEMPRE PIÙ DIFFUSO (NE SOFFRE IL 30% DEGLI ITALIANI), CHE FAVORISCE OBESITÀ E INFIAMMAZIONI. FONDAMENTALE SCEGLIERE GLI ALIMENTI GIUSTI E RIDURRE QUELLI A RISCHIO di Carmen Besta
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os’hanno in comune gli inchiostri per tatuaggi, le padelle in acciaio inox, i monili di bigiotteria, le sigarette elettroniche, i piercing, i cosmetici, le protesi dentarie, i detersivi, lo shampoo, le cerniere lampo e alcuni alimenti? Il nichel, un metallo a cui si è sempre più (inconsapevolmente) esposti nella vita quotidiana (anche per effetto dell’inquinamento
ambientale) e che si tollera sempre di meno. Il surplus di nichel si accompagna con sovrappeso e obesità, difficoltà nel dimagrire e alti livelli di infiammazione, perché questo metallo tende a depositarsi nei tessuti, come ha rilevato una ricerca italiana pubblicata sulla rivista “PLOSone”. È allarme, infatti, per il boom dell’allergia al nichel, spesso confusa con l’intolleranza al
glutine, visto che i sintomi sono gli stessi: ne soffre circa il 20% delle italiane e il 2-10% degli italiani. L’incidenza è in continuo aumento, tanto che l’Istituto Superiore di Sanità dedica al tema un approfondimento sul suo sito web. In un caso su cinque, poi, le reazioni allergiche si presentano non solo quando si entra a contatto con il
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MONDO ASSOLATTE nichel, ma anche quando lo si ingerisce con gli alimenti che lo contengono. La lista dei “cibi a rischio” è lunga, ma per fortuna ci sono “alimenti amici”, come latte e yogurt, che rendono più sicura ma anche più varia, equilibrata e gustosa la dieta a basso apporto di nichel. Il problema del nichel è la sua ampia diffusione: lo si trova in molti oggetti metallici (come le monete e le fibbie) e in tanti utensili (pentole in acciaio inossidabile e griglie in ferro), in numerosi materiali di confezionamento dei cibi, in prodotti di uso comune (dentifrici, tinture per capelli, cosmetici e smalti per unghie) e, soprattutto, in tanti prodotti alimentari, soprattutto se di origine vegetale. Un’esposizione così elevata a questo metallo sta facendo crescere il rischio di sindrome sistemica da allergia al nichel (Snas), che può comparire
FONTI DI ESPOSIZIONE Tratto dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/n/ nichel#fonti-di-esposizione L'esposizione della popolazione al nichel avviene principalmente attraverso: - ingestione di alimenti che contengono nichel come elemento naturale (i livelli più elevati si ritrovano in cacao, cioccolato, noci, nocciole e arachidi, legumi, liquirizia, ma anche in molte verdure e frutti quali: asparagi, spinaci, cipolle, funghi, kiwi, pomodori, broccoli e, generalmente, alimenti cotti o conservati in recipienti di metallo); - ingestione di acqua potabile. Pure se in misura minore rispetto alla sua presenza negli alimenti, il nichel può essere rilasciato anche da condutture idriche o raccordi metallici ed essere contenuto in acque sotterranee per via di un naturale rilascio da parte delle rocce e del terreno; - contatto diretto della pelle con oggetti in metallo contenenti nichel (ad esempio, bigiotteria, fibbie, bottoni), con prodotti cosmetici (ad esempio, tinture per capelli, dentifrici, shampoo, trucchi e smalti) o maneggiando monete - inalazione di aria contaminata o attraverso il fumo (attivo e passivo) di tabacco. Le esposizioni professionali al nichel avvengono generalmente per via inalatoria e possono essere elevate specialmente durante i processi di produzione industriale nei quali è lavorato.
LA PREVENZIONE
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Tratto dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità Leggere attentamente le etichette dei prodotti che si intendono acquistare è una delle principali attività di prevenzione per limitare l'esposizione al nichel, soprattutto per i soggetti allergici. Questa accortezza vale soprattutto per gli oggetti di bigiotteria e di metallo come fibbie, pentole, utensili per la cucina, prodotti cosmetici o per l'igiene personale. In questo modo si potrà evitare di entrare in contatto diretto con i prodotti che lo contengono, prevenendo la comparsa di reazioni allergiche. Una corretta lettura delle etichette, che riportano spesso la dicitura "senza nichel" o "testato per il nichel" (in inglese nickel free o nickel tested), può fornire un utile aiuto per selezionare e scegliere l'oggetto da acquistare in base alle proprie necessità. Una misura importante soprattutto per i soggetti sensibili consiste anche nello smettere di fumare.
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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.
Nutriamo insieme l’oggi e il domani
MONDO ASSOLATTE a ogni età e che provoca molti sintomi, a partire dalle dermatiti, e altri disturbi, come orticaria, eczema, prurito o eritema diffusi, disordini digestivi e attacchi di asma. Eliminare il nichel non è possibile, vista la sua ubiquità, e sarebbe anche controproducente, visto che è co-fattore per diversi enzimi e partecipa al metabolismo di alcuni ormoni. Quello che si può fare è evitare la sovraesposizione. Come riuscirci? Riducendo il consumo, in una stessa giornata, degli alimenti ad alto contenuto di nichel, preferendo quelli che ne contengono poco o niente, spiega Assolatte citando i risultati di studio presentato alla conferenza scientifica internazionale della World Allergy Organization da cui è emerso che bastano 60 giorni per cancellare i fastidiosi sintomi dovuti alla sovresposizione al nichel. Via libera, quindi, agli alimenti
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“amici” come latte e yogurt, pesci d'acqua dolce e di mare, carni rosse e avicole, uova di gallina, alcuni cereali (riso, mais raffinato e grano raffinato) e alcuni prodotti ortofrutticoli (come l’avocado e le carote). Attenzione, invece, agli alimenti che sono fonte di nichel, come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità che li elenca sul suo sito. Oltre alla dieta che privilegia gli alimenti a basso contenuto di nichel (come latte e yogurt), bisogna limitare le altre occasioni di contatto con il metallo. Per questo in cucina è preferibile utilizzare casseruole, posate e pentole garantite come “nichel tested” e contenitori in vetro o plastica per conservare gli alimenti in frigorifero. Per i detergenti, i detersivi e i prodotti per l’igiene personale e la cosmesi si può cercare sulla confezione l’indicazione “nichel free”.
I pazienti sovrappeso od obesi con allergia al nichel hanno un profilo metabolico peggiore rispetto ai non allergici con lo stesso peso.
Leggi il Qr code con il tuo smartphone per accedere alla videonotizia
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EDA E CLITRAVI INSIEME PER IL MERCATO UNICO di Katia Bellantone
l corretto funzionamento del mercato unico europeo è un prerequisito fondamentale per la strategia europea From Farm to Fork (dalla fattoria alla forchetta). Questo il messaggio che le associazioni europee delle industrie casearie (Eda) e dei salumi (Clitravi) hanno inviato alla Commissione europea in una lettera congiunta. In questi ultimi mesi si è discusso molto della nuova Farm to Fork strategy che investirà il settore alimentare europeo. Una serie di buone intenzioni e ambiziose richieste per l’industria del food che è chiamata a produrre meglio e con meno risorse. Quasi un libro dei sogni, che l’industria ha accettato di realizzare. Con un però. L’industria si assume la responsabilità di una produzione sostenibile purché la Commissione assicuri un mercato competitivo in grado di apprezzare e assorbire il valore aggiunto creato dalle aziende. La richiesta non è teorica, l’industria chiede di dimostrare la sua capacità di leadership fermando definitivamente le iniziative nazionali in materia di etichettatura per regole europee uguali per tutti. Il ragionamento è semplice: negli ultimi anni la Commissione europea ha perso centralità delle iniziative destinate al settore alimentare, che sono state emanate in modo incoerente, a volte contrastante, mai coordinato, dai diversi Stati membri. È così che sono nati i decreti francese, italiano, spagnolo e poi quelli degli altri Paesi sull’origine della materia prima, il nutriscore, il keyhole, il semaforo, la batteria e chi più ne ha più ne metta. Iniziative che l’industria ha subìto e diligentemente applicato, che hanno minato il mercato interno, allontanato industria e istituzioni, messo a rischio la credibilità della Commissione e confuso i consumatori. È ora di dire basta, fermare la pletora di iniziative nazionali in nome di una strategia europea che includa tra i suoi obiettivi maggiore trasparenza e competitività. Nella lettera inviata a sette tra commissari e vicepresidenti, Eda e Clitravi hanno manifestato la crescente frustrazione dell’industria per la frammentazione del mercato e la mancanza di regole comuni e chiesto alla Commissione di agire per mettere le aziende nella condizione di rispettare gli obblighi che scaturiranno dalle prossime norme in tema di sostenibilità. Le aziende chiedono garanzie. A fronte di un
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mercato incerto, soprattutto in questo momento di grave crisi, serve essere certi di poter contare su istituzioni forti. A Bruxelles la lettera ha fatto abbastanza rumore, le testate più attive, come Politico, ne hanno dato ampia diffusione. Il tema è chiaro a tutti, la sostenibilità ambientale è solo un aspetto di un ragionamento più ampio da fare. Per garantire lo sviluppo e il benessere dei cittadini dell’Unione le misure devono essere sostenibili anche economicamente e socialmente.
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Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
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COVID-19: DALL’UNIONE PRIME
REAZIONI E RISPOSTE A UNA CRISI EUROPEA di Katia Bellantone
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opo l’escalation di contagi da coronavirus e le conseguenti misure del Governo italiano, dall’Europa sono arrivate le prime reazioni. Non sappiamo ancora perché sia stata l’Italia il primo e (al momento) il più colpito Paese dal virus che arriva dalla Cina, ma è toccato a noi svegliare l’Unione europea e i Paesi che con noi la compongono. Riunito in seduta plenaria, straordinariamente svolta a Bruxelles, il Parlamento europeo si è confrontato con l’emergenza coronavirus e dagli eurodeputati italiani è arrivata la proposta della nomina urgente di un commissario straordinario Ue all’emergenza. Una figura operativa che segua esclusivamente il dossier dell’epidemia, cui affidare, tra l’altro, l’incarico di capo negoziatore con la Bce per risolvere il problema della liquidità immediata per famiglie e imprese. I fronti su cui lavorare sono tanti: l’attivazione di una centrale acquisti europea per l’approvvigionamento di attrezzature e dispositivi medici, il coordinamento degli istituti di ricerca per l’individuazione di un vaccino e delle misure più adatte contro il virus. Per la Commissione europea è invece stata la presidente Ursula von der Leyen in persona ad indirizzare al nostro Paese il suo messaggio. In un video, sfoggiando un perfetto italiano per essere certa di essere compresa, la presidente ha affermato che “l’Europa soffre con l’Italia”, che la Commissione è consapevole della situazione sanitaria italiana per il numero crescente di persone da curare e dell’impatto economico che questa crisi avrà sul Paese. Dall’Europa arriva quindi la disponibilità ad agire in modo efficace e veloce, per sostenere prima di tutto gli ospedali che hanno urgenza di
dispositivi respiratori. In Europa è necessaria più solidarietà per garantire che i medici possano fornire cure ai pazienti. Ma non bisogna trascurare gli effetti economici di questa pandemia. La presidente ha promesso che l’Europa adotterà tutte le misure possibili per aiutare le persone, le imprese, i settori colpiti dalla crisi. Ha fatto un riferimento specifico alle Pmi che operano nel settore del turismo, come alberghi e ristoranti, a quel 70% di negozi chiusi in Lombardia (l’intervento è stato precedente al decreto che ha sancito la chiusura dell’intero Paese, ndr). Von der Leyen è poi arrivata alla sostanza, pronunciando le parole magiche: “Le nostre economie hanno bisogno di flessibilità e di maggiore liquidità e la Commissione si avvarrà della piena flessibilità del patto di stabilità e crescita. In più, aiuti di Stato potranno essere concessi più facilmente alle imprese più colpite”. Ma non è tutto. L’Unione europea finanzierà la ripresa attraverso un fondo per gli investimenti in risposta al coronavirus, 25 miliardi di euro per tutta l’Unione, disponibili da subito e che serviranno a evitare la perdita di posti di lavoro. “L’Europa è una grande famiglia – ha concluso la presidente – e come una grande famiglia si comporterà, non lasciando nessuno indietro”. Intanto, però, gli uffici sono chiusi, anche in Belgio cresce la diffusione del virus e le istituzioni comunitarie, Parlamento europeo e Commissione raccomandano di lavorare da casa, optare per lo smart working già molto diffuso a Bruxelles per ragioni di sostenibilità ambientale e di conciliazione tra lavoro e vita privata.
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L’INTENSITÀ
ATTUALITÀ_FIL/IDF
TUTTI UNITI IN DIFESA DEL LATTIERO-CASEARIO di Chiara Fabrizi
L
o scorso febbraio il Comitato italiano Fil/Idf ha ospitato a Milano il board della Federazione internazionale del latte, i cui membri sono i delegati nazionali eletti dall’assemblea della Federazione rappresentanti la filiera lattiero-casearia mondiale. Durante i propri incontri, il board Fil fa il punto sui temi di maggior rilevanza e impatto per il settore lattierocaseario, valuta le tematiche che necessitano maggiore attenzione da parte degli esperti mondiali del settore e verifica l’andamento dei lavori in corso. Hanno preso parte alla delegazione la presidente
della Fil/Idf, Judith Bryans, il presidente del Comitato di coordinamento scientifico e di programma, Piercristiano Brazzale, i consiglieri Ron Maynard (Ca), Eric Grande (Fr), Harrie van den Bijgaart (Nl), Catherine Tokarz (Ca), Alwyn Kraamwinkel (Za), Helle Huseby (No) e il direttore generale della Federazione, Caroline Emond. Oltre agli incontri organizzativi, il board della Federazione ha avuto la possibilità di visitare due impianti lattiero-caseari nazionali diversi tra loro, ma perfettamente rappresentativi della realtà produttiva italiana. La prima visita si è svolta presso la Igor di Cameri,
in provincia di Novara dove, accompagnati dall’amministratore delegato Fabio Leonardi e dal responsabile export, Paolo Leonardi, i membri del board hanno potuto vedere la produzione del Gorgonzola Dop e apprezzare le molte tecnologie all’avanguardia di cui lo stabilimento può vantarsi. Anche la seconda visita ha riguardato un’eccellenza nazionale: il Grana Padano. I rappresentanti Fil hanno potuto osservare la sua produzione presso l’azienda cooperativa Fattorie Cremona, nel cuore della Pianura Padana, con l’utilizzo delle tradizionali caldaie a campana in rame tipiche di questa Dop. Ad accogliere il board presso l’azienda c’erano il presidente di Fattorie Cremona Cesare Baldrighi e il direttore generale della cooperativa e presidente del Comitato italiano Fil/Idf Luciano Negri. La presenza del board Fil in Italia è stata anche l’occasione per un incontro con alcuni rappresentanti nazionali del mondo produttivo, associativo e accademico del settore lattiero. Un incontro di confronto sull’importanza del ruolo della Fil/Idf a livello internazionale e di quanto sia fondamentale farne parte attraverso i Comitati nazionali. Abbiamo colto l’opportunità per un confronto con la presidente Judith Bryans. La Fil/Idf si occupa a 360 gradi tutti gli aspetti di maggior interesse per il settore lattiero-caseario mondiale. Quali sono in
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FORMAGGIO SPINORO IL NUOVO CLASSICO ITALIANO Referenza speciale all’interno della gamma Dalter, lo Spinoro è un formaggio stagionato prodotto in Italia, realizzato con latte vaccino proveniente da allevamenti situati nel cuore della Pianura Padana. La maestria con cui gli stessi gesti vengono ripetuti ogni giorno, il latte italiano di alta qualità e le condizioni climatiche tipiche del territorio, consentono di ottenere un formaggio dalle caratteristiche eccellenti: pasta dura finemente granulosa, colore paglierino candido e un aroma avvolgente. Lo Spinoro è prodotto nelle valli della Pianura Padana dove le bovine si alimentano con il foraggio presente sul territorio: ciò garantisce la produzione di latte di elevata qualità. Questo formaggio a pasta dura è assolutamente naturale e genuino, in quanto viene prodotto senza nessun tipo di conservante, tramite un metodo di lavorazione tradizionale. È un formaggio che presenta molteplici plus: viene prodotto utilizzando caglio microbico, è quindi adatto anche per i consumatori che seguono una dieta vegetariana, segmento di consumo in crescita negli ultimi anni. Inoltre, presenta un sapore fragrante e delicato, che ben si presta a svariati utilizzi e abbinamenti, ed è un formaggio naturalmente privo di lattosio, la cui assenza è conseguenza naturale del processo di produzione. Selezionato direttamente sul luogo d’origine, Dalter propone lo Spinoro confezionato in diversi formati, adatti sia per gli operatori della ristorazione fuori casa, sia per l’industria
tagliato. Tra le confezioni troviamo tutta la linea di sacchi e vassoi in formato maxi, ideale per gli operatori del food service e per le industrie alimentari. C'è poi una vasta scelta di bustine monodose da 5 a 40 g: l’abbinamento perfetto per i produttori di piatti pronti sia freschi che surgelati, come insalate, zuppe e primi piatti. Spinoro è dunque un formaggio ideale da utilizzare come ingrediente nella preparazione di piatti ricettati o preparazioni industriali, in quanto grazie a una buona capacità di condimento è in grado di esaltare il gusto di ogni ricetta, amalgamandosi perfettamente con gli altri ingredienti.
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alimentare. Per quanto riguarda i tagli, la disponibilità è molto ampia, in quanto la struttura dello Spinoro, compatta ma allo stesso tempo friabile, lo rende adatto a una molteplicità di lavorazioni. Oltre quindi alla classica forma intera, lo Spinoro può essere tagliato in tranci di varie dimensioni, in scaglie, cubetti, filetti, petali o semplicemente grattugiato. I tagli di Spinoro sono confezionati in atmosfera protettiva senza processi di essiccazione: questo permette al prodotto di mantenersi fresco a lungo e, una volta aperta la confezione, rilasciare tutto l’aroma del formaggio appena
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Judith Bryans, presidente Fil/Idf questo momento i temi di maggior rilevanza e le sfide più sensibili per il settore? I problemi più attuali e sensibili su cui Idf sta lavorando ricadono sostanzialmente in tre aree: sostenibilità, nutrizione e salute, standard. Il motivo per cui ho scelto di evidenziare queste tematiche rispetto ad altre aree di lavoro dell’Idf è perché il settore zootecnico in generale è sottoposto a una forte pressione per quanto riguarda le sue credenziali nei settori dell’alimentazione e della salute e il suo ruolo nei sistemi alimentari sostenibili per il futuro. Il settore lattiero-caseario deve mostrare al mondo l’importantissimo e positivo ruolo – anche attraverso i nostri prodotti – svolge nelle diete, nella salute, nei mezzi di sostentamento e negli stili di vita delle persone e dobbiamo mostrare come possiamo farlo entro i confini planetari e rispetto alle preoccupazioni sui cambiamenti climatici. Inoltre, sappiamo che i
nostri concorrenti vorrebbero trarre vantaggio dalle attuali discussioni sul cibo per il futuro e provare a influenzare l’impostazione standard a proprio vantaggio. Gli standard sono incredibilmente importanti per una serie di ragioni, tra cui qualità e commercio. Non dobbiamo lasciare che le emozioni e l’ideologia influenzino la politica e gli standard e per questo motivo queste sono alcune delle aree più sensibili in cui siamo coinvolti. Quali sono i punti di forza della Federazione che permettono di far fronte a queste sfide? L’Idf rappresenta oltre l’85% dell’offerta mondiale di latte. Rappresenta Paesi, non singole entità. Ha una struttura interna che le consente di raggiungere posizioni condivise su questioni di portata internazionale, proprio grazie alla sua ampia membership. Inoltre, ha una rete di oltre 1.200 esperti coinvolti nel suo programma di lavoro.Tutte queste funzionalità consentono all’Idf di sfruttare e condividere
le informazioni più recenti e di sviluppare le migliori pratiche. Quando parla l’Idf, lo fa con una forte voce globale. Tutti questi punti di forza consentono all’Idf di aiutare i suoi membri ad affrontare le sfide attuali e quelle future. Gli esperti Fil/Idf di tutto il mondo portano avanti una mole importante di lavori e approfondimenti. Su quali la Federazione concentrerà i suoi sforzi nel prossimo futuro? L’Idf si sta concentrando fortemente sul garantire che il mondo comprenda il ruolo positivo dei prodotti lattiero-casea nei sistemi alimentari sostenibili. Inoltre, sta lavorando per garantire che le decisioni prese dalle istituzioni che influenzeranno i nostri prodotti in futuro siano basate su prove scientifiche. Questo è molto importante quando si tratta di nutrizione e salute, ambiente e sicurezza alimentare, qualità e standard. Il settore lattiero-caseario si trova ad affrontare la sfida globale della malnutrizione. Da un lato ci sono persone
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ATTUALITÀ _FIL/IDF che lottano contro la fame, dall’altro il tasso di crescita di obesità e sovrappeso non sembra volersi arrestare. Qual è il ruolo del settore in questo scenario? Questo doppio carico di fame e obesità è un vero problema per l’umanità e per i sistemi sanitari a livello globale. Sappiamo che esistono prove scientifiche che dimostrano che anche l’aggiunta di una piccola quantità di prodotti lattiero-caseari alla dieta ne migliora la qualità nutrizionale complessiva. Esistono anche prove scientifiche che dimostrano che quando si aggiungono ingredienti caseari o lattierocaseari alle miscele alimentari fortificate utilizzate per trattare le persone gravemente malnutrite, queste ne traggono giovamento con risultati positivi sulla salute. Quando si tratta di sovrappeso e obesità, ci sono molti studi che mostrano un beneficio nel consumo di prodotti lattierocaseari. Anche di recente è stato condotto un ampio studio
che dimostra che il consumo di prodotti lattiero-caseari, sia a basso contenuto di grassi che normali, non porta a un aumento del peso corporeo nei bambini.Sfortunatamente, nonostante la scienza, circolano molte idee sbagliate su rapporto tra prodotti lattiero-caseari e peso. Ci sono persino alcune politiche di salute pubblica sviluppate su una riduzione delle calorie che influenzano negativamente le assunzioni di prodotti lattierocaseari. Queste politiche spesso non tengono conto della qualità nutrizionale, che è un vero problema e, a lungo termine, potrebbe avere conseguenze indesiderate per la salute delle persone. Quella migliore è una dieta varia che contiene tutti i gruppi alimentari, compresi i latticini e tutti quegli alimenti che devono essere consumati in quantità adeguate. L’Idf continuerà a spingere affinché le politiche di sanità pubblica siano basate su dati scientifici. Da qualche anno il latte e i prodotti lattiero-caseari
LE AREE DI LAVORO DI FIL/IDF
SALUTE E BENESSERE DEGLI ANIMALI SCIENZA E TECNOLOGIA DEL LATTE
NUTRIZIONE E SALUTE
SOSTENIBILITÀ
ECONOMIA, MARKETING E POLITICA
METODI DI ANALISI E CAMPIONAMENTO
STANDARD SICUREZZA DEL LATTE E QUALITÀ
NUTRIZIONE E SALUTE
IGIENE E SICUREZZA
AMBIENTE
STANDARD ALIMENTARI
GESTIONE DELL’AZIENDA AGRICOLA
stanno facendo i conti con prodotti che si propongono come alternative, nuovi stili di vita, sfide ambientali, fake news e molto altro. Le dinamiche di consumo sono cambiate. Quali sono i principali trend e in che modo il settore risponde? Nei Paesi in via di sviluppo c’è bisogno di proteine, nutrizione e calorie. In quei Paesi i prodotti lattiero-caseari sono altamente desiderabili e gli viene riconosciuto un ruolo importante nel fornire un’alimentazione di alta qualità: le persone vogliono consumare prodotti lattierocaseari, aspirano a consumarli. Anche in alcuni Paesi del mondo in cui il consumo di prodotti lattiero-caseari trent’anni fa non avrebbe fatto parte dei consumi quotidiani c’è un riconoscimento del valore del latte e c’è il desiderio di consumarlo. Ironia della sorte, in molti Stati sviluppati che hanno una lunga storia di consumo di prodotti lattiero-caseari, il pubblico ha quasi dimenticato l’importanza del latte o ha paura di consumarlo, spesso a causa di ciò che legge sui media sulla salute e l’ambiente. Esistono anche prodotti concorrenti che si promuovono come sostituti dei prodotti lattiero-caseari, anche se sono molto diversi dal punto di vista nutrizionale e il loro reale impatto ambientale non è chiaro. Il settore lattiero-caseario sta affrontando una nuova realtà negli ultimi anni: una contingenza nella quale dobbiamo lottare per mantenere il giusto posto del latte nelle linee guida dietetiche, rispondere alle domande sui benefici nutrizionali e sulla salute dei nostri prodotti, affrontare idee sbagliate e miti generati dalla lobby dei prodotti a base vegetale e dai gruppi di interesse speciale e, in molti Paesi, renderci conto che i nostri consumatori sono ora
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anche flexitariani. Ciò che il settore lattierocaseario deve fare a livello globale è investire nell’assicurare che le politiche di salute pubblica e ambientale siano basate sulla scienza e che riconoscano il valore del latte. Dobbiamo continuare a fare miglioramenti in tutti i campi riguardanti la sostenibilità. Il settore lattierocaseario deve raccontare la propria storia e non lasciare che i nostri concorrenti raccontino di noi ciò che gli fa più comodo. Come settore lattiero-caseario abbiamo una bella storia da raccontare perché ci prendiamo cura della terra, produciamo prodotti sicuri di alta qualità che hanno un buon sapore, siamo una parte importante della dieta umana da millenni e molte persone troverebbero difficile avere una buona alimentazione senza latticini. Il settore lattiero-caseario è importante per le economie
nazionali, importante per i mezzi di sussistenza individuali e può aiutare a far uscire le persone dalla povertà. La sfida è raccontare la nostra storia in modo che risuoni tra i responsabili politici, con i media e con i consumatori. L’Idf ha un ruolo importante da svolgere nel fornire le competenze e la scienza che c’è alla base per assicurare che ciò che raccontiamo sia vero e per comunicare con i responsabili politici. Idf non è un’organizzazione rivolta ai consumatori, quindi spetta ai nostri membri raccogliere la sfida di comunicare ai consumatori nei rispettivi Paesi. In Italia ha potuto visitare due impianti produttivi, realtà molto differenti tra loro. Impressioni? Mi è piaciuto molto visitare entrambi gli impianti e vedere i due modi molto diversi in cui venivano prodotti entrambi i formaggi di alta qualità. Da
un lato ho visto un sistema di lavorazione altamente moderno e innovativo e dall’altro un sistema molto tradizionale, ad alta intensità di manodopera. Entrambi sono stati affascinanti per aver mostrato sia la tradizione che l’innovazione nel settore lattiero-caseario in Italia. Una cosa che ho trovato in comune nelle due aziende era la passione per quello che stavano facendo e la dedizione a continuare a produrre formaggi di grande qualità.
CHI È LA FIL/IDF La Federazione internazionale del latte promuove e valorizza l’immagine, il commercio, la produzione e il consumo di latte e di prodotti lattiero-caseari nel mondo. Vi aderiscono oltre 40 Paesi, inclusa l’Italia, che rappresentano il 75% della produzione lattiera mondiale. La Federazione collabora con organizzazioni internazionali di vario titolo per la definizione di standard e documenti guida per il settore (Iso, Oie, ecc.), è referente tecnico del Codex per il settore lattiero-caseario e organizzazione di riferimento della Fao in ambito alimentare. Inoltre, elabora numerose pubblicazioni riguardanti gli aspetti fondamentali del settore lattiero-caseario grazie al lavoro e al consenso di oltre 1.200 esperti a livello mondiale. I temi trattati dalla Federazione riguardano gli aspetti di maggior interesse del settore: scienza, tecnologia, politica ed economia, sostenibilità, sicurezza, nutrizione, salute e benessere animale e molto altro. La Federazione è rappresentata in Italia dal Comitato italiano Fil/Idf i cui membri sono associazioni, consorzi, enti, istituzioni e imprese che, tramite i loro esperti, sono parte attiva nei lavori della Federazione per promuovere e difendere gli interessi del comparto lattiero-caseario.
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Caciocavallo di Grotta Intenso piacere figlio del tempo.
QualitĂ garantita dalla Regione Puglia
ATTUALITÀ_NEWS MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP E PASTA DI GRAGNANO IGP ACCORDO TRA I DUE CONSORZI DI TUTELA I consorzi per la tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop e della Pasta di Gragnano Igp hanno siglato un accordo di collaborazione per svolgere insieme attività di vigilanza, tutela, promozione e valorizzazione dei due prodotti e per creare sinergie in merito alle principali attività istituzionali di cui sono incaricati. “Siamo entusiasti di aver avviato una collaborazione così
importante tra i due consorzi – ha dichiarato la presidente del Consorzio di tutela della Pasta di Gragnano Igp Aurora Casillo – condividiamo in questa partnership una visione strategica e altamente innovativa verso la costituzione di una realtà nel panorama agroalimentare italiano, europeo e mondiale di straordinaria rilevanza istituzionale e poderoso impatto economico. Del resto – ha aggiunto – la pasta e la mozzarella già di per sé significano Italia nel mondo. La valorizzazione congiunta di queste due eccellenze agroalimentari pone le basi per creare un punto di riferimento internazionale della tutela e promozione agroalimentare”. “Questa firma ha un valore economico di assoluta rilevanza – ha detto il presidente del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop Domenico Raimondo (nella foto) – le sinergie che abbiamo
individuato hanno creato un polo dell’eccellenza italiana. Parliamo di due dei prodotti più rappresentativi della cucina italiana nel mondo e due pilastri della dieta mediterranea. Si tratta di un’iniziativa di grande stimolo che unisce due prodotti ad indicazione geografica con ripercussioni positive su entrambe le filiere”.
IL CONSORZIO DEL PARMIGIANO REGGIANO DOP ORGANIZZA UN CORSO PER DIVENTARE CASARO Il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano Dop ha organizzato un corso per diventare casaro. Da sempre attento alla formazione e all’aggiornamento professionale, il Consorzio ha voluto organizzare il corso a titolo gratuito per ribadire l’impegno nella tutela delle tradizioni e per salvaguardare il mestiere del casaro che è di importanza cruciale per tutto il comparto. Un comparto che raggruppa 330 caseifici, 2.600 allevamenti e che produce circa 10 mila forme ogni giorno, per un giro d’affari al consumo che supera i 2,4 miliardi di euro. Il corso è rivolto a giovani casari, aiuto casari, garzoni già coinvolti nelle attività di caseificio e intende fornire le competenze di tecnologia casearia utili alla trasformazione del latte in Parmigiano Reggiano. Un formaggio unico, che si produce oggi come nove secoli fa: con gli stessi ingredienti (latte, sale e caglio), con la stessa cura artigianale e con una tecnica di produzione che ha subito pochi cambiamenti nei secoli, grazie alla scelta
di conservare una produzione del tutto naturale, senza l’uso di additivi. Un lavoro duro, che non ammette scorciatoie, che comincia alle quattro del mattino e per il quale si lavora 365 giorni l’anno.
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ee Cinque StellCremamore
Cinque Stelle picc
ante
gorgonzola e mascarpone Dolce Stella gorgonzola Bio
Tre Stelle e Stella Argento
ATTUALITÀ _NEWS FONTINA DOP, FINO AL 2022 IN AMERICA E ASIA CON UNA CAMPAGNA DI PROMOZIONE EUROPEA C’è anche la Fontina Dop tra i prodotti enogastronomici italiani protagonisti di “Top Tales: l’eccellenza europea si racconta…”, campagna triennale di comunicazione e promozione in America e in Cina che ha preso il via in febbraio da New York. Aumentare la competitività dei tre prodotti Dop (oltre alla Fontina, ci sono Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani Docg e il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese Dop), accrescere la riconoscibilità delle Dop europee e aumentarne il consumo. Questi i tre obiettivi alla base del progetto che fino al 2022 vedrà la realizzazione di un
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piano coordinato di azioni di comunicazione e promozione in America e Asia volto ad affrontare la concorrenza dei vini rossi del nuovo mondo e favorire l’ingresso dei prodotti food oggetto del progetto soprattutto nel canale Horeca, in particolare nel segmento dei ristoranti italiani e internazionali di qualità. Due i capisaldi di questa campagna: la provenienza europea e la qualità. Caratteristica comune di questi prodotti è infatti il riconoscimento europeo della Dop, che li identifica automaticamente come provenienti dall’Unione europea e ne certifica gli elevati standard qualitativi che la politica comunitaria, attraverso questo regime di qualità, promuove. Il marchio certifica in particolare la qualità intrinseca delle produzioni, la tracciabilità, l’autenticità, la sicurezza alimentare e il legame con le tradizioni produttive. Tali prodotti inoltre presentano caratteristiche che li posizionano tutti a un livello premium. La Fontina Dop è l’unico formaggio a denominazione d’origine in una categoria che risulta tra quella di maggior gradimento sul mercato, quindi presenta un profilo di assoluto interesse per i consumatori che mostrano un più elevato livello di interesse per le produzioni di qualità.
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ATTUALITÀ _NEWS PARMALAT, LA NUOVA CAMPAGNA PARTITA DA SANREMO Parmalat ha scelto il Festival di Sanremo 2020 per l’avvio della campagna di Parmalat Colazione Plus. Firma Havas Milan con la produzione di AkitaOff. Pianifica Zenith. Il marchio ha lanciato una comunicazione a 360° partita dalla vip lounge del Palafiori dove è stata allestita “Casa Sanremo” e ha portato nelle colazioni di cantanti, artisti italiani e internazionali, influencer e di tutta la stampa accreditata, il giusto ritmo fin dal mattino. Una campagna di “edu-tainment” che ha tradotto in chiave pop l’importanza di questo alimento: educational perché un focus dell’adv è stato quello di accrescere, fra gli italiani così come fra le personalità di spicco che hanno popolato “Casa Sanremo”, la cultura
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della colazione come momento fondamentale nell’alimentazione che deve prevedere il consumo di tutti i nutrienti, comprese le proteine e il calcio, di cui il latte Parmalat Colazione Plus è un veicolo. Entertainment perché la campagna è stata parte integrante di tutto il mondo che ruota attorno a uno degli eventi che hanno segnato la storia della musica e della cultura italiana, ovvero il Festival di Sanremo, ed è stata poi declinata attraverso spot pubblicitari tv e sulle piattaforme digitali. Subito dopo la kermesse canora, la campagna è stata pianificata su tutte le reti Rai (dal 6 al 22 febbraio), su Mediaset e altre reti dal 9 al 22 febbraio, e sui principali social network (Facebook, Instagram e Youtube).
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ATTUALITÀ _NEWS AURICCHIO, UNA BRAND IDENTITY DIGITALE PER I GIOVANI Auricchio ha realizzato un progetto di brand identity digitale con DigiTouch, società specializzata della digital transformation attraverso la sua controllata E3. Un progetto finalizzato soprattutto al coinvolgimento di un target di consumatori giovani. “Puntiamo a raggiungere il target giovane, in evoluzione rispetto ai gusti culinari ma che dimostra interesse verso il cucinato e accrescere il coinvolgimento su tutto il territorio nazionale, tenendo conto che il marchio Auricchio è molto più conosciuto e consumato al Sud” ha spiegato la direttrice marketing di Auricchio Enza Bassini. “Il punto di partenza era creare un profilo Instagram, il social media che attrae i giovani. Occorre dire che su Instagram esisteva già l’hashtag Auricchio molto attivo, usato dalle persone che dimostravano l’interesse per il marchio. Il taglio dei
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contenuti che proponiamo si discosta un po’ dallo standard della ricettazione e, soprattutto su Instagram, puntiamo sul consumo del prodotto così com’è, abbinato a tanti altri prodotti. Il provolone è versatile ed è consumabile facilmente. Abbiamo anche deciso di rinnovare e cambiare il sito web e il profilo Facebook verso un posizionamento maggiormente premium – ha precisato Enza Bassini – i contenuti che produciamo per Instagram prevedono due shooting importanti all’anno e due video”. Ogni campagna è misurata con Kpi predefiniti i cui risultati determinano le programmazioni successive e i contenuti sono
realizzati con Digitouch. Il sito e le pagine social presentano una user experience evoluta assecondata da algoritmi di machine learning. L’aggiornamento del sito è basato sull’utilizzo pregresso da parte dell’utente. I contenuti sono gestiti da un team editoriale che mette a punto i contenuti e costruiti per intrattenere e coinvolgere l’utente.
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ATTUALITÀ _NEWS CENTRO LATTE RAPALLO CONTRO LE TRUFFE
FORMAGGIO ALPIGIANA DI BAYENRLAND
Al via la partnership tra Centro Latte Rapallo - Latte Tigullio e il Corpo di Polizia locale della città di Genova per la campagna di sensibilizzazione contro le truffe in città. Su 300.000 confezioni di latte fresco intero e parzialmente scremato pastorizzati da 1 litro, in cartoni customizzati dall’azienda Elopak Italia, specializzata in soluzioni di packaging per alimenti liquidi, è stata comunicata la guida per riconoscere le truffe, distribuita gratuitamente in tutti i municipi del capoluogo ligure. “Siamo orgogliosi di essere al fianco del Corpo di Polizia Locale per promuovere l’importante campagna di sensibilizzazione antitruffa voluta dal Comune di Genova – ha commentato il direttore marketing dell’azienda Mario Restano – siamo soliti collaborare a queste iniziative per contribuire a diffondere la cultura della sicurezza in città. Diverse volte abbiamo partecipato attivamente ospitando messaggi di campagne sicurezza attraverso il nostro prodotto latte, diffuso capillarmente nelle famiglie genovesi. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo promosso una campagna di sensibilizzazione per il target dei bambini contro il bullismo in collaborazione con l’arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Genova”.
Il formaggio fresco Alpigiana di Bayernland è una referenza fresca a base di “quark” prodotto con pochi ingredienti: latte bavarese di alta qualità, caglio, sale e fermenti lattici, tutto rigorosamente senza conservanti e senza additivi chimici. Un prodotto sano e gustoso, che fornisce un ottimale apporto proteico, ma con un contenuto moderato di grassi e calorie (68 kcal per 100 grammi). Azienda bavarese, Bayernland - Cooperativa di latterie agricole è presente in Italia da 50 anni e si è affermata come una delle poche aziende tedesche a essere presenti in maniera capillare nel mercato lattiero-caseario italiano. Qualità ed efficienza sono per Bayernland elementi irrinunciabili per offrire al consumatore i migliori prodotti garantiti dall’elevata qualità del latte bavarese, dai rigidi controlli qualitativi effettuati lungo tutta la filiera e dalle tecnologie di ultima generazione utilizzate negli stabilimenti produttivi tedeschi.
CONSORZIO DEL PECORINO ROMANO LANCIA “SNACKORINO” Un pezzo da circa 20 grammi di Pecorino Romano Dop in confezioni singole, tascabili e richiudibili. È lo “Snackorino”, novità lanciata per conquistare i palati di giovani e giovanissimi, attratti anche da una confezione maneggevole e facile da portare a scuola come merenda o in palestra per ristorarsi dopo lo sport. La nuova referenza ha più o meno la stessa dimensione dell’Oncia che veniva distribuita come razione quotidiana ai legionari romani. “Lo Snackorino è la perfetta sintesi fra la tradizione rappresentata dal nostro prodotto e il costante desiderio di
innovarsi e rinnovarsi, aprendosi a nuove soluzioni – ha detto il presidente del Consorzio Salvatore Palitta – lo snackorino
ha già una sua collocazione di mercato, anche all’estero. Ad esempio in Canada è già stato inserito nelle linee commerciali”.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
ARIA COMPRESSA DI QUALITÀ NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE di Fabio Bruno, compressed air purification, gas generation e process cooling application engineer region south EMEA L’aria compressa è una fonte di energia sicura e affidabile, ampiamente utilizzata nei processi produttivi dell’industria alimentare. A differenza di gas, acqua ed elettricità normalmente forniti da società di servizi, l’aria compressa viene generata in loco dagli utilizzatori finali. Pertanto, il suo livello qualitativo e i costi di produzione sono interamente a carico e sotto la diretta responsabilità del produttore. Essendo una fonte utilizzata a contatto diretto o indiretto con l’alimento, ma comunque ad alto rischio di contaminazione, deve essere applicata la procedura Haccp dalla sua generazione alla distribuzione, fino al punto di utilizzo finale. Criticità e contaminanti nel processo di generazione dell’aria compressa L’aria compressa viene generata dai compressori d’aria, che aspirano una grande quantità di aria atmosferica che satura continuamente
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l’impianto con sostanze contaminanti invisibili quali vapore acqueo, pulviscolo atmosferico, vapori d’olio, microrganismi.
Oltre a questi contaminanti, i compressori lubrificati tendono a lasciar penetrare microinfiltrazioni d’olio durante il processo di compressione sotto forma di olio liquido, aerosol d’olio, vapori d’olio. Una volta passata attraverso la fase di compressione, il postrefrigeratore raffredda l’aria generando condensa, che penetra all’interno dell’impianto di circolazione dell’aria compressa sottoforma di acqua allo stato liquido ed aerosol acqueo. L’aria che esce dal compressore contiene ora otto differenti tipi di contaminanti. Anche il serbatoio di stoccaggio e le tubazioni che distribuiscono l’aria compressa a tutto lo stabilimento possono immagazzinare gran parte di questi inquinanti che, insieme alla condensazione provocata dal raffreddamento dell’aria calda, provocano ruggine e incrostazioni. L’innovativo sistema di purificazione per l’industria alimentare e delle bevande L’aria a contatto con alimento deve essere pulita, secca (vapore acqueo con un valore -40°C pdp) e sterile (priva di microrganismi e batteri), per evitare che i contaminanti vadano a compromettere la sicurezza e l’igiene dell’alimento. Esistono differenti tecnologie di purificazione per eliminare i contaminanti in un sistema di aria compressa: filtri a coalescenza, essiccatori
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a ciclo frigorifero e ad assorbimento, filtri per particolato solido e sterilizzanti. È vivamente raccomandato trattare tutta l’aria compressa in sala compressori con un essiccatore frigorifero e dei filtri, in modo da proteggere il sistema di distribuzione principale e fornire aria di elevata qualità con un sistema di essiccamento dedicato solo al punto di utilizzo “critico”. A questo proposito, Parker propone il nuovo sistema di purificazione completo FBP “Food, Beverage & Pharma” dedicato all’industria
alimentare e delle bevande. Il sistema FBP integra tutte le tecnologie di purificazione necessarie in un unico skid compatto per la rimozione della maggior parte dei contaminanti grazie a sei stadi di purificazione. Garanzia dell’aria in uscita certificata. Prestazioni dei filtri e dell’essiccatore certificate per fornire di standard una qualità dell’aria in accordo alla Iso 85873-1 classi 1.2.0. Materiali di costruzione conformi a Fda Title 21 part 77 ed esenti da normativa Ec 1935-2004.
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ATTUALITÀ _NEWS BREXIT, IL GORGONZOLA DOP HA OTTENUTO LA PROTEZIONE DEL MARCHIO NEL REGNO UNITO Il Consorzio per la tutela del Formaggio Gorgonzola Dop si è attivato tempestivamente per continuare a essere tutelato nel Regno Unito anche dopo la Brexit. Infatti, ha chiesto e ottenuto con largo anticipo (nel 2019) dall’Ukipo (l’Ufficio governativo della proprietà intellettuale britannico), il “Grant of Protection” ovvero la protezione nazionale e la registrazione del marchio di certificazione “Gorgonzola”, oltre al marchio collettivo “Cg”. L’effettiva l’uscita dall’Unione europea del Regno Unito a fine gennaio ha comportato una modifica degli accordi sulla tutela dei marchi registrati e sull’importazione di prodotti Dop da altri Paesi. Attualmente la protezione dei marchi Dop e Igp è
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garantita dalle norme comunitarie per i Paesi presenti in Europa: una denominazione italiana gode della stessa protezione all’interno di tutti i Paesi facenti parte dell’Unione. Ora sarà direttamente il Regno Unito a dover creare un nuovo organismo di controllo che permetterà l’importazione dei prodotti Dop con nuove regole che sono ancora in via di definizione. La registrazione definitiva del marchio è quindi una garanzia per i consumatori per proteggerli da casi di contraffazione ed evitare spiacevoli sorprese quando si acquista Gorgonzola Dop all’estero; ma anche per i produttori, perché la tutela potrà continuare a rafforzare l’attività di vendita verso il
Regno Unito, che da molti anni è tra i primi paesi amanti del Gorgonzola Dop. Attualmente per il Gorgonzola Dop il Regno Unito rappresenta il quarto Paese per l’export mondiale con oltre 1.100 tonnellate esportate e un giro d’affari superiore ai 7 milioni di euro (dati 2018).
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ATTUALITÀ _NEWS ASIAGO DOP, NEL 2019 CRESCIUTI I CONSUMI IN ITALIA Le famiglie italiane mettono sempre più Asiago Dop nel carrello della spesa. Nel 2019, la denominazione d’origine protetta veneto-trentina ha segnato una crescita a volume del 1,6% e a valore del 4,9%, in netta controtendenza col calo del comparto dei formaggi semiduri che ha raggiunto, nel medesimo periodo, un -4,6% a volume e un -3,5% a valore (dati Gfk-Eurisko). L’anno della celebrazione dei 40 anni del Consorzio Tutela Formaggio Asiago e del suo lavoro per diffondere e tutelare il prodotto in Italia e nel resto del mondo si è chiuso con una produzione totale di 1.559.039 forme e giacenze ai minimi storici. Contemporaneamente, Asiago Dop continua a crescere e si conferma tra i formaggi preferiti dagli italiani: oltre 9.600.000 famiglie l’hanno consumato nel 2019.
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A fare la differenza l’azione di valorizzazione del prodotto nella Gdo svolta dal Consorzio e le caratteristiche distintive di questa tipicità, strettamente legata al territorio d’origine, con qualità organolettiche che rispondono perfettamente alla crescente attenzione agli aspetti salutistici e al benessere. Nel 2019, l’impegno del Consorzio è proseguito anche all’estero, dove la Dop è presente in oltre 50 Paesi e realizza un fatturato di oltre 10 milioni di euro. Qui, nonostante il clima di crescente incertezza culminato nei dazi Usa, il Consorzio ha scelto di reagire con rinnovata determinazione. Nel 2020 hanno preso il via due piani triennali cofinanziati dalla Ue: “Asia Enjoy European Quality Food” dedicato a Giappone, Cina, Corea del Sud e Vietnam e “European Lifestyle: Taste Wonderfood” (Italia, Germania, Uk e Rep. Ceca).
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ECONOMIA
FORMAGGI DOP E IGP LA CRESCITA CONTINUA IL RAPPORTO ISMEA-QUALIVITA ANALIZZA LO STATO DI SALUTE DELLE NOSTRE PRODUZIONI CERTIFICATE CHE VALGONO IL 57% DEL SETTORE FOOD di Gianluca Pierangelini
I
l settore agroalimentare del nostro Paese resta uno dei principali vettori dell’economia italiana, anche grazie alle produzioni certificate. A confermarlo è il XVII Rapporto Ismea-Qualivita che nella sua analisi sui dati produttivi 2018 registra un'ulteriore crescita della DopEconomy che, con oltre 800 Indicazioni geografiche, per la prima volta supera i 16,2 miliardi di euro di valore alla produzione (+6% in un anno) e i 9 miliardi di euro di export (+2,5 per cento). Sono 180.000 gli operatori coinvolti nel mondo produttivo Dop, Igp, Stg e sono 285 i Consorzi di tutela riconosciuti dal ministero al fine di proteggere e promuovere le Indicazioni geografiche italiane. Il valore di 16,2 miliardi di euro della produzione certificata nel 2018 mette a segno un +6% rispetto all’anno precedente e conferma un trend di crescita ininterrotto negli ultimi dieci anni. Una crescita produttiva che si riflette sui mercati esteri, un bacino di vendita essenziale
IL SETTORE DEI PRODOTTI A INDICAZIONE GEOGRAFICA EUROPEA IN ITALIA
Fonte: Rapporto Ismea - Qualivita
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ECONOMIA per il food&wine certificato e un contesto fondamentale per consolidare l’agroalimentare “made in Italy”. L’export delle Dop e Igp agroalimentari e vitivinicole ha superato per la prima volta la soglia dei 9 miliardi di euro nel 2018. Una crescita che vale il +2,5% in un anno. Il contributo maggiore a questo risultato è stato fornito dal comparto dei vini con un valore di oltre 5,4 miliardi, mentre più stabile è il valore delle Dop e Igp agroalimentari che si attesta sui 3,6 miliardi, metà dei quali arrivati dalle vendite di formaggi Dop e Igp italiani. L’importanza della DopEconomy non è riscontrabile solo sui mercati esteri, ma lo è ancor di più sui territori di origine delle Indicazioni geografiche italiane. Secondo il rapporto IsmeaQualivita tutte le province in Italia hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere Ig agroalimentari e/o vitivinicole,
IL COMPARTO DEI FORMAGGI DOP E IGP
Fonte: Rapporto Ismea - Qualivita
un sistema che caratterizza tutto il Paese, anche se la concentrazione del valore è forte in alcune realtà: le prime quattro regioni per impatto economico si trovano al Nord Italia e concentrano il 65% del valore produttivo delle Ig. Si contano cinque regioni sopra il miliardo di euro di valore generato dalle Ig. Secondo il rapporto, i formaggi si confermano la categoria più rilevante del food Dop&Igp
I PRIMI 15 PRODOTTI DOP E IGP (PER VALORE ALLA PRODUZIONE) PRODOTTI FOOD
1° PARMIGIANO REGGIANO DOP 2° GRANA PADANO DOP 3° PROSCIUTTO DI PARMA DOP 4° MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP 5° ACETO BALSAMICO DI MODENA IGP 6° GORGONZOLA DOP 7° PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP 8° MORTADELLA BOLOGNA IGP 9° PECORINO ROMANO DOP 10° BRESAOLA DELLA VALTELLINA IGP 11° PASTA DI GRAGNANO IGP 12° MELA ALTO ADIGE IGP 13° SPECK ALTO ADIGE IGP 14° ASIAGO DOP 15° VITELLONE BIANCO DELL'APPENNINO CENTRALE IGP Fonte: Rapporto Ismea - Qualivita
VALORE 2018
VALORE
MLN €
2018/2017
1.434 1.277 824 410 363 332 307 296 234 232 186 114 109 100 48
+6,9% -1,2% -3,0% +4,9% -7,0% +2,8% +1,1% -2,6% +50,4% +3,1% +62,4% +29,2% +0,3% +2,3% +6,9%
rappresentando il 57% del valore alla produzione e il 50% dell’export. Crescono la produzione certificata e il valore per quasi tutte le principali produzioni Dop. Grande recupero a doppia cifra, in particolare per il Pecorino Romano Dop e per il Montasio Dop. Nel 2018 sono state prodotte 543.946 tonnellate di formaggio certificato (+3,6% rispetto al 2017), un terzo delle quali è stato destinato ai mercati esteri. Il valore alla produzione dei formaggi Dop e Igp supera di 4 miliardi di euro, mentre quello dell’export sfiora i 2 miliardi. Questi sono valori che dimostrano la dinamicità del comparto caseario Dop&Igp.
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ECONOMIA
PARMIGIANO REGGIANO: L'EVOLUZIONE DEI CASEIFICI NEGLI ULTIMI VENT'ANNI RIDOTTO IL NUMERO DELLE STRUTTURE PRODUTTIVE PER RENDERE PIÙ EFFICIENTE LA FILIERA. DIMINUITO IL PESO DELLE COOPERATIVE E AUMENTATO QUELLO DI PRIVATI E AZIENDE Paola Bertolini, Enrico Giovannetti - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
I
l Parmigiano Reggiano viene prodotto grazie all’azione di una complessa filiera costituita da una molteplicità di attori che concorrono a definirla. Nel corso del tempo gli anelli di questa catena sono profondamente cambiati, sia per quanto riguarda la dimensione delle aziende che la compongono, sia per la presenza di agenti che vi operano. Ciò è avvenuto su sollecitazione delle dinamiche di mercato, storicamente caratterizzato da fluttuazioni, ampliate dalla dinamica
delle scorte. Nel corso degli anni i produttori, specie del segmento a monte, hanno condotto un grande sforzo di controllo e adattamento al mercato, regolando l’offerta. Al tempo stesso hanno cercato di recuperare valore aggiunto attraverso la ricerca di economie di scala od organizzative. Le linee di cambiamento seguite sono state importanti e hanno riguardato diversi aspetti. Ecco quelli che assumono particolare importanza: rafforzamento
istituzionale e di regolazione; attenzione al mercato e alla sua espansione; riordino strutturale e organizzativo delle aziende. Riguardo al primo punto, la decisione di mantenere il rispetto di quote individuali di produzione, nell’ambito dei piani produttivi predisposti in accordo con il Regolamento Ue 1152/2012, ha certamente migliorato la programmazione della produzione e trasformazione di latte e la capacità di adattamento alla dinamica dei mercati.
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ECONOMIA Rispetto al secondo punto, va evidenziato il grande sforzo compiuto per allargare la presenza sulle piazze internazionali, che assorbono ora il 40% circa del formaggio prodotto. Si tratta di un dato importante se si pensa che solo vent'anni fa tale percentuale raggiungeva con difficoltà il 10% e che la progressione di entrata sui mercati internazionali è notevolmente cresciuta, soprattutto negli (TABELLA 1) NUMERO
2010
BOLOGNA MANTOVA MODENA PARMA REGGIO EMILIA COMPRENSORIO
Il presente articolo fa parte delle attività di divulgazione di un piano di innovazione che parte del progetto di filiera “Parmigiano-Reggiano e innovazione negli strumenti manageriali: cruscotto di indicatori di benchmarking e performance delle aziende, nuovi strumenti finanziari e assicurativi, nuove soluzioni logistiche e commerciali (Prisma)” finanziato sulla Misura 16.2.01 del Psr della Regione Emilia-Romagna. Coordinatore: Lattemilia s.c.r.l; Partner: Università di Modena e Reggio Emilia, Crpa, Bit Spa, Foqus e uffici contabili Ccbr, Acta e Confcooperative.
DI CASEIFICI E PRODUZIONE DI FORME PER PROVINCIA TRA IL 2010 E IL 2018 CASEIFICI
ZONA
DIVULGARE L'INNOVAZIONE DEL MANAGEMENT
10 27 81 167 109 394
2018
9 20 61 150 90 330
VAR. % 2018/2010
INCIDENZA % SU TOT. CASEIFICI 2018
-10 -25,9 -24,7 -10,2 -17,4 -16,2
PRODUZIONE MEDIA PER CASEIFICIO 2010
PRODUZIONE MEDIA PER CASEIFICIO 2018
(N. FORME)
(N. FORME)
6.497 11.724 7.355 6.536 8.698 7.657
9.408 19.529 12.176 8.576 13.281 11.211
2,7 6,1 18,5 45,5 27,3 100
VAR. % PRODUZIONE MEDIA 2018/10
44,8 66,6 65,6 31,2 52,7 46,4
Fonte: rielaborazione su dati del Consorzio Parmigiano Reggiano e Crpa
ultimi anni. Inoltre, seguendo o anticipando la dinamica dei mercati, è stato compiuto uno sforzo per rinnovare la presentazione del prodotto, in modo da adattarlo non solo ai diversi bisogni del consumatore e della Gdo, ma anche a quelle della ristorazione. Ciò ha portato a una riorganizzazione della filiera, divenuta più complessa, che ha integrato nuove funzioni e nuovi agenti: basti pensare al ruolo crescente degli esportatori o di chi cura le fasi di trasformazione finale del prodotto, oltre alla stagionatura (porzionatura e grattuggiatura). Si assiste a un rafforzamento del legame tra gli esportatori e il Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano. Infine, relativamente al terzo punto, le aziende che costituiscono gli anelli iniziali della filiera – allevamenti e caseifici – sono state interessate da un processo
molto intenso di evoluzione, per gran parte orientata alla ricerca dell’aumento delle dimensioni e a un migliore coordinamento con l’attività a valle di stagionatura e vendita del prodotto. Di seguito analizzeremo proprio quest’ultimo aspetto, che assume particolare importanza per l’equilibrio complessivo della filiera.
CALANO I CASEIFICI L’attività casearia è ancora largamente caratterizzata dalla presenza delle strutture cooperative, che si sono ridotte di numero, ma la cui capacità produttiva è nettamente cresciuta nel corso del tempo. Nel periodo 2010-2018 il numero di caseifici si è ridotto di oltre il 16% passando da 394 a 330.
(TABELLA 2) NUMERO DI CASEIFICI E PRODUZIONE DI FORME PER AREE ALTIMETRICHE E PER PROVINCIA TRA IL 2010 E IL 2018 ZONA
BOLOGNA MANTOVA MODENA PARMA REGGIO EMILIA COMPRENSORIO
CASEIFICI PIANURA (N.)
2010 5 27 40 125 83 280
2018 4 20 26 118 69 237
VAR. % PRODUZIONE MEDIA FORME
2018/2010 79,1 66,6 89,5 31,0 49,2 47,4
CASEIFICI MONTAGNA (N.)
2010 5 0 41 32 26 104
2018 5 0 35 32 21 93
VAR. % PRODUZIONE MEDIA FORME
2018/2010 13,5 49,9 24,3 77,2 46,6
Fonte: rielaborazione su dati del Consorzio Parmigiano Reggiano e Crpa
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
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ECONOMIA La diminuzione è continuata anche nel corso dell’anno successivo (vedi www.clal.it). Tutto il territorio è stato interessato alla riduzione, ma con diversa intensità per provincia. Tale contrazione è dovuta non tanto alla chiusura di attività, quanto a operazioni di fusione conseguenti alla ricerca di una migliore organizzazione della produzione e di economie di scala e organizzative. Ciò ha portato a un aumento consistente della dimensione media delle strutture casearie (+46,4% per tutto il comprensorio), anche se le varie province hanno percorsi diversi (tab. 1). La capacità produttiva complessiva nel periodo considerato è cresciuta e in modo molto significativo: infatti, si è registrato un incremento del numero complessivo delle forme lavorate nell’intero comprensorio e tale aumento si è manifestato ovunque, interessando tutte le province sia in pianura, sia in montagna (tab. 1 e 2). VINCE LA TRADIZIONE La maggior parte dell’attività casearia si concentra in area di pianura, dove nel 2018 si localizzava il 71,8% delle strutture di caseificazione. Tuttavia, il peso della montagna sulla produzione non cambia, in quanto le strutture che vi operano sono state interessate da un significativo aumento generale dei quantitativi prodotti, seguendo lo stesso trend delle aree di pianura (+22,5% per il comprensorio). Il dato è importante in quanto segnala una buona capacità di evoluzione del sistema allevamento-trasformazione anche in aree svantaggiate quali quelle montane (tab. 2). Le diverse province seguono modelli diversi di ristrutturazione. Il dato non sorprende in quanto il prodotto
(TABELLA 3) ACQUISIZIONI DI LATTE PER TIPOLOGIA DI CASEIFICIO TRA IL 1998 E IL 2018 1998
2018
VAR. %
INCIDENZA %
INCIDENZA %
2018/1998
83 13,7 3,3 100
70,3 21 8,8 100
3,3 84,9 212,2 21,4
TIPO DI CASEIFICIO
COOPERATIVO PRIVATO/ARTIGIANALE AZIENDALE TOTALE Fonte: rielaborazione su dati Crpa
è radicato entro tradizioni locali di produzione. Queste, seppur uniformate nel disciplinare di produzione, influenzano ancora oggi i percorsi evolutivi delle imprese nella filiera. MENO COOP PIÙ PRIVATI In un arco temporale più lungo (1998-2018), si evidenziano alcuni cambiamenti importanti nelle caratteristiche societarie dei caseifici (tab. 3). La flessione numerica molto forte dei caseifici, sia cooperativi che privati, si è accompagnata a una crescita significativa dell’incidenza dei caseifici aziendali (dal 3,3% all’8,8 per cento). Tali strutture presentano i maggiori tratti di integrazione verticale in quanto hanno al loro interno sia le funzioni di allevamento che di caseificazione. Al tempo stesso aumenta anche l’incidenza delle strutture private/artigianali, costituite da chi acquista il latte a mercato. La trasformazione aziendale e privata raggiunge così nel 2018 circa il 30% delle acquisizioni complessive di latte (tab. 3). Il fenomeno è largamente determinato dalla crescita dimensionale degli allevamenti, che ha permesso di rendere conveniente il processo di caseificazione e/o rendere disponibile un maggior volume di latte sul mercato. In sostanza, cambiano nella filiera le reti di relazioni che si definiscono tra allevatori e trasformatori, con un aumento
della presenza delle strutture aziendali e di quelle private. Tuttavia la cooperazione mantiene uno spazio prevalente: il volume di latte acquisito dalla cooperazione è cresciuto del 3,3%, anche se il sistema cooperativo subisce un ridimensionamento relativo, passando dall’83 al 70% circa del totale di latte acquisito. Il trend appena delineato appare più marcato nelle zone di pianura, mentre nelle zone montane i caseifici sociali mantengono l’86% circa delle acquisizioni di latte. PROBLEMI VECCHI E NUOVI In sintesi, emerge una filiera produttiva profondamente mutata in tutte le sue componenti. Le strutture casearie sono divenute più articolate, inglobando alcune funzioni produttive nuove. I mercati sono divenuti più ampi; le istituzioni di rappresentanza sono divenute più attive ed efficaci nel coordinamento del sistema; lo sviluppo di agenti specializzati a valle consolida la presenza sui diversi mercati. Tuttavia, nonostante la profonda trasformazione appena descritta, i problemi che fanno capo alla filiera sono ancora molti. Si pensi ad esempio alle difficoltà di accesso al credito per le anticipazioni necessarie nelle strutture cooperative; oppure allo storico nodo, non ancora sciolto, dello scarso potere negoziale di fronte ai segmenti a valle delle strutture casearie.
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ECONOMIA
UN 2019 CON NUMERI POSITIVI NON PORTA ALL'EUFORIA TREND CONGIUNTURALI 2019 PREMIANTI PER IL LATTIERO-CASEARIO, MA NEL BREVE PERIODO LE INCOGNITE SONO MOLTE. A PARTIRE DALL'EXPORT di Gigi Pelliccia
L
a produzione industriale italiana ha chiuso il 2019 con un avvitamento molto forte, che pochi avevano previsto. Tuttavia, al suo interno il “food and beverage” è riuscito a tenere la barra dritta: ha segnato a dicembre un +2,9% rispetto allo stesso periodo del 2018. Il che ha confermato, a consuntivo sui dodici mesi, il +3% di gennaio-novembre. Si tratta dello spunto produttivo migliore tra i tredici macrosettori manifatturieri censiti dall’Istat. Ma la sorpresa è venuta dal fronte “macro” del totale industria, che a dicembre ha fatto segnare una caduta vistosa rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, pari al 4,3%, dopo il -0,6% di novembre. Risultato: il consuntivo di produzione 2019 dell’industria nazionale si è asciugato ed è sceso al -1,3%, il dato peggiore tra tutti i tendenziali (invariabilmente negativi), inanellati nel corso del 2019. Per ritrovare una chiusura annuale negativa della produzione industriale del Paese bisogna risalire al 2014, che segnò un -0,8 per cento. È chiaro che un'involuzione del genere della produzione industriale complessiva getta un’ombra lunga su tutta l’economia del Paese. E crea un “effetto scia” congiunturale sull’apertura dell’anno in corso per niente incoraggiante. È pur vero che il “food and beverage” è anticiclico, ma alla lunga, come si dice, non esistono isole felici.
In altre parole, in un contesto del genere, il buon risultato 2019 della produzione alimentare rischia di caratterizzarsi come una “gobba” espansiva episodica. Anche perché il trend di produzione del settore si lega mani e piedi alla crescita dell’export e soltanto all’export. Che non a caso ha chiuso l’anno in modo premiante, con un +6,6%, contro il +2,3% parallelo dell’export generale. EXPORT DECISIVO Va precisato che il buon passo espansivo dell’export di settore si lega in gran parte al mercato Usa, le cui fragilità e i cui rischi specifici per la vicenda dazi maggiorati sono ben noti. Soprattutto ai comparti nazionali direttamente e dolorosamente coinvolti: formaggi, aperitivi, liquori e alcune lavorazioni del suino. Infine, vanno aggiunte le incertezze generali innescate dal famigerato coronavirus, che sicuramente deprimeranno l’espansione 2020 del commercio globale, attesa al +2,4%, dopo il +1,2% del 2019. Insomma, il quadro internazionale presenta nebbie e incertezze che portano a dire che sarà assai improbabile, per il settore, riuscire a replicare quest’anno i trend 2019 di produzione ed export. Può essere utile ricordare, in linea di principio, che un buon passo produttivo non significa in automatico redditività. Gli ultimi dati di bilancio disponibili, cioè quelli del 2018,
elaborati da Mediobanca su un vasto campione di aziende del Paese, indicano ad esempio che il rapporto tra la somma dei margini operativi e dei proventi finanziari dell’industria alimentare rispetto al capitale investito è calato mediamente di 9 punti percentuali rispetto al 2017. Mentre lo stesso rapporto, riferito al totale delle imprese nazionali, è cresciuto in parallelo del 2,7 per cento. Eppure, anche nel 2018 il trend della produzione alimentare era salito più del totale industria, anche se con un margine molto inferiore, con un +1,1% contro il +0,8% del totale nazionale. Quindi, gli eccellenti trend produttivi del settore non sono sinonimo di redditività.
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ECONOMIA USA - IL POSIZIONAMENTO COMPETITIVO DELL'IMPORT AGROALIMENTARE (Anni 2014-2018) I PRIMI 5 COMPETITOR E L'ITALIA - VALORI IN MILIONI DI DOLLARI SETTORI E PAESI
ANNO 2018 (milioni di dollari)
LATTIERO-CASEARIO ITALIA
NUOVA ZELANDA IRLANDA FRANCIA CANADA TOTALE
POSIZIONAMENTO 2018
LATTIERO-CASEARIO
1 2 3 4 5
NUOVA ZELANDA
372
1
ITALIA
322
2
FRANCIA PAESI BASSI CANADA
226 110 104
3 4 5
TOTALE
1.939
FORMAGGI ITALIA
321
FRANCIA PAESI BASSI SPAGNA SVIZZERA TOTALE
206 100 99 85 1.329
340
273 232 230 116 2.110
FORMAGGI ITALIA
337
FRANCIA SPAGNA SVIZZERA PAESI BASSI TOTALE
199 111 95 90 1.327
1 2 3 4 5
ANNO 2014 (milioni di dollari)
POSIZIONAMENTO 2014
1 2
3 4 5
Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Comtrade
VINCE IL RISPARMIO Vanno sottolineati i dati delle vendite alimentari al dettaglio sull’intero 2019. Ne è uscita, nello specifico, una crescita delle vendite in valore nei discount alimentari del 4,5% sull’anno precedente: un trend che la dice lunga sull’ottica del consumatore, orientata prevalentemente al risparmio. In generale, comunque, è fin troppo chiaro che il mercato interno rimane con il freno a mano tirato. Parlano da soli i confronti 2019/18 delle vendite alimentari, con un +0,9% in valore e un +0,1% in volume. Tuttavia, dai numeri spunta seppur faticosamente una nota positiva. Ed è rappresentata dal confronto fra i trend in valore e in volume appena citati, che mostra indicativamente un apprezzamento unitario dell’alimentare venduto dello 0,8%, mentre il fronte non alimentare evidenzia il fenomeno opposto, con un calo del valore unitario del venduto dello 0,5 per cento.
PRIMI NEGLI STATI UNITI Infine, una nota doverosa sul lattiero-caseario. La produzione ha segnato un +3% nel confronto dicembre 2019/18, e un +1,8% sui dodici mesi. L’ultimo mese dell’anno si è allineato al trend generale del “food and beverage”, mentre il passo sull’anno è stato inferiore ad esso, ed è stato più basso anche rispetto alle crescite del 2,2 - 2,3% registrate nel biennio precedente. Sul fronte export, il comparto ha registrato un +11,2% sui primi dieci mesi dell’anno, vicino al +13% evidenziato nei precedenti progressivi. I formaggi, con una quota esportata di 2,6 miliardi, hanno segnato un +11,6 per cento. Va segnalato tuttavia che questa crescita è in parte drogata dall’effetto scorte che si è scatenato oltre Atlantico nei mesi precedenti l’avvio dei dazi di metà ottobre. Non a caso, il trend dell’export di formaggi sul mercato Usa ha raggiunto sui dieci mesi la quota di 299 milioni, schizzando al +32% sullo stesso periodo 2018, dopo il +23% del semestre.
Il fenomeno ha ovviamente pesato sul trend generale, considerando che gli Stati Uniti sono il terzo sbocco di comparto, dopo la Francia, che sui dieci mesi ha raggiunto quota 497 milioni (+8,3%) e la Germania, che ha toccato in parallelo quota 454 milioni (+14,3 per cento). Chiudiamo citando una nota positiva che concerne proprio un mercato prestigioso e “sofferto” (da quando sono scattate le maggiorazioni daziarie), come il mercato Usa. L’esame del posizionamento competitivo dei comparti alimentari, rispetto agli altri grandi fornitori internazionali, fa emergere in modo speciale proprio il lattiero-caseario nazionale. Nel quadriennio 2014-18 è riuscito a scavalcare di slancio la Nuova Zelanda e ha raggiunto con buon distacco il primo posto assoluto. A fianco, si è confermata la leadership assoluta dei nostri formaggi, saldamente in testa, con una forbice significativa e inalterata rispetto alla concorrenza francese.
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ITÀ
NOV
MERCATI
SEMPRE PIÙ EXPORT NEL 2019 SUPERATI I 3 MILIARDI DI FATTURATO PER OLTRE 450MILA TONNELLATE DI MERCE SPEDITA. ORA C’È LO SPETTRO DEL COVID-19 di Gianluca Pierangelini
I
formaggi italiani registrano un altro importante record: +6,3% in volume e +11,2% in valore. Sono questi i risultati dell’export caseario italiano nel 2019. Dopo il rallentamento del 2018, lo scorso anno le vendite internazionali dei formaggi hanno superato i 3 miliardi di euro per più di 450mila tonnellate di prodotto esportato. A seguito del modesto risultato ottenuto nel 2018 – che comunque ha registrato un +0,7% in volume e un +5,3% in valore – le aziende del settore lattiero-caseario hanno investito molto sull’export, puntando sulla promozione e andando alla ricerca di nuovi mercati. Se gran parte del nostro fatturato estero è riconducibile
al mercato europeo – che è cresciuto ancora del 9,4% – e a quello Nordamericano, sono i Paesi asiatici a mostrare i risultati più interessanti. Ormai le nostre aziende esportano in Asia circa 30mila tonnellate di formaggi, per un valore che si aggira intorno ai 200 milioni di euro. Nel 2019 si registrano incrementi significativi in Indonesia – anche se i quantitativi restano limitati – e in Corea del Sud. Ottima la crescita del mercato cinese (+5,9% in volume; +8,2% in valore) e del Giappone (+12,8% in volume; +15% in valore), che si conferma la nostra terza destinazione extra-Ue. Non a caso i mercati asiatici erano quelli verso i quali le aziende stavano investendo
di più. I dazi Usa e la Brexit stavano costringendo gli operatori a fare valutazioni strategiche che riconducessero i loro investimenti verso altre destinazioni, ma il diffondersi del Covid-19 ha compromesso anche questa strategia. Tuttavia, il problema non riguarda solo il continente asiatico. Gli effetti della pandemia hanno interessato anche la nostra economia, mettendo a dura prova le capacità produttive delle aziende – che stanno cercando di reggere allo tsunami con sforzi enormi – e condizionando i flussi del commercio internazionale. Il 2020 rischia quindi di essere un annus horribilis per gli scambi. Una volta riconquistata la normalità,
BERTOZZI Strada Roma, 1/A
GENNARO AURICCHIO
GLI ESPORTATORI
AMBROSI
SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it
SPA
43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com
AGRIFORM Via Rezzola, 21
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
SCA
37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
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MERCATI
04069061
040620
04064050
04069075
30.172 9.987 13.433 5.780 6.797 3.293 2.025 2.106 1.139 2.253 908 735 524 634 79.786 101 184 124 103 644 1.157 305 49 805 183 83.441 305 604 84.350 599 84.949
22.706 7.927 7.380 4.076 5.179 3.039 1.516 628 730 819 500 538 443 428 55.909 32 68 22 329 540 2.129 1.553 765 612 896 62.855 554 1.610 65.019 375 65.394
8.673 17.138 7.003 4.130 2.224 2.592 3.190 1.732 292 2.576 405 2.070 280 517 52.822 108 87 26 29 213 1.351 814 232 236 269 56.187 174 713 57.074 240 57.314
11.170 12.775 4.327 2.361 2.217 1.281 1.711 462 131 539 166 564 135 202 38.041 30 18 8 26 157 332 537 209 524 142 40.024 167 690 40.881 284 41.165
4.698 5.938 882 1.156 683 596 964 608 168 301 44 64 24 28 16.154 10 23 6 32 20 646 272 76 57 115 17.411 44 328 17.783 66 17.849
133 100 32 43 34 31 9 10 11 5 4 8 1 10 431 4 5 1 1 11 13 17 2 20 5 510 6 9 525 16 541
PAESI
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089
1.033 1.260 661 284 336 168 202 95 73 186 27 57 18 82 4.482 2 8 5 27 302 90 43 8 892 51 5.910 5 93 6.008 57 6.065
040630
3.439 2.145 711 390 525 452 566 100 28 226 38 73 17 18 8.728 1 53 2 15 87 221 78 6 85 17 9.293 70 123 9.486 21 9.507
879 1.497 783 177 386 87 422 95 20 125 33 99 49 20 4.672 9 75 3 15 37 136 70 16 25 20 5.078 16 43 5.137 33 5.170
1.024 1.093 158 274 53 444 84 80 5 61 13 38 6 38 3.371 11 2 12 3 28 51 52 5 39 16 3.590 66 28 3.684 11 3.695
317 30 44 122 338 15 30 1
1.107 4.179 1.038 1.914 593 325 652 239 158 250 50 716 35 97 11.353 44 164 29 8 376 334 571 98 363 67 13.407 184 497 14.088 68 14.156
164 54 6 1.121 1 1 6 1 258 6 55 50 107 2 1.608 10 33 1.651 19 1.670
TOTALI
04069099
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 30 novembre 2019)
04069073 04069001
420 1.019 234 2.430 244 20 184 60 10 20 20 132 5 18 4.816 9 4 3 6 32 70 74 17 10 5.041 10 12 5.063 12 5.075
2 5 17 43 176 5
248
20 66 173 11 518 0 1.213 1.731 1.731
85.773 65.088 36.686 23.142 19.626 12.343 11.598 6.392 2.765 7.525 2.267 5.100 1.537 2.092 281.934 362 692 247 595 2.725 6.602 4.441 1.689 3.782 1.804 304.873 1.611 5.996 312.480 1.801 314.281
GLI ESPORTATORI
BRAZZALE
SPA
FORGRANA CORRADINI SPA
SAVIOLA SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti
Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
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MERCATI
CODICE DOGANALE
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
04061030
04061050 04061080
04069061
040620
04064050
04069063
91.590 84.949 5.380 119 1.142 209 899 158 741 126
62.327 57.314 3.941 267 805 483 17.792 3.784 14.008 946 213 319 414 5.457 1.929 182 76 99 129 3.042 2.123 2.050 73 8
43.948 41.165 2.301 31 451 37 440 153 287 30 1
126 5.932 3.291 295 10 124 90 2.122 532 444 88
69.897 65.394 4.041 238 224 153 2.410 231 2.179 217 21 2 194 7.549 2.589 2.429 30 149 191 2.161 412 314 98
29 1.299 657 196 0 98 35 313 272 270 2
18.935 17.849 962 59 65 20 407 69 338 26 8 3 15 681 465 5 2 4 1 204 306 301 5
5.434 5.170 165 18 81 26 12.940 515 12.425 101 59 14 28 488 327 22 14 5 6 114 227 214 13
99.288 14.339 495.656 76.197
80.638 15.244 326.836 80.683
89.136 31.822 998.321 356.416
46.026 4.861 416.529 41.494
20.375 2.526 125.751 18.441
19.216 14.046 144.065 98.622
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 30 novembre 2019)
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
14.863 14.156 199 240 268 494 1.406 251 1.155 292 92 43 157 2.589 441 378 225 113 21 1.411 387 365 22 3
5.307 3.695 832 73 707 46 908 49 859 232 25 24 183 815 203 100 14 94 52 352 194 187 7 1
5.243 5.075 155 11 2 9 750 149 601 71 18 3 50 201 10 2 2 7 8 172 616 606 10
1.827 1.670 81
2.612 2.488
20.034 5.878 137.945 41.000
7.503 3.808 48.527 26.028
6.890 1.815 39.339 11.855
2.005 335 7.611 1.375
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
76 4 13 1 12 15 1 14 146 1 8 2 1 134 0
2.754 17.738 1.952
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA
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mercati ex
1 76
1.178 994 176 7 1 22 228 31 197 14 1 0 13 39
34
1
2.612 2.488 66 36 22 50 12 1 11 2 0 0 2 64 34 0 0 1 1 28 14 13 1
3.233 3.203 9 14 7 1 38 16 22 1 0
1
6 32 29 25 4 26
2.754 266 17.738 1.952
3.350 147 24.140 1.014
1.536 542 11.694 5.646
12 30 0
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO, MONTASIO RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
3.523 2.955 550 9 9 36 11 7 4 31 3 28 784 679 4
4.041 3.819 182 37 3 3 477 43 434 15
3
15 128 18 6 2 3 1 98 21 10 11 1
4.413 1.458 24.102 9.329
4.686 867 36.758 7.052
9 1 91 25 25
1.830 1.739 81 1 9 2 356 5 351 8 3 5 55 29 1 0 0 0 25 33 31 2 2.284 545 15.502 3.732
895 541 350 2 2 8 533 49 484 30 4 13 13 26 13 0
521 374 118 25 4 9 444 5 439 3 0 1 2 25 3 2 7
1 12 100 89 11
13 13 13
1.592 1.051 10.591 6.793
1.015 641 7.270 4.318
1.733 1.731 2 15 7 8 104 104 102 18 4 21 17 42 5 5
338.937 314.281 19.589 1.187 3.880 1.403 40.079 5.524 34.555 2.264 442 429 1.393 26.456 10.707 3.667 377 748 561 10.396 5.309 4.962 347 43
1.959 414.700 228 100.419 5.365 2.893.740 1.406 793.353
faremo i conti con l’impatto reale che la pandemia avrà avuto sulla nostra economia. Ma l’auspicio, oggi, è che le misure messe in atto dal Governo, come il Piano straordinario per il made in Italy 2020 e le dotazioni Ice, permetteranno alle aziende di limitare almeno un po’ i danni che graveranno sull’economia italiana e sulla internazionalizzazione del made in Italy. Tornando agli effetti positivi dell’export 2019, c’è da sottolineare il grande risultato messo a segno negli Stati Uniti (+19,2% in volume; +25% in valore), soprattutto dopo il crollo del 2018 e in vista delle perdite che si registreranno nei prossimi mesi a seguito dell’imposizione dei dazi aggiuntivi imposti da Washington. Sempre in Nord America, va sottolineato il recupero registrato in Canada: rispetto ai dati del primo trimestre 2019 (quando si registrava un -35% di export), abbiamo assistito a un vero e proprio ridimensionamento dei danni, chiudendo l’anno con una leggera flessione dell’1,5%.
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IL MONDO DEL LATTE 65
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MERCATI
PREZZO DEL LATTE NESSUNO COME L’ITALIA L
e rilevazioni sul prezzo del latte alla stalla sui grandi player lattiero-caseari europei mostrano nel 2019 un leggero aumento delle quotazioni. Secondo la Commissione europea, la media ponderata nei 28 Paesi dell’Unione è stata di 34,2 centesimi al kg, sostanzialmente lo stesso del 2018 (+0,1 per cento). Il prezzo nei diversi Stati è stato molto eterogeneo: limitandoci ai grandi protagonisti del panorama comunitario, si va da un minimo di 31,7 centesimi al kg registrato in Polonia ai 39,3 centesimi dell’Italia. Si nota una forte eterogeneità anche nelle variazioni percentuali rispetto all’anno precedente. A fronte di un aumento medio dello 0,1%, Italia, Francia e Regno Unito hanno mostrato tassi di crescita ben superiori, con il nostro Paese maglia rosa anche su questo fronte: la crescita del prezzo ha sfiorato il 10 per cento, mentre i nostri principali concorrenti (Germania, Olanda e Polonia) hanno registrato un calo dell’1% circa e la Danimarca addirittura del 4,2 per cento. L’impennata del prezzo in Italia è stata davvero anomala ed è arrivata dopo alcuni anni che sembravano suggerire un riallineamento strutturale dei prezzi europei. Le ragioni dell’andamento italiano sono note: le quotazioni all’ingrosso dei grandi formaggi Dop (Grana Padano e Parmigiano Reggiano)
si sono mantenute su livelli di tutto rispetto per molti mesi e questo – per i volumi di latte movimentati dalle due filiere – ha alzato l’asticella del prezzo di tutto il mercato. Senza dimenticare che per alcuni mesi, in Italia, si è registrata una certa carenza di latte. La situazione è ora molto delicata. Da un lato abbiamo assistito a una notevole flessione delle quotazioni all’ingrosso, dall’altro – cosa che preoccupa moltissimo tutti gli operatori – le misure per il contenimento del Coronavirus hanno previsto la chiusura di scuole e università, con le relative mense. La paura del contagio ha bloccato il turismo e ristoranti e hotel sono semivuoti. Tutto il segmento del food service – che movimenta volumi di tutto rispetto – è in forte crisi. E l’export? È presto per dirlo, ma la nostra immagine è messa a dura prova. È una miscela esplosiva che potrebbe avere conseguenze importanti non solo in Italia, ma in tutta Europa. Per il momento, le imprese di trasformazione – private e cooperative – che svolgono un servizio essenziale per i cittadini continuano a lavorare, raccogliendo tutto il latte nelle stalle italiane e destinandolo alle diverse lavorazioni. Vedremo nelle prossime settimane quali saranno le risposte del mercato.
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI BURRO
LATTE SCREMATO IN POLVERE 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
650 600 550 500 450 400 350 300 250 200
100 90 80 70 60 50 40
SIERO IN POLVERE
Fonte: Mmo – Regolamento Ue n. 2017/1185
Le prime settimane del 2020 confermano una sostanziale stabilità delle quotazioni delle materie grasse lattiere, che restano su valori bassi. La polvere di latte resta su valori elevati, ma sembra flettere.
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IL PREZZO DEL LATTE IN EUROPA (VARIAZIONE % 2019 VS 2018) DANIMARCA IRLANDA GRECIA OLANDA GERMANIA POLONIA PORTOGALLO AUSTRIA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO FINLANDIA SVEZIA ESTONIA ROMANIA CROAZIA BULGARIA LITUANIA SPAGNA SLOVACCHIA BELGIO REPUBBLICA CECA LETTONIA FRANCIA UNGHERIA SLOVENIA ITALIA
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-4,2% -3,9% -3,2% -1,1% -1,0% -0,9% -0,3% 0,0% 0,1% 0,2% 0,5% 0,5% 0,8% 1,2% 1,5% 1,6% 1,7% 2,0% 2,0% 2,7% 3,2% 3,6% 3,7% 4,1% 7,6% 9,6%
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
IL M O N D O D E L
L AT T E N. 4
APRILE
2020 -
ANNO
LXXIV -
IL LATTE NEL MONDO MENSILE
LATTE SFUSO IN CISTERNA
0401 1010 2011 2091
0401 1090 2019 2099
54 3
13 1
–
LATTE IN CONFEZIONI
CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO
MENTO POSTALE SPEDIZIONE IN ABBONA POSTE ITALIANE SPA
PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15
70%
ROMA
TARIFFA DOGANALE
AUT MP-AT/c/RM
1 GENNAIO - 30 NOVEMBRE 2019 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
DI ORGANO UFFICIALE
196 62 681 4 34 8 78 13 1.133
52 802 1.179
2 3 17 37 30 2.136
2 12 37
2
3.647 2 153 1 445 23 5.455 1 55 5.511 24 5.535
62 1 1 74 4 2.280 369 1 2.650 5 2.655
30.400
2.853
4.018 17.020 5.220 135
51 1.643 635 3
35.935 23.262
5.508 3.419
ASSOLATTE
E DEL
DF COMITATO ITALIANO FIL-I
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MERCATI
BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
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VAR.
2020 FEBBRAIO MEDIA
2019 FEBBRAIO MEDIA
VAR.
2,45 4,05 4,30 2,25 8,31 7,73 6,43 13,32 12,34 10,86 5,53 6,53 5,10 4,58 5,43 5,65 5,95
-28,57% -17,28% -16,28% -31,11% 0,84% -8,15% -8,55% -12,39% -11,91% -15,29% 3,98% 3,37% 0,98% 3,71% 3,13% 3,19% 2,86%
1,75 3,35 3,60 1,55 8,38 7,10 5,88 11,19 10,39 8,72 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,13
2,41 4,01 4,26 2,21 8,43 7,89 6,55 13,35 12,38 10,93 5,64 6,64 5,14 4,64 5,49 5,72 6,02
-27,39% -16,46% -15,49% -29,86% -0,59% -10,01% -10,23% -16,18% -16,07% -20,22% 1,95% 1,66% 0,19% 2,37% 2,00% 1,92% 1,83%
396,25
421,25
-5,93%
383,75
425,00
-9,71%
13,150 12,150 11,250 NQ
14,200 13,300 12,500 NQ
-7,39% -8,65% -10,00% ---
12,650 11,650 10,750 NQ
14,250 13,350 12,550 NQ
-11,23% -12,73% -14,34% ---
2020 GENNAIO MEDIA
2019 GENNAIO MEDIA
1,75 3,35 3,60 1,55 8,38 7,10 5,88 11,67 10,87 9,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini
I claim “latte di pascolo” o “latte ottenuto da mucche felici al pascolo” rientrano nel novero delle indicazioni volontarie, e quindi pubblicitarie, per le quali spetta all’operatore dimostrarne significato, veridicità, onestà e correttezza. Ciò vale anche per la precisazione riguardante le “mucche felici”, che potrebbe essere
intesa come un’attestazione sullo stato generale e completo di benessere e di salute delle mucche, sia fisico che psicologico, e sulle condizioni di armonia con le quali sono allevate nel loro ambiente, dovendo chi usa i claim dimostrarne le particolari condizioni di alloggiamento, alimentazione e cura. Il benessere animale sarà una delle tematiche che saranno affrontate nell'ambito della roadmap della Commissione europea sulla strategia “Farm to Fork”.
LA DICITURA “MIN. 82% MATERIA GRASSA” È ANCORA OBBLIGATORIA NELL'ETICHETTA DEL BURRO DOPO L'ENTRATA IN VIGORE DEL REG. (UE) N. 1169/2011?
La dicitura “minimo 82%” permane in vigore, in quanto il Reg. Ce n. 445/2007 non è stato abrogato, in ragione anche delle specifiche classificazioni del burro previste ancora dall’attuale Reg. Ce n. 1308 sull’Ocm unica (si veda l'Appendice II Grassi spalmabili).
È POSSIBILE AGGIUNGERE NELL'ELENCO DEGLI INGREDIENTI DI UN PRODOTTO IL BRAND PRIVATO DELL'INGREDIENTE? ESEMPIO: “INGREDIENTI: FARINA, BURRO "BRAND PRIVATO", ZUCCHERO”?
separate da altre indicazioni scritte o grafiche o altri elementi suscettibili di interferire. Quindi, potenzialmente, indicare un ingrediente aggiungendovi il brand privato potrebbe essere vista da alcuni come una modalità non appropriata. Quando si tratta di indicazioni obbligatorie, il suggerimento è sempre quello di attenersi il più possibile al minimo essenziale richiesto dalla normativa. Il brand privato potrà essere evidenziato fuori dall'elenco degli ingredienti mediante un claim volontario.
QUAL È LA DIFFERENZA TRA MOZZARELLA E FIORDILATTE?
A livello nazionale ci sono diverse norme Uni che regolamentano la mozzarella in liquido di governo e quella a bassa umidità (o per pizza). Si tratta di norme volontarie che descrivono il prodotto, le materie prime, il processo di produzione, le caratteristiche di questa tipologia di formaggio, ma che non riportano alcun riferimento all’utilizzo della denominazione “Fior di Latte”. A livello internazionale esiste lo Standard Codex 262-2006. Anche in questo caso, nessun riferimento è fatto all’utilizzo della denominazione “Fior di Latte”. Fatto salvo dunque il caso della “Mozzarella Stg” e della “Mozzarella di Bufala Campana Dop”, le denominazioni “Mozzarella” e “Fior di Latte” (o “Fiordilatte”) costituiscono denominazioni consacrate da usi e consuetudini il cui impiego è ammesso solo se il prodotto corrisponde esattamente a ciò che il consumatore conosce con tale denominazione.
QUALI SONO GLI ORGANI COMPETENTI A IRROGARE SANZIONI IN MATERIA DI ETICHETTATURA?
In generale, si precisa altresì, l’Icqrf ritiene che si debba ricorrere all’Agcm quando la pratica ingannevole avvenga mediante mezzi di comunicazione di divulgazione (televisione, cinema, radio, giornali, manifesti ecc.), che possono coinvolgere un vasto numero di consumatori e nel caso di pubblicità comparata. Restano quindi salve le competenze spettanti all’Agcm e quelle già spettanti, ai sensi della normativa previgente, agli organi preposti all’accertamento delle violazioni (ovviamente accertamento della violazione e irrogazione della sanzione sono momenti distinti). Le violazioni sanzionate dal D.lgs. n. 231/2017 possono dunque essere accertate dagli stessi organi che potevano accertare le violazioni all’ormai abrogato D.lgs. n. 109/1992 (Asl, Nas, Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, ecc.). Queste riferiscono oggi all’Icqrf (anziché come in passato alle Regioni e Province autonome), il quale procede a sua volta a irrogare la sanzione.
È POSSIBILE APPORRE SU CONFEZIONI DI LATTE ALIMENTARE DICITURE DEL TIPO “LATTE OTTENUTO DA MUCCHE FELICI AL PASCOLO”?
?
L’art. 19.2 del Reg. Ue n. 1169/2011 stabilisce che gli ingredienti devono essere designati con la loro denominazione specifica (denominazione legale, denominazione usuale o, in mancanza, denominazione descrittiva). L’art. 13.1 dello stesso Regolamento dispone che le indicazioni obbligatorie non devono essere
Le denominazioni “Mozzarella” e “Fiordilatte” (o “Fior di latte”) sono consacrate dall’uso e dalla consuetudine e sono ormai considerate, altrettanto consuetudinariamente, sinonimi. Non esistono disposizioni normative che definiscano la “Mozzarella” o il “Fior di Latte”, tranne che nei casi specifici della Mozzarella Stg e della Mozzarella di Bufala Campana Dop, le cui caratteristiche sono descritte in disciplinari riconosciuti a livello comunitario. Verso la fine degli anni Novanta ci fu un tentativo di riconoscimento del “Fiordilatte”, successivamente modificato in “Fior di Latte Appenino meridionale”, per la cui produzione non erano previsti acidi organici. La protezione transitoria fu però revocata nel 2009 lasciando libero l’impiego della denominazione generica “Fiordilatte”.
Con Circolare n. 0156934 del 10/05/2018, l'Icqrf ha confermato di essere (a norma dell’art. 27 del D.lgs n. 231/2017), l'autorità competente designata all’applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dal medesimo decreto, mentre la precedente normativa del D.lgs. n. 109/1992 (art. 18, comma 4) affidava tale competenza alle Regioni e Province autonome o alle Autorità da esse delegate. Inoltre, la Circolare dell’Icqrf chiarisce che il D.lgs n. 231/2017, anche se prevede all’articolo 3 una sanzione per le violazioni delle pratiche leali di informazione di cui all’articolo 7 del Reg. Ue n. 1169/2011, fa salve le specifiche competenze dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ai sensi del D.lgs. n. 145/2007 (in materia di pubblicità ingannevole) e del D.lgs. n. 206/2005 (Codice del consumo). 72 IL MONDO DEL LATTE
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IL MONDO DEL
IL MONDO DEL LATTE 4/2020
L AT T E APRILE
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LATTE NEL MONDO
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MENSILE
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