3 minute read

Il blocco di Berlino e la nascita della Nato

al 1953 (blocco di Berlino, 1948; istituzione della Nato, 1949; apparizione dell’atomica sovietica, 1949; i comunisti al potere in Cina, 1949; guerra di Corea, 1950-1953).

Dal 1953 al 1957 si assiste a un rilassamento delle tensioni, grazie specialmente alla morte di Stalin nel 1953, anche se la minaccia profetizzata da Orwell è sempre presente, come dimostrato dalla nascita del Patto di Varsavia e dall’ammissione della Germania Ovest nella Nato (1955).

Advertisement

La guerra torna a farsi pericolosa tra il 1958 e il 1962, quando Stati Uniti e Unione Sovietica sviluppano i missili balistici intercontinentali, che nel 1962 i russi cercano di installare a Cuba, dalla quale potrebbero lanciare attacchi nucleari sulle città americane. Sfiorato il confronto atomico, si torna a una fase di distensione, nonostante la guerra del Vietnam (1964-1975) e la politica di interferenza statunitense in America Latina (Guatemala 1954; Cuba 1961; Repubblica Dominicana 1965; Grenada 1983) e le operazioni militari russe in Cecoslovacchia e Afghanistan.

DALLA GUERRA FREDDA non tentano più di camuffare la loro intenzione di incorporare il potenziale industriale tedesco nell’ovest – decidono di riunire le rispettive zone di occupazione in una singola unità economica, che prelude a un’unificazione politica. Più precisamente è istituito il Concilio Parlamentare (Parlamentarischer Rat) che in settembre si sarebbe riunito a Bonn per assumere le funzioni di assemblea costituente. Siamo agli albori della nascita della Repubblica federale tedesca. Seguiranno altre fonti di attrito, ma la causa scatenante del Blocco di Berlino è fondamentalmente questa decisione presa a Londra.

LA RITORSIONE SOVIETICA

Il 10 marzo l’amministrazione militare sovietica impone severe restrizioni ai tedeschi che viaggiano dalla zona orientale a Berlino. La tensione si accresce quando, il 17 marzo, è firmato a Bruxelles un trattato di difesa (che condurrà poi alla formazione della Nato) tra Gran Bretagna, Francia e Benelux che istituisce un sistema collettivo di difesa.

Quello stesso giorno un Concilio popolare tedesco è istituito a Berlino est.

Davanti alla decisione presa a Londra, il 20 marzo 1948 il maresciallo sovietico Sokolovskij abbandona rabbiosamente e clamorosamente la riunione del Consiglio di controllo Alleato («Non vedo nessun senso nella prosecuzione di questo incontro») cosa che ne segna la fine.

L’INIZIO DEL BLOCCO DI BERLINO, 24 GIUGNO 1948

Il 20 giugno 1948 è attuata la riforma monetaria nelle tre zone tedesche occupate dai vincitori occidentali. Per rappresaglia il maresciallo Sokolovskij decreta una riforma monetaria per le zona sovietica. Un’altra misura di ritorsione è l’instaurazione del blocco di Berlino, volto a isolare la città dalle zone occidentali della Germania.

Il 24 giugno le autorità sovietiche annunciano la fine dell’amministrazione congiunta di Berlino delle quattro potenze, dove gli Alleati, insistono i sovietici, non hanno più alcun diritto sulla città. È l’inizio del blocco.

Tramite un ponte aereo, il 26 giugno Stati Uniti e Gran Bretagna cominciano a rifornire Berlino dal cielo con cibo e altri aiuti vitali. Per tutta risposta l’Armata Rossa incrementa la propria presenza militare nella Germania orientale: a luglio si registra la presenza di 40 divisioni sovietiche contro le 8 dei settori Alleati. Tuttavia, per la fine del mese, gli Stati Uniti inviano 3 gruppi di bombardieri strategici in Gran Bretagna. La tensione è altissima, ma la guerra è evitata. Quanto al ponte aereo, esso durerà per 11 mesi, fino all’11 giugno 1949, quando l’Unione sovietica toglierà il blocco (ma i rifornimenti aerei proseguiranno ancora, andando avanti fino al 30 settembre).

LA GUERRA FREDDA

Il blocco e il ponte aereo diventeranno un simbolo della volontà alleata di contrapporsi a un’ulteriore espansione sovietica in Europa e sono l’evento più cruciale di quella che è passata alla storia come “guerra fredda”, un’espressione coniata da George Orwell Questi, in un ar ticolo pubblicato nel 1945, aveva previsto uno stallo nucleare tra “due o tre mostruosi super stati, ognuno dei quali in possesso di un’arma per la quale milioni di persone possono essere spazzate via in pochi secondi”. Chi avrebbe vinto la guerra fredda appare chiaro agli analisti più acuti come François Fejto sulla base di queste osservazioni: ogni dieci anni il blocco orientale (Unione Sovietica e paesi satelliti comunisti del Patto di Varsavia) è scosso da un’ondata di proteste. La rivolta in Germania est del 1953; i fatti d’Ungheria del 1956; la Cecoslovacchia del 1968; l’Afghanistan del 1979; la Polonia di Solidarność negli anni Ottanta).

ALLA GUERRA UCRAINA

Inizi Cos

La causa scatenante è la conferenza di Londra cui non viene invitata l’Urss, dove si decide di unificare la futura Germania Federale

L’acme della guerra fredda è raggiunto nel periodo che va dal 1948

Parlare di blocco di Berlino e di guerra fredda appare oggi surreale. Durante questi eventi l’Europa ha evitato con ogni mezzo lo scontro, pur in una situazione di conflittualità altissima. Finisce la guerra fredda e cosa succede? Succede che scoppia una guerra per procura tra russi e americani in Ucraina. La possibile crisi era stata prevista da Sergio Romano già nel 2016 – in un’intervista rilasciata a chi scrive proprio su questo giornale – dopo due anni di problemi nella regione del Donbass. Tutto questo la dice lunga su tutte le attuali classi dirigenti. I vecchi leader occidentali e sovietici perdevano chili di peso, di capelli e di neuroni per evitare una guerra, nella quale i loro eredi si sono infilati con una superficialità impressionante. Il più disastroso di tutti è chiaramente Vladimir Putin con la sua “operazione speciale”, che doveva durare due settimane. Ma credere che questa invasione demenziale non abbia un altrettanto demenziale retroterra storico è pura propaganda. La realtà è che l’attuale conflitto è un fallimento clamoroso di tutti: russi, ucraini, americani e perfino europei, i quali ultimi sono come l’asino che viene bastonato e che ringrazia.

This article is from: