IL MONDO DEL
IL MONDO DEL LATTE 8/2018
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LINEE STARTERS MO – MODX – MO3D Dall’esperienza Alce, la nuova frontiera nella personalizzazione delle paste filate
Da oltre sessant’anni filiamo le paste con passione seguendo la filiera della tradizione. Oggi, grazie ad accurate ricerche e scrupolose selezioni di innesti naturali, nascono gli starters dell’eccellenza italiana per paste filate, pensati per le esigenze specifiche di ogni caseificio.
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IL MONDO DEL
L AT T E EDITORIALE I
l tema degli accordi internazionali continua a scaldare gli animi, con due fazioni contrapposte. Da una parte troviamo l’Unione europea, sostenuta dagli europeisti e da buona parte del mondo delle imprese (noi compresi), che va avanti cercando di siglare intese con gli altri grandi player mondiali per giungere all’abbattimento delle barriere, facilitare gli scambi, aprire nuovi mercati. Dall’altro lato troviamo numerosi gruppi di oppositori, sostenuti da alcune organizzazioni e sindacati, che frenano, sostenendo che i contro superano i pro, e premono perché Parlamento e Governo non ratifichino le intese già approvate dall’Unione. Su queste pagine, abbiamo già parlato di questo delicato tema, che torna alla ribalta con periodicità sempre più ravvicinata: al crescere del numero di intese, si moltiplica la frequenza degli incontri e con essi le occasioni per ribadire la propria posizione. Gli accordi di cui parliamo sono spesso molto ambiziosi e abbracciano diversi campi e settori. L’alimentare è uno dei capitoli più delicati, che stimola il dibattito su tre temi chiave: dazi, barriere non tariffarie, tutela delle Indicazioni geografiche. Il tema dazi è uno di quelli più sentiti dalle aziende del nostro settore, perché incidono sui prezzi e, quindi, sulla competitività. Da sempre sosteniamo la necessità di azzerarli, anche in modo progressivo, e siamo convinti che usati come strumento protezionistico possono trasformarsi in arma a doppio taglio, con conseguenze pericolose. Provocano reazioni a catena e circoli viziosi dai quali è difficile uscire. Si pensi solo a cosa sta succedendo sui mercati mondiali dopo le decisioni del presidente Trump che vuole colpire i prodotti made in Cina in entrata negli Usa. Un altro tema delicato è quello delle barriere non tariffarie. Ogni Paese ha proprie normative ed è difficile far accettare agli altri le nostre regole, così come lo è per noi accettare quelle altrui . Chi non ricorda la questione dei formaggi a latte crudo sollevata dalla Fda? Quanto abbiamo lavorato per spiegare agli amici americani che il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Pecorino Romano e il Provolone sono formaggi sicuri? Come dimenticare il blocco del Gorgonzola in Cina per colpa delle muffe (ebbene sì, nel Gorgonzola ci sono le muffe!)? Sono prodotti che mangiamo da mille anni, perché dovrebbero creare problemi fuori dai nostri confini? Questo è quello che sosteniamo in ogni dove, ma poi non vogliamo accettare le regole altrui, partendo dal presupposto che le autorità sanitarie del resto del mondo siano meno sensibili delle nostre alla salute pubblica. E dimenticando che, per funzionare, gli accordi devono ispirarsi a principi di reciprocità. Il dibattito sulla tutela delle Indicazioni geografiche chiude il cerchio con l’impossibilità di veder riconosciuti numerosi prodotti europei. Per questo tanti oppositori chiedono di restituire al mittente gli accordi che non salvaguardino le nostre tradizioni alimentari (se passasse questa linea non sarebbe possibile alcun accordo). Anche in questo caso ci vorrebbe un po’ di chiarezza: l’albo dei prodotti europei Dop e Igp è molto recente. È nato nel 1996 e in questi 22 anni si è arricchito di centinaia di nuovi prodotti: nel nostro settore le Dop sono passate da 30 a 50; le denominazioni riconosciute in Europa sono più di 1.300, a cui si aggiungono quasi 1.600 nomi di vini! Negli elenchi ci sono prodotti registrati grazie a una “storia” certificata di 25 anni; prodotti quasi ignoti ai più, che nessuno ha intenzione di imitare. Ha senso che per ottenere la loro tutela si ostacolino intese che valgono centinaia di milioni di euro? La tutela della proprietà intellettuale è una cosa importante, come sa chiunque abbia a cuore le produzioni industriali (e chi scrive le ha molto a cuore). Però, gli strumenti per ottenerla sono anche altri e non si possono caricare di così tante aspettative le trattative per gli accordi internazionali. A tirare troppo la corda, prima o poi si spezza! Adriano Hribal
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IGIENE E SICUREZZA
Editoriale Amarcord Prodotti alternativi, Eda non deroga sui nomi Eda: l’hard Brexit sarebbe una catastrofe Ue: il futuro dei formaggi sarà glocal Ue: via al semestre di presidenza austriaco Cadono i muri tra Ue e Giappone Notizie Fil/Idf: sostenibilità e benessere animale News Libri
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NORMATIVE PAG. 69
Etichettatura. Pubblicati i chiarimenti ufficiali della Commisione europea sul Regolamento Ue n. 1160/2011 L’esperto risponde
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OPINIONI PAG. 8
Clorati, l’industria europea chiede limiti più alti
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Ue, giro di vite sulle pratiche sleali di Paolo De Castro
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IL LATTE NEL MONDO
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MONDO ASSOLATTE
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Vacanze, linea e vitalità. La dieta per chi passa l’estate al mare, in montagna o città
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Consumi in ripresa dopo la crisi Italians love bio Colazione, chi la salta ingrassa
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ECONOMIA
MERCATI PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.
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Australia, patti chiari per una lunga amicizia Latte, andamento a due velocità Borsa prezzi Esportazioni italiane di latte Dop, è ora di cambiare
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
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LA DIETA DELL’ESTATE CON LATTE E FORMAGGI SEGNALI POSITIVI DAI CONSUMI ALIMENTARI TANTE DIFFERENZE TRA LE DOP ORGANO UFFICIALE DI
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Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
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LATTE RADIOATTIVO Il disastro nucleare di Chernobyl: un enorme danno per il settore. Una storia mai dimenticata
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primavera. È la fine di aprile. Esplode la centrale nucleare di Chernobyl ed è emergenza radioattività. La nube tossica arriva dalla Svezia. Tutti sperano che non piova e cha la nube passi senza depositare al suolo le sostanze radioattive. Piove. Gli Italiani imparano a parlare di cesio, di decadenza radioattiva. Viene vietato il commercio di latte fresco e di latte Uht. Proibita la somministrazione di foraggi freschi agli animali. In una riunione nella sala partenze dell’aeroporto di Linate, Assolatte incontra il ministro dell’Agricoltura Pandolfi per trovare una soluzione ai mille problemi, tra cui quello dello smaltimento dei prodotti “contaminati”. Il racconto è tratto dal libro sui sessant’anni di Assolatte. L’anno è il 1986. Il ricordo parla di una stagione difficile: per gli abitanti della piccola cittadina di Prjbiat, a soli 3 km dalla centrale nucleare “Lenin” (allora in Unione Sovietica, oggi in Ucraina), investiti da una nube tossica senza precedenti, così come per tutti i cittadini ucraini, bielorussi e, più in generale, dell’intera Europa orientale. Ma non solo. La nube tossica arrivò fino in Finlandia e in Scandinavia e da lì scese verso Germania, Austria, Svizzera, Francia, Balcani e Italia, spostandosi poi fino ad alcune aree della costa orientale del Nord America. L’agricoltura e il settore alimentare, incluso il lattierocaseario, furono tra i comparti più penalizzati dall’incidente; intimamente legati da un filo
indissolubile con la salute. Avvenuto il disastro, si rese necessario agire rapidamente. Tra i primi atti del governo di allora, vi fu il divieto di somministrare latte fresco ai soggetti ad alto rischio: bambini di età inferiore ai dieci anni e donne in stato di gravidanza. Seguirono misure restrittive sull’importazione dei prodotti animali e vegetali e l’attuazione di interventi di ammasso privato. “Al tavolo di coordinamento permanente, nato per affrontare l’emergenza, Assolatte si impegna a garantire il ritiro del latte contaminato. I prodotti trasformati verranno avviati alla distruzione in discarica”. Il colpo all’immagine del latte e dei prodotti lattiero-caseari fu molto violento, sia a livello nazionale sia all’estero, per via delle drastiche misure sanitarie adottate in Italia. Il disastro di Chernobyl costrinse le aziende ad affrontare una crisi straordinaria e imprevedibile, per gravità,
dimensione, ricadute economiche e di immagine. “Il Governo stanzia 300 miliardi per compensare le perdite. I danni sono enormi, ma l’immediata gestione del problema consente di limitarli al minimo e di tornare in fretta alla normalità, anche grazie al presidente del consiglio Bettino Craxi, che dopo tre mesi dalla pioggia radioattiva dichiara in televisione il cessato allarme”. Infatti, col tempo i livelli di radioattività si ridussero e le misure sanitarie furono revocate. Come abbiamo detto, correva l’anno 1986. Colpisce quindi leggere che, a oltre trent’anni dal disastro, benché i livelli di contaminazione al suolo non siano elevati, il latte prodotto in alcune aree dell’Ucraina presenti ancora valori di cesio radioattivo superiori ai 100 becquerel per litro (Bq/l) consentiti per gli adulti e – in alcuni casi – superiori ai 40 Bq/l consentiti per i bambini.
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UE, GIRO DI VITE SULLE PRATICHE SLEALI
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pratiche sleali che creao ntro la fine di quest’anno effetti negativi sui fornitori. Ma l’Ue potrebbe avere una questo non preclude che in legislazione armonizzata futuro la Commissione valuti per contrastare le pratiche eventuali effetti a cascata di commerciali sleali nella filiera pratiche sleali sui consumatori, alimentare. Un provvedimento, normandoli con un nuovo testo è l’auspicio, che darebbe un legislativo, come richiederò con contributo a riequilibrare il potere contrattuale di agricoltori un mio emendamento. Seconda modifica che e imprese agroalimentari nella metteremo ai voti già in catena di approvvigionamento, autunno: abbiamo inserito una e che nasce da un dibattito definizione generale di pratica di oltre dieci anni a livello commerciale sleale, basata su Ue, mentre 20 Paesi – con principi definiti dal Consiglio risultati con luci e ombre – e dalle differenti legislazioni legiferavano a livello nazionale. nazionali, alla quale i vari Stati Da relatore del provvedimento membri potranno ricorrere per per l’Europarlamento, ho estendere a livello nazionale proposto alcuni emendamenti la lista di pratiche alla proposta della vietate. Commissione Soprattutto, in europea. PRONTA vista della Brexit, D’altra parte, BOZZA DI ci sono misure per l’Eurocamera LEGGE, SARÀ evitare eventuali aveva richiesto triangolazioni da VOTATA questo intervento parte degli acquirenti legislativo più ENTRO che potrebbero volte, l’ultima delle L’ANNO decidere di spostare quali nel 2016. la propria sede Tra le proposte legale al di fuori migliorative del dell’Unione, pur mantenendo testo della Commissione la propria rete distributiva abbiamo esteso l’ambito di in Europa, per eludere tale applicazione a tutti i prodotti direttiva. agricoli (florovivaismo, alimenti per animali, ecc.), non solo DIPENDENZA ECONOMICA alimentari e a tutti i fornitori, eliminando il limite di 50 milioni Riconosciamo come l’impianto della Commissione sia di fatturato e 250 dipendenti assolutamente positivo, con previsto nella proposta della pratiche commerciali che – se Commissione. Il motivo è concordate e non imposte semplice: se una pratica è – possono creare effetti sleale lo è sempre. Come economici positivi vicendevoli potremmo accettare che sia per fornitori e acquirenti: considerata tale per un’azienda proprio per assicurare che tali che fattura 50 milioni, e a pratiche siano concordate in 50 milioni più un euro diventi modo trasparente, abbiamo legittima? inserito il concetto di dipendenza economica. Una SOLO PER I FORNITORI dipendenza che non vogliamo Vorrei ricordare che la base assolutamente vietare né giuridica ci obbliga a prendere limitare: ciò che non vogliamo, in considerazione solo le
di Paolo De Castro, parlamentare europeo
al contrario, è l’imposizione di termini contrattuali sfavorevoli dovuti appunto a una situazione di dipendenza economica del fornitore. Se la dipendenza economica porta all’imposizione di clausole contrattuali sleali da parte dell’acquirente nei confronti del fornitore, si prevede che il fornitore possa sporgere denuncia anche se ha firmato un contratto (essendo stato obbligato a farlo). POTERI AGLI STATI La proposta prevede, al momento, solo poteri per le autorità di contrasto nazionali: noi vogliamo inserire anche alcuni obblighi minimi, sia da un punto di vista temporale che procedurale, per garantire il massimo di certezza giuridica ed evitare quanto successo in alcuni Stati membri che, seppur dotati di legislazioni avanzate in materia, le hanno lasciate largamente inapplicate. Prendendo esempio da
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iniziative virtuose come la Supply Chain Initiative, abbiamo inserito la possibilità per gli Stati membri di promuovere meccanismi di mediazione tra le parti, al fine di facilitare la risoluzione delle controversie senza dover forzatamente
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ricorrere a una denuncia. Questi sono solo alcuni dei punti che, a mio avviso, migliorano la proposta, che andranno discussi con Consiglio e Commissione. Da un lato i tempi ci costringeranno a un tour
de force nell’autunno, ma dall’altro abbiamo la volontà della presidenza austriaca di chiudere un accordo politico entro Natale. Così il testo finale potrà essere votato dalla plenaria durante questa legislatura.
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VACANZE, LINEA E VITALITÀ. LA DIETA PER CHI PASSA L’ ESTATE AL MARE, IN MONTAGNA O CITTÀ I LATTICINI SONO UN FEDELE ALLEATO PER CHI VUOLE MANTENERSI IN FORMA DURANTE IL PERIODO ESTIVO. ECCO QUALCHE SUGGERIMENTO PER ALIMENTARSI IN MODO CORRETTO di Carmen Besta
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n piena estate, quando l’afa toglie l’appetito e gli orari dedicati ai pasti sono più flessibili, i dubbi alimentari sono un classico: in spiaggia, è meglio pranzare con un’insalatona, una piadina o può bastare un gelato? Prima di una scampagnata in montagna, come bisogna nutrirsi per non compromettere l’efficienza dell’organismo? E se si resta in città, è giusto concedersi il pasto più abbondante alla sera, quando le temperature sono più fresche? Quesiti apparentemente banali, ma importanti, perché il 50% degli italiani torna dalle ferie con qualche chilo in più! Ecco come sfruttare al massimo questo periodo per rigenerarsi e perdere qualche centimetro da fianchi, cosce e girovita. PER CHI VA AL MARE: LEGGEREZZA ED EQUILIBRIO Il mare fa benissimo al fisico: alza il metabolismo e asciuga i tessuti da tossine e gonfiori. Merito dell’effetto drenante dell’acqua salata e dell’azione tonificante dello iodio che contrastano la maggior fatica a dimagrire tipica dell’estate (le alte temperature richiedono meno energie per mantenere costante la temperatura corporea). Per
tornare dalle ferie più in forma, ecco dunque un programma dietetico che ognuno può combinare da sé, come un puzzle. Si tratta di soluzioni pratiche che contemplano tutti cibi di stagione, facilissimi da reperire ovunque, dal bar dello stabilimento balneare all’albergo. Caratteristica di questo programma alimentare
è la presenza quotidiana della quantità raccomandata di latticini, che favoriscono una migliore gestione dell’appetito, promuovendo una perdita di peso più facile e duratura. Il merito è di varie sostanze contenute naturalmente nei prodotti derivati del latte come sieroproteine, caseina, calcio, grassi e triptofano.
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LA DIETA PUZZLE Avvertenze Chi ha bisogno di perdere 2-4 chili può seguire la dieta per 2-3 settimane, mentre se l’obiettivo è ottenere la massima efficienza psicofisica, basta seguirne le linee di massima, aumentando le porzioni, senza però esagerare con i peccati di gola. COLAZIONE frullato con 250 ml di latte parzialmente scremato e 100 g di fragole; una ciotola di yogurt bianco probiotico con 2-3 cucchiai di muesli, macedonia; caffè/orzo, crème caramel, macedonia con due cucchiaini di mandorle tritate; tè al limone, due fette di pane nero spalmato con un velo di burro e marmellata senza zucchero; 250 ml di caffelatte, quattro frollini integrali all’avena.
PRANZO insalatona di lattuga, carote, rucola, sedano e gamberetti (120 g) condita con olio e limone, un piccolo panino integrale, una coppa di frutti di bosco al naturale con due cucchiai di panna montata fresca; insalata di cetrioli con salmone al naturale (100 g), condita con una salsina a base di extravergine, pepe, yogurt naturale ed erba cipollina, un piccolo panino integrale; tre albicocche; prosciutto crudo magro (90 g) e melone; insalatina mista condita con una salsina a base di extravergine, pepe, yogurt naturale ed erba cipollina, un piccolo panino integrale; bresaola (90 g) con insalata mista di rucola, peperoni, sedano e due cucchiai di Parmigiano Reggiano in scaglie condita con olio e pepe, un piccolo panino integrale, una fetta di ananas; insalata nizzarda con lattuga, pomodorini, tre cucchiai di fagioli, tonno al naturale (60 g) e un uovo sodo, condita con olio e limone; un piccolo panino integrale, una pesca; insalata mista di lattuga, carote e mela verde tagliate alla julienne con extravergine e pepe, formaggio fresco (100 g), un piccolo panino integrale, tre nespole; insalata caprese con 125 g di mozzarella (a scelta anche la versione light o senza lattosio) e pomodori condita con olio e origano, un piccolo panino integrale, una coppa di fragole;
CENA roast beef (130-150 g), verdure grigliate, un panino piccolo integrale, un sorbetto alla frutta; 180-200 g di pesce alla griglia, insalata mista, fragole con due cucchiai di panna montata fresca; un piatto di pasta (70-90 g) con sugo di frutti di mare, verdure grigliate, una fetta di ananas; due spiedini di pesce (anche gamberi) alla griglia; insalata verde con lattuga, ravanelli e cipollotti, macedonia con gelato; insalata di pasta fredda (pasta 50-70 g a crudo) con pomodorini, basilico, capperi, primosale a cubetti (100 g), scorza di limone bio grattugiata, condita con olio e pepe, una fetta di anguria; insalata di riso (50-70 g a crudo), versione marinara (gamberi, cozze, moscardini, pesce spada e pomodorini); mirtilli e lamponi al naturale; una pizza margherita, una birra piccola.
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MONDO ASSOLATTE LA DIETA PER CHI PASSA L’ESTATE IN CITTÀ Passare tutta l’estate a casa è un modo per prendersi finalmente una pausa da dedicare al proprio corpo per riacquistare benessere e peso forma, compromessi da uno stile di vita sedentario, una dieta squilibrata e troppo ricca di sale. Molte persone si lamentano che i risultati della dieta tardano ad arrivare, o che dimagriscono con un ritmo molto più lento di quello impiegato per ingrassare. Oggi si è scoperto che questa condizione è spesso associata a una flora batterica intestinale alterata. La flora batterica ha un ruolo determinante nella regolazione dei segnali infiammatori e degli stimoli metabolici che possono orientare l’organismo verso il dimagrimento o verso l'ingrassamento. LE 6 REGOLE DELLA DIETA PER CHI RESTA IN CITTÀ Migliorare l’alimentazione nell’ottica di ripristinare una flora batterica intestinale sana è, dunque, il punto di partenza per poter contare su un metabolismo efficiente e favorire il dimagrimento. Tra i cibi che promuovono la flora batterica buona ci sono i latticini probiotici, come yogurt e latte fermentato, (che andrebbero consumati ogni giorno), i formaggi fermentati come il gorgonzola, seguiti da legumi, cereali integrali, frutta, verdura (in particolare asparagi, carote, aglio, topinambur, porri, cipolle, ravanelli e pomodori), crauti e verdure fermentate, kefir, miso, tempeh e aceto di sidro di mele. Tra gli alimenti più destabilizzanti per il microbioma, perché alimentano i batteri nocivi, ci sono la carne, le farine raffinate, lo zucchero, i grassi di scarsa qualità, gli additivi e i conservanti. Da ridurre al minimo.
Ridurre della metà le porzioni abituali: in questo modo, si perde peso in modo lento, ma graduale (in genere 0,5 - 1 kg alla settimana), senza rinunciare a nulla e soprattutto senza destabilizzare l’organismo. Per rimanere entro le 1.200-1.300 calorie giornaliere, basta privilegiare il pesce, i cereali integrali e mangiare molta verdura. Per aumentare la diuresi, occorre dare un taglio netto al sale ed evitare tutti i cibi che ne sono ricchi come salumi, salse, conserve, prodotti affumicati e anche il tonno al naturale che – pur essendo poco calorico (solo 100 calorie per etto) – è una miniera di sodio. L’ideale è dire addio al sale comune, puntando sul tipo iposodico. Meglio ancora
se insieme al sale iposodico c’è lo iodio, perché stimola il metabolismo. In etichetta appare l’indicazione “sale iposodico-iodato”. Per contrastare la ritenzione idrica, è necessario anche aumentare l'introito di potassio, il minerale antagonista del sodio che aiuta a eliminare i liquidi in eccesso. Tra i vegetali in assoluto più ricchi di potassio ci sono: patate, spinaci, cavoli di Bruxelles, kiwi, finocchi, indivia e carciofi. Tra i frutti: banane, albicocche, meloni, melograni, cocomeri, fichi, pesche, more, nespole,
ESTATE IN CITTÀ, UNA GIORNATA TIPO COLAZIONE un bicchiere di latte parzialmente scremato; caffè; tre cucchiai di muesli al naturale con frutta secca. SPUNTINO coppa di mirtilli al naturale. PRANZO insalata di pomodori e rucola con mozzarella e gamberetti, un panino piccolo (meglio se integrale). SPUNTINO uno yogurt probiotico. CENA verdure grigliate, pesce alla griglia con erbe aromatiche, macedonia.
ananas, pompelmi, ciliegie, mandarini e arance. Anche imparare a mangiare più lentamente è una questione importante: il segnale di sazietà al cervello arriva dopo circa 20 minuti dal primo boccone, a prescindere da quanto si mangia in questo lasso di tempo. Mai privarsi di un cibo dolce, quando se ne sente il bisogno, neppure se si è a dieta: un gelato alla crema (220-300 calorie circa), si compensa rinunciando, per quel giorno, a un bicchiere di vino e alla michetta di pane oppure a mezza porzione di pasta.
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LA DIETA PER CHI FA LE VACANZE IN MONTAGNA La montagna d’estate è una meta gettonatissima da chi vuole fare il pieno di aria buona e di sano movimento. Per questo, l’alimentazione dovrebbe essere leggera e sana, ma non troppo punitiva: una mattinata di trekking fa consumare oltre 600 calorie. Se non si mangia a sufficienza, l’organismo si ritroverà presto in riserva: nei primi giorni utilizzerà le riserve adipose dando l’illusione di dimagrire velocemente, ma poi, dopo poco tempo, reagirà drasticamente abbassando il metabolismo.
IN ALTA QUOTA MANGIATE COSI Fare colazione con yogurt bianco e muesli al naturale oppure pane nero con un velo di burro e marmellata. Il burro è un jolly per chi fa attività fisica perché i suoi grassi “a catena corta” entrano in gioco come energia supplementare
quando si esauriscono gli zuccheri. Fondamentale per chi fa movimento in montagna o sport in alta quota. Il pranzo può essere costituito da un’insalatona di verdure con uova sode e/o tonno o formaggio fresco, seguita da una macedonia e una fetta di pane nero oppure un piccolo piatto di pasta e un secondo di carne (il pesce sarebbe meglio, ma in montagna non si trova spesso), con contorno di verdure. Per cena è perfetto un minestrone seguito da un secondo di formaggio
fresco (100 g), oppure uova (due alla settimana), oppure pesce/carne (150 g), sempre accompagnato da abbondanti verdure. VIETATO SALTARE I PASTI Anche se si trascorre una giornata in relax assoluto all’ombra degli alberi, bisogna alimentarsi. La sudorazione e l’aria asciutta della montagna privano l’organismo di acqua e sali minerali che causano spossatezza. Se manca l’appetito, basta anche solo spezzare il digiuno con uno yogurt intero. In estate la digestione è più lenta anche per colpa della vasodilatazione, ancor più
se si cammina sotto il sole. Per agevolare il lavoro dello stomaco e dell’intestino è meglio frazionare il più possibile la giornata in piccoli spuntini a base di frutta, verdura, yogurt, formaggi freschi e leggeri, carne magra e pesce cotto alla griglia. Da evitare, invece, panini con salumi grassi, come pancetta o mortadella. Peperoncino e spezie sono perfetti da portare sulla tavola estiva perché stimolano la secrezione gastrica e sono dotati di un buon potere disinfettante sull’intestino che, in questa stagione, è l’organo più debole. I dolci andrebbero limitati perché la loro metabolizzazione richiede all’organismo un grande consumo di acqua che viene rubata al resto del corpo. Risultato? Sete e disidratazione in agguato. Quando serve qualcosa di zuccherino meglio puntare su un frullato con latte o yogurt e frutta.
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PRODOTTI D’IMITAZIONE, NESSUNA DEROGA SUI NOMI di Katia Bellantone
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da ha festeggiato il primo anniversario della famosa sentenza “Tofu Town” pubblicando le sue linee guida per la tutela dei termini protetti del settore caseario. L’obiettivo è quello di indirizzare l’industria e contrastare più efficacemente l’uso improprio delle definizioni protette di formaggi e latticini. Finora la semplice regola per cui panna, burro, formaggio e yogurt non possono essere utilizzati per prodotti di origine vegetale, ma solo per referenze di origine animale, non è bastata a impedire all’industria dei “prodotti imitativi” di esercitare il suo marketing selvaggio. Non esistono il ‘latte’ di soia, il ‘burro’ di soia, lo ‘yogurt’ di soia, ecc. Come ricordavamo, la Corte di Giustizia è intervenuta nell’ultima sentenza su Tofu Town, ma c’è una lunga giurisprudenza a salvaguardia di norme che esistono da 30 anni e sono parte integrante della General Food Law. Ma, si sa, non c’è limite alla fantasia e dunque al marketing. Per cui la battaglia contro le imitazioni, la pubblicità ingannevole, la cattiva e fuorviante informazione al consumatore, si combatte sui banchi del supermercato dove proliferano, al momento quasi indisturbati, i ‘milk’ vegetali in sostituzione del latte, della ‘mozzarella’ vegana, degli
‘yogurt’ alternativi di cocco e, attenzione, c’è persino una pubblicità che recita: “Pensate al latte di mucca, senza la mucca e il latte e con l’80% in meno di emissioni di gas”. Si usa il termine latte per smentire che sia latte. Neanche questo è legale, eppure è stampato sui cartelloni pubblicitari. Non è solo malcostume commerciale. L’uso improprio dei termini protetti come “formaggio vegetale” è molto diffuso anche sul web, nelle riviste di cucina e nelle ricette. Le linee guida di Eda servono a rendere coerente l’opposizione, con uno sguardo a 360 gradi di tutti gli abusi. La pubblicazione delle linee guida Eda non è passata inosservata e le prime reazioni sono arrivate dall’Ensa, la European Plant Based Food Association, che non poteva non contestare il documento, insistendo per
un’interpretazione molto più flessibile della recente giurisprudenza per poter utilizzare, per esempio, le denominazioni “prodotto alternativo” o “prodotto alternativo allo yogurt”. La lettera dell’Ensa al presidente di Eda Michel Nalet si conclude con una velata minaccia a percorrere le vie legali nel caso Eda non modifichi il suo documento. Tanto rumore per nulla. La risposta di Eda è breve e sintetica: quella espressa nelle linee guida è la posizione della European dairy association e rispecchia le norme in vigore coerentemente con l’impegno di sempre a fornire al consumatore la giusta informazione. Che l’Ensa e i suoi membri si adeguino, producendo prodotti originali se vogliono stare sul mercato. Le loro imitazioni non ci lusingano.
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L’HARD BREXIT SAREBBE UNA CATASTROFE di Katia Bellantone
È
un periodo difficile per la Gran Bretagna, e chi si era illuso che l’uscita dall’Unione europea sarebbe stato un processo pacifico è oggi costretto a fare i conti con la realtà. Una realtà che vede la premier Theresa May in grande difficoltà con due membri del suo governo illustri dimissionari: il ministro degli Esteri Boris Johnson e il ministro per la Brexit David Davis, che hanno giudicato troppo morbida la linea May sull’uscita dall’Unione. L’inquilina del numero 10 di Downing Street vorrebbe proporre a Bruxelles la creazione di un’area di libero scambio fra Regno Unito e Ue – una via di mezzo fra la partecipazione al mercato unico e la sua esclusione – e procedure facilitate per la circolazione di persone all’interno dell’area. Un’intesa giudicata troppo soft dai promotori della hard Brexit, che sostengono invece l’uscita del Regno Unito da tutti i trattati e da tutte le istituzioni europee, compresi quindi anche il mercato unico e la libera circolazione delle persone. Dove si posiziona il settore lattiero-caseario in questa disputa? La risposta è semplice quanto razionale. La hard Brexit, avverte l’Eda, avrebbe ripercussioni catastrofiche, molto peggiori rispetto all’embargo russo che già aveva costretto i nostri produttori a trovare in fretta nuovi mercati. Si tenga conto, scrivono i caseari europei e
inglesi in una nota congiunta, che il burro venduto dai 27 in Gran Bretagna è tre volte quello esportato in Russia, e che esportiamo verso Londra il doppio dei formaggi che esportavamo a Mosca. Per questo l’obiettivo è che le relazioni tra Unione europea e Gran Bretagna restino quanto più possibile coerenti con la situazione attuale. Eda sostiene in parte la posizione britannica espressa nel “Libro bianco sul futuro delle relazioni tra Ue e Gb” che la premier May ha presentato di fronte al suo Parlamento e che ha scatenato le reazioni dei suoi compagni di partito più intransigenti. Per il settore caseario del Vecchio continente, incluso quello britannico, la soluzione è parzialmente espressa nel documento inglese: “zero tariffs across goods (including manufactured goods, agricultural, food and fisheries products), with no quotas” (niente dazi e niente quote per i prodotti europei che entrano in Gran Bretagna e viceversa). Un mantenimento sostanziale del mercato unico, ma bisogna fare attenzione. Eda esprime preoccupazione e perplessità
Il primo ministro del Regno Unito Theresa May per la possibilità che la Gran Bretagna diventi un canale di ingresso nell’Unione per merci che arrivano da Paesi terzi. Infatti, troppa incertezza c’è ancora sul capitolo Brexit e accordi internazionali e, quindi, la gestione dei confini e delle dogane rappresenta oggi una delle maggiori sfide. I nodi da sciogliere sono molti: dalle regole per il riconoscimento dei certificati sanitari agli effetti della nazionalizzazione della politica agricola inglese, uno degli aspetti che ha maggiormente influito sul voto a favore della Brexit. L’incertezza all’interno della maggioranza di governo inglese e l’imminente fine del mandato della Commissione europea riducono il margine di negoziazione e complicano la soluzione dell’accordo. Già all’indomani del referendum, Eda ha iniziato a lavorare per esprimere con una voce unica gli interessi del settore lattiero-caseario europeo. Continua il nostro dialogo con le istituzioni per non dover un giorno, è il caso di dirlo, piangere sul latte versato o, meglio, sacrificato.
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LA PREVISIONE DELL’UE: IL FUTURO DEI FORMAGGI SARÀ GLOCAL LE ECCELLENZE SI VENDONO BENE ALL’ESTERO SE CONSERVANO UN LEGAME CON IL TERRITORIO di Katia Bellantone
N
el primo quadrimestre del 2018, la raccolta di latte ha registrato un +2% rispetto all’anno scorso, una crescita leggermente inferiore alle aspettative. Alluvioni nel Sud Europa e siccità nel Nord hanno spinto al ribasso le previsioni, anche se Germania, Italia, Polonia, Spagna e Belgio, nello stesso periodo, hanno registrato un aumento significativo della produzione. L’aumento delle consegne di latte ha portato a una leggera flessione del prezzo del latte alla stalla (33 centesimi al kg), inferiore del 2% rispetto a quello dello scorso anno e di un punto percentuale in meno rispetto alla media degli ultimi cinque. Secondo gli analisti, il prezzo del latte scenderà ancora, per poi riprendere la crescita verso la fine dell’anno, seguendo l’andamento del prezzo dei trasformati, la cui domanda è in crescita sia in Europa sia nel mercato globale. Ed è proprio grazie alla domanda globale che gli scambi hanno registrato una crescita dell’8%, con l’export europeo che rappresenta ben il 33% degli scambi mondiali. La Nuova Zelanda torna a essere Paese leader nell’export di prodotti caseari. Le previsioni per il secondo semestre restano positive. La domanda avrà segno più grazie anche ai mutamenti degli equilibri internazionali che si ripercuotono sul mercato dei prodotti caseari. I formaggi europei potrebbero beneficiare delle tariffe doganali che Cina e Messico intendono imporre a quelli statunitensi in risposta ai dazi americani su acciaio e alluminio. La Cina il 5 luglio ha già introdotto un dazio del 25% su alcuni prodotti caseari made in Usa e il Messico ha annunciato un dazio del 10-25% su diversi tipi di formaggi americani. Se si considera che il 75% dell’import messicano arriva dagli Stati Uniti e che recentemente Ue e Messico hanno concluso un accordo per l’accesso al mercato e per la protezione delle Indicazioni geografiche, lo scenario internazionale potrebbe essere molto favorevole. Nonostante l’innegabile e instancabile pressione dei nostri competitor americani, anche la Commissione europea sottolinea il trend di
crescita dei formaggi di alta qualità che trainano l’export comunitario. Sono Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola e pochi altri a fare dell’Europa un concorrente temuto sul mercato globale. Oltre il dato economico, l’outlook della Commissione europea sul dairy nel 2018 evidenzia che il settore del food gioca un ruolo determinante nella definizione degli equilibri commerciali mondiali. Lo testimonia il citato caso del nesso acciaio-formaggio. I formaggi poi, all’interno del food, rappresentano, insieme ad altri pochi settori come il vino, le produzioni di maggiore qualità. La “guerra” non è più dunque solo sui numeri, ma si internazionalizza la necessità di preservare l’identità territoriale. È quello che qualcuno ha definito “glocal”, globalizzazione sì, guardare al mondo sì, ma preservando e tutelando le specificità, la qualità, l’autenticità delle produzioni locali che dal legame con il territorio acquistano quel valore che si vende così bene sui mercati oltreoceano.
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AUSTRIA, POCA QUANTITÀ MA TANTA QUALITÀ VIA AL SEMESTRE DI PRESIDENZA DI VIENNA, CHE ACCOMPAGNERÀ LE ISTITUZIONI EUROPEE ALLE ELEZIONI DEL MAGGIO 2019 di Katia Bellantone
“U
n’Europa che protegge”: è questo il leitmotiv della presidenza austriaca che ha appena iniziato il proprio mandato. Maggiore tutela è la ricetta per ridare fiducia ai cittadini europei. Nell’ultimo semestre utile prima del rinnovo del Parlamento a maggio 2019, la timeline per assumere decisioni è serratissima. Anche per gli austriaci al primo punto dell’agenda europea ci sono sicurezza e immigrazione. Il governo di Vienna non intende fare concessioni e ritiene che i pericoli per l’Europa vengano dall’esterno, quindi bisogna chiudere. Ma, seppur centrali, le questioni di sicurezza sociale non sono le uniche all’attenzione dei nuovi timonieri del Consiglio europeo. L’Austria è un Paese a grande vocazione agricola che non sarà ignorata. Il latte resterà l’oro bianco per il prossimo decennio, assicurano i ministri austriaci. Essendo un Paese piccolo e con zone montane, dove è difficile allevare e aggregare, l’Austria ha puntato tutto sulla sostenibilità, riuscendo a vincere la sfida di competere, prima di tutto, sul mercato europeo. L’ingresso nell’Unione europea, nel 1995, ha radicalmente cambiato il sistema produttivo. Allevatori e industria casearia hanno puntato tutto su qualità e competitività: oggi il 100% del latte prodotto in Austria è Ogm-free, il 68% arriva da aree di montagna, il 16% è biologico e il 15% è latte fieno. Esportano il 43% dei prodotti caseari e l’Italia è il loro secondo acquirente di latte, dopo la Germania. Anche il settore della trasformazione ha beneficiato dell’adesione all’Unione europea. Organizzato principalmente in cooperative e
piccole e medie imprese, ha avviato un processo di modernizzazione puntando sull’innovazione. Ancora oggi la strategia del settore caseario austriaco è puntare su prodotti finiti per il consumatore, anche regionali, differenziati in base ai diversi schemi di qualità: basse emissioni di carbonio, benessere animale, non uso di pesticidi. Tutto ciò ha consentito prezzi più sostenuti rispetto alla media europea, con un buon ritorno per gli imprenditori. I costi di produzione, però, restano un nodo cruciale. Troppo alti e difficili da abbattere in un territorio che alle difficoltà ambientali aggiunge i molti vincoli alla produzione. Nonostante la riforma della Politica agricola comune sia il main topic di questi mesi, tutti dedicati al dibattito su semplificazione, flessibilità e sussidiarietà della nuova Pac, la presidenza austriaca sarebbe troppo ambiziosa per sperare di aggiudicarsi i meriti della conclusione del difficile accordo. È sicura invece di “portare a casa” la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, altra importante iniziativa legislativa adottata dalla Commissione ad aprile scorso, al “90esimo minuto”, in tempo utile per vedere la luce prima dello scioglimento del Parlamento.
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TRA UE E GIAPPONE CADONO I MURI di Gianluca Pierangelini
Q
uando si fanno passi avanti nella definizione di un percorso lungo e tortuoso, per dare l’idea della complessità dell’operazione, si fa riferimento a “mattoni” o “tasselli” che vengono pian piano aggiunti per costruire qualcosa di importante, qualcosa che sembra lontano dall’essere realizzato. La strategia commerciale europea di apertura dei mercati potrebbe essere vista proprio così, un cammino difficile disseminato di negoziati estenuanti che durano anni, il superamento di ideologie protezionistiche e il raggiungimento di compromessi difficili, che intercettino le esigenze delle parti e che consentano la chiusura di accordi utili all’Unione europea per rimanere al passo delle grandi economie mondiali e dei suoi diretti concorrenti. A luglio è stato raggiunto un risultato importante: la seconda e la terza economia del mondo hanno infatti deciso di aprire i reciproci mercati e contribuire allo sviluppo delle proprie relazioni commerciali. Altro che mattone! L’Ue e il Giappone con una firma hanno gettato le fondamenta e costruito gran parte della casa. Parlare di muri o mattoni, però, sarebbe fuorviante e si darebbe un’idea di chiusura che è ben lontana dallo spirito dell’accordo. In questo caso, infatti, i muri sono stati abbattuti in un solo colpo. Con l’Eu-Japan Economic Partnership Agreement (Epa o Jefta, che dir si voglia) è stata rimossa la maggior parte di quel miliardo di euro di dazi che le imprese europee dovevano pagare per esportare in Giappone, è stato abbattuto un buon numero di barriere non tariffarie legate alle differenti normative tra le parti ed è stato aperto ai prodotti europei un mercato di 127 milioni di consumatori giapponesi. Ecco quindi che la portata dell’accordo non può essere ridotta ad un semplice “mattoncino”, soprattutto perché unisce due economie che insieme rappresentano un terzo del Pil mondiale e contano un totale di più di 600 milioni di consumatori, i veri beneficiari della liberalizzazione degli scambi. L’intesa è stata firmata, nel corso del Summit Ue-Giappone, svoltosi il 17 luglio scorso a Tokyo, dal presidente della Commissione europea Jean
Claude Juncker, dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e dal primo Ministro giapponese Shinzo Abe: un’intesa storica. Comprensibile, quindi, l’entusiasmo del commissario europeo al commercio Cecilia Malmstroem, che ha dichiarato: “Insieme al Giappone, abbiamo mandato un chiaro segnale al mondo: due delle sue più grandi economie credono ancora nel libero commercio e contrastano con forza l’unilateralismo e il protezionismo – e ha aggiunto – il settore agroalimentare europeo ha sicuramente qualcosa da festeggiare oggi, visto il migliore accesso all’enorme mercato giapponese e la tutela di più di 200 prodotti certificati”. Entusiasmo condiviso anche dal presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi, che ha commentato così la firma: “Siamo a favore di questo tipo di accordi perché con la crescita delle nostre esportazioni è sempre più importante avere regole condivise con i nostri partner commerciali. È il solo modo per incrementare le opportunità delle nostre imprese e per supportare l’export delle nostre eccellenze”. Ma vediamo nel dettaglio la portata di questo accordo per l’industria lattiero-casearia italiana. ACCESSO AL MERCATO Uno degli aspetti più interessanti dell’Epa riguarda la liberalizzazione tariffaria del settore agroalimentare, che vedrà l’85% dei prodotti esportati in Giappone progressivamente esente da dazi, e il lattiero-caseario è uno dei settori che più beneficerà di questo cambiamento. Nei prossimi 16 anni i dazi sui formaggi duri – che oggi sono soggetti a una tassa del 29,8% sul loro valore – saranno progressivamente liberalizzati fino a una totale esenzione. Inoltre, i formaggi freschi, le creme, i fusi, gli erborinati e gli altri formaggi molli vedranno aumentare il proprio contingente tariffario
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FONTINA
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
PROVOLONE
ITALICO E TALEGGIO
GORGONZOLA
FIORE SARDO E PECORINO
ALTRI FORMAGGI
GRANA PADANO E PARMIGIANO REGGIANO
fase delle trattative. L’accordo prevede il riconoscimento e la tutela di dieci formaggi Dop: Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Provolone Valpadana e Taleggio. Di questi, però, alcuni dovranno aspettare sette anni prima di godere di una piena tutela, altri vedranno tutelati solo i nomi composti e non i termini individuali e altri ancora saranno soggetti a una deroga dei rispettivi disciplinari che consente il confezionamento in Giappone. BARRIERE NON TARIFFARIE Nonostante questi limiti, va riconosciuto che Sono stati fatti notevoli progressi anche sugli per la prima volta il mercato giapponese tutela additivi alimentari, garantendo trasparenza e le nostre principali Indicazioni geografiche, che prevedibilità sui tempi di definizione degli standard. altrimenti continuerebbe ad essere imitate senza alcuna limitazione. Non dimentichiamo, poi, che il La maggior parte delle nuove linee guida sugli Giappone ha una normativa interna sulle Ig, quindi aspetti sanitari e fitosanitari sono già state ci sono tutti i presupposti per implementare il approvate dal Giappone e nel corso di due anni livello di protezione delle nostre denominazioni in verranno elaborati i relativi standard. quel Paese. Ma le ambizioni dell’accordo sull’agroalimentare NORME SULL’ORIGINE sono ancora più ampie: il Giappone e l’Ue hanno Per i prodotti agricoli trasformati, gli esportatori concordato un capitolo relativo alla cooperazione europei potranno continuare a spedire i loro nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura, prodotti come fanno adesso, approfittando delle della pesca e dell’alimentare, con l’obiettivo di migliorie apportate dall’accordo. La limitazione dei materiali non originari per il lattiero-caseario rimane consentire alle parti di promuovere il commercio attraverso lo scambio di informazioni tecniche il 10% in peso. e buone pratiche in materia di politiche agricole INDICAZIONI GEOGRAFICHE sostenibili, utilizzo della tecnologia e innovazione. Più complesso e solo parzialmente soddisfacente L’obiettivo è anche quello di garantire il commercio il capitolo relativo alle Indicazioni geografiche, per il di prodotti alimentari sicuri e di alta qualità. quale Assolatte si era immediatamente mobilitata Ora, spetta al Parlamento europeo approvare chiedendo soluzioni migliorative durante l’ultima l’intesa e ratificarla prima della fine del 2019, quando sono previste le nuove elezioni europee. INCIDENZA DELLE CATEGORIE SULL’EXPORT Attenzione: l’accordo riguarda materie di competenza esclusiva dell’Unione europea, quindi non c’è bisogno della ratifica da parte degli Stati membri. 60% I capitoli relativi agli investimenti e alla risoluzione delle controversie tra Stati, 53% che rientrano nel campo delle competenze 50% concorrenti tra l’Ue gli Stati membri, sono oggetto di trattative separate, ancora in corso. Solo per questi sarà necessaria la 40% verifica dei Parlamenti nazionali. La sostanza è che la portata generale dell’accordo coincide perfettamente con quella particolare riferita al nostro settore: 30% il Giappone è il primo importatore di formaggi al mondo ed è la nostra decima 19% 18% destinazione con il volumi doppi rispetto al 20% Canada. Accordi come questi servono alle nostre imprese e alla nostra economia. 5% 4% 10% Si può sempre fare di più, come nel caso delle Indicazioni geografiche, ma è 0,4% 0,2% 0,1% 0,02% comunque meglio partire da un accordo 0% base che da un non accordo.
FRESCHI
dalle attuali 20mila a 31mila tonnellate. Dal 17esimo anno, il contingente aumenterà con il crescere del consumo dei formaggi europei. I dazi saranno progressivamente ridotti fino al totale azzeramento a seconda delle diverse linee tariffarie. Per gli altri prodotti lattiero-caseari come il siero di latte, il siero di latte concentrato, l’infant formula, il latte scremato in polvere, il burro e il latte condensato è prevista una limitazione dei dazi e in alcuni casi l’incremento delle quote già esistenti.
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SOSTENIBILITÀ E BENESSERE ANIMALE
foto Mihail Macri - Unsplash
di Chiara Fabrizi
L
a Fil/Idf si occupa di moltissime tematiche fondamentali per il settore lattiero-caseario: dalle analisi di vari prodotti alla salute e benessere animale, dalle politiche lattiere alle tecnologie. Grazie agli esperti nazionali che lavorano sui tavoli della federazione, proponiamo ai nostri lettori un aggiornamento su alcuni dei temi di maggiore interesse attualmente discussi a livello internazionale. AMBIENTE E SOSTENIBILITÀ Sul fronte ambiente, procedono i lavori sulle “Innovative Practices for Ecofriendly Dairy Processing”, che, come noto, sono stati suddivisi nelle cinque aree di lavoro “energy use and saving”, “solid waste management”, “water use, consumption
and saving”, “waste water pubblicazione entro fine 2018. management” e “total cost of L’Action team su “dairy nutrition ownership (Tco)”. e sustainability” sta lavorando Rispetto a quest’ultima area, alla creazione di un sito web nel è stato appena pubblicato il quale pubblicare tutti gli studi primo lavoro sul Tco (Bollettino esistenti su nutrizione, dairy e Fil 492/2018), che illustra sostenibilità. le metodiche Visto che nel per valutare la calcolo del convenienza di carbon footprint PRESTO SARÀ un investimento attualmente non DISPONIBILE prendendo in si tiene conto UN PORTALE considerazione del sequestro sia gli aspetti del carbonio, gli CON GLI STUDI economici sia esperti Fil stanno SU NUTRIZIONE di efficienza approfondendo E AMBIENTE e riduzione l’ipotesi di un dell’impatto nuovo potenziale ambientale. e interessante Inoltre, sono a lavoro sul “carbon buon punto i lavori sull’efficienza sequestration”. Tema di non energetica e quello sul facile soluzione, sul quale anche trattamento delle acque reflue; alcune realtà europee stanno l’obiettivo sarebbe la loro ragionando da tempo.
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La nostra è una storia che inizia oltre cent'anni fa e arriva ad oggi quale emblema di un'eccellenza tutta italiana, capace, da quattro generazioni, di costruire la propria leadership nella produzione, stagionatura ed esportazione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.
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ATTUALITÀ_FIL/IDF il prossimo ottobre e nel 2019 pubblicati da poco i Bollettini Nuove ipotesi di lavoro in Turchia o il settimo simposio riguardanti la determinazione riguardano anche lo sviluppo di su Cheese Ripening a Montreal, del contenuto di grasso in latte indicatori in grado di mettere in Canada, nel giugno 2020). e crema, mentre si attende la relazione il valore nutrizionale Altri lavori all’orizzonte riguardano pubblicazione del report sul degli alimenti con il loro impatto i prodotti a base vegetale che collaborative study. ambientale. si propongono come alternative Al via, dal prossimo settembre, I progressi nel lavoro Leap a quelli di origine lattiera e la uno studio collaborativo sulla (Livestock environmental “digital dairy innovation”. determinazione del grasso, approach), il Pef (Product tramite metodo Rose Gottlieb, in environmental latte scremato e panna. footprint), i ANALISI Dai tavoli dell’Analytical Week, gli nuovi indicatori Il comitato SEMPRE PIÙ esperti segnalano che procede di impatto permanente ATTENZIONE l’iter di approvazione della ambientale sulle metodiche STANNO AVENDO revisione dello standard Iso/Fil previsti nel Dairy analitiche per i I LAVORI sulla purezza del grasso lattiero Sustainability microrganismi SCIENTIFICI Framework (che ed ha ricevuto parere favorevole lattieri ha SUL BENESSERE salgono così a la bozza del nuovo standard per lavorato 13) e il tentativo all’enumerazione la determinazione del grasso con ANIMALE di creare una metodo Sbr che unisce i metodi dei probiotici connessione di diverse matrici, che passa, tramite citotra Idf e Sai quindi, allo stadio Dis (Draft fluorimetria. (Sustainable agriculture International Standard). Inoltre Lavoro che ha portato alla initiative) sono alcuni degli altri è in corso la discussione sulla pubblicazione dell’articolo “Flow temi affrontati dallo Standing guida per la preparazione dei cytometry as a potential method campioni destinati a test fisici e Committee sull’ambiente. of measuring bacterial viability chimici. in probiotic products: a review”, TECNOLOGIA liberamente scaricabile dalla Nell’ambito del Comitato BENESSERE ANIMALE rivista Elsevier “Trend in Food permanente su scienze e Dall’adozione della prima guida Science and Technology” (Vol. tecnologie lattiero-casearie, i temi 78, Agosto 2018). su “Good Animal Welfare in attualmente sul tavolo riguardano Sul fronte delle metodiche Dairy Production” – dieci anni la pastorizzazione del latte e la fa – il benessere degli animali, analitiche legate alla stesura di uno specifico bollettino composizione, sono stati inclusa la salute, è diventato una sul tema, gli ftalati nelle attrezzature dairy e i lavori sulle EVENTI pratiche innovative per processi Dairy for the next generation! eco-friendly; questi ultimi portati Il prossimo Idf World Dairy Summit si svolgerà a Daejeon, in Corea del Sud, dal 15 al avanti in coordinamento con gli 19 ottobre 2018. esperti dell’ambiente. “Il Summit sarà l’occasione per esplorare tematiche nuove e offrire prospettive Dopo il factsheet diffuso nel stimolanti per un’industria lattiero-casearia in continuo cambiamento” ha affermato 2017 sul galattosio, si lavora ora Judith Bryan, presidente della Federazione su altre pubblicazioni riguardanti internazionale del latte. “milk and mortality” e “milk and All’evento sono attesi più di 1.500 health”. partecipanti, mentre oltre 130 saranno i All’attenzione del comitato relatori individuati dagli organizzatori per anche il tema “nutrient mapping presentare le novità, le analisi, le previsioni and bioactive molecules”. e i risultati su tantissimi temi riguardanti il Grazie all’utilizzo dei big data, settore lattiero-caseario. l’intenzione sarebbe quella di Come da tradizione, l’evento offrirà un predisporre algoritmi per valutare programma che spazierà dalle politiche ed le caratteristiche nutrizionali e economie lattiere fino alle metodiche di valutare gli effetti sulla salute in analisi, dalla salute e benessere animale vivo di differenti prodotti lattieri. alle scienze e alle tecnologie, fino ad Vari i simposi e le conferenze affrontare tutti gli aspetti che, direttamente riguardanti scienze e tecnologie o indirettamente, coinvolgono l’universo lattiero, le sue produzioni e i suoi risvolti su lattiero-casearie di cui si stanno salute e ambiente. predisponendo i programmi (la Fino al 15 agosto sarà possibile usufruire delle tariffe agevolate dell’Early conferenza su Dairy Science and registration. Technology durante l’Idf World Tutte le informazioni sono disponibili all’indirizzo: www.idfwds2018.com Dairy Summit in Corea del Sud
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ATTUALITÀ_FIL/IDF delle maggiori sfide del settore della produzione animale, anche perché nella maggior parte dei Paesi sono aumentate la consapevolezza e le aspettative del pubblico su questi aspetti. Inoltre, nel corso dell’ultimo decennio, sono stati pubblicati nuovi dati scientifici, strumenti e standard di benessere degli animali. La produzione lattiera di precisione è diventata una realtà e sono emerse nuove istanze sulla salute (come l’antibiotico resistenza o la sostenibilità degli allevamenti). Quindi, vista la necessità per il settore lattiero-caseario di lavorare in maniera proattiva per salvaguardare la fiducia dei consumatori, gli esperti Fil stanno lavorando alla “Idf Guide to good animal welfare practices in dairy production 2.0”. La pubblicazione rappresenta la revisione e l’aggiornamento della guida pubblicata nel 2008. Il documento fornisce i principi applicativi per l’implementazione pratica degli standard Oie. La finalizzazione del testo è prevista per la sua presentazione durante l’Idf World Dairy Summit in Corea del Sud il prossimo ottobre. Sempre in tema di salute e benessere animale, la Fil sta lavorando a una guida sull’uso dei sensori per il rilevamento e la gestione della salute delle mandrie. Tra i nuovi lavori di maggior interesse, sui quali concentreranno i loro sforzi gli esperti Fil, ci sono la definizione di nuovi e risolti casi di mastite clinica e subclinica e le tecnologie di riproduzione per i bovini (attraverso la stesura di vari factsheet che affronteranno le specifiche tecnologie, con focus sugli usi pratici e i benefici di tali tecnologie sulla salute e il benessere degli animali, oltreché sulla riproduttività). Si continuerà poi a lavorare alla raccolta dei dati sulla qualità del latte e sulle statistiche relative all’igiene e all’organizzazione dell’Idf Mastitis Conference, in programma a maggio 2019 a Copenaghen, in Danimarca.
NUOVE PUBBLICAZIONI Strategie di rimozione delle tettarelle e dei cluster per bovini e piccoli ruminanti: revisione e raccomandazioni Dagli anni Novanta, quando la tecnologia è stata introdotta per la prima volta in Europa, i sistemi di mungitura automatica-Ams (senza manodopera umana) hanno acquisito un notevole slancio. Al giorno d’oggi, più di 25mila caseifici in tutto il mondo utilizzano gli Ams per mungere i loro animali. Per effettuare una mungitura delicata, rapida e completa, che assicuri un’alta qualità, mantenendo gli animali sani e senza stress, è necessaria una rimozione ottimale della tettarella. Si tratta di un aspetto cruciale per il benessere animale, la qualità del latte e l’efficienza economica. Per questo l’Action team sui sistemi e le attrezzature per la mungitura della Fil/Idf ha ritenuto importante predisporre una guida comune sulle buone pratiche da adottare (Bollettino 491/2018). È un tema sul quale esistono interpretazioni e intendimenti nettamente divergenti nel mondo, che hanno reso la stesura della guida una vera sfida. La pubblicazione illustra il background fisiologico del perché il distacco automatico e precoce può abbreviare il tempo di fermo macchina senza perdita di produzione di latte. Spiega esaurientemente gli studi sui quarti di mungitura e quelli di avvio delle macchine di mungitura automatica. Il dispositivo di rimozione automatico del cluster viene utilizzato nei piccoli ruminanti con le loro specificità, poiché le capre e le pecore sono spesso diverse nella ripartizione del latte nella mammella e nella loro risposta all’applicazione del cluster. Complessivamente, questo lavoro può aiutare i fornitori di attrezzature per la mungitura, i consulenti e gli operatori delle aziende casearie ad adeguare le impostazioni predefinite di fabbrica fino a quelle ottimali sugli avvii automatici. Costo totale di proprietà: un approccio per supportare investimenti sostenibili nell’industria di trasformazione e confezionamento di prodotti lattiero-caseari Il costo totale di proprietà (Tco) è un’analisi intesa a determinare tutti i costi del ciclo di vita derivanti dal possesso di determinati tipi di attività. La metodologia Tco descritta nel nuovo Bollettino Fil/Idf è stata adattata a un sistema di lavorazione del latte (Bollettino Fil/Idf 492/2018). L’analisi Tco è utilizzabile come strumento comparativo per supportare il processo decisionale. La struttura del Tco è sviluppata sulla base del concetto di Life Cycle Assessment, che è una delle tecniche più importanti utilizzate per valutare gli impatti ambientali associati a tutte le fasi della vita di un prodotto. Quindi, il Tco potrebbe essere utilizzato anche come base per il calcolo degli indicatori chiave di prestazione ambientale. In questo modo il calcolo del costo totale di attività può essere uno strumento valido per supportare investimenti sostenibili, sia dal punto di vista economico sia ambientale.
Calendario degli appuntamenti Fil 2018: 3rd Idf World Dairy Summit, 15-19 ottobre, Daejeon, Corea del Sud
Calendario degli appuntamenti Fil/Idf 2019: Idf Mastitis Conference, 15-16 maggio, Copenaghen, Danimarca Idf/Iso Analytical Week, 21-25 giugno, Praga, Repubblica Ceca Idf World Dairy Summit, 23-29 settembre, Istanbul, Turchia
Calendario degli appuntamenti Fil/Idf 2020: Cheese Symposium, prima settimana di giugno, Quebec, Canada
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ATTUALITÀ_NEWS NONNO NANNI PREMIATA ANCORA PER LA MIGLIOR LOGISTICA Nonno Nanni riceve, per il terzo anno consecutivo, il premio per la miglior logistica al Formaggi & Consumi Awards 2018. Il riconoscimento viene assegnato alle aziende del settore lattiero-caseario che si sono distinte nell’ideazione e realizzazione di attività di marketing e comunicazione svolte durante il 2017. A decretare i vincitori, una giuria composta da buyer dei diversi comparti appartenenti alle principali insegne di Gd e Do, rappresentanti del
dettaglio tradizionale e operatori di spicco del settore alimentare. “Questo riconoscimento ci rende particolarmente orgogliosi, perché premia l’efficienza del servizio di logistica della nostra azienda, un fattore fondamentale per garantire ai nostri clienti la puntualità concordata, e al nostro consumatore la qualità e la freschezza promesse. Il rispetto del nostro cliente e del nostro consumatore viene, per noi, prima di tutto”, ha commentato Luca Galuppo, direttore marketing di Nonno Nanni.
YAKULT CONTRO LE FAKE NEWS
DA BAYERNLAND LINEA DI FORMAGGI SENZA LATTOSIO
Yakult Italia rafforza la propria partnership con Osservatorio Senior, per il quale curerà la nuova rubrica mensile #Fake News sull’Alimentazione, con l’obiettivo di fornire un supporto agli over 55 nell’individuazione di buone pratiche su nutrizione e stili di vita sani. In un’era dove l’informazione viaggia veloce grazie all’avvento dei nuovi media, il rischio di incorrere in notizie false è sempre più elevato. Riconoscerle richiede analisi e la presenza di fonti affidabili a cui rivolgersi. In quest’ottica, Yakult ha deciso di fornire un aiuto concreto a una fascia della popolazione che, nonostante il bagaglio di esperienze, spesso si trova di fronte a falsi messaggi.
Negli ultimi anni il “senza lattosio” è diventato un trend sempre più sentito nel mercato italiano. I consumatori del Bel Paese sono sempre più orientati verso un’alimentazione attenta e consapevole, che rispetti la sfera della salute e del benessere. Per venire incontro alle esigenze delle persone intolleranti o che non digeriscono il lattosio, Bayernland ha realizzato una linea di formaggi senza lattosio molto ampia. Prodotti gustosi e genuini, ma più digeribili, realizzati con il latte proveniente dai pascoli della Baviera senza Ogm e senza conservanti, per dare a tutti la possibilità di assaporare appieno i sapori tradizionali dei formaggi più famosi e apprezzati. La gamma di prodotti free from di Bayernland contiene meno dello 0,01% di lattosio e comprende formaggi affettati senza lattosio, quali Edam, Emmental, Tilsiter, Cheddar e Caciotta; Caciottina Valfiorita senza lattosio; Mozzarella Valfiorita senza lattosio; Mozzarella Valfiorita Filone senza lattosio. I formaggi affettati senza lattosio sono disponibili in confezioni da 100 grammi, adatti per essere utilizzati a casa e take away.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS MÜLLER, NUOVO SPOT
PREMIO PER ARLA PROTEIN
Un film che sorprende per i cambi di scena, per i dettagli, per il ritmo incalzante che emana sensualità. Il prodotto Müller per eccellenza, lo yogurt con i pezzi di frutta, è raccontato attraverso le parole in prima persona di una donna che ricorda la prima volta che ha incontrato Müller Pezzi di Frutta. La protagonista descrive con tre aggettivi la sua esperienza e questi tre momenti sono accompagnati da cambi di sequenza scenografici. La donna conclude che la magia di Müller Pezzi di frutta si ripete ogni giorno. Per questa campagna, Müller e l’agenzia Red Robiglio&Dematteis hanno scelto ancora una volta di dare la parola alle persone, alle donne che parlano direttamente in camera, senza però rinunciare ai tratti fondamentali del brand: il piacere, l’elegante sensualità, l’inaspettato. La musica è un classico brano rock molto corposo e carnale che sottolinea il piacere e i continui cambi di scena. Regia di Karina Tahira.
Durante l’edizione 2018 di Rimini Wellness, Arla Protein ha ricevuto il premio “FoodWell Award 2018”, il prestigioso riconoscimento che Riminifiera - in collaborazione con la rivista “Alimenti Funzionali”, media partner dell’evento attribuisce ai prodotti più innovativi, trendy e in linea con le peculiarità di FoodWell. A conferire la vittoria ad Arla Protein sono l’unicità e l’innovatività del suo concetto di prodotto e del suo posizionamento. Arla Protein propone un’intera gamma di alimenti funzionali, realizzati con ingredienti naturali e materie prime selezionate, che sono anche “nutrizionalmente corretti”, perché caratterizzati da un alto tenore di proteine e da un basso contenuto di grassi e zuccheri. La gamma Arla Protein è unica, per ampiezza e completezza, poiché comprende due bevande (Milk Shake e Milk Drink) e due alimenti funzionali (formaggio fresco Quark e Fiocchi di latte), che sono proposti in diverse varianti di gusto. Tutti i prodotti sono confezionati in pack monodose e sono ideali in diverse occasioni di consumo: come mini-pasto leggero, snack rinfrescante o spuntino rigenerante dopo l’attività fisica.
PARMIGIANO REGGIANO CERTIFICATO “FRIEND OF THE EARTH” Il Parmigiano Reggiano Dop prodotto dall’azienda agricola Montorsi con il marchio Antica Latteria Ducale è risultato conforme ai requisiti imposti dalla certificazione internazionale Friend of the Earth per prodotti ottenuti da agricoltura e allevamento sostenibili.
Fondata nel 1949, l’azienda di Modena (località Cittanova) si sviluppa su una superficie di 70 ettari e presenta una struttura a filiera chiusa: il formaggio deriva da latte proveniente esclusivamente dalle attività di allevamento interne e le mucche sono alimentate per lo più a foraggi e cereali biologici provenienti dai campi dell’azienda agricola. La cella della Montorsi conserva per la stagionatura fino a 7mila forme di Parmigiano Reggiano. Lo standard di certificazione Friend of the Earth è stato sviluppato seguendo le linee guide Safa dettate dalla Fao per la salvaguardia e la tutela dell’intero ecosistema nel quale le aziende svolgono la loro attività. I requisiti su cui si basa riguardano: la produzione integrata, il rispetto del benessere animale, l’efficienza energetica, l’ottimizzazione delle risorse e il rispetto delle condizioni dei lavoratori impiegati in tutto il processo produttivo. “Da più generazioni la nostra filosofia è quella di produrre un formaggio di qualità rivolto a chi richiede e apprezza la tipicità, la genuinità e gli antichi sapori – ha detto il titolare dell’azienda Montorsi Lino Balzarini.
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PATTO ITALIA-GRECIA TRA AMBROSI E DELTA NESTLÈ PUNTA SUL KEFIR Nella linea Sveltesse, Nestlè lancia “I love Kefir”, latte parzialmente scremato, fermenti lattici vivi, grani di kefir e lieviti, in due versioni: bianco e alla fragola, in confezioni da 500 grammi. Ricchi di lieviti e fermenti lattici vivi e a basso contenuto di grassi, i nuovi prodotti si ispirano alla tradizione caucasica. Infatti, kefir deriva dalla parola armena keif, che significa benessere.
Accordo commerciale incrociato tra Ambrosi e Delta per la distribuzione dei prodotti delle due aziende casearie: Ambrosi ottiene l’esclusiva per l’Italia per la Feta Dop Delta, mentre Delta commercializzerà in Grecia i prodotti di punta di Ambrosi. Delta Sa fa parte del gruppo greco Vivartia, il cui giro d’affari supera i 570 milioni di euro, 290 milioni dei quali nel settore dairy, dove Delta è leader di mercato. “L’intesa tra le due società è il risultato di un’iniziativa commerciale congiunta che ha già portato a positivi riscontri sul mercato italiano - dove il marchio Delta è presente da alcuni anni con crescente successo - con la presentazione del progetto ad alcuni grandi clienti della distribuzione - spiega Giuseppe Ambrosi, presidente e amministratore delegato della società -. L’acquisizione dei primi accordi con la Gdo si consoliderà nei prossimi mesi. Parallelamente si avvierà anche la relazione di scambio commerciale con le Dop italiane nelle principali reti distributive in Grecia”.
JOCCA “SPOSA” LE VERDURE Jocca incontra le verdure estive con la campagna tv e social “Che Jocca!”, realizzata da Yam112003 per Mondelez Italia con l’obiettivo di raccontare perché il noto formaggio a fiocchi è il compagno perfetto per i piatti freschi estivi. Da luglio, per tre settimane sulle emittenti tv nazionali e per dodici settimane sui principali social network (Facebook, Instagram e YouTube), la nuova campagna pubblicitaria racconta i tanti abbinamenti che permettono di creare l’insalata “coi fiocchi” (di formaggio fresco). La variabile sono proprio le verdure: carote, peperoni, pomodori, finocchi, ravanelli
che si alternano in una collezione di brevi e ironiche storie d’amore articolate in due differenti filoni di contenuto, i video “Colpi di fulmine” e i post Facebook “Scene da un matrimonio”. Ogni video presenta il primo incontro tra Jocca e una verdura estiva. Un incontro destinato, immancabilmente, al lieto fine, cioè l’insalata coi fiocchi. Su Facebook, invece, la storia d’amore tra Jocca e ogni verdura è ambientata in una normale scena di vita quotidiana: la storia continua, perché quando si tratta di Jocca la fedeltà è una scelta inevitabile.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS _NEWS MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP NELLA TOP 20 DEI DISTRETTI INDUSTRIALI Il distretto agroalimentare che riunisce le aziende produttrici di Mozzarella di Bufala Campana Dop è l’unico polo campano presente nella classifica dei primi 20 distretti industriali italiani, realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Il rapporto, che vede la presenza di soli tre distretti del Sud, analizza i bilanci aziendali degli anni 2008-16 di quasi 18mila imprese appartenenti a 153 distretti industriali e di quasi 54mila imprese non distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione. “I dati di Intesa Sanpaolo sono la nuova testimonianza di una crescita senza sosta della Mozzarella di Bufala Campana Dop – commenta il direttore del consorzio Pier Maria Saccani –. Export e tutela sono le chiavi del successo del nostro prodotto. Anche il 2018 è iniziato con i migliori auspici, visto che a gennaio la produzione segna un aumento del 13,5% dopo l’anno record 2017, che ha visto superare la soglia dei 47 milioni di kg di bufala Dop sulle tavole di tutto il mondo”.
I DISTRETTI MIGLIORI PER PERFORMANCE DI CRESCITA E REDDITIVITÀ
(INDICE: 0-100)
82,2 81,5 80,3 74,4
1 OCCHIALERIA DI BELLUNO 2 GOMMA DEL SEBINO BERGAMASCO 3 PROSECCO DI CONEGLIANO-VALDOBBIADENE 4 SALUMI DI PARMA
72,8
5 MECCATRONICA DELL’ALTO ADIGE
70,6
5 VINI DEL VERONESE
70,3
7 MACCHINE UTENSILI E PER IL LEGNO DI PESARO
68,5
8 MATERIE PLASTICHE DI TREVISO, VICENZA, PADOVA
68,1
9 TERMOMECCANICA DI PADOVA
67,9
10 MECCATRONICA DEL BARESE
67,6
11 MACCHINE CONCIA DELLA PELLE DI VIGEVANO
67,2
12 MECCANICA STRUMENTALE DI VICENZA
66,1
13 ELETRODOMESTICI DI INOX VALLEY
65,6 65,4
14 MECCANICA STRUMENTALE DI VARESE 15 CALZATURE DI SAN MAURO PASCOLI
63,8
16 VINI DI LANGHE, ROERO E MONFERRATO
62,4
17 RUBUNETTERIA E VALVOLAME CUSIO-VALSESIA
61,3
18 PELLETTERIA E CALZATURE DI FIRENZE
60,8
19 OLIO E PASTA DEL BARESE
60,7
10 MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA 0
20
40
60
80
100
Nota: in blu i distretti del sistema moda; in giallo i distretti specializzati in gomma e plastica; in verde i distretti agro-alimentari; in arancio i distretti ella meccanica; in grigio i distretti del sistema casa. Fonte: Intesa Sanpaolo
APERITIVO “DOP&DOC” CON MONTASIO E I VINI FRIULANI Un tour di degustazioni itineranti nelle principali città italiane per far conoscere il Montasio anche fuori dai confini regionali. Questa l’idea del Consorzio di tutela del
formaggio dop che, attraverso i momenti di convivialità “Montasio Day and Wine”, vuole offrire agli amanti dell’aperitivo la possibilità di assaporare la prelibatezza e la genuinità della Dop friulana accompagnata da un calice di buon vino del Collio Doc e dell’ottimo Prosecco. Un calendario di 27 serate che durante l’estate sta portando il formaggio Montasio nei locali più di tendenza delle principali città italiane. Saranno Milano, Torino, Genova, poi Parma, Firenze, Ancona e Siena le tappe più significative che vedranno questa eccellenza protagonista indiscussa delle serate-aperitivo con degustazione. Degustazioni che saranno sapientemente
guidate da un tecnico dell’organizzazione nazionale degli assaggiatori di formaggio, Onaf. Tra gli appuntamenti da segnalare gli incontri che si sono tenuti a Milano, nella storica sede del mensile di gastronomia e cultura alimentare “La Cucina Italiana”, dove oltre alle degustazioni guidate in abbinata al vino si potranno gustare delle prelibate specialità preparate direttamente dagli chef de La Cucina Italiana. Il 17 settembre appuntamento alla Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma di Parma con un aperitivo accompagnato, oltreché da Montasio e buon vino, anche dalla presentazione di un bel libro.
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ZANETTI PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE Riduzione del consumo di acqua di quasi un terzo dal 2004 al 2016, a fronte di un incremento di oltre il 50% della produzione. Il riutilizzo totale degli scarti di lavorazione e dei sottoprodotti, da gennaio 2017 il 100% dell’energia elettrica consumata derivante da fonti rinnovabili e poi oltre 1.400 controlli effettuati in un anno verso gli allevatori conferenti latte e 728 ore di formazione specifica e trasversale al personale, oltre alle 1.469 ore di training su temi di salute e sicurezza. Questi alcuni dei dati essenziali del bilancio di sostenibilità presentato da Zanetti Spa, azienda con otto stabilimenti di produzione in italia e oltre 3mila clienti in 88 Paesi,
il più grande esportatore di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Il bilancio di sostenibilità è un passo importante, che permette di capire e condividere i motivi del successo dell’azienda, insiti non solo nella qualità dei prodotti e nelle capacità imprenditoriali, ma anche in valori quali il rispetto
per le persone, siano dipendenti o consumatori, e per l’ambiente. Il documento è lo strumento di rendicontazione e comunicazione verso i propri clienti, fornitori, azionisti, collaboratori e dipendenti, istituzioni locali e nazionali e rappresenta in modo trasparente il proprio operato e gli impegni assunti in tema di responsabilità sociale. Inoltre, aiuta l’azienda a definire una rotta per la crescita e lo sviluppo che tenga sempre conto non solo della dimensione legata al risultato economico, ma soprattutto dell’importanza di realizzare tale risultato attraverso un approccio responsabile e sostenibile.
LATTERIA SOLIGO, SOSTENIBILITÀ SOCIALE E AMBIENTALE Un fatturato assestato sui 72 milioni di euro e con 800mila quintali di latte lavorato: l’assemblea dei soci di Latteria Soligo ha approvato un bilancio di esercizio che la conferma una delle realtà lattiero-casearie più importanti e più solide del Veneto. Nonostante permangano alcune difficoltà nel settore, Latteria di Soligo guarda al futuro, forte della propria identità e di un’etica aziendale che mette sostenibilità sociale, salute e qualità al primo posto nella scala dei valori. In un momento storico in cui il comparto produttivo lattiero-caseario vive alcune problematicità, come il calo delle quotazioni del latte rispetto al 2017, le realtà cooperative cercano di salvaguardare il lavoro degli allevatori. Un impegno che Latteria Soligo porta avanti fin dalla propria fondazione, fedele alla mission che produrre prodotti perfetti significhi anche riconoscere la giusta remunerazione ai soci, tutelare il benessere animale, salvaguardare l’ambiente e impegnarsi
in progetti di solidarietà sociale e sicurezza alimentare. Come l’impegno profuso negli anni in progetti di ricerca e innovazione, che hanno portato Latteria Soligo a perseguire la sostenibilità attraverso differenti azioni. Anzitutto l’adesione al protocollo Qualità Verificata e poi il risparmio energetico (ad esempio nei sistemi refrigeranti), per proseguire con la riduzione del consumo di acqua e la realizzazione di un impianto di depurazione biologico avanzato e l’installazione di un impianto fotovoltaico da 800 kWatt.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS PERFETTI PER L’ESTATE I PETALI SOTTILI GRAN BIRAGHI
FRATELI PINNA PORTA BRIGANTE IN TELEVISIONE
Con l’arrivo della bella stagione, la leggerezza dei piatti e la praticità nella preparazione diventano dei veri e propri capisaldi in cucina. Per questo Biraghi - azienda piemontese che dal 1934 rappresenta l’eccellenza nella tradizione casearia italiana - consiglia i Petali Sottili Gran Biraghi. Dal cuore della forma di formaggio nascono i Petali Sottili Gran Biraghi: scaglie già pronte, perfette come ingrediente per condire i piatti direttamente sulla tavola, per arricchire insalate o carpacci di carne e di verdura. Con Biraghi è semplice e veloce realizzare piatti freddi ideali per ogni occasione, come spuntini in spiaggia e aperitivi all’aperto, grazie all’utilizzo di prodotti freschi, genuini e indicati per tutti, quali sono i formaggi Gran Biraghi, prodotti solo con latte 100% italiano, naturali e senza conservanti. Una confezione pratica e funzionale, semplice da aprire, grazie all’apertura facilitata e perfettamente conservabile, data la chiusura salva freschezza.
Partita da qualche settimana la nuova campagna pubblicitaria della Pinna per promuovere il formaggio dolce Brigante, il suo prodotto di punta. L’industria casearia Fratelli Pinna, che nel 2019 compirà 100 anni, sarà on air per la prima volta in tv con uno spot. Tre i formati, 30, 15 e 10 secondi, pianificati su La7 e La7d. Protagonista una pecora, che con leggerezza e simpatia sottolinea il claim della nuova comunicazione: “La dolcezza nel sapore”. Oltre allo spot, interamente realizzato in 3d, la campagna prevede anche pagine pubblicitarie pianificate sui principali settimanali e mensili del gruppo Cairo e sul Corriere della Sera. La comunicazione è stata ideata dall’agenzia Quom3, sotto la direzione creativa di Alberto Deiana e Paola Governatori. Art director Alberto Deiana, copywriter Alberto Deiana e Chicco Gallus, casa di produzione Rendering Studio, fototografo Michele Secchi.
CONCORSO “VINCI CON BRIMI” Prosegue fino al 31 ottobre il concorso “Vinci con Brimi”, un’iniziativa promossa da Brimi – Centro Latte Bressanone, che mette in palio 15 soggiorni di due notti per due persone a Rio Pusteria, in Alto Adige, e tanti altri premi. Per partecipare basta acquistare una confezione di Mozzarelle Brimi Latte Fieno da 3x100 g e inserire il codice stampato all’interno sul sito www. vinciconbrimi.it o quello che si troverà sul volantino distribuito dalle promoter Brimi nei punti vendita aderenti all’iniziativa. Con questo concorso, Brimi - unica azienda altoatesina specializzata nella produzione di mozzarella - si fa promotrice delle bellezze del proprio territorio. Dove la Valle Isarco incontra la Val Pusteria, i vincitori vivranno un’esperienza unica tra paesaggi verdi e incontaminati, l’aria pura di montagna e le eccellenze gastronomiche dell’Alto Adige.
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AGOSTO 2018
ATTUALITÀ _LIBRI LE 10 PAROLE LATINE CHE RACCONTANO IL NOSTRO MONDO Il latino, quello dei grandi autori, ma anche quello quotidiano che spesso usiamo senza rendercene conto, è un tesoro di significati che continuano a parlarci e a renderci quel che siamo. In questo libro (Garzanti editore, 2018, 206 pp.), Nicola Gardini sceglie dieci parole che hanno formato e tuttora formano il nostro tempo e la nostra civiltà, e attraverso cui è possibile leggere in controluce frammenti della storia di tutti noi. Il latino non può essere limitato a studio delle nostre origini, di radici che sono per definizione nascoste e sotterranee: il latino è un albero, è dotato di fusto, rami, foglie che tendono verso il cielo. Il latino è una foresta che si è espansa ed è arrivata fino a noi.
IL LIBRO DELLE CHEESECAKE Tradizionali, ma anche salate, vegane, creative. iI mondo delle cheesecake è in continua espansione e sembra non conoscere limiti: non c’è infatti ristorante che oggi non ne proponga almeno una, e i profili Instagram delle foodblogger abbondano di foto di cheesecake più o meno creative. A questo dolce Martina Tribioli ha dedicato un volume dal titolo “Il libro delle cheesecake” (Gribaudo editore, 2018, 144 pp.), nel quale declina la preparazione in tutte le sue possibili angolazioni, per “sfamare” anche l’appassionato di cucina più esigente. Da quella con mele e cannella, passando per la variegata alla crema di cacao e nocciole, fino alla versione con avocado e salmone, le proposte sono moltissime e per tutti i gusti. Oltre alle 70 ricette, il libro contiene un’introduzione dedicata alle tecniche di base, alle curiosità, agli ingredienti e a tutti quei trucchi che trasformeranno ogni cheesecake in un capolavoro.
THE CHEESES OF ITALY: SCIENCE AND TECHNOLOGY Un libro che descrive dettagliatamente gli aspetti storici e tecnologici della produzione dei formaggi italiani più tradizionali e diffusi nel mondo. È “Cheeses of Italy: Science and Technology” (Springer editore, 2018, 274 pp.), scritto da Marco Gobbetti, Erasmo Neviani e Patrick Fox. Gli autori propongono una classificazione generale dei formaggi italiani che hanno una tradizione e un’importanza economica. Sulla base di un’ampia rassegna della letteratura, sono descritte le peculiarità della tecnica di caseificazione del nostro Paese. Una vera novità nel panorama dell’editoria di settore. Probabilmente il primo libro sulle tecnologie dei formaggi italiani scritto in linga inglese.
MI AMBIENTO IL LIBRO DEI FATTI GREEN Un racconto degli avvenimenti sostenibili più rappresentativi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, in Italia e nel mondo. Li trovate in “Mi ambiento. Il libro dei fatti green” (Eco in Città editore 2018). Suddiviso in capitoli tematici (informazione, politica, economia e attualità), il libro si avvale del contributo di Matteo Campofiorito, Marzia Fiordaliso e Marino Midena, oltre alla postfazione di Enrico Giovannini, portavoce di ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). Il testo è anche una breve storia del rapporto tra l’uomo e la natura, un vademecum aggiornato sulle questioni economiche e politiche più importanti e recenti in chiave ambientale, che consente di orientarsi nelle scelte quotidiane, agevolando così un circuito emulativo virtuoso, a tutti i livelli, nella costruzione di una società glocal rigenerata, resiliente e più a misura d’ambiente. “Ci troviamo di fronte a cambiamenti radicali che necessiterebbero di una guida responsabile e lungimirante per affrontare l’espandersi e intrecciarsi di alcune questioni critiche e rilevanti – commenta Pontillo –. Tra le cause principali di tutto ciò è l’aver troppo spesso dimenticato che l’ambiente è il nostro massimo bene comune universale”.
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ECONOMIA
CONSUMI IN RIPRESA DOPO LA CRISI L'ANALISI ISMEA FOTOGRAFA UNO SCENARIO CHE COMINCIA A TINGERSI DI ROSA. ACQUISTI ALIMENTARI SECONDA VOCE DI SPESA IN CRESCITA DEL 3,2 PER CENTO
Rod Long - Unsplash
di Sandra Terzi
G
li italiani tornano a vedere un po’ più rosa e subito se ne sentono gli effetti, anche nella gestione del budget domestico e nell’approccio allo shopping. Tra il 2014 e il 2017 c’è stata una moderata ripresa
dei consumi delle famiglie, in un contesto di lieve aumento del reddito disponibile e della propensione al risparmio. L’analisi condotta da Ismea segnala anche il miglioramento dell’indice di fiducia delle famiglie e della
propensione al consumo. L’anno scorso sono ripartiti anche i consumi alimentari, che hanno segnato un +3,2% rispetto al 2016. Quella per il food&beverage resta la seconda voce di spesa per le famiglie (18% del totale).
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economia
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In crescita anche il peso dei consumi extradomestici, saliti nel 2017 a oltre 83 miliardi di euro (+3% rispetto al 2016). In pratica, oggi il 77,3% degli italiani maggiorenni (77,1% nel 2016) consuma, abitualmente, cibo fuori casa e le spese per bar, ristoranti, mense e fast food coprono il 36% dei consumi alimentari complessivi. IL NUOVO APPROCCIO ALLO SHOPPING L’Italia? È una repubblica “fondata sulla tavola”, perché ha il maggiore “food passionate index” al mondo. Per noi il cibo è un piacere assoluto e indiscutibile, che è passato indenne anche attraverso gli anni di crisi e che resta connaturato al nostro stile di vita. La dieta mediterranea è una sorta di “dea madre” intoccabile e tuttora preminente (dice di rispettarla un italiano su due), ma non rappresenta un modello statico, quanto un corpus in continua evoluzione. Sono diversi gli importanti trend sociali che stanno
bambini, donne), che l’onda influenzando le scelte vegetariana-vegana sembra alimentari. I sette principali essersi assestata e che che impattano maggiormente aumenta la sensibilità verso la sul food sono: produzione sostenibile: il cibo Benessere salute: cibo deve utilizzare meno risorse sano, sicuro, equilibrato, possibili e non avere scarti. leggero; Sostenibilità-Eco: naturale, CAMBIA IL CARRELLO equo, etico, semplice; DELLA SPESA Fiducia-Rassicurazione: chiaro, trasparente, certificato, I trend sociali si possono leggere anche analizzando i delega; carrelli della spesa Individualità: e gli scontrini dei particolare, supermercati, creativo, distintivo, NELLE dove trovano "esperto", SCELTE sempre maggiore disintermediato; A SCAFFALE spazio i prodotti EsperienzaPREVALE salutistici, quelli Emozione: più gratificanti, gratificante, L'ETICITÀ il biologico, i gustoso, DEI CIBI piatti pronti e gli sensoriale, bello, alimenti 100% nuovo, curioso; veg. In parallelo, Condivisioneaumentano le vendite di Scambio: condivisibile, alimenti confezionati e si comunicabile, raccontabile; assiste al recupero degli Autenticità-Radicamento: vicino, locale, vero, territoriale. alimenti proteici: uova, carne, Concludendo, si può affermare pesce e prodotti lattierocaseari si riprendono parte del che la nutrizione diventa terreno perso negli anni della sempre più “salutistica” e crisi. In particolare, per quanto rispondente alle esigenze riguarda le carni, solo otto dei vari consumatori italiani su 100 sopra i 14 anni (giovani, sportivi, anziani,
COME SONO PERCEPITE LE DIVERSE FONTI PROTEICHE ANIMALI? CARNI BIANCHE
PESCE
FORMAGGI
CARNI ROSSE
Sono alimenti leggeri Sono prodotti economici/poco costosi Sono alimenti sicuri, si possono mangiare senza preoccupazioni per la salute Sono prodotti pratici e veloci da preparare Sono alimenti sani Mi piacciono e non c’è nessun motivo per diminuirne il consumo Il consumo è essenziale per una corretta alimentazione
SALUMI/INSACCATI
47%
63%
33%
32% 6%
47%
Hanno valori nutrizionali ineguagliabili da altri cibi
17%
Ritengo che il consumo di questi alimenti appartenga alla nostra tradizione alimentare
12%
15% 12% 13% 42%
41% 15%
43%
5% 2% 20%
13% 9% 2%
24%
30%
8%
9%
38%
33% 21%
9%
NESSUNO 6% 2% 2% 7% 15%
4% 11% 2% 15%
25% 19%
TUTTI
15%
50%
17%
22%
21%
16%
15% 3%
35%
16%
8%
21%
37%
10% 16% 3% 15%
36%
26%
12% 19%
56%
8%
Fonte: Ismea-Nielsen
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ECONOMIA dichiarano di non consumarle più, soprattutto per ragioni etiche (33% dei casi) o motivi di salute (24 per cento). In un mondo del largo consumo sempre più polarizzato, sia sul fronte della domanda che dell’offerta, cresce il peso degli attori minori e delle private label a scapito dei leader. Si allenta la morsa dell’attenzione alla convenienza: si arresta la “spirale promo” (il numero delle referenze in promozione scende in un anno dello 0,5%, e si ferma al 15%) e tra le private label crescono a doppia cifra i prodotti premium e si riducono i primi prezzi. ALIMENTI PROTEICI IN RECUPERO Nel periodo 2012-16 la contrazione dei consumi alimentari aveva investito soprattutto i prodotti proteici: la spesa per carni, salumi e lattiero-caseari si è ridotta nel quinquennio, tornando a crescere solo nel 2017,
sebbene in alcuni casi questo fonti alimentari di proteine sia da attribuire a un aumento animali: carni bianche e di prezzo. Tra il 2012 e il rosse, salumi e insaccati, 2016 i prodotti lattiero-caseari pesce e formaggi. hanno subito un calo del Complessivamente, oltre 5%, ma dal 2016 sono in metà degli italiani ritiene recupero. L’anno scorso hanno che tutti questi prodotti messo a segno un siano parte della +1,1% sul 2016, nostra tradizione mentre nei primi alimentare, il SÌ ALLE mesi del 2018 il 37% che non ci PROTEINE, trend è del +0,7 siano ragioni per SÌ AI per cento. ridurne i consumi, FORMAGGI Che sia in atto una il 35% che siano riscoperta delle essenziali per proteine, partita nutrirsi in modo dal mondo del corretto e il 21% fitness, è fuori di dubbio. Oggi che sono alimenti sani. le proteine sono considerate Entrando, invece, nelle essenziali per la crescita di caratteristiche specifiche bambini e ragazzi, per il tono riconosciute a ogni famiglia muscolare, sono considerate di alimenti, si ottiene uno perfette per stare in forma e spaccato più dettagliato. indispensabili per dimagrire Da quest’analisi esce senza perdere in tonicità. Ma premiato il pesce, che non tutti gli alimenti che le sbaraglia i concorrenti contengono sono vissuti allo sotto tutti i punti di vista, a stesso modo, come emerge parte il costo e la praticità dall’analisi di Ismea che ha di preparazione. Anche le fotografato il parere degli carni bianche hanno un italiani nei confronti di diverse buon vissuto, caratterizzato
DINAMICA DEGLI ACQUISTI DOMESTICI DEI PRODOTTI PROTEICI VAR.% SPESA 2017 VS 2016
TREND SPESA 2012-2016
3%
UOVA FRESCHE
4,8%
10%
ITTICI LATTE E DERIVATI
-5%
SALUMI
-4%
5,4% 1,1%
2,9% 3,0%
-12%
CARNI
-15% -10% -5%
0%
5%
10% 15%
0%
5%
10%
Fonte: Ismea su dati Nielsen
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economia
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soprattutto dall’immagine di alimenti leggeri, sani e poco costosi. Alle carni rosse gli italiani riconoscono i buoni valori nutrizionali e il ruolo importante
nell’alimentazione, e ne sottolineano anche l’appartenenza alla nostra tradizione alimentare. Sicurezza, costo e impatto potenziale sulla salute sono
VAR.% T1 2018 VS 2017
18,2%
2,0% 0,7%
2,2% 5,3%
0%
10%
20%
i punti deboli. La praticità è l’atout dei salumi per metà degli italiani, ma sono anche considerati tipici della tradizione nazionale e poco costosi. Per i salumi, come per la carne, è minoritaria la quota di italiani che li adora e non trova alcun valido motivo per diminuirne il consumo. Veniamo ai formaggi. Praticità e velocità di preparazione mettono d’accordo il 38% degli italiani, regalando a questi prodotti il secondo posto nella classifica dei prodotti alimentari a maggior contenuto di servizio. Il secondo più riconosciuto plus dei formaggi è la loro appartenenza alla tradizione alimentare italiana, che li pone tra le eccellenze del “made in Italy” e tra i protagonisti dello stile gastronomico che tutto il mondo ci invidia. Un 15% di italiani li dichiara “economici/ poco costosi”. Sul valore nutritivo il profilo dei formaggi è più debole e ogni categoria registra percentuali d’accordo piuttosto contenute. Ma resta sempre quel 13% di italiani che li adora e non trova alcun motivo per smettere di mangiarli o ridurne il consumo.
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ECONOMIA
ITALIANS LOVE BIO CONTINUA A CRESCERE LA SPESA DEGLI ITALIANI PER I PRODOTTI ALIMENTARI BIOLOGICI. QUELLI LATTIERO-CASEARI SONO BEN PRESENTI NELLA CLASSIFICA DEI PIÙ DINAMICI E PIÙ VENDUTI di Manuela Soressi
G
li italiani continuano a investire negli alimenti e nelle bevande certificati “biologici”: dai dati elaborati da Nielsen per conto di Assobio, anche nel 2018 la spesa delle famiglie destinata all’acquisto di questi prodotti ha segnato una tendenza positiva e ben superiore a quella del mercato
alimentare complessivo. E i prodotti lattiero-caseari risultano tra i preferiti dagli acquirenti del biologico e tra i più performanti del mondo del bio italiano. FORZA QUATTRO Nel 2017, tra ipermercati e supermercati, le vendite
di prodotti biologici a peso imposto sono cresciute in Italia del 18,8% contro il +4,7% del settore alimentare totale, cioè quattro volte di più. Tra gennaio e maggio di quest’anno hanno messo a segno un ulteriore +10,5% (contro il +2,8% del totale). Il mercato non è più solo quello degli oltre 1.200
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economia
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negozi specializzati, i pionieri del settore, ma anche quello della grande distribuzione, dove nel 2017 per la prima volta il bio ha superato il miliardo e mezzo di euro di vendite. Nei supermercati hanno segnato un +15,8% e quelle negli ipermercati un +11,7 per cento. Morale: dei 1.522 milioni di euro di maggiori vendite alimentari realizzate nel 2017, ben 156 milioni derivano da prodotti biologici. Un trend positivo che continua anche quest’anno: considerando tutti i canali commerciali moderni (inclusi discount e punti vendita a libero servizio), nei primi cinque mesi del 2018 il biologico è arrivato a 156 milioni di euro, il 14,5% in più rispetto all’anno mobile precedente. PANIERE PIÙ AMPIO Sull’andamento positivo del bio incide anche l’aumento
altre parole, il bio continua a dell’assortimento nei punti costare in media il 50% in più vendita. Nel corso del 2017 rispetto al prodotto il numero di convenzionale, ma referenze bio è la forbice si va infatti cresciuto CRESCE restringendo: era il del 18%, L'OFFERTA 60% nel 2016. passando da 201 E CALA La private label a 237 di media, IL GAP DI ha contribuito fornendo così anch’essa alla ai consumatori PREZZO CON crescita del un più ampio IL NON BIO biologico, anche paniere di prodotti se in misura da mettere nel lievemente inferiore carrello della rispetto agli altri brand: ha spesa. ottenuto un +13,8% rispetto A “conquistare” gli acquirenti al +14,1% del totale mercato ha sicuramente pesato anche la maggior convenienza del di iper e supermercati. Oggi la private label rappresenta il bio. Da una lato c’è stato 41,3% delle vendite di bio in un lieve aumento della Italia. pressione promozionale, passata in un anno dal NUOVI ADEPTI 21,2% al 21,8%, e dall’altra Nell’ultimo anno, 1,3 milioni una leggera diminuzione dei di famiglie italiane hanno prezzi. In 12 mesi il costo debuttato nel biologico, medio è sceso da 152 a 149 diventandone acquirenti. (fatto 100 il costo medio del abituali. Così oggi il biologico prodotto convenzionale). In
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA - PESO IN % SULL'ALIMENTARE E TREND A VALORE PER AREA (IPER+SUPER - TER. MAGGIO '18)
AREA 2
AREA 1 PESO % BIO 3,5% TREND BIO +12,1%
PESO % BIO 4,4% TREND BIO +14,1%
AREA 3 PESO % BIO 3,6% TREND BIO +14,9%
AREA 4 PESO % BIO 2,1% TREND BIO +19,7% Fonte: Nielsen Trade*Mis
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ECONOMIA I PRODOTTI BIO PIÙ VENDUTI PRODOTTO
(IPER+SUPER+LIB. SERVIZI+DISCOUNT - ANNO TER. MAGGIO '18)
VENDITE VALORE (MLN)
DIFFERENZIALE V. VALORE (MLN)
TREND V. VALORE
PESO % BIO SU CATEGORIA
UOVA DI GALLINA
113
19,2
20,4
15,3
PANETTI CROCCANTI
106
6,9
7,0
31,8
CONFETTURE E SPALMABILI BASE FRUTTA
101
6,8
7,2
33,0
SOSTITUTIVI DEL LATTE UHT
67
2,2
3,4
36,1
OLIO EXTRAVERGINE OLIVA
47
13,8
41,6
5,5
LATTE FRESCO
45
5,1
12,6
6,3
PASTA DI SEMOLA INTEGRALE/FARRO/KAMUT
43
3,0
7,4
48,1
FRUTTA SECCA SENZA GUSCIO
41
8,9
27,9
8,7
YOGURT INTERO
36
5,6
18,3
7,0
BISCOTTI
35
2,5
7,8
2,8
VERDURA IV GAMMA
33
7,1
27,9
3,9
CEREALI PRIMA COLAZIONE
29
7,3
34,5
8,2
NETTARI E SIMILI
27
5,1
24,4
9,9
FARINE/MISCELE
23
1,0
4,5
8,8
OMOGENEIZZATI
23
1,3
5,9
14,8
Fonte: Nielsen Trade*Mis
entra nel carrello della spesa salute, più degno di fiducia per di 21,8 milioni di famiglie, la certificazione o su consiglio l’88% del totale nazionale. del pediatra. Quelle che lo comprano Per quanto riguarda la almeno una volta a settimana distribuzione dei consumi: a sono 6,5 milioni, il crescere di più è 26% del totale, e il sud (+19,7%), sono quelle a cui ma la penetrazione LATTE si deve la crescita è ancora limitata FRESCO del mercato del al 2,1%; nel Nord E YOGURT biologico registrata Est il bio pesa il I LATTICINI nel 2017. 4,4% della spesa BIOLOGICI La naturalità alimentare e PIÙ VENDUTI dei prodotti cresce del 14,1%, si conferma al Centro il peso un fattore è del 3,6% e la determinante crescita del 14,9%, nella crescita delle vendite. a Nord Ovest quota del 3,5% Quello della sostenibilità e e l'incremento del 12,1 per del rispetto dell’ambiente è cento. citato come motivo d’acquisto da 29 consumatori italiani su LA CLASSIFICA 100, mentre 34 segnalano I prodotti biologici più venduti la "qualità superiore" dei nell’anno terminante a prodotti biologici. maggio 2018: uova, gallette Il driver più forte, però, rimane di cereali soffiati, confetture quello della "sicurezza", citato e spalmabili a base frutta, da 76 consumatori su 100, bevande vegetali sostitutive che si rivolgono al biologico del latte, olio extravergine ritenendolo più sicuro per la d’oliva, pasta, frutta secca
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economia
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TOP 15 PRODOTTI BIO PER CRESCITA
(IPER+SUPER+LIB. SERVIZI+DISCOUNT - ANNO TER. MAGGIO '18)
INCREMENTO DEI FATTURATI NELL'ULTIMO ANNO
DIFFERENZIALE V. VALORE (MLN €) UOVA DI GALLINA OLIO EXTRAVERGINE OLIVA FRUTTA SECCA SENZA GUSCIO CEREALI PRIMA COLAZIONE VERDURA IV GAMMA PANETTI CROCCANTI CONFETTURE E SPALMABILI BASE FRUTTA YOGURT INTERO NETTARI E SIMILI LATTE FRESCO LATTE UHT VINO DOC DOCG VINO IGP IGT
CATEGORIE NON COMPRESE NELLE TOP 15 PER IMPORTANZA DEL GIRO D'AFFARI
FRUTTA CONSERVATA PASTA DI SEMOLA INTEGRALE/FARRO/KAMUT Fonte: Nielsen Trade*Mis
sgusciata, biscotti. Invece quelli che nei primi cinque mesi del 2018 hanno segnato un maggior aumento delle vendite in Gdo sono: uova, olio extravergine d'oliva, frutta secca sgusciata, cereali per la prima colazione, verdure di IV
gamma, panetti croccanti e spalmabili a base frutta. I prodotti lattierocaseari giocano un ruolo importante nello scenario italiano del biologico: il latte fresco è il sesto prodotto bio più acquistato
dagli italiani e ha raggiunto una quota del 6,3% sull’intera categoria latte. Nell’anno maggio 2017/maggio 2018 ha realizzato 45 milioni di euro di vendita, aumentando del 12,6% rispetto all’anno precedente. Ottime notizie arrivano anche dallo yogurt intero, che occupa il nono posto tra i prodotti bio più venduti in Italia e che incide per il 7% sul mercato totale. Nell’ultimo anno ha messo a segno una crescita del 18,3% arrivando a 36 milioni di euro di fatturato. Grazie alle loro performance, yogurt intero e latte fresco entrano nella classifica dei dieci prodotti top, quelli che nell’anno finito a maggio 2018 hanno registrato il maggior incremento dei fatturati nella distribuzione moderna italiana. Da segnalare anche il trend positivo del latte Uht, che in un anno ha visto aumentare del 4,7% le vendite a valore.
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ECONOMIA
COLAZIONE, CHI LA SALTA INGRASSA UNO STUDIO DELL’OSSERVATORIO DOXA-AIDEPI SPIEGA CHE DIGIUNARE AL MATTINO O ASSUMERE ALIMENTI NON ADEGUATI PUÒ AVERE EFFETTI NEGATIVI SUL PESO. LATTE E YOGURT CONSIGLIATI DAI NUTRIZIONISTI A CHI VUOLE DIMAGRIRE di Samuele Ferrigato
S
altare la prima colazione o non farla in maniera adeguata può contribuire all’aumento di peso in ogni fascia di età, come confermano numerosi studi. Non solo: una ricerca appena pubblicata ha messo in evidenza che le abitudini scorrette dei genitori, come
snobbare il primo pasto della giornata, possono influenzare le scelte nutrizionali dei figli, svolgendo un ruolo importante nello sviluppo dell’obesità infantile. Inoltre, un’indagine realizzata dall’Osservatorio Doxa – Aidepi (Associazione delle industrie
del dolce e della pasta italiane), dal titolo “Io comincio bene”, su un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana di mille persone, ha esplorato il rapporto tra italiani e dieta, con un focus sulla prima colazione, decretando che sia un pasto
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fondamentale per chi vuole perdere peso. E in questo pasto latte e yogurt non dovrebbero mai mancare.
la giornata, sembra possa che mangiano, come fa il 26% essere un fattore rilevante per dei nostri connazionali, che l’incremento del peso corporeo. si voglia seguire una delle Dati recentemente pubblicati moltissime diete di moda, dalle sembrano mettere in evidenza iperproteiche alla Dash, dalla ITALIANI “RIMANDATI” come saltare la prima colazione “mima digiuno” a quella “della Un messaggio che gli italiani o non assumerla in maniera mente” o altre in voga (scelte sembrano aver capito, tanto che dal 17%), il 51% degli italiani adeguata – continua Migliaccio dei 23 milioni che nell’ultimo – possa svolgere un ruolo a dieta tende a modificare il anno hanno seguito una dieta importante nello sviluppo di proprio modo di fare colazione. (cioè il 45% della popolazione un incremento del sovrappeso In che modo? La maggior parte totale), solo il 2% salta la prima e obesità sia nell’infanzia (25%) diminuendo le quantità colazione, mentre il 14% ritiene che nella popolazione adulta, dei prodotti che consuma sia meglio evitare di mangiare così come nella popolazione abitualmente o seguendo al mattino per anziana”. quanto dimagrire. prescritto dalla Chi segue SÌ A LATTE E YOGURT dieta che si una dieta, si Rinunciare alla colazione dolce sta seguendo Il sa, spesso accompagnata dal latte quando (24 per cento). incontra delle Solo il 2% inizia si è a dieta? Sbagliato, secondo degli italiani a dieta ritiene la difficoltà per la nutrizionista, anche se sono a saltare la colazione un momento di carica tener fede ai gli errori più comuni commessi colazione. C’è di energia prima di affrontare una propri buoni dagli italiani. Infatti, per il 56% poi un 28% giornata di privazioni propositi, andrebbero eliminati i dolci, che continua tra rinunce il 42% ritiene che eliminare il a consumare e porzioni sacrificate. Però latte aiuti a dimagrire, il 28% lo stesso pasto, soprattutto la colazione rappresenta per pensa che per perdere peso perché viene ritenuto già tutti un momento connotato sia bene fare colazione solo appropriato (11%) o perché da sensazioni estremamente con un frutto. Consumare solo considerato importante e da positive. Ecco allora che per un caffè senza zucchero non non ridimensionare (10 per il 47% è una carica di energia è corretto (anche se lo ritiene cento). prima di affrontare una giornata utile durante una dieta il 21% di privazioni, per il 25% è una degli italiani). MAI SENZA BREAKFAST parentesi di buonumore che “Un buon modello prevede “La prima colazione – profuma di dolce e caffè, per il alimenti solidi ricchi di commenta la nutrizionista 23% è un momento spensierato Silvia Migliaccio – è un pasto carboidrati (semplici e durante il quale non si pensa al complessi), latte o yogurt (o importante e non va trascurato cibo come nemico. altre bevande, come tè, infusi o o ridimensionato. Deve essere Ma se questa è una buona centrifughe) e frutta di stagione completo, leggero e digeribile notizia resistono dubbi e – continua la nutrizionista –. anche per chi sta seguendo un convinzioni scorrette: un italiano regime ipocalorico per dimagrire Bene dunque inserire prodotti su due pensa (sbagliando) come pane, biscotti, fette e prevedere tutti i nutrienti che sia più indicata una biscottate, (carboidrati, colazione proteica e per il 56% cereali, proteine, grassi, andrebbero evitati alimenti muesli o vitamine e sali con carboidrati, come i dolci, merendine. minerali). Deve Per il che invece costituiscono il Il latte è una coprire, a livello carburante necessario a iniziare di energia, bevanda degli italiani a dieta la colazione è una a cui non la giornata, anche per chi vuole il 20-25%, parentesi di buonumore che profuma perdere peso. Ma soprattutto: rinunciare: delle calorie di dolce e caffè oltre quattro italiani su dieci apporta complessive credono che eliminare il latte una quota giornaliere. dal primo pasto della giornata di proteine e grassi utili a È importante ricordare che aiuti a perdere peso. stimolare il senso di sazietà uno stile di vita scorretto è in quantità tutto sommato tra le cause più frequenti TAGLIO ALLE QUANTITÀ contenute. Latte e derivati dell’incremento di peso Che sia una dieta preparata contengono inoltre buone corporeo: infatti uno stile di da un esperto (strada seguita quantità di calcio e fosforo vita sedentario, con una ridotta dal 18% degli italiani) o che attività fisica e un’alimentazione molto biodisponibili. Per finire è si stiano semplicemente consigliabile inserire un frutto, inadeguata con un’irregolare riducendo le dosi di quello da scegliere sempre tra quelli di assunzione dei pasti durante
47%
25%
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ECONOMIA stagione: apportano fibre, sali minerali, vitamine, polifenoli, come antiossidanti e acqua”. QUALCHE CONSIGLIO Ma concretamente chi sta seguendo un regime alimentare controllato cosa deve portare in tavola? Le scelte possono essere diverse, per venire incontro ai gusti e alle esigenze di tutti. Buona norma è poi variare e alternare diversi tipi di colazione nel corso della settimana. Nei tre esempi messi a punto da Migliaccio, latte e yogurt sono protagonisti. Un menù intorno alle 180-200 calorie, può comprendere un bicchiere di latte parzialmente scremato (150 g), magari freddo, andando incontro all’estate, del caffè, un cucchiaino di zucchero o miele; due fette biscottate oppure 20 g di biscotti o 20 g di cereali o 20-30 g di muesli oppure una fetta biscottata e un frutto (una mela o una pera o una banana piccola o una pesca o un kiwi o 150 g di fragole o di ananas o di frutti rossi o due albicocche). Una proposta che si aggira sulle 150-200 calorie è invece composta da un tè o un cappuccino (100 ml di latte parzialmente scremato con caffè a piacere), un cucchiaino di zucchero oppure di miele, una merendina a piacere o due fette biscottate con un cucchiaino per fetta di crema spalmabile alle nocciole o marmellata o miele. Un’altra proposta di menù, all’incirca di 200 calorie, prevede uno yogurt magro bianco o alla frutta da 125 g, con frutta fresca, come fragole, ananas, frutti di bosco (150 g) arricchito con muesli o fiocchi d’avena (20 grammi). SÌ AI DOLCI La prima colazione per chi è a dieta? Deve essere completa di tutti i nutrienti e bilanciata. Ma, se gli italiani sembrano aver capito che il primo pasto della giornata non va saltato, non sono altrettanto preparati
L'ENERGIA È... UN ASPETTO IMPORTANTE DELLA COLAZIONE MA IL 30% GIUDICA LA PROPRIA COLAZIONE SCARSA E SOLO UNA DONNA SU QUATTRO SA CHE LA COLAZIONE DOVREBBE FORNIRE TRA 20-25% DI APPORTO NUTRIZIONALE ENERGETICO E SONO LE GIOVANISSIME A RITENERLA SCARSA ANCHE SE SONO LE PIU COLPEVOLI (41%)
su cosa portare a tavola. per il nostro organismo – E lo studio Doxa-Aidepi ha commenta la nutrizionista – e evidenziato sette errori tipici concederci il dolce al mattino è che i nostri assolutamente connazionali consigliato. commettono Non solo, quando si consumare una Per il mettono a colazione dolce tavola al aumenta la degli italiani a dieta la colazione è un mattino. produzione di momento spensierato cui non si pensa serotonina, che Il 56% degli al cibo come nemico italiani ritiene ha un effetto che per calmante e dimagrire antistress sia necessario eliminare i e quindi chi consuma una dolci dalla colazione, ma in colazione bilanciata è più realtà rinunciare ai cibi dolci al appagato e di buonumore”. mattino non incide sulla dieta: al contrario, danno l’opportunità I SUPERFOOD di partire con la giusta carica. NON SERVONO “Anche a dieta la colazione Zenzero, bacche di goji, rimane un pasto fondamentale frutti rossi e altri cosiddetti
23%
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super food hanno invaso le nostre tavole a colazione con la promessa di qualità straordinarie e una grandissima carica al mattino. “Purtroppo questa tendenza salutistica non ha riscontri scientificamente provati” spiega Migliaccio, ma resta una convinzione per il 62% degli italiani.
ne esistono su eventuali danni. Va bene quindi per ottenere un beneficio generale, ma non per dimagrire”.
L’IMPORTANZA DEL LATTE Il 42% degli italiani pensa che eliminare il latte vaccino dalla colazione possa portare benefici alla dieta. Ma in realtà consumare latte al mattino IL MITO DELLE PROTEINE aiuta a reidratarsi dopo le Per il 52% degli italiani una ore di sonno e porta grandi colazione prevalentemente a benefici al nostro corpo. “Il latte base di proteine aiuta a perdere contiene infatti acqua, vitamine, peso, in proteine, grassi, realtà un sali minerali breakfast (quali il calcio) completo e e zuccheri Il bilanciato – sottolinea dovrebbe Migliaccio – ed degli italiani a dieta ritiene che contenere è da evitare solo eliminare il latte dalla prima colazione nella dieta di chi tutti i aiuti a perdere peso nutrienti ha un’allergia (carboidrati, alle proteine del proteine, latte vaccino; grassi, vitamine e sali chi è intollerante può usare minerali). “Scegliere un menù invece un latte delattosato o lo prevalentemente a base di yogurt”. insaccati, uova o legumi, tipico di altre tradizioni alimentari, come quella anglosassone – commenta l’esperta – rischia di incrementare l’introduzione di un’elevata percentuale di grassi saturi con uno sbilanciamento dei macronutrienti essenziali, differente dalle indicazioni della dieta mediterranea”.
42%
I RIMEDI DELLA NONNA Il consumo di limone e acqua calda al mattino resta per il 52% degli italiani un metodo efficace per dimagrire, una convinzione che viene tramandata di generazione in generazione. A discapito della tradizione, però, questo metodo non ha alcuna base scientifica oggettiva. “Appena svegli è importante invece consumare in generale liquidi, per idratarsi e consentire a tutti gli organi di rimettersi in moto, sì quindi a latte, caffè e tè, spremute – spiega Migliaccio –. In ogni caso acqua e limone non inducono alterazioni all’organismo e quindi, anche se non esistono evidenze scientifiche sui benefici, non
UN CAFFÈ NON BASTA Il 21% degli intervistati ritiene che consumare a colazione un caffè al volo senza zucchero aiuti a dimagrire e a restare in forma. “In realtà la scelta giusta sarebbe quella di accompagnarlo con latte e una porzione di carboidrati per
avere una colazione equilibrata e completa – avverte la nutrizionista –. Consumare solo un caffè è praticamente equivalente ad un digiuno, in quanto il caffè non ha calorie. Nel caso in cui si aggiungesse un cucchiaino di zucchero, 20 calorie sarebbero insufficienti per la prima colazione. Inoltre, la mancanza della prima colazione e dello spuntino di metà mattina comporta che si arrivi molto più affamati al pranzo”. FRUTTA SÌ MA NON DA SOLA Per il 28% degli italiani per dimagrire sarebbe meglio consumare solo un frutto a colazione. “È una buona abitudine assumere frutta fresca a colazione, ma solo un frutto potrebbe non essere saziante e, inoltre, la frutta contiene zuccheri semplici che vengono assimilati dal nostro organismo velocemente –
spiega la docente –. Potrebbe quindi tornare appetito molto prima. È sempre una buona abitudine assumere una quota di carboidrati complessi, anche per ottemperare alle indicazioni internazionali sulla riduzione di zuccheri semplici”.
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MERCATI
AUSTRALIA, PATTI CHIARI PER UNA LUNGA AMICIZIA AVVIATI I NEGOZIATI TRA UE E CANBERRA PER UN ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO. IG PUNTO FERMO, NORME SANITARIE LO SCOGLIO DA SUPERARE di Gianluca Pierangelini
I
n questi giorni si sta discutendo dei negoziati avviati dalla Commissione europea per la definizione di un accordo di libero scambio con l’Australia, un mercato che per il nostro settore mostra importanti prospettive. L’Italia è uno dei fornitori più importanti di formaggi per il mercato australiano, il secondo dell’Ue, con una quota del 18% sul totale dell’export caseario comunitario. Esportiamo circa 4.600 tonnellate all’anno di formaggi, per un valore che supera i 35,7 milioni di euro. Dal 2000 le nostre esportazioni crescono in media dell’8% all’anno, con Grana Padano e Parmigiano Reggiano in testa (1.827
tonnellate), seguiti dai freschi (767 tonnellate), Provolone (560 tonnellate), Gorgonzola (190 tonnellate), Pecorino (155 tonnellate) e Asiago (30 tonnellate). Le importazioni australiane di formaggio sono contingentate e sottoposte a dazi non particolarmente elevati. Il problema più grande che riguarda il mercato australe sono le barriere non tariffarie, in particolare gli aspetti sanitari e fitosanitari che mostrano parametri estremamente restrittivi rispetto a quelli comunitari. L’Australia è una grande isola ed è molto attenta a preservare gli equilibri dell’ecosistema interno e della salute della popolazione. Il Biosecurity Act fa parte
dell’impianto normativo a tutela della salute delle piante, degli animali e degli uomini, che vieta pratiche ampiamente utilizzate in Europa. L’accordo commerciale in questo senso potrebbe rappresentare la panacea di tutte le problematiche emerse in quel mercato, dato che si prevedrebbe il mutuo riconoscimento degli standard sanitari e fitosanitari. Siamo ancora in una fase embrionale dei negoziati; il primo round si è tenuto all’inizio di luglio ed è stato più che altro una cerimonia di inizio lavori. Sulla base delle direttive negoziali del Consiglio europeo, la Commissione dovrà assicurare un adeguato accesso al mercato dei
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Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio. Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it IL MONDO DEL LATTE 53
mercati export SL.indd 5353 IMDL n8 agosto18.indd
19/07/18 09:20 13:14 23/07/18
MERCATI
04069061
040620
04064050
04069075
4.340 1.308 3.064 1.095 1.526 679 609 488 634 478 135 124 95 118 14.693 14 41 22 9 126 311 69 23 195 35 15.538 81 199 15.818 103 15.921
5.163 2.202 1.829 849 1.115 758 410 138 365 245 86 85 83 98 13.426 7 15 4 84 152 743 386 184 131 166 15.298 101 496 15.895 71 15.966
2.071 3.842 1.715 995 629 610 762 436 88 1.152 78 461 71 117 13.027 29 15 13 9 46 314 174 55 65 44 13.791 49 129 13.969 57 14.026
2.853 2.881 1.079 568 562 300 343 97 38 143 34 108 23 57 9.086 8 5 2 4 35 70 193 38 82 35 9.558 37 147 9.742 38 9.780
1.133 1.407 245 276 179 138 261 152 76 96 8 21 10 6 4.008 3 4 1 13 5 161 74 20 15 29 4.333 10 67 4.410 11 4.421
28 26 7 10 9 12 2 2 3 1 1 1
PAESI
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28
1 103 1 1 1 3 4 7 8 3 131 1 2 134 1 135
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069075 - 04069079 -04069076 -04069087
225 162 154 106 69 31 57 27 20 39 1 5 3 9 908 1 1 2 4 67 10 9 2 77 4 1.085 2 11 1.098 8 1.106
040630
566 458 199 93 78 196 130 58 7 51 6 32 2 4 1.880 1 5 1 4 23 39 17 2 33 3 2.008 22 29 2.059 2 2.061
200 352 159 47 91 24 99 16 7 42 4 25 19 5 1.090 2 2 1 2 8 20 21 4 4 4 1.158 3 7 1.168 4 1.172
234 181 32 61 13 116 24 55 1 17 1 7 1 3 746 3 11 5
55 11 29 59 89 2 13
227 908 230 473 111 66 175 46 48 55 4 208 3 22 2.576 12 37 7 7 87 70 126 21 93 20 3.056 28 131 3.215 11 3.226
7 6 67 2 25 4 876 21 20 917 57 974
39 11 1 309 1 1 4 66 1 14 12 38 446 3 4 453 2 455
TOTALI
04069099
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069063
FORMAGGI FUSI
0406901 04069069 04069021 9019-905 04069039 9082-9084 0406908 04069081 9093 04069086 0406401 04069013 4090 04069015 04069017
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
MOZZARELLA
(IN TONS)
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio - marzo 2018)
04069073 04069001
112 342 144 517 61 2 43 11 3 2 2 12 2 3 1.256 1 2 1
1 107 28 28 49
213
10 54 8 7 5 1.344 1 14 1.359 3 1.362
1 21 235 290 525 525
17.207 14.080 8.887 5.256 4.560 2.934 2.956 1.575 1.290 2.360 371 1.090 312 443 63.321 83 139 61 140 636 1.803 1.165 384 773 352 68.857 359 1.546 70.762 368 71.130
FORGRANA CORRADINI SPA
SAVIOLA SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Parmigiano Reggiano, Grana Padano Confezionamento sottovuoto Grattugiati di fresco e disidratati da 5 g ed oltre
Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla Reggio Emilia Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
BRAZZALE
SPA
54 IL MONDO DEL LATTE
mercati export SL.indd 5454 IMDL n8 agosto18.indd
19/07/18 09:20 13:14 23/07/18
MERCATI
16.995 15.966 899 45 85 27 452 25 427 16
15.393 14.026 1.095 64 208 129 3.931 895 3.036 203 40 73 90 1.203 439 24 11 36 29 664 510 499 11 5
10.475 9.780 580 5 110 7 99 27 72 7
4.723 4.421 280 12 10 9 116 16 100 7 4
7 282 147 42
3 180 124
19 10 64 37 35 2 1
54 91 90 1 1
21.374 7.348 210.529 71.790
10.908 1.128 93.200 8.543
5.127 706 31.585 5.008
29 21 695 121 106 15
3 13 1.844 670 595 8 51 48 472 114 92 22
19.129 3.208 92.986 16.868
19.448 3.482 74.040 17.708
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
17.359 15.921 1.265 12 161 27 187 8 179 251 1 4 246 1.184 399 40
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
FORMAGGI FUSI
040620
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
3.367 3.226 47 60 34 117 354 71 283 61 29 3 29 474 75 74 51 22 5 247 110 106 4
1.579 974 410 11 184 6 216 5 211 22 7 1 14 242 25 1
1.408 1.362 44 2
499 455 26
17 6 193 82 80 2 1
3 1 32 100 99 1 2
4.483 1.257 30.047 8.251
2.148 1.174 12.790 7.591
1.755 393 9.857 2.433
04064050
04069063
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
1.225 1.172 39 2 12 11 2.741 164 2.577 18 8 2 8 108 80 3 1 1 1 22 49 47 2 4.152 2.980 33.660 23.107
1 1
PROVOLONE
04069061
ALTRI FORMAGGI
04061050 04061080
PECORINO
GRATTUGIATI
CODICE DOGANALE
GORGONZOLA
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
04061030
MOZZARELLA
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ALTRI FORMAGGI DURI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio - marzo 2018)
18 1 9
10 171 41 130 26 6 1 19 38 2
9 3 3 46 5 2 39 0 1 559 104 2.134 438
4.570
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO
MARIO COSTA SPA F.LLI PINNA AZIENDA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
SRL
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
CASEARIA SPA
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
56 IL MONDO DEL LATTE
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19/07/18 09:20 13:15 23/07/18
mercati ex
681 666 14
607 602 1
239 208 30
1 23 0
4 22 5 17 12 11
1 9 35 10 25 1 1
1 23
3
8 7 1 5
1
4
4 0
19 2
717 51 4.570 395
2 1
3 8 5 3 3
667 65 4.634 452
298 90 2.161 865
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069088 04069087 04069023 04069025 04064090 04069093 04069027 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069019 04069050 04069082 04069084
386 363 22 1
14 0
834 792 35 5 2 6 99 1 98 6
467 440 25 1 1 1 83 1 82 2 1
208 175
6 56 9
1 3 2
7 14
6 6 21 4 4
619 256 3.327 1.494
1
223 135 88
134 96 33 5
2 89 11 78 6 2 1 3 14 6 5
5 94 1 93 1 1
46 14 5 9
1 10 10
1 2 41 41
1
1
1.015 223 7.172 1.564
567 127 3.870 910
376 241 2.435 1.513
6
545 525 20 41 41 0
12 10
3 3 3 3
2 0
243 147 1.719 966
598 73 1.563 438
77.139 71.130 4.933 225 851 370 8.753 1.281 7.472 650 111 95 444 5.931 2.163 789 72 196 128 2.583 1.296 1.222 74 17 94.183 23.053 622.279 170.334
prodotti europei e dovrà tenere conto delle sensibilità del mercato agroalimentare comunitario nel concedere spazio ai prodotti australiani, tra l’altro molto competitivi per i loro prezzi, ben al di sotto dei livelli europei. Inoltre, dovrà essere assicurato il riconoscimento di una lista di Indicazioni geografiche la cui tutela non sarà negoziata diversamente rispetto a quanto è stato fatto con altri Paesi. Nonostante, quindi, non sia garantita a priori una piena tutela delle nostre Ig, sarà comunque assicurato un certo livello di protezione delle denominazioni, in un territorio che si mostra disponibile all’assorbimento e alla produzione di prodotti evocativi, quindi alla proliferazione dell’Italian sounding. L’Australia è un mercato interessante anche per la presenza di una consistente comunità italiana. Prepariamoci quindi a seguire con attenzione gli sviluppi di questo negoziato per arrivare a un accordo ambizioso per le nostre imprese e per la nostra economia.
O
7/18 13:15
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
ZANETTI
Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
IL MONDO DEL LATTE 57
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MERCATI
LATTE, ANDAMENTO A DUE VELOCITÀ I
dati della Commissione europea confermano che dopo alcuni mesi “anomali”, durante i quali il prezzo del latte in Italia si era avvicinato a quello dei suoi competitor (per qualche settimana era addirittura stato superato da quello tedesco), con la primavera le cose hanno ripreso l’andamento usuale, con l’Italia che si posiziona su livelli di prezzo superiori alla media comunitaria. Basta buttare un occhio ai dati per capire che sbaglia chi sostiene che la ripresa delle quotazioni del latte alla stalla registrata negli ultimi 18 mesi sia dipesa dalle nuove regole di etichettatura di origine. È infatti evidente che l’aumento del prezzo del latte è stato generalizzato e ha riguardato sia i Paesi che si sono dati nuove regole sia quelli che hanno preferito attendere le decisioni comunitarie. Addirittura, guardando alle rilevazioni di Italia, Francia e Germania (ma nulla cambia se analizziamo negli altri grandi produttori), emerge che nei mesi della crescita i maggiori aumenti sono stati realizzati in Germania, Paese che guarda alle
regole di origine con indifferenza, quando non con fastidio. Le ragioni della ripresa sono quindi da cercare altrove e non è facile comprenderle: un ruolo importante l’hanno di certo giocato le quotazioni delle materie grasse lattiere. Negli ultimi due anni i prezzi di panna e burro – pur con una notevole volatilità – si sono posizionati su livelli particolarmente elevati e ciò ha certamente influito sul prezzo del latte alla stalla in tutta Europa. Tutti sanno che se il mercato fosse stato guidato solo dalle quotazioni del latte scremato in polvere ci troveremmo in una situazione molto diversa. Sull’anomalo andamento registrato in Italia si sta facendo avanti un’altra teoria, da approfondire. L’aumento produttivo nel nostro Paese è sotto gli occhi di tutti (un milione di tonnellate in più in tre anni), ma l’incremento non è omogeneo. La distribuzione delle consegne confermerebbe, cioè, che in inverno la produzione nazionale soddisfa la domanda e i prezzi si allineano ai valori europei. Quando, in primavera ed estate, a
ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE DI LATTE IN EUROPA
settimane
€/100 kg
Mentre le quotazioni internazionali del burro continuano a essere posizionate su livelli record per il periodo, i prodotti proteici (latte scremato in polvere e siero in polvere) mostrano timidi segni di ripresa, pur rimanendo su valori bassi.
BURRO
700 650 600 550 500 450 400 350 300 250 200 5
LATTE SCREMATO IN POLVERE
20
25
30
35
40
45
50
110
200
100
180 160 140 120 5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
80 70 60
settimane
€/100 kg
90
settimane
€/100 kg
15
SIERO IN POLVERE
220
100
10
50 40 5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
58 IL MONDO DEL LATTE
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21/07/18 09:20 19:06 23/07/18
7/18 19:06
IL PREZZO DEL LATTE IN EUROPA (EURO/100 KG)
GEN-16
APR-16
LUG-16
OTT-16
GEN-17
APR-17
LUG-17
OTT-17
GEN-18
APR-18
MAG-18
GIU-18
ITALIA
34,4
31,5
30,6
31,3
36,3
36,3
36,8
37,7
36,6
35,2
34,9
34,9
UE
29,7
27,4
25,6
29,9
33,5
33,2
34,2
37,5
35,5
32,6
32,1
32,3
FRANCIA
30,4
29,1
28,5
31,6
34,2
33,6
34,0
36,2
35,3
32,9
32,4
32,6
GERMANIA
28,9
25,7
23,4
30,4
34,1
33,5
35,9
40,3
36,8
33,0
32,4
32,4
ITALIA
UE
causa del diverso clima in Italia, le consegne diminuiscono ma cresce la domanda di latte per i formaggi freschi, il prezzo del latte alla stalla aumenta più che altrove. Una migliore distribuzione delle consegne o
IMDL n 8 agosto18.indd 59
FRANCIA
GERMANIA
nuove forme contrattuali permetterebbero di ottenere due risultati: un prezzo più costante nel corso dell’anno e un miglior controllo delle produzioni di formaggi a lunga maturazione.
23/07/18 09:20
MERCATI
BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 12-15 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
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VAR.
2018 GIUGNO MEDIA
2017 GIUGNO MEDIA
VAR.
3,73 4,73 4,83 3,53 7,68 6,68 5,45 11,16 10,38 9,48 5,25 6,25 5,05 4,25 5,10 5,33 5,62
6,97% 17,97% 20,70% 7,37% -6,25% -6,74% -5,14% 4,84% 3,28% 2,85% 0,95% 0,80% 0,99% 1,18% 0,98% 2,63% 2,85%
4,13 5,75 6,00 3,93 7,22 6,25 5,20 11,70 10,72 9,75 5,30 6,30 5,10 4,30 5,15 5,47 5,78
4,57 5,59 5,67 4,37 7,78 6,73 5,51 11,31 10,49 9,51 5,25 6,25 5,05 4,25 5,10 5,33 5,62
-9,63% 2,86% 5,82% -10,07% -7,20% -7,13% -5,63% 3,45% 2,19% 2,52% 0,95% 0,80% 0,99% 1,18% 0,98% 2,63% 2,85%
323,75
367,50
-11,90%
384,38
416,25
-7,66%
12,15 11,55 10,85 10,10
11,925 11,275 10,65 9,90
1,89% 2,44% 1,88% 2,02%
12,225 11,575 10,85 10,10
11,975 11,325 10,675 9,925
2,09% 2,21% 1,64% 1,76%
2018 MAGGIO MEDIA
2017 MAGGIO MEDIA
3,99 5,58 5,83 3,79 7,20 6,23 5,17 11,70 10,72 9,75 5,30 6,30 5,10 4,30 5,15 5,47 5,78
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
DO DEL
E T T A L IL MON
N. 8
AGOSTO
2018 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXII -
MENSILE
CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO
11 1
3
– ROMA
70%
0401 1090 2019 2099
E POSTAL
0401 1010 2011 2091
TO ONAMEN E IN ABB
LATTE SFUSO IN CISTERNA
LA
ORGANO
cover n 8
36 258 297 1 4 3 4 1 616
10 11 1.597
1 1 2 5 1.630
1 1 4
1
907
35
FERENZE
agosto 2018
UF
TTE ASSOLA
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POSITIVI DA
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L’ESTAT DIETA DEL
SEGNALI
POSTE ITAL
PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15
LATTE IN CONFEZIONI
SPEDIZION IANE SPA
CODICE DOGANALE
-AT/c AUT MP
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GENNAIO - MARZO 2018 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
P
TRA LE DO
E DEL
COMITATO
L-IDF ITALIANO FI 19/07/18
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ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE
IL MONDO DEL
L AT T E
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
25 387 1 1.942 40 1.982
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1.107 623 913 21
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Il costo dell’abbonamento per l’anno 2018 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
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MERCATI
DOP, È ORA DI CAMBIARE? Q
uando si parla in modo generico di Dop e Igp si commette un errore grossolano, perché si dimentica che si tratta di un settore variegato. I 1.371 prodotti registrati nell’albo europeo (634 Dop e 737 Igp), sono un comparto estremamente eterogeneo: alcuni sono fatti dalla natura, altri dall’uomo; alcuni hanno una storia secolare, altri sono giovani (la normativa consente di tutelare prodotti con appena 25 anni di storia). Alcuni hanno aree di produzione molto limitate, quelle di altri sono estese a un intero Stato. Alcuni sono pilastri dell’economia di un territorio, di un settore o di un Paese, altri rappresentano nicchie, talvolta relative a un piccolo numero di aziende e commercializzate solo localmente. Alcuni sono prodotti squisiti, ricercati e imitati; altri piacciono solo a pochi estimatori, casomai abituati a quel determinato sapore, ma sono sconosciuti ai più. La forza del sistema costruito con fatica in Europa è proprio nell’aver trovato il minimo comune multiplo di questi prodotti: il legame con il territorio. Un legame che ne giustifica la collocazione nell’albo dei prodotti di qualità certificata. Ma è anche un punto di debolezza, che può creare problemi al sistema delle imprese: la casa comune rischia così di diventare una convivenza forzata. Prodotti diversi hanno esigenze diverse.
Cosa hanno in comune formaggi come il nostro Parmigiano Reggiano e il Banon francese (se ne producono una trentina di chili al giorno, meno di una forma di Reggiano), il Grana Padano e lo spagnolo Queso Casín, che non arriva a certificare una produzione di dieci tonnellate l’anno? Ha senso che il medesimo marchio di riconoscimento sia riportato sia sulle confezioni Gorgonzola o di Pecorino Romano sia su quelle di Bovški sir o del Telemea de Ibanesti? Sempre ammesso che i nostri lettori sappiano a quale prodotti sono riconducibili i nomi che abbiamo appena citato. È sensato che prodotti tanto differenti vengano tutelati e protetti allo stesso modo, non solo in Europa, ma addirittura nel mondo? È giusto portare al tavolo delle trattative per gli accordi internazionali tutto il paniere delle Dop europee, pur sapendo che la loro tutela internazionale è una missione impossibile, che chiedere la tutela di più di mille nomi (senza contare i vini), rallenta se non addirittura blocca le discussioni? Che senso ha chiedere di tutelare denominazioni sconosciute ai più, nomi e prodotti che nessuno ha intenzione di imitare? Sappiamo bene che la proprietà intellettuale è un bene da tutelare, ma i modi per farlo sono numerosi e non è detto che gli accordi internazionali siano la strada giusta.
Anche perché – inutile nasconderlo – talvolta i diversi Paesi hanno chiesto di registrare prodotti solo per ragioni politiche, quando non elettorali. E per tanti prodotti, dopo la registrazione, non si è riusciti neanche a darsi un minimo di organizzazione comune. E l’Italia, con le sue 50 Dop solo nel caseario vanta casi eclatanti, con prodotti dei quali neanche si riesce a conoscere la produzione annuale. Così, dopo i primi 25 anni di Dop, alcuni dei grandi cominciano a chiedersi se valga la pena restare nell’albo europeo. Il nome e il marchio che identifica questi grandi prodotti, non solo nel nostro settore, sono ben più noti del sole rosso che accompagna i prodotti Dop e lo stesso acronimo è ancora sconosciuto a grandi fasce di consumatori. Mentre è davvero difficile trovare qualcuno – non solo in Italia – che non conosca il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, la Mozzarella di Bufala Campana oppure il Roquefort o, ancora, la Feta. Sono questi grandi prodotti (abbiamo citato solo quelli del nostro settore, ma il ragionamento vale certamente per gli altri), a trainare il segmento delle Dop, a dare visibilità positiva al marchio europeo. Spesso è la loro fama a fare da garante per la qualità degli altri, che non sempre raggiungono livelli eccellenti. È forse giunto il momento per una riflessione su nuove regole?
I FORMAGGI DOP NEI VARI PAESI EUROPEI; ITALIA E FRANCIA NETTAMENTE IN TESTA 50 45
26
3
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SLOVENIA
ROMANIA
1
1
IRLANDA
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4
POLONIA
6
GERMANIA
6
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REGNO UNITO
PORTOGALLO
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ITALIA
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IGIENE & SICUREZZA
CLORATI:
L’INDUSTRIA EUROPEA CHIEDE LIMITI PIÙ ALTI
IL CLORO SI USA PER DISINFETTARE L'ACQUA E PER PULIRE GLI ATTREZZI DA LAVORO di Ettore Soria
F
ra i diversi temi ambientali in agenda a Bruxelles c'è la questione dei clorati, per i quali la Commissione europea sta lavorando a un riordino normativo. La loro presenza negli alimenti può avere
numerose fonti, ma l’indirizzo di fondo è una diminuzione del Lmr (Limite massimo residuo). Food Drink Europe (Fde) ha predisposto un documento con la posizione dell’industria alimentare sulla questione. La presenza di tracce di clorati sui prodotti alimentari venuti a contatto con acqua potabile clorata o con l’acqua che è stata clorata dal produttore di alimenti per scopi igienici è principalmente una diretta conseguenza di una corretta disinfezione dell'acqua. In altri casi i livelli quantificabili di clorati negli alimenti sono attribuibili ai processi
di produzione classici di determinati ingredienti dovuti all'uso di coadiuvanti tecnologici non imputabili all'uso per la protezione delle piante, né all'uso di biocidi. È opportuno specificare subito che la prima fonte della presenza dei clorati è indubbiamente il trattamento delle acque per il controllo dei patogeni microbici, virali o parassitari. La seconda è relativa agli agenti di pulizia utilizzati dagli Osa, rientranti nelle normali Gmp, al fine di eliminare residui organici dalle superfici delle attrezzature, evitando un carry-over.
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ig&sic clo
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Per questo, bisogna tenere presente il rapporto tra concentrazioni efficaci per la riduzione dei patogeni e il limite proposto per i clorati. QUADRO NORMATIVO Premesso ciò, facciamo un quadro normativo sull'uso del clorato: come erbicida è stato vietato nel 2008 dall'Unione Europea a causa dei suoi effetti potenzialmente dannosi sulla salute umana. Questi effetti erano legati ai rischi di esposizione alla sostanza pura da parte degli operatori che usavano il pesticida. Per quanto concerne i biocidi del gruppo principale "disinfettanti", possono essere necessari e talvolta essenziali per garantire l'igiene dei prodotti alimentari, in particolare per garantire il rispetto dei criteri microbiologici stabiliti per i prodotti alimentari (Reg. Ce n. 528/2012).
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D’altronde, l'ipoclorito è legittimamente utilizzato in alcuni Stati membri per disinfettare l'acqua per renderla potabile. La proposta della Commissione recentemente pubblicata per la revisione della direttiva Ue sull'acqua potabile (2017/0332), prevede la fissazione di una tolleranza per clorato e clorito a un livello massimo di 0,25 mg/l. È importante notare che la previsione circa l’impiego nella trasformazione degli alimenti contenuta nella direttiva sull'acqua potabile del 1983 è mantenuta nella futura direttiva, ma ci sono perplessità su come rispettare la tolleranza a 0,25 mg/l per l'acqua utilizzata nei processi alimentari. LA TOLLERANZA Tenuto conto che si intenderà rivedere l'mr dei clorati
nell’ambito del Reg. Ce n. 396/2005 concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale, Fde ritiene che, considerando le diverse fonti dei clorati, la definizione di residui di pesticidi e l’articolo 20 del succitato regolamento, quest’ultimo non sia il quadro normativo adatto per fissare una soglia, in quanto viene considerato solo il profilo fitosanitario. Pertanto, Fde ha proposto alla Commissione europea di definire un limite massimo di residui adeguato per il clorato nell'acqua potabile nel contesto della finalizzazione della revisione della direttiva sull'acqua potabile e di considerare questo il livello di tolleranza da applicare all'acqua utilizzata nei processi alimentari.
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NORMATIVE
ETICHETTATURA: PUBBLICATI I CHIARIMENTI UFFICIALI DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUL REG. UE N. 1160/2011
UNA COMUNICAZIONE DI BRUXELLES, PUBBLICATA IN GAZZETTA UFFICIALE A GIUGNO, INTEGRA IN UN DOCUMENTO UNICO, CON ALCUNE NOVITÀ, I CHIARIMENTI FORNITI NELLE COSIDDETTE “Q&A” DEL 31 GENNAIO 2013 E DEL 13 DICEMBRE 2016 di Leonardo Graverini
A
sette anni dalla pubblicazione del Reg. Ue n. 1169/2011, l’Unione europea fornisce finalmente chiarimenti ufficiali e definitivi, ad ausilio degli operatori del settore alimentare e delle autorità nazionali, sull’applicazione delle norme di etichettatura emanate con tale normativa. I chiarimenti, elaborati in forma di domande e risposte (Q&A - Questions and answers) dalla Commissione europea in collaborazione con gli esperti degli Stati membri, sono contenuti nella Comunicazione della Commissione europea 2018/C 196/01, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
Ue n. C196 dell’8/06/2018. In realtà, un primo documento di chiarimenti, forniti sempre in forma di Q&A, ma non inseriti in una Comunicazione ufficiale pubblicata in Gazzetta Ufficiale, fu adottato il 31 gennaio 2013 e reso disponibile nel sito della Direzione generale Salute e sicurezza alimentare della Commissione Ue (Dg Sante). A questo seguì un secondo documento, recante ulteriori chiarimenti, datato 13 dicembre 2016, il quale però, appena due mesi dopo, fu ritirato dalla Commissione e rimosso dal sito della Dg Sante perché, da un lato, i suoi contenuti non potevano
ancora considerarsi definitivi e, dall’altro, la Commissione aveva annunciato l’intenzione di pubblicare un documento di chiarimenti finale e unico. In effetti, la Comunicazione ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale integra in un documento unico i chiarimenti forniti nelle Q&A del 31 gennaio 2013 e del 13 dicembre 2016, apportandovi però varie modifiche. In particolare, la Comunicazione: aggiorna il primo documento Q&A adottato il 31 gennaio eliminando una serie di risposte, tra cui tutte quelle riguardanti l’etichettatura degli allergeni (dato che su questo
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NORMATIVE tema la Commissione ha emanato lo scorso anno specifiche linee guida), quelle sugli imballaggi contenenti porzioni individuali fornite dalle collettività al consumatore finale come parte di un pasto (eliminate in virtù della sentenza della Corte di Giustizia europea del 22 settembre 2016 nella causa C-113/15, secondo la quale anche tali porzioni individuali – quali ad esempio porzioni singole di miele imballate in cartoni multipli forniti alle collettività – devono essere considerate come alimenti preimballati, con la conseguenza che tutte le indicazioni obbligatorie devono essere quindi riportate anche sulle etichette di queste porzioni), nonché quelle sull’informazione al consumatore nel caso delle vendite a distanza, sulla possibilità di utilizzare “altre” espressioni della dichiarazione nutrizionale e quelle sulle vitamine e i minerali che possono essere menzionati in dichiarazione nutrizionale; riprende buona parte dei chiarimenti contenuti nel secondo documento Q&A del 13 dicembre 2016. La Comunicazione in esame diviene pertanto il nuovo e unico documento di “domande e risposte (Q&A)”, sull’applicazione del Reg. Ue n. 1169/2011. Anche il primo documento Q&A adottato il 31 gennaio 2013 risulta infatti rimosso dal sito della Dg Sante, dove risulta presente ora solo il nuovo documento appena pubblicato (si veda la pagina https://ec.europa.eu/food/ safety/labelling_nutrition/labelling_ legislation_en). Il testo, come le precedenti “Q&A”, si compone di due sezioni: una sugli aspetti di etichettatura in generale e una su quelli relativi alla dichiarazione nutrizionale. Di seguito riportiamo una sintesi degli argomenti trattati nel documento di maggior interesse per il settore lattiero-caseario, richiamando in particolare l’attenzione su alcuni punti. ETICHETTATURA IN GENERALE Nel punto 2.1.1 si precisano –
facendo l’esempio di prodotti che È chiarito che la superficie del potrebbero sembrare formaggio pannello di visualizzazione principale pur non essendolo – gli ambiti di della confezione è determinata per applicazione delle disposizioni del il 40% dall’altezza della confezione Regolamento che impongono di moltiplicata per la circonferenza, indicare chiaramente in etichetta, esclusi tappi, fondi, flange di nelle immediate vicinanze della coperchi nel caso delle lattine, e denominazione, il componente spalle e colli nel caso di bottiglie e o l’ingrediente utilizzato per la brocche. sostituzione parziale o completa Nel punto 2.3.2 si fornisce il criterio di un componente o ingrediente per la misurazione delle dimensioni che il consumatore può presumere dei caratteri in maiuscolo e dei essere normalmente utilizzato o numeri. naturalmente presente nel prodotto. Nel punto 2.4.5 si precisa che le Tra i prodotti ai quali si applica istruzioni per l’uso, devono essere l’obbligo, viene fatto l’esempio espresse mediante parole e cifre di un prodotto, che assomiglia al e che il ricorso a pittogrammi o a formaggio, nel quale i grassi di simboli può essere solo un mezzo di origine casearia sono stati sostituiti espressione aggiuntivo. da lipidi di origine vegetale e quello di una pizza in cui il formaggio DICHIARAZIONE è stato sostituito con un altro NUTRIZIONALE prodotto. Nel punto in questione è Nel punto 3.2.2. si chiarisce che stato mantenuto il chiarimento – che quando il valore energetico o la era stato specificamente richiesto quantità di sostanze nutritive da Assolatte – in cui si conferma di un prodotto è trascurabile, che devono essere rispettati i la dichiarazione nutrizionale divieti previsti dalle normative può essere sostituita dalla verticali, facendosi dicitura “contiene l’esempio del divieto quantità trascurabili di utilizzare un nome di […]”, posta NEL NUOVO come “formaggio immediatamente DOCUMENTO di imitazione” accanto alla ELIMINATI essendo il nome di dichiarazione “formaggio” riservato nutrizionale, ma I RIFERIMENTI esclusivamente ai non in tabella AGLI prodotti lattieronutrizionale. ALLERGENI Nel punto 3.2.3 si caseari dall’Allegato GIÀ INSERITI precisano i casi in VII, parte 3, del IN APPOSITE cui può figurare la Regolamento Ue n. LINEE GUIDA dicitura indicante che 1308/2013. A tale il contenuto di sale è riguardo, è importante dovuto esclusivamente evidenziare che al sodio naturalmente la parte 3 di tale presente. In particolare, si chiarisce Allegato non tutela solo il nome che tale dicitura può figurare di “formaggio”, ma anche quello nelle immediate vicinanze della di latte, siero di latte, crema di dichiarazione nutrizionale sugli latte o panna, burro, yogurt, kefir, alimenti ai quali non è stato aggiunto oltre a ogni altra denominazione sale, come il latte, mentre se il sale effettivamente utilizzata per è stato aggiunto nel corso della i prodotti lattiero-caseari in trasformazione o mediante l’aggiunta base all’art. 17 del Reg. Ue n. di ingredienti contenenti sale, come 1169/2011, che vuol dire non solo il formaggio, questa dicitura non può le denominazioni legali, ma anche essere utilizzata. quelle consuetudinarie (ad esempio Nel punto 3.2.4 si indica la formula “Mozzarella”) e descrittive. “sale = sodio × 2,5” per calcolare Nel punto 2.3.1 si fornisce il criterio il tenore di sale dichiarato nella di calcolo della superficie maggiore dichiarazione nutrizionale. (in riferimento alla dimensione Nel punto 3.3 si forniscono, tra minima del font da utilizzare), l’altro, indicazioni sulle sostanze nel caso di imballaggi cilindrici.
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nutritive che possono essere ripetute in altri punti della confezione dichiarate volontariamente, sulle e di quali sono le relative modalità informazioni che vanno fornite – e di espressione, sull’impossibilità di relative modalità – in caso di claim riportare in etichetta il contenuto di nutrizionali o salutistici (in particolare, una singola sostanza nutritiva (es.: si chiarisce a questo “X% grassi” salvo i casi proposito che, se la in cui è consentito per sostanza nutritiva i latti alimentari e per SEZIONE alla quale si riferisce taluni grassi spalmabili), SPECIFICA il claim non è tra sull’impossibilità di quelle che possono utilizzare etichette DEDICATA essere inserite in recanti le tabelle AI CLAIM tabella nutrizionale, è nutrizionali nel formato SUI opportuno indicare in richiesto da Paesi NUTRIENTI etichetta la quantità extraeuropei (ad della sostanza esempio Usa, Canada), nutritiva in questione ancorché in aggiunta nello stesso campo visivo, ad alle dichiarazioni nutrizionali previste esempio nelle immediate vicinanze dalla normativa europea. della dichiarazione nutrizionale) o di Nel punto 3.4 si forniscono presenza di indicazioni sul contenuto indicazioni sulle forme di espressione di fibre, sull’impossibilità di indicare e presentazione della dichiarazione in tabella nutrizionale il contenuto di nutrizionale e in particolare, componenti dei nutrienti ammessi tra l’altro, sulla utilizzabilità (ad esempio Omega 3), costituendo dell’acronimo AR, purché se ne la dichiarazione nutrizionale una spieghi adeguatamente il significato lista chiusa di nutrienti dichiarabili, sulla confezione (assunzioni di sull’individuazione di quali sono le riferimento), sul posizionamento indicazioni (nutrienti) della tabella accanto alla dichiarazione nutrizionale che possono essere nutrizionale della dicitura “Assunzione
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di riferimento di un adulto medio (8 400 kJ/2.000 kcal)”, sul significato di “unità di consumo” e sull’uso di simboli o pittogrammi per definire la porzione o l’unità di consumo. Nel punto 3.8.1 si illustra il caso dei prodotti confezionati in liquido di governo e le valutazioni da fare per realizzare una corretta etichettatura nutrizionale. Al riguardo, il documento evidenzia che è preferibile che la dichiarazione nutrizionale sia calcolata per il contenuto totale del prodotto alimentare, ovvero per l’alimento solido e il liquido insieme, nei casi in cui è probabile che l’alimento venga consumato nella sua interezza e volontariamente per il prodotto sgocciolato. Per gli altri prodotti, per i quali non è prevedibile che il liquido venga consumato, appare più pertinente fornire informazioni nutrizionali basate sul peso netto sgocciolato. In ogni caso, la dichiarazione nutrizionale deve indicare in modo chiaro se si riferisce al prodotto sgocciolato o al prodotto nella sua interezza.
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE IN ALCUNI FORMAGGI VIENE UTILIZZATO UN PROTETTIVO DELLA CROSTA “PLASTICO” (PLASTICOAT). QUESTA COPERTURA VA CONSIDERATA UN INVOLUCRO PROTETTIVO E FATTA RIENTRARE NELLA DISCIPLINA DEGLI IMBALLAGGI ALIMENTARI? È CORRETTO INDICARE SEMPLICEMENTE “CROSTA NON EDIBILE” O SI DEVE SPECIFICARE “CROSTA NON EDIBILE TRATTATA CON COPERTURA PLASTICA”?
determinata e attestata dal produttore dei materiali medesimi, così come è previsto dall'art. 16 del Reg. Ce n. 1935/2004. Ne deriva che il fabbricante deve effettuare specifiche valutazioni sulla cessione di qualsiasi componente del rivestimento (comprese quelle che avvengono sulla crosta), tenuto conto anche di tutte le caratteristiche del prodotto alimentare con cui il materiale è specificatamente destinato a entrare in contatto (umidità, pH, ecc.), e dichiarare per iscritto al cliente che l’involucro è conforme alle norme vigenti con esplicito riferimento alla specifica tipologia di formaggio con il quale è concretamente destinato a entrare in contatto. Perciò: non è corretto qualificare il rivestimento come “crosta”. È invece senza dubbio opportuno (se non addirittura obbligatorio nel caso non si possa escludere l’eventualità che il consumatore possa ingerire il rivestimento insieme al formaggio), riportare in etichetta come “istruzione per l’uso”, una dicitura (avvertenza) che evidenzi in modo chiaramente comprensibile per chi acquista che il formaggio è ricoperto da un rivestimento protettivo non commestibile (il rivestimento, non la crosta che – ripetiamo – è parte dell’alimento), che va tolto prima di consumarlo; tuttavia, nei casi in cui ciò è consentito, le sostanze che il rivestimento dovesse eventualmente cedere al formaggio (inclusa la crosta), sono a ogni effetto additivi del formaggio. Pertanto devono essere additivi ammessi per tale formaggio, devono essere rispettate le condizioni e i limiti quantitativi previsti per tali additivi e devono essere indicate tra gli ingredienti del formaggio come additivi, premettendone il nome della categoria di appartenenza.
?
I rivestimenti plastici ricadono nella nozione giuridica di “materiale a contatto con gli alimenti”. In quanto tale il rivestimento non è parte del formaggio e di norma non può considerarsi o agire da ingrediente del formaggio. Ciò vale anche rispetto alla superficie del formaggio (cioè la vera crosta). Rammentiamo che quest’ultima, anche se non edibile, fa parte del prodotto alimentare e, in quanto tale, deve rispettare la stessa normativa valida per gli alimenti (per esempio, una sostanza utilizzata in crosta come additivo va dichiarata in etichetta nell’elenco degli ingredienti). Peraltro, nei casi sporadici in cui la crosta del formaggio sia dichiarata non edibile (quando questo è possibile, come quando è previsto da taluni disciplinari), la dichiarazione deriva da valutazioni igieniche e non dalla natura di “sostanza non alimentare o non commestibile” delle sostanze che sono state utilizzate o dai materiali a contatto che ricoprono il formaggio. L'idoneità dei “materiali a contatto con gli alimenti”, compreso il contatto con la crosta del formaggio, deve essere È POSSIBILE FARE UNA COMPARAZIONE NUTRIZIONALE TRA UNA BEVANDA DI SOIA CON CACAO E LATTI CON CACAO (AD ESEMPIO: 30% DI […] IN MENO)?
I claim nutrizionali comparativi possono essere fatti solo tra alimenti appartenenti alla stessa categoria. Riteniamo che le bevande di soia non appartengano alla stessa categoria del latte. Le vecchie linee guida di Federalimentare chiarivano che il concetto di “stessa categoria di prodotto” era da riferirsi ad alimenti appartenenti alla stessa categoria merceologica e perciò caratterizzati da omogeneità di materia prima (es: origine vegetale, origine animale), processi e occasioni di consumo. Nel caso in questione non c'è né omogeneità di materia prima né di processo. Inoltre, il fatto che il legislatore abbia riservato al latte e ai prodotti lattiero-caseari l’utilizzo di specifiche denominazioni – non impiegabili da alimenti non rispondenti alle caratteristiche per essi previste – è indice del fatto che i prodotti lattieroCOME VA ETICHETTATA UNA MOZZARELLA FATTA CON LATTE 100% DI BUFALA CHE NON È LA “MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP”?
In base al Dm 21/07/1998, per questa tipologia di prodotto l’utilizzo della denominazione "mozzarella di bufala" non è consentito ma è permesso indicare esclusivamente (anche nello stesso campo visivo), la denominazione di vendita "mozzarella" unitamente alla specificazione "di latte di bufala" a condizione
caseari, nelle loro varie tipologie (latte, burro, formaggi, crema, ecc.) appartengono a specifiche e ben distinte categorie alle quali i prodotti a base di soia non possono raffrontarsi. In passato la stessa Antitrust ha applicato una lettura molto rigida del concetto di “stessa categoria di prodotto” sanzionando claim comparativi per “termine di paragone eterogeneo”, dove i due termini erano da un lato un preparato alla frutta e dall’altro confetture. In questo caso c'era addirittura omogeneità di materia prima, oltre che di consumo. Al pari del latte, c'era una legislazione specifica a tutela della categoria. Senza dimenticare che il Mise, nel ribadire che è ingannevole l’impiego e l’evocazione delle denominazioni proprie dei prodotti lattiero-caseari per la commercializzazione, etichettatura, presentazione e pubblicità di prodotti e/o ingredienti ottenuti da materie prime diverse dal latte o dai suoi derivati, ha chiarito che le attuali disposizioni normative sono volte proprio ad assicurare condizioni di concorrenza non falsate tra i prodotti lattiero-caseari e i concorrenti nei settori della denominazione, dell'etichettatura e della pubblicità. che i singoli termini "mozzarella" e di "latte di bufala" siano riportati in caratteri di uguale dimensione e che tra il termine "mozzarella" e la successiva specificazione "di latte di bufala" compaia l’indicazione di un nome di fantasia o del nome, o ragione sociale, o marchio depositato del fabbricante. Inoltre, lo stesso Dm vieta di apporre in etichetta riproduzioni o imitazioni del contrassegno specifico della Dop, cioè immagini o disegni di bufale o di teste di bufale.
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