IL MONDO DEL
IL MONDO DEL LATTE 8/2019
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LA SCIENZA CONTRO LE BUGIE SUL LATTE L’IMPORTANZA DEL SUD PER L’ALIMENTARE UE-MERCOSUR, L’INTESA DOPO 20 ANNI ORGANO UFFICIALE DI
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Amarcord Eda: Attilio Zanetti: “Lavoriamo per garantire un mercato equilibrato” Fil/Idf: Idf/Iso Analytical Week 2019 Ue: Mercosur, una trattativa lunga e complicata News Libri
uvole all’orizzonte, nonostante l’estate. Gli Stati Uniti accusano l’Europa di foraggiare a piene mani Airbus, creando una distorsione della concorrenza a danno della Boeing. Per sistemare le cose, il presidente Trump propone al Senato americano di fissare dazi altissimi (il 100% in valore) su un interminabile elenco di prodotti europei. Bisogna punire l’Europa e recuperare 20 miliardi di dollari. Per motivi difficili da capire, i dazi non riguardano il settore aerospaziale o la sua componentistica, ma tantissimi prodotti OPINIONI alimentari, formaggi compresi. Il sistema ha funzionato La prima audizione presso il Senato Usa lascia tutti a bocca aperta. di Paolo De Castro Tanti imprenditori statunitensi chiedono all’uomo più potente del mondo di mollare la presa: i dazi – sostengono – sono una pessima MONDO idea e colpirebbero anche molte imprese americane che ASSOLATTE creano ricchezza e posti di lavoro. IL MONDO DEL La voce della scienza Solo i farmers e alcuni industriali caseari incitano Trump contro le bugie ad andare avanti. Del resto, sostengono, i formaggiai N. 8 sul latte europei vogliono la botte piena e la moglie ubriaca: pretendono di portare i loro formaggi negli Usa a costo GIOVANI zero, per contro impediscono di esportare Parmesan, ASSOLATTE Asiago e Fontina made in Wisconsin nel Vecchio Deliziosa porta continente. Un’onta da lavare a suon di bigliettoni! la Puglia nel mondo Come se non bastasse, ecco il carico da undici. Il Ccfn – consorzio che ritiene che buona parte delle Indicazioni ECONOMIA geografiche protette in Europa siano nomi di prodotti Il ruolo del Sud comuni – va oltre e propone di vietare del tutto le per l’alimentare importazioni delle Dop europee. A casa sempre più Un pasticciaccio. piatti pronti La Commissione europea (in ristrutturazione dopo le Giapponesi elezioni) mostra i denti: non vuole trattare e minaccia conquistati dai ritorsioni ancora peggiori, con una lista di prodotti a formaggi italiani stelle e strisce su cui imporre dazi. I singoli Paesi europei sono troppo deboli per affrontare il tycoon MERCATI yankee: bisognerebbe convincere i suoi fedelissimi che “chi di dazi Export: Tutto il buono degli accordi colpisce, di dazi perisce”. di scambio Cui prodest una nuova guerra commerciale? Cosa c’entrano i Latte, prezzi più stabili, formaggi italiani in una querelle che riguarda un altro settore e altri italiano sempre più caro Paesi? L’Italia neanche partecipa al consorzio Airbus. Esportazioni italiane di latte Non si può non essere preoccupati per quello che potrebbe Borsa prezzi succedere se non si troverà una soluzione. Dop, servono nuove regole Mentre tanti parlano e rilasciano roboanti dichiarazioni, Assolatte è attiva sulla Commissione europea, con i ministri e le ambasciate. IGIENE E SICUREZZA È in contatto con gli importatori americani per proporre soluzioni. La Francia vieta l’utilizzo del biossido Le risposte delle istituzioni difettano di concretezza e – purtroppo di titanio. Perplessità nell’Ue – non si vedono risultati. Mentre la memoria va alle proteste dello scorso inverno, quando il crollo dell’export del Pecorino Romano NORMATIVE portò per strada centinaia di pastori e provocò manifestazioni L’esperto risponde violentissime...
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Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
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Amarcord: LA DOPPIA FACCIA DEGLI ANTIBIOTICI UN ARTICOLO TEDESCO DI FINE ANNI SESSANTA ELENCA I PROBLEMI DERIVANTI DALL’UTILIZZO DI LATTE CONTENENTE ANTIBIOTICI
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fogliando un numero de Il Mondo del Latte del 1969 troviamo un articolo apparso sull’omonima rivista tedesca del settore lattiero-caseario “Welt der Milch”, in cui l’autore tratta le molteplici correlazioni tra antibiotici e igiene del latte. Il testo ricorda che “l’impiego degli antibiotici porta con sé svariati problemi secondari. Uno di questi è la loro eliminazione attraverso il latte”. L’autore dedica ampio spazio al lato meglio noto del problema: “Il latte contenente antibiotici disturba la burrificazione ed è inadatto per la fabbricazione di formaggi e di yogurt. I batteri lattici, indispensabili per la fermentazione, vengono distrutti oppure almeno molto inibiti nel loro sviluppo. Finiscono per prevalere i microrganismi del gruppo Coli-aërogenes, con susseguente alterazione dei prodotti del latte. Nei caseifici si verificano improvvisi, gravi rigonfiamenti precoci dei formaggi. Nonostante si sia
provveduto ad una intensa propaganda chiarificatrice, i casi consimili sono tuttora frequenti”. Ciò malgrado “i regolamenti che riguardano il latte ed i prodotti alimentari vietano la consegna del latte di animali trattati con antibiotici”. Aspetto, questo, che l’autore affronta proponendo un’approfondita disamina di esempi e casi reali. Più sinteticamente, l’articolo si sofferma anche sul “pericolo che i consumatori di latte risultino sensibilizzati a seguito della ripetuta ingestione di latte e latticini contenenti antibiotici, oppure che in prosieguo di tempo, sottoposti ad un trattamento con antibiotici a causa di una malattia soggiacciano ad uno choc, oppure ad altre manifestazioni di ipersensibilità (quali, ad esempio, eruzioni cutanee). Può anche verificarsi il caso che individui sottoposti a trattamenti con antibiotici e divenuti ipersensibili,
reagiscano allergicamente con la stessa sintomatologia, a seguito della ingestione di alimenti contenenti antibiotici.” Proseguendo leggiamo che “per dar luogo ad una ipersensibilità, oppure per scatenare una reazione allergica, sono sufficienti tracce di un antibiotico. A questo riguardo è particolarmente maligna la penicillina, l’antibiotico di più frequente impiego. Procedendo ad una selezione dei microrganismi resistenti agli antibiotici, si trovano per primi gli stafilococchi. All’abuso degli antibiotici va ascritto in gran parte il fatto che tali microrganismi siano diventati per la medicina un problema molti serio”. Un passaggio, quest’ultimo, sul quale l’autore non si sofferma più di tanto (ben altro era infatti l’obiettivo dell’articolo proposto), ma che oggi sappiamo bene essere divenuto un tema di grande rilievo: l’antibiotico-resistenza.
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OPINIONE
IL SISTEMA HA FUNZIONATO C
on l’asta del 20 giugno, fiducia nei Paesi membri e tra si è completato il processo gli operatori. di reimmissione sul mercato Comunque, dopo un inizio delle 380mila tonnellate di incerto, lo svuotamento latte scremato in polvere dei magazzini ha avuto immagazzinato durante la crisi un’accelerazione, senza effetti del 2015. sui prezzi e senza trascinare Si tratta della chiusura di un il settore in una nuova crisi. capitolo, con le procedure L’approccio paziente ha pagato. per la cessione del prodotto iniziate lentamente, forse senza UNA RETE DI PROTEZIONE un’adeguata preparazione. Lo smaltimento ha cambiato E non intendo quella dei passo con interventi politici, servizi della come l’azzeramento Commissione, cui del massimale di va dato atto di aver acquisto, introdotto SI CHIUDE UN ben interpretato nel 2018 perché le CAPITOLO il mercato. A consegne di latte DELICATO mancare è stata erano in aumento la sensibilità e si temeva un PER IL politica, capitale nuovo surplus LATTE fondamentale produttivo, stavolta EUROPEO quando la gestione indipendente da centralizzata cause esterne, come dei mercati furono nel 2015 cede il passo a forme di l’embargo russo e la fine del decentralizzazione, con i rischi regime delle quote. che ne conseguono. Una Quando nel 2016 la sensibilità necessaria a creare Commissione annunciò il
di Paolo De Castro, parlamentare europeo
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suo piano di de-stoccaggio, Ma allora, appunto, c’erano le produttori e allevatori europei quote a funzionare da rete di definirono inaccettabile la sicurezza. decisione dell’esecutivo comunitario, che era stata PREVISIONI OTTIMISTICHE però votata e appoggiata La fine della coda lunga della da 27 Paesi. Una reazione crisi arriva con previsioni comunque comprensibile per ottimistiche, almeno nel breve via dei quantitativi in gioco: un periodo. In luglio, i servizi terzo circa della produzione della Commissione hanno europea di latte scremato in pubblicato le stime per la polvere. Con la fine delle quote prossima stagione; sul versante e la gestione centralizzata dei prodotti lattiero-caseari le degli strumenti di notizie sembrano mercato da parte buone: il meteo dell’Ue, il soft power fa pensare a L’EXPORT delle istituzioni e la un’annata non CONTINUA capacità di leggere molto positiva per A CRESCERE. il mercato da parte i nostri principali degli operatori concorrenti, CON LA CINA sono diventati mentre la A FARE fattori sempre più domanda mondiale DA TRAINO importanti. E questo è sostenuta. lo mostra anche un I formaggi si confronto con l’altra dimostrano molto grande crisi del latte, quella apprezzati sia nel mercato del 2009. In quella congiuntura domestico che in quello globale, l’Ue immagazzinò circa 260mila tant’è vero che nella prima tonnellate e ci mise due anni parte dell’anno la crescita delle per reimmetterli sul mercato. esportazioni ha raggiunto il
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3%, trainata dalle spedizioni verso Stati Uniti (+7%), Giappone (+18%, con l’accordo commerciale che deve ancora entrare in vigore a pieno regime) e Svizzera (+ 2 per cento). Anche le previsioni sulla domanda interna parlano di un probabile +0,5% e quelle sull’export di una conferma del +3% registrato nella prima parte dell’anno. E mentre il calo dei consumi di latte fresco sul fronte interno continua, le esportazioni del latte alimentare sono in crescita con la Cina che “tira” moltissimo (+24 per cento). Secondo gli esperti della Commissione questa tendenza dovrebbe continuare con una crescita stimata delle spedizioni di prodotti freschi del 10 per cento. Anche la domanda mondiale di latte scremato in polvere è elevata, gli stock sono ormai vuoti e, entro la fine dell’anno, si prevede che anche le riserve private tornino a livelli bassi.
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LA VOCE DELLA SCIENZA CONTRO LE BUGIE SUL LATTE NON FAVORISCE IL DIABETE, NON AUMENTA IL COLESTEROLO, NÉ LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI. ANZI, UN CONSUMO CORRETTO CONTRIBUISCE A MANTENERCI IN SALUTE. IN ITALIA SE NE BEVE SOLO IL 30% DELLE QUANTITÀ CONSIGLIATE di Carmen Besta
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urante il corso di formazione per giornalisti dal titolo "Consumatori tra scelte alimentari e fake news" organizzato dall'Unione italiana Consumatori a Roma, il professor Andrea Ghiselli (Dirigente di Ricerca al Crea - Alimenti e Nutrizione e presidente della Società italiana di Scienza dell’Alimentazione), ha parlato dei nostri prodotti in una relazione intitolata “Latte e derivati: voci, ciarle e false dicerie da web e media”. ALIMENTO NEL MIRINO Tra le varie fake news a tema alimentare, ha introdotto Ghiselli, il latte è probabilmente l’alimento più tartassato: "è innaturale bere latte da adulti, per giunta di un’altra specie, il latte contiene calcio ma porta via quello delle ossa, il latte fa aumentare il colesterolo, il latte fa venire il diabete…" e altro ancora. In realtà, ha chiarito Andrea Ghiselli, queste falsità sono solo costruite ad arte da una certa parte di popolazione che per diversi motivi ha deciso di dichiarare guerra al latte. Innanzitutto non è per nulla innaturale bere latte in età adulta. È vero, sì, che dopo lo svezzamento si perde un poco la capacità di digerire il lattosio, ma dobbiamo anche tenere conto che se il lattante consuma una quantità di latte pari al 10-15% del proprio peso, la quota di latte che beve un adulto è pari allo 0,30,5% e anche se la capacità di
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MONDO ASSOLATTE digestione del lattosio è ridotta, la stragrande maggioranza delle persone è in grado di bere una tazza di latte senza sintomatologia. Ad ogni modo, ha specificato Ghiselli, ammesso che si abbia qualche sintomo ascrivibile alla mal digestione del lattosio, si può ricorrere ai prodotti a ridotto contenuto di lattosio. Inoltre, non è vero che l’uomo sia l’unico animale adulto che consuma latte: è invece corretto dire che siamo l’unico animale adulto che ha imparato a mungere una vacca. È esperienza di chiunque abbia un animale domestico, sia esso un gatto o cane, che se gli si offre del latte, venga gradito e consumato. Altra fake smentita da Ghiselli, l’ipotesi millantata da molti che le proteine del latte acidifichino l’organismo e lo costringano a ricorrere al calcio delle ossa. È vero anzi il contrario, ossia che il latte è dotato di un
certo, anche se debole, potere alcalinizzante. Altrettanto falso è che il latte determini aumento di colesterolo e di malattie cardiovascolari. Tutt’altro, molti studi hanno documentato un impatto nullo o favorevole sulle malattie cardiovascolari. Il consumo di latte, poi, oltre ad avere un effetto favorevole sulla crescita e sulla densità ossea, determina un rischio inferiore di diabete e sindrome metabolica, ha un effetto favorevole sulla sazietà e sul mantenimento del peso a lungo termine, mentre non ci sono evidenze convincenti di aumento delle probabilità di contrarre un tumore, come molti dicono. Le evidenze convincenti, ha chiarito Ghiselli, mettono in relazione il consumo di latte con un effetto protettivo nei confronti del cancro al colon. CONSUMO RAGIONEVOLE Insomma, ha concluso Ghiselli, tante se ne dicono,
forse troppe. Le linee guida di tutto il mondo spingono verso un consumo ragionevole di latte, che è un alimento estremamente ricco di nutrienti, bilanciato nelle componenti, relativamente poco costoso e ampiamente disponibile. Dunque, non solo non ha senso rinunciare al prezioso apporto del latte e dei prodotti lattiero-caseari, ma il loro consumo è raccomandato dalle varie autorità nazionali e sovranazionali, anche perché potrebbe contribuire a ridurre in maniera considerevole il numero di anni di vita persi per morti premature o quelli vissuti con disabilità. In Italia, purtroppo, oggi il consumo di latte arriva a coprire a malapena un terzo delle quantità raccomandate.
LATTE E DERIVATI: UNA GUIDA ONLINE CONTRO LE FAKE NEWS È online la guida Latte e derivati: occhio alle fake news! nata dalla collaborazione tra Assolatte e Unione nazionale consumatori. Realizzata per contrastare la disinformazione che ancora colpisce i prodotti lattiero-caseari, fornisce informazioni chiare, semplici e immediate, veicolate attraverso una grafica accattivante. La guida si apre con l’introduzione di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione. All’interno la descrizione delle
caratteristiche e i vantaggi legati al consumo di latte, formaggi, yogurt e latti fermentati, burro. Un capitolo è dedicato a confutare le fake news più diffuse sui nostri prodotti. A seguire, “la parola agli esperti”. Sono Andrea Ghiselli (dirigente di ricerca del Crea Alimenti e Nutrizione e presidente della Società italiana di Scienze dell'alimentazione), Marcello Ticca (medico, specialista in Scienza dell'Alimentazione dell'Università Sapienza di Roma) e Gianfranco Piva (già ordinario di Nutrizione e Alimentazione animale e preside della Facoltà di Agraria - Ucsc, ed emerito dell'Accademia dei Georgofili), che con i loro contributi contribuiscono a smentire allarmismi e fake news su latte e derivati. Conclude la guida il “Vademecum per chi naviga online”: sei consigli per difendersi dalle bufale.
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LE PIÙ DIFFUSE NOTIZIE FALSE SUL LATTE. E PERCHÉ SONO FAKE BERE LATTE DA ADULTI È INNATURALE Falso. L’uomo beve latte animale da almeno 10mila anni: questo lo rende un alimento naturalmente presente nella dieta umana e parte integrante dell’evoluzione dell’uomo, che ha così avuto a disposizione un alimento ricco di nutrienti facilmente assimilabili. Per gli innegabili vantaggi legati al suo consumo, il latte e i suoi derivati sono ancora oggi presenti e consigliati nelle raccomandazioni nutrizionali ufficiali di tutti i Paesi.
BEVENDO IL LATTE SI INGERISCONO ANCHE SOSTANZE INQUINANTI, ANTIBIOTICI E ORMONI Falso. Latte, yogurt, formaggi e burro sono assolutamente sicuri e salubri perché soggetti a rigide prescrizioni e a costanti verifiche lungo tutto il processo di lavorazione. Le aziende controllano tutte le fasi della produzione: dall’acquisto delle materie prime alla verifica dell’assenza di residui e inquinanti all’ingresso nello stabilimento; dai processi di produzione al confezionamento, fino alla shelf life. L’uso di ormoni è vietato in Italia e in tutta Europa, mentre per gli antibiotici, utilizzati solo quando indispensabili per curare gli animali malati, esistono precise regole di impiego e di sospensione.
I PRODOTTI LATTIEROCASEARI “RUBANO” CALCIO ALLO SCHELETRO Falso. L’associazione tra il consumo di latte e derivati e il rischio di osteoporosi/fratture ossee è assolutamente infondata: questi prodotti sono una fonte
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privilegiata di calcio, sia per la notevole quantità presente, sia, soprattutto, per la sua “biodisponibilità”. Anche se altri cibi contengono quantità particolarmente elevate di calcio, è nel latte e nei suoi derivati che si verificano le condizioni ottimali per l’assorbimento del calcio. In molti vegetali, ad esempio, questo processo viene ostacolato dalle fibre che, pur essendo fondamentali in una dieta bilanciata, contengono molecole che ne riducono l’assorbimento.
I NUMERINI STAMPATI SUL FONDO DEI CARTONI DEL LATTE INDICANO QUANTE VOLTE IL LATTE È STATO PASTORIZZATO Falso. I numeri riportati sul fondo dei contenitori sono di fondamentale importanza per garantire la tracciabilità dell’imballaggio. Così, anche a distanza di tempo, è possibile ricostruire l’esatta provenienza del cartone e le singole fasi di produzione.
LA PASTORIZZAZIONE UCCIDE I FERMENTI LATTICI DELLO YOGURT Falso. È il latte di partenza che viene sottoposto al trattamento termico e i fermenti lattici vengono aggiunti al latte solo dopo la pastorizzazione. Le caratteristiche e le proprietà dello yogurt sono infatti legate alla presenza, fino al momento del consumo, dei due microrganismi specifici: Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus e Streptococcus thermophilus. Questi devono essere vivi e vitali nella quantità totale non inferiore a
10 milioni per grammo di prodotto. Ecco perché, per godere appieno delle caratteristiche salutari dello yogurt, è importante il mantenimento della catena del freddo anche a livello domestico.
I GRASSI DEL LATTE FAVORISCONO LE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI Falso. Il consumo di latte e latticini ha un effetto neutro, se non protettivo, nei confronti delle malattie cardiovascolari. Anche ipertensione e diabete, patologie che concorrono a causare il danno cardiovascolare, risentono favorevolmente del consumo di latticini. I grassi animali non favoriscono affatto le patologie cardiovascolari, semmai è il loro consumo eccessivo a essere dannoso.
CHI È INTOLLERANTE AL LATTOSIO DEVE RINUNCIARE AI LATTICINI Falso. Nel caso in cui l’intolleranza al lattosio sia stata diagnosticata correttamente, mediante test attendibili prescrivibili dal medico di base, si possono consumare i prodotti naturalmente a minore contenuto di lattosio come yogurt e latti fermentati, e i formaggi a lunga stagionatura o quelli fermentati, che hanno livelli di lattosio prossimi allo zero. Ci sono poi i prodotti “delattosati”. Si tratta di latte, yogurt, burro e formaggi nutrizionalmente identici alle versioni tradizionali, con un’unica eccezione: il lattosio è già stato scisso nei suoi due zuccheri semplici (il galattosio e il glucosio), e non provoca così alcun problema digestivo o intestinale.
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ATTILIO ZANETTI:
“LAVORIAMO PER GARANTIRE UN MERCATO EQUILIBRATO” di Katia Bellantone
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ssolatte è membro di Eda fin dalla sua nascita (Ercole Locatelli fu uno dei promotori e fondatori di Assilec, “madre” dell’attuale associazione). Attilio Zanetti è uno dei vicepresidenti dell’associazione europea, in rappresentanza di Assolatte. L’abbiamo incontrato a margine del board Eda che si tenuto a inizio luglio. Perché è importante far parte di un’associazione europea e qual è il valore aggiunto? Fare squadra aiuta a vincere, a ottenere risultati migliori. La European dairy association ci dà l’opportunità di presentarci di fronte alle istituzioni europee uniti e compatti per difendere un settore fondamentale per l’economia europea. Anche e soprattutto a Bruxelles, l’unione fa la forza. Eda serve a chiarire alle istituzioni che, al di là della competizione sul mercato, le industrie europee hanno l’obiettivo comune di garantire ai cittadini del continente elevatissimi standard di qualità e sicurezza alimentare, elementi che accomunano il settore in tutti gli Stati membri. Inoltre, da quando il latte è sotto attacco di molteplici “nemici”, unire le forze a Bruxelles è diventata una questione di sopravvivenza. È tramite Eda che in Europa cerchiamo di contrastare la concorrenza sleale dei prodotti di origine vegetale che vorrebbero sostituirsi ai nostri senza avere le medesime qualità nutrizionali. Ed è con Eda che difendiamo i termini protetti quali “latte”, “formaggio” e “yogurt” dai nostri competitor vegetali. L’associazione ha avviato una campagna europea sui benefici del latte e del consumo di latticini in una dieta equilibrata, ed è stata al nostro fianco nell’opposizione che Assolatte ha fatto ai decreti nazionali sull’indicazione dell’origine della materia prima in etichetta, dimostrando che certe iniziative distruggono il mercato unico e creano svantaggi competitivi. Lo stesso vale per le diverse tipologie di etichettatura front pack, dai semafori inglesi al nutriscore francese. Solo in Eda possiamo difendere concorrenza e mercato unico. Durante l’ultima riunione del board si è giunti a una posizione comune rispetto a temi delicati come l’applicazione del Ceta, nonostante gli interessi dei Paesi non fossero convergenti.
La struttura produttiva è diversa in ogni Stato membro e Eda riflette queste diversità. Lo sforzo che facciamo è cercare di trasformare la diversità in valore aggiunto piuttosto che in debolezza. In alcuni Paesi è forte la presenza delle Dop, in altri hanno maggior peso i marchi aziendali; in alcuni Paesi prevale l’attività industriale, in altri quella delle cooperative. In alcuni casi troviamo un’importante regia nazionale, in altri le differenze regionali la fanno da padrone. Questo non ci ha mai paralizzato e – anche all’ultima riunione del board – hanno prevalso buon senso e razionalità. Del resto, al tavolo siedono imprenditori e manager e le scelte vengono prese seguendo il senso pratico. Nel caso specifico è evidente che il nuovo sistema di distribuzione delle quote Ceta mette gli importatori storici, con cui abbiamo relazioni di lunghissima data, in una posizione di forte svantaggio rispetto ai produttori locali, ai quali si vorrebbero assegnare la maggior parte delle quote di importazione. C’è un evidente conflitto di interessi! Grazie a una discussione aperta e onesta, i colleghi hanno compreso le nostre ragioni: i produttori canadesi hanno scarso interesse a importare prodotti concorrenti e questo crea un mercato delle quote, che vengono vendute agli importatori. È un chiaro strumento escogitato dal governo canadese per compensare i produttori caseari canadesi, ed è inaccettabile! Sebbene ogni Paese abbia interessi diversi in Canada, abbiamo convenuto che è fondamentale rispettare gli accordi senza sotterfugi. In gioco non ci sono solo i nostri interessi economici, ma anche la credibilità dell’Europa. Eda è impegnata in battaglie trasversali a favore dell’industria casearia. Qual è la prossima grande sfida da affrontare uniti? In una parola, il mercato. Viviamo momenti di grande confusione e quello che fino a oggi ha funzionato sembra essere andato in tilt. Prima di tutto, il mercato interno. Tra qualche
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mese dovrebbe concretizzarsi la Brexit e ancora non conosciamo le clausole sul mercato. Noi ci auguriamo che non cambi niente e chiediamo che non sia il mondo del latte a pagare il prezzo di una hard Brexit. Il mercato europeo è poi minacciato – non va mai dimenticato – da tante iniziative nazionali e nazionalistiche sulle etichette. Ma la sfida più grande arriva dal mercato globale. Mi riferisco alla risoluzione della guerra commerciale con gli Stati Uniti per evitare che il presidente Trump imponga dazi fino al 100% sui formaggi europei. L’Ue è riuscita a chiudere accordi commerciali con Canada, Giappone, Mercosur, Messico e tanti altri. È assordante il silenzio nei rapporti con gli Stati Uniti. La mancanza di un accordo, e perfino di un tavolo negoziale sull’agroalimentare,
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lascia il settore alla mercé di decisioni politiche unilaterali che non hanno nessuna ratio. La prima cosa da fare è garantire un mercato, che è il nostro terreno di gioco, più equilibrato e “fair” possibile. Dove le industrie possano competere e non siano costrette a difendersi dalle minacce che arrivano dalla politica.
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IDF/ISO ANALYTICAL WEEK 2019 di Chiara Fabrizi
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raga ha ospitato il consueto appuntamento con l’Idf/Iso Analytical week, importante momento di confronto tra gli esperti che operano nel campo delle analisi sui prodotti lattieri mondiali. I metodi di analisi standardizzati rivestono grande importanza nel facilitare la produzione e il commercio di prodotti lattierocaseari sicuri e di alta qualità. Forniscono una base di reciproca comprensione, vengono utilizzati per valutare la conformità a normative nazionali o internazionali e sono ampiamente applicati per scopi di controllo e per verifiche di routine. L’utilizzo di linguaggio, comprensione e misurazioni comuni, quale risultato della cooperazione tra industria, autorità, ricercatori e produttori consentono, infatti, risultati comparabili. All’evento hanno preso parte più di 130 delegati da 22 Paesi, oltre a rappresentanti di altre importanti organizzazioni impegnate nello sviluppo di standard analitici quali l’Aoac International, Icar (International Committee for Animal Recording) e Usp (U.S. Pharmacopeial Convention). I lavori hanno portato a importanti sviluppi su un grande numero di argomenti, inclusi otto standard nuovi o da revisionare nell’arco dei prossimi 12 mesi. Si è parlato di uno standard internazionale per la determinazione degli zuccheri nei prodotti del settore, dell’armonizzazione di un processo di validazione per la rilevazione rapida di antibiotici nel latte fresco, così come dello sviluppo di
un documento di domande e risposte volto ad assistere operatori di caseifici e centri di raccolta latte nell’assicurare la qualità e la sicurezza del prodotto. Due argomenti individuati su cui sviluppare standard futuri sono la conta di clostridi – contaminanti che influenzano la qualità dei formaggi duri e semi duri – e la determinazione rapida del grasso nei prodotti lattieri grazie alla tecnologia di risonanza magnetica nucleare. “Con più di 25 incontri degli Idf/Iso action team e sei degli Standing committee nel corso dei quattro giorni di lavoro, l’Analytical week ha rappresentato un’ottima opportunità di networking con
colleghi internazionali e con le aziende costruttrici delle strumentazioni analitiche, nonché per l’avanzamento nello sviluppo di standard e linee guida internazionali Iso/Fil” ha affermato Steve Holroyd, presidente dell’Idf Methods standards steering group.
LA PUREZZA DEL GRASSO LATTIERO Fil/Idf, in collaborazione con Iso, ha rivisto e aggiornato lo Standard Iso 17678/Idf 202 – Milk and milk products – Determination of milk fat purity by gas chromatographic analysis of triglycerides. Il documento specifica un metodo di riferimento per la determinazione della purezza del grasso del latte mediante analisi gascromatografica dei trigliceridi. Il metodo utilizza le differenze esistenti tra le “impronte digitali” del trigliceride del grasso lattiero da quelle dei trigliceridi di altri grassi e oli, per individuare campioni al di fuori dell’intervallo normalmente osservato per il grasso del latte. Possono essere rilevati sia grassi vegetali che animali come sego e lardo. Il metodo è applicabile al latte sfuso o a suoi derivati, indipendentemente dalla variazione delle comuni pratiche alimentari, delle condizioni di allevamento o di allattamento. In particolare, il metodo si applica ai grassi estratti da prodotti lattiero-caseari che si propongono di contenere grasso lattiero puro con composizione invariata, come burro, panna, latte e latte in polvere. Inoltre, la pubblicazione indica i prodotti per i quali, a causa di possibili falsi positivi nei risultati, il metodo non si può applicare.
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CONTRIBUTO IDF AI LAVORI CODEX SUI METODI DI ANALISI Idf contribuisce con le sue competenze ai lavori Codex sugli standard per i metodi di analisi riguardanti i prodotti lattiero-caseari. A trattare il tema è il Codex Committees on Methods of Analysis and Sampling (Ccmas), uno dei Comitati “orizzontali” che si occupano di tutti i prodotti alimentari. In particolare, il Ccmas valuta, modifica (se necessario) e approva le metodiche di analisi e campionamento proposte dai vari Comitati Codex di prodotto. A questo comitato partecipano i Paesi membri del Codex e gli osservatori, molti dei quali rappresentano organizzazioni di sviluppo standard come la Fil, ma anche Iso, Aoac o Usp. L’Idf è coinvolta in maniera attiva e regolare nel lavoro del Ccmas, in quanto fornisce il proprio contributo sui metodi Idf/Iso per latte e prodotti lattiero-caseari in caso di loro aggiornamenti o ritiro. In particolare, quest’anno, con
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l’elenco dei metodi per latte e prodotti lattiero-caseari in esame, l’Idf ha rivisto il numero di metodi e proposto una serie di modifiche redazionali o di aggiornamenti tecnici all’elenco in esame. In occasione dell’incontro di fine maggio scorso sono state approvate le metodiche relative al latte artificiale, per quanto riguarda i
nutrienti raccomandati dal Comitato Codex Nutrition and Food for Special Dietary Uses, che verranno ora inviate alla Commissione del Codex alimentarius per l’adozione. Sono stati rivisti i metodi approvati per i prodotti lattiero-caseari: il Ccmas ha confermato la maggior parte dei metodi e ha apportato una serie di cancellazioni e revisioni.
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MERCOSUR, UNA TRATTATIVA LUNGA E COMPLICATA di Katia Bellantone
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ll’indomani della chiusura dell’accordo commerciale tra Ue e Paesi del Mercosur (il mercato comune dell’America meridionale: Argentina, Uruguay, Paraguay e Brasile), abbiamo intervistato Sandra Gallina, vicedirettore generale della Dg Trade e capo negoziatore per parte europea. Un’italiana alla guida di una delle sezioni più difficili della Commissione europea. I negoziati sono durati vent’anni: quali sono state le maggiori resistenze da superare? E qual è stato il punto di svolta che ha portato alla conclusione dell’accordo? Difficile fare un elenco esaustivo, poiché le resistenze sono state davvero molte. Semplificando, direi che il primo ostacolo è stato ottenere concessioni di nostro interesse per prodotti industriali e regole d’origine valide.
Il secondo, le concessioni per i prodotti agricoli trasformati, e ammetto che questo ostacolo è stata una sorpresa. Infine, le disposizioni nel capitolo sanitario e fitosanitario e il capitolo sullo sviluppo sostenibile hanno richiesto un notevole impegno da parte mia: sono elementi cruciali dell’accordo, perché i prodotti che arrivano sulle nostre tavole devono presentare tutte le garanzie richieste dai consumatori e da tutti i cittadini. In un negoziato, ahimè, i momenti di svolta non sono mai così spettacolari. In realtà una trattativa richiede un lavoro minuzioso e paziente di comprensione e assimilazione dei limiti di ciascuna parte. Solo attraverso un “prova e riprova” di opzioni varie si riesce alla fine a costruire la soluzione che permette alle parti di arrivare a un accordo.
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CONOSCIAMOLA MEGLIO
SANDRA GALLINA Quali sono i suoi hobby? Lettura, giardinaggio e birdwatching. Un posto in cui vorrebbe tornare? Troppi. Lo sport preferito? Nuoto. Sul suo comodino ci sono? Tanti libri, tra cui “L’Ordine del Tempo” di Carlo Rovelli. Il cantante preferito? Renata Tebaldi. Cucina tradizionale o innovativa? Tradizionale e possibilmente friulana. Il piatto preferito? Il frico. Il formaggio più buono? Montasio di Sutrio.
Il capitolo lattiero-caseario è stato uno dei più controversi. La posizione iniziale da parte dei Paesi del Mercosur era di totale chiusura. Confermo. E posso dire che, a differenza di altri partner, dove tutt’al più i nostri prodotti competono con prodotti di Paesi terzi, nel caso del Mercosur è la produzione locale che risente della nostra concorrenza. Da qui la fortissima resistenza all’apertura. Il riconoscimento delle Indicazioni geografiche è uno degli aspetti più delicati e sul quale è puntata l’attenzione anche dell’opinione pubblica. Di quali tutele potranno godere le nostre produzioni di qualità? Nessun nome tutelato in Europa potrà essere usato liberamente nel Mercosur come se fosse generico. È un risultato davvero molto importante, se pensiamo a quanti nostri prodotti vengono oggi “copiati” nel continente americano. Le cinquantasette denominazioni italiane sono tutte protette: la maggioranza attraverso il divieto assoluto d’uso per i produttori locali. Per tre formaggi abbiamo riconosciuto il “prior use”: alcuni produttori locali (che dimostrino di aver usato legittimamente la denominazione da una certa data, ndr), potranno usarla solo nelle versioni specifiche. Nel caso del
Nel suo frigo non manca mai: Il formaggio. Il suo motto? Quando ti trovi di fronte a un problema, non cercare il responsabile. Cerca la soluzione. Il film che ha amato di più? “Amarcord” di Fellini. E il libro? “Il Mulino del Po” di Riccardo Bacchelli.
Parmigiano Reggiano, ad esempio, potranno usare “parmesano”, “parmesão” e “reggianito”. Comunque si è stabilito che dovranno essere utilizzati dimensioni di caratteri particolari in etichetta e che è del tutto vietato l’utilizzo di immagini, icone o altri elementi che fungano da “evocazione” all’Indicazione geografica. Basta tricolori abusivi!
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ATTUALITÀ_NEWS È CINESE IL NUOVO DIRETTORE GENERALE DELLA FAO
L’ATTENDIBILE FA NOTIZIA
Qu Dongyu, viceministro dell’Agricoltura e degli affari rurali della Cina, è il nuovo direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao). Subentrato al brasiliano Josè Graziano Da Silva, che ha ricoperto l’incarico per due mandati consecutivi, Dongyu è il nono direttore generale della Fao. Il suo mandato è iniziato il primo agosto e durerà per quattro anni, fino al luglio 2023. Il ministro italiano delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio ha fatto gli auguri di buon lavoro a Dongyu: “Siamo soddisfatti di questo risultato che ne ha decretato l’elezione al primo scrutinio. Il rapporto di amicizia che lega Italia e Cina, consolidato da relazioni durature e rinvigorito in maniera più che proficua dai recenti accordi bilaterali in materia di scambi commerciali, export, agroalimentare e turismo, troverà senz’altro nuova linfa nella collaborazione con il viceministro dell’Agricoltura cinese oggi al vertice dell’organizzazione dell’Onu. Saremo sin da subito a disposizione del nuovo direttore Dongyu – ha proseguito Centinaio – per tavoli e confronti costruttivi sui temi di comune interesse, come l’impegno sul fronte internazionale per l’agricoltura sostenibile, la tutela del patrimonio agroalimentare e lo sviluppo dell’economia rurale, proseguendo così nel solco dell’importante lavoro già avviato tra i nostri due Paesi”.
Il Premio giornalistico L’Attendibile di Assolatte è uscito sulle pagine di “Io Donna”, il magazine settimanale del “Corriere della Sera”. È stata, infatti, data enfasi all’assegnazione del premio 2019 alla giornalista Eliana Liotta, che ha vinto con l’articolo “Tutta la verità sul latte” pubblicato su “Io Donna” nel novembre 2018, e incentrato sui dubbi e le fake news che circolano attorno all’”oro bianco”.
L’ATTENDIBILE: “LA PRIMA VITTORIA DELLA MIA VITA” Pubblichiamo la lettera che la giornalista Paola Rinaldi ha scritto ad Assolatte dopo essere stata premiata per un suo articolo. Finora, se escludiamo qualche paletta acchiappamosche al banco di beneficenza della parrocchia e una manciata di Gratta e Vinci da 2 euro, dove regolarmente ho vinto 2 euro, ho cambiato il biglietto con un altro di pari valore e alla fine ho perso, non avevo mai vinto nulla. Ma qualche settimana fa è successo qualcosa di magico, perché ho ricevuto il primo premio della mia vita: in realtà a vincerlo è stato un articolo scritto lo scorso ottobre per il mensile “BenEssere”, che è piaciuto alla giuria del premio giornalistico “L’Attendibile” promosso da Assolatte, l’associazione che rappresenta le industrie italiane operanti nel settore lattiero
caseario. Così – insieme ad altri sette colleghi giornalisti – sono stata invitata alla cerimonia di premiazione che si è svolta all’Hotel Principe di Savoia, a Milano. Devo ammettere che quando ho visto apparire il mio nome sul maxi schermo e sono stata chiamata sul palco ho pensato per un attimo di fingermi morta o per lo meno di simulare un’altra identità. Ho anche temuto di cadere dalle scale (erano solo tre gradini, ma li ho vissuti come la scalinata di Sanremo) e di fare qualche gaffe al microfono, ma alla fine è andato tutto bene. Vorrei ringraziare Assolatte per questo sorprendente regalo, che nel mio cuore non premia solamente un singolo articolo, ma tutti gli anni in cui ho sperato di fare questo mestiere, in cui sono stata delusa da false promesse, in cui non mi sono arresa. E sono felice che il premio sia arrivato per un pezzo
scritto su “BenEssere”, la prima rivista che ha creduto in me 11 anni fa e che mi ha permesso di diventare esattamente quella che volevo essere. Condivido la mia gioia con voi, perché se è vero che nella vita non va sempre tutto come vorremmo, spesso l’alta marea porta cose inaspettate sulla nostra spiaggia. Mi auguro che sulla vostra possiate trovare solo meraviglie.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Forme: aperte le iscrizioni ai World Cheese Awards
Dal 22 luglio sono aperte le iscrizioni ai World Cheese Awards, il prestigioso concorso internazionale che da oltre trent’anni premia i migliori formaggi del mondo. Quest’anno la manifestazione, giunta per la prima volta in Italia, avrà luogo a Bergamo durante l’evento Forme, in programma dal 17 al 20 ottobre. La caratura internazionale della manifestazione è dimostrata dai numeri dell’edizione 2018: 3.472 formaggi provenienti da 41 diversi Paesi, oltre 2.500 aziende produttrici, una giuria di 230 esperti internazionali, oltre, naturalmente, a un pubblico di specialisti e appassionati provenienti da ogni angolo del pianeta. Come dichiara John Farrand, managing director della Guild of Fine Food, organizzatrice
del concorso, i Word Cheese Awards “Nascono nel 1988 con l’intento di dare visibilità e di portare in primo piano i piccoli produttori di formaggio e gli artigiani di tutto il mondo”. Operazione riuscita, visto che il vincitore dell’edizione 2018 è il formaggio stile Gouda di una piccola fattoria norvegese, il Fanaost di Ostegården del casaro Jørn Hafslund, prodotto da una mandria di sole 12 vacche. E i formaggi italiani? Un buon quinto posto della Riserva Del Fondatore, del caseificio Il Fiorino, seguito a ruota dal Baffalo Blu del caseificio Defendi Luigi. Nella top ten anche il Caciocavallo dell’azienda agricola e zootecnica Posticchia Sabelli. Una competizione come questa è irrinunciabile per i cheese lovers, e quest’anno c’è un motivo in più per seguirla: la
cornice di una città unica. Lasciamo ancora la parola a John Farrand: “Siamo rimasti impressionati non solo dalla bellezza della città ma anche dei formaggi e della loro esposizione”. Un riferimento alla mostra organizzata nell’edizione 2018 di Forme nelle meravigliose sale del Palazzo della Ragione, che quest’anno ospiterà l’esposizione museale dedicata ai vincitori delle prime 31 edizioni dei World Cheese Awards. L’opportunità è imperdibile per chi vuole esporre il proprio formaggio all’attenzione del mondo e competere con i migliori interpreti dell’arte casearia. Arrivederci quindi a Bergamo dal 17 al 20 ottobre, in una città che, come afferma Farrand “ha davvero il formaggio nel cuore”.
Le iscrizioni si raccolgono sul sito www.gff.co.uk/wca e si chiudono il 9 settembre. www.progettoforme.eu www.b2cheese.it
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS RICERCA GALBANI, ITALIANI PAZZI PER IL TIRAMISÙ
CONCORSO INTERNAZIONALE PER I FORMAGGI OVINI
Galbani Santa Lucia, marca che detiene il record del Guinness world per il tiramisù più lungo del mondo realizzato con il proprio mascarpone, ha chiesto agli italiani di raccontare gusti, preferenze e modalità di preparazione e consumo di quello che si conferma essere il dolce più amato dal 90% della popolazione. Si è scoperto che piace proprio a tutte le età, ed è scelto soprattutto dalle famiglie del Nord-Ovest. Al secondo posto c’è la torta al cioccolato (42%) mentre in terza posizione la torta di mele (38%). “La ricerca ci ha confermato come il tiramisù sia un dolce fortemente legato alle nostre tradizioni familiari, che porta con sé ricordi di momenti felici – ha detto il direttore marketing di Galbani, Mauro Frantellizzi – la sua preparazione, con ingredienti di qualità, è vissuta come un’occasione per dimostrare affetto alla propria famiglia e per condividere il proprio tempo con qualcuno di caro”.
Formaggi freschi o stagionati, erborinati o aromatizzati, purché a base di latte ovino. Queste sono solo alcune delle categorie in gara nel primo concorso internazionale dei formaggi ovini rivolto ai produttori di tutto il mondo. Previsti numerosi appuntamenti di approfondimento, fino alla premiazione dei vincitori a marzo 2020. Il concorso è un’opportunità per creare occasioni di confronto tra operatori di tutto il mondo, stimolare la crescita qualitativa e la diversificazione delle produzioni, aumentare la conoscenza e il consumo di formaggi da latte di pecora a livello regionale, nazionale e internazionale. Se l’Italia è al quinto posto a livello mondiale nella produzione di tali formaggi, la Sardegna non è soltanto la prima regione per numero di capi da latte ovino (con oltre 3 milioni), ma anche leader sul piano nazionale per la raccolta di latte di pecora e la sua trasformazione in prodotti Dop. L’iniziativa è promossa da assessorato dell’Agricoltura della Regione Sardegna, Laore Sardegna, Camera di Commercio di Nuoro, Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino Romano Dop, Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino Sardo Dop, Consorzio per la tutela del formaggio Fiore Sardo Dop e Oilos, Organismo interprofessionale latte ovino sardo.
MILA PRESENTA IL LATTE FIENO DELL’ALTO ADIGE Mila – Latte Montagna Alto Adige ha lanciato il “Latte Fieno - 100% dell’Alto Adige”. Il latte fieno è un tipo di latte prodotto da bovine nutrite solo con erba fresca, fieno e piccole quantità di cereali, senza insilati. Il latte fieno è stato dichiarato dall’Unione europea una Stg: la sua produzione è regolamentata e controllata nei minimi dettagli. Inoltre, la produzione in armonia con la natura contribuisce a favorire la biodiversità dei prati e dei pascoli e con gli animali. I masi Mila sono piccole realtà con una media di 14 mucche per stalla. Il latte viene raccolto fresco ogni giorno dai soci di Mila
e dura “più giorni”, grazie al delicato trattamento a temperatura elevata. Il packaging è innovativo e rispetta l’ambiente poiché è realizzato con oltre l’80% di fonti rinnovabili, con carta certificata Fsc, tappo e strati di plastica da una fonte vegetale (zucchero di canna). Il Latte Fieno Mila è pensato per consumatori che seguono un’alimentazione consapevole e che sono sensibili alla provenienza e all’impatto ambientale dei prodotti. La nuova referenza è disponibile nelle varianti “intero” e “parzialmente scremato” nel formato da 1 litro.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS COOP ITALIA “CAMBIA” ARRIGONI BATTISTA, YOGURT E LATTI FERMENTATI BERGHEMBLU ANCHE IN ITALIA Restyling in casa Coop Italia per alcuni prodotti della categoria yogurt e latti fermentati. Tutti gli yogurt interi biologici a marchio “Vivi verde” sono stati riformulati per migliorare la qualità e il sapore. La nuova ricetta utilizza solo aromi naturali e latte fieno Stg. Ampliata anche la gamma con l’inserimento del nuovo gusto agli agrumi. Rinnovata anche la linea di yogurt probiotici “Bene.sì”, nelle due tipologie da bere e al cucchiaio, che è stata riformulata e arricchita di nuovi gusti. Gli yogurt da bere ora sono tutti prodotti con latte 100% italiano e con soli aromi naturali, e nella nuova ricetta è salito a 10 miliardi il numero dei fermenti lattici vivi. Lanciati anche due nuovi gusti: pesca e pappa reale e ribes, mirtilli e melograno. La novità per gli yogurt al cucchiaio Bene.sì è l’utilizzo di latte di montagna dell’Alto Adige e la nuova formulazione: ricca di Bifidobacterium BB, con soli aromi naturali, priva di coloranti e gelificanti. Tre i nuovi gusti: fico e semi, miele e semi, quinoa e semi.
Da formaggio esclusivo per una limitata edizione estera a vincitore della Super Gold Medal ai Wca 2018/2019, il BerghemBlu di Arrigoni Battista è ora disponibile per il mercato italiano. L’erborinato che alla sua prima apparizione a un contest internazionale ha subito conquistato i World Cheese Awards 2018/2019 a Bergen (Norvegia), aggiudicandosi l’esclusiva e prestigiosa Super Gold Medal, è il risultato della sapiente e antica professionalità dei maestri casari di Arrigoni Battista, caseificio che quest’anno compie 105 anni. Prodotto con latte vaccino e affinato dai maestri stagionatori, il BerghemBlu ricorda i sapori e i profumi lontani dei primi grandi erborinati italiani.
CARABINIERI E LATTE TIGULLIO PER LA LEGALITÀ Carabinieri del Comando Provinciale di Genova e Centro Latte Rapallo - Latte Tigullio uniti per promuovere la cultura della legalità a favore di giovani e giovanissimi. L’azienda ligure ha distribuito 600.000 cartoni di latte intero e parzialmente scremato sui quali un apposito spazio era dedicato ai “Consigli di Lex”, il leone maresciallo dei Carabinieri che, attraverso storie raccontate a fumetti, dispensa semplici ma efficaci consigli a bambini e bambine coinvolti – loro malgrado – in situazioni spiacevoli. Le vignette affrontavano tematiche che spaziavano dai pericoli della rete al bullismo, dalla violenza di genere a normali consigli sulla sicurezza e hanno offerto uno spunto di riflessione sulle insidie presenti nel percorso di crescita delle nuove generazioni. In poche parole, da una parte il latte, il prodotto più familiare e quotidiano in Italia, e dall’altro il Carabiniere, che da oltre due secoli fa della prossimità ai cittadini un cardine della propria missione.
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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.
Nutriamo insieme l’oggi e il domani
ATTUALITÀ _NEWS _NEWS
TREVALLI COOPERLAT, NUOVA LINEA “BONTÀ DEL PARCO” Cooperlat Trevalli ha lanciato “Bontà del Parco”, una linea di formaggi freschi a pasta filata (mozzarella, burrata, stracciatella), prodotti ad Amandola, nel Parco dei Monti Sibillini, in piena zona del cratere del sisma che nel 2016 ha colpito le regioni del Centro Italia. Le referenze sono prodotte con latte al 100% italiano. Grazie a importanti investimenti produttivi, in un’area duramente
colpita dal sisma di tre anni fa, l’azienda marchigiana si è dotata di impianti moderni ed efficienti, che le hanno permesso di dare vita a prodotti di qualità per il mercato nazionale e internazionale, valorizzando il made in Italy e mantenendo il rispetto della tradizione (tra le varie referenze, la Mozzarella Fiordilatte Stg). I canali di riferimento sono Gdo, i piccoli negozi al dettaglio e ristorazione. La nuova linea
Bontà del Parco è impreziosita da un pack elegante e di forte impatto visivo, in cui convivono il colore nero, il verde proprio del brand Trevalli e il dorato del logo “Bontà del Parco”. La linea “Mozzarella Fiordilatte Bontà del Parco” è composta sia da grandi formati per il foodservice, come i secchielli da 1 kg, sia da formati per la Gdo e il canale Normal trade, come i bicchieri da 250 g di mozzarelline, nodini fatti a mano, bocconcini, la busta ciuffo 200 g e la busta 125 g. La linea “Burrata e Stracciatella Bontà del Parco” è composta da burrata in vaschetta 2x125 g, burrata in bicchiere 200 g e burratina in bicchiere con manico 125 g, la stracciatella in vaschetta 400 g e bicchierino con manico da 175 g. “Con questo progetto vogliamo rafforzare il legame con il nostro territorio – ha detto il responsabile marketing di Trevalli Cooperlat Andrea Alfieri – ma al contempo approcciare altri mercati, soprattutto internazionali, per portare oltre i confini l’eccellenza e la tradizione dell’italianità”.
LATTERIA VIPITENO, ALPEN JOGHURT CON LATTE FIENO La gamma Alpen Joghurt fa parte degli yogurt di Latteria Vipiteno realizzati con il Latte Fieno: una specialità che racchiude la tradizione e la genuinità del latte altoatesino. Il Latte Fieno proviene da bovine foraggiate senza mangimi insilati e senza Ogm. Durante l’estate le mucche pascolano sui verdi alpeggi nutrendosi di erbe e fiori di campo, mentre in inverno il foraggio è a base di fieno, cereali e legumi ricchi di minerali. Questa alimentazione tradizionale e diversificata aumenta la qualità, il gusto e l’aroma di questo prezioso latte, ricco di Omega-3 e acidi linoleici, alleati preziosi per l’organismo. La produzione di Latte Fieno è altamente regolamentata e controllata e avviene in modo
sostenibile, nel rispetto dell’ambiente alpestre e della biodiversità dei prati e dei pascoli. Vellutati, cremosi e ricchi di fermenti lattici vivi, gli Alpen Joghurt di Latteria Vipiteno sono contraddistinti dal sigillo “Da latte fieno”. Disponibili nel vasetto di vetro da 150 g con tappo richiudibile che permette di gustarli in diversi momenti della giornata, sono presenti sul mercato nei gusti caffè, fragola, frutti di bosco, limone, miele-melissa, bianco intero e bianco magro.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS ARLA FOODS ABBATTERÀ DEL 30% LE EMISSIONI DI GAS SERRA È il piano più ambizioso lanciato nella storia secolare di Arla Foods: con “Carbon net zero 2050” la cooperativa lattiero-casearia si impegna con i suoi 10.300 soci allevatori a rendere la produzione ancora più sostenibile. E si dà obiettivi importanti: ridurre le emissioni di gas serra del 30% per kg di latte nel prossimo decennio, per arrivare a caseifici a zero emissioni di carbonio entro il 2050. Il piano “Carbon net zero 2050” copre l’intera catena del valore dei prodotti Arla, dalla fattoria al consumatore, e affronta tutte le aree coinvolte dalla filiera: clima, aria, acqua e natura. Ad esempio, studiando la migliore composizione del mangime
delle vacche si riesce a ridurne in modo consistente le emissioni di gas naturale. Quantificando e aumentando il carbonio catturato e immagazzinato nel suolo si può aumentare il contributo positivo degli agricoltori nel contrastare le emissioni. Utilizzando il letame per produrre biogas si riducono le emissioni e si produce energia rinnovabile. Assicurando maggiore benessere agli animali si migliora la resa del latte e si prolunga la vita dei capi. In questo modo si ottiene anche una riduzione delle
emissioni totali per kg di latte, rilasciate durante l’intera vita dell’animale. Arla ha condotto oltre 5mila valutazioni climatiche in altrettante aziende agricole per individuare le attività a maggior impatto sull’ambiente e per migliorarle. Sono state organizzate circa 700 riunioni per sensibilizzare gli agricoltori sulle misure di sostenibilità da adottare e tutti sono stati dotati di sistemi computerizzati per garantire la tracciabilità e il controllo delle misure imposte.
DA LATTERIA PERENZIN RICOTTA CON CONFETTURA BIO
CENTRALE LATTE TORINO AGGIUNGE UN TAPPOROSSO
Latteria Perenzin ha presentato una nuova referenza: ricotta e confettura bio in tre varianti, “Fragolosa”, “Albicoccola” e “Mirtilla”. Un progetto nato in collaborazione con Lazzaris Srl, azienda di Conegliano (Tv), specializzata in mostarde, salse, marmellate e confetture di alta qualità. “Abbiamo pensato a questo nuovo prodotto per invogliare le persone a consumare di più la ricotta e andare incontro ai nuovi gusti della clientela che vuole cibi leggeri e salutari, senza per questo rinunciare al gusto – ha detto la titolare Emanuela Perenzin – con appena 185 calorie per 100 grammi è ideale per una merenda, uno spuntino “spezzafame” o per un pranzo leggero. La ricotta è un latticino a ridotto contenuto di grassi e ricco di albumina che si presta molto bene a essere addizionato ad altri ingredienti. È sana perché è bio, è prodotta con latte di vacca veneto proveniente da allevamenti biologici certificati”. Bio sono anche le confetture di fragole, albicocche e mirtilli dell’azienda Lazzaris che rendono ancora più golose le nuove ricotte.
Nuova variante “Parzialmente scremato” per il latte Tapporosso Bio Esl della Centrale del Latte di Torino. Rinnovata anche la veste grafica e la confezione per l’intera linea. Tapporosso Bio è il latte da agricoltura biologica, naturalmente ricco di proteine e di elementi nutritivi, dal sapore piacevole e genuino. Il latte Bio e ottenuto da bovine allevate in conformità con il metodo da agricoltura biologica che garantisce il benessere degli animali, la sostenibilità ambientale, il rispetto della natura e l’alimentazione con fieno e cereali coltivati con metodo biologico. Per quanto riguarda il packaging è stata abbandonata la bottiglia in Pet a favore del Tetratop, confezione in cartone Tetrapack realizzata interamente con risorse rinnovabili, con basse emissioni di CO2. Dal punto di vista della grafica, la tradizionale immagine del paesaggio campestre ha lasciato il posto a una simpatica mucca su un prato fiorito.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS CENTRALE DEL LATTE DI TORINO LANCIA IL “LATTE E FRAGOLA” Centrale del Latte di Torino ha lanciato la nuova referenza “Latte e Fragola”, che combina le proprietà nutritive del latte “Tapporosso” parzialmente scremato con la dolcezza e il piacevole gusto delle fragole. Tra i claim scelti dall’azienda per lanciare il prodotto ci sono il contenuto di vitamine D e A, l’assenza di coloranti aggiunti, stabilizzanti, glutine e ingredienti Ogm. Una nuova “merenda da bere” che mira a un ampio target di consumatori, sia adulti che più piccoli. “Latte e Fragola” è distribuito nel formato da 200 ml in tetrapack, con tappo richiudibile e quindi pensato anche per un consumo fuori casa. Dalla tabella nutrizionale si nota che 100 ml di prodotto hanno un apporto calorico di
72 kcal, contengono 60 mg di vitamina A e 0,88 mg di vitamina D. Centrale del Latte di Torino sottolinea l’elevata qualità del prodotto, sul quale promette di porre la massima cura e attenzione con un costante impegno nella ricerca e nella selezione della migliore materia prima, nella lavorazione e nel controllo della sicurezza, nella qualità dell’intera filiera produttiva: sono oltre 400 le analisi che il laboratorio interno esegue ogni giorno. Centrale del Latte di Torino è leader in Piemonte per la produzione e distribuzione di latte e prodotti freschi/ freschissimi: serve 4.000 clienti ogni giorno grazie a quattro piattaforme distributive e a un parco mezzi di oltre 70 camioncini.
PHILADELPHIA, NUOVA CAMPAGNA TV, DIGITAL E STORE “Ci sono molti modi per sentirsi una famiglia. Philadelphia, l’amore è il primo ingrediente”. Questo lo slogan scelto per la nuova campagna del brand del gruppo Mondelez. L’obiettivo è di emozionare i consumatori facendo leva sui punti di forza di Philadelphia: il gusto, la qualità e la cremosità, che piacciono a tutti, e che portano unione attorno alla tavola, il luogo dove
tradizionalmente si riuniscono le famiglie. La famiglia è un valore molto importante per gli italiani, indipendentemente dalle fasce d’età. Negli ultimi anni il significato di famiglia si è evoluto, subendo trasformazioni e adattandosi ai cambiamenti della società, spesso allargandosi rispetto allo stretto nucleo di origine. Con questa campagna Philadelphia vuole fare da collante per tutte queste
aggregazioni sociali che consideriamo come una famiglia e hanno un tratto comune e distintivo: l’emozione che generano, il senso di cura, il sentimento di protezione e l’amore. Gli spot realizzati da Ogilvy Paris sono stati diffusi in tv, tramite affissione, attraverso i canali digitali, nei punti vendita e anche da eventi “below the line”, in modo da raggiungere il maggior numero di persone.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS GRANDE SUCCESSO PER L’INIZIATIVA “SCHOOL OF CHEESE” Si è chiuso il contest “School of Cheese”, il progetto rivolto ai bambini delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie di sette regioni italiane – Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Trentino Alto-Adige e Sardegna – ideato per formare e sensibilizzare i giovani consumatori di domani attraverso le eccellenze del territorio nazionale, tutte rigorosamente Dop. Prima classificata la terza B dell’Istituto Comprensivo Ardea 1 (RM), scuola elementare Giacomo Manzù. Nell’ambito dell’iniziative è stato realizzato anche un video-contest tra quattro ricette a base delle quattro Dop Asiago, Gorgonzola, Pecorino Sardo e Taleggio, interpretato dai bambini, seguiti dall’insegnante Sabrina Pepe (il video www.schoolofcheese.it/ vincitore-concorso). E proprio il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, il Consorzio
per la tutela del Formaggio Gorgonzola, il Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Sardo e il Consorzio Tutela Taleggio sono i promotori dell’iniziativa che ha fornito ai giovanissimi partecipanti gli strumenti per conoscere o approfondire, indagare e apprezzare le peculiarità dei rispettivi prodotti, stimolandoli a riprodurre quanto appreso nelle forme artistico-espressive a loro più congeniali e a partecipare, quindi, alla competizione. La scelta del vincitore si è basata principalmente sui tre criteri di originalità, creatività e innovazione, apprezzando, in particolare, l’intervento, la partecipazione e la voglia di scoprire – preparando e assaggiando i prodotti stessi – di tutti i bambini della classe dell’istituto Manzù.
Non ultimo, è molto piaciuto l’utilizzo dell’inglese per il gioco di parole che fa da titolo al video realizzato: “Four Cheese For, Cucinare Insieme”, che strizza l’occhio, al messaggio di promozione, qualità e salvaguardia dei marchi di tutela dell’Ue.
INAUGURATO LO SHOWROOM ROBIOLA DI ROCCAVERANO DOP Proseguono le iniziative per celebrare i 40 anni dal riconoscimento della Dop alla Robiola di Roccaverano. Nella piazza centrale di Roccaverano, il borgo più alto della Langa astigiana con suoi 800 metri, impreziosita dalla torre e i resti del castello dei Marchesi del Carretto (sec. XII – XIII) e dalla chiesa di Santa Maria Annunziata, splendido esempio
di stile rinascimentale, proprio all’interno della vecchia scuola è stata inaugurata “La Scuola della Roccaverano”, il primo showroom dedicato al celebre formaggio caprino. La Scuola della Roccaverano è un punto dove verranno organizzate le visite presso le aziende agricole per vedere da vicino come nasce il formaggio, come si produce
l’alimentazione animale, come si allevano le capre, come si lavora nei caseifici. Il luogo in cui i produttori nelle giornate festive e quelle ordinate si alterneranno, dando così la possibilità ai visitatori di entrare nel mondo della Robiola attraverso tutti i suoi protagonisti. Un luogo dove imparare e degustare, approfondire e naturalmente acquistare. Alla Robiola di Roccaverano verranno presto affiancati altri prodotti del territorio perché chiunque raggiunga il borgo possa portarsi a casa i sapori di questo meraviglioso lembo di Piemonte. La Roccaverano Dop si produce con latte crudo intero di capra delle razze Roccaverano e Camosciata Alpine e i loro incroci. Per l’alimentazione del bestiame è vietato l’utilizzo di mangimi Ogm.
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LA TUA SCELTA
CONTA
Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.
ATTUALITÀ _NEWS _NEWS BENITO LA VECCHIA CONFERMATO PRESIDENTE DEL CONSORZIO RICOTTA DI BUFALA CAMPANA DOP Benito La Vecchia (nella foto) è stato confermato alla guida del Consorzio di Tutela della Ricotta di Bufala Campana Dop. Laurea in Economia, 34 anni, proveniente da una famiglia di casari da tre generazioni, il presidente, originario di Alvignano in provincia di Caserta, è stato acclamato all’unanimità dal CdA, rinnovato proprio nelle scorse settimane. Nel consiglio di amministrazione sono stati eletti Sara Consalvo, Ernesto Iavarazzo, Silvia
Mandara, Marco Nobis e Gaetano Sorrentino. Con la nuova governance il Consorzio di Tutela punta a rilanciare un prodotto di grande versatilità, “sorella di latte” della mozzarella di bufala campana Dop. Nel 2018 sono stati prodotti oltre 58mila chili di ricotta di bufala campana Dop e oggi il Consorzio, nato nel 2016, conta 12 soci produttori. “Dopo i primi tre anni di esperienza – ha detto La Vecchia – quello che si apre sarà il triennio dell’affermazione e dello sviluppo di tutte le potenzialità straordinarie di un prodotto unico per caratteristiche organolettiche e proprietà nutrizionali. Abbiamo portato a termine un lungo lavoro di riassetto organizzativo e burocratico del Consorzio, ora metteremo in campo politiche di promozione capaci di far conoscere al meglio la Ricotta di Bufala Campana Dop”. La sfida è anche di incrementare le quantità di prodotto certificato, “in un momento storico importante, in cui i consumatori sono sempre più consapevoli e chiedono sempre più il prodotto a marchio Dop rispetto a quello generico” ha speigato La Vecchia. La parola d’ordine è sinergia: “Incrementeremo la collaborazione con i nostri colleghi del Consorzio Mozzarella Dop, ma non solo – ha aggiunto – visto che tra gli obiettivi strategici c’è anche quello di ampliare la rete di intese con gli altri Consorzi di tutela italiani”.
DOPPIA VETRINA NEGLI USA PER I TRE PECORINI DOP I Consorzi di Tutela delle tre Dop Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo protagonisti a due delle più importanti fiere di settore d’oltreoceano: l’International Dairy Deli Bakery Association di Orlando e il Summer Fancy Food Show di New York. Dopo la partecipazione all’ultimo Winter Fancy Food Show, tenutosi nel gennaio scorso, il Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano Dop, quello per la Tutela del Formaggio Pecorino Sardo Dop e quello per la Tutela del Formaggio Fiore Sardo Dop, hanno fatto ritorno negli Stati Uniti, raddoppiando gli appuntamenti. Infatti, i tre Pecorini
hanno concluso da poco la loro partecipazione all’International Dairy Deli Bakery Association e al Summer Fancy Food Show. La prima è una nota fiera di settore che si è tenuta ad Orlando e che ha avuto più di novemila
visitatori tra buyer, manager e rappresentati dei settori bakery, lattiero-caseario e panificazione. Il secondo è il più grande evento di specialità alimentari in Nord America e la principale vetrina per l’innovazione del settore e si è svolto al Javis Center di New York. Una vera opportunità per i tre Consorzi, presenti alle fiere con uno stand a loro dedicato ubicato nel Padiglione Italia, nel quale era possibile degustare e conoscere i tre prodotti. Gli addetti hanno potuto raccontare ai visitatori l’unicità dei tre pecorini, portando nel panorama internazionale l’antica tradizione casearia sarda. La promozione negli Stati Uniti continuerà con altre iniziative.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS ASIAGO DOP, PROMOZIONE VINCENTE IN USA E CANADA Formazione ed esperienza diretta sono due elementi decisivi per la diffusione di un prodotto di qualità come Asiago Dop. Proprio su questi aspetti ha puntato la recente attività di promozione del Consorzio Tutela Formaggio Asiago in più di 300 punti vendita delle principali insegne negli Stati Uniti e in Canada, affiancata online dall’innovativo programma di formazione digitale “Learn & Earn”, che propone al trade una serie di sessioni formative dedicate all’Asiago Dop, nel contesto del progetto europeo “Uncommon Flavors of Europe” realizzato insieme ai Consorzi di Tutela Speck Alto Adige e Pecorino Romano. Accolta con grande interesse e strumento per la prima volta utilizzato nell’ambito di un progetto europeo, “Learn & Earn” è una piattaforma digitale studiata per trasferire
informazioni sull’unicità del prodotto d’origine protetta, attraverso un coinvolgimento diretto che permette di imparare giocando e viene reso ancora più accattivante dalla possibilità di vincere alcuni viaggi in Italia per approfondire il patrimonio di autenticità della produzione
d’origine e le tecniche tradizionali dell’Asiago Dop in tutte le sue tipologie e sfumature, dal fresco allo stagionato. Confermano il successo di queste iniziative i numeri: nel 2018 le esportazioni di Asiago Dop in Canada sono cresciute del 33,6 per cento.
PROVOLONE VALPADANA DOP ACCOMPAGNA LA CULTURA Il Provolone Valpadana Dop è stato uno dei prodotti serviti al pubblico che ha assistito al festival “Tener-a-mente” svoltosi tra giugno e luglio nell’anfiteatro del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, sul Lago di Garda. “Crediamo vivamente nel valore della cultura, che, unito al gusto del patrimonio caseario nazionale, è uno dei settori portanti ed in continua crescita nell’economia del nostro Paese – ha dichiarato il presidente del consorzio di tutela Libero Stradiotti – nel segno della continuità prendiamo parte
a una rassegna che, negli anni, ha visto crescere l’interesse da parte del pubblico, anche quello dei più giovani. Siamo convinti che collaborazioni di questo tipo possano contribuire ad arricchire la valorizzazione non solo del nostro territorio, ma anche la considerazione in quegli uomini che, con sostanza, impegno e genialità esprimono questi fattori produttivi che il mondo ci invidia”.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS CIBUS TEC 2019: PIÙ PADIGLIONI, PIÙ BUYER, PIÙ SETTORI CON GRANDE ANTICIPO DAL VIA IL SALONE È GIÀ SOLD OUT Cibus Tec 2019: crescita del 30% degli espositori e del 25% dell’area espositiva. A tre mesi dall’apertura era già sold out. Nel complesso 1.300 aziende (+30% rispetto alla precedente edizione) che potranno attingere, anche grazie al supporto di Ice-Agenzia, al più grande programma top buyer di tutte le fiere FoodTec con oltre 3.000 operatori internazionali provenienti da 70 Paesi. Hanno già aderito brand internazionali come Coca Cola, Dean Foods, Del Monte, Fonterra, Jbs, Kraft Heinz, Lactalis, Nadec, PepsiCo, Pinar, Schreiber Foods, Smithfield, Tiger Brands. E poi l’Italia, che oggi vanta la leadership indiscussa nelle tecnologie alimentari, rappresentando il 32% della produzione dell’Ue a 28 con circa 30mila occupati che dal 2013 al 2017 sono di 1812 unità. Questi i numeri più significativi della 52esima edizione di Cibus Tec, in programma alle Fiere di Parma dal 22 al 25 ottobre. Saranno presenti in fiera 400 brand esteri del Food & Beverage provenienti da 25 nazioni con una crescita del 30% rispetto al 2016. Tra i Paesi più rappresentati la Germania, seguita da Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Francia. Ben nutrite anche le partecipazioni di aziende provenienti da Cina, Usa e Turchia. Risultati importanti, ottenuti anche grazie all’alleanza strategica con Koelnmesse che consente a Cibus Tec di far parte, dal 2016, della più grande piattaforma mondiale permanente del meccanoalimentare. Altro segno distintivo dell’edizione 2019 è il sold out. A tre mesi dall’apertura della manifestazione, l’area espositiva – che prevede un padiglione aggiuntivo rispetto la precedente edizione – è già occupata. Nel complesso 1.300 espositori (nel 2016 erano 1.000), le tecnologie per tutte le filiere dell’agroalimentare (frutta e vegetali, latte e derivati, carne e prodotti ittici, piatti pronti) e l’ingresso di un nuovo comparto: prodotti da forno e derivati dai cereali, snack e prodotti dolciari. Per la prima volta, negli 80 anni di storia del salone, un intero padiglione sarà dedicato alle soluzioni tecnologiche più innovative per succhi, latte, acque, soft drink, birra, liquori e vino. A Cibus Tec le innovazioni proposte strizzeranno l’occhio al futuro, assecondando la necessità di produzioni sempre più sostenibili, per offrire al consumatore prodotti nutrienti e soprattutto
caratterizzati da elevati standard di sicurezza. È in tale ottica che sarà ospitato l’Ibs, International Biofilm Summit. La più importante conferenza mondiale dedicata alle problematiche da biofilm nell’industria alimentare. Ogni anno nel mondo più di un miliardo di tonnellate di cibo è sprecato proprio a causa delle contaminazioni. Va invece nella direzione dell’innovazione tecnologica, il Cibus Tec Industry, il progetto che riprodurrà in fiera quattro linee altamente automatizzate e funzionanti dedicate al settore caseario, delle carni, dei piatti pronti e dei prodotti da forno. Linee di produzione a ciclo completo dalla materia prima, al prodotto finito fino a soluzioni avanzate di stoccaggio.
Altri eventi in agenda sono: Il Tomato Day, in collaborazione con Amitom e Wptc, Logisticamente On Food 2019 realizzato con Logisticamente, Diu Design for Intended Use For Food Packaging Showcases organizzato da Netherlands Packaging Center, e gli innovativi workshop organizzati da Ehedg (European Hygienic Engineering and Design Group) e dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari. “Dagli anni Trenta le Fiere di Parma sono il teatro fieristico di riferimento per il settore del food processing, nonché del packaging&bottling – ha detto il Ceo di Fiere di Parma Antonio Cellie – oggi siamo a pieno titolo nella élite internazionale grazie a un quartiere baricentrico, a un rapporto privilegiato, attraverso Cibus, con l’industria alimentare e alla partnership con Koelnmesse. Un volano per l’export delle tecnologie made in Italy perfettamente sincrone alla domanda internazionale che richiede specializzazione e competenza distintive”.
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
igorgorgonzola.com
ATTUALITÀ _NEWS _NEWS “BUONO E SANO”: IL PARMIGIANO REGGIANO METTE IN MOSTRA LE PROPRIE QUALITÀ A “CIBO A REGOLA D’ARTE 2019” Il Parmigiano Reggiano è stato protagonista del talk show “Il Parmigiano Reggiano e le sue qualità nutraceutiche”. L’incontro, moderato dalla giornalista del Corriere della Sera Manuela Croci, si è tenuto presso la Fabbrica del Vapore di Milano, location che ha ospitato l’edizione 2019 di Cibo a Regola d’Arte dedicata al “futuro”. Il talk show ha visto la partecipazione di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, della nutrizionista Sara Farnetti e dell’atleta Paolo Venturini, protagonista della Monster Frozen: la corsa in solitaria di 39 chilometri in Jakutia, il luogo abitato più freddo del pianeta, nella Siberia orientale. Gli ospiti hanno analizzato le qualità del Parmigiano Reggiano dai rispettivi, differenti, punti di vista, confermandone la vocazione ad essere un autentico “alimento del futuro” grazie alle sue molteplici qualità intrinseche: digeribilità, alto contenuto di calcio presente in forma biodisponibile, assenza di conservanti, fonte di minerali, piacevolezza e gradimento
organolettico. “Il Parmigiano Reggiano non è solo buono – ha affermato Nicola Bertinelli – fa anche bene. La nostra Dop è un’icona della tradizione, ma è allo stesso tempo un prodotto estremamente contemporaneo, in linea con uno stile di vita sano e dinamico. Gli ingredienti sono solo tre: latte crudo, sale e caglio. È privo di additivi e conservanti, è facilmente digeribile perché i processi di proteolisi che avvengono all’interno della forma scompongo le proteine in porzioni più piccole, fino ai singoli amminoacidi, aumentandone quindi la digeribilità, è anche naturalmente privo di lattosio già dopo 48 ore dalla nascita, dal momento che tutto lo zucchero viene trasformato in acido lattico ad opera dei batteri lattici”. Un recente studio dell’Università di Parma – pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications – ha altresì dimostrato che il Parmigiano Reggiano svolge un importante ruolo di alimento funzionale nella dieta umana.
Il Re dei Formaggi è infatti un vettore di ceppi microbici che arricchiscono il patrimonio batterico residente nel tratto gastrointestinale, modulando e arricchendo il microbiota intestinale umano. È il primo lavoro che fornisce un’immagine molto dettagliata della composizione delle comunità batteriche (microbiota) che risiedono nel Parmigiano Reggiano, mostrando l’esistenza sia di specie batteriche ubiquitarie, sia di differenze legate al sito di produzione. I dati ottenuti hanno evidenziato l’esistenza di batteri che vengono trasmessi dal latte vaccino all’uomo attraverso l’assunzione di Parmigiano Reggiano. Le eccezionali qualità della Dop non finiscono qui: ne bastano infatti 10 g per coprire tutto il fabbisogno giornaliero di calcio di un adulto. Grazie ai suoi amminoacidi liberi, al calcio altamente assimilabile, ai sali minerali e alle proteine, il Parmigiano Reggiano è inoltre un prezioso alleato degli sportivi.
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ATTUALITÀ _LIBRI LA RETORICA È VIVA E GODE DI OTTIMA SALUTE Dalla raffica degli hashtag ai duelli a colpi di post, alle dispute dei rapper: vivere l’oggi senza conoscere la retorica è come andare nudi al Polo Nord. La proliferazione delle notizie nel web, l’esplosione delle immagini, le fake news, il linguaggio del populismo o l’uso manipolativo dei dati richiedono nuove competenze interpretative. Nuove sì, ma allo stesso tempo antiche. Partendo dalla domanda “cos’è la retorica oggi?”, in “La retorica è viva e gode di ottima salute” (Franco Angeli editore 2019, 172 pp), Andrea Granelli e Flavia Turpia vogliono mostrare come possa essere una cura a molti dei dilemmi del nostro tempo. E ci suggeriscono un’arte che molti, forse troppi, hanno dimenticato.
KEFIR BENEFICI E RICETTE Conosciuto anche come “bevanda fermentata” o “latte fermentato”, il kefir è considerato un elisir di lunga vita, un superfood che ha circa duemila anni. Ricchissimo di probiotici, microrganismi amici della nostra salute, vitamine, proteine derivanti dal latte, sali minerali come il calcio, ed enzimi, il kefir è un alimento capace di cambiare completamente il modo in cui ci sentiamo, donandoci un grande benessere. Consumato con regolarità, il kefir ha così tanti benefici per la salute che vale la pena di provarlo e inserirlo nella nostra dieta, specie oggi che possiamo acquistarlo già pronto e portarlo sempre con noi. In “Kefir. Benefici e ricette” (Demetra editore 2019, 128 pp.), Liana Zorzi ha raccolto curiosità, informazioni, consigli per l’utilizzo di questo alimento straordinario e tante gustose ricette.
LAVORARE NELL’AZIENDA LIQUIDA UTILIZZANDO L’APOFENIA “Apofenia” e “pareidolia” sono termini ancora estranei ai più (così come lo erano l’intelligenza emotiva e l’empatia fino a qualche decina di anni fa), che identificano una caratteristica dell’intelletto umano: il riconoscimento di schemi o connessioni in dati casuali o senza alcun senso. L’apofenia, se conosciuta e applicata al mondo del lavoro, ci aiuta a risolvere problemi, trovare soluzioni, semplificare e agevolare i rapporti interpersonali, condurre una riunione: ci sostiene a operare correttamente nelle cosiddette “aziende liquide”. Di questo parla “Lavorare nell’azienda liquida utilizzando l’apofenia” (Franco Angeli editore 2019, 196 pp.), scritto da tre professionisti dalla vasta esperienza nella gestione delle risorse umane: Massimo Bornengo, Ezio Civitareale e Gianpiero Tufilli, con contributi di Francesco Alberoni, Romolo Giovanni Capuano, Isabella Covili Faggioli, Andrea Del Re, Renato Fontana, Diodato Pirone, Fabrizio Proietti, Cinzia Rossi, Pietro Spirito.
IL COLORE PERFETTO Colorati sono i nostri sogni, le nostre emozioni, i nostri ricordi. Abbiamo passeggiato in pomeriggi azzurri come canzoni, mentre nelle orecchie qualcuno ci sussurrava di bandiere gialle, cieli sempre più blu e rose rosse per noi. Conserviamo gelosamente memoria della prima volta in cui siamo saliti sulla macchina amaranto dei nostri genitori, del prato verde sul quale giocavamo da ragazzini, degli occhi castani della persona cui abbiamo dato il primo bacio; e certo non dimentichiamo come, dopo che siamo stati lasciati, il mondo si sia spento nel grigio. Il colore è un’esperienza fondamentale nella vita di ognuno di noi. Con “Il colore perfetto” (Il Saggiatore 2019, 310 pp.) Gianni Maimeri, filantropo e imprenditore, esplora il nostro immaginario cromatico dopo i colloqui che ha avuto con i grandi personaggi che ha incontrato: medici, costumisti, imprenditori, artisti, fotografi, musicisti, pubblicitari, psicologi e chef. Arricchito da una prefazione d’artista di Luigi Serafini, il volume è la celebrazione di un tassello cruciale della nostra anima collettiva: un viaggio sentimentale sulle strade del colore che attraversa tutto il paese e regala al lettore nuove prospettive.
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AGOSTO
PROTAGONISTI GIOVANI
DELIZIOSA PORTA LA PUGLIA NEL MONDO NUOVA TAPPA DEL VIAGGIO DEL GRUPPO DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI ASSOLATTE ALLA SCOPERTA DELLE DIVERSE REALTÀ PRODUTTIVE CHE CONTRADDISTINGUONO IL SETTORE LATTIERO-CASEARIO ITALIANO di Gianluca Pierangelini
I
Giovani Imprenditori di Assolatte si sono recati a Noci (Ba), nello stabilimento della Delizia Spa, un’azienda in forte crescita, che negli ultimi sei anni ha quadruplicato il fatturato, affermandosi come una delle realtà produttive più importanti del Meridione, molto conosciuta anche all’estero. I prodotti Deliziosa – questo è il brand dell’azienda – raggiugono 24 Paesi nel mondo, concentrando le vendite in Europa, Cina e Usa. L’azienda è nata nel 1992, quando Giovanni D’Ambruoso decide di intraprendere una nuova strada. Inizia come grossista, poi con il crescere dei successi commerciali dà vita a una realtà che oggi lavora 1.500 litri di latte pugliese al giorno per trasformarlo in specialità tradizionali che quotidianamente deliziano i palati di molti consumatori italiani. Un uomo concreto, D’Ambruoso, particolarmente legato alle tradizioni e alle lavorazioni artigianali, con una visione imprenditoriale lungimirante, che
gli ha permesso di raggiungere i lavorazione, senza interrompere risultati importanti che lui stesso i casari, ma osservandone da ha raccontato con orgoglio ai vicino l’incredibile manualità. Giovani Imprenditori di Assolatte. Tutti gli spazi dello stabilimento Il gruppo ha iniziato il tour sono stati illustrati con estrema dell’azienda, cura da Giovanni partendo dallo D’Ambruoso, dal stabilimento figlio Giuseppe (da produttivo, dove si poco entrato nei Gia) MATERIA preparano i nodini e dal direttore dello PRIMA DI e i caciocavalli stabilimento QUALITÀ E fatti a mano, Luigi Monti. le mozzarelle e L’esperienza L'ESPERIENZA la ricotta. Poi è pugliese è DEI CASARI passato alla zona proseguita in una più significativa delle stalle che del complesso conferisce il latte industriale: il alla Delizia Spa. Lì, nuovo opificio – inaugurato il giovane allevatore Giuseppe nel 2017 – dove si preparano, Laterza ha soddisfatto le molte rigorosamente a mano, le domande dei Giovani Industriali, tipiche burrate pugliesi. Il particolarmente interessati alle tour è proseguito nelle celle specificità della materia prima di stagionatura, alcune delle dalla quale nascono le tipicità quali scavate nella roccia, pugliesi. dove si conservano i pecorini, Al termine della visita, la Delizia il Caciocavallo Silano Dop ha offerto una degustazione e gli stagionati in grotta. di prodotti aziendali curata L’impostazione moderna della da Rosanna Liuzzi: un viaggio struttura ha consentito ai giovani sensoriale tra i sapori della di assistere a tutte le fasi della Puglia.
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VOCE AI PROTAGONISTI GIOVANNI D’AMBRUOSO
“Uno dei doveri che noi imprenditori abbiamo è quello di essere d'esempio per le generazioni future. Accogliere i Giovani Industriali di Assolatte nel mio stabilimento, mostrare loro l’impegno e la cura che ricerco in ogni fase del lavoro è il più grande insegnamento che possa offrire loro. Il profitto fine a se stesso non porta da nessuna parte. Il successo di un’azienda cresce proporzionalmente alla passione e all’attenzione con cui lo si ottiene”.
GIOVANNI PREVOSTI Una visita molto interessante alla filiera di produzione della burrata, un prodotto che oggi sta ottenendo grandi risultati sia a livello nazionale che internazionale. Grazie all’invito rivolto ai Gia dalla famiglia D’Ambruoso, che ci ha aperto le porte del proprio caseificio con la famosa, eccezionale ospitalità pugliese, abbiamo trovato uno stabilimento nuovissimo che ha impressionato positivamente molti di noi, e una produzione che coniuga nel migliore dei modi tradizione e innovazione, che permette di ottenere un prodotto davvero molto buono.
RODOLFO ZANETTI
ELISABETTA DALLA BONA Grazie a Giovanni D’Ambruoso e alla sua famiglia per averci aperto le porte della loro meravigliosa azienda. Per noi giovani imprenditori queste visite sono un’imperdibile opportunità di arricchimento professionale e personale.
La nostra esperienza come gruppo giovani di Assolatte in Puglia è stato molto positiva. Per me, che seguo la produzione di formaggi grana, aver visto come vengono prodotte la mozzarella e la burrata è stato davvero affascinante, un mondo diverso dal nostro, anche se la materia di partenza è sempre la stessa: il latte. È davvero fantastico pensare come la lavorazione del latte possa portare a prodotti cosi unici nel loro sapore. Per questo voglio ringraziare la famiglia D’Ambrosuo per la gentile ospitalità che ci ha riservato. Spero che in futuro si possano riproporre esperienze simili che ci aiutino a stringere i legami tra noi , a conoscere e difendere al meglio il nostro made in Italy.
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ECONOMIA
IL RUOLO DEL SUD PER L'ALIMENTARE NUMERI INTERESSANTI PER AGRICOLTURA E TRASFORMAZIONE. IL COMPARTO LATTIEROCASEARIO LOCOMOTIVA DELL'EXPORT MERIDIONALE di Gigi Pelliccia
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e otto regioni del Mezzogiorno rappresentano il 40% della superficie italiana, un terzo della popolazione e producono il 20% della ricchezza nazionale. Sul fronte agroalimentare, però, la loro rilevanza cresce nettamente, evidenziando il ruolo economico del settore in quest’area. Ruolo sempre più strategico, sia per l’economia meridionale, sia per l’intero sistema agroalimentare nazionale. Il valore aggiunto dell’agroalimentare del Mezzogiorno raggiunge i 18,5 miliardi di euro, pari al 31% del totale nazionale.
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L'EXPORT DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE DEL MEZZOGIORNO NEL 2018 INC.% MEZZOGIORNO INC.% TOT. ITALIA
REGIONI
MILIONI EURO
ABRUZZO
522
10,1
1,6
MOLISE
91
1,8
0,3
2.670
51,7
8,0
PUGLIA
914
17,7
2,8
BASILICATA
38
0,7
0,1
CALABRIA
134
2,6
0,4
SICILIA
648
12,5
2,0
SARDEGNA
148
2,9
0,4
TOTALE MEZZOGIORNO
5.165
100,0
15,6
TOTALE ITALIA
33.210
.
100,0
CAMPANIA
L'INCIDENZA DELLE REGIONI SULL'EXPORT SICILIA 12,5%
SARDEGNA 2,9%
CALABRIA 2,6%
ABRUZZO 10,1%
MOLISE 1,8%
BASILICATA 0,7%
PUGLIA 17,7%
CAMPANIA 51,7%
Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat
La componente agricola è particolarmente importante. Il valore aggiunto agricolo del 2017 ha superato i 13 miliardi, cioè il 40% di quello italiano. L'INDUSTRIA DEL CIBO A fianco, l’industria alimentare meridionale, con 6 miliardi, genera invece solo il 22% del totale nazionale. Il primario si lega all’attività di oltre 340mila imprese agricole, il 45% del
totale nazionale. Nella trasformazione alimentare e nella produzione di bevande le imprese sono 34mila. Anche in questo perimetro produttivo, quasi la metà delle imprese dell’industria alimentare italiana opera nelle regioni del Mezzogiorno, quando invece, in questa area, si localizza solo un terzo delle imprese di tutti i settori economici.
La numerosità delle imprese riflette evidentemente anche una maggior frammentazione del tessuto imprenditoriale del settore agroalimentare del Mezzogiorno. Lo dimostra il rapporto tra il valore aggiunto e il numero di imprese. Nel caso dell’agricoltura è pari a 38.560 euro/impresa nel Mezzogiorno, contro 43.749 euro/impresa a livello nazionale. Mentre nell’industria alimentare è di 181.117 euro/impresa nelle regioni meridionali, rispetto ai 396.338 euro/impresa in Italia. In termini relativi, quindi, il valore aggiunto per impresa in agricoltura nel Mezzogiorno è pari all’88% di quello medio nazionale, mentre nell’industria raggiunge appena il 46%. GLI INVESTIMENTI La maggiore importanza dell’agroalimentare per il Mezzogiorno emerge anche dai dati sul credito. Nel 2017 lo stock di prestiti chiesti dalle imprese agroalimentari del Mezzogiorno ammontava a 15,4 miliardi di euro (20,5% del totale nazionale), con un peso maggiore rispetto a quello che l’area meridionale riveste se si guarda al credito complessivo di tutti i settori economici (15,1 per cento). Coerentemente con la maggiore propensione a investire dell’industria alimentare rispetto a quella del settore primario, i prestiti richiesti dalle imprese meridionali mostrano un peso maggiore per l’industria alimentare (23,6% di quelli nazionali), rispetto all’agricoltura (18,3%). I POSTI DI LAVORO La rilevanza del Mezzogiorno per il settore agricolo nazionale è ancora maggiore in termini occupazionali. Considerando anche l’industria alimentare, il settore agroalimentare dà lavoro a 668mila persone, pari al 48,3% degli occupati nella filiera in tutta la penisola. Il numero degli addetti
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ECONOMIA nelle imprese dell’industria alimentare e delle bevande con sede nelle regioni del Mezzogiorno è di circa 127mila unità, pari al 29% del totale nazionale. In termini occupazionali ne consegue una dimensione media ridotta per le imprese meridionali, pari a circa la metà di quelle centrosettentrionali (4,9 a fronte di 10,2 addetti/azienda). La polverizzazione delle imprese del Meridione è molto evidente in alcuni comparti, come quello della produzione degli oli e grassi vegetali e animali, che presenta una media di occupati che è quasi un terzo di quelli del Centro-Nord. L'EXPORT Guardiamo ora all’unico driver della crescita del Paese e del nostro food and beverage: l’export. Che per l’industria alimentare meridionale ha superato la soglia di 5,16 miliardi di euro, con un incremento del 2,1% sul 2017, inferiore al +3,4% segnato in parallelo dal totale Italia. È un segnale che deve stimolare verso una maggiore competitività e una più forte proiezione esportatrice di quest’area produttiva. Oltre la metà (51,7%) dell’export alimentare
L'EXPORT DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO DEL MEZZOGIORNO NEL 2018 REGIONI
MILIONI EURO 2018
MILIONI EURO 2017
VAR% 2018/17
INC.% MEZZOGIORNO
ABRUZZO
1,17
1,05
11,4
0,3
MOLISE
4,80
3,76
27,7
1,0
CAMPANIA
300,39
266,63
12,7
64,7
PUGLIA
45,08
34,18
31,9
9,7
BASILICATA
1,08
1,44
-25,0
0,2
CALABRIA
2,64
2,86
-7,7
0,6
SICILIA
17,70
16,85
5,0
3,8
SARDEGNA
91,41
120,70
-24,3
19,7
TOTALE MEZZOGIORNO
464,27
447,47
3,8
100,0
33.209,6
32.130,6
3,4
.
TOTALE ITALIA
L'INCIDENZA DEL LATTIERO-CASEARIO SULL'EXPORT DELLE REGIONI DEL MEZZOGIORNO SARDEGNA 19,7%
ABRUZZO 0,3% MOLISE 1,0%
SICILIA 3,8% CALABRIA 0,6% BASILICATA 0,2%
CAMPANIA 64,7%
PUGLIA 9,7%
Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat
meridionale è legato alla Campania, regione che ha un primato formidabile, che si appoggia su trasformazione del pomodoro e caseario, e che non accenna a essere scalfito. LE DENOMINAZIONI L’anno scorso sul fronte della qualità certificata il
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Mezzogiorno contava 64 Dop e 44 Igp, il 37% del totale, con poco meno di tre quarti dei riconoscimenti concentrato in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Le Indicazioni geografiche del Mezzogiorno ricalcano i principali orientamenti produttivi delle regioni di riferimento. I comparti produttivi più rappresentati sono l’olio Evo con 23 Dop, e gli ortofrutticoli, con 32 Igp. Anche la pasta secca, con Pasta di Gragnano Igp, rappresenta la denominazione con la maggior produzione a livello nazionale del comparto di riferimento. Le potenzialità delle Indicazioni geografiche del Mezzogiorno sono evidenti e ancora largamente inespresse se si considera la loro scarsa incidenza sul fatturato nazionale di categoria che è pari a quasi 7 miliardi di euro: una quota alla quale il Mezzogiorno, con i suoi 812 milioni, ha contribuito solo per il 12 per cento. Nell’ultimo triennio l’andamento produttivo è stato in linea con il trend nazionale (+8,7% tra il 2015 e il 2017). Tuttavia, va sottolineata la contrazione registrata proprio nell’ultimo anno disponibile, il 2017, con un -5,6% rispetto al 2016. Nel Mezzogiorno il fatturato all’origine dei prodotti con Indicazione geografica è concentrato in alcune regioni e in una o al massimo due
denominazioni. La Campania rappresenta, da sola, il 63% del fatturato complessivo delle Ig del Sud, quasi esclusivamente con la Mozzarella di Bufala Dop, mentre la Sardegna incide per un altro 24% con il Pecorino Romano Dop.
campano. Abbiamo visto che, a livello di food and beverage complessivo, la regione supera la metà dell’export complessivo, raggiungendo il 51,7% dell’intero export meridionale. Ebbene, sul fronte specifico di comparto, la regione allarga ancora la sua fetta e si spinge fino al 64,7%: i due terzi dell’intero export lattierocaseario meridionale. Qualità del prodotto, Dop di fama mondiale, capacità produttiva e logistica favoriscono questo primato. Va aggiunto che, mentre sul fronte dell’export alimentare complessivo Sicilia, Puglia e Abruzzo, con incidenze fra il 10 e il 18%, facevano faticosamente da comprimari alla Campania, su quello caseario l’unica e sola spalla è in realtà la Sardegna, con
IL LATTIERO-CASEARIO Con 464 milioni esportati nel 2018, il comparto lattiero-caseario ha rappresentato il 9% dell’intero export del food and beverage meridionale. Va sottolineato che il suo passo espansivo, l’anno scorso, ha raggiunto il +3,8%, superando il +3,4% registrato dall’export di comparto a livello nazionale e il +2,1%, prima citato, messo a segno dall’intera industria alimentare meridionale. Si tratta di una performance tanto più interessante, in quanto le esportazioni 2018 sono state zavorrate dalla crisi ben nota del caseario sardo, senza la quale la dinamica di comparto e la sua forbice, rispetto agli altri aggregati, sarebbero state ben più premianti. Infine, nel contesto del lattierocaseario meridionale spicca la leadership dell’export
un’incidenza del 19,7%. Le sole regioni che non scivolano, a fianco, su percentuali del tutto simboliche sono Puglia (9,7%) e Sicilia (3,8 per cento). Forse è proprio questa la scommessa che attende il comparto. Quella di puntare su una diversificazione via via maggiore di fonti e destinazioni. Ne va dell’equilibrio e della stabilità sul lungo periodo di un asset produttivo di enorme importanza.
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ECONOMIA
A CASA SEMPRE PIÙ PIATTI PRONTI BOOM DI PRIMI PIATTI E CONTORNI READY TO EAT. MOZZARELLE SUL PODIO DELL’EASY FOOD di Samuele Ferrigato
S
empre meno pasti preparati con le proprie mani, più piatti pronti e aperitivi tra le mura domestiche. Un’attenzione sempre maggiore al salutismo e minori acquisti di prodotti per l’infanzia, complice il continuo
calo della natalità. Questo il succo dell’indagine Iri sui consumi alimentari casalinghi degli italiani. VECCHI E NUOVI PANIERI Durante gli ultimi anni il nostro Paese ha vissuto
un’evoluzione radicale degli stili di consumo. Questa tendenza si riflette anche sulla tavola degli italiani, dove, fra i diversi cambiamenti (spesso guidati dalla trasformazione valoriale), appare piuttosto pronunciato
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quello orientato alla praticità e al risparmio di tempo in cucina. Raggruppando le diverse voci merceologiche della classificazione Ecr, Iri ha individuato otto panieri diversi tra loro per modalità di consumo alimentare e tre panieri tematici speciali (alimentari per l’infanzia, pet care, salute & benessere). Nel primo gruppo i panieri identificati sono: prima colazione, aperitivo in casa, pasti preparati in casa, primi piatti pronti, secondi piatti pronti, contorni pronti, easy food (pronti da mangiare), fuori/dopo pasto pronti. BASTA CHE SIA PRONTO Dal 2015 a oggi le nuove proposte di piatti pronti hanno progressivamente guadagnato terreno erodendo spazio alla preparazione domestica. Fra questi prodotti spiccano i secondi piatti pronti a base
di pesce e i primi piatti pronti freschi che negli ultimi quattro anni hanno visto incrementare gli acquisti per circa 100 milioni ciascuno. In forte crescita di fatturato anche i sughi pronti conservati (+50 milioni circa). Da citare la crescita a doppia cifra dei volumi di piatti pronti vegetali, dei contorni pronti conservati e delle insalate di IV gamma arricchite. In crescita più moderata la domanda di alimentari pronti da mangiare (easy food), anche se i cibi che compongono questo paniere nella gran parte dei casi non presentano particolari innovazioni rispetto al passato. In questo gruppo svetta la crescita della domanda di affettati (+6% a volume e oltre +300 milioni di euro) e delle specialità ittiche (in prevalenza salmone affumicato). Questi ultimi,
L'ANDAMENTO DEI CONSUMI ALIMENTARI NEGLI ULTIMI 4 ANNI € MLD
Volumi (var. % media annua fra 2015 e a.t. 5-2019) Volumi (var. % a.t. 5-2019 su a.t. 5-2018)
6,8
PRIMA COLAZIONE
2,3
APERITIVO IN CASA
10,6
PREPARATI E CUCINATI IN CASA
1,0
PRIMI PIATTI PRONTI
1,1
SECONDI PIATTI PRONTI
1,1
CONTORNI PRONTI
8,7
EASY FOOD (PRONTI DA MANGIARE)
5,7
FUORI / DOPO PASTO DOLCI
-1,4 -1,0 2,1
3,1
-0,0 -0,6 3,1
5,1
1,5 1,9 2,4 1,5 0,7 -0,6
0,3
Fonte: IRI. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Discount. Vendite in volume = vendite in valore a prezzi costanti.
4,4
pur non aumentando di molto i volumi, raccolgono oltre 70 milioni aggiuntivi, diventando, con un fatturato di 400 milioni, il quarto mercato del paniere dopo tonno sott’olio e mozzarelle. PRIMA COLAZIONE IN ROSSO Da segnalare lo sviluppo dei consumi di prodotti da aperitivo/happy hour: 6,2% la quota a valore di maggio 2019 contro il 5,6% di quattro anni fa. Le vendite sono trainate dagli snack salati (patatine ecc.), dagli spumanti e altre bollicine e dalla frutta secca. In continuo calo invece la domanda per la prima colazione in casa (-1,4% a valore negli ultimi quattro anni, con un -1% solo negli ultimi dodici mesi), cosi come sono stagnanti i consumi di dolci da fuori/dopo pasto. Nel paniere della prima colazione il calo è piuttosto generalizzato fra le voci che lo compongono, con poche eccezioni. Fra queste ci sono le confetture e le marmellate, i biscotti e i prodotti senza glutine, mercati che spuntano crescite interessanti del giro d’affari. Nettamente in rosso, invece, il latte sia fresco (circa 80 milioni di calo), sia a lunga conservazione (circa -100 milioni negli ultimi 4 anni). Il trend del fuori/dopo pasto è invece il risultato della crescita a valore delle varie tipologie di cioccolato/a base cioccolato, della pasticceria, delle creme spalmabili, delle merendine fresche e dello yogurt greco a cui si contrappongono i cali delle caramelle, degli altri tipi di yogurt e dei gelati. Tuttavia, questi ultimi sono soggetti all’andamento climatico estivo e quindi subiscono di anno in anno forti oscillazioni. In generale, negli ultimi dodici mesi si registra un diffuso ripiegamento della vendite in quasi tutti i panieri, ma non cambia la tendenza
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ECONOMIA relativa fra le diverse voci di consumo alimentare in casa. La preparazione, anche se spesso agevolata da prodotti semilavorati, assorbe ancora la maggior parte della spesa delle famiglie italiane di prodotti confezionati per il consumo alimentare domestico con una quota del 28,5% delle vendite a valore. BENESSERE “IN SALUTE” Il progressivo invecchiamento della popolazione e la continua riduzione del tasso di natalità si traducono nel calo delle vendite di alimenti per l’infanzia e nell'incremento della domanda di alimenti a valenza salutistica. Ancora l’invecchiamento della popolazione e un’accresciuta sensibilità ai temi ambientali e salutistici continuano a sospingere la domanda complessiva di questo paniere. Si tratta, però, di un mondo molto variegato, con la presenza di merceologie provenienti un po’ da tutti i panieri e quindi soggetta a cicli modaioli che fanno letteralmente esplodere nel breve periodo la domanda indirizzata verso specifiche nicchie di mercato, per poi sgonfiarsi in tempi altrettanto brevi.
I PANIERI PER OCCASIONE DI CONSUMO: QUOTA VENDITE IN VALORE 15,4%
15,2%
22,8%
23,4%
8,8%
8,9%
29,0%
28,5%
5,6%
6,2%
19,1%
17,8%
2015
A.T. 5-2019 2019
Fuori / Dopo pasto dolci Easy Food (pronti da mangiare) Piatti Pronti Preparato e cucinato in casa Aperitivo in casa Prima Colazione
Fonte: IRI. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Discount. Vendite a valore: quote percentuali.
I PANIERI SPECIALI: CONSUMI ALIMENTARI A VOLUME Volumi (var. % media annua fra 2015 e a.t. 5-2019) Volumi (var. % a.t. 5-2019 su a.t. 5-2018) € MLD
0,3
ALIMENTI INFANZIA
3,1
SALUTE E BENESSERE
1,2
PETFOOD
-6,8 -7,3 2,8 1,4 0,5 -0,6
Fonte: IRI. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Discount. Vendite in volume = vendite in valore a prezzi costanti.
Negli ultimi anni meritano menzione le crescite della spesa acquisite dai latti e latticini ad alta digeribilità (delattosati), delle bevande senza zuccheri, delle paste integrali e di tutto il mondo gluten free. Dopo il boom di qualche anno fa, si registra invece una contrazione per gli yogurt funzionali. Infine, sono stabili i volumi del pet food dopo il progresso degli ultimi quattro anni, anche a causa dell’aumento
dei prezzi medi: si comprano gli stessi quantitativi, ma con un mix qualitativo superiore. In particolare la domanda più vivace si riscontra per le proposte innovative dei segmenti snack; mentre fra il cibo di base negli ultimi quattro anni il secco cresce a discapito dell’umido. In conclusione, le tendenze dominanti sulla tavola del consumatore italiano sono piatti pronti e easy food, ma con un occhio alla salute.
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ECONOMIA
GIAPPONESI CONQUISTATI DAI FORMAGGI ITALIANI I VOLUMI SONO ANCORA BASSI, MA IL TREND È IN FORTE CRESCITA E I NOSTRI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI SONO AMATISSIMI. PARMIGIANO REGGIANO, GRANA PADANO E GORGONZOLA I FORMAGGI PIÙ DESIDERATI di Samuele Ferrigato
C
on una popolazione doppia e un Pil pro capite superiore del 10% a quello italiano, il Giappone rappresenta un mercato di estremo interesse per il nostro export di cibo e bevande. Sebbene degli oltre 57 miliardi di euro di beni agroalimentari che il Sol Levante ha importato nel 2018 solo l’1,5% fosse di provenienza italiana, nel corso dell’ultimo decennio il
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valore degli acquisti dall'Italia è passato da 537 a 865 milioni di euro, una crescita superiore al 50 per cento. Anche i primi dati del 2019 evidenziano un incremento. Nel primo quadrimestre di quest’anno, le importazioni di prodotti agroalimentari italiani in Giappone sono cresciute di quasi il 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una media di mercato che ha visto aumentare l’import totale di food&beverage di circa il 9 per cento. Un trend favorevole che dovrebbe trovare ulteriore spinta dall’accordo di libero scambio entrato in vigore il primo febbraio tra i Paesi dell’Ue e il Giappone: porterà (da subito per circa il 90% delle importazioni Ue e gradualmente per il resto dei prodotti) all’azzeramento dei dazi (e delle altre barriere non tariffarie) vigenti sui prodotti agroalimentari europei. Dazi che per alcuni prodotti bandiera del made in Italy come vino, pasta e formaggi vanno dal 15% al 40 per cento. Sono questi alcuni dei temi approfonditi durante il IV Forum Agrifood Monitor organizzato da Nomisma e Crif che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’ambasciatore Umberto Vattani, presidente della Fondazione Italia-Giappone, dell'europarlamentare Paolo De Castro, del presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi e di quello di Redoro Frantoi Veneti Daniele Salvagno, del direttore commerciale di Caviro Gian Paolo Gavioli, nonché del direttore commerciale di Elisir co. Ltd Koji Misawa e della giornalista ed esperta di consumi alimentari nel mercato giapponese Miciyo Yamada. ITALIA ELDORADO DEI FORMAGGI “Sebbene il Giappone pesi solo per il 2% sull’export agroalimentare italiano, la
METÀ DELL’EXPORT AGROALIMENTARE ITALIANO IN GIAPPONE PARTE DA 3 REGIONI
FINO A 10 MLN € 10 MLN - 20 MLN € 20 - 100 MLN € OLTRE 100 MLN €
PESO SU EXPORT A VALORE E VARIAZIONE % 2018 VS 2013
ALTRE REGIONI 15%
LOMBARDIA 20% +59%
SICILIA 6% TOSCANA 6% PUGLIA 6%
CAMPANIA 16% -1%
VENETO 7% PIEMONTE 8%
Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte
EMILIA ROMAGNA 16% +32%
rilevanza di questo mercato è molto più strategica per alcuni prodotti, sia oggi che in prospettiva" ha fatto notare il responsabile dell’area Agroalimentare di Nomisma Denis Pantini. "Basti pensare all’olio d’oliva, dove Tokyo incide per il 7% sull’export di questa eccellenza del made in Italy e arriva al 17% nel caso degli olii esportati dal Sud Italia”. Tra tutti i mercati di destinazione dell’extravergine italiano, il Giappone e la Svizzera rappresentano i Paesi con il prezzo medio all’export più alto (rispettivamente 5,6 e 6 euro/kg) contro una media mondo pari a 5 euro/kg. Anche per quanto riguarda i formaggi, l’Italia presenta
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ECONOMIA
GLI STILI DI CONSUMO GIAPPONESI (% SU TOTALE CAMPIONE) IL PREZZO NON È CRITERIO DI SCELTA
SPENDONO CON FACILITÀ
+
-
SENSIBILI AL PREZZO
SALUTISTI CONSAPEVOLI BABY BOOMERS (55-65 ANNI) REDDITO ALTO STILE NATURALE/BIO/VEG ATTENTI ALL'ORIGINE ITALIA=SALUTE/CULTURA AMANTI DEL MADE IN ITALY: 17% 6% HANNO VISITATO L'ITALIA: 25%
TRADIZIONALI CAUTI OVER 45 ANNI REDDITO BASSO STILE RISPARMIO/LOW COST ACQUISTANO IN GDO E PUNTANO AL RISPARMIO AMANTI DEL MADE IN ITALY: 8% HANNO VISITATO L'ITALIA: 12%
48%
-
INFORMATI E CONSAPEVOLI DI CIÒ CHE ACQUISTANO il posizionamento di prezzo più alto su questo mercato rispetto a tutti i diretti competitor (7,64 euro/kg di prezzo medio all’import contro 3,62 euro dell’Australia o 3,97 degli Usa). “Il posizionamento di prezzo più elevato dei nostri prodotti riflette una composizione del paniere esportato di più alta qualità – ha sottolineato Pantini – che a sua volta discende da una maggiore attenzione del consumatore giapponese verso il made in Italy”. Non è infatti un caso se tra il 2013 e il 2018 l’export di Parmigiano Reggiano e Grana
GIRAMONDO SPENSIERATI GENERAZIONE X (39-54 ANNI) REDDITO ALTO STILE ETNICO-STRANIERO/LUSSO ATTENTI AL PACKAGING, ACQUISTANO NEI NEGOZI SPECIALIZZATI E SU INTERNET AMANTI DEL MADE IN ITALY: 52% HANNO VISITATO L'ITALIA: 42%
10%
MILLENNIALS SPERIMENTATORI 18-38 ANNI REDDITO MEDIO-ALTO STILE FUNZIONALE, FUORI CASA DINAMICI, CURIOSI, USANO IL WEB PER CIBO AMANTI DEL MADE IN ITALY: 46% HANNO VISITATO L'ITALIA: 20% 36%
IMPULSIVI
Padano in questo mercato è cresciuto a valore del 113%, quello di Gorgonzola del 109%. LA FIDUCIA È TUTTO Se vogliamo aumentare la nostra penetrazione nel mercato giapponese, oltre alla spinta propulsiva che può arrivare dall’accordo di libero scambio, dobbiamo capire bene come siamo percepiti presso il consumatore locale, qual è la reputazione dei nostri prodotti agroalimentari e, soprattutto, come possiamo conquistare la sua fiducia, chiave di volta per costruire
+
ACQUISTANO GUIDATI DA CURIOSITÀ E ISTINTO rapporti consolidati di fornitura. “La survey che abbiamo realizzato in occasione del Forum su 1.100 consumatori giapponesi ha confermato l’Italia come il Paese più rappresentativo del food di qualità nel percepito della popolazione, surclassando sia la Francia che gli Stati Uniti, questi ultimi principali fornitori di prodotti agroalimentari nel mercato giapponese”, ha evidenziato la project manager dell’Area agroalimentare di Nomisma Evita Gandini. OBIETTIVO "SPENSIERATI" Non tutti i consumatori nipponici, però, si dicono pronti ad acquistare ad occhi chiusi un nostro prodotto: la stragrande maggioranza dei giapponesi, infatti, è sensibile al prezzo e razionale nelle scelte di acquisto. Si tratta dei “Tradizionalisti-cauti”, il gruppo individuato tramite la cluster analysis di Agrifood Monitor in cui ricade ben il 48% dei consumatori giapponesi.
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EN
•
O M I N AZ I
E D’ORIG
P R OTETT A
•
D
NE
ON
I
ECONOMIA NEL CUORE DEL MADE IN ITALY CI SONO QUALITÀ E GUSTO ITALIA SUL PODIO DEL CIBO DI QUALITÀ
I PRINCIPALI MOTIVI DI PREFERENZA
DA QUALI PAESI STRANIERI PROVENGONO I PRODOTTI ALIMENTARI (CIBO E BEVANDE) CHE APPREZZA DI PIÙ?
PERCHÈ I CIBI PROVENIENTI DA ITALIA/FRANCIA/ USA/AUSTRALIA SONO DI MAGGIORE QUALITÀ?
20%
24%
Fonte Agrifood - Consumer Survey Giappone
Il secondo gruppo più numeroso è rappresentato dai “Millennials Sperimentatori” (36%), giovani dai 18 ai 38 anni, curiosi, aperti alle novità e attratti dalla cultura occidentale; per questo la propensione all’acquisto di prodotti made in Italy è più elevata della media. “Il segmento più interessante per il made in Italy è rappresentato dai Giramondo spensierati (il 10% della popolazione): appartengono alla Generation X (39-54 anni) con alta capacità di spesa, amano viaggiare e conoscere
17%
SONO BUONI/GUSTOSI
55% 33% 21% 15%
L'IMMAGINE DEL PAESE È POSITIVA/ISPIRA FIDUCIA
31% 51% 18% 27%
PRODOTTI CONTROLLATI/SICURI
6%
11% 14% 28%
PREZZO CONVENIENTE
6%
3%
33% 24%
(% CALCOLATE SU FASCIA DI POPOLAZIONE 18-65 ANNI)
nuove culture" ha concluso Gandini, che ha aggiunto: "Internet, degustazioni, cooking show, abbinamento cibo-vino sono le parole chiave per conquistare questa tipologia di consumatori con iniziative ad hoc”.
delegato di Cribis Marco Preti. "Molto spesso per una Pmi entrare in un nuovo mercato significa sostenere investimenti economici e di tempo per gestire procedure doganali, attività fieristiche, di comunicazione e distribuzione. Essendo partner di oltre 15.000 aziende in Italia, possiamo affermare che le Pmi che hanno maggior successo nell’export sono quelle che riescono ad accelerare la fase di ricerca degli importatori e distributori utilizzando i canali digitali, individuando i potenziali partner prima ancora di investire in trasferte e attività di promozione su mercati lontani avvalendosi di servizi specializzati”.
STUDIARE IL MERCATO “Nel settore agroalimentare, come in molti altri comparti della nostra economia, lo sviluppo dell’export è un processo complesso per le imprese, specie per quelle di piccola dimensione" ha commentato l'amministratore
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MERCATI
TUTTO IL BUONO DEGLI
ACCORDI DI SCAMBIO CONCLUSI I NEGOZIATI CON VIETNAM E MERCOSUR. NONOSTANTE I COMPROMESSI, MIGLIORANO LE PROSPETTIVE PER NOSTRI FORMAGGI di Gianluca Pierangelini
A
ltre porte aperte verso il continente asiatico e un mercato da 260 milioni di abitanti: è questo il bilancio degli accordi commerciali siglati dalla Commissione europea con il Vietnam e con il Mercosur. L’apertura di nuovi mercati significa crescita per il settore lattiero-caseario, promozione del made in Italy nel mondo e diffusione del nostro modello culturale, che ci consente di supportare la protezione delle Indicazioni geografiche nei mercati internazionali. Il Vietnam è un mercato strategico. Oggi poco significativo in termini economici, potrebbe consentire alle imprese italiane di rafforzare i rapporti commerciali con tutta l’Asia, grazie all’abbattimento dei dazi per tutti i formaggi. L’accordo
con il Mercosur introdurrà una progressiva liberalizzazione tariffaria, migliorando l’accesso al mercato dei prodotti lattierocaseari europei in Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Sono previsti contingenti tariffari di 30.000 tonnellate per i formaggi, di 10mila per il latte scremato in polvere e di 5mila per gli infant formula. Saranno riviste a ribasso anche le tariffe applicate dai Paesi Mercosur su burro e yogurt. I negoziati con i quattro Paesi dell’America Latina sono stati tra i più complessi finora gestiti dall’Ue. Assolatte li ha seguiti costantemente e ha lavorato con la Commissione europea per scongiurare il pericolo maggiore: quello di essere tagliati fuori come settore, perché sul dairy gli interlocutori sudamericani hanno sempre avuto una posizione
difensiva di estrema chiusura. Le aspettative non sono state pienamente soddisfatte, ma si deve riconoscere che il lavoro svolto dai negoziatori europei è stato notevole. Sarà necessario attendere la chiusura dei tavoli tecnici e la revisione legale dei testi per avere un quadro definitivo delle disposizioni contenute nella nuova intesa commerciale e fare una valutazione completa dell’impatto che avrà l’accordo. In linea generale, però, i contingenti tariffari aggiuntivi e l’abbattimento delle barriere tariffarie dovrebbero consentire un incremento dei flussi commerciali, quindi allargare le corsie preferenziali progettate dall’Ue per intensificare gli scambi con Asia e Sudamerica. Le nuove intese di libero
BERTOZZI Strada Roma, 1/A
GENNARO AURICCHIO
GLI ESPORTATORI
AMBROSI
SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it
SPA
43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com
AGRIFORM Via Rezzola, 21
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
SCA
37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
IL MONDO DEL LATTE 57
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18/07/19 12:09 13:42 19/07/19
MERCATI
04069061
040620
04064050
04069075
4.920 2.280 3.359 1.223 1.524 756 474 490 255 484 188 140 112 134 16.339 13 38 23 23 171 420 86 13 197 30 17.353 80 144 17.577 130 17.707
4.946 2.091 1.909 884 1.363 698 369 167 189 263 112 110 73 125 13.299 9 17 5 94 131 586 402 198 143 262 15.146 174 438 15.758 80 15.838
2.150 4.477 1.938 969 599 697 826 432 79 715 87 476 68 119 13.632 25 25 6 7 49 335 212 62 54 71 14.478 44 192 14.714 43 14.757
2.983 3.422 1.231 587 595 345 390 113 35 162 43 122 29 47 10.104 7 4 2 7 38 73 138 52 71 36 10.532 42 204 10.778 77 10.855
1.304 1.666 229 276 180 179 242 161 102 78 10 14 8 6 4.455 3 5 1 9 5 172 71 20 15 30 4.786 8 85 4.879 14 4.893
33 22 8 13 9 8 2 5 3 1 1 1 0 2 108 2 1 0 0 3 3 5 0 6 1 129 2 2 133 2 135
PAESI
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089
335 324 176 80 71 47 56 27 20 51 5 4 4 20 1.220 0 2 1 6 82 32 14 3 200 13 1.573 1 21 1.595 9 1.604
04069099
040630
764 468 168 85 97 113 129 37 7 56 8 15 2 4 1.953 0 7 0 5 21 84 14 2 20 4 2.110 21 31 2.162 3 2.165
224 400 204 35 97 23 148 31 6 33 25 21 13 3 1.263 3 3 0 9 9 41 21 4 5 6 1.364 3 10 1.377 5 1.382
274 285 41 94 12 114 23 41 1 15 2 7 1 6 916 3
78 7 10 32 94 3 14
239 955 276 682 138 82 159 60 11 69 7 190 4 21 2.893 7 35 5 2 100 64 137 22 69 15 3.349 41 127 3.517 14 3.531
3 1 7 12 13 2 5 3 965 20 5 990 2 992
PROVOLONE
36 15 1 290 1 64 1 16 11 29 412 3 9 424 2 426
TOTALI
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
MOZZARELLA
(IN TONS)
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio-31 marzo 2019)
04069073 04069001
122 279 57 912 49 3 62 11 3 5 5 21 1 4 1.534 2 1 1 2 8 4 14 6 3 1.575 2 3 1.580 4 1.584
1 12 19 62
94
3 45 3 145 0 418 563 563
18.372 16.676 9.606 5.873 4.840 3.068 2.913 1.637 711 1.968 508 1.122 315 491 68.100 74 138 48 165 691 1.827 1.143 434 820 477 73.917 441 1.689 76.047 385 76.432
GLI ESPORTATORI
BRAZZALE
SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
FORGRANA CORRADINI SPA Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla Reggio Emilia Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
SAVIOLA SPA Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
58 IL MONDO DEL LATTE
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La nostra è una storia che inizia oltre cent'anni fa e arriva ad oggi quale emblema di un'eccellenza tutta italiana, capace, da quattro generazioni, di costruire la propria leadership nella produzione, stagionatura ed esportazione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.
WWW.ZANETTI-SPA.IT
MERCATI
19.151 17.707 1.158 23 263 57 230 2 228 28
16.162 14.757 1.118 63 224 119 4.402 616 3.786 221 40 87 94 1.506 601 54 29 27 38 757 509 490 19 3
11.612 10.855 632 5 120 8 102 35 67 11
39 24 589 174 158 16
16.984 15.838 1.049 48 49 34 499 38 461 31 7 0 24 1.757 501 567 10 46 52 581 95 63 32
21.179 3.472 103.868 18.698
19.400 3.562 75.080 18.180
22.922 8.165 248.001 88.191
28 1.539 805 82
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
FORMAGGI FUSI
040620
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
3.696 3.535 59 50 52 171 422 31 391 74 38 12 24 680 135 54 100 30 5 356 99 91 8 0
1.529 992 348 26 163 15 213 3 210 28 1 18 9 201 41 18 13 24 10 95 63 60 3 1
1.627 1.584 40 2 1 2 98 19 79 16 3 1 12 36 3 1 1 2 2 27 145 143 2
471 426 27
5.142 1.607 33.880 10.639
2.050 1.058 12.719 6.861
1.924 340 9.019 2.134
515 89 1.940 352
04064050
04069063
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
11 325 154 54 0 29 8 80 60 60 0
5.187 4.893 264 15 15 6 87 8 79 5 0 1 4 230 151 2 1 2 0 74 121 120 1
1.450 1.382 51 3 14 7 3.502 87 3.415 14 5 4 5 123 88 3 1 2 2 27 49 46 3
12.118 1.263 106.007 10.239
5.636 743 34.344 5.382
5.145 3.763 36.078 24.080
PROVOLONE
04069061
ALTRI FORMAGGI
04061050 04061080
PECORINO
GRATTUGIATI
CODICE DOGANALE
GORGONZOLA
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
04061030
MOZZARELLA
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ALTRI FORMAGGI DURI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio-marzo 2019)
18 2 1 1 1 1 40 2 1 37 0
4.674
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA
60 IL MONDO DEL LATTE
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18/07/19 12:09 13:43 19/07/19
ok 18-7 m
349 286 61 2 0 5 35 5 30 1 0 0 1 10
718 683 26 6 3 5 4 0 4 0 0 0 0 6 1 0 0 1 1 3 11 11 0
634 627 1 2 4 0 4 2 2 1 0
6 0 0 0
10 9 9 0 7
744 61 4.674 434
647 20 4.584 146
416 130 2.907 1.257
1 8 0 0 0 2
0 0 0
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
876 758 116 0 2 7 0 0 0 11 0 3 8 236 206 0
225 135 88 1 1 6 99 4 95 5 1 3 1 4 0 0
3 0 27 3 3 0
1 133 2 131 4 0 0 4 34 5 2 2 1 0 24 6 3 3
473 449 22 0 2 1 92 1 91 5 0 1 4 43 24 0 0 0 0 19 7 7 0
1.133 375 6.115 2.319
1.115 259 8.187 2.186
621 172 4.154 1.169
386 251 2.436 1.507
937 856 72 9
0 4 47 45 2 0
138 106 22 8 2 4 134 1 133 0 0 0 6 1 0 1 2 0 2 2 2 0 284 178 2.032 1.218
563 563
3 3 96 96 9 6
1 2 0
671 108 1.898 541
82.782 76.432 5.154 263 933 393 10.060 854 9.206 552 95 130 327 6.793 2.722 839 158 211 143 2.720 1.400 1.311 89 11 102.048 25.616 697.923 195.533
scambio consentono sempre un miglioramento della condizione dei nostri formaggi Dop sui mercati esteri. Nel valutare ogni previsione che riguardi una Ig, bisogna considerare il contesto in cui si opera. Quando entrerà in vigore l’accordo, alcuni dei principali prodotti tipici italiani godranno per la prima volta di una protezione in mercati che sono considerati tra i principali produttori di fake. La partita sulla tutela delle Ig è stata estremamente complessa: una tutela specifica per ciascuna Dop, diversa da Paese a Paese. Una sorta di battaglia navale che di certo non rende semplici le cose agli operatori e ai consorzi di tutela. Nella complessità delle trattative, però, la Commissione ha raggiunto importanti risultati: non si potrà utilizzare il termine “parmesan” (è prevista la convivenza tra Parmigiano Reggiano e “reggianito”/”parmesao”). Per i casi di phasing out e granfathering sono state ottenute le liste dei prior users ed è previsto un enforcement amministrativo per monitorare meglio l’applicazione dell’accordo. Tutti passi avanti nella lunga marcia della tutela delle nostre Dop.
O
7/19 13:43
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
ZANETTI
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
IL MONDO DEL LATTE 61
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18/07/19 12:09 13:44 19/07/19
MERCATI
LATTE, PREZZI PIÙ STABILI. ITALIANO SEMPRE PIÙ CARO
I
dati raccolti dalla Commissione europea relativi al prezzo del latte alla stalla nei vari Paesi dell’Unione e l’andamento delle quotazioni del latte spot inducono a qualche riflessione. La prima. Dopo alcuni anni di prezzi sulle montagne russe, la volatilità sembra minore.
L’ANDAMENTO DEL
ITALIA MEDIA UE FRANCIA OLANDA GERMANIA
2017 36,9 34,8 34,3 37,9 36,2
Negli ultimi 24 mesi i prezzi alla stalla hanno mostrato maggiore stabilità, con oscillazioni più piccole nel corso del tempo. Con buona probabilità, il fenomeno dipende dalla fine del regime delle quote latte, che permette a tutti di produrre in funzione della domanda di mercato, un’elasticità produttiva più a rispondere alle PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA (EURO/100 KG) adatta variazioni della domanda europea e internazionale. Non va dimenticato, infatti, che anche se abbiamo assistito ad alcuni rallentamenti sporadici, tra il 2015 (anno dello stop alle quote) e il 2018, la produzione europea è cresciuta di 7 milioni di tonnellate, che non possono non aver avuto effetto sui prezzi. MAG-19 APR-19 MAR-19 FEB-19 GEN-19 2018 La seconda. Le quotazioni 39,07 39,07 39,32 39,65 39,51 35,9 registrate in Italia negli ultimi mesi hanno un andamento 34,11 34,34 34,35 34,94 35,02 34,1 in controtendenza rispetto 35,34 35,66 33,54 35,91 35,98 34,7 a quelle del resto d’Europa 35,25 36,00 36,50 36,50 36,25 36,0 e del tutto anomalo rispetto 34,49 34,49 34,81 35,22 35,47 34,7 al recente passato. Negli
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI Continua il periodo di sostanziale stabilità delle quotazioni del burro, sempre su livelli di gran lunga inferiori a quelli dello scorso anno. Dopo gli aumenti di inizio anno, anche il latte scremato in polvere mostra livelli di prezzo stabili, quando non in leggera flessione.
€/100 kg
BURRO 700 650 600 550 500 450 400 350 300 250
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50 settimane
LATTE SCREMATO IN POLVERE
GOUDA
200
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350 €/100 kg
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Fonte: Mmo – Reg. Ue n. 2017/1185
62 IL MONDO DEL LATTE
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ultimi anni, infatti, si era assistito a un sostanziale riallineamento dei prezzi italiani a quelli medi europei e a quelli dei principali competitor, il che aveva favorito un recupero di competitività per le produzioni nazionali. Con il 2019 la forbice si è nuovamente allargata. Non va poi trascurato che le elevate quotazioni del Grana Padano incidono sulle aspettative degli allevatori e trascinano il prezzo verso l’alto. Tra l’altro, nonostante gli alti livelli di prezzo garantiti in
campagna, gli allevatori chiedono ulteriori aumenti. La terza e ultima breve riflessione. La maggiore stabilità nelle quotazioni alla stalla non trova riscontro nel prezzo del latte spot, le cui quotazioni continuano a essere soggette a importanti fluttuazioni stagionali, a ulteriore dimostrazione che non c’è nessuna correlazione tra il latte comprato in campagna con contratti annuali e quello venduto on demand in cisterna, neanche in termini di andamento.
LE QUOTAZIONI DEL LATTE SPOT ITALIANO E I PREZZI ALLA STALLA (EURO/100 KG) 50 45 40 35 30 25 20 GEN-16 APR-16 LUG-16 OTT-16 GEN-17 APR-17 LUG-17 OTT-17 GEN-18 APR-18 LUG-18 OTT-18 GEN-19 APR-19 latte spot
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latte alla stalla
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
IL MONDO
DEL
L AT T E N. 8
AGOSTO
2019 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXIII -
MENSILE
LATTE SFUSO IN CISTERNA
0401 1010 2011 2091
0401 1090 2019 2099
11 1
7
–
LATTE IN CONFEZIONI
CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO
POSTALE NTO IN ABBONAME IZIONE NE SPA SPED POSTE ITALIA
PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15
70%
ROMA
TARIFFA DOGANALE
/c/RM AUT MP-AT
1 GENNAIO - 31 MARZO 2019 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
ICIALE DI ORGANO UFF
47 14 205
11 28 1.172
2 7 3 11 5 306
1 9 3 1.231
1 3 9
1
919
33
47 74 249 5 1.539 24 1.563 4 1.567
1.339 1 1.340 1.340
12.443
805
1.036 9.240 1.046 3
14 695 72
14.010 8.766
2.145 1.022
ASSOLATTE
E DEL
O FIL-IDF COMITATO ITALIAN
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L AT T E
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MERCATI
BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
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2019 MAGGIO MEDIA
2018 MAGGIO MEDIA
. VAR.
2019 GIUGNO MEDIA
2018 GIUGNO MEDIA
. VAR.
2,23 3,83 4,08 2,03 8,51 7,95 6,58 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03
3,99 5,58 5,83 3,79 7,20 6,23 5,17 11,70 10,73 9,75 5,30 6,30 5,10 4,30 5,15 5,47 5,78
-44,11% -31,36% -30,02% -46,44% 18,06% 27,61% 27,27% 14,10% 15,38% 12,31% 6,60% 5,56% 0,98% 8,14% 6,80% 4,75% 4,33%
2,05 3,65 3,90 1,85 8,61 7,98 6,60 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03
4,13 5,75 6,00 3,93 7,22 6,25 5,20 11,70 10,72 9,75 5,30 6,30 5,10 4,30 5,15 5,47 5,78
-50,36% -36,52% -35,00% -52,93% 19,25% 27,68% 26,92% 14,10% 15,49% 12,31% 6,60% 5,56% 0,98% 8,14% 6,80% 4,75% 4,33%
387,50
323,75
19,69%
418,13
384,38
8,78%
14,250 13,300 12,500 NQ
12,150 11,550 10,850 10,100
17,28% 15,15% 15,21% NQ
14,500 13,300 12,500 NQ
12,225 11,575 10,850 10,100
18,61% 14,90% 15,21% NQ
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MERCATI
DOP, SERVONO NUOVE REGOLE
L’
più importanti) rappresenta il 90% dei quasi 7 miliardi di euro di valore alla produzione, mentre moltissimi prodotti di nicchia che usano o vogliono usare il marchio Dop riempiono al massimo due o tre camion all’anno! La loro registrazione si trasforma in un doppio danno. Da una parte costringe i produttori interessati alla Dop a una burocrazia onerosa e a procedure complicatissime (si pensi alla necessità di far certificare i prodotti da un organismo terzo). Dall’altra riserva l’uso di un certo nome geografico a una ristretta cerchia di produttori, impedendo a quelli che non si riconoscono nelle regole dei disciplinari di utilizzare legittimamente moltissimi toponimi. Bisogna cambiare le regole del gioco chiedendo di inserire nelle richieste di registrazione LA RIPARTIZIONE DELLE DOP E DELLE IGP NEI PAESI EUROPEI anche specifici parametri economici, con tanto di dati sulle potenzialità di crescita e prevedendo l’uscita dal sistema tutelato di chi non riesce a garantirli. Perché questo mercato così tanto importante per il settore alimentare italiano sta in piedi e cresce grazie a pochissimi prodotti leader, che hanno un marchio famoso in tutto il mondo e che IT FR ES EL PT UK DE HR AT SI PL CZ HU NL FI BE IE SE LU SK BG CY LT LV RO DK trainano il carro, e ai 8 6 6 6 5 3 3 3 2 2 1 1 1 1 1 0 DOP 167 104 102 76 64 27 12 12 10 9 successi di un gruppetto 5 2 11 4 3 2 10 2 4 5 2 4 7 IGP 130 144 90 31 74 41 79 11 5 13 23 23 8 di follower, che hanno una certa importanza LA PRODUZIONE DI FORMAGGI DOP NEL 2019 (VAR. % SU STESSI TRIMESTRI 2018) per le economie locali. Dietro di loro una pletora 1° TRIMESTRE 2° TRIMESTRE di referenze che tirano a campare tra enormi -4,1 ASIAGO 3,1 difficoltà che il marchio Ue 7,3 non risolve. GORGONZOLA 0,4 Tra l’altro il numero di -0,8 GRANA PADANO 4,8 prodotti è così elevato, 1,9 5,9 MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA le regole da seguire così numerose, la convivenza -0,6 PARMIGIANO REGGIANO 0,8 tra grandi, medi e piccoli 2,9 MONTASIO 15,2 così difficile, la coesistenza -3,2 tra funzioni pubbliche e TALEGGIO 4,4 private dei consorzi così -4,4 QUARTIROLO -3,8 complicata, che alcuni -29,4 PECORINO ROMANO cominciano a pensare di -15,0 imboccare strade diverse.
albo europeo delle Dop e delle Igp si fa sempre più lungo: oggi si contano più di 1.360 prodotti più o meno noti, più o meno diffusi e più o meno a rischio imitazione. La nascita del sistema europeo fu accompagnata da una procedura semplificata: ogni Stato membro comunicò alla Commissione i prodotti già tutelati sul proprio territorio e ne depositò i disciplinari. La Commissione non fece istruttorie; prese atto delle richieste dei Paesi e registrò i desiderata. Con questo metodo, tra la fine del 1996 e l’inizio del ’97, furono protetti circa 500 nomi. Che è già un bel numero! Nel tempo la lista delle denominazioni è cresciuta in modo quasi inarrestabile: ogni anno ci sono decine
e decine di nuove richieste, quasi mai rifiutate. Andando avanti di questo passo, e guardando ai dossier già depositati, si arriverà presto a tagliare il nastro dei 1.500 prodotti tutelati. Tanti si chiedono che senso abbia questa pletora di registrazioni. Andrebbe fatta un’approfondita riflessione su quella che sembra una moda, un fenomeno che spesso serve solo ad appuntare la stelletta rossa delle Dop o quella blu delle Igp su prodotti che non hanno alcuna valenza economica e che rischiano, addirittura, di essere frenati, anziché spinti, dalla regolamentazione Ue. Scorrendo i nomi e guardando ai numeri ufficiali si scopre che il 10% dei prodotti registrati (gruppo che comprende i formaggi e i salumi
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IGIENE & SICUREZZA
LA FRANCIA VIETA L'UTILIZZO DEL BIOSSIDO DI TITANIO. PERPLESSITÀ NELL’UE DECISIONE UNILATERALE CHE VA CONTRO LE REGOLE DEL MERCATO UNICO E IL PARERE DELL'EFSA di Ettore Soria
I
l 26 aprile scorso la Francia ha notificato alla Commissione europea e agli Stati membri la sua intenzione di adottare un divieto nazionale circa l'immissione sul mercato di tutti i prodotti alimentari contenenti il colorante biossido di titanio (E 171) a partire dall'1 gennaio 2020, per la durata di un anno. Le autorità francesi hanno preso questa decisione sulla base di un parere emanato dalla loro agenzia Anses, che ha esaminato le conclusioni di una serie di studi pubblicati dal 2017 sulla sicurezza delle sostanze negli alimenti. Una decisione che sembra ignorare il parere scientifico dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sulla sicurezza del biossido di titanio negli alimenti, ai sensi dell'ultima rivalutazione del 2016 in cui l'Efsa aveva concluso che "l'uso del biossido di titanio come additivo alimentare non ha sollevato preoccupazioni genotossiche". L'Efsa ha anche valutato lo studio iniziale (2017), su cui si basa la misura precauzionale adottata dall'amministrazione
francese, insieme ad altri tre studi pubblicati dopo la rivalutazione del 2016 da parte dell'Efsa, concludendo che "l'esito dei quattro studi non meritava l'apertura del parere esistente dell'Efsa relativo alla sicurezza del TiO2 (E 171) come additivo alimentare" (4 luglio 2018). Poiché l'utilizzo di additivi nei prodotti alimentari è soggetto a una legislazione europea armonizzata, qualsiasi modifica potenziale dell'autorizzazione all'uso del biossido di titanio negli alimenti dovrebbe essere basata sulle conclusioni tratte dall'analisi dei suddetti dati. E qualsiasi misura di gestione del rischio dovrebbe derivare dai risultati della valutazione del rischio da parte dell’Efsa. Di conseguenza, a nostro avviso, la Francia non ha alcuna base giuridica per sospendere unilateralmente l'uso di questo additivo. Farlo costituirebbe un precedente importante che comprometterebbe i fondamenti della legislazione armonizzata dell'Ue e del mercato interno.
IMMISSIONE SUL MERCATO Secondo le autorità francesi, gli Osa, anche quelli operanti nell’Ue, devono assicurarsi che gli alimenti non contengano l’E 171 a decorrere dall’1 gennaio 2020. CAMPO D’APPLICAZIONE Il divieto di utilizzo riguarda i prodotti alimentari. Il decreto non stabilisce alcun obbligo di ritiro o richiamo dei prodotti presenti sul mercato francese prima dell'1 gennaio 2020, che, perciò, potranno rimanere in commercio fino al termine della loro shelf life. VALIDITÀ DEL DECRETO Il decreto sospende la commercializzazione di alimenti contenenti l’additivo per la durata di un anno, che potrà essere rinnovata per i periodi supplementari, sempre per un massimo di 12 mesi alla volta. Siamo, di nuovo, di fronte a misure strettamente nazionali, ma che hanno un impatto a livello comunitario. Si è in attesa delle decisioni che l’Ue assumerà.
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE PRODUCIAMO UN’UNITÀ DI VENDITA CHE CONTIENE QUATTRO DIVERSI FORMAGGI DOP PRECONFEZIONATI SINGOLARMENTE. L’ELENCO DEGLI INGREDIENTI E L’EVIDENZIAZIONE DEGLI ALLERGENI VANNO RIPORTATI ANCHE SULL’ESTERNO DELL’UNITÀ DI VENDITA O È SUFFICIENTE CHE COMPAIANO SUI SINGOLI FORMAGGI ALL'INTERNO? È CORRETTO RIPORTARE SULL’ESTERNO DELL’UNITÀ DI VENDITA L’INDICAZIONE “DOPO L’APERTURA DI OGNI FORMAGGIO RISPETTARE LE MODALITÀ DI CONSERVAZIONE INDICATE SU CIASCUNO DI ESSI”?
Rammentiamo che per i formaggi non è richiesto l’elenco degli ingredienti, purché non siano stati aggiunti ingredienti diversi dai prodotti derivati dal latte, gli enzimi alimentari e le colture di microrganismi necessari alla fabbricazione o dal sale, nel caso di formaggi diversi da quelli freschi o fusi. L’indicazione “Dopo l’apertura di ogni formaggio rispettare le modalità di conservazione indicate su ciascuno di essi” ricade nelle disposizioni dell’articolo 25 del Reg. Ue n.1169/2011. Tale articolo impone all’operatore alimentare, se necessario, di indicare le condizioni particolari di conservazione e/o periodo di consumo specifici dopo l’apertura della confezione. Evidenziamo che le disposizioni dell’articolo 25 fanno parte della sezione 2 del Regolamento in questione, recante disposizioni particolareggiate sulle indicazioni obbligatorie. Se ritenuta necessaria e riportata, l’informazione in questione ricade dunque anch’essa tra le informazioni obbligatorie e, in quanto tale, va apposta con le medesime modalità previste per le indicazioni obbligatorie richieste dall’articolo 9 dello stesso Reg. Ue n.1169/2011. Se non visibili dall’esterno, anche le indicazioni sulle condizioni di conservazione e/o periodo di consumo dopo l’apertura della confezione vanno riportate sull’esterno dell’unità di vendita.
?
Come richiamato dalla nota Mise 5.12.2016 in merito alla regalistica stagionale, il Regolamento Ue n.1169/2011 non prevede deroghe relative alla possibile omissione delle informazioni obbligatorie da riportare sulla confezione-unità di vendita nella quale sono contenuti i prodotti preimballati. La Commissione europea ha però chiarito che se l’imballaggio esterno è trasparente e le informazioni obbligatorie sugli alimenti confezionati contenuti al suo interno sono visibili dall’esterno, le disposizioni sugli obblighi informativi previste dal Regolamento sono considerate assolte. Tale approccio vale, dunque, anche per l’indicazione degli ingredienti e degli allergeni, laddove sia necessario indicarli.
LE DICITURE "NATURALMENTE SENZA LATTOSIO" E "NATURALMENTE PRIVO DI LATTOSIO" POSSONO ESSERE CONSIDERATE EQUIVALENTI? È POSSIBILE ELIMINARE L’AVVERBIO “NATURALMENTE” E USARE SEMPLICEMENTE LA DICITURA "SENZA LATTOSIO"?
Fino a prova contraria, ci sembra che le indicazioni “Naturalmente privo di lattosio” e “Naturalmente senza lattosio” debbano considerarsi equivalenti. Sconsigliamo invece l’eliminazione dell’avverbio
“naturalmente” in quanto nel disciplinare la materia il Ministero della Salute ha previsto tale specifica per differenziare i prodotti delattosati da quelli in cui l’assenza di lattosio è una caratteristica propria del prodotto, cioè senza che sia stato necessario intervenire sulla materia prima o sul processo di produzione per ottenere tale caratteristica. A ulteriore supporto di tale orientamento c'è la richiesta del Ministero di riportare un’indicazione che chiarisca il fatto che l’assenza di lattosio è conseguenza “naturale” del tipico processo di fabbricazione con il quale si ottiene il prodotto in questione.
fornite su base volontaria debbono soddisfare i seguenti requisiti: non indurre in errore il consumatore, come descritto all’articolo 7, non essere ambigue né confuse per il consumatore. L’aggettivo “locale” individua la relazione con un territorio limitato e circoscritto. Se tale territorio non è individuato e indicato, il significato dell’aggettivo potrebbe apparire vago. Il Reg. Ue n. 1169/2011 stabilisce, come prevede il suo art. In tal modo il significato dipenderà dalla diversa percezione 1.1, le basi che garantiscono un elevato livello di protezione dei del singolo consumatore, che ben potrebbe riferirlo ad consumatori in materia di informazioni sugli alimenti, tenendo ambiti geografici più o meno ristretti, potendo risultare conto delle differenze di percezione dei consumatori. potenzialmente fuorviante per alcuni. Inoltre, l’art. 7.1 statuisce che le informazioni sugli alimenti non Anche l’affermazione sulla provenienza del latte solo da devono indurre in errore, in particolare per quanto riguarda il allevamenti di fiducia, potendo essere percepita come paese d’origine o il luogo di provenienza. l’offerta di una “qualità garantita”, potrebbe essere vista L’art. 7.2 impone altresì che le informazioni sugli alimenti siano come vaga, generica e indeterminata, laddove non venissero precise, chiare e facilmente comprensibili per il consumatore. precisati anche i parametri, i contenuti e le modalità sui Infine, l’art. 36.2 dispone che le informazioni sugli alimenti quali tale fiducia si fonda e sulle qualità che ne conseguono. LA NOSTRA AZIENDA HA SEDE IN UNA PROVINCIA LOMBARDA E RACCOGLIE LATTE DA ALLEVAMENTI ANCHE DI ALTRE PROVINCE DELLA LOMBARDIA E DI UNA REGIONE CONFINANTE. SAREBBE LECITO RIPORTARE SUI NOSTRI PRODOTTI L’INDICAZIONE “SOLO LATTE LOCALE DA ALLEVAMENTI DI FIDUCIA”?
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L AT T E AGOSTO
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LXXIII -
LATTE NEL MONDO MENSILE
POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
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IL
LA SCIENZA CONTRO LE BUGIE SUL LATTE L’IMPORTANZA DEL SUD PER L’ALIMENTARE UE-MERCOSUR, L’INTESA DOPO 20 ANNI ORGANO UFFICIALE DI
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