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Disputa sul burro
epetita iuvant. Vogliamo crederci e per questo, pur avendone già parlato in tema di semplificazione, torniamo a farlo, con alcuni esempi che ci sembrano emblematici. Spendiamoli bene Il primo: un paio d’anni fa il Parlamento aveva abrogato l’obbligo di di Paolo De Castro tenuta del registro di carico e scarico del burro. Passano pochi mesi e il registro torna in auge, peggiorato: le registrazioni riguarderanno ATTUALITÀ presto tutti i prodotti lattiero-caseari in entrata e in uscita dagli Eda: etichette, economia circolare stabilimenti. Quanti ne hai comprati, dove li hai presi, da chi? Quali e altre priorità prodotti hai ottenuto, quanti ne hai venduti, quanti te ne restano in Ue: intervista con Andreas Schwab magazzino? Lo Stato conosce la maggior parte di queste informazioni Fil: fronte pacco sì, ma con giudizio perché già presenti nelle banche dati (Uvac, Pif, dogane, ministeri, News ecc.). La mano destra non sa cosa stia facendo la sinistra. Il secondo: nuove imposte all’orizzonte. Mentre una mano promette PROTAGONISTI una profonda riforma del sistema fiscale e l’abbassamento delle Salvatore Palitta: presidente imposte, l’altra prevede nuove tasse e balzelli sugli imballaggi in del Consorzio del Pecorino Romano plastica (Plastic tax) e sui prodotti zuccherati (Sugar tax). E promette Renato Zaghini: presidente del Consorzio a Bruxelles che, con altre tasse sulla plastica, recupererà ulteriori fondi a garanzia del Recovery fund. tutela Grana Padano Il terzo: l’obbligo di indicare l’origine della Ivano Vacondio: IL MONDO DEL materia prima dei prodotti. Obbligo valido solo presidente Federalimentare per i prodotti fatti e commercializzati in Italia. Venduto come strumento di trasparenza e di N. 9 ECONOMIA tutela del consumatore, nasconde in realtà una L’industria alimentare visione distorta e quasi, osiamo dire, punitiva del si dimostra resiliente ruolo dell’industria nella produzione del made in Italy. Ovviamente, i costi di adeguamento sono MERCATI sempre a carico delle aziende. Export: India L’ultimo, ma solo perché è la norma più antica: da conquistare il divieto di detenzione e uso del latte Il Covid-19 non ferma concentrato o in polvere nelle lavorazioni la produzione di latte casearie. Ingredienti consentiti quasi ovunque Esportazioni italiane nel mondo, largamente impiegati anche in di latte Italia per una miriade di prodotti. Ma non nei Borsa prezzi formaggi, perché stravolgerebbero la tradizione del nostro Paese. Dichiarazioni apodittiche che Dop: ripartenza qualunque tecnologo è in grado di smentire. a singhiozzo Ci fermiamo qui, ma gli esempi potrebbero essere moltissimi, e non solo nel nostro settore. Divieti e imposizioni IGIENE E SICUREZZA che, direttamente o indirettamente, colpiscono tutti i settori Remote auditing: industriali. nuova tecnologia smart per condurre Oneri, limitazioni, fardelli che costringono decine di persone a audit da remoto lavorare per proporre, discutere, rifare e ridiscutere leggi e decreti.
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Le Linee guida Eda sulla protezione dei prodotti lattiero-caseari L’esperto risponde
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
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Costi che gravano sempre sul sistema produttivo, senza che vi siano motivazioni sanitarie o salutistiche o ambientali che ne giustifichino l’esistenza. Una ragnatela di regole. Un labirinto di norme che punisce e mortifica coloro che hanno reso l’alimentare nazionale uno straordinario brand internazionale.
Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm
Il Vostro indirizzo verrà utilizzato anche per l’invio, da parte nostra, di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. In qualsiasi momento potrà modificare ovvero revocare tale autorizzazione inviando una email all’indirizzo privacymondodellatte@assolatte.it ai sensi del Reg. UE 679/16 e del D.Lgs. 196/03
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DISPUTA SUL BURRO SOLO DOPO UNA VICENDA GIUDIZIARIA DEI PRIMI ANNI OTTANTA SI ARRIVÒ A UNA DEFINIZIONE PIÙ CHIARA DEL PRODOTTO
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n seguito a rapporto del Nucleo antisofisticazione e sanità di Udine, nel quale si esponeva che, nel corso di un servizio di controllo in una ispezione era stato accertato che uno stabilimento produceva burro costituito per il 65% di materia grassa derivata dalla panna di latte e per il residuo 35% di materia grassa proveniente dalla scrematura di siero di latte, il legale rappresentante del caseificio, veniva rinviato al giudizio”. Gli si prescriveva il reato di aver “prodotto e posto in commercio come burro naturale centrifugato un prodotto ottenuto dalla miscelazione di burro di centrifuga pastorizzato con sostanza grassa ricavata dalla scrematura del siero del latte” e il “delitto per aver prodotto, confezionato e posto in commercio un prodotto denominato ‘burro’ ma contenente una rilevante percentuale di grassi diversi da quelli che si ottengono dalle creme ricavate unicamente da latte di vacca”. Si tratta dell’incipit della
illustrazione di “Fatto e diritto” in merito alla sentenza emessa dal pretore di San Vito al Tagliamento dell’8 ottobre 1981 a proposito di un burro di siero. La questione nasceva dal presupposto che, secondo l’accusa, il burro in questione “avesse qualità diverse da quelle proprie del burro ottenuto unicamente dalle creme di latte di vacca come prescrive l’art. 1 Legge 23-12-1956 n. 1526, a difesa della genuinità del burro”. Seguirono udienze, perizie, comparazioni tra il burro ottenuto solo da crema di latte e burro ottenuto dalla lavorazione del siero, ammissioni dell’imputato circa la pratica adottata e le sue dichiarazioni sulla “piena legittimità di simile produzione, avvalorata da una consolidata prassi, propria della quasi totalità dei caseifici, e la perfetta bontà del burro così ottenuto”. Tirate le somme, il pretore sostenne “che la definizione legislativa di burro sia tale da poter ben ricomprendere sia il burro ricavato direttamente ed immediatamente dalla
lavorazione della crema di latte, sia quello ottenuto dalla lavorazione di prodotti di risulta della caseificazione, ossia il siero di latte, ove naturalmente il prodotto base sia latte di vacca”. “Non si nasconde, in proposito, – continuava la sentenza – la difficoltà di interpretare disposizioni di legge che, formulate in anni ormai lontani, potrebbero talvolta ignorare le esigenze connesse alle innovazioni tecnologiche che via via siano state adottate dalle aziende del settore caseario”. Pertanto, esso (legislatore) ha riservato la denominazione di ‘burro’ al prodotto ottenuto dalle creme ‘ricavate unicamente dal latte di vacca’, è agevole dedurre che non ha inteso consentire alcuna derivazione di risulta cui affidare la denominazione medesima, tassativamente obbligatoria, non v’ha ragione alcuna per sostenere che l’avverbio ‘unicamente’ debba intendersi quale sinonimo dell’avverbio ‘direttamente’, e quindi per escludere in modo aprioristico che possa considerarsi burro quello derivante pur sempre dal latte di vacca, ma attraverso successive lavorazioni”. Alla fine, il pretore assolse il titolare dell’azienda dai reati, perché il fatto non sussisteva e, se anche fosse sussistito, non avrebbe costituito reato. La sentenza sarà uno dei tasselli utili a spronare il legislatore nello sbrogliare il gomitolo interpretativo sulla denominazione “burro”: due anni dopo si arriverà alla legge n. 202/1983 che chiarirà definitivamente la liceità della pratica, anche in Italia.
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L’OPINIONE
SPENDIAMOLI BENE di Paolo De Castro
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on un risultato impensabile solo poche settimane fa, e un’accelerazione cui credevano in pochi dopo due anni di esitazioni, i leader europei hanno trovato l’accordo sul bilancio pluriennale 2021-27. Un budget da 1.074 miliardi di euro puntellato da 750 miliardi di fondi da dedicare al rilancio dell’economia colpita dalla crisi del Covid-19. L’Europa c’è, e nessuno può negarlo! L’accordo sul bilancio è storico, perché per la prima volta l’Ue decide di indebitarsi, vero tabù per la Germania e i Paesi del Nord Europa fino a pochi mesi fa. La missione vera comincia adesso, soprattutto per Paesi come l’Italia, che devono cogliere l’opportunità e spendere bene la somma che può arrivare dall’Ue si deve cercare di valutare tra sussidi e prestiti. l’accordo anche nelle sue Le condizioni di temporaneità potenziali conseguenze dell’intervento da 750 miliardi, indesiderate. che per l’Italia si tradurrebbe in Come forse è naturale per un oltre 200 miliardi tra prestiti a organismo come il Consiglio tassi vantaggiosi e sovvenzioni, europeo, il pensiero a breve complicheranno le cose per il nostro Paese, uno dei migliori per termine ha avuto la meglio sulla veduta lunga. Frutto capacità di accedere ai fondi Ue, anche di un basso profilo ma tra i peggiori per l’efficacia tenuto dalla Commissione in della spesa. tutto il negoziato. Spendere bene Atteggiamento è un imperativo, mantenuto soprattutto tenuto RECOVERY anche quando, conto che al nuovo FUND, PER nelle giornate di bilancio e Recovery L’ITALIA discussione più fund possono OCCASIONE intensa, è finita aggiungersi 240 DA NON sotto attacco da miliardi di linea di parte di alcuni SPRECARE credito speciale Paesi per la Mes per la sanità, gestione politica, 100 miliardi del più che tecnica, di programma Sure certi dossier su mercato unico per l’occupazione, l’intervento e sulla stabilità dell’Eurozona. straordinario della Bce e 200 La mancanza di reazione da miliardi di linee di credito parte della Commissione Von straordinarie della Banca der Leyen non mi sembra una europea degli investimenti. buona notizia, anzi somiglia Da europeista dico che, seppur a una dichiarazione di resa di per molti versi straordinario,
fronte al potere degli Stati. Il trade-off tutto politico tra i capi di Stato si vede nel capitolo dei rebates. Non ha nessuna logica il mantenimento dei rimborsi sui contributi al bilancio Ue per la Germania e addirittura il loro aumento per Austria, Olanda, Svezia e Danimarca. Il rebate, introdotto su richiesta di un Regno Unito in crisi economica negli anni Ottanta, era già antistorico 20 anni fa, ma diventa illogico con l’uscita del Regno Unito dall’Ue e per Stati che sono i più ricchi dell’Unione. A fronte del mantenimento della dotazione da 750 miliardi, inoltre, i capi di Stato hanno cambiato la natura dello strumento per la ripresa, restringendone la portata prospettica. Immaginato dalla Commissione europea come un modo di agganciare le necessità immediate della ricostruzione dell’economia dopo il Covid-19 allo sviluppo sostenibile a lungo termine, è diventato un massiccio trasferimento finanziario ai Paesi
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a scapito dei programmi che dovrebbero attrezzare l’Europa per il futuro: ricerca, salute e transizione ecologica. Per menzionare un ambito che conosco bene: il fondo per lo sviluppo rurale con cui gli agricoltori europei dovrebbero far fronte ai costi della transizione annunciata con la strategia Farm to Fork e con la strategia per la biodiversità, è stato dimezzato. Eppure, al cosiddetto Recovery fund guardavano con speranza le imprese che volevano impegnarsi nella transizione ecologica. Per esempio, l’industria degli imballaggi, poco tempo fa, aveva chiesto che una parte anche minima fosse dedicata a incentivi per l’adozione di tecnologie per aumentare il riciclo e migliorare la gestione dei rifiuti. I leader europei, invece, hanno previsto una tassa sulla plastica, settore dove ci sono tante cose da migliorare, ma in cui il solo intervento tramite prelievo fiscale può essere un problema soprattutto in settori come
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La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen
quello alimentare, dove questo materiale è quello che oggi dà maggiori garanzie di sicurezza per i consumatori. I leader hanno preferito continuare a tergiversare sulla necessità di dare all’Ue qualche competenza di imposizione fiscale in più per costituire una riserva di risorse proprie che vorrebbe dire anche meno contributi nazionali.
Il Consiglio chiede alla Commissione di fare proposte per una carbon tax alla frontiera e forse una digital tax, ma nessun altro impegno. Non si capisce che in questo modo, senza risorse proprie, tra sette anni, quando l’Ue sarà chiamata a ripianare il debito fatto con il Recovery fund, gli Stati membri saranno obbligati a versare più contributi.
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ATTUALITÀ_EDA/FIL EDA E FIL/IDF DISCUTONO INSIEME DI ETICHETTATURA NUTRIZIONALE FOP di Katia Bellantone
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a Federazione internazionale del latte ha organizzato un incontro sugli sviluppi europei dell’etichetta nutrizionale Fop. La sessione, moderata da Matt Morrison di Dairy Farmers of Canada, ha visto la partecipazione di alcuni esperti in materia. Melanie Grivier dell’associazione francese Atla ha fornito una panoramica dettagliata del NutriScore e del suo impatto sui prodotti lattiero-caseari. Kinga Adamaszwili, Senior Eda Nutrition, Health & Food Law Officer, ha presentato gli ultimi sviluppi della politica europea in materia, contenuti nella
Farm to Fork e la relazione della Commissione europea, nonché i prossimi passi della Commissione per arrivare a una proposta di regime armonizzato obbligatorio. La data da segnare in agenda
è la fine del 2022. Eda e tutte le organizzazioni nazionali continueranno a fornire il proprio contributo sul ruolo fondamentale del latte e dei latticini nelle diete sane e sostenibili.
LE PRIORITÀ AGRICOLE NEL SEMESTRE TEDESCO
ECONOMIA CIRCOLARE PRONTO IL NUOVO PIANO
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el quadro della relazione sull’iniziativa del Parlamento europeo e della prossima discussione in seno alla commissione Envi, Eda ha pubblicato il suo position paper sul nuovo piano d’azione per l’economia circolare dell’Ue. Eda ha accolto con favore il Piano ed è pronta a contribuire alla costruzione di un’Europa più pulita e competitiva. Da tempo l’industria casearia lavora per un’economia circolare e le aziende sono impegnate sul delicato tema della sostenibilità e dell’efficienza dell’uso delle risorse. Il settore lavora per migliorare le sue prestazioni ambientali e lavora sui capitoli dell’imballaggio e del riciclo, della valorizzazione dei sottoprodotti e del riutilizzo dell’acqua. Un lavoro impegnativo, svolto con lo sguardo sempre rivolto alla produzione di prodotti nutrienti, sicuri e convenienti.
a ministra tedesca dell’Agricoltura Julia Klöckner ha fatto la sua prima apparizione in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo per presentare le priorità del Consiglio Ue che per il prossimo semestre sarà guidato dalla Germania. “Bisogna rafforzare la Pac e lavorare per un approccio più sostenibile e più verde – ha affermato nel suo intervento – e per raggiungere questi obiettivi, la Pac ha bisogno di un bilancio adeguato”. La ministra ha elencato anche altre priorità, inclusa la conclusione del fascicolo sulle regole transitorie della Pac per il 2021-2022, lo sviluppo della Pac post-2020 e l’etichettatura nutrizionale fronte pacco.
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Sostenibilità è la parola chiave ! Rendi il tuo prodotto più «green» con le colture Fresh Q® Chr. Hansen In Italia sprechiamo 2,2 milioni di tonnellate (36kg a persona) di cibo all’anno. Circa il 45% degli sprechi avviene dallo stabilimento di produzione alla tavola. Sostenibilità e impatto che i prodotti di largo consumo possono avere sul pianeta sono temi sempre più «hot» per i consumatori. Nell’ultimo anno, rispetto al 2018 la ricerca di soluzioni più green è significativamente aumentata con un impatto positivo sulle vendite a valore del +3,4% (19vs18).
Per il 46% dei consumatori lo yogurt viene scartato poco prima della scadenza o il giorno stesso della scadenza. Le cause?!
Da un recente studio condotto da Kantar per conto di Chr. Hansen è emerso che l’85% dei fruitori di yogurt credono che sia importante o veramente importante ridurne gli scarti.
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4 volte su 10 la principale ragione per scartare il prodotto prima della data di scadenza è l’alterazione del sapore o la perdita di freschezza durante la shelf-life. Mentre per il 14% degli intervistati lo scarto è dovuto alla presenza di muffe all’interno del prodotto stesso.
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POST BREXIT: ARRIVANO I CONTROLLI ALLE FRONTIERE?
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on i negoziati sulle future relazioni tra Ue e Regno Unito che sembrano sempre più difficili, Eda ha partecipato a una discussione – organizzata da Euraffex – sulle conseguenze di una hard Brexit. La crescente incertezza sulle future relazioni commerciali tra quelli che sono diventati due blocchi, costringe tutti a rivedere le proprie strategie e a prepararsi a uno scenario complicato. L’ex deputato al Parlamento europeo e ceo della Camera di Commercio britannica Daniel Dalton ha parlato di processi e prospettive che definiranno le future relazioni commerciali. La conferenza ha offerto una buona opportunità al settore per sottolineare la specifica situazione delle proprie aziende nel contesto della Brexit, con le catene di approvvigionamento integrate attraverso la Manica e con l’Irlanda.
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FAO FOOD OUTLOOK: I DERIVATI DEL LATTE DIMOSTRANO GRANDE CAPACITÀ DI REAZIONE
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el suo ultimo rapporto sulle prospettive commerciali, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) prevede un calo del 4% del commercio internazionale di prodotti lattiero-caseari, equivalente a 74 milioni di tonnellate di equivalenti latte: la più grande contrazione annuale degli ultimi tre decenni. Questo calo è dovuto principalmente alle minori importazioni da Cina, Algeria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Vietnam e Messico, interruzioni associate alla crisi generata dalla pandemia di Covid-19 e a un generale rallentamento dell’economia. Si prevede che le esportazioni dell’Ue diminuiranno del 7,4%, principalmente a causa della riduzione delle spedizioni verso i Paesi del Medio Oriente, molti dei quali sono stati influenzati dalla caduta dei prezzi del petrolio.
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MERCATO UNICO SEMPRE PIÙ FORTE
di Katia Bellantone
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ndreas Schwab, classe 1973, deputato tedesco al Parlamento europeo della Csu, è coordinatore della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) per il Gruppo del Partito popolare europeo. Strenuo sostenitore del mercato unico, conduce battaglie per difendere la competitività dell’industria. La sua ultima iniziativa è stata dedicata al settore alimentare: un compendio che raggruppa tutte le norme nazionali in contrasto con le regole del mercato interno adottate in emergenza Covid da alcuni Stati membri per favorire le produzioni locali. Quali sono le tre priorità della Commissione per il mercato interno? All’inizio della crisi del Covid-19 abbiamo visto che il mercato unico non sempre funziona come dovrebbe. Una delle nostre priorità nei prossimi quattro anni sarà quindi quella di riportarlo in cima all’agenda politica, concentrandoci sul suo buon funzionamento. Le chiusure delle frontiere, che ostacolano la libera circolazione di beni e servizi, non dovrebbero più aver luogo. Anche le misure agronazionalistiche che alcuni Stati membri hanno adottato prima e durante la pandemia per proteggere il proprio mercato, nel lungo periodo, distruggono il mercato comune. Questo problema deve essere affrontato con misure esecutive più incisive da parte della Commissione europea, misure che la commissione Imco ha chiesto già in passato. Inoltre, l’e-commerce e la sua regolamentazione
saranno una questione importante che la commissione Imco affronterà a breve. Con la Farm to Fork e il Green Deal le istituzioni comunitarie chiedono molto alle aziende alimentari in termini di trasparenza e sostenibilità. Il settore
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CONOSCIAMOLO MEGLIO
ANDREAS SCHWAB Quali sono i suoi hobby? Leggere e fare sport. Un posto in cui vorrebbe tornare? Treviso. Lo sport preferito? La corsa. La squadra del cuore? Il Friburgo. Il cantante preferito? Il tenore Rolando Villazón. Il film che ha apprezzato di più? “Le vite degli altri”. Il libro più bello che ha letto? “Lo spirito delle leggi” di Montesquieu. Cibo tradizionale o innovativo? Preferisco il tradizionale, come un buon piatto di pasta. Mi piacciono molto anche i frutti di mare. Il piatto preferito? Un po’ tutti quelli della cucina Italiana. Formaggio preferito? Parmigiano Reggiano, ma sto diventando un amante del formaggio in generale.
accetta la sfida, ma chiede di proteggere il mercato unico dalla sovrapposizione di una pletora di norme nazionali e comunitarie in materia di etichettatura. Non crede che una politica alimentare comune debba obbligatoriamente prevedere misure di protezione del mercato unico? Un sistema comune di etichettatura dei prodotti alimentari è essenziale. I consumatori in Italia hanno le medesime esigenze di informazione dei consumatori in Germania e in altri Stati membri. Dunque, anche le informazioni messe a loro disposizione devono essere le stesse. A mio parere, non è affatto nell’interesse dei consumatori, né del mercato avere requisiti di etichettatura diversi nei diversi Stati membri e ho chiesto un approccio comune a questo problema. La strategia Farm to Fork, purtroppo, non ha riconosciuto che tra “fattoria” e “forchetta” ci sono diversi passaggi intermedi e che è essenziale lavorare anche a questi
Cosa non manca mai nel suo frigo? Una bottiglia di buon vino bianco e cioccolato svizzero.
passaggi, nell’interesse non solo dei produttori e dei supermercati, ma anche dei consumatori. Parliamo di consumatori e delle loro organizzazioni. Sono diventante numerosissime, tutte vorrebbero essere ascoltate, ma non tutte sono rappresentative e in alcune sembra mancare addirittura quella trasparenza chiesta alle altre associazioni. Cosa ne pensa? Credo che la trasparenza sia importante per qualsiasi organizzazione. Come politico, discuto di tutti i tipi di questione con diverse parti interessate. Spesso i temi che vengono discussi al Parlamento europeo sono così svariati che è davvero utile parlarne con le diverse parti per capire il loro punto di vista. Tutti dovrebbero poter partecipare al processo legislativo europeo e la trasparenza dovrebbe essere rispettata da tutte le organizzazioni attive nella politica europea e nazionale.
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FRONTE PACCO SÌ, MA CON GIUDIZIO di Chiara Fabrizi
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l dibattito sull’incessante aumento dei livelli di sovrappeso e obesità nella popolazione mondiale e su quali possano essere le azioni o gli strumenti migliori per frenare o invertire questo trend è in corso ormai da anni. Ne discutono Organizzazioni internazionali e Autorità nazionali, operatori, associazioni dei consumatori e scienziati. Chiunque a vario titolo possa contribuire (o abbia qualcosa da dire), nel vagliare le diverse soluzioni. L’informazione del consumatore è una di queste. Negli ultimi anni si sono diffusi diversi sistemi di etichettatura nutrizionale volontaria fronte pacco (Fop) il cui obiettivo dichiarato è quello di aiutare il consumatore a compiere scelte alimentari più consapevoli e salutari. Una sorta di bussola nella costruzione di una dieta
varia, sana, equilibrata e (ora) anche sostenibile. L’obiettivo generale dell’etichettatura nutrizionale fronte pacco dovrebbe essere fornire informazioni nutrizionali accurate, scientificamente fondate e trasparenti per consentire ai consumatori di compiere scelte informate, equilibrate e consapevoli, che abbiano ricadute positive sulla loro salute e, a cascata, su quella pubblica. Per questo motivo – sostiene la Fil/Idf – gli obiettivi dell’etichettatura nutrizionale Fop dovrebbero incoraggiare i consumatori ad acquistare e consumare alimenti ricchi di nutrienti anziché cibi ricchi di energia e nutrizionalmente poveri. In quest’ottica, la Federazione ha stilato un elenco di quelle che dovrebbero essere le condizioni sulle
quali sviluppare i sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco, a partire dalla necessità di assicurare l’aderenza alle linee guida dietetiche specifiche per Paese o regione e/o a politiche nutrizionali scientificamente fondate. Le linee guida dietetiche nazionali forniscono consigli e principi specifici e contestualizzati su diete e stili di vita sani, si basano su prove solide e rispondono alle priorità di salute e nutrizione pubblica del Paese cui sono destinate, su modelli di produzione e consumo del cibo, sulle influenze socioculturali, sui dati di composizione e accessibilità del cibo, ecc. Gli orientamenti nutrizionali di alcuni Paesi oggi sono orientati a promuovere modelli nutrizionali sani; in questo contesto non ci sono cibi o nutrienti che possano
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ATTUALITÀ _FIL/IDF determinare se una dieta sia sana o “unhealthy”, ma è il consumo di una combinazione di cibi ad alta densità nutrizionale che viene enfatizzata. Da una revisione del database Fao sulle linee guida nutrizionali esistenti, emerge che oltre 90 Paesi nel mondo, la quasi totalità, suggeriscono il consumo di prodotti lattierocaseari. Testimonianza delle schiaccianti prove scientifiche a favore dei latticini quali componente importante di un modello dietetico sano e associato a risultati positivi sulla salute. Un disallineamento tra le linee guida e i sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco potrebbe essere fonte di potenziali riduzioni nell’acquisto – e dunque nel consumo – di latte, formaggio e yogurt, con inevitabili conseguenze sulle corrette assunzioni nutrizionali. Riconoscere i contributi dietetici degli alimenti ricchi di nutrienti e considerare i benefici per la salute derivanti dal consumo di cibi nella loro integralità (e non solo come di nutrienti isolati) rappresenta un altro punto focale. Gli alimenti sono molto più che una somma di nutrienti. Anche le interazioni tra questi ultimi vanno considerate, non solo la loro presenza o quantità. La focalizzazione su singoli nutrienti, sostengono dalla Fil, può potenzialmente portare alla classificazione degli alimenti in “buoni” e “cattivi”, diversamente dall’approccio adottato nelle linee guida nutrizionali, con conseguente erronea associazione tra alcuni alimenti e gli effetti sulla salute e un’incongruenza con le più ampie strategie nutrizionali volte a una riduzione dei rischi di contrarre malattie croniche derivanti dalla dieta. Inoltre, vari sistemi di etichettatura fronte pacco si concentrano solo su nutrienti critici, mentre dovrebbero considerare anche gli
elementi positivi, soprattutto quando – come il calcio – rappresentano nutrienti le cui assunzioni non raggiungono le raccomandazioni. I sistemi Fop dovrebbero riflettere i benefici per la salute derivanti dal consumo di prodotti lattiero-caseari, in linea con le evidenze scientifiche sugli effetti benefici derivanti dalla loro assunzione con la dieta. Evidenze ampiamente documentate e che testimoniano come il consumo di prodotti lattiero-caseari sia associato a un’ampia varietà di benefici per la salute, oltre a quelli su ossa e denti. La Federazione fa notare che, sebbene alcuni sistemi di etichettatura Fop tentino di considerare gli effetti benefici del consumo di prodotti lattieri, nessuno di quelli oggi in uso rappresenta adeguatamente questa classe di alimenti. A seconda del tipo di schema, potrebbero essere adottate modifiche che valorizzino latte e derivati attraverso – ad esempio – la definizione di un punteggio minimo per questi prodotti; l’adozione di valori soglia nel caso di sistemi interpretativi; l’esclusione dei prodotti lattieri da qualunque richiesta di apposizione di warning come “alto in…” per grassi, acidi grassi saturi, zuccheri o sodio considerati i benefici e l’impatto sulla riduzione delle malattie croniche; l’esclusione dell’indicazione dei Tfa naturalmente presenti per i sistemi che li prevedono; la modifica degli algoritmi per l’attribuzione di un punteggio che rispecchi meglio i reali contenuti nutrizionali dei prodotti, ecc. Inoltre, i sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco dovrebbero permettere confronti significativi all’interno delle categorie alimentari (ad esempio, permettendo il confronto tra due yogurt o due formaggi e non tra prodotti appartenenti a categorie
differenti) e dovrebbero essere supportati da programmi educativi per i consumatori. Consapevolezza e riconoscibilità di un sistema di etichettatura nutrizionale Fop affidabile e credibile sono essenziali per assicurare un utilizzo a lungo termine di questi sistemi e, dunque, effetti sui comportamenti alimentari. Indipendentemente dal tipo di schema o logo, sarà necessaria una solida educazione dei consumatori per garantire che comprendano l’importanza di utilizzare e consultare l’intera etichettatura nutrizionale nel valutare un determinato alimento nel contesto delle loro esigenze, preferenze e/o circostanze specifiche. La Federazione punta, però, anche su comprensibilità e conformità: qualsiasi logo nutrizionale Fop dovrebbe essere semplice da comprendere, conforme alle altre normative di etichettatura specifiche per Paese e collegato alle tabelle nutrizionali. Tutti gli schemi Fop dovrebbero avere alle spalle uno studio obiettivo ed efficace su quale sia l’impatto sulla comprensione e sulla classificazione degli alimenti da parte dei consumatori in una dieta equilibrata. Lo schema dovrebbe riconoscere gli apporti salutistici complessivi di un alimento o bevanda e non discriminarne i singoli nutrienti. I sistemi di informazione nutrizionale fronte pacco devono essere attuati su base volontaria. Lo dice anche il Codex alimentarius nelle linee guida su Nutrition labelling e, guardando più vicino alla nostra specifica realtà, anche l’attuale normativa europea di etichettatura. Infine, ma non ultimo, qualunque sistema di informazione Fop dovrebbe essere periodicamente rivisto e monitorato per garantire che resti aggiornato, rifletta le nuove evidenze scientifiche e sia efficace.
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ATTUALITÀ_NEWS ASIAGO DOP, MADE IN MALGA RINVIATA AL 2021 Made in Malga, l’evento nazionale dedicato ai formaggi e ai prodotti di montagna tradizionalmente in programma nella prima e seconda settimana di settembre ad Asiago e nell’Altopiano dei 7 Comuni, è rinviata al 2021. Una decisione necessaria, sebbene sofferta, che è stata presa d’intesa tra il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, il Comune e la segreteria organizzativa di Guru Comunicazione. “Fino all’ultimo abbiamo creduto di poter realizzare questo appuntamento così amato e atteso – ha detto il presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago Fiorenzo Rigoni – ma il senso di responsabilità che la situazione di pandemia impone verso visitatori ed espositori, ci induce alla
cautela, visto che proprio la produzione di Asiago Dop è un volano capace di richiamare su questo territorio numerosi visitatori. Malghe e caseifici produttori di Asiago Dop Prodotto della Montagna – ha concluso Rigoni – danno appuntamento all’edizione del 2021 che celebrerà la ricchezza della nostra migliore produzione casearia e la lunga tradizione che distingue
il nostro territorio”. “Con senso di responsabilità e adempiendo al protocollo Asiago Sette Comuni destinazione sicura di comune accordo con gli organizzatori abbiamo deciso di mettere al primo posto la tutela della salute di cittadini e ospiti” ha dichiarato l’assessore a Turismo e Agricoltura del Comune di Asiago Nicola Lobbia.
MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP ALLA SFILATA DI DOLCE&GABBANA PER HUMANITAS Il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop ha partecipato al progetto di Dolce&Gabbana per il supporto all’attività di Fondazione Humanitas per la ricerca scientifica. L’evento si è tenuto all’Humanitas University di Milano e rafforza la collaborazione attiva con questa realtà d’eccellenza che Dolce&Gabbana supporta da tempo tramite una serie
di importanti iniziative, dall’erogazione di borse di studio per gli studenti meritevoli del corso MedTec School, al sostegno alla raccolta fondi per la ricerca scientifica. Per l’occasione, i famosi stilisti hanno tenuto all’Humanitas la "Sfilata uomo Primavera-Estate 2021" in un evento charity che ha visto la presenza anche della Mozzarella di
Bufala Campana Dop, scelta come simbolo dell’eccellenza del Made in Italy. È stato lo chef Gennaro Esposito, due stelle Michelin e volto noto della tv, a esaltare la Mozzarella di Bufala Campana Dop nel menu proposto agli ospiti della serata. “Siamo orgogliosi di aver collaborato a un’iniziativa di solidarietà così importante – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo – i medici italiani, specialmente nelle regioni più colpite dall’emergenza coronavirus, sono stati dei veri e propri eroi civili, che ora non vanno dimenticati, ma sostenuti con forza nel loro impegno quotidiano nella ricerca a favore della salute di tutti noi”.
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
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ATTUALITÀ _NEWS CASEIFICIO DEFENDI VINCE IL PRESTIGIOSO PREMIO CULTURA+IMPRESA COME AMBASCIATORE DI DONIZETTI Il Caseificio Defendi di Caravaggio, in quanto promotore del progetto Ambasciatore di Donizetti, nato per sostenere il festival dedicato al compositore bergamasco, si è aggiudicato il prestigioso Premio Cultura+Impresa 2019/2020, il più importante riconoscimento italiano che premia la collaborazione tra “Sistema Cultura” e “Sistema Impresa”. Il progetto è risultato il migliore tra oltre cento candidature provenienti da tutta Italia. Una collaborazione, quella tra la famiglia Defendi e l’omonima fondazione, che dura da oltre quattro anni, e alla quale i titolari del caseificio tengono molto per diffondere la cultura del loro territorio. Un progetto che sta riscuotendo grande successo e che vede l’interesse di un pubblico sempre più internazionale. La passione per la lirica è nel dna dell’azienda, merito del padre della quarta generazione oggi a capo dell’impresa, che ha imposto ai propri quattro figli i nomi dei personaggi delle opere liriche che
tanto amava: Norma, Manrico, Rodolfo, e Iris. “Questo riconoscimento dell’eccellenza dell’impresa nel suo rapporto con la Cultura – hanno detto i quattro fratelli – ci riempie d'orgoglio ed è ancora più significativo pensando ai mesi difficili appena trascorsi dalla nostra città di Bergamo”.
TREVALLI PRESENTA LA LINEA “BONTA’ DEL PARCO” TRE REFERENZE CON LATTE 100% ITALIANO Da oltre 50 anni TreValli Cooperlat è a fianco dei consumatori per offrire prodotti della migliore qualità, nel rispetto delle tradizioni e delle eccellenze del territorio, valorizzando ogni passaggio della filiera del latte. Con questo spirito l’azienda marchigiana ha lanciato “Bontà del Parco”, la nuova linea di prodotti freschi a pasta filata (mozzarella, burrata e stracciatella) realizzata solo con latte italiano presso lo stabilimento di Amandola, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Grazie a importanti investimenti produttivi, in un’area duramente colpita dal sisma del 2016, la cooperativa si è dotata di impianti moderni ed efficienti, che hanno
permesso il raggiungimento dell’obiettivo prefissato: la realizzazione di una linea di prodotti di qualità per il mercato nazionale e internazionale, valorizzando da una parte l’eccellenza del “made in Italy” e mantenendo dall’altra il rispetto della tradizione, attraverso la mozzarella Stg. La linea “Bontà del Parco” si compone di tre referenze: Mozzarella fresca da tavola, classica e Stg, burrata e stracciatella, realizzate con latte italiano della migliore qualità. I canali di riferimento sono sia la Gdo che i piccoli negozi al dettaglio, oltre al canale Horeca. “Con questo progetto – spiega il responsabile marketing di Trevalli Cooperlat Andrea Alfieri – intendiamo senz’altro rafforzare il legame con il
nostro territorio, ma nel contempo approcciare altri mercati, non solo a livello nazionale, ma anche e soprattutto internazionale, per portare oltre i confini l’eccellenza e la tradizione dell’italianità”.
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PROTAGONISTI
«DECIDE IL MERCATO» IN OCCASIONE DEI 40 ANNI DEL CONSORZIO DI TUTELA DEL PECORINO ROMANO IL PRESIDENTE PALITTA INDICA LA STRADA PER USCIRE DALLA CRISI di Paola Parziale
I
l più importante ente di tutela delle Dop ovine europee, l’italianissimo Consorzio del Pecorino Romano, ha raggiunto il traguardo dei 40 anni. Una storia lunga e significativa, festeggiata lo scorso giugno su Zoom e trasmessa in diretta sulla propria pagina Facebook. Una bella festa, fortemente voluta dal suo presidente, Salvatore Palitta, condotta da Tinto di Radio 2 (Decanter) e La7 e partecipata da ospiti istituzionali, imprenditori, esperti, soci fondatori, studenti. La ministra Teresa Bellanova ha ricordato come il Pecorino Romano sia la più antica Indicazione geografica italiana. L’europarlamentare Paolo De Castro ha confermato gli aiuti comunitari a sostegno della liquidità di agricoltori e imprese in crisi a causa del Coronavirus. L’analista economico Christophe Lafougere ha illustrato una panoramica sui mercati e le nuove richieste dei consumatori. Partecipati i saluti dell’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi. Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha inviato un video di congratulazioni. Per chiudere l’evento, un’immancabile pasta cacio e pepe preparata dallo chef Matteo Barbarossa. Il presidente Palitta, alla guida del Consorzio dal 2015, ha chiuso la festa spegnendo le candeline posizionate su una inconfondibile forma cilindrica di Pecorino Romano. Proprio con Palitta abbiamo
parlato di questo prodotto Dop d’eccellenza, un formaggio duro, non solo per le sue caratteristiche di produzione e maturazione, ma anche per la sua indiscussa resilienza. Il Pecorino Romano l’anno scorso è riuscito a superare una grave crisi di mercato, con pesanti ripercussioni sull’intero tessuto sociale e ora sta affrontando, con lo stesso spirito forte, gli effetti della pandemia che ha provocato la chiusura di importanti sbocchi commerciali, come il canale Horeca e i mercati tradizionali. Presidente Palitta, una storia lunga 40 anni, un traguardo
importante e significativo per il prodotto, per il Consorzio, ma anche per le tante persone che hanno contribuito e contribuiscono a questo successo. Questo però è un momento in cui c’è bisogno di un ulteriore straordinario sforzo comune: l’aumento della produzione di Pecorino, stimata in circa il 15%, il rallentamento dell’export, soprattutto statunitense, potrebbero aggravare le condizioni di salute della filiera ovina. Sono confermate queste previsioni? Ci può dare qualche dato riferito alla campagna in corso?
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I produttori di Pecorino Romano si sono fatti carico di un’azione solidale nei confronti di produttori e allevatori che conferivano e trasformavano il latte in tipologie di formaggio a breve e media stagionatura (che sono stati i più colpiti dalle misure di contenimento imposte dall’emergenza sanitaria), ritirando e trasformando il loro latte in Pecorino Romano. Inoltre, gli stessi produttori di Pecorino Romano hanno dovuto riprogrammare le loro produzioni, ma l’incremento atteso è tale da non destare preoccupazione. La speranza è che il picco pandemico si attenui e consenta alle persone di poter uscire in sicurezza e riprendere i costumi sociali interrotti, specie il mangiare fuori casa e specie in nazioni come gli Usa, principale mercato del nostro formaggio. Nella predisposizione del paniere dei prodotti da inserire nel bando indigenti post Covid da 50 milioni di euro, sono stati esclusi il Pecorino Romano e le altre Dop sarde prodotte con il latte di pecora. Siamo ancora in tempo per un intervento riparatore del Governo e della Regione? La scelta ci ha colto di sorpresa, specie l’esclusione delle altre due Dop dell'isola, Pecorino Sardo e Fiore Sardo, che insieme alla nostra rappresentano 12.000 aziende e producono reddito per oltre 30.000 famiglie, una parte rilevante dell’economia sarda. La scelta tecnica di inserire alcune produzioni di nicchia, con alti costi di produzione ma del tutto marginali sul mercato, sono in netta contraddizione con le esigenze di fornire prodotti ad alto valore nutrizionale e a valori che consentano un’ampia disponibilità di prodotto. Non siamo stati ascoltati e possiamo solo fidarci di quanto affermato successivamente dalla ministra che ha assicurato la presenza
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SALVATORE PALITTA La ricetta della felicità? Il piatto tradizionale del mio paese, Pattada “Sas Pellizzas” (vedi la ricetta sotto) al Pecorino Romano di montagna. Tre parole per descrivere il suo carattere. Onestà, generosità e sincerità. Quello che le piace negli altri? L’altruismo. Quello che non tollera? Le falsità. Il personaggio che ammira di più? Enrico Berlinguer. Il libro preferito? “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani. Il film che ha amato di più? "Papillon" con Dustin Hoffman e Steve McQueen. Colazione: dolce tradizionale o salata continentale? Tradizionale. Nel suo frigo non manca mai? Lo yogurt. Il posto in cui vorrebbe tornare? Navigare lungo il Rio delle Amazzoni. Pattada “Sas Pellizzas” Si tratta di un piatto molto semplice e povero, proveniente dalla tradizione agropastorale. Ingredienti per la pasta: farina di semola di grano duro, acqua, sale fino per il condimento: sugo di pomodoro, Pecorino Romano Dop di Montagna. Procedimento Disporre la farina in un largo recipiente, oppure a fontana nella spianatoia. Aggiungere acqua tiepida a piccole dosi, amalgamando la farina fino a farla diventare un composto compatto e non troppo morbido. L'impasto così ottenuto va lavorato con le mani, pigiando e allungando la pasta fino a farla diventare liscia. A lavorazione finita l’impasto viene inumidito per evitare che diventi troppo duro e lasciato riposare per qualche minuto. La pasta viene poi tagliata in cilindri ed è pronta per la cottura. Dopo aver fatto bollire l’acqua salata in una pentola abbastanza larga, inizia la vera e propria creazione delle Pellizze. Dai cilindri di pasta si staccano tanti pezzetti di dimensioni uguali e, con le mani inumidite, si formano dei dischetti un po’ concavi, che poi vengono immersi nell’acqua bollente. Quest’operazione va fatta con una certa velocità. Ma la magia della Sas Pellizzas sta proprio nel fatto che se la pasta è stata lavorata bene, dopo circa 10 minuti di cottura, sia le prime che le ultime Pellizze risultano cotte allo stesso modo. Non rimane che scolare Sas Pellizzas e condirle con sugo di pomodoro e una bella spolverata di Pecorino Romano Dop. Buon appetito!!!
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PROTAGONISTI dei nostri prodotti Dop da latte di pecora nella futura programmazione. Sicuramente questi interventi urgenti potranno tamponare una situazione emergenziale, ma, come si dice da tempo, è necessario un intervento strutturale per mettere in sicurezza la filiera. Quale potrebbe essere la ricetta? Qualunque intervento deve essere condiviso. Penso agli accordi di filiera nelle produzioni agricole soggette a variazioni stagionali non prevedibili, le regole di governo delle produzioni sono fondamentali per il giusto equilibrio tra domanda e offerta. Passiamo ora alle novità di prodotto. Pecorino snack, o più simpaticamente Snackorino, Pecorino Extra o “a basso contenuto di sale”, Pecorino Riserva o a “lunga stagionatura” e Pecorino “di montagna". Innovazioni che, nelle intenzioni di chi le ha fortemente volute, consentiranno a questo prodotto, di gusto tradizionalmente sapido e intenso, di affermarsi su nuovi canali di diffusione grazie al gusto più delicato, dai ristoranti ai servizi catering, per poi posizionarsi in maniera solida nella distribuzione specializzata come i gourmet store. E poi una raffinatezza, il panettone al Pecorino Romano. Presidente, non solo formaggio da grattugiare, quindi? Siamo convinti che innovare e differenziare il prodotto sia ormai indispensabile per stare sui mercati moderni. Tutti gli analisti in questo momento concordano: bisogna andare incontro ai gusti diversi dei consumatori per poter sopravvivere alla crisi post Covid, perché nei mercati sono gli shopper a decidere. Perciò abbiamo lavorato grazie alla grande versatilità della nostra Dop a tre nuove tipologie, cercando
di trovare nella tradizione gli elementi di innovazione: un Pecorino Romano “Extra”, a basso contenuto di sale (non potrà avere più del 3,5% di cloruro di sodio); un altro che avrà l'indicazione tipologica “Riserva” con una stagionatura di almeno 14 mesi (con fasi successive di stagionatura a 18-24-30 mesi) e la tipologia “prodotto di Montagna”, che seguirà il regolamento comunitario con i requisiti restrittivi rispetto allo standard e ai vincoli altimetrici, quali l'allevamento al di sopra dei 600 metri o le trasformazioni in caseifici distanti non oltre 30 km dagli allevamenti. Per poter tutelare e promuovere questi tre nuovi prodotti è stata approvata la modifica del Disciplinare di produzione. L'idea, insomma, è quella di creare un mercato nuovo, parallelo a quello tradizionale, puntando su canali quali hotel, ristoranti, pizzerie, bar e catering, fino ai gourmet store. Per riuscire a conquistarli serviva però un prodotto più delicato ed elegante di quello destinato alla grattugia, un Pecorino Romano da tavola, adatto agli aperitivi, agli antipasti in ristoranti e pizzerie o allo spuntino dei bambini. Un Pecorino Romano “glamour”, poco salato ma molto gustoso, che conservi tutta l’identità e la tradizione affinandosi nel gusto, naturalmente da affiancare al prodotto tradizionale. C’è poi l’ultimo nato della famiglia: lo Snackorino. Porzioni di pecorino romano, da 20 grammi ciascuno, confezionate singolarmente, ideali come spuntino per i ragazzi a scuola e dopo lo sport, o da servire per l’aperitivo. Naturalmente privi di lattosio, sono ispirati all’oncia di Pecorino Romano che veniva distribuita ai legionari romani per ridare loro forza ed energia dopo le battaglie. Anche il panettone salato al Pecorino Romano,
già molto apprezzato dai consumatori, rientra in questo percorso all’insegna dell’innovazione. Se dovesse fare un breve bilancio della sua esperienza da presidente del Consorzio di Tutela della Dop più antica d’Italia, cosa metterebbe ai primi posti? Senz’altro l’aver riportato dentro la struttura consortile le attività istituzionali che prima erano esternalizzate. Questo ha consentito di far apprezzare le capacità tecniche e organizzative e il livello professionale dei nostri dipendenti, riconosciuto all’esterno e motivo d'orgoglio per tutti. Esempi concreti sono, ad esempio, la gestione progettuale, esecutiva e amministrativo-finanziaria di attività promozionali e di tutela, per 9 milioni di euro, anche a favore di altri prodotti Dop e Igp. L’ideazione e la realizzazione del pegno rotativo senza possesso, oggi utilizzato quale modello nel decreto Cura Italia per le altre Dop e Igp. Il miglioramento qualitativo e la naturale conclusione con la modifica del disciplinare di produzione, oggi al vaglio degli organi ministeriali. La costruzione di un modello di elaborazione statistica al servizio di tutti i produttori. La tutela e difesa legale della Ig in tutto il mondo, in particolare la protezione raggiunta negli Usa, che ha scongiurato l’applicazione dei dazi nel 2019. Infine, la rinnovata comunicazione istituzionale, che ha guidato il nostro Consorzio fuori dalle secche mediatiche e che ha supportato il peso della difesa istituzionale dell'ente nei duri confronti dell’ultimo anno. Il Consorzio oggi ha un suo ruolo riconosciuto, ma siamo ai nastri di partenza e il traguardo è uno scenario da costruire nel sodalizio consortile.
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PIÙ VISIBILITÀ AI PRODOTTI DOP RENATO ZAGHINI, NEO PRESIDENTE DEL CONSORZIO TUTELA GRANA PADANO DOP, HA LE IDEE CHIARISSIME SU COME RILANCIARE LA FILIERA di Gianluca Pierangelini
R
enato Zaghini, classe 1956, si è diplomato come perito agrario. Aspirante veterinario, con l’obiettivo di occuparsi di zootecnica da latte, ha dovuto, suo malgrado, abbandonare gli studi per dedicarsi all’azienda di famiglia dopo la scomparsa prematura del padre. Nonostante tutto, ha intrapreso una carriera brillante, che lo ha portato a diventare presidente del Caseificio Europeo nel 1998 e tesoriere del Consorzio Tutela Grana Padano Dop per ben 17 anni. Oggi, di quel Consorzio è diventato presidente, a suggello della competenza e della disponibilità dimostrata. L’impegno e la passione nel suo lavoro sono le caratteristiche più evidenti della vita professionale di Renato Zaghini. Come lui stesso sostiene, di fronte alle difficoltà e alle richieste di impegno che provengono da colleghi e amici non si è mai tirato indietro. L’elezione a presidente del Consorzio Tutela Grana Padano Dop ne è l’ennesima dimostrazione. Arriva in un momento complicato nel quale si è costretti a vivere e lavorare nell’incertezza. L’economia italiana vive uno dei periodi più difficili degli ultimi anni e il settore lattiero-caseario ha bisogno di ritrovare il ritmo preCovid-19. La sua esperienza nel settore e la sua profonda conoscenza del mondo Grana Padano gli
consentiranno di prendere le migliori decisioni per il formaggio più consumato al mondo e per l’intero settore. Nelle sue prime dichiarazioni da presidente ha sostenuto l’intenzione di avviare un percorso collegiale nella gestione del Consorzio, ci
può spiegare meglio questo suo indirizzo? Non credo negli uomini soli al comando: serve qualcuno che decida, ma in modo condiviso. Veniamo da un lungo periodo di presidenza di Cesare Baldrighi, al cui fianco ho lavorato ai vertici del Consorzio
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in qualità di tesoriere. Credo sia opportuno scrivere nuove pagine e perciò ho fermamente voluto un ritorno a una più ampia collegialità, ripristinando nello statuto il Comitato di presidenza, composto dal presidente, dai due vice, dal tesoriere e da un membro aggiunto, il presidente della Soresinese, la realtà produttiva più significativa del Consorzio. In collaborazione con il direttore generale, nel Comitato saranno studiate ed elaborate le varie iniziative, prima di essere sottoposte agli altri organi per l’approvazione e l’esecutività. Questo metodo per me sarà fondamentale. Il mondo dei formaggi Dop è sostanzialmente basato sulle tradizioni, ma è anche un modello economico da sfruttare per far crescere i territori. Crede sia importante un'innovazione del sistema produttivo certificato e quali sono secondo lei i fattori determinanti per far sì che ciò avvenga? Genuinità, ricchezza di proprietà nutritive, bontà. Sono valori che oggi non possono prescindere dalla sostenibilità in ogni fase della produzione. Certificarla, riducendo l’impronta ambientale, è l’obiettivo dello schema “Made Green Italy”, che abbiamo sottoscritto con il ministero dell’Ambiente, e del progetto Life, coordinato dal Politecnico di Milano, per migliorare la sostenibilità dell’intero processo produttivo con la riduzione delle emissioni nell’ambiente. Dopo aver appurato quello che il Consorzio e il settore dovrebbero fare per dare slancio ai formaggi Dop, si sente di dirci cosa crede sia opportuno che venga fatto dalla politica
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RENATO ZAGHINI Quali sono i suoi hobby? Tanta lettura. Cucina tradizionale o innovativa? Tradizionale. Un posto in cui vorrebbe tornare? Stati Uniti. La squadra del cuore? Milan. Cosa troviamo sul suo comodino? Libri. Il suo cantante preferito? Gianni Morandi. Il piatto preferito? Anolini in brodo. Nel suo frigorifero non manca mai...? Ovviamente il Grana Padano e il salame mantovano (di nostra produzione). Il suo motto? Non avere paura di niente, nel rispetto del prossimo. I film che ha amato di più? "Jesus Christ Superstar" e "Don Camillo e l’onorevole Peppone".
e dalle istituzioni per consentire ai cambiamenti di concretizzarsi in un contesto più agile? In Italia ci attendiamo provvedimenti rapidi, a partire dalle iniziative a favore degli indigenti, che andremo ad integrare come approvato nel Piano produttivo post Covid-19. L’interlocutore principale però è l’Europa e cito tre esigenze: revoca delle sanzioni verso la Russia, accordi bilaterali non al ribasso per la tutela delle Dop e la Brexit negoziata con Londra. Sale alla guida del Consorzio in un momento particolarmente difficile per il settore e per l’economia italiana, a seguito dell’emergenza sanitaria. Quali sono gli obiettivi dei suoi primi cento giorni per il rilancio della filiera Grana Padano?
Il primo è non far crescere la produzione, ma ancorarla ai consumi, che hanno visto crescere quelli delle famiglie, ma precipitare le vendite nella ristorazione e più in generale nel food service, che è il canale principale all’estero. In questa prospettiva, dovremo preoccuparci di una tenuta del sistema latte, dove non possiamo permetterci una caduta del prezzo o del mercato. Poi stiamo cambiando la comunicazione in una situazione che ancora non ci vede fuori dalla pandemia, soprattutto all’estero. Sul mercato nazionale non è più rinviabile la differenziazione sullo scaffale dei prodotti Dop da quelli che non lo sono. Per rendere il Grana Padano più facilmente identificabile, sulle confezioni aumenteremo al 30% lo spazio riservato al marchio.
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RIPARTIAMO DALL'EXPORT IL PRESIDENTE DI FEDERALIMENTARE IVANO VACONDIO ANALIZZA LE DIFFICOLTÀ CREATE DALLA PANDEMIA E TRACCIA LA DIREZIONE PER LA RIPRESA DEL SETTORE di Gianluca Pierangelini
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emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19 ha generato uno squilibrio nei consumi alimentari in Italia e nel mondo. Il lockdown ha portato alla chiusura della ristorazione e del canale Horeca, con pesanti ripercussioni sulla produzione nazionale e sull’export. Il settore lattiero-caseario, ad esempio, continua a essere sotto pressione per un eccesso di offerta che deve fare i conti con una domanda che ha subito un rapido cambiamento, modificando esigenze e aspettative sul fronte degli acquisti alimentari. Il problema è comune a tutto il comparto food: chi più, chi meno ha dovuto fare i conti con le difficoltà generate dalla pandemia. Per capire meglio l’impatto che il Covid-19 ha avuto sull’industria alimentare italiana, sia in termini di consumi interni che di export, abbiamo rivolto alcune domande al presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio. Come ha reagito l’industria alimentare all’emergenza sanitaria? L’industria alimentare è stata in prima linea durante tutta l’emergenza Covid-19, garantendo il cibo sulle tavole di tutti i cittadini. Questo, però, non significa che non abbia sofferto. Il 2020 sarà un anno nero anche per l’alimentare italiano: solo a marzo abbiamo registrato un calo della produzione del 6,5% rispetto allo stesso mese del 2019. Un numero che si pone in relazione alla chiusura del canale Horeca: abbiamo risentito fortemente del crollo del turismo, che per noi vale una spesa di più di 30 miliardi di euro, e la chiusura dei ristoranti. Il fuori casa copre un terzo della torta dei consumi alimentari nazionali ed è stato l’unico segmento in crescita nell’ultimo decennio. Con
questi dati è evidente il colpo inferto all’industria alimentare. Da qualche mese l’Italia tenta di ripartire. Le restrizioni sono state allentate e le attività riaperte. Crede che il 2020 possa chiudere con risultati migliori rispetto alle prime stime sul post Covid-19? Per vedere una ripresa dovremo aspettare l’anno prossimo. Il 2020 è destinato a chiudere in negativo, come dimostrano le stime del nostro centro studi sul consuntivo di fine anno: l’export in valore arriverà tra il -13% e il -15%, le vendite interne oscilleranno fra il -12% e il -14%, mentre la produzione perderà in totale 7/8 punti percentuali in quantità. Il secondo semestre andrà meglio del primo. In particolare, ragionando per trimestri, il terzo è quello che andrà decisamente meglio del secondo, mentre il quarto sarà più debole del primo. Nella seconda parte dell’anno ci sarà un recupero, ma si tratta di un recupero lento, su un percorso a "U". Nonostante il calo marcato dell’export da lei previsto nel 2020, crede che le imprese italiane avranno la forza di riprendere quel percorso di crescita sui mercati esteri che durava ormai da un decennio? Sì, sono ottimista. L'epidemia ha coinvolto tutto il mondo, non solo l’Italia. Quelle che invece restano uniche sono le eccellenze del made in Italy. Basti pensare che a marzo 2020, mentre l’export complessivo del Paese faceva registrare una flessione del 13,5%, l’export dell’industria alimentare non ha accusato il colpo conseguente alla chiusura del canale Horeca sui mercati esteri. Nel primo trimestre, l’industria alimentare ha fatto registrare un +12,3% sul fronte export, con sbocchi che hanno
manifestato crescite trimestrali a doppia cifra come Germania (+11,9%), Francia (+12%), Stati Uniti (+12,5%), Russia (+24,6%), Spagna (+17,4%), Polonia (+17,2%), Belgio (+12,3%), Austria (+11,7%), Repubblica Ceca (+15,8%), Turchia (+23,4 per cento). A proposito degli Usa, l’export alimentare ha evidenziato successi importanti proprio nei comparti maggiormente colpiti dalle maggiorazioni daziarie di ottobre. Il lattiero-caseario ha segnato un clamoroso +28,8% nel confronto del primo bimestre 2020 sullo stesso periodo 2019, mentre le acqueviti e i liquori hanno segnato un +18,2 per cento. I dazi non sono riusciti a fermarci, come non è riuscito a farlo sul proprio mercato lo stesso embargo russo, che pesa dal 2014 su comparti importanti come il lattierocaseario, le carni, l’ittico. Questo per dire che l’export è stato messo a dura prova in vari momenti e ha sempre resistito: sono fiducioso che accada anche stavolta. In questo momento così difficile per la nostra economia, cosa si aspetta Federalimentare dal Governo? Ci aspettiamo di essere interpellati sulle questioni che riguardano la nostra industria e ci aspettiamo aiuti per far ripartire le imprese. Il Decreto Rilancio, in questo senso, ci ha già dato una grande mano: la posticipazione di sugar e plastic tax (che vorremmo fossero definitivamente abolite) rappresenta un passo verso di noi che abbiamo molto apprezzato, come pure il taglio dell’Irap. Ora il Governo deve aiutare a riavviare il più possibile il canale Horeca, sempre nel rispetto delle regole anti Covid, che per noi rappresenta il segmento che veicola i prodotti alimentari di altissima qualità.
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ECONOMIA
L’INDUSTRIA ALIMENTARE SI DIMOSTRA RESILIENTE I DATI DEI PRIMI CINQUE MESI DEL 2020 SONO MIGLIORI RISPETTO ALLE PREVISIONI FATTE NEL PIENO DELLA PANDEMIA. TIENE L'EXPORT di Gigi Pelliccia
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ECONOMIA
I
dati congiunturali che si allungano sul tavolo mostrano un’ottima capacità di tenuta dell’industria alimentare. Le scivolate di produzione ed export che emergono in prossimità del giro di boa di metà anno sono marcate, ma la dote rappresentata dai trend di inizio anno, superiore alle aspettative, ha permesso finora, soprattutto sul fronte export, di ammortizzare in parte i contraccolpi. LA PRODUZIONE La produzione di maggio ha evidenziato un tendenziale del -8,4%, ma il confronto sui cinque mesi si è fermato al -3,0%, dopo il -1,5% del quadrimestre. Il dato potrebbe assestarsi perciò, a consuntivo di fine anno, su variazioni nella forchetta fra il -5% e il -7 per cento. Potrebbe chiudere, quindi, meglio delle previsioni di qualche mese fa, che delineavano un possibile calo prossimo a quello del Pil: tra il -10% e il -12 per cento. Se non ci saranno ritorni importanti della pandemia in autunno, la produzione alimentare potrebbe far leva sulle stampelle fornite dalla dote di avvio d’anno (nel 1° bimestre mostrava un progresso tendenziale del +4,9% e “reggeva” ancora in positivo nel trimestre, con il +0,8 per cento). Ben diverso il discorso per la produzione manifatturiera nel suo complesso, in negativo nel bimestre (-1,3%) e scivolata su un pesante calo tendenziale a due cifre nel trimestre (-11,3 per cento). Attualmente la forbice fra i tendenziali sui cinque mesi dell’alimentare (-3,0%) e del totale industria (-19,3%) parla da sola. Nel singolo mese di maggio l’alimentare, assieme al farmaceutico, è stato l’unico comparto a frenare la discesa tendenziale sotto le due cifre. Il fatturato di maggio del
settore, d’altra parte, appare incoraggiante. Mentre la produzione di maggio conferma e consolida il calo di aprile, il fatturato (-5,8%) mostra una risalita dopo il -9,5% di aprile. Il fenomeno si replica anche sul fronte industriale complessivo. Il calo tendenziale del fatturato di maggio dell’aggregato industriale (-25,9%) fa seguito infatti al -46,9% di aprile. L'EXPORT L’export alimentare migliora e rafforza le valutazioni espresse in fatto di produzione. La crescita di inizio anno è stata infatti molto più importante di quella legata alla produzione. Il picco tendenziale dell’export toccato nel trimestre (+9,4%) è stato assai significativo. Poi ha frenato, senza cadute repentine, segnando un +7,2% nel quadrimestre e un +4,3% indicativo sui cinque mesi, secondo le anticipazioni Istat. È probabile quindi che le esportazioni riescano a doppiare il giro di boa di metà anno attorno alla parità, senza scivolare troppo sotto di essa anche nei mesi successivi. Ne esce un miglioramento, anche in questo caso, delle prospettive che erano state delineate nel pieno della pandemia. Alcuni mercati, nel tendenziale dei cinque mesi, mostrano di tenere. Fra questi, secondo le anticipazioni Istat, emerge la Russia, mercato chiuso ad alcuni settori, tra i quali proprio il lattiero-caseario, che conserva un tasso tendenziale a due cifre (+10,4%), dopo il +14,4% del trimestre. Sui cinque mesi, la Cina (+11,5%) e il Regno Unito (+1,5%) fanno addirittura meglio e recuperano rispetto alle flessioni precedenti. Gli Stati Uniti, con un +5,9% sui cinque mesi, dimezzano i tassi a due cifre che mantenevano da molti mesi e con cui avevano chiuso il
2019 (+11,1 per cento). Fra gli sbocchi leader, Germania e Francia riducono in modo più drastico i loro trend, scendendo da tassi espansivi oltre il 12% del trimestre a variazioni sui cinque mesi fra il +4% e il +5 per cento. Infine, nello scacchiere comunitario, Polonia e Spagna riducono i rispettivi, brillanti passi espansivi di avvio d’anno di circa due terzi, scendendo dal +14/15% al +4/5% circa. In ogni caso, i mercati extracomunitari mostrano nei consuntivi di maggio una resistenza maggiore. A livello mondo, il calo dell’export arretra infatti dal +9,4% del trimestre al +4,3% dei cinque mesi, mentre in parallelo l’area Ue scivola pesantemente dal +9,8% del trimestre al +2,8% dei cinque mesi. È chiaro che il vuoto del canale Horeca aggiunge problemi ai mercati, all’interno e all’estero. LE VENDITE Le vendite alimentari al dettaglio di gennaio-maggio hanno registrato variazioni del +4,6% in valore e del +2,9% in volume. I prezzi alimentari al consumo appaiono in rientro, con il +2,3% del tendenziale di giugno, dopo il +2,5% di maggio. Va sottolineato che i prezzi al consumo dell’"alimentare lavorato" mostrano profili assai più contenuti, con il +1,2% di giugno, dopo il +1,7% di maggio. L’effetto scorte è esaurito, mentre il +7,9% tendenziale su gennaio-maggio delle vendite in valore dei discount evidenzia la sofferenza costante dei segmenti a più alto valore aggiunto e a migliore remunerazione per le imprese. Sofferenza esaltata dal freno traumatico del canale Horeca che, com’è noto, veicola al
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ECONOMIA meglio tali segmenti e che appare ancora lontanissimo da un recupero integrale dell'attività. Anche sul fronte delle vendite al dettaglio spicca, comunque, la forbice dell’alimentare rispetto all’universo. Il “totale vendite” evidenzia su gennaio-maggio, arretramenti a due cifre, pari al -10,1% in valore e al -10,7% in quantità. C’è da dire che il 2020 dell’alimentare comincia a profilarsi in modo più nitido. E lo sta facendo delineando (a meno di improvvisi ritorni della pandemia nei prossimi mesi), profili di tenuta meno negativi di quelli temuti. Non dispiace, ovviamente, nell’ottica del “meno peggio” legata a un periodo difficilissimo come quello presente. È meglio essere corretti per eccesso di pessimismo che per facile e superficiale ottimismo.
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LE TENDENZE CONGIUNTURALI MAGGIO 2020
GEN-MAG 2020 PRODUZIONE
INDUSTRIA ALIMENTARE INDUSTRIA
-8,4% -20,3%
-3,0% -19,3% FATTURATO
INDUSTRIA ALIMENTARE INDUSTRIA
-5,8% -25,9% PREZZI ALLA PRODUZIONE
INDUSTRIA ALIMENTARE INDUSTRIA ALIMENTARI AL CONSUMO ALIMENTARI LAVORATI ALIMENTARI NON LAVORATI
+1,0% -7,2% +2,3% +1,2% +4,1% VENDITE
ALIMENTARI IN VOLUME NON ALIMENTARI TOTALI
+0,1% -20,6% -11,9%
+2,9% -20,8% -10,7% EXPORT
INDUSTRIA ALIMENTARE TOTALE
+7,2% -16,0%
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MERCATI
INDIA DA CONQUISTARE NEL SECONDO PAESE PIÙ POPOLOSO DEL MONDO E CON UN REDDITO PRO CAPITE IN GRANDE CRESCITA, IL MADE IN ITALY GODE DI OTTIMA FAMA di Gianluca Pierangelini
N
uovi problemi, vecchie soluzioni: bisogna investire sui mercati esteri. L’impatto della pandemia sull’economia italiana e sulle esportazioni del nostro settore ha rievocato una necessità del tessuto imprenditoriale italiano: investire in internazionalizzazione per crescere e rendersi competitivi su scala mondiale. Il commercio è sempre più interconnesso e conquistarsi uno spazio fuori dai confini nazionali, magari su mercati lontani, è un fattore essenziale per contribuire allo sviluppo della propria azienda. In questo quadro, l’India è uno dei mercati più interessati. È il secondo Paese più popoloso del mondo, settimo per superficie, ed è la più grande democrazia mondiale. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale per il 2020, è anche il Paese
che reagirà meglio dal punto di vista economico, superando la Cina. Non solo, è la terza economia mondiale in termini di potere d’acquisto, con un reddito pro capite medio pari a 2.333 dollari, aumentato di quasi l’8% sul 2019. Un fattore determinante, che rende il Paese dal punto di vista dei consumi più attrattivo e interessato ai prodotti di alta qualità. Con l’emergere di una classe medio-alta e l’aumento dei livelli di reddito, il comportamento dei consumatori negli ultimi anni è cambiato: attualmente, il made in Italy gode di un elevato grado di riconoscibilità sul mercato indiano e i marchi italiani dell’industria alimentare sono considerati prodotti di alta qualità e di lusso. Si sta parlando di una nicchia
di consumatori, soprattutto perché il prezzo finale dei prodotti aumenta ancora di più a causa delle aliquote daziarie applicate alle importazioni, ma è uno spiraglio estremamente interessante per un mercato così attraente. Oggi l’India è la 51esima destinazione delle esportazioni casearie italiane, per un valore che ammonta a quasi 3 milioni di euro. L’export è aumentato del 65% rispetto al 2010, con un tasso di crescita medio annuo del 7 per cento. Negli ultimi dieci anni il fatturato è addirittura raddoppiato. Questo rispecchia l’evoluzione del consumatore indiano, sempre più interessato a prodotti ad alto valore aggiunto. Numeri a parte, l’India è un mercato interessante anche sul fronte degli investimenti e
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MERCATI
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04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069074 -04069079 -04069076 -04069089
908 2.390 69 13 118 699 38 195 7.965 3.351 144 220 39 37 331 190 704 457 265 103 186 32 212 1.532 867 54 21.119
1.138 2.148 364 9 110 239 17 180 8.438 3.036 177 174 6 99 231 210 603 724 142 559 707 247 217 1.283 237 305 21.600
1.086 887 62 34 50 797 27 116 2.786 6.135 613 149 7 9 109 76 1.179 459 140 282 285 87 101 1.416 941 108 17.941
469 899 50 8 63 249 6 86 4.450 5.014 192 79 3 10 38 57 653 193 65 178 216 78 93 889 136 71 14.245
300 257 16 3 18 285 5 8 1.522 2.292 16 8 2 9 14 7 385 266 8 82 134 28 23 429 91 77 6.285
9 11 2 1 2 2 1
62 83 1
41 42 2 2 3 4 2 2 1 10 3 1 6 16 1 1 165
16 22 2 3 395 527 21 29 2 11 19 106 51 15 9 8 34 2 380 78 47 23 1.946
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040630
212 166 37 1 3 36 15 14 1.115 662 10 6 1 5 5 27 186 47 13 6 37 48 25 98 60 5 2.840
25 153 8 3 5 29 5 23 329 550 30 9 1 2 7 9 134 286 9 14 31 7 5 46 49 4 1.773
159 13 17 3 12 34 3 2 272 443 8 11 3
12 87 2 2 4 2
126 164 61 7 14 148 28 28 362 1.236 131 19 6 3 20 132 224 116 12 143 138 39 252 568 45 23 4.045
1 9 23 14 2 14 13 1 18 169 26 8 1.278
PROVOLONE
04069073 04069001
5 95 3 1 5 16 1 130 479 19 4 1 4 4 10 59 36 2 10 5
202 12 2 1 94 8 5 14 14 9 15 50 26 37 598
TOTALI
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
PAESI
AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE
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GRATTUGIATI
0406 1030
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LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 30 aprile 2020)
10 706 6 4 1.615
12
126 1
1 14 4 554 47 759
4.523 7.353 692 85 420 2.684 147 656 28.008 23.779 1.365 710 72 189 782 932 4.225 2.620 686 1.423 2.352 585 1.392 7.303 2.543 683 96.209
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04061030
04061050 04061080
28.175 21.119 4.739 1.877 71 369 44 191 37 154 24
26.138 21.600 2.747 1.551 155 85 80 647 41 606 61 24
24 2.081 1.091 102 31 44 813 146 113 33
37 2.631 904 789 16 51 42 829 225 155 70
30.661 9.542 151.201 46.527
29.782 8.182 117.924 37.819
04069061
040620
04064050
04069063
16.791 14.245 1.528 854 10 154 5 171 50 121 16
7.004 6.285 268 394 41 16 8 114 16 98 12 2
16 534 309 59 8 32 15 111 130 125 5
10 264 180 2 1 1 80 113 112 1
2.159 1.773 297 60 6 23 12 3.677 193 3.484 39 18 12 9 157 97 5 1 2 8 44 78 70 8
31.636 17.647 3.402 13.695 335.421 158.229 145.340 31.140
7.515 1.230 45.271 8.995
6.122 4.349 48.801 34.711
22.697 17.941 2.784 1.607 102 263 149 5.854 1.142 4.712 325 48 134 143 1.886 802 31 4 26 47 976 725 697 28
04069099
04069073
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4.922 4.048 675 74 69 56 134 320 100 220 93 18 10 65 765 175 76 107 28 6 373 141 132 9 1
1.830 1.278 49 203 33 267 13 294 16 278 47 14 1 32 430 234 13
1.785 1.615 109 58 3
672 598 10 31
24 21 138 125 124 1
2 1 46 189 183 6
67 1 882 2 2
6.376 2.328 42.418 13.696
2.739 1.461 16.708 8.997
2.322 707 13.802 4.429
1.992 1.394 8.888 6.725
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
04064010 04064090
33 18 3
7 255 62 193 27 1 26 59 5 5
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
MOZZARELLA
LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 30 aprile 2020)
MERCATI
3 0
1.297 325 22
5.726 1.049
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA
50 IL MONDO DEL LATTE
mercati export SPF.indd 50 50 n 9 settembre 20 interno.indd
27/07/20 08:08 14:21 04/08/20
mercati ex
870 750 96 5 6 13 21 0 0
1.374 1.311 35 20 6 2 11 2 9 0
12 5
28
1
2
6 0
26 1 1
903 153 5.726 1.049
1.414 103 10.426 796
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
454 267 138 46 1 2 4 65 26 39 1
1.381 1.118 22 230 11
1 5
78 5
1 12 1 1
5 322 295 3
5 26 3 2
1
6
10 4 3 1 15
23 0
15 13 4 9
555 288 3.888 2.382
1.741 623 9.675 4.066
32 1
967 776 68 111 11 1
523 439 52 27 2 3
78
93 1 92 1
1.089 313 8.472 2.471
1 10 1
2 7 9 9
313 165 8 137 3 1 147 9 138 13 1 4 8 19 17
203 122 14 42 20 5 1 143 2 141 1 1 9 1 3 1
1
2 29 27 2 1
4 5 3 2
637 198 4.393 1.364
523 358 3.641 2.441
362 240 2.353 1.488
762 759
119.020 96.209
3
1
7.330 547 1.295 507 12.064 1.697 10.367 670 126 161 383 10.562 4.445 1.114 137 275 190 4.401 1.935 1.760 175 19
805 46 1.731 252
144.821 48.612 988.968 354.688
22 0 0
20 1 3 16 0
delle partnership commerciali con le realtà locali. Il settore lattiero-caseario indiano è in espansione dagli anni Settanta, quando il Governo varò un programma per sanare il deficit nella disponibilità di latte. Oggi l’India è uno dei principali produttori lattieri al mondo, con il più vasto patrimonio zootecnico. A sostenere il boom è stato anche il modello produttivo, strutturato prevalentemente in cooperative. Tuttavia, permangono difficoltà legate alla carenza di tecnologie e modelli economici all’avanguardia. Ecco allora che i grandi gruppi del settore si fanno avanti. Quelli statunitensi sono i più interessati, ma le opportunità fanno gola a molti. La politica fiscale del Governo indiano ha reso il Paese uno dei mercati più competitivi per investimenti nella regione dell’Asia meridionale. Sono molti, poi, gli operatori del comparto che cercano partnership internazionali per ampliare le loro realtà produttive e conquistare quote di mercato in un terreno oggettivamente fertile per le ambizioni imprenditoriali di chi opera nel settore lattierocaseario.
O
7/20 14:21
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Via Genova, 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
ZANETTI
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
IL MONDO DEL LATTE 51
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MERCATI
IL COVID-19 NON FERMA LA PRODUZIONE DI LATTE
I
l primo quadrimestre dell’anno ha mostrato una crescita abbastanza generalizzata delle produzioni lattiere. La buona disponibilità di latte (+2,4%) si è trasformata in un aumento produttivo in tutti i principali Paesi. Particolarmente elevata la produzione di latte
intero in polvere, che a livello europeo ha messo a segno un +8,3%, con incrementi rilevanti in Francia (+18,3%) e Olanda (+16,4%). Stabile la produzione di burro, che cresce in modo importante in Polonia e Germania: rispettivamente +8,5% e +4,1 per cento.
LE LE PRINCIPALI PRINCIPALI PRODUZIONI PRODUZIONI EUROPEE EUROPEE (1° (1°QUADRIMESTRE QUADRIMESTRE2020 2020VS. VS 2019) 2019)
BURRO SMP WMP FORMAGGI LATTE ALIMENTARE LATTI FERMENTATI
GERMANIA +4,1% +4,1% +0,8% +3,4% +1,8% -1,1%
FRANCIA +1,5% +3,2% +18,3% +0,7% +3,2% +5,8%
POLONIA +8,5% -5,8% +7,8% +4,6% +9,4% +1,7%
OLANDA -4,6% +30,4% +16,4% -5,3%
ITALIA +0,6%
+0,2% -7,0% -8,4%
-0,6%
SPAGNA -4,1% +7,4% +20,0% -7,0% +16,1% -2,9%
DANIMARCA -7,8% -2,9% +4,9% +1,1% -0,1% -0,3%
ALTRI -6,0% -5,9% -3,0% +3,5% +3,7% +1,8%
TOTALE +0,7% +1,5% +8,3% +1,4% +4,0% +1,8%
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI
LATTE SCREMATO IN POLVERE 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
100 90 80 70 60 50 40
BURRO
SIERO IN POLVERE
Fonte: Mmo – Regolamento Ue n. 2017/1185
Con la sola eccezione del latte scremato in polvere, si continua a navigare su livelli di prezzi all’ingrosso lontani da quelli dello scorso anno.
650 600 550 500 450 400 350 300 250 200
52 IL MONDO DEL LATTE
24-7 merc produzione sett MSPF.indd 52 n 9 settembre 20 interno.indd 52
08:06 04/08/20 08:08
24-7 merc
8/20 08:06
Sul fronte dei prodotti di largo consumo, si osserva un’interessante crescita nella produzione di latte alimentare, che colpisce perché riguarda un prodotto costretto a registrare da tempo molti segni meno. Nel primo quadrimestre dell’anno, il bianco alimento ha messo a segno un +4%, con aumenti più significativi in alcuni Paesi, primo tra tutti la Spagna. Guardando ai risultati mensili, inoltre, si possono notare gli effetti Covid19: nei due mesi più pesanti dell’epidemia e della “reclusione casalinga”, negli Stati più falcidiati dal virus la domanda di latte è cresciuta (oltre che nutrizionali, il latte ha note virtù consolatorie), che a livello europeo si è tradotta in un aumento produttivo del 7 per cento. Andamento simile è stato registrato nel segmento dei latti fermentati. Infine, i primi quattro mesi dell’anno hanno sostanzialmente confermato i livelli produttivi dei formaggi (+1,4%), e non deve ingannare l’aumento riportato dalle statistiche, perché apparente, che va corretto con il giorno in più di febbraio che incide per circa un punto percentuale. È interessante, però, notare che al di à delle rilevazioni più recenti, è evidente che alcuni Paesi stiano investendo in questo segmento; del resto, i formaggi suscitano crescente interesse a livello globale e la domanda internazionale è sempre più attenta. Così, i dati degli ultimi cinque anni dimostrano che, a fronte di una crescita media europea dell’1% circa all’anno, alcuni hanno avuto tassi
di sviluppo enormemente superiori, che vanno dal +18% negli ultimi cinque anni, portato a casa da Spagna, Ungheria e Danimarca, al +20% della Romania o addirittura al +32% della Lettonia. Tassi di crescita di questa portata sono il segno anche di una forte domanda interna. Si stanno aprendo nuovi spazi per i formaggi italiani?
LA PRODUZIONE DI FORMAGGI IN EUROPA (1° QUADRIMESTRE 2020 VS 2019) BULGARIA REP. CECA UNGHERIA LITUANIA BELGIO LETTONIA POLONIA GERMANIA SLOVENIA UNIONE EUROPEA DANIMARCA REP. SLOVACCA ROMANIA FRANCIA FINLANDIA GRECIA SVEZIA ITALIA ESTONIA AUSTRIA CROAZIA OLANDA PORTOGALLO SPAGNA
+15,9% +10,1% +9,3% +6,4% +5,9% +5,0% +4,6% +3,4% +3,1% +1,4% +1,1% +0,9% +0,7% +0,7% +0,6% +0,4% +0,2% +0,2% +0,0% -0,2% -4,6% -5,3% -7,0% -7,0%
IL MONDO DEL LATTE 53
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MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
IL MONDO
DEL
L AT T E N. 9
SETTEMBRE
2020 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXIV -
MENSILE
PAESI AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP.CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE TOTALE PAESI TERZI di cui: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI
14 1 3
737
–
ICIALE ORGANO UFF
DI
ASSOLATTE
E DEL
F IANO FIL-ID COMITATO ITAL
1 2 8 71 16 294
47 1.364 2
18 1 1.403 16
29 13
5 1
184 63 4 4 2.144
1 224 3 15 2 656 3.058
9.927
1.041
1.851 5.339 1.004 50 353
16 2 468
12.071 8.115
ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL
L AT T E
Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Il costo dell’abbonamento per l’anno 2020 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
155
TOTALE GENERALE TONNELLATE MIGLIAIA DI EURO
ROMA
0401 1090 2019 2099
70%
0401 1010 2011 2091
NTO POSTALE
LATTE SFUSO IN CISTERNA
NAME E IN ABBO
LATTE IN CONFEZIONI
IZION NE SPA SPED POSTE ITALIA
TARIFFA DOGANALE
/c/RM AUT MP-AT
1 GENNAIO - 30 APRILE 2020 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
4.099 2.692
“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
54 IL MONDO DEL LATTE
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SETTEMBRE 2020
MERCATI
BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
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VAR.
2020 LUGLIO MEDIA
2019 LUGLIO MEDIA
VAR.
2,01 3,61 3,86 1,81 8,63 7,98 6,61 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03
-28,36% -15,79% -17,36% -31,49% -6,37% -22,93% -22,39% -28,76% -29,64% -32,15% 1,77% 1,50% 0,00% 2,15% 1,82% 1,75% 1,49%
1,57 3,18 3,33 1,38 8,08 6,15 5,13 9,50 8,70 7,43 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
1,85 3,45 3,70 1,65 8,65 8,00 6,62 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03
-15,14% -7,83% -10,00% -16,36% -6,59% -23,13% -22,51% -28,84% -29,73% -32,15% 1,77% 1,50% 0,00% 2,15% 1,82% 1,75% 1,49%
351,50
418,00
-15,91%
354,17
456,00
-22,33%
11,200 10,200 9,300 NQ
14,250 13,300 12,500 NQ
-21,40% -23,31% -25,60% ---
11,200 10,200 9,300 NQ
14,250 13,275 12,500 NQ
-21,40% -23,16% -25,60% ---
2020 GIUGNO MEDIA
2019 GIUGNO MEDIA
1,44 3,04 3,19 1,24 8,08 6,15 5,13 9,51 8,71 7,43 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12
27/07/20 08:08 14:17 04/08/20
DA SEMPR E SOLO 100% LATTE DEL
PIEM ONT E
MERCATI
DOP, RIPARTENZA A SINGHIOZZO A
d alcuni mesi dal lockdown, sperando che l’autunno in arrivo non sia foriero di cattive notizie, diamo uno sguardo alle produzioni Dop dei primi sei mesi del 2020, analizzando i bimestri e le variazioni complessive. Al primo colpo d’occhio emerge chiaramente che nei mesi più difficili – marzo e aprile – alcune produzioni hanno sofferto, con cali produttivi che vanno dal -8,9% del Provolone Valpadana al -9,3% del Gorgonzola, fino al -12,5% della Mozzarella di Bufala Campana e al -13% registrato dal Taleggio. Guardando il segmento dei formaggi duri sembra di entrare in un mondo diverso: nessuna flessione rispetto alle tendenze consolidate, con Grana Padano e Parmigiano Reggiano che si sono mantenuti su livelli produttivi in crescita, anche se su tassi leggermente inferiori a quelli dei primi due mesi.
Colpisce l’andamento registrato dall’Asiago, che tra marzo e aprile ha mostrato tassi di crescita addirittura superiori a quelli dei mesi precedenti e successivi. Probabilmente, come peraltro hanno fatto gli altri duri, anche il formaggio del famoso altopiano ha assorbito eccedenze di latte, che in quei concitati momenti venivano collocate con difficoltà. Notevole la crescita del Pecorino Romano che però ha rallentato in modo importante la propria corsa, dopo un’ubriacatura produttiva che dovrebbe far pensare. Anomalo anche quanto accaduto nel mondo Quartirolo: a differenza del cugino più prossimo, il Taleggio, il formaggio lombardo ha infatti messo a segno un +2%, che gli operatori collegano a un aumento della domanda dovuto al suo largo impiego nelle cucine domestiche. Dopo un inizio di crescita e la
frenata registrata nei mesi di marzo e aprile, il terzo bimestre sembra quello della ripresa. Tutti hanno cercato di uscire dal tunnel di una crisi imprevedibile, e alcuni hanno messo a segno performance di tutto rispetto. Tra i migliori, va di nuovo segnalato il Quartirolo Lombardo che tra maggio e giugno ha realizzato un notevole +18,4%, risultato secondo solo al Provolone Valpadana. La decisa ripartenza non ha riguardato il Taleggio, che anche in primavera ha mostrato segni meno. Complessivamente, comunque, anche dove la produzione è ripartita, lo stop and go non ha permesso di recuperare i volumi perduti nella parte centrale del semestre. Anche i dati sull’export fanno comprendere la velocità e la durezza del colpo subito dal sistema: i volumi di vendita
L’ANDAMENTO PRODUTTIVO DELLE PRINCIPALI DOP (IN %) 39,1
29,1
19,3
18,4
16,3
10,0
12,2 7,4
9,0
2,6
6,0
3,5
3,8
2,8
4,1
6,7
6,5 1,6
-1,2
3,9 4,9
5,0
4,8
7,5 2,0
2,3
2,0
2,0
-1,8
-4,2 -8,9
-9,3 -12,5 ASIAGO
1° BIM
GORGONZOLA
2° BIM
3° BIM
GRANA PADANO MOZZARELLA DI PARMIGIANO BUFALA CAMPANA REGGIANO
-3,0 -6,7
-13,0 PECORINO ROMANO
PROVOLONE VALPADANA
QUARTIROLO
TALEGGIO
1° SEMESTRE
58 IL MONDO DEL LATTE
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24-7 merc
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dello scorso anno o di gennaio sono un lontano ricordo, anche se tutti sperano che la domanda internazionale possa riprendersi. La flessione di marzo e aprile è stata importante e ha più che annullato gli aumenti registrati nei primi due mesi. Del resto – purtroppo – i Paesi che sono i principali estimatori e consumatori dei nostri formaggi Dop sono proprio quelli dove la pandemia ha colpito con più violenza. Dove si è corsi ai ripari – talvolta in ritardo – con decisioni drastiche: restrizioni e lockdown. E quando e dove queste decisioni non sono state prese, la situazione sanitaria e sociale non è certo favorevole. Difficile pensare che la gente abbia voglia di andare al ristorante o di acquistare le prelibatezze made in Italy.
L’ANDAMENTO DELLE ESPORTAZIONI DELLE PRINCIPALI DOP (IN %)
GORGONZOLA
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
PECORINO ROMANO
PROVOLONE VALPADANA
ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO
GENNAIO
9,4%
28,2%
54,5%
22,0%
9,4%
FEBBRAIO
13,5%
-6,7%
-14,1%
-37,7%
5,0%
MARZO
-0,7%
3,0%
-28,5%
27,3%
-5.1%
APRILE
-21,7%
-10,8%
-45,8%
-11,9%
-16,0%
1°QUADR.
-0,1%
3,0%
-9,2%
-6,1%
-2,2%
IL MONDO DEL LATTE 59
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REMOTE AUDITING: NUOVA TECNOLOGIA SMART PER CONDURRE AUDIT DA REMOTO ASSOLATTE HA PARTECIPATO AL PRIMO ESPERIMENTO PILOTA PER TESTARE IL FUNZIONAMENTO DI QUESTO SISTEMA di Ettore Soria
A
ssolatte ha partecipato a un'iniziativa pilota unica al mondo nella conduzione di un audit di sicurezza alimentare, guidati a distanza, mediante l’utilizzo di smart glass. L'esperimento nasce come idea nel 2018 a Chicago all’interno dell’Ift-Next conference 2018, inizia formalmente in Italia nel novembre 2019 con il coinvolgimento di Google e un gruppo di consulenza nordamericano, per poi rallentare a febbraio 2020, a causa del Covid-19. La fase uno dell'esperimento, che ha visto l’utilizzo di smart glass Google, si è focalizzata sulle criticità di utilizzo da parte del pilota e dell’auditor della realtà aumentata e
delle necessità di formazione necessarie per sfruttare appieno le nuove tecnologie a disposizione. La fase 2 appena iniziata con un nuovo partner, Microsoft Hololens, si è invece focalizzata sulle criticità di utilizzo in campo dell’hardware (connettività, sviluppo nuovi supporti, utilizzabilità). A marzo 2020 l’Unione europea ha emanato il Reg. Ue n. 2020/466 “relativo a misure temporanee volte a contenere rischi sanitari diffusi per l’uomo, per gli animali e per le piante e per il benessere degli animali in occasione di determinate gravi disfunzioni dei sistemi di controllo degli Stati membri dovute alla malattia da Coronavirus
(Covid-19); all’art. 5 (b) è stato consigliato l’utilizzo di nuove tecnologie per lo svolgimento dei controlli ufficiali negli Stati membri. Nel mondo degli standard volontari, nei primi mesi del lockdown, il Gfsi (Global Food Safety Initiative), organo di governo internazionale delle certificazioni volontarie riconosciute dal mondo nordamericano, si era opposto all’utilizzo dell’audit da remoto per gli “Onsite-audit” (parte di audit in campo), ma a giugno 2020 la nuova policy pubblicata sul sito ufficiale ne ha promosso l'impiego. Importanti agenzie di sicurezza alimentare internazionali come la statunitense Food and Drug Administration (Fda)
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IGIENE & SICUREZZA sono in prima linea nella promozione degli “Smart tools” nell’industria alimentare. La Fda recentemente ha lanciato l’iniziativa “New era for smarter food safety” promuovendo strumenti quali blockchain per la rintracciabilità, big-data per l’analisi dei pericoli e smart glass per gli audit da remoto, riconoscendo gli utilizzatori di tali tecnologie in modo premiante a basso rischio e agevolandone i controlli doganali in ingresso negli Usa. Il nuovo sistema consentirà di raggiungere gli obiettivi di un sistema integrato per migliorare la tracciabilità, l'analisi predittiva, rispondere più rapidamente alle epidemie, affrontare nuovi modelli di business, ridurre la contaminazione degli alimenti e favorire lo sviluppo di una cultura della sicurezza alimentare. La nuova era della sicurezza
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alimentare più intelligente rappresenta un nuovo approccio, sfruttando la tecnologia e altri strumenti per creare un sistema alimentare più sicuro, più digitale e tracciabile. La sicurezza alimentare più intelligente riguarda non solo aspetti tecnologici, ma anche approcci e processi più
semplici, più efficaci e moderni. Assolatte, sempre a supporto dei propri affiliati, è stata da subito partner di questa iniziativa svolta in Italia ed è in continuo contatto con gli ideatori e gli sviluppatori della nuova tecnologia per seguire da vicino tutti gli sviluppi di quella che potrebbe diventare la nuova era della sicurezza alimentare.
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NORMATIVE
LE LINEE GUIDA EDA SULLA PROTEZIONE DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI A cura di Leonardo Graverini
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ontinua a proliferare sul mercato unico europeo la presenza di prodotti che impiegano impropriamente e abusivamente denominazioni, definizioni, designazioni e descrizioni riservate ai prodotti lattiero-caseari. Affinché tale fenomeno possa essere correttamente inquadrato e contrastato, l’Eda (European
Dairy Association) ha predisposto un documento di Linee Guida per facilitare l’applicazione della normativa europea a livello nazionale nei singoli Stati membri. Il documento è sostanzialmente strutturato lungo quattro filoni: - la protezione internazionale dei prodotti lattiero-caseari è stata mutuata nella legislazione
alimentare dell’Ue da oltre 30 anni; - le disposizioni specifiche sulla protezione delle denominazioni lattiero-casearie sono radicate nell’attuale Regolamento Ue sull’Ocm; - la Corte di giustizia europea ha ribadito ripetutamente la coerenza di queste norme specifiche con gli obiettivi perseguiti dalla stessa;
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NORMATIVE - la richiesta di un rigoroso rispetto di tale normativa al fine di garantire in tutta Europa una protezione dei prodotti lattiero-caseari. Il documento evidenzia che l’architettura legislativa e la giurisprudenza della Corte di giustizia europea tracciano un quadro chiaro delle regole e degli obiettivi che costituiscono la base della protezione assicurata ai prodotti lattiero-caseari. Nelle premesse al documento, Eda chiede che le autorità nazionali e la Commissione europea si impegnino a far rispettare rigorosamente le norme sulla protezione dei prodotti lattiero-caseari in coerenza con le sentenze della Corte di giustizia europea. 30 ANNI DI PROTEZIONE DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI CON I REGOLAMENTI OCM Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue) e, in particolare, i suoi articoli 39, 40 e 43, stabiliscono il quadro giuridico sul quale sono state fondate le regole dell’Ocm e, quindi, le norme di commercializzazione. Per 30 anni la specifica legislazione dell’Ue sulla protezione delle denominazioni lattiero-casearie ha garantito ai cittadini europei una chiara conoscenza di ciò che sono esattamente il latte e i prodotti lattiero-caseari, proteggendoli da errori e inganni. In particolare, il Consiglio delle Comunità europee ha adottato il 2 luglio 1987 il Reg. Cee n. 1898/87 sulle denominazioni commerciali proprie di latte e derivati. Il Regolamento ha fissato anzitutto una chiara e precisa definizione europea di “latte e prodotti lattierocaseari”, nonché stabilito le condizioni per una concorrenza leale tra questi e i prodotti concorrenti nel campo della designazione, dell’etichettatura e della pubblicità.
opportuno distinguere tra tutela delle denominazioni lattierocasearie e tutela dei consumatori dall’ingannevolezza (Art. 7 del Reg. Ue n. 1169/2011). La prima, come già evidenziato, si basa sugli articoli 39, 40 e 43 del Tfue, mentre le disposizioni del Reg. Ue n. 1169/2011 si fondano sull’articolo 114 del Tfue. Stanti le loro diverse basi giuridiche, nel Tfue, la lex specialis sulla tutela delle denominazioni lattiero-casearie prevale sul Reg. Ue n. 1169/2011, avendo quest’ultimo natura di carattere generale in tema di informazione ai consumatori sugli alimenti. Attualmente, le norme e relative finalità sulle definizioni e le denominazioni del latte e dei prodotti lattiero-caseari destinati al consumo umano, sono contenuti nei considerando da 64 a 76 nell’articolo 78 e nell’allegato VII, parte III, IV e VII dell’ultimo Regolamento Ocm, vale a dire il Reg. Ue n. 1308/2013. L’allegato VII, parte III del regolamento Ue n. 1308/2013 contiene una serie di disposizioni dettagliate. Norma generale: - secondo il primo comma, punto 5, le denominazioni proprie del latte e dei prodotti lattiero-caseari non possono essere utilizzate per prodotti diversi da quelli individuati dall’allegato VII, parte III del Reg. Ue n. 1308/2013;
ALLEGATO VII, PARTE III, DEL REG. UE N. 1308/2013 LATTE E PRODOTTI LATTIERO-CASEARI Sono riservate unicamente ai prodotti lattiero-caseari: a) le denominazioni seguenti utilizzate in tutte le fasi della commercializzazione: i) siero di latte, ii) crema di latte o panna, iii) burro, iv) latticello, v) butteroil, vi) caseina, vii) grasso del latte anidro (Mgla), viii) formaggio, ix) yogurt, x) kefir, xi) kumiss, xii) viili/fil, xiii) smetana, xiv) fil, xv) rjaženka, xvi) rūgušpiens; b) le denominazioni ai sensi dell’articolo 5 della direttiva Ce n. 2000/13 o dell’articolo 17 del Reg. Ue n. 1169/2011 effettivamente utilizzate per i prodotti lattierocaseari.
LA PROTEZIONE DEI TERMINI LATTIEROCASEARI NELL’AMBITO DELLA LEGISLAZIONE ALIMENTARE UE Per motivi di chiarezza, è
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NORMATIVE - secondo il primo comma, punto 6, per i prodotti diversi dal latte e dai prodotti lattiero-caseari non possono essere utilizzate etichette, documenti commerciali, materiale pubblicitario o altra forma di pubblicità, né alcuna forma di presentazione che indichi, sottintenda o suggerisca che il prodotto in questione è un prodotto lattiero-caseario. Disposizione specifica per prodotti composti: - secondo il punto 3, la denominazione “latte” e le denominazioni utilizzate per designare i prodotti lattiero-caseari possono essere usate anche insieme a uno o più termini per designare prodotti composti in cui nessun elemento sostituisce o intende sostituire un componente qualsiasi del latte e di cui il latte o un prodotto lattiero-caseario costituisce una parte fondamentale per la quantità o per l’effetto che caratterizza il prodotto. LE SENTENZE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA Le sentenze della Corte di giustizia europea hanno ripetutamente confermato la tutela giuridica delle definizioni, delle designazioni e delle descrizioni di latte e prodotti lattiero-caseari. Prima di ricordare tali pronunciamenti, è importante estrapolare e sintetizzare i principi giuridici fondamentali espressi dagli ermellini comunitari. A. Il principio di proporzionalità dell’Ue prevede che le misure adottate dalle istituzioni europee non superino i limiti di ciò che è appropriato e necessario per raggiungere gli obiettivi legittimamente perseguiti dalla legislazione in questione. Nei casi C-101/98 e C-422/16 (che saranno illustrati di seguito), la Corte di giustizia ha sottolineato che la possibilità di utilizzare il termine “latte” e le denominazioni riservate esclusivamente ai prodotti lattiero-caseari è consentita solo per i prodotti che soddisfano i requisiti stabiliti dall’allegato VII, parte III, del Reg. Ue n. 1308/2013. I giudici hanno osservato in che
Inoltre, il confronto tra le norme modo tali requisiti soddisfano gli tecniche adottate al fine di regolare obiettivi perseguiti (ai sensi dei i vari settori del mercato non può considerando da 64 a 76 del Reg. costituire una base valida ai fini Ue n. 1308/2013): della prova della discriminazione tra a) Condizioni di concorrenza non prodotti diversi che sono soggetti distorte per gli Osa; a norme diverse (punto 51, Caso b) Stessi standard di qualità C-422/16). a tutela dei consumatori da qualsiasi confusione riguardo alla 1. Sentenza “Diät-Käse” composizione dei prodotti che (C-101/98) intendono acquistare. Nel caso “Diät-Käse” (“diet-cheese”) La Corte ha aggiunto che, in del 16 dicembre 1999, la questione assenza delle norme sulle che i giudici erano chiamati a denominazioni lattiero-casearie decidere era se un prodotto protette, non sarebbe possibile derivante dal latte, ma il cui grasso identificare con certezza le lattiero naturale era stato sostituito caratteristiche particolari relative per finalità di ordine dietetico con alla composizione naturale dei grasso vegetale, potesse comunque prodotti lattiero-caseari. Ciò essere commercializzato con la sarebbe contrario da un lato denominazione di alla protezione “formaggio”, fornendo dei consumatori a in etichetta ulteriori causa del rischio NON SI PUÒ informazioni sulla di confusione SOSTITUIRE composizione del che si creerebbe, prodotto e sull’uso dall’altro, all’obiettivo IL LATTE specifico. In particolare di migliorare IN UN i quesiti sottoposti alla le condizioni FORMAGGIO Corte erano: economiche per a) Se le norme stabilite la produzione e la dal regolamento Cee commercializzazione n. 1898/87 si applicassero alla e la qualità del latte e dei prodotti lattiero-caseari. legislazione specifica per i prodotti L’Assise comunitaria ha dunque dietetici. Dalla sentenza si ricava concluso che le norme sulla che le denominazioni lattieroprotezione delle denominazioni casearie protette, incluso quindi lattiero-casearie sono appropriate il “formaggio”, possono essere al raggiungimento degli obiettivi utilizzate solo per prodotti derivati perseguiti e che, pertanto, esclusivamente dal latte e purché non violano il principio di nessun componente del latte sia proporzionalità. stato sostituito, anche parzialmente, B. Il principio Ue sulla parità di durante il processo di fabbricazione. trattamento e quello sulla non In questo caso i giudici hanno discriminazione richiedono che considerato la necessità di situazioni comparabili non siano proteggere i consumatori e di evitare trattate in modo diverso e che qualsiasi confusione tra i prodotti situazioni diverse non debbano lattiero-caseari e altri prodotti essere trattate allo stesso modo, a alimentari, compresi quelli costituiti meno che tale trattamento non sia in parte da componenti del latte. obiettivamente giustificato. b) Se è rilevante il fatto che la Leggiamo nella sentenza “Tofu denominazione “Dietary cheese Town” che ogni settore dell’Ocm ha containing vegetable oil for a fatcaratteristiche diverse. Pertanto, i modified diet” sia completata da diversi requisiti per i produttori di informazioni descrittive aggiuntive sostituti vegetariani o vegani per sulla confezione. Nella sentenza, la carne o pesce e per i produttori di Corte di giustizia europea afferma sostituti vegetariani o vegani per che ulteriori spiegazioni in etichetta latte o prodotti lattiero-caseari, non non modificano le condizioni poste sono incompatibili con il principio dal Reg. Cee n. 1898/87, volto della parità di trattamento (punto a proteggere i consumatori in 50, Caso C-422/16). relazione a eventuali cambiamenti
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NORMATIVE nella composizione del prodotto. Nessuna spiegazione aggiuntiva relativa al nome del prodotto può influire sulla portata della protezione contenuta in tale Regolamento. 2. Sentenza “Pomazánkové máslo” (T-51/14) Il 12 maggio 2015 il Tribunale dell’Unione europea si è pronunciato a favore della decisione della Commissione europea (2013/658/Ue) relativa al rigetto della domanda presentata dalla Repubblica Ceca per la registrazione del nome “Pomazánkové máslo” (burro spalmabile) sul registro delle specialità tradizionali garantite (Stg) ai sensi del regolamento n. 1151/2012. “Pomazánkové máslo” è un prodotto simile al burro, che viene usato come crema da spalmare anche in pasticceria, ha un contenuto di grassi minimo del 31% in peso, un contenuto di materia secca minima del 42% e un contenuto di acqua fino al 58 per cento. Nella sentenza, la Corte ha ribadito il ruolo fondamentale della protezione delle denominazioni lattiero-casearie nel garantire una concorrenza leale tra grassi spalmabili del latte e quelli di origine non lattiera a protezione degli operatori e dei consumatori. I giudici hanno fatto specifico riferimento all’appendice dell’allegato XV del regolamento n. 1234/2007 che prevede che la denominazione di vendita “burro” sia riservata al “prodotto con un contenuto di grassi del latte non inferiore all’80% ma inferiore al 90%, a contenuto massimo di acqua del 16% e contenuto massimo di latte in polvere non grasso del 2 per cento. 3. Sentenza “Tofu Town” (C-422/16) Nel procedimento C-422/162, un tribunale tedesco ha chiesto alla Corte di giustizia europea se l’articolo 78, paragrafo 2, e l’allegato VII, parte III, del Reg. Ue n. 1308/2013 debbano essere interpretati nel senso che vietano
l’uso del nome “latte” e delle denominazioni che il Regolamento riserva esclusivamente ai prodotti lattiero-caseari da utilizzare per designare nel marketing o nella pubblicità un prodotto puramente vegetale, anche se tali denominazioni vengono completate da indicazioni che chiariscano o descrivano la natura vegetale del prodotto. La Corte di giustizia ha affermato che: a) ai sensi dell’articolo 78, paragrafo 2, le definizioni, le denominazioni e le descrizioni di cui all’allegato VII possono essere utilizzate nell’Unione europea solo per la commercializzazione di un prodotto conforme ai corrispondenti requisiti stabiliti dal Regolamento; b) secondo il punto 1, parte III, allegato VII, il termine “latte” non può essere legalmente utilizzato per designare un prodotto puramente vegetale, poiché il latte è, ai sensi di tale disposizione, “un prodotto animale”. Pertanto, i giudici del Lussemburgo hanno concluso che i chiarimenti che precisano in etichetta l’origine vegetale del prodotto, come soia o tofu, non rientrano nell’elenco dei termini che possono essere utilizzati con la denominazione “latte”. c) ai sensi dell’allegato VII, parte III, punto 2 e come stabilito
nella sentenza del 16 dicembre 1999 (C 101/98), un “prodotto lattiero-caseario” deriva esclusivamente dal latte e deve contenere i suoi componenti. Pertanto, un prodotto in cui uno o più componenti del latte sono stati sostituiti, anche se solo parzialmente, non può essere designato con una delle denominazioni di cui all’allegato VII, parte III, punto 2, lettera a), del Reg. Ue n. 1308/2013. Di conseguenza, i nomi elencati nell’allegato VII, parte III, punto 2, lettera a), di tale Regolamento - come siero di latte, panna, burro, formaggio e yogurt, non possono essere legittimamente utilizzati per designare un prodotto puramente vegetale. Il 14 giugno 2017 la Corte di giustizia ha dunque stabilito che l’articolo 78, paragrafo 2, e l’allegato VII, parte III, del Reg. Ue n. 1308/2013, devono essere interpretati come un divieto all’utilizzo del termine “latte” e delle denominazioni riservate da tale Regolamento esclusivamente ai prodotti lattiero-caseari, per designare un prodotto a base puramente vegetale nel marketing o nella pubblicità, anche se tali denominazioni sono completate da indicazioni che chiariscano o descrivano la natura vegetale del prodotto.
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini ALLO STATO DELLE NORMATIVE APPLICABILI A LIVELLO NAZIONALE, SAREBBE POSSIBILE INDICARE L’INDICE GLICEMICO NELL’ETICHETTA DEI PRODOTTI ALIMENTARI?
di trasformazione dei carboidrati di ciascuno alimento in glucosio”. Su questa base, sembrerebbe potersi escludere l’applicazione del Regolamento Ce n. 1924/2006 sulle indicazioni nutrizionali e salutistiche. L’indicazione (intesa come quantificazione), dell’indice glicemico del prodotto in etichetta è, quindi, da intendersi come informazione volontaria e pertanto da annoverare nell'ambito delle indicazioni di tipo pubblicitario. In quanto tale, spetta a chi le usa dimostrare che siano oneste, veritiere e corrette. Data l’estrema rarità di claim di questo genere e l’assenza di precedenti giurisprudenziali noti, è difficile esprimere un orientamento solido sul tema. Molto potrebbe dipendere anche dalle modalità con le quali una tale informazione verrebbe presentata al consumatore e dalle eventuali ulteriori indicazioni che dovessero accompagnarla. Di certo andrà assolutamente evitato, ad esempio, che una tale informazione possa indurre in errore il consumatore per quanto riguarda le caratteristiche dell’alimento e, in particolare, le sue proprietà o portarlo a ritenere che il prodotto abbia effetti o proprietà che in realtà non possiede.
NEL CASO DI UN PRODOTTO A PRIVATE LABEL, È POSSIBILE IN BASE AL REG. UE N. 1169/2011 L’APPOSIZIONE DEL MARCHIO DEL FABBRICANTE ACCANTO A QUELLO DEL CLIENTE? SE IL PRODOTTO DOVESSE ESSERE COMMERCIALIZZATO IN SVIZZERA, VALGONO IN TALE PAESE LE STESSE NORME APPLICATE NELL’UE?
e vendita del prodotto, evidenziamo che l’etichetta deve essere realizzata in modo da non confondere il consumatore o rendergli poco chiaro chi è il responsabile effettivo delle informazioni di etichettatura. In materia, il Mise ha fornito precise indicazioni con Nota n. 0170164 del 30/09/2014, dove si informa che la Dg Sanco della Commissione europea ha confermato che nel caso delle private label (e in quello di referenze in cui la produzione è comunque realizzata da terzi) l’Osa responsabile è il distributore e che è pertanto obbligatoria in etichetta, ai sensi dell’art.9.1.h del Reg. Ue n. 1169/2011, l’indicazione del suo nome/ragione sociale e del suo indirizzo. Ciò sia nel caso in cui il distributore sia direttamente produttore dell’alimento, sia nel caso in cui la produzione sia delegata a terzi. In questo caso, come informazione aggiuntiva al consumatore si può aggiungere anche il nome e/o l’indirizzo del produttore, purché tale informazione volontaria non sia sostitutiva dell’indicazione obbligatoria in etichetta ai sensi dell’art.9.1.h e sia riportata in modo da non essere confusa con essa.
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Al momento non esistono normative specifiche riguardo all’indice glicemico di un prodotto alimentare e alla sua evidenziazione in etichetta o in pubblicità. L’utilizzo di riferimenti all’indice glicemico degli alimenti è stato oggetto di valutazione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust). Secondo quanto emerso dalle istruttorie dell’Antitrust “l’indice glicemico è un termine tecnico che corrisponde a una specifica e non molto conosciuta caratteristica degli alimenti, ovvero la velocità con la quale i carboidrati ivi contenuti si trasformano in glucosio nel sangue, cioè la glicemia, indice che viene misurato in relazione all’assunzione di una quantità di alimento contenente 50 grammi di carboidrati, senza tener conto e indipendentemente dalla quantità di carboidrati presenti nell’alimento. In sostanza, esso non fornisce un'informazione relativa all’effettivo valore nutrizionale dell’alimento, quanto a un aspetto qualitativo dello stesso, ovvero circa la velocità
Il Reg. Ue n. 1169/2011 è un Regolamento europeo, dunque si applica nei Paesi aderenti all’Unione europea; per la Svizzera, che non lo è, si dovrà fare riferimento in materia alla legislazione di tale Paese. Premettiamo che la legislazione di etichettatura europea non prevede diciture del tipo “prodotto e confezionato da […] per [...]” o analoghe, essendo sufficiente indicare ragione sociale e indirizzo del responsabile. Per quanto concerne il territorio Ue e le norme del Reg.1169/2011 rispetto all’informazione sugli operatori coinvolti nella produzione, confezionamento, distribuzione
tabella nutrizionale (come per esempio gli acidi organici). Ricordiamo che la normativa prevede che i valori dichiarati siano quelli medi stabiliti, a seconda dei casi, sulla base Di prassi, il calcolo dei carboidrati viene fatto per differenza dell’analisi dell’alimento, del calcolo fatto a partire da valori rispetto agli altri nutrienti e, nel caso di prodotti lattiero-caseari medi noti o effettivi relativi agli ingredienti o del calcolo fatto ai quali non sia stato aggiunto alcun tipo di glucide, ciò può a partire da dati generalmente stabiliti e accettati. In molti comportare degli scostamenti tra il valore dei carboidrati totali casi, quindi, già di per sé arrotondati. Questa molteplice e il valore degli zuccheri. disponibilità delle fonti determina una variabilità nel valore Il valore energetico, secondo quanto disposto dall’art. 31 del finale che si andrà a dichiarare. Inoltre, non esistono tolleranze Regolamento Consumer Information, deve essere calcolato relative al contenuto energetico dichiarato. mediante i coefficienti di conversione elencati nell'allegato XIV Sta quindi all’azienda giustificare e dimostrare che l’energia e rappresenta la somma dei valori energetici derivanti da tutti dichiarata rispecchia il più possibile quella del prodotto i nutrienti presenti nell'alimento, anche se non elencati nella commercializzato. COME DEVE ESSERE CALCOLATA LA PARTE DI VALORE ENERGETICO LEGATA A CARBOIDRATI/ ZUCCHERI?
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