Beverage Machines n.1 - Febbraio/Marzo 2019

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1 Febbraio/Marzo 2019

Anno XXIII n° 1 Febbraio/Marzo 2019

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ITALIAN beverage TECHNOLOGIES

BM beverage machines - all technologies

beverage MACHINES

Dove c’è energia, c’è AB La COGENERAZIONE AB aiuta a stare in forma.

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Primo piano

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Vini e liquori. Imprescindibili, bio o made in Italy Per la crescita conta il fattore export

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Macchine per il packaging ancora in crescita Il mercato del caffè e i suoi futuri trend Etichette, un mercato pronto a nuove sfide Macchine per plastiche e gomma, rallenta il commercio estero

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La GDO italiana giro d’affari in aumento ma margini in riduzione La Marca del Distributore traina la distribuzione moderna

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Una strategia per la lotta contro l’inquinamento della plastica Una storia infinita, il ciclo di vita di una lattina per bevande in acciaio Sanpellegrino, tante novità nel gusto e nel design AB, energia efficiente per le industrie del beverage

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Una super etichetta per l’olio di oliva, il progetto tra Italia e Israele Nuova suite Smart Package per un’infrastruttura IT “Chiavi in mano” Packaging personalizzato anche per brevi tirature L’esperienza alla base della conoscenza

Ambiente

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Imballaggio green, driver nelle scelte d’acquisto Premiati gli imballaggi più innovativi e ecosostenibili La prima bottiglia di latte in Italia con il 20% di plastica riciclata

Case History

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Gruppo Bertolaso, soluzioni intelligenti per l’imbottigliamento Huel Ready-to-drink, nutrizione completa On The Go Yili China spinge sul PET per il confezionamento dei prodotti a base latte Il brand di Cognac Meukow accelera sull’etichettatura dei cartoni di bottiglie

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Simei 2019, riflettori puntati sul vino e non solo Smart Production Solutions, la nuova frontiera dell’automazione A Milano l’innovazione incontra la produzione manifatturiera Le birre e le bevande come polo aggregatore di food e filiera del beverage

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In primo piano In ambiente Breaking news In eventi

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ITALIAN beverage TECHNOLOGIES

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Mercato

Dossier

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Anno xxIII • FEBBRAIO/MARZO 2019 n. 1

Coordinamento editoriale

Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Gisella Bertini

Direttore Responsabile

Aziende e strategie

Focus

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Eventi

News

Marketing e Vendita

Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu Chiara Bezzi, Chiara Riccardi

Redazione

Produzione tecnica Impaginazione grafica

Margherita Sola Valentina Piazza

Stampa e confezione

Arti Grafiche Boccia - Salerno

Costo produzione copia € 1,50 Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 euro - Europa 70 euro

Gestione Editoriale

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Via Teocrito 47 - 20128 Milano Tel. 02252071 - Fax 0227000692 info@innovativepress.eu

IL NETWORK Rassegna dell’imballaggio

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Rassegna Grafica

Food Machines Beverage Machines

Editore

Aut. Trib. di Milano n. 40 del 14/02/75 Iscrizione al ROC n. 5836 © BEMA-EDITRICE Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore. 1 Febbraio/Marzo 2019

Anno XXIII n° 1 Febbraio/Marzo 2019

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primo piano

VINI E LIQUORI

VINI E LIQUORI imprescindibili, bio o made in Italy Ci sono quelli di cui non puoi fare a meno e quelli per le grandi occasioni, ma anche i bio entra per la prima volta nella top 3, sono i vini che, insieme ai liquori made in Italy, attraggono i consumatori. E i produttori di attrezzature per il processo, l’etichettatura e gli imballaggi guardano da sempre con attenzione a questo mercato.

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el 2018, il Wine Trade Monitor si concentra su sei Paesi chiave: Belgio, Stati Uniti, Canada, Cina, Hong Kong e Giappone. Un totale di 781 professionisti (importatori, agenti, grossisti e player dell’e-commerce) hanno risposto all’indagine. Tra i vini più referenziati troviamo quelli francesi, ‘imprescindibili’ per il 92% degli intervistati. La Francia rimane l’origine più presente nel portafoglio degli operatori, davanti all’Italia (76%) e la Spagna (71%). In ascesa anche Cile, USA e Australia (indicati dal 45 al 56%). Secondo il

41% degli operatori di settore, quelli italiani saranno i vini che, entro il 2020, registreranno le migliori progressioni di vendita, in primis in Canada e in Cina. A livello di reputazione, per il 64% dei partecipanti all’indagine, è ancora l’origine Francia che segna la migliore performance, distanziandosi nettamente dai suoi concorrenti (l’Italia segna un 13% di preferenze). I vini d’oltralpe sono ancora reputati i migliori per “le grandi occasioni” o per fattori come “la capacità di rispondere alle attese dei consumatori”. Spagna e Cile si distinguono, invece, per “l’attrattività dei prezzi” e per l’essere “vini per tutti i giorni”, davanti all’Italia, che riporta buoni risultati nell’ambito “innovazione”. Venendo alle categorie, il vino bio per la prima volta è nella top 3 dei più promettenti (per oltre il 35% degli operatori, escluse Cina e Hong Kong). La denominazione regionale (Bordeaux, Chianti, ecc.) continua a far vendere e resta globalmente il driver di riferimento fino al 2020. Il Rosé continua a crescere, soprattutto in Nord America.

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LIQUORI E DISTILLATI

Secondo l’ultima analisi del settore Vini e Spumanti di Competitive Data, i ricavi complessivi registrano un aumento del +6,6%, con le regioni del Nord Ovest che ottengono il valore più alto di crescita, +7,6%, seguite dalle regioni del Nord Est con un incremento del +6,6%, quelle del Centro crescono del +5,8%, infine chiudono le regioni del Sud e delle Isole in crescita del +5,6%. L’exploit maggiore è fatto registrare dall’Abruzzo con una crescita del +11,9%. Se guardiamo all’EBITDA le differenze fra le varie regioni sono più marcate: con le regioni del Nord Ovest in sensibile aumento, +22,4%, seguite dalle regioni del Centro in crescita del +11,0%, mentre le regioni del Nord Est segnano un aumento del +4,7%, in segno negativo le regioni del Sud e delle Isole con una contrazione del -5,1%.

FOCUS SULLE GRAPPE Pambianco ha invece condotto uno studio sull’andamento delle aziende produttrici di grappa, il prodotto ad oggi considerato come più rappresentativo della distillazione made in Italy. Dai dati emerge che le prime 10 aziende per volumi, che aggregate valgono 211 milioni di euro di fatturato, crescono tutte con una media di oltre il 6%. È positiva anche la situazione registrata sul versante della marginalità, con un’EBITDA medio superiore al 10 percento. In vetta alla graduatoria compare Umberto Bonollo, forte di una crescita a doppia cifra (+12%) nell’anno preso in considerazione. L’azienda veneta, proprietaria del marchio Bonollo Of, presenta una marginalità leggermente superiore alla media di settore (11,1%). In seconda posizione troviamo, Distillerie Franciacorta (società acquisita a gennaio dal gruppo Stock) che, grazie a un balzo del 7,3%, ha sorpassato la modenese Distillerie Bonollo che si posiziona quindi in terza posizione. A seguire, in classifica, compaiono la trentina Marzadro al quarto posto e la trevigiana Bonaventura Maschio al quinto. Tutte le aziende presenti nella top ten della grappa hanno guadagnato terreno rispetto al 2016. La migliore in termini di marginalità percentuale è risultata essere la piemontese Berta, con oltre il 27% di ebitda. David Pambianco, CEO di Pambianco Strategie di Impresa, ha commentato: “La crescita registrata da tutte e dieci le top player del settore riassume efficacemente la forza di questo segmento produttivo che, grazie a trend in fase di sviluppo quali invecchiamento, monovitigno e lancio di prodotti dedicati alla mixology, si prospetta interessante anche per i possibili sviluppi futuri”.

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VINI E SPUMANTI

Secondo Competitive Data, dall’ultima analisi dei bilanci delle prime 152 società di capitali appartenenti al settore della produzione di liquori e distillati, i ricavi totali registrano una crescita del +5,3%, dove il primato spetta alle regioni del Sud e delle Isole, che ottengono la crescita più elevata, +8,3%, seguite dalle regioni del Nord Ovest con un incremento del +6,0%, quelle del Nord Est crescono del +3,7%, ed infine chiudono le regioni del Centro con il +2,3%. A livello regionale la Sicilia mostra la crescita più sostenuta, +30,0%, mentre invece la regione Val d’Aosta registra una contrazione del -11,7%. È in variazione positiva anche l’EBITDA, che subisce una variazione positiva del +9,7%. Le regioni del Sud e Isole mostrano anche qui la crescita maggiore, +40,4%, seguite dalle regioni del Nord Est in crescita del +17,3%, mentre le regioni del Nord Ovest segnano una crescita del +6,5%, chiudono le regioni del Centro leggermente in flessione, -0,6%. Raggruppando le aziende per classi di fatturato otteniamo la crescita maggiore nel cluster superiore ai 30 milioni di euro, +6,0%, seguite, con un aumento del 3,1%, dalle aziende con fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, ed infine chiudono in aumento del 2,8% le aziende con fatturato compreso tra 10 e 30 milioni di euro.

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PRIM PR PRIMO IMO IM O PI PIAN PIANO ANO AN O

VINI E LIQUORI

PER LA CRESCITA conta il fattore export Vino, spiriti e aceti rappresentano circa il 24% del fatturato totale dell’export agroalimentare 2018. Rispetto al 23,5% del food and beverage nazionale, l’esportazione di vino italiano ha avuto un’incidenza più che doppia.

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risultati dell’export nei primi 11 mesi del 2018 confermano le potenzialità del made in Italy nel mondo, soprattutto in Polonia, USA e Australia. A fare la differenza sono i vini DOP e IGP, ma sono state ottime le performance anche nel comparto acquaviti e liquori. Gli aceti rimangono stabili e spiccano soprattutto negli Stati Uniti, Germania e Francia. Le esportazioni di vini DOP sono cresciute in valore del +13%, contro il +4% dell’aggregato vini e mosti nel suo complesso. La quota export cumulata di DOP e IGP ha raggiunto una incidenza superiore al 50 % sui 5 miliardi 895 milioni dell’export 2018 aggregato. I mercati che hanno dato maggiori soddisfazioni in termini di variazioni percentuali sui valori sono: in territorio Ue la Polonia con + 22%, in territorio extra Ue l’Australia con un + 21%. Gli Usa mantengono saldo il primato come prima destinazione in valore con un miliardo e 373 milioni di Euro. I mercati storici come la Germania ed il Regno Unito confermano andamenti positivi rispettivamente con +4% e + 2,5 % in valore.

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COMPARTI DALLE ALTE PERFORMANCE

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Molto brillante la performance del comparto delle acquaviti e liquori, che ha sfiorato la quota di un miliardo di euro, con una spinta del +24% sull’anno precedente. Una spinta tanto più importante perché veniva già dall’interessante +14,4% registrato nel 2017. Negli Stati Uniti un balzo in avanti del 47,5 % in valore: il dato negli USA può essere letto anche alla luce delle azioni promozionali che l’anno scorso ICE e aziende associate a Federvini hanno realizzato negli Stati Uniti ed in Canada con un “road show” dedicato al mondo degli aperitivi, liquori, amari, distillati, tipici della tradizione italiana. L’iniziativa è stata resa possibile grazie ai fondi straordinari per il Made in Italy, messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico; l’iniziativa sarà replicata anche quest’anno. Merita di essere ricordata anche la campagna straordinaria di ICE per promuovere il vino italiano sui mercati Usa e Cina, “Italian Wine – Taste the Passion”: i primi riscontri sono tutti positivi. Gli aceti rimangono stabili nella crescita, in valore, si attesta sui 240 milioni di Euro con una variazione positiva pari al 2 %. Tra i mercati più performanti spiccano gli Stati Uniti con 73 milioni di Euro, la Germania con 40 milioni di Euro e la Francia con 23 milioni di Euro. “I dati dei primi 11 mesi del 2018 mostrano un bilancio lusinghieroper l’export di vini, acquaviti e liquori con la prospettiva che questi dati possano ulteriormente miglioraresui 12 mesi– dichiara Sandro Boscaini, Presidente di Federvini. Abbiamo una ulteriore conferma che la promozione gioca un ruolo importantissimo per far percepire il valore, la qualità e la varietà dei prodotti che gli operatori del vino e degli spiriti con i loro forti marchi e credibili denominazioni portano nei mercati di tutto il mondo.Questo è il segno distintivo del genius loci italiano”.

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GDO, IL VINO ITALIANO TORNA A CRESCERE Il mercato del vino italiano nella Grande distribuzione ha registrato una flessione nel 2018, ma si prevede una ripresa nel 2019. I dati relativi alle vendite nei mesi di gennaio e febbraio 2019, infatti, vedono i vini a denominazione d’origine aumentare del 5,3%, mentre il totale del vino confezionato cresce dell’1,7% (a volume). Lo riferisce l’anticipazione della ricerca effettuata dall’istituto di ricerca IRI in esclusiva per Vinitaly 2019.. Nella Grande distribuzione si sono venduti nel 2018 più di 619 milioni di litri di vino italiano per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. Tra i vini più venduti ai primi posti della classifica nazionale si trovano Lambrusco e Chianti, con buone performance di Montepulciano d’Abruzzo, Muller Thurgau, Gutturnio e Primitivo. Nella speciale classifica dei vini “emergenti”, cioè a maggior tasso di crescita, va sottolineato l’exploit del Lugana, un bianco doc prodotto soprattutto nelle provincie di Brescia e Verona, che conquista il primo posto con un aumento a volume del 22,1% nel 2018 (e a valore del 24,2%). Crescono in modo rilevante Passerina e Ribolla ed entrano tra i top 15 Grignolino, Cerasuolo, Refosco e Aglianico. Aumentano le vendite degli spumanti che crescono del 2,1% a volume, mentre i vini Doc e Docg chiudono a - 0,7%, con un prezzo medio di 4,74 euro al litro. I vini Igt perdono il 2,4% ed i vini generici l’8,9% (a volume). Il dato complessivo del vino confezionato vede una flessione del 4,4% a volume, ma un aumento a valore del 2,9%. Aumentano sensibilmente vini e spumanti biologici, rispettivamente del 18% e dell’11,8%, ma le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 milioni di litri l’anno. Per quanto riguarda i formati, cala ancora il brik col - 5,6%, mentre continua a crescere il bag in box col +10,3% (a volume). Oltre agli effetti della scarsa vendemmia del 2017 che hanno fatto lievitare i prezzi del vino nel canale di vendita della Gdo, IRI ha individuato una concausa nel processo di aumento del valore del vino, in corso da anni, che porta ad un aumento dei prezzi ed ad una diminuzione delle promozioni.

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PRIMO PIANO

VINI E LIQUORI

EASYPEEL, E L’INNOVATIVA CAPSULA DI AMCOR Un nuovo modello m di capsula realizzato da Amcor rende più semplice e p pulita l’apertura delle bottiglie di vino, consentendo al tempo stesso e di mantenere invariato il tradizionale “rituale” dell’operazione, estremamente importante per gli intenditori dell’operazi di questa bevanda. Il sistema di apertura Easypeel utilizza una capsula in alluminio monopezzo progettata per aprire bottiglie di vino seguendo sempre una chiara linea predefinita. A differenza di altre tecnologie che si basano su bande di strappo, Easypeel consente a professionisti e consumatori di usare i tradizionali cavatappi. “Abbiamo creato Easypeel per chiunque ami il vino”, spiega Nicolas Freynet, General Manager, Amcor Capsules. “Dalle persone che sorseggiano un bicchiere a cena a quelle che servono quotidianamente decine e decine di bottiglie, chiunque può ora seguire la pratica linea che agevola l’apertura. Saranno tuttavia i viticoltori stessi a trarre i maggiori vantaggi da questa innovazione”. Con Easypeel, gli utenti devono semplicemente posizionare il coltellino del cavatappi nel punto indicato sulla capsula e tirare per un’apertura pulita e lineare. Questo design perfezionato evita di strappare, tagliare in eccesso o rimuovere l’intera capsula, tutte caratteristiche che riducono il lavoro di sviluppo del design dei marchi di vino particolarmente attenti all’estetica. Il sistema non prevede modifiche di design o di produzione durante il processo di imbottigliamento. Inoltre, le capsule in alluminio offrono l’eleganza dello stagno a un prezzo considerevolmente più stabile.

L’imbottigliamento è un’operazione molto delicata e importante per una cantina. Un processo che necessita di un lavoro professionale e sicuro. Per questo è fondamentale affidarsi a professionisti del settore come Nuova Enovit, azienda toscana altamente specializzata che offre un servizio di imbottigliamento a 360° che ha rivoluzionato la produzione del vino, soprattutto per le piccole e medie cantine, grazie agli impianti mobili che viaggiano su ruote e raggiungono le aziende vinicole su tutto il territorio nazionale, soprattutto nel Centro Nord e Sardegna. Nuova Enovit infatti mette a disposizione una intera linea di imbottigliamento e le aziende vinicole ne usufruiscono in loco come se fosse un centro di imbottigliamento proprio col vantaggio di poter essere costantemente seguite da uno staff formato, aggiornato e specializzato. Il vino passa dalle vasche delle cantine nelle bottiglie etichettate e tappate. Si risparmiano tempo e risorse e il risultato è sorprendente, con un gran numero di bottiglie imbottigliate in una sola giornata, pronte per essere immesse sul mercato all’ingrosso o al dettaglio. La Nuova Enovit, per venire incontro alle aziende vinicole che hanno optato per una produzione sostenibile, ha adeguato le proprie procedure e i propri impianti di tutte le certificazioni richieste dalla legge, incluse quelle per il crescente settore biologico. Fra i servizi che contraddistinguono l’imbottigliamento a domicilio di Nuova Enovit vi è anche l’inscatolamento automatizzato; il parco macchine di Nuova Enovit possiede infatti anche un autocarro con installati alcuni macchinari per le operazioni finali di confezionamento.

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NUOVA ENOVIT, IMBOTTIGLIAMENTO A DOMICILIO

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PRIMO PIANO

VINI E LIQUORI

LE MANZANE, LA CANTINA SI RIFÀ IL LOOK Nuove etichette per la cantina Le Manzane. Ernesto, Silvana, Marco e Anna presenteranno ufficialmente al Vinitaly 2019 (Pad.4, Stand F7) il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg sia in versione brut che extra dry in una veste rinnovata. Con questo progetto grafico, la tenuta di San Pietro di Feletto (TV) ha voluto interpretare lo spirito giovane, glamour ed elegante delle bollicine più amate al mondo, rafforzando al tempo stesso l’identità del brand. “L’elemento caratterizzante delle nuove etichette - spiega Ernesto Balbinot, titolare dell’azienda - sono dei rettangoli impreziositi da due glitter, color argento per il brut e oro per l’extra dry, mentre è stato mantenuto il logo PaperCigno per rafforzare la continuità dell’immagine aziendale”. “Il claim della cantina Le Manzane è “To Be Happy” perché lavorare con il sorriso è il nostro motto e poi perché il prosecco è un generatore di buon umore: ha saputo ritagliarsi una sua identità di bollicina spensierata che ben si adatta sia a momenti formali che informali”. Con il progetto della nuova immagine coordinata è stato realizzato lo stesso restyling anche per le referenze del Conegliano Valdobbiadene Docg Frizzante e dello spumante rosato “Roseo”. Le bottiglie sono arricchite da una speciale etichetta in Braille che consente anche alle persone non vedenti di “leggere” alcune indicazioni utili come il nome del vino e della cantina, l’annata e il grado alcolico. L’idea dell’etichetta in Braille è nata nel 2013 dopo una cena al buio con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, la FISAR di Treviso e la cantina Le Manzane. “Un’attenzione particolare - aggiunge Ernesto Balbinot - è stata riservata anche ai formati speciali creando un magnum che riprende, nelle forme e nei marchi, le fattezze della bottiglia personalizzata da 0,75 potenziando ulteriormente il progetto di continuità comunicativa e di immagine non solamente nell’etichetta, ma anche nel formato. Sono state, inoltre, aggiunte due nuove referenze magnum, il Conegliano Valdobbiadene Docg 20.10 sia nella versione brut che extra dry che affiancano le precedenti magnum prodotte di Conegliano Valdobbiadene Docg brut ed extra dry con l’etichetta in Braille”.

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LA MONTINA, N LOVE IN FRANCIACORTA

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Quor, il nuovo Franciacorta nato in casa La Montina, è stato il protagonista dei brindisi più romantici dello scorso San Valentino. Degustato dopo un tour della cantina, oppure durante una cena gourmet negli eleganti saloni di Villa Baiana, Quor ha allietato le coppie che hanno deciso di trascorrere i giorni di San Valentino nelle Tenute La Montina. Per la sera di San Valentino, in abbinamento al menù realizzato dagli chef di Villa Baiana, agli ospiti è stato offerto come apertura il Quor2910, per poi continuare con gli altri Franciacorta della cantina. Nei giorni successivi, la visita guidata dedicata alle coppie di wine lovers denominata “dalla cantina al Quor” è stata allietata dalla degustazione di due vini: Franciacorta Rosè Demi Sec e Quor2910. Bollicine molto diverse abbinate ad assaggi di prodotti del territorio, per scoprire insieme le tante sfaccettature di un mondo immenso come quello dell’enogastronomia.

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STOCK ACQUISISCE LE DISTILLERIE FRANCIACORTA Il produttore di liquori Stock s.r.l ha annunciato l’acquisizione di Distillerie Franciacorta S.p.A., azienda fondata nel 1901 a Gussago in Franciacorta e con una lunga tradizione in particolare nel segmento delle grappe. Obiettivo dell’operazione, che diventerà effettiva a partire dal 6 maggio 2019, è la valorizzazione della storia e del know-how dell’azienda, i cui marchi saranno mantenuti e potenziati, in un’ottica di continuità con la proprietà storica, nell’importante contesto a vocazione vitivinicola del territorio di Franciacorta. La grande tradizione di Distillerie Franciacorta e le importanti competenze del suo personale, in particolare nel segmento delle grappe, ma anche nei vini e nei liquori, costituiscono elementi strategici che, uniti alla struttura organizzativa e commerciale di Stock, permetteranno alla nuova realtà di consolidare il posizionamento sul mercato quale top player del settore. “Questa operazione costituisce un importante investimento di Stock sul territorio italiano, – sottolinea Michael Kennedy, Amministratore Delegato di Stock S.r.l. – un primo passo di un progetto a lungo termine che intende consolidare e far crescere ancora di più la presenza di Stock in Italia, e che consentirà a entrambe le aziende di sviluppare con maggiore forza i rispettivi brand, valorizzando la produzione locale sul territorio di Franciacorta. Con questa operazione, Stock e Distillerie Franciacorta potranno diventare, insieme, il più rilevante player in Italia nel settore delle grappe, con un forte presidio della fascia premium sia per quanto riguarda i distillati, sia per quanto riguarda i vini prodotti in Franciacorta”. Le molteplici sinergie e la complementarietà delle reti commerciali delle due aziende consentiranno di dare una spinta maggiore alla crescita di tutti i brand, attraverso una graduale integrazione, con il contributo della proprietà storica, che affiancherà il nuovo management per un periodo di 4 anni. La forte presenza del gruppo Stock sui mercati esteri, inoltre, permetterà di incrementare la diffusione dei brand di Gussago fuori dai confini nazionali, con una più forte spinta all’internazionalizzazione.

Con oltre cento anni di esperienza, la Tipografia Madonna delle Querce è al servizio del mondo enologico. L’azienda di Montepulciano è infatti specializzata nella realizzazione di etichette per il vino. Un prodotto particolare che deve coinvolgere sapori, ricordi e emozioni. Caratteristiche che rendono inconfondibile una bottiglia di vino. Per questo la Tipografia Madonna delle Querce mette a disposizione la propria esperienza e professionalità nella progettazione e produzione di etichette per vino, in cui si sintetizzano tutte le caratteristiche che da sempre ne accompagnano le lavorazioni. L’azienda è specializzata nella produzione di etichette di ogni genere, anche autoadesive e sagomate, realizzate sia in foglio che a bobina. Per un maggior servizio, l’azienda segue il cliente in ogni fase, dalla progettazione grafica fino alla consegna delle etichette in rotolo pronte per l’imbottigliamento. Grazie a macchinari di ultima generazione, l’azienda è in grado di fornire un prodotto perfetto con grafiche personalizzate, caratteri nitidi e colori vivaci. In particolare, le etichette possono essere arricchite con scritte, illustrazioni in stampa a caldo ed elementi in rilievo realizzati in serigrafia. Velocità nella consegna e flessibilità nel numero minimo di etichette realizzabili sono solo alcune delle caratteristiche che distinguono la Tipografia Madonna delle Querce.

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TIPOGRAFIA MADONNA DELLE QUERCE, ETICHETTE PER IL VINO

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MERC MERCATO RCAT CAT ATO O

Macchine per il packaging ancora in crescita Un ulteriore incremento del 6,8% del fatturato di settore proietta i costruttori italiani a sfiorare i 7,7 miliardi di Euro. Non accenna a fermarsi la crescita dei costruttori italiani di macchine per il packaging.

È proseguito anche nel 2018 il buon andamento dell’Italia, che ha generato ricavi per 1,6 miliardi di euro (+7,5%).

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FATTORE INDUSTRY 4.0

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econdo i dati pre-consuntivi del Centro Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), anche nel 2018 il fatturato di settore lievita di altri 6,8 punti percentuali arrivando a sfiorare i 7,7 miliardi di Euro. A contribuire al raggiungimento di questo ulteriore traguardo, sia il mercato italiano sia quelli internazionali. Nei dodici mesi del 2018 le vendite oltre confine hanno superato in valore i 6 miliardi di Euro con un incremento del 6,6% sull’anno precedente.

“È certamente in parte merito del piano Industry 4.0 che ha favorito l’adozione delle più innovative tecnologie proposte dalle nostre aziende da parte della clientela italiana – dichiara il Presidente di Ucima, Enrico Aureli – ma anche della ripresa del mercato”. “Destano però preoccupazione le politiche economiche e sociali del Governo che ad oggi scarsa attenzione verso il mondo produttivo e che rischiano di marginalizzare l’Italia sullo scacchiere europeo”, prosegue Aureli. “Per quanto riguarda il 2019 prevediamo un lieve rallentamento della crescita”, prosegue il Presidente degli industriali di Villa Marchetti. “Secondo i dati elaborati dal nostro Centro Studi gli ordinativi dovrebbero crescere ad un ritmo compreso tra l’1 e l’1,5%”.

LE AREE AD ALTE PERFORMANCE Secondo gli ultimi dati disaggregati disponibili e relativi ai primi otto mesi dell’anno, l’area dove si registrano le performance migliori è il Nord America che cresce del +27,2% con gli Stati Uniti che si confermano il primo mercato di sbocco delle tecnologie made in Italy e fanno registrare una crescita record del +35,4%. Al secondo posto troviamo l’Africa e Australia (+15,3%), seguite da Unione Europea (+9,6%) e Sud America (+2,5%). Risultano in calo invece le esportazioni nei Paesi dell’Europa Extra-UE (-5,8%) e in Asia (-2,4%). Per quanto riguarda l’andamento dei singoli Paesi, dopo gli USA, si confermano sul podio Francia, con un incremento del +3,1%, e Germania (+1,5%).

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MERCATO

Il mercato del caffè e i suoi futuri trend Dall’analisi annuale svolta da Competitive Data sull’industria del caffè emerge un settore con ricavi in crescita del +2,8%, con margini e utili tuttavia in diminuzione. Si affermano i trend della sostenibilità, dell’innovazione del prodotto e della tracciabilità.

RICAVI IN CRESCITA I ricavi totali, per un controvalore di 4.792 milioni di euro, registrano una crescita del +2,8%, con le regioni del Sud e delle Isole che ottengono la crescita più elevata (+6,7%), seguite dalle regioni del Centro con un incremento del +3,0%, non molto diverso da quello delle regioni del Nord Est, +2,8%, mentre le regioni del Nord Ovest crescono del +1,8%. A livello regionale il Sud contiene sia la crescita più elevata, la Sicilia con il +10,0%, che la flessione maggiore, la Puglia con il -3,4%. Raggruppando le aziende per classi di fatturato la crescita maggiore avviene tra quelle con ricavi compresi tra 10 e 30 milioni di euro (+3,3%), seguite dalle aziende con fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, +1,6%, mentre sono stabili le aziende con fatturato superiore ai 30 milioni di euro. Se guardiamo all’EBITDA le differenze tra le varie aree territoriali sono più sensibili; il dato complessivo vede l’EBITDA in flessione del -2,6%, dove il calo maggiore è fatto registrare dalle regioni del Centro, -9,7%, seguite da quelle del Nord Ovest in calo del -4,3%, contengono il segno negativo al -0,5% Sud e Isole, mentre si muovono in controtendenza quelle del Nord Est in crescita del +0,6%.

GLI UTILI SI ASSOTTIGLIANO Gli utili sono in forte ridimensionamento, -24,1%, rispetto al 2016. Tra le regioni più virtuose il Piemonte, che fa segnare il valore più alto, 2.805.000 euro, mentre dalla parte opposta l’Emilia Romagna fa registrare una perdita media di 9.000 euro. L’incidenza dell’utile sul fatturato è stata del 2,7% nel 2017, anch’essa

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in ridimensionamento rispetto al 3,0% del 2016. Nel 2017 sono 243 le aziende che chiudono l’esercizio in utile, in diminuzione rispetto alle 247 del 2016. L’EBITDA medio rispetto al fatturato, o margine operativo lordo, è passato dal 13,4% del 2016 all’ 11,5% del 2017. L’incidenza media degli oneri finanziari sul fatturato è stata dello 0,6%, in miglioramento rispetto allo 0,7% del 2016.

I TREND DEL MOMENTO Per quanto riguarda le tendenze che stanno caratterizzando questo settore, non si può dimenticare il confezionamento in capsula, adatto per i vari canali distributivi, dall’horeca al vending, dalla GDO all’e-commerce. Le aziende di fascia media si trovano in questo momento a dover potenziare la propria gamma, allargando la tipologia e la qualità dei prodotti offerti. Questo, significa investire sugli impianti, migliorandone la produttività e, molto spesso, allestendo nuove linee. Si tratta di un trend che va a penalizzare coloro che avevano affidato la produzione a conto terzisti e, ovviamente, mette in difficoltà tutte quelle realtà che non hanno la capacità – anche economica – di operare i necessari cambiamenti. La lotta tra le grosse torrefazioni è ancora più serrata e vede in primis l’ampliamento dell’offerta, con l’inserimento a catalogo di prodotti per i principali sistemi compatibili. I temi della tracciabilità e dell’anti-contraffazione stanno prendendo piede anche nel settore del caffè porzionato seppure, almeno per il momento, con applicazioni su gamme di prodotto di grande qualità e in ambiti differenti dalla GDO. Due concetti che invece stanno diventando imprescindibili sono la compostabilità e la riciclabilità. Nel primo caso, parliamo di capsule che, anche in caso di dispersione nell’ambiente, sono in grado di diventare “compost”, una soluzione ecologica e sostenibile al 100%. Nel caso delle capsule riciclabili, la caratteristica è quella di poter essere facilmente smaltite dall’utente per poi essere ritrasformate e riutilizzate all’interno della filiera.

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ompetitive Data ha analizzato i bilanci delle prime 282 società di capitali appartenenti al settore della produzione di caffè, per il triennio 2015-2017. Vediamo i dati emersi dall’indagine, che delineano la situazione attuale di questo comparto.

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Etichette un mercato pronto a nuove sfide Tanti i temi trattati nel recente convegno tecnico GIPEA, svoltosi a novembre a Milano. Il settore delle etichette autoadesive resta un mercato dinamico e in crescita con alcune criticità, ma anche volontà di investire e innovare

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IL FRONTE DIGITALE E LA TECNOLOGIA FLEXO

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n apertura del convegno tecnico GIPEA, il presidente Elisabetta Brambilla ha sottolineato come le tematiche ambientali siano direttamente correlate con il settore etichette. Basti pensare alla Plastic Strategy europea: si riconosce l’utilità della plastica, ma si evidenzia che esiste un forte impatto ambientale e di inquinamento. La principale azione sulla plastica sarà quella di dare priorità ai principi della Circular Economy Action Plan, per avere un uso più sostenibile delle risorse e per ridurre l’impatto ambientale. Bisogna cercare di diminuire l’utilizzo di materiali plastici monouso. Per quanto riguarda le attività associative, il presidente ha confermato l’importanza del piano Industria 4.0 che dovrebbe proseguire anche nel 2019. Altro corso, attivato da Assografici, che ha trovato interesse da parte degli associati si rivolge sia agli utilizzatori che ai trasformatori di materiali cartacei per imballaggio sia ai produttori di imballaggi flessibili e/o di etichette. “Il nostro settore – prosegue – mostra un andamento positivo del 6% dal 2016 al 2017. L’Italia è al quarto posto in Europa quale produttore di etichette autoadesive”. Nel piano di comunicazione, il progetto più importante per il 2019, rientra anche il nuovo sito GIPEA. Scopo del programma è dare visibilità al gruppo, rafforzare il senso di appartenenza all’associazione, attirare nuovi associati, coinvolgere le giovani generazioni e gestire la comunicazione verso gli associati e verso l’esterno”.

Dall’Osservatorio Finat Radar emerge un aumento delle macchine digitali: in Europa il 29% sono inkjet/ibride, mentre il 71% sono a toner; in Italia i numeri sono differenti, infatti, il 41% sono a toner, mentre il 59% sono inkjet/ibride. Nei prossimi 18 mesi, la previsione d’acquisto per le inkjet/ibride è del 73%, mentre soltanto del 27% per quelle a toner. Il 69% prevede di installare attrezzature per il finishing. In sintesi, la crescita media dei fatturati dei converter Finat nel 2017 è stata del 6,5%, nell’Europa del Sud del 7,3%. I settori che hanno mostrato i migliori risultati nel corso del 2017 sono quelli dell’automotive e delle bevande. Punti critici restano l’aumento dei costi del lavoro e dei costi delle materie prime. Altro interessante intervento è stata la presentazione del nuovo quaderno Gipea sulle etichette a contatto con gli alimenti. Egidio Scotini per conto di ATIF ha presentato l’associazione tecnica al servizio degli stampatori flexo. Stefano d’Andrea ha riportato un bilancio sulla recente Labelexpo USA e dintorni. Non è mancata un’analisi dei bilanci delle imprese del settore flessibile.

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Dalla quinta edizione dell’Osservatorio Economico GIPEA emergono dati interessanti che delineano un quadro sul trend del mercato. Le 19 aziende con ricavi superiori a € 10 milioni rappresentano oltre la metà del fatturato del campione. Se ad esse aggiungiamo le 32 aziende con ricavi tra € 5 e 10 milioni, si supera l’80 % del fatturato del campione. In 5 Regioni – Lombardia, Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto – si concentra il 76% delle aziende del campione. I dati Eurostat evidenziano la crescita dei produttori italiani anche per il 2017, con una variazione del 6%. L’Italia si conferma tra i Paesi con maggiore crescita. I dati rilevati confermano un trend di crescita anche per il 2018: si evidenzia un aumento del 2,2% del fatturato etichette nei primi 9 mesi del 2018. Le imprese di minori dimensioni registrano una decrescita. Gli acquisti di materiali autoadesivi confermano la crescita dei volumi. Nel 2018 tornano a crescere anche i prezzi. Il 2017 è stato un anno di crescita con il recupero della velocità dopo il rallentamento del 2016. La crescita però non interessa tutti gli operatori: nel 2017 vi sono 28 aziende che registrano un calo dei ricavi e 23 aziende che hanno ricavi inferiori al 2008. Le esportazioni valgono il 16% dei ricavi e si concentrano nelle aziende di maggiori dimensioni: il 70% dei ricavi all’estero è fatto da 4 aziende. Nonostante il fatturato prevalentemente domestico, la crescita dal 2008 a oggi dei produttori di etichette è superiore a quella di molti altri settori: la variazione del 2018 su 2017 è del 45,3%. La situazione reddituale è positiva se pur con margini in lieve contrazione. Si ferma la crescita dell’Ebidta a valore, mentre in percentuale si registra una riduzione. La flessione dell’Ebitda Margin di 0,4% è data da una riduzione di altri proventi. Un lieve incremento di servizi e godimento beni di terzi, in parte bilanciato dal lieve calo delle altre voci di costo. L’EBIT si assesta al di sotto delle performance del 2016 in ragione dell’incremento degli ammortamenti. Cresce nuovamente il numero di aziende in perdita, mentre si conferma un buon numero di aziende con risultati eccellenti. Nel mix di costi operativi, cresce l’incidenza di materie prime e personale, si riduce quella dei servizi.

combinato con una crescita del capitale investito netto determinano una flessione della redditività che si attesta comunque su valori superiori al costo medio del capitale. Inoltre, c’è sostanzialmente una conferma della solidità finanziaria. Le aziende continuano a capitalizzarsi e conservano un atteggiamento prudente verso la leva finanziaria. Peraltro l’indebitamento finanziario torna a crescere, rimanendo sul livelli ampiamente sostenibili. Considerando anche gli impegni per leasing, l’indebitamento complessivo è pari a 138 milioni di euro, sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Emergono anche buone performance da parte delle aziende di medie e piccole dimensioni. I numeri oggi dimostrano in modo incontrovertibile che la dimensione dell’azienda non conta e nel settore continuano ad operare aziende capaci di presidiare nicchie redditizie… ma è solo un fatto di tempo? Le aziende di dimensione media e grande conseguono una maggiore produttività del personale. Si conferma inoltre la dispersione dei risultati operativi intorno alla media e, parallelamente, si conferma la dispersione della redditività del capitale investito. In sintesi, nel 2017 il settore registra una crescita sostenuta e mantiene una buona marginalità, se pure in lieve flessione rispetto al biennio precedente. In generale dunque i margini sono positivi, ma in flessione. Il numero delle aziende in perdita è sempre contenuto, se pur in incremento. La correlazione tra capacità di investimento e generazione di margini è superiore alla media. La redditività degli investimenti è in flessione. Emerge una crescente polarizzazione delle performance.

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OSSERVATORIO ECONOMICO

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FOCUS SUGLI INVESTIMENTI Il 2017 è stato un anno di investimenti, se pure con una redditività anche essa in flessione. Le immobilizzazioni crescono ulteriormente nel 2017, in virtù di un’accelerazione degli investimenti. Gli investimenti totali dal 2009 al 2017 sono di 387 milioni di euro, esclusi i leasing. La propensione ad investire è del 5,7% dei ricavi. Non necessariamente gli investimenti sono correlati alla crescita, sembrano invece più correlati investimenti e marginalità. Il lieve calo del reddito operativo

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Macchine per plastiche e gomma rallenta il commercio estero Per i costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma rallenta il commercio estero. L’import cresce a doppia cifra,0 0secondo le elaborazione del Centro Studi di Amaplast.

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l consuntivo del gennaio-settembre 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017, registra +11,4% all’import e -0,6% all’export: in base alle elaborazioni del Centro Studi di Amaplast sui dati di commercio estero pubblicati da ISTAT. Gli acquisti dall’estero, pur mostrando ancora un incremento a due cifre, registrano un deciso rallentamento rispetto al +26% di marzo e al +23% di giugno. L’export resta debole: negli ultimi mesi è più volte passato dal segno più a quello meno, con qualche decimale di scarto. Il saldo della bilancia commerciale, sempre ampiamente positivo a 1,62 miliardi di euro, subisce una contrazione di cinque punti percentuali.

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LE MACCHINE PER AREE GEOGRAFICHE

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Quanto alle tipologie di macchinari, ancora più che buono il trend per macchine a iniezione, linee di estrusione e soffiatrici mentre in generale è peggiorato quello di ausiliari e stampi. L’analisi delle macroaree di destinazione evidenzia gli scostamenti più sensibili per l’Asia: in positivo per quanto concerne il Far East (+9,7%, bene soprattutto India e Corea del Sud), in negativo per il Medio Oriente (-37,1%, effetto di minori vendite nei principali mercati come Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi Uniti, Israele). Per quanto riguarda il continente americano, progressione per l’area NAFTA (+6,5%, grazie soprattutto alla buona performance delle vendite al Messico) mentre arretra la regione centro-meridionale (-12,9%), dove tiene il Brasile ma perde quota l’Argentina. Balzo in avanti per il Nord Africa (+13,0%), contrapposto a vendite deboli verso i mercati sub sahariani (+0,8%). Poco brillante il trend delle forniture in Europa, il cui risultato complessivo riflette esattamente quello verso i Paesi dell’Unione (-1,2%); l’ulteriore dettaglio dell’area CSI e degli “altri” Paesi europei mostra per il primo raggruppamento un -12% – essenzialmente determinato dal rallentamento della Russia, che interrompe il recupero che sembrava essersi instaurato – e per il secondo insieme un +14%. “L’andamento piatto delle forniture all’estero di settore non sorprende più di tanto e si inserisce in un contesto economico che ha perso slancio, sia a livello nazionale sia in ambito europeo”, dichiara il presidente Amaplast Alessandro Grassi. “Non a caso, anche i concorrenti tedeschi stanno facendo i conti con una brusca frenata delle esportazioni che erano

ancora a doppia cifra a marzo e giugno scorsi, per poi ridimensionarsi a un +4,5% a settembre”.

PREVISIONI FUTURE L’ultima indagine congiunturale svolta tra i soci Amaplast evidenzia che poco meno di metà del campione si attende un fatturato stabile a consuntivo del semestre in corso, a fronte di un terzo che si aspetta ancora una crescita; per quanto riguarda la raccolta ordini, la quota degli ottimisti si riduce a un quinto del totale. Alla luce di questo scenario, si ipotizza per l’industria italiana costruttrice di macchine per plastica e gomma un bilancio di fine anno in linea con il 2017, a livello di produzione e di commercio estero. Un risultato comunque positivo, tenuto conto che lo scorso anno è stato il migliore del quinquennio. Per il 2019 le attese sono prudenti, per due ordini di motivi: - l’incertezza del clima economico generale, a livello italiano, europeo e mondiale. Al di là delle questioni politiche, l’industria italiana delle macchine per plastica e gomma ha registrato una parabola di crescita dal 2010 al 2017, con l’eccezione del 2013. Il trend economico globale ci ha ormai abituato a una certa volatilità e il rallentamento della domanda già in atto non coglie nessuno di sorpresa. - altro tema sempre più di attualità è quello della pressione verso un sistema di produzione e consumi più virtuoso, in ottica di circular economy. Le aziende italiane del settore possono comunque dirsi pronte ad affrontare la sfida, essendo in grado di offrire impianti adatti a processare non solo polimeri vergini ma anche materiali riciclati in percentuali sempre più elevate, con consumi energetici ridotti, per prodotti finiti performanti.

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La GDO italiana giro d’affari in aumento ma margini in riduzione Il fatturato aggregato dei maggiori operatori della GDO italiana, rappresentativi del 97% del mercato della GDO alimentare nazionale, si è assestato nel 2017 a 83 miliardi di euro (netto di Iva), segnando un incremento del 4,4% sul 2016: si tratta della maggiore crescita dal 2014. L’aumento delle vendite, tuttavia, non è andata di pari passo con quella dei margini. Cresce l’e-commerce, ma siamo ancora indietro. Questi i dati emersi dall’“Osservatorio sulla GDO italiana e i maggiori operatori stranieri” di Mediobanca.

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del +4,4% rispetto all’anno precedente. Se la crescita commerciale registrata è la più consistente dal 2014, il margine operativo netto risulta invece in calo del 5,5%, il risultato corrente del 5,9%. I numeri del 2017 restituiscono, dunque, uno scenario in cui alla costante crescita delle vendite non corrisponde quella dei margini industriali, segno di un mercato sempre più consolidato e che mostra le prime avvisaglie di saturazione. Grazie al contributo delle poste non ricorrenti sono cresciuti del 7,2% sia il risultato ante imposte che quello netto. Ciò spiega perché la redditività del capitale (Roi) dell’industria della GDO ha chiuso il 2017 al 4,8%, in calo dal 5,2% del 2016, mentre la redditività netta (Roe) si attesta al 5,3%, in crescita

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&S Mediobanca ha pubblicato l’edizione 2018 dell’indagine sulla Grande Distribuzione Organizzata. Il rapporto, presentato in occasione del primo GDO Annual Talk, l’evento promosso dall’Area Studi Mediobanca, contiene un’analisi approfondita di tutti i main player della GDO alimentare italiana e dei maggiori operatori di quella internazionale dal 2013 al 2017. Secondo il rapporto, la GDO italiana sta registrando una crescita record di vendite e utili al top, ma margini industriali in calo. Nel 2017 il fatturato aggregato dei maggiori operatori della GDO italiana, che rappresentano il 97% del mercato della GDO alimentare nazionale, ha toccato, al netto dell’Iva, quota 83 miliardi di euro, con un incremento

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GRANDE DISTRIBUZIONE

dal 4,9% del 2016. I maggiori operatori della GDO hanno così ottenuto il record di utili dal 2013 pari 1.095€ mln nel 2017.

L’analisi dei dati per comparto mette in luce dinamiche differenti. Le catene di discount hanno chiuso il quinquennio con la maggiore crescita media annua delle vendite (+9,6% dal 2013 al 2017 e +9,7% solo nel 2017). Anche la Distribuzione Organizzata, che comprende forme consortili e di unione volontaria, è stata molto dinamica (+5,6% medio annuo dal 2013 e +6,1% nel 2017). Bene anche la Lega delle Cooperative (Legacoop), che annovera i due maggiori operatori del settore: Conad, che ha realizzato dal 2013 una crescita media annua del 3,1% e del 5,3% nel 2017 e le Coop, che hanno segnato un progresso medio del giro d’affari del +0,7% nel periodo e del +3,4% nel solo 2017. In calo, invece, la Grande Distribuzione, Distribuzione, che comprende gruppi societari gerarchici, il cui fatturato è in ripiegamento in media dello 0,2% rispetto al 2013, ma che ha comunque chiuso il 2017 col segno “più” (+0,2%). I discount si impongono anche in quanto a rendimento del capitale, con un Roi del 19,9% nel 2017, superiore a quello della Distribuzione Organizzata (9,2%) e della Grande Distribuzione (3,5%). All’interno del mondo cooperativo Conad segna il 7,9%, il gruppo Coop lo 0,6%. In sintesi, nel 2017 i discount hanno realizzato vendite pari al 15,6% del totale, ma utili pari al 34,2%; la Distribuzione Organizzata rappresenta il 33% del giro d’affari, ma cuba utili per il 44,3%; la Grande Distribuzione muove un fatturato pari al 27,2% ma raccoglie solo il 2,5% degli utili. Il mondo cooperativo, invece, ha registrato vendite per il 24,2% del totale e utili per il 18,9%.

I TOP PLAYER DELLA GDO ITALIANA Scendendo ulteriormente nel dettaglio dei singoli operatori, la Top 5 per incremento del fatturato nel 2017 vede in testa il gruppo Crai (+14,2%), seguita dalla catena discount Eurospin (+11,1%). Terza la Végé (+9,8%) che ha preceduto MD (+8,8%) e la tedesca Lidl (+8,5%), anch’esse appartenenti al segmento discount. Hanno superato la soglia di crescita del 5% anche Agorà (+7,5%), Despar (+6,9%) e Conad (+5,3%). La Top 5 cambia se si analizza tutto il quinquennio: il maggiore tasso di crescita medio annuo è, infatti, della MD (+15,6%) che precede Crai (+9,8%) e Lidl (+9,2%). Il gruppo più redditizio in base al rendimento del capitale investito (Roi) del 2017 è Eurospin (23%), che precede MD (18,6%) e Lidl (16,9%). A seguire Agorà (12,5%), Végé

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e Crai (entrambe 11,7%) e C3 (11%). Performance diverse dovute a molteplici fattori (ubicazione, tipologia e assortimento dell’offerta, riconoscibilità del brand e sua fidelizzazione, superficie occupata, ecc.). In questo senso soffre soprattutto il segmento Iper, il cui format deprime notevolmente le performance economiche degli operatori. Con 1.245€ mln di utili netti cumulati nel periodo 2013-2017 Esselunga detiene il primato di risultati nel quinquennio. Sul podio anche Conad (872 mln) e Eurospin (817 mln). Più indietro Selex (618 mln), Lidl (398 mln) e Végé (320 mln). Se si rapportano gli utili cumulati del periodo alla consistenza dei mezzi propri iniziali, i discount non hanno rivali: il gruppo MD ha accumulato utili pari a 2,6 volte il patrimonio netto iniziale, Eurospin e Lidl pari a 1,6 volte. Tutti gli altri operatori hanno multipli inferiori all’unità.

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CHI SALE E CHI SCENDE

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LA GDO INTERNAZIONALE I diciotto principali gruppi della GDO a livello internazionale hanno chiuso il 2017 con ricavi aggregati pari a 1.258€ mld, in crescita del 3,3% rispetto al 2016. In particolare, la statunitense WalMart si

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e Casino (44,7%). Il discorso cambia per i player statunitensi che, WalMart a parte (23,8% del fatturato prodotto all’estero), operano solo sul mercato domestico. I grandi della GDO italiana hanno una dimensione esclusivamente nazionale, così come anche la britannica J Sainsbury, la canadese Loblaw e la spagnola Mercadona. Il Roi, inolte, nel 2017 si attesta al 9,9%, su livelli doppi rispetto a quelli segnati dall’aggregato italiano. Anche i grandi player mondiali mostrano tuttavia segni di riduzione della redditività lorda che era pari all’11,8% nel 2015 e all’11% nel 2016. L’australiana Woolworths è il gruppo straniero che ha fatto segnare nel 2017 il Roi più elevato (20,7%), seguita dalle statunitensi Publix Super Markets (20,5%), Target (18,6%) e WalMart (15,8%). Unendo la classifica per Roi degli operatori internazionali e italiani troveremmo Eurospin al primo posto assoluto (23%), mentre MD (18,6%) si collocherebbe quinta, appena prima di Lidl Italia (16,9%). Dall’ottava alla undicesima posizione, invece, troveremmo i gruppi Agorà (12,5%), Végé e Crai (11,7%), e C3 (11%).

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L’E-COMMERCE NELLA GDO ALIMENTARE conferma il player più forte al mondo grazie al suo imponente fatturato di 413,4€ mld, di poco superiore al Pil dell’Austria. A seguire un’altra americana, Kroger con 102,3€ mld, la francese Carrefour (78,9€ mld), la britannica Tesco (64,8€ mld) e l’olandese Ahold Delhaize (62,9€ mld). Ampiamente indietro il maggior operatore italiano, Coop, con 14,8€ mld di vendite al lordo dell’Iva, soprattutto se si considera che l’ultimo operatore estero considerato, la spagnola Mercadona, ha segnato nel 2017 vendite nette pari a 21€ mld. I big della GDO mondiale hanno una forte proiezione internazionale che permette loro di realizzare all’estero una parte consistente del proprio giro d’affari. L’olandese Ahold Delhaize, in particolare, fattura all’estero il 78,2% delle vendite, prima assoluta in questa speciale classifica. Subito dopo troviamo tre gruppi francesi: Auchan (64,3%), Carrefour (54,6%)

L’e-commerce alimentare in Italia è ancora poco sviluppato, ma rappresenta un segmento in crescita nel mercato degli acquisti online. Nel 2018 il suo giro d’affari, nonostante incida solo per il 4% della domanda e-commerce italiana, è cresciuto del 34% rispetto al 2017 raggiungendo un valore di 1,1 miliardi di euro. Gli acquisti online di prodotti alimentari da supermercato hanno raggiunto nel 2017 un valore superiore ai 200 milioni di euro con un incremento di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. Gli italiani spendono in media molto meno online: 500€ annui per i nostri web shopper contro i 1.850€ registrati in Francia. L’incidenza dell’e-commerce sul fatturato totale è ancora bassa anche a livello internazionale (intorno al 4-5%). In Italia, Esselunga ha dichiarato vendite online nel 2017 per 180€ mln (2,4% del fatturato).

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MDD

La Marca del Distributore traina la distribuzione moderna

La MDD è anche un pilastro della fidelizzazione: ci sono clienti disposti ad allungare l percorso pur di raggiungere l’insegna che propone i prodotti MDD che preferisce. Le indicazioni del XV Rapporto Marca. In 1 caso su 2 rappresenta la prima scelta degli acquirenti. Giro d’affari proiettato verso quota 11 miliardi entro il 2020.

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a ormai conquistato la fiducia dei consumatori, si rivela più dinamica delle marche industriali nell’anticiparne i bisogni, risponde a severi protocolli di tracciabilità e sicurezza, nel settore del fresco ormai rappresenta la prima scelta nei supermercati e ha addirittura la forza di tenersi stretti clienti che allungano il percorso verso l’esercizio commerciale pur di mettere nel carrello a marca del distributore a cui si è abituati. In poche parole: a Marca del Distributore è trainante nell’evoluzione nella Distribuzione Moderna. Lo si deduce non solo dai dati economici, ma anche tastando il polso agli utenti finali. Lo ha fatto Nomisma, che, insieme con IRI, ha curato per MarcabyBolognaFiere il XV Rapporto Marca sull’evoluzione dei prodotti a Marca del Distributore in Italia.

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I ricercatori di Nomisma inquadrano un consumatore che, nella scelta del prodotto MDD, è particolarmente attento a valori quali attenzione agli sprechi (40%, nell’indagine a risposte multiple), qualità del prodotto (30), promessa di benessere (32%), garanzie specifiche di sicurezza (28%) e rispetto dell’ambiente (22%); dallo scaffale preleva più volentieri prodotto italiano (citato dal 40% degli intervistati), guarda ai contenuti dell’etichetta, metodo di produzione e tracciabilità della filiera (mediamente un consumatore su 4) e si rivolge con favore crescente alle produzioni biologiche. L’indagine Nomisma ribadisce che non è più soltanto il prezzo a determinare la scelta: si acquista MDD soprattutto per la qualità che riesce ad incorporare nel prodotto (per materie prime e processi

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produttivi), nel caso degli alimentari, e per la rispondenza ai propri bisogni, nel caso del non-food. E, soprattutto, lo si fa con sempre maggiore consapevolezza: il Rapporto evidenzia che negli ultimi dodici mesi il 72% delle famiglie ha acquistato consapevolmente almeno un prodotto con Marca del Distributore, ormai prima scelta nel campo del fresco per Carne (63% vs. 19% della marca industriale) e Frutta e Verdura (49% vs. 16%).

I PRODOTTI MDD La fiducia che si sviluppa nei confronti dei prodotti MDD diventa addirittura determinante per la scelta dell’insegna presso cui fare la spesa: due consumatori su tre decidono soprattutto in base a qualità e assortimento dei prodotti a Marca del Distributore; quasi la metà di chi acquista è addirittura disposta ad allungare il percorso se occorre raggiungere il supermercato con i prodotti MDD preferiti; e il 40% cambierebbe insegna se il punto vendita in cui fa la spesa smettesse di vendere quei prodotti. Una fidelizzazione senza dubbio forte, che spiega la crescita del settore (+2,5% rispetto al 2017 – fonte: IRI) con la conquista di quote – viaggia verso il 20% – e vendite 2018 per 10,3 miliardi di fatturato (fonte: IRI) – all’interno di un panorama dei consumi nella grande distribuzione che complessivamente segna il passo (+0.2% – fonte: IRI). E che trova solida base nella fiducia di riscontrare nei prodotti marcati dall’insegna ormai attestata su livelli pari a quelli della marca industriale. I prodotti a Marca del Distributore sono ormai

prossimi al 20% del mercato, sviluppano un giro d’affari di circa 10,3 miliardi di euro, cifra che si prevede raggiungerà gli 11 miliardi entro il 2020 e sono trainanti per l’industria alimentare italiana. Il primo dato: la MDD continua a crescere. Nel settore del largo consumo confezionato, le vendite della MDD hanno toccato i 10,3 miliardi di euro – anno terminante agosto 2018, Iper+Super+libero servizio piccolo, fonte IRI – segnando un nuovo balzo in avanti, +2,5% a fronte di un trend di mercato complessivo che si ferma a +0,2, fonte IRI. Nei primi otto mesi del 2018, fatto 100 il totale della spesa nel carrello del Largo Consumo Confezionato, il 19,2% era costituito da MDD (fonte: IRI). Due i fattori determinanti: la capacità di innovazione di prodotto e il presidio in tutte le categorie (food e non food), basti pensare che oggi sono presenti 1.536 referenze a Marca del Distributore (+4,9% rispetto al 2017 – fonte IRI). Il balzo in avanti segnato dalla MDD vale circa il 30% della crescita totale dell’industria alimentare, sulla quale negli ultimi 14 anni ha più che raddoppiato la sua incidenza, oggi al 7,3%. Diversificazione e aumento delle referenze, personalizzazione delle linee produttive, innovazione nelle confezioni, chiarezza nella tracciabilità e garanzia nella sicurezza dei prodotti sono le caratteristiche che hanno dato slancio alla MDD nel guadagnare terreno, reputazione e fiducia dei consumatori. Lo scorso anno, per la prima volta, la quota di prodotti MDD “premium” ha superato quelli con “primo prezzo”. Ormai, per 1 consumatore su 2, la MDD è la prima scelta e non un prodotto sostitutivo della marca industriale, comportamento che si verifica soprattutto nel fresco, categoria Carne e Salumi e Ortofrutta. I risultati lusinghieri tracciati dal XV Rapporto Marca trovano riscontro nell’evoluzione dei copacker, le imprese fornitrici dei prodotti, che – scandagliate da Nomisma – in grande maggioranza vedono nel rapporto con la Grande Distribuzione un fattore di crescita sotto numerosi aspetti, dall’ampliamento degli assortimenti all’evoluzione del packaging, dall’etichettatura alle certificazioni. In quest’ultimo ambito, in particolare, dall’esperienza con i contratti di fornitura alla GDO, derivano scelte d’investimento in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, miglioramento delle garanzie di qualità e sicurezza sia verso le insegne clienti che verso i consumatori.

GDO, EFFETTO PUSH PER I COPACKER I rapporti con la GDO rappresentano per le imprese di copacking un importante impulso a migliorarsi e ad offrire prodotti sempre più in linea con le esigenze del consumatore. In particolare, per

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MDD

il 69% dei copacker la GDO rappresenta uno stimolo ad ampliare gli assortimenti e a sviluppare nuove referenze. I rapporti con la grande distribuzione hanno un effetto push anche nella proposta di packaging innovativi e accattivanti, in linea con le richieste dell’insegna cliente (54%). Per le aziende intervistate le attività di copacking per la GDO producono effetti principalmente su 3 ambiti: costi legati a logistica e rischio aumento prezzi delle materie prime (48%), aumento del fatturato (46%) e qualità dei prodotti (43%). Per quasi 1 azienda su 2 (46%) la GDO rappresenta una spinta a sviluppare prodotti che seguono disciplina rilegati a certificazioni. La volontà di offrire maggiori garanzie di qualità ai propri clienti (insegne) è il primo elemento che spinge i copacker a dotarsi di certificazioni aggiuntive rispetto a quelle previste dagli obblighi di legge (80%). Il 52% delle aziende di copacking invece si dota di certificazioni addizionali spinti dalla volontà di offrire maggiori garanzie ai consumatori finali. In questo contesto è importante anche il ruolo svolto dai retailer: il 38% dei copacker, infatti, afferma di dotarsi di certificazioni sollecitato da specifica richiesta delle insegne clienti.

I VALORI DELLA MDD Insomma, la Marca del Distributore, come è stato già sottolineato nella prima giornata di questa edizione 2019 di MarcabyBolognaFiere, fa bene all’intera industria alimentare, ne stimola la crescita strutturale e culturale, le apre prospettive. Nomisma e IRI, nelle conclusioni del XV Rapporto, indicano le prossime sfide per l’ulteriore salto di qualità del settore MDD: l’allargamento della base di “heavy user” e l’approccio alla comunicazione, per consolidare la conoscenza delle tipologie e dei bisogni dei consumatori finali, acquisire sempre maggiore consapevolezza, e poter agire sull’evocazione emotiva dei clienti e non solo razionale. Oggi la MDD può essere considerata un brand in grado di trasmettere valore al consumatore: questo indica la consumer survey realizzata da Nomisma per Osservatorio Marca 2018. “In ambito alimentare – spiega Silvia Zucconi, Market Intelligence di Nomisma – gli elementi che conferiscono le migliori garanzie di sicurezza e qualità attengono alle caratteristiche del processo produttivo e delle materie prime. Per entrambi gli item la percezione associata alla MDD è di fatto in linea con i valori collegati alla marca industriale, segnale di

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positivo riconoscimento del consumatore: la sicurezza percepita relativa alla MDD proviene così sia dalle materie prime (69% dei responsabili degli acquisti ritiene che la MDD abbia un ruolo significativo nell’offrire garanzie in tal senso – fonte: Nomisma) che dai processi produttivi (71,5%). Il consumatore cerca infine qualità al giusto prezzo anche quando si parla di MDD: non è un caso che il segmento MDD premium nel 2018 abbia ottenuto un grande apprezzamento (+12,5% nelle vendite); flette invece il segmento primo prezzo (-6,9% – fonte IRI). La MDD cresce perché: “Riesce a soddisfare le esigenze e la sensibilità dei consumatori, sempre più attenti ad abitudini alimentari orientate a principi di salute e benessere: cresce l’interesse per i prodotti BioEco MDD, +6,2% il trend nel 2018, e funzionali MDD +13,7%, fonte IRI”.

SICUREZZA DEI PRODOTTI ALIMENTARI In Italia si effettuano nei punti vendita della distribuzione moderna ben 2 milioni e 300.000 test sui prodotti ogni anno, tra controlli delle autorità preposte, come ASL, NAS e altri, e attività in autocontrollo. Ogni impresa distributiva, infatti, ha un proprio Ufficio Qualità che mette in atto ulteriori controlli sia concernenti le imprese industriali, sia le decine di migliaia di referenze presenti in assortimento. Controlli ancor più frequenti vengono infine effettuati sui prodotti a Marca del Distributore.

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NESTLÉ

Una strategia per la lotta contro l’inquinamento della plastica Nestlé ha presentato la propria strategia per conquistare un futuro libero dall’inquinamento, annunciando una serie di azioni specifiche in linea con l’impegno già assunto nell’aprile 2018 che punta a rendere il 100% dei suoi imballaggi riciclabili o riutilizzabili entro il 2025.

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nel valore e nell’utilizzo dei materiali riciclabili e compostabili a base di carta e nei polimeri biodegradabili, in particolar modo in quei posti in cui non esistono le infrastrutture adibite al riciclo. Un’azione collettiva è essenziale. Per questo, è fondamentale coinvolgere i consumatori, i nostri partner commerciali e tutti i colleghi di Nestlé per far sì che ognuno faccia la propria parte. Vi assicuriamo che Nestlé sarà un punto di riferimento in questa direzione!”.

MATERIALI ALTERNATIVI ALL’AVANGUARDIA A dicembre 2018, Nestlé ha annunciato la creazione dell’Istituto di Ricerca sul Packaging attraverso cui, anche tramite la collaborazione con i suoi partner industriali, l’azienda si pone l’obiettivo di sviluppare nuovi materiali e soluzioni per la creazione di confezioni sostenibili. A livello globale, tra il 2020 e il 2025 Nestlé eliminerà tutte le plastiche utilizzate per il confezionamento dei prodotti, che non si possono riciclare o risultano difficili da trattare. Nel fare questo, Nestlé sta introducendo materiali di imballaggio alternativi nel suo portafoglio

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estlé si concentrerà in particolar modo sulla riduzione dei rifiuti plastici. Affrontare un problema articolato come quello dell’inquinamento derivante dalla plastica richiede una visione olistica e uno sforzo ben orchestrato. Per raggiungere l’obiettivo sono necessarie specifiche azioni e, per questo motivo, Nestlé ha annunciato diverse iniziative concrete per aprire la strada a materiali alternativi e contribuire a un futuro libero dai rifiuti stimolando un cambio di passo e di comportamento. Mark Schneider, CEO di Nestlè, ha dichiarato: “La nostra visione per il futuro e il nostro piano d’azione delineano l’impegno e l’approccio di Nestlé per affrontare la sfida dei rifiuti derivanti dagli imballaggi in plastica. Seppur fortemente impegnati in svariate azioni di riciclo, sappiamo che il raggiungimento del 100% della riciclabilità non è sufficiente per contrastare il problema dell’inquinamento della plastica. Dobbiamo alzare l’asticella e fare molto di più. Siamo determinati a valutare ogni possibilità per vincere questa difficile sfida e adottare diverse soluzioni che possano avere un impatto sin d’ora. Crediamo

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UN FUTURO LIBERO DALL’INQUINAMENTO Oltre a rispettare il suo impegno per il 2025, Nestlé si pone un obiettivo più a lungo termine: fermare la dispersione di plastica nell’ambiente

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lungo la catena del valore globale. Questo aiuterà a evitare l’accumulo di plastica in natura e a raggiungere la “plastic neutrality”. L’inquinamento marino provocato dalla plastica rappresenta un problema in particolare per l’Indonesia e per altri paesi del Sud-est asiatico. Nestlé è dunque diventata la prima azienda partner del Progetto STOP, lanciato nel 2017 in Indonesia. Progetto STOP è un’iniziativa che vuole prevenire la dispersione della plastica nell’oceano, in collaborazione con i governi e i centri abitati nel Sud-est asiatico. Il progetto sta creando un sistema sostenibile, circolare e a basso costo che permette di generare il maggior valore possibile dai rifiuti. Un sistema che include il supporto di diverse iniziative locali e coinvolge persone che raccolgono rifiuti lungo la costa indonesiana. Nei prossimi mesi Nestlé vuole portare questo esempio nei paesi in cui è presente con la volontà di trasmettere in questi mercati il concetto di “plastic neutrality”. A tal riguardo, in futuro Nestlé fornirà maggiori dettagli sull’argomento.

ALLA GUIDA DI NUOVE ABITUDINI Per affrontare la sfida ai rifiuti in plastica, è necessario un cambiamento nei comportamenti di tutti noi. Per questo, Nestlé si impegna a promuovere un cambiamento positivo duraturo e d’impatto. Perché sappiamo che non esiste posto migliore per iniziare il cambiamento se non dall’interno della nostra azienda. Tutte le 4.200 strutture di Nestlé nel mondo si impegnano a non utilizzare oggetti di plastica monouso che non possono essere riciclati. Questi oggetti saranno rimpiazzati da materiali che possono essere facilmente riciclati o riutilizzati. Per quanto riguarda i materiali riciclabili come il PET e l’alluminio, Nestlé si assicura che laddove vengono consumati siano disponibili i metodi adatti per la raccolta. Allo stesso modo, l’azienda si impegna a sensibilizzare tutti sul tema del riciclo attraverso appropriate comunicazioni. I dipendenti di Nestlé di tutto il mondo e a tutti i livelli dedicheranno le loro giornate di volontariato alla raccolta dei rifiuti e parteciperanno a un’attività di pulizia durante la Giornata Mondiale degli Oceaniche si terrà l’8 giugno 2019. Per dare l’esempio, a inizio estate 2019, il Board di Nestlé e i dipendenti dell’headquarter svizzero prenderanno parte alla pulizia del lago di Ginevra nel maggio 2019. La sfida sulla plastica e gli sforzi per arrivare all’obiettivo dello “zero impatto ambientale” costituisce parte integrante dell’impegno di Nestlé per la creazione di valore condiviso. Nestlé si impegnerà nella lotta contro l’inquinamento della plastica e riferirà i progressi fatti dall’azienda in questa direzione.

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globale di prodotti e sta stringendo partnership con realtà pioniere su packaging innovativi e all’avanguardia: - Partendo da febbraio 2019, Nestlè comincerà a eliminare tutte le cannucce di plastica dai suoi prodotti, e utilizzerà materiali alternativi e design innovativi per ridurre i rifiuti. - Nel primo trimestre del 2019, Nestlé comincerà anche a produrre imballaggi di carta per Nesquik. Nella seconda metà del 2019 sarà il turno dello snack Yes!. Anche Smarties, a partire da quest’anno, inizierà a sviluppare confezioni senza plastica mentre Milo introdurrà un nuovo packaging a base di carta nel 2020. - Per le bottiglie delle acque Nestlé, l’utilizzo di PET riciclato raggiungerà il 35% entro il 2025 a livello mondiale e raggiungerà il 50% negli Stati Uniti, con un focus specifico sull’iconico brand Poland Spring. Ancora, entro la fine del 2025, Nestlé Waters aumenterà fino al 50% le percentuali di PET riciclato per i brand europei Acqua Panna, Levissima, Buxtone Henniez. Un sistema di riciclo di successo richiede un’adeguata infrastruttura che al momento non esiste dovunque. L’Istituto di Ricerca sul Packaging di Nestlé sta studiando, tra le varie alternative, nuovi materiali derivati dalla carta e polimeri biodegradabili/compostabili che siano anche riciclabili. Questa potrebbe diventare una soluzione interessante laddove le infrastrutture per il riciclo non esistono e non potranno essere implementate nel breve periodo. Per raggiungere questo obiettivo, Nestlé sta collaborando anche con partner esterni. Infatti, l’azienda ha stretto una partnership globale con Danimer Scientific al fine di sviluppare una bottiglia riciclabile e biodegradabile in mare. Danimer Scientific, con sede a Bainbridge in Georgia (USA), è un pioniere nell’ideare nuovi modi per produrre prodotti di plastica più sostenibili e naturali. Inoltre, Nestlé ha iniziato una collaborazione con PureCycle Technologies per la produzione di Polipropilene riciclato per uso alimentare (PP). PureCycle Technologies sta commercializzando tecnologie di riciclo all’avanguardia che possono rimuovere i colori, gli odori e i contaminanti dai rifiuti di plastica per trasformarli in una resina vergine. Il Polipropilene è un polimero comunemente utilizzato per imballare gli alimenti in confezioni, vasetti, tazze e bottiglie.

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THYSSENKRUPP

Una storia infinita il ciclo di vita di una lattina per bevande in acciaio Uno sguardo alle principali tappe della “vita” di una lattina per bevande in acciaio, nonché alle cifre e ai dati più importanti relativi al popolare contenitore in solida lamiera stagnata.

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i è così familiare che non ci soffermiamo sui suoi dettagli: la lattina per bevande. Solo in Germania, ogni anno, vengono venduti miliardi di lattine. Com’è possibile che si raggiungano cifre così incredibili? Come nasce una lattina? E come è possibile realizzare, giorno dopo giorno, un prodotto non solo di qualità, ma anche sostenibile ed efficiente in termini di risorse? Una lattina in acciaio può venire alla luce, ad esempio, nello stabilimento thyssenkrupp Steel Europe di Duisburg, dove si impiega il processo all’ossigeno per trasformare in ghisa liquida il minerale di ferro e il carbone da coke, con l’aggiunta di calcare e agenti riducenti quali carbone, olio e gas, nell’altoforno a temperature estremamente elevate. Nell’acciaieria, a quel punto viene aggiunto e fuso il cascame d’acciaio, che ha il vantaggio di ridurre la temperatura a 1600° C, la temperatura ottimale per produrre acciaio grezzo dalla ghisa. Questo è il materiale usato per il nastro a caldo, che viene inviato all’unico produttore tedesco di acciaio per imballaggi: la thyssenkrupp Rasselstein GmbH di Andernach.

PIÙ SOTTILE DEL CAPELLO UMANO In questo stabilimento, a partire dal nastro a caldo, thyssenkrupp produce una sottile lamiera laminata a freddo, fornita stagnata per la produzione di lattine. Questo materiale, noto anche come lamiera stagnata o acciaio per imballaggi, giunge al produttore di lattine per bevande in forma di bobina (coil). Benjamin Liebscher è ingegnere sviluppatore per la tecnologia di applicazione presso thyssenkrupp Rasselstein GmbH e conosce alla perfezione il processo di fabbricazione delle lattine in acciaio: “La lamiera stagnata moderna, grazie a decenni di sviluppo, è un materiale high-tech le cui peculiarità non si notano necessariamente a prima vista. Le lattine in acciaio sono, tra le altre cose, impermeabili a luce e aria, solide e impilabili senza problemi, nonostante le pareti siano spesse appena 65 μ, quindi più sottili di un capello umano!” Una lattina in acciaio da 0,33 litri pesa oggi solo 19 grammi, oltre un terzo in meno rispetto al 1985. Forte della sua lunga esperienza nella fornitura di acciaio per imballaggi DWI per lattine per bevande,

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30% DI MATERIALE IN MENO RISPETTO A 30 ANNI FA

thyssenkrupp garantisce prodotti di alta qualità con un uso di risorse sempre minore: lo sviluppo di nuovi materiali e la costante ricerca nel campo dei processi di produzione fa sì che l’acciaio sia all’avanguardia in termini di sostenibilità. Ogni nuova lattina in acciaio prodotta contiene una parte di cascame d’acciaio riciclato; impiegando una tonnellata di cascame d’acciaio, si risparmia circa una tonnellata di emissioni di CO2. Per raggiungere una maggiore efficienza nella catena del valore, thyssenkrupp fa inoltre in modo che il materiale disponga di prerequisiti ottimali per l’ulteriore trasformazione in lattina per bevande: un elevato grado di purezza dell’acciaio consente un’eccellente formabilità del materiale e minimizza lo scarto nella fase di riciclaggio. Inoltre, la superficie ottimizzata dal punto di vista tribologico e le condizioni d’attrito sostengono il processo di produzione delle lattine in acciaio proteggendo le macchine e gli utensili utilizzati. Nella fase successiva, il produttore di imballaggi fabbrica le lattine DWI in due parti, principalmente nelle capienze da 330 e 500 ml. DWI è l’acronimo di “drawn and wall-ironed” e descrive il processo di fabbricazione. Le coppette aperte vengono, innanzitutto, punzonate dalla bobina e successivamente passate attraverso quattro anelli di imbutitura e allungate da una speciale macchina di formatura, il cosiddetto “Bodymaker”. Dal momento che il diametro degli anelli è inferiore a quello della coppetta in lamiera stagnata, l’acciaio non viene solo allungato, ma si assottiglia ad ogni passaggio fino a raggiungere lo “spessore” desiderato di appena 0,065 millimetri. “Il calore che si sviluppa durante il processo viene ridotto con un lubrificante di raffreddamento. Inoltre, la superficie stagnata della lamiera garantisce il necessario effetto di lubrificazione per una lavorazione veloce”, spiega Liebscher. Ogni minuto, dal Bodymaker escono circa 250 lattine. A conclusione del processo di formatura, la base della lattina viene pressata in un utensile dalla forma apposita per conferirle la stabilità desiderata tramite il caratteristico profilo a calotta. Dopo il lavaggio finale, la verniciatura e la stampa, con la procedura di “die necking” viene realizzata l’apertura della lattina. A questo punto la lattina è praticamente pronta e può essere riempita.

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“Negli ultimi trent’anni, la quantità di acciaio necessario per lattina è stata ridotta di circa il 30%. Ciò anche grazie alla collaborazione con i nostri colleghi di ingegneria dei materiali dello stabilimento di Duisburg. Insieme sviluppiamo materiali sempre nuovi e raffiniamo i processi di fabbricazione. Questi nuovi tipi di acciaio possono poi essere testati ad Andernach in un Bodymaker a condizioni reali. Il potenziale dell’acciaio come materiale per imballaggi non è ancora lontanamente esaurito”, afferma con convinzione Benjamin Liebscher. Dopo che la lattina viene caricata su pallet, consegnata, riempita e sigillata, è infine possibile consumarne il contenuto: un ciclo di vita molto breve rispetto a tutto il processo di realizzazione e al successivo processo di riciclaggio. Una volta svuotata, tramite i punti di restituzione dei vuoti, la lattina ritrova la via del mercato dei cascami e infine torna all’acciaieria: il circolo è così concluso. Questo ciclo può ripetersi all’infinito senza che le proprietà del materiale si modifichino. Ciò rende l’acciaio per imballaggi un materiale permanente. Una tonnellata di acciaio riciclato risparmia circa 1,5 tonnellate di minerale di ferro, 0,65 tonnellate di carbone da coke e 0,3 tonnellate di calcare. Ogni tonnellata di acciaio per imballaggi riciclata e ogni lattina riciclata, dunque, contribuiscono a risparmiare risorse già scarse. È molto positivo che il ciclo del materiale in Europa funzioni così bene. L’acciaio è il materiale per imballaggi con il maggiore tasso di riciclaggio e nel 2016, in Europa, è stato riciclato per il 79,5%. La riciclabilità di una singola lattina in acciaio è superiore al 90% e corrisponde quasi perfettamente alla quantità di acciaio presente nell’imballaggio. Dunque, prima o poi, le lattine per bevande pressate con altro cascame ritornano nuovamente all’acciaieria. Naturalmente, una lattina usata non diventa necessariamente un’altra lattina ma, a seconda del proprio karma, può “rinascere” anche come componente di un’auto, di una bicicletta o vite di una nave.

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SANPELLEGRINO

Sanpellegrino, tante novità nel gusto e nel design Dopo un 2018 in crescita, il 2019 si apre con tante novità per il Gruppo Sanpellegrino. In arrivo una nuova gamma di Bibite BIO e un nuovo design per la storica “clavetta”, sono previsti importanti investimenti per spingere Acqua Panna e farla divenire brand leader nel settore premium still water, ed ultimo, ma molto importante, l’impegno del Gruppo per l’ambiente, con una serie di iniziative volte all’abbattimento dell’impatto dei propri packaging. Un’intervista esclusiva a Elisabetta Bracci, Premium Brands Marketing Manager di Sanpellegrino ci svela le tappe fondamentali di questo intenso 2019.

QUALI SONO LE NUOVE REFERENZE DI BIBITE SANPELLEGRINO DEL 2019?

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Il 2019 di Bibite Sanpellegrino sarà un anno particolarmente interessante dal punto di vista delle nuove referenze. La prima importante novità, e anche quella più rivoluzionaria per il brand, sarà l’arrivo sul mercato da aprile della linea BIO. Gli storici gusti agrumati - Aranciata, Aranciata Amara e Limonata - diventano infatti biologici per valorizzare ulteriormente l’immagine premium e moderna delle Bibite, a conferma della capacità del brand di portare innovazione nel mercato, anticipando esigenze e bisogni del consumatore di oggi. La gamma BIO sarà disponibile esclusivamente in vetro ed è stata realizzata con una ricetta composta da arance e limoni 100% italiani da agricoltura biologica, zucchero grezzo di canna biologico e aromi naturali d’arancia e limone, per un gusto ancora più unico, in grado di esaltare maggiormente gli ingredienti. Altra novità in casa Bibite, sarà poi l’ampliamento della gamma delle toniche, in cui alla Tonica con Essenza di Legno di Rovere lanciata nel 2018, verrà affiancata la nuova Tonica con estratto di agrumi. Un gusto neutro, fresco e bilanciato, che la rende perfetta da gustare da sola ma anche da mixare con altri ingredienti per creare cocktail unici.

3QUALI NUOVI PROGETTI SONO STATI REALIZZATI PER I PACK E IL DESIGN?

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AVETE CHIUSO L’ANNO IN CRESCITA. QUALI SONO I MARCHI PRINCIPALI PER VOI? Tutti i marchi del Gruppo Sanpellegrino contribuiscono al successo dell’azienda. L’ampio portafoglio di prodotti infatti, ci permette di rispondere alle esigenze dei consumatori in maniera efficace ed efficiente, coprendo tutte le occasioni di consumo, avendo come valore portante la qualità.

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Come per il lancio della linea BIO, anche dal punto di vista del pack il 2019 sarà un anno di svolta per le Bibite Sanpellegrino. Dopo 87 anni infatti, il brand rinnova l’intera gamma vetro con il lancio di una nuova clavetta, ancora più elegante e al passo con i tempi in cui la forma rotondeggiante e l’effetto “buccia d’agrume” della bottiglia lasciano il posto a una forma più slanciata, raffinata e premium ma pur sempre iconica, impreziosita da rilievi personalizzati. Un passo importante, dettato dalla volontà di Bibite Sanpellegrino di rispondere sempre meglio alle esigenze di un pubblico adulto, che nelle diverse occasioni di consumo ricerca prodotti gustosi e di qualità, ma anche cool e moderni.

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CHE VALORE HANNO LE BIBITE NEL BUSINESS DI SANPELLEGRINO? Le Bibite Sanpellegrino rappresentano sicuramente una parte molto importante nel business, ma soprattutto nella storia del Gruppo. Basti pensare che dal 1932 quando si parla di Aranciata, nell’immaginario italiano, quella di Sanpellegrino ne è l’emblema perché sin da subito ha saputo conquistare i palati con il gusto unico delle arance 100% italiane, diventando il simbolo sia nel nostro Paese sia all’estero dell’eccellenza Made in Italy. Le Bibite Sanpellegrino rappresentano poi una parte importante del portafoglio di prodotti di Sanpellegrino, che è pensato per essere diversificato e completo in modo da offrire al consumatore il prodotto e il packaging più adatto a ogni sua esigenza di consumo e stile di vita. Con la loro varietà di gusti sono infatti ideali per dissetare e rendere speciale ogni momento di pausa.

SANPELLEGRINO HA ANNUNCIATO UN IMPORTANTE INVESTIMENTO SU ACQUA PANNA. QUAL È L’OBIETTIVO DEL PROGETTO?

di circa 14 anni nel sottosuolo delle morbide colline dell’Appennino. La composizione unica di Acqua Panna è all’origine del suo gusto tipicamente morbido e vellutato, che la rende ideale per accompagnare piatti dagli aromi delicati, vini dal bouquet fresco e fruttato.

IL NUOVO LOGO ICONICO COME REINTERPRETERÀ GLI ELEMENTI DELL’ETICHETTA? La nuova immagine che caratterizzerà Acqua Panna è stata studiata con una chiara ispirazione alle etichette storiche, in un ideale viaggio nel tempo che traccia una continuità tra passato e presente, enfatizzando ancora di più il legame di Acqua Panna con il suo territorio di origine, la Toscana, e il suo heritage che ci riporta alla seconda metà del ‘500, più precisamente al 1564, anno a partire dal quale la tenuta diventa proprietà della famiglia Medici. Sulla nuova etichetta di Acqua Panna per questo motivo resteranno protagonisti l’iconico giglio, omaggio all’origine toscana, e il colore arancione che da sempre caratterizzano la brand identity di Acqua Panna, tutto reinterpretato in chiave contemporanea.

L’obiettivo è rendere Acqua Panna brand leader nel settore premium still water e ampliare la distribuzione, oltre a quella già consolidata negli oltre 100 paesi in cui l’acqua è attualmente presente.

COSA SIGNIFICA PER IL GRUPPO SANPELLEGRINO ESSERE GREEN? IN PARTICOLARE, A LIVELLO DI PACKAGING, COME METTETE IN PRATICA QUESTA FILOSOFIA?

PARLIAMO DI ACQUA PANNA. QUALI SARANNO LE BASI PER LA NUOVA IMMAGINE CHE SARÀ STUDIATA PER VALORIZZARE ANCORA MEGLIO LA STORIA DEL BRAND E IL TERRITORIO D’ORIGINE?

Per il Gruppo Sanpellegrino essere green significa prima di tutto avere un approccio circolare nello sviluppo del proprio business, in cui ogni passaggio della catena del valore tiene conto dell’impatto ambientale e sociale. A livello di packaging questo avviene attraverso la riduzione del peso degli imballaggi, l’utilizzo di materiale riciclato (oltre che riciclabile) e di materie prime di origine vegetale. In questo senso, tutte le bottiglie che utilizza il Gruppo Sanpellegrino sono realizzate con materiali 100% riciclabili. Non solo, è stato il primo in Italia a utilizzare il PET riciclato, aumentandone progressivamente l’impiego, e il BIO-PET di origine vegetale per Levissima, che nasce dalla lavorazione della canna da zucchero per offrire una bottiglia leggera, infrangibile e perfettamente igienica.

La nuova immagine sarà sviluppata in linea con gli obiettivi di Acqua Panna: portare le persone a scoprire e apprezzare il piacere della buona tavola all’insegna di un’autenticità senza filtri. Valori che per Acqua Panna sono strettamente connessi al territorio d’origine e alla possibilità per il pubblico di gustare un prodotto simbolo di un territorio che è massima espressione di italianità, cultura e qualità. La fonte si trova all’interno di un’area protetta nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano, più precisamente a Scarperia, in provincia di Firenze, mantenutasi intatta nel corso degli ultimi 5 secoli, da quando divenne la riserva di caccia della famiglia Medici. La localizzazione della fonte ha fatto sì che, nel tempo, venisse preservata la delicata purezza dell’acqua, che scaturisce da un viaggio

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AB

AB, energia efficiente per le industrie del beverage AB si propone quale punto di riferimento per i settori della cogenerazione e della valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili, con l’installazione di impianti studiati ad hoc che mirano a rendere più efficienti le performance energetiche delle imprese. Anche le industrie del beverage possono trarre vantaggio da questa tipologia di impianti. Ne abbiamo parlato con l’esperto Marco Cuttica, Senior Sales Engineer di AB.

l’energia, contribuendo alla costruzione di un futuro migliore nella direzione di un sistema ecosostenibile. La nostra mission è far sì che l’impresa di domani consumi di meno, sia più efficiente, competitiva, virtuosa e con la massima attenzione per il nostro pianeta.

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QUALI SONO I PUNTI DI FORZA DELLE VOSTRE SOLUZIONI?

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Ecomax® è la soluzione di generazione distribuita in package modulare concepita e sviluppata interamente in AB, che ha portato innovazione in tutto il mondo, grazie alla sua compattezza, versatilità e modularità, unite ad elevate performance energetiche. Tra i vantaggi, possiamo menzionare il fatto che non richieda alcuna concessione edilizia, la rilocabilità, la riduzione di costi, rischi e tempi nella fase di installazione e avviamento e la semplicità di interconnessione con impianti già esistenti.

QUALI SONO I VALORI E LA MISSION DI AB? Fondata nel 1981 da Angelo Baronchelli, AB è oggi il riferimento globale per i settori della cogenerazione e della valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili, come il biogas e il biometano. AB progetta, realizza, installa e gestisce le migliori soluzioni impiantistiche sul mercato mondiale; l’intero processo produttivo si svolge direttamente nei nostri stabilimenti di Orzinuovi (BS), che rappresentano il più grande polo industriale del settore, dislocato su circa 40.000 mq di edifici collegati tra loro. Fino a oggi sono stati installati oltre 1.250 impianti di cogenerazione per un totale di potenza elettrica nominale che supera i 1.600 MW. Negli ultimi anni la capacità produttiva è quadruplicata e il numero di dipendenti ha raggiunto le 900 unità. AB è oggi presente con filiali dirette in Europa, Russia, Nord America e Sud America. AB persegue con determinazione il massimo grado d’innovazione, accumulando conoscenze, esperienze e tecnologie per rispondere con soluzioni evolute a un bisogno primario dell’uomo, ovvero

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QUALI SONO LE LINEE DI PRODOTTO DEDICATE ALLE INDUSTRIE DEL BEVERAGE? Gli impianti di cogenerazione e trigenerazione solo particolarmente indicati per tutte quelle aziende che hanno degli importanti consumi di energia elettrica e termica (o frigorifera) in contemporanea. I vettori termici normalmente utilizzati dal settore del beverage sono vapore, acqua calda e acqua fredda - che può essere richiesta sia per il processo produttivo che per la fase di imbottigliamento e produzione di bottiglie in plastica. Ogni impianto viene studiato ad hoc per le singole esigenze del cliente; la scelta dell’impianto parte sempre da un audit energetico nel quale vengono analizzate le singole necessità del cliente in termini di vettori termici normalmente utilizzati. Dopo questa fase, si sceglie se proporre l’impianto in assetto cogenerativo (di solito si produce acqua calda e vapore) o in assetto trigenerativo, in cui si aggiunge anche la produzione di acqua fredda.

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QUALI I VANTAGGI CHE DERIVANO DALLA LORO IMPLEMENTAZIONE ALL’INTERNO DEL PROCESSO INDUSTRIALE? I vantaggi sono essenzialmente economici, oltre al vantaggio collaterale di immagine, che però è difficilmente quantificabile. Quando un’azienda si autoproduce l’energia elettrica e termica, può abbattere i costi energetici del 30-40%. Va però precisato che il risparmio non è uguale per tutti e può essere quantificato con precisione solo dopo un’attenta analisi energeMarco Cuttica, Senior Sales tica alla quale segue uno studio Engineer di AB di fattibilità tecnico economico. Questa fase di studio preliminare viene svolta da AB in modo totalmente gratuito e senza alcun impegno.

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QUANTO SONO IMPORTANTI IL SERVICE E L’ASSISTENZA? CHE TIPO DI CONTROLLO POTETE GARANTIRE? Una buona assistenza è fondamentale per garantire prestazioni elevate agli impianti. La nostra rete di Service è composta da oltre 250 tecnici specializzati che operano in tutto il mondo. Oltre il 90% degli impianti installati ha un contratto “Full Service” che prevede assistenza 24 h per 365 giorni all’anno, monitoraggio in remoto degli impianti e disponibilità dei pezzi di ricambio originali. I benefici sono molteplici: fermi macchina ridotti al minimo, performance eccellenti e massima affidabilità. Una scelta strategica per avere la certezza del payback sull’investimento.

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FOCUS

VERIFOOD

Una super etichetta per l’olio di oliva il progetto tra Italia e Israele Sembra un classico QRcode, invece, il QR4OIL racchiude informazioni nutrizionali specifiche dell’olio imbottigliato con un’analisi immediata del prodotto, senza bisogno di processi chimici o interventi che possono alterare o distruggere il prodotto.

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momento dell’imbottigliamento, vengono resi disponibili al consumatore attraverso la scansione del QR code. “È un concetto di etichettatura rivoluzionaria - spiega Clemente Pellegrini, presidente Anga Giovani Confagricoltura Toscana - perché si lega in maniera unica al prodotto, a garanzia dei consumatori e a vantaggio dei produttori che hanno a cuore la qualità del loro olio. Un progetto che nasce dall’unione di forze internazionali, eccellenze nei campi della ricerca, della tecnologie e dell’agricoltura toscana e siamo orgogliosi di esserne parte. L’uso del QR4OIL è molteplice e facile, utilizzabile anche per i controlli da parte degli organi proposti che avrebbero a disposizione in tempo reale informazioni sul contenuto della bottiglia senza dover effettuare lente e costose analisi chimiche”.

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na tecnologia fotonica per un’etichetta rivoluzionaria. E l’olio d’oliva non ha più segreti. È il nuovo progetto nato da una collaborazione tra Italia e Israele, che chiama in campo l’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” di Sesto Fiorentino rappresentato dalla dott.ssa Anna Grazia Mignani e dal dott. Leonardo Ciaccheri, un’azienda oleicola affiliata a Anga - Giovani Confagricoltura Toscana e Verifood Ltd, partner tecnologico israeliano all’avanguardia nella progettazione, realizzazione e commercializzazione di scanner basati su tecnologie spettroscopiche. Il progetto è stato realizzato grazie al Ministero per gli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. La nuova tecnologia consente di integrare in etichetta quello che all’apparenza sembra un classico QRcode, ma va ben oltre il comune strumento di mobile marketing che si limita a informazioni sulla qualità, la provenienza e le tecniche produttive. QR4OIL racchiude invece informazioni nutrizionali specifiche dell’olio imbottigliato con un’analisi immediata del prodotto, senza bisogno di processi chimici o interventi che possono alterare o distruggere il prodotto. Le informazioni, ad esempio le percentuali dei principali acidi grassi, i perossidi e i polifenoli, sono ottenuti mediante un innovativo processo di elaborazione di dati ottici ricavati dal moderno strumento di Verifood Ltd. Tali valori, caricati nella banca dati del produttore al

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FOCUS

RITTAL

Nuova suite Smart Package per un’infrastruttura IT “Chiavi in mano” Rittal ha completato la famiglia Smart Package lanciando sul mercato italiano due nuovi bundle studiati per far fronte alle più recenti esigenze del mondo industriale, dove l’Internet of Things e l’edge computing stanno ricoprendo un ruolo decisivo all’interno delle filiere produttive.

LE SOLUZIONI SMART PACKAGE INDUSTRY La soluzione Smart Package Industry Lite è indicata per infrastrutture IT fino a 1 kW di potenza assorbita. È basata su piattaforma TS IT 800x2000x1000 mm (LxAxP) con il nuovo torrino di ventilazione in grado di garantire fino a 1069 m3/h. L’armadio TS IT con porta in vetro offre una miglior protezione da acqua e polveri. Smart Package Industry Lite si completa con la canalina di alimentazione e il kit di monitoraggio già incluso, per consentire ai cliente il controllo completo dei parametri ambientali. La soluzione Smart Package Industry è stata studiata per infrastrutture IT che necessitano di condizionamento fino a 1,3 kW di potenza assorbita. È basata su piattaforma TS IT 800x2000x1000 mm (LxAxP) con il nuovo e innovativo condizionatore da tetto Blue e+ dotato di inverter. L’armadio TS IT in dotazione garantisce una protezione da acqua e polveri con un

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grado IP 54. Smart Package Industry si completa con la canalina di alimentazione e il kit di monitoraggio già incluso, per consentire ai cliente il controllo completo dei parametri ambientali. Smart Package Industry Lite e Industry sono disponibili nelle versioni con o senza installazione.

SMART PACKAGE 4.0 La soluzione Smart Package 4.0, invece, è indicata per infrastrutture IT da 3 kW a 6,5 kW di potenza assorbita. Con 8 possibili configurazioni che permettono di soddisfare tutte le esigenze in termini di potenza, ridondanza, monitoraggio e sicurezza, è facile da scegliere e veloce da implementare. È realizzata su piattaforma TS IT con misure 800x2000x1200 mm (LxAxP), in grado di garantire tutti i vantaggi tipici degli armadi Rittal. Completano la soluzione chiavi in mano: • Una o due PDU (Power Distribution Unit) da 16 A o 32 A, Basic o Metered • Il nuovo sistema di cooling LCU DX integrato nell’armadio, da 3 kW o 6,5 kW, single o redundant e, in base al livello di ridondanza desiderato, il sistema può inoltre essere corredato da alcune dotazioni accessorie quali: - Il gruppo di continuità (UPS) e interfaccia di rete per il monitoraggio remoto dei suoi parametri di funzionamento - Il sistema di monitoraggio e supervisione CMC III con sensori temperatura, umidità e accesso a infrarossi - L’impianto di rilevamento precoce e spegnimento incendi con gas Novec1230 da rack DET-AC III - Kit automatico di apertura delle porte, che in abbinamento al kit di monitoraggio CMCIII permette di aprire automaticamente le porte dell’armadio in caso di allarme. Opzioni aggiuntive sono possibili grazie all’ampia gamma di accessori presenti nel Catalogo prodotti Rittal.

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e soluzioni Rittal Smart Package, studiate per far fronte alle esigenze di tutte le categorie di aziende - dal livello enterprise fino alla piccola e media industria - sono adatte per applicazioni di edge computing nate con l’esigenza di avere calcolo locale e tempi di risposta immediati. Le soluzioni Smart Package consentono di semplificare il lavoro di progettazione e realizzazione dei nuovi CED, garantendo una soluzione standard, off-the-shelf, direttamente installata e operativa con un investimento minimo. La nuova suite è studiata per rispondere alle esigenze dei clienti che desiderano un’infrastruttura IT “Chiavi in mano”. Seguendo l’evoluzione tecnologica, Rittal ha deciso di completare la famiglia Smart Package lanciando sul mercato italiano due nuovi bundle: Smart Package Industry lite e Smart Package Industry, studiati per far fronte alle più recenti esigenze del mondo industriale, dove l’Internet of Things e l’edge computing stanno ricoprendo un ruolo decisivo all’interno delle filiere produttive. La nuova famiglia Smart Package è indicata per infrastrutture IT da 0 kW fino a 6,5 kW di potenza assorbita.

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FOCUS

GOGLIO

Packaging personalizzato anche per brevi tirature Dedicata alle piccole realtà imprenditoriali, Goglio ha presentato la nuova piattaforma Goglio Espress per la vendita online, oltre che dei tradizionali sacchetti neutri, anche di packaging flessibile personalizzato proposto sotto forma di bobine e sacchetti.

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offerta Goglio si amplia con l’aggiunta di un servizio di vendita online (www.goglioespress.com) dedicato alle piccole realtà imprenditoriali ampliando l’attuale catalogo prodotti. La consueta qualità Goglio è oggi disponibile anche per piccole tirature, aggiungendo alla fornitura dei tradizionali sacchetti neutri anche packaging flessibile personalizzato sotto forma di bobine e sacchetti.

alla stagionalità di alcuni prodotti, alla distribuzione geografica o al legame con particolari avvenimenti o eventi specifici (Natale, concerti, avvenimenti sportivi e altri ancora). L’assenza di set-up di stampa non comporta scarti di produzione, riduce i costi di magazzino e annulla il rischio di invenduto.

LA PERSONALIZZAZIONE I PLUS DEL DIGITALE Tutto ciò è possibile grazie alla tecnologia di stampa digitale che rende le possibilità di personalizzazione infinite poiché non prevede l’uso di cilindri o matrici e non necessità set-up di stampa. Ogni stampa può potenzialmente essere realizzata con elementi diversi tra loro: lingua dei testi, design, colori, messaggi, informazioni, elementi grafici o codici univoci utilizzabili come strumenti di anticontraffazione.

Le novità non finiscono qui. Goglio mette a disposizione delle grafiche personalizzate preimpostate per andare incontro alle necessità dei propri clienti. È sufficiente scaricare la grafica e adattarla alle proprie necessità.

I VANTAGGI PER I CLIENTI

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I benefici per i consumatori sono evidenti. La differenziazione del packaging si traduce in importanti opportunità di marketing e di mercato, che può essere declinato in base ai consumatori, al business,

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FOCUS

DELLA TOFFOLA

L’esperienza alla base della conoscenza Il Gruppo Della Toffola è azienda di riferimento a livello mondiale nella progettazione e realizzazione di soluzioni tecnologicamente avanzate per l’intero processo produttivo del settore enologico. A questo affianca con altrettanta competenza e successo le divisioni bevande, imbottigliamento e imballaggio, lattiero/caseario, trattamento acque, chimico e farmaceutico.

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on otto stabilimenti produttivi, otto filiali e due marchi commerciali, il gruppo Della Toffola è presente in ogni continente, impiegando circa 600 dipendenti su una superficie operativa complessiva di 190.000 mq. Un’impresa dove il nome Della Toffola è presente nella gestione e direzione da tre generazioni, a garanzia di continuità e serietà. Questi sono i numeri di un grande gruppo industriale che da sempre ha posto la qualità, il servizio e la flessibilità come elementi costitutivi.

Gruppo Della Toffola permettono di raggiungere questi obiettivi. Grande attenzione è stata posta nel controllo delle economie di esercizio delle varie tecnologie proposte, dal ricevimento allo stoccaggio, dalla filtrazione ai trattamenti di stabilizzazione. Della Toffola è in grado di fornire una gamma completa di prodotti per l’enologia che coprono tutto il ciclo produttivo, dall’uscita dalla vigna all’imbottigliamento ed etichettatura. I reparti tecnici, in sinergia con il commerciale, studiano la soluzione ottimale per ogni esigenza produttiva, che si tratti di una piccola cantina o di una grande azienda, senza nessun limite dimensionale.

VALORI DA RIAFFERMARE CON PASSIONE

LA DIVISIONE ENOLOGIA Le tecniche per la vinificazione hanno visto negli ultimi decenni uno sviluppo continuo improntato all’ottenimento di cicli produttivi sempre più razionalizzati. Questi obiettivi devono però essere raggiunti garantendo il massimo rispetto e l’ottimale valorizzazione delle qualità del prodotto lavorato. Le tecnologie all’avanguardia proposte dal

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DIVISIONE BEVANDE Grazie all’esperienza maturata e all’acquisizione di aziende forti nel settore, il Gruppo Della Toffola ha potuto espandere la sua produzione all’industria alimentare e delle bevande con soluzioni all’avanguardia. L’offerta completa di attrezzature spazia dai filtri ai sistemi per la refrigerazione, dai processi di trasformazione ai sistemi di stoccaggio, sino al confezionamento. Tutti i sistemi progettati e prodotti dalle aziende del gruppo sono di facile gestione e di assoluta sicurezza, e possono raggiungere un elevato grado di automazione.

IMBOTTIGLIAMENTO E IMBALLAGGIO Per tutta la filiera produttiva sino alla fase finale di imbottigliamento ed etichettatura, il Gruppo Della Toffola è in grado fornire i macchinari. Attraverso AVE Technologies, OMB e ZItalia progetta e costruisce una delle più vaste gamme di impianti completi, innovativi e tecnologicamente avanzati per il settore dei vini, distillati, liquori, birra, succhi, acque minerali e bibite, latte e derivati, olio, salse e prodotti alimentari, prodotti chimici, cosmetici e farmaceutici. La ricerca e l’innovazione continua è quello che caratterizza fortemente la divisione imbottigliamento ed imballaggio. I numerosi brevetti e le soluzioni esclusive lo evidenziano, rendendo l’offerta del gruppo unica nel panorama internazionale. Dai macchinari più semplici agli impianti più complessi ad elevato grado d’automazione, Della Toffola garantisce sempre sistemi di facile gestibilità e sicurezza, con un servizio assistenza che segue puntualmente i clienti in fase di avviamento e durante tutta la vita dei macchinari.

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La storia dell’azienda parte da Giacomo Della Toffola che la fonda negli anni ’60 con le prime pigiatrici e presse verticali in acciaio inossidabile. La progressiva crescita è caratterizzata dal costante ampliamento della gamma e dei mercati con il raggiungimento di una quota estera pari al 50% della produzione. Al fondatore si affiancano negli anni i figli Vittorio, Francesco e Luciano che portano la Della Toffola, grazie alla continua crescita tecnologica, ad affermarsi come uno dei leader mondiali di settore. Gli anni ’90 si caratterizzarono per un forte sviluppo ottenuto attraverso l’acquisizione di aziende italiane complementari, la diversificazione in nuovi settori di mercato, la produzione di macchinari con tecnologie esclusive e l’apertura di filiali all’estero. Parallelamente l’attività si espande nei settori del trattamento reflui di scarico e nell’industria alimentare e chimica. Dal 1996 in poi il percorso verso una dimensione globale si consolida con l’apertura di filiali in Francia, Spagna, Argentina e Cile, fino a giungere nel 2009 in California e nel 2016 in Messico. Grazie anche alle ultime acquisizioni di AVE Technologies, Gimar, Priamo Food Technologies e Z-Italia, Della Toffola Group è in grado di fornire macchinari per l’intero ciclo produttivo e confezionamento dei vini e delle bevande in genere ed è oggi riconosciuto come punto di riferimento internazionale del settore.

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AMBIENTE

PRO CARTON

Imballaggio green driver nelle scelte d’acquisto Il riciclo è in aumento: secondo un’indagine Pro Carton, il 69% dei consumatori dichiara di aver riciclato più rifiuti negli ultimi 12 mesi. Il 75% di essi, inoltre, ammette che l’impatto ambientale del packaging di un prodotto influisce sulla loro decisione di acquisto. Sono segnali forti, che testimoniano uno spostamento di opinioni in merito alla sostenibilità degli imballaggi.

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a sostenibilità del packaging sta modificando le abitudini di acquisto dei consumatori, portandoli a prediligere i requisiti ambientali rispetto ai benefici funzionali nella scelta dei prodotti. Lo studio sulla percezione del packaging da parte dei consumatori europei, condotto in modo indipendente da Coleman Parkes Research e commissionato da Pro Carton, si è basato su 7.000 interviste ai consumatori di sette Paesi: Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito, Spagna e Turchia. Vediamo in dettaglio i risultati.

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UN NUOVO ATTEGGIAMENTO

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Non c’è dubbio che l’ambiente stia raggiungendo la cima dell’agenda in tutta Europa. Un’intensa attenzione mediatica, alimentata da appelli sempre più urgenti da parte degli ambientalisti affinché il mondo affronti la crescente ondata di rifiuti indesiderati, si sta facendo strada all’interno dell’opinione dei consumatori, dell’industria e della politica. Oltre due terzi (68%) degli europei afferma che la tutela ambientale è ora più importante o molto importante per loro. In Italia i consumatori sembrano essere i più preoccupati: il 73% afferma che i problemi ambientali sono più importanti o molto importanti per loro. Se analizziamo gli atteggiamenti delle diverse fasce di età, è chiaro che gli acquirenti più giovani stanno mettendo l’ambiente in cima alla loro agenda: l’80% dei giovani tra i 19 e i 29 anni in Europa afferma che essere più rispettosi dell’ambiente è diventato più importante per loro e le loro famiglie. Non ci si può sottrarre all’intensa pressione mediatica relativa all’inquinamento degli oceani nel mondo. Non sorprende che il 74% degli europei afferma che l’attenzione dei media per il tema li ha influenzati a cambiare le loro abitudini di acquisto. Ora, più acquirenti spagnoli (82%) affermano di cambiare il loro modo di fare acquisti, rispetto agli altri sei paesi europei. Il riciclo dei rifiuti è al primo posto nell’agenda dei consumatori quando si tratta di passare dalle parole ai fatti. Il 69% di tutti gli europei dichiara di riciclare più rifiuti. Un maggior numero di consumatori nel Regno Unito (78%), in Italia (74%) e in Turchia (74%) concorda di aver incrementato la quota di riciclo dei rifiuti, mentre in Germania la percentuale è del 58% - probabilmente perché le famiglie tedesche hanno iniziato a riciclare abitualmente già da qualche anno. Per quanto riguarda le diverse fasce di età, è evidente che il riciclo diventa più importante con l’avanzare degli anni: il 79% degli over 60

ha riciclato più rifiuti nell’ultimo anno, rispetto al 62% dei giovani tra i 19 e i 29 anni. Poco più della metà (52%) di tutti gli europei dichiara di cercare prodotti con packaging ecologici, una percentuale che si innalza al 55% per gli acquirenti francesi e al 56% per quelli turchi.

EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ I consumatori conoscono bene le diverse forme di packaging, ma c’è ancora molto lavoro da fare per espandere la loro conoscenza. Il 52% di tutti gli europei crede che il cartone/cartoncino sia il packaging più ecologico, un risultato condiviso ampiamente in ogni Paese, ma soprattutto nel Regno Unito, dove il 63% degli acquirenti sceglie questo materiale. Gli intervistati hanno indicato il vetro come secondo packaging più ecologico: il 32% in tutta Europa, che sale al 43% in Germania. Circa il 9% degli europei ritiene che la plastica sia la forma di packaging più ecologica, mentre solo il 5% crede che l’alluminio sia migliore. Se

Quale, secondo lei, è la forma di packaging più facilmente riciclabile?

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analizziamo ciò che i consumatori ritengono essere la forma di packaging più facilmente riciclabile, ancora una volta vince il cartone. Il 45% degli europei considera il cartone/cartoncino come il materiale più facilmente riciclabile, mentre il 32% indica il vetro. L’alluminio, invece, è ritenuto il più difficile da riciclare, con un punteggio leggermente inferiore a quello della plastica. È incoraggiante vedere come in tutta Europa cresca la consapevolezza dell’importanza di proteggere l’ambiente. “Facile da riciclare” è stato considerato il secondo requisito più importante in tutti i Paesi presi in esame: il 63% degli intervistati lo inserisce tra i primi tre. Seguito da “prodotto con materiali naturali e rinnovabili”, che ha ottenuto il punteggio più alto in Germania.

SI PASSA ALL’AZIONE! Il 75% dei consumatori europei afferma che l’impatto ambientale del packaging di un prodotto influisce sulla loro decisione di acquisto. Questa percentuale sale fino al 77% in Francia e in Polonia e all’81% in Spagna. Gli acquirenti spagnoli sono i più militanti quando si tratta di scelte riguardanti il packaging: il 66% afferma di aver cambiato marchio o prodotto a causa dell’impatto ambientale dell’imballaggio usato. In netto contrasto vi sono gli acquirenti del Regno Unito, solo il 36% dei quali afferma di aver cambiato prodotto per ragioni simili. In tutti e sette i Paesi, più della metà (52%) dei consumatori afferma che l’interesse verso le questioni ambientali li ha indotti a un cambiamento. Per quanto riguarda le diverse fasce di età, il 62% dei giovani tra i 19 e i 29 anni dichiara di aver cambiato marchio a causa di problemi di imballaggio, rispetto ad appena il 35% degli over 60. Per quanto riguarda le ragioni per cui gli acquirenti hanno scelto di cambiare marchio o prodotto, il 52% di tutti gli intervistati afferma che la causa era la non riciclabilità del packaging, il 45% l’eccesso di imballaggi aggiuntivi/inutili. Quattro consumatori su cinque (81%) hanno affermato che opterebbero per un packaging in cartone/cartoncino piuttosto che per uno in plastica. Gli acquirenti in Germania (87%) e nel Regno Unito (85%) sono i più propensi a scegliere il cartone rispetto alla plastica. Solo un terzo (36%) degli europei ritiene che marchi e rivenditori stiano facendo

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Quanto sarebbe disposto a pagare in più per un prodotto il cui packaging ha un impatto minore sull’ambiente?

abbastanza per introdurre imballaggi più sostenibili, una percentuale che scende sotto al 30% nel Regno Unito e in Turchia. In nessun Paese i risultati hanno superato il 50% persino in quelli in cui la fiducia dei consumatori nei confronti dell’impegno dei marchi e dei rivenditori è più elevata, come Spagna (47%) e Turchia (46%). Sono soprattutto i consumatori più anziani a credere fortemente che marchi e rivenditori non stiano facendo abbastanza: l’82% degli over 60 afferma che dovrebbero introdurre forme di packaging più rispettose dell’ambiente. Un clamoroso 91% dei consumatori europei afferma di aver scelto di spendere i propri soldi in un supermercato o negozio che incoraggiava attivamente i propri fornitori ad adottare forme di packaging e politiche più rispettose dell’ambiente. Gli acquirenti italiani sono i più entusiasti, con il 96% di giudizi favorevoli.

IL COSTO DELLA SOSTENIBILITÀ Un incredibile 77% di tutti gli intervistati, ovvero ben oltre 5.000 persone sulle 7.000 del sondaggio, afferma di essere disposto a pagare di più per i packaging che hanno un impatto minore sull’ambiente! Le cifre salgono all’83% in Polonia, all’82% in Spagna e all’81% in Italia. Alcuni sostengono di essere disposti a pagare molto di più: il 20% di tutti gli intervistati ritiene accettabile un aumento superiore al 10% mentre un 5% pagherebbe oltre il 20% in più! Vi è un forte desiderio di istituire una “tassa” o “imposta” per marchi e rivenditori al fine di costringerli ad adottare tipi di packaging più sostenibili. Infatti, il 58% di tutti gli intervistati è d’accordo o molto d’accordo con questa affermazione, il 28% si dichiara non sicuro, mentre in Italia il 74% si trova d’accordo o molto d’accordo. Complessivamente, solo il 17% dei consumatori era contrario all’affermazione e in nessun Paese si è superato il 20%. Non sorprende che i consumatori vogliano indicazioni governative che li aiutino a fare scelte giuste, come afferma il 71% dei consumatori di tutti i Paesi oggetto dell’indagine. In Italia e in Turchia la percentuale sale rispettivamente al 74% e al 75%. Un incredibile 90% degli acquirenti di tutti i Paesi intervistati ha dichiarato di desiderare informazioni sulla compatibilità ambientale del confezionamento. Un messaggio davvero molto forte!

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Secondo lei, i rivenditori e i marchi stanno facendo abbastanza per introdurre forme di packaging più rispettose dell’ambiente?

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AMBIENTE

CONAI

Premiati gli imballaggi più innovativi e ecosostenibili Sono stati annunciati i vincitori dell’edizione 2018 del Bando Prevenzione, che ha messo a disposizione 400.000 euro per le aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi che hanno rivisto il proprio packaging in ottica ecosostenibile.

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61 progetti presentati (+10% rispetto allo scorso anno), di cui 103 ammessi, e 38 casi premiati economicamente. Questi i numeri della quinta edizione del “Bando CONAI per la Prevenzione – Valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballaggi”. Il Bando è promosso da CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, e ha premiato le soluzioni di packaging più innovative e ecosostenibili immesse sul mercato nel biennio 2016-2017. I 103 casi ammessi hanno conseguito una effettiva riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi quantificabile nel contenimento del 25% delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, nella diminuzione dei consumi di energia del 23%, e nel risparmio di acqua del 26%. “Il Bando Prevenzione mette a disposizione importanti risorse economiche per premiare gli sforzi di ricerca e sviluppo delle aziende consorziate, e rappresenta un sistema win-win sia per le imprese sia per l’ambiente” ha dichiarato Giorgio Quagliuolo, Presidente di CONAI. “Come CONAI, continuiamo a promuovere l’adozione di imballaggi sempre più green anche con altre misure, come la diversificazione del contributo ambientale, che dal 2019 sarà rafforzata per la plastica e introdotta per gli imballaggi in carta e cartone”.

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INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

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I casi premiati rappresentano le filiere di tutti e sei i materiali di imballaggio - acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro, e numerosi settori merceologici, che spaziano dalla produzione di packaging ad uso alimentare(48%)ai prodotti per la cura della persona (8%) e la detergenza (7%), fino a imballaggi ad uso industriale.

Il Bando era aperto a tutte le aziende consorziate che hanno rivisto il proprio packaging in ottica di innovazione e sostenibilità ambientale, agendo su almeno una delle seguenti leve: riutilizzo, risparmio di materia prima, ottimizzazione della logistica, facilitazione delle attività di riciclo, utilizzo di materie provenienti da riciclo, semplificazione del sistema imballo e ottimizzazione dei processi produttivi. I casi ammessi rappresentano la concreta attuazione di 212 diverse azioni di prevenzione: la più frequente è il risparmio di materia prima (43% dei casi), seguita a distanza dall’ottimizzazione della logistica (18%). La maggioranza degli interventi (53%) riguarda l’imballaggio primario, mentre il restante 47% delle azioni ha agito sugli imballaggi secondari e terziari, ovvero quelli utilizzati rispettivamente per lo stoccaggio e per il trasporto dei prodotti.

VALUTATE LE AZIONI DI PREVENZIONE Il Consorzio Nazionale Imballaggi ha messo a disposizione dei progetti più meritevoli un monte premi di 400.000 euro, con 70.000 euro in premi speciali così ripartiti: 60.000 euro per i casi più virtuosi di ogni filiera (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro), e 10.000 euro destinati al caso più significativo dal punto di vista tecnico-progettuale. Le candidature sono state analizzate attraverso lo strumento Eco Tool di Conai, che permette di calcolare, grazie ad un’analisi LCA semplificata, gli effetti delle azioni di prevenzione attuate dalle aziende sugli imballaggi attraverso una comparazione prima-dopo in termini di risparmio energetico, idrico e di riduzione delle emissioni di CO2. La graduatoria dei casi vincitori è stata inoltre validata da DNV GL, ente terzo di certificazione.

VINCITORI PREMIO SPECIALE In occasione della quinta edizione del Bando per la Prevenzione sono stati assegnati anche i seguenti premi speciali (vedi foto): Whitford Srl - premio speciale per imballaggi in acciaio Zenith Alluminio Srl - premio speciale per imballaggi in alluminio Olearia F.Lli De Cecco Di Filippo Fara San Martino Srl premio speciale per imballaggi in vetro Gias Srl - premio speciale per imballaggi in carta Ivar Spa - premio speciale per imballaggi in legno Polo Plast Srl - premio speciale per gli imballaggi in plastica Davines Spa - premio speciale per il caso più meritevole dal punto di vista tecnico-progettuale

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AMBIENTE

GRANAROLO

La prima bottiglia di latte in Italia con il 20% di plastica riciclata Il progetto inaugura la strategia ambientale del Gruppo in ottica di economia circolare della plastica attraverso l’utilizzo di PET riciclato (R-PET).

IN ANTICIPO SULLE DIRETTIVE UE Le bottiglie di latte R-PET Granarolo sono state immesse sul mercato per la prima volta in Italia a partire da marzo 2019 nel contesto della campagna di valorizzazione e rilancio del latte UHT, italiano, di filiera, garantito e sostenibile. Ma già dal secondo semestre 2019 le bottiglie passeranno a un 25% di plastica riciclata. Granarolo si fa pioniere tra le aziende dairy anticipando di fatto le direttive dell’Unione Europea, che a partire dal 2025 prevedono che le bottiglie in PET immesse sul mercato debbano contenere almeno il 25% di plastica riciclata.

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Le referenze coinvolte sono 3: • Latte UHT a lunga conservazione Intero da Latte per l’Alta Qualità • Latte UHT a lunga conservazione Parzialmente Scremato Piacere Leggero • Latte UHT a lunga conservazione Scremato La valenza ambientale della nuova bottiglia è esaltata anche dall’etichetta, che contiene messaggi informativi relativi alla raccolta differenziata e al riciclo dei contenitori a fine vita.

NEL MIRINO ANCHE LE ALTRE REFERENZE Il piano prevede nel tempo anche altre importanti azioni sulla riduzione della materia plastica delle bottiglie, delle vaschette e dei film flessibili, e il passaggio a materiali riciclabili sulle referenze che oggi utilizzano multimateriali. “Molti i progetti sul packaging (riduzione del peso della plastica e introduzione di plastica riciclata) che Granarolo ha realizzato nel corso del 2018 e che proseguono nel 2019 per rispondere all’appello ambientale, con un risparmio di 524.365 kg di CO2 eq nel 2018 e di 852.892 kg di CO2 eq. nel 2019 (dato presunto su volumi di prodotto mensile medio 2019). Oggi lanciamo sul mercato la prima bottiglia di latte con plastica riciclata, ma altri lanci di bottiglie nel 2019 ci permetteranno di ridurre il consumo di risorse non rinnovabili per un totale di 664 ton. di plastica con un ulteriore risparmio di 54,5 CO2 eq. Contribuirà anche a sensibilizzare i consumatori sulla raccolta differenziata, il riciclo delle bottiglie innescherà infatti un ulteriore risparmio: le bottiglie in PET verranno considerate così come una risorsa e non più come un rifiuto. Questa è la prima di una serie di importanti iniziative che ci vedranno lavorare anche al fianco di Conai e CoriPET”, ha commentato il Presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari. “Il documento europeo rappresenta una sfida importantissima. Industria, cittadini e governi devono affrontarla insieme, gettando le basi per una nuova economia circolare delle materie plastiche”.

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ranarolo S.p.A. ha lanciato sul mercato un prodotto unico: la prima bottiglia di latte in Italia con il 20% di plastica riciclata, frutto di un rinnovato impegno in termini ambientali. Ogni anno in Europa vengono prodotte 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. Di queste solo il 30% viene raccolto e avviato a riciclo. Allo stesso tempo rimangono ancora alte le percentuali di imballaggi in plastica che sono destinati alla discarica (31%) o vengono inceneriti (39%). Per questo motivo il 16 gennaio scorso la Commissione Europea ha varato una nuova strategia che punta ad arrivare al 100% di imballaggi riciclabili entro il 2030. A European strategy for plastics in a circular economy getta le basi per una nuova economia circolare delle materie plastiche. Granarolo, da tempo impegnata nella riduzione della plastica sulle proprie confezioni, ha rifocalizzato la propria strategia di sostenibilità ambientale del packaging orientandola in termini di economia circolare. Il primo passo di questa strategia prevede il lancio di una bottiglia di latte con il 20% di plastica riciclata. Il processo prevede il riutilizzo delle bottiglie di latte in PET recuperate dalla raccolta differenziata, che dopo una selezione e smaltimento, vengono igienizzate e trasformate in nuove bottiglie. La bottiglia R-PET così ottenuta riduce la produzione e l’utilizzo di nuova plastica da fonti non rinnovabili perché è costituita dal 20% di plastica riciclata.

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AMBIENTE

BREAKING NEWS

RISULTATI POSITIVI PER IL SETTORE BIOPLASTICHE Come emerso da uno studio del settore effettuato da Plastic Consult, nel 2017 in Italia l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili è rappresentata da 240 aziende – suddivise in produttori di chimica e intermedi di base (5), produttori e distributori di granuli (19), operatori di prima trasformazione (153), operatori di seconda trasformazione (65) – con 2.450 addetti dedicati per 73.000 tonnellate di biopolimeri prodotti, con un fatturato complessivo di 545 milioni di euro. Relativamente ai settori applicativi, delle 73.000 tonnellate di polimeri lavorati, il 68% è stato destinato alla produzione degli shopper monouso per la spesa, il 13% ai sacchi per la raccolta della frazione organica e il restante 19% suddiviso tra manufatti per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene della persona. Nel 2017, per la prima volta dall’introduzione della legge 28/2012, con 49.500 tonnellate, i volumi degli shopper compostabili monouso immessi sul mercato superano quelli dei sacchetti illegali in plastica tradizionale, scesi a 42.500 tonnellate dalle 45.000 del 2016. Relativamente al 2018, le previsioni di sviluppo della produzione di manufatti compostabili vedono una crescita complessiva intorno al 15%, con dinamiche diverse a seconda delle applicazioni. Sono attesi buoni sviluppi per il film agricolo, anche sui mercati internazionali, e nel settore dell’imballaggio alimentare grazie alla crescente diffusione della pratica delle raccolte differenziate in Europa. Nel comparto dei sacchi per il primo imballo alimentare (ultraleggeri), grazie alle normative in essere, i produttori italiani si confermano punto di riferimento per le forniture in tutta Europa. Si registra una riduzione della domanda di sacchi per la raccolta dell’umido spesso sostituiti con gli shopper e/o con i sacchetti ultraleggeri, come effetto positivo della legislazione italiana. Le attese decisioni in materia di rifiuti da parte della UE lasciano prevedere un quadro evolutivo di traino in molti Paesi. Le applicazioni monouso per la ristorazione vedono un aumento della domanda da CAM e acquisti verdi ma risultano soggette all’esito ancora incerto della direttiva UE sulla SUP. Il settore dei materiali plastici compostabili conferma dunque una fortissima dinamicità con imprese che continuano a crescere ed investire in forza lavoro qualificata, macchinari e impianti all’avanguardia, applicazioni innovative nei diversi settori. “I modelli di interconnessione tra bioplastiche e sistemi di raccolta differenziata della frazione organica sviluppati in Italia si stanno dimostrando vincenti. Ci auguriamo che consumatori, cittadini e rappresentanti delle istituzioni possano sostenere con sempre più consapevolezza e forza, anche in Europa, il percorso di innovazione, crescita economico-occupazionale e tutela ambientale rappresentato dalla filiera dei manufatti biodegradabili e compostabili”, ha concluso Versari, presidente di Assobioplastiche.

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NASCE BIOREPACK!

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È stato costituito t a Roma il “Biorepack”, Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile a e compostabile. L’iniziativa, prima p in Europa e promossa da 6 tra i principali produttori e trasformatori di bioplastiche – Ceplast, Ecozema-Fabbrica Pinze i Schio, S hi Ibi plast, Industria Plastica Toscana, Novamont e Polycart –, si colloca all’interno del sistema CONAI come nuovo consorzio di filiera per la gestione a fine vita degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, che possono essere riciclati con la raccolta della frazione organica dei rifiuti e trasformati, con specifico trattamento industriale, in compost o biogas. “Si tratta di un progetto concreto di economia circolare – ha dichiarato Marco Versari, eletto presidente pro tempore del Consorzio – aperto a tutti gli operatori della filiera, compresi gli utilizzatori e i compostatori, che pone ancora una volta l’Italia all’avanguardia in Europa nel campo del riciclo biologico della frazione organica dei rifiuti urbani e dei materiali compostabili assimilati. Questa iniziativa – prosegue Marco Versari – consentirà alla filiera delle bioplastiche una migliore gestione dei propri imballaggi, ai cittadini di riconoscere tali materiali e conferirli correttamente nella raccolta dell’umido domestico e all’Italia di incrementare i risultati di riciclo raggiunti nel settore dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggi”. Lo statuto di Biorepack, redatto in conformità allo statuto tipo del Ministero dell’Ambiente vigente per i consorzi di filiera del CONAI, è stato trasmesso al Ministero stesso per l’approvazione. Con il decreto ministeriale di approvazione il sistema CONAI vedrà l’ingresso e beneficerà delle attività di un nuovo soggetto, deputato alla gestione di una tipologia di imballaggi con un fine vita del tutto peculiare (riciclo organico-compostaggio) rispetto a quello degli altri materiali presidiati dagli attuali sei consorzi di filiera del CONAI (per i metalli, CIAL per l’alluminio e RICREA per l’acciaio; per la carta, COMIECO; per il legno, RILEGNO; per la plastica riciclata sotto forma di plastica o con recupero energetico, COREPLA; per il vetro, COREVE).

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IN CORIPET ENTRANO DUE BIG Prosegue a pieno ritmo l’attività di Coripet nell’ambito del riciclo del PET opaco, il cd quarto flusso, considerato sino ad ora non riciclabile. Il consorzio, che lo scorso aprile ha ottenuto dal Ministero dell’Ambiente il via libera a operare autonomamente nella gestione del riciclo delle bottiglie PET, vanta ora nella propria compagine anche Granarolo SpA. Recente anche l’ingresso della Centrale del latte di Brescia. Composto inizialmente da 6 aziende produttrici di acque minerali e bevande analcoliche (Acque Minerali d’Italia, Ferrarelle SpA, Lete SpA, Maniva srl, Gruppo Sanpellegrino e Drink Cup – il 35% del mercato a valore delle acque minerali in Italia) e 3 aziende di riciclo di PET (Aliplast, Dentis Recycling Italy e Valplastic – il 75% del mercato di riferimento), con l’ingresso di Granarolo SPA e Centrale del Latte di Brescia, Coripet segna un significativo passo in avanti verso una nuova fase per il riciclo del PET. Corrado Dentis, Presidente Coripet afferma: “Questo ampliamento della compagine consortile rappresenta un passo importante, che va nella direzione di quello che noi abbiamo da sempre definito un progetto innovativo, in quanto diamo il via al riciclo del cd. quarto flusso, facendo diminuire il plasmix, ovvero la plastica oggi non direttamente riciclata meccanicamente ma utilizzata per il suo elevato potere energetico. Questa operazione – prosegue Dentis – da un lato ha un impatto interessante sulle tonnellate di PET sottratte alla discarica, dall’altro testimonia la volontà dei riciclatori presenti nel consorzio di investire in tecnologie per riciclare il PET opaco e contribuire a maggiori quantitativi raccolti ed avviati a riciclo per raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi europei.” Ambiziosi anche gli obiettivi che Coripet si pone: rendere concreto il ciclo “da bottiglia a nuova bottiglia”, ed arrivare a raccogliere, riciclare, recuperare il 90% delle bottiglie di plastica PET immesse sul mercato dalle aziende produttrici consorziate. Prima tappa raggiungere, dal primo anno, la quantità obbligatoria per legge, almeno il 60%, attraverso due modalità: da un lato integrandosi nell’attuale sistema di raccolta e selezione tramite accordi con Anci e gli impianti di selezione e, dall’altro, installando eco-compattatori presso i supermercati o gli altri soggetti interessati. Le bottiglie che saranno raccolte con gli eco-compattatori saranno avviate a nuova vita attraverso i riciclatori soci in Coripet, tutti in possesso del parere positivo di EFSA per la produzione di RPET idoneo al diretto contatto alimentare.

Accordo raggiunto tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sul testo della Direttiva che limita l’utilizzo di alcuni prodotti di plastica monouso - la cosiddetta “SUP” - che dovrà ora essere ratificato dal Parlamento europeo e dal Consiglio in vista della pubblicazione in GUUE. Anche nel testo di questa direttiva, come in quelle precedenti del pacchetto economia circolare e nella direttiva shopper, è stata tracciata una netta linea di demarcazione tra plastiche tradizionali, plastiche oxo degradabili - che vengono messe al bando nel territorio europeo in quanto non biodegradabili e compostabili - e plastiche biodegradabili (in compostaggio/ digestione anaerobica). Ha dichiarato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche: “Gli Stati membri hanno tutti gli strumenti per recepire le norme della direttiva SUP tenendo conto dei singoli contesti nazionali e dei relativi sistemi di gestione dei rifiuti, differenziando le misure di riduzione in base al diverso impatto ambientale dei singoli prodotti, come espressamente previsto dalla direttiva (LCA ed assessment)”. L’Italia potrà proseguire sulla strada già intrapresa in modo lungimirante diversi anni fa volta ad incentivare l’uso sia di prodotti riutilizzabili che di monouso compostabili, questi ultimi strettamente connessi con la raccolta e il riciclo organico dell’umido domestico e dunque con un ben definito, efficace ed efficiente circuito di riciclo (compostaggio). “Ciò consentirà all’industria italiana di riconvertirsi verso le produzioni sostenibili volute dall’Unione Europea, mantenendo occupazione e posti di lavoro in Italia”, ha concluso Versari.

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DIRETTIVA EUROPEA SULLA SUP, LA LUNGIMIRANZA DELL’ITALIA

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SIEMENS E BERTOLASO

Gruppo Bertolaso, soluzioni intelligenti per l’imbottigliamento L’affidabilità e l’innovazione sono per il Gruppo Bertolaso obiettivi importati che, uniti all’impegno di anticipare le necessità dei clienti, diventano valori fondamentali per l’intero Gruppo. Grazie ai sistemi Siemens integrati negli impianti dedicati al mondo del beverage, il Gruppo Bertolaso è in grado di garantire una gestione semplificata e più efficiente delle proprie macchine.

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ttivi a Zimella dal 1880 e giunto alla quinta generazione, il Gruppo Bertolaso è riferimento in tutto il mondo del beverage nell’offerta di soluzioni intelligenti per ogni esigenza di imbottigliamento. Grazie a sistemi integrati, chiavi in mano, Bertolaso risponde alla necessità di innovazione e di affidabilità di grandi e piccoli produttori in tutto il mondo. Dallo champagne ai whiskey, dai liquori orientali fino alle nuove birre artigianali o alle bevande a base di frutta nell’area mediterranea, Bertolaso ha da sempre una forte vocazione internazionale, con circa l’80% della produzione rivolta all’estero. I modelli delle macchine sono in continua evoluzione ma la filosofia operativa rimane la stessa: realizzare macchine di alto contenuto tecnologico che garantiscano massima precisione di risultato, elevata resa produttiva, facilità nella conduzione e affidabilità nel tempo.

sicurezza. Inoltre, l’eliminazione della rete Profibus e l’utilizzo di una sola rete ha contribuito a semplificare lo start-up dell’impianto, con una riduzione di circa il 30-40% del tempo necessario. Dopo l’iniziale aggiornamento tecnologico delle macchine con le nuove soluzioni Simatic S7-1500, Bertolaso ha realizzato macchine con oltre 25 assi gestisti da una sola CPU S7-1518F-4. Sono state anche utilizzate CPU S7-1500 per gestire camme elettroniche e inseguimenti di posizione. La gestione della Safety integrata ha permesso una semplificazione dell’utilizzo da parte dell’operatore delle macchine complesse, nonché la ricerca dei guasti. L’interfaccia Web del PLC e degli azionamenti ha inoltre permesso la riduzione del tempo di messa in installazione presso l’utilizzatore finale.

START-UP RIDOTTO DEL 40% Sono proprio l’affidabilità e l’innovazione ad aver spinto il Gruppo Bertolaso a scegliere la soluzione Siemens con una configurazione più scalabile e con una gestione delle reti più semplificata a bordo macchina. Il passaggio dalla CPU Simatic S7-317T alla Simatic S7-1516F, mantenendo la parte drive su Sinamics S120, ha semplificato la gestione degli assi. La possibilità di avere una CPU con Safety integrata ha ridotto notevolmente il cablaggio della parte di

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PROCESSING

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PET ENGINEERING / GEA PROCOMAC E HUEL

Huel Ready-to-drink Nutrizione completa On The Go Commercializzato in polvere, barrette e granola, Huel è ora disponibile anche nella versione readyto-drink nel pratico formato in PET da 500ml, sviluppato da PET Engineering in collaborazione con Gea Procomac.

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n fatturato di 14 milioni di sterline nel 2017 e 40 milioni nel 2018, è uno dei business dalla crescita più rapida della Gran Bretagna: stiamo parlando di Huel, l’azienda che, in meno di quattro anni, ha rivoluzionato il modo di nutrirsi offrendo ai propri consumatori pasti nutrizionalmente completi, convenienti e con un impatto minimo sugli animali e sull’ambiente. Commercializzato in polvere (HuelPowder), barrette (HuelBars) e granola (HuelGranola), da dicembre 2018 Huel è disponibile anche nella versione readyto-drink nel pratico formato in PET da 500ml sviluppato da PET Engineering in collaborazione con Gea Procomac.

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COERENZA E FUNZIONALITÀ

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Il design del packaging risponde alle due esigenze principali del brand: coerenza con il portfolio prodotti esistente e funzionalità. La prima esigenza è stata soddisfatta attraverso la creazione di una shape essenziale, la scelta del bianco come colorazione per la preforma, utile anche alla protezione del contenuto, e l’utilizzo di una full-sleeve che permette ampia visibilità del brand, come avviene anche nelle confezioni in cartone e in quelle di confezionamento singolo. Per la funzionalità, l’imboccatura larga 38mm consente un utilizzo on-the-go pratico e veloce, perfetto per quando si ha poco tempo e non si ha a disposizione una cucina per prepararsi un pasto sano e bilanciato. Con 26 vitamine essenziali, 20 grammi di proteine, solo 5g di zucchero e due gusti capaci di soddisfare anche i più golosi, Vaniglia e Frutti Rossi, Huel Ready-to-Drink è il nutrimento completo da portare sempre con sé.

riempimento e capsulatura anch’essi asettici. La certificazione FDA conferma che la tecnologia ABF 1.2 di GEA garantisce la massima affidabilità dell’impianto e la massima efficienza di sterilizzazione durante ogni fase del processo di imbottigliamento di bevande sensibili. Grazie all’isolatore microbiologico che include anche la giostra di soffiaggio asettica, ABF 1.2 soffia con aria sterile in un ambiente sterile le preforme precedentemente sottoposte ad un trattamento di decontaminazione con perossido di idrogeno che viene vaporizzato (VHP) contemporaneamente sulle superfici interne ed esterne delle preforme stesse. Il risultato è un processo di sterilizzazione preforme che si svolge in un’unica fase, permette di ridurre significativamente l’uso di agenti chimici e non richiede acqua durante la fase di risciacquo. Grazie al monitoraggio continuo di ogni parametro del processo di sterilizzazione e ai cicli operativi completamente automatizzati, con ABF 1.2 l’eventuale rischio di ricontaminazione delle bevande sensibili durante l’imbottigliamento viene eliminato

FOCUS TECNOLOGICO La bottiglia è prodotta con una linea asettica fornita dal Gruppo GEA che include il sistema ABF 1.2 (AsepticBlowFill). La linea asettica GEA - che ha ottenuto la certificazione FDA per la produzione e la distribuzione a temperatura ambiente negli USA di bevande a lunga conservazione e a bassa acidità - è costituita dall’integrazione di una soffiatrice rotativa completamente asettica con moduli di

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SIDEL E YILI CHINA

Yili China spinge sul PET per il confezionamento dei prodotti a base latte

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Yili China, primo produttore al mondo di liquidi a base latte, ha consolidato il pluriennale rapporto di fiducia instaurato con Sidel investendo in due linee PET asettiche con decontaminazione a secco.

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l produttore Yili, principale brand cinese nel settore dei latticini, ha dimostrato la sua ferma convinzione nelle possibilità offerte dal PET per il packaging dei prodotti a base latte con il recente acquisto e l’installazione di due linee complete asettiche per il confezionamento in PET, dotate di unità Sidel Combi Predis™ asettiche con tecnologia di sterilizzazione a secco delle preforme. Yili è il maggior produttore di liquidi a base latte del mondo e si impegna a offrire ai consumatori cinesi prodotti di alta qualità nutrienti, salutari e innovativi. La costante espansione del suo fatturato dimostra che l’azienda riesce a differenziare al meglio il suo brand proponendo prodotti caseari di alto livello. L’adozione dei contenitori in PET aiuterà Yili a sviluppare ulteriormente la sua attività, offrendo nuove esperienze di consumo più innovative rispetto al tradizionale formato in cartone, con una produzione più flessibile.

TOTALE FIDUCIA NEI VANTAGGI ASSOCIATI AL PET Yili crede fermamente nelle potenzialità del PET per il confezionamento dei suoi prodotti. Questo perché è un materiale che soddisfa perfettamente le aspettative dei consumatori cinesi in quanto pratico, infrangibile, richiudibile e riciclabile. Inoltre, il PET offre grande libertà sul fronte della progettazione delle bottiglie e permette quindi di differenziare il brand sugli scaffali dei supermercati cinesi. Un aspetto forse ancora più importante è il notevole vantaggio

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offerto dal PET in termini di protezione del prodotto fisico e barriera alimentare, per preservare le proprietà nutritive e sensoriali dello yogurt in ogni fase: dalla produzione alla conservazione e dalla spedizione alla distribuzione. L’ermeticità della chiusura accresce inoltre la praticità del PET, anche in assenza di uno strato di alluminio. Queste sono le ragioni che hanno spinto Yili a cambiare strategia e sostituire parte della sua produzione in cartoni con le bottiglie in PET, per introdurre nuovi contenitori più innovativi. Si tratta di una mossa pionieristica e di forte impatto sul mercato cinese dei latticini. Nell’ambito di questo cambiamento, lo yogurt greco Ambrosial è stato confezionato in bottigliette di PET monoporzione riscuotendo un grande successo tra i consumatori. A fronte della crescente domanda di mercato per questo yogurt da bere di alta qualità e in linea con il desiderio di innovare il brand, Yili ha deciso di investire in due nuove linee per il confezionamento asettico in PET. Sidel si è rivelata la scelta più logica per questo progetto, in virtù del solido e fidato rapporto di partnership sviluppato dalle due aziende in questi anni. Il team di Yili ha apprezzato soprattutto le osservazioni e i contributi di Sidel sui trend del mercato del beverage, la sua competenza nella progettazione dei contenitori e il suo vasto know-how in materia di confezionamento asettico in PET, tre aspetti fondamentali per il più importante brand cinese nel segmento dei prodotti a base latte.

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Con il supporto di Sidel, Yili è stata la prima azienda a imbottigliare in PET lo yogurt greco Ambrosial, precedentemente confezionato in cartoni, per la distribuzione a temperatura ambiente. Sidel e Yili hanno collaborato alla qualifica completa delle proprietà di barriera del PET e hanno identificato la tipologia di bottiglia più idonea a preservare il fresco sapore e il tenore vitaminico degli yogurt prodotti da Yili. La funzione di barriera è particolarmente importante dal momento che la qualità dello yogurt può essere facilmente compromessa dagli effetti della luce, dell’ossigeno e della temperatura. Tutte queste considerazioni hanno giustificato l’impiego di un contenitore opaco con effetto barriera totale. Gli esperti Sidel specializzati in latticini liquidi e relativi imballaggi hanno condotto una serie di test in laboratorio per definire il comportamento di vari prodotti a base latte (yogurt e latte bianco UHT) in diverse soluzioni protettive in PET (contenitori in PET multistrato e monostrato con diverse percentuali di TiO2). Hanno inoltre valutato l’opacità di diversi tappi per ottenere una barriera ottimale contro la luce e l’ossigeno e garantire la stabilità del prodotto, senza alcuna alterazione a livello di sapore e colore. Le analisi svolte hanno confermato che le soluzioni di barriera PET e tappatura approvate, abbinate alla tecnologia di confezionamento Sidel con riempimento asettico, consentono una shelf life di 5 mesi per lo yogurt e garantiscono la sicurezza dell’intera filiera produttiva per la distribuzione a temperatura ambiente. Il team Yili è rimasto particolarmente colpito dal supporto tecnico offerto da Sidel per lo sviluppo dei nuovi prodotti, ma anche dalla varietà dei metodi di prova implementati per qualificare le soluzioni protettive in PET.

UN PARTNER PER L’INTERA LINEA ASETTICA IN PET Yili ha acquistato due linee complete asettiche PET nello stesso anno, entrambe dotate di macchine a marchio Sidel e Tetra Pak Processing Systems. Ogni componente era quindi incentrato su un solo fornitore, dalla soluzione di processo alla valutazione del packaging in PET e dalla definizione della macchina alla consegna e il ramp-up. Queste linee, dotate di capacità produttive ad alta velocità per soddisfare la crescente domanda cinese di prodotti

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a base latte RTD (Ready-To-Drink), offrono anche l’opportunità di abbandonare la tradizionale tecnologia di decontaminazione umida delle bottiglie precedentemente utilizzata da Yili a favore dalla soluzione di soffiaggio-riempimento-tappatura in asettico di Sidel, con sterilizzazione a secco di tappi e preforme. Per Yili, questo si è rivelato un altro fattore decisivo nella scelta di rivolgersi a Sidel. Le soluzioni asettiche di tipo tradizionale utilizzano l’acido peracetico, che richiede il risciacquo delle bottiglie con sostanze chimiche o acqua calda. L’unità Sidel Combi Predis asettica, invece, sterilizza le preforme iniettando al loro interno vapore di perossido di idrogeno (H2O2), prima di riscaldarle nel forno. Questa tecnologia permette a Yili di ridurre gli scarti e il consumo di risorse, ottenendo una soluzione efficiente e competitiva. Eliminando l’impiego dell’acqua e riducendo al minimo l’utilizzo di sostanze chimiche per la decontaminazione delle preforme, la soluzione offerta da Sidel risolve una delle sfide più complesse affrontate oggigiorno dai produttori in termini di impatto ambientale. Oltre a una maggiore sostenibilità della produzione, questa soluzione fornisce elevati livelli di efficienza e un alto potenziale di alleggerimento delle bottiglie, reso possibile dall’assenza dei vincoli termici associati al tradizionale processo di risciacquo delle bottiglie.

UN DESIGN ADATTO ALLE FUTURE ESIGENZE PRODUTTIVE

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SHELF LIFE DI 5 MESI CON LA BARRIERA PET

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Yili intende diversificare il proprio portfolio introducendo altri prodotti a valore aggiunto per creare e mantenere un business sostenibile. Per questo motivo, necessita di una linea produttiva versatile che permetta di variare le ricette dei prodotti. Ecco perché le unità Sidel Combi Predis asettiche integrate nelle linee complete di Yili sono dotate di apposite valvole di dosaggio con maggiore diametro e di un meccanismo di regolazione della velocità che permettono all’azienda di prepararsi ad affrontare le future richieste del mercato. Per rispondere alle crescenti domande dei consumatori, Yili ha recentemente investito in tre nuove linee asettiche supplementari, dotate della tecnologia Sidel Combi Predis asettica, per ampliare la sua capacità produttiva.

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TSC E MEUKOW

Il brand di Cognac Meukow accelera sull’etichettatura dei cartoni di bottiglie

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L’azienda di Cognac Meukow, il cui simbolo è la pantera che rappresentala robustezza, l’eleganza e la morbidezza dei suoi cognac, si è affidata nuovamente alle stampanti TSC per integrare la sua piattaforma di sistemi completi di stampa/applicazione installati a fine linea per etichettare i cartoni di bottiglie.

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l Cognac Meukow è imbottigliato nelle Distillerie di Matha vicino a Cognac, al ritmo di 6000 bottiglie all’ora. Con le 6 linee di imbottigliamento, l’azienda è in grado di produrre 15 milioni di bottiglie di Cognac, Brandy e altri distillati, per un totale di 18.000 ettolitri, con un effettivo di 41 dipendenti e un fatturato annuo di 35 milioni di euro. Meukow ripone la sua fiducia in TSC da diversi anni, perché conosce perfettamente la qualità dei prodotti della casa costruttrice di Taiwan: durata garantita, ridotta manutenzione e semplicità d’uso, in grado di soddisfare ogni esigenza del produttore. Da tempo fornita di stampanti da tavolo TSC per l’etichettatura semi-automatica delle sue bottiglie, oggi l’azienda rinnova la sua fiducia integrando la sua piattaforma di sistemi completi di stampa/applicazione. La soluzione sviluppata dalla società LRI emessa a punto da ARCOCEAN, partner di TSC e di Meukow da oltre 15 anni, ha permesso di automatizzare completamente il processo di etichettatura sulle linee di imbottigliamento Meukow.

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VELOCITÀ DI STAMPA E FLESSIBILITÀ PRODUTTIVA Installata a fine linea per etichettare i cartoni di bottiglie, la soluzione si compone di un sistema che integra il nuovissimo meccanismo di stampa PEX-1000 di TSC. Estremamente efficace, il motore ad alta prestazione garantisce una velocità di stampa fino a 18 pollici al secondo, che lo rende il più veloce nella sua categoria. Il dispositivo è stato concepito per essere integrato con facilità a tutti i sistemi di stampa/applicazione, grazie alla sua struttura perfettamente compatibile con l’interfaccia GPIO. Il modulo completo comprende un pratico display a colori da 3,5 pollici con menù a 6 tasti e porta USB Host anteriore per l’aggiornamento più veloce. La risoluzione da 203 a 600 dpi, in base al modello, è in grado di soddisfare tutte le esigenze in materia di formattazione e stampa delle etichette, dal formato minimo di 5 mm di altezza, fino al formato massimo di 114 mm di larghezza. Il sistema è dotato di grande capacità di memoria di 512 MB

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Flash e 512 MB SDRAM e porte USB, parallele e seriali, Ethernet, USB Host e, in opzione, connessione wireless WiFi802.11 a/b/g/n e Bluetooth 4.0. Dopo la stampa dell’etichetta con il modulo PEX-1000 di TSC, un braccio articolato applica l’etichetta sul cartone da imballaggio,pronto per essere spedito a destinazione nei punti vendita del brand in Francia e all’estero. Le modifiche che ARCOCEAN ha apportato al sistema, quali l’estensione del braccio di applicazione dell’etichetta, permettono la perfetta compatibilità con la misura dei cartoni, mentre la creazione di una zona cuscinetto regola i tempi di uscita dell’etichetta adattandoli alla velocità del nastro trasportatore. Grazie alla completa automatizzazione dei processi di etichettatura, Meukow ha aumentato notevolmente il ritmo. Secondo Xavier Meignan, Direttore della Supply Chain, l’installazione del nuovo sistema di stampa/applicazione è stato un vero successo: “Oggi 2000 cartoni all’ora vengono preparati e etichettati sulle nostre linee di imballaggio interamente automatizzate, mentre i ritmi delle linee semi-automatiche non superavano i 150 cartoni/ora”.

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BREAKING NEWS

BIOPLOSE: SUCCHI, NETTARI E THÉ PER IL BENESSERE NATURALE Fonte Plose propone una linea di prodotti 100% biologici ideali per soddisfare i gusti più diversi dalla prima colazione e in ogni momento della giornata. Solo ingredienti bio, niente conservanti, niente coloranti artificiali, ricchi di gusto e proprietà naturali. Queste sono le principali caratteristiche della gamma dei succhi e nettari di frutta BioPlose e dei thé freddi Tea Collection. Mirtillo, Mela, Pera, Pesca, Albicocca, Arancia-carota, Pompelmo, Orange, Ananas, Melagrana: questi i frutti selezionati da Fonte Plose per offrire succhi e nettari unici nel gusto e allo stesso tempo salutari. I succhi e nettari BioPlose sono 100% biologici, senza conservanti, coloranti e OGM. Non contengono zuccheri aggiunti ma solo lo zucchero naturalmente presente nella frutta stessa. Tutti gli ingredienti, rigorosamente certificati biologici, sono scelti accuratamente rifornendosi da aziende che operano nel rispetto dell’ambiente e dei cicli della natura, per garantire gli standard qualitativi che caratterizzano tutta la produzione Fonte Plose. Ogni materia prima è studiata con attenzione dai tecnici e utilizzata in modo tale da mantenere quanto più inalterato possibile il gusto e le proprietà nutritive di ciascun frutto. Il mix di ingredienti che ne risulta porta a sapori inconfondibili e mai banali. Freschi e dissetanti, dall’originale design e imbottigliati rigorosamente in vetro per un gusto ancora più unico, i thé freddi Tea Collection promettono di stupire il cliente: dai classici thé alla pesca, thé al limone e thé verde ai più “moderni” Thé Bianco & Zenzero e Thè Bianco & Superfrutti. Nel segno di BioPlose, anch’essi biologici, senza conservanti, coloranti e OGM, né zuccheri aggiunti.

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PER CERES R NUOVE LATTINE SUPERPREMIUM

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Ceres entra a in un segmento innovativo per il mercato italiano e firma a una nuova gamma di lattine superpremium, dove affianca c alla mitica Strong Ale, una Ipa ed una Pilsner biologica. bi l i Ill design accattivante e moderno arricchisce il posizionamento street del brand: una gamma completa con gradazioni e stili differenti. Ogni birra della gamma ha una forte personalità: Lo stile di vita green, in continua ascesa in tutto il mondo, è stato abbracciato anche dalla Danimarca, con un’interpretazione moderna e giovane. Ceres Okologisk è una chiara a bassa gradazione (4,8°), tipica della tradizione danese: l’equilibrio tra la sua nota maltata ed il piacevole gusto amaro la rende un prodotto armonioso e moderno, garantendo una piacevole bevuta dall’aperitivo sino al dopocena. In linea con uno dei trend birrai del momento nasce Mosaic Ipa, 5,7°, prodotta all’interno del nostro storico birrificio di Odense, in Danimarca. L’utilizzo del luppolo Mosaic, famoso per la sua delicatezza, conferisce un bouquet particolarmente fruttato con note di mango, limone ed agrumi. Il carattere ed il gusto inconfondibile di Strong Ale, 7,7° lo si ritrova nel nuovo formato cool. Ceres con la gamma in lattina superpremium torna a rivoluzionare il mercato della birra con una proposta nuova e accattivante, che incarna l’anima del brand e abbraccia i nuovi gusti e la voglia di esplorare di chi ama la birra.

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ESTATHÉ CAMBIA FORMA, ORA È ANCHE IN VETRO Ferrero lancia un nuovo packaging dedicato al consumo fuori casa per uno dei suoi prodotti più iconici, Estathé, che viene proposto per la prima volta sotto vetro, nei gusti limone e pesca, per garantire agli amanti del vero infuso di thé un’esperienza di gusto unica. Per rendere ancora più premium la gamma di prodotto, Estathé ha scelto una bottiglia in vetro da 25 cl la cui forma reinterpreta in chiave moderna le “cannule” iconiche dell’amatissimo brick. Dal gusto naturale, piacevole e rinfrescante, Estathé offre la cultura del thé preparato secondo il tradizionale processo di infusione. Una bevanda pensata per chi vuole unire il gusto di un vero infuso di thé a un momento di puro piacere: nel nuovo formato in vetro è ideale da consumare direttamente al banco per una pausa durante la giornata, in abbinamento a un pasto veloce e durante il momento dell’aperitivo. L’innovativo e pratico tappo ring-pull, primo nella categoria, rende inoltre il consumatore protagonista dal momento dell’apertura fino al momento in cui lo gusta. L’animo ‘fun’, tipico di Estathé, si ritrova in una shape unica e destinata a divenire iconica: nel pieno rispetto dell’identità della marca.

Tre storie inedite dalla penna di un giornalista, un romanziere e un cantautore. Un nuovo vino. Un racconto che contempla l’ascolto di una canzone. Ecco le novità di Librottiglia. Non mancano sorprese, risate, momenti commoventi. La nuova edizione di Librottiglia è ricca di emozioni per chi vuole, come propone la collana, unire due piaceri in un’esperienza unica: tuffarsi nella piacevole lettura di un racconto assaggiando due calici di un vino d’eccellenza. Tre nuove storie brevi, tre nuovi autori e un nuovo “gioiello” dell’azienda vinicola piemontese Matteo Correggia arricchiscono la serie che ha vinto 11 premi internazionali ed è stata recensita in molti paesi grazie al suo design originale concepito dall’agenzia Reverse Innovation - l’etichetta di ogni bottiglia da 375ml funge da libretto. L’accostamento eno-letterario si basa sempre sulla relazione tra le suggestioni sensoriali comunicate dai “nettari degli dei” e gli scenari immaginati nelle opere. L’introduzione del Barbera è la novità dell’ultima annata. Fresco, molto fruttato, un vero invito all’apprezzamento quotidiano e alla convivialità, questo è un rosso che però richiede un po’ di tempo per esse decifrato nella sua pienezza, così come l’intrigante personaggio di “Posto finestrino”, l’avvincente racconto di viaggio firmato dal giornalista e scrittore Tommaso Pellizzari, a cui viene abbinato. Per suo tono accattivante e agile, “L’illuminazione”, del romanziere e autore teatrale Sal Costa, è la finzione tragicomica accomunata alla lievità e disinvoltura del bianco Roero Arneis. Cosa dire di più senza spifferare troppi dettagli della trama? Preparatevi, questa è senza dubbio un’insolita storia di “conversione”. Un semplice hobby, che diventa una passione, è il tema che accompagna l’intensità del Roero. Con suo stile coinvolgente, il cantautore Marco Iacampo svela l’incantevole corso di eventi reali che ha dato vita alla canzone “Il pescatore perfetto” e guida i lettori-degustatori alla scoperta dei particolari poetici della composizione. Per favorire un’atmosfera ancora più colma di stimoli per i sensi e l’immaginazione, un link indirizza al brano da ascoltare poi per riconoscere ogni riferimento contenuto nella narrazione. Un racconto più che adatto a questo rosso dal nobile vitigno Nebbiolo, frutto di una creazione e un’evoluzione abbastanza impegnativa ma altrettanto affascinante, come può essere una canzone. Per quelli che non hanno ancora letto i primi titoli di Librottiglia, continuano sullo scaffale digitale (www.librottiglia.com) le altre tre storie di successo, nelle versioni in italiano e in inglese: “La Rana nella Pancia” (favola scritta dalla cantautrice Patrizia Laquidara e collegata alla personalità non comune del rosso Anthos, un brachetto secco dall’inaspettato bouquet dolce), “Ti amo. Dimenticami” (della scrittrice e produttore culturale Regina Nadaes Marques, è la cronaca di un amore che cambia la vita, vivace come il Roero) e “L’omicidio” (un divertente giallo in tono con “lo spirito” del Roero Arneis firmato dal giornalista e autore satirico Danilo Zanelli).

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LE NUOVE EMOZIONI DI LIBROTTIGLIA

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BREAKING NEWS

VANITY, LA NUOVA ELEGANTE BOTTIGLIA DI ACQUA RECOARO Recoaro ha affidato a PET Engineering lo sviluppo della nuova bottiglia vetro a rendere Recoaro Vanity, destinata a sostenere il percorso di rinnovamento dell’immagine del marchio anche nel settore Horeca. A PET Engineering è stato richiesto di sviluppare un sistema identitario composto di bottiglia, tappo ed etichetta, che interpretasse in modo originale i valori del marchio e diventasse, nel tempo, iconico e differenziante. I designer sono partiti dall’analisi valoriale del marchio e dal suo posizionamento passato e a tendere per definire dei concept capaci di trasmettere il valore fondante di Recoaro: la purezza del luogo di origine. Da qui la shape scelta: elegante, semplice, senza decorazioni e con una etichetta minimal che lasci più spazio possibile alla protagonista della storia centenaria di Recoaro: l’acqua. E questa semplicità di forma, già di per sé unica sul mercato, è perfezionata da una scelta cromatica inusuale per l’indicazione delle varianti di gamma disponibile: rosa cipria per l’acqua naturale, verde salvia per quella leggermente frizzante e azzurro carta da zucchero per la versione frizzante.

SAN BENEDETTO PRESENTA LA LATTINA SLEEK “SINGLE SERVE”

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Acqua Minerale San Benedetto conferma ancora una volta la propria vocazione all’innovazione lanciando una grande novità per una speciale esperienza di consumo prêt-à-porter: l’acqua minerale in lattina Sleek da 33 cl. Nei gusti Naturale e Frizzante, l’innovativo formato in lattina ha un look elegante e prezioso, dal design essenziale e raffinato che esalta gli elementi iconici del brand. In primo piano gli scintillanti ghiacciai delle montagne dolomitiche richiamano la purezza e la leggerezza dell’Acqua Minerale San Benedetto. Realizzata completamente in alluminio, la lattina Sleek da 33 cl è sicura, pratica, funzionale e 100% riciclabile. Con la lattina Sleek “Single serve” 33 cl, Acqua Minerale San Benedetto amplia la vasta gamma di prodotti con formati studiati per soddisfare ogni esigenza. Una novità nata per rispondere anche all’alta richiesta di acqua minerale in lattina soprattutto all’estero, mercato in cui San Benedetto si sta sempre più affermando.

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CAPTAIN MARVEL INSIEME AGLI AVENGERS SULLE NUOVE LATTINE COCA-COLA Il film Avengers: Endgame arriverà nei cinema solo ad aprile, tuttavia online sono apparse le foto delle lattine da collezione della Coca-Cola che ritraggono anche Captain Marvel. L’eroina, interpretata da Brie Larson nel cinecomic che ha debuttato nelle sale da pochi giorni, è infatti uno dei personaggi al centro della campagna promozionale che vede coinvolti i membri originali dell’eroico team che collaboreranno con Carol Danvers per sconfiggere il malvagio Thanos.

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MiCo LAB - Milano Congressi, 27-28 March

Sapere di birra: formazione di qualitĂ . craft-beer-italy.it

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BREAKING NEWS

ANTARES VISION VERSO LA QUOTAZIONE IN BORSA ALP.I S.p.A. (l’Emittente)* e Antares Vision S.r.l. informano che la “Roadshow Presentation”, relativa all’operazione di integrazione societaria tra ALP.I e Antares Vision annunciata dall’Emittente il 19 dicembre 2018 (la Business Combination), è consultabile online sul sito internet dell’Emittente, Sezione “Investor Relations – Business Combination”. Si illustrano di seguito le principali informazioni finanziarie esposte nella Roadshow Presentation. Al 31 dicembre 2018 Antares Vision si attende, a livello consolidato, ricavi superiori a Euro 110 milioni, un EBIT superiore a Euro 30 milioni (marginalità superiore al 27%), un Utile Netto superiore a Euro 20 milioni (marginalità superiore al 17%) e una generazione di cassa (definita come EBITDA al netto delle Capex) superiore a Euro 30 milioni (incidenza su EBITDA superiore al 95%). Al fine di fornire un aggiornamento dell’andamento economico e finanziario di Antares Vision, si riepilogano di seguito le principali informazioni finanziarie estratte dal bilancio civilistico al 30 settembre 2018, predisposto e approvato dal Consiglio di Amministrazione di Antares Vision quale situazione patrimoniale ex 2501-quater c.c. (la Situazione Patrimoniale al 30.09). La Situazione Patrimoniale al 30.09 presenta ricavi delle vendite e delle prestazioni di circa Euro 78 milioni, una differenza tra valore e costi della produzione di circa Euro 23 milioni e una posizione finanziaria netta positiva (cassa) di circa Euro 24 milioni. I principali dati gestionali consolidati al 30 settembre 2018 mostrano ricavi di circa Euro 84 milioni, un EBIT di circa Euro 24 milioni e una posizione finanziaria netta positiva (cassa) di circa Euro 29 milioni. * La special purpose acquisition company promossa da Mediobanca – Banca di Credito Finanziario, Roberto Marsella, Stefano Rangone, Massimo Perona e Stefano Giambelli e quotata su AIM Italia / Mercato alternativo del Capitale, sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A.

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I FUTURI R ENOLOGI IN VISITA AGLI IMPIANTI M O-I DI SAN POLO

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Lo stabilimento e O-I Owens Illinois di San Polo in Piave, produttore di packaging in vetr vetro, ha ospitato una trentina di studenti del corso di laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche dell’università di Padova, sede di Conegliano Veneto. Grazie all’iniziativa del professor Simone Vincenzi, docente di Tecnologie Alimentarie di Enologia 2, una nuova generazione di futuri enologi – tra cui anche due studentesse spagnole Erasmus – hanno avuto l’occasione di conoscere da vicino la tecnologia che sta alla base della produzione delle bottiglie in vetro. Grazie al suo essere partner di molti dei principali produttori di marchi di alimenti e bevande a livello globale, O-I ha potuto infatti dispiegare negli impianti di San Polo soluzioni tecnologiche all’avanguardia applicate al ciclo produttivo delle bottiglie in vetro: nove linee produttive, tre forni di cui uno di recentissima introduzione e macchine ispettive di ultima generazione. “I consumatori non comprano solo un vino, ma sempre più spesso il packaging, e cioè bottiglia e tappo. I marchi sono quindi obbligati a investire sulla differenziazione: se è vero che più del 70% delle decisioni di acquisto vengono prese davanti allo scaffale, il packaging deve saper raccontare la storia del brand a colpo d’occhio”, ha dichiarato il professor Simone Vincenzi. “Sono convinto che, per far crescere professionisti veramente completi, oltre a insegnare loro come si fa il vino sia necessario far conoscere le caratteristiche di uno strumento di marketing così potente come il contenitore, la bottiglia. Entrare in un’azienda come O-I, che serve clienti in ogni angolo del mondo, è a mio parere un modo eccellente per approfondire e affinare una serie di competenze tecniche, per esempio come scegliere una bottiglia in funzione del tipo di vino. Ma allo stesso tempo è anche un’occasione di confronto per capire quali sono le sfide reali che muovono i mercati internazionali”. “Oggi il packaging rappresenta molto più di un semplice imballaggio: è un abito che protegge, cura e contiene il prodotto stesso. È un modo diretto di comunicare le qualità e le caratteristiche di un prodotto e di trasmetterne i valori più importanti”, ha aggiunto Giovanni Saudati, direttore commerciale di O-I Italia. “Il vetro, nonostante sia un materiale antico, grazie alla sua flessibilità progettuale e alla sua versatilità è sempre più spesso chiamato a fornire ai marchi la differenziazione necessaria per conquistare il mercato. In questa ricerca di un’identità unica, innovazione e tradizione convivono perfettamente: le forme tradizionali di bottiglia – come la bordolese, la borgognotta o da champagne - restano indicatori immediati sullo stile del vino, anche se il prodotto proviene da un paese diverso. Su questa base, grazie a un team internazionale di designer, ingegneri e ricercatori,O-I è poi in grado di sviluppare soluzioni di packaging totalmente innovative per forme, colori, personalizzazioni e opzioni di imboccatura/chiusura”. La visita ha previsto una doppia sessione: formazione in aula e formazione sulla linea produttiva. In entrambi i casi al centro del tema vi era la sostenibilità, in quanto il vetro è un materiale naturale al 100%, riutilizzabile e riciclabile all’infinito. Su questo fronte gli interventi di ammodernamento degli anni scorsi dello stabilimento di San Polo hanno infatti permesso di ridurre del 50%le emissioni di CO2 e oggi lo stabilimento può lavorare fino al 90% di vetro riciclato insieme a una estesa capacità di produrre contenitori in vetro più leggeri.

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RAJAPACK RADDOPPIA IL SUO MAGAZZINO La filiale italiana del Gruppo RAJA, società europea di riferimento nella distribuzione di imballaggi e forniture alle aziende, annuncia l’ampliamento del suo magazzino. Dopo soli due mesi di lavoro è stato completato l’allestimento di un secondo spazio collegato al magazzino storico che è operativo da novembre. Rajapack ha deciso di raddoppiare la capacità del proprio magazzino per migliorare ulteriormente il servizio verso i propri clienti, garantendo costantemente la disponibilità dei prodotti a stock e la consegna in 24/48h in tutta Italia. Questa scelta, volta ad accompagnare la costante crescita dell’azienda, precede un importante sviluppo delle gamme di prodotto nei mesi a venire. Da 6.000 mq a 12.000mq, 12.000 posti pallet, 18 rampe di carico. Questi sono alcuni numeri del significativo investimento di Rajapack. Un ampliamento che permette alla società di diventare il magazzino delle aziende stesse e fornire loro diversi vantaggi logistici a dimostrazione della profonda attenzione ai bisogni e alle esigenze del cliente da sempre presente nel DNA di Rajapack. L’ampliamento del magazzino prevede inoltre l’apertura di un nuovo showroom e la diversificazione dello spazio in precise aree di lavoro: ricevimento merci, spedizioni, prodotti Lorenza Zanardi, Direttore Generale voluminosi, area per i grandi clienti e parco macchine. Una riorganizzazione sempre più di Rajapack Italia ricercata e necessaria se si considera che l’azienda piacentina conta 100 fornitori attivi e più di 600 colli in uscita al giorno. “L’ampliamento del magazzino certifica l’importante crescita di Rajapack in Italia”, afferma Lorenza Zanardi, Direttore Generale di Rajapack Italia. “Questo investimento rappresenta infatti un significativo tassello nel nostro piano strategico che mira ad un continuo miglioramento dell’offerta e dei servizi dedicati ai nostri clienti”.

Nel suo nuovo stabilimento per materiali adesivi, HERMA si affiderà a un sistema di trasporto automatizzato per carichi pesanti le cui credenziali devono molto al settore dell’aviazione. Quando HERMA commissionerà il suo nuovo impianto di verniciatura per materiali adesivi a Filderstadt nell’autunno 2019, ospiterà anche una prima assoluta nel settore della movimentazione di materiali interni. Speciali veicoli guidati saranno progettati per trasportare carichi pesanti e si occuperanno di spostare automaticamente materie prime, come carta e pellicola, nonché prodotti semilavorati e bobine di materiale adesivo. “I veicoli a guida automatica, o AGV in breve, sono generalmente in uso in altri settori, ma per le dimensioni che richiediamo non si ritiene che esistano precedenti nel nostro settore”, spiega Frank Baude, responsabile della logistica di HERMA. “Stiamo parlando di veicoli in grado di muovere bobine larghe fino a due metri e pesanti fino a quattro tonnellate e mezzo”. Le dimensioni di un AGV che trasporta uno di questi rulli sono praticamente le stesse di quelle dei grandi furgoni commerciali. “È stato necessario effettuare molte ricerche per trovare fornitori disposti a costruire veicoli con la capacità di carico necessaria”, continua Baude. La tecnologia ora adottata da HERMA è convenzionalmente utilizzata per il trasporto di materiale rotabile, pale di turbine eoliche o fusoliere di aviazione all’interno di sale di assemblaggio industriali. Non meno di dieci di questi AGV navigheranno attraverso il nuovo impianto di rivestimento. Saranno raggiunti da quattro veicoli più piccoli con un’altezza di lavoro inferiore ed ergonomica, da utilizzare laddove le operazioni manuali, come lo srotolamento, devono essere eseguite sui rulli. I corridoi del nuovo impianto di rivestimento sono progettati per consentire a due grandi AGV di passare uno accanto all’altro. “Questo crea anche un sistema di trasporto ridondante - se un AGV viene abbandonato, ogni posizione nella struttura di produzione rimane accessibile”, commenta Baude. Ogni veicolo possiede quattro ruote che possono ruotare di 360 gradi, due delle quali sono azionate da un potente motore elettrico. Gli AGV sono controllati da più scanner integrati, che navigano facendo riferimento a punti fissi nell’impianto. Per questo motivo, non sono richiesti né anelli di induzione né magneti. Alcune delle posizioni definite sulle macchine di rivestimento devono essere raggiunte con una precisione di posizionamento di ± 2 millimetri. “Questo si ottiene tramite i codici a barre nel pavimento, che consentono all’AGV di identificare il suo corretto orientamento”, spiega Baude. Gli AGV si occuperanno di tutti i movimenti tra il nuovo magazzino e gli scaffali, che raggiungono altezze di 35 metri su 13 livelli, le due macchine di rivestimento e le taglierine. E, per la prima volta in HERMA, nessuno dei materiali trasportati richiederà pallet o altri supporti. In altre parole, i rulli poggiano direttamente sul pianale del veicolo. “In passato, le schegge di legno dei pallet erano un problema ricorrente. Non solo hanno dato origine a sporco non necessario, ma hanno anche interferito con i sensori dei nostri sistemi di trasporto”, commenta Baude. Poiché HERMA produce esclusivamente in Germania, i processi di produzione e logistica altamente automatizzati sono fondamentali per rimanere competitivi. Nel periodo fino all’autunno 2019, la società avrà investito circa 80 milioni di euro nel nuovo impianto di verniciatura di Filderstadt. Un ulteriore importo di 20 milioni di euro verrà convogliato in un nuovo stabilimento di etichettatura, dove la produzione è prevista per l’inizio del 2019. Per il momento, HERMA continua a produrre le sue macchine a Deizisau.

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FLUSSO AUTOMATIZZATO DEL MATERIALE NEL NUOVO IMPIANTO HERMA

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BREAKING NEWS

PLCNEXT STORE: SOFTWARE STORE PER SOLUZIONI DI AUTOMAZIONE Phoenix Contact presenta PLCnext Store, il software store per la propria piattaforma di controllo aperta PLCnext. Lo store offre applicazioni software (app) con le quali l’utente può ampliare il proprio controllore PLCnext Control con nuove funzioni tecniche. A seconda dell’app, l’utente può anche non necessitare di approfondite competenze di programmazione per creare la propria applicazione utilizzando le soluzioni software proposte. L’apertura dello store consente a Phoenix Contact, ma anche a sviluppatori terzi, di proporre per la vendita le proprie applicazioni sviluppate. Ciò rende lo store interessante, non solo per gli utenti programmatori di PLC, ma anche per i fornitori di software. La semplicità di accesso alle applicazioni software ed un ridotto sforzo di programmazione velocizzano lo sviluppo delle applicazioni. La crescita dinamica dell’offerta di app consente di creare soluzioni innovative e di aumentare la versatilità e le possibilità applicative delle soluzioni per l’automazione. PLCnext Store rende disponibile una grande varietà di app per ogni esigenza applicativa - dalle librerie software per una programmazione più rapida fino alle app con funzionalità che non richiedono alcuna esperienza di programmazione: basta parametrizzare il controllore ed adattarlo ai requisiti individuali sul campo.

ASPIRATORI CENTRIFUGHI ANTICORROSIONE PROFESSIONALI

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Plastifer, azienda produttrice specializzata nel settore della ventilazione, nella lavorazione di articoli in Polipropilene PP anticorrosione resistente agli agenti chimici e nella realizzazione d’impianti d’aspirazione industriali e torri di lavaggio gas, propone una gamma di ventilatori anticorrosione adatti ad essere impiegati su macchine e linee di imbottigliamento. Plastifer è in grado di offrire una gamma di aspiratori centrifughi realizzati in polipropilene stampato ad iniezione, interamente costruiti con materiale antiacido per estrazione di fumi corrosivi, normalmente usati nei laboratori, cappe di aspirazione, impianti chimici e impianti farmaceutici. Sono particolarmente impiegati dove si richiede resistenza agli agenti chimici, silenziosità e risparmio energetico. Da oltre 50 anni l’azienda si pone due obiettivi prioritari: realizzare dei prodotti di alta qualità ed essere tecnologicamente innovativi. Attraverso queste due linee guida e con un team di lavoro altamente specializzato, Plastifer può seguire la propria mission aziendale, ossia offrire un eccellente servizio al cliente. Nel corso degli anni, Plastifer ha sviluppato diverse linee di prodotto, tra cui: POLYFAN - Ventilatori centrifughi professionali in Polipropilene PP, antiacido e resistenti alla corrosione. POLYSINK - Piani lavelli e vasche in polipropilene anticorrosione. FILTERBOX - Filtri in PVC anticorrosione con sistema di carboni attivi per la filtrazione e purificazione dell’aria negli impianti d’aspirazione. TERFU - Una gamma che comprende bracci aspiranti studiati per l’aspirazione localizzata in postazioni di lavoro in cui è richiesta un’elevata mobilità, come per industrie e laboratori.

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RITTAL, NUOVO ARMADIO DI GRANDI DIMENSIONI AD ELEVATO VALORE AGGIUNTO Il nuovo armadio di grandi dimensioni VX25 di Rittal offre ai costruttori di quadri e apparecchiature elettriche un significativo valore aggiunto grazie a caratteristiche quali alta efficienza, facilità di montaggio ed elevati livelli di sicurezza. Vantaggi disponibili anche nelle versioni in acciaio inox 100% e NEMA 4X, che Rittal ha reso conformi ai più severi requisiti di protezione dalla corrosione, per l’impiego in ambienti esposti a polveri, spruzzi e getti d’acqua. Oltre al telaio, alle porte, alle parti piane e al fondo, anche le parti esterne, come le cerniere a 180° e le varianti della maniglia Comfort, sono realizzate in acciaio inox. Se entrambi gli armadi in acciaio e acciaio inox sono forniti di serie con grado di protezione IP 55 e NEMA 12, la versione opzionale NEMA 4X, corrispondente al grado di protezione IP66, offre una protezione ancora maggiore anche in condizioni difficili. Qualora fosse poi necessario equipaggiare gli armadi VX25 in acciaio inox con una tecnologia di raffreddamento a risparmio energetico per l’uso in ambienti gravosi, i condizionatori Rittal Blue e+ in acciaio inossidabile sono la soluzione ideale. Per l’industria alimentare, inoltre, Rittal offre soluzioni perfette per produzioni a elevato grado d’igiene nei processi, soprattutto in quelli di lavorazione a ciclo aperto, dove sono necessarie guarnizioni altamente resistenti a detergenti e disinfettanti ed è fondamentale che macchine e impianti siano dotati di armadi, cassette di derivazione e contenitori di comando ottimizzati in termini igienici. Rittal Hygienic Design(HD) aumenta l’igiene sugli impianti, riduce l’uso di mezzi di pulizia e disinfezione ottimizzandone i risultati, contribuisce a incrementare la produttività e riduce i rischi di contaminazione, aumentando l’efficienza energetica. Le cassette di derivazione e gli armadi compatti della serie HD vantano caratteristiche superficiali ideali per una pulizia efficace in tempi rapidi. Numerosi accessori compatibili, come i distanziali da parete e i bocchettoni passacavi specifici per applicazioni igieniche, completano infine la gamma per essere conformi a verifiche ispettive da parte di IFS 6 (International Food Standard) e di terze parti.

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14 – 17. 5. 2019

Fiera leader internazionale dei tessili tecnici e dei tessuti non-tessuti

Frankfurt am Main

Textile Solutions for

Packaging and Logistics Scopri gli ultimi sviluppi e le soluzioni orientate al futuro per il packaging, il confezionamento e il trasporto di merci di vario genere. Espositori provenienti da tutto il mondo presentano visioni, tendenze e innovazioni che ti porteranno al successo. techtextil.com visitatori@italy.messefrankfurt.com Tel. +39 02-880 77 81

in concomitanza con:

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EVENTI

SIMEI

Riflettori puntati sul vino e non solo Anticipazioni dal programma di eventi e incontri in preparazione per la grande fiera della tecnologia e dei prodotti per l’enologia che si terrà dal 19 al 22 novembre 2019 a Milano Fiera - Rho.

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all’architettura alle uso delle botti, dalle donne del vino al packaging alla viticoltura eroica per finire con attività di alta formazione in enologia: Simei 2019 anticipa le linee guida di un programma di eventi ed incontri che renderanno l’appuntamento di Milano con la tecnologia ed i prodotti per l’enologia ancora più stimolante. Si inizierà con uno dei più importanti architetti francesi che ha firmato progetti di cantine iconiche del calibro di Chateau d’Yquem e di Cheval Blanc, Olivier Chadebost, protagonista di incontri sul il ruolo dell’architettura nel progetto e nel marketing di una cantina. Poi, alcuni tra i più grandi enologi e produttori divino a livello mondiale si interrogheranno sulle nuove frontiere dell’utilizzo del legno nella produzione e affinamento dei vini in un esclusivo simposio internazionale, mentre le donne del vino, provenienti dalle associazioni attive in tutti i continenti, si ritroveranno nella loro prima convention mondiale. Dopo una approfondimento sulle prospettive di crescita che oggi si trova di fronte la viticoltura eroica, il programma degli incontri di SIMEi sarà scandagliato da una serie di appuntamenti dedicati alla formazione e aggiornamento in tema di ricerca enologica. Dal vino, si passerà, infine, all’olio extra vergine d’oliva in un confronto internazionale tra i due principali paesi produttori al mondo, Italia e Spagna, sul packaging e il visual design cercando di rispondere alla domanda su come vestire gli oli extra vergini di oliva per essere vincenti sul mercato. Insomma, una serie di eventi dove la nutrita e autorevole partecipazione di protagonisti della scena internazionale contribuirà a costruire un dibattito “globale”, trasformando così la vetrina espositiva in un grande palcoscenico: un confronto sulle principali tendenze che oggi guidano e condizionano lo sviluppo del comparto economico che si ritrova a SIMEI.

delle imprese italiane. Obiettivo: raddoppiare la presenza di buyer, operatori e produttori provenienti da tutte le regioni viticole mondiali, al fine di sviluppare nuove collaborazioni con le istituzioni pubbliche e le associazioni di rappresentanza dei produttori e i professionisti della vitivinicoltura anche a livello internazionale. Altra novità dell’edizione 2019, pur mantenendo SIMEI la propria “verticalità” sul mondo del vino, sarà l’apertura, in maniera organica e strutturata, a quelle filiere produttive affini al vino, quali l’olio, le birre artigianali e non, e il vasto mondo degli spirits che, con l’enologia, condividono sempre di più processi, pratiche produttive e, quindi, tecnologie, prodotti e accessori. “La globalizzazione dei consumi ma anche delle produzioni – ha detto Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini – ci ha spinto a rivedere l’impianto generale di SIMEI, estendendolo a settori produttivi del ‘liquid food’ vicini al vino, ma soprattutto allargando in maniera sistematica e organizzata la strategia promozionale della fiera verso un orizzonte internazionale. In questa direzione stiamo lavorando a un più forte coinvolgimento di ICE-Agenzia, SIMEST e della stessa Fiera Milano nella promozione dell’incoming, proseguiamo nella partnership con Fiera Monaco e, insieme all’associazione ANFORMAPE, vogliamo programmare lo sviluppo di nuove iniziative a favore delle imprese italiane ed estere che aderiranno al ‘Progetto SIMEI’, perché quando parliamo di vino, un ambasciatore eccezionale del made in Italy, è importante sottolineare la componente tecnologica delle macchine che aiutano i nostri imprenditori a lavorare meglio”. Nella nuova strategia della fiera rientra, infatti, anche un nuovo ruolo dell’associazione di categoria delle imprese della filiera tecnologica dei prodotti ed accessori per l’enologia, ANFORMAPE che ha presentato un nuovo e ambizioso piano di attività rivolto alle imprese del settore.

PAROLA D’ORDINE: INCOMING Parola d’ordine di questa nuova edizione è Incoming, progetto che nel 2017 ha portato al SIMEI oltre 150 delegati da tutto il mondo e che verrà potenziato per questa nuova edizione attraverso un forte impiego di energie e risorse di promozione internazionale anche grazie a Simest, società del Gruppo Cassa depositi e prestiti che sostiene la crescita

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EVENTI

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Smart Production Solutions la nuova frontiera dell’automazione La 29ª edizione di SPS IPC Drives è giunta al termine. La kermesse convince per il suo carattere innovativo e per i numerosi highlights. Un totale di 65.700 visitatori sono giunti a Norimberga alla fine dell’anno per informarsi sugli ultimi prodotti e soluzioni del settore dell’automazione e porre le basi per un anno commerciale 2019 di successo.

per l’azienda WAGO Kontaktechnik ed ha portato a casa il premio in denaro di 8.000 euro.

PER UN MONDO INDUSTRIALE DIGITALIZZATO L’area espositiva “Software e IT nella produzione” è cresciuta nuovamente e alla SPS IPC Drives 2018, oltre al padiglione 6, ha occupato anche il padiglione 5. Qui, ma anche in tutta la fiera, i visitatori di settore hanno potuto informarsi soprattutto sulle soluzioni digitali per l’industria, sulla Cyber-Security, sui servizi cloud e sul 5G. I punti maggiormente visitati sono stati anche gli stand collettivi “Automation meets IT” e “wireless in automation”, i cui argomenti chiave Industria 4.0 e Tecnologie radio innovative, allo stesso modo hanno un impatto sul mondo dell’automazione di domani.

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Un tema, quello della formazione, che si concretizzerà in fiera all’interno del percorso District_4.0, dedicato alla trasformazione e evoluzione di quattro aree fondamentali del settore industriale con casi applicativi di automazione avanzata, robotica e meccatronica, digitale e academy. Per ognuna di queste aree industriali è previsto il coinvolgimento di un partner accademico, per rafforzare il concetto di formazione, anche con momenti didattici in aula.

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anno trovato quanto stavano cercando nei 136.000 m² della fiera con 1.630 espositori provenienti da tutto il mondo. In un totale di 17 padiglioni espositivi, quindi ancora una volta in crescita rispetto all’anno precedente, utenti e decision maker hanno visitato gli stand e si sono scambiati opinioni sulle attuali tendenze e tecnologie del futuro nell’automazione industriale. Oltre all’ampia offerta di conoscenza e di informazioni negli stand, anche il programma generale è stato particolarmente convincente: le visite guidate sui temi della Smart production, della Smart connectivity e IT-Security nell’automazione sono state altrettanto apprezzate dai partecipanti, così come le numerose tavole rotonde e le relazioni specialistiche dei quattro forum. Inoltre, durante il primo giorno della fiera sono stati presentati i risultati del primo hackathon. Alla vigilia della fiera, le start-up hanno avuto 48 ore per sviluppare idee digitali innovative per l’automazione intelligente. La competizione è stata vinta dalla Startup Othermo che è stata in grado di trovare una soluzione

UN NUOVO NOME PER SPS Dal 2019 SPS IPC Drives cambierà nome: SPS – Smart Production Solutions. Il nome tradizionale della fiera rimasto invariato per 30 anni adesso è cambiato, ma il concetto ed il contenuto ormai collaudati, restano invariati. L’organizzatore Mesago Messe Frankfurt GmbH ha tenuto in considerazione la trasformazione digitale dell’industria e promette ulteriore rilevanza, competenza e uno scambio da pari a pari. Il prossimo anno la fiera specialistica per l’automazione industriale si terrà dal 26 al 28 novembre 2018 al Centro fieristico (Messezentrum) di Norimberga.

I NUMERI IN SINTESI Espositori: 1.630 Superficie espositiva: 136.000 m² Visitatori: 65.700

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eventi

INPRINT ITALY

A Milano l’innovazione incontra la produzione manifatturiera Qualità e innovazione protagonisti della seconda edizione di InPrint Italy. Crescono in fiera anche le soluzioni di tecnologie di stampa. Appuntamento al 2020, al MiCo di Milano.

L’

Italia si conferma un mercato vivace e interessato alle soluzioni integrate. La buona notizia arriva da InPrint Italy, l’esposizione internazionale delle tecnologie di stampa per la produzione manifatturiera, che il 22 novembre ha concluso la seconda edizione presso il centro espositivo MiCo – Milano Congressi, organizzata da Mack Brooks Exhibitions. L’esposizione si conferma il punto di incontro tra chi progetta e chi cerca soluzioni di tecnologie di stampa per la produzione manifatturiera. Numerose le richieste dal mondo del fashion, delle decorazioni di interni e automotive. In aumento le applicazioni delle tecnologie e le collaborazioni tra espositori, stimolati dalle richieste dirette dei visitatori di InPrint Italy.

I NUMERI DI UN SUCCESSO Nella scorsa tre giorni, un totale di 2.260 visitatori ha potuto incontrare 109 espositori provenienti da 18 Paesi. Il 70% dei visitatori era italiano, mentre il 30% estero, proveniente da 50 Paesi. Dopo l’Italia, i Paesi di maggior affluenza di visitatori sono stati Germania, Svizzera, Francia, Regno Unito e Spagna. Big della stampa industriale e nuove realtà in crescita hanno portato a Milano il meglio delle novità dei tre settori di applicazione delle tecnologie di stampa industriale - funzionale, decorativa e di imballaggio. L’area di maggior interesse è stata la stampa decorativa, con il 48% dei visitatori, seguita da quella funzionale (45%), dalla stampa per imballaggi (34%) e dalla stampa 3D/produzione additiva (20%). I prodotti e i servizi maggiormente ricercati sono stati i macchinari e sistemi di stampa, gli inchiostri, le testine di stampa e i materiali e substrati. Gli organizzatori hanno ideato questa edizione di InPrint Italy come un luogo di eccellenza per collegare nuovi mercati, generare nuove possibilità e creare nuove opportunità per le tecnologie di stampa avanzate mirate al mondo manifatturiero. I visitatori hanno potuto trovare le soluzioni per integrare nuove tecnologie di stampa, migliorare i processi esistenti o introdurre un nuovo rivoluzionario sistema digitale nella produzione. Ampia soddisfazione da parte degli espositori per la qualità dei visitatori, che hanno accolto le proposte in mostra, ma hanno anche stimolato

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e coinvolto le aziende nella ricerca di soluzioni personalizzate per le proprie applicazioni industriali con richieste altamente specifiche. InPrint Italy è stata visitata da aziende leader in diversi settori: moda e tessile (Salvatore Ferragamo, Louis Vuitton, Levi’s footwear and accessories, Geox SpA, Calzedonia, Samsonite, Miroglio Textile, Tucano Urbano, Ratti, Swatch Group), decorazioni di interni (Alfredo Salvadori), ceramiche e pavimenti (Marazzi Group), beni di lusso (Danor, Luxottica), elettronica (BTicino, IBM, Alcatel Lucent, STMicr), automotive (Demmel AG, Magneti Marelli, Sparco, Alcantara, Brembo SpA), software (Google), packaging (Ardagh group, Procter&Gamble, COCA COLA HBC, Venchi, A. Loacker, F.lli Saclà, Bauli, Luxoro), elettrodomestici e accessori casa (Groupe SEB, Tefal), farmaceutica (Unifarco, Artsana), stampa (HP, Xerox, Kodak, Durst Phototechnik AG, Atlantic Zeiser). L’esposizione è stata supportata da un ampio programma di conferenze e seminari sponsorizzato da Xaar: sono stati 518 i partecipanti che durante i tre giorni hanno preso parte alle 72 sessioni tenute da relatori internazionali. A partire dai primi due giorni di Conferenza Tecnica, in cui circa 20 aziende si sono confrontate sulla tecnologia a getto d’inchiostro nelle applicazioni industriali oltre a realtà come IMI Europe, TCM, Università di Sheffield e la conferenza organizzata dalla rivista Wide.

INPRINT ITALY RITORNA NEL 2020 È stata confermata la terza edizione di InPrint Italy, che si terrà al MiCo – Milano Congressi dal 24 al 26 novembre 2020. Importanti espositori hanno già prenotato il loro spazio, tra cui Ricoh, Roland DG Mid Europe, Fujifilm, Agfa, Inx Digital, Cefla e Sensient. In attesa del prossimo appuntamento in Italia, Mack Brooks Exhibitions ha già in programma altri eventi InPrint: dal 9 all’11 aprile 2019 a Louisville, negli USA, e dal 12 al 14 novembre 2019 a Monaco di Baviera, in Germania.

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eventi

BEER ATTRACTION E BBTECH EXPO

Birre e bevande polo aggregatore di food e filiera del beverage Beer Attraction e BBTech Expo 2019, alla fiera di Rimini, hanno chiuso un’edizione definita dagli organizzatori “strepitosa”. Oltre 32mila presenze per gli appuntamenti delle tecnologie per la filiera beverage e del fuori casa.

L’

edizione 2019 di Beer Attraction e BBTech Expo 2019 si è aperta con uno sguardo al futuro e la presentazione del nuovo brand 2020 Beer&Food Attraction - The eating out experience show e del potenziamento internazionale e merceologico di BBTech Expo. Oltre 32mila presenze complessive (+ 40% sul 2018), 600 espositori da 10 paesi esteri: Belgio, Germania, Spagna, Austria, Polonia, Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Stati Uniti e Canada, interessati ad incrementare know-how e opportunità d’affari sul mercato italiano. In contemporanea a Beer Attraction - al cui interno si è tenuto Food Attraction - e a BBTech Expo, si è svolto l’International Horeca Meeting, l’evento di Italgrob, Federazione Italiana Distributori Horeca. Il doppio appuntamento di Italian Exhibition Group è l’unico evento B2B dove, le eccellenze birrarie e il top del beverage (acque, soft drinks, spirits) incontrano da una parte il food di qualità e, dall’altra, la più esauriente offerta di tecnologie e attrezzature per la produzione e il confezionamento di bevande.

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BBTECH EXPO

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BBTech Expo ha presentato la più completa offerta di tecnologie processing e filling, materie prime, imballi, attrezzature e servizi per birre e bevande. In fiera presenti le aziende italiane leader, in Europa e nel mondo. Un format fieristico innovativo nel quale i produttori di macchine e impianti trovano opportunità di business sia con le aziende espositrici di birre e bevande, sia con gli operatori in visita. Cresciuti anche gli eventi del BBTech Lab, l’area dedicata a workshop, approfondimenti e meeting di formazione e aggiornamento in collaborazione con il Cerb, Centro di ricerca per l´eccellenza della birra dell’Università di Perugia, e l’Università di Udine.

BEER ATTRACTION Beer Attraction, giunto alla 5a edizione, è diventato in pochi anni l’appuntamento business di riferimento per il settore. Partner strategici della manifestazione sono Unionbirrai, Italgrob, FIC- Federazione Italiana Cuochi e CAST Alimenti. Lo sviluppo internazionale, con la presenza di numerosi buyers esteri, è stato realizzato in collaborazione con ICE – Italian Trade Agency. Per la prima volta presente la Brewers Association (BA), associazione

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statunitense che rappresenta 5.000 produttori di birre artigianali, che ha illustrato i nuovi trend americani di locali e consumi.

BIRRA DELL’ANNO E PREMIO ACCADEMIA DELLA BIRRA Quest’anno a vincere l’ambito titolo di Birrificio dell’Anno nell’ambito del concorso Birra dell’Anno di Unionbirrai è stato il marchigiano Mukkeller. Il produttore di Porto Sant’Elpidio ha guadagnato la medaglia d’oro, con tre delle sue produzioni, assegnata da una giuria internazionale composta da 100 esperti provenienti da Italia, Europa e Usa. I giudici hanno votato 1994 birre di 327 produttori, divise in 41 categorie. Folla di grandi operatori anche al Premio Accademia della Birra, organizzato dalla rivista Il Mondo della Birra.

INTERNATIONAL HORECA MEETING Italian Exhibition Group è riuscito a riunire alla Fiera di Rimini l’intero mondo dell’out of home, grazie anche all’8° edizione di International Horeca Meeting con oltre 1000 partecipanti, l’evento di Italgrob dedicato al fuoricasa. Vincenzo Caso, presidente della Federazione, ha rimarcato come il settore necessiti di una visione comune tra produttori, distributori ed esercenti, obiettivo per il quale servono investimenti e crescita delle competenze e professionalità. La tavola rotonda inaugurale ha visto la partecipazione dei principali attori della filiera: Assobirra, Assobibe, Mineracqua, Unione Italiana Vini. Presente anche il direttore di Federalimentare Nicola Calzolaro. Formazione, trasmissione di valori, ma anche di passioni, sono alcuni dei temi emersi dal congresso che ha delineato le dimensioni di un settore capace di produrre 400 milioni di litri di bevande all’anno, per un valore di circa 3 miliardi di euro nel 2018, e che può ancora crescere molto. Il canale horeca va infatti di pari passo con il turismo, dove il nostro paese ricopre il 5° posto al mondo.

I CAMPIONATI DELLA CUCINA ITALIANA Sugli scudi i Campionati della Cucina Italiana 2019, la più importante e completa competizione italiana per tutte le categorie della cucina, organizzata dalla Federazione Italiana Cuochi con il supporto di Worldchef e in collaborazione con Italian Exhibition Group all’interno del Food Attraction. 1.500 i cuochi dall’Italia e dall’estero che nei quattro giorni di gare si sono alternati ai fornelli.

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EVENTI

BREAKING NEWS

E-PACK TECH, NUOVA VETRINA PER L’E-COMMERCE IN CINA E-Pack Tech by Ipack Ima, il nuovo evento internazionale dedicato a tecnologie e soluzioni di confezionamento progettate per il mercato dell’e-commerce, si terrà al New Int’l Expo Centre (SNIEC) di Shanghai dal 23 al 26 ottobre 2019. E-Pack Tech nasce come prima e importante tappa nel percorso di avvicinamento alla prossima edizione di IPACK-IMA, che avrà tra i temi protagonisti proprio quello dell’e-commerce, settore in continua evoluzione e verso cui guardare come mercato di riferimento per le proprie tecnologie di processing & packaging. In Cina il mercato dei beni di consumo acquistati attraverso il canale del commercio digitale è molto sviluppato, con oltre 500 milioni di acquirenti online: si tratta di un mercato che fattura quasi 700 miliardi di dollari all’anno. E-Pack Tech a Shanghai sarà per questo motivo il luogo ideale per entrare in contatto con un mercato altamente sviluppato in cui presentare soluzioni di confezionamento, etichettatura e tracciabilità nonché sistemi di movimentazione e stoccaggio, specificatamente applicabili ai sistemi di produzione food e non food destinati alla vendita online. La manifestazione è organizzata da Hannover Milano Fairs Shanghai con il supporto di Ipack Ima srl, nell’ottica di un rafforzamento del portafoglio espositivo del Gruppo Fiera Milano, di cui Ipack Ima è compartecipata. “Con questo progetto intendiamo potenziare la strategia di internazionalizzazione di Fiera Milano attraverso l’esportazione di modelli fieristici di successo, come quello della mostra Ipack-Ima, al di fuori dai confini nazionali, realizzando il primo geo-clone di Fiera Milano dopo molti anni”, commenta Robert Tripoli, International Development Director presso Fiera Milano. “Si tratta di rafforzare un settore produttivo presidiato dal Gruppo, quale quello della meccanica strumentale per il mondo del packaging, in una realtà come quella cinese, che ha il mercato e-commerce più importante e sviluppato al mondo”. E-Pack Tech si svolgerà quest’anno in contemporanea alle manifestazioni asiatiche di CeMAT (World leading trade fair for intralogistics & supply chain management), CCA (Cold Chain Asia), Heavy Machinery, H2+FC (Hydrogen + Fuel Cells), oltre ad Apex (Aerial Platform Exhibition), ComVac (International Trade Fair for Compressed Air Technology and Vacuum Technology) e PTC (Power Transmission and Control). Grazie a questa unione di fiere sinergiche, E-Pack Tech potrà beneficiare di un ampio bacino di visitatori specializzati provenienti da differenti mondi produttivi. Oltre 100.000 infatti i visitatori presenti all’edizione 2018 di CeMAT, con nomi di spicco tra i top buyer in fiera: un pubblico qualificato proveniente dal mondo della logistica, automazione, trasporto, magazzino e fine-linea, che comprende più di 5.000 visitatori provenienti dal settore e-commerce e che rendono E-Pack Tech la vetrina ideale in un mercato tra i più ricettivi al mondo.

La 53esima edizione di Vinitaly è sold out, nonostante l’aumento della superficie n netta disponibile, realizzato grazie a un nuovo layout della manifestazione. i In contemporanea, dal 7 al 10 aprile 2019 a Verona, andrà d à iin scena anche Enolitech e il salone internazionale dedicato a tutta la filiera tecnologica applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage. Enolitech è rivolta specificatamente agli operatori di settore: dagli esperti delle tecnologie dedicate a tutte le fasi del ciclo produttivo ai referenti delle cantine vitivinicole, dei frantoi, dei birrifici e del mondo del beverage in senso più ampio, passando attraverso gli operatori in campo, gli enologi e gli addetti alla logistica e ai servizi. La vocazione fortemente internazionale è garantita dal coinvolgimento di una consolidata rete di delegati che operano in tutti i cinque continenti, già impegnati nello sviluppo e nella promozione della manifestazione all’estero. Un’importante razionalizzazione ha interessato Enolitech, nel padiglione F, dove trova spazio anche il nuovo salone Vinitaly Design, nel cui ambito sono proposti tutti quei prodotti e accessori che completano l’offerta legata alla promozione del vino e all’esperienza sensoriale: dall’oggettistica per la degustazione e il servizio, agli arredi per cantine, enoteche e ristoranti, sino al packaging personalizzato e da regalo. Questa iniziativa permette di mantenere all’interno di Enolitech unicamente le tecnologie e le attrezzature per la produzione, in vista del cambio di cadenza della rassegna che dal 2020 si svolgerà negli anni pari in concomitanza con Fieragricola. Al nuovo salone Vinitaly Design è legata un’altra novità: il renaming del Concorso Internazionale Packaging, giunto alla 23esima edizione, in programma il 13 marzo 2019, che diventa Vinitaly Design International Packaging Competition. Un cambiamento sostanziale, per dare ancora maggiore evidenza in chiave marketing alla presentazione del vino, visto come uno dei driver che guidano i consumatori nella scelta. Ulteriore novità del concorso è l’aggiunta di due nuove categorie tra quelle ammesse in gara: vermouth e altri vini aromatici e birra.

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LA FILIERA E TECNOLOGICA SI RADUNA A ENOLITECH

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AGENDA

Munchen, 12-14 marzo 2019 Fiera internazionale per la lavorazione e trasformazione di carta, film e laminati www.ice-x.com

Bologna, 14-17 marzo 2019 Fiera del packaging per il settore cosmetico www.cosmoprof.it/ cosmopack

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Verona, 07-10 aprile 2019 Salone internazionale dei vini e distillati www.vinitaly.com

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Bologna, 10-12 aprile 2019 Fiera per le tecnologie dell’industria farmaceutica www.pharmintech.it

Milanocity, 28-30 maggio 2019 Esposizione per il packaging di lusso www.packagingpremiere.it

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Parma, 28-30 maggio 2019 Fiera per l’automazione e digitale per l’industria www.spsitalia.it

Norimberga, 24-26 settembre 2019 Fiera europea per packaging, processo e tecnologie www.fachpack.de

Bruxelles, 24-27 settembre 2019 Fiera per le tecnologie delle etichette www.labelexpo-europe.com

Milano-Rho, 18-22 ottobre 2019 Fiera per le attrezzature del cibo e del caffè http://host.fieramilano.it/

Monaco, 30 settembre-2 ottobre 2019 Il premier show per il packaging creativo www.luxepack.com/fr/

Düsseldorf, 16-23 ottobre 2019 Fiera delle materie plastiche e della gomma www.k-tradefair.it

Parma, 22-25 ottobre 2019 Fiera del processo e del packaging alimentare www.cibustec.it

Milano, 19-22 novembre 2019 Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento www.simei.it

Shanghai, 23-26 ottobre 2019 Mostra tecnologie e packaging progettati per l’e-commerce www.ipackima.com/it/ pages/e-packtech2019

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