Il Mondo del Latte- Novembre 2021

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IL MONDO DEL

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NOVEMBRE

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Produrre per tutti: la sfida della sostenibilità di Paolo De Castro

MONDO ASSOLATTE Ricotta, una fedele alleata per la linea e il buon umore

ATTUALITÀ

Il delicato equilibrio tra ambiente e mercato Ue: prospettive a breve termine dell’Ue per i mercati agricoli Eda: conferenza annuale su sistemi alimentari sostenibili e settore lattiero-caseario europeo News Eda flash Fil: si riparte dal clima News

PROTAGONISTI

La sfida della sostenibilità e del Green Deal per il settore lattiero-caseario

ECONOMIA MERCATI

I formaggi italiani segnano oltre un decimo dell’import in 18 grandi mercati esteri Latte, in Europa regna la stabilità Esportazioni italiane di latte Borsa prezzi Dop, l’export riprende quota. Fontina e pecorino in evidenza

IGIENE E SICUREZZA

Cina: approfondimenti sulla nuova normativa L’esperto risponde

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987

NOVEMBRE

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Formaggi in Usa, focus sui principali Stati e distretti di destinazione del made in Italy

NORMATIVE

u richiesta del mondo agricolo, il ministro Stefano Patuanelli e alcuni assessori regionali hanno convocato tavoli di lavoro per discutere della difficile situazione del sistema latte nazionale. Il mondo agricolo chiede un aumento del prezzo riconosciuto agli allevatori, che lamentano costi lievitati in modo importante negli ultimi mesi. La distribuzione – dal canto suo – si dice preoccupata per i consumi e vuole mantenere fermi listini e prezzi al dettaglio per limitare la spirale inflattiva. Una spinta che gli analisti ritengono ormai IL MONDO DEL inevitabile. Nel mezzo – purtroppo non è la N. 11 prima volta – c’è chi il latte lo trasforma e ha tenuto la “barra al centro” per mesi, garantito il ritiro di tutta la materia prima prodotta in Italia e il rifornimento di frigo e scaffali della distribuzione, anche nei periodi più difficili della pandemia. Imprese di trasformazione che ora fanno i conti con un’impennata dei costi di tutti i fattori di produzione: dall’energia (+18,4%) ai trasporti, dalla plastica (+61,4%) al legno (+62%), dal cartone (+22,1%) ai noli (+214 per cento). Aumenti a due o addirittura a tre cifre, in un panorama che non sembra destinato a migliorare, almeno nel breve periodo. Assolatte partecipa ai tavoli mettendo in luce questi problemi, ricorda che il mercato lancia preoccupanti segnali e ritiene che chi compra e trasforma il latte può far poco, se il problema sono i costi. Bisogna intervenire su questi ultimi, lavorare sul carico fiscale, sulle norme che ammazzano la capacità competitiva delle imprese, sulle inefficienze del sistema. Sono tante le cose che si potrebbero fare. Assolatte lo dice da tempo. Speriamo sia arrivato il momento dell’ascolto.

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Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm

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AMARCORD

DOP E L’ASSE ROMA-PARIGI SETTANT’ANNI FA ITALIA E FRANCIA UNIRONO LE FORZE PER FAR APPROVARE LA CONVENZIONE DI STRESA SULLE IG. MA ANCHE OGGI C’È DA LOTTARE

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el corso della precedente Assemblea, tenuta il 1° giugno 1951, ricevemmo la partecipazione della firma della Convenzione di Stresa avvenuta nelle prime ore dello stesso giorno». Con queste parole comincia il ricordo di quelli che furono i momenti salienti del percorso che portò alla firma del primo approccio comune per la tutela delle Denominazioni d’origine dei prodotti caseari, fatto dall’allora presidente dell’associazione Ercole Locatelli nel corso dell’assemblea Assolatte del 1952. «Era il coronamento di una nostra azione che prese le mosse dalla sessione della Fil tenutasi in occasione del Congresso di Stoccolma del 1949». Locatelli ricorda il contesto dal quale prese origine il tentativo di approvare «uno schema di Convenzione per la tutela dei nomi di origine dei formaggi che avrebbe praticamente escluso da ogni possibilità di difesa nel campo internazionale i nomi dei più tipici e tradizionali

formaggi italiani. È stato perciò necessario […] risalire la corrente per far modificare lo schema di Stoccolma; ed è così che, mentre da una parte ci adoperavamo per la ricostituzione del Comitato nazionale italiano, dall’altra prendevamo contatto con i colleghi francesi per impostare una prima azione comune». Il ricordo ripercorre le tappe storiche di avvicinamento al 1° giugno 1951, a partire dalla sessione Fil ad Amsterdam nel 1950 dove «ci presentammo forti dell’accordo con i francesi […] dopo aver avuto uno scambio di vedute con olandesi e svizzeri» e dove «la battaglia colà decisamente ingaggiata dai nostri rappresentanti fu molto serrata per l’opposizione alle nostre tesi specialmente da parte dei Paesi Scandinavi e dell’Inghilterra. Alla fine però il nuovo testo dello schema di Convenzione risultava tale da costituire un esplicito accoglimento della nostra impostazione […]». Seguirono incontri con rappresentanti governativi e professionali di

Francia, Olanda e Svizzera e, su richiesta di questi Paesi, il Governo italiano fu chiamato ad assumere l’incarico della convocazione di una Conferenza diplomatica per la stipula della Convenzione. Nonostante la sensazione di molti di allora circa l’estrema difficoltà dell’impresa italiana, la storia ha segnato il punto a nostro favore. Tutto ciò non è successo per caso, ma grazie alla lungimiranza degli imprenditori del tempo, al sostegno delle istituzioni nazionali e la compattezza di un comparto fermamente intenzionato a difendere le proprie produzioni casearie tipiche. Sono passati 70 anni dalla firma della Convenzione di Stresa. Il sistema delle Indicazioni d’origine si è evoluto e rafforzato divenendo fulcro della politica di qualità europea. Le sfide che attendono il sistema delle Dop e delle Igp sono però in continua evoluzione. Non ci resta, quindi, che dire «Auguri e cento di questi giorni!».

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L’OPINIONE

PRODURRE PER TUTTI: LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITÀ di Paolo De Castro

L’

onda lunga della pandemia, un nuovo scenario internazionale in cui i Paesi sono interdipendenti ma riducono la cooperazione, i cambiamenti climatici e gli impegni per ridurne gli impatti, creano un contesto complesso, che pone grandi sfide alle imprese agroalimentari europee. Dieci anni fa, in un piccolo libro di un certo successo, definivo questo incrocio di condizionamenti ecologici, economici e politici la “nuova scarsità”. L’evocazione del fantasma di Malthus aveva a che fare solo marginalmente con l’indisponibilità e la penuria di alimenti. La nuova scarsità era il risultato dell’impatto di eventi climatici, di mercato e politici, del tentativo di dare risposte localistiche a sfide globali, che toccano tutta l’umanità. Nel 2019 la popolazione mondiale ammontava a 7,7 miliardi di persone, il 54% delle quali concentrata nelle aree urbane. La Fao stima che nel 2050 la popolazione raggiungerà i 9,7 miliardi e che questo incremento richiederà un aumento della produzione di cibo

del 60-70% rispetto a oggi. Il fabbisogno richiesto salirà anche in virtù della crescita dei redditi pro capite e le conseguenti modifiche dei regimi alimentari, in particolare nei Paesi emergenti. Produrre più cibo e distribuirlo meglio sembra una necessità, che però risulta difficile da soddisfare in uno scenario reso sempre più incerto dal cambiamento climatico. Negli ultimi 40 anni il numero dei disastri naturali è triplicato, con evidenti ripercussioni sull’ambiente e la produzione agricola. L’accelerazione dei cambiamenti climatici è stata di una tale evidenza che ha costretto tutte le potenze economiche mondiali a rivedere al rialzo i propri contributi al target dell’Accordo di Parigi nel 2015. Finora l’unico continente che ha presentato proposte concrete è l’Europa con il Green Deal. Come noto, all’interno del piano due strategie in particolare, “From Farm to Fork” e “Biodiversità”, fissano gli obiettivi che più interessano il settore

agroalimentare. Soprattutto quelli sulla sostenibilità del Green Deal sono molto ambiziosi e implicano una trasformazione di sistema. Nessun cambiamento di questo tipo può essre a costo zero. Dobbiamo però averli ben chiari e prendere misure per distribuirli in modo equo. Per esempio, quando si guarda alla tabella di marcia della strategia Farm to Fork, forte è l’impressione di uno squilibrio tra gli interventi previsti sull’offerta e quelli previsti per la domanda. Da un lato nuove regole per i produttori, dall’altro suggerimenti, informazioni e sensibilizzazione per i consumatori. È un orientamento “naturale” da parte delle istituzioni Ue, sulla base delle regole del mercato interno. Inoltre, nessuno auspica un’economia pianificata, in cui sia lo Stato a decidere quanto e come consumano i cittadini. Resta l’interrogativo se una trasformazione di sistema possa funzionare a fronte di questo squilibrio nell’azione regolatoria e del potenziale disallineamento di domanda e offerta. Si spera siano fenomeni passeggeri, ma

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L’OPINIONE in Francia grano e latte bio sono stati venduti in diversi casi come convenzionali, quindi sottocosto, per mancanza di domanda. I fantasmi malthusiani si esorcizzano con l’innovazione tecnologica, leva determinante per essere più sostenibili e più competitivi. Nella strategia Farm to Fork ci sono riferimenti all’innovazione per l’agricoltura, come le nuove tecniche di miglioramento genetico sostenibili e incentivi per la ricerca e l’uso di additivi per i mangimi che contribuiscano a ridurre le emissioni dei ruminanti. Con i fondi per lo sviluppo rurale supplementari del Next Generation Eu abbiamo garantito finanziamenti all’agricoltura digitale e di precisione. Per il lato industriale, però, non c’è molto. Si propongono diverse etichette, anche una eco-etichetta che avrebbe del rivoluzionario. Ma allora non si capisce perché si discuta ancora di etichettatura “fronte pacco” e non dello sviluppo di un’etichetta digitale comune,

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capace di dare al guadagno su scala consumatore tutte globale in termini SERVIREBBE le informazioni di riduzione di CO2 SVILUPPARE che desidera con e i prodotti europei UN’ETICHETTA oneri molto ridotti diventerebbero DIGITALE per i produttori poco competitivi rispetto alle COMUNE, CON sui mercati etichette fisiche. internazionali, ONERI RIDOTTI Manca poi una perché costerebbero riflessione sul più di quelli dei commercio concorrenti. Non internazionale. La tenuta è detto che le cose debbano socioeconomica di molti andare così, ma almeno nostri territori è legata a una dovremmo parlare delle azioni filiera agroalimentare che per evitarlo. negli ultimi anni ha migliorato Se vogliamo guardare con il proprio posizionamento ottimismo alle potenzialità internazionale grazie a una dell’innovazione tecnologica, crescita nell’export dei propri c’è un altro aspetto trascurato, prodotti. Un quadro più volte che va sostenuto in modo evocato, forse eccessivamente più incisivo. Quando si tratta fosco, è quello secondo cui di alimenti, i consumatori l’Ue diventa più sostenibile europei non sembrano così perché esporta altrove le propensi all’innovazione. Oltre produzioni più emissive. alle annunciate iniziative di Per diventare più sostenibili sensibilizzazione sui prodotti i nostri prodotti diventano biologici e locali, lavorare a molto costosi e troppo cari correggere queste percezioni per gli acquirenti all’estero. dovrebbe far parte del Così la rilocalizzazione delle programma di sostenibilità emissioni annullerebbe il dell’Ue.

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MONDO ASSOLATTE

RICOTTA, UNA FEDELE ALLEATA PER LA LINEA E IL BUON UMORE ALIMENTO IPOCALORICO PER ECCELLENZA, È CONSIGLIATA NELLE DIETE PENSATE PER CHI VUOLE PERDERE PESO. IN PIÙ, GRAZIE ALL'ALTO CONTENUTO DI TRIPTOFANO, COMBATTE ANCHE DEPRESSIONE E INSONNIA di Carmen Besta

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resca o stagionata, di vacca, di pecora, di capra o di bufala, la ricotta è tra i “formaggi” freschi più apprezzati dai consumatori. Nata come prodotto povero che permetteva di recuperare i preziosi nutrienti intrappolati nel siero di latte, grazie al suo gusto dolce e alla sua versatilità ha trovato impiego in centinaia di ricette di ogni regione d’Italia. Per la

sua freschezza e dolcezza, la ricotta è diventata uno dei prodotti caseari più appezzati. In commercio se ne trovano moltissimi tipi, dal più diffuso, che è quello fresco e spalmabile, ai tipi stagionati, dalle ricotte dolci a quelle acide, fino alla ricotta infornata. E poi ci sono di vacca, di pecora, di capra e di bufala: a ogni formaggio corrisponde un tipo di ricotta.

Al di là della sua bontà, la ricotta ha proprietà nutrizionali e salutistiche davvero interessanti che abbiamo sintetizzato in cinque punti. Per un buon riposo puntare sulla ricotta Regolare il ritmo sonno-veglia e favorire il buonumore: sono gli effetti assicurati dal triptofano, considerato

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il più potente conciliatore del sonno e indispensabile per sintetizzare la serotonina. La ricotta è un’ottima fonte di questo amminoacido e il suo consumo agisce positivamente su umore e depressione, ansia e insonnia. Alleata della linea Quando si segue una dieta dimagrante si perde grasso, ma anche una piccola parte di muscoli che può portare a un addome rilassato. In questo caso, a fare la differenza non è solo la quantità di proteine assunte, ma anche la loro qualità. Le proteine più efficaci si trovano nel pesce, nelle uova e nei latticini. Se si vogliono tonificare i muscoli, ma anche perdere qualche chilo, l’ideale sono le sieroproteine del latte, che favoriscono la sintesi delle proteine anche in caso di restrizione calorica o insulinica. Tra i latticini più magri e al contempo ricchi di sieroproteine troviamo la ricotta, saziante (in quanto ricchi di sieroproteine), nutriente e ipocalorica. Contro il carb-craving Nel periodo di isolamento sociale dovuto alla pandemia da Covid-19, ansia, paura e stress hanno spinto i consumi di carboidrati e zuccheri, che costituiscono il “sedativo” più efficace e immediato grazie all’effetto di stimolazione cerebrale di serotonina. Questo eccesso si è trasformato in un boomerang perché, immediatamente dopo il consumo di cibi zuccherini, l’intensa sensazione di benessere psicofisico che ne deriva cala rapidamente dopo l’intervento dell’insulina. Da qui, il bisogno costante di zuccheri (il cosiddetto carb craving) e il circolo vizioso che porta a sviluppare, nel tempo, la resistenza insulinica, l’aumento di peso e i disturbi dell’umore.

Per spegnere questi falsi segnali di fame e perdere peso rimanendo in salute, la prima cosa da fare è ridurre le quantità di zuccheri semplici e di carboidrati raffinati, privilegiando i cereali integrali associati ai legumi che, oltre a completare l’assetto proteico, forniscono preziose fibre che abbassano il carico glicemico del pasto e migliorano il senso di sazietà. Anche il consumo equilibrato e regolare di latte e latticini, nell’ambito di una dieta bilanciata, permette una migliore gestione dell’appetito, promuovendo una perdita di peso più facile e duratura. Anche in questo caso è particolarmente utile la ricotta, caratterizzata da un’elevata quantità di sieroproteine che regalano un veloce senso di sazietà attraverso la stimolazione di Cck, Glp1 Gip, Pyy e l’inibizione della grelina che, invece, aumenta l’appetito. UNA MOUSSE DI RICOTTA CON CACAO AMARO E DOLCIFICANTE ACALORICO PUÒ AIUTARE A "INGANNARE" IL CERVELLO CON UNA GRATIFICAZIONE DOLCE, SENZA SOLLECITARE ECCESSIVAMENTE L’IN ULINA Ricotta a colazione: promossa I cibi tradizionali della colazione tipicamente italiana sono a base di carboidrati: pane, cereali, brioche, biscotti, marmellate e succhi. Tutti cibi ad alto indice glicemico che aumentano velocemente il tasso di zuccheri nel sangue e, altrettanto rapidamente, causano ipoglicemia e inducono una sensazione precoce di fame. Ecco perché iniziare la giornata con un pasto a Ig controllato aiuta a mantenere stabile la glicemia

e il senso di sazietà durante la mattinata, senza cali di energia. Per questo è importante scegliere sempre carboidrati a basso indice glicemico, come pane nero (meglio se con semi), fiocchi d'avena al naturale, cereali con crusca e frutta intera. Fondamentale è l’apporto di latte e yogurt, ma anche formaggio fresco come la ricotta che, grazie alle sieroproteine, gioca anche un ruolo significativo nella risposta insulinica: nei soggetti diabetici e in sovrappeso, è stato dimostrato che il consumo di sieroproteine di latte migliora la risposta insulinica e glicemica ai carboidrati, favorendo un miglior controllo del peso. Dessert senza sensi di colpa Grande classico per la preparazione di dolci light, la ricotta è spesso usata in sostituzione parziale o totale di burro e mascarpone. Ha un basso apporto energetico (solo 145 calorie ogni 100 g), ma è ricca di sieroproteine, note per l’effetto saziante. Si può usare la ricotta sia in cottura, sia per la preparazione di dolci freddi. Per preparare un dessert veloce al cucchiaio o per una farcitura golosa, proteica e poco calorica, si può semplicemente amalgamare con scagliette di cioccolato fondente, caffè in polvere, pezzetti di frutta fresca o secca, composta di frutta e cannella.

LA RICOTTA È UTILIZZATA NELLA PREPARAZIONE DI DOLCI CHE HANNO LA CARATTERISTICA DI ESSERE LEGGERI, IPOCALORICI ED EQUILIBRATI DAL PUNTO DI VISTA DELL’A ORTO DI ZUCCHERI, PROTEINE E GRASSI

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ATTUALITÀ

IL DELICATO EQUILIBRIO TRA AMBIENTE E MERCATO LA ZOOTECNIA PRODUCE GRAN PARTE DEI GAS SERRA AGRICOLI, MA HA UN RUOLO ECONOMICO E SOCIALE FONDAMENTALE di Maria Libertini

Brigitte Misonne

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urante l’ultima assemblea di Assolatte, Brigitte Misonne, Head of Unit Animal Product della DG Agri della Commissione europea, ha presentato un’interessante panoramica sulla situazione del mercato del latte in tempi di Covid-19, focalizzando il proprio intervento anche sulle nuove sfide in termini

di sostenibilità, ambientale, economica e sociale. Il settore lattiero-caseario ai tempi del Covid Il mercato lattiero-caseario dell’Ue ha reagito bene alla pandemia e si è ripreso più rapidamente del previsto. In tutta Europa, a causa dei lockdown, gli acquisti domestici

di latte, panna, burro e formaggi sono aumentati. Le vendite al dettaglio, l’e-commerce e le esportazioni sono così riuscite a contenere i danni e a compensare buona parte delle perdite registrate nei consumi fuori casa. Di fatto, grazie all’impegno delle imprese agricole e industriali, non si sono registrate

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ATTUALITÀ interruzioni nella raccolta, trasformazione e distribuzione di latte e derivati e i consumatori non si sono mai trovati di fronte a scaffali o frigoriferi vuoti. Gli interventi della Commissione hanno cercato di favorire la distribuzione delle derrate e previsto aiuti all’ammasso privato nei momenti più complessi. «Al momento – ha segnalato la rappresentante della Commissione – si registra un sentiment sostanzialmente positivo, con prezzi in aumento, anche se tanti sono preoccupati per i costi di produzione, che stanno lievitando, e per una forte dipendenza del comparto dall’export». Secondo le stime della Commissione, la riapertura del food service dovrebbe sostenere i consumi fino alla fine dell’anno. L’

’ Contrariamente a quanto successo in altre aree del mondo, negli ultimi 30 anni l’agricoltura dell’Ue ha ridotto le emissioni di gas serra del 20 per cento. Un buon risultato, certo, ma l’obiettivo fissato dalla Commissione è molto ambizioso: -55% nel 2030 e neutralità nel 2050. «Secondo i dati ufficiali – ha ricordato Misonne – l’agricoltura europea è responsabile di circa il 10% delle emissioni totali di gas serra dell’Ue. Gli animali da reddito rappresentano la principale fonte di emissione (circa l’81-86 per cento). Le emissioni agricole, comunque, sono diminuite del 24% dal 1990 al 2013 e il metano è diminuito del 21 per cento». Le emissioni sono poi nuovamente aumentate negli ultimi dieci anni, a causa di un aumento del numero di animali in alcuni Paesi e del tipo di concimazione impiegata.

Per quel che riguarda, invece, l’inquinamento di aria e acqua, l’impatto deriva principalmente dalla concentrazione degli animali in determinate aree, dalla specializzazione degli allevamenti, dall’incremento della produttività. Nelle aree ad alta densità di bestiame, il tema “nitrati” è sempre più sentito, così come le emissioni di ammoniaca e azoto. Il bestiame sarebbe responsabile dell’80% dell’acidificazione del suolo e dell’inquinamento atmosferico e del 73% dell’inquinamento idrico derivante dal settore primario. L Come ha correttamente sottolineato Brigitte Misonne, se da un lato c’è il tema ambientale, dall’altro c’è quello alimentare e nutrizionale. Gli animali, infatti, convertono biomassa non commestibile in alimenti altamente nutritivi. A livello mondiale, solo il 14% della sostanza secca ingerita dal bestiame sarebbe commestibile per l’uomo: la stragrande maggioranza dell’alimentazione animale è garantita da foraggi e residui colturali. Il 57% dei terreni impiegati per l’allevamento, inoltre, non potrebbe essere utilizzato per colture alimentari. Senza dimenticare che l’allevamento mantiene i legami tra uomo e campagna, garantendo un’attività economica dove in molti casi non è possibile fare altro. Quindi, gli allevamenti hanno un ruolo chiave dal punto di vista economico e sociale: nel 2017 rappresentavano il 40% del valore totale dell’agricoltura e le industrie europee legate alla produzione animale hanno un fatturato annuo di circa 400 miliardi di euro. Gli allevamenti danno lavoro a circa quattro milioni di persone.

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Nelle intenzioni della Commissione, la nuova Pac potrà aiutare a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale attraverso gli eco-schemi, gli interventi di sviluppo rurale e i programmi operativi delle Op (organizzazioni di produttori). Gli strumenti finanziari messi a disposizione dell’agricoltura potrebbero essere destinati a sostenere modifiche al sistema di produzione per renderlo più eco-friendly (estensione dei prati temporanei in rotazione, aumento della quota di erba nella razione dei bovini da latte, aumento della quota di co-prodotti nel rapporto di mangime, investimenti nel benessere animale, pascoli, gestione dei liquami, ecc.). I

G

D

La Farm to Fork vuole essere un approccio globale alla sostenibilità alimentare e parte da alcuni principi. Uno di questi vuole che i consumatori abbiano il potere di scegliere alimenti sostenibili e tutti gli attori della catena alimentare dovrebbero considerarlo una loro responsabilità e opportunità. «II Green Deal – ha concluso Misonne – è una strategia di crescita e la sostenibilità sarà tema centrale per i prossimi dieci anni. Per questo, è fondamentale che le imprese continuino ad investire. Solo così potranno ricavarne i massimi benefici possibili. La transizione verso la sostenibilità rappresenterà un’opportunità e un vantaggio competitivo del pioniere per gli agricoltori europei nel medio termine. Non c’è dubbio che l’industria lattiero-casearia svolgerà appieno il suo ruolo in questo contesto».

14 IL MONDO DEL LATTE

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Il latte non è tutto uguale...

...ma il PET delle bottiglie

SI

MILANO - Via S. Maurilio 23 info@coripet.it www.coripet.it

Per proteggere il loro latte sempre più aziende scelgono la bottiglia in PET. Versatile, leggera, sicura e, per Coripet, riciclabile sia nella versione trasparente che opaca. Per questo le aziende iscritte al consorzio Coripet pagano un unico contributo di riciclo che, per il 2021, sarà di € 198 la tonnellata (per le bottiglie, mentre per tappi ed etichette sarà di 460 €/t). I vantaggi per gli associati Coripet continuano anche nella seconda vita della bottiglia: potranno avere accesso all’ R-PET idoneo al diretto contatto alimentare per produrre nuove bottiglie a costi fissi e concordati.

Scoprite di più sul sito www.coripet.it nella sezione “il consorzio”.


ATTUALITÀ_UE

PROSPE I E A RE E ERMI E DELL’ E PER I MERCATI AGRICOLI di Maria Libertini

L

a Commissione europea ha pubblicato il 10 ottobre scorso l’edizione autunnale delle prospettive a breve termine dell’Ue (short term outlook – Sto) per i mercati agricoli. Secondo le previsioni, il 2021 si chiuderà con una crescita della raccolta del latte dello 0,3% e un aumento del 4% nell’export di formaggi. Stabile la produzione di burro. Nonostante condizioni meteorologiche favorevoli per i pascoli, nei primi sette mesi la produzione di latte nell’Ue è rimasta stabile. Anche il terzo trimestre ha mostrato livelli produttivi stabili, mentre si attendono aumenti nel quarto trimestre.Le mandrie sono sempre più ridotte, ma le rese aumentano (+1,3%), meno di quanto ci si attendeva, considerato il costo dei mangimi. Stabili i prezzi dei formaggi, mentre crescono quelli degli altri prodotti sostenuti dalla

LE FORNITURE DI LATTE DA PAESI UE SELEZIONATI

domanda cinese, che potrebbe ora registrare un rallentamento, con conseguenti squilibri tra domanda e offerta. Formaggio e panna hanno continuato a trainare produzioni ed esportazioni. Tuttavia, nei prossimi mesi potrebbe aumentare l’offerta di burro e latte in polvere, poiché i prezzi sono attualmente meno competitivi. La produzione di latte alimentare dovrebbe tornare sui valori pre-Covid, ma le esportazioni di prodotti lattiero-caseari freschi dovrebbero aumentare.

IL BILANCIO DEL BURRO UE (1000 t)

MLN/T

PRODUZIONE/CONSUMO

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2016

4%

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80

UE-27

400

POLONIA

2000

ITALIA

6%

IRLANDA

120

DANIMARCA

500

OLANDA

2500

FRANCIA

8%

GERMANIA

160

RISERVE ------- PRODUZIONE ------- CONSUMI VOLUME GENNAIO-LUGLIO 2021

VOLUME 2021 e

Fonte: Dg Agricoltura e sviluppo rurale su dati Eurostat

% 2021e/2020

------- IMPORTAZIONI

------- ESPORTAZIONI

Fonte: Dg Agricoltura e sviluppo rurale su dati Eurostat

16 IL MONDO DEL LATTE

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ATTUALITÀ _UE I PREZZI SETTIMANALI DEI LATTICINI NELLA UE (€/t)

LE VARIAZIONI ANNUALI NEL MERCATO UE

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(1000 t)

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------- BURRO ------- SMP

------- WMP ------- FORMAGGI

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USO DOMESTICO

ESPORTAZIONI -

CAMBIO DI BORSA

Fonte: Dg Agricoltura e sviluppo rurale su dati Eurostat

Fonte: Dg Agricoltura e sviluppo rurale su dati Eurostat

IL CONSUMO PRO CAPITE DI PRODOTTI FRESCHI (FDP) NELLA UE (kg)

IL TREND DELL’EXPORT UE SMP NELLE PRIME 10 DESTINAZIONI (gennaio/giugno 2021 - 1000 t)

90

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150%

9.0

9.5

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9.7

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9.9

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5.1

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50

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0

0%

-50

-30%

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75

60

45 83.9 30

54.5

53.5

53.1

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51.7

83.5

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2020

2021e 2022f

------- LATTE DA BERE ------- PANNA ------- YOGURT ------- ALTRI FDP Fonte: Dg Agricoltura e sviluppo rurale su dati Eurostat

GENNAIO-GIUGNO 2021

ALTRO

YEMEN

EGITTO

VIETNAM

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2018

NIGERIA

2017

MALESIA

2016

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2015

INDONESIA

0

ALGERIA

CINA

15

VARIAZIONE SU GENNAIO-GIUGNO 2020

Fonte: Dg Agricoltura e sviluppo rurale su dati Eurostat

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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA

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ATTUALITÀ_EDA

CONFERENZA ANNUALE EDA SISTEMI ALIMENTARI SOSTENIBILI E SETTORE LATTIERO-CASEARIO EUROPEO di Maria Libertini

I

sistemi alimentari sostenibili e i prodotti lattiero-caseari europei sono stati il fous della conferenza annuale dell’European Dairy Association che si è tenuta il 1 ottobre scorso a Bruxelles. L’evento ha contato 90 partecipanti dal vivo e circa cento in collegamento da remoto da tutto il mondo. «L’enorme interesse per la nostra conferenza si spiega innanzitutto con la qualità dei relatori – ha detto il presidente di Eda Giuseppe Ambrosi – ma anche con il fatto che l’incontro si tiene tra il vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite e la Giornata mondiale dell’alimentazione: un momento perfetto per tuffarsi nel futuro del settore lattiero-caseario sostenibile dell’Ue». Nel discorso di apertura, Ambrosi ha evidenziato

Giuseppe Ambrosi

le ambizioni del settore lattiero-caseario in termini di sostenibilità. L’industria lattiero-casearia europea non ha aspettato il Green Deal, ma ha preso sul serio fin dall’inizio gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, lavorando sulla neutralità di carbonio già da tempo. E mentre il mondo chiede quantità crescenti di prodotti lattiero-caseari europei, per continuare a essere protagonista, l’Europa deve operare su basi sicure in termini di energia, forza lavoro e sicurezza nell’approvvigionamento alimentare. «Qualsiasi normativa nell’ambito del Green Deal o della strategia Farm to Fork deve essere basata sulla scienza e valutata scientificamente – ha concluso

Ambrosi – con una valutazione d’impatto da parte della Commissione». Il professor Roel Jongeneel dell’Università di Wageningen ha analizzato le probabili conseguenze del Green Deal e della strategia Farm to Fork per l’industria lattiero-casearia europea. «La sfida chiave non è l’ambiente» ha affermato Jongeneel, sottolineando che l’emisfero australe in tema di sostenibilità è lontano anni luce dalla realtà europea. Secondo gli studi più recenti, la politica verde dell’Ue potrebbe portare a una riduzione del numero di bovine proprio dove si concentra la produzione, con conseguenze gravi per queste aree. L’impatto dei vari obiettivi fissati dalla Commissione (ad esempio il 35% in meno di Ghg e il 50% di pesticidi in meno entro il 2030), sono stati valutati dal Joint Research Center, ha riferito Jongeneel. Nel complesso, essi possono comportare un calo del 12% della produzione di latte e un aumento dei prezzi alla stalla fino al 36 per cento. Ma il reddito delle aziende agricole ne avrà beneficio solo se i mercati funzioneranno. L’economista olandese ha raccomandato un approcio regionale nel quale i progressi siano fatti in passi incrementali, cercando di avere nel Green Deal una visione di lungo termine. Il mercato delle emissioni, a suo avviso, sarebbe il mezzo più adatto a ridurle in modo

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IL GAUDIO


ATTUALITÀ _EDA

Hester Maij economicamente efficiente. Il segretario di Stato sloveno per l’agricoltura Aleš Irgolič ha invece evidenziato le sfide del Green Deal per il settore agroalimentare sloveno ed europeo. Irgolič ha sottolineato come il settore lattiero-caseario europeo offra prodotti d’eccellenza, con qualità nutritive impareggiabili e in modo conveniente ai cittadini dell’Ue e oltre. L’oratore successivo, Lukáš Víšek, del gabinetto del vicepresidente della

Lukáš Víšek

Commissione europea, Franz Timmermans (uno dei principali artefici del Green Deal), ha risposto alle preoccupazioni emerse, affermando che non si può perdere altro tempo: «Bisogna migliorare subito la sostenibilità del sistema lattiero-caseario europeo – ha detto –. Il Green Deal è stato fatto proprio per accelerare i processi già avviati per proteggere il clima. Green Deal e Farm to Fork guardano all’intera filiera alimentare, inclusa la dieta e gli sprechi.

E l’industria lattiero-casearia si trova in una posizione di forza – ha sostenuto Víšek – perché può raggiungere sia gli agricoltori, sia i consumatori, indirizzando l’allevamento verso metodi di produzione più sostenibili e stimolando la domanda di prodotti finiti più attenti all’ambiente. I prodotti europei – ha auspicato concludendo il proprio intervento – saranno sempre più richiesti e devono diventare il benchmark della sostenibilità, aiutando così i produttori a competere nel mercato mondiale». Hester Maij, di FrieslandCampina, ha infine illustrato come la cooperativa persegua obiettivi di sostenibilità. «Le nostre aziende non sono omogenee – ha sostenuto – e non può quindi esistere una politica adatta a tutte. La legislazione deve quindi essere “personalizzata”: l’Ue deve guardare al quadro generale, inclusi gli effetti collaterali, ma lasciare a Paesi e imprese la scelta del percorso». Maij ha anche commentato gli obiettivi europei in materia di biologico: «Se applicato al mercato olandese, una crescita del bio fino al 25% comporterebbe aumenti di costi a carico dei consumatori di circa 250 milioni di euro – ha fatto notare –. L’Europa è un grande esportatore, l’industria lattiero-casearia europea compete nel mondo e ha moltissimi concorrenti. Per questo c’è bisogno di condizioni di parità». E a proposito di etichettatura ambientale ha aggiunto: «Un bicchiere di latte non può essere paragonato a una sedia. Qualunque etichetta non può, cioè, trascurare l’apporto nutrizionale del prodotto. Gli aspetti nutrizionali e di impatto ambientale andrebbero perciò riuniti in un’unica etichetta». In generale, nel corso della

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NOVEMBRE 2021


ATTUALITÀ _EDA Roel Jongeneel

discussione sul podio che ha seguito gli interventi individuali, è sembrato esserci consenso sulla necessità di una valutazione scientifica di tutto il processo legislativo. Dello stesso parere il Segretario generale di Eda, Alexander Anton, che ha voluto sottolineare che qualsiasi etichettatura ambientale dovrà

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Aleš Irgolič

tener conto dell’impronta ambientale del prodotto (Pef) e che quando si parla di etichettatura nutrizionale, l’ineguagliabile valore nutritivo del latte e dei latticini non può essere trascurato. «Abbiamo non solo l’ambizione e le strategie per raggiungere i nostri obiettivi di zero emissioni di carbonio, continuando a

soddisfare la domanda di latte e prodotti lattiero-caseari sicuri, nutrienti e convenienti – ha concluso il presidente Ambrosi –. Per questo chiediamo a tutti i decisori di operare su una solida base economica, che è necessaria per finanziare l’attuazione delle strategie di sostenibilità delle aziende».

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Cinque Stelle picc

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gorgonzola e mascarpone Dolce Stella gorgonzola Bio

Tre Stelle e Stella Argento


ATTUALITÀ_EDA FLASH SUMMIT DELLE NAZIONI UNITE SUI SISTEMI ALIMENTARI: IL RUOLO VITALE DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO EUROPEO Il 23 settebre si è svolto a New York il summit delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, che ha riunito agricoltori, pescatori, leader mondiali, rappresentanti dei governii e molti altri stakeholder di tutto il mondo per discutere la trasformazione verso sistemi alimentari sostenibili. Una grande occasione per evidenziare il ruolo fondamentale del settore lattiero-caseario in termini di valore nutritivo e come settore chiave e alleato nella transizione verso sistemi alimentari sostenibili, impegnato a ridurre la propria impronta ambientale, pur continuando a fornire prodotti nutrienti, sicuri e convenienti.

VOTO SULLA FARM TO FORK: PROSPETTIVE PREOCCUPANTI

LA COMMISSIONE EUROPEA VALUTA GLI ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO CON LA GEORGIA In vigore dal 2016, l'accordo di libero scambio globale (Dcfta) tra l'Ue e la Georgia ha contribuito a facilitare l'accesso al mercato. L’Eda e DairyGeorgia hanno discusso della situazione del commercio lattiero-caseario ed evidenziato le carenze nell'attuazione della Dcfta con la Georgia, Paese il cui storico settore lattierocaseario è crollato all'inizio degli anni '90. Mentre la legislazione alimentare e lattiero-casearia georgiana è stata ampiamente allineata all’“acquis communautaire”, il mondo politico non si è ancora concentrato sullo sviluppo del settore lattierocaseario, ancora non all’altezza delle ambizioni del Dcfta.

Il 10 settembre le commissioni Envi e Agri del Parlamento europeo hanno votato e adottato la relazione di iniziativa sulla Strategia Farm to Fork verso sistemi alimentari sostenibili. Il testo finale contiene alcune proposte controverse, ma anche alcuni progressi, in particolare per quanto riguarda il funzionamento del mercato unico e il futuro ruolo dell'innovazione; per esempio, il sequestro e lo scambio di crediti di carbonio. Nella relazione i deputati definiscono obiettivi che vanno oltre quelli proposti dalla Commissione europea e che sarebbero insostenibili non solo per il settore lattiero-caseario europeo, ma per l'intera Ue. Vi è un numero crescente di studi recenti che mettono in evidenza i rischi derivanti dall'attuazione dei target attualmente previsti dalla strategia: il settore lattierocaseario europeo potrebbe subire un calo della produzione del 6,3% e un aumento dei costi del 36 per cento. Accanto all'aumento dei prezzi per i cittadini dell'Unione di circa 42 miliardi di euro. Senza dimenticare che la competitività delle imprese europee sui mercati internazionali subirebbe un duro colpo. L’Eda, con altre 25 organizzazioni europee, ha sottoscritto una dichiarazione congiunta con cui si oppone all'esito del voto nel Parlamento europeo. Il settore è impegnato ad adattarsi alle sfide ambientali e al raggiungimento degli obiettivi contro il cambiamento climatico. Ma la strategia deve adottare un approccio realistico, tenendo conto delle esigenze di tutti gli attori nella catena. L’Eda chiede di posticipare il voto fino a quando non verrà pubblicata una seria valutazione d'impatto.

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LA TUA SCELTA

CONTA

Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.

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ATTUALITÀ_FIL/IDF

SI RIPARTE DAL CLIMA di Chiara Fabrizi

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opo lo stop forzato dello scorso anno, la Federazione Internazionale del Latte ha nuovamente riunito gli stakeholder del settore lattiero-caseario di tutto il mondo. Dal 13 al 15 ottobre scorsi, il Comitato Nazionale danese della Fil/Idf ha ospitato la prima Idf Global Dairy Conference a Copenhagen. La conferenza si è svolta in formato ibrido: sessioni live a Copenhagen e la possibilità di partecipare on line. La sede è stata Axelborg /Nimb, nel cuore della capitale danese. Tutte le sessioni della conferenza sono state guidate dal fil rouge dell’evento “A changing climate for dairy”, tema importantissimo per il settore lattiero-caseario. I membri della Fil/Idf si sono impegnati seriamente per contribuire a mitigare il cambiamento climatico, ma il clima sta cambiando

rapidamente anche al livello dei consumatori. Gli sforzi e le attività messe in campo per ribadire loro l’importanza dei prodotti lattiero-caseari come alimenti essenziali, sani e sostenibili hanno quindi costituito una parte importante della conferenza. Il programma ha previsto il 13 ottobre il Dairy Leaders Forum 2021, durante il quale importanti leader lattierocaseari hanno discusso e condiviso le loro visioni per il settore, che sviluppo prevedono negli anni a venire e la strategia delle loro aziende per continuare ad

assicurare al mondo prodotti lattieri sicuri, nutrienti e sostenibili. Il panel di relatori ha discusso gli apprendimenti, gli impegni e le buone pratiche all’interno del settore lattierocaseario, valutando quanto avvenuto negli ultimi mesi e ciò che ci aspetta. Il Forum, moderato da Piercristiano Brazzale, ceo dell’omonima azienda e presidente della Fil/Idf e da Rupinder Singh Sodhi, membro del board della Federazione e managing director Amul (India), ha visto la partecipazione e il confronto di esponenti di Arla Food, Lactalis Group, Mengniu Group e Dairy Farmers of America.

NUOVE PUBBLICAZIONI Non si arresta il lavoro degli esperti Fil/Idf. L’ultima pubblicazione in ordine temporale è la specifica tecnica ISO/TS 23758 – Idf/Rm 251 Guidelines for the validation of qualitative screening methods for the detection of residues of veterinary drugs in milk and milk products. Il documento descrive i flussi di lavoro e i protocolli generali per la convalida e la verifica dei test di screening qualitativo per la rilevazione di residui di farmaci veterinari nel latte liquido (crudo, pastorizzato, Uht e latte in polvere ed estratti di sieroproteine ricostituito), compresi i metodi biologici. La linea guida non copre la convalida dell’analisi dei residui mediante Hplc, Uhplc o Lc-Ms/Ms, nè la verifica del corretto utilizzo dei reagenti/kit per la rilevazione degli antimicrobici.

Il documento è destinato ai produttori di kit di test di screening, laboratori che convalidano metodi o test di screening, autorità competenti e caseifici o utilizzatori finali di reagenti o test per la rilevazione di residui di farmaci veterinari nei prodotti lattiero-caseari. Gli obiettivi della pubblicazione sono l’armonizzazione nella convalida dei metodi o dei kit di test, in modo che tutte le parti interessate abbiano piena fiducia nel risultato dello screening dei residui e per limitare la sovrapposizione e la moltiplicazione del lavoro di convalida in diversi laboratori, condividendo i risultati di convalida generati da un laboratorio indipendente. Inoltre, una procedura di convalida e verifica armonizzata consente di confrontare le prestazioni dei diversi metodi di screening.

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ATTUALITÀ_NEWS FERRARI FORMAGGI, LE NUOVE CONFEZIONI REGALO PER UN NATALE RICCO DI GUSTO In occasione delle prossime festività natalizie, Ferrari Formaggi, azienda lodigiana leader nella produzione, selezione, stagionatura e confezionamento di formaggi, presenta le nuove Confezioni Degustazione 2021. Pensata per regalare ad amici e familiari esperienze di gusto uniche e ricercate grazie a sorprendenti abbinamenti di sapori proposti da eccellenze del Made in Italy che si incontrano, la linea Degustazione di Ferrari Formaggi si arricchisce nel 2021 con tre novità. "Degustazione verticale Grana Padano con tre diverse stagionature a confronto 600 g in abbinamento allo Zenzero Fabbri in vasetto da 230 g". Con questo percorso

di degustazione verticale si portano a tavola le differenti intensità di sapore di tre stagionature diverse del Grana Padano Ferrari Formaggi insieme alle note fresche e leggermente piccanti dello Zenzero Fabbri. "Degustazione verticale Grana

Padano bis stagionature oltre 10 mesi e Riserva oltre 20 mesi 400 g. con confetture del frutteto e conserve dell’orto". Per soddisfare i palati più esigenti, Ferrari propone un percorso di degustazione con due diverse stagionature di Grana Padano in abbinamento alle confetture del frutteto e alle conserve dell’orto. "Degustazione bis Grana Padano Riserva oltre 20 mesi e Parmigiano Reggiano Prodotto Di Montagna oltre 30 mesi con Miele di acacia e tartufo da 30 g. e Tartufata da 80 g". Ideale per gli amanti del gusto del tartufo, due formaggi Ferrari dalla prolungata stagionatura incontrano il tartufo.

CASEIFICIO PALAZZO INVESTE PER CRESCERE

BURRIFICIO DALLA TORRE NUOVO PACK ECOLOGICO

Caseificio Palazzo prosegue nel suo progetto di sviluppo industriale emettendo un prestito obbligazionario da sei milioni di euro sottoscritto da Unicredit, finalizzato a realizzare gli obiettivi redatti dal management aziendale all’interno del business plan 2021-2025. L’innovazione inizia già dallo strumento di finanziamento scelto, il minibond. L'operazione, della durata di 7 anni, rappresenta un importante riconoscimento da parte dell'istituto bancario dell'efficacia delle strategie industriali e commerciali intraprese da Caseificio Palazzo e della sua solidità finanziaria. L’azienda di Putignano sarà impegnata in un importante progetto di ristrutturazione e ampliamento dello stabilimento industriale, che si estenderà su una superficie di 5.000 mq, oltre che nell’acquisto di nuove attrezzature e di impianti specifici in ottica 4.0, con l’obiettivo di ottimizzare i processi di lavorazione e aumentare la capacità produttiva. Il business plan, inoltre, prevede un incremento delle vendite, in particolare per il mercato estero, e l’assunzione di circa 60 unità in Italia. Tra le finalità di Caseificio Palazzo, anche l’avvio di un iter di certificazione B Corp.

La gamma dei burri di centrifuga Dalla Torre ha visto un rinnovamento in termini di confezione e visual. Un incarto innovativo, 100% compostabile, che racconta al consumatore in totale trasparenza come nasce il burro di centrifuga del caseificio trentino. Il burro bio ha cambiato confezione e aspetto e arriva al pubblico con il nome per esteso, “il Biologico” allineandosi visivamente al prodotto premium “la Montanara”. Un cambiamento radicale, per indicare al consumatore l’appartenenza alla famiglia dei burri di centrifuga di alta qualità di Dalla Torre Val di Non. Il Biologico si presenta in una confezione verde con una nuova veste grafica che comunica in modo diretto la certificazione di agricoltura biologica e come nasce.

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ATTUALITÀ _NEWS MÜLLER, SPOT IN TV DEDICATI ALLA LINEA "I FEEL GOOD" E LANCIO DI UN NUOVO YOGURT ALLA GRECA Müller Italia è tornata in tv e sul web nei formati da 20” e 10”, con la campagna e dedicata alla linea Müller I Feel Good, composta da quattro famiglie di prodotti che propongono combinazioni originali di ingredienti e sono caratterizzati da specifici benefit funzionali o nutrizionali uniti ad un gusto unico. Lo spot da 20” è andato in onda sulle principali emittenti tv e online. La narrazione gioca sull’incontro di ragione ed emozione. Ad impersonare ragione ed emozione è una donna con due personalità distinte. La prima vestita di bianco rappresenta il benessere, la seconda in rosso il piacere. Inizialmente le due personalità della donna, calate in un’ambientazione metropolitana, percorrono due strade separate, per poi incontrarsi e diventare una cosa sola. Il risultato è una donna in abito arancione che desidera (e nello stesso tempo, rappresenta) Müller I Feel Good, la nuova linea Müller per chi vuole tutto e in cui proteine, fibre, fermenti, energia a rilascio prolungato, sono puro piacere. Successivamente appaiono in video una serie di icone pensate per identificare e

rappresentare le quattro famiglie di prodotto, preannunciandone i principali benefit funzionali o nutrizionali. Sullo sfondo le scene alternano alcune delle combinazioni di ingredienti che caratterizzano la gamma prodotti. Lo spot si conclude con la protagonista che affonda il cucchiaino in uno dei prodotti Müller I Feel Good, godendosi una nuova straordinaria esperienza di piacere e benessere. Nelle stesse date sono stati trasmessi in tv e online anche gli spot da 10” delle famiglie Proteine e Fibre e Vitamine che hanno approfondito le caratteristiche di ogni singola famiglia di prodotto. Muller ha lanciato anche una nuova referenza, “Passione alla Greca Bianco Naturale”, yogurt colato alla greca, senza grassi, ricco di proteine e senza zuccheri aggiunti.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

BIRAGHI LANCIA SUL MERCATO LA GRAN RICOTTA SUPER CREMOSA, UN NUOVO PRODOTTO IDEALE PER I DOLCI Una nuova ricotta molto più cremosa della tradizionale, ma con la stessa quantità di grassi: si chiama Gran Ricotta Super Cremosa ed è il nuovo prodotto presentato dall’azienda cuneese Biraghi, tra le più importanti del settore lattiero-caseario, a Cibus International Food Exhibition, la fiera internazionale dedicata all’agroalimentare che si è svolta a Parma dal 31 agosto al 3 settembre scorsi. Nata dal continuo desiderio di innovazione e frutto dei costanti investimenti dell’azienda nelle migliori tecnologie produttive, la Gran Ricotta Super Cremosa è un prodotto nuovo per la categoria. «L’abbiamo fatta provare ad alcuni chef – spiega il direttore marketing Claudio Testa – l’hanno testata nelle loro ricette e l’hanno definita deliziosa al naturale, ottima nelle

ricette salate e, soprattutto, speciale nei dolci». Prodotta con solo latte italiano, la Gran Ricotta Super Cremosa risulta più gustosa e più cremosa della ricotta tradizionale, mantenendo però la stessa quantità di grassi e consentendo la preparazione di dolci più leggeri: può essere usata, ad esempio, nel tiramisù al posto del mascarpone, oppure nella cheese cake al posto del classico formaggio spalmabile. La Gran Ricotta Super Cremosa è acquistabile in due formati: nella versione Tris, che contiene tre pratiche monoporzioni con la dose ideale per un consumo immediato, e nella nuova confezione da 230 grammi. Per questo secondo formato la vaschetta è stata rivista con una nuova canestratura verticale e con la personalizzazione del coperchio, dove i consumatori possono trovare consigli, idee e utili spunti per

l’utilizzo della ricotta in cucina. La nuova ricotta è l’ultima referenza lanciata da Biraghi che, con questa novità, supera i 50 prodotti lattiero-caseari in commercio, tutti realizzati senza conservanti e con 100% latte italiano raccolto e lavorato quotidianamente dall’azienda per un totale di 170 milioni di litri l’anno.

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ATTUALITÀ _NEWS BRAZZALE, I FORMAGGI DI UN TERRITORIO RICCO DI STORIA E CAPACITÀ IMPRENDITORIALE Quello dove sorge il Magazzino Sant’Agata del caseificio Brazzale è il territorio dove i Longobardi e poi i Cimbri si sono insediati già in epoca antichissima, quando, a ogni carestia, scendevano a ondate successive dalla Baviera scegliendo questa zona sugli altopiani e nelle valli perché appartata e non abitata. Nel tempo i loro nomi sono stati italianizzati. Oggi, i discendenti dei cimbri sono quasi 500mila e la grande tradizione industriale dell’Alto Vicentino (Schio, Thiene, Breganze) e delle valli contigue (Valdagno, Arzignano, Chiampo)

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è totalmente frutto della loro grande tradizione di lavoro, intraprendenza e risparmio. Anche la tradizione casearia dell’Alto Vicentino ha origini antichissime. Grazie alle transumanze garantite da speciali diritti riconosciuti dalla Repubblica Serenissima,

sull’Altopiano si giunse a contare fino a 200mila pecore. Non solo lana, dunque, ma anche il latte, che veniva trasformato in formaggi e burro, caratterizzava questo territorio. Dal 1492 il mercato di Thiene diventò il centro commerciale più importante dei prodotti lattierocaseari dell’area e, successivamente, il più importante centro industriale caseario e casear-meccanico del Veneto. La famiglia Brazzale fa parte di questa lunghissima storia poiché dal Monte di Calvene, sull’Altopiano, scese, a Zanè, nel 1898, permettendo lo sviluppo del Gruppo che oggi conosciamo.

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ATTUALITÀ _NEWS DALTERFOOD GROUP CHIUDE IN CRESCITA IL BILANCIO 2020 E GUARDA CON FIDUCIA AL FUTURO In un anno complicato come il 2020, DalterFood Group è riuscita a continuare nel suo percorso di crescita, mettendo a segno un aumento annuo del 2,8% del fatturato consolidato, che ha superato la boa dei 111 milioni di euro. Lo scorso anno l'azienda ha realizzato il 76% del suo fatturato all’estero, in particolare in Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna, mercati prioritari e in cui ha ottenuto buone performance. Buone notizie sono arrivate anche dagli Stati Uniti: il 2020 ha visto l'ingresso in questo grande mercato, grazie a un nuovo contratto di fornitura con buone prospettive di crescita anche nel corso del 2021. L’azienda ha anche ottenuto le certificazioni Fda e Fsma, fondamentali per le esportazioni nel mercato statunitense.

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«Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti nel 2020 e di come siamo stati capaci di reagire a un contesto globale tanto inaspettato e complesso – commenta il presidente di DalterFood Group, Stefano Ricotti – non ci siamo fatti fermare dalla pandemia e, grazie alla nostra già consolidata presenza su diversi canali e alla proposta di formati innovativi, come ad esempio le monodosi, siamo riusciti ad affrontare nel migliore dei modi un periodo ricco di incognite, riuscendo a compensare l’atteso calo del canale Horeca con buone performance in altri circuiti di vendita. Al contempo, abbiamo continuato a portare avanti i tanti progetti avviati già nel 2019, ottenendo importanti risultati sul fronte dell’internazionalizzazione, delle certificazioni, della sostenibilità e della digitalizzazione».

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ATTUALITÀ _NEWS ARBOREA, ANDREA AGOSTINI NUOVO DIRETTORE GENERALE Il cda della Assegnatari Associati Arborea ha nominato Andrea Agostini nuovo direttore generale. Agostini subentra a Francesco Casula, il cui incarico è giunto a scadenza naturale dopo oltre 16 anni di presenza alla guida della società. Laureato in Ingegneria Chimica all’Università La Sapienza, Agostini ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in diverse aziende di rilievo nazionale e internazionale. Tra i vari incarichi ha ricoperto il ruolo di Marketing Manager di Procter & Gamble e quello di Direttore Generale sia di Parmalat Sud Africa (Gruppo Lactalis) che del Consorzio Latterie Virgilio. «Sono onorato di entrare a far parte della famiglia Latte Arborea – ha affermato Agostini – ringrazio il presidente Gianfilippo Contu e tutto il cda per la fiducia accordatami».

TRENTINGRANA, NUOVO PAY-OFF: LATTE, SALE, CAGLIO E "RISPETTO" Tempo di grandi novità in casa Trentingrana, che ha avviato un’importante azione di rebranding la quale trova massima espressione nel nuovo pay-off: latte, sale, caglio e "Rispetto". Latte, sale e caglio perché tutti i prodotti del Gruppo Formaggi del Trentino sono fatti solo con questi ingredienti e sono 100% naturali. Rispetto perché il tema è molto caro a tutti i soci membri del Consorzio dei caseifici sociali trentini, la realtà cooperativa formata da 17 caseifici (e 700 allevatori) produttori delle eccellenze commercializzate dal Gruppo: termine quanto mai espressivo del loro modo di operare, che da sempre è improntato all’attenzione per la natura, per il tempo e per le persone. Un vero e proprio sistema valoriale che da anni è l’ingrediente immateriale della ricetta di Trentingrana e che oggi viene esplicitato e messo in evidenza, per mostrare ai consumatori quanto sia determinante per la realizzazione di prodotti realmente unici. La nuova brand image e il nuovo pay-off verranno raccontati anche attraverso un nuovo concept di campagna, che è focalizzato sulla figura degli allevatori soci. Trentingrana ha deciso di presentare gli allevatori come dei “Ribelli per natura”, che ogni giorno scelgono di affrontare instancabilmente le avversità, gli ostacoli e la fatica che comportano il lavoro che svolgono e il contesto della montagna, senza mai perdersi d’animo, anzi con grande orgoglio perché animati dal profondo amore e Rispetto che nutrono nei confronti del proprio territorio e della propria professione.

GALBANI LANCIA LA MOZZARELLA SANTA LUCIA DI LATTE DI BUFALA Con Mozzarella Santa Lucia di Latte di Bufala, Galbani è entrata in un mercato di valore e in forte crescita negli ultimi anni, quello della mozzarella di bufala. La referenza è proposta sugli scaffali della Gdo nel formato multi pack 2x125 g. «Nonostante Galbani Santa Lucia non abbia mai presidiato il mercato della mozzarella di bufala, è il primo brand che viene in mente ai consumatori quando si parla di questa categoria – ha commentato il direttore Marketing Galbani Cheese, Mauro Frantellizzi –. Con la Mozzarella Santa Lucia di Latte di Bufala entriamo in un mercato per noi nuovo, ma di grande valore e in continua crescita, andando ad arricchire sempre di più la nostra offerta. Inoltre, con questo lancio posizioneremo la Mozzarella Santa Lucia di Latte di Bufala in maniera differente rispetto ai nostri competitors, ampliando il consueto utilizzo in cucina e rendendola protagonista delle ricette degli italiani». L'azienda del Gruppo Lactalis sta spingendo anche sull'acceleratore della sostenibilità. Dal 2022 il packaging della Mozzarella Santa Lucia Tris conterrà almeno il 15% di plastica in meno.

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PROTAGONISTI

LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITÀ E DEL GREEN DEAL PER IL SETTORE LATTIERO-CASEARIO FOCUS SUGLI ASPETTI PI IMPORTANTI DELL’INTERVENTO SUL RILEVANTE E DELICATO TEMA DELLA SOSTENI ILIT TENUTO DAL PROFESSOR MARCO FRE ALL’ASSEM LEA ASSOLATTE DEL 16 SETTEMBRE 2021 A cura di Leonardo Graverini

M

arco Frey, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese e Direttore del Gruppo di ricerca sulla sostenibilità della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, ha presentato all’assemblea Assolatte dello scorso settembre un’importante relazione dal titolo “La sfida della sostenibilità e del green deal per il settore lattiero-caseario”. La sfida della sostenibilità e la trasformazione che ne sta conseguendo – ha spiegato il relatore – nasce dalla concomitanza in questi anni di tre crisi: quella economica, quella sociale e quella ambientale. Crisi la cui natura non è congiunturale ma strutturale e che richiedono un cambiamento del nostro modello di sviluppo. Un nuovo modello che per proporsi come un’alternativa equilibrata deve tenere conto però di tutte e tre dimensioni. Le aziende sono attori importanti per il cambiamento, ma occorre il contributo di tutta la collettività. Una visione equilibrata del futuro, infatti, non può prescindere dal garantire efficienza economica e reddito per le imprese. Una visione contenuta anche in Agenda 2030, che diversamente dal passato non limita più la sua prospettiva alle sfide sociali. La nuova visione di sviluppo sostenibile emerge chiaramente dalla seguente slide: LA VISIONE DEL FUTURO: L’AGENDA 2030 E GLI SDG

Marco Frey si passa infatti dagli 8 obiettivi rappresentati nella slide in alto a sinistra a 17, distribuiti su tre righe: la prima riguardante quelli sociali e che riprende sostanzialmente gli 8 obiettivi precedenti, la seconda focalizzata sugli obiettivi economici e la terza centrata su quelli ambientali. La novità sta dunque nel coinvolgimento di tutti gli attori economici. Particolarmente significativi – ha evidenziato Frey – sono gli obiettivi 8, 10 e 12, dove si parla di crescita, di riduzione delle disuguaglianze e di produzione e consumo responsabili. Un tempo la crescita era considerata quasi ideologicamente contrapposta alla sostenibilità. Ora se ne riconosce invece la necessità, purché di qualità, equilibrata e fondata su lavori migliori

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e dignitosi. La riduzione delle disuguaglianze permetterà di avere consumatori con maggiori disponibilità economiche e anche più orientati alla qualità e alla sostenibilità. La responsabilità, infine, richiama il concetto di economia circolare. Nel loro complesso, gli obiettivi di Agenda 2030 si stanno già diffondendo tra le imprese e li si ritrova nei loro report sulla sostenibilità, con una valenza importante anche sul fronte comunicazionale. Le imprese, insomma, sono viste ora come attori del cambiamento e anche la logica del profitto è stata sostanzialmente sdoganata. È la rivoluzione del Purpose driven, come testimoniato nella seguente tavola:

Si tratta di sfide che si ritrovano nel Green Deal europeo, sintetizzato nella seguente immagine IL GREEN DEAL EUROPEO

LE IMPRESE PURPOSE DRIVER Agosto 2019 La Business Round Table americana cambia completamente prospettiva https://www.businessroundtable.org/business-roundtable-redefines-the-purposeof-a-corporation-to-promote-an-economy-that-serves-all-americans “L’unico modo per avere successo a lungo termine è investire nei lavoratori e nelle comunità”. Jamie Dimon, Presidente della Business Roundtable e CEO di JP Morgan “Oggi il purpose è una dimensione dalla quale le imprese non possono più prescindere. Per creare valore e governare il cambiamento, infatti, occorre che ogni azienda si interroghi sulla ragione più profonda della sua stessa esistenza, cioè sullo scopo sociale che deve individuare e perseguire in maniera coerente nell’interesse di ambiente, comunità, lavoratori, fornitori e clienti». Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera. Si tratta del superamento della teoria di Friedman che vedeva la prima responsabilità di un’impresa quella verso i suoi azionisti e proprietari. Un nuovo orientamento in cui anche imprese italiane si sono già lanciate, anche del settore alimentare. La seguente slide mostra cosa stanno facendo le imprese rispetto ad Agenda 2030; la grandezza delle icone indica la misura dell’impegno delle aziende sui singoli obiettivi. Rispetto al settore lattiero-caseario è evidente l’importanza strategica del benessere, per i lavoratori e i consumatori, dei valori nutritivi e dell’equilibrio nutrizionale, dell’uso del territorio. I PROGRESSI DELLE AZIENDE ALL’INTERNO DEL GLOBAL COMPACT

e nella Farm to Fork. Il concetto di “transizione” ha per definizione il significato di un processo di cambiamento non immediato e che può essere anzi anche molto lungo, che presuppone azioni di accompagnamento e di considerazione e valorizzazione delle capacità di impegno di tutti gli attori. Un cambiamento che non deve lasciare indietro nessuno e che metta tutti nelle condizioni di sostenere i costi della trasformazione. L’Europa ha messo a disposizione risorse che sono almeno il doppio di quelle che si ebbero nel secondo dopoguerra grazie al Piano Marshall. A ciò si accompagna la finanza privata, che sta accelerando fortemente in direzione della sostenibilità. Il mercato riconosce in chi si impegna su questo fronte un attore più affidabile e credibile per la sua visione di lungo periodo. Chi investe nel green rende meglio: fattura, esporta e innova di più e meglio, crea migliore occupazione. LE IMPRESE CHE IN GREEN ESPORTANO, INNOVANO DI PIÙ E MEGLIO, E CREANO MIGLIORE OCCUPAZIONE Hanno incrementato il fatturato nel 2017

32% 24%

Hanno incrementato l’occupazione nel 2017

Prevalentemente concorrenza di prodotto 30,4

28% 21%

Hanno incrementato il l’export nel 2017

Prevalentemente concorrenza di costo 8,4 9,5

34% 43%

Hanno effettuato attività di innovazione 2015-17

40,5

0

10

% 20

30

40

50

79% 79% 0%

20%

30%

40%

50%

60%

Imprese manifatturiere che hanno investito nel green Imprese manifatturiere che non hanno investito nel green

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PROTAGONISTI Per gli attori economici, tra le problematiche più importanti ci sono quella dei cambiamenti climatici e della decarbonizzazione. Il 31 ottobre ha avuto inizio la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop26) di Glasgow e ci si attende che verranno assunti impegni severi e concreti. L’ETS sta già entrando a regime e gli impatti economici sul settore lattiero-caseario sono importanti, così come lo è ugualmente il tema delle energie rinnovabili. Le imprese del settore devono capire quindi come procedere, sapendo comunque che l’efficienza energetica può offrire benefici economici e che accelerare la transizione è utile a combattere l’attuale volatilità dei prezzi dell’energia. Il lattiero-caseario ha però il vantaggio di essere nel cuore dell’economia circolare, che altro non è, sostanzialmente, che la capacità di riprodurre i cicli naturali, che vuol dire anche riciclo e limitazione degli sprechi. I prodotti biologici, e dunque i derivati del latte, son quelli in cui è più facile intraprendere questa strada. Le aziende lattiero-casearie possono intervenire contro gli sprechi alimentari (si stima che il 20% di tutto l’alimentare venga sprecato!), sui consumi di acqua e sui cicli idrici (versanti sui quali Assolatte ha già lavorato col professor Frey nell’ambito delle BAT legate alla normativa IPPC), sull’allungamento della vita utile di impianti e macchinari. La legislazione italiana è tuttavia rimasta indietro e si pongono importanti problemi di coerenza, come quelli riassunti nella seguente slide:

e sostenibile, riducendo l’impatto ambientale in una delle eccellenze italiane, tramite supply chain “verdi”. In linea con la strategia «dal produttore al consumatore» tale azione punta a migliorare la competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, rafforzando le infrastrutture logistiche del settore, riducendo le emissioni di gas serra e sostenendo la diffusione dell’agricoltura di precisione e l’ammodernamento dei macchinari. Uno degli strumenti è a tal fine la tracciabilità, una realtà che nel lattiero-caseario italiano esiste ormai da molto tempo ed è elemento importante di mercato. In questo spirito, si tratterà di tracciare una filiera che sia sempre più green, e saranno di grande aiuto, in questo, le tecnologie intelligenti e 4.0, come evidenzia la seguente immagine: L’INNOVAZIONE GREEN NEL PACKAGING Imballaggio smart con dispositivo per il controllo della temperatura

IL PROBLEMA DELLE INCOERENZE

L’End of waste Le spinte per l’etichettatura nutrizionale a semafori Imballaggio attivo per prolungamento della shelf-life La norma che recentissimamente approvata con la Legge 29 luglio 2021 n. 108, di conversione con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2021 n. 77 sul PNRR, ove si prevede l’introduzione di sistemi di restituzione e cauzionamento per gli imballaggi in plastica, vetro e metallo per l’acqua ed altre bevande (il latte e lo yogurt non sono però bevande ma alimenti).

Per gli imballaggi in plastica c’è per esempio bisogno di una transizione “accompagnata”, per permettere che i sistemi di imballaggio oggi insostituibili possano trovare le alternative possibili nei tempi necessari. Anche a questo proposito, il professor Frey ha ricordato che il PNRR si pone tra gli obiettivi anche quello di valorizzare la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare, con un programma di investimenti per 5,27 miliardi di euro, al fine, unitamente ad altri obiettivi, di sviluppare una filiera agricola/alimentare smart

Imballaggio intelligente con codice QR

La visione – ha concluso il professor Frey – è dunque davvero di lungo periodo. La componente economica è assolutamente indispensabile nella sfida della sostenibilità, per gestire la transizione e far si che tutti coloro che sono convinti anche solo parzialmente di impegnarsi per essa trovino motivazioni lungo la strada per accrescere tale convinzione sempre di più.

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ECONOMIA

FORMAGGI IN USA FOCUS SUI PRINCIPALI STATI E DISTRETTI DI DESTINAZIONE DEL MADE IN ITALY

DOPO IL CALO DELLE SPEDIZIONI A CAUSA DI PANDEMIA E DAZI, NEL 2021 LA RIPRESA È A DOPPIA CIFRA. GRAN PARTE DELL'EXPORT È CONCENTRATO NELLO STATO DI NEW YORK di Andrea Stretti

I

n base alle rilevazioni dello US Census Bureau, nel 2020 gli Stati Uniti hanno importato dall’Italia formaggi per 30.946 tonnellate, per un valore di 291,3 milioni di dollari. Il dato ha fatto registrare un calo di circa il 20%, sia in volumi che in valore, rispetto al 2019, quando, ponendosi poco sotto la soglia delle 40mila tonnellate, l’import aveva raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni.

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ECONOMIA La crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, insieme agli effetti dei dazi ancora in vigore, ha determinato il calo dei duri-semiduri-altri formaggi (raggruppamento piuttosto ampio, comprensivo di Grana Padano, Parmigiano Reggiano, pecorini, provolone, ecc.), attestato al -22,5%, nonché degli erborinati come

comparto ha assistito a una piena ripresa. I tassi di incremento dell’import rispetto al gennaio-luglio 2020 sono stati ovunque a due cifre, raggiungendo i loro massimi in termini di valore. Complessivamente, formaggi e latticini hanno segnato un +28% in quantità (21.887 tonnellate) e +50% in valore

L'IMPORT NEGLI USA DI FORMAGGI E LATTICINI NEL 2020 (TONNELLATE) 57 2.716

343 0

27.461 369 5.000 10.000

FRESCHI ERBORINATI

15.000

20.000

25.000

30.000

GRATTUGIATI O IN POLVERE FUSI GRANA PADANO, PARMIGIANO REGGIANO, PECORINO ROMANO E ALTRI DURI

Fonte: Elaborazioni Assolatte su dati US Census Bureau

il Gorgonzola (-13,8%) e dei grattugiati (-43,8%, ma con +1,3% in valore). Hanno continuato invece a crescere in volumi, ininterrotti anche qui dal 2010, i freschi (+5,9 per cento). Con il 2021, fino all’ultimo aggiornamento di luglio, il

(240,1 milioni di dollari). Per alcuni segmenti il trend attuale mostra un miglioramento anche in confronto ai livelli del periodo gennaio-luglio 2019. Ciò vale nuovamente per i freschi che, con 2.222 tonnellate e 15,6 milioni di dollari, si

sono portati rispettivamente a +55,2% e +75,8 per cento. In misura più contenuta, anche gli erborinati hanno più che recuperato le perdite (+6,6% in volume e +9,1% in valore). Infine, quantitativi ancora inferiori, ma significativi aumenti in valore, contraddistinguono i duri-semiduri-altri formaggi (+11,1%) e i grattugiati (+51,4%) importati. Formaggi padroni Se sul fronte del prodotto i duri-semiduri-altri formaggi costituiscono la fetta preponderante dell’import del made in Italy (88,7% dei volumi nel 2020), il mercato della città di New York è, da un punto di vista geografico, la destinazione principale per i formaggi provenienti dall’Italia. Infatti, il distretto accoglie’85% delle importazioni Usa calcolate in valore (205,7 mln di dollari fino a luglio di quest’anno). Solo il 10% dell’import complessivo degli States, tuttavia, entra direttamente nello Stato di New York. La gran parte dei flussi in entrata è mediata dal vicino New Jersey (porto di Newark), verso cui nel 2020 si dirigevano quasi i 3/4 dei volumi totali spediti dall’Italia Oltreoceano. L’impiego preferenziale del New Jersey riguarda in

FORMAGGI: L'IMPORT NEGLI STATI UNITI PER SEGMENTO (TONNELLATE) IMPORT GEN-LUG 2021

VAR. % SU GEN-LUG 2020

VAR. % SU GEN-LUG 2019

2.222

+68,5%

+55,2%

GRATTUGIATI O IN POLVERE

351

+72,6%

-23,6%

FUSI

13

+13,3%

-11,3%

ERBORINATI

237

+41,3%

+6,6%

DURI, SEMIDURI E ALTRI FORMAGGI

19.065

+23,8%

-4,7%

TOTALE FORMAGGI E LATTICINI

21.887

+28,0%

-1,1%

FRESCHI

Fonte: elaborazioni Assolatte su dati US Census Bureau

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ECONOMIA L'IMPORT NEI PRINCIPALI DISTRETTI METROPOLITANI USA (MILIONI DI DOLLARI, GENNAIO-LUGLIO 2021)

205,7

19,0

NEW YORK NORFOLK

4,6

CHICAGO SAVANNAH

4,4

2,3

LOS ANGELES PHILADELPHIA

1,9

1,0

0,6

0,6

MIAMI SAN FRANCISCO ALTRI STATI

Fonte: elaborazioni Assolatte su dati US Census Bureau

particolare gli erborinati e i duri-semiduri-altri formaggi, mentre i freschi e i grattugiati destinati a New York tendono ad arrivarvi direttamente (porto di New York e aeroporto JFK). Mercato concentrato Questi dati dimostrano che, almeno in termini di import,

il mercato statunitense dei formaggi originari italiani è piuttosto concentrato, dovendo fare riferimento a non più di otto Stati e Distretti chiave. Oltre a New York City, al suo Stato e allo Stato del New Jersey, infatti, l’import è destinato a California (soprattutto distretti di Los Angeles e San Francisco),

L'IMPORT NEI PRINCIPALI STATI DELLA FEDERAZIONE USA (QUOTE VOLUME, 2020)

0,7%

1,0%

0,6%

0,6%

0,6%

6,1% 7,1% 9,9%

73,4%

NEW JERSEY VIRGINIA

NEW YORK PENNSYLVANIA

CALIFORNIA GEORGIA

ILLINOIS ALTRI STATI

Fonte: elaborazioni Assolatte su dati US Census Bureau

FLORIDA

Illinois (Chicago), Florida (Miami), Virginia (Norfolk), Pennsylvania (Philadelphia) e Georgia (Savannah). Declinata su questi singoli Stati, l’analisi delle performance per categoria di prodotto evidenzia come nel 2020 la crescita generale dei freschi vada riferita quasi esclusivamente alle importazioni newyorkesi (+34,2% sui volumi del 2019), dell’Illinois (+113,9%) e della Georgia (+67,1 per cento). Su altro fronte, California e Pennsylvania hanno registrato tassi positivi nell’import complessivo, grazie alle buone performance dei duri-semidurialtri formaggi (rispettivamente +19,7% e +78,9 per cento). Quanto detto a proposito della ripresa tra gennaio e luglio 2021 vale anche guardando all’import di ciascun Stato. Forte crescita, dunque, soprattutto in valore (talvolta raddoppiato rispetto al genlug del 2020, come nel caso dei freschi in California e nel New Jersey), ma incrementi assai significativi anche in quantità. In questo contesto spicca poi l’Illinois, il cui import sembra aver avuto un exploit. È passato infatti complessivamente da 874 a 2.264 tonnellate, trainato da duri-semiduri-altri formaggi (da 795 a 1.764 tons) e in modo particolare dai soliti freschi (da 38 a 497 tons). Va invece registrato, unica eccezione al trend generale, il calo dei freschi su New York (-28,8% in volumi). In confronto al periodo pre Covid, i dati sui primi sette mesi del 2021 mostrano diverse situazioni tra i vari Stati. Florida, California, Illinois e Pennsylvania sembrano aver fortemente rafforzato l’import di tutte le categorie di prodotto. New Jersey e Virginia hanno espresso tassi positivi, ma più modesti poiché devono ancora parzialmente

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ECONOMIA I PREZZI UNITARI ALL’IMPORT NEL 2020 ($/kg) STATI

FRESCHI

GRATTUGIATI O IN POLVERE

ERBORINATI

DURI, SEMIDURI E ALTRI FORMAGGI

8

-

7,2

9,5

FLORIDA

7,5

-

7,2

11,6

GEORGIA

7,7

-

-

8,3

ILLINOIS

6,3

10,2

-

8,5

NEW JERSEY

6,6

5,4

6,6

10,0

NEW YORK

5,5

9,6

8,3

8,9

-

-

6,9

8,2

10,0

7,0

6,9

7,8

CALIFORNIA

PENNSYLVANIA VIRGINIA

Fonte: elaborazioni Assolatte su dati Usa Trade Online (US Census Bureau)

recuperare sul fronte dei volumi di duri-semiduri-altri formaggi. Lo Stato di New York su gen-lug 2019 segna invece -28,7% nei freschi e -64% nei duri-semiduri-altri formaggi, con contrazioni visibili anche in termini di valore. Questi numeri non devono, tuttavia, far pensare necessariamente a un calo dei consumi su New York, poiché, come si è visto, questo

di New York a un massimo mercato si approvvigiona di 10 $/kg in Virginia, e nei alternativamente (e spesso in grattugiati (5,4 $/ via preferenziale) kg in New Jersey tramite il New e 10,2 $/kg in Jersey. FRESCHI ED Illinois). Da ultimo, uno ERBORINATI La variabilità è sguardo sui prezzi VANNO A più contenuta unitari all’import GONFIE VELE sugli erborinati dei vari Stati. E HANNO (6,6 $/kg in New Qui, avendo Jersey e 8,3 $/ come riferimento RECUPERATO il 2020, si LE PERDITE 2020 kg a New York) e sull’insieme dei evidenziano duri, dei semiduri e oscillazioni degli altri formaggi marcate nei (tra 7,8 $/kg in Virginia e freschi, che passano da un minimo di 5,5 $/kg nello Stato 11,6 $/kg in Florida).

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GranMix. Un perfetto mix di sapori.

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MERCATI I FORMAGGI ITALIANI SEGNANO OLTRE UN DECIMO DELL’IMPORT IN 18 GRANDI MERCATI ESTERI di Andrea Stretti

I

formaggi italiani hanno una presenza sempre più radicata in gran parte dei mercati Ue, così come in alcuni mercati extra-Ue. In molti casi l’export del comparto è cresciuto, o comunque ha tenuto, anche nel 2020, mentre la prima metà del 2021 di frequente ha dato segnali positivi anche in confronto al primo semestre 2019. Tuttavia, per comprendere meglio in che contesti competitivi si muove il formaggio italiano e quali strategie potrebbero aiutare ad accrescerne il grado di penetrazione, sono di aiuto analisi che guardino non solo all’export dell’Italia, ma anche all’import dei vari Paesi di destinazione.

Questo punto di vista consente, ad esempio, di definire peso e trend dell’Italia in rapporto ai suoi altri competitor nazionali. In base a dati raccolti dalle Nazioni Unite e considerando i maggiori acquirenti al mondo di formaggi e latticini, nel 2020 il prodotto italiano copriva almeno un decimo dei volumi importati nei seguenti Paesi: Svizzera (35,8%), Francia (25,5%), Stati Uniti (21,2%), Norvegia (21,1%), Slovenia, Austria e Israele. Se si osserva anche il valore, grazie a qualità e prestigio riconosciuti, il made in Italy deteneva (e detiene), quote ancora più elevate, potendo collocarsi oltre la soglia del 10% anche in Canada (21,9%), Spagna (14,3%),

Regno Unito (13,9%), Germania (12,9%), Svezia, Danimarca, Romania, Polonia, Belgio, Croazia e Hong Kong. Con queste quote, per il complesso dei formaggi e latticini, l’Italia rientra sempre tra i primi cinque Paesi di provenienza. In particolare, nella fotografia 2020 i formaggi italiani guidano in valore l’import di Stati Uniti, Canada, Francia e Svizzera, mentre occupano il secondo posto nel Regno Unito, in Austria, Polonia, Norvegia, Slovenia e il terzo in Svezia, Danimarca, Romania, Croazia e Israele. Per quanto riguarda il trend (2020 vs 2019), anche l’analisi dell’import mostra ciò a cui si è accennato in apertura, ovvero la capacità che ha avuto il prodotto italiano di

BERTOZZI Strada Roma, 1/A

GENNARO AURICCHIO

GLI ESPORTATORI

AMBROSI

SPA

Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.

Via Ottorino Ambrosi,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it

SPA

43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com

AGRIFORM Via Rezzola, 21

SPA

Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, Mozzarella, Ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.

SCA

37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it

Via Dante, 27 26100 Cremona Tel. 0372/403311 Fax 0372/403350 info@auricchio.it www.auricchio.it

IL MONDO DEL LATTE 53

21-10 mercati export n 11 novembre 2021SPFM.indd interno.indd 53 53

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MERCATI I PAESI CON QUOTA DI IMPORT DALL’ITALIA MAGGIORE O UGUALE AL 10% NEL 2020 45%

42,1%

40% 35%

35,8%

33,4%

30% 24,4%

25,5%

21,2%

20% 12,9%

10%

8,0%

19,9% 15,9%

14,3%

13,9%

12,6%

10,4%

8,9%

8,3%

11,6% 12,0% 11,8%

11,7%

8,7%

6,8%

6,7%

DANIMARCA

15%

21,9% 21,9% 21,1%

18,1%

POLONIA

25%

5%

10,1% 11,7% 11,4% 7,8%

10,1%

8,3%

6,0%

QUOTA VALORE

ISRAELE

HONG KONG

SLOVENIA

CROAZIA

NORVEGIA

CANADA

ROMANIA

SVIZZERA

AUSTRIA

SVEZIA

SPAGNA

USA

BELGIO

FRANCIA

REGNO UNITO

GERMANIA

0%

QUOTA VOLUME

Per Canada e Belgio non è disponibile il dato di import totale in volumi - Fonte: Onu-Comtrade

IMPORT TOTALE DI FORMAGGI E LATTICINI NEL 2020 (MIGLIAIA DI TONS)

VAR. % 2019-2020 VALORE (IMPORT DA MONDO)

VAR. % 2019-2020 VOLUME (IMPORT DA MONDO)

VAR. % 2019-2020 VALORE (IMPORT DA ITALIA)

VAR. % 2019-2020 VOLUME (IMPORT DA ITALIA)

GERMANIA

891,6

+4,3%

+2,4%

+3,7%

+3,4%

REGNO UNITO

499,4

+0,0%

-6,8%

+6,8%

-4,2%

FRANCIA

400,5

+7,4%

+5,4%

+11,1%

+7,8%

SPAGNA

304,7

-5,1%

-1,6%

-5,3%

-10,2%

SVEZIA

138,3

+2,2%

+2,2%

+24,8%

+24,6%

AUSTRIA

130,5

+1,8%

+3,8%

+6,8%

+10,4%

STATI UNITI

110,8

-9,5%

-38,7%

-22,2%

-36,8%

DANIMARCA

101,4

+2,9%

-0,9%

-1,0%

-0,3%

POLONIA

97,6

-0,9%

-6,2%

+4,5%

-6,3%

ROMANIA

97,0

+15,5%

+10,0%

+12,4%

-4,7%

SVIZZERA

71,7

+10,4%

ND

+11,1%

+12,3%

CROAZIA

31,7

-8,5%

-8,5%

-11,4%

-11,8%

SLOVENIA

27,3

+4,1%

+2,0%

+19,0%

+23,1%

NORVEGIA

17,9

+11,0%

+10,1%

+21,2%

+21,6%

HONG KONG

15,6

+3,8%

-2,2%

+8,3%

+17,0%

ISRAELE

14,3

+14,9%

+0,9%

-9,1%

-21,5%

BELGIO

ND (1,56 MLD DI $)

+6,0%

ND

+17,6%

+19,0%

CANADA

ND (342,2 MLN DI $)

+9,9%

ND

+5,5%

ND

Fonte: Onu-Comtrade

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MERCATI

040620

04064050

2.126 4.066 425 22 178 472 30 256 17.979 5.635 362 334 40 193 423 376 1.231 1.123 270 1.014 1.384 684 413 2.064 549 529 42.178

1.571 1.672 90 47 137 980 21 169 4.392 9.998 1.008 399 17 14 115 96 1.843 834 205 388 404 138 141 1.961 1.806 175 28.621

679 1.465 104 14 119 331 11 146 6.888 7.414 290 191 4 16 81 89 837 356 95 320 391 145 115 1.288 274 149 21.812

384 503 24 4 43 381 13 5 2.638 3.432 37 25 5 25 14 13 609 467 36 126 263 42 41 735 189 75 10.129

1.657 5.084 138 35 191 843 101 353 19.678 5.682 344 632 63 84 577 188 1.090 452 356 206 354 56 446 2.844 1.821 294 43.569

BRAZZALE

SPA

Burro delle Alpi, Burro Superiore Fratelli Brazzale, Gran Moravia, Verena, Asiago, Provolone dolce e piccante, Pasta filata, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com Stabilimento di via Giovanni XXIII, 2 36030 Monte di Malo (VI) Stabilimento di via Torrerossa, 30 35010 Campodoro (PD)

04069075 - 04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 - 04069074 - 04069079 - 04069076 - 04069089

22 17 2 1 9 4 3 52 83 2 2 1 1 7 7 2 7 1 6 5 2 13 22 2 2 275

119 195 2 1 19 30 2 9 308 1.852 104 19 3 21 33 163 132 73 18 14 60 4 764 195 83 59 4.282

040630

288 358 47 2 13 60 7 22 2.399 1.262 34 48 1 13 10 51 397 191 31 8 102 5 31 233 121 10 5.744

61 269 16 5 16 44 6 28 601 818 44 24 2 4 13 21 265 198 7 55 32 12 10 85 69 7 2.712

52 26 39 6 2 36 28 6 480 449 11 17 1

29 181 2 1 8 17

109 275 107 24 43 217 53 29 526 1.076 241 37 16 8 33 195 611 149 18 261 329 31 269 881 79 41 5.658

FORGRANA CORRADINI

SPA

3 18 25 36 31 11 24 7 233 36 5 1.582

234 22 2 1 1 1 189 206 2 22 27 16 48 81 31 90 1.211

TOTALI

04069099

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

04069063

FORMAGGI FUSI

04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

04069061

ALTRI FORMAGGI

AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE

0406 1030 - 04061050 - 04061080

PECORINO

CODICE DOGANALE

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

MOZZARELLA

(IN TONS)

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 30 giugno 2021)

04069073 04069001

16 158 3 4 9 40 1 3 245 796 52 14 1 1 9 21 110 63 5 23 12 2 16 1.143 5 18 2.770

SAVIOLA

84

132 17 1

1 241 2 710 42 21 10 1.261

7.197 14.269 999 166 787 3.587 276 1.026 56.437 38.520 2.531 1.742 155 381 1.319 1.428 7.599 3.953 1.095 2.459 4.086 1.211 2.347 11.736 5.124 1.374 171.804

SPA

Parmigiano Reggiano, Grana Padano. Confezionamento. Produzione grattugiati freschi disidratati. Produzione shaker. Pecorino Romano,Taleggio, Gorgonzola, pecorini, provoloni, mozzarella.

Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano.

Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522/833818 Fax 0522/833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

56 IL MONDO DEL LATTE

21-10 mercati export n 11 novembre 2021SPFM.indd interno.indd 56 56

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CODICE DOGANALE

EUROPA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO

04061030

04061050 04061080

55.174 43.569 7.113 3.606 272 614 52 280 67 213 68

50.108 42.178 4.492 2.612 516 310 104 1.326 64 1.262 120 10 11 99 5.863 1.094 2.351 5 159 114 2.140 317 271 46 9

68 3.180 1.684 203 64 68 1.161 262 214 48 59.016 15.447 297.478

57.847 15.669 235.480

04069061

040620

04064050

04069063

35.133 28.621 3.380 2.472 213 447 187 10.550 2.262 8.288 528 59 197 272 2.405 643 106

25.696 21.812 2.223 1.333 48 280 8 282 85 197 28 28 835 321 167

11.121 10.129 218 627 90 57 16 211 25 186 18 4 2 12 310 200 5

50 71 1.535 1.170 1.123 47 1

65 12 270 163 162 1

4 2 99 180 176 4

3.251 2.712 400 115 11 13 22 5.500 236 5.264 67 32 13 22 290 138 13 1 6 6 126 145 137 8

49.974 27.012 5.200 21.353 549.222 240.398

11.856 1.727 72.668

9.275 6.563 85.389

ALTRI FORMAGGI

FORMAGGI FUSI

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI

ALTRI FORMAGGI DURI

PECORINO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

MOZZARELLA

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 30 giugno 2021)

MERCATI

04069099

04069073

040630

04064010 04064090

6.490 5.645 356 145 239 105 210 815 116 699 150 40 4 106 1.350 149 253 55 51 9 833 260 241 19

2.710 1.592 155 498 54 411 35 309 5 304 24 7 1 16 563 101 38 2 62 25 335 113 112 1

2.984 2.770 89 114 7 4 12 322 70 252 62 3 3 56 138 13 3

1.296 1.211 6 41

1.630 1.432

9 3 110 370 353 17

151 1 162 0

9.275 3.630 65.032

3.754 2.162 24.466

3.888 1.118 22.941

1.655 444 6.001

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017

38 11 17 17 3 3 328 14

1.745 11.075

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA

SPA

SRL

Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

GELMINI CARLO SRL

MARIO COSTA SPA

Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 info@mariocosta.it www.mariocostagorgonzola.it

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio. 24043 Caravaggio (BG) tel. 0363/301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

F.LLI PINNA

AZIENDA CASEARIA SPA Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com

58 IL MONDO DEL LATTE

21-10 mercati export n 11 novembre 2021SPFM.indd interno.indd 57 58

21/10/21 08:51 17:30 25/10/21

21-10 me


17 8 9 8

2.452 1.963 27 444 16 2 12 10 1 9 4

2.171 1.780 206 157 26 2 1 127

2 85 38

8 69 4 10

5 29 1 1

4 589 572 10

12 67 3 2

1

4

2

46 3 2 1

51 1 1

1.745 313 11.075

2.671 136 20.110

9 2

2.576 2.535 10 25 4 2

5 16 16

27 4 4 6 1.729 388 14.384

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

FONTINA FONTAL

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO

04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084

1.582 1.341 142 93 3 3 7 96 23 73 5

1.630 1.432 151 19 13 15 16 9

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

3.083 1.120 16.557

239 167 4 67

1.307 1.261

1 2 292 15 277 4

2

4 13

1 2

951 811 63 54 2 21 1 112 3 109 4

559 275 7 270 3 4 1 241 37 204 15

1 3 5 1

10 5 16 5 2

4 1 57 12 1 11

4

4 28 27 1

1 1 7 51 50 1

2.390 610 20.817

1.101 290 7.779

883 608 6.048

553 386 3.830

127 12

44

1 1 1

2

7 3 3

1 1 2 2

207.430 171.804 19.042 12.736 1.517 2.331 645 20.517 3.017 17.500 1.123 155 242 726 16.137 4.966 3.181 63 637 314 6.976 3.100 2.895 205 16

1.313 249.020 77.216 52 2.550 1.702.225

espandersi o quantomeno di reggere l’impatto della crisi. A livello di volumi un netto peggioramento, tale da portare l’import dall’Italia in controtendenza rispetto all’import complessivo, si è avuto solo in Israele (-21,5% da Italia contro +0,9% da mondo), Romania (-4,7% contro un +10%) e Spagna (-10,2% contro -1,6 per cento). Nei mercati di Germania, Francia e Svizzera, l’import di formaggi italiani è invece aumentato e ha saputo rafforzarsi leggermente sui competitor. Infine, nell’anno più critico della pandemia, va rilevato lI larghissimo divario di crescita a favore dell’Italia nelle importazioni di Belgio (+17,6% in valore contro un +6% da mondo), Norvegia (+21,6% contro +10,1%), Austria (+10,4% contro +3,8%), Svezia (+24,6% contro +2,2%), Slovenia (+23,1% contro +2%) e anche Hong Kong (+17% contro -2,2 per cento).

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0/21 17:30

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IL MONDO DEL LATTE 59

21-10 mercati export n 11 novembre 2021SPFM.indd interno.indd 58 59

21/10/21 08:51 17:30 25/10/21


MERCATI

LATTE, IN EUROPA REGNA LA STABILITÀ L

e consegne di latte nell’Unione europea del mese di luglio 2021 mostrano una certa stabilità produttiva all’interno del mercato unico: 12,5 milioni sono, infatti, le tonnellate prodotte, un delta pari a -0,6% rispetto a luglio 2020. Questi dati portano la variazione tendenziale dei primi sette mesi dell’anno a -0,1 per cento. Abbiamo già sottolineato su queste pagine come dopo un inizio 2021 all’insegna della prudenza, Germania e Francia continuino a registrare produzioni inferiori rispetto alle performance a cui ci avevano abituato. E proprio nel periodo gennaio-luglio di quest’anno, questi due Paesi hanno registrato una riduzione nelle consegne di latte rispettivamente pari a 317mila (-1,6%) e 192mila (-1,3%) tonnellate in confronto allo stesso periodo del 2020, a conferma di come le politiche restrittive adottate dai due esponenti di punta del latte europeo siano ancora in vigore. Degni di nota si confermano, invece, i risultati

ottenuti dall’Irlanda, che ha registrato una variazione tendenziale del +6,4%, un incremento pari a più di 300mila tonnellate. Sul fronte dei prodotti trasformati, si conferma la contrazione produttiva rilevata a inizio anno: relativamente ai primi sette mesi del 2021, si registra un -0,8% per il latte alimentare, -2% per il fermentato, -4,3% per il latte scremato in polvere, e -1,3% per il burro. L’unico comparto a registrare dati positivi è quello dei formaggi, avendo messo a segno un incoraggiante +2,2 per cento. Dando uno sguardo ai dati produttivi delle singole regioni italiane, si conferma il ruolo chiave giocato dalla Lombardia (+4,4%), i cui allevamenti, da soli, hanno garantito il 45% delle consegne complessive. Positivi anche i numeri in Puglia (+8,1%, un quantitativo pari a più di 19mila tonnellate) e in Basilicata (+8,4%), mentre calano le consegne rilevate nelle Marche e nel Molise (-14,4% per entrambe le regioni).

LE CONSEGNE DI LATTE IN EUROPA (GENNAIO-LUGLIO 2021 VS. GENNAIO-LUGLIO 2020) CIPRO IRLANDA UNGHERIA GRECIA ITALIA LETTONIA SLOVENIA SVEZIA ROMANIA BULGARIA PORTOGALLO ESTONIA UNIONE EUROPEA PORTOGALLO BELGIO SPANIA DANIMARCA AUSTRIA FRANCIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA GERMANIA OLANDA LITUANIA FINLANDIA MALTA

14,2% 6,4% 5,9% 3,2% 3,0% 2,9% 2,1% 1,4% 0,8% 0,6% 0,3% 0,1% 0,0% -0,1% -0,3% -0,4% -0,4% -0,6% -0,7% -1,3% -1,3% -1,5% -1,6% -1,9% -2,2% -3,9% -4,5%

60 IL MONDO DEL LATTE

21-10 mercato produzione MSPF.indd n 11 novembre 2021 interno.indd 60 58

22/10/21 08:51 15:42 25/10/21

21-10 me


0/21 15:42

LE CONSEGNE DI LATTE IN ITALIA (GENNAIO-LUGLIO 2021 VS. GENNAIO-LUGLIO 2020) 8,4%

BASILICATA PUGLIA

8,1%

UMBRIA

5,3% 4,8%

VALLE D’AOSTA LOMBARDIA

4,4% 3,5%

CAMPANIA EMILIA-ROMAGNA

3,2% 3,0%

TOTALE ITALIA PIEMONTE

2,4% 2,0% 1,8% 1,5% 1,4%

LIGURIA FRIULI-VENEZIA GIULIA TOSCANA VENETO P.A. BOLZANO

1,0% 0,8%

CALABRIA

0,8%

ABRUZZO

0,8% 0,4%

P.A. TRENTO

SICILIA -1,2%

SARDEGNA -8,6%

LAZIO MOLISE

-14,4%

MARCHE

-14,4%

L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI In aumento e su livelli superiori a quelle dello scorso anno le quotazioni delle principali commodity lattiero-casearie

BURRO

500 450

€/100 KG

400 350 300 250 200 5

10

15

20

25 30 SETTIMANE

35

40

45

50

SIERO IN POLVERE

LATTE SCREMATO IN POLVERE 125

280 260

€/100 KG

€/100 KG

220 200 180

Fonte: Mmo – Reg. Ue n. 2017/1185

100

240

75 50

160 140

25

120 100

0 0

5

10

15

20

25 30 SETTIMANE

35

40

45

50

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

SETTIMANE

IL MONDO DEL LATTE 61

21-10 mercato produzione MSPF.indd n 11 novembre 2021 interno.indd 61 59

22/10/21 08:51 15:42 25/10/21


MERCATI

ESPORTAZIONI ITALIANE

IL MONDO DEL

L AT T E

DI LATTE

N. 11

NOVEMBRE

2021 -

ANNO

IL LATTE NEL MONDO

LXXV -

MENSILE

LATTE SFUSO IN CISTERNA

0401 1010 2011 2091

0401 1090 2019 2099

PAESI

70%

LATTE IN CONFEZIONI

POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

TARIFFA DOGANALE

ROMA

AUT MP-AT/c/RM

DAL 1 GENNAIO AL 30 GIUGNO 2021 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

ORGANO UFFICIALE DI

AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE

TOTALE PAESI TERZI di cui: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI

TOTALE GENERALE - TONNELLATE - MIGLIAIA DI EURO

23 3 8 2 3

1.524 2 2 2

9 62 34 271 24 1 5 2.154 26 1

15 1.517 126

6 16

30 16

1

234 4 8 23 2.941

2 5 30 3.248

20.845

1.665

2.064 14.313 879 51 583

17 523 631 3 58

23.786 17.217

4.913 3.345

ASSOLATTE

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF

ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL

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62 IL MONDO DEL LATTE

21-10 mercati espor V MSPF.indd n 11 novembre 2021latte interno.indd 62 62

21/10/21 08:51 17:47 25/10/21



MERCATI

BORSA PREZZI

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO (€/Kg) BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI LATTE SPOT ITA (€/1000 Kg) PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) €/Kg PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >30 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA >12 MESI

21-10 mercati borsa n 11 novembre 2021MSPF.indd interno.indd6464

2020 2021 SETTEMBRE SETTEMBRE MEDIA MEDIA

2021 AGOSTO MEDIA

2020 AGOSTO MEDIA

VAR.

2,19 3,79 3,94 1,99 8,52 7,08 5,98 12,50 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 392,00

1,60 3,20 3,35 1,40 8,07 6,15 5,12 9,81 9,01 7,73 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 344,00

36,88% 18,44% 17,61% 42,14% 5,58% 15,12% 16,80% 27,42% 29,86% 31,95% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 13,95%

2,41 4,01 4,16 2,21 8,51 7,08 5,98 12,53 11,70 10,20 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 403,75

1,66 3,26 3,41 1,46 8,08 6,23 5,23 10,21 9,41 8,14 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12 353,75

45,18% 23,01% 21,99% 51,37% 5,32% 13,64% 14,34% 22,72% 24,34% 25,31% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 14,13%

13,150 12,375 11,650 10,8

11,175 10,125 9,325 8,300

17,67% 22,22% 24,93% 30,12%

12,645 12,438 11,713 10,8

11,475 10,450 9,650 8,588

10,20% 19,02% 21,38% 25,76%

VAR.

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MERCATI

DOP L’E POR RIPRE DE O A O I A E PE ORI O I E IDE A

I

dati Istat relativi alle esportazioni di formaggi italiani Dop nel primo semestre 2021 mostrano segnali decisamente positivi per un settore – quello dei prodotti caseari a indicazione geografica – che nei primi mesi dell’anno aveva accusato un rallentamento delle vendite al di fuori dei confini nazionali. Numeri che fanno ben sperare in un costante allentamento, che auspichiamo possa essere duraturo, delle misure di contrasto alla pandemia da Covid. Analizzando nel dettaglio le dinamiche dei singoli formaggi, spiccano le performance rilevate per la Fontina (una variazione tendenziale pari a +22,6%) e il Pecorino (+16,5%, portando così le tonnellate vendute all’estero a 9.275), nonché per il trio Asiago-Montasio-Ragusano (+16,6 per cento). Dando uno sguardo al dato cumulato, si evince come tutti i formaggi Dop a base di latte vaccino abbiano messo a segno risultati positivi, con esportazioni superiori rispetto a quelle del primo semestre dello scorso anno. In termini quantitativi, il primato va ovviamente al Grana Padano

e al Parmigiano Reggiano: senza considerare il prodotto venduto grattugiato, nel periodo gennaiogiugno 2021, ne sono state esportate circa 50.000 tonnellate, generando introiti per un ammontare pari a quasi 550 milioni di euro. Sul fronte delle produzioni si registra una flessione da parte dell’Asiago (-6,1%), del Montasio (-6%) e del Quartirolo Lombardo (-6,9%), mentre crescono la Mozzarella di Bufala Campana (+6,1%), il Provolone Valpadana (+1,5%), il Gorgonzola (+1,3%, un quantitativo pari a circa 50mila forme), il Parmigiano Reggiano (+3,7%, quasi 100mila

forme in più) e il Taleggio (+1,8 per cento). Resta stabile, invece, la produzione di Grana Padano. Questi numeri confermano una volta di più che i formaggi Dop sono un traino fondamentale per il settore caseario italiano, assorbendo quantità crescenti di latte nazionale. Per quel che concerne le quotazioni, infine, si osserva che i prezzi all’ingrosso dei primi cinque mesi di Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano si sono posizionati su livelli superiori rispetto a quelli medi dello scorso anno. Sono rimasti invece immobili i valori delle altre denominazioni.

LE ESPORTAZIONI DEI PRINCIPALI FORMAGGI DOP 22,6%

Fontina Asiago, Montasio e Ragusano

16,6%

Taleggio

10,3%

Pecorino

16,5%

Grana Padano e Parmigiano Reggiano

7,1%

Gorgonzola

5,6%

LE PRODUZIONI DEI PRINCIPALI FORMAGGI DOP 6,1% 3,7% 1,8%

1,3%

1,5%

0,2%

Gorgonzola

Grana Padano

Parmigiano Reggiano

-6,1%

-6,0%

Asiago

Montasio

-6,9% Taleggio

Quartirolo Lombardo

Mozzarella di Bufala Campana

Provolone Valpadana

66 IL MONDO DEL LATTE

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CINA: APPROFONDIMENTI SULLA NUOVA NORMATIVA di Ettore Soria

N

el numero di settembre della rivista è stata presentata la nuova normativa cinese (Decreti n. 248/2021 e n. 249/2021) in materia di importazione in vigore per tutti gli alimenti, non solo per i lattiero-caseari. Al Gacc (Amministrazione Generale delle Dogane) sono state richieste alcune precisazioni. Chi esporta per la prima volta Per le aziende produttrici estere che per la prima volta si apprestano a esportare in Cina prodotti appartenenti alle quattro categorie (comprese carni e prodotti a base di carne, prodotti ittici, caseari, nidi di rondine e prodotti a base di nidi di rondine), in base alle

vedi ig&si 2021 cina SPFM.indd n 11 21-10 novembre interno.indd 68 68

la registrazione dell’azienda disposizioni del Decreto interessata all’esportazione n. 249, il Gacc può procedere delle succitate quattro categorie a effettuare una valutazione sul sistema di gestione di sicurezza di prodotti alimentari (tale procedura è già in atto in Italia). e sulla situazione di sicurezza Le procedure per il sistema dei prodotti alimentari del informatico Cifer utilizzato Paese straniero interessato, nel settore lattiero-caseario al fine di poter confermare i rimarranno in essere. requisiti in materia di ispezione Per tutti gli e quarantena. altri prodotti, Una volta compresi ad completata LE AZIENDE CHE esempio i l’ispezione e PRODUCONO succhi di frutta, la valutazione PRODOTTI sarà l’autorità in merito alla COMPOSTI A BASE competente rispondenza italiana, entro ai requisiti DI LATTE E il 31 ottobre richiesti, entro DERIVATI, 2021, a inserire il 31 dicembre NON PRESENTI i dati, purché le 2021 l’autorità SU CIFER, aziende abbiano nazionale DEVONO ESSERE esportato competente potrà REGISTRATE prodotti dal 1 raccomandare

21/10/21 08:51 17:52 25/10/21


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IGIENE & SICUREZZA gennaio 2017. Se l’elenco delle imprese interessate non viene presentato in tempo, a partire dal 1 novembre 2021, esse dovranno richiedere nuovamente la registrazione. Considerato che molti prodotti sono di origine vegetale, sarà necessario chiarire a quale autorità competente, in quanto rientrano nell’ambito del Mipaaf. Validità della registrazione Per quanto riguarda il periodo di validità della registrazione, i produttori esteri di alimenti importati che sono già stati registrati – quindi i lattierocaseari – il Gacc chiarirà l’inizio e la fine del periodo di validità della registrazione. Da sei o da tre mesi prima della scadenza della registrazione dell’impresa interessata, essa dovrà essere rinnovata; le aziende che non potranno presentare domanda di rinnovo dell’iscrizione

vedi ig&si 2021 cina SPFM.indd n 11 21-10 novembre interno.indd 70 70

verranno cancellate. Per il nostro settore, si presume che la decorrenza quinquennale parta dal 2022, visto che Cifer riporta la data di iscrizione, ma alcune imprese sono state autorizzate già nel 2014. Inoltre, non si è a conoscenza delle modalità pratiche, ossia sul sistema Cifer in automatico da parte del ministero della Salute oppure sulle esportazioni realmente effettuate. L’autorità competente del Paese estero per gli alimenti

importati sarà responsabile dell’autenticità, completezza e legalità della documentazione presentata. Essa attuerà una supervisione efficace delle imprese registrate in Cina, richiedendo alle stesse di continuare a soddisfare i requisiti di registrazione. In caso di mancata conformità ai requisiti di registrazione, esse dovranno prendere iniziative in modo attivo, adottando le misure previste dal Decreto n. 249/2021.

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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini IL RIVESTIMENTO PLASTICO CON CUI RICOPRIAMO UN NOSTRO FORMAGGIO CONTIENE DEI CONSERVANTI. SERVONO INDICAZIONI PARTICOLARI PER DICHIARARNE LA PRESENZA? SE IL RIVESTIMENTO POTESSE ESSERE CONFONDIBILE COL PRODOTTO, SERVIREBBE A ER E A PER L’ SO (TIPO “NON MANGIARE”)?

alimentare garantiscano che tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti sottoposte al loro controllo soddisfino i pertinenti requisiti igienico-sanitari. Confermiamo altresì la necessità, soprattutto se non si può escludere l’eventualità che il consumatore possa ingerire insieme al formaggio un rivestimento di qualunque genere, di riportare in etichetta, come “istruzione per l’uso”, una dicitura (avvertenza) che evidenzi in modo chiaramente comprensibile per il consumatore che il formaggio è ricoperto da un rivestimento non commestibile che va tolto prima di ingerire l’alimento.

LADDOVE SI USASSE UN RIVESTIMENTO PLASTICO CONTENENTE CONSERVANTI PER RICOPRIRE UN FORMAGGIO, SI PUÒ USARE UNA DICITURA DEL TIPO “CROSTA NON EDIBILE”? QUALI NORME LA DISCIPLINANO? IN QUALI CASI È AMMESSA INVECE LA DICITURA CONTRARIA “CROSTA EDIBILE”?

per gli alimenti, si deve considerare che i prelievi nei campionamenti ufficiali nell'Ue per i criteri microbiologici avvengono di norma miscelando crosta e pasta, non contenendo il Reg. (CE) n. 2073/2005 indicazioni di tipo diverso. Peraltro, nei casi sporadici in cui la crosta del formaggio viene dichiarata non edibile (quando questo è possibile, come e quando è espressamente previsto da taluni disciplinari), ciò deriva da valutazioni igienico-sanitarie e non dall’inadeguatezza dei materiali con i quali l’alimento viene indebitamente posto a contatto. La cosiddetta e non meglio specificata “crosta”, dunque, deve essere di norma non contaminata in alcun modo. Anche l’espressione “crosta edibile” non è prevista né disciplinata da alcuna normativa. Costituisce, pertanto, un’indicazione volontaria e quindi di tipo pubblicitario. Le indicazioni di questo tipo, come è noto, sono vietate quando le caratteristiche vantate sono comuni a tutti i prodotti analoghi.

?

Si deve tenere conto della normativa sui “materiali a contatto con gli alimenti”, in particolare per quanto concerne le cessioni del materiale all’alimento. Inoltre, va ricordato che la normativa igienico-sanitaria prevede che gli operatori del settore

L’espressione “crosta non edibile” non è riportata in alcuna normativa. La crosta è parte del formaggio e deve rispondere agli stessi requisiti igienico-sanitari di quest'ultimo. L’indicazione “crosta non edibile”, quindi, non è una soluzione atta a sorvolare sull'applicazione delle normali precauzioni e obblighi imposti agli operatori del settore alimentare dalla normativa igienico-sanitaria, salvo che una tale deroga sia espressamente prevista dall'ordinamento in funzione di prodotti specifici a causa di loro peculiarità non altrimenti risolvibili. A riprova del fatto che la crosta è parte del formaggio (cioè del prodotto alimentare) e che, in quanto tale, la stessa debba rispettare la medesima normativa valida

nel quale tale alimento è venduto, - ove non esista o non sia utilizzata una denominazione usuale, è fornita una denominazione descrittiva. Inoltre, rammentiamo che le informazioni sugli alimenti In tutta l’Unione europea, le disposizioni che regolamentano – inclusa la denominazione del prodotto – devono essere la denominazione di un prodotto sono quelle previste precise, chiare e facilmente comprensibili dal consumatore dall’articolo 17 e dall’allegato VI del Reg. (UE) n. 1169/2011. e che le stesse non devono indurre in errore per quanto Tale disciplina prevede che per la denominazione di vendita riguarda le caratteristiche dell’alimento e, in particolare, è obbligatorio utilizzare, nell’ordine: la natura, l’identità, le proprietà, la composizione, il metodo - la denominazione legale, di fabbricazione o di produzione. - in mancanza di una denominazione legale, la In Italia, scamorza e mozzarella sono entrambe denominazioni denominazione dell’alimento deve corrispondere alla sua usuali e identificano prodotti diversi, per cui costituirebbe denominazione usuale (vale a dire la denominazione che è frode sostituire una denominazione all’altra. Lo stesso accettata – ovviamente secondo usi e consuetudini – quale presumiamo valga nel Paese del dettagliante, nonostante il nome dell’alimento dai consumatori dello Stato membro paragrafo 3 del menzionato articolo 17. UN DETTAGLIANTE DI UN ALTRO PAESE CHIEDE SE PUÒ ESSERE LECITO ETICHETTARE LA SCAMORZA CON LA DENOMINAZIONE MOZZARELLA, ESSENDO ENTRAMBI FORMAGGI A PASTA FILATA.

72 IL MONDO DEL LATTE

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