IL MONDO DEL
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IL LATTE NEL MONDO 2015 - ANNO LXIX - MENSILE
La case history AGRIFORM INDIA: IL CIBO ITALIANO NON DECOLLA ETICHETTA NUTRIZIONALE si cambia
CONSUMI: SEMPRE PIÙ CIBI “SENZA” ORGANO UFFICIALE DI
ASSOLATTE
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COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Parma, May 09-12 2016
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CIBUS 2014 FACTS & FIGURES 2.700
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IL MONDO DEL
L AT T E EDITORIALE È novembre. La grande avventura di Expo Milano è terminata, si torna alla vita di tutti i giorni. In questi sei mesi su queste pagine abbiamo parlato poco della manifestazione. Ma non l’abbiamo fatto per snobismo: non ci siamo accodati alla schiera dei criticoni e dei disfattisti, di quelli che dicevano che l’Italia non ce l’avrebbe mai fatta. Al contrario, abbiamo sempre fatto il tifo perché tutto andasse bene, senza però unirci al gruppo degli entusiasti a priori, a chi pensava che la manifestazione sarebbe stata un punto di svolta epocale per la cultura alimentare del mondo. Oggi che tutto è finito e si comincia a ragionare sul futuro dell’area, dei padiglioni e – con termini forse un po’ pomposi – sull’eredità lasciata da Expo, facciamo qualche riflessione. Dal punto di vista organizzativo è stata un successo. Milano ha assorbito bene i grandi flussi arrivati per visitare il sito espositivo e la quotidianità di chi vive nella metropoli lombarda non è stata stravolta. Forse si è alzato qualche mugugno da parte del mondo alberghiero e della ristorazione cittadina, che si aspettavano di più, ma è indubbio che l’organizzazione abbia funzionato. Anche l’immagine del nostro Paese ne è uscita bene. Innumerevoli delegazioni sono arrivate in Italia, l’accoglienza è stata sempre adeguata. Del resto abbiamo la fortuna di essere stati padroni di casa in una dimora meravigliosa. Bello il sito espositivo. Girare tra i padiglioni (anche se entrare a visitarli, soprattutto negli ultimi tre mesi, era proibitivo) è stata una bella esperienza: un mix di architetture esotiche e di strutture basic, una fusione tra eleganza e kitsch, che aveva il suo fascino. Ed è stato interessante scoprire le culture lontane o lontanissime che sono venute a raccontarsi ai visitatori. Tutto bene, quindi? No, non tutto. Quello che è mancato – a nostro avviso – è stata una discussione concreta, sincera e moderna sul modello alimentare del futuro. Tutti hanno raccontato di sé. L’Italia ha messo in campo le proprie prelibatezze. Tantissimi hanno raccontato i propri prodotti tradizionali, le proprie radici culturali alimentari. Se l’obiettivo era quello di fare passi avanti e di interrogarsi su un modello alimentare che possa dare più cibo a tutti, distribuire meglio nel mondo le risorse alimentari, permettere a un numero crescente di persone di migliorare la propria qualità della vita, è evidente che la manifestazione è stata un successo solo parziale. La Carta di Milano è un’idea affascinante e piena di ottimi spunti di riflessione, ma si tratta di un elenco di dichiarazioni sul quale non si può che essere d’accordo. Ed è altrettanto vero che quasi tutti sono rimasti sulle proprie posizioni. Basti pensare al grande tema degli Ogm, che per molti Stati sono il futuro del pianeta, mentre per altri sono un male da sconfiggere e combattere (salvo poi farne entrare nei propri confini milioni di tonnellate ogni anno). Non dimentichiamo, infine, un vero e proprio paradosso. Nel cardo, nel decumano e nelle strade laterali si vedevano decine di migliaia di persone che – a qualunque ora del giorno – mangiavano; i ristoranti del sito espositivo erano sempre pieni, nei mesi dell’esposizione si è parlato di cibo come mai in precedenza, eppure i dati sui consumi alimentari del semestre maggio-ottobre dicono che si è comprato meno cibo che in passato. Del resto parlare (e si è parlato tanto) con la bocca piena è segno di pessima educazione. Ora che i riflettori si sono spenti, speriamo si parli un po’ meno e si vada di più al supermercato. Adriano Hribal
SOMMARIO IL MONDO DEL
LATTE Amarcord Attualità dalla Ue Attualità Fil/Idf Rapporto dall’idf World Dairy Summit 2015 Attualità Ipa
PROTAGONISTI L’azienda del mese: Agriform
ECONOMIA PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.
35 40 46 52 56 56
Italiani a tavola: la rinuncia è servita Consumi: il trend delle vendite di latte, burro e panna India: l’export alimentare dell’Italia non decolla Mercati extra Ue: Germania uber alles Prodotti lattiero-caseari: la borsa dei prezzi in Italia Formaggi Dop: l’andamento delle produzioni
NORMATIVE PAG. 58 PAG. 72
Tabella nutrizionale: tra un anno sarà obbligatoria L’esperto risponde
IGIENE & SICUREZZA PAG. 62
Un marchio per il cibo kasher fatto in Italia
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Osservatorio patologie animali
MONDO ASSOLATTE PAG. 69
INDIA: IL CIBO ITALIANO NON DECOLLA ETICHETTA NUTRIZIONALE si cambia
CONSUMI: SEMPRE PIÙ CIBI “SENZA” ORGANO UFFICIALE DI
ASSOLATTE
E DEL
COMITATO ITALIANO FIL-IDF
Organo ufficiale di ASSOLATTE Associazione Italiana Lattiero-Casearia e del Comitato Italiano della Federazione Internazionale di Latteria - FIL - IDF
Ok gli aiuti dell’Ue ma bisogna fare presto col Ttip di Paolo De Castro
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IL LATTE NEL MONDO 2015 - ANNO LXIX - MENSILE
POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
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Ricette
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EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-87 Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm Questa rivista è stata inviata tramite abbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto richiedere la cessazione dell’invio e/o l’aggiornamento o la cancellazione dei dati in nostro possesso. PREZZI DEGLI ABBONAMENTI: Italia: 118,00 euro Estero: 150,00 euro 1 copia: 11,50 euro Arretrati: 23,00 euro
Amarcord: QUANDO ERA L’ITALIA
A SUBIRE L’EMBARGO
Nel 1935 la Società delle Nazioni punì l’invasione dell’Etiopia come oggi l’Ue fa con la Russia Da più di un anno si discute dei danni provocati alle esportazioni alimentari europee, e in particolare al nostro settore dall’embargo russo, che è – non lo dimentichiamo – una reazione alle sanzioni economiche che l’Unione europea ha deciso per il “ruolo destabilizzante della Russia in Ucraina orientale”. C’è stato un tempo – per fortuna lontano – nel quale anche il nostro Paese fu soggetto ad analoghe misure.
Era il 1935 e l’Italia, che aveva mire espansionistiche, pensò bene di attaccare l’Etiopia. Cinquanta Paesi della Società delle Nazioni (un’organizzazione antenata dell’Onu) condannarono l’attacco, vietarono l’import di prodotti italiani e la vendita all’Italia di “materiali utili per la causa bellica”. Era la prima volta che l’organizzazione intergovernativa sanzionava uno dei suoi membri. Le sanzioni – che la
propaganda del tempo chiamò “assedio societario” – rimasero in vigore pochi mesi e furono rispettate solo in parte. La Germania, infatti, che non aderiva alla Società, continuò a garantire l’interscambio con l’Italia e gli Stati Uniti si rifiutarono di rispettare l’embargo. Ma quale fu la reazione delle imprese? Lo leggiamo in un articolo di “Latte e latticini” del novembre 1935. “I formaggi duri non ci danno
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Organo ufficiale dell’ ASSOCIAZIONE ITALIANA LATTIERO CASEARIA ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF Il costo dell’abbonamento per l’anno 2015 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)
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Amarcord: QUANDO ERA L’ITALIA A SUBIRE L’EMBARGO
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grandi preoccupazioni – scriveva l’autore dell’articolo – essi sono in gran parte consumati dagli italiani e nelle Americhe. Essi continueranno quindi ad alimentare le mense. Non mi meraviglierei che sapendo di contribuire alla resistenza della loro Patria di origine, essi (gli italoamericani, nda) volessero aumentarne il consumo”.
“Per i formaggi molli – continuava l’articolo – la situazione è certo più delicata, trattandosi di prodotti di facile deperibilità che trovavano il loro collocamento specialmente in Francia e Inghilterra. Comunque, i quantitativi che non avremo modo di esitare all’estero saranno utilizzati nel mercato interno”. Non solo. Per sostenere lo
sforzo bellico, tante aziende si autotassarono, regalando metalli alla patria. La rivista “Latte e latticini” fece l’inventario: la Polenghi Lombardo aveva ceduto il proprio medagliere (578 grammi di oro, 725 grammi di argento e poco meno di un chilo e mezzo di bronzo); la Società Romana del Formaggio Pecorino più di 60 quintali di ferro, bronzo e rame. Nessuno, purtroppo, pensò che aggredire l’Etiopia fosse stato un errore. La Storia dovrebbe insegnare a non commettere gli errori del passato. Purtroppo non sempre ci riesce.
Il blocco dell’import di prodotti italiani da parte di 50 Paesi della Società delle Nazioni durò solo pochi mesi
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OPINIONE
OK GLI AIUTI DELL’UE MA BISOGNA FARE PRESTO COL TTIP Il pacchetto di misure essere interessati a questa straordinarie da 500 milioni misura. Ci sarebbe poi da varato dall’Ue a metà fare un ragionamento sulla settembre sta assumendo una qualità. Riconoscere lo stesso fisionomia più precisa. Dei importo per l’aiuto (le cifre, limiti strutturali dell’intervento, ancora non ufficiali, mentre che affronta l’emergenza, ma scrivo, sono 15,57 euro per non fornisce alcun segnale tonnellata all’ingresso, più circa i temi di fondo della 40 centesimi per tonnellata volatilità dei prezzi e delle al giorno), a prodotti diversi nuove caratteristiche del anche per costi di produzione, rischio di impresa nel settore non sembra una scelta politica agroalimentare, abbiamo già calibrata sulle diverse realtà. accennato su queste pagine. A colmare questa mancanza, Dal punto di vista dell’Italia però, c’è anche da dire che è però da valutare molto potrebbe acquistare maggiore significato la disponibilità positivamente la decisione dell’Esecutivo dell’Unione a di aprire un nuovo regime di fornire dotazioni finanziarie aiuto all’ammasso privato dei formaggi, anche se perfettibile. nazionali, che i governi possono utilizzare con Come eurodeputato, ho discrezionalità. chiesto al La possibilità di commissario aumentare fino al all’agricoltura Senza l’accordo 100% i fondi Ue Phil Hogan di Europa-Usa grazie a risorse valutare con il Trattato nazionali va in attenzione la questa direzione. chiave di riparto Trans-Pacifico Per tornare delle quantità rischia di all’ammasso ammesse privato, all’aiuto per ogni tagliare fuori le interessante per stato membro nostre imprese l’Italia è anche dell’Ue. Al nostro la disposizione Paese è stato secondo cui i riconosciuto volumi non utilizzati restanti un massimale da 12.015 dopo il 15 gennaio 2016 tonnellate, terzo contingente potranno essere riassegnati in ordine di grandezza dopo agli Stati membri che entro il quello della Germania (poco 31 dicembre 2015 abbiano più di 23mila tonnellate) e notificato alla Commissione della Francia (20mila) sulle la loro volontà di fare un 100mila totali previste. I quantitativi sono stati calcolati maggiore utilizzo del regime di aiuto all’ammasso privato. sulla base della produzione Valutiamo molto nazionale. Ma, trattandosi di positivamente, inoltre, aiuto all’immagazzinamento, ci siamo permessi di far l’aumento di 30 milioni di notare al commissario Hogan euro del budget 2016 della che sarebbe stato più logico promozione, per aiutare i e razionale distribuire le nostri produttori di latte e risorse tra i diversi Paesi in formaggi (e di carni suine) a base alla produzione solo di trovare nuovi mercati. Una formaggi a pasta dura, visto missione quanto mai urgente che sono gli unici a poter all’indomani della firma del
di Paolo De Castro, parlamentare europeo
Tpp, il Trattato Trans-Pacifico che coinvolge 12 Paesi e il 40% dell’economia mondiale. Il trattamento dei prodotti lattiero-caseari, strategico per la Nuova Zelanda e cruciale anche per Usa e Canada, ha tenuto in bilico l’accordo fino all’ultimo minuto. Il presidente della cooperativa Fonterra alla fine si è detto deluso del “protezionismo americano”, ma ha comunque strappato concessioni sulle tariffe a Usa e Canada. Inoltre, le concessioni fatte agli altri Paesi su formaggi, riso e cereali dal Giappone e da altre potenze di media grandezza, come il Vietnam, devono farci riflettere. Finanziare la promozione dei nostri prodotti serve, ma funziona di più e meglio se si agisce sulla riduzione o eliminazione
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L’irresistibile dolce e piccante.
OPINIONE OPINIONE: OK GLI AIUTI DELL’UE MA BISOGNA FARE PRESTO COL TTIP
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delle barriere al commercio attraverso accordi di libero scambio. Il punto è che con il raggiungimento dell’accordo tra Stati Uniti e altri 11 Paesi dell’area del Pacifico, diventa ancor più urgente siglare rapidamente il Ttip, cioè l’accordo tra Ue e Usa. Se il negoziato continua ad avanzare lentamente come ha fatto fino a oggi, vedo due tipi di rischi: uno immediato e l’altro sul medio periodo. Il primo è che Paesi ad alto reddito pro capite, come il Giappone, con cui la Commissione sta negoziando un trattato di libero scambio, siano meno disposti ad aperture ai nostri prodotti, perché hanno già concesso molto ad Australia, Usa, Canada e Nuova Zelanda. Col Tpp ma senza il Ttip, i grandi produttori di commodity
guadagnano quote di mercato globale, mentre i produttori di qualità europei sembrano costretti a rincorrere. E questo non è positivo per il nostro modello. L’altro rischio è quello di dover sottostare agli
standard commerciali definiti nel patto tra Stati Uniti e Paesi del Pacifico, standard che da sempre sentiamo come inferiori rispetto a quelli europei, da difendere con determinazione.
ATTUALITÀ_UE
APPROVATO IL TTP, USA IN TRINCEA L’UE CHIEDE TUTELE AL WTO di Rosanna Pecere
L’annuncio dell’accordo Tpp (Trans-Pacific Partnership, il “Free Trade Agreement” tra Stati Uniti e altri 11 Paesi dell’area del Pacifico), avvenuto il 5 ottobre ad Atlanta, certamente cambierà gli equilibri sullo scenario del commercio mondiale. Non è un caso che, in concomitanza con l’annuncio, Washington abbia deciso l’applicazione di dazi maggiorati all’importazione di burro e di alcune panne fresche o acide come misura di salvaguardia per tutelare l’equilibrio del mercato lattiero interno. La “clausola speciale di salvaguardia” prevista dal World Trade Organisation (Wto) consente a un Paese di imporre dazi addizionali qualora si verifichi un aumento consistente del volume delle importazioni (o una riduzione dei prezzi all’importazione), che supera soglie prefissate per prodotti considerati “sensibili”. Nel caso specifico, la soglia indicata dagli Usa era di 9.414.976 kg, il cui superamento ha determinato un dazio maggiorato di 54,9 cent/ kg per le panne e di 51,4 cent/kg per l’importazione di burro e grassi spalmabili. Sono esclusi i prodotti provenienti da specifici Paesi, tra i quali ad esempio, Canada, Messico, Singapore, Cile. La pubblicazione della misura, che in un primo momento 14 IL MONDO DEL LATTE
era prevista a dicembre, è stata anticipata al 5 ottobre ed entrerà in vigore con effetto immediato. Eda, l’associazione lattiero-casearia europea, ha immediatamente reagito presso la Commissione europea: le modalità con le quali gli Usa hanno applicato la misura, senza un periodo minimo di preavviso e consultazione, saranno certamente oggetto di future discussioni nel Wto, anche perché l’incremento delle importazioni di questi prodotti è dovuto ai forti consumi negli Usa, e non sembra aver creato una concorrenza con il prodotto domestico.
LA NUOVA ZELANDA SPINGE ALLE PORTE DELL’EUROPA Data la vocazione all’esportazione dell’Unione europea, i 28 Paesi non hanno altra scelta che cercare trattative parallele con i membri attuali e futuri del TPP. Si dice che “una bozza di accordo di libero scambio sarebbe già pronta”, e che alcuni Paesi Ue (Svezia, Germania e Regno Unito) sarebbero favorevoli. Certamente l’ipotesi di un negoziato per il settore lattiero-caseario andrebbe valutata con molta cautela, vista la forte leadership della Nuova Zelanda sui mercati mondiali, in particolare Usa, Cina, Giappone e Australia, sui quali i prodotti neozelandesi sono spesso in diretta concorrenza con burro e formaggi Ue. Nuova Zelanda che non nasconde, inoltre, le ambizioni di rafforzare la sua presenza sul mercato Ue. In un recente incontro sui temi commerciali, A. Anton, segretario Generale Eda, ha evidenziato che “I Paesi dell’area del Pacifico hanno una struttura del mercato del latte peculiare, e sono riusciti ad aumentare la produzione del 60% in 15 anni. La Nuova Zelanda sta esportando più latte di Ue e Argentina insieme e ha quindi una posizione predominante nel commercio mondiale” e ha concluso raccomandando di accelerare i negoziati con altri partner commerciali dell’Ue, come Messico e Giappone.
PRODUZIONE GIÀ AL MASSIMO Il settore lattiero-caseario in Nuova Zelanda è organizzato nella grande struttura cooperativa Fonterra, che raggruppa 10.700 produttori di latte e provvede alla raccolta e alla trasformazione di circa 23,7 miliardi di litri in 76 impianti di trasformazione. Certo, i volumi sono contenuti rispetto ai 148,9 miliardi di litri dell’Ue, ma dei 23,7 prodotti dalla Nuova Zelanda, circa 19 in equivalente latte sono destinati all’esportazione (quasi il doppio dell’export Ue). Tuttavia, la possibilità di sfruttamento della terra in agricoltura si è ridotta, a causa dell’urbanizzazione e dello svilupparsi di strutture turistiche. Le previsioni indicano che la domanda globale di prodotti lattieri nel 2021 sarà all’incirca di 395 miliardi di litri: la Nuova Zelanda produce circa il 4% dell’insieme della domanda mondiale e, secondo le stime, difficilmente potrà andare oltre i volumi attuali.
IN BREVE A BRUXELLES SI DISCUTE SU ETICHETTATURA E CONTROLLI Dopo un mese di settembre dominato dai temi lattieri, le attività sono riprese anche su alcuni dossier che erano bloccati dalle divergenze in Consiglio: proseguono i lavori per la revisione della normativa in materia di produzione ed etichettatura dei prodotti biologici, la cui discussione era già stata avviata lo scorso anno. I maggiori punti di contrasto riguardano il sistema e la frequenza dei controlli, la presenza di sostanze non autorizzate nei prodotti biologici e la semplificazione della procedura di certificazione delle aziende. L’orientamento generale concordato tra i Paesi soddisfa solo in parte le richieste italiane, che erano più rigorose rispetto al blocco costituito da Germania, Olanda e Danimarca. Il dibattito proseguirà in Parlamento, dove la delegazione italiana insisterà per migliorare alcuni punti del testo, in particolare: il mantenimento dell’obbligo di una visita fisica annuale per tutti gli operatori e di visite aggiuntive sulla base della valutazione del rischio e la definizione di un limite preciso per i residui (che è già previsto in Italia). La presidenza lussemburghese del Consiglio ha trasmesso la posizione di compromesso al Parlamento europeo sulla proposta di regolamento sui controlli ufficiali che intende razionalizzare l’attuale quadro giuridico (Regolamento CE 882/2004) e migliorare l’efficienza dei controlli ufficiali effettuati dagli Stati membri lungo la catena alimentare, garantendo uguali condizioni di operatività. La proposta, che era stata approvata in prima lettura al Parlamento europeo ad aprile 2014, si era bloccata in Consiglio. Una delle questioni centrali è quella del finanziamento dei controlli. Alla fine nel documento del Consiglio è prevalso il principio di sussidiarietà che lascia a ciascun Paese la decisione di come finanziare i controlli e le eventuali esenzioni dai costi per settori specifici o per aree geografiche.
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ATTUALITÀ FIL/IDF
ESPERTI ITALIANI IN EVIDENZA A VILNIUS di Leo Bertozzi Il vertice mondiale della Federazione internazionale del Latte si è svolto nella capitale lituana dal 20 al 24 settembre. Il tema di questo appuntamento annuale è stato “Rispondere al bisogno nutrizionale con una produzione lattiera sostenibile”. Nutrizione e sostenibilità sono dunque stati gli assi portanti di tutte le sessioni di lavoro, suddivise in economia e politica lattiera, nutrizione e salute, benessere animale e allevamento, scienza e tecnologia lattiero-casearia, marketing, sicurezza alimentare, metodi analitici, ambiente. Al summit hanno partecipato 1.200 persone, la maggioranza delle quali lituane, seguite da cinesi, francesi, tedesche, statunitensi, olandesi, danesi, belghe e italiane. La nostra presenza è stata più consistente che in passato (24 gli iscritti) e anche particolarmente incisiva nella Fil, come dimostrano gli esperti che hanno esposto relazioni, presentato poster e partecipato alle riunioni dei gruppi di lavoro (standing committees). Da segnalare l’elezione di Piercristiano Brazzale nell’Spcc, il comitato di esperti per il coordinamento strategico dell’attività scientifica della Fil. Questo riconoscimento al Comitato italiano attraverso il ruolo dei suoi esperti, segue quello attribuito lo scorso anno a Silvia Orlandini col Prize of Excellence alla ricerca scientifica. Una sessione specifica del summit è stata dedicata agli agricoltori col Farmers Forum, durante il quale sono state confrontate e dibattute tematiche comuni a tutti i produttori di latte: situazione economica, benessere animale, parametri ambientali, campagne contrarie al consumo di latte e derivati.
GLI OBIETTIVI DEL FUTURO. NUTRIZIONE PER TUTTI E SOSTENIBILITÀ Se in passato la Federazione Internazionale del Latte ha operato per favorire la produzione e gli scambi di latte e derivati attraverso l’identificazione di metodi analitici, parametri compositivi e norme compositive (standard), adesso le tematiche di interesse mondiale riguardano la necessità di nutrire un pianeta con una popolazione in continuo aumento attraverso produzioni che evitino il depauperamento delle risorse e rispettino l’ambiente. In altri termini, l’attenzione passa dalla qualità, ormai ben definita nelle sue diverse accezioni, alla sostenibilità, tematica quanto mai rilevante visti i cambiamenti climatici che stanno influendo a livello planetario sulle produzioni e la vita stessa delle persone. Secondo la Fao, 870 milioni di persone soffrono di malnutrizione e il latte, compresi i suoi derivati, può dare un significativo contributo a superare questa situazione, svolgendo un ruolo importante anche nei Paesi delle economie
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sviluppate, dove si stanno diffondendo pratiche alimentari che tendono a metterne in dubbio la rilevanza. Il settore risponde positivamente a questi bisogni aumentando la produzione di latte con una tendenza annuale prevista in crescita del 2% fino al 2016, nonostante l’attuale contrazione dei prezzi mondiali che mette in difficoltà una miriade di produttori. L’annuale rapporto World Dairy Situation della Fil, illustra compiutamente la situazione economica globale. Il settore lattiero-caseario dimostra dunque di saper produrre in modo adeguato. Resta però una nuova, prepotente incognita: quella della sostenibilità delle produzioni. Pertanto divengono attuali temi quali le emissioni di gas serra, la misurazione dell’impronta del carbonio e dell’acqua, la biodiversità, la gestione del suolo, dei nutrienti e dei residui minerali. A questi si aggiungono le crescenti attenzioni alla salute e al benessere animale e i fattori socioeconomici alla base di produzioni e mercati. In questo ampio contesto si distingue l’India, il maggior produttore mondiale di latte, che privilegia un sistema basato su piccoli allevamenti che assicurano l’economia rurale, organizzati in centri di raccolta, lavorazione e distribuzione che tendono a ridurre il divario fra prezzi all’origine e prezzi al consumo. Il sistema indiano, nella sua originalità, è stato posto al riparo dall’estrema volatilità di prezzi e mercati che hanno caratterizzato nell’ultimo anno tutti gli altri contesti lattieri mondiali. La Fil-Idf è una federazione di comitati nazionali in cui confluiscono tutti i soggetti operanti nel mondo del latte: produzione, trasformazione, commercio, ricerca, legislazione. Per questo è l’interlocutore tecnico di organismi intergovernativi quali Fao e Oms e contribuisce alla stesura delle norme che regolano produzione e vendita dei prodotti lattierocaseari. Un esempio di questo ruolo è la recente costituzione di un gruppo di lavoro tecnico (Action team), per esaminare l’attualità dello standard del Codex Alimentarius sulla mozzarella, che prevede la distinzione del prodotto in low moisture, con la possibilità di utilizzare additivi e antiaggreganti, e high moisture, che li esclude. Il prossimo summit mondiale del latte si terrà a Rotterdam dal 16 al 19 ottobre 2016 e avrà per tema “Osare nel settore lattiero-caseario”. Una sfida anche per il settore italiano, che dovrà guardare al futuro partendo dalle sue tradizioni, ma innovandole. Anche il Comitato italiano della Fil dovrà potersi innovare per avere un ruolo incisivo nel contesto lattiero caseario mondiale. Da quanto visto a Vilnius questo è possibile, ma occorre riorganizzarsi.
ATTUALITÀ FIL/IDF NUOVE PUBBLICAZIONI UNO STUDIO SULLA QUANTIFICAZIONE DEI BATTERI LATTICI La quantificazione dei batteri lattici è un parametro importante per determinare la qualità delle colture starter, dei probiotici e dei prodotti a base di latte fermentato. Tale valutazione può essere eseguita con varie tecniche di conteggio su piastra. Tra le metodiche più attuali c’è quella della citometria di flusso, che permette di valutare la proporzione di cellule vitali e/o le unità totali. Su questo metodo Idf e Iso hanno lavorato e definito lo standard internazionale Iso 19344 – Idf 232: “Milk and milk products – Starter cultures, probiotics and fermented dairy products – Quantification of lactic acid bacteria by flow cytometry”. Per validare questa procedura e determinare i valori di precisione per la quantificazione è stato quindi condotto uno studio collaborativo. Il bollettino 478/2015 “Interlaboratory collaborative study on a flow cytometry method for lactic acid bacteria quantification in stater cultures, probiotics and fermented milk products according to Iso/Idf 232” riporta gli esiti della sperimentazione. La pubblicazione può essere richiesta al Comitato italiano Fil/Idf e acquistata al prezzo di 60 euro. AGGIORNATO IL BOLLETTINO SULLE EMISSIONI DI GAS SERRA L’impegno del settore lattiero-caseario mondiale per la riduzione delle emissioni di gas serra era stato oggetto già nel 2010 della pubblicazione Fil/Idf “A common carbon footprint approach for the dairy sector: the Idf guide to standard life cycle assessment methodology”. Per ribadire l’impegno di un settore sempre più sostenibile, la Federazione, con l’aiuto di esperti internazionali, ha di recente pubblicato un aggiornamento di quel testo contenuto nel bollettino 479/2015 (che sostituisce il precedente bollettino 445/2010). La guida resta uno strumento pratico per l’industria casearia, aggiornata scientificamente e allineata con gli sviluppi ripresi da altri standard e con l’attuale bozza della Fao “Livestock environmental assessment and performance (Leap) partnership guidance, environmenal performance of large ruminant supply chains: guidelines for assessment”. In questo primo aggiornamento della guida originale, un piccolo aggiustamento è stato fatto nell’equazione per l’assegnazione di emissioni tra latte e carne nell’allevamento, la sezione sul sequestro del carbonio è stata ampliata e sono state inserite alcune integrazioni riprese dal lavoro Fao Leap. Il bollettino 479/2015 è scaricabile gratuitamente dal sito della Federazione (www. fil-idf.org). TUTTI I NUMERI DEL SETTORE Presentato in occasione dell’Idf World Dairy Summit 2015 a Vilnius in Lituania, “The World Dairy Situation” (bollettino 481/2015) rappresenta la pubblicazione di punta della federazione. La relazione si propone di dare una visione degli ultimi e più aggiornati dati del settore lattiero-caseario mondiale, oltre che delle attuali tendenze ed evoluzioni attese. Il testo contiene, infatti, numerose tabelle, grafici, analisi e informazioni sul settore, a partire dai dati sulla produzione lattiera, fino a quelli sulla trasformazione e il consumo. Il testo fornisce informazioni sul mercato e i prezzi di oltre 50 Paesi produttori di latte nel mondo. Oltre ai dati ufficiali, le schede nazionali presentate si basano su questionari compilati dai comitati nazionali Idf e altri contribuenti nazionali (tra i quali Assolatte per l’Italia). La relazione non offre solo la panoramica più completa e dettagliata possibile della situazione lattiera, ma anche la possibilità per i singoli Paesi di presentare il proprio settore lattiero-caseario. Il bollettino ha un costo di 250 euro e può essere richiesto direttamente alla Federazione internazionale del latte. 18 IL MONDO DEL LATTE
PROGRAMMI LATTE NELLE SCUOLE: FAO E IDF FANNO IL PUNTO Una buona alimentazione è importante per le persone di tutte le età. In particolare, durante l’infanzia una buona alimentazione è alla base di una normale crescita e sviluppo. I bambini trascorrono ogni giorno una grande quantità di tempo a scuola. Per questo, l’ambiente scolastico può avere un impatto importante sugli atteggiamenti dei più piccoli verso il cibo. Come dichiarato dalla Fao nella pubblicazione “Milk and dairy products in human health nutrition”, i programmi di latte e prodotti lattieri sono efficaci nel migliorare la nutrizione umana. In tutto il mondo, tali programmi esistono per incoraggiare il consumo di prodotti lattiero-caseari da parte dei bambini, per dare un contributo positivo al loro stato nutrizionale, per affrontare situazioni di malnutrizione e di generare sane abitudini alimentari. Nel 2013, la Fao e l’Idf hanno lavorato in collaborazione per condurre una vasta revisione dei programmi scolastici sul latte esistenti a livello globale. In quella che è la più ampia rassegna mondiale fatta dall’organizzazione mondiale dal 1998 a oggi, Fao e Idf hanno esaminato molteplici aspetti come l’attuazione dei programmi di latte nelle scuole, l’amministrazione e la promozione di questi programmi, l’importanza nutrizionale, la promozione concorrente, l’imballaggio e il valore di mercato. I risultati di questa indagine sono stati pubblicati con il Bollettino 480/2015 “The contribution of school milk programmes to the nutrition of children worldwide”, scaricabile gratuitamente dal sito della Federazione.
ERRATA CORRIGE Scusandoci con i lettori, segnaliamo che nell’articolo “Produzione sostenibile – Si può e si deve fare di più”, pubblicato sul numero di ottobre della rivista, il titolo corretto dell’intervento fatto durante il World Dairy Summit di Vilnius per la presentazione del progetto Susmilk è “The ‘Green dairy’ model: a technology and innovation-driven approach for sustainable milk processing”.
ATTUALITÀ FIL/IDF
CONTRO LA FAME IN MODO SOSTENIBILE Tutte le più importanti tematiche del settore lattiero-caseario sono state al centro del dibattito tra esperti provenienti da tutto il mondo riunitisi a Vilnius per l’Idf World Dairy Summit 2015 di Chiara Fabrizi “Fiat lactis: improving nutrition security with dairy” era il tema conduttore del World Dairy Leaders Forum svoltosi a Vilnius lo scorso settembre. Durante i lavori è stato ricordato come la lotta globale contro fame e malnutrizione stia guadagnando terreno, ma ancora oggi oltre 795 milioni di persone sono ancora sottonutrite, mentre un terzo della produzione alimentare mondiale va perso o scartato. La popolazione mondiale cresce e la sicurezza alimentare e nutrizionale per tutti, attraverso un’agricoltura sostenibile, sarà possibile solo se gli stakeholder uniranno risorse e sforzi. Il forum è stato anche l’occasione per presentare l’esperienza indiana nell’organizzare oltre 15 milioni di piccoli produttori in grandi cooperative. Come mantenere anche in futuro il ruolo detenuto dal latte per centinaia di anni quale fonte vitale di nutrienti è stata la domanda al centro dell’intervento del ceo di Tetra Pak Dennis Jönsson. I cambiamenti della vita quotidiana e la presenza di nuovi prodotti hanno posto il latte e i suoi derivati davanti a nuove opportunità e sfide. Alcune risposte a questi stimoli stanno già arrivando dalle aziende lattiero-casearie con lo sviluppo di nuovi prodotti e una nuova comunicazione verso i consumatori. Berthe Tekola, direttore della divisione Produzione e Salute Animale della Fao, ha ribadito come la sua organizzazione faccia di tutto per assicurare l’accesso ad alimenti base e nutrienti alle persone povere. Tra questi alimenti, latte e prodotti lattieri sono i più importanti, soprattutto per bambini e anziani, poiché rappresentano la migliore fonte di calcio. Il sostegno della Fao va anche ai programmi di latte alle scuole. Il Forum della Fil/Idf è stato anche l’occasione per illustrare perché e in che modo la Fil sia impegnata in una strategia di aggiornamento che non infici il ruolo rilevante della federazione a livello globale, ma che riveda le priorità di programma con l’individuazione di pilastri tematici (sicurezza e qualità dei prodotti lattiero-caseari, sostenibilità, nutrizione e standard). Durante la conferenza su nutrizione e salute è stato discusso il ruolo essenziale dei prodotti lattieri e dei componenti lattieri bioattivi nel contribuire alla sicurezza alimentare, e di come questi possano incidere su salute e nutrizione umana. In particolare la conferenza ha trattato il ruolo di latte e derivati nei casi di sottonutrizione e denutrizione, ha indagato quali siano i principali problemi nutrizionali di soggetti vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo
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ed evidenziato come l’aumento di disponibilità e accesso al consumo di latte (soprattutto trasformato) implichi un aumento di valore tanto per i produttori quanto per la salute e il benessere dei consumatori. Interessante l’intervento del dottor Fardet del French National Institute for Agricoltural Research (Inra) che ha spiegato come sia erroneo pensare ai prodotti lattieri o ai loro nutrienti come elementi isolati. Più corretta sarebbe una prospettiva olistica che li inserisca nella dieta complessiva e che consideri l’impatto della loro produzione sull’ambiente: secondo le valutazioni fatte, escludere i prodotti lattieri dalla dieta non ridurrebbe l’impatto sui cambiamenti climatici, ma potrebbe avere conseguenze nutrizionali deleterie per le persone. La conferenza è stata anche l’occasione per ricordare l’indagine Fao-Idf sui programmi di latte alle scuole (pubblicata in un Bollettino Fil) e i due recenti factsheet “Role of Dairy in Sustainable Nutrition” e “The Role of Dairy in Optimal Nutrition and Under-Nutrition – the First 1000 Days”. La conferenza sulle politiche e l’economia lattierocasearia ha approfondito i cambiamenti e le previsioni per il settore lattiero e presentato la pubblicazione “Idf World Dairy Situation 2015”. Si è fatto anche il punto sulle politiche lattiere e l’attuazione del “pacchetto latte” nel post-quote, per fare il quadro delle ristrutturazioni e degli investimenti del settore a livello internazionale, nonché per approfondire i casi di sviluppo della produzione lattiera in Ucraina, Brasile e Russia. L’uso prudente degli antimicrobici in zootecnia e della resistenza antimicrobica in quanto tema emergente a livello globale tra le priorità di Oms, Fao e Oie, le malattie infettive e il benessere animale sono stati i temi al centro della conferenza sulla salute e il benessere animale. La conferenza sull’allevamento è stata, invece, l’occasione per discutere le sfide cui devono far fronte gli allevatori oggi: cambiamenti della politica lattiera, differenti schemi di finanziamento all’allevamento e il rischio di gestione in alcuni Paesi, fluttuazioni del prezzo del latte, contributi scientifici allo sviluppo e alla modernizzazione degli allevamenti e altro.
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ATTUALITÀ FIL/IDF Il latte contiene una miriade di componenti bioattivi, studiati da tempo al fine di definirne le attività fisiologiche. Al di là dell’importanza che queste componenti hanno nel settore nutraceutico, altri fattori, come i costi di isolamento, la protezione della bioattività durante i processi e formulazioni all’interno di veicoli di matrice alimentare accettabili dai consumatori, sono ugualmente importanti. In quest’ottica e su questi temi si è concentrata la conferenza sulla scienza e le tecnologie lattiero-casearie. Alcuni dei principali aspetti affrontati dagli esperti sono stati gli sviluppi di consumo e di mercato e il relativo impatto di questi sulla tipologia di molecole bioattive, la scelta delle tecnologie e le applicazioni sui prodotti, ma anche l’evidenziazione della bioattività nascosta nelle proteine lattiere attraverso la generazione di peptidi e loro applicazioni, nonché approcci intelligenti per la trasformazione del lattosio in bioattivi e gli ultimi sviluppi nell’isolamento di fosfolipidi e lipoproteine e relativa applicazione negli alimenti e nei settori connessi. Il summit ha dato modo agli esperti del settore di fare il punto sulle pratiche di marketing a livello internazionale e di confrontarsi sulle strategie di comunicazione adottate sui social media per evidenziare il valore del latte e dei suoi derivati. In occasione della conferenza sul marketing, sono state inoltre presentate le tre campagne di comunicazione finaliste dell’Yves Boutonnat Imp Trophy Award. Un premio assegnato alla migliore campagna marketing nel settore dall’International Milk Promotion Group (Imp), Task Force permanente del’Idf Standing Committee on Marketing. A contendersi il premio 2015 erano le campagne “Get enough Campaign” (Canada), “How to move from Nutrition to Enjoyment” (France) e “Consumer Education Project of Milk South Africa” (Sudafrica). Il premio, consegnato in occasione della cena di gala dell’Idf World Dairy Summit, è stato assegnato alla campagna sudafricana che, attraverso i messaggi “Rediscover dairy”, “Dairy gives you go” e “3-A-Daytm”, ha puntato a promuovere i benefici nutrizionali e salutistici dei prodotti lattieri verso i consumatori e gli operatori sanitari.
Durante la conferenza sugli “Analytic Tools” sono stati esposti esempi pratici di implementazione dei sistemi di laboratorio per rendere le misurazioni dei controlli ufficiali più efficienti e contribuire così alla fiducia dei consumatori. Sono state presentate le possibilità di utilizzo dei metodi analitici da parte degli allevatori e dei produttori, così come i possibili modi di integrare queste metodiche per assicurare un miglior controllo dell’intero processo produttivo del latte, inclusa l’alimentazione e la salute animale. La conferenza ha permesso, inoltre, di confrontare approcci analitici tradizionali e innovativi sul latte crudo. La priorità è sempre stata quella di determinare parametri qualitativi del latte utilizzando metodi fisici e chimici. Poiché però le esigenze dei consumatori cambiano e il commercio globale si evolve rapidamente, nuovi parametri di qualità sono stati introdotti, mentre il focus viene posto su criteri che caratterizzano la qualità del processo di produzione che attualmente non sono rilevabili con metodi chimici o fisici. La modernizzazione della sicurezza alimentare e della sua comunicazione e implementazione sono state oggetto della conferenza sulla Food Safety. Al centro del convegno anche i rischi chimici che minano la sicurezza alimentare, i controlli sugli allergeni e la rilevazione dei microrganismi patogeni e le relative strategie di prevenzione. Operare in condizioni tali da rispondere alle esigenze di oggi senza compromettere la possibilità di fare altrettanto in futuro, ovvero come la scienza e la tecnologia applicata all’industria lattiero-casearia siano orientate ad ottenere lo sviluppo di produzioni lattiere sostenibili in ogni fase della filiera, è stato il tema cardine della conferenza sull’ambiente. Argomento di grande attualità e importanza, vista la crescente richiesta di produzioni alimentari per soddisfare la domanda mondiale. La conferenza ha dunque illustrato il concetto di sostenibilità e lo stato dell’arte delle applicazioni sostenibili adottate nel settore a livello mondiale. Il confronto tra gli esperti ha riguardato molti temi collegati, come l’economia, il riutilizzo degli scarti per la produzione di bioenergia, le tecniche di efficientamento energetico, le tecnologie ecofriendly e molti altri.
IDF PRIZE OF EXCELLENCE 2015 Il premio costituisce un riconoscimento al coinvolgimento e al lavoro fatto da esperti nell’ambito del programma di attività Idf sulla base della velocità di conduzione del lavoro, della visibilità internazionale e del suo impatto, del focus e della trasparenza. Ad essere insigniti del premio sono stati due esperti Idf: Claus Heggum (DK) (nella foto, a destra) per il suo attivismo e difesa delle posizioni Idf che ha permesso alla federazione di essere riconosciuta dai membri Codex come fonte affidabile di esperti e pareri; Michael Hickey (IE) per il lavoro fatto come presidente dello Scientific Programme Coordination Committee (Spcc) – organo di coordinamento dell’attività scientifica della federazione – e per l’impegno profuso nel processo di definizione della nuova strategia Idf.
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ATTUALITÀ_IPA
L’UE DECIDA SUI PROBIOTICI L’APPELLO DI IPA EUROPE Le industrie sono penalizzate dalle attuali regole UE sull’indicazione degli organismi vivi negli alimenti che rallentano la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti di Rosanna Pecere Il 30 settembre è stata presentata a Bruxelles “Ipa Europe”, sezione europea dell’associazione internazionale dei probiotici, che ha inglobato anche le attività di Ylfa. Per l’occasione si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Towards a clear status for probiotics in Europe”, alla quale ha partecipato anche Assolatte. Circa 80 le persone presenti all’evento, tra cui il professor Lorenzo Morelli in veste di relatore, i funzionari della Dg Sante (la direzione “salute e sicurezza alimentare” della Commissione europea) che seguono i temi di etichettatura e nutrizione, rappresentanti dei ministeri della Salute di Italia, Belgio, Danimarca e Finlandia. Si è parlato della necessità di trovare soluzioni europee all’attuale situazione di stallo che sta fortemente penalizzando l’industria alimentare dell’Unione, soprattutto per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione di prodotto, vista l’impossibilità di utilizzare allegazioni che evidenzino la presenza di probiotici. L’esempio delle linee guida italiane è stato indicato come un modello positivo (anche Ipa sta lavorando ai criteri per l’uso del termine, come l’Italia ha già fatto nelle linee guida). Il dibattito sviluppatosi durante il simposio ha mostrato come l’argomento sia di grande interesse, grazie anche all’impegno italiano, che, con la richiesta di riconoscimento dentro i confini nazionali del termine “probiotico” come descrittore
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generico, ha aperto nuovamente il dibattito sul tema e messo in evidenza come, a suo tempo, non sia stata fatta un’adeguata valutazione sull’utilizzo e la classificazione di tale termine. IN ITALIA LE PRIME LINEE GUIDA Il caso dell’Italia è di particolare interesse in quanto è il primo Paese europeo ad aver adottato delle “Linee guida sui probiotici”, nelle quali venivano fissate le condizioni per l’utilizzo del termine per i prodotti alimentari e integratori, molto prima dell’adozione del Regolamento claims. Oggi non esiste una definizione comunitaria dei termini “batteri probiotici” o “probiotici”, né il loro utilizzo è stato regolamentato con leggi europee in ambito alimentare. Di conseguenza, dal 14 dicembre 2012, in base alla normativa Ue sui claim nutrizionali e salutistici, non è più consentito evidenziare la presenza di probiotici nell’etichettatura e nella pubblicità di prodotti alimentari. Inoltre, poiché gli effetti del probiotico sono ceppo-specifici, il termine “probiotico” di per sé non può essere oggetto di un’autorizzazione da parte dell’Efsa come “indicazione salutistica”. L’Italia sostiene che il consumatore ha diritto di conoscere la presenza di probiotici ad esempio nello yogurt, mentre qualsiasi indicazione salutistica sulla funzione svolta dai singoli ceppi probiotici dovrà essere valutata all’interno della procedura di autorizzazione dell’Efsa prevista dal Regolamento claims. La Dg Santé intende affrontare il tema come prioritario e ha mostrato una maggiore apertura che in passato a lavorare per una soluzione concreta da presentare agli Stati membri. Il professor Morelli ha rilevato come il Regolamento claims non sembra aver assolto in pieno
la sua funzione: infatti, mentre i detergenti possono indicare il contenuto di probiotici, questa possibilità è negata ai prodotti alimentari. Segnali positivi sono arrivati da parte dell’Efsa, che – a differenza del passato – ha accettato di dialogare sul tema e ha annunciato che è stato avviato un processo di revisione delle linee guida per la presentazione delle domande di autorizzazione, sulla base dell’esperienza passata, che dovrebbe facilitare la presentazione dei dossier di richiesta dei claim salutistici. Recentemente anche l’autorità alimentare elvetica ha autorizzato l’uso del termine “probiotico”, sulla base di una richiesta di autorizzazione per un claim salutistico, che sembra aver seguito una procedura analoga a quella prevista dall’Efsa.
ATTUALITÀ news CENTRALE DEL LATTE TORINO
TROFEO SKI LATTE
NOVITÀ DI PACKAGING
PRONTI PER L’EDIZIONE 2016?
Centrale del Latte di Torino presenta nuovi formati pensati per soddisfare le esigenze dei consumatori, in continua evoluzione. La prima novità è il latte a lunga conservazione Piemonte (120 gg di shelf life), parzialmente scremato o senza lattosio (alta digeribilità), venduto in formato “mini”: un pack da 250 ml, con un comodo tappo, pensato per chi beve poco latte o chi lo consuma fuori casa, in ufficio, a scuola o in palestra. Questo formato viene realizzato nella nuova linea di confezionamento di cui si è dotata l’azienda: Tetra Pak Edge. Anche la linea di panna della Centrale presenta nuovi formati. Le versioni di panna da montare e da cucina (sia fresca sia Uht a lunga conservazione), e quella da cucina Uht a lunga conservazione si presentano nelle nuove e moderne confezioni Tetra Pak Edge da 200 ml, le prime anche dotate del comodo tappo richiudibile.
L’edizione 2016 del Trofeo Ski Latte avrà luogo domenica 31 gennaio sulle piste di Folgaria. La manifestazione è arrivata alla sua Centrale del Latte Centrale del Latte 19esima edizione: il di Vicenza di Milano debutto è avvenuto nel 1995 sulle nevi del Monte Bondone, grazie alla passione per la neve e all’amore per il latte di due carissimi amici: Antonio Trifilò della Centrale del Latte di Milano ed Emiliano Feller della Centrale del Latte di Trento. Tra 1996 e 2000 si sono tenute cinque edizioni, tutte svoltesi sulle nevi del Monte Bondone. Dopo una breve interruzione, la manifestazione è ricominciata nel 2004 a Folgaria, per proseguire tutti gli anni con il costante impegno di Antonio Trifilò ed Emiliano Feller. E ora tutti gli appassionati di sci sono convocati per l’edizione 2016. Per maggiori informazioni: www.skilatte.it kil tt it
ATTUALITÀ news
AFIDOP SUCCESSO A EXPO PER LA
GRANAROLO
“PIAZZA DEI FORMAGGI”
SHOPPING IN NUOVA ZELANDA
Grande successo per la “piazza dei formaggi”, l’area di Expo curata da Afidop insieme ai Consorzi di tutela, dove i consumatori hanno potuto scoprire, apprezzare e conoscere da vicino i famosi e prestigiosi formaggi Dop italiani, grazie al percorso multimediale che ha svelato “segreti”, caratteristiche, storia e peculiarità di alcuni dei più famosi formaggi italiani tutelati: Asiago, Caciocavallo Silano, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Piave e Provolone Valpadana. Il percorso di conoscenza degli aspetti legati alla modalità di produzione, al rapporto con la tradizione e al legame con il territorio è poi continuato all’esterno del padiglione Cibus è Italia, dove i formaggi Dop si sono fatti assaporare e degustare, rivelando tutte le sfumature di gusto, aroma e consistenza, nonché i tempi diversi di maturazione e stagionatura. In questo spazio, per tutti i sei mesi di Expo, i Consorzi di tutela si sono avvicendati nel presentare e proporre i loro formaggi, portando sotto i riflettori del mondo le eccellenze della produzione casearia italiana. Ogni giorno sono stati proposti show cooking, laboratori di degustazione, incontri con casari ed esperti.
Il Gruppo Granarolo ha finalizzato un’operazione di acquisizione che porterà la sua controllata Granarolo International a detenere una partecipazione del 25% nel capitale sociale di European Foods, primario importatore e distributore di prodotti alimentari italiani in Nuova Zelanda. Prevista anche un’opzione di acquisto di un’ulteriore quota del 26%, da esercitare entro 12-18 mesi. Granarolo International potrebbe così arrivare al 51% del capitale di European Foods, che ha sede ad Auckland, fattura oltre 6 milioni di euro e distribuisce prodotti made in Italy sia nel canale retail che nel foodservice. Attraverso quest’operazione, Granarolo intende accedere al mercato neozelandese per poter distribuire una gamma di prodotti tra cui, in particolare, quelli caseari quali Parmigiano Reggiano, Grana Padano e pecorino. “La Nuova Zelanda è un Paese molto interessante, un mercato in solida crescita con consumatori che hanno elevata capacità di spesa e predilezione per i prodotti made in Italy di qualità – ha dichiarato il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari –. L’operazione ci consentirà, inoltre, di poter ampliare il nostro raggio d’azione anche all’Australia, così come ai Paesi del Sudest asiatico con i quali la Nuova Zelanda vanta accordi di libero scambio”. L’operazione si inserisce nel piano strategico 2012-2016 che, attraverso un percorso di internazionalizzazione, ha l’obiettivo di raggiungere il 40% dei ricavi sui mercati esteri. L’attesa di European Foods è il raddoppio di fatturato entro il 2018.
PARMIGIANO-REGGIANO HAPPY EXPO 2015 Preconsuntivo più che positivo per la partecipazione a Expo Milano 2015 del Consorzio del Parmigiano Reggiano: quasi due milioni di visitatori sono entrati in contatto con il prodotto (la metà l’ha degustato) e 500 delegati internazionali hanno potuto conoscerlo a Cibus è Italia. “L’aspetto più rilevante della partecipazione a Expo – spiega il presidente del Consorzio Giuseppe Alai – è il che abbiamo potuto presentare adeguatamente il prodotto, scegliendo luoghi ed eventi dove parlare con i consumatori delle sue caratteristiche, dei valori distintivi, delle proprietà nutrizionali e della versatilità come alimento e ingrediente. Abbiamo organizzato eventi rivolti a centinaia di medici ed esponenti della ristorazione di qualità e portato nel comprensorio di produzione decine di delegazioni di giornalisti e operatori commerciali, in prevalenza stranieri”. “Il maggior numero di contatti – spiega il direttore del Consorzio Riccardo Deserti – lo abbiamo registrato grazie alla presenza in esclusiva nel ‘Supermercato del futuro’ dove si sono alternati 72 caseifici in un corner in cui personale specializzato ha presentato il prodotto di due diverse stagionature. Inoltre, uno spazio specifico è stato dedicato alla gamma delle particolari eccellenze del Parmigiano Reggiano: stagionature classiche e lunghissime, prodotto di montagna, biologico e derivante dal latte di razze di bovine autoctone”. Nel corner, più di 10.000 consumatori (più del 20% stranieri), hanno anche acquistato il Parmigiano Reggiano. In termini di contatti e degustazioni particolarmente rilevante è stata, poi, l’incidenza della partecipazione alle iniziative della Regione Emilia-Romagna, quelle realizzate in collaborazione con Unioncamere e Slow Food, dove nel padiglione delle biodiversità si è tenuto un mese di degustazioni guidate.
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PROTAGONISTI
AGRIFORM, la qualità da sola non basta
La cooperativa, fondata da 12 soci nel 1980 per lavorare e commercializzare in tutto il mondo i più importanti formaggi della regione, oggi è uno dei principali player del settore di Massimo Forino Spesso leggiamo che “piccolo è bello”. Un concetto certamente romantico, ma altrettanto poco adatto a misurarsi sui mercati, soprattutto oggi che – salvo rare eccezioni – per essere competitivi la sola strada percorribile è quella della crescita. Agriform, la cooperativa di cui parliamo questo mese, nasce proprio per superare i limiti delle piccole aziende e fare massa critica. In poche parole, per essere protagonista sul mercato. Siamo a pochi chilometri da Verona e a poche decine di metri da uno dei nodi autostradali più importanti e trafficati del nostro Paese. È qui che, nel 1980, un gruppo di cooperative venete decide di dare vita a una nuova realtà che porzioni, confezioni e commerci i loro prodotti, cioè i formaggi della grande tradizione del Nordest: Grana Padano, Asiago, Montasio, Piave, Monte Veronese e altri, forse meno noti, ma altrettanto legati al territorio. Così nasce Agriform, una cooperativa di secondo grado,
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che nel giro di pochi anni diventa uno dei principali player del settore, certamente la più importante azienda di formaggi duri del Veneto. I soci sono 12: Lattebusche e Latterie Vicentine in testa, raccolgono il latte da migliaia di stalle, tutte ubicate in Veneto, lo lavorano e poi mandano qui i loro formaggi per il completamento della stagionatura e – soprattutto – per la commercializzazione. Lo stabilimento di Sommacampagna, cuore pulsante dell'azienda, può stagionare più di 200mila forme di Grana Padano e ha impianti di porzionatura e confezionamento tecnologicamente molto avanzati. Perché in Italia la tecnologia è fondamentale anche per i prodotti più legati alla tradizione, perché garantisce la qualità che chiedono i consumatori e la distribuzione organizzata e perché solo un gruppo industriale può oggi garantire gli standard qualitativi richiesti dal mercato. Passione, lavoro, impegno e
capacità di guardare lontano. In poco tempo arrivano i successi, non solo in Italia, ma anche all'estero, dove Agriform realizza più di un terzo del proprio fatturato, portando i suoi prodotti in più di 50 Paesi. Alla guida dell'azienda, da alcuni anni, c’è Nisio Paganin, col quale abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Paganin, stiamo uscendo da anni difficili, caratterizzati dalla crisi economica, dalla perdita di potere d'acquisto dei consumatori. La crisi ha colpito anche il settore alimentare e i grandi formaggi Dop. L’export è la sola voce che ha tenuto e che sta continuando a regalare soddisfazioni alle imprese. Ma si può vivere di solo export? O è necessario diventare più competitivi anche sul mercato interno? Il mercato globale è davvero una realtà. Da tempo. Le distanze si sono ridotte e anche nei più remoti angoli del pianeta la
CONOSCIAMOLO MEGLIO
NISIO PAGANIN Nisio Paganin è uomo di montagna. È originario di Asiago, l'altopiano che durante la Grande Guerra ha visto cadere centinaia di migliaia di ragazzi italiani, mandati qui a fermare chi dell'Italia voleva far colonia. Molto stimato per le sue doti umane e professionali, è un uomo serio e riservato, come tanti "montanari", ma è dotato di un senso dell'umorismo sottile e acuto. Ha studiato Agraria a Padova e lavora in Agriform dalla nascita dell'azienda, dove è arrivato pochi mesi dopo essersi laureato. Si può quindi dire che in Agriform ha percorso tutta la sua vita professionale. È padre di due ragazzi, ormai grandi dei quali è giustamente orgoglioso, ed è nonno altrettanto soddisfatto. Oltre a essere il direttore generale di Agriform, è nel comitato esecutivo del Consorzio di tutela del Grana Padano e presidente della commissione formaggi della Camera di Commercio di Verona. Quali sono i suoi hobby? Non colleziono nulla... Un posto in cui vorrebbe tornare? L’Islanda e i fiordi della Norvegia. Lo sport preferito? Lo sci, soprattutto, ma devo correre per non ingrassare. La squadra del cuore? Asiago Hockey Club, ma spero che il Chievo calcio resti in A. Sul suo comodino ci sono? Quelli di Mario Rigoni Stern e altri libri sulla Grande Guerra. Il cantante preferito? Sono rimasto ai cantautori degli anni Settanta, con Lucio Battisti prima di tutti gli altri. Cucina tradizionale o innovativa? Entrambe. Il piatto preferito? Pesce crudo. Il formaggio più buono? Non lo direi neanche sotto tortura! Cosa non manca mai nel suo frigo? Un buon gelato (nel freezer). Il suo motto? Chi non ha più sogni nel cassetto è un uomo vecchio. Il film che ha amato di più? "Fuga da Alcatraz". E il libro? "Storia di Tönle" di Mario Rigoni Stern.
IL MONDO DEL LATTE 31
PROTAGONISTI competizione non manca. Oggi più del 40% del fatturato. Di la qualità è un prerequisito, ma questo, oltre il 70% va nei non basta. Se l’impresa non è Paesi extra Ue, soprattutto anche efficiente nel Nordamerica è destinata ma anche in all’insuccesso. Paesi remoti "Vogliamo L’idea che il e complicati, essere quelli mercato sia dove le barriere sempre disposto a d'ingresso e i del km pagare il costo di vincoli autarchici 10.000" un prodotto è una ci rendono la vita trappola mortale. molto difficile. Il consumatore è Non c’è un Paese infedele e spietato. E i buyer che dia più soddisfazione di un lo sono ancora di più. Vale allo altro; ognuno rappresenta una stesso modo sfida per la crescita. Vendere nel mercato interno e in quello in Nuova Zelanda dà lo stesso internazionale. piacere di portare ghiaccioli Con “Oro del tempo” avete agli esquimesi. Vale anche voluto scommettere su una per la Georgia, il Paraguay, linea di prodotti a lunga e la Thailandia. Noi non siamo lunghissima stagionatura, quelli del "km zero", vogliamo contraddicendo chi sostiene essere quelli del "km 10.000". che i consumatori cercano Principio che vale ancor più per prodotti meno saporiti e le nostre Dop locali: Asiago meno "difficili"... e Piave, in particolare. Lo Abbiamo pensato a “Oro del confesso: sono i nostri figli Tempo” (il progenitore del prediletti. Riserva) nel 1998. L’idea nasce Il tema delle imitazioni dei dalla convinzione che Grana nostri prodotti e dei nostri Padano e Parmigiano Reggiano nomi è molto sentito e nel segmento di alta gamma crea non pochi problemi a non hanno differenze qualitative chi produce ed esporta gli così marcate da giustificare autentici prodotti italiani. un gap di prezzo così alto. Del Cosa ne pensa delle attuali resto il Nordest, e il Veneto trattative tra Ue e altri in particolare, hanno sempre Paesi? Quali strumenti si avuto una propensione per il potrebbero utilizzare per consumo di Grana Padano molto stagionato e di alta qualità. Quanto vale questo segmento nel vostro portafoglio prodotti e qual è la risposta della Gdo e dei consumatori? Rimane una nicchia (qualche punto percentuale del nostro fatturato), dove comunque rimaniamo leader di mercato, in costante crescita, anche ora che il segmento è condiviso da altri competitor e riconosciuto dal Consorzio. Ma è la selezione che fa la differenza. La stagionatura da sola non basta: è cioè condizione necessaria, ma non sufficiente. Siete una realtà importante anche all'estero. Quali sono i prodotti e i Paesi che vi danno le maggiori soddisfazioni? Esportiamo in oltre 50 Paesi
32 IL MONDO DEL LATTE
contrastare questa diffusa ondata di made in Italy fasullo? Il tema è vasto, noto e abusato. Imitazioni e contraffazioni sono problemi diversi e distinti. Le seconde vanno combattute con tutta la forza e con tutte le risorse che abbiamo. Le prime, invece, rappresenteranno sempre un osso duro, un problema da risolvere... come la "Settimana Enigmistica". Del resto il 90% degli americani che consumano Asiago (quello made by Belgioioso o by Sartori), sanno perfettamente che si tratta di “American asiago”. Purtroppo è una scelta che fanno consapevolmente. Non sarà facile appropriarsi di questa importante fetta di mercato. Ma è la sfida più importante che abbiamo davanti.
AGRIFORM IN PILLOLE: SEDE: SOMMACAMPAGNA (VR) SOCI: 12 COOPERATIVE DEL NORDEST. LE PRINCIPALI SONO LATTEBUSCHE E LATTERIE VICENTINE PRODOTTI E MARCHI PIÙ IMPORTANTI: GRANA PADANO, PARMIGIANO REGGIANO, ASIAGO, PIAVE, MONTASIO, ORO DEL TEMPO, MARCO POLO FATTURATO TOTALE: 150 MILIONI DI EURO FATTURATO EXPORT: 62 MILIONI DI EURO
ECONOMIA
LA RINUNCIA È SERVITA
Il rapporto Coop 2015 certifica tendenze già abbozzate in altri studi: anche se c’è una timida ripresa dei consumi, gli italiani hanno radicalmente cambiato il modo di approcciarsi alla spesa alimentare. Con meno quantità e meno calorie, ma soprattutto rifuggendo da molti alimenti abituali in nome di un “rinunciatarismo” spesso senza reali motivazioni di Manuela Soressi Italiani a stecchetto: nella patria del mangiar bene il vento è decisamente cambiato. Il menu alimentare ne ha fatto decisamente le spese e, di conseguenza, anche il carrello della spesa non è più quello di un tempo. Dopo 50 anni in cui gli italiani hanno arricchito e variato la loro alimentazione quotidiana, scoperto nuovi alimenti (italiani ed esotici) e premiato i cibi figli del benessere economico (e quindi i più raffinati, arricchiti, potenziati e pratici), ora si assiste a una svolta in direzione opposta. Dal “più” si passa al “meno”. E a vincere sono gli alimenti “senza”: che sia glutine o lattosio, zucchero o grassi, ingredienti di provenienza animale od Ogm, pesticidi o coloranti, conservanti od
NON SOLO VEGANI: LE NUOVE TRIBÙ ALIMENTARI
IL MONDO DEL LATTE 35
ECONOMIA COME CAMBIA IL CARRELLO DELLA SPESA (VARIAZIONE VENDITE ANNUE SU A.T. GIUGNO 2015)
TOP TEN
VAR. %
FOCACCE CONFEZIONATE
+146%
Fonte: Ref Ricerche su dati Nielsen
BOTTOM TEN
VAR. %
DETERSIVI LAVATRICE IN POLVERE
-12%
CIBI A BASE DI SOIA
+62%
LATTE FRESCO
-8%
PRODOTTI SENZA GLUTINE
+50%
COLE
-7%
POLLO E CONIGLI CRUDI
+40%
NETTARI
-6%
BEVANDE ALLA SOIA
+27%
THE PRONTO
-5%
INTEGRATORI DIETETICI
+22%
POLLO E CONIGLI COTTI
+18%
SNACK DI CIOCCOLATO
+10%
PROSCIUTTO COTTO AFFETTATO
+8%
ACQUA NON GASSATA
+2%
olio di palma, colesterolo o sale, importa relativamente. L’importante è che sia cibo alternativo a quello che si è consumato negli ultimi decenni. Un atteggiamento che molti sociologi stanno analizzando e spiegando con varie motivazioni, e che il Rapporto Coop 2015 fotografa con la consueta ricchezza di dati. Secondo lo studio – redatto dall’Ufficio Studi di AnccCoop con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di Gfk, Demos, Doxa e Ufficio Studi Mediobanca –
26% i consumatori di prodotti biologici e naturali, del 55% quelli che sceglieranno cibi dietetici e del 45% quelli che acquisteranno alimenti salutistici. Mentre gli italiani che dichiarano di mangiare prodotti tipici e locali, dall’attuale 66% scenderanno al 49% della popolazione nazionale.
NUOVI MODELLI DI CONSUMO Siamo i più magri e tra i più longevi d’Europa, ci FRUTTA FRESCA CONFEZIONATA -5% concediamo meno vizi rispetto CARTA IGIENICA -3% al passato (a partire da alcol MOZZARELLA VACCINA -3% e fumo) e ci ha preso la passione per il fitness (il 54% YOGURT AI GUSTI -3% degli italiani pratica sport CAFFÈ TOSTATO MACINATO -2% più di due ore a settimana). Mangiamo la stessa quantità di cibo degli anni Settanta, i vegetariani sono il 10% ma, per la prima volta, nel della popolazione e i vegani 2014 è diminuita la quantità il 2% (di cui 1/3 concentrato di calorie che nel Nord-ovest). introduciamo. Aumentano Le vendite di Anche il carrello anche fruttariani, crudisti e alimentari sono della spesa si alleggerito: reducetariani. in lieve ripresa e è-13,1% la battuta Così come il downgrading di cassa tra 2007 continua a e 2014. A caccia crescere il della spesa si di risparmio, le mercato del sta attenuando. famiglie hanno biologico, che Ma indietro rincorso le offerte nell’ultimo anno promozionali e ha aumentato del non si torna cambiato il mix dei 20% le vendite. prodotti acquistati, Le previsioni in molti casi scendendo fanno presagire che non si tratti di una moda passeggera: lungo la scala di prezzo, in altri riducendo il consumo di in futuro cresceranno del
PER QUALI PRODOTTI GLI ITALIANI SAREBBERO DISPOSTI A SPENDERE DI PIÙ (% RISPOSTE MOLTO/ABBASTANZA DISPONIBILE)
70%
100% NATURALE
65%
OGM FREE
36 IL MONDO DEL LATTE
62%
BIO
61%
SENZA AROMI ARTIFICIALI
Fonte: Ref Ricerche su dati Nielsen
60%
60%
59%
56%
SENZA COLORANTI
SENZA/BASSO COLESTEROLO
ELEVATO CONTENUTO DI FIBRE
SENZA/POCO ZUCCHERO
55%
55%
SENZA/POCO SENZA/POCHE SALE CALORIE
alcuni beni e talvolta anche rinunciandovi del tutto. Per un Paese come l’Italia, dove i consumi alimentari sono sempre stati considerati “garantiti” e anticiclici, si può parlare di un vero cambiamento culturale, dettato da una frattura generazionale (i giovani dedicano meno tempo alla preparazione del cibo, anche per effetto della femminilizzazione del mercato del lavoro) e dall’arrivo di molti stranieri, che hanno abitudini di consumo differenti da quelle italiane. Incide, e molto, anche l’accentuarsi della clessidra sociale, per cui una bella fetta di classe media si trova alle prese con una riduzione del reddito disponibile mentre la fascia sociale più bassa viene spinta ai limiti della povertà. L’Italia, insomma,
I VALORI CHE SPINGONO A (% RISPOSTE MOLTO/ ABBASTANZA IMPORTANTE)
GLI ITALIANI A TAVOLA SONO PIÙ ATTENTI ALLA LINEA PER LA PRIMA VOLTA DIMINUISCONO LE CALORIE CONSUMATE 3.463 3.141
ANNI ‘70
3.478 ANNI ‘80
3.573 ANNI ‘80
3.613 3.538 ANNI 2000
ANNI ‘10
ANNI ‘60 kcal pro capite/giorno - Fonte: Ref Ricerche su dati Fao
Ref ricerche su Insomma, la crisi dati Nielsen ha colpito pesante Oggi il 40% del inserite nel sulle fasce medie cibo consumato rapporto Coop: e medio-basse ci sono ben della popolazione, in Italia è di tre prodotti che hanno dovuto origine animale lattiero-caseari fare economie, nella classifica mentre le classi dei primi più abbienti dieci che nell’ultimo anno hanno anch’esse alleggerito hanno segnato le peggiori il carrello, non per ragioni performance nel largo consumo confezionato. COMPRARE UN CIBO Sono il latte fresco (-8%), la mozzarella vaccina (-3%) e lo 100% NATURALE 86% yogurt ai gusti (-3 per cento). SENZA COLORANTI 84% Nello stesso arco di tempo OGM FREE 80% le referenze a base di soia hanno registrato un +62% ELEVATO CONTENUTO DI FIBRE 79% (ma partono da valori assoluti SENZA AROMI ARTIFICIALI 78% molto contenuti) e gli alimenti SENZA/BASSO COLESTEROLO 76% gluten free hanno messo a segno un +50 per cento. SENZA/POCO ZUCCHERO 72% Poiché latte fresco, mozzarella SENZA/POCO SALE 71% e yogurt ai gusti sono prodotti SENZA/POCHE CALORIE 67% storicamente ben presenti nel paniere di spesa degli BIOLOGICO 66% italiani e con elevati tassi di
è sempre più bipolare: il reddito detenuto dal 20% delle famiglie più ricche è ormai arrivato al 38% di tutto quello nazionale, ma intanto il 17% delle famiglie arriva a stento (o non arriva proprio) a coprire i consumi essenziali. Parlando di alimentazione, il 33% dei bambini è in sovrappeso od obeso, ma 1,3 milioni di minori non possono permettersi pasti regolari. E ancora, i bevitori di alcolici sono diminuiti del 13% nell’arco di un decennio, ma le vendite di vini pregiati (come spumanti e champagne) sono cresciute del 3% nel solo 2015.
economiche, ma salutistiche, etiche e “filosofiche”. Per questo motivo, gli esperti ritengono che la riduzione della spesa alimentare, oltre che la reazione contingente agli effetti della crisi, potrebbe riflettere l’emergere di stili di vita destinati a protrarsi nel tempo. Siamo ancora consumatori, quindi, ma non più consumisti? LATTICINI SOTTO ATTACCO Per latte, yogurt e formaggi il futuro sembra mettere sul piatto numerose sfide. A parlare sono le elaborazioni
IL MONDO DEL LATTE 37
ECONOMIA consumo, quest’andamento lascia spazio a molte riflessioni. Il calo degli acquisti da parte dei consumatori non può essere attribuito solo all’assottigliamento del budget destinato alla spesa alimentare. Contano, anche, tematiche nutrizionali e dietetiche, effetti di sostituzione con altri prodotti ritenuti più adatti alle proprie esigenze e il cambio di sensibilità dei consumatori, sempre meno attratti dai prodotti realizzati dall’industria, considerati troppo “elaborati”. Basta vedere cosa hanno risposto gli intervistati alla domanda “Quanto sono importanti gli attributi salutistici nella scelta di cosa acquistare?”: l’88% afferma che è molto/abbastanza importante che un alimento sia al 100% naturale, l’80% dice che dev’essere privo di coloranti e il 78% privo di aromi artificiali, per il 76% deve essere senza colesterolo o ne deve contenere poco, il 72% gradisce la scarsità o l’assenza di zucchero e il 71% di sale, il 67% punta sul ridotto apporto calorico. Queste percentuali sono confermate dalla disponibilità dei consumatori a spendere di più per acquistare cibi con caratteristiche giudicate moderne e premianti: sette intervistati su dieci sono interessati a comprare cibi del tutto naturali e sei su dieci quelli a basso contenuto calorico. IL FUTURO DELLA SPESA PASSA DAL WEB Gli stili alimentari intanto diventano sempre più liquidi, perché la lunga recessione ha plasmato un nuovo consumatore con cui relazionarsi che ha nuovi comportamenti e fa nuove richieste. Gli italiani sono diventati infedeli se è vero, come dice il Rapporto Coop, che in un anno le famiglie frequentano in media 21 punti vendita alimentari, di cui solo
38 IL MONDO DEL LATTE
COME CAMBIERÀ IL MENU DEGLI ITALIANI CONSUMI ABITUALI
TIPICI/ LOCALI TRADIZIONALI DEL TERRITORIO BIOLOGICI NATURALI CON CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ ETICI DIETETICI FUNZIONALI/SALUTISTICI VEGETARIANI/ VEGANI GENETICAMENTE MODIFICATI (OGM)
OGGI
IN FUTURO
66%
-17%
59%
-16%
35%
+26%
36%
+24%
16%
+19%
16%
+55%
13%
+45%
13%
+49%
3%
+55%
Fonte: Doxa per Coop
sei sono super o ipermercati. Poi, sharing economy da un lato (in Italia vale più di un miliardo) e rivoluzione digitale dall’altro, stanno cambiando faccia al Paese. E la rete la fa da padrona. È sul web, secondo lo studio Coop, il mercato più promettente di oggi e del futuro: il fatturato dell’ecommerce nel 2014 ha superato i 14 miliardi di euro e, secondo le proiezioni, salirà a 17,5 miliardi nel 2015. Il web sta velocemente
diventando un canale appetibile anche per il food. Siamo lontani ancora dal 10% degli acquisti alimentari in rete del Regno Unito, ma in Italia, dove la quota degli acquisti di cibo sul totale e-commerce è pari all’1%, è più la debolezza dell’offerta che non la scarsa domanda a fare la differenza. Oltre il 70% degli italiani ritiene il web un canale commerciale interessante e già oggi 4 milioni di persone acquistano cibo on line; nel 2014 erano 3,5 milioni.
PRIMO INGREDIENTE: L’ESPERIENZA.
Latte selezionato con cura dai migliori allevamenti, lavorazione e salatura manuale, sapiente stagionatura su tavole di legno, attrezzature all’avanguardia, scrupolosa attenzione ai processi produttivi. Tutto questo costituisce la nostra semplice ricetta, che non cambia da quattro generazioni: per noi l’ingrediente più importante è ancora l’uomo.
Eredi Angelo Baruffaldi srl Via Roma, 32 - Castellazzo Novarese (NO) - ITALIA info@eredibaruffaldi.com www.eredibaruffaldi.com
ECONOMIA
CONSUMI: LATTE E BURRO GIÙ, SALE LA PANNA
Continua il trend al ribasso per i consumi di latte alimentare in Italia. In caduta anche il burro, crescono invece gli acquisti di panna. I futures sul 2016 confermano queste tendenze, dovute al cambio delle abitudini alimentari e alla sempre maggior importanza del fattore prezzo di Samuele Ferrigato
Niente di nuovo sul fronte dei consumi di latte alimentare in Italia. Il 2015 che volge al termine non vedrà grandi cambiamenti rispetto allo scenario tratteggiato dai dati definitivi del 2014, dove a dominare è stato il segno meno, ad eccezione del segmento alta digeribilità. Rispetto agli anni scorsi sono calati anche gli acquisti di burro (-1% a volume, che segue il -1,6% di due anni fa), mentre sono saliti, anche se di poco, i consumi di panna (+1,1% a volume e +2,2% a valore). Anche le previsioni sul 2016 non si discostano molto da questo trend. La produzione resta concentrata: più dei due terzi del settore sono in mano a una decina di imprese, mentre diversi operatori sono impegnati in interventi di razionalizzazione della struttura produttiva e logistica. A certificare questi trend sono i numeri contenuti in un report realizzato da Databank, agenzia specializzata nel reporting analitico di settore e nelle ricerche di mercato.
40 IL MONDO DEL LATTE
DELATTOSATO SEMPRE PIÙ FORTE Nel 2015 il comparto del latte confezionato (che comprende fresco, Esl e a lunga conservazione) dovrebbe registrare un calo a valore del 4,5% rispetto al 2014, attestandosi su 2.543.500 euro. Il segmento del latte fresco ed Esl dovrebbe registrare una contrazione del 3,3% a volume e del 4,2% a valore. L’Esl da solo ha invece fatto segnare un +1,3% a volume dovuto al buon andamento delle aziende di marca e delle private label, che, però, se confrontato con il +7% di due anni fa, certifica comunque un deciso rallentamento. Il comparto Uht ha visto una riduzione a volume del 2,4 per cento. Le importazioni sono scese del 2,2% a volume, ma anche la produzione nazionale sarà in flessione rispetto al 2014: -2,2 per cento. Da sottolineare come non conosca ostacoli lo sviluppo del segmento alta digeribilità: sul rapporto Databank si legge di un +7,1% a volume nel 2014 rispetto al 2013, dopo il +6,9% della rilevazione
IL TREND DEL LATTE ALIMENTARE CONFEZIONATO(a): DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA TRA 2012 E 2016 (MLN €) PREVISIONE
Produzione Import(b) Export Saldo commerciale Mercato interno Export/produzione (%) Import/mercato (%)
VAR%
VAR%
VAR%
VAR%
2012
2013
2014
2015
2016
16/15
15/14
14/13
13/12
2.401,0 350,5 4,7 -345,8 2.746,8 0,2 12,8
2.337,0 375,4 5,3 -370,1 2.707,1 0,2 13,9
2.327,0 344,6 7,3 -337,3 2.664,3 0,3 12,9
2.245,0 307,0 8,5 -298,5 2.543,5 0,4 12,1
2.235,0 305,3 9,5 -295,8 2.530,8 0,4 12,1
-O,4 -0,6 11,8
-3,5 -10,9 16,4
-0,4 -8,2 37,7
-2,7 7,1 12,8
-0,5
-4,5
-1,6
-1,4
a) comprende latte fresco, latte Esl e latte a lunga conservazione b) è incluso il ricarico degli importatori Fonte: analisi Databank-Cerved Group su fonti varie
IL TREND DEL LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE CONFEZIONATO: DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA TRA 2012 E 2016 (000 TONS) PREVISIONE
VAR%
VAR%
VAR%
VAR%
2016
16/15
15/14
14/13
13/12
Produzione 1.590,00 1.532,00 1.550,00 1.516,00 1.515,00 Import 504,41 508,30 439,88 430,00 423,00 Export 7,53 7,70 15,10 18,00 20,00 Saldo commerciale -496,88 -500,60 -424,78 -412,00 -403,00 Mercato interno 2.086,88 2.032,60 1.974,78 1.928,00 1.918,00 Export/produzione (%) 0,5 0,5 1,0 1,2 1,3 Import/mercato (%) 24,2 25,0 22,3 22,3 22,1
-0,1 -1,6 11,1
-2,2 -2,2 19,2
1.2 -13,5 96,1
-3,6 0,8 2,3
-0,5
-2,4
-2,8
-2,6
2012
2013
2014
2015
Fonte: elaborazione Cerved-Databank su fonti varie
precedente. dovrebbero segnare una crescita dell’1,8%, Nel tratteggiare l’andamento dell’anno in mentre il future sui consumi di latte Uht è corso, gli analisti avvertono che il trend non stimato negativo di mezzo punto percentuale, muterà granché nel 2016, parzialmente attenuato dalla con una domanda di latte in probabile accentuazione dell’utilizzo ulteriore ridimensionamento, della leva promozionale da parte di Per invertire influenzata dagli stessi motivi che molte aziende del settore. questi trend hanno determinato il calo degli ultimi anni: cambiamento delle MONTA LA PANNA servirebbero abitudini alimentari con perdita Le previsioni per il 2015 dicono maggiore dell’abitudine di fare la prima che i consumi complessivi di panna innovazione colazione, campagne contro il saranno stabili, con una crescita consumo di latte perché ritenuto della pastorizzata a scapito dell’Uht. dei prodotti fonte di allergie, intolleranze Oltre a un maggior utilizzo di questo e campagne alimentari e responsabile di varie prodotto nelle case, dovrebbe di promozione sintomatologie, che spingono crescere l’impiego anche nei i consumatori verso prodotti canali professionali, in virtù di una vegetali. sempre maggiore attenzione all’uso In questo contesto, nel 2016 le vendite di latte di alimenti di qualità che evochino benessere e alimentare dovrebbero registrare un calo dello salubrità. 0,5% a valore sul 2015, con dinamiche differenti Lo scorso anno, invece, è stato caratterizzato per le diverse tipologie: le vendite di latte Esl da una crescita dei consumi e da un sensibile
IL MONDO DEL LATTE 41
ECONOMIA IL TREND DEL LATTE FRESCO ED ESL(a): DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA(b) TRA 2012 E 2016 (IN VALORE E VOLUME) PREVISIONE
Produzione (000 tons) Produzione (Mln €) Import (000 tons) Import (Mln €) Mercato interno (000 tons) - di cui Esl (000 tons) Mercato interno (Mln €) - di cui Esl (Mln €) Import/consumo a volume Import/consumo a valore
VAR%
VAR%
VAR%
VAR%
2012
2013
2014
2015
2016
16/15
15/14
14/13
13/12
1.122,0 1.161,0 60,0 30,0 1.182,0 154,8 1.191,0 151,8 5,1 2,5
1.073,0 1.117,0 56,0 32,0 1.129,0 165,6 1.149,0 162,7 5,0 2,8
1.042,0 1.089,0 54,5 29,5 1.096,5 168,6 1.118,5 168,8 5,0 2,6
1.007,0 1.045,0 53,2 27,0 1.060,2 170,8 1.072,0 170,0 5,0 2,5
980,0 1.030,0 53,3 27,3 1.033,3 172,5 1.057,3 173,0 5,2 2,6
-2,7 -1,4 0,2 1,1 -2,5 1,0 -1,4 1,8
-3,4 -4,0 -2,4 -8,5 -3,3 1,3 -4,2 0,7
-2,9 -2,5 -2,7 -7,8 -2,9 1,8 -2,7 3,7
-4,4 -3,8 -6,7 6,7 -4,5 7,0 -3,5 7,2
a) nel segmento del latte pastorizzato i consumi quasi coincidono con la produzione per la ridotta incidenza del commercio con l’estero (non significative le esportazioni) b) è incluso il ricarico degli importatori Fonte: elaborazione Cerved-Databank su fonti varie
IL TREND DELLA PANNA UHT: DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA TRA 2012 E 2016 (000 TONS) PREVISIONE
Produzione Import Export Saldo commerciale Mercato interno Export/produzione (%) Import/mercato (%)
VAR%
VAR%
VAR%
VAR%
2012
2013
2014
2015
2016
16/15
15/14
14/13
13/12
54,14 17,16 7,60 -9,56 63,70 14,0 26,9
55,46 15,84 7,00 -8,84 64,30 12,6 24,6
57,20 13,55 7,25 -6,30 63,50 12,7 21,3
56,90 14,60 8,5 -6,10 63,00 14,9 23,2
57,20 15,00 9,00 -6,00 63,20 15,7 23,7
0,5 2,7 5,9
-0,5 7,7 17,2
3,1 -14,5 17,2
-2,4 -7,7 -7,9
0,3
-0,8
-1,2
0,9
Fonte: elaborazione Cerved-Databank su fonti varie
calo delle importazioni, ampiamente compensato dall’incremento della produzione. In particolare si è assistito a un’avanzata dei volumi di vendita della panna pastorizzata (+1,1%), che ha trascinato anche i prezzi (+2,2%). Performance negativa invece per la panna Uht, con consumi in calo dell’1,2% rispetto al 2013 e prezzi in progressione dell’1 per cento. Cambio di direzione per le importazioni: dopo gli andamenti negativi registrati nel 2013 e nel 2014, ora l’import registra un valore positivo del +7,7% e si prevedono nuovi aumenti anche per il 2016. IL BURRO SI SCIOGLIE Per il mercato del burro l’elaborazione dei dati fornita da Databank ipotizza un 2015 negativo (-0,6% a volume) in presenza di una dinamica che vede una diminuzione della frequenza di
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acquisto e delle quantità consumate più che un calo degli acquirenti. Il 2014 ha ricalcato il 2013, è stato cioè un anno negativo (-1% a volume), penalizzato dalla concorrenza dei condimenti vegetali e da un accentuarsi della tendenza salutistica che limita il consumo di grassi animali. Più marcato il calo della produzione (-2,3% a volume), dovuto al prodotto d’importazione, cresciuto dell’11,4%, grazie a prezzi in calo del 5,1 per cento. LATTE, PROBLEMI E SOLUZIONI La perdita del potere d’acquisto del consumatore a causa del difficile momento dell’economia nazionale, l’aumento dell’intensità competitiva e il continuo sviluppo delle private label con un posizionamento di prezzo estremamente basso hanno portato i principali competitor a una maggiore attenzione a questa
Se non è D.O.P. non è Stelvio Dalla consistenza morbida e con gusto unico e intensamente aromatico – lo Stelvio D.O.P. convince gli amanti del formaggio anche più esigenti. Nasce dal latte freschissimo degli alpeggi di montagna ed è tuttora l’unico formaggio dell’Alto Adige ad essere D.O.P. – ovvero di origine protetta. Il marchio D.O.P. è sinonimo di alta qualità, autenticità e garanzia di provenienza. Stelvio – una storia di successo che si riscrive da quasi un secolo.
www.mila.it
• Stelvio D.O.P. è un pregiato formaggio di montagna, ispirato alla migliore tradizione artigianale dell’ Alto Adige. • Le nostre mucche vengono nutrite con sostanze vegetali al 100% prive di organismi geneticamente modificati. • Il latte fresco viene raccolto giornalmente da circa 450 masi di montagna dell’Alto Adige. • La stagionatura dello Stelvio dura minimo 60 giorni.
T r a d i z i o n e e Pa s s i o n e
www.formaggiostelvio.it
ECONOMIA IL TREND DELLA PANNA PASTORIZZATA: DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA IN VOLUME E VALORE TRA 2012 E 2016
Produzione e Mercato (000 tons) Produzione e Mercato (Mln €) Esportazione e importazione
PREVISIONE
VAR%
VAR%
VAR%
VAR%
2012
2013
2014
2015
2016
16/15
15/14
14/13
13/12
58,00 147,7 n.s.
58,15 148,0 n.s.
58,80 151,2 n.s.
59,30 150,0 n.s.
59,40 152,0 n.s.
0,2 1,3
0,9 -0,8
1,1 2,2
0,3 0,2
Fonte: elaborazione Cerved-Databank su fonti varie
IL TREND DEL BURRO CONFEZIONATO: DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA IN VOLUME, TRA 2012 E 2016 (000 TONS) PREVISIONE
Produzione Import Export Saldo commerciale Mercato interno Export/produzione (%) Import/mercato (%)
2012
2013
2014
2015
2016
63,05 6,91 1,26 -5,65 68,70 2,0 10,1
61,34 7,00 0,74 -6,26 67,60 1,2 10,4
59,94 7,80 0,84 -6,96 66,90 1,4 11,7
60,30 7,00 0,80 -6,20 66,50 1,3 10,5
60,05 7,20 0,85 -6,35 66,40 1,4 10,8
VAR%
VAR%
VAR%
VAR%
16/15
15/14
14/13
13/12
-0,4 2,9 6,2
0,6 -10,3 -4,8
-2,3 11,4 13,5
-2,7 1,3 -41,3
-0,2
-0,6
-1,0
-1,6
Fonte: elaborazione Cerved-Databank su fonti varie
leva rispetto al passato. Il fattore prezzo è una discriminante fondamentale dell’area, non solo nei confronti del consumatore finale, ma anche nella trattativa con la distribuzione moderna. Per movimentare un mercato statico, servirebbe una maggior dinamicità nella differenziazione e innovazione di prodotto, per offrire al consumatore referenze ad alto valore aggiunto che contribuirebbero anche a valorizzare il marchio. Databank sottolinea che la capacità di reperire con continuità materia prima di qualità a prezzi relativamente contenuti sta assumendo sempre più rilevanza a causa dell’instabilità dei prezzi del latte, fattore comune a tutte le aree di business trattate e in generale a tutto il settore lattierocaseario. PANNA, I PERCHÉ DI UN SUCCESSO Per il segmento della panna Uht i fattori determinanti per il successo di un’azienda sono la distribuzione (presenza nel punto vendita), il marchio e la specializzazione produttiva. La notevole possibilità di variare qualitativamente il prodotto e la sua funzione prevalentemente edonistica lasciano spazi di sviluppo a una politica basata sulla differenziazione del marchio e sulla segmentazione del mercato. Per il comparto della panna pastorizzata le strategie sono differenti a seconda del mercato di destinazione. Il canale extra retail risulta
44 IL MONDO DEL LATTE
particolarmente attento a fattori come servizio (capillarità distributiva, prodotti a elevato contenuto di servizio, condizioni di pagamento personalizzate), prezzo e costanza qualitativa. La domanda familiare è attenta all’immagine di marca dell’azienda produttrice. I margini aziendali, e quindi l’interesse per il segmento panna in un’ottica di medio periodo, sono fortemente influenzati dalla struttura produttiva dell’azienda: favoriti i produttori di latte Uht, che ottengono la panna come sottoprodotto della scrematura del latte, mentre i produttori di latte fresco hanno meno sinergie nel reperimento della materia prima. SINERGIE PER IL BURRO Comparto in genere scarsamente strategico, soprattutto per le imprese più grandi, è caratterizzato da consumi storicamente in contrazione e da margini contenuti. Fondamentali sono le strategie sul prezzo e sull’immagine di marca, in quanto permettono una politica di prezzo svincolata dall’andamento delle materie prime. Un fattore di successo non secondario sembra essere l’appartenenza alla filiera dei Grana. Non trascurabili, soprattutto in prospettiva, le sinergie d’immagine collegate all’appeal di Grana Padano e Parmigiano Reggiano e al lento sviluppo di una politica di marca anche in questo settore.
P A RT N E RS H I P C O N
Giovanni Ferrari Spa, che da sempre traduce l’amore per la tradizione nella selezione di prodotti che recuperano sapori autentici della nostra terra, realizza una partnership con i Presìdi Slow Food, che sostengono le produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori e recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione. La partnership con i Presìdi Slow Food si concretizza in una linea di prodotti unici, confezioni speciali per una degustazione da gourmet dove i formaggi della grande tradizione casearia Ferrari vengono proposti in abbinamento ai prodotti dei Presìdi Slow Food. Tra i formaggi abbinati i prodotti dei Presidi Slow Food, Ferrari propone l'eccellenza del Parmigiano Reggiano Prodotto di Montagna prodotto nel caseificio Ferrari di Bedonia nell'AltaValtaro (Parma) utilizzando esclusivamente latte montano. Grazie a Ferrari e al suo caseificio, viene valorizzata una produzione di nicchia e di alta qualità, quella del Parmigiano Reggiano DOP Prodotto di Montagna, preservando l’economia montana della zona e salvaguardando il territorio e l’attività delle persone che ci lavorano, da chi conferisce il latte e chi lo lavora da sempre con amore. occorrono oltre 20 mesi di stagionatura e Le linea si arricchisce grazie alla confezione con il Grana Padano Riserva: R tutto il talento di Ferrari per ottenere questo protagonista assoluto della tavola.
Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A. Strada Provinciale 107 - 26816 Ossago Lodigiano (LO) www.ferrariformaggi.it
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ECONOMIA
INDIA: l’export alimentare dell’Italia non decolla
Nonostante l’incremento a doppia cifra dei fatturati negli ultimi dieci anni, i numeri restano modesti se confrontati con la Cina. A frenare il food made in Italy nel secondo maggior mercato mondiale sono le diverse abitudini alimentari e le tante barriere commerciali di Luigi Pelliccia Le riforme economiche adottate negli ultimi anni hanno trasformato l’India in un’economia performante. Sono ancora molto alti i livelli di povertà, analfabetismo e malnutrizione, ma il tasso di aumento del Pil sta oscillando attorno al 5-7 per cento. Con un miliardo e 252 milioni di abitanti, l’India costituisce il secondo più grande mercato del mondo dopo la Cina. Il Paese è destinato entro metà secolo a diventare il primo in assoluto per livello demografico, superando proprio l’attuale detentore del record, che oggi si
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attesta intorno a un miliardo e 400 milioni di residenti. Il mercato del subcontinente ha in serbo perciò enormi potenzialità. Il Paese è forse il primo, a livello globale, per i margini d’inserimento che offre, pur in presenza di nodi molto importanti. RIFORME IMPORTANTI Dopo l’insediamento nel 2014 del Governo Modi, l’architettura delle riforme e dei programmi di sviluppo economico avviati dall’esecutivo si presenta dinamica e promettente.
A sostegno del “make in India”, il programma per la trasformazione dell’India in un hub manifatturiero mondiale, è stata presentata la nuova Foreign Trade Policy 20152020 (Ftp). Il programma punta a rendere il Paese un player sempre più rilevante nel commercio globale di beni e servizi e ad aumentarne la quota mondiale di esportazioni dal 2 al 3,5% entro il 2020, per un valore di 900 miliardi di dollari. Tra i settori strategici privilegiati per l’inserimento delle imprese italiane, c’è
LA NOSTRA TRADIZIONE... UN FUTURO ANCORA PIU’ GRANDE.
R E N DE R I N G DE L L’ A M P L I A M E NT O P RO D U T T I V O I N FA S E D I RE A LI Z Z A Z I O NE
igornovara.it
ECONOMIA anche quello delle tecnologie agroalimentari. Le riforme annunciate dal governo dovrebbero favorire gli investimenti stranieri ed è stata liberalizzata la produzione di una serie di beni di consumo, in precedenza riservata alle Pmi indiane. La riserva era stata adottata negli anni Cinquanta, al fine di ridurre il potere di mercato delle grandi aziende sulla produzione di beni di consumo considerati di particolare rilevanza. La decisione porterà senz’altro a una razionalizzazione del sistema produttivo, permettendo di superare l’eccessiva frammentazione delle imprese indotta dal sistema normativo. La regolamentazione rappresentava, infatti, un freno agli investimenti e all’innovazione delle aziende coinvolte.
anche dall’estero. NUMERI TIEPIDI Nel primo semestre 2015 l’export italiano in India ha raggiunto la quota di 1.553 milioni, con un +11,9% sullo stesso periodo dell’anno precedente. L’import è stato pari a 2.103 milioni, con un +7 per cento. Ne esce un passivo per l’Italia di 550 milioni, in calo del 4,7% su quello del primo semestre 2014. Le difficoltà del commercio con una realtà complessa come l’India sono ben rappresentate proprio dal settore alimentare. Nel 2005 l’export alimentare
IL RUOLO DELL’ITALIA L’Italia è il quarto partner commerciale dell’India tra i Paesi Ue, dopo Germania, Regno Unito e Belgio. Nei venti anni dal 1991 al 2011 l’interscambio Italia-India è cresciuto di dodici volte. Dal 2012 il trend si è indebolito, ma lo stimolo alla crescita è comunque rimasto. Negli ultimi dieci anni, gli investimenti nel Paese hanno raggiunto la quota di 82 miliardi di euro. Nonostante l’alto tasso di urbanizzazione, italiano in India raggiunse la il 60% della popolazione indiana è tuttora impiegata nel quota complessiva di 16,4 milioni. Nel 2014, settore agricolo, dieci anni dopo, che contribuisce al 18% del Tra 1991 e 2011 ha toccato i 69,1 milioni. Ne esce Pil nazionale. l’interscambio una crescita del New Delhi è tra Italia e India +321,3%, molto la seconda superiore a produttrice è cresciuto di registrata mondiale di 12 volte. Ma dal quella in parallelo dal ortofrutta. Gli 2012 il trend nostro export sforzi verso il agroalimentare raggiungimento si è indebolito complessivo a di un settore livello mondiale. agricolo più moderno hanno innescato una Tuttavia, non c’è da compiacersi. Intanto la forte domanda di macchinari quota appena citata è e di tecnologie post-raccolta,
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assolutamente modesta. Poi, nel primo semestre 2015, l’export dell’industria alimentare è stato pari ad appena 20,6 milioni, con un calo del 13,1% sullo stesso periodo 2014. Ma, al di là degli spunti contingenti, rimane un fatto sostanziale: l’India si pone al 62° posto tra i destinatari dei prodotti della nostra industria alimentare. È una posizione del tutto sproporzionata al peso demografico del Paese. Oltretutto, essa replica senza alcun progresso, quella di 5-10 anni fa. Tanto per fare un paragone, negli ultimi dieci anni la
crescita dell’export alimentare italiano nell’altro immenso mercato asiatico, la Cina, ha superato il 1000%, fino a sfiorare i 360 milioni nel 2014. Ed è cresciuto ancora del +27,9% nel primo semestre 2015. C’è una bella differenza. È vero: la cucina indiana è caratterizzata da una grande varietà di stili regionali, con uso di erbe e spezie, molto lontani dalla nostra tradizione alimentare. Ciò non giustifica, per questo subcontinente, una posizione così incolore, inferiore a quella di Paesi
ECONOMIA non eccelsi come capacità individuali di acquisto, e di peso demografico enormemente inferiore, come, senza andar lontano, Algeria, Tunisia, Cipro.
comparto lattiero-caseario esporta in assoluto di più. Ma la sua presenza all’interno dell’export alimentare italiano è marginale. Nel 2014, su un export di 302,7 milioni di euro, il IL CONFRONTO CON lattiero-caseario Per dare slancio si è fermato su PECHINO all’export nel Il fenomeno una quota di 10,4 “cucina” del resto milioni, pari al lungo periodo si replica anche 3,4% del totale. servono accordi In compenso, nei in Cina. Un Paese commerciali che ha assistito primi sei mesi a ottimi tassi di 2015, l’export bilaterali e più crescita del nostro lattiero-caseario promozione export alimentare, sembra aver il quale sta via via messo il turbo, riscattando la sua con una quota di marginalità. 7,8 milioni e un aumento del Insomma: il “food and +86,8% sul primo semestre beverage” nazionale 2014. deve camminare a passo In realtà, il mercato per il notevolmente più spedito lattiero-caseario nazionale, in India. E questo vale è ancora tutto da aprire in in modo speciale per il comparto leader per fatturato dell’alimentare made in Italy: il lattiero-caseario. Nel 2014 l’export di comparto ha raggiunto i 3,1 milioni di euro, con un ottimo spunto sull’anno precedente (+54,6 per cento). Ma il livello assoluto è rimasto molto modesto e ha inciso per il 6,8% sull’export alimentare complessivo in questo mercato. Nel primo semestre 2015 le esportazioni di comparto si sono rimangiate in parte i progressi del 2014 e hanno raggiunto la quota di 1,2 milioni di euro, con un calo del -20% sullo stesso periodo 2014. I formaggi duri rappresentano di gran lunga la fetta più importante. Nel 2014 hanno toccato i 2 milioni di euro, coprendo i due terzi dell’export totale di comparto. La seconda voce è stata, secondo la classificazione Istat, quella degli “altri prodotti lattierocaseari” con 730mila euro. Nel primo semestre 2015 la fetta coperta dai formaggi duri è aumentata, raggiungendo un milione tondo su 1,2 di export totale. C’è da dire che in Cina il
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queste due grandissime piazze asiatiche. In India, soprattutto, le gambe con cui si muove l’export italiano si legano con netta prevalenza ai beni strumentali e ai macchinari. Perciò, in questo subcontinente non è facile vedere profili interessanti di aumento dell’export alimentare, almeno sul brevemedio periodo. E questo, non tanto a seguito della differente cultura gastronomica, quanto, in massima parte, per le forti barriere commerciali (daziarie ed extra daziarie), ancora in essere. C’è da augurarsi che accordi commerciali bilaterali in chiave più liberale e l’impegno promozionale riescano, sul passo lungo, a girare in positivo una scommessa finora deludente.
ECONOMIA
GERMANIA UBER ALLES
per produzione di latte Nonostante i suoi prodotti non siano famosi, Berlino ci supera nell’export di Salvatore Perazzi Anche nel nostro settore, la Germania è una vera e propria potenza economica ed è un punto di riferimento chiave nel mercato mondiale. Con più di 32 milioni di tonnellate di latte prodotto ogni anno, la Germania è infatti il primo produttore europeo e rappresenta quasi il 5% del latte bovino mondiale. Il 15% di quanto prodotto nelle stalle tedesche viene destinato alla produzione di latte alimentare e poco più del 10% allo yogurt. Anche se pochi lo immaginano, perché i formaggi tedeschi non sono particolarmente famosi, la maggior parte del latte nazionale è destinato proprio a produzioni casearie: se ne producono circa
2,3 milioni di tonnellate, più del doppio di quel che riusciamo a fare in Italia. Quel che impressiona di più, però, è il volume delle esportazioni: circa la metà di quanto si produce in Germania è destinato all’export. Stiamo parlando di più di un miliardo e cento milioni di chili l’anno. Un volume superiore alla produzione complessiva italiana. Le ragioni di questa grande capacità di esportare sono note e si chiamano efficienza, bassi costi di produzione, elevata capacità competitiva. Senza
dimenticare il sistema Paese, che da sempre non ostacola, ma aiuta chi fa impresa e vuole crescere dentro e fuori i confini nazionali. Gli elevatissimi livelli produttivi non impediscono però alla Germania di essere anche grande importatrice. Ogni anno entrano in territorio tedesco circa 720.000 tonnellate di cacio. Davvero tanto per un Paese più che autosufficiente, soprattutto se si pensa che l’Italia – che autosufficiente non è – ne importa molto meno (circa 500.000 tonnellate).
BERTOZZI
GENNARO AURICCHIO
GLI ESPORTATORI
AMBROSI
SPA
Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.
SPA
Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com
AGRIFORM Via dei Ponticelli,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it 52 IL MONDO DEL LATTE
SPA
Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.
SCA
Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it
Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it
0406901 9019-905 9082-9084 0406908 9093 0406401 4090
04069063
04069099
040630
04069073
04069001
13760 1254 4745 1632 2850 1219 685 1139 1372 406 287 180 183 150 29.862 26 31 26 44 92 323 194 45 191 40 30.874 96 201 31.171 135 31.306
9.780 3.405 3.384 1.610 2.339 1.582 404 392 1.376 374 139 263 190 138 25.376 13 23 13 76 449 1.387 356 215 288 236 28.432 106 408 28.946 156 29.102
3.764 8.963 3.014 1.733 1.213 1.391 1.260 854 174 1.040 76 978 169 214 24.843 37 32 357 9 99 365 302 78 125 78 26.325 54 144 26.523 79 26.602
4.288 4.970 1.633 803 710 483 383 183 76 138 35 150 45 65 13.962 10 7 2 1 39 36 107 48 155 37 14.404 47 82 14.533 67 14.600
1.843 2.166 479 456 306 205 481 428 684 165 9 25 10 24 7.281 5 2 4 3 7 231 93 31 24 53 7.734 12 89 7.835 21 7.856
490 1.201 162 343 197 166 141 66 67 81 14 9 12 22 2.971 3 3 1 7 175 46 69 11 368 10 3.664 9 18 3.691 39 3.730
295 854 562 415 188 141 253 111 46 60 2 313 42 49 3.331 8 6 8 55 135 98 117 21 140 37 3.956 28 40 4.024 19 4.043
1.848 613 529 533 147 180 235 78 73 76 6 57 19 7 4.401 10 6 1 4 50 22 14 4 90 9 4.611 40 33 4.684 6 4.690
540 730 620 369 199 64 227 83 13 43 2 91 14 30 3.025 8 5 13 1 14 39 87 41 10 8 3.251 16 7 3.274 12 3.286
527 166 230 110 16 152 39 33 4 51 5 21 22 18 1.394 5 23 15 2 24 91 41 7 85 4 1.691 45 5 1.741 48 1.789
106 39 68 1.234 160 7 12
271 365 91 876 175 9 71 133 11 6 2 26 2 4 2.042 3
9 35
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28
12 75 27 6
1.746
TOTALI
PROVOLONE
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
MOZZARELLA PAESI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
FORMAGGI FUSI
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069075 - 04069079 -04069076 -04069087
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI MOLLI
04064050
PECORINO
ALTRI FORMAGGI DURI
040620
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
04069061
GORGONZOLA
04061050 -04061080
GRATTUGIATI
0406 1030
(IN TONS)
CODICE DOGANALE
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio-giugno 2015)
330 23 60 350 119
926
2 80 16 54 77 35 2.008 2 9 2.019 3 2.022
15 6 10 3 1 6 2.088 2 4 2.094 1 2.095
2
928
928 928
37.521 24.761 15.517 10.444 8.523 5.659 4.541 3.619 3.908 2.515 604 2.119 708 721 121.160 128 138 442 202 1.179 2.644 1.408 558 1.554 553 129.966 457 1.040 131.463 586 132.049
BRESCIALAT SPA
SAVIOLA SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Grana Padano, Parmigiano Reggiano, crescenza, mozzarelle, Taleggio, Gorgonzola, ricotta, mascarpone.
Produzione: Grana Padano, Parmigiano Reggiano.
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
Via Castellana 1/A 25032 Chiari (BS) Tel. 030/7009878 Fax 030/7009860 info@brescialat.it www.brescialat.it
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
BRAZZALE
SPA
IL MONDO DEL LATTE 53
ECONOMIA
CODICE DOGANALE
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
29.972 26.602 2.832 388 150 184 7.702 1.603 6.099 381 123 114 144 2.352 983 50 39 55 64 1.161 1.203 1.189 14 6
15.145 14.600 369 4 172 24 223 43 180 8 2
3.386 3.286 96 4
62 33 382 126 91 35
30.987 29.102 1.640 92 153 35 865 72 793 15 5 1 9 2.494 1.126 480 10 92 84 702 164 151 13
36.190 4.884 167878 25602
34.560 5.458 131.468 27.728
41.800 15.198 367.694 127.117
15.739 1.139 122.332 8.840
4 29 1.375 851 47
13 5.361 153 5.208 55 45 3 7 223 169 1 1 3 2 47 115 113 2
6 319 122 80 6 15 13 83 20 20
9.153 5.867 79.261 54.605
FORMAGGI FUSI
34.340 31306 2869 20 145 22 294 22 272 33
PROVOLONE
4069063
ALTRI FORMAGGI
40620
ALTRI FORMAGGI DURI
4069061
GORGONZOLA
04061050 04061080
PECORINO
GRATTUGIATI
04061030
MOZZARELLA
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio-giugno 2015)
4064050
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 0406913 04069015 04069017
4069099
4069073
40630
8.349 7.856 470 12 11 16 171 42 129 16 12 1 3 321 185 10 2 3
4.240 4.047 110 49 34 119 449 48 401 47 3
2.597 1.789 538 16 254 36 684 2 682 112 17
2.174 2.095 75 4
2.144 2.022 120 1 1 88 7 2 5 1
95 360 40 63
121 143 141 2
44 1.101 352 164 104 76 32 373 154 151 3
9.016 1.160 53.737 7.992
6.110 2.063 38.068 14.654
3.861 2.072 23.009 14.083
9 238 50 188 21 15 1 5 30 4
1 134 10 1
2 4 2 18 303 300 3
3 6 114 13 13
2.775 680 16.499 4.438
2.387 365 7.855 1.448
38 20 199 71 65 6 1
GLI ESPORTATORI
LATTERIA SORESINA SOC.COOP AGRICOLA Grana Padano, Parmigiano Reggiano, provolone, burro, latte fresco, latte uht, panna.
CIRESA FORMAGGI
BERNERI
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO
MARIO COSTA SPA
SPA
SRL Via dei Mille, 13/17 26015 Soresina (CR) Tel. 0374/349111 Fax 0374/349299 info@latteriasoresina.it www.latteriasoresina.it 54 IL MONDO DEL LATTE
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax. 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
4069075
4069076
4069001
1.098 1.079 8 9 2 1 60 6 54 0
917 896 20
2.415 2.359 52 3 1 2 313 1 312 0
1.058 1.007 48
636 432 200 1 3 1 230 26 204 2
267 195 70 1 1 5 145 2 143 0
928 928
1 1 8 2
7 1
1.249 1.198 49 1 1 17 121 24 97 0
ALTRI FORMAGGI MOLLI
1 14 44 3 41 147
3 2 203 3 200 3 1 1 1 27 21
55 17
103 5 10
4
147 279 229
35
1
6
3
3 0
15 1 72 6 5 1
3 6 6
44 3 3
11 18 15 3
4 22 22
6 85 83 2
2 4 4
1.415 155 8.637 1.048
1.268 189 7.817 1.380
1.397 199 10.132 1.430
1.404 508 6.505 2.626
2.791 432 18.410 3.424
1.315 308 7.921 2.114
962 530 6.573 3.437
428 233 3.109 1.555
43 29
2 2 9 9 36 15 7
1 3
2
10 4 0
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
4069079
ITALICO TALEGGIO
04069018 04069019 04069050 04069082 04069084
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
FONTINA FONTAL
35 11 2 9 0
ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO
1.314 1.260 52 2
4069087 04069023 04069025 04069027 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
4064010 04069088 4064090 04069093
143.216 132.059 9.618 607 932 601 17.123 2.104 15.019 850 223 126 501 9.271 4.161 913 167 414 267 3.349 2.456 2.372 84 7
975 173.546 41.487 47 2.490 1.079.395 345 303.866
Leggendo con attenzione i numeri, poi, ci accorgiamo che – come spesso accade – possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Se lo guardiamo mezzo pieno, non possiamo che dirci soddisfatti di quel che facciamo: la Germania è la seconda destinazione per i nostri formaggi e rappresenta il 14% del nostro export caseario totale. Se guardiamo però l’altra faccia della medaglia, scopriamo che rappresentiamo solo una piccola percentuale del fabbisogno caseario delle famiglie tedesche. Lo scorso anno abbiamo spedito in terra germanica “solo” 46.000 tonnellate di formaggi, poco più del 6% di quel che è entrato dai confini tedeschi. Molto meglio hanno fatto i nostri cugini d’Oltralpe, che hanno portato in Germania quasi tre volte quel che siamo riusciti a fare noi. Sembra quindi ci sia spazio di crescita anche a pochi chilometri dai nostri confini e – conoscendo le difficoltà che si incontrano sulle piazze extraeuropee, un mercato immenso, ma anche privo delle tutele che esistono in Europa – ci si chiede se nei prossimi anni vedremo una maggior affermazione del made in Italy formaggiaio anche in salsa teutonica.
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella. Via Francesca 4 Frazione Vidalengo 24043 Caravaggio BG Tel. 0363/301022 Fax 0363/595998 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
TRENTIN
SPA
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
F.LLI PINNA AZIENDA CASEARIA SPA Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
ZANETTI
via Genova 19 (z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it IL MONDO DEL LATTE 55
ECONOMIA
BORSA PREZZI
ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. (CE) N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 12-15 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA FRESCO GORGONZOLA MATURO ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
FORMAGGI DOP Salvo poche eccezioni, la situazione produttiva dei formaggi Dop va ormai delineandosi. Quasi tutti i prodotti ottenuti a partire da latte vaccino mostrano una flessione piuttosto accentuata, anche se nel corso dei mesi gli andamenti non sono sempre stati lineari. Il Grana Padano, ad esempio, pur mostrando un dato tendenziale in calo del 2,9%, a settembre ha sfiorato il +5% per numero di forme prodotte. Irregolare anche l’andamento del Gorgonzola, che nei mesi centrali dell’anno sembrava in aumento, a luglio ha subito un vero e proprio tracollo produttivo (-14%) e dalla fine dell’estate mostra riduzioni vicine al 3 per cento. Sarà quindi l’autunno a dire l’ultima parola sull’annata. Salvo recuperi improbabili, infine, è invece certa la forte contrazione produttiva del Provolone Valpadana, che nei primi 8 mesi dell’anno è stata del 20,2% meno del 2014, con picchi negativi superiori anche al 30 per cento. Il panorama produttivo cambia
56 IL MONDO DEL LATTE
2015
2014
AGOSTO
AGOSTO
MEDIA
MEDIA
VAR.
MEDIA
MEDIA
VAR.
1,77
2,46
-28,05%
1,79
2,13
-15,96%
2,57 2,77
3,16 3,36
-18,67% -17,56%
2,59 2,79
2,87 3,07
-9,76% -9,12%
1,57 7,38 6,35 5,18 9,38 8,63 7,45 3,85 5,40 5,20 4,40 5,25 5,48 5,78
2,26 7,70 6,83 5,50 9,95 9,20 7,98 4,05 5,50 5,35 4,60 5,35 5,73 5,98
-30,53% -4,16% -7,03% -5,82% -5,73% -6,20% -6,64% -4,94% -1,82% -2,80% -4,35% -1,87% -4,36% -3,34%
1,59 7,38 6,35 5,18 9,38 8,63 7,45 3,85 5,40 5,20 4,40 5,25 5,48 5,78
1,93 7,52 6,64 5,35 9,74 8,95 7,79 4,05 5,50 5,35 4,60 5,35 5,73 5,98
-17,62% -1,86% -4,37% -3,18% -3,70% -3,58% -4,36% -4,94% -1,82% -2,80% -4,35% -1,87% -4,36% -3,34%
360,00 2015
393,00 2014
-8,40% VAR.
349,00 2015
370,00 2014
-5,68% VAR.
10,1 8,8 8,35 7,75
10,73 9,43 8,83 8,1
-5,87% -6,68% -5,44% -4,32%
10,1 8,8 8,35 7,75
10,55 9,25 8,65 7,95
-4,27% -4,86% -3,47% -2,52%
2015
2014
SETTEMBRE SETTEMBRE
PRODUZIONE: IL TREND GENNAIO-SETTEMBRE 2015
radicalmente nel mondo bufalino e in quello ovino, che chiuderanno il 2015 con aumenti importanti. Il Pecorino Romano ha confermato il trend degli scorsi mesi e ha chiuso la campagna 2014/2015 superando le 30.000 tonnellate di formaggio prodotto, con un aumento del 25%
sulla campagna precedente. Meno importante, ma altrettanto significativo, l’aumento registrato dalla Mozzarella di bufala campana, anche se in questo caso, con buone probabilità, non si tratta di una vera crescita produttiva, ma di un aumento dei volumi certificati.
TALEGGIO 0,2 SALVA CREMASCO -9,4 QUARTIROLO LOMBARDO -9,1 PROVOLONE VALPADANA -20,2 PIAVE 5,5 PECORINO ROMANO 24,8 PARMIGIANO REGGIANO -1,1 MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA 9,5 MONTASIO 2,5 GRANA PADANO -2,9 GORGONZOLA -0,2 BITTO -15,9 ASIAGO -1,3 -20,0
15,0
-10,0
-5,0
0,0
0,5
0,10
0,15
0,20
0,25
NORMATIVE
TABELLA NUTRIZIONALE: TRA UN ANNO SARÀ OBBLIGATORIA
Un vademecum sulle regole da rispettare per compilare correttamente l’etichetta di Leonardo Graverini
Tra poco più di un anno, il 13 dicembre 2016, entrerà in vigore l’obbligo di riportare la tabella nutrizionale sull’etichetta di tutti i prodotti alimentari. Abbiamo perciò ritenuto utile proporre un “ripasso” generale delle regole e delle modalità da seguire per impostare correttamente la tabella. A tal fine un valido riferimento è dato dalle Linee Guida di Federalimentare sul regolamento Consumer information (Reg. Ue n. 1169/2011), alla cui stesura ha contribuito attivamente Assolatte. La dichiarazione nutrizionale da riportare in etichetta deve essere composta da valore energetico e quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Quando la presenza del sale sia dovuta esclusivamente alla naturale presenza di sodio, può venire fornita una specifica dichiarazione al riguardo, in prossimità della dichiarazione nutrizionale. Possono essere aggiunti in tabella nutrizionale, su base volontaria, i valori relativi a: acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre, alcune vitamine e minerali.
58 IL MONDO DEL LATTE
Per quanto riguarda le vitamine e i minerali, possono essere indicate nella tabella nutrizionale solo le sostanze elencate qui di seguito e solo se presenti in quantità significative, così come stabilito dall’Allegato XIII del Regolamento:
x Vitamina A (μg) x Vitamina D (μg) x Vitamina E (mg) x Vitamina K (μg) x Vitamina C (mg) x Tiamina (mg) x Riboflavina (mg) x Niacina (mg) x Vitamina B6 (mg) x Acido folico (μg) x Vitamina B12 (μg) x Biotina (μg) x Acido pantotenico (mg) x Potassio (mg)
x Cloruro (mg) x Calcio (mg) x Fosforo (mg) x Magnesio (mg) x Ferro (mg) x Zinco (mg) x Rame (mg) x Manganese (mg) x Fluoruro (mg) x Selenio (μg) x Cromo (μg) x Molibdeno (μg) x Iodio (μg)
Le quantità significative sono calcolate nel modo seguente: - 15% dei valori nutritivi di riferimento specificati nella tabella riportata più sotto per 100 g o 100 ml, in caso di prodotti diversi dalle bevande; - 7,5% dei valori nutritivi di riferimento specificati nella tabella seguente per 100 ml nel caso delle bevande; - 15% dei valori nutritivi di riferimento specificati nella tabella seguente per porzione, se l’imballaggio contiene una sola porzione.
VITAMINE E SALI MINERALI CHE POSSONO ESSERE DICHIARATI E RELATIVI VALORI NUTRITIVI DI RIFERIMENTO x Vitamina A (μg) 800 x Vitamina D (μg) 5 x Vitamina E (mg) 12 x Vitamina K (μg) 75 x Vitamina C (mg) 80 x Tiamina (mg) 1,1 x Riboflavina (mg) 1,4 x Niacina (mg) 16 x Vitamina B6 (mg) 1,4 x Acido folico (μg) 200 x Vitamina B12 (μg) 2,5 x Biotina (μg) 50 x Acido pantotenico (mg) 6 x Potassio (mg) 2000
x Cloruro (mg) 800 x Calcio (mg) 800 x Fosforo (mg) 700 x Magnesio (mg) 375 x Ferro (mg) 14 x Zinco (mg) 10 x Rame (mg) 1 x Manganese (mg) 2 x Fluoro (mg) 3,5 x Selenio (μg) 55 x Cromo (μg) 40 x Molibdeno(μg) 50 x Iodio (μg) 150
La dichiarazione nutrizionale è un elenco esaustivo, comprendente il valore energetico e le sostanze nutritive, alla quale non può essere aggiunta nessun’altra informazione nutrizionale. Perciò, non è possibile indicare gli apporti di componenti di sostanze nutritive dichiarate a titolo volontario, come – per esempio – gli acidi grassi Omega 3, del gruppo dei polinsaturi. Tuttavia, la Commissione europea, nella Q&A n. 3.14 del gennaio 2013, ha chiarito come debba essere dichiarata la quantità di sostanze nutritive o altre sostanze, diverse da quelle del suddetto elenco esaustivo, per le quali è formulato un claim nutrizionale e/o sulla salute. Nello specifico la Commissione ha evidenziato che è opportuno indicare la quantità di tali sostanze nelle immediate vicinanze della dichiarazione nutrizionale. Per gli alimenti non preimballati,
la dichiarazione nutrizionale può essere limitata unicamente al valore energetico o all’energia, i grassi, i grassi saturi, gli zuccheri e il sale. Gli operatori del settore alimentare sono ovviamente liberi di utilizzare l’intera dichiarazione nutrizionale obbligatoria. Sono pochi gli alimenti esentati dall’obbligo di riportare la dichiarazione nutrizionale obbligatoria. Essi sono elencati nell’Allegato V del regolamento. Nell’elenco non sono presenti prodotti lattiero-caseari; vi figurano però gli alimenti confezionati in imballaggi o contenitori la cui superficie maggiore misura meno di 25 centimetri quadrati. Alcuni prodotti alimentari menzionati in specifici atti legislativi comunitari sono destinatari, invece, di disposizioni specifiche e non devono rispondere ai requisiti del regolamento (Ue) n. 1169/2011 (es. alimenti destinati ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia, alimenti a fini medici speciali e alimenti sostituti dell’intera razione alimentare giornaliera per il controllo del peso, acque minerali naturali). Il valore energetico e tutte le sostanze nutritive che vengono dichiarate devono sempre essere espresse in valore assoluto per 100 g/100 ml e devono usare le unità di misura elencate nell’Allegato XV del Regolamento. Il valore energetico deve essere fornito nel seguente ordine: in kilojoule (kJ) e in kilocalorie (kcal). In aggiunta all’espressione obbligatoria per 100 g/100 ml, il valore energetico e tutti i nutrienti dichiarati possono essere espressi per porzione, purché siano rispettate le seguenti condizioni: a) la porzione/unità di consumo deve essere facilmente riconoscibile dal consumatore; b) la porzione o l’unità usata deve essere quantificata sull’etichetta; c) il numero di porzioni/unità contenute in una
IL MONDO DEL LATTE 59
NORMATIVE confezione deve essere indicato. In linea con la prassi corrente, Food Drink Europe e Eurocommerce ritengono che le percentuali dell’assunzione di riferimento di vitamine e minerali (Nrv) possano essere fornite nella stessa colonna delle percentuali delle assunzioni di riferimento dei macronutrienti (% RI). Tuttavia, va chiarito che le assunzioni di riferimento per vitamine e minerali si riferiscono ai Nrv per 100 g/100 ml. Quanto alle modalità di presentazione, le sostanze nutritive obbligatorie e volontarie devono essere incluse nello “stesso campo visivo”. I valori di energia e delle altre sostanze nutritive dichiarate devono essere presentati in un formato tabellare e devono seguire l’ordine di presentazione, come previsto nell’Allegato XV del Regolamento (vedi tabella a lato, ndr). Dove lo spazio non lo consenta, la dichiarazione può apparire in formato lineare. Laddove siano fornite le RI in relazione ai 100 g/100 ml la seguente dichiarazione deve essere collocata in loro prossimità: “Assunzione di riferimento di un adulto medio (8.400 kJ/2.000 kcal)”. Tale dichiarazione può essere indicata su base volontaria e con libertà di posizionamento laddove siano fornite le RI in relazione alla porzione.
ESPRESSIONE E PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE NUTRIZIONALE Le unità di misura da usare nella dichiarazione nutrizionale per l’energia [kilojoule (kJ) e kilocalorie (kcal)] e per la massa [grammi (g), milligrammi (mg) e microgrammi (μg)] e l’ordine di presentazione, se del caso, sono i seguenti: energia
kJ/kcal
grassi di cui: - acidi grassi saturi - acidi grassi monoinsaturi - acidi grassi polinsaturi carboidrati di cui: - zuccheri - polioli - amido fibre proteine sale vitamine e sali minerali
g g g g g g g g g g g le unità sono indicate nella tabella di pag.58
COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA
BIRAGHINI: LO SPICCHIO COMODO ARRIVA IN TV Biraghi, l’azienda piemontese famosa fin dal 1934 per la qualità del suo Gran Biraghi, arriva in tv dall’8 novembre con i suoi Biraghini: gli unici e inimitabili cubetti di Gran Biraghi, selezionati dal cuore della forma e pronti da gustare in ogni occasione. I tre soggetti di cui i Biraghini sono protagonisti mostrano a tutti quanto uno spicchio possa essere scomodo nell’uso quotidiano e in quanti modi i Biraghini, ugualmente gustosi, siano molto più semplici da utilizzare. Rifacendosi all’idea di tre grandi capolavori cinematografici, i film ci mostrano tre casalinghe in difficoltà di fronte a uno spicchio;
quando grattugiarlo può diventare un’odissea, sbarazzarsi della crosta un delitto e conservarlo una missione impossibile. Situazioni quotidiane che capitano in tutte le case, per le quali Biraghi propone una soluzione più comoda: i Biraghini. Facili da grattugiare con la pratica Biraghina, comodi da conservare con la loro confezione apri e chiudi salva freschezza e senza crosta, così non si butta via niente. Inoltre, sono prodotti con il
100% di latte italiano e senza conservanti. Riuscite a pensare a qualcosa di così buono e comodo per ogni occasione? Ecco perché i Biraghini non possono mancare in cucina come a tavola: buoni come uno spicchio, comodi come nessun altro.
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IGIENE & SICUREZZA
UN MARCHIO PER IL CIBO KASHER FATTO IN ITALIA Gli alimenti “conformi alla legge” piacciono anche a chi non è ebreo osservante perché ritenuti sani e sicuri: un'opportunità per le imprese italiane
di Ettore Soria
Sempre più consumatori scelgono i prodotti kasher, e così nell’ambito della convenzione MiseFederalimentare per la promozione delle produzioni kasher e halal, l’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche d'Italia, www.ucei.it), ha dato vita all’Ente nazionale per la Kasherut Italia, creando il marchio kasher italiano “K.it”, che opererà nella certificazione dei prodotti agroalimentari nazionali che osservano le regole alimentari ebraiche, con l’obiettivo di diffondere l’alta qualità, la tipicità e la genuinità. La certificazione K.it (per informazioni: kasherut@ ucei.it) è garantita in campo internazionale dall'Assemblea Rabbinica Italiana (Ari) e dai referenti internazionali K.it del rabbinato di Gerusalemme. L'organismo, attraverso l’ampia diffusione delle 21 comunità ebraiche italiane, opera in tutto il Paese attraverso un team qualificato di rabbini e certificatori, che garantiscono il supporto alle migliori aziende agroalimentari made in Italy, per la produzione di alimenti certificati. La parola ebraica “kasher" o “kosher” significa "conforme alla legge, adatto alla
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consumazione". Le regole principali derivano dalla Torah. Eccone alcune, che da più di tremila anni gli ebrei di tutto il mondo osservano in cucina: - divieto di mescolare carne e latticini nello stesso pasto: la Torah in ben tre passi raccomanda di non cuocere “il capretto nel latte di sua madre”. Partendo da questa norma, la tradizione rabbinica ha proibito il miscuglio, il cucinare e il trarre profitto da carne e latte cucinati insieme; - è vietato, quindi nello stesso pasto cucinare il latte (o dei suoi derivati, ad esempio il burro), con carne di qualunque animale, sia quadripede (es. carne di manzo) che volatile (es. carne di pollo). CONSUMO IN CRESCITA Kasher è dunque l’insieme di regole che governano la nutrizione degli ebrei osservanti. Studi di mercato indicano però che anche i consumatori non ebrei esprimono una netta preferenza per i prodotti certificati come “adatti alla consumazione”, perché ritenuti di qualità superiore, per l'attenta analisi degli ingredienti e dei processi produttivi. Chi basa le proprie scelte di
consumo alimentare su criteri quali salute, sicurezza, gusto, religione (cristiani, musulmani, ebrei, induisti), sempre più sceglie il simbolo kasher come mezzo affidabile per garantire il rispetto di questi parametri. Più di 25 milioni di persone nel MANUALE PER LE AZIENDE ALIMENTARI Non solo kasher, ma anche halal e biologico. Il libro "Le diversità convergenti", scritto dall'economista Elena Toselli ed edito da FrancoAngeli, è un valido strumento per approfondire la conoscenza delle tradizioni alimentari ebraiche e musulmane, oltre a spiegare tutto quello che significa produzione biologica. La guida illustra le certificazioni agroalimentari kasher, halal e di produzione biologica, inserendole nei rispettivi scenari geoeconomici di appartenenza e descrivendo le discipline alimentari che le hanno forgiate, il processo di certificazione, le autorità mondiali di riferimento e il loro ruolo a sostegno del made in Italy agroalimentare.
Sempre piĂš italiani cucinano con
Vi chiedete perchĂŠ?
Per ottenere il Burro Chiarificato Prealpi, abbiamo scelto i burri migliori e abbiamo tolto l’acqua, le proteine ed i carboidrati, che in cottura non servono. Ecco perchÊ il Burro Chiarificato Prealpi è ottimo, non schizza, non brucia e soprattutto rende molto di piÚ: ne basta il 20% in meno di un burro normale. E finito di cucinare, lo chiudi e resta protetto.
Ottima scelta.
IGIENE & SICUREZZA mondo attualmente acquistano prodotti kasher, per un giro d’affari stimato in 150 miliardi di dollari fra prodotti e ingredienti, che coinvolge 75mila imprese. UN MERCATO MONDIALE L’appeal delle referenze kasher ha sollecitato numerose aziende di casa nostra ad adeguare la produzione. Le informazioni disponibili sono poche e piuttosto frammentarie, ma Federalimentare stima in 200 le imprese italiane certificate kasher, per un valore del mercato interno di circa 300 milioni di euro, mentre le esportazioni valgono 340 milioni, dirette principalmente negli Stati Uniti (40%), in Israele (15%), in Francia (10%) e nel resto d’Europa (25%). Una parte delle produzioni kasher italiane sfugge, tuttavia, al monitoraggio poiché alcune imprese scelgono, per motivi strategici, di apporre il
PERCHÈ KOSHER È PIÙ SICURO?
marchio kasher solo sulle confezioni destinate all’export. Il marchio K.it vuole aiutare anche a modificare questa politica commerciale, che finora non ha favorito il mercato interno. Alcuni studi hanno rivelato che il tasso di vendita di un’azienda potrebbe aumentare fino al 40% l’anno qualora gli standard di produzione si adeguassero alle
regole richieste per apporre il marchio kasher, fidelizzando tutti gli utenti attratti dalla garanzia di qualità e affidabilità del prodotto. Negli Usa, ad esempio, oltre il 28% dei prodotti commercializzati è “conforme alla legge”, offrendo una gamma che ha superato le 100mila referenze, con un tasso di crescita del 15% annuo.
IGIENE & SICUREZZA
osservatorio
PATOLOGIE ANIMALI Da questo mese debutta una nuova rubrica, che raccoglie le notizie fornite dalla rete Promed, basata sulle comunicazioni ufficiali fornite dalle autorità sanitarie dei vari Stati di Ettore Soria EIRE (26.06.2015) Nel sud dell’Irlanda è stato registrato un caso di Bse in una vacca facente parte di un allevamento di 289 animali. È stato attuato un abbattimento selezionato, ossia per i soli animali facenti parte della medesima “coorte” (animali con caratteristiche simili in un allevamento).
AUSTRALIA (16.07.2015) Le autorità veterinarie hanno comunicato un caso di Bse in un allevamento di bovini; si è proceduto all’abbattimento selettivo.
ALGERIA (8.08.2015) Sono stati diagnosticati tre nuovi casi di soggetti umani colpiti da brucellosi bovina.
BELGIO (18.08.2015) Nella provincia di Limburg, sono stati esaminati 162 allevamenti, di cui 19 hanno lo status di “sospetto” alla Tbc.
NORVEGIA (3.07.2015) Un caso di paratubercolosi bovina (Johne’s disease) è stato trovato in un allevamento con 17 animali. Il capo infetto è stato eliminato e gli altri 16 macellati.
RUSSIA (21.08.2015) L’incidenza della brucellosi nella popolazione urbana si è triplicata nell’area di Stavropol, città della Russia sudoccidentale.
INVOLTINI DI ZUCCHINE ALLA MENTA E FORMAGGIO CAPRINO
CESTINI DI MOZZARELLA CON INSALATA DI RISO VENERE E GAMBERETTI
FIORI DI ZUCCHINA AL FORMAGGIO CRUCOLO SU COULIS DI POMODORO
R CET CE C ET ET TE
CHEESECAKE AL LIMONE E SCAGLIE DI CIOCCOLATO
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FIORI DI ZUCCHINA AL FORMAGGIO CRUCOLO SU COULIS DI POMODORO
INVOLTINI DI ZUCCHINE ALLA MENTA E FORMAGGIO CAPRINO
Ingredienti per 4 persone: 16 fiori di zucchina, 250 g di formaggio Crucolo (formaggio di latte vaccino), 4 pomodori maturi (scottati e pelati), 3 tuorli d’uovo, 50 g di pinoli tostati, 40 g di erba cipollina tritata, olio extravergine d’oliva, un ciuffo di prezzemolo, sale.
Ingredienti per 4 persone: 2 zucchine grandi, 10 foglie di menta fresca, 300 g di formaggio caprino fresco, olio extravergine d’oliva, sale e pepe rosa quanto basta.
Preparazione: In una coppa di vetro mantecare il formaggio con i tuorli, i pinoli tostati tritati e l’erba cipollina; salare leggermente e porre il tutto in una tasca da pasticcere. Lavare i fiori di zucchina, aprirli con delicatezza e riempirli con la farcitura, facendo attenzione a non danneggiarli. Adagiare i fiori su una teglia da forno unta d’olio, infornare in forno già caldo a 180 °C e lasciare cuocere per 14 minuti. Nel frattempo, in un frullatore emulsionare i pomodori insieme a un po’ di olio e a un pizzico di sale. Disporre la salsa a specchio in un piatto e adagiarvi sopra, a ventaglio, i fiori di zucchina. Rifinire con un filo d’olio e il ciuffo di prezzemolo, quindi servire.
CHEESECAKE AL LIMONE E SCAGLIE DI CIOCCOLATO
R RI CET E TEE
Ingredienti per 4 persone: 200 g di biscotti secchi, 90 g di burro, 350 g di formaggio cremoso, 250 g di panna fresca, 130 g di zucchero a velo, 125 g di yogurt bianco, 3 limoni, 12 g di gelatina in fogli, 70 g di zucchero semolato, 2 cucchiai di amido di mais, 200 ml di acqua, 100 g di cioccolato fondente, latte quanto basta.
Preparazione: Fondere il burro e sbriciolare i biscotti, quindi unirli e mescolare fino a ottenere un composto omogeneo e stenderlo sul fondo di uno stampo a cerniera del diametro di 24 cm foderato con carta da forno. Formare uno strato compatto e lasciare riposare. Mettere in ammollo i fogli di gelatina per 10 minuti. Unire yogurt, formaggio cremoso, zucchero a velo, scorza grattugiata, succo di un limone e mescolare. Sciogliere la gelatina in un pentolino assieme a tre/quattro cucchiai di latte caldo, quindi unire a yogurt e formaggio cremoso. Montare la panna a neve e unirla alla crema. Versare la crema nello stampo con la base di biscotti e livellare il più possibile. Tenere in frigo per due ore. Guarnizione: mettere sul fuoco a fiamma moderata un pentolino con zucchero semolato, amido di mais, succo e scorza grattugiata di un altro limone, aggiungere acqua, mescolare per circa 5 minuti, fino a quando la gelatina sarà addensata. Una volta raffreddata cospargerla sulla cheesecake creando una patina liscia e mettere in frigo per un’ora. Quindi estrarre dal frigo e porre la cheesecake su un vassoio, decorare con sottili fette di limone e scaglie di cioccolato fondente, servire. 70 IL MONDO DEL LATTE
Preparazione: Tagliare le zucchine a fettine sottili nel senso della lunghezza; scottarle per una decina di secondi in acqua bollente salata. Tagliuzzare finemente le foglie di menta. Lavorare il formaggio a crema e unire la menta, tre cucchiai d’olio, sale e una spolverata di pepe rosa. Spalmare il ripieno ottenuto all’interno delle fettine di zucchine e arrotolarle su loro stesse, fissandole con degli stuzzicadenti. Disporre su un piatto da portata, aggiungendo un filo d’olio e decorando con altre foglioline di menta. Idee e varianti: questo stuzzichino si può preparare, a scelta, con altri formaggi cremosi.
CESTINI DI MOZZARELLA CON INSALATA DI RISO VENERE E GAMBERETTI
Ingredienti per 4 persone: 8 mozzarelle da 125 g, 300 g di riso venere, 16 gamberetti sgusciati, 2 scalogni, 20 g di erba cipollina, 20 g di pinoli tostati, 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, sale. Preparazione: Tagliare la parte superiore di ogni mozzarella, svuotarle dell’interno e metterlo da parte. Cuocere il riso venere in acqua bollente salata per almeno 20 minuti. Nel frattempo tritare finemente lo scalogno e l’erba cipollina. In una padella antiaderente far soffriggere lo scalogno con l’olio; quando sarà imbiondito aggiungere i gamberetti sgusciati, fare dorare e sfumare con un po’ d’acqua. Unire l’erba cipollina, i pinoli e lasciare cuocere per qualche minuto. Scolare il riso venere, farlo saltare in padella con il sugo, aggiungere la mozzarella tenuta da parte tagliata a cubetti. Farcire i cestini di mozzarella con l’insalata di riso venere e i gamberetti e, prima di servire, guarnire con l’erba cipollina tritata.
NORMATIVE
l’esperto risponde
Si può usare la denominazione “formaggio” per designare un prodotto dietetico nel quale la materia grassa naturale è stata sostituita con grasso vegetale? Assolutamente no. Un caso di questo genere è stato affrontato dalla Corte di Giustizia europea (Decisione del 16.12.1999 nel procedimento C-101/98, in Guce C63/4 del 4.3.2000). In particolare, la Corte ha stabilito che l’art. 3, n. 1, del Reg. (Cee) n.1898/1987, relativo alla protezione della denominazione del latte e dei prodotti lattiero-caseari all’atto della loro commercializzazione [oggi trasfuso nel Reg. (Ue) n.1308/2013], anche in combinato disposto con l’art. 3, n.2, della Direttiva 89/398/Cee, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti i prodotti alimentari destinati a un’alimentazione particolare,
Intendiamo diminuire dal 2,2 all’1,9% la percentuale di sale contenuta in un particolare tipo di formaggio, sul cui imballaggio riportiamo attualmente la dichiarazione nutrizionale. Perciò chiediamo se esiste un margine di tolleranza per la dichiarazione nutrizionale del sale che ci possa consentire di continuare a utilizzare gli attuali imballi – anche per motivi ambientali legati allo smaltimento – fino all’esaurimento delle scorte.
L’art. 31, paragrafo 4, del Reg. (Ue) n.1169/2011 stabilisce che i valori dichiarati devono essere valori medi stabiliti sulla base, alternativamente: - dell’analisi dell’alimento effettuata dal fabbricante; - del calcolo effettuato a partire dai valori medi noti o effettivi relativi agli ingredienti utilizzati; - del calcolo effettuato a partire da dati generalmente
Nell’ultimo anno ci sono state novità per le modalità di registrazione dei prodotti delattosati? Le procedure di notifica per i prodotti delattosati non sono cambiate. Il riferimento principale resta dunque il D.lgs 111/92 (recepimento della Direttiva 2009/39/Ce). La situazione dovrebbe cambiare a partire dal 20 luglio 2016 quando la Direttiva 2009/39/Ce sarà abrogata per effetto del
Se tra la sigla metrologica “e” e l’indicazione della quantità di prodotto viene lasciato uno spazio, esse non sono cioè strettamente aderenti, pur figurando entrambe sullo stesso rigo, si può incorrere in sanzioni?
La lettera minuscola “e”, corrispondente al marchio Cee che certifica la conformità dei prodotti preconfezionati alle disposizioni 72 IL MONDO DEL LATTE
dev’essere interpretato nel senso che un prodotto lattierocaseario, nel quale la materia grassa del latte sia stata sostituita da materia grassa vegetale per motivi dietetici, non può essere denominato “formaggio”. Per quanto riguarda prodotti derivati dal latte nei quali un componente naturale di quest’ultimo sia stato sostituito da una sostanza estranea, l’utilizzazione di una denominazione come “formaggio dietetico all’olio vegetale (o formaggio dietetico a pasta molle contenente olio vegetale) per un’alimentazione a base di materie grasse di sostituzione” – ha ulteriormente precisato la Corte – non è autorizzata neppure quando tale denominazione venga integrata con l’apposizione sulle confezioni di indicazioni descrittive quali “questo formaggio dietetico è ricco di acidi grassi polinsaturi” oppure “questo formaggio dietetico è ideale per un’alimentazione volta a tenere sotto controllo il colesterolo”.
stabiliti e accettati. Se il valore indicato per il sale in tabella nutrizionale corrisponde a quello medio determinato sulla base di almeno uno dei tre metodi predetti e si pone all’interno delle tolleranze ammesse, non dovrebbero esserci impedimenti ad usare il vecchio pack. Per le tolleranze applicabili ai valori nutrizionali dichiarati in etichetta si deve fare riferimento alle linee guida Standing Committee on Food Chain and Animal Health della Commissione europea del dicembre 2012, che prevedono in Tabella 1 per il valore dichiarato di sale, se ≥ 1,25 g per 100 g, una tolleranza del ±20%, inclusa l’incertezza di misura. Ciò nel caso in cui sul prodotto non vengano messi in rilievo particolari caratteristiche nutrizionali legate al tenore di sale. Qualora ciò avvenisse, le tolleranze da considerare sarebbero invece quelle riportate alla tabella 3 della stessa linea guida comunitaria.
regolamento (Ue) 609/2013 sugli alimenti destinati a specifici gruppi di popolazione. Come specificato nella Circolare del Ministero della Salute Dgsan 0031970-P-25/07/2013 “nella fase transitoria in atto, per i prodotti destinati ad una alimentazione particolare, resta fermo quanto previsto dal decreto legislativo n.111/92, e, conseguentemente, la procedura di notifica dell’articolo 7 per l’immissione in commercio di… latte e derivati delattosati”.
metrologiche europee, deve essere collocata nello stesso campo visivo dell’indicazione di quantità, così come prevedono la Direttiva n.75/106/Cee e il Dm italiano di recepimento del 05.08.1976. Non è quindi necessario che le due indicazioni siano attaccate l’una all’altra. Va ricordato però che la “e” metrologica deve avere un’altezza minima di tre millimetri e la forma specificamente prevista dall’allegato 1 al citato Dm del 05.08.1976.
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