IL MONDO DEL
IL MONDO DEL LATTE 7/2020
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IN EUROPA SI VINCE COL GIOCO DI SQUADRA I MEDICI CONOSCONO IL VALORE DEI LATTICINI LE TANTE INCOGNITE DEL POST BREXIT ORGANO UFFICIALE DI
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ASSOLATTE
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Di latte ce n’è uno
L’OPINIONE
emplificazione: parola con cui tanti si riempiono la bocca; principio di cui tantissimi si fanno sostenitori. Del resto, la complessità della normativa italiana e l’articolazione della burocrazia del nostro Paese sono un problema noto. Una zavorra e un costo con cui le imprese devono confrontarsi ogni MONDO ASSOLATTE giorno, un onere a carico di tutta la collettività. I medici conoscono il valore dei latticini L’argomento è tornato alla ribalta per colpa (questa volta dovremmo Addio ai latticini per la salute? dire per merito?) del Covid-19. Otto motivi per non farlo Dal Governo, infatti, arriva la promessa di una profonda riforma ATTUALITÀ delle regole del gioco, per rendere la vita dei Eda. Farm to Fork, cittadini meno farraginosa, l’attività delle IL MONDO DEL l’etichetta del futuro imprese più facile. È già in fase di stesura un Ue. Roberto Berutti: corposo decreto legge in materia… Purtroppo Gioco di squadra, N. 7 non riusciamo a essere ottimisti, perché è un unica via per crescere Fil. Il nostro impegno film visto tante volte. per la salute Le ragioni del mancato lieto fine di questo News vero e proprio kolossal, le ha ben spiegate il Libri presidente del Consiglio: al di là dei principi, sui quali tutti si dicono d’accordo, passare ECONOMIA dalle parole ai fatti è una corsa a ostacoli. Boom per gli acquisti di formaggi e latticini Semplificare, infatti, vuol dire sburocratizzare, Il peso della pandemia ma di burocrazia vivono centinaia di migliaia su produzione ed export di persone. Significa mettere mano a norme I comportamenti obsolete, che sono andate stratificandosi di consumo al tempo diventando una ragnatela di leggi, decreti e della pandemia circolari, spesso emanati per accogliere le MERCATI richieste di questa o quella parte sociale. Spesso poi la normativa Export, i rischi post Brexit porta vantaggi a una parte del Paese a scapito di un’altra. E chi Produzione di latte in forte crescita oggi ne beneficia difficilmente sarà contento di uno smantellamento. Esportazioni italiane di latte Nel nostro settore, gli esempi sono innumerevoli: dalle leggi che tra Borsa prezzi pochi mesi festeggeranno il secolo di vita (ebbene sì, parliamo del Dop, si fa sentire l’effetto covid Regio decreto 2033 del 1925), alle ben più recenti disposizioni IGIENE E SICUREZZA che impongono alle aziende di comunicare al Sian numeri e dati Bio, il Giappone estende l’obbligo che l’amministrazione già conosce, il tutto senza dimenticare le di certificazione al settore caseario regole di etichettatura che valgono solo in Italia e che spesso Commercio al dettaglio e donazioni costringono a continui rimaneggiamenti degli imballaggi. le linee guida Ue sulla sicurezza Riusciranno i nostri eroi a trovare la quadra e a completare (o almeno a far partire), un processo di modernizzazione del NORMATIVE Paese, anche andando contro gli interessi di pochi? L’Italia ne ha L’esperto risponde davvero bisogno!
Farm to Fork, dubbi su come attuarla di Paolo De Castro
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COMITATO ITALIANO FIL-IDF
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DI LATTE CE N’È UNO A METÀ DEGLI ANNI OTTANTA LA SOIA SI AFFACCIAVA SUL MERCATO. A DISTANZA DI POCHI ANNI DAL BOOM, ORA I CONSUMI SONO STABILI
“N
egli ultimi anni il consumo di due prodotti a base di soia, il ‘latte’ e la ‘cagliata’, comunemente conosciuta con il nome di ‘To-fu’ o ‘Tofu’, ha registrato una rapida espansione in Giappone e negli Stati Uniti, mentre nel Vecchio continente la loro diffusione è ancora lontana.” Siamo nel 1986 e, dalle pagine de Il Mondo del Latte, l’autore ci spiega che “La legislazione comunitaria […] è molto restrittiva e la vendita del ‘latte’ di soia è autorizzata soltanto nelle farmacie, o nei canali di distribuzione specializzati in prodotti dietetici. Peraltro, la soia comincia a farsi strada anche in Europa, per il momento soprattutto come componente di piatti precucinati, ma in futuro potrebbe porsi in concorrenza con il latte vero e proprio o con i formaggi (uno Stato membro, la Francia, è già stato denunciato alla Corte di Giustizia della Cee per un prodotto sostitutivo della panna per caffè)”. Dubbio che, col senno di poi, possiamo dire fosse fondato. L’autore ricorda i principali utilizzi della soia in Europa (olio e alimentazione animale) e il fatto che ai tempi la soia non era riuscita a soppiantare la domanda di prodotti a base di carne da parte dei consumatori “fortemente attaccati alle loro tradizioni culinarie”, non riuscendo ad avere il successo che le era stato predetto negli anni Settanta. “Ma cosa potrebbe accadere se altri prodotti a base di soia non venissero presentati come sostitutivi di quelli carnei, bensì come prodotti nuovi, e con particolari aspetti positivi nutrizionali?” Molti gli utilizzi della soia nei
Paesi in cui questo legume era coltivato da secoli: piatto principale (sotto forma di tofu), condimento (salsa di soia) o bevanda. Proprio in riferimento a quest’ultima, in particolare, assieme alla ‘cagliata’, l’autore individua “un potenziale concorrente per la produzione lattiera”. Il concorrente c’era e c’è tuttora. Varrebbe la pena chiedersi se abbia scelto la strategia giusta. Ci è voluto un po’, ma alla fine il mercato di questi prodotti ha registrato un notevole interesse da parte di una fetta di consumatori. Interesse che, dopo l’innamoramento iniziale, vede oggi – a distanza di pochi anni dal boom – una stasi dei consumi. Un interesse dovuto a motivazioni etiche, ambientaliste, di salute. Ognuno porta avanti le proprie personali giustificazioni. È evidente che la soia, insieme ad altre fonti vegetali, ha sì sfruttato aspetti legati alla nutrizione e alla salute per promuoversi tra i consumatori,
ma lo ha fatto ponendosi in netto contrasto con il latte e i prodotti lattiero-caseari. Ha dovuto cercare un nemico rispetto al quale promuoversi. Non ha saputo valorizzarsi e proporsi come novità fine a se stessa. Ha dovuto evidenziare ciò che non ha, invece di ciò che apporta, insinuando dubbi sulla reale valenza nutrizionale dei prodotti lattieri, da sempre riconosciuti come elemento fondamentale di una dieta equilibrata. “Tempo fa, gli industriali interessati della Cee, – attraverso il proprio organismo interprofessionale (Assilec, oggi Eda, n.d.r.) – si sono già mossi contro tale minaccia, denunciando alla Commissione di Bruxelles il preoccupante sviluppo di prodotti vegetali che imitano il latte vaccino, e hanno richiesto precise regole di denominazione ed etichettatura a tutela della propria produzione”. Le regole oggi ci sono. Andrebbero fatte rispettare di più!
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L’OPINIONE
FARM TO FORK, DUBBI SU COME ATTUARLA di Paolo De Castro
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a Commissione europea ha presentato la strategia Farm to Fork, l’agenda Ue per il settore agroalimentare dei prossimi dieci anni. Si tratta di una visione d’insieme e di sistema per lo sviluppo sostenibile a medio-lungo termine, approccio richiesto dai consumatori e dagli operatori europei e resa sempre più necessaria dai cambiamenti di scenario che stiamo vivendo su scala globale. Deve essere l’occasione per lanciare un approfondito confronto sul futuro del nostro sistema agroalimentare. Insomma,
Nessuno è contro sistemi siamo pronti a raccogliere alimentari più sostenibili. Ma la sfida ambiziosa della il dibattito sulla sostenibilità Commissione europea, ma ormai da tempo non è non a qualunque più sul “cosa”, quanto costo. sul “come”. Il dibattito SERVONO Come faccio a avrà senso se REGOLE diventare sempre garantirà la OMOGENEE più sostenibile? Da partecipazione PER IL questo punto di vista, di tutti, in un SETTORE l’utilizzo di target al percorso in cui 2030, seppur non PRIMARIO la competenza e vincolanti a livello Ue l’esperienza non e dichiaratamente siano penalizzate “di ispirazione”, sull’altare della semplificazione sull’impiego di antiparassitari, e della comunicazione, come fertilizzanti e sulla destinazione a tratti succede nel testo della d’uso dei terreni agricoli, è strategia. un elemento di squilibrio del documento, perché questa perentorietà riguardo ai fini si accompagna a una grande vaghezza sui mezzi. Sul “come”, appunto. Non solo. Su questi target si sta creando una dicotomia assurda tra la riforma della Politica agricola comune e le misure derivanti dalla strategia. Se vogliamo che gli agricoltori contribuiscano, non solo dobbiamo integrare i due processi per garantire un quadro normativo coerente, onnicomprensivo e certo, non decine di normative differenti da dover rispettare, con il rischio che i produttori debbano riadattarsi ogni anno a eventuali modifiche. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, così da iniziare a considerare i margini di manovra per aggiungere ciò che manca e “aggiustare” ciò che a oggi ci sembra non funzionare, le molte domande inevase sul “come” sono uno spazio di opportunità. Il come dovranno suggerirlo le imprese e le parti interessate. Insieme
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a loro e alle altre istituzioni Ue, la Commissione europea vuole risolvere questioni che avvelenano il dibattito sull’agroalimentare ormai da troppo tempo. Bene. Vogliamo sperare allora che sia disposta a discutere ed eventualmente a modificare un impianto che su alcuni temi non apre il dibattito, ma lo chiude, non ci porta nel futuro, ma nel passato. Su temi come la nutrizione, ad esempio, l’impostazione della strategia è tale da condizionare il confronto tra le parti, con la Commissione che sembra avere le idee fin troppo chiare: produzioni vegetali buone, quelle animali no, ed etichette nutrizionali a colori. In questi passaggi la strategia non guarda avanti, semmai tenta di riportare tutto indietro, a un dibattito di dieci anni fa. Da un lato c’è un ragionamento sulle responsabilità dell’allevamento sulle emissioni, su cui allevatori e industria alimentare in alcune
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parti d’Europa si stanno già in Europa. L’abbiamo detto impegnando, mentre si fa un mille volte, la classificazione cenno fugace al fatto che già per macronutrienti è un modo oggi l’allevamento fatto con le riduttivo di esaminare il tema, tecniche più moderne abbatte che spiana la strada ai profili le emissioni, mentre nutrizionali, quello fatto in modo previsti dalla estensivo contribuisce strategia SBAGLIATO al sequestro di nonostante carbonio nei suoli. PUNTARE l’Europarlamento Dall’altro lato, si abbia chiesto di L’INDICE confonde il piano farne a meno, e CONTRO climatico-ambientale alle etichette a LE “CARNI con quello della semaforo contro ROSSE” valutazione delle diete cui ci battiamo da per macronutrienti. anni. Il “buono per la A parte che salute e il pianeta” è un buon sono apertamente ignorati concetto, ma non è un’omologia altri approcci che nell’ultimo generalizzabile. decennio hanno prodotto C’è un paragrafo che la dice risultati interessanti, lunga sull’equivoco e sul legame la classificazione degli spurio realizzato tra i due piani, alimenti per macronutrienti quando si mette la “carne è un’astrazione, rossa” (definizione originale un’omogeneizzazione con cui la Commissione indica artificiale che non tiene conto carni bovine, suine, d’agnello dell’importanza sempre più e trasformate) in un elenco grande che la diversità delle di macronutrienti che sono diete sta assumendo nel “consumati in modo eccessivo” dibattito sull’obesità.
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MONDO ASSOLATTE
I MEDICI CONOSCONO IL VALORE DEI LATTICINI I RISULTATI DI UN SONDAGGIO ASSOLATTE CERTIFICANO IL PESO DELLE FAKE NEWS SULLE SCELTE DEI CONSUMATORI. CAMICI BIANCHI PREZIOSI ALLEATI di Carmen Besta
Q
uanto incide il parere del medico sui consumi di latte e derivati da parte dei consumatori? Quale il peso della disinformazione e del boom delle nuove mode alimentari visto dalla parte dell’operatore sanitario?
A rispondere, un sondaggio realizzato per Assolatte dall'editore medico scientifico UPVALUE, che rivela un’ottima consapevolezza del valore nutrizionale dei prodotti del comparto, ma anche quanto, nell’ottica di una relazione
medico/paziente più moderna e fruttuosa, occorra un maggior dialogo sui temi legati all’alimentazione. SU LATTE E DERIVATI I MEDICI SONO INFORMATI, MA SERVE PIÙ DIALOGO
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MONDO ASSOLATTE CON I PAZIENTI Il 73% dei medici italiani ammette un calo dei consumi di latte e derivati tra i suoi pazienti, principalmente per motivazioni cliniche legate a problemi di allergie e intolleranze alimentari. Meno spesso, invece, l’argomento dieta diventa oggetto di confronto con il professionista sulla scia dell’effetto della cattiva informazione che da anni punta a demonizzare i prodotti del comparto. È quanto emerge dalla survey "Latte e derivati. L'opinione del medico italiano", rivolta a tutti i medici attivi in ricezione della newsletter Lattendibile, completato da 308 operatori della salute, di cui 98 medici di medicina generale, 135 medici specialisti privati e ospedalieri e 75 altri operatori sanitari, distribuiti tra Nord, Centro e Sud Italia. Il questionario aveva l’obiettivo di indagare l’esperienza e il punto di vista del medico in un momento storico in cui il dibattito sui temi alimentari viene spesso inquinato da fake news che cercano di diffondersi tra gli utenti con minore capacità critica. Ebbene, indipendentemente dalla specializzazione e professione svolta, e con una netta prevalenza al Nord, sono oltre 7 su 10 i medici intervistati a essere consapevoli di una rinuncia ai latticini da parte di alcuni o molti dei loro pazienti (fig. 1). Interpellati sulle giustificazioni
1) Tra i suoi pazienti c'è chi ha smesso/smetterebbe di consumare latte e derivati? MOLTI
73% POCHI
8% NON SO
19%
riportate dai loro assistiti, la presenza di allergie o intolleranze alimentari è risultata frequente o molto frequente per il 61% del campione (fig. 2). Altra ragione spesso presentata
3) Quali sono i motivi alla base della rinuncia ai latticini? Indichi con quale frequenza ha ricevuto questa giustificazione: adozione di diete vegetariane/vegane/altre QUALCHE VOLTA
48%
2) Quali sono i motivi alla base della rinuncia ai latticini? Indichi con quale frequenza ha ricevuto questa giustificazione: problemi di allergie e intolleranze
SPESSO/SEMPRE
SPESSO/SEMPRE
MAI
61%
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8% dai pazienti, così come riportato dal 33% degli intervistati (percentuale che sale al 38% al Nord), è la scelta di seguire diete vegetariane/vegane o di altro genere (fig. 3). Un dato interessante,
nell’ottica di un’analisi del peso della disinformazione sulle privazioni alimentari, è che solo il 29% dei medici coinvolti (percentuale che al Nord arriva al 34%) ha sentito motivare con una certa frequenza lo stop al consumo di latte e derivati sulla base di loro possibili effetti nocivi. E questo indipendentemente che si tratti di Mmg o specialisti, ospedalieri o privati (fig. 4). Una possibile interpretazione di questi dati è che, quando
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4) Quali sono i motivi alla base della rinuncia ai latticini? Indichi con quale frequenza ha ricevuto questa giustificazione: dubbi sugli effetti sulla salute e sulla linea QUALCHE VOLTA
38%
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29% MAI
33% il medico viene approcciato dal paziente sui temi legati all’alimentazione, la motivazione riguarda non tanto ciò che l’utente ha letto in rete o da cui è stato in qualche modo influenzato, ma problematiche oggettive meritevoli di attenzione. Da questo punto di vista, laddove "Dr. google" e "Dr. social" acquisiscono sempre più credibilità, sulle questioni salutistiche in senso stretto il professionista riesce a essere ancora la principale guida. D’altro canto, però, il calo dei consumi di latte e derivati non può essere spiegato solo con l’aumento delle allergie e delle
intolleranze alimentari. Gli stessi medici interpellati da Assolatte riferiscono come, in linea generale, prima ancora di questo fattore determinante per il 60% degli intervistati (fig. 5), a contare possano essere soprattutto la disinformazione e le fake news
6) In generale, a cosa attribuirebbe la diminuzione dei consumi di latte che si registra in Italia? Indichi l'importanza di questa risposta: disinformazione, fake news alimentati dal web MOLTO/ABBASTANZA
5) In generale, a cosa attribuirebbe la diminuzione dei consumi di latte in Italia? Indichi l'importanza di questa risposta: aumento di allergie e intolleranze MOLTO/ABBASTANZA
60%
80% POCO
12% NON IMPORTANTE
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7) In generale, a cosa attribuirebbe la diminuzione dei consumi di latte che si registra in Italia? Indichi l'importanza di questa risposta: boom di nuove mode alimentari
alimentate dal web, importanti per l’80% del campione, addirittura 86% se guardiamo ai soli rispondenti residenti al Nord (fig. 6); rilevante per il 78% dei medici, specialmente laddove si tratti di specialisti, il boom delle nuove mode alimentari (fig. 7).
MOLTO/ABBASTANZA
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78% POCO
16% NON IMPORTANTE
6%
INFORMAZIONI CORRETTE Dunque, una fetta di popolazione rinuncia ai latticini sull’onda del "sentito dire", senza informare o confrontarsi con il proprio medico sui rischi legati a questa scelta, come se l’alimentazione non fosse un pilastro della nostra salute. Diventa allora importante per il medico, nell’ottica di una relazione con i suoi pazienti più completa ed efficace, attivare egli stesso, per primo, un dialogo su questioni cruciali quanto quelle nutrizionali. E diventa fondamentale per la comunità scientifica mettergli costantemente a disposizione le evidenze più recenti e le informazioni più autorevoli per semplificargli il compito.
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MONDO ASSOLATTE Obiettivo, quest’ultimo, che da anni Assolatte sta perseguendo attraverso la realizzazione della newsletter scientifica Lattendibile, inviata periodicamente a 33.000 operatori sanitari, e l’omonimo sito web, archivio digitale con oltre 120.000 visualizzazioni l’anno. Sforzi ben ripagati, quelli di Assolatte, se è vero che i medici, nella conversazione su latte e derivati, si dimostrano molto attenti a sottolineare i vantaggi nutrizionali derivanti dal loro consumo. Dal sondaggio emerge, infatti, come 9 su 10 siano consapevoli del ruolo importante dei latticini nell’ambito dell’alimentazione equilibrata di un adulto in salute (fig. 8).
8) Secondo lei, che ruolo hanno i latticini nell'ambito dell'alimentazione equilibrata di un adulto? DEVONO ESSERE PRESENTI NELLE QUANTITÀ E CON LA GIUSTA FREQUENZA DI CONSUMO
90%
DEVONO ESSERE RIDOTTI PERCHÉ SONO NUMEROSE LE EVIDENZE A SFAVORE DI UN LORO CONSUMO
8%
NON SO
2%
Inoltre, il 79% si dichiara consapevole e preoccupato dei rischi di un impoverimento nutrizionale, in particolare di calcio, in cui potrebbero incorrere i pazienti che rinuncino al consumo dei latticini senza valide motivazioni cliniche (fig. 10).
10) Se un paziente volesse rinunciare ai latticini senza particolari motivi clinici, lei si preoccuperebbe per un suo eventuale impoverimento nutrizionale, in particolare di calcio? SÌ, PERCHÉ RINUNCIANDO AI LATTICINI, CONTENENTI UN CALCIO ALTAMENTE BIODISPONIBILE E PIÙ FACILE DA ASSIMILARE DI QUELLO PRESENTE NEI VEGETALI, È QUASI IMPOSSIBILE COPRIRE IL FABBISOGNO QUOTIDIANO
79%
NO, PERCHÉ IL CALCIO SI TROVA IN MOLTI ALIMENTI VEGETALI, ACQUE O SUPPLEMENTI, PARAGONABILI COME QUANTITÀ DI ASSIMILAZIONE A QUELLO CONTENUTO NEI LATTICINI
13% NON SO
8%
Unica nota dolente, a voler guardare, è quel 20% di medici (che sale al 23% tra i Mmg) che ritiene che per un adulto il consumo di
2-3 porzioni al giorno tra latte e yogurt sia eccessivo per apporto di zuccheri, grassi e proteine, laddove invece questa è la quantità raccomandata dalle Linee guida per una sana alimentazione (fig. 11).
11) A suo parere, consumare 2-3 porzioni al giorno tra latte e yogurt per un adulto è: RACCOMANDATO
70%
ECCESSIVO
20% NON SO
10% L'IMPEGNO DI ASSOLATTE In conclusione, il risultato di questa indagine conferma i risultati decisamente positivi dell’attività divulgativa condotta da Assolatte in maniera trasversale su tutta la classe medica. Ma vale la pena continuare a mantenere alta l’attenzione, così da permettere a tutti gli operatori sanitari coinvolti di avere gli strumenti per gestire correttamente i comportamenti nutrizionali dei loro assistiti. E questo a vantaggio dell’intera comunità.
E che quasi altrettanti (87%), in caso di deficit di lattasi, suggeriscano il consumo di prodotti più tollerati, come latte delattosato e formaggi erborinati o stagionati (fig. 9).
9) In caso di intolleranza, ha suggerito il consumo di yogurt o di latte senza lattosio o di formaggio? SÌ
87% NO
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MONDO ASSOLATTE ADDIO AI LATTICINI PER LA SALUTE? OTTO MOTIVI PER NON FARLO DALL'UMORE AL BENESSERE INTESTINALE, DAL TONO MUSCOLARE ALLA MENOPAUSA E ALL'OSTEOPOROSI. NUMEROSI STUDI SPIEGANO PERCHÉ SMETTERE DI CONSUMARE PRODOTTI LATTIERO-CASEARI È SCONVENIENTE di Carmen Besta
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essun cibo è, di per sé, nutrizionalmente completo, mentre l’organismo umano necessita di un mix vario e calibrato, dove ogni cibo costituisce un tassello del puzzle. Ecco perché è così importante seguire una “dieta equilibrata”.
Cosa può succedere, ad esempio, a chi elimina del tutto i prodotti lattiero-caseari dalla propria dieta? Intolleranza al lattosio, colesterolo alto, problemi digestivi, diete dimagranti, inestetismi alla pelle, colite, ecc. Sono questi i principali
motivi addotti da chi abbandona questi alimenti. Eppure, gli studi scientifici più recenti dimostrano l’esatto contrario: come per tutti gli alimenti, la strada corretta è quella del consumo intelligente. Inoltre, con i prodotti lattiero-
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caseari è facile scegliere le tipologie più adatte al fabbisogno individuale e al proprio stile di vita. PER IL BUON UMORE Se si è abituati a consumare i latte e formaggi da sempre, l’improvvisa rinuncia può compromettere l’umore. Sintomi di stanchezza e/o insonnia possono presentarsi in soggetti particolarmente sensibili, in quanto le caseine sono classificate tra le sostanze che agiscono sui recettori oppioidi del cervello: la caseina, durante la digestione, rilascia le cosiddette casomorfine, responsabili dell'immediata “gratificazione cerebrale” che induce una naturale e gradevole sensazione di benessere e piacere. In alcune diete ipocaloriche, i latticini interi e i formaggi sono aboliti o ridotti al minimo, anche se la correlazione non ha alcun fondamento particolare. Di certo non è la loro eliminazione a promuovere la perdita di peso, quanto la riduzione calorica globale. Il formaggio costituisce un “secondo piatto”, al pari di altre fonti proteiche come carne, uova e pesce che, in una dieta sana ed equilibrata, coesistono in uno schema dietetico settimanale.
Cinquanta grammi di formaggio apportano circa 150-200 calorie (a seconda della tipologia), esattamente come 100 grammi di salmone o 75 grammi di prosciutto crudo o una porzione di uova strapazzate. L’eliminazione dei formaggi in virtù della presenza di grassi è un dettame nutrizionale vecchio e superato dalle moderne evidenze scientifiche che, invece, individuano nell’indice glicemico l’elemento fondamentale per il dimagrimento e la salute.
Inoltre, i ricercatori dell'Università di Qingdao, dopo aver esaminato e correlato i dati di trenta pubblicazioni scientifiche, hanno rivelato che i latticini non aumentano il rischio di obesità. Anzi, per ogni 200 grammi di latte consumato al giorno (circa una tazza), il rischio di obesità di bambini e adulti si riduce del 16%. Una moda del momento invita, invece, a eliminare i latticini in caso di pesantezza gastrica e gonfiore addominale. Un errore che può compromettere la flora batterica intestinale e il sistema immunitario, perché recenti studi hanno dimostrato che una dieta senza cibi lattiero-caseari può ridurre nell’intestino la concentrazione di sostanze con azione antinfiammatoria e acidificante, utili per arricchire la flora batterica acidofila “buona” e inibire le specie indesiderate. L’abbandono o la drastica diminuzione del consumo di latte e derivati possono diminuire la tonicità muscolare. Siero di latte e caseina, fonti proteiche molto popolari tra gli atleti, hanno caratteristiche funzionali diverse. Il siero, per la sua rapida digestione, rende disponibili i suoi aminoacidi in breve tempo, mentre la caseina consente un rilascio prolungato e costante (low protein). E se il siero del latte è particolarmente vantaggioso per gli atleti che
vogliono mantenere la massa muscolare durante i periodi di riposo, gli amminoacidi derivati dal consumo di latticini sono in grado di avviare direttamente la sintesi delle proteine muscolari. Tralasciando gli sportivi professionisti o gli atleti, in chi fa attività fisica per dimagrire le sieroproteine del latte aiutano a conservare una buona tonicità muscolare.
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MONDO ASSOLATTE
Se si pratica regolarmente attività fisica e si consumano latticini come snack post allenamento, i vantaggi sul peso forma aumentano: uno studio pubblicato su “Current Opinion in Clinical Nutrition & Metabolic Care” ha rivelato come le proteine del latte siano più efficaci dei carboidrati e dei supplementi di soia nel favorire lo sviluppo e il mantenimento della massa magra.
PER LE DONNE Per quanto riguarda le donne, la rinuncia a formaggi e latticini può accentuare la sindrome premestruale e influenzare la menopausa. Le nuove evidenze scientifiche mostrano che una maggiore assunzione di alimenti ricchi di vitamina D diminuisce del 41% i sintomi tipici della sindrome premestruale, mentre le consumatrici abituali di alimenti ricchi di calcio hanno mostrato un’insorgenza di problematiche premestruali inferiore del 30% rispetto alle donne che seguivano una dieta povera di calcio. Dati interessanti rivelano anche un altro aspetto importante per la salute femminile, ovvero la relazione tra alimentazione e la menopausa precoce, associata a un più elevato rischio di malattie cardiovascolari e osteoporosi. E ancora, un recente lavoro scientifico suggerisce che il consumo adeguato di latticini potrebbe aiutare a prevenire la menopausa precoce.
Tutti gli approfondimenti sul numero de Lattendibile ADDIO AI LATTICINI PER UNA SALUTE MIGLIORE? 8 MOTIVI PER NON FARLO Lattendibile è la newsletter nutrizionale di Assolatte realizzata da Samantha Biale, nutrizionista e giornalista.
Visita il sito www.Lattendibile.it № 75
Nessun cibo è, di per sé, nutrizionalmente completo. Ecco perché si parla di “dieta equilibrata”: l’organismo ha bisogno di un mix vario e calibrato, dove ogni cibo costituisce un tassello del puzzle. Ecco cosa può succedere eliminando tutti i latticini dalla dieta. di SAMANTHA BIALE
NUTRIZIONISTA E GIORNALISTA
“Mi piacciono molto, ma purtroppo devo dimenticarmeli”. Tante persone lo hanno detto e continuano a dirlo, per le motivazioni più varie: intolleranza al lattosio, colesterolo alto, problemi digestivi, diete dimagranti, inestetismi alla pelle, colite, etc. Per un vecchio retaggio culturale, inoltre, latticini interi e formaggi sono messi nella black list della dieta sana e sono tra i primi cibi a essere arbitrariamente sospesi per disintossicare l’organismo. Eppure gli studi scientifici più recenti dimostrano il contrario ovvero che l’abolizione totale dei latticini non ha alcun senso: la strada corretta da percorrere è quella del consumo moderato, unitamente alla scelta delle tipologie più adatte al fabbisogno individuale e al proprio stile di vita. Ma che effetto produce sull’organismo eliminare un’intera categoria alimentare dalla propria tavola? Ecco 8 spunti che dovrebbero fare riflettere.
Può compromettere l’umore Se si è abituati a consumare latticini giornalmente, da tutta la vita, l’improvvisa rinuncia può provocare sintomi come stanchezza e/o insonnia, un po’ come accade per l’astinenza da sostanze eccitanti. Questo può accadere in soggetti particolarmente sensibili o abituati a consumarne grandi quantità poiché le caseine sono classificate tra le sostanze che agiscono sui recettori oppioidi del cervello: la caseina, durante la digestione, rilascia le cosiddette casomorfine, responsabili dell'immediata “gratificazione cerebrale” che induce una naturale e gradevole sensazione di benessere e piacere. Uno studio effettuato presso l’University of Michigan ha aggiunto un ulteriore tassello, scoprendo che a innescare il fenomeno dell’appagamento psicofisico è anche la presenza di una certa quota di grassi tipica di alcuni alimenti come, appunto, i formaggi (3). Ovviamente, le casomorfine non possiedono alcuna controindicazione e i loro effetti sull’organismo non sono neppur lontanamente paragonabili a quelli prodotti dall’uso di oppiacei veri e propri! La “dipendenza” da casoformine si limita, ovviamente, all’azione molecolare prodotta da queste sostanze alimentari sull’organismo, come accade per altri cibi golosi e stimolanti sull’umore e sul fisico come il cacao e il caffè.
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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.
Nutriamo insieme l’oggi e il domani
ATTUALITÀ_EDA FARM TO FORK, L’ETICHETTA DEL FUTURO IL DIBATTITO ALLA EUROPEAN DAIRY ASSOCIATION di Katia Bellantone
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tichettatura nutrizionale, indicazione obbligatoria di origine, etichettatura di sostenibilità, indicazione della data di scadenza sono alcune delle iniziative previste dalla Farm to Fork, la strategia “dal Produttore al Consumatore” con la quale la Commissione europea ha promesso di rivoluzionare il sistema produttivo continentale per renderlo più sostenibile, trasparente, sicuro e sano.
La strategia prevede molte iniziative che investiranno tutti gli aspetti del processo produttivo, e tra le novità non poteva mancare una nuova architettura delle etichette. Quindi, alle numerose informazioni già presenti per obbligo di legge (comunitarie e nazionali) se ne aggiungeranno altre che dovranno aiutare il consumatore a scegliere alimenti prodotti nelle sue vicinanze, che non eccedono nel contenuto di alcuni nutrienti, che hanno una ridotta impronta di carbonio, ecc... Il gusto personale diventerà l’ultimo dei criteri di scelta, i consumatori compreranno i prodotti con più bollini. Come saranno fatte le etichette del futuro è stato l’argomento principale affrontato dal Comitato etichettatura della European Dairy Association, lo scorso 9 giugno. La Farm to Fork è al momento “solo” una strategia con molti buoni propositi che la Commissione dovrà trasformare in regole, ma le delegazioni nazionali e l’associazione europea hanno già avviato il confronto perché le nuove regole siano sostenibili dal punto di vista economico, oltre che ambientale. Viene il dubbio, infatti, che le “etichette del futuro” siano finalizzate a orientare i consumi anziché informare il consumatore e c’è il rischio, questa l’opinione comune, che possano compromettere la competitività del settore produttivo europeo. Etichettatura fronte pacco e origine obbligatoria della materia prima sono i punti più caldi. Continua la diffusione del Nutriscore, richiesto dalle grandi catene distributive in gran parte d’Europa e adottato anche da diversi governi dopo la Francia. Restano a osteggiarlo l’Italia, che sponsorizza il NutryInform a batteria, e i Paesi scandinavi, affezionati al loro Keyhole. All’interno di Eda ci si interroga sull’opportunità
Riduzione dello spreco di cibo e dei rifiuti
Consumo alimentare sostenibile
Produzione alimentare sostenibile
Trasformazione e distribuzione alimentare sostenibili
di lavorare a una modifica del Nutriscore per adattare l’algoritmo ai prodotti caseari piuttosto che continuare nella ferma opposizione al sistema senza avere altre soluzioni da proporre, considerato che la commissaria alla Salute Kyriakides ha più volte dichiarato che i consumatori vogliono l’etichettatura fronte pacco e la avranno. Anche sull’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima si riflette se non sia il caso di accettare una norma europea che possa definitivamente salvare il mercato unico dalla frammentazione che deriva dalle troppe iniziative nazionali, che fino a oggi hanno provocato solo svantaggi competitivi alle aziende, confusione nei consumatori, ostacoli al commercio. La priorità è e deve rimanere il mercato comunitario. L’unico vero potenziale positivo della strategia Farm to Fork è quello di essere una strategia che metterà le aziende europee nelle medesime condizioni, superando le diverse normative nazionali. Che poi la stessa strategia metterà le aziende europee in una posizione di svantaggio competitivo rispetto a quelle extra europee è un altro discorso, che merita approfondimenti. Per adesso alla European Dairy Association prevale l’ottimismo.
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ATTUALITÀ_UE
GIOCO DI SQUADRA,
UNICA VIA PER CRESCERE
di Katia Bellantone
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oberto Berutti, piemontese classe 1966, è responsabile dello sviluppo rurale, gestione delle crisi, benessere animale e rapporti con la Bei nel Gabinetto del commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski. Prima alla rappresentanza italiana a Bruxelles, ora alla Commissione europea, Roberto Berutti rappresenta con passione e spiccata sensibilità politica gli interessi dell’agroalimentare. Un italiano al Gabinetto di un polacco: affinità e punti di divergenza. Quando sono arrivato immaginavo ci fossero molte più differenze – non parlerei di divergenze – sulla visione del futuro dell’agricoltura europea, ma mi sono accorto che, pur noi provenendo da Paesi apparentemente molto diversi in termini di morfologia, latitudine e tessuto socio-economico, ci sono parecchie
affinità nell’approccio, in particolare per quanto riguarda la forte volontà di tutelare e rafforzare l’economia rurale e quindi sostenere più le piccole imprese – addirittura anche le micro – piuttosto che le medie e grandi in ambito produttivo, valorizzando i prodotti di qualità locali, se Indicazioni geografiche ancora meglio. Ulteriore punto in comune sono le forti radici cattoliche che caratterizzano entrambi i Paesi, le quali, latu sensu, possono aiutare nell’integrazione all’interno di un ambiente di lavoro di questo genere. Ovviamente ci sono anche argomenti su cui la vediamo diversamente, come l’annoso punto sulla convergenza esterna, ma anche in questo specifico caso vedo nel commissario grandissima ragionevolezza, senso pratico e ricerca di un equo compromesso.
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CONOSCIAMOLO MEGLIO
ROBERTO BERUTTI Quali sono i suoi hobby? Purtroppo, non ho molto tempo per coltivarli. Mi piace fare sport (tennis e sci), leggere per soddisfare la mia curiosità in settori diversi da quello in cui lavoro e… la politica. Un posto in cui vorrebbe tornare? Sidney, e tutta l’Australia. Lo sport preferito? Tennis. La squadra del cuore? Juventus. Sul suo comodino ci sono… Poche cose, il telefono (come orologio/sveglia) e un Kindle, ma tendo ad addormentarmi appena mi corico. Il cantante preferito? David Bowie. Cucina tradizionale o innovativa? Tradizionale. Il piatto preferito? Agnolotti di carne.
La sua carriera si è sviluppata nelle istituzioni, prima come uomo dell’Italia in Europa, adesso alla Commissione europea. È difficile passare dall’approccio nazionale a quello europeo? È sicuramente diverso l’approccio e quindi il modo di affrontare il lavoro, ma alla fine l’obiettivo e il mio impegno sono sempre gli stessi: lavorare per il settore agroalimentare. Prima era solo per quello italiano, oggi per quello europeo, ma, non considerando gli altri Stati membri dell’Unione come concorrenti, bensì come componenti della stessa squadra – l’Europa – non è difficile adattarsi. Ci tengo però a sottolineare che sono e rimango italiano, seppur in questo mio ruolo super partes, quindi sempre felice di poter supportare il mio Paese. Questa Commissione sta affrontando forse la peggiore crisi dal Dopoguerra. Com’è l’emergenza vista dalla “stanza dei bottoni” di Bruxelles? Il mio “battesimo” in Commissione e al Gabinetto del commissario all’Agricoltura in effetti non è stato, per così dire, “caratterizzato da giorni di ordinaria amministrazione”. Moltissime e giustificatissime sollecitazioni sono giunte un po’ da tutti i Paesi dell’Unione con, ovviamente, prevalenza da coloro che maggiormente sono stati colpiti dalla pandemia
Il formaggio più buono? Parmigiano Reggiano. Nel suo frigo non manca mai? Il Parmigiano Reggiano Il suo motto? “Life is too important to be taken seriously” (La vita è troppo importante per essere presa seriamente). Il film che ha amato di più? Concedetemene almeno due: “Blues Brothers” e “Spy games”. E il libro? Il Vangelo, molto attuale e per me sempre fonte di ispirazione e penso lo possa essere per tutti, a prescindere dalle libere e rispettabilissime confessioni religiose di ognuno di noi, in quanto compendio di buona convivenza ed esempio di tolleranza e rispetto.
e dalla crisi nel suo complesso, ahimè, con l’Italia in testa. Ho vissuto e sto vivendo questo periodo con due principali sensazioni: la prima, una “tensione tonica” per cercare di fare molto e bene nel mio ruolo; la seconda, avere sempre l’impressione di non fare abbastanza e quindi deludere le aspettative che molte persone hanno riposto e ripongono in me. Risorse limitate a fronte di enormi sfide. I mercati agricoli sono in crisi. Ne usciremo più uniti o dovremo affrontare, oltre a quella economica, la crisi della politica europea? Proprio in questi giorni mi sono fermato a pensare a questo “trade off” e ho concluso – sono un ottimista – che alla fine l’Unione europea ne uscirà rafforzata e più unita. A mio avviso, dopo il completamento e la promulgazione delle numerosissime e sostanziose misure che stiamo per mettere in campo, Stati membri e cittadini europei saranno consapevoli che da soli non ce l’avrebbero fatta. O ci avrebbero messo molto più tempo e con conseguenze ancora più gravi a livello di tensioni e scontri sociali nei singoli territori. Quindi: evviva questa Unione europea! Che ha molti limiti e difetti, ma anche con molti pregi e valori che a mio avviso compensano e superano ampiamente le criticità.
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ATTUALITÀ_FIL/IDF
IL NOSTRO IMPEGNO PER LA SALUTE di Chiara Fabrizi
I
n occasione della giornata mondiale del Latte – lo scorso 1 giugno – il Codex Alimentarius ha voluto ricordare l’importante ruolo delle linee guida e degli standard di processo internazionali alla base della produzione di latte e prodotti lattiero-caseari sicuri. Documenti al cui sviluppo ha avuto una parte fondamentale la Federazione Internazionale del Latte che, grazie alla sua rappresentatività (con il 75% della produzione mondiale e l’85% degli scambi di latte e prodotti lattiero-caseari), ha permesso di raggiungere il consenso globale su come aiutare a nutrire il mondo con i prodotti lattierocaseari. La Fil fornisce un contributo determinante nel garantire che siano messe in atto politiche, standard, pratiche e normative eque a garanzia di prodotti lattiero-caseari sicuri e sostenibili. Il lavoro si concentra su quattro priorità strategiche che hanno una notevole sinergia con il mandato del Codex per sostenere la standardizzazione e l’armonizzazione globali e scientificamente fondate: definizione di standard, sicurezza e qualità degli alimenti, nutrizione e sostenibilità. È quindi naturale – come riportano dal Codex
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Alimentarius – che la Fil sia stato un consulente tecnico essenziale del Codex sin dalla sua fondazione, fornendo supporto tecnico su tutti gli aspetti relativi al latte e ai prodotti lattiero-caseari, nonché sul loro uso in altri alimenti. La Federazione è attualmente coinvolta in molti comitati dell’organizzazione internazionale per contribuire a lavori come lo sviluppo di linee guida per alimenti terapeutici pronti all’uso, la discussione sul fattore di conversione dell’azoto e la revisione dello standard sui metodi di analisi raccomandati per il latte e i prodotti lattierocaseari. “La Fil/Idf continuerà a contribuire al lavoro del Codex proteggendo la salute dei consumatori di latte e facilitando il commercio alimentare internazionale” ha affermato il Direttore Generale FIL, Caroline Emond. “Il lavoro di Fil e Codex ha notevoli sinergie. Siamo orgogliosi di avere una collaborazione così lunga e produttiva con un’organizzazione riconosciuta a livello internazionale, indipendente, ampiamente supportata, scientifica e altamente efficace come il Codex. A nome della Federazione, ringrazio tutti gli attori della filiera lattierocasearia che contribuiscono alla sicurezza alimentare”. La Fil/Idf ha contribuito in modo significativo al comitato del Codex sui prodotti lattierocaseari, che ha avuto origine da un comitato di esperti della Fil. Attualmente esistono oltre 30 standard specifici relativi al latte e ai prodotti lattiero-caseari e oltre 50 linee guida e codici di condotta che incidono sul modo in cui questi prodotti vengono fabbricati e commercializzati. Esempi chiave sono lo standard generale del Codex per l’uso dei termini lattierocaseari (CXS 206-1999) e il
codice delle prassi igieniche per il latte e i prodotti lattiero-caseari (CXC 572004). Lo standard generale del Codex sull’uso dei termini lattiero-caseari, insieme a tutti gli altri standard del Codex e alle linee guida sui prodotti del settore,
forniscono il quadro in cui il comparto opera per garantire l’immissione sul mercato di prodotti sicuri rispettando pratiche di commercio equo e rispettando l’alto valore nutrizionale, le proprietà funzionali e sensoriali uniche per le quali sono noti i prodotti lattiero-caseari.
IL LATTE È SICURO, BRAZZALE: “GRAZIE ESPERTI!” “È durante una pandemia di salute pubblica come quella che stiamo affrontando che ci vengono ricordati l’importanza della scienza e il ruolo vitale degli scienziati nel supportare il processo decisionale”. Piercristiano Brazzale, presidente del Comitato di coordinamento scientifico e di programma della Federazione Internazionale del Latte, ringrazia gli scienziati di tutto il mondo per il contributo dato per rendere sicuri il latte e i prodotti caseari. Dal Diciassettesimo secolo la scienza è stata il motore creativo da cui sono emerse le condizioni di benessere e igiene, il catalizzatore del miglioramento economico e dello sviluppo politico-sociale. Nel contesto del dibattito democratico, la disponibilità di informazioni scientifiche affidabili, coerenti e sistematiche è essenziale come base per prendere decisioni equilibrate ed efficienti. In molte democrazie di tutto il mondo, consulenti scientifici, associazioni e organizzazioni intergovernative preparano rapporti informativi per aiutare i responsabili politici a legiferare. È fondamentale che le informazioni che ricevono siano supportate da una scienza solida. Rendere il mondo consapevole della base scientifica che c’è a supporto degli aspetti nutrizionali derivanti dai latticini è una parte fondamentale di ciò che fa la Fil. Un’organizzazione scientifica come la Fil/Idf ha un ruolo molto importante nel garantire un filtro imparziale degli studi e delle pubblicazioni scientifiche, come fonte principale di competenza scientifica e tecnica per tutti gli stakeholder della filiera lattiero-casearia e nel dare maggiore sicurezza e affidabilità ai responsabili politici quando questi devono assumere decisioni. “Come comunità scientifica – ha detto Brazzale – è importante che continuiamo a lavorare insieme, attraverso organizzazioni come la Fil, per garantire che una scienza solida rimanga l’elemento garante di politiche, standard, pratiche e normative giuste. Sono orgoglioso di far parte di un’organizzazione che aiuta a realizzare questo obiettivo – ha concluso – agli scienziati quindi dico: grazie per aver contribuito a garantire che i salutari benefici nutrizionali del latte e dei prodotti lattiero-caseari, supportati dalla scienza, continuino a essere riconosciuti come parte di una dieta nutriente e sostenibile”.
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ATTUALITÀ_NEWS PARMALAT, ECCO LA NUOVA PIATTAFORMA E-COMMERCE PER LA SPESA ONLINE, PROGETTATA DA DELIVERTI Parmalat ha aperto al mondo dell’e-commerce e ha scelto Deliverti per il lancio del suo shop online ufficiale. La società del gruppo Ad Maiora, attiva nella gestione in full outsourcing di progetti di e-commerce, si è occupata della realizzazione dell’infrastruttura digitale di http://shop.parmalat.it Deliverti ha supportato Parmalat in tutte le fasi di realizzazione del progetto: dall’implementazione dei processi logistici e distributivi alla gestione degli aspetti post vendita. Oggetto della collaborazione tra le due
realtà è un portale user friendly, attento alle esigenze e all’esperienza di navigazione, per offrire uno shop dove poter acquistare i prodotti a marchio Parmalat in modo veloce e sicuro. Per ricreare il negozio virtuale “perfetto” sono state effettuate analisi sul mercato per valutare le preferenze dei consumatori: da qui l’idea di progettare sezioni dedicate a special box dei prodotti più richiesti e suggerimenti di acquisto sulla base delle referenze più vendute. Il nuovo shop online presenta un’ampia gamma di referenze: non solo i prodotti a marchio Parmalat, ma anche Santal, Galbani, Chef e Zymil, tutti brand che fanno riferimento al Gruppo Lactalis di cui Parmalat fa parte dal 2011. A rendere ancora più fluido e affidabile il processo d’acquisto sono stati previsti dei sistemi di pagamento certificati. Proprio sul tema dei pagamenti Parmalat ha richiesto un focus di attenzione maggiore per garantire a tutti i suoi clienti online un percorso di acquisto sicuro e in linea con le policy di mercato. Parmalat, in accordo con Deliverti, ha deciso di incrementare le possibilità di contatto con i consumatori aprendosi alle vendite digitali e ampliando le nuove prospettive di fatturato offerte dall’online.
ARLA FOODS MONITORA I CONSUMI CON IL SENSORE BAUMER Nello stabilimento di Falkenberg (Svezia), Arla Foods è riuscita per la prima volta a monitorare il consumo energetico nella produzione del formaggio fresco in fiocchi. Utilizzando il sensore di flusso FlexFlow®di Baumer, in grado di misurare sia il flusso che la temperatura del fluido. L’installazione particolarmente facile e la possibilità di risparmi futuri hanno reso subito redditizio questo investimento. “Negli ultimi anni abbiamo posto sempre maggiore attenzione al monitoraggio del consumo energetico dei nostri impianti – afferma Mattias Abrahamsson, responsabile del sistema di produzione
di Arla Falkenberg – in alcune aree, però, non sapevamo proprio dove fosse consumata esattamente l’energia”. Il sensore di flusso calorimetrico FlexFlow® degli esperti svizzeri di Baumer ha rappresentato la svolta: Arla lo ha installato nei punti nevralgici del sistema di raffreddamento e di riscaldamento, e sulla base dei risultati di misura ottenuti ha potuto avere per la prima volta un’idea chiara del consumo di energia. L’azienda svedese può così trarre misure concrete per ridurre l’energia utilizzata. Arla ha già montato 15 sensori di flusso nel circuito di raffreddamento e nel sistema di riscaldamento. Il passo
successivo sarà dotare di questi sensori anche altre linee produttive per migliorare ancora l’efficienza energetica.
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ATTUALITÀ _NEWS GIGI RIVA TESTIMONIAL DEI TRE FORMAGGI SARDI DOP Gigi Riva, bomber del Cagliari e della Nazionale negli anni Settanta, è il testimonial d’eccezione della campagna d’informazione sui prodotti Dop e Igp promossa dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Sardegna. Tra questi, ovviamente, anche i tre formaggi ovini Pecorino Romano Dop, Pecorino Sardo Dop e Fiore Sardo Dop. “Nel contesto di un’emergenza economica e sociale che anche il comparto agroalimentare si è trovato ad affrontare – ha detto l’assessora regionale all’Agricoltura Gabriella Murgia – con questa campagna d’informazione fortemente voluta dalla Giunta Solinas vogliamo sensibilizzare i consumatori locali sul valore aggiunto dei tanti prodotti sardi che possono fregiarsi della registrazione comunitaria Dop o Igp. La Sardegna può infatti vantare e presentare sul mercato ben otto prodotti agroalimentari riconosciuti, oltre a un elevato numero di vini a denominazione di origine protetta e, tra le bevande spiritose, il Mirto di Sardegna Igp. Tutti prodotti d’eccellenza che garantiscono la qualità, la tipicità e il legame
unico con il nostro territorio – ha concluso l’esponente dell’esecutivo regionale – e rappresentano un patrimonio identitario da valorizzare”. “Una scelta autentica” è il claim scelto per promuovere vantaggi, proprietà e caratteristiche dei prodotti certificati. E chi meglio di “Rombo di Tuono” poteva incarnare i valori di autenticità e genuinità? Lui, lombardo di nascita, ha cominciato a diventare “sardo per scelta” ai tempi in cui ha trascinato a suon di gol il Cagliari allo scudetto. E negli anni lo è diventato sempre di più, perché rifiutò ingaggi milionari per amore della maglia rossoblu e dell’Isola nel suo insieme. Anche una volta appesi gli scarpini al chiodo, Riva decise di vivere a Cagliari e oggi è presidente onorario del club. Oltre ai canali tradizionali (tv e radio), la campagna regionale ha come elemento portante la comunicazione su web e social media, per creare una relazione diretta con gli utenti e costruire una strategia di promozione mirata.
CONSORZIO PARMIGIANO REGGIANO, LE MOSSE PER FAR FRONTE AL CALO DEI PREZZI Il prezzo del Parmigiano Reggiano ha registrato negli ultimi mesi un calo importante. Se si prendono a riferimento i listini del 2019 si stima che la riduzione sia circa del 40%. Una contrazione della marginalità che preoccupa i caseifici che, negli anni passati, hanno vissuto un periodo felice sia per quanto riguarda produzione che quotazioni. Nel 2019 la quotazione media annua è stata infatti pari a 10,75 euro, per poi scendere bruscamente sotto i 10 euro già a partire dal mese di ottobre – quando sono stati annunciati i dazi di Trump – e attestarsi oggi intorno ai 7,20 euro al kg. I motivi del crollo del prezzo sono diversi: in primis la riduzione delle vendite all’estero e la chiusura del
canale Horeca nel periodo del lockdown. Ma il calo riguarda in particolare il prodotto stagionato 12 mesi. L’assemblea dei soci ha approvato alcune misure per far fronte alla situazione. Il Consorzio acquisterà dai suoi 335 caseifici ben 320mila forme (160mila dell’ultimo quadrimestre 2019 e 160mila del primo quadrimestre 2020) così da riequilibrare il mercato. Le forme saranno conservate nei magazzini, fatte stagionare più a lungo e reimmesse progressivamente
sul mercato quando sarà possibile ottenere una remunerazione adeguata al prodotto. Inoltre, saranno ridotte le quote di produzione. Il Consorzio potrà inoltre contare sulle misure nazionali previste dal decreto rilancio.
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GRANA PADANO, PROVOLONE VALPADANA, PECORINO ROMANO I CONSORZI PARTECIPANO A “MADE GREEN IN ITALY” Coniugare qualità e sostenibilità per favorire la competitività su mercati nazionali e internazionali. Con questo obiettivo i Consorzi di Tutela di Grana Padano e Provolone Valpadana hanno ottenuto esito positivo al bando pubblicato dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare nell’ambito dello schema “Made Green in Italy”, affiancati dal Consorzio del Pecorino Romano coinvolto attraverso il finanziamento europeo nel progetto Magis. Il “Made Green in Italy” è lo schema nazionale per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti; è basato sulla metodologia Pef (Product Environmental Footprint), sviluppata dalla Commissione Europea per promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo.
Attraverso lo schema “Made Green in Italy” il ministero dell’Ambiente vuole stimolare il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dei prodotti “Made in Italy” nel loro intero ciclo di vita, garantendo la trasparenza e la comparabilità delle prestazioni ambientali al fine di incoraggiare scelte informate e consapevoli da parte dei consumatori. Per favorire il miglioramento delle prestazioni ambientali nella filiera dei formaggi Dop e permettere ai singoli produttori di aderire a “Made Green in Italy” è necessario predisporre delle Regole di Categoria di Prodotto (Rcp), che servono a “guidare” le imprese nell’applicazione degli studi di impronta ambientale e sono essenziali per definire le classi di prestazione ambientale.
CONSORZIO DI TUTELA DEL PROVOLONE VALPADANA DOP VERTICI CONFERMATI E PROGRAMMI PER L’EXPORT Libero G. Stradiotti, Alberto Auricchio, e Valter B. Giacomelli sono stati confermati rispettivamente presidente, vicepresidente e consigliere tesoriere del Consorzio di Tutela del Provolone Valpadana Dop. Gli amministratori hanno così inteso mantenere la continuità in un periodo particolarmente difficile per tutte le aziende (e per il Paese) e con la necessità di offrire le migliori prospettive per il futuro prossimo. Il Consiglio, infatti, ha ritenuto di procedere con una programmazione che comprenda il prossimo triennio di attività, sia sul mercato
interno che all’estero. Sulla base della prospettata progettazione, sarà dato ampio spazio alla realizzazione di iniziative specifiche in Italia che porteranno non solo ad utilizzare i media tradizionali ma, compatibilmente con l’evolversi della situazione sanitaria, a riprendere il dialogo diretto con il consumatore, sia con incontri mirati, sia attraverso il potenziamento dei canali social. Per quanto riguarda l’estero, il Consorzio intende riprendere la comunicazione sul mercato australiano che può rappresentare un interessante sviluppo per l’export.
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ATTUALITÀ _NEWS ASIAGO DOP IN TV PUNTA SULLA RIPRESA DEI CONSUMI Dal primo giugno il Consorzio Tutela Formaggio Asiago ha avviato la nuova campagna di comunicazione a supporto dei consumi nella Gdo e nel settore Horeca con una pianificazione sulle principali emittenti televisive nazionali e regionali, radio, carta stampata e piattaforme In questi mesi l’attività dei soci del Consorzio Tutela Formaggio Asiago non si è mai fermata e ha garantito, anche nei momenti più difficili, la produzione e l’approvvigionamento dei punti vendita. Ora che si sta uscendo dalla fase di emergenza e si apre la stagione estiva dell’alpeggio, il Consorzio spinge sulla ripresa con un’articolata campagna di comunicazione incentrata su “Il sapore della nostra anima”, lo spot girato sull’Altopiano di Asiago, che racconta la storia millenaria dell’Asiago Dop e del suo territorio, da sempre espressione di valori autentici diventati ancor più importanti nel corso della pandemia. Proprio la naturalità di Asiago Dop chiama il consumatore a farsi protagonista e testimonial di una scelta di qualità, trasmettendo i valori che rendono unica e inimitabile la tipicità, espressione di identità e ideali profondi. La campagna tv di Asiago Dop è entrata nelle
case di milioni di consumatori e appassionati di cucina con una programmazione sulle reti Mediaset, sui canali Sky, Gambero Rosso, Sky Uno, Cielo e TV8, nei programmi cult come la nuova edizione di 4 Ristoranti condotta da Alessandro Borghese e Cuochi d’Italia, con i giudici Gennaro Esposito e Cristiano Tomei. L’eccellenza Asiago Dop è presente anche sulle principali reti Tv regionali del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige, nelle maggiori radio nazionali, testate food e generaliste, oltre alle piattaforme digital.
PECORINO TOSCANO DOP, RIPARTENZA NEL SEGNO DI UNA RINNOVATA ATTIVITÀ DI PROMOZIONE “Siamo pronti a ripartire e a ripensare il nostro modo di promuoverci sul mercato nazionale e internazionale”. Con queste parole il direttore del Consorzio di tutela del Pecorino Toscano Dop, Andrea Righini, interviene sullo stato di salute della filiera a seguito
dell’emergenza sanitaria. “L’impatto sulla filiera produttiva del Pecorino Toscano Dop – afferma Righini – è stato molto duro in termini di maggiori costi e minori consumi. I nostri caseifici non si sono mai fermati, anzi, hanno completamente riorganizzato i modelli di lavoro per garantire la produzione e la sicurezza delle maestranze. Nel mese di maggio, naturale periodo di picco della produzione di latte ovino, i tradizionali doppi turni in lavorazione sono diventati tre e in alcune realtà anche quattro, con squadre di lavoro ridotte per poter limitare al massimo il rischio di contagi. A ogni cambio turno sono state effettuate sanificazioni con un allungamento dei tempi di produzione. Fermare o ridurre la produzione avrebbe
significato non ritirare il latte, mettendo in enorme difficoltà le aziende agricole e questo ovviamente non è avvenuto”. “Il Pecorino Toscano è la seconda Dop del settore ovino a livello nazionale, dopo il Pecorino Romano – conclude Righini – e lavoreremo affinché negli anni il valore medio annuo al consumo torni a superare i 50 milioni di euro. Per farlo, dobbiamo fidelizzare il mercato tradizionale e allargarlo a una platea di consumatori consapevoli e attenti. In questo senso, stiamo diversificando gli investimenti puntando di più sull’immagine e sulla cultura del prodotto certificato. L’obiettivo è far capire ai consumatori finali come riconoscere un prodotto Dop e come la certificazione sia garanzia di tracciabilità, sicurezza alimentare e qualità”.
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ATTUALITÀ _NEWS DALTER ALIMENTARI, PACK RICICLABILI E COMPOSTABILI Primi, innovativi e significativi risultati per il progetto di sostenibilità avviato da DalterFood Group, che si propone di ridurre il proprio impatto ambientale agendo su più aspetti della filiera: il primo step è l’utilizzo di nuovi materiali per il packaging. Tra i principali player nel settore del confezionamento dei formaggi e nella distribuzione internazionale di prodotti alimentari tipici della cultura italiana, Il gruppo emiliano ha infatti arricchito la sua offerta con una novità assoluta per l’Italia: una gamma di formaggi proposti in confezioni ecologiche, con la possibilità di scegliere tra imballaggi 100% compostabili e biodegradabili oppure imballaggi 100% riciclabili. Lo studio è stato messo a punto da Dalter Alimentari, l’azienda del gruppo specializzata in taglio e confezionamento di formaggi
duri. Le nuove bustine monodose di formaggio, distribuite nella ristorazione collettiva e commerciale e utilizzate dalle industrie alimentari per la realizzazione di kit di piatti pronti, sono uno straordinario esempio di economia circolare: realizzate con materiali ottenuti dai residui della lavorazione di prodotti agricoli e di altre risorse rinnovabili, sono al 100% biodegradabili e compostabili. Queste confezioni possono quindi essere smaltite nella frazione umida dei rifiuti e, dopo essere
state trattate negli impianti di compostaggio, si trasformano in compost per fertilizzare il terreno. L’altra novità presentata da DalterFood Group è la gamma di formaggi in confezioni 100% riciclabili, che comprende tre linee: le bustine monodose, i cubetti monoporzione e i tranci termoformati. Tutti questi innovativi eco pack sono realizzati con materiali che possono essere completamente smaltiti nella raccolta differenziata e che sono stati selezionati per le loro ottime performance.
CENTRO LATTE RAPALLO – LATTE TIGULLIO: È NATA LA NUOVA BURRATINA Centro Latte Rapallo - Latte Tigullio ha presentato una nuova eccellenza casearia, protagonista di molte specialità gastronomiche mediterranee: si tratta della Burratina, il tipico formaggio fresco di latte vaccino a pasta molle e filata, con l’interno morbido di panna e una consistenza filamentosa. L’azienda – che durante il periodo di emergenza sanitaria ha continuato a produrre, distribuendo i propri prodotti freschi in oltre 2.500 punti vendita in Liguria, da Ponente a Levante – ha lanciato una novità capace di suscitare la curiosità del consumatore, oggi più che mai desideroso di sperimentare e gustare piccole gioie quotidiane a casa, in famiglia. Ecco quindi la golosità che mancava tra i prodotti Latte Tigullio: la Burratina. Anche se l’aspetto è simile
alla mozzarella, è più soffice e la sua preparazione è diversa. La specialità è nata nel territorio pugliese nei primi del Novecento, originariamente inventata come sacchetto per la conservazione di latticini più liquidi come la panna o la stracciatella. Oggi viene prodotta tutto l’anno, ancora rispettando i metodi artigianali, realizzata con latte vaccino, panna, caglio e sale. Il nome deriva dal suo ripieno cremoso e ha una forma appallottolata che racchiude all’interno una meravigliosa morbidezza: il tenero e filamentoso cuore di panna. La Burratina Latte Tigullio è proposta in Gdo in secchiello da 100 grammi, con una shelf life di 16 giorni e indicazioni di conservazione in frigo.
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELLâ&#x20AC;&#x2122;ECCELLENZA
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ATTUALITÀ _NEWS TRENTINGRANA GRATTUGIATO: BONTÀ E PRATICITÀ La soddisfazione a tavola talvolta sta davvero nelle piccole cose. Buono, genuino e comodo da utilizzare in cucina, Trentingrana grattugiato è ottenuto solo da forme intere. Un formaggio Dop che unisce alla bontà e genuinità della tradizione trentina anche il valore aggiunto della praticità: è infatti già pronto da utilizzare, nella confezione salva-freschezza, ideata per offrire ogni volta lo stesso piacere di un formaggio appena grattugiato. La speciale fragranza, l’aroma, il gusto in perfetto equilibrio tra dolce e salato, rendono Trentingrana grattugiato la soluzione ideale per arricchire di sapore tantissime ricette. Adatto a tutti, anche ai palati più esigenti, è un ingrediente ottimo e versatile per completare i primi piatti, dai risotti, alla pasta fino alle torte salate, ma anche per offrire maggiore sfiziosità a ripieni e farciture. Perfetto per gli utilizzi più classici, sorprende piacevolmente come sperimentazione culinaria nelle ricette più particolari: si può integrare, ad esempio, nella preparazione di strudel dolci, così come nella realizzazione di biscotti e budini salati. Inoltre, la confezione è pensata per conservare il formaggio nel modo migliore, tenendolo fresco il più a lungo possibile, pur consentendo di aprire e richiudere la busta tutte le volte che serve, senza
perdere nessuna delle qualità organolettiche che rendono unico Trentingrana. Trentingrana viene prodotto nei caseifici sociali della Provincia di Trento, esclusivamente con il latte di bovine allevate sul territorio, alimentate con fieno e con mangimi rigidamente No Ogm, senza utilizzo di insilati. Per la produzione del grattugiato sono impiegate solo forme intere, elemento distintivo di Trentingrana rispetto ad altri prodotti disponibili in commercio.
I NUOVI FROZEN YOGURT DI LATTERIA MERANO
MONDELĒZ, PHILADELPHIA IN PACK GREEN DAL 2022
In vista dell’estate Latteria Merano presenta tre nuovi Frozen yogurt: due in formato stecco e un cono. Le nuove referenze sono un accostamento di yogurt gelato e frutta dalla consistenza cremosa, realizzati con ingredienti freschi: 75% di yogurt e latte fresco dell’Alto Adige senza Ogm, ricco di fermenti lattici vivi e attivi, utili per il buon funzionamento della flora intestinale. I nuovi prodotti sono disponibili nel reparto surgelati della Gdo nei seguenti gusti: Stecco al gusto bianco naturale (50 g x 5 pezzi); Stecco al gusto frutti di bosco (50 g x 5 pezzi); Cono al gusto ribes, mirtillo, melograno (70 g x 4 pezzi). I tre prodotti vogliono essere uno snack sfizioso, ma allo stesso tempo andare incontro alle esigenze dei consumatori in fatto di stili di vita sani e corretta alimentazione.
Mondelēz International ha annunciato che il formaggio spalmabile Philadelphia venduto in tutta Europa sarà conservato in confezioni in plastica riciclata, a partire dal 2022. Questa decisione di innovare nel packaging rappresenta un passo importante verso l’obiettivo dell’azienda di ridurre il suo impatto ambientale e verso il suo impegno ad utilizzare il 5% di contenuto riciclato in tutti gli imballaggi in plastica. Come primo grande marchio di formaggio spalmabile che utilizza plastica riciclata nel suo packaging, Philadelphia utilizzerà una tecnologia innovativa che mantiene gli alimenti sicuri, senza alterarne il gusto, contribuendo allo sviluppo di un futuro più sostenibile per gli imballaggi in plastica. L’impegno di Philadelphia nel promuovere l’innovazione del packaging fa parte degli obiettivi di Mondelēz International in materia di sostenibilità e benessere a lungo termine, che si concentrano sulla promozione di un impatto positivo e di un cambiamento significativo su larga scala.
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DA SEMPR E SOLO 100% LATTE DEL
PIEM ONT E
ATTUALITÀ _NEWS MUKKI QUANTIFICA LA SUA IMPRONTA ECOLOGICA È in corso di svolgimento, in questi mesi, l’identificazione dell’impronta ecologica di Mukki, allo scopo di conoscere in modo approfondito e scientifico l’impatto che l’azienda ha sul territorio. L’obiettivo è migliorare le performance ambientali e offrire ai propri consumatori i prodotti di sempre, ma riducendo, laddove possibile, le emissioni di CO2 equivalente generate dal processo produttivo. In questa prima fase del progetto, si stanno raccogliendo i dati relativi alle attività che generano emissioni di gas serra e che ricadono
direttamente sotto il controllo dell’azienda, principalmente consumi energetici e utilizzo dei mezzi di trasporto aziendali. Lo studio sta prendendo in esame un anno di normale attività, il 2019, e tiene conto degli interventi di efficientamento e riduzione delle emissioni realizzati tra il 2017 e il 2019. La raccolta dei dati e la loro analisi dovrebbe concludersi entro l’estate. Con queste informazioni, si definirà una quantità standard delle emissioni di CO2 equivalente, necessaria per individuare le diverse possibili strategie di riduzione delle emissioni future e quantificarne i benefici ambientali. Questo nuovo intervento si identifica come un’ulteriore tappa nel percorso di miglioramento e contenimento della propria impronta ecologica. Il primo atto formale dell’impegno di Mukki nella salvaguardia dell’ambiente, infatti, risale al 2008, quando è stata ottenuta la certificazione ambientale secondo la normativa europea ISO14000, prima azienda toscana del settore ad aver raggiunto quell’obiettivo.
NONNO NANNI, RESTYLING PER LA CONFEZIONE DEL CAPRINO DI LATTE VACCINO Dopo le confezioni di Gnocchi e Chicche, anche quella del Caprino di latte vaccino ha subito un restyling grafico. Due i principali obiettivi della rivisitazione: rafforzare il branding per aumentare la distintività a scaffale e migliorare la stabilità del prodotto, resa possibile dall’inserimento di due “piedini” alla base della confezione che ne migliorano anche la visibilità. Il nuovo pack si presenta con un look sobrio, che richiama immediatamente al brand Nonno Nanni. Sul lato destro della confezione, che riprende la forma tipica del formaggio fresco, fa capolino l’accoppiata insalata e pomodori, due elementi chiave che caratterizzano l’intera gamma di prodotti Nonno Nanni e che ne esaltano la freschezza e
la genuinità. Sul lato opposto si trova il primo elemento di novità: è stata infatti inserita l’immagine del formaggio sul piatto per comunicare, già a colpo d’occhio, la bontà e delicatezza del prodotto. Al centro della confezione, sotto il nome del prodotto, è rappresentata la bandiera italiana con il claim “100%
latte italiano”, a sottolineare l’origine e la qualità tutte italiane del prodotto e, poco più in basso, una nuvoletta azzurra con la scritta “ideale da spalmare” suggerisce al consumatore uno dei tanti utilizzi del formaggio fresco. Il restyling ha interessato anche il Caprino di Latte Vaccino nella versione senza lattosio.
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ATTUALITÀ _NEWS SACCO SYSTEM SI ESPANDE IN GIAPPONE Sacco System, la rete d’impresa biotech internazionale dedicata all’industria alimentare, nutraceutica e farmaceutica, approda in Giappone con l’apertura della controllata Sacco System Japan. Fondata a inizio maggio 2020, si concentrerà sullo sviluppo del mercato lattiero-caseario e dei probiotici, settori ad alta crescita in Giappone. L’azienda ha sede a Tokyo e offrirà una vasta gamma di prodotti innovativi e servizi tecnici per la promozione di fermenti lattici, coagulanti ed enzimi per formaggio e latti fermentati e integratori alimentari (colture probiotiche). Per consolidare la sua presenza in Giappone, Sacco System ha nominato col ruolo di Ceo Nanako Oikawa, che collabora con il gruppo da diversi anni e ha una vasta esperienza in grandi società commerciali e multinazionali giapponesi.
“Sono onorata di avere l’opportunità di collaborare con questo importante gruppo per familiarizzare sempre più il marchio Sacco System in Giappone – afferma Oikawa – le informazioni tecniche di alto livello di Sacco System aiutano i nostri clienti a sviluppare e migliorare i loro prodotti, garantendo un supporto tecnico sempre in linea alle aspettative”. “La creazione della filiale Sacco System Japan è una gradita integrazione alla rete d’impresa Sacco System – ha precisato Iris Verga, membro del Cda di Sacco System Japan – con una presenza permanente in questo Paese, saremo in grado di fornire ai nostri partner un tempestivo supporto e allo stesso tempo di incrementare lo sviluppo commerciale nel mercato delle colture lattiero-casearie e dei probiotici”.
ALL4PACK, IL SALONE DELL’IMBALLAGGIO VA A PARIGI Ogni due anni All4Pack è l’evento imperdibile per 79.000 operatori che vogliono scoprire le soluzioni di packaging innovative e sostenibili presentate da 1.350 espositori e marchi. La prossima edizione, che si svolgerà quest’anno dal 23 al 26 novembre a Parigi, rappresenta un’opportunità unica per l’ecosistema dell’imballaggio e dell’intralogistica di incontrarsi e di proseguire tutti insieme rispondendo alle sfide normative e sociali che il settore deve affrontare. L’edizione 2020 sarà posta sotto il segno del cambiamento e dello sviluppo sostenibile, più che mai al centro dell’evento. In effetti, quest’anno la fiera All4Pack è stata progettata per essere il luogo d’incontro all’avanguardia, stimolante ed essenziale per il packaging del futuro. I visitatori professionisti saranno in grado di incontrare e condividere opinioni su questioni che interessano il settore per anticipare al
meglio le nuove sfide di oggi e di domani. All4Pack 2020 promette un approccio globale, per supportare le industrie utilizzatrici nelle loro ricerche di soluzioni in modo che possano abbinare sostenibilità, prestazioni e redditività. Si tratterà di un’opportunità per incontrare i produttori di imballaggi, contenitori e macchine francesi e internazionali e per scoprire 600 macchine in funzione. Ogni operatore sarà in grado di scoprire una gamma completa di soluzioni specifiche, sostenibili e responsabili nel packaging, nel processing, nel printing e nella logistica. Per una migliore visibilità e un percorso più fluido e rilevante per i visitatori, quest’anno le varie offerte degli espositori saranno presentate per materiale: legno, cartone, metallo, plastica e vetro.
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MARCO PEDRONI È IL NUOVO PRESIDENTE DI ADM Il presidente di Coop Italia Marco Pedroni succede a Giorgio Santambrogio alla guida di Adm, l’Associazione distribuzione moderna. Il comitato esecutivo comprende i vertici delle associazioni di rappresentanza della distribuzione moderna con Claudio Gradara, presidente Federdistribuzione, Sergio Imolesi segretario generale Ancd-Conad e Luca Bernareggi presidente Ancc-Coop e gli amministratori delegati delle altre grandi aziende della distribuzione commerciale in Italia, Gerard Lavinay per Carrefour, Sami Kahale per Esselunga, Francesco
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Pugliese per Conad, Giorgio Santambrogio per Gruppo Végé, Maniele Tasca per Selex. Confermata la presenza delle principali aziende della distribuzione moderna nel consiglio direttivo di Adm. Massimo Viviani è stato confermato consigliere delegato. “In primo luogo rivolgo un ringraziamento a Giorgio Santambrogio che ha coperto con grande efficacia la Presidenza negli ultimi quattro anni e mezzo, un periodo durante il quale la ricerca della massima efficienza nei rapporti tra Distribuzione e Industria di Marca ha fatto passi avanti importanti con la realizzazione di due sistemi digitali come il fotocatalogo “Immagino” e il catalogo elettronico “Allineo” – ha detto il neo presidente
– a questo si è aggiunta la crescita della manifestazione fieristica Marca e del convegno che Adm vi organizza ogni anno. Innovazione ed efficienza sono le parole d’ordine che ci guideranno nel contributo che Adm darà, insieme a Ibc che rappresenta l’industria, al lavoro di GS1. Un compito importante di Adm – ha concluso Pedroni – sarà favorire il confronto e la convergenza delle associazioni”.
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ATTUALITÀ _LIBRI CIBO. UNA STORIA GLOBALE DALLE ORIGINI AL FUTURO
LE RICETTE DELLA BUONA SALUTE
Nonostante la storia dell’uomo sia strettamente legata al cibo e ai modi di procurarselo, oggi si dedica sempre meno tempo ai pasti. Perché privarsi di un piacere così semplice, essenziale e vitale? Perché mangiamo sempre più raramente in compagnia? Perché gli unici pranzi ancora di successo sono quelli di lavoro? La scomparsa delle tavolate, delle sale da pranzo, persino delle cucine, è forse il segno di una trasformazione delle relazioni umane? Se lo chiede Jacques Attali in “Cibo. Una storia globale dalle origini al futuro” (Adriano Salani editore 2020, 336 pp.). Il libro ripercorre la storia dell’alimentazione dalla preistoria a oggi, con anche un’ipotesi di futuro prossimo, forse un po’ apocalittico, nel quale la socialità del mangiare sparirà del tutto e ci ritroveremo da soli a nutrirci con alimenti in polvere. Ma il volume si chiude anche con qualche idea perché ciò non accada.
“Le ricette della buona salute. Il piacere di un’alimentazione consapevole” (Aboca editore 2020, 78 pp.) è un libro pratico e funzionale che raccoglie ricette per una alimentazione sana e consapevole. Ogni giorno abbiamo bisogno dei nutrienti utili al mantenimento delle funzioni vitali e, ogni volta che mangiamo, il nostro corpo si trasforma, perché gli alimenti che ingeriamo condizionano i valori del sangue. L’autore, il medico Pier Luigi Rossi, si sofferma in particolare sul picco glicemico e spiega perché è importante conoscere come funziona la glicemia postprandiale, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue dopo un pasto, che raggiunge i livelli massimi durante la prima ora e poi tende ad abbassarsi di nuovo. Le ricette proposte sono semplici da realizzare, ma soprattutto basate su corrette combinazioni alimentari, per aiutarci a organizzare la giornata in modo da scegliere i cibi giusti per prevenire le eccessive variazioni della glicemia.
SI FA PRESTO A DIRE TIPICO
LA DISINFORMAZIONE FELICE COSA CI INSEGNANO LE BUFALE
In “Si fa presto a dire tipico” (Gruppo Atomix edizioni 2020, 53 pp.), Fabio Barbato va alla ricerca delle tradizioni alimentari, dei prodotti e delle preparazioni gastronomiche più originali d’Italia con una narrazione avvincente di storie, curiosità e origini. Il volume nasce dalla collaborazione tra un progetto di ricerca e comunicazione alimentare come Cibò. So Good! e uno chef sui generis come Fabio Barbato ai fornelli. Il libro prende vita come ricettario con 20 piatti per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari Dop e Igp d’Italia per diventare poi l’originale manifesto della filosofia gastronomica di questo cuoco milanese. Nell’ambito dell’attuale letteratura culinaria, l’opera si fa apprezzare per la sua originalità nella ricerca gastronomica, senza dimenticare la novità rappresentata dal suo incessante impegno a ricercare tecniche e ingredienti in grado di migliorare l’offerta e, quindi, di fare la differenza nel piatto. Questo è il suo “marchio di fabbrica” tra i fornelli e nella vita e ora questo plus viene bissato anche sulla carta stampata.
In “La disinformazione felice. Cosa ci insegnano le bufale” (Il Mulino editore 2020, 256 pp.), Fabio Paglieri spiega come la disinformazione abbia un cuore antico, per lo meno se la intendiamo come tentativo, casuale o deliberato, di spacciare su larga scala informazioni false, travestendole da verità. In un suo recente contributo (Routledge, 2019), Diego Marconi ricorda un esempio antico di tragica attualità, in questi tempi di Covid-19: descrivendo la pestilenza che afflisse Atene nel 430 a.C., Tucidide riporta la diffusa diceria secondo cui gli untori sarebbero stati gli odiati Spartani, colpevoli di avere avvelenato i pozzi del Pireo. In realtà il contagio veniva dall’Africa e per questo si era manifestato prima nella zona del porto, ovvero il Pireo: tuttavia, la necessità di costruire un nemico e trovare spiegazioni confortanti ai mali del mondo producevano abbagli già all’epoca e continuano a farlo tutt’oggi. Basta sostituire Atene con gli Stati Uniti, Sparta con la Cina, i pozzi del Pireo con i fantomatici laboratori di Wuhan, e ci accorgiamo di parlare di cronaca corrente.
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Noi di Mukki siamo cosĂŹ: abbiamo a cuore il nostro ambiente, i nostri animali, i nostri collaboratori. Una passione che potete assaporare nel gusto del nostro latte e di tutti i nostri prodotti. Scopri di piĂš su: www.mukki.it/abbiamo-a-cuore/
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ATTUALITÀ _LIBRI RISTOCEUTICA Che alcuni dei cibi che portiamo in tavola abbiano proprietà benefiche per il nostro organismo è ormai assodato, ma come valorizzare al meglio i loro effetti sulla nostra salute? La ristoceutica, una linea di ricerca innovativa inaugurata nel 2016 dal professor Vincenzo Lionetti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, vuole rispondere a questa domanda, spiegandoci come associare i singoli alimenti per creare un pasto funzionale in grado di apportare benefici alla nostra salute, in particolare nella prevenzione di malattie cardio e cerebrovascolari. Un incontro tra metodo scientifico e gusto. Ogni volta che consumiamo un pasto, spiega Lionetti in “Ristoceutica” (Mondadori editore 2020, 274 pp.), abbiamo la possibilità di pilotare a distanza l’espressione dei geni di una cellula. È quindi di fondamentale importanza ricercare le associazioni “vincenti” tra i diversi alimenti, e anche i metodi di cottura e di conservazione ottimali, affinché le proprietà epigenetiche positive di ciascuno vengano valorizzate per preservare il nostro stato di salute. Una guida autorevole, con alcuni esperimenti gastronomici da provare e tanti consigli pratici, per avvicinarci all’alimentazione con una nuova consapevolezza.
IL DESTINO DEL CIBO Per vivere in modo sano una persona ha bisogno di mangiare almeno due volte al giorno, assumendo proteine, vitamine, sali minerali, fibre, zuccheri, acqua e molto altro. Mentre la febbre del clima trasforma il mondo sotto i nostri occhi, abbiamo una certezza: nel 2030 saremo dieci miliardi. Come nutrire il maggior numero possibile di persone senza distruggere quello che resta della Terra? A questa domanda cerca di rispondere Agnese Codignola nel volume “Il destino del cibo. Così mangeremo per salvare il mondo” (Feltrinelli editore 2020, 245 pp.). La maniera in cui mangiamo e produciamo il nostro cibo non è più sostenibile. Non possiamo sfruttare le risorse che ci rimangono nel modo sbagliato e ciò significa soprattutto una cosa: dobbiamo cambiare abitudini. La buona notizia è che qualcuno ha già cominciato a farlo. Contaminando le discipline, dalla medicina alla cosmologia, dalla biologia marina alla genetica più avanzata, dall’agricoltura alla meteorologia, alcuni ricercatori hanno iniziato a immaginare un futuro alternativo. Da gesti piccolissimi e idee coraggiose sono nati grandi esperimenti, capaci di aprire la strada alla rivoluzione alimentare che, se lo vorremo davvero, salverà il mondo.
BIOLOGIA DELLA GENTILEZZA Essere gentili ha un impatto diretto sui nostri geni? L’ottimismo ci fa vivere più sani e più a lungo? La felicità aiuta i processi antinfiammatori? A queste domande rispondono Immaculata De Vivo e Daniel Lumera in “Biologia della gentilezza” (Mondadori editore 2020, 360 pp.) mettendo a confronto scienza e coscienza in un approccio rivoluzionario alla salute, alla longevità e alla qualità della vita. De Vivo, epidemiologa della Harvard Medical School, tra i massimi esperti mondiali di genetica del cancro, e Lumera, autore di riferimento internazionale nelle scienze del benessere, attraverso i loro studi sono riusciti a mettere in relazione il mondo interiore e la genetica del nostro corpo. Da questo incontro eccezionale nasce il libro. Conoscenze, anni di ricerca scientifica e spirituale si uniscono per offrire al lettore una nuova via al benessere, per vivere a lungo e felici. Con una spiegazione delle basi scientifiche, gli autori forniscono una serie di esercizi pratici individuando 5 valori, tra cui la gentilezza, e 6 strumenti per avere un impatto positivo sul nostro corpo.
LA TUTELA DEL MADE IN ITALY ALIMENTARE A distanza di sette anni dalla pubblicazione del volume sul sistema normativo formatosi a tutela del made in Italy in particolare e, più in generale, per il rispetto della corretta informazione del consumatore sull’origine territoriale degli alimenti, con “La tutela del made in Italy alimentare e l’origine territoriale” (Point Vètèrinaire Italie editore 2020, 144 pp.), Carlo e Corinna Correra pagano ai loro lettori il debito di aggiornare e integrare uno scenario legislativo e giurisprudenziale che, come era facilmente prevedibile, nel frattempo è ben lungi dall’essersi semplificato. La gara tra il legislatore europeo e quello nazionale è continuata, nel tentativo di dare una corretta e completa informazione ai consumatori sull’origine territoriale non solo del prodotto finito, ma anche dei suoi ingredienti o quantomeno di quelli più significativi sul piano della qualità. Tutto esposto all’insidia della disinformazione quando si esagera nell’esaltazione di una virtù territoriale sopravvalutata o inesistente.
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ECONOMIA
BOOM PER GLI ACQUISTI DI FORMAGGI E LATTICINI DURANTE I MESI DI LOCKDOWN È CAMBIATO IL CARRELLO DELLA SPESA. SONO CRESCIUTI I NEGOZI DI VICINATO E L'E-COMMERCE. IN CALO GLI IPER di Samuele Ferrigato
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epidemia da Covid-19 ha impattato significativamente sul comparto dei beni di prima necessità provocando, nell’immediato, effetti di grande intensità e innescando elementi di forte incertezza per il prossimo futuro, che inevitabilmente condizioneranno le politiche di industrie e grande distribuzione. A partire dal 21 febbraio scorso, con l’ufficializzazione che l’epidemia aveva attecchito sul territorio italiano e che il Paese si accingeva ad adottare misure straordinarie per contenerne la diffusione, la filiera del largo consumo è stata sottoposta a uno stress test di dimensioni inedite, dovendo far fronte in tempi brevissimi a ondate successive e massicce di acquisti. La gran parte delle categorie del largo consumo confezionato sono state sottoposte a elevatissimi tassi di crescita della domanda che si è riversata nei canali della distribuzione moderna, ma anche nel canale online, che è stato caratterizzato da un’ondata di acquisti senza precedenti.
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IL PANIERE DI SPESA Durante il periodo emergenziale si è assisito anche a uno scardinamento dei parametri di composizione dei panieri di spesa. Gli acquisti nella distribuzione moderna hanno virato decisamente verso i prodotti confezionati di largo consumo, a discapito della quota parte degli alimentari freschissimi a peso variabile, che restano fermi sui livelli dell’anno scorso; mentre si è assisito a un forte calo della domanda dei reparti cosiddetti "non food" (general merchandise). Quest’ultimo dato è stato fortemente condizionato in primo luogo dalle restrizioni al movimento
che hanno penalizzato i punti di vendita vocati alla commercializzazione di tali tipologie di prodotto (grandi superfici), ma anche dal fatto che le famiglie abbiano spostato i propri budget verso la spesa alimentare, sottraendo denaro a ciò che era rimandabile. La necessità di ampliare le scorte domestiche dovuta alle restrizioni di movimento e al fatto di dover passare praticamente l’intera giornata fra le mura domestiche (con ristoranti e bar chiusi e molti lavoratori in smart working) ha toccato tutti i reparti del largo consumo confezionato. La crescita della spesa ha però interessato, in misura più che proporzionale rispetto alla normale allocazione dei basket di consumo, il mondo dell’acquisto veloce e a più lunga scadenza dei freschi confezionati (a discapito del freschissimo), del cura casa (alla spasmodica ricerca dei prodotti per l’igiene e la disinfezione) e dei surgelati, con l’obiettivo di fare scorte di lungo periodo. La leggera flessione di quota della drogheria alimentare è frutto di tendenze contrapposte: la forte richiesta di prodotti scorta e di
ingredienti per le preparazioni domestiche si confronta con i cali delle vendite di prodotti di impulso e di tutti quegli alimentari che partecipano ai momenti di convivialità e socializzazione, ovviamente annullati dallo shut-in forzato fra le mura domestiche. In calo la spesa del cura persona, a sua volta influenzata negativamente dalla mancanza delle occasioni di socialità che rendono superfluo l’acquisto di molte categorie di prodotto, tra le quali la cosmesi. Osservando più nel dettaglio il paniere di spesa composto dalle famiglie, è possibile individuare le categorie di prodotti target per il budget aggiuntivo destinato ai beni di prima necessità. Dalle informazioni prodotte dall’esclusivo servizio Iri Liquid data, il profilo che ne esce descrive una domanda riversata a fare scorte durature in ambito alimentare (o a più lunga scadenza) e alla preparazione domestica dei cibi. Tra i prodotti per la casa e la persona si classificano ai primi posti le referenze per la sicurezza personale e per la pulizia delle superfici domestiche. Per comprendere meglio
IL TREND DEI COMPARTI NEI NEGOZI DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE TOT. LCC TOT. ALIMENTARI A PESO VARIABILE TOT. GENERAL MERCHANDISE +13,4
+11,5
+1,4
-2,7 -27,4 DA SETT. TERM. IL 23/2 AL 26/4/2020
-15,9
DAL 27/4 AL 24/5/2020
Fonte: IRI Liquid Data®. Total store view. Totale grande distribuzione. Quote a valore e variazioni % sullo stesso periodo del 2019
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ECONOMIA queste dinamiche è necessario però evidenziare che molti comportamenti sono stati forzati dalla necessità di effettuare la gran parte degli acquisti con meno frequenza e soprattutto in uno o due punti di vendita. PERFORMANCE DEI CANALI Il versante della distribuzione è forse quello che ha mostrato le maggiori discontinuità. Lo spunto eccezionale delle vendite nei negozi fisici della distribuzione moderna viene quasi sminuito dall’impressionante accelerazione delle vendite di prodotti di largo consumo nel canale e-commerce. Il dato (che in questa analisi è circoscritto al perimetro dei cosiddetti generalisti online) evidenzia l’entità del fenomeno innescato dall’allarme sanitario. Restrizioni al movimento e problematicità per l’accesso ai negozi fisici hanno convinto una percentuale crescente di famiglie ad affidarsi a questa forma di acquisto. La crescita non si è esaurita dopo le prime settimane dell’emergenza: al contrario, permane anche a distanza di tre mesi. Inoltre, va sottolineato il forte calo delle vendite di un canale vocato anche agli
approvvigionamenti di bar e ristoranti, ovvero il cash&carry. Questo dato indica come sia stato rilevante l’effetto del lockdown sul canale del fuori casa. Infatti, la chiusura di bar e ristoranti ha determinato uno spostamento dei pasti normalmente consumati fuori casa all’interno delle mura domestiche. Di conseguenza, questa parte di consumi è stata assorbita dalla domanda di prodotti di largo consumo nel retail. Questa nuova componente sarà un fattore determinante per la prospezione dell’andamento delle vendite nel post Covid, in quanto sarà sicuramente difficile avere un pieno recupero dell’attività del canale fuori casa (sia per aspetti di cautela del consumatore, sia per il permanere di misure di contenimento e comunque di solo parziale riapertura degli esercizi) e la quota di pasti che resterà nelle mura domestiche tenderà sì a ridursi, ma solo con una certa gradualità. Uno degli effetti più rilevanti è osservabile all’interno dei negozi fisici. Nei tre mesi dall’inizio della pandemia la domanda delle famiglie si è spostata violentemente verso le formule di prossimità e i formati più piccoli. Infatti,
come è emerso da una ricerca svolta da Iri in collaborazione con il Rem-Lab dell’ Università Cattolica, il 27,6% dei consumatori dichiara di aver cambiato la propria insegna di fiducia durante il lockdown per rispondere a bisogni legati alla vicinanza alla propria abitazione, alla percezione di maggiore sicurezza personale (meno affollamenti) e a tempi più veloci per effettuare gli acquisti. Da rimarcare, però, che quasi la metà di questi consumatori "infedeli", dichiara di non aver gradito particolarmente la nuova insegna e di essere pronta a ritornare alle vecchie abitudini. Gli ipermercati hanno invece accelerato ulteriormente il regresso già in atto da tempo. I motivi sono legati principalmente alla difficoltà nel raggiungere il luogo di acquisto e al timore per gli affollamenti, oltre che al calo di attrattività dei centri commerciali dove normalmente sono collocati. Tuttavia, lo stravolgimento causato dall’emergenza sanitaria non necessariamente genererà cambiamenti duraturi. Infatti, già dall’inizio della "fase 2" (dal 4 maggio) una volta allentate le costrizioni e riassorbita la psicosi del contagio, il profilo evolutivo lungo le settimane
IL PESO DEI DIVERSI REPARTI DEL LARGO CONSUMO DA SETT. TERM. IL 23/2 AL 24/5/2020
VAR. % VS CORRISPONDENTE 2019
BEVANDE
12,4%
-0,7
ALIMENTARI FRESCHI E ORTOFRUTTA (PESO IMPOSTO)
29,3%
+0,8
DROGHERIA ALIMENTARE
34,4%
-0,3
GELATI E SURGELATI
5,7%
+0,6
CURA CASA
7,9%
+0,5
CURA PERSONA
8,4%
-0,7
PETCARE
1,8%
-0,2
Fonte: IRI Liquid Data®. Total store view. Totale grande distribuzione. Quote a valore e variazioni % sullo stesso periodo del 2019
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IL CANALE ONLINE CRESCE IN TUTTI I REPARTI DEL LARGO CONSUMO GENNAIO-DICEMBRE 2019 TOTALE LCC BEVANDE FREDDO FRESCO DROGHERIA ALIMENTARE ORTOFRUTTA CURA PERSONA CURA CASA PET CARE
Peso Variabile General Merchandise
MARZO-MAGGIO 2020
+42,6% +39,1% +38,5% +41,1% +42,2% +45,0% +38,2% +31,4%
+152,3% +117,2% +177,5% +164,2% +166,4% +153,2% +118,0% +180,6% +174,7%
+111,1% +39,7% +13,3%
+206,3% +44,7%
Fonte: IRI panel online. Vendite a valore. Variazioni % verso anno precedente
mostra una lenta riduzione della forbice fra i canali. Convenienza, completezza assortimentale e fiducia nell’insegna potrebbero tornare a giocare un ruolo di primo piano fra i driver di acquisto. L’ E-COMMERCE La crescita del canale online è stata elevatissima e generalizzata a tutti i reparti. Il profilo evolutivo ricalca quello dei negozi fisici della grande distribuzione, con un maggiore spunto in termini relativi per la corsa alle scorte di pet food. Secondo l’indagine sui consumatori condotta in collaborazione con il RemLab dell’Università Cattolica, l’11,8% degli intervistati dichiara di aver acquistato almeno una volta alimentari online. Molti consumatori hanno approcciato il canale per la prima volta proprio durante il periodo del lockdown, raddoppiando così la penetrazione dell’ecommerce in un solo mese e mezzo. Di questi nuovi acquirenti, il 73,5% dice che continuerà ad acquistare online anche in futuro.
PREZZI E PROMOZIONI Durante la fase acuta della crisi da pandemia, per il consumatore il fattore convenienza è risultato un driver secondario. Nello stesso periodo si è assistito anche a un forte rialzo dei prezzi (sia del carrello che a scaffale), dovuto alle problematiche logistiche e di prodotto (ad esempio, per i freschi), ma anche all’improvvisa riduzione nell’uso delle leve tattico-promozionali. Infatti, la pressione promozionale ha subito un arretramento rispetto alla controcifra del 2019 di ben 6 punti percentuali. Questo significa che sugli scaffali sono mancati oltre 400 milioni di euro di merci in promozione rispetto all’anno precedente.
assetti competitivi, dei quali ci si chiede cosa resterà in futuro. L’effetto è stato causato in parte dalla domanda, in quanto il consumatore si è affidato alle marche del distributore, ma in parte dagli shortage dell’offerta: dal momento che il prodotto con il proprio marchio di fiducia in molti casi non era sempre presente sullo scaffale, il consumatore ha comprato ciò che ha trovato. Il trend delle vendite per entrambe le componenti di marche mostra un segno positivo, ma la crescita ha seguito due velocità diverse (marca del distributore +17,7% e industria di marca +11,6%), allargando così la forbice tra le due.
MARCHI CONTRO MDD Rotture di stock prolungate e migrazione verso formati più piccoli si sono tradotti in una riduzione della profondità media degli scaffali. Il fatto ha riguardato soprattutto le marche industriali, mentre la marca del distributore ha mostrato una maggiore efficienza. Tutto ciò ha portato a forti cambiamenti negli
UNO SGUARDO AL FUTURO Certamente in un contesto come quello che stiamo vivendo l’alea di ogni congettura prospettica non può che essere molto ampia: molti fattori si aggiungono giorno per giorno e rendono il quadro dei sistemi economici e sociali costantemente instabile. Cercando di rispondere alla domanda "cosa succederà
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ECONOMIA LE PRIME 20 MACROCATEGORIE DI LARGO CONSUMO PER AUMENTO DELLA SPESA VARIAZIONE % FORMAGGI SURGELATI INGREDIENTI BASE SALUMI LATTICINI UTH E ASSIMILABILI FRUTTA PESO IMPOSTO VERDURA PESO IMPOSTO CONSERVE ANIMALI E FORMAGGI PREPARATI PER BEVANDE CALDE PRODOTTI DA FORNO E CEREALI UOVA FRESCHE PARAFARMACEUTICO CARNE A PESO IMPOSTO SPALMABILI DOLCI DETERGENTI SUPERFICI USA E GETTA BIRRE DERIVATI DEL POMODORO PASTA ACCESSORI CASA
+246 € +190 € +163 € +142 € +101 € +94 € +84 € +83 € +78 € +78 € +76 € +72 € +68 € +67 € +65 € +63 € +61 € +55 € +55 € +54 €
+27,2% +26,4% +80,3% +22,9% +22,3% +17,6% +10,5% +21,6% +18,0% +7,9% +35,3% +169,6% +24,2% +29,5% +37,8% +17,1% +16,2% +35,9% +18,0% +44,6%
Fonte: IRI Liquid Data®. Total store view. Totale grande distribuzione. Variazione delle vendite a valore dal 23/2 al 17/5/2020 rispetto all'anno precedente. Dati in milioni di euro
in futuro?" e basandosi su studi specifici macroeconomici e andamenti settoriali, si possono ipotizzare due situazioni future diverse. Scenario "migliore": pandemia che rimane sotto la soglia di allarme. La recessione sarà importante (-8% stima il Def), con un rientro nella parte finale del prossimo anno (+3 per cento). Gli strumenti macroeconomici di sostegno pubblico verranno dispiegati con una certa efficacia nel 2020 e nel 2021. Le misure straordinarie consentiranno di tamponare in parte l’esigenza di liquidità. Si assisterà a una contrazione dei consumi aggregati, alla crisi di alcuni settori e il tasso di disoccupazione salirà dal 10% al 12 per cento. Nel largo consumo confezionato gli spunti inflazionistici registrati nei due mesi di lockdown tenderanno a raffreddarsi. La
conversione dei consumi fuori casa in consumi in casa si attenuerà progressivamente per effetto della scomparsa del virus, ma tenendo conto del minore reddito disponibile. In questo caso, il 2021 riuscirà a riportare i fatturati del largo consumo al di sopra dei livelli del 2019. Scenario "peggiore": la pandemia permarrà per tutto il 2020-21 con ripetuti focolai e una seconda curva di contagio nel prossimo inverno. La politica di contenimento epidemiologico di stop&go limiterà significativamente la ripresa delle attività produttive, commerciali e di consumo. Sarà impossibile proseguire con un sostegno macro-economico robusto prolungato e si assisterà ad una potenziale crisi finanziaria. La disoccupazione raggiungerà un livello tra il 15% e il 20 per cento.
Per entrambi gli scenari gli esperti prevedono un rientro da queste dinamiche eccezionali di spesa a partire dal secondo semestre di quest’anno. però, mentre nell'ipotesi migliore si resterà in terreno positivo, in quella peggiore il calo sarebbe pronunciato. In tutti i casi le crescite delle vendite, spesso anche importanti, che quasi tutti i settori del mondo del largo consumo hanno registrato nella distribuzione moderna e nel canale online non sono riuscite (e ancora non ci stanno riuscendo) a compensare le perdite determinate dalla chiusura prolungata del canale Horeca e dalla sua lenta ripartenza dopo il lockdown. A cui si aggiunge la situazione critica dell'export, che rappresenta un canale fondamentale per tanti prodotti italiani, a partire proprio dai formaggi.
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QualitĂ garantita dalla Regione Puglia
ECONOMIA
IL PESO DELLA PANDEMIA SU PRODUZIONE ED EXPORT IL LOCKDOWN HA INTERROTTO IL TREND DI UN ANNO CHE SI PRESENTAVA MOLTO PROMETTENTE PER L'AGROALIMENTARE ITALIANO. LE PREVISIONI PARLANO DI CALI A DUE CIFRE di Gigi Pelliccia
N
el terzo mese dell’anno la flessione dell’export (food e non food) è stata pari al 13,5%, con un calo delle vendite sia verso l’area extra Ue (-14,7%), sia verso l’area Ue (-12,2 per cento). Anche le importazioni sono diminuite drasticamente, con un -18,1%
complessivo: più marcate quelle dai Paesi extra Ue (-21,7%) rispetto all’area Ue (-15,5 per cento). L’export alimentare si è mosso in modo radicalmente diverso: inizialmente ha assorbito il colpo conseguente alla chiusura di molte attività e
soprattutto del canale Horeca sui mercati esteri. Il ritardo temporale dei contagi oltrefrontiera, rispetto a quanto avvenuto in Italia, ha reso marzo una sorta di "mese cuscinetto” prima dell’impatto inevitabile delle settimane successive.
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A livello mondiale l’aumento contenimento dell’epidemia segnato infatti un clamoroso speculare dell’export di hanno innescato una +28,8% nel confronto con il settore a marzo (+13,5%) eccezionale e repentina primo bimestre 2020 sullo rispetto al parallelo -13,5% contrazione dell’export verso stesso periodo 2019, mentre delle esportazioni totali, i Paesi extra Ue. Non a caso, le acquaviti e i liquori (altro dimostra comunque il passo le previsioni comparto messo straordinario con cui esso macro 2020 nel collimatore ha esordito. Un andamento del commercio dall’amministrazione consolidato dal +12,3% internazionale, Usa) hanno segnato della crescita tendenziale a primo driver un +18,2 per cento. livello trimestrale dell’export dello sviluppo Con tutta evidenza settoriale, rispetto al -1,9% mondiale, sono trend che il calo stimato del commercio hanno visto un delle esportazioni complessive. rappresentano internazionale nel 2020 Nello specifico, a livello rimbalzo dal veri e propri fiori Paese, il primo trimestre +2,4% previsto all’occhiello. dell’alimentare ha mostrato a inizio anno, al Sottolineano le dati che parlano da soli. Sono -3/4 per cento. enormi capacità di traino del molti, infatti, gli sbocchi che Aprile ha visto così una mercato statunitense e le hanno manifestato crescite scivolata dell’export totale del specifiche doti reattive del food trimestrali a due cifre. Eccone Paese su base annua pari al and beverage italiano, legato qualcuno: Germania (+11,9%), 44,2 per cento. Sono emerse alla predilezione profonda Francia (+12%), Stati Uniti cadute assai più ampie per e radicata dei consumatori (+12,5%), Russia (+24,6%), i beni di consumo durevoli d'Oltreoceano per il made in Spagna (+17,4%), Polonia (-83,5%) e per i beni strumentali Italy alimentare. (+17,2%), Belgio (+12,3%), (-56,4 per cento). Su gennaioIl fenomeno quindi lusinga, ma Austria (+11,7%), Repubblica aprile il taglio complessivo allo stesso tempo aumenta Ceca (+15,8%), Turchia (+23,4 dell’export rispetto allo stesso enormemente il rammarico per per cento). periodo 2019 è risultato pari al lo shock subito dai nostri trend Gli stessi dazi aggiuntivi 12,8 per cento. di esportazione a seguito della americani partiti a ottobre Va aggiunto che i “beni di pandemia. 2019, che hanno sommato consumo non durevoli”, di cui Inoltre, i dati del bimestre tariffe del 25% a quelle già in l’alimentare costituisce la fetta mostrano che a livello mondo vigore, su un plafond di 500 nettamente prevalente, hanno il comparto lattiero-caseario ha milioni di export alimentare registrato nel tendenziale di registrato una crescita a due italiano articolato su liquori aprile un -35,2 per cento. cifre, pari al 10,1% (superiore al e aperitivi, lattiero-caseario e Mentre su gennaio-aprile il +8% del food and beverage nel carni preparate, suo complesso), con tendenziale di questo segmento non sono riusciti a si è fermato al -7,9 per cento. i formaggi freschi al frenare il successo Ne esce, seppure +14,7% e i duri al dei nostri prodotti, indirettamente, la conferma del +11,2 per cento. anche perché relativo vantaggio dell’export A livello geografico, nel caseario la alimentare rispetto agli mentre nel bimestre riduzione delle il calo dell'export italiano la Germania — primo altri segmenti produttivi. quotazioni ha Ma le anticipazioni di aprile negli Usa ad aprile sbocco estero del compensato preoccupano comunque, secondo i dati Istat comparto — ha l’aumento delle anche per il forte cedimento mostrato una netta tariffe. E non è stazionarietà (-0,5%), sopravvenuto sul mercato riuscito a farlo sul proprio americano. Nel complesso, ha il secondo e il terzo, Francia mercato lo stesso embargo superato la soglia del 40% e si e Stati Uniti, hanno invece russo, che pesa dal lontano è distinto come il più cedente, evidenziato spinte lusinghiere, 2014 su comparti importanti pari rispettivamente al +15,6% e fra i grandi Paesi e le aree come il lattiero-caseario, le extra Ue censiti dall’Istat. Ne al citato +28,8 per cento. carni e l’ittico. deriva, quando arriveranno i Piuttosto, a proposito degli dati disaggregati per settori DOPO LE NUBI, LA PIOGGIA Usa, è utile sottolineare e comparti dell’export Usa Le anticipazioni Istat dello che l’export alimentare ha di aprile, un pesante effetto scorso aprile e del primo evidenziato successi importanti quadrimestre dell’anno di trascinamento anche proprio nei comparti colpiti sull’alimentare, facendo mostrano i primi, inevitabili dalle maggiorazioni daziarie di abortire i trend lusinghieri che il peggioramenti della domanda ottobre. Il lattiero-caseario ha settore era riuscito a mettere a internazionale. Le misure di
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ECONOMIA tra caduta internazionale dello segno nel primo trimestre. sviluppo e arresto specifico, Insomma, non c’è scampo: e poi ripresa molto graduale bisogna fare i conti con la e parziale del canale crisi. Qualche Horeca nella seconda confronto. Nel metà dell’anno. 2009, dopo In alcuni Paesi sono l’impatto del emersi tagli dell’export crack Lehman fra il 50% e l'80% per Brothers, l’export i comparti più legati a dell’industria la previsione della esso e alla “socialità” alimentare produzione alimentare accusò un calo nel 2020 rispetto al 2019 di consumo: vino in primis, ma anche, del 4,2%, quello in misura minore, agroalimentare lo stesso lattiero-caseario, la scese del 6,4% e quello totale trasformazione delle carni, ecc. del Paese incassò un -21,4 per cento. C’è da temere che I cali dell’export denunciati quest’anno il calo dell’export dalle aziende hanno cominciato di settore supererà la soglia a colpire così proprio i segmenti delle due cifre e quello totale di prodotto medio-alti, che cederà oltre un quarto del caratterizzano l'Horeca valore 2019. È indicativo, in tal e contraddistinguono la senso, il calo della produzione personalità stessa del made industriale di settore già in Italy di settore. Il fenomeno emerso nel tendenziale di sta deprimendo i margini di contribuzione delle aziende marzo, pari al 6,5 per cento. ancor più degli stessi cali delle Questa volta il calo dell’export quote in valore: è ben noto, alimentare arriva a esito di infatti, che il valore aggiunto fa un effetto sinergico perverso,
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capienza per l’utile. Con l’estate, il canale Horeca potrebbe riguadagnare almeno il 50% del regime normale, grazie anche alla ripresa parziale del turismo, soprattutto interno. Se non ci saranno ritorni importanti dei contagi in autunno, si possono ipotizzare, a livello indicativo, i seguenti trend a consuntivo 2020: Pil in calo fra il 10% e il 12%; produzione alimentare quasi allineata al Pil; consumi alimentari fra il -12% e il -14% in volume, con possibili appesantimenti in valore; export alimentare in discesa oltre la soglia delle due cifre, probabilmente vicino al 15 per cento. In ogni caso, l’ampiezza della caduta e l'inevitabile vischiosità della ripresa faranno sì che, per ritrovare le quote di produzione e soprattutto di export del 2019 e finalmente superarle, non basterà un anno, ma occorrerà aspettare i consuntivi 2022.
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LUGLIO 2020
ECONOMIA
I COMPORTAMENTI DI CONSUMO AL TEMPO DELLA PANDEMIA EUROMONITOR INTERNATIONAL FA IL PUNTO SUI PRIMI MESI DI EMERGENZA E PROVA A FARE PREVISIONI SU COME CAMBIERÀ LA SPESA ALIMENTARE di Samuele Ferrigato
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aggior ricerca di cibi locali e acquisti in piccoli negozi. Più compere online e utilizzo della consegna a domicilio per la ristorazione. Tendenza a fare scorte e incremento del consumo di alimenti che danno la sensazione di proteggere dal virus. Preparazione dei pasti in casa. Queste, secondo
un’indagine di Euromonitor international, le prime tendenze sui comportamenti d’acquisto rilevate in diverse zone del mondo e in Italia nella fase più acuta della pandemia da Covid-19 che ha colpito il pianeta. Gli analisti della società di ricerche inglese provano anche a tratteggiare il futuro post crisi, avvertendo
che certe dinamiche scatenate dal lockdown resteranno anche quando l’epidemia sarà passata. Tra queste, il calo nei consumi di prodotti lattierocaseari. CAMBIAMENTI CHIAVE L’analisi spiega che durante il periodo di blocco totale i consumatori hanno acquistato
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Paesi.Con l’obbligo di rimanere a casa e lo smart working, gli spazi professionali e personali si sono fusi tra loro, rendendo la vita virtuale una nuova realtà per molti consumatori. Se le giovani generazioni hanno tradizionalmente più familiarità con videochiamate, e-commerce e laptop, la pandemia di Covid-19 ha costretto anche i consumatori più attempati a fare affidamento sulla tecnologia per la routine quotidiana. CIBI PRONTI E FUNZIONALI Durante il lockdown ristoranti e fast food erano chiusi, le persone costrette in casa si sono messe ai fornelli. Le consegne a domicilio sono aumentate, ma l’incertezza sulla diffusione del virus non le ha fatte decollare del tutto.
Il sondaggio di Lifestyle 2020 di Euromonitor International ha mostrato però che il 24% dei giovani adulti ha poca dimestichezza con la preparazione di cibo, preferendo prodotti pronti (pasta già cotta e condita e cibi in scatola) e kit per i pasti sostitutivi. Guardando al futuro, Euromonitor avverte che i consumatori saranno ancora più attenti alla salute e cercheranno di introdurre nelle loro diete più alimenti funzionali. L’agenzia fa notare come gli yogurt che promettono un “potenziamento immunitario” siano già diventati popolari in Giappone. Tuttavia, anche l'incertezza finanziaria vedrà gli acquirenti ridurre gli acquisti di referenze premium, preferendo quelle a marchio del distributore o i discount.
I PRODOTTI LATTIERO-CASEARI: VENDITE AL DETTAGLIO E AI SERVIZI DI RISTORAZIONE PER AREA (2019) AMERICA DEL NORD
EUROPA OCCIDENTALE
ASIA VENDITE IN VOLUME (000 TONNELLATE)
30K 20K 10K 100% VENDITE IN VOLUME (% TOTALE)
75% 50%
RISTORAZIONE (TONNELLATE)
LATTE UHT
BURRO
PANNA
YOGURT
FORMAGGIO
LATTE FRESCO
BURRO
PANNA
FORMAGGIO
YOGURT
LATTE FRESCO
LATTE UHT
BURRO
PANNA
FORMAGGIO
LATTE UHT
YOGURT
25% LATTE FRESCO
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referenze che hanno a che fare con la salute e il benessere immunitario, ad esempio integratori a base di vitamine, oltre a prodotti per l'igiene, come disinfettanti per le mani e per le superfici. Lo stop alle attività ricreative, dai ristoranti ai locali, dalle cerimonie alle mense ai fast food, oltre al blocco dei viaggi, hanno notevolmente influenzato il modo in cui i consumatori interagiscono e vivono. Le vendite di alimenti “basici” come farine, pasta e passata di pomodoro sono aumentate sia nei punti vendita fisici, sia online. La maggiore domanda di questi beni, unita a problemi di approvvigionamento, ha portato a forme di razionamento, da uno a tre acquisti per articolo in alcuni
VENDITE AL DETTAGLIO (TONNELLATE)
Fonte: Euromonitor International
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ECONOMIA SPUNTINO ADDIO? Un altro cambiamento nello stile di vita provocato dalla pandemia è quello della tendenza allo spuntino di metà mattina o metà pomeriggio. Riducendo gli spostamenti e i viaggi e lavorando da casa, le persone tendono anche ad avere meno occasioni di consumo. Euromonitor fa notare come l'urbanizzazione e gli stili di vita frenetici erano diventati la norma e la “snackificazione” rappresentava il modo in cui i consumatori si stavano adattando al cambiamento. Per mantenere l’appeal i produttori possono provare ad ampliare la loro offerta e proporre opzioni più diversificate e indulgenti utilizzando i canali online. Guardando più avanti, i periodi di congiuntura economica influiranno negativamente sul servizio di ristorazione poiché i consumatori continueranno a consumare i pasti a casa per ridurre i costi. In questo contesto, i piatti pronti e gli alimenti base saranno posizionati meglio degli snack. LATTICINI IN CRISI L'Asia del Pacifico, l'Europa Occidentale e il Nord America sono finora le regioni più colpite dal Covid-19 e, a causa della chiusura dei servizi di ristorazione e delle scorte di alimenti fatte dai consumatori, le catene di approvvigionamento dei latticini sono state sottoposte a un'enorme pressione. Mentre in Paesi come Italia e Spagna da tempo si è iniziato ad acquistare latte Uht a discapito del fresco,
Regno Unito e Stati Uniti hanno tradizionalmente fatto il contrario. In questi due Paesi nel 2019 il latte fresco rappresentava il 95% e il 99% delle vendite totali di latte al dettaglio. Tuttavia, la domanda globale di latte Uht è aumentata con la pandemia. Gli stili di vita adottati durante la quarantena hanno influenzato la frequenza con cui i consumatori si sono dedicati alla preparazione dei pasti, con conseguente aumento delle vendite al dettaglio di formaggi, panna e burro. Ma il canale Horeca, totalmente azzerato per due mesi e ora riaperto a ritmo ridotto, rappresenta oltre il 50% delle vendite totali di questi prodotti in Asia e Nord America. Secondo gli analisti di Euromonitor il calo della domanda e delle vendite sarà difficile da compensare facendo affidamento sulle vendite al dettaglio per il resto dell'anno. NUOVO LOCALISMO Sebbene la vendita al dettaglio di generi alimentari sia stata un servizio cruciale durante la pandemia, il Covid-19 ha messo in luce le principali debolezze e difficoltà nelle catene di approvvigionamento esistenti su scala globale. Il rifornimento e il mantenimento dell'afflusso di merci è diventato più difficile con una forza lavoro limitata (attraverso l'infezione e la quarantena), la chiusura delle frontiere e l'aumento generale della domanda alimentare. Ecco perché, secondo Euromonitor, le catene di approvvigionamento alimentare saranno sostanzialmente modificate in futuro. È probabile che
il localismo riacquisisca importanza perché è stata messa in discussione la "necessità" di prodotti provenienti da tutto il mondo, vista la dimostrazione di vulnerabilità dei mercati interconnessi data dall’emergenza sanitaria. PIÙ VENDITE ONLINE Com’è intuibile, durante la fase acuta della pandemia, dal punto di vista del canale, la drogheria e-commerce ha ricevuto un enorme impulso, con gli operatori che hanno registrato aumenti massicci della domanda. I governi ne hanno incoraggiato l’uso e i consumatori hanno seguito il consiglio per procurarsi il cibo mantenendo le distanze sociali o semplicemente per assicurarsi di avere il cibo che desideravano invece di trovarsi davanti a scaffali vuoti. L'ondata ha significato che in molti mercati la domanda è stata superiore all'offerta. Ci sono persone che hanno usato l'e-commerce per la prima volta, consentendo agli operatori di aumentare la propria base di clienti. I rivenditori si aspettano che gli acquisti online continuino in una certa misura anche ora che le restrizioni sono state tolte, spinti dal fatto che le distanze sociali fanno parte della nuova normalità e che i consumatori si attengono alla comodità della spesa online. Negli Stati Uniti, ad esempio, negli ultimi mesi Amazon ha assunto 100.000 persone per la sua rete di consegna (anche attraverso Amazon Fresh e Whole Foods).
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I COMPORTAMENTI D’ACQUISTO DOPO LA PANDEMIA CAMBIAMENTI DI ABITUDINI POTENZIALMENTE CONSERVATI
LOCALISMO E MAGGIORE USO DI PICCOLI NEGOZI LOCALI
PIÙ ACQUISTI ONLINE
RICORSO AL FOOD DELIVERY (PRECEDENTEMENTE NON DISPONIBILE)
MAGGIORE ACQUISTO DI ALIMENTI CHE AUMENTANO L'IMMUNITÀ
Fonte: Euromonitor International
GUARDANDO AVANTI Gli analisti di Euromonitor avvertono che, con la fine delle restrizioni e la riapertura del canale Horeca, le occasioni per consumare pasti fuori casa sono aumentate, ma sicuramente non come prima della pandemia, poiché i consumatori cercano modi per risparmiare denaro a causa delle conseguenze economiche che le misure per arginare il diffondersi del coronavirus hanno provocato. La spesa online sarà più utilizzata perché i consumatori manterranno questa abitudine acquisita, giocoforza, durante
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la quarantena. Alcune categorie e tipi di alimenti manterranno un trend di vendite superiore alla media pre pandemia, perché i consumatori avranno la tendenza a impostare la lista della spesa per "essere preparati" a un’eventuale nuova emergenza. L'agenzia inglese avvisa che il localismo tornerà e la questione della sicurezza alimentare rispetto all'accesso ai prodotti provenienti da tutto il mondo sarà un argomento caldo, soprattutto nel contesto dei cambiamenti nel modo in cui le persone si aspettano di poter viaggiare.
È probabile che la tendenza verso le “clean label” cambi leggermente, poiché il valore di alcune aggiunte sarà sempre più apprezzato (vale a dire la richiesta di prodotti arricchiti con ingredienti che diano un senso di protezione dalle malattie). Come nei periodi precedenti di difficoltà economiche, il cibo che offre appagamento a prezzi abbordabili (ad esempio la pasticceria), probabilmente prospererà poiché i consumatori saranno costretti a ridurre i lussi che, per per la ridotta capacità di spesa, non possono più permettersi.
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MERCATI
I RISCHI POST BREXIT TRATTATIVE COMPLICATE TRA L’UE E IL REGNO UNITO. IN GIOCO DAZI SUI NOSTRI FORMAGGI E LA TUTELA DELLE DOP di Gianluca Pierangelini
P
roseguono le trattative tra Regno Unito e Unione europea per definire il quadro delle future relazioni delle parti una volta che si formalizzerà la Brexit. Fino al 31 dicembre 2020, nonostante Londra sia ufficialmente fuori dall’Unione, resta tutto invariato dal punto di vista commerciale, in attesa di un accordo finale. C’era una piccola finestra entro la quale le parti potevano accordarsi per prorogare il periodo transitorio, ma è scaduta a luglio e il premier Johnson aveva già ribadito la sua ferma posizione di chiudere i dialoghi con Bruxelles entro la fine dell’anno, senza rinvii. L’atteggiamento intransigente del primo ministro è dovuto a una specifica strategia nell’ambito della politica commerciale internazionale. Londra ha avviato contemporaneamente due tavoli
negoziali: uno con l’Ue e l’altro con gli Usa. Questo le consente di rafforzare la propria posizione negoziale nei confronti della Commissione europea, facendo leva sulle avances d’Oltreoceano. Per quel che riguarda l’alimentare gli interessi in gioco sono molti e il nostro settore rischia di uscirne svantaggiato su due fronti: da una parte si rischia di indebolire la nostra posizione unitaria nei confronti degli Usa sul tema Ig – dove l’Italia ha più da perdere rispetto agli altri Stati membri – dall’altra si rischia di compromettere il nostro terzo mercato di destinazione senza un’intesa che preveda la totale liberalizzazione degli scambi. Il mese scorso, infatti, il governo britannico ha pubblicato il nuovo quadro delle tariffe (Uk Global tariff), che applicherà all’import dei prodotti provenienti dai
Paesi terzi, compresi quelli Ue, in caso non si raggiugesse un accordo commerciale entro la fine dell’anno. Le nuove tariffe entreranno in vigore dal 1° gennaio 2021. Nella maggior parte dei casi è prevista una semplice conversione della valuta €/£ del dazio attualmente applicato per l’import dei prodotti in Ue. Sono poche le semplificazioni o le liberalizzazioni tariffarie previste e non riguardano il lattiero-caseario. In questo scenario, la terza destinazione per i formaggi italiani potrebbe imporre dazi all’import dei nostri prodotti: 117£/100kg per il Gorgonzola, 126£/100kg per il Provolone, 154£/100kg per la mozzarella, 157£/100kg per il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. L’aspetto sul quale si rischia di più, però, è la tutela delle Ig e la
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54 IL MONDO DEL LATTE
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04064050
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487 1.054 47 9 70 347 21 92 3.384 1.544 98 122 22 19 161 100 319 260 139 2.257 61 119 17 130 890 411 37 12.217
497 945 277 5 62 123 13 89 3.772 1.491 101 76 4 57 121 100 293 428 85 1.400 279 366 146 118 734 121 153 11.856
478 400 32 19 28 387 16 56 1.505 2.916 297 73 4 4 61 40 531 220 71 1.262 167 155 40 43 705 458 48 10.016
232 456 26 5 29 123 3 44 2.122 2.209 106 38 2 5 26 30 304 101 32 753 97 127 44 50 422 66 31 7.483
172 132 7 1 10 140 4 5 853 1.195 10 4 1 6 5 4 181 152 6 161 53 82 16 11 238 49 55 3.553
5 8 2 1 2 1
PAESI
AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
25 19 2 1 2 2 1 1 1 6 8 2 4 10 1 1 105
04069063
04069099
040630
89 61 21
11 15 2 2 266 242 12 20 1 5 12 53 28 10 4 141 6 20 1 136 46 26 12 1.153
2 18 9 7 505 279 6 3
12 82 4 2 3 14 3 10 191 269 12 5
6 55 1 2 2
3 3 14 81 29 7 94 4 28 2 13 53 31 3 1.365
1 4 7 67 252 4 140 8 17 3 3 28 26 2 1.169
63 6 11 2 8 8 3 1 152 216 5 9 2
31 50 1
71 98 36 4 7 66 16 13 252 736 88 14 4 1 13 72 145 76 8 184 88 104 22 114 317 24 14 2.587
1 5 17 9 2 39 8 6 1 6 69 13 5 667
PROVOLONE
TOTALI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
FORMAGGI FUSI
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069074 -04069079 -04069076 -04069089
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 29 febbraio 2020)
04069073 04069001
100 8 1 1 52 8 4 10 7 6 8 9 28 15 19 342
3 46 2 1 2 8 1 74 225 11 2 1 2 2 6 28 22 1 42 8 3 6 368 5 2 871
74 1
1 4 212 29 321
2.146 3.393 467 51 236 1.324 90 320 13.202 11.349 749 367 42 103 411 486 2.003 1.564 374 6.486 793 1.249 301 662 3.924 1.250 363 53.705
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56 IL MONDO DEL LATTE
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7.994 7.483 430 5 76 4 82 33 49 11
3.769 3.553 179 25 12 5 67 13 54 9 2
11 268 178 18
15 18 393 83 71 12
18 1.300 473 286 14 28 28 471 76 57 19
10.893 10.016 692 58 127 74 3.805 350 3.455 142 28 47 67 1.002 404 13 2 11 27 545 337 325 12
7 159 90 1 1
1.219 1.169 28 6 16 4 2.529 83 2.446 19 11 1 7 77 49 3 1 1 1 22 37 34 3
14.484 2.267 71.638 12.267
14.578 2.722 58.036 14.126
16.253 6.237 170.658 63.700
8.419 936 75.444 7.771
3.885 2.716 29.723 21.529
13.211 12217 748 41 205 17 115 9 106 10
12.673 11.856 688 85 44 34 458 28 430 37 19
10 1.048 540 82
13 6 53 60 55 5
67 71 71
4.080 527 24.357 3.930
04069099
04069073
040630
2.706 2.589 24 48 45 84 152 20 132 45 18 3 24 395 75 49 39 17 3 212 77 73 4
936 667 127 12 130 10 147 10 137 30 3
903 871 29 3
373 342 16
27 191 52 11
8 18 2
13 11 104 110 109 1
1 1 14 55 51 4
856 0
3.459 870 24.158 5.954
1.424 757 8.891 4.906
1.159 288 6.893 1.876
1.579 1.237 7.391 6.101
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA 04064050
04061050 04061080
04069061
GRATTUGIATI 040620
04061030
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 29 febbraio 2020)
04064010 04064090
15
1 173 22 151 9 1
1 1 0
1.205 325 24
3.044
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
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SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
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mercati ex
601 520 77 4
3 2 1 0
291 265 23 1 2 4 39 15 24 2
9 4
6
2 9
1
1
4 0
5 0
465 452 4 2 7 5 0 0
479 27 3.044 194
545 539 4 1 1
554 15 4.038 120
309 292 15
162 105 56
2
18
56
1 4
18 5
56 1
1 1 79 4 75 7
4 192 181 3
5 14 1 2
1 9 1
3 4 12 11
6 1
5 8 0
357 92 2.536 920
804 284 4.476 1.766
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
416 373 37 5 1
9 2 1 1 10
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO, MONTASIO RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
6 6 2 4 459 86 3.559 666
2 6 8 8 1 384 92 2.613 634
1
57.895 53.706 3.200 300 689 233 7.787 590 7.197 331 82 54 195 5.935 2.386 468 57 130 100 2.794 938 872 66 12
341 20 750 130
73.148 19.442 501.333 148.408
106 76 21 4 5 1 62 1 61 0
323 321 2
4
17
1 14 13 1
4 2 2
275 170 1.920 1.164
175 99 1.208 654
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3 14 0
tenuta del sistema Dop e Igp sul continente europeo. Un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Regno Unito potrebbe far entrare in Europa con più facilità prodotti molto competitivi e potrebbe addirittura minare la stabilità del sistema di qualità europeo se Londra non sposasse i rigidi principi della tutela sulle Dop. Perciò l’Italia ha chiesto a Bruxelles di considerare il tema delle Ig come priorità nei negoziati con Londra, insieme ad adeguate regole di origine e una stretta cooperazione normativa. L’obiettivo delle parti resta garantire una certa continuità dei rapporti commerciali, limitando l’impatto della Brexit. I negoziati, però, sono più complicati del previsto. Il Regno Unito chiede un menu à la carte, con l’obiettivo di raggiungere intese sugli argomenti più semplici e rimandare al futuro gli aspetti più spinosi. La Commissione, con il supporto delle altre istituzioni europee, pretende un accordo globale e un atteggiamento più responsabile dei britannici. Del resto, il Regno Unito dovrà prendere coscienza del fatto che è un mercato troppo interconnesso con quelli dell’Ue per far saltare tutto.
O
6/20 16:47
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
ZANETTI
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Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
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IL MONDO DEL LATTE 59
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MERCATI
PRODUZIONE DI LATTE IN FORTE CRESCITA T
ra la fine dell’anno passato e i primi tre mesi del 2020 la produzione di latte in Europa è ripartita a pieno ritmo. Dopo la prudenza che ha caratterizzato la prima parte del 2019 e inciso in modo determinante sul livello di consegne dello scorso anno – che si è chiuso con un modesto +0,5% – tutti i grandi produttori del Vecchio Continente hanno rotto gli indugi e dallo scorso autunno hanno ripreso a mungere. Così, nel primo trimestre 2020, la crescita tendenziale è stata del 2,8%, con un aumento della disponibilità di latte di circa 1 milione di tonnellate. Parte della crescita, è bene ricordarlo, è legata al 29 febbraio (il 2020 è anno bisestile), ma il giorno in più nel trimestre incide solo per l’1% sul valore totale. Pertanto – scorrendo i dati registrati dalla Commissione – è chiaro che quasi ovunque la crescita sia reale: il tasso medio è il triplo di quello registrato lo scorso anno. Tra i grandi produttori, l’Italia si posiziona al primo posto per aumento percentuale (+4,2%), seguita da Olanda, Francia e
Germania. Se invece guardiamo la crescita in valori assoluti, con un aumento di circa 117.000 tonnellate, il nostro Paese passa al quarto posto, preceduto da Germania (+150.000 tonnellate), Francia (+139.000 tonnellate) e Olanda (+130.000 tonnellate). Basta una mano per contare i Paesi che hanno mostrato riduzioni nel primo trimestre dell’anno e nessuno occupa una posizione chiave nel panorama lattiero europeo. Anche a livello nazionale, i numeri diffusi dal Sian mostrano una sostanziale voglia di crescere, soprattutto nel quadrilatero del latte. Fatta eccezione per il Veneto (+2,1%), le altre tre regioni più importanti hanno prodotto ben più della media nazionale: Lombardia, +5,8%, Emilia-Romagna +6% e Piemonte +6,3 per cento. Era più che motivato, quindi, l’allarme lanciato dai primi acqurenti, inondati di latte anche a marzo, quando il lockdown ha imposto la chiusura di tutto il canale Horeca, mandando a carte quarantotto i piani di tante aziende che avevano e hanno nella ristorazione il loro sbocco commerciale d’elezione.
L’ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE DI LATTE IN EUROPA (PRIMO TRIMESTRE 2020) BULGARIA REPUBBLICA CECA BELGIO SPAGNA ITALIA SLOVACCHIA OLANDA IRLANDA UNGHERIA POLONIA SLOVENIA AUSTRIA UNIONE EUROPEA PORTOGALLO FINLANDIA FRANCIA GERMANIA LITUANIA DANIMARCA SVEZIA ROMANIA LETTONIA CROAZIA
8,9% 6,2% 5,5% 4,2% 4,2% 4,0% 3,8% 3,6% 3,5% 3,3% 3,2% 2,9% 2,8% 2,3% 2,1% 2,1% 1,9% 1,4% 0,7% 0,6% -0,3% -0,8% -2,8%
60 IL MONDO DEL LATTE
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19-6 merc
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LE CONSEGNE DI LATTE IN ITALIA NEL PRIMO TRIMESTRE (2020 VS. 2019) SARDEGNA
7,4%
MARCHE
6,5%
PIEMONTE
6,3%
EMILIA-ROMAGNA
6,0%
LOMBARDIA
5,8%
BASILICATA
5,2%
TOSCANA
4,6%
ITALIA
4,2%
SICILIA
3,5%
TRENTO
2,9%
UMBRIA
2,8%
MOLISE
2,4%
PUGLIA
2,2%
VENETO
2,1%
FRIULI-VENEZIA GIULIA
2,0%
VALLE D’AOSTA
1,9%
CALABRIA
1,9%
BOLZANO
0,9%
LIGURIA
-3,5%
ABRUZZO
-3,7%
CAMPANIA LAZIO
-5,8% -20,4%
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI
LATTE SCREMATO IN POLVERE 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
BURRO
CHEDDAR 350 325 300 275 250
Fonte: Mmo – Regolamento Ue n. 2017/1185
Mentre il burro continua a rimanere su quotazioni molto basse, il valore del latte scremato in polvere è in crescita. Il cheddar è al di sotto dei valori dello scorso anno.
650 600 550 500 450 400 350 300 250 200
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
DEL
L AT T E IL MONDO N. 7
LUGLIO
2020 -
ANNO
IL
LXXIV -
LATTE NEL MONDO MENSILE
PAESI AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REGNO UNITO REP.CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE TOTALE PAESI TERZI di cui: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG
12 1 3
606
– ROMA
0401 1090 2019 2099
70%
0401 1010 2011 2091
NTO POSTALE
LATTE SFUSO IN CISTERNA
NAME E IN ABBO
LATTE IN CONFEZIONI
IZION NE SPA SPED POSTE ITALIA
TARIFFA DOGANALE
/c/RM AUT MP-AT
1 GENNAIO - 29 FEBBRAIO 2020 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ICIALE ORGANO UFF
DI
ASSOLATTE
E DEL
F IANO FIL-ID COMITATO ITAL
1 2 5 57 8 163
46 658 1
8 1 665 6
2 22 8
3
2
87 29 2 2 1.083
1 183 2 5 2 201 1.711
6.125
511
689 3.944 585 7
8
ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL
L AT T E
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Il costo dell’abbonamento per l’anno 2020 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
238
TOTALE GENERALE TONNELLATE
7.208
2.222
MIGLIAIA DI EURO
4.764
1.578
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
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ee Cinque StellCremamore
Cinque Stelle picc
ante
gorgonzola e mascarpone Dolce Stella gorgonzola Bio
Tre Stelle e Stella Argento
MERCATI
BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
19-6 NUOVO mercati borsa64 prezzi MSPF.indd 64 n 7 luglio 20 interno.indd
VAR.
2020 MAGGIO MEDIA
2019 MAGGIO MEDIA
VAR.
2,25 3,85 4,10 2,05 8,45 7,95 6,58 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,72 6,03
-46,22% -27,01% -27,32% -50,73% -1,04% -15,22% -15,05% -21,20% -21,49% -25,11% 1,77% 1,50% 0,00% 2,15% 1,82% 1,92% 1,49%
1,18 2,78 2,93 0,98 8,25 6,41 5,38 9,93 9,12 7,85 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,82 6,12
2,23 3,83 4,08 2,03 8,51 7,96 6,58 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03
-47,09% -27,42% -28,19% -51,72% -3,06% -19,47% -18,24% -25,62% -26,33% -28,31% 1,77% 1,50% 0,00% 2,15% 1,82% 1,57% 1,49%
303,75
390,63
-22,24%
302,00
387,50
-22,06%
12,000 11,000 10,100 NQ
14,250 13,300 12,500 NQ
-15,79% -17,29% -19,20% ---
11,750 10,750 9,850 NQ
14,250 13,300 12,500 NQ
-17,54% -19,17% -21,20% ---
2020 APRILE MEDIA
2019 APRILE MEDIA
1,21 2,81 2,98 1,01 8,36 6,74 5,59 10,52 9,72 8,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
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MERCATI
DOP, SI FA SENTIRE L’EFFETTO COVID G
uardando le rilevazioni sulle produzioni Dop dei primi mesi dell’anno è facile notare “l’effetto Covid”, effetto che – in un modo o nell’altro – ha colpito tutti i formaggi a denominazione protetta. Nel caso dei formaggi freschi e molli, le conseguenze del lockdown e della chiusura del canale ristorazione si sono fatte sentire in modo immediato. Può essere letta così la flessione nelle produzioni di Gorgonzola (-17% ad aprile, -13,8% a maggio), del Taleggio (-19,8% ad aprile e -27,4% a maggio) o della Mozzarella di Bufala Campana (-15% a marzo e -10,3% ad aprile). I numeri certificano che le aziende hanno reagito d’istinto al calo della domanda, posizionandosi nel giro in poche settimane su livelli produttivi più prudenti. Il tutto – va sottolineato – continuando a garantire la raccolta di tutto il latte conferito dagli allevamenti, rivendendolo a cifre ben più basse di quelle riconosciute in campagna.
Nel mondo dei formaggi stagionati, invece, la reazione non ha riguardato i livelli produttivi. Del resto, le imprese di trasformazione si sono trovate a dover gestire eccedenze di materia prima mentre la domanda di formaggi e latte fresco subiva una significativa contrazione. Così, come già successo altre volte in passato, il segmento dei grandi formaggi duri – in primis Grana Padano e Parmigiano Reggiano – hanno agito da polmone, immagazzinando prodotto in attesa di tempi migliori. Una conseguenza sotto gli occhi di tutti sono le quotazioni all’ingrosso che sono su livelli significativamente più bassi di quelli dei mesi precedenti. Per far fronte a quelle che potrebbero trasformarsi in eccedenze. Se i mercati, a causa del Coronavirus, non riprenderanno il proprio corso naturale, i prossimi mesi saranno più difficili di quelli che ci siamo lasciati alle spalle.
I consorzi di tutela stanno pensando e attuando nuovi strumenti di promozione e di indirizzo delle produzioni, da affiancare ai normali piani produttivi che, evidentemente, in momenti eccezionali come questi non sono sufficienti. Si parla di ridurre le assegnazioni ai singoli caseifici, di acquistare parte del formaggio per destinarlo a lunga stagionatura, di contributi a chi ridurrà le consegne. Il tutto, mentre si aspettano interventi pubblici più significativi di quelli arrivati finora. Tanto per intendersi: per il momento, la Commissione europea ha destinato al settore lattiero-caseario europeo 30 milioni di euro. Di questi – nelle tasche degli imprenditori italiani – ne arriverà a stento uno. Mentre si parla di aiutare l’economia con i bazooka, per il momento da Bruxelles è arrivata una pistola ad acqua.
LA PRODUZIONE 2020 DEI PRINCIPALI FORMAGGI DOP (GEN-MAG 2020 VAR. %) 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 -20,0 -40,0
ASIAGO
GORGONZOLA GRANA PADANO MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
PARMIGIANO REGGIANO
TALEGGIO
QUARTIROLO LOMBARDO
PECORINO ROMANO
MAGGIO
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IGIENE & SICUREZZA BIO, IL GIAPPONE ESTENDE L’OBBLIGO DI CERTIFICAZIONE AL SETTORE CASEARIO DA LUGLIO 2020 OBBLIGATORIO IL LOGO JAS ORGANIC PER TUTTI I PRODOTTI CHE VARCANO I CONFINI DELL'ISOLA di Ettore Soria
È
appena entrata in vigore la nuova normativa sulle produzioni biologiche agroalimentari, comprese quelle di origine animale (prima erano contemplate solo quelle vegetali e di origine vegetale). Le nuove disposizioni riguardano l’etichettatura e la certificazione che le autorità giapponesi hanno reso obbligatorie ed estese ai prodotti di origine animale, emendando la legge Act on Japanese Agricultural Standard n. 175 del 1950. Per tutti i prodotti biologici esportati in Giappone è quindi diventato obbligatorio apporre il logo Jas organic (Japan Agricultural Standard). Le aziende italiane devono utilizzarlo per commercializzare i loro prodotti dopo aver ottenuto la prevista certificazione, richiedendola agli enti riconosciuti dal Ministero dell'agricoltura giapponese, in virtù dell'accordo di equivalenza siglato con l'Unione europea, emendato nel 2013. Assolatte ha chiesto all’Ice di Tokyo ulteriori indicazioni circa le procedure di esportazione e gli organismi italiani accreditati. In particolare, in maniera differente a quanto era stato possibile apprendere inizialmente, l'esportazione dei prodotti biologici di origine animale nel mercato nipponico non è coperta dall'Accordo di equivalenza concluso dall'Unione europea e dal Giappone nel giugno 2010 ed emendato nel 2013. La certificazione Jas, pertanto, è richiesta solo alle industrie alimentari (escluse quelle che effettuano esclusivamente il confezionamento) e per i
prodotti zootecnici. La normativa Jas richiede la presenza in azienda di due figure distinte: il “Responsabile del processo produttivo” e il “Responsabile della verifica di conformità del prodotto prima della vendita”. L’iter di certificazione si articola in cinque fasi principali. 1.Richiesta servizio di controllo e certificazione e invio della documentazione necessaria al fine di avviare l’iter di certificazione. 2.Valutazione iniziale dei prodotti e del processo produttivo. L’azienda richiedente deve descrivere tutte le procedure di lavoro e le tecniche di produzione adottate. I laboratori e le industrie alimentari, oltre alla documentazione già inviata ai fini del rilascio della certificazione bio Reg. Ce n. 834/2007 (ricette, elenco fornitori, piano di gestione) devono presentare anche il
Piano di gestione dell’attività di grading. 3.Verifica ispettiva in situ al fine di verificare l’effettivo rispetto della normativa giapponese in particolare per quanto attiene i parametri più restrittivi rispetto alla normativa Ue. 4.Emissione del Certificato di Conformità sulla base delle informazioni e dei dati raccolti nell’ambito del processo di valutazione e verifica. Il certificato riporta l’elenco dei prodotti certificati e rispondenti ai requisiti della normativa Jas. 5.Sorveglianza annuale tramite periodiche ispezioni e analisi volte a confermare il mantenimento delle condizioni di conformità. Per l'esportazione di prodotti lattiero-caseari biologici italiani sarà possibile chiedere la certificazione e l'etichettatura solo ai quattro enti certificatori accreditati presso il Maff.
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LA TUA SCELTA
CONTA
Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.
IGIENE & SICUREZZA COMMERCIO AL DETTAGLIO E DONAZIONI LE LINEE GUIDA UE SULLA SICUREZZA FORNITI ORIENTAMENTI SU COME SUPERMERCATI E RISTORANTI POSSONO ATTUARE IL REG. CE N. 852/2004 SULL’IGIENE DEI PRODOTTI ALIMENTARI di Ettore Soria
L
a Commissione europea ha messo a punto un documento che fornisce orientamenti sui sistemi di gestione per la sicurezza alimentare per le attività di commercio al dettaglio concernenti alimenti, comprese le donazioni alimentari. Tali orientamenti hanno l’obiettivo di facilitare e armonizzare l’attuazione dei requisiti Ue per un Fsms (Food Safety Management System), avente un ruolo centrale nell’analisi dei pericoli per i seguenti venditori al dettaglio: macellerie, negozi di generi alimentari, panetterie, pescherie e gelaterie, centri di distribuzione, supermercati, ristoranti, servizi di ristorazione collettiva e pub. Pertanto, vengono forniti gli orientamenti su come tali venditori al dettaglio possono attuare nel contesto della loro attività il Reg. Ce n. 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, in particolare l’articolo 4 e l’allegato II sui requisiti generali in materia di igiene e l’articolo 5 per quanto riguarda le procedure basate sui principi Haccp. Inoltre, le autorità competenti possono utilizzare questi orientamenti per verificare l’attuazione dei requisiti Ue da parte di tali imprese alimentari. Le parti relative alle donazioni alimentari integrano gli orientamenti Ue sulle donazioni alimentari, che chiariscono le disposizioni pertinenti della normativa Ue, al fine di facilitare l’osservanza dei requisiti stabiliti nel quadro normativo Ue (ad esempio sicurezza alimentare, igiene degli alimenti, informazioni
sugli alimenti, rintracciabilità, responsabilità, ecc.), da parte di chi fornisce e di chi riceve le eccedenze alimentari. Nel settore dell’igiene degli alimenti, ad esempio, gli orientamenti sottolineano la necessità che gli Osa (comprese le banche alimentari e altri enti di beneficenza) applichino corrette prassi igieniche e dispongano di un sistema di autocontrollo basato sui principi Haccp in relazione alle attività di ridistribuzione alimentare. Questi orientamenti possono essere integrati o sostituiti da indicazioni a livello nazionale, al fine di tenere meglio conto delle situazioni locali specifiche. Sulla base delle raccomandazioni dell’Efsa, un approccio "semplificato" all’Fsms, in conformità ai requisiti di cui al regolamento Ce n. 852/2004, può essere descritto come segue: 1) l’esercizio di commercio al dettaglio deve essere
consapevole dei gruppi di pericoli (biologico, chimico, fisico o allergene) che possono verificarsi in una determinata fase, senza disporre di una conoscenza approfondita di ciascun pericolo specifico (ad esempio, sapere che potrebbe esserci un rischio biologico associato alla carne cruda, senza sapere però se potrebbe trattarsi di Salmonella, Campylobacter o Escherichia coli produttore della tossina Shiga); ciò è possibile perché le attività di controllo per ciascun gruppo di pericoli sono le medesime a livello di commercio al dettaglio; 2) l’esercizio di commercio al dettaglio deve comprendere che l’incapacità di svolgere determinate attività di riduzione dei rischi, come la separazione degli alimenti crudi da quelli pronti, costituisce un rischio; 3) non è necessario comprendere o applicare la classificazione dei rischi; 4) gli allergeni sono trattati come un pericolo separato, al contrario
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di un rischio chimico; 5) i Prp (Programmi di PreRequisiti) devono essere sempre in atto e, se giustificato sulla base dell’esito dell’identificazione obbligatoria dei pericoli e (dall’assenza) dell’identificazione dei punti critici di controllo (analisi dei pericoli), questi Prp possono essere sufficienti e non necessitare di integrazione mediante ulteriori fasi nelle procedure basate sui principi Haccp (ad esempio, identificazione di Ccp). Ci sono specifiche circa la gestione di alimenti restituiti (come resi di alimenti dai supermercati ai centri di distribuzione centrale): gli Osa dovrebbero garantire che tali prodotti siano mantenuti e conservati separati fino a quando: a) viene accertato che sono sicuri e idonei al consumo umano; b) vengono distrutti o altrimenti utilizzati o smaltiti in maniera sicura e legale; c) vengono restituiti al loro fornitore; d) vengono spediti a titolo di donazione se il prodotto è idoneo al consumo umano; oppure e) vengono ulteriormente trasformati. È sempre importante garantire la piena rintracciabilità degli alimenti resi. Infatti, per le donazioni alimentari, l’Efsa ha raccomandato quattro ulteriori Prp che si applicano a tutti gli Osa coinvolti in tali donazioni, in veste tanto di donatori quanto di riceventi: 1) controllo della conservabilità; 2) gestione di alimenti restituiti (ad esempio, resi di alimenti dai supermercati ai centri di distribuzione centrale); 3) valutazione della conservabilità residua; 4) congelamento di alimenti destinati a donazione. Questo documento costituirà la base delle Linee guida che verranno realizzate dal ministero della Salute e dalle Regioni. In tal senso, sta operando la Lombardia.
CENTRI DI DISTRIBUZIONE DEGLI ALIMENTI: IL DIAGRAMMA DI FLUSSO GENERICO ALIMENTI PRECONFEZIONATI
ALIMENTI NON PRECONFEZIONATI
1 RICEVIMENTO
2 APERTURA DELLA CONFEZIONE
3 MAGAZZINO REFRIGERATO
QUALE TIPO DI MESSAGGIO È NECESSARIO?
4 MAGAZZINAGGIO A TEMPERATURA AMBIENTE
5 MAGAZZINAGGIO CONGELATO
6 ASSEMBLAGGIO ALL'ORDINE
7 CONFEZIONAMENTO
8 TRASPORTO REFRIGERATO
QUALE TIPO DI TRASPORTO È NECESSARIO?
9 TRASPORTO A TEMPERATURA AMBIENTE
10 TRASPORTO CONGELATO
11 VENDITORE AL DETTAGLIO
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini PRODUCIAMO PER IL CANALE HORECA UNA CONFEZIONE DI BURRO DA 2 KG CONTENENTE 250 PORZIONI DA 8 GRAMMI CIASCUNA, A LORO VOLTA CONFEZIONATE. È OBBLIGATORIO INDICARE IL PESO ANCHE SULLE SINGOLE PORZIONI? È SUFFICIENTE INDICARE “8 G“ O SI DEVONO UTILIZZARE ALTRE ESPRESSIONI, TIPO “PESO MEDIO 8 G”?
va etichettato né più e né meno come un qualsiasi altro burro preimballato negli ordinari formati, per esempio da 125 g o 250 g, destinato agli scaffali a libero servizio della distribuzione al dettaglio. Anche le modalità di indicazione del peso sono le stesse e, trattandosi di un formato superiore a 5 g, si applicano le tolleranze e i metodi di controllo della legge n. 690/1978 (se la quantità indicata è accompagnata dal simbolo “e”) o dal Dpr n. 391/1980 (se la quantità indicata non è accompagnata dal simbolo “e”). Quanto all’indicazione della quantità, è sufficiente indicare “8 g”; l’indicazione “peso medio 8 g” non è invece conforme alla normativa, in particolar modo per la presenza della qualificazione “medio”.
I PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI (PAT) INSERITI NELL’ELENCO ISTITUITO DAL DECRETO LEGISLATIVO N. 173 DEL 30/04/1998 SONO TUTELATI AL PARI DELLE DOP?
revisione, contenente circa 600 denominazioni), specificando che “l’inserimento di un prodotto nel predetto elenco non è costitutivo di diritti conseguenti alla pubblicazione e l’eventuale riferimento al nome geografico non costituisce riconoscimento di origine o provenienza del prodotto dal territorio al quale è riconducibile il predetto nome geografico”. Le denominazioni dei prodotti inseriti nell’elenco non godono, dunque, di tutele rispetto al nome specifico, all’area di produzione o alla metodica di produzione. L’utilizzo delle denominazioni in questione non è dunque vincolato al rispetto di alcun disciplinare, ma è ammesso – secondo lealtà, usi e consuetudini – per il prodotto che il consumatore riconosce sotto tale nome.
COME SONO DISCIPLINATI I PRODOTTI PER SPORTIVI E GLI ALIMENTI DIETETICI SOSTITUTIVI DEI PASTI O DELL’INTERA RAZIONE GIORNALIERA PER LA RIDUZIONE DEL PESO?
– i sostituti del pasto sono esclusi dal Reg. Ue 609/2013 perché assoggettati ai Regolamenti europei 1925/2006 sull’aggiunta di vitamine, minerali e altre sostanze, 1924/2006 e 432/2012. Questi ultimi due ne hanno definito i claim ammessi; – i sostituti dell’intera razione giornaliera per il controllo del peso ricadono invece sotto il Reg. Ue 609/2013. Per gli alimenti per sportivi, il Reg. Ue 609/2013 ha previsto la redazione di un report per verificare la necessità di specifiche disposizioni normative per tali prodotti, eventualmente corredata da proposta legislativa. Il report della commissione, pubblicato a giugno 2016, non ha riscontrato la necessità di prevedere disposizioni normative ad hoc. Questi alimenti ricadono dunque nella normativa orizzontale degli alimenti di uso corrente, degli addizionati o in quella degli integratori, a seconda della composizione. Indicazioni in materia sono state fornite dal Ministero della salute con una circolare del 5 luglio 2016.
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Per i prodotti destinati alla collettività, l’indicazione della quantità è obbligatoria anche sulla singola porzione. Questo per effetto di una sentenza della Corte di Giustizia europea del 22 settembre 2016. Sulla base di tale sentenza, il burro nel formato 8 g in questione
No. L’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) è stato istituito al fine di individuare ufficialmente i prodotti tradizionali – le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo – ai quali riconoscere eventuali specifiche deroghe sanitarie consentite dalla regolamentazione comunitaria. Con il Dm 20 luglio 2000, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha pubblicato il primo elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (oggi siamo alla ventesima
Il Reg. Ue n. 609/2013 ha sostituito la precedente Direttiva Ce 2009/39 abolendo la categoria degli alimenti destinati ad alimentazione particolare e mantenendo sotto la sua disciplina le sole categorie di prodotti specificamente pensate per rispondere a particolari esigenze nutrizionali di gruppi di consumatori vulnerabili (formule per lattanti e di proseguimento; alimenti a base di cereali e altri alimenti per la prima infanzia; alimenti a fini medici speciali; sostituti dell’intera razione alimentare giornaliera per il controllo del peso). Gli alimenti destinati a diete ipocaloriche volte alla riduzione del peso sono stati distinti in due categorie:
AL FINE DI ETICHETTARE CORRETTAMENTE UN FORMAGGIO DESTINATO AI VEGETARIANI, VORREMMO AVERE UN QUADRO SULLA NORMATIVA NAZIONALE E COMUNITARIA IN MATERIA E SULLA REGOLAMENTAZIONE DEL CAGLIO.
A livello nazionale e comunitario non esiste ancora una normativa sulla composizione e l’etichettatura di prodotti idonei ai consumatori vegetariani, né esiste un inquadramento giuridico – a quanto ci risulta – comunemente e universalmente condiviso di consumatore vegetariano. Il Reg. Ue n. 1169/2011, nel ribadire che le informazioni sugli alimenti fornite su base volontaria – come nel caso di specie – devono soddisfare specifici requisiti (non indurre in errore il consumatore; non essere ambigue né creare confusione nel consumatore; se del caso, essere basate sui dati scientifici pertinenti), ha previsto all’art. 36 che la Commissione europea adotti atti di esecuzione sull’applicazione di tali requisiti per le
informazioni relative all’idoneità di un alimento per vegetariani o vegani. Tali atti, però, non sono stati ancora emanati. Attualmente, un’indicazione volontaria che affermi l’idoneità di un alimento per i vegetariani è rimessa perciò alla piena responsabilità del produttore o del venditore. In Italia, ci risulta che l’Associazione vegani italiani (Avi) conceda alle aziende (con certificazione eseguita da enti terzi abilitati) l’utilizzo di un suo logo, raffigurante un germoglio a forma di V, a valenza europea. Neanche sul caglio esistono specifiche normative, salvo una regolamentazione comunitaria più generale riguardante gli enzimi alimentari (il Reg. n. 1332/2008), dove si prevede la definizione di un elenco positivo di enzimi che possono essere impiegati negli o sugli alimenti (inclusi quindi gli enzimi coagulanti). La definizione di tale elenco è in corso. L’Efsa sta valutando le domande presentate dagli operatori e solo al termine di tale valutazione e sulla base dei pareri che la stessa Autorità europea esprimerà, la Commissione europea stilerà l’elenco degli enzimi ammessi comprensivo di denominazione specifica e i prodotti alimentari per i quali tali enzimi sono impiegabili.
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