Beverage Machines n.1 - Marzo 2021

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Anno XXV | N.

1 | Marzo 2021

Beverage Technologies BEVERAGE MACHINES


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BEVERAGE Machines | Marzo 2021


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Sommario Primo Piano 4

Bevande alcoliche, buone capacità di ripresa 6 Nuove sfide e strategie del settore vinicolo 9 La voce delle enoteche nell’anno del Covid 13 Trentiner sceglie Raja per l’unboxing

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22 Pilz, la sicurezza come priorità 23 B&R, movimentazione 6D

42 Phoenix Contact, comunicazione affidabile nel confezionamento

intelligente e senza contatto

43 Gimatic amplia l’offerta

e sostenibilità nel DNA

44

24 Schneider Electric, innovazione

Dossier

di prodotti per il vuoto

26 Etichettatura sempre più smart 27 Nimax, etichettare il futuro 28 P.E. Labellers, una ventata di novità per beverage e mineral waters 30 Etipack, come scegliere l’etichettatura più adatta

Tech Trends

32 L’additive manufacturing nel

SpotLight

14 Beverage Alcohol in 2020

shows greater resilience 16 Wine industry, current challanges and new strategies

Focus

20 Manutenzione predittiva nell’industria italiana 4.0 21 Siemens, soluzioni ad elevata scalabilità

BM BEVERAGE MACHINES

sistema manifatturiero italiano 34 Four winners: digital solutions for the beverage industry

Aziende&Strategie

36 Ferrarelle, sostenibilità a 360° 38 Goglio, una garanzia di freschezza 39 Amorim Cork, pronti per la ripresa

Prodotti&Tecnologie

40 Plastifer, una gamma completa per

Beverage&Ambiente 44 Industria dei succhi, nuove sfide 48 49 50 51

Eventi

60 BBTech expo, da evento ibrido a full digital

impianti industriali e laboratori

Beverage Machines è parte del NETWORK

Grafica e impaginazione Amalia Pari

BEVERAGE TECHNOLOGIES

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Rassegna Grafica

Coordinamento editoriale Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Marketing e Vendita Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu Redazione Chiara Bezzi Chiara Riccardi

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BEVERAGE Machines | Marzo 2021

Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno + 2 Food Machines. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 � - Europa 70 � Gestione Editoriale

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Rassegna dell’imballaggio

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ANNO XXV | N. 1 MARZO 2021

Direttore Responsabile Gisella Bertini

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Editore Aut. Trib. di Milano n. 323 del 06/05/1998 Iscrizione al ROC n. 5836 © BEMA-EDITRICE Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore. Informativa Privacy ai sensi del D.lgs 196/03 per il trattamento dei dati. La informiamo che, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare l’aggiornamento dell’informazione tecnica a soggetti identificati per la loro attività professionale mediante l’invio della presente rivista o di altre dello stesso editore riguardanti la medesima sfera di attività. In qualsiasi momento, Lei potrà chiedere al Titolare del Trattamento dei dati personali, BE-MA editrice Srl con sede in Milano, via Teocrito n. 47, la consultazione, la modifica, il blocco o la cancellazione dei Suoi dati secondo quanto previsto dall’art.7 della stessa normativa, scrivendo a segreteria@bema.it


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Primo Piano Secondo una nuova ricerca di IWSR Drinks Market Analysis, il settore delle bevande alcoliche nel suo complesso ha registrato prestazioni migliori del previsto nel 2020, ma le previsioni indicano una lenta ripresa a lungo termine. L’industria delle bevande alcoliche tornerà ai livelli registrati nel 2019 entro il 2024.

BEVANDE ALCOLICHE buone capacità di ripresa S

ulla base dell’andamento della pandemia nel 2020 fino a oggi, IWSR Drinks Market Analysis, punto di riferimento nel mercato globale delle bevande alcoliche, ha condotto un’indagine approfondita sulle prospettive dell’industria globale delle bevande alcoliche. IWSR ha esaminato il consumo di bevande alcoliche in 19 mercati globali chiave e il canale travel retail globale (che rappresenta oltre il 75% del consumo globale di alcolici). I mercati chiave esaminati sono Australia, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Messico, Polonia, Russia, Sud Africa, Spagna, Thailandia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti. “Date le misure restrittive l’industria ha continua a dover affrontare a causa del Covid-19, è incoraggiante vedere che le bevande alcoliche nei 19 Paesi interessati prevedono una perdita solo del -8% nel 2020, invece delle perdite a due cifre originariamente previste. Escludendo gli alcolici nazionali come il baijiu e lo shochu, le bevande alcoliche, nel complesso, torneranno ai livelli del 2019 entro il 2024 nei 19 Paesi esaminati. Potremmo assistere a un recupero ancora più veloce ora, data la diffusione dei vaccini”, afferma Mark

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Meek, CEO di IWSR Drinks Market Analysis. “L’ascesa dell’e-commerce e gli sforzi dei rivenditori e degli operatori locali per adattarsi a questa crisi, insieme all’espansione da parte dei consumatori delle occasioni di consumo, hanno creato un nuovo ambiente dinamico, anche se impegnativo, per le bevande alcoliche”.

Stati Uniti e Cina,

driver della crescita

Sebbene le perdite di volume in diversi mercati, tra cui Russia, Australia, Giappone e Germania, sono inferiori al -5%, solo gli Stati Uniti e il Canada mostrano una crescita del volume effettiva nel 2020 (entrambi con aumenti di volume totali superiori al 2%). L’aumento del consumo in volume negli Stati Uniti è in linea con le tendenze del 2019, pertanto il Covid-19 non ha avuto un impatto sulla domanda complessiva dei consumatori. Tuttavia, i guadagni nella vendita al dettaglio e nell’e-commerce contrastano con le pesanti perdite nel più redditizio canale on-premise negli Stati Uniti. Anche la Cina ha ottenuto risultati migliori di quanto inizialmente previsto all’inizio del-

la pandemia, poiché i consumatori cinesi – inclusi 400 milioni di millennial – sono tornati a quasi tutte le attività quotidiane. Il mercato internazionale degli alcolici in Cina, in particolare, vedrà la piena ripresa entro il 2021. Gli Stati Uniti e la Cina sono i principali motori di crescita delle bevande alcoliche a livello globale e, insieme, rappresentano un terzo del volume di consumo e oltre il 40% del valore globale. Anche Brasile e Giappone si sono dimostrati notevolmente resilienti nel 2020 e dovrebbero tornare ai livelli di consumo pre-pandemia nel 2021. Mentre il 2020 assiste a un calo delle più importanti categorie di birra e cachaça in Brasile, entrambe dovrebbero riprendersi velocemente. Il vino fermo è l’unica categoria in crescita assoluta nel 2020, sebbene anche la categoria ready-to-drink (RTD) stia iniziando a lasciare il segno. Il Giappone continua il suo viaggio lontano dai prodotti tradizionali come shochu e sake, con la birra che si dimostra particolarmente resiliente, soprattutto di fronte a una categoria RTD in forte crescita. Nei mercati come l’India e il Sud Africa, che hanno subito chiusure parziali o totali per tutte le bevande alcoliche durante la


Principali tendenze del

2020

In termini di categorie specifiche, solo il settore dei ready-to-drink (RTD) vede nel 2020 una crescita dei volumi (+ 43%), in gran parte trainata dalla forte performance negli Stati Uniti, che è il più grande mercato di RTD al mondo in termini di volume. I consumatori globali hanno mostrato una propensione verso le bevande rinfrescanti, aromatiche e con la shelf-life più lunga. La categoria è adatta anche per l’off-premise, che ha ulteriormente aumentato la sua popolarità durante i lockdown. Si prevede che i RTD registreranno aumenti di volume con un CAGR di +21,8% nel periodo 20192024, rubando quote principalmente alla categoria della birra. Negli Stati Uniti, la categoria RTD supera la categoria dei superalcolici.Il volume totale del consumo di alcolici internazionali (che esclude gli alcolici nazionali come shochu e baijiu), diminuisce del -7,2% nel 2020, ma dovrebbe riprendersi completamente entro il 2022. All’interno degli alcolici, il whisky canadese e il whisky statunitense sono le sole categorie che crescono in volume nel 2020. Il whisky statunitense sarà anche uno degli alcolici più

di bevande alcoliche

resilienti fino al 2024, insieme a cognac/ armagnac, alcolici a base di agave, whisky irlandese e whisky giapponese. Il vino e birra sono in calo di circa il -9% nel 2020 ed è improbabile che recuperino i volumi pre-crisi per diversi anni. La birra a basso contenuto di alcol e analcolica, tuttavia, è un fiore all’occhiello per la categoria, poiché i trend della moderazione e del benessere continuano a diffondersi tra i consumatori. La birra a basso contenuto alcolico e analcolica rimarrà resiliente fino al 2024, con un CAGR in volume del 5,9% (2019-2024). Gli altri alcolici senza alcol cresceranno a un ritmo leggermente inferiore, ostacolati dall’assenza di un canale on-premise funzionante nel 2020, considerato la chiave per avvicinare la categoria ai consumatori. Nel settore del vino, si prevede che il consumo in volume di spumante tornerà ai livelli del 2019 entro il 2023. Si prevede che il Prosecco premium e superiore sarà meno influenzato dal Covid e si prevede che il vino fermo premium e superiore recupererà i volumi persi entro il 2022.

La ricerca IWSR esamina anche l’impatto del Covid-19 sul canale on-premise, che ha subito danni a lungo termine, potenzialmente permanenti, in molti mercati. L’IWSR stima che solo quattro dei mercati chiave vedranno un aumento della quota di mercato rispetto ai livelli del 2019 on-premise entro il 2024 (Russia, Polonia, Australia e Colombia). In molti mercati, il Covid-19 ha accelerato la tendenza pre-crisi a lungo termine del declino della vendita tradizionale. Il chiaro vincitore durante il lockdown è stato l’e-commerce, che è aumentato in tutti i mercati di riferimento. Si stima una crescita del valore dell’e-commerce nei 10 Paesi principali (Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti) di oltre il 40% nel 2020, raggiungendo i 17 miliardi di dollari, superando i 40 miliardi di dollari entro il 2024.

Vini & Superalcolici

Cresce l’e-commerce

pandemia, e il Messico, che ha visto la birra bandita per qualche tempo, si assiste ad alcune delle maggiori perdite in termini di volume. Si stima per il travel retail globale, influenzato dall’enorme interruzione dei viaggi di lavoro e di piacere, una perdita di volume del -68% nel 2020.

Le sensazioni

dei consumatori

In un recente studio IWSR incentrato sui cambiamenti del comportamento dei consumatori nei mercati chiave, i risultati indicano che i comportamenti di consumo degli adulti sono rimasti stabili nella maggior parte dei mercati, con aumenti guidati da consumatori generalmente più giovani, urbani e più abbienti, che si trovano relativamente a loro agio nella nuova normalità. I consumatori non segnalano molti cambiamenti nelle loro categorie preferite, anche se riferiscono di spendere di più in whisky, cognac, champagne, vino, tequila, birra artigianale e gin. “Il Covid-19 ha avuto un effetto polarizzante sull’economia mondiale e quindi sul mercato globale delle bevande alcoliche. I grandi mercati come gli Stati Uniti e la Cina sono sopravvissuti con successo, mentre le regioni e i Paesi meno sviluppati come l’Africa, il Messico e l’Argentina hanno purtroppo sofferto di più”, aggiunge Meek. “Anche gli alcolici di fascia alta di altissima qualità hanno tenuto bene, mentre i prodotti di fascia bassa hanno visto guadagni nei mercati in difficoltà. Alcune delle categorie intermedie standard, ad esempio lo scotch miscelato, hanno perso quote”. ‹

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Primo Piano La pandemia e la conseguente situazione economica sono le minacce più sentite dall’industria del vino. In questo contesto, la digitalizzazione e l’adozione di nuove strategie imprenditoriali stanno accelerando. Sette produttori e rivenditori su dieci prevedono che la domanda mondiale di vino raggiungerà livelli simili a quelli pre-Covid in futuro.

NUOVE SFIDE E STRATEGIE del settore vinicolo A

lla fine del 2020, l’Università di Scienze Applicate di Geisenheim ha intervistato per conto dI ProWein esperti dell’intera catena del valore del settore vinicolo provenienti da 49 Paesi. Questo studio rispecchia pienamente gli effetti del Covid-19 sul settore vinicolo globale.

Le nuove sfide

del settore vinicolo

Gli effetti della crisi Covid-19 e il suo impatto negativo sulla situazione economica globale sono di gran lunga le sfide più importanti che l’industria vinicola debba affrontare in questo periodo. A causa della pandemia, la minaccia del cambiamento climatico e la politica sanitaria sono passate quest’anno in secondo piano, ma sono ancora considerate importanti.

Rivoluzione

nei canali di vendita

A causa delle restrizioni a livello globale, la crisi Covid-19 ha portato a un brusco cambiamento nel comportamento d’ac-

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quisto dei consumatori. In molti Paesi ci sono state chiusure e restrizioni estese al settore della ristorazione e alberghiero. Anche il turismo internazionale, di immensa importanza per le vendite di Spagna, Francia e Italia, si è in gran parte bloccato. I consumatori che desideravano acquistare vino sono stati vincolati a farlo presso i negozi alimentari e online. Le restrizioni hanno interessato principalmente i ristoranti e gli hotel, di cui il 77% ha dovuto chiudere i battenti, almeno temporaneamente. Per oltre il 60% dei ristoranti e degli hotel, le misure igieniche imposte hanno comportato costi operativi più elevati, limitazioni nei servizi offerti e tassi di occupazione inferiori, nonché un calo delle vendite. L’intero settore ha sofferto e soffre tuttora per la quasi completa cancellazione di eventi e feste pubbliche e private. Per circa l’80% delle aziende la situazione economica è peggiorata a causa del Covid-19. Di queste, il 30% in modo molto evidente. Per quanto riguarda il commercio del vino, invece, solo il 25% degli esercizi ha dovuto chiudere e/o ha subito perdite

nelle vendite. Di contro, il 38% dei rivenditori di vino ha dichiarato di avere avuto un aumento delle vendite da marzo ad oggi. Grossisti e importatori hanno subito un netto calo, ma possono godere per lo più di una situazione economica soddisfacente In generale, la maggior parte dei produttori internazionali di vini è stata influenzata negativamente dai cambiamenti delle vendite dovuti al Covid-19. Trovandosi nell’elenco del commercio al dettaglio di prodotti alimentari, soprattutto i produttori più grandi, come le cantine e le cooperative, hanno potuto compensare una parte delle loro perdite. Presso le cantine più piccole, invece, che vivono ancora di più di enoturismo e gastronomia, la situazione economica è peggiorata per il 70% delle aziende. Anche se i produttori di vino hanno aumentato in modo significativo le loro vendite online, per la maggior parte delle aziende questi incrementi non hanno potuto compensare le perdite degli importanti canali di vendita quali la gastronomia, l’esportazione e


PREVISIONE FUTURA DOMANDA GLOBALE DI VINO Quali sono le tue aspettative per la domanda globale di vino dopo il Covid-19? In % degli intervistati

Produttori Sarà maggiore di prima del Covid-19

Commercio Sarà maggiore di prima del Covid-19

Sarà minore di prima del Covid-19

Sarà minore di prima del Covid-19

Vini & Superalcolici

l’enoturismo. Soprattutto a causa della regolamentazione del commercio online intra-europeo del vino, i produttori mediterranei non hanno un facile accesso ai clienti dell’Europa Centrale e Settentrionale. L’estensione globale della pandemia ha causato un forte riscontro negativo sulle esportazioni di vino dei tre principali Paesi di produzione. Fin dall’ottobre del 1919, la Francia e la Spagna erano state colpite dai dazi d’importazione negli Stati Uniti. La perdita di export dell’Italia è stata inferiore a causa dell’esenzione dai dazi d’importazione. Oltre agli Stati Uniti, sono stati colpiti da questa flessione i mercati d’importazione come Cina e Hong Kong, dove il consumo privato è ancora relativamente basso: il vino viene consumato principalmente in occasioni sociali, speciali, che non hanno più luogo a causa del Covid-19. Anche le esportazioni in Paesi come i Paesi Bassi e la Svizzera, dove il vino gioca un ruolo importante nella gastronomia, sono diminuite nel 2020. Le prospettive di ripresa delle esportazioni nel 2021 sono piuttosto deboli.

13%

11%

18%

20% 69%

69% Raggiungerà livelli simili come prima del Covid-19

Raggiungerà livelli simili come prima del Covid-19

Saldo: -5

Saldo: -9

Nel complesso, sette su dieci si aspettano che la domanda globale di vino raggiunga livelli simili a quelli precedenti al Covid-19, sia per i produttori che per il commercio. La quota di coloro che prevedono un calo è maggiore di quella che si aspetta un aumento. I produttori sono leggermente meno ottimisti del commercio

La reazione

delle aziende

Sia i produttori che i rivenditori hanno completamente riallineato il loro marketing alla crisi, concentrandosi molto sui canali online. Il 60% dei produttori di vino e circa il 50% dei rivenditori, nonché hotel e ristoranti, hanno intensificato la comunicazione con i propri clienti tramite i social media. Un rivenditore di vino specializzato su tre ha inserito pubblicità online. Durante il lockdown, quasi una cantina su quattro e un rivenditore specializzato di vini su cinque hanno condotto degustazioni online per raggiungere i propri acquirenti e gli utenti finali. Una cantina suquattro e un rivenditore di vini specializzato su dieci ha anche aperto un proprio negozio online. Il 44% dei produttori vinicoli ha potuto incrementare le vendite ai clienti diretti, in particolare attraverso offerte speciali con riduzione di prezzo (46%) e tramite un maggiore coinvolgimento dei clienti con le newsletter (40%). Un rivenditore di vini su due, un ristorante su tre e un produttore su quattro hanno offerto un servizio di consegna a domicilio dei loro prodotti. Ciò ha consentito, senza contatto, una distribuzione sicura della merce senza che i consumatori di vino

dovessero uscire dalla loro abitazione. Tuttavia, per i ristoranti questo servizio di consegna a domicilio è riuscito a recuperare solamente una frazione del fatturato poiché l’atmosfera e il servizio di un pasto al ristorante non possono essere consegnati a domicilio. L’80% delle aziende colpite negativamente dalla crisi ha dovuto tagliare le spese e i costi per sopravvivere economicamente. La metà delle aziende ha rinviato le innovazioni pianificate e gli investimenti. Quattro aziende su dieci utilizzano programmi di aiuti pubblici per poter stipendiare i dipendenti. Un produttore su cinque è stato costretto a licenziare. Un produttore su dieci ha aderito alla distillazione di crisi, che in molti Paesi (tranne la Germania) ha ritirato dal mercato le quantità di vino in eccesso. In tutta l’Europa, circa 10 milioni di ettolitri (più di un raccolto annualetedesco) sono stati immagazzinati o distillati seguendo le misure di crisi dell’Unione Europea.

Il comportamento dei consumatori

Durante il lockdown i rivenditori hanno constatato una maggiore disponibilità a spendere da parte dei consumatori

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Primo Piano che, ad esempio, come compenso per il loro mancato viaggio all’estero si concedevano una bottiglia di vino speciale. Durante le vacanze trascorse a casa, i consumatori hanno optato sempre più per vini locali e regionali. La domanda di spumanti ha risentito in particolare della mancanza di occasioni d’incontri sociali e di festeggiamenti in cui normalmente si consuma lo spumante. Gli effetti economici negativi attesi dalla crisi Covid-19 metteranno a dura prova, in futuro, anche il reddito disponibile dei consumatori. Il commercio del vino prevede quindi acquirenti di vino che saranno più attenti ai prezzi, ma allo stesso tempo si spera in un aumento della domanda di vini regionali e prodotti sostenibili.

Prospettive per il 2021

Per quel che concerne il settore gastronomico e alberghiero, gli esperti si aspettano una lenta ripresa. La maggior parte prevede anche dopo la crisi una certa cautela e moderazione da parte dei turisti e solo uno su tre spera in una forte e rapida crescita. Gli hotel, i ristoratori e i loro fornitori di vino hanno quindi ancora bisogno di molta forza per superare questa fase e per sopravvivere economicamente. Un esperto su tre è ottimista e si aspetta dopo il Covid-19 un completo recupero delle vendite di vino

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del settore della ristorazione. Quattro acquirenti su dieci nel campo del commercio del vino, della ristorazione e dell’industria alberghiera intendono inserire nuovi vini da nuovi produttori nel 2021. D’altra parte, un acquirente su tre è costretto ad acquistare meno vino a causa della necessità di tagliare i costi.

Aspettative

per il futuro

Gli esperti concordano sul fatto che la vendita di vino online continuerà a svolgere un ruolo molto forte anche dopo la pandemia. Allo stesso modo, dall’indagine emerge che le vendite di vino tramite il retail alimentare usciranno più forti da questa crisi. Un intervistato su tre prevede in futuro anche la vendita di vini premium tramite il retail alimentare tradizionale. Per il periodo successivo al Covid-19, un esperto su sette prevede una ripresa della domanda di vino al livello precedente. La percentuale di intervistati che credono in una ripresa parziale è leggermente superiore a quella che si aspetta una crescita della domanda di vino. Il commercio del vino dell’Europa Centrale è un po’ più ottimista dei produttori di vino dell’Europa Meridionale. I produttori di vino della Germania e del Nuovo Mondo, nonché i rivenditori di vino specializzati, si aspettano dopo la crisi una maggiore domanda di vini premium rispetto a prima, mentre le aspettative dei produttori

di vino dell’Europa Meridionale in questo ambito sono piuttosto basse.

Le nuove strategie

del settore vinicolo

Le aziende appartenenti a tutti i settori della catena del valore del vino concordano sul fatto che la digitalizzazione svolgerà un ruolo molto più importante nell’industria del vino. Anche se ci sono ancora ostacoli legali alle vendite online tra i Paesi dell’UE, due esperti su tre convengono sul fatto che i produttori, in futuro, punteranno maggiormente sulla commercializzazione digitale. Anche il 56% dei rivenditori prevede inoltre di aumentare la propria spesa per il marketing digitale e più di uno su tre desidera investire in nuovi modi più efficaci per raggiungere virtualmente i propri clienti. Anche l’introduzione della digitalizzazione nella produzione di vino continuerà ad accelerare e gli esperti concordano sul fatto che la crisi del Covid-19 non rallenterà questo processo. Gli esperti intervistati ritengono che il crollo improvviso di importanti canali di vendita e mercati di esportazione significherà che i produttori di vino dovranno diversificare maggiormente per ridurre i rischi. Ciò sarà possibile solo attraverso un’ulteriore crescita aziendale o collaborazioni che consentono una specializzazione in più nel commercio e garantiscono il volume di vendita necessario. Due produttori su tre si aspettano che la crisi del Covid-19 avrà un impatto negativo sul settore tale che alcuni produttori non sopravvivranno economicamente. Ciò porterà a un’ulteriore accelerazione del cambiamento strutturale già esistente, da cui emergeranno meno aziende, ma più grandi. Il Business Report 2019 di ProWein ha evidenziato che il progressivo cambiamento climatico nel settore vinicolo ha portato a un crescente impegno per la sostenibilità del settore. La maggior parte delle misure a tutela dell’ambiente richiedono, tuttavia, investimenti da parte delle aziende. Il Covid-19 ha portato al rinvio degli investimenti e aggredito la sostanza economica di molte aziende, necessaria per adottare misure volte ad aumentare la sostenibilità. Tre esperti su dieci temono quindi che i produttori non saranno in grado di investire nella loro ecosostenibilità rapidamente e di adattarsi ai cambiamenti climatici. ‹


LA VOCE DELLE ENOTECHE nell’anno del Covid Vinarius presenta i dati di fine anno su andamento e preferenze dei consumatori. Aumento del delivery e della vendita online, attivazione dei canali social, crescita delle vendite nelle fasce di prezzo intermedie e boccata d’ossigeno durante il periodo natalizio: questi i trend principali in un anno che nel complesso registra il segno meno su vendite e fatturato.

I

l 2020 si è da poco concluso e mai come quest’anno Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane, ha sentito l’esigenza di tracciare un bilancio sull’andamento di quello che è stato un anno che ha chiesto grandi sacrifici al settore. Visto il momento particolare, l’ultimo sondaggio è stato esteso anche alle enoteche non associate per permettere di presentare una fotografia reale della situazione delle vendite durante il 2020 con un focus particolare sul Natale. “Il sondaggio – spiega Andrea Terraneo, Presidente di Vinarius – ha coinvolto oltre 80 enoteche italiane e mostra i pesanti risvolti che la crisi ha portato: da un punto di vista delle vendite per oltre il 46% degli intervistati il 2020 è stato nettamente peggiore rispetto al 2019. Interessante però il dato sul Natale, che per quasi il 50% del campione ha rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno registrando vendite superiori a quelle dell’anno precedente, a dimostrazione di quanto il consumatore, impossibilitato a recarsi al ristorante, abbia comunque voluto consumare il vino. Stessa dinamica se si

guarda alla capacità di spesa del cliente. Se si analizzano i risultati del sondaggio avendo come riferimento il Natale 2020, quasi il 41% del campione ha risposto che la capacità di spesa del consumatore è stata migliore rispetto alle festività dell’anno precedente. Se si allarga invece lo sguardo all’intero 2020 tale tendenza si capovolge e quasi il 45% ha risposto che è stata peggiore”.

Le nuove abitudini dei consumatori

La ricerca condotta analizza poi le preferenze del consumatore e mostra come gli aumenti delle vendite riguardino, nel 40% dei casi, vini con fasce di prezzo che vanno dai 15 ai 30 euro, a conferma di quello che è il principale segmento di vendita delle enoteche. Tra i prodotti che hanno riscontrato maggior interesse nel periodo natalizio spicca lo Champagne, indicato in 1 risposta su 3 del campione coinvolto, a seguire il Metodo Classico Italiano (24% del campione) e infine i vini rossi e distillati per il 20% del campione. Per quanto

Vini & Superalcolici

Primo Piano

riguarda le enoteche con mescita – il 34% delle enoteche che hanno partecipato al sondaggio – il 36% dichiara di aver registrato un calo annuale delle vendite dovute alle conseguenze delle restrizioni Covid di oltre il 40%. Allo stesso tempo oltre il 58% dichiara di aver incrementato il delivery e il 35% dice di aver attivato il servizio di asporto per i clienti. Molto diverso il dato per le enoteche classiche senza mescita – il 66% del campione analizzato – per le quali il 2020 ha portato, nel 67% dei casi, ad un aumento di fatturato di +10 punti percentuali nella maggior parte dei casi fino anche al +30% nel 15% delle risposte. Anche per questa tipologia di attività, nel 51% dei casi il servizio delivery è stato incrementato mentre il 33% del campione ha dichiarato di aver aumentato il servizio di vendita al minuto per i clienti. In generale si registra poi un riscontro positivo per quanto riguarda l’input che durante l’anno l’Associazione ha dato sul tema del digitale: il 15% delle enoteche intervistate infatti ha potenziato la sua presenza nei canali social o ha creato o sviluppato un sito con e-commerce con vendita diretta.‹

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Primo Piano ASOLO PROSECCO PIÙ FORTE DEL COVID L’Asolo Prosecco chiude il 2020 a quota 18,7 milioni di bottiglie certificate,a con un incremento del 10% rispetto al 2019, quando le certificazioni erano ammontate a 17 milioni di bottiglie. Nonostante la congiuntura dettata dalla pandemia, le vendite dell’Asolo Prosecco si sono mantenute costantemente al di sopra dei livelli dell’anno precedente per tutto il 2020:in ottobre e novembre si è registrata un’ulteriore impennata, con 2,5 milioni di bottiglie certificate in ciascuno dei due mesi, così come si è confermato in accelerazione il mese di dicembre, che ha segnato una crescita del 34% rispetto all’ultimo mese del 2019. In ragione dei risultati del 2020, l’Asolo Prosecco è salito al 20° posto fra le denominazioni di origine italiane dalla 31a posizione occupata solo nel 2018. Si tratta della settima denominazione italiana specializzata nella coltivazione di uve bianche e la quarta nella spumantistica. “Nonostante i gravi cambiamenti che la pandemia ha prodotto sulla società e sulle abitudini verso i consumi – commenta il presidente del Consorzio Asolo Prosecco, Ugo Zamperoni – il 2020 è stato un altro anno di consistente incremento per la nostra denominazione. I dati dell’ultimo trimestre rafforzano la percezione della dinamica ancora crescente della domanda di Asolo Prosecco, il che conferma la validità delle scelte che abbiamo adottato per la vendemmia 2020, quando siamo stati tra i pochi Consorzi di tutela italiani a non ridurre le rese, ritenendo addirittura opportuno richiedere alla Regione Veneto l’autorizzazione ad adottare la riserva vendemmiale: una scelta espansiva che ci permetterà di assecondare eventuali richieste aggiuntive, qualora nel corso del nuovo anno il mercato continuasse a domandare volumi sempre maggiori. Del resto, già la scorsa primavera scegliemmo di liberare lo stoccaggio della vendemmia 2019 per non creare criticità nell’offerta di prodotto, e anche questa si è dimostrata una scelta corretta. I dati delle giacenze, poi, ci dicono che il vino prodotto nel 2019 è praticamente tutto esaurito, tanto che negli ultimi mesi del 2020 è stato necessario usufruire di vino nuovo”. La crescita dell’Asolo Prosecco è avvenuta soprattutto attraverso il canale della grande distribuzione, sia in Italia che all’estero, mentre hanno riscontrato delle criticità le aziende medio-piccole che avevano come principale canale di sbocco la ristorazione italiana, fortemente penalizzata dalla crisi.

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TENUTE PICCINI, CRESCE IL FATTURATO NEL 2020

SAGRANTINO DI MONTEFALCO, EDIZIONE LIMITATA DELLA ARNALDO CAPRAI Intensità, concentrazione e straordinaria capacità di durare nel tempo. Sono questi gli ingredienti del Sagrantino di Montefalco, il vino rosso che ha reso famosa l’Umbria in tutto il mondo e che ne rispecchia i profumi e i sapori più veri. Solenne, pieno, alcolico, dai tannini poderosi, è uno dei vini più tannici che esistano al mondo, profuma di amarene, piccoli frutti di bosco, note terrose, fiori rossi, china e anice stellato. Al palato è pieno, caldo e persistente. La sua trama tannica è pericolosamente seducente. Il recupero e il rilancio del Sagrantino di Montefalco si deve a un uomo, Marco Caprai, e a un’azienda, la Arnaldo Caprai, che per sottolineare ancora una volta le infinite potenzialità di questo vino ha deciso di rilasciare due eccezionali confezioni Library Collection: la Library Collection 25 anni, che contiene 3 bottiglie delle annate 2003, 2004 e 2005, quindi con oltre 15 anni di affinamento, selezione che racconta il potenziale evolutivo di questa referenza; la Library Collection Collepiano (il primo Sagrantino prodotto dalla cantina), che contiene una verticale delle annate 2008, 2009 e 2010. Per entrambi i box sono state scelte annate climaticamente molto diverse tra loro, che esprimano al meglio le peculiarità tipiche del millesimo e le varie espressioni che il vitigno può regalare. Due confezioni a tiratura limitatissima: la Library Collection 25 anni è stata rilasciata in appena 150 esemplari, la Library Collection Collepiano in 100 esemplari.

Bilancio positivo per la famiglia italiana del vino, che a inizio 2020 ha inaugurato la nuova sede produttiva a Casole d’Elsa e, grazie ad una consolidata strategia di diversificazione, supera positivamente un anno tanto difficile quanto singolare. Senza dimenticare responsabilità sociale e vicinanza al consumatore. “È stato un anno drammatico dal punto di vista sociale e molto complicato dal punto di vista aziendale”, dichiara Mario Piccini, amministratore delegato dell’azienda. “Il canale Ho.Re.Ca. ha subito perdite notevoli ma siamo riusciti a riorganizzarci rapidamente potenziando la crescita delle vendite in grande distribuzione e nell’e-commerce diretto, che ad oggi rappresenta l’1% del fatturato aziendale. La strategia di diversificazione, il rapido riassetto della distribuzione e l’impegno collettivo di tutti i collaboratori dell’azienda, hanno contribuito al raggiungimento, in questo anno difficile, di un +6,5% di fatturato sul 2019. Il mercato rimane comunque estremamente volatile e inevitabilmente legato agli sviluppi della situazione Covid con relative ricadute della pandemia sul potere di acquisto delle famiglie”, conclude l’AD. In termini di volumi Tenute Piccini prevede di arrivare ad una conclusione d’anno con un aumento del 3% in Italia, del 9% all’estero e di circa il 300% sul canale e-commerce. Tale crescita ha garantito fino ad oggi la continuità del lavoro a tempo pieno di tutti i dipendenti, nonché l’inserimento di nuove figure professionali all’interno dell’organico aziendale. Un anno di transizione, il 2020, iniziato con l’inaugurazione della nuova sede produttiva di Casole d’Elsa – un investimento da 13 milioni di euro in produzione e logistica – e proseguito con un la riorganizzazione e il miglioramento dei processi produttivi interni in termini qualitativi di efficienza e sostenibilità. “La cancellazione di eventi e viaggi ci ha consentito di dedicare più tempo e di volgere il nostro focus all’interno dell’azienda”, prosegue Mario Piccini, “abbiamo intrapreso un iter di certificazione per la sostenibilità sociale, ambientale ed economica che si accompagna inoltre ad un incremento dell’offerta dei nostri vini biologici. Questo per una sempre maggiore attenzione alle esigenze del consumatore finale, al quale abbiamo voluto dimostrare la nostra vicinanza anche durante il momento più duro del lockdown, con investimenti in comunicazione anche attraverso spot televisivi istituzionali e con il potenziamento del canale e-commerce per permettere l’acquisto di etichette premium normalmente distribuite solamente dalla ristorazione”.


Negli USA tira aria di fiducia in una ripresa dell’economia nel 2021 e anche nell’aumento dei consumi del vino fuori casa, invertendo così la rotta conseguente alle restrizioni anti-Covid. Se, come è capitato sovente, l’andamento americano è un’anteprima di ciò che si trasferisce presto anche al di qua dell’oceano, la notizia è tra quelle buone e a credere in questo orizzonte è anche Michele Ianich, presidente della friulana Lavorazione Legnami, impegnata a impreziosire il vino con il packaging in legno. Il settore vitivinicolo si è attrezzato per la vendita online, in alcuni casi accelerando una tendenza già avviata, ma ha anche beneficiato di un consumo entro le mura domestiche, con un aumento della qualità rispetto a periodi precedenti. I mesi di pandemia hanno rivelato anche un’altra tendenza: un packaging di classe per pubblico più di diffuso. “Insieme alla conferma delle confezioni per i vini d’eccellenza di fascia

alta, abbiamo avuto infatti un incremento della richiesta di questa tipologia di confezioni per i prodotti destinati alla GDO e anche alla vendita online”, spiega Ianich. “Quest’ultima è stata una tendenza che ci ha persino sorpresi, dato che l’e-commerce abitualmente punta su un packaging più friendly”. In ogni caso, prosegue l’imprenditore, all’appello mancano i numeri

MIONETTO PRESENTA IL NUOVO PROSECCO ROSÉ DOC Con la storica modifica del disciplinare del Consorzio di Tutela Prosecco DOC – grazie alla quale si va incontro al crescente trend mondiale del bere rosato – il Prosecco Rosé DOC di Mionetto diventa realtà. Con il debutto di questa nuova proposta, la cantina coglie un’importante opportunità per rafforzare il proprio sviluppo internazionale mostrando ancora una volta la forte attenzione al profilo degustativo richiesto dal consumatore globale. Il Prosecco Rosé DOC Mionetto è una referenza ad alto valore aggiunto che ha origine dall’incontro tra due vitigni: la Glera e il Pinot Nero vinificato in rosso. Uno spumante che combina la freschezza del Prosecco DOC con raffinati aromi esaltati dal lungo affinamento sui lieviti che avviene in autoclave per 60 giorni. Si presenta con un suggestivo e leggero colore rosa fiore di pesco che annuncia al gusto e all’olfatto un bouquet fruttato con evidenti note di pompelmo e piccoli frutti rossi. Inoltre la lunga maturazione a cui viene sottoposto fa sì che emergano avvolgenti aromi di miele e crosta di pane. Il risultato è un prodotto premium e di alta qualità che si caratterizza per la sua personalità delicata e contemporanea: una combinazione vincente che permette al Prosecco Rosé DOC di interpretare il lato più trendy dello stile Mionetto, rendendolo particolarmente gradito da un pubblico femminile che dimostra di apprezzare un bere “rosa”. Il suo temperamento dai tratti briosi lo rende complice anche di occasioni di consumo informali: dall’aperitivo, al finger food fino ad un pranzo italian style in particolare a base di molluschi, crostacei e crudità di mare. Ideale anche con i risotti di pesce. Ulteriore valore aggiunto è il suo essere “vegan friendly” garantito dalla certificazione V-Label, marchio internazionalmente riconosciuto e sinonimo sicurezza e affidabilità nell’identificare e approvare prodotti che non presentano ingredienti di origine animale. Il Prosecco Rosé DOC completa Prestige Collection, la linea di Mionetto che esalta i valori del suo DNA stilistico con l’obliquità, simbolo di spontaneità, dinamismo e contemporaneità e ne enfatizza il codice cromatico “Orange Mionetto” espressione di passione e vivacità.

che “si potranno tornare a raggiungere solo quando riapriranno tutte le attività di ristorazione e, soprattutto, ritorneranno ad arrivare i turisti stranieri. Sono loro, infatti, a essere un traino significativo per il consumo dell’alta qualità della vitivinicoltura italiana”. Negli stabilimenti di Tolmezzo e Asti, Lavorazione Legnami realizza packaging in legno su misura per le migliori bottiglie e lo contrassegna con il brand della casa vitivinicola marchiato a fuoco (non solo quindi leverei la specifica). L’impresa ha spinto ai massimi livelli la sua attenzione per la sostenibilità di tutta la filiera di cui fa parte e ha ottenuto di recente anche la certificazione ambientale PEFC ed FSC, che attesta la cura nella gestione dei boschi da cui proviene il legno utilizzato per il packaging.

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VINO, NUOVI PACKAGING PER E-COMMERCE E GDO

AMARO MONTENEGRO, UN’ICONA PER GLI ITALIANI Amaro Montenegro nasce nel 1885 a Bologna dal genio ribelle del giovane e appassionato erborista Stanislao Cobianchi, che intitolò la sua creazione alla principessa del Montenegro, Elena, futura regina d’Italia. Già Gabriele d’Annunzio, ai tempi, ne tessé le lodi definendolo liquore delle virtudi. Le 40 erbe aromatiche, provenienti da 4 continenti, sapientemente selezionate, estratte e miscelate lo rendono unico e inimitabile. La ricetta di Amaro Montenegro, fedele all’originale, è tuttora segreta e viene gelosamente tramandata. Un amaro unico grazie alle sue 7 note. Dalla bollitura, macerazione e distillazione, svolte rispettando un metodo artigianale, si ottengono 6 note aromatiche alle quali si aggiunge “il premio”: la settima nota che suggella la perfetta sinfonia degli aromi. Il colore ambrato, il suo aroma complesso e il gusto piacevolmente equilibrato tra note dolci e amare, rendono Amaro Montenegro così versatile da essere apprezzato dopo i pasti, liscio o con ghiaccio, o come ingrediente ideale per rivisitare cocktail classici e proporre mix innovativi. Un amaro dalla forte personalità, espressa anche nella bottiglia, unica e inimitabile che, pur rinnovandosi negli anni, mantiene sempre lo stesso carattere distintivo.

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Primo Piano CANTINE TORREVENTO, SODDISFAZIONE PER LA VENDEMMIA 2020 Cantine Torrevento, azienda vinicola pugliese di fascia premium partner di Prosit S.p.A., gruppo con l’obiettivo di unire cantine italiane rappresentative del nostro Paese, guarda con soddisfazione ai risultati della vendemmia 2020. Le uve raccolte alle pendici di Castel del Monte, in una condizione climatica che potremmo definire perfetta, hanno avuto una maturazione corretta ed equilibrata grazie alla buona dotazione idrica del suolo resa tale dalle piogge di inizio primavera-estate che hanno consentito una crescita ottimale dei germogli e dei grappoli. L’adozione, in tutti i vigneti di Cantine Torrevento, della pratica dell’inerbimento interfilare a base di graminacee e piante come il trifoglio incarnato, ha migliorato la dotazione di sostanza organica dei terreni, ha ridotto l’effetto negativo del compattamento del suolo dovuto ai mezzi meccanici e ha rappresentato una fonte di nettare e polline per migliaia di api e coccinelle che hanno trovato un meraviglioso e ideale habitat. Tutto questo ha permesso una maturazione delle uve in un ambiente salubre, sano e con un ricorso ai trattamenti gestiti in modo mirato e pari quasi allo zero, complice l’uso di tecnologie e centraline di previsioni meteorologiche, di sensori collegati a specifici software per i rilievi direttamente in vigna. Risultato di questa straordinaria combinazione tra terroir e clima, è stata una produzione di eccellenza per le varietà a bacca bianca quali Bombino Bianco, Pampanuto Chardonnay, Sauvignon Bianco, Moscato, Falanghina e Fiano vendemmiate tra la fine di agosto e la terza decade di settembre. La vendemmia del Bombino Nero, vitigno autoctono d’eccellenza per la produzione di rosato DOCG Castel del Monte, è avvenuta tra la prima e la seconda decade di settembre con uve con buona dotazione di antociani. Infine, la campagna 2020 si è conclusa con la vendemmia dei vitigni tardivi Nero di Troia e Aglianico nel mese di ottobre. Una soddisfazione “in vigna” che Cantine Torrevento ha confermato anche in cantina con la nuova annata appena prodotta dei vini bianchi e rosati Castel del Monte DOC, Pezzapiana e Primaronda, tra le novità di questa vendemmia 2020.Nell’ottica della sostenibilità che rappresenta da sempre il fondamento su cui si basa la filosofia produttiva aziendale, Cantine Torrevento ha deciso di utilizzare, su questi due vini, un tappo molto innovativo, una speciale chiusura per vini di qualità superiore destinati anche all’invecchiamento. Si tratta di un tappo completamente riciclabile e ricavato da biopolimeri rinnovabili a base vegetale estratti dalla canna da zucchero. Il tutto derivante da una particolare ricerca e innovazione tecnologica che mira aoffrire un tappo ecosostenibile caratterizzato da prestazioni di livello superiore e da un controllo uniforme dell’ossigeno al fine di ridurre l’impatto.

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GLI ANTICHI SAPORI DI ROSOLIO 1870 In passato amato dalle donne per il suo moderato grado alcolico e di buon auspicio per gli sposi novelli, oggi questo antico elisir digestivo viene riproposto da Distilleria Bertagnolli con il suo Rosolio 1870 che nasce dalla sapiente infusione dei petali di rose, profumati e ricchi di oli essenziali in finissimo alcool. Il risultato è una bevanda spiritosa dal profumo delicato, vellutato, floreale ed estremamente piacevole al palato, da servire preferibilmente dai 12° ai 16°C. Il rosolio era conosciuto fin dal ‘500. Veniva prodotto, in particolare, nei conventi siciliani dai quali presto si diffuse nei salotti di tutta Italia. Giulia de Kreutzenberg, nobildonna, possidente di vigneti in Piana Rotaliana (nel cuore del Trentino-Alto Adige) e sposa di Edoardo Bertagnolli – erede di una famiglia di farmacisti – soleva raccontare che, nel corso di un viaggio in Sicilia, si era innamorata a tal punto di questa infusione, da farsi svelare la ricetta da una giovane suora, incontrata durante il soggiorno. Il Rosolio 1870, ancora oggi, propone lo stesso soave sapore della ricetta originale e l’autentico spirito di chi lo creò per la prima volta. Il Rosolio è un prodotto squisitamente made in Italy, derivato dai petali di rosa e utilizzato come base per la preparazione di altri liquori. È diffuso soprattutto in Piemonte, Campania e Sicilia, dove si produce fin dal 1500. La presenza storica del rosolio in Sicilia, infine, è confermata da numerosi racconti, che narrano di persone salvate da morte certa a causa di colera, proprio da questo cordiale, inventato dalle monache nei secoli scorsi. Una bevanda spiritosa dalle proprietà digestive ed augurali, per un roseo futuro. Oltre che ai petali di rosa, il nome di questo liquore (detto anche “il liquore del passato”) potrebbe trarre origine dal latino “ros solis”, che significa “rugiada del sole”. Come altri infusi del genere, tonici ed ideali per rivestire il ruolo di ammazzacaffè al termine di un pasto, anche il rosolio nasce nei conventi, con le suore che ponevano a macerare in alcol i petali di rosa così da ottenere uno spirito dall’aroma prezioso, raffinato e delicato, da offrire agli ospiti più importanti che andavano a far visita.

ROERO D’AUTORE Sin dalla sua fondazione, nel 2014, il Consorzio di Tutela Roero ha come obiettivo la promozione della Docg del Roero Bianco e Rosso e del suo territorio. Proprio per questo motivo è stato scelto di affidare l’ideazione delle prime etichette istituzionali della Docg all’artista braidese Feny Parasole, nata e cresciuta nel Roero, capace quindi di trasmetterne l’essenza nelle sue creazioni. Insignita del Premio alla Carriera a Montecitorio nel 2018 e inserita nell’Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini, Feny Parasole è un’artista di fama internazionale. L’artista ha optato per una tecnica mista: la base è ad inchiostro, sulla quale ha lavorato con il tratto grafico e con gli acquerelli. Per la realizzazione grafica, responsabile del progetto è Barbara Facchin dello studio torinese Labelcinque. I colori scelti richiamano quelli del territorio. Il bianco del tufo, tipico dei terreni del Roero nel quale la tradizione contadina usava scavare a mano cantine sotterranee per custodire i preziosi vini imbottigliati; l’azzurro dell’acqua del Golfo Padano – un mare interno che occupò l’area del Roero fino a circa due milioni di anni fa – e del fiume Tanaro, la cui cattura plasmò il territorio del Roero, il verde delle vigne e il giallo paglierino e il rosso rubino dei vini di questa terra. Il risultato sono opere uniche, come lo sono il Roero Docg Bianco e Rosso. Nelle etichette del Roero Docg Bianco e Rosso i cuori sono soggetto e cornice. Essi rappresentano l’emozione semplice e profonda che scaturisce nel degustare i vini, capace di trasportarci in un viaggio sensoriale nel vigneto situato tra le colline, rappresentate dalle linee, luogo in cui tutto ha avuto origine. I cuori sono aperti a rappresentare un vino capace di suscitare emozioni in chi lo beve e la morbidezza delle loro forme si ispira a quella delle colline. Le etichette del Roero Docg Bianco Riserva e Rosso Riserva ritraggono un filare di vite che evoca un antico vigneto, alleggerito dalla dinamicità del vento che lo spettina.


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Primo Piano

TRENTINER sceglie Raja per l’unboxing L’e-commerce dei sapori trentini sceglie l’azienda piacentina per sorprendere i clienti e rendere sicure le spedizioni di prodotti fragili.

T

rentiner, brand specializzato nella venditaonline di prodotti enogastronomici trentini, ricercava un partner affidabile e riconosciuto dal mercato per personalizzare e proteggere le spedizioni. Da qui la decisione di affidarsi a RAJA Italia, azienda di riferimento in Europa nella distribuzione di imballaggi e forniture aziendali.

Il progetto

enogastronomico di Trentiner

Trentiner è un’azienda nata nel 2015 con l’obiettivo di mantenere e facilitare il contatto con tutti gli estimatori delle prelibatezze culinarie locali. Un progetto che contava inizialmente 20 produttori arrivati oggi a oltre 60 fornitori con più di 1000 referenze dei migliori articoli della regione. Quando l’azienda trentina si è rivolta a RAJA Italia aveva due obiettivi da raggiungere: da una parte garantire la massima protezione alle eccellenze enogastronomiche in vasetti o bottiglie, soprattutto se proposte in speciali pacchi degustazione o regalo, come le confezioni di Natale firmate Trentiner, dall’altra personalizzare gli imballaggi per trasmettere l’immagine e i valori dell’azienda. Grazie

alla vasta gamma di packaging proposta a catalogo e all’affermata expertise, RAJA Italiaha saputo rispondere puntualmente alle esigenze di Trentiner. “L’ampia e completa offerta di RAJA è riuscita a soddisfare tutte le nostre esigenze. Protezione, personalizzazione e cura al dettaglio permettono a Trentiner, anche attraverso l’imballaggio, di far rivivere ai clienti le emozioni legate ai sapori trentini conosciuti in vacanza”, afferma Nicole Ferrari, Responsabile Marketing di Trentiner.it. “RAJA Italia si è quindi rivelata il partner ideale per rendere unico il momento dell’unboxing senza rinunciare alla sicurezza e all’integrità dei prodotti spediti”.

Nicole Ferrari, Responsabile Marketing di Trentiner.it

Sicurezza,

personalizzazione e design

Per raggiungere tale obiettivo è stato scelto Geami WrapPak, il sistema di riempimento antishock selezionato da Trentiner per imballare gli articoli che necessitano di protezione. Una soluzione che unisce sicurezza a customizzazione ed estetica grazie allastruttura alveolata in 3D, in materiale 100% naturale, riutilizzabile e riciclabile, insieme alla carta velina, disponibile in vari colori, che avvolge i prodotti più delicati e fragili. “È l’attenzione che riserviamo ad ogni cliente che ci consente di soddisfare le esigenze delle realtà con cui collaboriamo”, dichiara Lorenza Zanardi, direttore generale di RAJA Italia.“La partnership con Trentiner è sicuramente per noi motivo di orgoglio perché dimostra che le nostre proposte sono in grado di proteggere e valorizzare qualsiasi oggetto avendo cura non solo dell’impatto ambientale ma anche delle singole richieste di personalizzazione”.‹

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SpotLight Total beverage alcohol performs better than expected in 2020, but forecasts point to as low long-term recovery, according to far-reaching new research from IWSR Drinks Market Analysis. Total beverage alcohol will recover to 2019 levels by 2024.

BEVERAGE ALCOHOL IN 2020 shows great resilience B

ased on how the pandemic has unfolded in 2020 so far, IWSR Drinks Market Analysis, the leading authority on the global beverage alcohol market, has conducted an in-depth mid-year assessment on the outlook for the global beverage alcohol industry. IWSR reviewed beverage alcohol consumption in 19 key global markets, and the global travel retail channel (representing 75%+ of total global alcohol consumption). The key markets reviewed were Australia, Brazil, Canada, China, Colombia, France, Germany, India, Italy, Japan, Mexico, Poland, Russia, South Africa, Spain, Thailand, Turkey, UK, US, and the global travel retail channel. “Given the incredibly tough measures the industry has continued to face due to Covid-19, it’s encouraging to see that beverage alcohol in the 19 focus countries is only projected to decline by -8%in 2020, rather than by the double-digit losses originally expected. Excluding national spirits such as baijiu and shochu, total beverage alcohol in the 19 focus countries will recover to 2019 levels by 2024.We may see that recover even faster now, given the recent news on encouraging vaccine trials,” says Mark Me-

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ek, CEO of IWSR Drinks Market Analysis. “The rise of ecommerce and the efforts by retailers and on-premise operators to adapt to this crisis, coupled with consumers expanding to new occasions, created a dynamic, albeit challenging, new environment for beverage alcohol.”

The US and China – Key growth drivers

Though volume losses in several markets, including Russia, Australia, Japan, and Germany will be under -5%, only the US and Canada are expected to show actual volume growth this year (both at over2% total volume increases). The 2020 volume consumption increase in the US is in line with 2019trends, indicating that Covid-19 has not impacted overall consumer demand. However, gains in retail and ecommerce contrast with heavy losses in the more profitable on-premise channel in the US. China also performed better than initially foreseen at the start of the pandemic, as Chinese consumers – including 400 million millennials in the country – have returned to

almost all everyday activities. The international spirits market in China, in particular, will see full recovery by 2021. The US and China are key growth drivers of global beverage alcohol, and combined, they account for one third of global volume consumption and over 40% of global value. Brazil and Japan have also proved remarkably resilient through 2020, and are expected to recover topre-pandemic volume consumption levels in 2021. While 2020 will see a drop in the all-important beer and cachaça categories in Brazil, both are expected to bounce back quickly. Still wine will be a winner there during 2020, the only category in absolute growth, although RTDs are also starting to make their mark. Japan continues its journey away from traditional products such as shochu and sake, with beer proving particularly resilient, especially in the face of a strongly-advancing RTD category. Markets such as India and South Africa, which experienced partial or full shutdowns of all beverage alcohol during the pandemic, and Mexico, which saw beer banned for some time, unsurprisingly will experience some of the largest volume los-


ses this year. Global travel retail, impacted by the huge disruption in business and leisure travel, is estimated to see volume consumption down -68% in 2020.

Main trends in 2020

In terms of specific categories, only the ready-to-drink (RTD) sector will see volume growth this year(+43%), largely driven by strong performance in the US, which is the largest RTD market in the world by volume. Global consumers have shown a propensity for refreshing, flavourful and longer-to-consume drinks, which bodes well for RTDs. The category is also well

2023. Premium-and-above Prosecco is expected to be least impacted by Covid, and premium-and-above still wine is forecasted to recover lost volumes by 2022.

Wine & Spirits

suited to the off-premise, which further boosted its popularity during lockdowns. RTDs are expected to post volume gains of +21.8% compound annual growth rate 2019-2024, stealing share primarily from the beer category. In the US, the RTD category will be bigger by volume than the spirits category by the end of this year. Total volume consumption of international spirits (which excludes national spirits such as shochu and baijiu), is projected to be down by -7.2% in 2020, however is set to recover in full by 2022. Within spirits, Canadian whisky and US whiskey are the only categories expected to grow in volume consumption in2020. US whiskey will also be one of the most resilient spirits through to 2024, along with Cognac/ Armagnac, agave-based spirits, Irish whiskey and Japanese whisky. Total wine and beer are both forecasted down about -9% in 2020 and are each unlikely to regain volumes for several years. Low- and no-alcohol beer, however, is a bright spot for the category, as moderation and wellness trends continue to resonate with consumers. Low- and no-alcohol beer remains resilient through to 2024, with a volume CAGR of 5.9% (2019-2024). No-alcohol spirits will grow at a slightly lower pace, hampered by the absence of a functioning on-premise channel in 2020, seen as key to bringing the category closer to consumers. Within wine, sparkling wine volume consumption is anticipated to recover to 2019 levels by

Alcohol ecommerce is growing

New IWSR research also examines Covid-19’s impact to the on-premise, which will have suffered long term, potentially permanent, damage in many markets. The IWSR estimates that only four of the key markets will see a market share gain over 2019 levels in the on-premise by 2024 (Russia, Poland, Australia, and Colombia). In many markets, Covid-19 has accelerated a long-term pre-crisis trend of a declining traditional on-premise. The clear winner during Covid lockdown has been alcohol ecommerce, which has increased in all focus markets. The value of ecommerce in 10 core countries (Australia, Brazil, China, France, Germany, Italy, Japan, Spain, UK, US) is forecast to grow by over 40% in 2020, to reach US$17bn, and is expected to grow to over $40bn by 2024.

Mixed consumer sentiment

In a recent IWSR study focusing on consumer behaviour shifts across key markets, findings indicate that adult consumers’ drinking behaviours have remained steady in most markets, with increases driven by generally younger, urban, and more affluent consumers who are relatively comfortable in the new normal. Consumers are not reporting much shift in their preferred categories, though they do report spending more on whisky, Cognac, Champagne, wine, tequila, craft beer, and gin. “Covid-19 has had a polarising effect on the world economy and thereby the global beverage alcohol market. Large markets such as the US and China have survived the best, while less developed regions and countries such as Africa, Mexico and Argentina have unfortunately suffered more,” adds Meek.“Very premium high-end spirits have also held up well, while low-end and value products have seen gains in struggling markets as Covid-19 leads to downtrading. Some of the more standard middle ground categories, blended Scotch for example, have lost share”. ‹

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SpotLight The Covid-19 pandemic and the resulting economic situation are the most acute threats to the wine industry. In this context, digitalisation and structural change are accelerating. Seven out of ten expect the global wine demand to reach similar levels like before Covid-19 in the future, both for producers and trade.

WINE INDUSTRY current challenges and new strategies O

n behalf of ProWein, the Geisenheim University surveyed experts from 49 countries at the end of 2020, thereby covering the entire value chain of the wine industry. This year’s survey focused on the effects of Covid-19 on the global wine industry.

Current challenges

of the wine industry

The effects of the Covid-19 crisis and the expected negative impact on the global economic situation are by far the most important challenges facing the wine industry this year. Compared to last year, the threat of climate change and health policy have receded somewhat into the background due to the acute threat of the pandemic, but are still considered important.

Disruption in wine distribution channels

As a result of global restrictions, the Covid-19 crisis has led to an abrupt

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change in the purchasing behaviour of consumers. In many countries there have been extensive closures and restrictions in the restaurant and hotel industry. International tourism, which is of immense importance for sales in countries such as Spain, France and Italy also came to a virtual standstill. In return, consumers were more dependent than before on buying their wine at food retailers or online. The restrictions imposed by Covid-19 mainly affected restaurants and hotels, 77% of which, according to the results of the survey, had to close down at least temporarily. The hygiene measures imposed led to higher operating costs, restrictions in the services offered, lower occupancy rates and declining turnover for more than 60% of the restaurants and hotels. The whole sector suffered and still suffers from the almost complete cancellation of private and public events and festivities. Compared to restaurants and hotels, the wine trade was much less affected, with only 25% of businesses having to close and/or suffering a loss of turnover. On the

other side, 38% of wine retailers reported increased sales since March 2020. Hotels and restaurants have been hit hardest economically by the closures, hygiene measures and the collapse of tourism. For about 80% of the businesses, the economic situation has deteriorated due to Covid-19, 30% of which deteriorated very strongly. Starting from a positive level in 2019, the economic situation of hotels and restaurants has thus fallen drastically to the most negative value of all examined sectors of the wine industry. In contrast, the current economic situation of the specialist wine trade is the most positive of all sectors, even if it is declining compared to the previous year. Wholesalers and importers lie between the two extremes with a significant decline but largely satisfactory economic situation. Overall, the majority of international wine producers were negatively affected by the Covid-19 related changes in sales volumes. Through their listing in the food retail trade, larger producers in particular, such as wineries and cooperatives,


Reactions from businesses

were able to compensate for part of their losses. Nevertheless, almost 60% of the businesses reported economic losses due to Covid-19. 70% of the smaller wineries, which depend even more from wine tourism and gastronomy, have seen their economic situation deteriorate due to Covid-19. Even though the wine producers have increased their sales via online channels, these were based on a very low starting level and for most of the wineries they, by far, could not compensate the losses from the important sales channels of gastronomy, export and wine tourism. Mediterranean wine producers in particular lack easy access to consumers in Central and Northern Europe due to the regulation of intra-European online trade in wine. Due to the global scale of the pandemic, sales channels have shifted virtually simultaneously in all wine markets of the world. As a result, there was a strong negative feedback loop on wine exports from the three main producing countries, with France and Spain already affected by additional import tariffs to the USA since October 2019. Italy’s export loss was smaller due to the exemption from the import duties. Besides the USA, import markets such as China and Hong Kong were particularly affected by the declines. There, private wine consumption is still relatively low and wine is consumed mainly on special

As a result of the crisis, both producers and retailers completely realigned their marketing with a very strong focus on all online channels. 60% of the wine producers and about 50% of the retailers as well as hotels and restaurants intensified the communication with their customers via social media (Facebook, Instagram etc.). Every third wine retailer placed online advertisements. Almost every fourth winery and every fifth wine retailer conducted online tastings to reach their clients and customers during the lockdown. Likewise, every fourth winery and every tenth wine retailer opened a new, company-owned online store. Sales to direct customers could be increased for 44% of wine producers – specifically through special offers with discounts (46%) and increased customer activation via newsletters (40%). Every fourth wine producer tried to profit from

the sales increases in the food trade and online trade by negotiating new listings there. According to the motto “if the consumer can’t come to the wine, then the wine comes to the consumer”, every second wine retailer, every third restaurant and every fourth wine producer offered a delivery service for their products. This enabled a contactless and safe delivery of the goods without wine consumers having to leave their homes. For restaurants, however, this delivery service was only able to compensate for a fraction of the revenue, as the ambience, flair and service of a restaurant visit cannot be delivered to the customer’s home. 80% of the businesses negatively affected by the crisis had to reduce their expenses and costs in order to survive economically. Half of the businesses postponed planned innovations and investments. Four out of ten companies used public aid programmes, also to be able to continue paying employees. One producer in five was forced to lay off employees. One in ten producers surveyed took part in crisis distillation, which was intended to remove excess quantities from the market in many countries (except for countries such as Germany where crisis distillation was not permitted). Across Europe, around 10 million hectolitres (more than one German annual harvest) were stored or distilled as part of the crisis measures taken by the European Union.

Wine & Spirits

social occasions, which no longer took place due to Covid-19. Exports to countries such as the Netherlands or Switzerland, where wine plays an important role in the gastronomy sector, also declined in 2020. The prospects for a recovery in exports in 2021 are modest.

Change in consumer behaviour

During the lockdown, retailers observed a higher willingness to spend money among consumers, who for instance treated themselves to a special wine as compensation for their cancelled trip abroad. Due to the fact that many consumers spent their vacation at home this year, they also turned more often to local and regional wines. The demand for sparkling wine suffered particularly from the lack of social occasions and celebrations to which it is normally drunk. The expected negative economic effects of the Covid-19 crisis will also weigh on consumers’ disposable income in the future. The wine trade therefore expects

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SpotLight Future strategic

adjustment of the wine sector

wine buyers to be more price-sensitive in the future, but at the same time hopes for an increase in demand for regional and sustainably produced wines. Experts unanimously expect a slow recovery for the restaurant and hotel industry. The majority expect further restraint and caution on the part of tourists even after the crisis, and only one in three hopes for a rapid and strong increase. Therefore, hotels, restaurants and their wine suppliers still require a great deal of persistence to bridge this phase and survive economically. Every third expert is optimistic and expects a complete recovery of wine sales in the gastronomy sector after Covid-19, which also offers opportunities for new innovative business concepts. Four out of ten purchasers from the specialist wine trade, gastronomy and hotel industry intend to list and purchase new wines from new producers in 2021. On the other hand, one in three trade businesses feels compelled to buy less wine next year due to necessary cost savings and reduction of tied capital.

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Expectations for the future

The experts agree that online trade in wine will continue to play a very strong role after the pandemic. Similarly, respondents believe that wine sales via food retailers will emerge stronger from the crisis. One in three also expects premium wines to be sold via food retailers in the future. For the post-Covid-19 period, one in seven experts expects a recovery in demand for wine to the previous level. The proportion of respondents who expect an incomplete recovery is slightly higher than the proportion who expect wine demand to increase. The wine trade, with its focus on Central Europe, is slightly more optimistic than wine producers with their focus on Southern Europe. Wine producers from Germany and the New World, as well as wine retailers, expect demand for premium wines to be stronger after the crisis than before it. The expectations of wine producers from Southern Europe for premium wine are rather subdued.

Companies from all parts of the wine value chain agree that digitisation will play a much stronger role in the wine industry. Even though there are still legal hurdles in cross-border online sales between EU countries, two out of three experts agree that in the future producers will focus more on their direct digital marketing. Also, 56% of retailers plan to increase their spending on digital marketing and more than one in three want to invest in new ways to reach their customers more effectively (digitally). In addition, the advancement of digitalization in wine production will continue to accelerate and experts agree that the Covid-19 crisis is unlikely to slow down this process. In the view of the experts surveyed, the sudden collapse of important sales channels and export markets is likely to result in wine producers having to diversify more to reduce their dependence and the risk of individual channels and markets. This will only be possible through further business growth or partnerships that allow further specialization in the sales area and ensure the necessary sales volume. Two out of three producers surveyed expect the Covid-19 crisis to have such a negative impact on the industry that some of the producers will not survive economically. This will lead to a further acceleration of the ongoing structural change, which will result in fewer but larger businesses. The last ProWein Business Report 2019 made clear that escalating climate change has led to a growing commitment to sustainability in the wine sector. However, the majority of measures to protect the environment require investments by the businesses. Covid-19 has already led to the postponement of investments and has attacked the economic substance of many businesses necessary for measures to increase sustainability. Three out of ten experts therefore fear that producers will not be able to increase their environmental sustainability and adapt to climate change as quickly as necessary.‹


THE GLOBAL PLATFORM FOR PACKAGING INNOVATIONS AND TRENDS

+ 400

EXHIBITORS

+ 30

CONFERENCES

+ 50

EXPERTS

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Focus Manutenzione predittiva nell’industria italiana 4.0 L’indagine di Reichelt Elektronik evidenzia il trend in continua crescita della manutenzione predittiva da parte del mondo industriale italiano.

G

li impianti e le macchine al servizio delle industrie di produzione stanno diventando sempre più intelligenti. L’indagine commissionata da Reichelt Elektronik, distributore europeo online di elettronica e tecnologie IT, in collaborazione con l’istituto di ricerca OnePoll, conferma come anche la manutenzione predittiva giochi un ruolo fondamentale in questo processo di innovazione e si stia affermando sempre di più nel mondo industriale italiano. Le tecnologie in possesso delle imprese e l’ammodernamento dei macchinari, infatti, forniscono alle aziende un’ampia gamma di variabili e di caratteristiche osservabili in grado di generare importanti benefici. Tra queste, la manutenzione predittiva sta prendendo sempre più piede nell’ambito dell’Industria 4.0, facendo leva sulla possibilità di pianificare concretamente le attività di manutenzione in base alle reali condizioni di macchine e impianti. Secondo quanto emerso dalla ricerca, la manutenzione predittiva rappresenta una tendenza già diffusa sul mercato italiano e si prevede che continuerà a registrare un incremento positivo anche in futuro.

Il ruolo della

pianificazionae

I dati confermano come il sistema di manutenzione predittiva sia già utilizzato dalla grande maggioranza dei rispondenti italiani: il 92% dei responsabili delle decisioni ha infatti affermato di avvalersi di questa tecnologia, non solo su singoli macchinari. Più della metà (51%) degli

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intervistati ha dichiarato di possedere funzionalità di manutenzione predittiva sulla maggior parte delle macchine in dotazione (30-59%). Tra i principali vantaggi, un numero rilevante di aziende ha fatto riferimento alla capacità di elevare la qualità della produzione (47%), evitare i fermi macchina (44%) e consentire un minor dispendio di tempi-costi grazie ad una produzione più efficiente (42%).

Il processo

di espansione

L’indagine ha evidenziato come i miglioramenti apportati da questa tecnologia contribuiscano a incentivare le aziende nel fare ulteriori investimenti in tal senso. Il 44% degli intervistati che già utilizzano la manutenzione predittiva ha infatti affermato di voler espandere questa tecnologia nella produzione, mentre il 47% di essi intende aumentare il numero di macchine dotati di questa funzionalità. Al contrario, tra le aziende che ancora non utilizzano la manutenzione predittiva, il 47% ha affermato che intende introdurla in futuro, seppur non nel corso del 2021; a fronte di un 32% di rispondenti che, attualmente, non ha alcun piano circa l’implementazione di tale tecnologia. In generale, il 29% aziende ha deciso di implementare funzioni di manutenzione predittiva sin dall’inizio, mentre il 22% ha potuto adottare questa tecnologia solo per parte dei macchinari. Secondo le opinioni degli intervistati italiani, tutte le aziende sono concordi nell’affermare come la manutenzione predittiva diventerà una tendenza diffusa su larga scala nell’arco dei prossimi 10 anni.

Efficienza e risparmio

La manutenzione predittiva è utilizzata principalmente per la valutazione dei seguenti aspetti: • Temperatura (57%)

• Velocità (48%) • Rumori e segnali audio (47%) • Funzionamentoe tempo di esecuzione (45%) • Pressione (43%) • Vibrazioni (35%)

I vantaggi

per le imprese

Considerate le sue potenziali applicazioni, l’indagine di Reichelt Elektronik ha evidenziato i seguenti punti come le principali ragioni che spingono le aziende ad investire in funzionalità di manutenzione predittiva: • Maggiore efficienza nella produzione (43%) • Evitare i fermi macchinae perdite di produzione (42%) • Miglioramento della qualità della produzione (37%) • Minore necessità di sostituzione dei componenti (34%) • Visione d’insieme e pianificazione del lavoro di manutenzione (31%) L’introduzione di una nuova tecnologia nell’azienda è sempre associata a delle sfide. In particolare, per le aziende intervistate, le principali sfide sono state quelle riguardanti la scelta della soluzione o del prodotto più idoneo (38%). Altrettanto impegnativi sono il superamento dello scetticismo dei responsabili dei decisori e l’approvazione dell’investimento (30%), problematiche relative all’analisi dei dati (28%) e, infine, mancanza di requisiti tecnici (25%). Tuttavia, si può affermare come le decisioni basate sui dati e l’efficienza della produzione siano i due pilastri portanti dell’Industria 4.0. Sapere come funzionano le macchine in modo ottimale ha come importante beneficio quello di adattare al meglio tutti i processi che ne derivano.‹ *Ricerca condotta online su 1.550 intervistati europei, di cui 250 rispondenti italiani, durante il mese di febbraio 2021 dall’istituto di ricerca OnePoll.


Siemens soluzioni ad elevata scalabilità Tommaso Valle, Head of Packaging Team di Siemens Italia, spiega l’importanza di scegliere soluzioni che garantiscano una grande scalabilità e che siano sviluppate per soddisfare le specifiche esigenze del settore. Una scelta che non può tralasciare la fondamentale azione della raccolta dati dalle macchine.

e il packaging sono ‹liana.L’automazione fiori all’occhiello dell’industria itaIn che modo Siemens si propone

quale partner capace di supportare gli OEM in questo primato internazionale? Per il mondo del packaging Siemens ha sviluppato un portafoglio di prodotti e soluzioni innovative sempre più ritagliate per le sue esigenze specifiche. Tutte le famiglie di prodotti riescono a garantire una grande scalabilità in grado di coprire tutte le tipologie di macchine presenti in questo mercato. Così è possibile trovare controllori motion scalabili dalle applicazioni più compatte fino alle performance più spinte, e allo stesso modo le tre famiglie di servoazionamenti possono soddisfare ogni tipo di esigenza. In Italia inoltre, opera il Pack Team di Siemens, un team dedicato di assoluta competenza, nato a Bologna ma attivo su tutto il territorio italiano che ha lo scopo di seguire l’intera filiera del packaging e supportare in modo differenziato i costruttori di macchine al fine di soddisfarne le esigenze specifiche. Si tratta di veri e propri consulenti tecnico commerciali con un focus sul mercato del packaging, così da garantire tutte le competenze specifiche necessarie. Per stare al passo della continua evoluzione, gli OEM sono chiamati a progettare macchine che

soddisfino le nuove esigenze e che siano in grado di integrare l’automazione con i sistemi informatici aziendali, allo scopo di una migliore raccolta dati e connettività tra differenti tipologie di macchine. Per questo motivo è di fondamentale importanza il supporto di un partner come Siemens che investe in competenze e soluzioni all’avanguardia e innovative a garanzia di una competitività internazionale e in nuovi mercati.

‹ La necessità di implementare sistemi produttivi sempre più automatizzati e la digitalizzazione sono uno dei principali driver di sviluppo. Quali sono le soluzioni Siemens che aiutano i costruttori di macchine automatiche a soddisfare queste esigenze, anche in ottica di innovazioni Industry 4.0 ready? Industria 4.0 ha contribuito a valorizzare in modo importante concetti come Smart factory, l’ottimizzazione della produzione tramite l’innovazione dei processi, l’uso di tecnologie abilitanti e l’integrazione dell’IT direttamente in impianti e macchine. Nello specifico gli OEM italiani nel settore del packaging sono tra i più attivi nella ricerca ed implementazione delle innovazioni tecnologiche, infatti frequentemente tematiche come la connessione delle macchine

Processing & Packaging 4.0

Focus

a piattaforme cloud per la raccolta dati, manutenzione predittiva, virtual commissioning e realtà aumentata sono già attuali presso gli OEM di questo settore. All’interno del completo portfolio di prodotti, servizi e soluzioni messi a disposizione da Siemens per il settore Packaging, tra i più innovativi ci sono i Simatic Edge Device che permettono di elaborare i dati acquisiti sul campo direttamente a bordo macchina, dove c’è l’esigenza di un’analisi in tempo reale, per poi essere inviati per la consultazione e l’archiviazione al nostro sistema operativo per l’IoT, aperto e basato su cloud, Mind Sphere. Un altro dispositivo particolarmente innovativo è il modulo aggiuntivo di Artificial Intelligence per i PLC della serie S7-1500, che offre funzionalità innovative come per esempio il controllo Smart della qualità, oppure la possibilità per un robot dotato di una telecamera, di risolvere in autonomia problemi che potrebbero sorgere in produzione. Questo modulo NPU permette di elaborare reti neurali direttamente collegato al PLC. Infine, per supportare i clienti nel cambiamento digitale e garantire una produzione più efficiente, flessibile e qualitativamente migliore, Siemens mette a disposizione dei clienti la Digital Enterprise Suite. ‹

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Focus Pilz la sicurezza come priorità Marco Pelizzaro, Divisional Manager di Pilz, spiega le strategie che muovono il fornitore internazionale di componenti, sistemi e servizi per l’automazione di macchine e impianti, soluzioni basate innanzitutto sul concetto di sicurezza.

P

er Pilz la sicurezza è intesa sia in termini di prodotti, sia in termini di servizi. Tra i core business della multinazionale vi è la competenza che le permette di garantire servizi e formazione con una qualità riconosciuta in tutti i Paesi dove la società è presente con le proprie filiali.

‹ La vostra mission si basa sulla fornitura di sistemi di sicurezza. Quali gli elementi cardine della vostra strategia aziendale? Grazie alla formazione e tutti i servizi ad essa collegata, come la sicurezza funzionale o alle analisi di rischi, diamo la possibilità ai nostri clienti di fornire al mercato delle macchine sicure. Altri aspetti cardine sono le certificazioni, in particolare citiamo la CMSE® - Certified Machinery Safety Expert (certificazione esperti in sicurezza delle macchine) che costituisce una qualifica riconosciuta a livello internazionale e fornisce una panoramica a 360° del settore della sicurezza delle macchine. La collaborazione tra Pilz e TÜV NORD, due aziende leader internazionali nel proprio settore, contribuisce a caratterizzare questo corso di formazione ‘Certified Machinery Safety Expert’ come una straordinaria proposta tra quelle disponibili sul mercato dedicate alla sicurezza delle macchine.

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‹ Quali vantaggi derivano dall’impiego dei sistemi Pilz sulle linee di imballaggio e alimentari? A bordo macchina, esistono sensori RFID di sicurezza con blocco o senza blocco che possono aumentare livello di sicurezza per ottenere maggiore produttività e flessibilità. L’operatore in questo modo è incentivato ad essere connesso avendo la diagnostica a portata di mano per evitare quindi fermi macchina. Grazie alle nuove possibilità offerte da Industrie 4.0 e alla relativa semplificazione di azionamento e manutenzione degli impianti di imballaggio, è possibile migliorare il rapporto costi-benefici. Aspetto fondamentale per l’abbattimento del TCO (TCO – total cost of ownership) è garantire la sicurezza di persone e macchine. Soluzioni di automazione sicure sono la base per un’efficienza e un’efficacia totale degli impianti. In questo modo la sicurezza delle macchine garantisce non solo la protezione contro incidenti evitabili, ma comporta anche un aumento della convenienza dei processi di imballaggio, ad es. grazie alla riduzione dei tempi di fermo macchina. ‹ Quali progetti di Pilz si stanno muovendo in ambito di digitalizzazione dell’industria e robotica? Pilz sta collaborando al progetto Rossini che mira a sviluppare una piattaforma hardware-software dirompente e sicura per la progettazione e la distribuzione di applicazioni di collaborazione uomo-robot (HRC) in produzione. Combinando innovative tecnologie di rilevamento, attuazione e controllo e integrandole in un ambiente di sviluppo aperto, la piattaforma Rossini fornirà una serie di strumenti che consentiranno la diffusione di applicazioni HRC in cui robot e umani collaboreranno all’interno dello stesso team, aumentando la qualità del lavoro e la flessibilità della produzione. Pilz

è in grado di fornire soluzioni per mettere in sicurezza le celle robotizzate e realizzare implementazione e validazione dei sistemi.

‹ Che tipo di valutazione dei rischi eseguite e come rispondete in termini di soluzioni in grado di ridurre i rischi legati a velocità elevata e avvicendamento? La valutazione dei rischi è obbligatoria perché è in base a questa analisi che deve essere messo in sicurezza l’impianto. Una valutazione dei rischi eseguita da esperti rappresenta un fattore fondamentale per la costruzione in sicurezza o per l’identificazione di adeguate misure protettive e quindi per la sicurezza delle macchine stesse. Grazie alla sua visione internazionale, Pilz garantisce una competenza ai massimi livelli. ‹ In che modo Pilz rispetta i più elevati requisiti relativi alla gestione della qualità e al rispetto dell’ambiente? Il cliente è al centro della nostra attenzione. I punti di forza sono prodotti di qualità elevata, sistemi innovativi e servizi di livello superiore alla media. I vantaggi per il cliente sono sostenibilità e sicurezza che consentono di realizzare prodotti efficienti dal punto di vista energetico e soluzioni a basso impatto ambientale.‹


B&R movimentazione 6D intelligente e senza contatto La produzione adattiva è un paradigma che consente alle aziende manifatturiere di riconfigurare i sistemi produttivi in maniera rapida ed economica per soddisfare le mutevoli richieste di mercati in rapida evoluzione. ACOPOS 6D è un’innovativa soluzione B&R di movimentazione intelligente, pensata per le aziende che si trovano a dover realizzare lotti sempre più piccoli e mix di prodotti personalizzati.

Processing & Packaging 4.0

Focus

I

l sistema di movimentazione ACOPOS 6D di B&R può gestire fino a 50 navette (o shuttle) che scorrono sospese, grazie a un sistema a levitazione magnetica, su un percorso composto da una serie di segmenti – fino a 200 – combinabili per creare un passaggio dalla forma e della lunghezza desiderate. La potenza di calcolo è decentralizzata nei segmenti, per cui l’intero sistema può essere controllato da un unico PLC. Le navette sono disponibili in diverse dimensioni (fino a45 cm per lato) e sono in grado di trasportare carichi fino a 14,4 kg. Sincronizzate tra loro, le navette possono muoversi all’unisono creando una base più ampia per trasportare oggetti ingombranti o più pesanti. Il sistema permette loro di muoversi con accelerazioni fino a 20 m/ s2 e con una velocità di 2 m/s. La libertà di movimento delle navette non è soltanto nelle due dimensioni parallele alla base: può infatti variare anche l’altezza rispetto alla pista; inoltre gli shuttle possono ruotare lungo ciascuno dei tre assi; una libertà che consente di ruotare i prodotti in linea senza l’uso di un apposito azionamento, di compensare oscillazioni di liquidi o favorire il carico/scarico del materiale. E proprio la roto-traslazione lungo i 3 assi x, y, z offre i sei gradi di libertà da cui deriva il nome di ACOPOS 6D.Il sistema di controllo, in grado di gestire forza e coppia, può anche effettuare la pesatura del carico sulla navetta con una precisione di +/-1 grammo, indipendentemente dal peso dell’oggetto.

Pulizia e precisione

Poiché tra segmenti e shuttle non c’è contatto, il sistema non richiede lubrificazione ed è quindi adatto all’impiego in ambienti

in cui la pulizia è importante. A questo si aggiunga che i segmenti offrono un grado di protezione IP 67 e possono quindi essere utilizzati anche senza protezione. Con una opportuna lamina d’acciaio posta sulla base il sistema raggiunge il livello di protezione IP69k e può entrare tranquillamente in camera bianca. Le navette offrono una ripetibilità di posizionamento di ±5 µm, rendendo ACOPOS 6D adatto ad applicazioni con requisiti di posizionamento stringenti, come quelle nell’industria elettronica e nell’assemblaggio di componenti meccanici ed elettronici. Grazie alla precisione negli spostamenti, le navette possono essere utilizzate anche come assi nelle stazioni di lavorazione: una navetta che trasporta un pezzo può, ad esempio, seguire un percorso CNC permettendo di utilizzare utensili a montaggio fisso e spostando direttamente il pezzo da lavorare, e non la testa di lavorazione. È inoltre possibile montare il sistema anche in verticale oppure a soffitto.

Le applicazioni

Il sistema è dedicato in particolar modo alle aziende manifatturiere che operano nel settore farmaceutico, per applicazioni di riempimento asettico, lavorazioni in clean room e macchine per la sterilizzazione, oppure a quelle che hanno bisogno di elevata flessibilità nelle operazioni di confezionamento primario o secondario, soprattutto nel Food & Beverage, o di assemblaggio, in particolar modo nel mondo dell’elettronica, dell’automotive e delle batterie di nuova generazione.‹

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Focus Schneider Electric innovazione e sostenibilità nel DNA Alessandro Vallini, Responsabile Segmenti Strategici OEM, Schneider Electric Italia, racconta come la società collabora con i costruttori di macchine con un approccio di vera e propria partnership, basato sull’ascolto delle richieste del cliente e sulla capacità di offrire soluzioni di nuova generazione. collabora Schneider Electric con ‹nelleCome i costruttori di macchine per guidarli fasi di progettazione e messa in

servizio? Come azienda noi ci interfacciamo con tutta la filiera: costruttori di macchine, system integrator e aziende manifatturiere - clienti finali – che sono raggiunte in particolare dalla nostra rete di partner, molto capillare e specializzata. In questo contesto il rapporto con il costruttore di macchine si può sviluppare su vari livelli: sempre, comunque, c’è un elemento di confronto e di consulenza, spesso coltivato nel quadro di relazioni che ci vedono collaborare con un OEM per molti anni di seguito. Supportiamo l’OEM nelle fasi di progettazione e messa in servizio attraverso strumenti pensati per potenziarle e semplificarle allo stesso tempo; le nostre tecnologie sono pensate per consentire all’OEM di creare la migliore macchina possibile, integrata con le nostre tecnologie ma anche quelle di terze parti, perché il nostro approccio è assolutamente aperto; e i nostri team lavorano fianco a fianco con il cliente mettendo a fattore comune abilità reciproche.

‹ L’eccellenza delle aziende italiane risiede nella grande competenza tecnica, nella capacità innovativa e nell’alto livello di personalizzazione. Quali sono le soluzioni Schneider Electric che aiutano

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i costruttori di macchine automatiche? Schneider Electric offre una gamma di soluzioni estremamente ampia e vasta, adatta alla creazione di macchine di ogni tipo. Sul packaging in particolare abbiamo sviluppato nel corso di decenni competenze e tecnologie dedicate, che il mercato conosce. Evolvendo, queste soluzioni e piattaforme hanno assunto le caratteristiche salienti per l’innovazione nel settore, a partire da una connettività evoluta che consente ai costruttori oggi di offrire ai clienti una conoscenza senza precedenti delle dinamiche, delle performance, dei consumi e di andare a rispondere alle esigenze specifiche con un approccio modulare. L’offerta SE a disposizione oggi comprende tutte le tecnologie chiave per l’imballaggio, il confezionamento, l’handling ed il picking nei diversi settori; si integra con le tecnologie di connettività di cui parlavamo in precedenza, che consente di andare a sfruttare le potenzialità di apps, analytics e dei sempre più necessari servizi digitali innovativi.

‹ Quali sono i vantaggi nell’affidarsi a un fornitore come Schneider Electric? Affidarsi a noi significa cogliere il vantaggio di un approccio innovativo, sinergico e integrato: significa, ad esempio, moltiplicare l’efficienza energetica e le performance senza dover fare compromessi, perché siamo in grado con le nostre soluzioni di trasformare i dati di produzione e i dati energetici in informazioni chiave per ottimizzare in modo continuativo tutti i processi, non uno soltanto. L’automazione sempre più spinta, inoltre, richiede grandissime capacità di controllo e di gestione, in real time: se non si dispone di queste capacità, si rischia di perdere il valore di

investimenti anche ingenti. Siamo estremamente focalizzati nell’innovazione per offrire strumenti digitali che consentono all’OEM di avere il controllo, di gestire da remoto la base installata, di supportare il cliente offrendogli app e analytics basati su un cloud sicuro con i quali trasformare i dati in informazioni operative e decisionali.

‹ Quali sono i vantaggi che un OEM può ritrovare rivolgendosi a Schneider Electric in termini di Industry 4.0? Riprendendo quanto detto sopra, un OEM con noi trova un interlocutore che lavora da molti anni sul tema e che in particolare su Industria 4.0 si è impegnato anche in una grande opera di creazione di consapevolezza e di conoscenza sulle opportunità della digitalizzazione. Quando è stato lanciato il primo piano Industria 4.0 abbiamo focalizzato l’attenzione sulla capacità di proporre ai clienti soluzioni “ready” anche per cogliere gli incentivi, a livello di hardware e di software, così da semplificare il loro percorso e aiutarli a cogliere subito i primi vantaggi. Abbiamo proseguito anche negli anni successivi in questo modo e abbiamo la capacità di accompagnare il cliente sia nell’innovazione tecnologica sia nell’aspetto legato agli investimenti. ‹


BE Flexible MODULARITY

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Whatever market you’re in, P.E. Labellers adds more value and performance to your products. Flexible design makes the difference. Our ergonomic machines offer modular interchangeable independent stations that can each utilize different labeling technologies for non-stop quality production.

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Dossier Che si tratti di informazioni per le varie fasi di produzione e logistica, per gli operatori di cassa o per i clienti finali, l’etichetta trasforma l’imballaggio in un mezzo di comunicazione. Dietro l’etichettatura ci sono sistemi ultramoderni che devono soddisfare standard di prestazioni sempre più elevati. Questi sistemi includono applicatori di etichette e soluzioni di stampa.

prodotto caldo e poi raffreddate, il che significa che le superfici possono essere unte, umide o irregolari a seconda sul prodotto. Per superare queste sfide, i fornitori hanno sviluppato adesivi sensibili alla pressione caratterizzati da una migrazione minima, ovvero le etichette si attaccano immediatamente alle varie superfici, adattandosi alle velocità di etichettatura elevate nelle linee di confezionamento. Inoltre, gli adesivi devono essere sicuri per l’uso in ambito alimentare e nel caso di etichette sigillanti devono essere facili da aprire e richiudibili.

Una strategia

di sostenibilità

ETICHETTATURA sempre più smart L

a maggior parte delle informazioni vengono applicate sul nastro di etichette ad alta velocità. I flussi di lavoro devono essere sicuri e affidabili per evitare interruzioni della produzione. I richiami causati da informazioni errate, etichette che non sono state attaccate in modo perfetto o codici illeggibili devono essere evitati. Dopo la stampa, la leggibilità delle etichette viene spesso verificata utilizzando scanner appositi. I dati e le informazioni da stampare vengono archiviati e gestiti tramite interfacce software. Le informazioni richieste dalla legge, come numeri di lotto, dati sul produttore e il contenuto e informazioni sui pericoli, devono condividere illimitato spazio disponibile con contenuti di marketing e codici per la logistica.

L’etichetta e il mondo IT

Allo stesso tempo, la digitalizzazione garantisce che anche piccoli codici siano in grado di memorizzare un grande

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volume di informazioni. In quanto interfaccia tra il prodotto e il mondo IT, l’etichetta consente quindi di soddisfare le crescenti richieste di connessione in rete dei processi e l’integrazione degli imballaggi in tutti i tipi di flussi di lavoro. Le informazioni vengono applicate come testo in chiaro, codici a barre e sempre più spesso anche sotto forma di codici QR, che offrono nuove opportunità di comunicazione con i consumatori e fungono anche da importante strumento di marketing. A loro volta, i numeri di lotto garantiscono che i prodotti che presentano un rischio potenziale per i consumatori possano essere richiamati rapidamente. Dati i severi requisiti in materia di etichettatura, questi obiettivi non sono così facili da raggiungere in quanto devono garantire, allo stesso tempo, un elevato livello di sicurezza del processo e una gestione semplice. Nel caso degli alimenti, ad esempio, l’etichettatura da parte del produttore avviene in condizioni difficili: superfici fredde e umide, a volte già surgelate, a volte riempite di

Etichette e inchiostri da stampa non devono essere trascurati nel processo di riciclo. Ciò significa che non devono causare problemi agli impianti di riciclo perché difficili da rimuovere o impediscono agli scanner di riconoscere l’effettivo materiale di imballaggio. Idealmente, quindi, dovrebbero essere realizzati con lo stesso materiale della confezione del prodotto, il che è particolarmente importante nel caso delle shrink sleeve. Oggi esistono anche codici invisibili destinati esclusivamente a macchine specifiche. A differenza dei codici a barre convenzionali, questi codici sono integrati nel design della confezione, il che significa che i prodotti possono essere scansionati da tutti i lati. Di conseguenza, i processi sono molto più veloci e agili lungo l’intera catena del valore, a partire dalla produzione degli imballaggi, la logistica e lo stoccaggio fino al punto vendita, il processo di acquisto e il riciclo degli imballaggi. Ad esempio, il codice può contenere informazioni precise sul materiale da imballaggio utilizzato, rendendo più efficiente il processo di rilevamento e selezione presso l’impianto di riciclo. In questo modo i sistemi di etichettatura del futuro contribuiranno in modo significativo alla sostenibilità dell’imballaggio e il risultato, grazie alla loro versatilità, sarà un packaging veramente intelligente.‹ Fonte: www.fachpack.de


Sistemi di etichettatura

Nimax etichettare il futuro Il mondo dell’etichettatura è chiamato a nuove grandi sfide; ne parliamo con Marco Lerz, Business Unit Manager Labelling di Nimax spa, azienda di riferimento nel settore della codifica e marcatura, ispezione e controllo e, appunto, labelling. Come è cambiato così tanto il merca‹periodo? to dell’etichettatura in questo ultimo

In questi ultimi anni, abbiamo assistito a una rapida evoluzione del mondo del labelling che ha dovuto trovare soluzioni innovative per soddisfare richieste di un mercato che ha spinto il concetto di versatilità e innovazione tecnologica all’estremo. Il boom delle vendite online ha spinto i produttori a dovere ripensare alcuni elementi chiave del proprio processo di vendita e, di conseguenza, anche quello produttivo. Oggi anche i produttori di piccole e medie dimensioni hanno bisogno di stampa e applica e di Linee di etichettatura in grado di dialogare con i sistemi dell’industria 4.0 e della logistica evoluta dei grandi distributori.

‹ È quindi per soddisfare le richieste di versatilità che avete ampliato la vostra gamma labelling? La nostra offerta si divide in sistemi stampa e applica e in applicatori di etichette/ Linee di etichettatura autoadesive già stampate graficamente oppure da personalizzare in toto o in parte. ‹ Cosa contraddistingue i vostri sistemi stampa e applica? La gamma stampa e applica Serie M di Domino è progettata con un’innovativa logica modulare “ottimizzata”, che permette di configurare ogni singolo modello in funzione delle esigenze del cliente utilizzando componenti standard. Ogni sistema è composto da un unico controller al quale viene abbinata una stampante e un applicatore. L’ampia gamma di stampanti e i diversi applicatori dispo-

nibili danno vita a un numero incredibile di modelli diversi, in grado di coprire tutte le esigenze dei più diversi settori industriali. Le stampanti sono a trasferimento termico o termiche dirette e sono disponibili teste di stampa di vario tipo e dimensione; l’applicatore può essere a tampone, a contatto o a soffio, a seconda del packaging su cui deve essere trasferita l’etichetta. Le dimensioni dell’etichetta vanno da 50×30 mm a 150x254 mm. Il risultato finale è una stampa e applica che soddisfa le richieste del committente, qualunque sia il lato o angolo su cui deve essere posta l’etichetta, con velocità che arrivano a 90 etichette singole per minuto, a seconda della configurazione e dimensione dell’etichetta. Altro elemento vincente dei nostri sistemi è il software di controllo che si integra perfettamente con i più diffusi sistemi dell’industria 4.0. Questo permette di inserire sull’etichetta in modo veloce e automatico messaggi specifici legati alla logistica o a iniziative di marketing anche one-to-one. L’interfaccia utente è intuitiva e consente di gestire i cambi formati in pochi secondi accedendo alla lista prodotti, preinserita, tramite monitor touch o controllo da pc. Questo consente di ridurre al minimo il margine di errore umano anche su linee che gestiscono cambi formati frequenti o fine-linea, che accolgono un ampio range di prodotti.

più sfidanti come quello della cosmetica, del packaging di lusso e del beverage ad alta velocità. Questa gamma di applicatori nasce per posizionare con la massima precisione e cura le etichette in qualunque posizione e su un ampio range di prodotti, soddisfacendo le richieste legate al packaging primario, secondario e alla pallettizzazione. Flessibili e veloci, i nostri sistemi di etichettatura sono in grado di accogliere rotoli di etichette fino a 400 mm di diametro per un’elevata autonomia di funzionamento. La gamma è completata dal modello NiMax, ovvero Linee di etichettatura dotate di PLC industriali e Controlli supplementari che costituiscono una soluzione completa per l’etichettatura di prodotti cilindrici, ellittici o rettangolari ecc., integrandosi tranquillamente in linee di produzione già esistenti.‹ Per informazioni: contactcenter@nimax.it o numero verde 800 33 60 60

‹ Voi avete anche un’ampia gamma di applicatori molto performante? La nostra offerta di applicatori, così compatta da operare anche inspazi molto angusti, soddisfa le esigenze di tutti i settori industriali, anche quelli

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Dossier P.E. Labellers una ventata di novità per Beverage e Mineral Waters Si chiama Simpl -Cut™ ed è la rivoluzione tecnologica di P.E. Labellers per le etichettatrici Roll-Fed.

S

impl-Cut™ è la rivoluzionaria nuova generazione della tecnologia Roll-Fed di P.E. Labellers. Presenta un innovativo sistema di taglio e incollaggio che stravolge il tradizionale principio di funzionamento della macchina. Clienti in tutto il mondo usano etichettatrici Roll-Fed colla a caldo. Si tratta di una tecnologia consolidata, pur presentando tre innegabili svantaggi: il primo, gli elevati costi nella manutenzione dei sistemi di taglio e incollaggio e per i molti interventi tecnici necessari. Il secondo, il famigerato fermo macchina necessario per pulire il tamburo e altre superfici. Il terzo, la sostituzione della lama di taglio, operazione piuttosto macchinosa. “Volevamo qualcosa in più per i nostri Clienti – spiega Bruno Negri, Senior Vice President di P.E. Labellers. – Conosciamo molto bene le macchine Roll-Fed e, proprio grazie all’esperienza maturata in cinquant’anni di attività, sappiamo anche quali limiti presentano.

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Ecco perché abbiamo creato Simpl-Cut, che risolve questi problemi in modo brillante e realmente rivoluzionario”.

Rivoluzionario

sistema di taglio e incollaggio

La tecnologia brevettata da P.E. offre una qualità superiore nel sistema di etichettatura, ottimizzazione nei processi, riduzione dei costi. Ma come è possibile? Il motivo è legato non ad uno, ma a ben 5 step evolutivi introdotti con la soluzione Simpl-Cut. Il primo, il sistema di taglio, che – come dice il nome stesso – è estremamente semplificato. È infatti eliminata la lama fissa di contrasto per il taglio dell’etichetta, solitamente utilizzata nelle macchine Roll-Fed. Nella Simpl-Cut il cambio lama è immediato: essa può essere sostituita in meno di un minuto, senza necessità di regolazioni. L’operazione è talmente elementare che può essere eseguita da qualsiasi operatore. Il secondo, la colla calda applicata prima del taglio. In tal modo il tamburo

risulta sempre pulito e questo incide enormemente sull’ottimizzazione dei processi produttivi dei Clienti, perché vengono eliminati gli odiati fermi macchina, spesso causati dalla contaminazione della colla sul tamburo. L’applicazione della colla calda prima del taglio, oltre ad azzerare blocchi o inceppamenti, evita anche il fermo dovuto alla pulizia del tamburo. Il terzo step: è presente un unico tamburo per il taglio e trasferimento dell’etichetta,


che significa drastica riduzione (quasi annullamento) della manutenzione. Questo consente inoltre di ottenere cambi formato molto più rapidi. La quarta innovazione: questa tecnologia consente di avere fino a 5 divisioni sul tamburo, riuscendo così a garantire una flessibilità e velocità mai raggiunte. Solitamente una macchina Roll-Fed presenta un numero di divisioni fisse (da 3 a 4). La nuova Simpl-Cut può invece utilizzare un numero variabile di divisioni (3, 4 o 5) a seconda delle esigenze. Il diametro del contenitore e la velocità nell’etichettatura non rappresentano più dei limiti e ciascun contenitore può essere etichettato alla propria velocità ideale. La quinta novità, lo svolgimento dell’etichetta “no-stress”. Questo innovativo sistema a bassa tensione mantiene la tenuta delle etichette e consente di lavorare anche con film più sottili e più economici. In sintesi, garantisce l’ottimale gestione dei materiali di etichettatura utilizzati.

Un’unica stazione

per due differenti tecnologie

“Ma non ci siamo fermati qui – continua Bruno Negri. – Ci siamo spinti oltre e abbiamo realizzato anche la versione Simpl-Cut Flex, una macchina etichettatrice due volte rivoluzionaria. Questa soluzione propone uno step ulteriore e combina su un’unica stazione due differenti tecnologie: Roll-Fed con colla a caldo e linerless pre-adesivizzata. In questo modo veniamo incontro completamente alle esigenze dei Clienti, offrendo una flessibilità ineguagliabile, perché si può passare da una tecnologia all’altra con la massima libertà di scelta, in meno di un minuto e utilizzando lo stesso tamburo. La versione Flex offre anche un altro grande plus: la possibilità di applicazioni avvolgenti termoretraibili. Una caratteristica che i mercati del Beverage e delle Mineral Waters ci richiedono sempre di più oggi”. Le linerless pre-adesivizzate a bobina sono apprezzate e sempre più richieste, attualmente utilizzate in varie applicazioni: dai soft drinks, alle acque minerali, dai succhi di frutta agli yogurt da bere. Per questo anche i fornitori di etichette pre-adesivizzate crescono costantemente a livello globale, garantendo quindi un buon approvvigionamento di materiale ai possessori di macchine con tecnologia adesiva. “Quando i Clienti vedono la Simpl-Cut all’opera restano impressionati dalla sua efficacia e facilità di utilizzo – conclude Bruno Negri. – Sono in molti a volersi dotare di questa innovativa tecnologia, tanto che oggi contiamo già decine di macchine installate nel mondo. Famosi brand di acque minerali naturali sono stati tra i primi a beneficiarne. Ad esempio Spumador, del gruppo Refresco, ha già 4 Simpl-Cut Flex installate presso differenti stabilimenti, e ha già pianificato di acquistarne di nuove. Volvic, brand del gruppo Danone, rappresenta un’altra referenza importante”. Le attività produttive delle aziende che già si sono dotate della Simpl-Cut risultano oggi ampiamente ottimizzate e i costi di manutenzione fortemente ridotti. La novità P.E. è appena nata e già sotto i riflettori: il beverage ha bisogno di soluzioni intelligenti, in grado di venire incontro alle esigenze di flessibilità, velocità, performance.‹

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Dossier Etipack come scegliere l’etichettatrice più adatta Considerando le numerose applicazioni possibili, come si può scegliere l’etichettatrice più adatta da integrare nel processo di produzione e confezionamento? Scopriamo le differenze e i punti di forza delle etichettatrici Etipack Energy, Strong ed Extreme, cuore pulsante di ogni progetto di etichettatura industriale.

Etichettatrice automatica industriale modello Strong

T

ra i diversi elementi necessari per scegliere l’etichettatrice industriale più adatta per l’integrazione nel processo produttivo, ecco tre parametri basilari che permettono di individuare rapidamente quale etichettatrice può rispondere alle esigenze della lavorazione ricercata: - la larghezza delle etichette che dovranno essere applicate; - la velocità con la quale dovrà essere svolta la lavorazione; - considerando l’elettronica, quali dovranno essere le funzioni disponibili per la gestione e il controllo del processo. Questi elementi sono fondamentali per orientarsi tra diversi modelli e categorie di macchinari disponibili.

Etichettatrici Eway a confronto

Eway è l’innovativa generazione di etichettatrici Etipack che si distinguono per la compattezza e la facilità d’assemblaggio e permettono di realizzare soluzioni tecniche rapide e semplici. Il punto di forza delle etichettatrici Eway è la modularità: ciascuno dei modelli – Strong, Energy ed Extreme – può essere adeguato alle necessità produttive

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Macchina etichettatrice automatica industriale professionale Energy

Etichettatrice automatica industriale Extreme

del cliente grazie alla possibilità di modificare o espandere la configurazione acquistata con l’integrazione di componenti aggiuntivi. L’innovativa motorizzazione passo-passo retroazionata da encoder magnetici, assicura massima precisione dell’etichettatura anche alle alte velocità e permette di gestire più funzioni contemporaneamente. Strong è l’etichettatrice più compatta della gamma. È disponibile in due larghezze, 100 o 200 mm e può applicare etichette con una velocità fino a 30 metri al minuto. Ideale per gestire lavorazioni poco complesse e con bassi volumi di distribuzione, è un modello entry-level compatto, robusto e affidabile contenuto anche nel costo. Modello di punta della generazione Eway, Energy è l’etichettatrice più versatile. Disponibile in tre larghezze 100, 200 o 300 mm applica etichette con velocità fino a 60 metri/minuto. Grazie al motore passo-passo retroazionato permette di raggiungere elevate frequenze di applicazione, mantenendo sempre un controllo ottimale sulla precisione di distribuzione dell’etichetta. L’innovativa elettronica multi-tasking permette di gestire più funzioni contemporaneamente, come la variazione dei parametri di configurazione a macchina

in funzione, ottimizzando i tempi di lavoro. La funzione energy-saving permette inoltre l’interruzione dei consumi in caso di inattività prolungata. Extreme è il modello più performante della gamma grazie alla capacità di applicare etichette con velocità fino a 80 metri/minuto. Disponibile in tre larghezze 100, 200 o 300 mm eredita, potenziandole le caratteristiche salienti della generazione Eway: motore passo-passo retroazionato per raggiungere frequenze di applicazione ancora più elevate; controllo della precisione di distribuzione dell’etichetta; gestione di più funzioni contemporaneamente grazie all’innovativa elettronica multi-tasking e interruzione dei consumi in caso di inattività prolungata.

Personalizzazione e flezzibilità

La configurazione di tutte le etichettatrici Etipack è totalmente personalizzabile con applicatori e terminali di distribuzione di diversa lunghezza in funzione delle esigenze di applicazione delle etichette. Permettono inoltre l’installazione di diversi tipi di gruppi stampa (a caldo, a trasferimento termico, inkjet) per la stampa di codici, dati variabili o immagini.‹


Eurocoding presenta Pk52, applicatore da tavolo di etichette per contenitori rotondi (con diametri compresi fra 10 e 110mm) per una o due etichette (fronte/retro). Il prodotto, di alta manifattura, è pensato per il mercato industriale, con una struttura robusta e resistente, principalmente in acciaio inox aisi304. Offre grande semplicità di utilizzo (con caricamento carta automatico e cambio formato rapido) ed estrema versatilità in diversi ambiti applicativi (da prodotti molto piccoli - 10mm Ø - come fiale, provette, matite, rossetti, a prodotti fino a 110mm Ø come flaconi, bottiglie, tubi di cartone, ecc.). È in grado di dialogare con la maggior parte delle stampanti a colori presenti sul mercato, diventando un vero e proprio sistema stampa/ applica semi automatico full color. Inoltre, può supportare marcatori Inkjet per la stampa in tempo reale di dati variabili e la gestione di etichette trasparenti grazie all’impiego di una fotocellula dedicata. Nella propria gamma “ribbon”, Eurocoding fornisce tutti prodotti brevettati, che rispettano l’ambiente, sono conformi alle restrizioni RoHS, REACH e hanno superato i test ISEGA e si presentano in ogni tipo di materiale disponibile sul mercato: cera, cera-resina, resina. La gamma Eurocoding offre inoltre un’ampia varietà di nastri colorati, oltre a prodotti dedicati a particolari settori, come il tessile: un esempio, sono i ribbon in resina creati

appositamente per soddisfare la tenuta della stampa anche in situazioni estremamente critiche, come quelle per i lavaggi industriali. La gamma comprende 4 serie: - la serie WAX è composta da nastri a trasferimento termico in cera multi-uso, adatto ad una vasta gamma di applicazioni per stampa di testi e grafica; - i nastri WAX+ sono a trasferimento termico a base di cera arricchita: una formula brevettata di inchiostrazione che garantisce una eccellente durata, assenza di elettricità statica, stampa a bassi valori energetici, ad alta velocità, con ampia versatilità, e presenta caratteristiche che assicurano la stampa di oltre 3 milioni di pollici; - sono invece a base di cera/resina i nastri WAX X, brevettati con eccellente durata e una migliorata resistenza ai graffi; - RESIN è una serie di nastri a trasferimento termico a base di resina standard ad alta resistenza all’abrasione, all’umidità, alla luce solare e ad alcuni solventi. Tra le caratteristiche tecniche, il punto di fusione inchiostro varia dai 65°C di WAX, ai 73°C di WAX+, i 74°C di WAX X ai 105°C di RESIN. Lo spessore di tutti i nastri è <9 µ m. Condizioni di stoccaggio fino a 12 MESI con temperatura 5-35°C e umidità 20-80%.

Sistemi di etichettatura

PK52, APPLICATORE DI ETICHETTE PER CONTENITORI CILINDRICI

PHOENIX CONTACT, ETICHETTATURA MOBILE CON L’APP DI MARCATURA L’app “Marking system” per smartphone e tablet di Phoenix Contact consente agli utenti di trovare facilmente e rapidamente soluzioni di marcatura adatte a qualsiasi esigenza, creare le etichette e stamparle su una stampante Phoenix Contact compatibile. In particolare, la navigazione a menu di facile utilizzo e sensibile al contesto dell’app gratuita, disponibile in 19 lingue, consente un processo di marcatura efficiente per ogni applicazione. Grazie alle procedure guidate integrate, il materiale di marcatura può essere selezionato in modo semplice e veloce tra le oltre 3.000 soluzioni di siglatura per tre tecnologie di marcatura. Una volta trovato il materiale desiderato, la progettazione della soluzione di marcatura individuale e specifica per l’applicazione può essere implementata rapidamente, anche senza particolari conoscenze pregresse. Il fatto che l’etichettatura richiesta possa essere creata direttamente in loco rappresenta un vantaggio decisivo. La stampante mobile è controllata via Bluetooth tramite un telefono cellulare o un tablet dotato di Android o iOS. I modelli di etichette progettati possono anche essere salvati per un uso futuro. L’app è disponibile online e offline. Grazie agli aggiornamenti automatici, è sempre disponibile l’ultima versione del software.

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Tech Trends

L’ADDITIVE MANUFACTURING nel sistema manifatturiero italiano Per approfondire il grado di diffusione della manifattura additiva (AM) nel sistema manifatturiero italiano, SPS Italia ha promosso lo studio “Conoscenza, uso e sviluppi futuri delle tecnologie additive” realizzato con i suoi partner.

L

e tecnologie additive si stanno diffondendo su larga scala e rappresenteranno presto una rivoluzione nel manifatturiero. Sono smart, si inseriscono nel contesto 4.0 e vengono riconosciute come abilitanti per l’industria del futuro, parte integrante del processo produttivo, complementari alle altre soluzioni per la fabbrica intelligente. Sono il punto di svolta per tre delle principali sfide in ambito industriale: digitalizzazione, sostenibilità e personalizzazione. Permettono di accorciare il time to-market e favoriscono la risoluzione dei problemi nella supply chain.

Lo studio L’indagine “Conoscenza, uso e sviluppi futuri delle tecnologie additive”, realizzata da SPS Italia in collaborazione con i propri partner Politecnico di Milano/ MADE, Politecnico di Torino/ +CIM4.0, Università degli Studi di Pavia e Porsche Consulting, è stata svolta su un campione significativo di aziende composto da fornitori di tecnologie AM/costruttori di stampanti, utilizzatori di tecnologie AM, aziende che non hanno ancora adottato tecnologie AM, e ha consentito di delineare un quadro generale sullo stato dell’arte e gli sviluppi futuri dell’AM all’interno del sistema manifatturiero italiano, che sempre di più ha bisogno di integrare tecnologie, processi e modelli di business per innovare in modo significativo le operazioni delle imprese.

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Grado di conoscenza

Dall’analisi dei risultati si conferma il consolidato ruolo di alcune tecnologie (estrusione e letto di polvere) e alcune classi di materiali (polimeri e metalli) come tecnologie dominanti sulla scena al momento, per prototipazione e produzione di piccola serie. Risulta anche evidente la necessità di trarre vantaggio dalle tecnologie additive partendo da un re-design del prodotto. In termini di attesa su tecnologie future, il materialjetting sembra dominare l’interesse al momento.

Grado di diffusione e approccio

L’additive manufacturing è un mercato in forte crescita, che si stima supererà a i 27 miliardi di dollari nel 2023. Il punto di svolta si avrà quando diventerà una tecnologia da grande scala, sostituendo le tecniche tradizionali e generando nuovi business model. Dall’osservatorio emerge un forte potenziale di medio termine di questa tecnologia, frenato talvolta dalla mancanza di competenze interne e dagli alti investimenti percepiti per l’implementazione. Spinta all’innovazione e volontà di superare i vincoli produttivi sono i principali driver di chi ha già sperimentato con successo una tecnologia che, nell’80% dei casi, ha soddisfatto e superato le aspettative. I potenziali di questa tecnologia impattano diverse fasi della catena del valore, dal-

la ricerca e sviluppo fino all’after-sales, passando per la produzione. La sfida per le imprese è saper guardare avanti immaginando i possibili scenari evolutivi del proprio settore, avviando allo stesso tempo un percorso sperimentale che sia scalabile e sostenibile. Vincerà chi, grazie a un approccio strategico, trasformerà l’additive manufacturing in una leva di vantaggio competitivo.

Competenze Le principali competenze che mancano nelle aziende per l’adozione dell’AM sono nell’ordine le conoscenze approfondite dei processi, le competenze sul design

Pur non utilizzando al momento tecnologie AM, vedete un potenziale utilizzo in futuro? Se sì, entro quanti anni? 20 % Altro (no, non a breve)

Sì, entro 1 anno

Sì, entro 5 anni

60 %

20 %


20 %

Altro* (non interessati)

Sì, entro 5 anni

Sheet lamination

Directed Energy Deposition

10%

Stereolitografia

20%

Powder Bed Fusion

30%

20 %

Material jetting

40 %

0%

Sì, entro 1 anno

Altro (no, non a breve)

Binder jetting

50%

FDM

for AM e le conoscenze sulle metodologie di post-processo e di finitura. Per quanto attiene ai servizi destinati a favorire l’adozione dell’AM nelle imprese è il traning on the job per la formazione del personale all’interno di laboratori dedicati quella considerata più strategica seguita dalla consulenza per la tecnologia da adottare e dalla consulenza su design & engineering per l’AM. Le competenze da sviluppare per poter utilizzare in modo efficiente le tecnologie di AM coincidono con le competenze considerate mancanti. Le risposte all’ultima domanda relativa alla diffusione dimostrano chiaramente che l’AM è reputato in forte espansione in tutti i settori industriali e non, con particolare riguardo ai settori aerospaziale, automotive e medicale.

Additive manufacturing

A quali delle seguentiPurtecnologie AM potreste essere interessati in futuro non utilizzando al momento 20 % 24tecnologie % 32 %AM, vedete 20 % un potenziale 8% 40 % 12 % 8% utilizzo in futuro? Se sì, entro quanti anni?

60 % Risposte multiple

Con quali materiali? 40 %

64 %

36 %

20 %

Polimeri

Metalli

Compositi

Ceramici

8%

70 %

Ritorno sull’investimento La manifattura additiva è una tecnologia sufficiente diffusa e apprezzata nella sua capacità di fornire un importante valore aggiunto in termini di riduzione sui tempi di progettazione e produzione. Esiste ancora una limitata percezione sull’impatto in termini di riprogettabilità, ottimizzazione e quindi aumento di competitività ottenibile nel prodotto grazie ad una nuova modalità progettuale/produttiva. Si evidenzia che esiste una quota tutt’altro che trascurabile di utenti AM che hanno una chiara visione dell’impatto in termini di costi della tecnologia AM, ma una fetta importante di potenziali fruitori ha ancora poca chiarezza su impatti in termini di costo (e di valore aggiunto da parte della nuova tecnologia). L’AM viene vista come una tecnologia con un ritorno a breve-medio termine. Evidenzia ancora la possibilità di impattare maggiormente con l’uso della tecnologia nello sviluppo di prodotti maggiormente innovativi e quindi con un ritorno a lungo termine. Francesca Selva, Vice President Marketing & Events Messe Frankfurt Italia, ha commentato: “L’additive manufacturing abilita una completa digitalizzazione del processo manifatturiero. Per questo abbiamo scelto di realizzare uno studio per comprenderne la diffusione e parlare ancora una volta di competenze. SPS Italia continuerà a fare cultura e creare opportunità di relazione attorno a queste tecnologie, la cui applicazione contribuirà significativamente al progresso futuro delle nostre imprese anche in termini di sostenibilità”.‹ Lo studio è disponibile su www.contactplace.spsitalia.it

60 % 50 % 40 % 30 % 20 % 10% 0%

Altro

(non interessati)

Risposte multiple

In caso di utilizzo, per quale ambito? 39,02 %

31,71 %

17,07 %

12,20 %

45% 40% 35% 30% 25% 20% 15 % 10 % 5% 0%

Prototipazione Prototipazione e produzione

Prototipazione Produzione con possibili BEVERAGE Machines | Marzo 2021 sviluppi futuri di utilizzo AM in produzione

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Tech Trends T

he revenue share for digital platforms and value-added services is only around 0.7 percent (about 6 billion euros) of the total European mechanical engineering revenue (around 850 billion euros). The beverage industry shows a similar trend, where the advantages of digital twins, blockchain solutions, artificial intelligence and robotic technology are being steadily implemented. A Siemens study on the food and beverage industry expects that, for the next five years, digitalization investments will reach $567 billion . But where can the beverage industry use these new digitalization tools? And how can its processes and offerings be reformatted for the future? Many fields in the industry could be solid options for this digital leap:

The future looks very promising. A joint study by VDMA and the management consulting company McKinsey & Company investigates just how far product and service portfolio digitalization has advanced in mechanical engineering.

FOUR WINNERS digital solutions for the beverage industry - the production of drinks and liquid foods; - the construction of beverage machinery; - contact with users and the after-sales service; - financing concepts and financial services; - creating contacts between beverage manufacturers and customers.

1. Digital twin

Several of the digitalization tools are particularly well suited for the beverage industry. For example, take the digital twin. By digitally simulating a beverage machine and integrating its data into software tools, functions can be tested in real-time before the machine is built. The digital twin also helps the ongoing machine operations by avoiding downtimes. Moreover, the process data can be shared with others – even beyond one’s company. Before maintenance, the manufacturer can simulate real production conditions and adjust the

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maintenance intervals to the actual machine load. However, the company providing the data always remains in control of the use of its data.

2. Blockchain technology

Connection forms the basic principle behind another digital technology that could help evolve the beverage industry: blockchain. This software system combines data in unchangeable lists via a forgery-proof method (distributed ledger) and can comprehend the entire supply chain of products. Blockchain solutions are already utilized today, particularly for verifying product authenticity. Industry experts predict this could generate savings of $31 billion by 2024 – all by improving supply chain traceability, reducing the time required and simplifying the recall process. Blockchain technology is particularly useful for raw malt. The Beer Group AB InBev, Belgium, recently reported to Leffe beer consumers in France that,

from 2021, they could use a QR code to discover the origin of the malting barley and its manufacturing process. It was initially intended to connect grain farmers in the North of France with the malthouses in Antwerp, Belgium, and the Stella Artois brewery in Leuven, Belgium. AB InBev expects the technology will benefit not only consumers, but also the agricultural industry and its environmental footprint. Blockchain solutions will also soon provide comprehensive product information for Sake, the traditional Japanese rice wine. Distributed ledger technology for the Sake blockchain will gather information regarding the ingredients, brewing process and control measures into the supply chain. The consultants for this project expect that this will lead to a higher price for the product.

3. Artificial intelligence

Artificial intelligence (AI) can also play an impressive role in the continued


In fact, the first whisky based on these calculations has already been created: it was awarded “Gold” by the American Distilling Institute. Artificial intelligence can also help prevent food waste. A sponsored project currently utilizes AI to research methods for reducing food waste by up to 90 percent. Two supply chain points are crucial here: minimizing overproduction and avoiding wastage. This allows for consumer demands to be more accurately predicted and for production infrastructure to be able to react quickly to both fluctuating demand and differences in the quality of raw materials.

4. Robots

development of digital solutions for the beverage industry. A cross-industry study by Fraunhofer Institute for Industrial Engineering IAO of over 309 companies shows that 75 percent of the surveyed companies are currently engaged with AI and 16 percent already utilize AI. For example, AI has already generated 70 million recipes for whiskey manufacturing. Mackmyra, a Swedish whisky distillery, utilizes it to automate the challenging aspect of recipe generation. The distillery combines machine learning models and calculation algorithms via a data cloud to calculate new recipe component combinations. Thereby, the company hopes to offer consumers innovative whiskey flavors.

Robotics, digital twins and artificial intelligence have been combined in the intelligent cleaning robotics for interiors and exteriors. A research team from the Fraunhofer Institute for Process Engineering and Packaging IVV in Dresden has developed two

types of modular cleaning robots: one drives through the production plant via conveyor belt and cleans it from the inside, the second cleans the floors, ceilings and walls of rooms, as well as production machine exteriors. An extendable robotic arm with a jet cleaner also reaches the higher-up areas. This mobile, modular device drives autonomously through the production hall. Installed sensors determine the level of dirt and adapt the cleaning parameters, such as the pressure and amount of cleaning foam. This is also possible with a self-learning AI system: It selects the appropriate cleaning parameters and specifies the process steps. The process data are displayed via simulation in a virtual twin. The level of dirt is then transmitted to the 3D model of the plant. Depending on the distance of the cleaning device from the surface in question, the spray pressure can be adjusted as necessary. The intelligent factory is within reach The networked, adaptive and real-time production simulations are not far off. Moreover, the benefits are also quantifiable. But one thing should not be forgotten: People need to be able to interpret and handle the data. Data scientists are acting as the domain experts to develop the data usage in the process. A project under the consortium leadership of the Bitburger Brewery Group, Bitburg, with the Augustiner brewery, Munich, is currently developing a data-based method for predicting the malt processability, lautering time and the yeast processing yield. However, all things considered, questions of approach remain relevant in the industry: for digital projects, the industry association VDMA recommends mechanical engineers start with manageable project sizes to gain initial experience. Fonte: drinktec (Munich, 4-8 October 2021).

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Aziende&Strategie Ferrarelle lancia il suo terzo Bilancio di Sostenibilità, edizione realizzata con l’utilizzo della realtà aumentata. Sostenibilità ambientale, sociale ed economica sono i tre principali pilastri del bilancio. Inoltre, a partire da quest’anno, Ferrarelle diventa una Società Benefit.

Ferrarelle sostenibilità a 360°

F

errarelle S.p.A., quarto gruppo italiano per volume nel settore delle acque minerali, lancia il suo terzo Bilancio di Sostenibilità dal titolo “Un legame naturale”. Per la prima volta viene realizzato un bilancio con l’utilizzo della realtà aumentata e che si rivolge direttamente al consumatore finale grazie a contenuti aggiuntivi come video, informazioni e audio. Con questa nuova edizione Ferrarelle integra l’analisi del suo impegno in sostenibilità ambientale, economica e sociale con le potenzialità offerte dalla realtà aumentata. Grazie a questo strumento è infatti possibile far interagire direttamente gli utenti con il documento, sia in versione digitale che in versione cartacea: utilizzando la fotocamera dello smartphone, le illustrazioni (quest’anno affidate a Simone Massoni) stampate sulle pagine e sulla copertina si animano, mentre il voice over integra i contenuti con informazioni aggiuntive. A partire dal 2021, inoltre, Ferrarelle diventa Società Benefit. La nuova edizione del Bilancio è suddivisa in tre macro-sezioni: sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

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Sostenibilità ambientale

Un impegno che si concretizza anche nella gestione consapevole di energia, consumi e risorse. Dal 2008 Ferrarelle produce e utilizza energia elettrica con tecnologia fotovoltaica: nello stabilimento di Riardo la quasi totalità dell’energia elettrica viene prodotta dall’impianto fotovoltaico (96%) ed è utilizzata come autoconsumo, riuscendo a coprire circa l’8% del fabbisogno dell’impianto. Anche il nuovo stabilimento di Presenzano è dotato di un impianto fotovoltaico la cui produzione di energia elettrica copre circa il 2% del fabbisogno.

Sostenibilità sociale

L’attenzione dell’azienda si rivolge anche nei confronti dei suoi collaboratori: 4.629 sono le ore di formazione erogate e destinate ai dipendenti. L’azienda si impegna anche a garantire continuità e sicurezza per i propri lavoratori con il 96% dei dipendenti assunti a tempo indeter-

minato e oltre 220mila euro investiti in ambito salute e sicurezza sul lavoro. Altro elemento di attenzione è legato alle politiche finalizzate a promuovere il work-life balance: sono stati introdotte modalità strutturali di smart-working, concessione di contratti part-time sia stabili che temporanei e il ricorso alla flessibilità di orario di entrata ed uscita per i dipendenti delle sedi amministrativa e commerciale.

Sostenibilità economica

Oltre alla salvaguardia dell’ambiente e alla ricchezza culturale e sociale della comunità, Ferrarelle si impegna a garantire prodotti e servizi di qualità per clienti e consumatori. Inoltre, una realtà interconnessa come Ferrarelle non può prescindere dal principio di una equilibrata distribuzione del valore economico pari ad oltre 210,4 milioni di euro, generato nel 2019 dalle proprie attività ed in crescita del 10,1% rispetto al 2018. Un valore che viene restituito nella quasi totalità ai diversi stakeholder (196,5 milioni di euro +0,8% rispetto al 2018) che, con legami diretti o indiretti, hanno contribuito a crearlo. Ferrarelle privilegia, infatti, i propri fornitori in funzione del rispetto dell’ambiente: tra quelli abituali, ben 28 sono dotati di Bilancio di Sostenibilità.

Un mondo a Impatto -1

Per Ferrarelle il riciclo è il tema che ricopre in maniera traversale le tre grandi direttrici – sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità economica – sulle quali l’azienda sviluppa e delinea il suo futuro. Lo stabilimento di Presenzano è stato avviato all’attività per il riciclo del Pet e per la produzione di R-Pet. Ferrarelle è così l’unica azienda di acque minerali ad avere un proprio stabilimento per il riciclo della plastica La filosofia che l’azienda persegue è quella di un “mondo a impatto -1”, dove si sottrae all’ambiente più di quanto vi si immette. Questa visione, di cui Ferrarelle si fa promotrice, vuole spingere le persone a riciclare correttamente la plastica invitando anche gli altri a fare lo stesso. Grazie all’impianto di Presenzano, inaugurato nel 2019 e frutto di un investimento di 27 milioni di euro, Ferrarelle ha già tolto all’ambiente 20 mila tonnellate di plastica


e sta producendo le sue bottiglie in R-PET (PET riciclato direttamente dall’azienda) nei formati da 1,5L e 0,5L. Il PET è, infatti, un materiale nobile perché riciclabile al 100% per infinite volte. “Questa novità è anch’essa una declinazione del nostro concept un legame naturale. Mai come in questo periodo il legame con i brand è forte, fortissimo e la società ci chiede un impegno, sempre più forte per la collettività. In questo contesto siamo felici di portare le evidenze di quanto costruito e tracciare una parte di percorso futuro, che tenga conto del passato ma che abbia la spinta a grandi innovazioni e cambiamenti. Pronti ad andare oltre, verso nuovi legami. Il nostro impegno non si ferma qui, ad inizio 2021 Ferrarelle è diventata Società Benefit con l’obiettivo di espandere ulteriormente il suo impegno in ambito ambientale e sociale, rafforzando la nostra relazione con la Comunità”, afferma Michele Pontecorvo Ricciardi, Vicepresidente Ferrarelle S.p.A.

Società Benefit

Con l’obiettivo di guardare al futuro e rendere sempre più sostenibile l’impatto

aziendale, Ferrarelle ha scelto di diventare Società Benefit. La strategia che accompagnerà la società si declina in tre aree strategiche: Environment, People e Social&Cultural. Per l’area Environment - territorio e ambiente, l’azienda si impegna a: - promuovere e migliorare la sostenibilità, con utilizzo di materiali riciclabili e rinnovabili, e tecniche e tecnologie innovative presso gli stabilimenti del gruppo; - utilizzare tecniche e metodi produttivi atti a ridurre costantemente l’uso di risorse naturali non rinnovabili, ed in particolare l’energia prodotta da fonti esauribili; - garantire il corretto smaltimento dei rifiuti riciclabili e promuovere la diffusione della cultura della sostenibilità; - aver cura dell’ambiente ove opera Ferrarelle, con utilizzo sostenibile del suolo e del sottosuolo, valorizzando l’importanza della biodiversità, e minimizzando i rischi di contaminazione esterna; - sviluppare iniziative a tutela dei progetti agricolo-biologici della Società, anche attraverso la collaborazione con enti terzi (es. FAI);

- promuovere una crescente attenzione e sostenibilità sui progetti “R-Pet”. Per l’area People - persone, clienti, fornitori e lavoratori, Ferrarelle: - si adopera, nell’attività di sfruttamento della risorsa primaria, quale è l’acqua minerale, per mantenere standard qualitativi di eccellenza, con sempre più ampia diffusione nel mercato domestico e internazionale; - persegue una comunicazione corretta e focalizzata sulla sostenibilità dei consumi alimentari e dei propri prodotti; - promuove le buone pratiche legate ad una corretta cultura dell’alimentazione, ispirata al benessere e alla salute dell’individuo. Infine, per l’area Social & Cultural – cultura e società, l’azienda si impegna a promuovere il sostegno alle eccellenze della cultura, della ricerca scientifica e della responsabilità sociale italiane, anche attraverso iniziative, progetti a carattere sociale e culturale che coinvolgano i propri clienti, i propri lavoratori ed i propri fornitori.‹

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Aziende&Strategie Goglio una garanzia di freschezza L’offerta di Goglio consiste in un sistema completo di confezionamento composto da laminati flessibili alta barriera, linee di confezionamento, accessori plastici, e capsule. Innovazione, servizio, qualità e impegno oggi sono sempre più dedicati alla ricerca di soluzioni riciclabili e maggiormente sostenibili.

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al 1850 il Gruppo Goglio progetta, sviluppa e realizza sistemi di imballaggio completi. L’offerta si compone di imballaggi flessibili, accessori in plastica rigida e macchine per ogni esigenza di confezionamento. Offrire soluzioni di imballaggio chiavi in mano, caratterizzate da un elevato livello di innovazione tecnologica e dal ridotto impatto ambientale è la filosofia che contraddistingue Goglio nel panorama del packaging flessibile.

Fres-co System®

Il marchio Fres-co System® nasce negli anni ’60, quando Goglio inizia ad affiancare al proprio portfolio macchine e impianti un’offerta di materiali per l’imballaggio protettivo ed ermetico. Per la scelta del nome di questa nuova linea di prodotti è stato lanciato un concorso interno: uno dei collaboratori dell’azienda ha elaborato il nome Fres-co, acronimo di “fresh container”, che descrive il concetto di freschezza del prodotto alla base del brand. Ancora oggi, questo aspetto rappresenta la sintesi della filosofia aziendale di Goglio, che consiste nell’offrire soluzioni chiavi in mano. Goglio si pone l’obiettivo di fornire al cliente non un semplice prodotto, ma una somma di prodotti che garantisca la soluzione al suo problema di imballaggio. Si parte dalle

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prodotto direttamente dalla busta. È molto adatta per il formato consumer.

Caffè e altri settori di riferimento

macchine per il confezionamento al materiale vero e proprio, passando per componenti aggiuntive specifiche per i diversi settori di destinazione, come ad esempio le valvole di degasazione per il caffè o i tappi e i bocchelli per le soluzioni bag-inbox. Ultimo, ma non meno importante, è il servizio che rappresenta il collante in grado di legare tutti questi aspetti.

Novità di prodotto

Tra le più recenti novità di prodotto firmate Goglio, la Barrel Pouch è un concetto sviluppato all’interno della controllata americana del Gruppo. Si basa essenzialmente su un tappo erogatore particolare che permette, attraverso l’applicazione su una busta con caratteristiche molto simili a quelle di una stand-up pouch, di creare una soluzione particolarmente adatta per il beverage. È stata molto apprezzata per il confezionamento di cocktail, anche a base alcolica. Il tappo erogatore funziona secondo il concetto “pinch at first use”, quindi al primo utilizzo la confezione viene aperta con un sistema a sfondamento che garantisce un’ottima protezione dall’ossigeno nella zona del bocchello. È una soluzione innovativa che coniuga le caratteristiche di uno stand-up, disponibile in diverse forme e finiture, con la possibilità di erogare il

Il principale settore di riferimento per Goglio rimane il caffè. Nonostante la pandemia, è un mercato che continua a generare performance positive. È un settore dinamico, soprattutto per quanto riguarda i formati di consumo. Le capsule sono il comparto in maggiore crescita, nel quale Goglio ha investito soprattutto in termini di ricerca di materiali sostenibili. Per la capsula, la compostabilità costituisce la soluzione migliore perché permette di destinare sia il contenitore che il contenuto al compost. La novità della capsula con valvola di degasazione, che è ormai vicina al lancio, potrebbe essere un altro concetto game-changer perché permette di confezionare il caffè quando è ancora fresco di tostatura, con una serie di implicazioni operative vantaggiose per i clienti. Infine, Goglio sta lavorando anche sull’imballo esterno. Da un lato troviamo la grande richiesta di capsule ecosostenibili, dall’altro la necessità che queste proteggano adeguatamente il contenuto. Per questo l’azienda ha sviluppato una formula per cui la capsula ha barriera di base contro l’ossigeno, mentre la barriera vera e propria è rappresentata dal contenitore esterno. In questo modo, l’imballo esterno protegge il prodotto fino all’apertura e, successivamente, la capsula ne mantiene la freschezza per una shelf-life sufficiente a garantire il consumo di un caffè di ottima qualità. Un altro settore in cui Goglio continua ad avere un buon riscontro è quello delle confezioni asettiche di grande formato per semilavorati, prevalentemente per l’industria della frutta. Infine, l’azienda sta puntando sempre di più sullo sviluppo di soluzioni per il confezionamento per prodotti umidi, cioè liquidi o solidi contenuti nel loro liquido di governo, per i quali già da alcuni anni è stato sviluppato il sistema GNova.‹


Amorim Cork pronti per la ripresa Un bilancio che ha tenuto con tenacia, quello di Amorim Cork Italia, e che permette di guardare a un futuro di positività. Dall’inizio della pandemia, l’azienda non si è mai fermata e oggi affronta il 2021 con un portfolio ampliato.

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l sughero è un prezioso alleato per la speranza verso il futuro. Con alle spalle un anno in cui la fiducia è stata messa a dura prova, Amorim Cork Italia ha deciso di investire su tecnologia e positività, per farsi trovare pronta quando tutto sarà passato. Nascono da questa prospettiva e da ben 585 milioni di tappi venduti le considerazioni sul bilancio 2020, anno difficile in cui tutta la forza di quanto seminato in precedenza è emersa valorosa. Certo l’impatto non è mancato, i dati parlano di -9% fatturato e -4,2% in volume di produzione: “Comunque un’isola felice – afferma l’amministratore delegato Carlos Veloso dos Santos – quando paragoniamo il nostro settore ad altri! Per

noi è stata leggera anche la decrescita: 600, nel dettaglio, i nostri clienti di piccola dimensione che non hanno imbottigliato, questo vuol dire che siamo riusciti a generare tanti nuovi clienti”.

La sicurezza

al primo posto

Amorim Cork Italia è un’azienda di riferimento nella produzione e distribuzione di tappi in sughero (e dalla fine dell’anno anche di quelli in vetro Vinolok) e non ha mai fermato la produzione, senza mai ricorrere alla cassa integrazione, neanche durante il lockdown generale di aprile 2020. Il segreto è stato mettere in sicurezza le proprie risorse umane, tanto da non aver avuto alcun caso di contagio nei tre screening tampone fatti ai collaboratori, e aver implementato il rapporto digitale con i propri clienti: “Abbiamo cercato di rafforzare le relazioni con loro – dichiara Carlos Veloso dos Santos – e l’impegno in termini di consulenza e supporto è stato costante. Ora, la fiducia nel 2021 è alta, con la speranza che la primavera porti un quadro gradualmente migliore grazie alla vaccinazione della maggiore parte delle persone a rischio, che aiuterà ad allentare la pressione sulle strutture ospedaliere”.

Le performance settore per settore

L’impatto nell’anno a livello di performance rimane sicuramente importante. Amorim Cork Italia, per dimensioni e volume di vendita, è il riflesso del mercato e se i ristoranti e bar vengono chiusi i clienti orientati verso il canale HoReCa non hanno lavorato, oppure hanno lavorato molto meno. Sono circa 600, poi, nel dettaglio, i clienti di piccola dimensione che non hanno imbottigliato, mentre la GDO è divenuta un punto di riferimento e questo ha innegabilmente supportato il settore. Un altro valore di rilievo è la minore vendita di spumanti, mancando le occasioni conviviali e le celebrazioni, come vivere i recenti Natale e Capodanno in lockdown.

Le prospettive future

Per il 2021 l’intenzione è di recuperare i volumi persi e crescere leggermente in relazione al 2019. A far da traino sicuramente anche le due nuove e avanguardistiche tecnologie che allargano il portfolio prodotti e, se possibile, la perfezione sensoriale delle chiusure Amorim: XPÜR, processo che sfrutta la CO2 nello stato supercritico per attraversare il sughero con un’estrazione spinta ma sempre in equilibrio con i concetti di purezza e naturalezza, e Naturity, processo interamente naturale che separa e rimuove il TCA e altri composti di deviazioni sensoriali dai tappi grazie a una combinazione unica di tempi, pressione, temperatura e acqua purificata. Anche in termini di sostenibilità il terreno è già fertile per il 2021: il progetto SUBER ha vinto il bando della Regione Veneto per creare il Museo d’Impresa sostenibile, che prevede anche la visita virtuale degli stabilimenti. È già stato avviato un percorso formativo per lo staff che si occuperà di gestire il Museo di Impresa, dove si andrà a valorizzare l’immagine del sughero, il tema del riciclo e la visione dell’azienda stessa, di cui si parlerà attraverso gli oggetti di design, ovvero prodotti inattesi rispetto alla normale produzione di tappi per packaging di valore dell’azienda stessa.‹

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Prodotti&Tecnologie Plastifer

una gamma completa per impianti industriali e laboratori Con un’esperienza di oltre 50 anni, Plastifer offre soluzioni specifiche per garantire la sicurezza di laboratori e impianti industriali. Qualità del prodotto, innovazione tecnologica e servizio al cliente sono i pilastri su cui si basa la crescita dell’azienda.

aspirante con filtri a carboni attivi

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Polyfan è la serie di ventilatori centrifughi anticorrosione in polipropilene stampato a iniezione, antiacido e resistenti agli agenti chimici. Aspiratori centrifughi realizzati in polipropilene stampato a iniezione, interamente costruiti con materiale antiacido per estrazione di fumi corrosivi normalmente usati nei laboratori, cappe da laboratorio, impianti chimici, centri di ricerca, impianti farmaceutici e impianti di galvanica. Sono

Polysink è la linea di piani di lavoro, vasche e lavelli in polipropilene proposta e realizzata da Plastifer. Attraverso importanti investimenti nella Ricerca&Sviluppo, Plastifer è riuscita negli anni a sviluppare una gamma completa di prodotti stampati a iniezione tecnologicamente all’avanguardia. Polysink comprende diversi modelli e dimensioni interamente in polipropilene PP utilizzati nei laboratori chimici di università, istituti di ricerca, scuole, industrie, ospedali e farmacie. Il controllo delle emissioni in atmosfera interessa sia l’aspetto ecologico, sia il comfort negli ambienti di lavoro. Il rispetto dell’ambiente, le direttive CEE, il benessere delle persone che operano all’interno di laboratori, impongono l’impiego di sistemi atti a trattenere gli acidi o i solventi presenti nelle emissioni derivanti da lavora-

Ventilatori centrifughi

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Cassonetto

particolarmente impiegati dove si richiede resistenza alla corrosione, silenziosità e risparmio energetico. Polyfan include anche aspiratori realizzati in polipropilene antistatico elettroconducibile antiscintilla per installazioni in aree pericolose, estrattori centrifughi a torrino, scrubber.

a Plastifer è un’azienda produttrice specializzata da oltre 50 anni nel settore della ventilazione, nella lavorazione di articoli in polipropilene PP anticorrosione resistente agli agenti chimici, nella realizzazione di impianti d’aspirazione industriale e torri di lavaggio gas. Da sempre Plastifer si è posta due obiettivi prioritari, che le hanno permesso di crescere a livello mondiale: realizzare dei prodotti di alta qualità ed essere tecnologicamente innovativa. Attraverso queste due linee guida e con un team di lavoro altamente specializzato, Plastifer segue la propria missione aziendale, ovvero offrire un eccellente servizio al cliente.

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zioni chimiche ottenendo un’azione di purificazione dell’aria. I filtri a carboni attivi FilterBox sono la risposta di Plastifer al problema della filtrazione dell’aria. La gamma FilterBox comprende filtri a carboni attivi in PVC anticorrosione per la filtrazione e purificazione dell’aria negli impianti d’aspirazione, studiati per laboratori e impianti industriali.

Piani, lavelli e vasche

Filterkit è un sistema aspirante di piccole dimensioni realizzato in PVC e polipropilene, resistente agli agenti chimici, con sistema di filtri a carboni attivi. È ideale per la filtrazione di esalazioni di solventi, di acidi e fumi di stagnatura. Completo di aspiratore centrifugo in polipropilene anticorrosione, con ventola ad alto rendimento equilibrata staticamente e dinamicamente, guarnizione anticorrosione contro il rischio di fuoriuscita fumi, disponibile con motore trifase, monofase, per regolazione, Ex-d o a due velocità, protezione IP55. L’aria viene depurata attraverso un efficiente filtro a carboni attivi internamente alloggiato con elevate capacità adsorbenti, grazie a lastre opportunamente studiate per la filtrazione dei fumi nei laboratori. Grazie alla presenza del raccordo di uscita orientabile è possibile indirizzare l’aria all’esterno.

Bracci aspiranti per laboratorio

Fumex è una gamma di braccetti aspiranti a snodi per l’aspirazione in postazioni di lavoro con alte esigenze di mobilità. In particolare, sono ideali per le esigenze d’aspirazione in laboratori chimici, università, centri ricerca, scuole, industria chimica, farmaceutica ed elettronica. È disponibile anche una serie per impianti industriali.‹


Premio alla qualità del packaging stampato in flessografia, organizzato e promosso da ATIF Associazione Tecnica Italiana per la Flessografia Le aziende vincitrici prime classificate nei concorsi 2015-2019: Antonio Sada & Figli, Bioplast, Carta Stampa, Carteria, Cartotecnica Postumia, Corapack, Ekaflex, Eurolabel, Europoligrafico, F.lli Magro, Form Bags, Gamma Pack, Grafiche Pradella, Idea, Imball Center, Industria Grafica Eurostampa, Ipi, Maca, Minova Labels, Mondi Ipi, Mondi San Pietro In Gu, Multi-Color Italia, Nuova Erreplast, Sacchettificio Nazionale G. Corazza, Scatolificio Ceriana, Scatolificio Ts, Scea, Sdr Pack, Sititalia, Tech It Packaging, Toppazzini I rappresentanti delle nostre giurie 2015-2019: Barilla, Bonduelle, Coop, Esselunga, Fta Europe, Granoro, Grissinbon, Gruppo Besana, Icr, Istituto Superiore Aldini Valeriani, Masters Color, Orogel, Perfetti Van Melle, Selection, Taga Italia

EDIZIONE 2019

60 aziende in gara 200 lavori presentati 400 partecipanti alla cerimonia di premiazione giornata tecnica dedicata alla flessografia e al packaging

edizione 2019 450 PARTECIPANTI

Bologna, 17 e 18 Novembre 2021 www.atif.it

i prossimi appuntamenti

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Prodotti&Tecnologie Phoenix Contact comunicazione affidabile nel confezionamento Gli switch industriali della serie 2000 di Phoenix Contact rispondono alle esigenze dei produttori di macchine confezionatrici e imbottigliatrici poiché i loro requisiti garantiscono un flusso di informazioni continuo all’interno delle diverse tipologie di linee di confezionamento.

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e aziende che operano nella produzione di macchine per il settore packaging, tra cui confezionatrici e imbottigliatrici, sono dotate di linee di confezionamento specifiche generalmente costituite da unità di macchina decentralizzate, a loro volta formate da componenti standard e da moduli macchine specifici per il prodotto. Poiché tutti i componenti della macchina devono comunicare tra loro, è necessaria una rete performante. Al fine di garantire un flusso di informazioni continuo, è ideale utilizzare una soluzione Ethernet che permette di proteggere lo scambio dei dati e la comunicazione contemporanea con i sistemi sovrapposti di pianificazionAe della produzione. I fornitori di macchine a livello mondiale, inoltre, devono assicurarsi che tutti i componenti integrati nell’applicazione soddisfino i requisiti dei diversi Paesi di destinazione. Affinché i costi di costruzione e di produzione siano il più possibile ridotti, vengono richiesti sistemi aperti e standardizzati all’interno del sistema di comunicazione della macchina. Per questo motivo utilizzare componenti il più possibile standardizzati tra loro e collegare la soluzione via Profinet o Ethernet/IP risulta essere la soluzione vincente. La realizzazione di una struttura di comunicazione basata su Ethernet presuppone diverse caratteristi-

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che oltre alla trasmissione dei dati. Una rete di macchine, in cui gli Switch vengono montati nel quadro elettrico, ha elevati requisiti inerenti alla compatibilità elettromagnetica (EMC) e alla resistenza termica. Inoltre gli Switch devono supportare protocolli industriali come Profinet o Ethernet/IP. Risultano quindi particolarmente elevate le esigenze imposte dall’Ethernet/IP agli Switch.

Gli Switch industriali

2000

Gli Switch industriali della serie 2000 di Phoenix Contact rappresentano la scelta ideale per i produttori di macchine confezionatrici e imbottigliatrici, poiché soddisfano le direttive EMC e superano sensibilmente la resistenza termica necessaria, potendo essere utilizzati a temperature ambientali fino a +70°C. L’utilizzo a livello internazionale è così garantito, in quanto i dispositivi di rete dispongono di tutte le omologazioni necessarie. Questi Switch sono semplici da usare quanto uno Switch Unmanaged, ma offrono le caratteristiche di uno Switch Managed, migliorando la stabilità e la robustezza della rete di macchine. Nella modalità

Unmanaged, lo Switch 2000 si comporta come uno Switch Unmanaged, ovvero non necessita la configurazione e non contiene un indirizzo IP. A differenza di un classico Switch Unmanaged, tuttavia, è in grado di gestire i meccanismi di ridondanza mentre le funzioni di filtro broadcast sono attivate in background. Lo Switch offre quindi la stabilità di rete di uno Switch Managed senza la necessità di configurazione. Inoltre, gli Switch industriali 2000 supportano sia il Rapid Spanning Tree Protocol (RSTP) sia il Media Redundancy Protocol (MRP), garantendo una rete particolarmente sicura grazie ai meccanismi di ridondanza. Se la comunicazione nella rete viene interrotta da un guasto del dispositivo o da un cavo difettoso, entrambi i protocolli di ridondanza garantiscono la commutazione dei percorsi di comunicazione. In questo modo mantenete la comunicazione nella rete e impedite che si verifichino tempi di inattività. Questa soluzione consente alle aziende di sfruttare i vantaggi di un metodo di comunicazione standard indipendentemente dal fatto che si tratti di progettazione, costruzione o messa in funzione delle macchine confezionatrici/imbottigliatrici.‹


Prodotti&Tecnologie Gimatic amplia l’offerta di prodotti per il vuoto La nuova offerta di Gimatic consente ai clienti una maggiore flessibilità nella progettazione di sistemi di automazione che mirano ad aumentare l’efficienza e la produttività.

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entose, pompe a vuoto, sensori, e relativi accessori permettono ai clienti Gimatic di maneggiare oggetti in diversi settori industriali con un basso consumo energetico e tempi morti ridotti. Gimatic fa parte di Barnes Group’s Automation. La gamma delle ventose VG Gimatic consiste in 900 prodotti e include materiali di alta qualità come poliuretano a doppia durezza, silicone (disponibile nella versione FDA per la manipolazione di alimenti non confezionati), gomme HNBR e NBR. Queste gomme sintetiche prive di sostanze che danneggiano la vernice (PWIS), le rendono ideali per applicazioni dove la contaminazione dei materiali deve essere evitata.

Tutta l’affidabilità nei processi Grazie ai diversi modelli di ventose adatti alla maggior parte delle applicazioni, è possibile garantire una presa sicura anche su superfici come le confezioni degli snack e delle barrette. Le ventose Gimatic sono suddivise in 18 famiglie di prodotti, ognuna con specifiche caratteristiche che le rendono adatte per diversi settori come il packaging, l’alimentare, il pharma, l’automotive, quello della plastica, delle lamiere, del legno e del vetro.

Massime performance

e riduzione dei consumi

La gamma di cartucce EJ e di pompe a vuoto include circa 150 prodotti differenti suddivisi in 8 famiglie di prodotti. Le cartucce Gimatic sono disponibili in 3 taglie, ognuna offerta in 3 versioni differenti. Sono estremamente efficienti, compatte ed ultraleggere e permettono di soddisfare le richieste di integrazione da parte dei clienti - proprio

dove il vuoto è richiesto - massimizzando così la performance del sistema di presa e riducendone il consumo energetico. Le pompe a vuoto Gimatic sono costituite da un manifold in alluminio anodizzato o POM e sono in grado di integrare funzioni aggiuntive come il rilascio automatico dell’oggetto manipolato evitando tubi o raccordi aggiuntivi. Oltre a sospensioni, giunti sferici e attuatori a vuoto, la gamma di prodotti vacuum include sistemi di rilascio, vacuostati di diverse tipologie che possono essere facilmente integrati con le pompe Gimatic, e accessori come i filtri. ‹

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Beverage&Ambiente Già affetti da una riduzione della richiesta dei consumatori nei mercati chiave a causa dei trend legati alla salute, molti produttori di succhi, nettari e bevande oggi si trovano ad affrontare la diminuzione delle risorse idriche e il cambiamento climatico. Vediamo le tendenze, le sfide e le opportunità in materia di salute, sostenibilità, ambiente e domanda dei consumatori attraverso uno studio di Tetrapak.

INDUSTRIA DEI SUCCHI nuove sfide in un mondo che cambia I

cambiamenti climatici, la scarsità d’acqua e la salute dei consumatori sono tra le sfide dell’industria dei succhi e delle bevande. “Il succo di frutta fa male come le bevande gassate”. “Togliere un bicchiere di succo al giorno riduce drasticamente il rischio di diabete”. “Succhi di frutta collegati al cancro”. I titoli negativi hanno colpito i produttori di succhi e nettari quasi settimanalmente nell’ultimo decennio - e i consumatori lo hanno notato. Mentre il consumo di succo dovrebbe continuare a crescere in Cina di oltre il 4% a breve termine, le cifre pubblicate durante l’estate 2019 dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno dimostrato che l’americano medio stava bevendo circa la metà rispetto a quando l’industria ha raggiunto il suo picco negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘90. Anche il consumo di succo nell’Europa occidentale sembra non aumentare troppo, con una crescita solo dell’1% circa nel 2019. “È un grosso problema. Il consumo ha subito un declino decennale negli Stati Uniti e in Europa, probabilmente a causa della questione dello zucchero. Quindi,

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come viene affrontato questo problema dall’industria?”, chiede John Collins, direttore esecutivo dell’International Fruit & Vegetable Juice Association. L’industria delle bibite analcoliche ha affrontato lo stesso problema per decenni, secondo Nicholas Hodac, Direttore Generale dell’UNESDA, che rappresenta l’industria in Europa. “Non è qualcosa che è iniziato solo pochi anni fa; la riduzione dello zucchero potrebbe essere fatta risalire agli anni ‘70”, afferma. Allo stesso tempo, i produttori di bevande si trovano ad affrontare una pressione a causa del cambiamento climatico, che sta colpendo i coltivatori di frutta e ponendo nuove richieste all’industria per aumentare la sostenibilità dell’approvvigionamento, dell’energia e dell’uso dell’acqua nella produzione, nell’imballaggio e nel trasporto.

Crescita attraverso l’innovazione

Gaurav Dutt, Global Business Insights e Analytics Manager di Tetra Pak, ritiene che i produttori di succhi di frutta si-

ano già sulla buona strada per trovare una risposta al problema della crescita. “Nei prossimi tre anni, prevediamo che vedremo una crescita proveniente da una prospettiva complessiva, con un tasso di crescita annuo composto, diciamo, dall’1% al 2% a livello globale”, afferma. I mercati in Asia e nel Sud-est asiatico, dove i consumi non sono mai diminuiti, continueranno a espandersi. La crescita nel frattempo tornerà in alcune parti dell’Europa e delle Americhe, mentre l’industria lancia prodotti innovativi. I produttori hanno reagito rapidamente. Hanno capito che dovevano sviluppare soluzioni per tenere conto di questa tendenza e quello che stanno facendo è spostarsi verso quelli che chiamiamo “succhi a valore aggiunto”. Questi includono succhi arricchiti con i cosiddetti “superfrutti”, succhi mescolati con cereali o proteine per soddisfare la tendenza di sostituzione del pasto, prodotti “clean label” con il minor numero possibile di ingredienti


Succhi di Frutta

e succo di frutta a ridotto contenuto di zuccheri. Ciò segue lo spostamento nelle industrie di bevande ferme e bibite verso prodotti a basso contenuto calorico e senza calorie, con la categoria che attualmente rappresenta una media del 24 percento delle vendite in Europa e oltre il 40 percento in alcuni mercati. Il succo di verdura contiene circa un quarto dello zucchero presente nel succo di arancia, quindi la sua miscelazione con altri succhi può ridurre il contenuto complessivo di zucchero. “Vediamo una tendenza secondo cui succhi di verdura diventano più popolari e si allontanano da sapori singoli, per andare verso miscele”, afferma Collins. I produttori di bevande stanno inoltre anche riformulando le loro ricette per ridurre il contenuto di zucchero. Si sono mossi allo stesso tempo per ridurre le dimensioni delle porzioni e lanciare una gamma di nuovi prodotti per la salute come tè freddi e acque aromatizzate, afferma Hodac. Cambiamenti climatici e sfide idriche I cambiamenti climatici stanno influenzando sempre più l’industria dei succhi e dei nettari, con gli uragani che colpiscono le aree di coltivazione delle arance in Florida e nei Caraibi, mentre i

coltivatori dell’America centrale e meridionale, della California e di altri paesi sono colpiti dalla siccità. Dutt afferma che il cambiamento climatico ha colpito anche gli agricoltori nel suo paese d’origine, l’India: “Vengo dalla cintura agricola dell’India e gli agricoltori non sono contenti, perché piove quando non dovrebbe e c’è siccità quando dovrebbe piovere”. Collins afferma che anche i grandi col-

tivatori stavano diventando sempre più consapevoli della loro impronta idrica. “Adotteranno misure per essere più attenti al loro utilizzo dell’acqua, impiegando fonti d’acqua naturali e usando tecnologie di irrigazione intelligente”. L’acqua è un ingrediente chiave per l’industria delle bevande non gassate e rappresenta circa il 90% della composizione di una bevanda. Hodac afferma che l’efficienza idrica, la riduzione, la conservazione e la protezione sono state al centro dell’attenzione per oltre 20 anni con progetti di alto profilo come la bonifica del Danubio. “Le operazioni di produzione mirano a ottimizzare l’uso dell’acqua e a trattare le acque reflue in modo appropriato. Molte delle nostre aziende associate stanno cambiando in modo significativo la percentuale di acqua che usano - alcuni raggiungono fino al 100% nel 2018. Acque reflue da processi di produzione come raffreddamento e risciacquo vengono riutilizzate internamente per pulire camion e pavimenti.”

Crescenti richieste di sostenibilità

Con alcuni paesi che iniziano ora a prendere misure più decisive per combattere i cambiamenti climatici, la pressione aumenterà per i produttori, che dovranno ridurre il loro uso di energia

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Beverage&Ambiente

e acqua, utilizzare imballaggi più sostenibili e ridurre l’energia utilizzata nel trasporto. La prima di questi - la riduzione di energia e acqua - può essere ottenuta investendo in nuove tecniche di lavorazione. Dutt prevede che i produttori di succhi, nettari e bevande dovranno affrontare una regolamentazione sempre più severa che li costringerà a ridurre l’utilizzo di energia o pagare multe pesanti. E si aspetta una pressione da parte dei consumatori, ora focalizzati principalmente sul confezionamento e sulla crescita, per iniziare a sostenere anche l’uso di energia e acqua nella produzione. “Se, come produttore, non stai facendo qualcosa al riguardo, non mostri che fai qualcosa al riguardo, non sarai ben visto dai consumatori. E ciò può avere un impatto significativo sul modo in cui sei in grado di operare sui mercati in futuro.” Con la maggior parte della frutta prodotta ai tropici, lontano dai più grandi mercati, l’industria farà fatica a ridurre i trasporti che utilizza. Ma l’impatto del-

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le cosiddette miglia alimentari sull’impronta ambientale totale della frutta è inferiore a quanto molti credano, con frutta e verdura coltivate in serra in Europa e qui consumate spesso con un’impronta maggiore rispetto alla frutta coltivata ai tropici e importata via mare. Hodac afferma che i membri della sua organizzazione sono focalizzati sulla promozione dell’efficienza energetica, sulla conservazione e sulla riduzione, ove possibile. “Le emissioni di CO2 sono state dimezzate in molti impianti di produzione e imbottigliamento negli ultimi dieci anni attraverso l’uso di nuove tecnologie ad alta efficienza energetica negli impianti, nonché sistemi di raffreddamento e distribuzione”.

Eroi locali

La preferenza per i prodotti locali si sta diffondendo dall’Europa e dagli Stati Uniti ad altri mercati, e non solo per ragioni ambientali. I consumatori indiani, ad esempio, ora vogliono ingre-

dienti locali come la curcuma e il frutto di kokum nelle loro miscele di succo. I produttori di succhi di frutta sono anche sotto pressione per garantire che i frutti che usano siano di origine etica. Tredici dei maggiori produttori, miscelatori e imbottigliatori di succhi al mondo si sono impegnati a utilizzare solo il 100% di succo di provenienza sostenibile entro il 2030, nell’ambito della Sustainable Juice Initiative sviluppata da IDH, una ONG del commercio sostenibile. Hodac afferma di vedere una tendenza simile tra i produttori di bevande non gassate. “Non si tratta di offrire solo sapori locali, ma i prodotti devono raggiungere anche determinati requisiti di sostenibilità. C’è stata una grande tendenza verso alimenti biologici e organici ed è qualcosa a cui si assiste anche nel settore delle bevande non gassate”. Dutt dice che si aspetta che questa domanda si intensifichi nel prossimo decennio. “Penso che le due grandi tendenze alla base di questo spostamento dell’industria dei succhi siano la salute, qualcosa che ha a che fare con lo zucchero e, in secondo luogo, la sostenibilità e la tracciabilità richieste dai consumatori”. Se i produttori di bevande continuano a essere creativi come lo sono oggi, quei titoli negativi dovrebbero iniziare a svanire.

Il mercato in cifre

Il segmento delle bevande non gassate ha superato quello dei succhi, con una crescita annua composta dei ricavi che dovrebbe raggiungere il 5% in tutto il mondo tra il 2020 e il 2023. La crescita annuale dell’8% in Cina compensa una crescita più debole dell’1,7% e del 2,6% negli Stati Uniti e in Europa. La produzione di succhi richiede molta acqua. Secondo lo US Geological Survey, sono necessari 50 litri di acqua per far crescere una sola arancia, ma 200 litri per produrre un solo bicchiere di succo d’arancia. Queste previsioni sono state fatte prima della crisi del coronavirus e non tengono conto dei possibili effetti economici a lungo termine della pandemia.‹ Fonte: Tetrapak


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Beverage&Ambiente IL CAFFÈ BUONO è a favore dell’ambiente I consumatori hanno alzato l’asticella del consumo casalingo e, al rientro al bar, favoriranno i locali che proporranno un prodotto premium: ma il futuro della Coffea è anche nel segno dell’attenzione all’ambiente e alla filiera.

I

l 2020, un anno difficile per il caffè al bar, è emerso il crescente interesse per il caffè specialty e di qualità: molti tra i consumatori finali hanno cercato, anche online, un prodotto premium da consumare a casa, e si aspetteranno di trovate la stessa qualità al bar, stimolando il settore professionale a migliorare la propria offerta. A loro volta, molti professionisti hanno lavorato per innalzare il livello, per stimolare un ritorno ai consumi fuori casa da parte del consumatore, al rientro. “Il caffè premium, in quanto bene di lusso accessibile, ha il potenziale per alimentare una crescita nel lungo periodo – dice Andreea Postolache, Head of Marketing Italy di J‎ ulius Meinl Italia - . Proprio per compensare le poche occasioni di svago e di socialità, i consumatori scelgono di premiarsi con caffè di qualità. Bar ed esercizi del canale HoReCa che offrono un’esperienza di livello attireranno nuovi clienti e favoriranno il ritorno di quelli abituali, con un impatto positivo a lungo termine”.

abbia qualcosa in più; una linea di caffè di singola piantagione, creata per immergersi nel territorio in cui nasce la pianta di caffè; e una terza che è il nostro modo di abbattere lo status quo e portare sul mercato caffè specialty con punteggi molto elevati, in una veste che non sia noiosa e autoreferenziale ma divertente, cool, pop e conviviale. Lo scopo di quest’operazione è soprattutto portare chi consuma caffè industriale a entrare nei bar che offrono un prodotto superiore”. Julius Meinl si è focalizzata sul preparare i partner alla riapertura dei locali, sviluppando prodotti Coffee To Go, come le tazze da asporto biodegradabili, investendo nella formazione, con corsi online gratuiti con il Brand Ambassador Jacopo Indelicato e in comunicazione attraverso i canali social, fornendo suggerimenti utili su temi quali la cura delle macchine da caffè o le misure per garantire la salute e la sicurezza del personale.

Innovazione e sviluppo

La sfida per il futuro resta però la sostenibilità. “Un tema che acquisirà sempre più importanza, sia che la si intenda come impatto ambientale, sia che lo si riferisca alla sostenibilità economica lungo la filiera – dice Bargoni -. Nel tempo ci siamo dotati di tecnologie per ridurre l’impatto del nostro lavoro sull’ambiente e abbiamo iniziato a usare materiali riciclabili per il confezionamento del caffè, studiando e testando nuovi materiali che ci diano garanzie qualitative sulla conservazione del prodotto. Abbiamo scelto di ridurre al massimo la produzione di mono-porzionato, che riteniamo di per sé insostenibile, anche nel caso di capsule

Le aziende hanno comunque continuato a innovare, come spiega Iacopo Bargoni, Ad di Le Piantagioni del Caffè. “Nel 2020 abbiamo portato a termine il restyling di immagine e prodotto. Ci siamo resi conto, però, che il mondo del caffè stava diventando autoreferenziale. Abbiamo voluto rendere il caffè di qualità comprensibile, migliorare la cultura del buon caffè in Italia e avvicinare quanti più coffee lovers al mondo dell’eccellenza. Abbiamo quindi creato una linea di miscele di caffè di piantagione, indicata per un consumo quotidiano da parte di tutti coloro che cercano un caffè comprensibile ma che

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Pratiche sostenibili in produzione

riciclabili o compostabili, per l’impatto della quantità di materiali che vengono usati per la sua produzione. Oggi produciamo solo piccole quantità di cialde in carta e abbiamo abbandonato il settore delle capsule, in controtendenza con il mercato. Inoltre, siamo da sempre attenti alla sostenibilità economica della filiera e alla giusta remunerazione dei produttori di caffè verde. Crediamo che la qualità sia uno strumento risolutivo: perseguendola, i produttori sono spinti a fare formazione, ad affinare il proprio lavoro, a dotarsi di tecnologia e risorse umane qualificate; così innalzano il livello qualitativo del loro prodotto e accedono a mercati in grado di remunerare la crescente qualità in modo più che proporzionale”. “Vogliamo rendere il mondo un posto migliore per noi e per le generazioni future, facendo piccoli ma significativi passi - spiega Christina Meinl, Managing Director di Julius Meinl -. Il nostro obiettivo è agire dove possiamo avere l’impatto più diretto, a partire dai nostri impianti di produzione di torrefazione del caffè, e dove possiamo influenzare maggiormente la filiera. Ad esempio, riutilizziamo le bucce dei semi di chicchi di caffè verde provenienti dal processo di tostatura, che vengono pressate in pellet e utilizzate per produrre energia termica. O usiamo il calore di scarto derivante delle macchine per la tostatura per riscaldare o raffreddare gli uffici, risparmiando 1.050 tonnellate di CO2 all’anno. Stiamo anche studiando alcune pratiche da applicare nelle regioni della ‘cintura del caffè’, dove acquistiamo i nostri chicchi, sulla scia di quanto fatto per il Colombian Heritage Project”.‹ Fonte: Host – Milano, 22-26 ottobre 2021


Sostenibilità è una delle parole che più imperversa negli ultimi mesi. Un’industria che da anni ha ben presente il concetto della sostenibilità è quella del caffè, se non altro perché le coltivazioni avvengono perlopiù in aree estremamente povere.

G

ià nel 1962, in occasione del primo accordo internazionale sul caffè, la sostenibilità economica dei produttori fu oggetto di discussione. Da quei tempi, purtroppo, la situazione di numerosi produttori di caffè è spesso andata peggiorando: a prezzi in dollari reali, oggi gli agricoltori guadagnano meno di quanto non facessero decenni fa. La volatilità del prezzo del caffè, inoltre, rende estremamente vulnerabili le famiglie che vivono a monte della filiera. In più, secondo la Fao, il settore necessita di miglioramenti in quanto a disuguaglianza di genere, con le donne coltivatrici di caffè che hanno meno accesso alle risorse. Il settore deve inoltre fare i conti con il problema del lavoro minorile, con quello della deforestazione tropicale, fino all’impatto dell’industria sui corsi d’acqua. Fortunatamente la sensibilità delle aziende del caffè verso i temi della sostenibilità sta crescendo anno dopo anno.

Da Lavazza a Illy cresce l’attenzione

I grandi gruppi del caffè italiani sono molto attenti ai temi ESG (Environment, Social and Governance). Gli esempi positivi sono per fortuna numerosi. Lavazza, ad esempio, ha già sposato i principi sanciti dalle Nazioni Unite in tema di sostenibilità. Il Manifesto della Sostenibilità

del gruppo piemontese “A goal in Every Cup” è una dichiarazione programmatica che delinea la strategia di sostenibilità, ispirata dal profondo senso di responsabilità che l’azienda nutre da oltre 120 anni nei confronti delle comunità in cui opera, in particolare i coltivatori di caffè, i dipendenti e i consumatori. Si tratta di una strategia sempre più integrata nel business e basata sui principi dell’Agenda 2030 sottoscritta nel 2017, all’interno della quale Lavazza ha individuato i quattro pilastri di sostenibilità prioritari, rispetto ai quali impegnarsi nei prossimi anni: uguaglianza di genere, lavoro dignitoso e crescita economica, consumo e produzione responsabile, attenzione al clima. Ma la sensibilità ai temi ESG risale a molti anni fa per la società: già nel 1935, Luigi Lavazza espresse il suo disappunto nel vedere distruggere interi raccolti di caffè non venduto nelle piantagioni sudamericane. Da quel momento in poi il gruppo si propose di essere attento al patrimonio economico, ma anche al rispetto del patrimonio umano e ambientale. In tema di sostenibilità Illy ha cercato di bruciare le tappe, annunciando la sua intenzione di raggiungere la Carbon Neutrality nel 2033. Obiettivo ambizioso che prevede investimenti per ridurre l’impatto ambientale della lavorazione del caffé: dai progetti di efficientamento per il recupero del calore sviluppato durante il processo di tostatura e al recupero di energia frigorifera fino all’acquisto di energia proveniente solo da fonti rinnovabili. L’azienda, inoltre, cerca di favorire e sviluppare pratiche colturali rispettose dell’ambiente nelle piantagioni. Anche il gruppo Massimo Zanetti Beverage ha “intrapreso un percorso virtuoso per aumentare il presidio lungo la catena di fornitura e contribuire allo sviluppo di prodotti sempre più sostenibili”. Ad esempio la società sta lavorando con tenacia e dedizione per avere il 100% delle confezioni di prodotto completamente riciclabili.

La filiera del caffé

SOSTENIBILE… in tutti i sensi Promuove, inoltre, l’adozione di modelli di economia circolare come quella sviluppata dalla società finlandese del gruppo, Meira, che utilizza all’interno del proprio ciclo produttivo l’energia prodotta dagli scarti della produzione di caffè, il biogas, riducendo così le emissioni di anidride carbonica. La filiera del caffè è lunga: parte dalla piantagioni e arriva alla tazzina. Comprende anche i produttori delle macchine da caffè, che hanno anch’essi un ruolo chiave e sono sempre più in prima linea.

Il ruolo attivo

del consumatore

La filiera del caffè termina con il consumatore che deve far la sua parte optando per una tazzina di caffè sostenibile. Recenti studi hanno messo in evidenza che c’è una crescente richiesta di trasparenza sull’origine degli ingredienti e sulle pratiche produttive delle miscele di caffè, anche di fronte allo scaffale del supermercato. Ad esempio, nel primo semestre del 2020, le vendite di caffè certificato Fairtrade (quello che assicura agli agricoltori un prezzo equo almeno per coprire le spese di produzione) nella grande distribuzione hanno registrato un progresso del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. C’è poi il tema della scelta delle capsule e delle cialde, che ormai sono sempre più gettonate rispetto alla preparazione del caffè con la moka. E la scelta più green, ovviamente, è sempre quella che impatta meno sull’ambiente. Gli esperti sostengono che forse le cialde, se buttate nell’organico, sono meno inquinanti delle capsule. D’altra parte quest’ultime, anche per merito di una serie di iniziative, possono essere riciclate. Sempre che il consumatore collabori.‹ Fonte: Il Sole24ORE da Host Milano

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Beverage&Ambiente ALLUMINIO per imballaggi sostenibili e sicuri N

el corso della pandemia di Covid-19, è diventato chiaro, come sotto una lente d’ingrandimento, quanto sia importante l’imballaggio per l’approvvigionamento regolare di cibo, prodotti farmaceutici, per l’igiene e per la cura personale. Affinché gli articoli raggiungano il consumatore in perfette condizioni, è essenziale una protezione efficace del prodotto attraverso la confezione. L’alluminio è un materiale che offre una barriera assoluta contro le influenze esterne quali luce, ossigeno o germi, rappresentando quindi una soluzione ottimale per la protezione del prodotto. Allo stesso tempo, gli imballaggi in alluminio aiutano efficacemente a proteggere le risorse impiegate per la produzione del prodotto confezionato. “Il danneggiamento o la perdita del prodotto durante il trasporto e lo stoccaggio distrugge molte più risorse di quelle necessarie per la produzione dell’imballaggio”, afferma Johannes Schick, presidente della divisione tubi, lattine e parti estruse a impatto di GDA, l’associazione delle aziende tedesche che producono alluminio grezzo o prodotti in alluminio, compresi i compositi con altri materiali.

Alluminio

ed economia circolare

Nell’attuale rapporto dell’Umweltbundesamt tedesca (Agenzia Federale per l’Ambiente) sulla generazione e il riciclo dei rifiuti da imballaggio in Germania, è stata sottolineata l’importanza della riciclabilità del packaging. Come parametro per misurare la progettazione ecologica degli imballaggi, può essere utilizzato lo standard minimo per determinare la riciclabilità degli imballaggi, che è stato recentemente aggiornato dal Zentrale Stelle Verpackungsregister tedesco (Registro degli Imballaggi dell’Agenzia Centrale Tedesca). Lo standard minimo richiede che durante la progettazione

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Gli imballaggi in alluminio sono all’avanguardia in termini di protezione dei prodotti e sostenibilità. Le proprietà di questo materiale permettono di ottenere una maggiore efficienza delle risorse. Queste tematiche rimangono in cima all’agenda di produttori di imballaggi, brand owner e consumatori. e la fabbricazione dei prodotti si tenga conto dell’impatto ambientale dei prodotti durante il loro intero ciclo di vita e, in particolare, del loro successivo smaltimento. I produttori di imballaggi in alluminio perseguono da anni una strategia coerente di riduzione dell’input di materiale e di riciclabilità per una maggiore efficienza delle risorse. Grazie all’attuale infrastruttura di raccolta, smistamento e riciclo, gli imballaggi in alluminio rimangono nella catena del valore dopo l’uso. In questo contesto, l’alluminio beneficia del suo valore intrinseco e del fatto che, in quanto materiale cosiddetto permanente, può essere riciclato più e più volte senza alcuna perdita di qualità. “In questo contesto, GDA accoglie con favore l’attuale campagna ‘Mülltrennungwirkt’ (attività di separazione dei rifiuti) dei cosiddetti sistemi duali in Germania, che mira a una raccolta e separazione ancora più efficiente dei materiali di imballaggio da parte dei consumatori in modo da assicurare un riciclo dei materiali completo e di alta qualità”, sottolinea Marius Baader, amministratore delegato di GDA.

Obiettivo raggiunto

Anche se, secondo uno studio GVM/ denkstatt del 2019, gli imballaggi sono responsabili solo dell’1,5-2,0% dell’impronta di CO2 di un consumatore europeo, i produttori di imballaggi in alluminio devono affrontare con responsabilità il tema della salvaguardia del clima. Grazie alla distribuzione sul territorio nazionale tedesco di centri di smistamento con separatori a correnti indotte, che consentono un facile smistamento della preziosa frazione di alluminio dal flusso del materiale di imballaggio, nel 2018 in Germania è stato raggiunto un tasso di riciclo del 90,1% per gli imballaggi in alluminio. Pertanto, la quota di riciclo degli imballaggi in alluminio del 90% richiesta dalla legge tedesca entro il 2022 era già stata raggiunta nel 2018. “Nel caso dell’alluminio, possiamo giustamente parlare di un ciclo di materiale quasi chiuso. E allo stesso tempo, il riciclo di materiali preziosi genera posti di lavoro e investimenti necessari in questi tempi difficili”, riassume Johannes Schick.‹


In addition to the overarching COVID-19 discussions, the topics of resource efficiency, sustainability and recycling remain high on the agenda of packaging manufacturers, brand owners and consumers.

ALUMINUM PACKAGING ahead in product sustainability I

n the course of the ongoing COVID-19 pandemic, it became clear, as if under a magnifying glass, how important packaging is for the smooth supply of the population with food, pharmaceutical products as well as hygiene and personal care items. In order for the articles to reach the consumer in perfect condition, effective product protection through the packaging is essential. The material aluminum offers an absolute barrier against external influences such as light, oxygen or germs and thus provides a convincing solution for optimal product protection. At the same time, aluminum packaging efficiently helps to protect the resources contained in the packaged product. “This is all the more important as product damage or loss during tran sport and storage destroys far more resources than are necessary for the production of the packaging,” says Johannes Schick, Chairman of the GDA Division of Tubes, Cans and Impact Extruded Parts.

Recyclability

of packaging as a prerequisite

In the current report by the German Umweltbundesamt (Federal Environment Agency) on the generation and recycling of packaging waste in Germany, the im-

portance of the recyclability of packaging was underlined. As a yardstick for measuring the recycling-friendly design of packaging, the minimum standard for determining the recyclability of packaging can be usedwhich was recently updated by the German Zentrale Stelle Verpackungsregister (German CentralAgency Packaging Register). The minimum standard requires that the environmental impact of the products over their entire life cycle and, in particular, their subsequent disposal be taken into account when designing and manufacturing products The manufacturers of aluminum packaging have been pursuing a consistent strategy of reducing material input and the “design for recycling” for more resource efficiency for years. Thanks to the existing collection, sorting and recycling infrastructure, aluminum packaging remains in the value chain after usein Germany. In this context aluminum benefits from its intrinsic value and the fact that, as a so-called permanent material, it can be recycled again and again without any loss of quality. “In this context, GDA welcomes the current “Mülltrennungwirkt” (“Waste separation works”) campaign by the so-called dual systems in Germany, which aims at an even more efficient collection and separation of packaging materials by consumers so that a comprehensive

and high quality recycling of materials is ensured,” emphasizes GDA managing director Marius Baader.

Responsibility

for ample climate protection

Even if, according to a GVM/denkstatt study from 2019, packaging is only responsible for an average of 1.5-2.0 percent of the CO2 footprint of a European consumer, the manufacturers of aluminum packaging face their responsibility for ample climate protection. Thanks to the nationwide equipping of German sorting centers with eddy current separators, which enable easy sorting of the valuable aluminum fraction from the packaging material flow, a recycling rate of 90.1 percent for aluminum packaging was achieved in Germany in 2018 (latest available figure). Thus, the recycling quota for aluminum packaging of 90 percent required by the German Packaging Act for 2022 was already metin 2018. “In the case of aluminum, we can rightly speak of an almost closed material loop. And at the same time, the recycling of valuable materials creates urgently needed jobs and investments in these difficult times,”summarizes Johannes Schick.‹

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Beverage&Ambiente RIDETERMINATO IL CONTRIBUTO AMBIENTALE PER GLI IMBALLAGGI IN BIOPLASTICA Su proposta di Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, il Consiglio di amministrazione Conai ha rideterminato il contributo ambientale per tutti gli imballaggi in bioplastica. Sarà ridotto a 294 EUR/ tonnellata ed entrerà in vigore dal 1° luglio 2021. Per la prima volta in Europa, così, un sistema di responsabilità estesa del produttore dà vita ad un Consorzio per la valorizzazione degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile con un contributo ambientale ad hoc. “Il nuovo contributo ambientale per gli imballaggi in bioplastica, deliberato a poco più di tre mesi dal riconoscimento ufficiale di Biorepack, è frutto di un lavoro intenso e molto produttivo”, afferma il presidente CONAI Luca Ruini. “Rappresenta un nuovo passo avanti verso l’operatività del nuovo consorzio, che permetterà agli imballaggi biodegradabili e compostabili di vedere ottimizzati i loro processi di riciclo all’interno della filiera dei rifiuti organici. Ossia il loro destino naturale”. “Un grande lavoro di squadra tra Biorepack e Conai ha consentito il conseguimento di questo importantissimo risultato, a beneficio dell’intero sistema e a conferma del valore del riciclo organico”, dichiara Marco Versari, presidente di Biorepack. “Grazie all’integrazione tra nuovi materiali e tecnologie di raccolta e trattamento siamo il paese europeo con il sistema di gestione della frazione organica più efficiente, vero e proprio modello di bioeconomia in grado di offrire soluzioni concrete nel segno della circolarità delle risorse e dello sviluppo sostenibile”. Gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile sono quelli certificati e conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002 da parte di organismi accreditati.

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CORNO PALLETS E LA SFIDA GREEN DI PRESSPALL Il legno è stato ed è una materia prima di fondamentale importanza, oltre che per generare calore, per la costruzione di edifici e di arredi, ed è da sempre utilizzato per gli imballaggi, per contenere e proteggere gli oggetti durante il trasporto, la movimentazione e lo stoccaggio. I Fenici, popolo di scaltri commercianti che dominarono e colonizzarono buona parte del Mar Mediterraneo, furono i primi ad utilizzare il legno anche come imballaggio. Essi infatti riempivano le loro imbarcazioni di cassette in legno, all’interno posizionavano merci preziose e prodotti rari, che dovevano essere trasportati e sostenere lunghi tratti. Il legno, oltre a essere prezioso e importante, è per sua natura un vero e proprio imballaggio green che con il recupero può tornare a nuova vita, in ottica di economia circolare, quel sistema che punta al riciclo di materiali dopo l’utilizzo per crearne nuovi da immettere sul mercato per proteggere l’ambiente. In Italia, il ciclo economico legato al recupero e al riciclo del legno è davvero all’avanguardia, portando il nostro Paese a importanti traguardi a livello europeo e creando una nuova forma di economia sostenibile, con importanti risultati in termini di rispetto ambientale, ma anche di creazione, di sviluppo e di occupazione. La seconda vita del legno si forma in circa tre ore, con un processo che va dalla preparazione del truciolo alla lastra completa. Per la creazione di pannelli di truciolato si parte da cumuli di residui (mobili, bancali, ecc…) che arrivano dalla raccolta differenziata. Il legno viene prima sminuzzato e successivamente entra nell’impianto di produzione dove viene separato dagli scarti, viene ripulito e sminuzzato, e passa alla fase dell’essiccatura. Diventato truciolo è pronto per trasformarsi in pannello: viene miscelato con colle ed additivi, compattato e passato in una pressa dove l’azione combinata di pistoni e calore lo fa diventare una lastra solida. Una sega lo seziona in pannelli, suddivisi in “grezzi” e “da nobilitare”, ed il legno è pronto per essere riutilizzato. Il legno riciclato può anche essere utilizzato per formare prodotti nuovi. I pallet in legno pressato PRESSPALL di Corno Pallets, rientrano nella categoria “processed wood pallet” e sono quindi esonerati da qualunque tipo di trattamento e marchiatura, facilitando così le esportazioni extra-UE. Grazie alle loro caratteristiche possono essere stoccati a magazzino occupando solo un terzo dello spazio necessario per altrettanti bancali tradizionali in legno. Sono sempre disponibili sia per grandi che per piccole quantità e grazie alla varietà di dimensioni standard a disposizione vengono ampiamente utilizzati in tutti i settori merceologici. I pallet pressati risultano ecologici, riciclabili, biodegradabili, sono certificati PEFC e offrono anche soluzioni economicamente interessanti.


ACQUA FIUGGI È PRODOTTO DELL’ANNO NELLA CATEGORIA GREEN L’acqua oligominerale Fiuggi in confezioni Tetra Pak è pensata per soddisfare gli stili di consumo delle persone in movimento e rispondere alla sempre maggiore esigenza di sostenibilità grazie all’attenta scelta dei materiali con cui sono realizzate. Caratteristiche che sono piaciute ai 12.000 consumatori intervistati da IRI, l’istituto di ricerche di mercato e analisi, e che sono state determinanti per l’assegnazione ad Acqua Fiuggi del premio “Prodotto dell’Anno” nella categoria Acque Green. La società Acqua&Terme Fiuggi SpA, storico marchio italiano del mercato delle acque minerali, propone al mercato l’acqua minerale confezionata in tre brik da 33 cl ciascuno. Questo formato soddisfa l’esigenza di portabilità, grazie a confezioni pratiche, leggere e infrangibili. Inoltre, le confezioni si distinguono sul piano della sostenibilità, perché composte per oltre il 70% da materie prime vegetali e riciclabili al 100%. I contenitori Tetra Pak sono costituiti per oltre il 70% da materie prime rinnovabili. Il materiale principale che compone la confezione è la carta che serve a dargli forma e robustezza. La carta è certificata FSC, che diffonde e promuove la gestione forestale responsabile. Oltre alla carta, sono presenti anche componenti in plastica bio-based di origine vegetale, derivata dalla canna da zucchero. I sottili strati di polietilene sono necessari per rendere impermeabile il brik. Infine, un film di alluminio protegge il prodotto da luce, ossigeno e odori esterni. Un’altra particolarità del contenitore è il tappo a vite. Anch’esso realizzato con plastica derivata dalla canna da zucchero, coltivata secondo standard etici, sociali ed ambientali certificati, svela un’apertura di 26 mm di diametro, misura ideale per facilitare le bevute “on the go”, e rende la confezione richiudibile.

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| Breaking News | SABATINI GINO°, IL NUOVO DISTILLATO PER TUTTI Un distillato totalmente analcolico, dalla forte identità toscana, realizzato attraverso la sola infusione in acque distillate di 5 botaniche: timo, salvia, lavanda, foglie di olivo e verbena. Ideale per un cocktail da tutte le ore, il gusto è di quelli che si ricorda, sia liscio che in miscelazione. SABATINI GINO° è il primo distillato 100% analcolico a nascere dall’ingegno di una famiglia con alle spalle un’esperienza consolidata nella produzione di distillati. Il suo numero è lo “0”: zero alcool, zero zuccheri o edulcoranti, zero coloranti o aromi artificiali e zero materie di origine animale. Le cinque botaniche toscane gli conferiscono un aroma dalle note fresche e balsamiche. Al naso risulta fresco ed erbaceo grazie al timo e alla verbena, mentre al palato la freschezza della verbena viene accompagnata dalla balsamicità della salvia e della lavanda, che lasciano un finale piacevolmente lungo. Da sempre attenti alle richieste del mercato, i Sabatini hanno deciso di affacciarsi al mondo dei distillati analcolici, accogliendo la sempre più crescente attenzione alla sfera del wellness: SABATINI GINO° incontra le esigenze di chi è alla ricerca di un’alternativa alla “bevuta” alcolica o alle classiche proposte analcoliche. E anche di chi è soggetto a intolleranze o di chi preferisce seguire un’alimentazione vegana. È infatti certificato VEGANOK, unica certificazione italiana riconosciuta a livello internazionale. “Dopo avere creato il primo London Dry Gin 100% toscano, abbiamo mantenuto sempre

saldo il legame con la nostra terra d’origine, Cortona e Teccognano, dove sorgono le tenute di famiglia, in un ambiente in cui la biodiversità vegetale è protagonista”, commenta Enrico Sabatini, co-fondatore e co-proprietario di Sabatini Gin. “Abbiamo continuato a coltivare la nostra passione, vocata alla ricerca della materia prima locale di qualità, dando vita ad un distillato analcolico, nuovo e dallo spirito rigorosamente toscano”. SABATINI GINO° è, inoltre, il primo

distillato analcolico a comunicare con i consumatori in modo trasparente e innovativo attraverso la partnership con l’azienda Genuine Way: tramite un QR code collocato al collo della bottiglia che sfrutta la blockchain, è possibile accedere a tutte le informazioni sulle sue caratteristiche, le certificazioni della filiera produttiva e i signature cocktail consigliati da quattro bartender italiani riconosciuti a livello internazionale: Mattia Lotti, Virginie Doucet, Doriano Mancusi e Fabio Arcadipane.

NASCE GIOVE – GIN OF VENETO Dall’idea di due giovani ragazzi veneti e un amico astemio nasce un gin artigianale che rivoluziona il mercato degli white spirits e si posiziona all’interno della categoria SuperPremium per la sua qualità e la sua eleganza. Si chiama GIoVE – GIN of VENETO per rendere onore al territorio veneto che, grazie alle colline patrimonio dell’UNESCO, alla cultura, alle tradizioni ma soprattutto alla qualità dei propri prodotti come il Prosecco, merita di essere conosciuto in tutto il mondo. Poche botaniche ma essenziali compongono questo gin unico nel suo genere: ginepro, coriandolo e angelica sono arricchite dall’utilizzo di uva glera e foglie dello stesso vitigno, direttamente raccolte a mano nella terra del Prosecco e trattate sapientemente da una distilleria indipendente italiana. GIoVE – GIN of VENETO esalta al massimo l’uva

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glera che è un’uva molto pregiata, a bacca bianca, grappoli grandi e lunghi con acini giallo-dorati diventa famosa in tutto il mondo con il nome di Prosecco. L’anima di GIoVE – GIN of VENETO è rappresentata dal suo gusto rotondo, amabile, con note fruttate e un retrogusto di un inconfondibile esplosione di sentori provenienti dal mondo del vino. GIoVE – GIN of VENETO è un ottimo London Dry Gin che soddisfa un’esigenza di mercato, andando a proporre un gin unico al mondo che, data la sua altissima qualità e grazie alla sua eleganza nel gusto, si presta a essere bevuto in ogni momento, dall’aperitivo al dopo cena e, soprattutto, in ogni modo: on the rocks, gin&tonic, miscelato nei cocktail.


| Breaking News | NOVITÀ FIRMATE L’ORSO VERDE Vlaander è la nuova nata in casa OV: una belgian tripel speciale, proprio come il suo colore dorato e la storia da cui trae origine il suo nome. Vlaander, infatti, ricorda la regione fiamminga del Belgio, Vlaanderen. Proprio qui affonda le radici l’antica ricetta di questa bionda, ideata dai monaci dell’abbazia trappista Westmalle nel 1934: una superbirra, una ‘ale’ chiara, dalla gradazione alcolica importante, che cambia nome e diventa ‘tripel’ nel 1956 grazie a una nuova ricetta che la rende ancora più potente. Come vuole la tradizione, Vlandeer ha un titolo alcolemico piuttosto alto (8,1 gradi) che tuttavia si fonde armonicamente con sentori di frutta matura e note speziate, tipici dei lieviti di provenienza belga. Il suo colore ocra e la spuma bianca ricca e persistente stupiscono nel bicchiere. Grazie alle sue note erbacee, è il perfetto accompagnamento per piatti a base di selvaggina o di carni bianche, ma anche di affettati come il prosciutto di Parma, o di verdure tipicamente invernali come cavolfiori, broccoli e cavoletti di Bruxelles. Con questa nuova birra, che nasce dalla collaborazione con Partenocraft, distributore specializzato in birre artigianali, il birrificio lombardo non solo allarga la propria offerta, ma in un

momento così particolare lancia un messaggio di speranza e ottimismo al settore HoReCa e agli amanti della birra. Inoltre, l’Orso Verde accoglio l’arrivo della bella stagione con Wabi, Chiara ed Edenblanche: tre birre rigorosamente artigianali che il birrificio presenta in anteprima dopo il restyling delle etichette. Per Wabi, una golden Ale luppolata, e Chiara, una Helles di ispirazione tedesca, il colore predominante in etichetta è il giallo, simbolo di luce ed energia, sia fisica sia mentale. Non a caso Wabi è un inno all’equilibrio zen che si fonda sull’accettazione della transitorietà... come la bellezza della fioritura primaverile dei ciliegi. La chioma folta e bionda di Chiara riporta alla mente una sensualissima Catherine Deneuve in “Belle de jour”. Mentre Edenblanche si ispira alla Londra degli anni Settanta e a Carnaby Street, musica psichedelica e “peace and love”. I luppoli sloveni con cui viene prodotta Wabi richiamano i profumi della bella stagione perché sprigionano aromi che ricordano i fiori di campo e il fieno

appena tagliato. Birra ad alta fermentazione dai sentori delicati, dal colore dorato e dalla spuma compatta, mentre al palato, dopo l’incipit leggermente mielato, sopraggiunge una piacevole nota amarognola. Anche in Chiara si percepiscono sentori di primavera: le note maltate di miele e fieno si uniscono ai lievi profumi erbacei e floreali dei nobili luppoli tedeschi. A differenza di Wabi, Chiara è una birra a bassa fermentazione dal colore giallo paglierino, con una schiuma fine e persistente. L’etichetta arcobaleno di Edenblanche, in cui le varie tonalità si intrecciano e si abbracciano in una danza dei colori, trasmette felicità e gioia di vivere al primo sguardo. Le particolarità di questa Ale bianca di ispirazione belga? L’aroma, caratterizzato dall’aggiunta di scorze di arancia e coriandolo durante la bollitura, e la sensazione piacevolmente dissetante che rilascia sin dal primo sorso.

PEPSICO RADDOPPIA L’OBIETTIVO SUL CLIMA PepsiCo ha annunciato i suoi piani per raddoppiare l’obiettivo climatico basato sulla scienza, mirando a una assoluta riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) attraverso la sua catena del valore di oltre il 40% entro il 2030. In aggiunta, la società si impegna a raggiungere entro il 2040 zero emissioni nette, un decennio prima di quanto richiesto nell’accordo di Parigi. In particolare, PepsiCo prevede di ridurre le emissioni di gas serra nelle sue operazioni dirette del 75% e in quelle indirette del 40% entro il 2030 (riferimento 2015). Questa azione dovrebbe prevedere la riduzione di oltre 26 milioni di tonnellate di emissioni di gas a effetto serra, l’equivalente di eliminare dalla strada più di cinque milioni di automobili per un anno intero. “I gravi impatti del cambiamento climatico stanno peggiorando e dobbiamo accelerare i cambiamenti sistemici urgenti necessari per affrontarlo”, ha dichiarato Ramon Laguarta, Presidente e CEO di PepsiCo. “L’azione per il clima è fondamentale all’interno della nostra attività nel settore alimentare e delle bevande in cui operiamo come leader globali e spinge il nostro percorso ‘PepsiCo Positive’ a fornire risultati

positivi per il pianeta e per le persone. Il nostro ambizioso obiettivo climatico ci guiderà sulla ripida ma fondamentale strada da percorrere – semplicemente non c’è altra soluzione che un’azione immediata ed energica”. Il piano d’azione di PepsiCo è incentrato sia sulla riduzione, come quella delle emissioni di gas a effetto serra per decarbonizzare le proprie attività e la filiera, sia sulla resilienza, riducendo le vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici, continuando ad inserire il rischio climatico nei piani di continuità aziendale. In Europa, PepsiCo ha già ridotto le sue emissioni totali del 6% dal 2015, in linea con le riduzioni globali, e il nuovo piano globale di riduzione delle emissioni si concentrerà su aree prioritarie come l’agricoltura, gli imballaggi, la distribuzione e le operazioni. “Non esiste un vaccino per il cambiamento climatico. Ma il nostro pianeta è in un momento di crisi”, ha dichiarato Silviu Popovici, amministratore delegato di PepsiCo Europa. “L’obiettivo climatico PepsiCo raddoppia i nostri sforzi sulla riduzione delle emissioni. Questo ha impatto sia nel nostro business, ma che per i nostri fornitori e imbottigliatori. In poche parole, tutti dobbiamo fare di più”.

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| Breaking News | GENTLEMAN JACK PER LA FESTA DEL PAPÀ Quando è il momento di festeggiare le occasioni importanti, Jack Daniel’s c’è. E, con l’avvicinarsi della festa del papà, quale miglior regalo se non Gentleman Jack? Il “lato gentile” di Jack è un prodotto esclusivo ed eccezionale, con importanti caratteristiche che lo rendono unico al mondo. Il suo gusto bilanciato è perfetto per festeggiare i momenti straordinari della vita. Gentleman Jack è l’unico whiskey a subire un doppio processo di charcoal mellowing, una filtrazione goccia a goccia attraverso tre metri di carbone vegetale di legno d’acero, prima e dopo l’invecchiamento. È proprio questo che dona al gusto una particolare raffinatezza e morbidezza al palato, un’equilibrata leggerezza che lo rende perfetto per essere gustato liscio o on the rocks ma anche in un classico cocktail come il Whiskey Sour. C’è anche la possibilità di regalare una versione personalizzata della bottiglia, per un regalo che davvero inimitabile. Da lunedì 1 a domenica 7 marzo su Tannico è possibile personalizzare con una dedica serigrafata la propria bottiglia di Gentleman Jack. I pezzi a disposizione per quest’iniziativa speciale sono solamente 100.

LA IG GRAPPA PROTETTA IN CINA La IG Grappa è tra i 26 prodotti a Indicazione Geografica italiani che dal 1° marzo 2021 sono ufficialmente tutelati in Cina. È quanto ha stabilito l’accordo bilaterale siglato tra la Cina e l’Unione Europea per la protezione da imitazioni e usurpazioni nei rispettivi territori di una doppia lista di 100 indicazioni geografiche. La IG Grappa ha potuto godere inoltre della protezione totale, senza fasi transitorie di phasing-out e quindi sarà immediatamente protetta all’entrata in vigore dell’accordo. Il ‘carrello’ italiano del beverage, protetto in Cina conterà oltre alla Grappa IG altre 13 denominazioni tra cui: Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti, Prosecco Conegliano Valdobbiadene, Soave, Tokaj, Barbaresco, Brachetto d’Acqui. L’Italia conta 35 bevande spiritose a Indicazione Geografica riconosciute a livello europeo e fra queste 10 sono le Grappe inserite come “Acquavite di vinaccia”. La nascita della IG Grappa ha stimolato i produttori ad avviare una serie di azioni per garantire una vera protezione del prodotto e diffondere la conoscenza dell’eccellenza distillatoria italiana nel mondo.

TORNA IL MARASCHINO PERLA DRY LUXARDO Per celebrare il lusinghiero traguardo dei due secoli di storia, che cade quest’anno, Luxardo S.p.A. ripropone ora il prodotto più prestigioso della sua gamma, il Maraschino Perla Dry. Si tratta di una riserva speciale del celebre Maraschino Luxardo, ma in versione assai invecchiata, di grado alcolico più elevato e molto meno zuccherata, che la Luxardo introdusse per la prima volta oltre un secolo fa. Da allora, a cadenza di circa 30 o 40 anni, il Perla Dry è stato prodotto in quantità molto limitate. L’ultima produzione di questa Riserva speciale del Maraschino Luxardo, infatti, risale agli ormai lontani anni settanta del secolo scorso. Oggi l’azienda mette nuovamente in commercio il Perla Dry con la dicitura Riserva del Bicentenario, in edizione strettamente limitata: solo 4.999 bottiglie numerate, di cui 1.500 riservate al mercato nazionale. L’originale bottiglia in vetro verdeazzurro antico, con impresso sul collo il fregio dei 200 anni, mantiene la caratteristica impagliatura a mano, la capsula rossa e l’etichetta liberty originaria lievemente rivisitata. La bottiglia è contenuta in un lussuoso cofanetto singolo ispirato ai riti mondani dell’alta società di fine ottocento, corredato da libretto esplicativo e da spilla celebrativa. Il Maraschino Perla Dry è caratterizzato da una gradazione alcolica importante, 40% alc. vol., da un tenore di zucchero decisamente ridotto, da cui la dicitura “dry”, e da una base di distillato di marasche che vanta un invecchiamento di oltre 50 anni.

IL CONSORZIO VINI ALTO ADIGE PIANIFICA IL 2021 Valorizzare la qualità del vino altoatesino e affermarlo nel segmento premium: questi i pilastri della strategia di comunicazione promossa dal Consorzio Vini Alto Adige per questo 2021. In particolare, il Consorzio sarà ancor più impegnato in processi di comunicazione non più soltanto B2B, rivolti quindi agli operatori del settore vitivinicolo, ma anche B2C, al fine di raggiungere quanto più possibile tutti gli appassionati del mondo del vino. “Con le restrizioni imposte dalla pandemia – commenta Eduard Bernhart, direttore del Consorzio – ci siamo chiesti in che modo il Consorzio avrebbe potuto reagire nel modo più positivo e costruttivo possibile. Abbiamo quindi deciso di cambiare radicalmente la strategia di promozione e marketing aprendoci a un target nuovo: il consumatore finale, gli appassionati di vino. Per questo, le attività di comunicazione sono state già nel corso dello scorso anno notevolmente ampliate e non rivolte soltanto ai classici pubblici di riferimento, come commercianti, ristoratori, sommelier, il mondo dell’horeca e della gdo. Se infatti la pandemia ha giocoforza azzerato, o quasi, le possibilità di interazione vis a vis, ci siamo accorti che avremmo dovuto pensare in maniera nuova e promuovere un dialogo diretto, quotidiano, con le persone, così da far conoscere loro le grandi qualità dei nostri vini e del nostro territorio e stuzzicarli, incuriosirli. La presenza del Consorzio sulle piattaforme social è stata quindi la diretta conseguenza”. Ecco, quindi, che la strada intrapresa dal Consorzio si sta muovendo su due binari paralleli, dando supporto da un lato al lavoro dei produttori, in vigna e in cantina, e dall’altro promuovendo costantemente il dialogo con il consumatore finale e i propri stakeholders, in presenza ove possibile o attraverso le piattaforme social. Parallelamente, nuovi formati digitali hanno permesso agli operatori del settore di ovviare alle limitazioni sui viaggi e alla cancellazione di fiere ed eventi: in questo modo il Consorzio ha dato sostengo alle aziende vinicole del territorio e sviluppato una forte azione di promozione dei vini dell’Alto Adige in Paesi quali Germania, Svizzera, Stati Uniti, oltre all’Italia, e in mercati emergenti come Russia, Giappone, Gran Bretagna, Canada. Il 2021 sarà un anno interlocutorio che, negli obiettivi del Consorzio, servirà per rafforzare ulteriormente l’identità dei vini altoatesini e consolidare il ruolo di produttori dell’Alto Adige al vertice delle regioni vitivinicole di qualità. Per questo, continuerà l’attento lavoro di pianificazione delle linee guide contenute nell’Agenda 2030, a testimonianza dell’impegno del Consorzio sul tema della sostenibilità.

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| Breaking News | ABB SI UNISCE ALLA PASSIONE PER I VINI Marco, sommelier di Como, aveva un desiderio: trasformare una vecchia officina meccanica abbandonata in una casa confortevole che fosse anche un luogo per le degustazioni dei vini. Per la realizzazione questa casa molto speciale, la tecnologia ABB mostra come architettura e funzionalità possano soddisfare qualsiasi esigenza creando una Casa Aumentata, un luogo che integra il meglio delle soluzioni ABB in termini di comfort, sicurezza ed efficienza energetica. L’architetto Gianpaolo Sala, incaricato del progetto di riqualificazione, ha saputo trasformare la vecchia officina, datata 1904, in un ambiente unico dotandolo di soluzioni impiantistiche innovative dove la tecnologia ABB soddisfa l’evoluzione dei bisogni di oggi e di domani seguendo l’evoluzione della casa che inevitabilmente aumenterà la sua dotazione tecnologica nel tempo, partendo dalla termoregolazione al comando delle luci. La ditta Lorim, che ha progettato l’impianto, ha installato un KNX Web Server ABB che offre infinite possibilità di supervisione e gestione di impianti unitamente alla possibilità di riconfigurare l’impianto ogni qualvolta si renda necessario. KNX Web Server ABB inoltre permette di configurare l’impianto tramite pagine web e ciò ha reso molto più semplice la configurazione di tutti gli impianti presenti. Per la gestione locale degli impianti è stato installato un display touch panel 7” ABB. Questo dispositivo rappresenta l’accesso alla Casa Aumentata permettendo la gestione completa di tutti gli impianti della casa. Dal display touch è possibile gestire la termoregolazione dell’impianto a pavimento, comandata da attuatori connessi al bus KNX e tutti gli altri impianti gestiti dal sistema KNX installato. Gli impianti di illuminazione e tapparelle sono riconfigurabili grazie alla flessibilità intrinseca della tecnologia KNX. In questo ambiente, in cui niente è stato lasciato al caso, anche le serie civili sono state scelte con cura. La serie installata in tutta la zona giorno è Mylos KNX di ABB, nella versione black. Placche ultrasottili Square nere dalle linee minimaliste che creano una perfetta continuità in questo ambiente sono installate per i punti di comando luci e termoregolazione. Comfort d’illuminazione, scenari d’ambiente, combinazione di diverse funzioni unitamente a qualità dei prodotti ABB sono la risposta alle esigenze delle case di oggi, anche in casi speciali come questo. La configurazione flessibile e affidabile del sistema KNX di ABB ha consentito alla ditta Lorim di realizzare un impianto che potrà essere ampliato e modificato nel corso del tempo per far fronte alle esigenze degli abitanti, una casa in continua evoluzione che sposa il concept di Casa Aumentata di ABB.

Niccolò Branca, Presidente e Amministratore Delegato della Branca International

BRANCA INTERNATIONAL E GLI SPIRITS NATURALI DI SELVATIQ Branca International, azienda di riferimento nel settore degli spirits, con 12 brand principali e oltre 54.000 tonnellate di prodotto imbottigliato e distribuito in 160 Paesi del mondo, si unisce al progetto Selvatiq annunciando l’investimento nella società che, attraverso il foraging conservativo, produce e commercializza bevande alcoliche e non, come le sode. Il Gruppo Branca, che si è sviluppato nel tempo secondo il motto «Novare Serbando», espressione di una crescita improntata a innovazione e tradizione, sintesi dei valori che guidano l’azienda, ha sposato il progetto”Wild Nomadic Spirits”, avviato nel 2019 da Valeria Margherita Mosca e Charles Lanthier, mettendo a disposizione di Selvatiq risorse e una vasta conoscenza del mercato degli spirits. “Siamo soddisfatti del progetto di Selvatiq, e questa decisione è un’ulteriore conferma di quanto la sostenibilità e la natura siano parte dell’identità del Gruppo e direttamente connesse all’eccellenza che intendiamo raggiungere. Questa partnership riflette la nostra filosofia di voler preservare i territori, ma anche di voler rispondere alla crescente attenzione dei consumatori alla salute e al benessere”, spiega Niccolò Branca, Presidente e Amministratore Delegato della holding. Infatti, la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità nell’uso delle risorse naturali sono, dal 1845, obiettivi prioritari per il Gruppo. Il progetto di Selvatiq, che tutela la biodiversità, punta sulla sostenibilità alimentare e sociale e favorisce lo sviluppo economico locale, rispecchia lo spirito e i valori con cui Branca International si è impegnata in questi anni per sviluppare il business. Questo investimento rientra nel più ampio progetto di Branca International di rispondere a standard qualitativi sempre più elevati e offrire ai consumatori prodotti di eccellenza, seguendo con cura l’intero processo produttivo e diffondendo una cultura del bere consapevole e di qualità.

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| Breaking News | GRAPHIC PACKAGING INTERNATIONAL LANCIA CAP-IT L’azienda di riferimento per gli imballaggi a base di carta sottolinea il suo impegno nel supportare i marchi del beverage nel loro percorso di riduzione della plastica con la sua ultima soluzione di imballaggio in cartone riciclabile, Cap-It. Cap-It è pensato per bottiglie multipack in polietilene tereftalato (PET) o riciclate (rPET). La clip in cartone, realizzata con materiali rinnovabili, è un’alternativa al tradizionale imballaggio in film termoretraibile, aumentando la riciclabilità complessiva della confezione al 100%. “L’ampia gamma di soluzioni sostenibili in cartone per bevande di Graphic Packaging funziona bene con configurazioni multiple di lattine, bottiglie di vetro e bottiglie in PET”, ha affermato Roxanne McSpadden, direttore del marketing e dello sviluppo di nuovi prodotti per bevande presso Graphic Packaging. “Cap-It è la nostra ultima innovazione per il PET. Con Cap-It, ai clienti viene garantito un imballaggio riciclabile al 100% che

aiuta l’economia circolare fornendo fibre che possono essere utilizzate più volte attraverso la catena di riciclo e diventare nuovi imballaggi”. Comunemente utilizzato per contenere quattro oppure otto bottiglie, Cap-It utilizza

un cartone minimal, migliorando anche la differenziazione sullo scaffale. Il marchio del prodotto può essere costantemente visualizzato per intero, da tutte le angolazioni. Il design unico garantisce integrità in tutta la catena di fornitura e offre un’esperienza di utilizzo confortevole per i consumatori. Graphic Packaging ha una lunga storia nella fornitura di cartoni e sistemi di macchine automatiche per guidare l’innovazione e fornire supporto per il riempimento ad alta velocità e per coloro che lavorano per adottare una soluzione cartacea sostenibile. Il portfolio tiene conto dei requisiti operativi e offre vantaggi ai consumatori con design facili da maneggiare e comodi da usare. Il programma Graphic Packaging Vision 2025 mira a rendere il 100% dei prodotti dell’azienda completamente riciclabili entro il 2025. Graphic Packaging si unisce ad altri clienti del settore beverage che la pensano allo stesso modo provenienti da tutto il mondo nel viaggio per realizzare ambiziose strategie di sostenibilità del packaging.

SAN BENEDETTO SUCCOSO SI VESTE DI FRESCHEZZA ED ELEGANZA San Benedetto Succoso, la bevanda dissetante e nutriente a base di frutta in pura acqua minerale naturale, presenta la nuova veste grafica della bottiglia da 1,5L e della versione Zero zuccheri aggiunti, nella pratica proposta da 0,40L; ideali per concedersi un break senza rinunciare al gusto e al benessere e studiate per i consumatori sempre più attenti alle proposte salutari. Il nuovo abito valorizza tutta la raffinatezza e vivacità delle due referenze attraverso un design completamente rinnovato, fresco ed elegante, con l’obiettivo di elevarne la percezione di valore grazie all’utilizzo di colori originali. Interamente ridisegnato anche il logo custodito in una cornice dallo sfondo argentato che conferisce ulteriore pregio e delicatezza alle linee. Il rinnovamento ha interessato anche le etichette presenti sul fronte e sul retro delle bottiglie in cui sono evidenziati i plus di prodotto, per essere immediatamente riconosciuti e percepiti dal consumatore fin dal momento dell’acquisto. “Negli ultimi anni con Succoso la quota del Gruppo San Benedetto nel mercato delle bevande a base di frutta è stata costantemente in crescita. Lo scorso anno abbiamo registrato + 1,1 punti a volume e + 1 a valore (dati IRI Dicembre 2020), attestandoci su una quota pari a circa 9 punti a valore, confermandoci sempre di più come Total

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Beverage Company”, afferma Vincenzo Tundo, Direttore Marketing e Trade Marketing Italia del Gruppo San Benedetto. “In particolare, Succoso Zero nel formato da 0,40L ha avuto un ruolo determinate per questa ascesa. Lanciato nel 2016, rappresenta una delle nostre più importanti case history di successo. Ottimi risultati di vendita e un’affermazione ottenuta grazie al basso contenuto calorico, all’assenza di zuccheri aggiunti, al formato pratico e innovativo e all’ampia offerta di gusti, in grado di soddisfare le preferenze dei consumatori”. Per partire con slancio a colazione, oppure per un naturale e gustoso break in ogni momento della giornata, San Benedetto Succoso offre un’ampia gamma di bevande a base di succo di frutta. La linea classica nel formato “famiglia” da 1,5L, è disponibile nei quattro gusti ACE, Arancia e Arancia Rossa, Ananas Fusion e Frutti Rossi; la linea San Benedetto Succoso Zero è presente sul mercato nella pratica bottiglia on-the-go da 0,40L – nelle sei varianti originali per tutti i gusti: Frutti Rossi, Arancia Carota e Limone, Arancia e Arancia Rossa, Frutta Mix, Macedonia e infine Mango e Mela – e nel formato da 0,90L, disponibile nei quattro gusti Arancia, Carota e Limone, Frutta Mix (mela, pesca, banana, arancia e maracuja), Arancia e Arancia Rossa e Frutti Rossi.


| Breaking News | STRATEGIE E NOVITÀ IN CASA FINLOGIC principalmente con il settore Agroalimentare, Sanitario, Chimico e Logistico. Siamo un’azienda con una forte propensione all’innovazione e abbiamo sviluppato e prodotto diverse soluzioni innovative per aiutare le persone a fronteggiare la situazione.

Finlogic S.p.A., azienda attiva nel settore dell’Information Technology con soluzioni complete per l’etichettatura, la codifica e l’identificazione automatica dei prodotti, è a capo del Gruppo Finlogic che oggi conta 3 stabilimenti di produzione di etichette, 5 sedi commerciali operative, 3 show room, 7 centri di assistenza tecnica più 6 consociate. La copertura capillare del territorio nazionale, la collaborazione tra le aziende, unitamente all’elevata specializzazione in soluzioni di etichettatura, hanno permesso al Gruppo di ottenere risultati positivi anche nell’anno appena concluso. Ne attesta l’affidabilità, il riconoscimento ricevuto nel mese di gennaio per aver mantenuto rating 1: il Cribis Prime Company 2020, che premia le aziende con la massima affidabilità commerciale. Il 2020 è stato un anno complesso. In che modo avete reagito alle sfide continue imposte dalla pandemia? Fortunatamente operiamo nel settore dell’etichettatura e della tracciabilità, il che ci ha permesso di rimanere operativi durante tutto l’anno, lavorando

A quali settori vi rivolgete? Ogni azienda del gruppo nel tempo si è specializzata per supportare al meglio pochi settori e specifici. Indubbiamente quelli con i quali abbiamo lavorato maggiormente quest’anno sono stati il settore Agroalimentare, in quanto produciamo molte etichette per caseifici, panifici, produttori di carni e salumi, ortofrutta, prodotti ittici e conserve. Il settore Chimico è stato trainato dai prodotti per la detergenza e sanificazione, per i quali abbiamo dovuto soddisfare molte richieste di urgenza dovute a un aumento vertiginoso della produzione. Nello stabilimento di Piacenza di Staf, produciamo un’ampia gamma di etichette per il settore Sanitario, come ad esempio etichette per provette per analisi del sangue, per la gestione dei pazienti, etichette per la sterilizzazione degli strumenti ecc; oltre alle etichette per il settore dei corrieri e trasporti. Le Sedi di Torino, Bergamo e Milano hanno un’ottima conoscenza del settore industriale, elettronico e automotive, dove sono spesso richieste soluzioni Rfid e impiego di etichette durevoli come materiali 3M. Qual è la vostra strategia di crescita per il 2021? Il nostro core business rimane sempre la produzione di etichette, alla quale associamo un’ampia gamma di ribbon. Dal 1° gennaio 2021 abbiamo consolidato la fusione delle due consociate: Tecmark e System Code, aggiungendo due sedi commerciali e tecniche, insieme al know how e la professionalità di 16 persone. Presso lo stabilimento produttivo di Acquaviva delle Fonti (BA) stiamo ultimando i lavori di ampliamento con un nuovo capannone e investimenti ingenti per 6 nuove linee di produzione, più un sistema innovativo di stampa Offset, inserendo e assumendo nuove risorse. Anche nel 2021, continueremo con la strategia di M&A nel settore dei produttori di etichette.

TONITTO INNOVA IL SORBETTO PER IL 2021 Anche per il 2021 Tonitto 1939 punta sull’innovazione attraverso il proprio dipartimento di Ricerca & Sviluppo. L’azienda ligure rinnova la propria gamma di sorbetti con i Sorbetti Limited Edition nelle tre varianti analcoliche, che rispecchiano i tipici gusti dell’aperitivo e realizzate con una tecnologia che lascia intatto il tocco di artigianalità e unicità del prodotto: Sorbetto allo Spritz (con prosecco DOC, Aperol e arancia rossa di Sicilia), Sorbetto al Chinotto e Sorbetto Limone e Menta che ricorda la tipicità del mojito. Sono poi stati gli stessi consumatori, in collaborazione con i dipendenti

assaggiatori, che, attraverso un sondaggio sulla Community Tonitto presente sui social network, hanno co-creato direttamente prima alla scelta e poi alla realizzazione del Sorbetto Limited Edition: in un momento in cui non si riesce a ritrovare la convivialità dell’aperitivo, l’azienda di riferimento in Italia per il sorbetto ha infatti deciso di portare i classici gusti del pre-cena direttamente a casa, abbracciando

anche un tipo di cliente più giovane e attento alle novità del mercato. “Pur rimanendo fedeli alla nostra tradizione, abbiamo deciso di intraprendere una nuova strada che sappia conciliare autenticità, innovazione e costante ricerca di materie prima di qualità, venendo incontro ai bisogni e alle domande dei consumatori, stupendoli allo stesso tempo con gusti inusuali”, sottolinea Massimiliano Dovo, Responsabile della Ricerca e Sviluppo. “La scelta dello spritz come quella del chinotto e del limone e menta per i Sorbetti Limited Edition ricordano quelli dell’aperitivo tanto caro ai più giovani. Il successo della proposta è stato tale che abbiamo deciso di sperimentare nuovi gusti in linea con la richiesta del mercato”.

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Eventi N

ell’attesa di poter organizzare di nuovo un evento dal vivo nel 2022, BBTech expo ha predisposto un incontro virtuale dal 12 al 14 aprile 2021, indirizzato all’intera community di professionisti del settore beverage. La situazione pandemica, attualmente, non permette l’organizzazione di manifestazioni e fiere live, ma l’intera filiera del beverage ha comunque bisogno di ritrovarsi e avere un unico punto di incontro per lo scambio professionale. BBTech expo, The Digital Event for Beer and Beverage Technologies è la pronta risposta all’esigenza dell’intero comparto. Questa nuova piattaforma digitale è in grado di moltiplicare le opportunità di business, approfondimento e networking tra le aziende di riferimento di settore e gli operatori professionali di tutto il mondo.

BBTech expo si trasforma da evento ibrido a evento full digital. L’edizione virtuale, grazie ad una piattaforma condivisa con Beer&Food Attraction, rappresenta l’occasione di incontro e confronto della community, per ripartire e trovare nuove soluzioni per affrontare al meglio le sfide di un mercato in continua evoluzione.

BBTECH EXPO da evento ibrido a full digital L’edizione virtuale rappresenta un’occasione unica per ripartire, confrontarsi e trovare nuove soluzioni per affrontare al meglio le sfide di un mercato in continua evoluzione. Disegnato e sviluppato per la community della filiera del beverage, BBTech expo, The Digital Event for Beer and Beverage Technologies, con il suo format innovativo, è il naturale punto di incontro digitale per i professionisti del settore: webinar, workshop e innovazioni di prodotto all’interno di un ambiente disegnato per dialogare con i più interessanti operatori nazionali e internazionali del settore attraverso chat, video-chat e virtual meeting. L’aggiornamento e la condivisione dei trend e degli scenari futuri del settore è fondamentale per comprendere le nuove linee di sviluppo per il rilancio del settore. Nonostante il settore del beverage sia caratterizzato dalla dimensione della degustazione, nell’attuale contesto internazionale l’evento digitale costituisce un importante palcoscenico di lancio per i nuovi prodotti in vista della stagione 2021, che sarà sicuramente migliore dell’anno appena trascorso. Inoltre, Italian Exhibition Group si è impe-

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gnata affinché BBTech expo, The Digital Event for Beer and Beverage Technologies sia un momento di networking commerciale sia con il mercato domestico che estero. In collaborazione con ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, sono stati selezionati buyer esteri con cui si interfacceranno gli espositori interessati a un pubblico internazionale. In contemporanea a BBTech expo si terranno anche le edizioni vituali di Beer&Food Attraction e l’International HoReCa Meeting di Italgrob.

Roadmap verso il 2022

Italian Exhibition Group ha previsto una serie di passi per preparare gli operatori del settore all’evento digitale e all’appuntamento in presenza del 2022. Innanzitutto, il 22 marzo apre la piattaforma per gli espositori, che a partire da questa data potranno “allestire” il proprio profilo virtuale con foto, descrizioni e il calendario eventi che vorranno organizzare per il lancio dei nuovi prodotti. Successivamente, il 5 aprile la

piattaforma apre anche per i visitatori, che dopo essersi registrati potranno consultare i profili degli espositori presenti e iniziare a registrarsi a eventi aziendali, fissare appuntamenti e scoprire il programma di eventi di Italian Exhibition Group in preparazione dell’appuntamento del 12-14 aprile 2021. Questa piattaforma digitale è stata pensata da Italian Exhibition Group per traghettare all’edizione fisica che si terrà l’anno prossimo. Dopo la tre giorni dell’edizione virtuale di BBTech, infatti, nel corso del 2021 si svolgerà una serie di iniziative digitale che andranno a focalizzare tematiche specifiche della filiera fino ad arrivare all’appuntamento in presenza da domenica 20 a mercoledì 23 febbraio 2022.‹


| Eventi News | SIMEI SLITTA DI UN ANNO La 29esima edizione di Simei, la manifestazione di Unione italiana vini (Uiv) dedicata alle tecnologie per enologia e l’imbottigliamento, inizialmente programmata dal 16 al 19 novembre 2021, è stata posticipata al 2022, sempre a Fiera Milano, dal 15 al 18 novembre. Il rinvio e la riprogrammazione della rassegna sono frutto di un’attenta riflessione e condivisione con l’associazione di riferimento per il settore (Anformape) e con le imprese del comparto, e sono diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria. Allo stato attuale non è infatti possibile garantire la consueta qualità del business che ha permesso a Simei di diventare negli anni la manifestazione internazionale di riferimento per il settore. “Simei– ha detto il segretario generale UIV, Paolo Castelletti – è un evento B2B complesso anche sul piano logistico e a forte propensione internazionale: diventa perciò difficile garantire con diversi mesi di anticipo un’adeguata risposta di business agli importanti investimenti degli espositori e alle attese degli operatori. Stiamo comunque studiando occasioni di analisi e incontri professionali on e off line nel corso di quest’anno per mantenere forte il legame con il comparto”. La fiera biennale Simei, cresciuta molto anche sul fronte di tecnologie per l’imbottigliamento di altre bevande (birra, olio, spiriti, succhi), ha chiuso l’edizione 2019 con 33.000 operatori provenienti da oltre 90 Paesi e più di 500 espositori. L’Italia è leader mondiale del settore con un fatturato di circa 2,9 miliardi di euro l’anno: di questi, il 70% è destinato all’export per una bilancia commerciale attiva di circa 1,8 miliardi di euro.

NUOVA DATA PER MARCA BY BOLOGNAFIERE

ENOLIEXPO, APPUNTAMENTO A LUGLIO!

L’appuntamento con la manifestazione interamente dedicata alla MDD si svolgerà in presenza il 23 e 24 giugno 2021. Dal 15 al 25 marzo sarà online la piattaforma digitale che accompagnerà gli operatori all’evento. La leadership della manifestazione, il suo accreditamento presso la business community non solo nazionale, ha spinto gli organizzatori al posticipo della manifestazione per assicurare la realizzazione di un format coerente agli standard che lo caratterizzano, in sicurezza e in linea con le aspettative del mercato. Una decisione anche a tutela degli investimenti di espositori e visitatori che, in questi anni, sono stati i protagonisti del successo dell’evento. Parallelamente alla definizione della nuova data di svolgimento di Marca by BolognaFiere, per consentire a imprese e operatori di sviluppare anche nell’immediatezza nuovi contatti commerciali, ampliando le opportunità di business, si svolgeranno una serie di iniziative di avvicinamento all’evento. Fra le iniziative in programma, dal 15 al 25 marzo 2021 è confermato l’appuntamento con MARCA DIGITAL SESSION, l’iniziativa che supporta e potenzia il dialogo tra le insegne e i loro MDD partner, consentendo a espositori e buyer nazionali e internazionali di incontrarsi su una piattaforma virtuale, propedeutica alla definizione di nuove strategie di business su scala mondiale e agli incontri che proseguiranno nel quartiere fieristico, quando sarà possibile presentare al mercato anche i prodotti. Sempre in avvicinamento all’evento di giugno, il 24 e il 25 marzo è confermato lo svolgimento – in format digitale – dei due importanti convegni che, ogni anno, offrono l’analisi dei principali trend di mercato, sviluppati con chiavi di lettura complementari. In particolare, il 24 marzo si terrà il tradizionale Convegno organizzato da ADM in collaborazione con The European House-Ambrosetti cui seguirà, nella giornata del 25 marzo, la presentazione del XVII Rapporto Marca by BolognaFiere, che analizza l’evoluzione dei prodotti MDD, organizzato da BolognaFiere e ADM, in collaborazione con IRI e IPLC.

La fiera dedicata a macchinari, tecnologie e servizi per la produzione di olio e vino dà appuntamento agli operatori del settore dall’8 al 10 luglio 2021 alla Fiera del Levante di Bari. Il protrarsi dello stato di emergenza e la lentezza di un “ritorno alla normalità” rendono incerte, nel breve periodo, l’apertura dei quartieri fieristici e la possibilità di spostamento all’interno del territorio zazionale, fattori totalmente indipendenti dalla volontà degli organizzatori di eventi. Alla luce di questo, Enoliexpo è stata posizionata nei mesi estivi, periodo sicuramente insolito, ma che comporta benefici e garanzie quali: i visitatori di Enoliexpo non sono ancora impegnati nella vendemmia e nella raccolta delle olive; il programma vaccinale per quell’epoca sarà in uno stato avanzato; le frontiere interregionali saranno già aperte, grazie alla stagione turistica; la ricettività alberghiera e di ristorazione sarà nuovamente attiva; il periodo estivo prevede un calo comunque del rischio di contagio; il nuovo padiglione di Fiera del Levante garantisce la sicurezza sanitaria grazie agli ampi spazi.

BEVERAGE Machines | Marzo 2021

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Agenda Rimini 12-14 aprile 2021 Fiera professionale delle tecnologie per birre e bevande www.bbtechexpo.com

2021 2022

MECSPE

HOST

Milano Rho 22-26 ottobre 2021 Fiera internazionale della ristorazione e dell’accoglienza www.host.fieramilano.it

Rimini 26-29 ottobre 2021 Fiera internazionale per l’innovazione tecnologica e industriale dell’economia circolare www.ecomondo.com

Bologna 10-12 giugno 2021 Fiera di riferimento per l’industria manifatturiera www.mecspe.com

VINITALY

Verona 20-23 giugno 2021 Salone internazionale dei vini e distillati www.vinitaly.com

Monte-Carlo 27-29 settembre 2021 Salone internazionale del packaging di lusso www.luxepack.com

Bologna 23-24 giugno 2021 Fiera internazionale delle private label www.marca.bolognafiera.it

Parma 6-8 luglio 2021 Fiera dell’automazione digitale per l’industria www.spsitalia.it

MACFRUT

Rimini 7-9 settembre 2021 Fiera professionale del settore ortofrutticolo www.macfrut.com

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BEVERAGE Machines | Marzo 2021

Norimberga 28-30 settembre 2021 Salone internazionale delle tecnologie per il packaging www.fachpack.de

Monaco di Baviera 4-8 ottobre 2021 Fiera internazionale delle tecnologie per il beverage www.drinktec.com

www.cosmoprof.com

Bruxelles 26-29 aprile 2022 Fiera internazionale delle tecnologie per la stampa di etichette www.labelexpo-europe.com

Milano Rho 3-6 maggio 2022 Fiera specializzata nel processing e packaging food e non food www.ipackima.com

Parma 25-28 ottobre 2022 Fiera internazionale delle tecnologie alimentari www.cibustec.it



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BEVERAGE Machines | Marzo 2021

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LA CARTA AMA GLI ALBERI 1.500 campi da calcio al giorno. Così tanto crescono le foreste europee. Quelle da cui si ottiene il legno per fare la carta. Questa è una notizia, vera.

Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: FAO, 2005 - 2015 Foreste europee: 28 Paesi dell’Unione europea + Norvegia e Svizzera



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