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Tra Chiese, Basiliche e Santuari: il percorso di fede

Tasselli di questo meraviglioso territorio sono i luoghi sacri. Tante le Chiese antiche e meno antiche che potrete visitare e che arricchiranno il vostro bagaglio culturale. Purtroppo per molte di loro i disastri naturali e le guerre ne hanno rovinato parte del patrimonio, ma tutte però meritano di essere visitate e ognuna vi regalerà doni sacri che custodirete per sempre nella vostra memoria. Nel centro storico della città e nell’omonima via Santa Maria, troverete la Chiesa di Santa Maria Maggiore che custodisce al suo interno la Sacra Spina. La Chiesa è stata eretta alla fine dell’XI secolo ed è dedicata al culto della Beata Vergine Maria Madre di Dio e venerata con il titolo di “Nostra Signora del Vasto”. È questo il luogo per eccellenza della memoria storica vastese. Le sue origini sono assai remote, ma di certo se ne può attestare con certezza l’esistenza nel XII secolo quando venne menzionata in un manoscritto benedettino del 1195 rinvenuto nell’abbazia di San Giovanni in Venere. Nel 1785, dopo essere stata gravemente danneggiata dai turchi nel 1566 e devastata da un incendio nel 1645 che distrusse l’altare maggiore, il coro, la pisside, l’organo e le travi del tetto, la Chiesa venne completamente ricostruita a tre navate subendo poi una ristrutturazione interna nella metà del 1900. La chiesa di Santa Maria Maggiore, la più antica e la più prestigiosa della città, è stata dichiarata monumento nazionale nel 1902.

A dominare la facciata principale è il portale in bronzo con l’“Assunta” dello

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scultore vastese Antonio Di Spalatro. Magnifica è la torre campanaria del XIV secolo edificata su di un bastione già esistente e tuttora ben visibile e volgarmente denominato la Battaglia forse perché posto a difesa dell’antico nucleo medievale. Cinque poi le finestre romaniche presenti e di differente fattura e riccamente scolpite nella pietra bianca. L’interno è in stile neoclassico a tre navate. A catturare il vostro sguardo e la vostra attenzione sarà di certo la bella ed elegante balaustra a valva che immette nella cripta dove sono custodite le spoglie di San Cesario Martire con vesti da guerriero e con in mano un’ampolla contenente il sangue donato da Cesare Michelangelo d’Avalos il 3 novembre del 1695 ed invocato dai vastesi contro i terremoti. Lungo la navata centrale, oltre a numerosi quadri di notevole pregio della scuola veneziana del XVI secolo, si ergono le statue degli Apostoli e dei Santi San Giacomo maggiore, San Filippo, Sant’Andrea, San Pietro, San Paolo, San Giovanni Evangelista, San Giuda Taddeo, San Giacomo minore e San Tommaso. Al termine della navata s’innalzano la cupola e il presbiterio adornati dai pittori e decoratori vastesi Luigi Palucci e Michele Roserba con oro, zecchino e stucchi realizzati a mano. Lateralmente al colonnato d’ingresso troverete il fonte battesimale in pietra lavorata della Maiella che risale al 1572. Nella navata di sinistra, ci sono la cappella dedicata alla Madonna del Rosario del 1826 e quella a devozione del Sacro Cuore di Gesù del 1864. In questa chiesa opera la Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone che è particolarmente attiva nella cura della speciale reliquia della Sacra Spina. La Sacra Spina è invece una delle spine della corona cui fu trafitto il capo di Gesù nel giorno della Crocifissione.

Venne concessa dal Pontefice Pio IV al marchese del Vasto, Ferrante Francesco II d’Avalos tra il febbraio del 1562 e il marzo del 1563 in riconoscimento delle fini capacità diplomatiche dimostrate come ambasciatore del re di Spagna Filippo II° e per la sua partecipazione come delegato al Concilio di Trento. Molto cara ai vastesi in quanto manifestazione simbolica della Passione di Cristo, la Sacra Spina viene celebrata con solenni riti, inni e canti religiosi nel venerdì antecedente la Settimana Santa ed è esposta al culto dei fedeli all’interno di un reliquiario a forma di giara sita di una nicchia chiusa da due ante di bronzo.

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In piazza Lucio Valerio Pudente (in centro storico) troverete invece la Cattedrale di San Giuseppe riconosciuta anche come il Duomo di Vasto.

Il primo impianto risale al 1262 quando il conte Rolando Palatino la edificò dedicandola a Santa Margherita. Di questa però oggi rimane solo il portale e la facciata in pietra dura della Majella con un magnifico rosone la cui cornice è finemente lavorata. Nel XVII secolo venne intitolata a Sant’Agostino ma quando nel 1808 la comunità degli Agostiniani fu sciolta e il convento venne destinato a quartiere militare, fu allora che venne dichiarata collegiata insigne e dedicata a San Giuseppe dal nome del sovrano Giuseppe Napoleone regnante in quel tempo. Divenne infine concattedrale nel 1986. Allo stile gotico della cattedrale si affianca lo stile barocco del campanile con balaustra in ferro battuto risalente al 1730. Dal 1814 sul campanile è presente un orologio meccanico che da allora scandisce gli orari della vita cittadina con i suoi rintocchi. L’ampliamento della chiesa avvenne nel 1824 e proseguirono sino agli inizi del ‘900. La pianta della concattedrale è a croce latina e presenta al suo interno importanti affreschi. Di notevole pregio le vetrate, il trittico del Cinquecento appartenente a Michele Greco da Valona e diverse sculture lignee dello stesso secolo. In via della Rimembranza nei pressi della Villa Comunale troverete la Chiesa di San Michele Arcangelo che si affaccia sul magnifico belvedere di Vasto da poco riqualificato con nuove panchine e dissuasori per impedire la sosta delle macchine e godere meglio del meraviglioso panorama avvolti dal fruscio delle foglie degli alberi mosse dal vento. La costruzione della Chiesa – che è di forma ottagonale - risale al 14 settembre 1827 dopo che i cittadini Vastesi chiesero ufficialmente a Papa Leone XII l’ottenimento della nomina di San Michele Arcangelo come patrono della città. Si racconta inoltre che tra il 1817 e il 1818 la città si salvò dall’epidemia della peste grazie al miracolo dell’arcangelo la cui statua era presente nella chiesa di

San Giuseppe. Fu nel 1852 che la chiesa venne restaurata e ampliata e a testimoniarlo l’insegna in marmo situata sopra l’architrave dell’entrata. Alle spalle della Chiesa nel settembre 2019, è stato posizionato un monumento ai caduti della Polizia di Stato e l’area è stata intitolata ad Antonio Manganelli scomparso prematuramente quando era ancora in servizio. Alle spalle del Municipio di Vasto e dove oggi si trova il palazzo della Curia, troverete invece la Chiesa di Maria Santissima del Carmine, che venne costruita nel 1761 su progetto di Mario Gioffredo ed eretta sopra l’antica chiesa trecentesca di San Nicola degli Schiavoni. A pianta ellittica irregolare, la sua cupola è visibile solo dall’interno. Le poche decorazioni presenti sono di Michele Saccione risalenti al 1762, mentre il monumentale portale è di Giovanni Crisostomo Calvitto. In piazza Rossetti troverete invece la

Chiesa di San Francesco di Paola,

nota anche come Chiesa dell’Addolorata le cui origini risalgono al XV secolo. Si racconta che Bellalta de Palatio, moglie di Notar Buccio di Alvappario, essendo malata, fece un voto alla Madonna di visitare le chiese di Vasto a piedi nudi se fosse guarita, ma a causa dell’aggravarsi della malattia, decise di essere sepolta nella cappella (1404). In seguito la chiesetta venne demolita per costruirci il Convento dei Poalotti, e la lastra tombale venne collocata sul muro occidentale della chiesa di Santa Maria Maggiore. Presso la nuova chiesa vennero costruite delle cappelle popolari dedicate alla Madonna dei Miracoli, a San Rocco, in ricordo della pestilenza. Tra le opere conservate ci sono la Pietà, opera scultorea di Giacomo Colombo, e i quadri della Madonna del Velo, della scuola di B. Luini, il San Carlo Borromeo di Nicola Maria Russo, e San Rocco di Filippo Andreola, la tela di Santa Lucia è di Giovan Battista De Litiis, il San Francesco di Paola è di un anonimo del XVII secolo. L’8 agosto del 1729 venne sepolto sotto il pavimento della chiesa il Marchese don Cesare Michelangelo, ultimo membro di rilievo della Casa d’Avalos. Affacciata sull’omonimo belvedere, la Chiesa della Madonna delle Grazie si trova alla fine di via Adriatica sulla zona colpita dalla frana del 1956. Incendiata il 1 agosto 1956 dai turchi, la chiesa fu poi restaurata due anni dopo da Ferrante De Vito e la cappella venne affidata alla Confraternita di Santa Maria delle Grazie presieduta da Iacovo Di Bernardo. Si presume che la chiesa fu voluta per la devozione popolare per i prodigi della Vergine durante la pestilenza del 1529. Lo stile è rinascimentale e al suo interno vi è conservata una statua in legno di San

Bonaventura del 1500 proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio di Padova mentre nella sagrestia c’è un dipinto del 1700 della Sacra Famiglia, di Nicola Tiberi. Lungo la magnifica passeggiata di via Adriatica, vi imbatterete sul luogo dove sorgeva la Chiesa di San Pietro della quale, dopo la devastante frana del 1956, resta in piedi ora solo il Portale. Un evento catastrofico, il più grave avvenuto a Vasto e che ha interessato una delle aree più suggestive e antiche della città. Dell’originaria Chiesa di San Pietro oggi è possibile apprezzare dunque solo la facciata e il bel portale tardo duecentesco: un autentico documento d’arte medioevale. Nella lunetta del portale è visibile la rappresentazione della Madonna con in braccio il bambino benedicente. Al di sotto, in una cornice rettangolare, vi è una rappresentazione della Crocifissione in cui Gesù mostra una corona regale e non di spine, esempio rarissimo in consimili raffigurazioni. I bellissimi frammenti rimasti mostrano quanto l’intera facciata dovesse essere decorata e ricca. Alla base dei muri, ai lati del portale, si vedono alcuni resti murari databili al I secolo d.C. che alcune fonti attribuiscono ad un tempio dedicato a Cerere. Lungo la Loggia Amblingh troverete invece la Cappella della Madonna della Catena realizzata a ringraziamento per essere scampati al pericolo dell’epidemia di tifo del 1817 e del 1837 e per preservare la città da altre sventure. La catena è simbolo di Fede e Speranza per i vastesi, per le madri, per le spose, per rinsaldare il vincolo nonché una promessa d’amore e di fiducia. Al suo interno troverete il prezioso quadro della Vergine che rappresenta il tragico avvenimento del Calvario e cioè la deposizione della Croce di Cristo tra le braccia di Maria e della Maddalena. Il quadro simboleggia l’attesa di Resurrezione e la conseguente liberazione dalle catene del dolore. A nord della Città e ai piedi del Faro di Punta Penna c’è la Chiesa Madonna di Pennaluce sorta nel 1500 sulle rovine dell’antica città di Pennaluce. Al suo interno vi si venera la statua della Madonna miracolosamente salvata da un incendio per mano dei Turchi. Frutto di varie ricostruzioni di cappelle votive precedenti, fu nell’ottobre del 1618 che vennero eseguiti i primi lavori di ristrutturazione dell’ingresso. Negli anni compresi tra 1676 e il 1689 don Diego d’Avalos, Marchese del Vasto provvide poi alla sua ristrutturazione totale dandole nuova forma, ossia quella attuale di pianta a croce greca. Completamente rifatta nel 1889 dall’architetto vastese Francesco Benedetti, la chiesa Madonna di Pennaluce, nota anche come Chiesa di Sant’Elena, è oggi oggetto

di riqualificazione. Da non perdere poi è la caratteristica Festa di Maria Santissima di Pennaluce che ricade la seconda domenica di maggio. È una tra le feste più caratteristiche della Città in cui la statua della Madonna col Bambino in braccio viene portata lungo la spianata di Punta Penna in una solenne processione dove i fedeli intonano e diffondono canti. La statua viene poi imbarcata su di un peschereccio e un lungo corteo la segue. Dopo la benedizione delle acque la statua viene riportata a riva e ricondotta nella chiesa. Altro momento importante e caratteristico è la giornata del 18 agosto in cui ricade la ricorrenza della festa di Sant’Elena. Dopo la celebrazione della Messa in suffragio alla Santa, un gruppo di cantori vastesi molto devoti a Sant’Elena intonano canti popolari degustando cibi tradizionali all’insegna di momenti di felicità e spensieratezza nella ricchezza e nella saggezza della tradizione popolare. È invece dedicata a Maria Santissima Stella Maris, l’omonima chiesa è sita a Vasto Marina a due passi dal mare. Ad iniziare la sua edificazione fu il Cav. Alfonso Marchesani che dopo la frana del 1816 che distrusse la chiesetta “Cono a Mare”, decise nel 1903 di edificare un tempietto nelle adiacenze della propria villa per andare incontro ai bisogni religiosi degli abitanti del luogo troppo distanti dalle chiese del centro urbano. Nel 1912 il Marchesani, con il benestare dell’autorità religiosa diocesana, affidò la chiesetta e l’adiacente abitazione ai frati cappuccini della provincia d’Abruzzo divenendo così convento. Ma il desiderio e il progetto del Cav. Marchesani era che la chiesa divenisse parrocchia. E così nel giugno del 1926 il “sogno” del Cavaliere si realizzò. I lavori di prolungamento proseguirono poi nel 1929 seguendo l’originario progetto. Alla navata centrale vennero così aggiunte quelle laterali. Il 21 dicembre 1930 fu di nuovo benedetta. La torre campanaria è a vela con doppie campane e il portale è sormontato dalla lunetta maiolicata dove è raffigurata la Vergine Maria con il Bambino. Altre interessanti chiese di Vasto che vi consigliamo di visitare sono la Chiesa di Sant’Antonio Abate nell’omonima frazione, la Chiesa di San Nicola sita in prosecuzione di via Santa Lucia fino all’omonimo belvedere, la Chiesa della Madonna dei Sette Dolori in Corso Mazzini, la Chiesa di San Paolo Apostolo, di Santa Maria del Sabato Santo, la Chiesa di San Lorenzo, di San Francesco d’Assisi a Vasto Marina e il Santuario di Maria Santissima dell’Incoronata sede dell’Ordine dei Frati Cappuccini. Tre invece le Chiese principali di San

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Resurrezione di Nostro Signore Gesù

Cristo (quest’ultima a San Salvo Marina) Sorta tra il IX e il X secolo la Chiesa di San Giuseppe, sita nel cuore di San Salvo a due passi dal Municipio, è l’antica chiesa del monastero romanico di Santo Salvo. Ristrutturata dai monaci cistercensi nel XIII secolo, di questa fase rimane però solo un tratto del muro di settentrione. La ristrutturazione avvenne nel 1700 quando venne restaurata per poi essere interamente ricostruita dopo la metà dell’800. Inizialmente era in stile neoclassico, ma nel 1961 la Chiesa subì la demolizione della facciata e del campanile che vennero poi ricostruiti in uno stile pseudo-romanico dopo l’allungamento di una campata. Il campanile è una torre con una piccola loggia dove è collocata al suo interno la statua di San Giuseppe. L’interno è a tre navate con decorazioni auree all’altare. Al suo interno sono custodite le reliquie di San Vitale patrono della Città, la cui ricorrenza viene celebrata il 28 Aprile. Le reliquie vennero donate dal cardinale Carafa la sera del 20 dicembre del 1745 quando furono accolte dalla popolazione festante e da un grande falò che illuminava a giorno la piazza. Una tradizione che ancora oggi viene celebrata in ricordo dell’importante momento di fede. Pregevoli i dipinti su tela, in particolare la Sacra Famiglia, che potrete ammirare al suo interno. La cripta si trova invece sottoterra ed ha aspetti romanici. A due passi dal centro storico c’è la Chiesa di San Nicola fortemente voluta da Sua Eminenza, il Monsignor Vincenzo Fagiolo e dalla popolazione devota al Santo di Bari. Ha avuto come fondatore Don Piero Santoro. Tornata al suo splendore dopo un periodo di chiusura per ristrutturazione e messa in sicurezza in quanto pericolante in alcuni punti, la Chiesa di San Nicola ha iniziato ufficialmente l’attività pastorale il 7 Ottobre 1973. Molto animata dalla presenza dell’Azione Cattolica, la Parrocchia ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella vita sociale e culturale di San Salvo. In ogni iniziativa sono coinvolti bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani che scoprono nello stare insieme la presenza di Cristo che ha incrociato la loro vita e che li invita alla testimonianza negli ambienti in cui operano. A due passi dal mare troverete invece la

Parrocchia Risurrezione di Nostro

Signore Gesù Cristo, cuore pulsante della Comunità che vi abita. La Parrocchia è sorta nel 1976 per volontà della comunità parrocchiale e dall’anno della sua nascita è molto presente ed attiva a San Salvo Marina. Ogni anno nel giorno in onore di San Giuseppe lavoratore che cade nella giornata del primo maggio c’è

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una grande festa, bella e partecipata, contornata da giochi, musica, animazione e convivialità.

Altra luogo di culto che vi consigliamo di visitare è il Santuario Madonna delle Grazie ubicato all’ingresso della bella cittadina di Monteodorisio. Sito nell’area in cui sorgeva una cappella cinquecentesca dedicata proprio alla Madonna delle Grazie, la sua costruzione risale al 1886 a seguito di un evento prodigioso. Una leggenda popolare narra infatti che durante i lavori di restauro della chiesetta, da una fenditura iniziò a zampillare dell’acqua che guarì inspiegabilmente una bimba ammalata. La notizia si diffuse subito nei paesi vicini e ogni giorno centinaia di persone accorrevano per bere l’acqua miracolosa. Fu allora che la popolazione di Monteodorisio, per devozione, decise di costruire in quel luogo una chiesa più grande. Per la sua edificazione venne costruita una fornace di laterizi vicino al fiume Sinello dalla quale la gente, allineata in fila indiana per oltre tre chilometri, si passava di mano in mano il materiale per costruire il santuario. I lavori durarono circa dieci anni e la consacrazione avvenne il 1° settembre 1895. L’acqua della sorgente venne deviata in un pozzo dal quale ancora oggi è possibile attingere. Numerosi sono i miracoli riconosciuti dalle autorità ecclesiastiche. La facciata del santuario Madonna delle Grazie è tripartita con il corpo centrale avanzato rispetto ai due corpi laterali minori e presenta dei beccatelli sotto il cornicione. Tre i portoni con arco a tutto sesto, uno per ogni corpo. L’interno è a croce latina a tre navate e sul trono marmoreo vi è la statua della Madonna delle Grazie che sul capo ha una corona di dodici stelle. All’interno del Santuario troverete non solo pregevoli affreschi inseriti in un’architettura svettante con splendide volte a crociera, ma anche una statua quattrocentesca di Sant’Antonio da Padova con il Bambin Gesù proveniente da uno dei monasteri distrutti di Monteodorisio e diversi dipinti murali in stile liberty di Gaetano D’Agostino e Nicola Biondi. La festa si celebra solennemente ogni anno nella prima domenica di settembre con grande partecipazione dei cittadini e non solo. Infine una scalinata monumentale di 100 gradini e lunga 60 metri collega il Santuario al borgo antico.

IL SANTUARIO DI MADONNA DEI MIRACOLI A CASALBORDINO

Il monumento storico-religioso più importante di Casalbordino è il Santuario della Madonna dei Miracoli che venne consacrato l’11 agosto 1962. Meta di un pellegrinaggio dal 9 all’11 giugno, il Santuario è stato “immortalato” anche dal poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio ne “Il Trionfo della morte”. Il santuario ha origine dall’apparizione della Beata Vergine Maria ad un anziano di Pollutri, Alessandro Muzio dopo una terribile tempesta. Il documento, conservato nell’archivio parrocchiale di Pollutri recita: “Il giorno precedente, nel quale ricorreva la solennità della Pentecoste, una terribile tempesta di grandine si era scatenata su tutto il territorio di Casalbordino, devastandone i raccolti. Il giorno successivo, passata la tempesta, Alessandro si recò in località Pian del Lago nel territorio di Casalbordino per constatare le condizioni del campo coltivato a grano che ivi possedeva. Quando arrivò nel punto in cui sorge attualmente il Santuario, mentre recitava il rosario, sentì la campana della chiesa parrocchiale di Casalbordino che annunciava la consacrazione dell’Eucarestia e si inginocchiò in adorazione. Proprio in quel momento, avvolta da una vivissima luce, gli apparve la Madonna. La Vergine parlò all’uomo rimasto in ginocchio ai suoi piedi con la corona del rosario fra le mani. La Madonna indicò nel peccato degli uomini la causa del disastroso temporale del giorno precedente e assicurò il vecchio che il suo campo era stato risparmiato dalla furia della grandine e gli affidò il messaggio per il parroco di Pollutri, affinché predicasse il rispetto del 3° Comandamento: ricordati di santificare la festa. Al termine del messaggio la Madonna scomparve, lasciando asciutto il terreno su cui aveva posato i piedi”.

Ed è proprio lì in quel punto che venne poi costruita una cappella votiva trasformata in piccola chiesa nel 1614. Che venne poi elevata alla dignità di Basilica minore nell’aprile del 2010 da papa Benedetto XVI. L’esterno del santuario è a pianta basilare e a croce latina. La piazza semicircolare antistante risale al 1986 e fu realizzata su progetto di Filomena Fiadino. Il portale in bronzo è invece realizzato da Giuseppe Madonna. L’Effige posta sull’altare

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maggiore è l’immagine autentica della Madonna, dipinta subito dopo l’apparizione nel 1576. Il portale destro invece, risalente al 1990, è stato realizzato dal vastese Antonio Di Spaltro e consta di 8 formelle raffiguranti la vita di San Benedetto. L’interno è in stile rinascimentale a tre navate con un’alta cupola. Caratteristici da visitare sono i ruderi del Monastero di Santo Stefano ad Rivum Maris che troverete in località Santo Stefano a poche centinaia di metri dal mare. Questo monastero benedettino fu fondato nel VIII secolo, nell’epoca della grande fioritura monastina. Si presume che qui preesistesse un tempio pagano dedicato a Nettuno. La chiesa però nella metà del IX secolo subì gravi distruzioni e fu spogliata di beni. Venne poi restaurata dai longobardi e accanto venne costruito un monastero affidato ai Benedettini i cui resti delle antiche mura sono tuttora visibili. Nel 1257 poi, per opera di Papa Sisto V, Santo Stefano con la Badia di Santa Maria Arabona, fu annesso al Collegio Romano di San Bonaventura dei frati minori conventuali. Nel XV secolo venne però saccheggiata, prima dai partigiani della regina Giovanna, e poi dai Turchi nel 1566. Dopo questa data la decadenza del monastero di Santo Stefano continua incessantemente sino alla completa distruzione a causa delle vicende belliche e dello scorrere del tempo.

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