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L’economia circolare al centro di ALL4PACK EMBALLAGE PARIS!
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4 Birra come collante sociale che promuove l’inclusività
8 Brewing and beverage industry facing massive challenges MERCATO
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10 Universo dei distillati, prospettive e tendenze del 2024
20 AI and robots in the vineyard
22 Vini e spumante, crescono i fine wines italiani
26 Berlin Packaging | Spirits, tra forme classiche e moderne
28 Rittal, i vantaggi dell’acciaio inox
30 Il 2024 di APE Impianti nel segno di innovazione e sostenibilità
32 Il pallet EPAL e le sue molteplici vite
34 SACMI, packaging personalizzabile e flessibile
36 SIDEL, in-line PET bottle quality control
40 Amorim Cork cresce e investe in Italia
42 Flexibility and multi-functionality, the key to sustainability
52 Djazagro, palcoscenico dinamico per l’agroalimentare
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14 Sistemi di etichettatura sempre più efficienti e performanti
16 P.E. Labellers e Farchioni Olii, una storia di successo
18 TSC Printronix Auto ID, un ventaglio di novità
56 Hispack, focus su innovazione e ambiente
58 Vinitaly, sempre più internazionale
59 Venditalia, un’edizione green
60 SPS Italia, l’automazione per un cambiamento sostenibile
61 Simei, alto tasso tecnologico
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Il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra accende i riflettori sul tema “Diversity & Inclusion”, caro a oltre un consumatore su tre. Gen Z, Millennials e Gen X concordano sul ritenere la birra una “bevanda inclusiva”, anche se c’è chi ancora la considera più adatta agli uomini.
Unabevanda sinonimo di tradizione e cultura, convivialità e relax, gusto e leggerezza, ma non solo: la birra è considerata una “bevanda inclusiva” da 9 italiani su 10 perché adatta a tutti, senza alcuna distinzione di genere, età, provenienza o stili di vita. Una concezione che si inserisce in un contesto, come quello attuale, nel quale la “Diversity & Inclusion” rappresenta un tema di crescente importanza per i consumatori, amanti della birra compresi.
Sono queste le principali evidenze emerse dalla più recente indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, la fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra. Un’edizione che accende i riflettori sulle tematiche DEI (Diversity, Equity and Inclusion) analizzando il ruolo della birra e l’impegno della stessa filiera per una sempre maggiore inclusività, coinvolgendo Mathieu Schneider, Project Director dei Brewers of Europe, l’organizzazione che rappresenta gli interessi di oltre 10.000 birrifici europei.
Consumatori sempre più attenti Dal CIB di AssoBirra emerge come il tema “Diversity & Inclusion” sia conosciuto da quasi tutti i partecipanti all’indagine (87%) e associato prevalentemente all’accettazione e alla valorizzazione delle differenze
(39%), all’inclusione sociale (35%) e al riconoscimento dell’unicità individuale (19%). Tra i target, la Generazione Z è la più informata (93%), seguita dai Millennials. Il 36% del campione dichiara di essere personalmente toccato dalle tematiche DEI e, scendendo più nel dettaglio, la Gen Z lo è in misura maggiore rispetto agli altri (50%).
La birra, una bevanda inclusiva
L’89% degli intervistati da BVA Doxa per AssoBirra considera la birra una bevanda inclusiva, un’o -
pinione trasversale a tutte le fasce di età in quanto condivisa dalla Generazione Z, dai Millennials e dalla Gen X. Tra le motivazioni, in primis la sua ampia reperibilità in tutti i Paesi del mondo (87%), seguita dalla capacità di creare un ambiente di socializzazione rilassato e aperto (86%). Non è un caso che per il 36% dei rappresentanti della Gen Z e dei Millennials la birra sia infatti la bevanda della condivisione per eccellenza. Apprezzati particolarmente anche la bassa gradazione alcolica (82%) e il rapporto qualità-prezzo tra i più convenienti in assoluto (81%), che rendono la birra una bevanda perfettamente adattabile a ogni contesto e stile di vita. Per circa il 60% dei consumatori la birra si distingue, inoltre, come un elemento che rispecchia le tradizioni locali e il cui consumo di ampie varietà
diventa veicolo per sperimentare anche le diversità culturali.
“La terza edizione del nostro CIB evidenzia tra gli altri un aspetto particolarmente innovativo intrinseco alla birra, una bevanda radicata nella tradizione e nel nostro patrimonio culturale, che si rivela essere anche una risorsa preziosa per affrontare le sfide emergenti nella società contemporanea, tra cui quelle legate a diversità e inclusione.
La birra, in quanto elemento in grado di unire passato e futuro, diventa uno strumento per promuovere lo sviluppo sociale e l’integrazione”, commenta Andrea Bagnolini, Direttore Generale di AssoBirra. “I dati di questa ricerca confermano come per i consumatori, la birra rappresenti socializzazione e promozione della diversità, in grado di unire generazioni diverse e influenzare positivamente una varietà di pensieri naturalmente differenti: una qualità rara, su cui continuare ad investire per il progresso collettivo”.
Alcuni pregiudizi e gap da colmare
Le evidenze emerse dal CIB di AssoBirra sono tuttavia un punto di partenza e non di arrivo. Emergono infatti, ancora alcuni pregiudizi, ad esempio nell’identificare il target a cui la birra sembra più adatta: il 57% degli intervistati la ritiene una bevanda che si addice maggiormente agli uomini e solo il 43% pensa che sia più adatta alle donne. Un “gender gap” che si rafforza nella percezione da parte della Gen X (58% vs 39%) ma che coinvolge anche Gen Z (55% vs 41%) e Millennials (59% vs 42%). Alcune differenze emergono anche per quanto concerne le fasce di età: per la Gen Z la birra è infatti più adatta agli individui dai 25 ai 44 anni, per Millenials e Gen X il target si allarga invece ai soggetti fino ai 54 anni.
L’impegno della filiera Rendere la filiera sempre più inclusiva è un percorso inevitabilmente
subordinato all’impegno dei player del comparto. In questa direzione, sono diverse le iniziative che secondo gli intervistati le aziende e i produttori di birra potrebbero intraprendere. Tra queste, la più importante è garantire un’informazione trasparente sui processi di produzione e sulla provenienza degli ingredienti, dimostrando un impegno per la qualità e la responsabilità (50%). O ancora, offrire una sempre più vasta gamma di birre (senza glutine, a bassa gradazione alcolica, a basso contenuto di zuccheri) per rispondere a esigenze nutrizionali specifiche (48%), così come porre impegno nella sostenibilità ambientale e sociale (44%), proporre programmi educativi sulla birra e sul processo di produzione per sensibilizzare i consumatori sulla varietà di birre e sulle tradizioni birrarie di tutto il mondo (39%), organizzare eventi e serate tematiche dedicate al tema della diversità (38%).
La parola all’esperto La sensibilità crescente degli amanti della birra verso le tematiche DEI permea sempre più l’intera indu -
stria a livello europeo, grazie anche e soprattutto all’impegno concreto e decennale messo in campo in questa direzione dai Brewers of Europe, l’organizzazione più rappresentativa dell’industria birraria in Europa.
A fare il punto sui principali traguardi e obiettivi futuri della filiera birraria europea in materia di “Diversity & Inclusion” è Mathieu Schneider, Project Director dei Brewers of Europe: “La diversità è uno dei punti di forza della birra, che si riflette nella vasta gamma di ingredienti e processi di produzione.
Nessun’altra bevanda alcolica offre una tale varietà di scelte: riflettere questa peculiarità attraverso politiche DEI rispettose favorisce l’inclusione e l’apprezzamento della birra da parte di un pubblico più ampio, promuovendo di conseguenza socializzazione e benessere. Per l’industria birraria, la DEI diventa un acceleratore di crescita e di benessere per la birra, i birrifici e le persone”.
E, approfondendo progetti e iniziative nel concreto, racconta: “Un esempio è l’iniziativa ‘Proud to be Clear’, un impegno lanciato nel 2015 e che in meno di tre anni ha portato a risultati notevoli: nell’ottobre 2022, infatti, circa il 95% delle birre vendute in lattina e in bottiglia riportavano gli ingredienti nelle etichette e l’88% di queste anche indicazioni sull’energia utilizzata, in conformità con la normativa europea.
I Brewers of Europe hanno inoltre mobilitato tutto il settore con iniziative che hanno coinvolto esperti in seminari e conferenze, oltre ad aver sviluppato una piattaforma web pensata come hub per raccogliere le pratiche più significative adottate dai produttori di birra europei e dai partner della filiera.
Le tematiche DEI continueranno ad essere una priorità e saranno infatti un punto centrale dei nostri prossimi eventi di punta, come il Congresso EBC e il Brewers Forum 2024”.
Hapreso il via giovedì 15 febbraio, sulla piattaforma Mamacrowd, la fase di pre-lancio della campagna di equity crowdfunding denominata “Beer Revolution” di Baladin, realtà di riferimento e simbolo di eccellenza della birra artigianale in Italia, che si pone l’obiettivo di raccogliere fino a un massimo di 5 milioni di euro. La storia di Baladin inizia nel 1986 a Piozzo, in Piemonte, dove il fondatore Teo Musso, spinto dalla sua passione per la birra, decise di aprire un piccolo pub, “Le Baladin”, e offrire birre provenienti da tutto il mondo. Nel 1996, Musso trasformò il suo pub in un brewpub per la produzione e vendita diretta al fine di creare birre uniche nei profumi e nei sapori e dando inizio, di fatto, al concetto di birra artigianale per cui il Birrificio Agricolo Baladin, negli anni, è diventato un punto di riferimento per l’intero settore.
Baladin è stata la prima realtà a produrre una birra 100% italiana, creando una filiera agricola nazionale integrata, che parte dalla coltivazione delle materie prime (oltre il 90% degli ingredienti viene autoprodotto), continua all’interno degli stabilimenti produttivi e termina con una catena distributiva di proprietà.
Nel 2022, Baladin ha raggiunto una produzione di 25.850 ettolitri, con ricavi pari a 16,05 milioni di euro e un EBITDA del 20% con un tasso di crescita superiore alla media del comparto. Presente in 47 Paesi, Baladin opera attraverso una strategia omnichannel con una rete B2B di circa 3.000 rivenditori e un e-commerce che ha servito, a oggi, 24.000 clienti.
La campagna di equity crowdfunding rientra all’interno di un ambizioso piano di sviluppo al 2028 che prevede una crescita significativa del fatturato, la creazione di un ciclo dell’acqua sostenibile attraverso la costruzione di un pozzo e l’avvio di Open Hub, il primo birrificio condiviso d’Italia.
soci di Birra Castello S.p.A., prima azienda produttrice di birra a capitale 100% italiano, hanno confermato i risultati positivi derivanti dalla cessione dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro. Risultati che consentiranno di portare avanti il processo di sviluppo e rinnovamento dello stabilimento di Pedavena e dei suoi impianti nonché la strategia di valorizzazione di tutti i marchi di proprietà: Birra Castello, Birra Dolomiti e Birra Pedavena. Contestualmente, la stessa assemblea dei soci, ha concordato il conferimento delle deleghe detenute dall’AD Eliano Verardo all’attuale presidente del CdA della storica azienda italiana, Enrico Buttironi. Il CdA rimane pertanto immutato nella sua composizione. È stato inoltre confermato l’impegno di proseguire lungo il percorso di managerializzazione aziendale con l’inserimento di manager di comprovata esperienza nell’area commerciale e marketing, industriale, e amministrazione e finanza, un passo decisivo e funzionale all’ammodernamento della struttura operativa, finalizzato a rendere Birra Castello sempre più competitiva nel mercato brassicolo nazionale e internazionale.
Un’edizione da incorniciare, una grande occasione di business e networking. Beer&Food Attraction, il salone internazionale dedicato al mondo del fuoricasa HoReCa – che si è tenuto nel quartiere fieristico riminese di Italian Exhibition Group assieme a BBTech Expo, dedicato a tecnologie di processo e filling & packaging per birre e bevande – ha accolto 600 brand dislocati in 14 padiglioni. Le manifestazioni si sono concluse con un + 20% di visite professionali totali rispetto all’edizione del 2023.
Sono arrivati a Rimini 125 buyer provenienti principalmente da Spagna, Canada, Germania, USA e Svezia grazie alla partnership con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Agenzia ICE e con il network dei regional advisor di IEG.
Dal 13° International HoReCa Meeting di Italgrob hanno preso forma tutte le novità e le prospettive del mondo HoReCa, che raggruppa 3.800 imprese, oltre 60mila addetti e 17 miliardi di euro di fatturato, con 330.000 pubblici esercizi e 1.400.000 occupati, circa il 6,1% della popolazione lavorativa italiana. Il settore HoReCa è il primo ambasciatore del Made in Italy che crea valore per uno dei maggiori comparti dell’economia nazionale insieme al turismo. Un intero distretto dedicato a innovazione, ricerca e sviluppo per dare voce alle realtà che contribuiscono al progresso del settore fuoricasa. Questa la grande novità dell’edizione 2024 di Beer&Food Attraction e BBTech Expo, con l’istituzione dell’Innovation Award che ha premiato le aziende espositrici che si sono distinte in diversi ambiti, dall’innovazione di prodotto al packaging. Spazio anche al premio Start-Up, che ha visto emergere le realtà innovative nel mondo dei sistemi gestionali per la ristorazione, della sostenibilità e della tecnologia. Beer&Food Attraction e BBTech Expo danno appuntamento alle rispettive community dal 16 al 18 febbraio 2025, sempre alla fiera di Rimini.
32
Via dei Birrai è un’eccellenza italiana. È un birrificio artigianale nato nel 2006 per volere di tre amici – Loreno Michielin, Fabiano Toffoli e Alessandro Zilli – che decisero di unire le proprie forze, ingegni imprenditoriali e passione per la natura scegliendo di andare controcorrente: produrre birre italiane di qualità altissima e costante e con filiera produttiva basata su logiche ecocompatibili. Nove sono oggi le referenze di 32, e Ambita è un fiore all’occhiello, una birra di conio piuttosto recente e che si caratterizza per la completa italianità di ogni sua componente: orzo veneto, luppolo veneto, lievito veneto, acqua veneta, bottiglia di vetro lombardo o trentino, tappo a corona piemontese, etichetta veneta... Risulta essere, questa, un’identità territoriale che Ambita porta con sé fin dal momento in cui venne ideata: si era ai tempi del Covid, dei lockdown, così Michielin, Toffoli e Zilli pensarono di dare una mano alla filiera produttiva nostrana, in enorme difficoltà, concependo una birra che valorizzasse le eccellenze italiane dei piccoli produttori locali già fornitori di 32 Via dei Birrai. Ambita è, inoltre, figlia di una sfida dal punto di vista tecnologico e produttivo: una birra industriale contiene circa un grammo di luppolo per litro, qui andiamo a quattro volte tanto. Tutto a vantaggio dell’aroma, ma con alcuni problemi, il prodotto risulta più sensibile alle possibili alterazioni, proteine e polifenoli che si combinano... “È più difficile gestirne la lavorazione perché noi non microfiltriamo né pastorizziamo come fa l’industria, non vogliamo togliere alle nostre birre la ‘forza’ delle materie prime”. Così Ambita viene realizzata tra mille accorgimenti: “Stiamo molto attenti che la birra non si ossidi, ci siamo dotati di misuratori di ossigeno, applicati alla centrifuga, davvero sensibili, in genere sono tarati ppm (parte per milione), noi abbiamo i ppb, ‘parts per billion’ (ossia parte per miliardo). La nostra rilevazione su Ambita ha dato come esito ‘ossigeno zero’: ossia è perfetta”. Una scommessa di successo, una bella storia di artigianalità agroalimentare d’eccellenza che nasconde la ferrea volontà di non alterare mai l’essenza degli ingredienti italiani nel corso della lavorazione.
della Birra iTaliana
Negli ultimi anni le birre agricole e artigianali, prodotte in parte con materie prime italiane, sono diventate un’eccellenza a livello qualitativo, ma hanno bisogno di far crescere ancora il mercato. Servono anche certezze da parte della politica, come il mantenimento dell’attuale riduzione sulle accise. Questi i temi principali degli Stati generali della birra, che hanno raccolto per la prima volta i protagonisti della filiera brassicola e sono stati organizzati a Pollenzo (Cn) da Cia-Agricoltori Italiani insieme a Unionbirrai, che associa i birrifici indipendenti. L’evento ha visto la partecipazione di Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario per l’Agricoltura, la Sovranità Alimentare e le Foreste. “È necessario un fronte comune fra tutti gli attori coinvolti per raggiungere gli obiettivi, creando una filiera di materie prime coltivate interamente in Italia”, così Cristiano Fini, presidente di Cia, ha voluto sollecitare una riflessione su un settore che negli ultimi 20 anni ha attuato una vera e propria rivoluzione, con la nascita della birra artigianale italiana.
La birra non è solo un prodotto di gran consumo, ma è anche una nuova eccellenze del Made in Italy, con oltre 1000 birrifici di eccellenza che hanno fatto crescere il valore condiviso del comparto, 9,4 miliardi di euro e oltre 700 milioni in accise annue, che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria. Inoltre, la filiera agricola della birra sta crescendo, con la ricerca di produzioni sempre di maggiore di qualità, per fare della birra un prodotto 100% con materie prime italiane. Se nel malto d’orzo c’è un fabbisogno che supera il 50% della domanda, nel caso del luppolo solo il 5% di quello consumato dai produttori italiani è prodotto nel nostro Paese. Secondo Matteo Bartolini, vicepresidente Cia: “Il settore ha molte opportunità da cogliere, ma per ottenere l’obiettivo bisogna che tutti gli attori del settore impostino una programmazione di lungo periodo. Alle istituzioni chiediamo, invece, di rivedere la Legge del 1962 che regolamenta il settore e di ripristinare nel decreto Milleproroghe le accise ridotte per i birrifici fino a 60mila ettolitri annui, che sono state soppresse dalla Legge di bilancio”. Gli fa eco Alfredo Pratolongo di AssoBirra: “Il settore dopo una crescita del 9% dal 1918 al 2022, nel 2023 ha perso una forbice di mercato tra il 5 e il 7%. L’inversione di tendenza è dovuta a diversi fattori strutturali come i costi aumentati in modo esponenziale e i consumi diminuiti, anche perché le accise incidono in modo pesante sul prezzo al consumatore”.
On the occasion of the last edition of BrauBeviale (Nuremberg, November 28 to 30, 2023), managing directors of the beer industry associations expressed their concerns and expectations for the future of this sector.
Difficult conditions for medium-sized breweries, addressed Roland Demleitner, Managing Director of Private Brauereien Deutschland e.V. Three ‘construction sites’ in particular were addressed here: the increased production costs per hectoliter of beer of a typical medium-sized brewery by up to 15%, a reluctance to buy among consumers, which is reflected in a drop in taxable beer sales in Germany (30/09/2023) of around 3.9% compared to the same period last year, and the threat to the German reusable system posed by the planned EU packaging regulation (PPWR). Against this backdrop, efficiency improvements and its own brand policy are the most important fields of action for the brewing industry. Dirk Reinsberg, Managing Director of the Bundesverband des Deutschen Getränkefachgroßhandels e. V. (BV GFGH), also classifies the current demands on the industry as
Challenging tasks lie ahead for the beer industry, but it is also clear that the solutions are available, including with the help of innovative technologies from the start-up scene.
BrauBeviale 2023 returned with a set of positive results after a four-year break.After the end of the trade fair for the brewing and beverage industry in Nuremberg (28 to 30 November 2023), the first results are now in: with 31,019 visitors over the three days of the show,the high demand for personal interaction and networking between visitors and exhibitors is still clearly evident.A total of 953 exhibitors presented their solutions on a net floor space of around 39,800 m²,supplemented by special areas focusing among others on the wine industry, logistics, recruiting young talent, product design and“Innovation: Made in Germany”occupying a further approximately 3,200 m².“With these figures, we are well within the range of what is achievable in the trade fair business following the pandemic,” says Rolf Keller, Managing Director of organiser YONTEX, assessing the result. A closer look at the details shows that those coming from Europe account for 34 per cent of the total number of visitors. After Germany,the top 10 visitor countries at BrauBeviale were the Czech Republic,Italy,Switzerland, Austria,the Netherlands,Poland,Belgium,the United Kingdom,France and Spain.Save the date for the next edition: November 26-28,2024,Nuremberg Exhibition Centre.
challenging. In addition to the cost situation and changing consumer behaviour, he adds the absolutely necessary activities in terms of climate protection: “Anyone who says sustainability must always talk about logistics, packaging and digitalization and look beyond their own ‘bottle edge’. This is a joint project. Now is the time to set the right and important course for the future,” emphasizes Reinsberg.
The figures already speak for themselves with regard to the ratification of the EU Packaging Directive, according to Richard Clemens, Managing Director of the Food Processing and Packaging Machinery Association (NUV) within the VDMA. Unclear requirements have now led to noticeable uncertainty in the market and thus to planning uncertainty among manufacturers and customers alike. “The reluctance to invest is now very clear. This is due to the EU packaging regulation,” says Clemens. However, he also sees this as an opportunity to promote sustainable innovations. Solution expertise for sustainable production and packaging is becoming a decisive competitive factor. Digitalization is a driver and enabler for this.
The fourth speaker in the group opened up new perspectives: Dr. Roman Werner, TUM Venture Lab Food/Agro/Biotech, pointed out that the necessary expansion of the innovation landscape could be shaped by agile start-ups in particular. With their fresh ideas and visions, young companies have the potential to awaken the often untapped innovation potential of the industry.
Source: www.braubeviale.de
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12-15 novembre 2024
Fiera Milano (Rho)
Scovare in anticipo le tendenze degli spirits per il 2024 è un’impresa tutt’altro che semplice. L’anno scorso, ci si aspettava un deciso aumento degli analcolici, ma in Italia questo trend, nato negli Stati Uniti, non ha mai veramente preso il volo. Nel Bel Paese, l’atto di consumare alcol è strettamente intrecciato al mondo del cibo. La cucina italiana, rinomata per i suoi sapori intensi e saporiti, rende l’esperienza dell’alcol un modo per equilibrare e arricchire il corpo.
A illustrare questa intricata realtà, insieme ai futuri trend nel campo dei distillati, è Antonio Beneforti, esperto selezionatore di Proposta Vini, un’aziende di distribuzione di riferimento in Italia.
Gin
Nel cuore della nostra Italia, dove la tradizione è sacra, è previsto che il gin continuerà a dettare legge, come ha fatto negli ultimi dieci an-
ni, presentando nuove esperienze e raccontando storie uniche. Dopo un periodo di sperimentazioni con gin eccentrici, il 2024 segnerà un ritorno al classico, al gin autentico che incarna il puro sapore di ginepro, un’eleganza intramontabile e una tradizione che ha plasmato il palato italiano.
All’interno del vasto mondo dei gin, emerge con forza la tendenza del “gin fruit”. Questo particolare stile di gin, arricchito da aromi fruttati, sta guadagnando popolarità in modo significativo. L’Italia, con la sua diversità territoriale, rappresenta un autentico tesoro per la produzione di gin. Basta spostarsi da una vallata all’altra nella stessa provincia o nella stessa regione per scoprire tradizioni e botaniche uniche. Questa varietà consente a chiunque si dedichi alla produzione di gin di creare una bevanda completamente diversa da quella del vicino. Un esempio affascinante si trova in
Nonostante le previsioni parlassero di un 2023 all’insegna delle bevande analcoliche, nel nostro Paese gli spirits hanno comunque registrato un anno positivo. Il 2024 si sta sempre più delineando come l’anno delle sperimentazioni e della sostenibilità per il mondo dei superalcolici.
Sicilia, dove i liquori con arance si distinguono per il territorio di provenienza, regalando al consumatore un’esperienza sensoriale unica. Il 2024 si profila come un anno in cui il gin, tornando alle sue radici, esplorerà nuove sfumature, creando connessioni più profonde con la tradizione italiana e offrendo un viaggio attraverso la ricchezza dei suoi territori.
Amari
Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’amaro artigianale, un fenomeno che si sta manifestando in modo significativo, e in particolare nel 90% dei casi proprio in Italia, dove questa tradizione ha radici profonde. Noi italiani abbiamo un rapporto speciale con l’amaro, che ha sempre fatto parte delle nostre abitudini post cena, un’alternativa alla grappa o un modo per concludere il pasto con un tocco di autenticità.
L’amaro sta vivendo un periodo di crescita straordinaria, con la comparsa di locali dedicati interamente a questa bevanda e con i bartender che osano sperimentare nuovi confini. Addirittura, non è più un’eccezione trovare proposte di amaro e tonica come aperitivo, un connubio di sapori leggeri e gassati che regala un’esperienza piacevole e rinfrescante.
Nonostante la vasta gamma di nuove ricette che emergono, a differenza di altri settori come il vino o il gin, manca ancora un prodotto che emerga come l’amaro per eccellenza nella proposta artigianale italiana. Questo vuoto rappresenta un terreno fertile per nuove creazioni, mantenendo sempre saldo il legame con la tradizione italiana che il consumatore apprezza e abbraccia.
L’amaro, senza una “principessa” designata, continua a suscitare l’interesse e l’entusiasmo quotidiano, con nuovi prodotti che emergono costantemente, mantenendo viva la ricca tradizione italiana in questo affascinante universo del gusto.
Whisky
Un fenomeno che sta crescendo in maniera significativa, ma che spesso passa inosservato, è il trend mondiale legato al whisky. Un mercato in espansione a livello globale, con un aumento sia nella produzione che nel numero di consumatori. Non solo distillerie in luoghi iconici come la Scozia, ma anche in ogni angolo del mondo, Italia compresa, stanno vedendo la luce.
I consumatori di whisky stanno subendo una trasformazione demografica, coinvolgendo non solo gli intenditori più anziani, ma anche i giovani che stanno iniziando a esplorare questo affascinante mondo. Una delle chiavi di questo successo è la versatilità del whisky, perfetto per essere miscelato nei più classici e conosciuti cocktail. Questa caratteristica consente di trasmettere non solo il prodotto in sé, ma anche la passione e la cultura che circondano il mondo del whisky. L’esperienza di degustazione di questo distillato in purezza diventa
quindi il passo successivo, un viaggio che inizia con un cocktail ben fatto e si evolve attraverso la scoperta di sapori più complessi e profondi. Il whisky, in silenziosa crescita, sta diventando sempre più un elemento catalizzatore per un pubblico ete -
rogeneo, trasformando il semplice atto di bere in un’esperienza ricca di sfumature culturali e gustative.
Sostenibilità
Un trend trasversale che sta guadagnando sempre più slancio è quello della sostenibilità nel mondo degli spirits. Oggi esistono produttori di distillati che hanno abbracciato l’approccio “carbon free”, un impegno concreto verso la causa ambientale. Questa tendenza, nata inizialmente in Gran Bretagna tre anni fa, ha visto una crescita significativa durante il periodo del Covid.
In Italia, prevediamo che diventerà il prossimo grande trend. Alcuni cocktail bar all’avanguardia stanno già adottando azioni di sostenibilità, come il riciclo o l’utilizzo di materie di scarto. Questa visione si estende anche ai materiali utilizzati per bicchieri, strumenti e persino l’arredamento nei locali. Un ritorno all’uso di articoli usati, con una filosofia basata sul riciclo e sul recupero, sta diventando sempre più popolare. Nel panorama italiano, stanno emergendo nuovi produttori nel settore degli spirits e dei liquori che stanno facendo scelte consapevoli per ridurre l’impatto negativo sull’ambiente. Questi produttori non solo adottano pratiche sostenibili, ma anche realizzano opere benefiche, come la piantumazione di alberi o il sostegno a specifici territori o animali. Un esempio è un Calvados che non solo supporta ma sponsorizza la creazione di nuovi alveari per le api. Questo prodotto, definito “bee positive” per il suo impatto positivo sulle api, racconta una storia avvincente. Nel processo di produzione, con la sperimentazione di piantagioni di mele, è stato constatato che la presenza maggiore di alveari in alcuni meleti contribuisce a una qualità aromatica diversa rispetto a quelle con una presenza minore di api. Un’ape può davvero cambiare il gusto, trasmettendo un messaggio particolarmente significativo, soprattutto per i giovani consumatori consapevoli che cercano non solo un prodotto di qualità, ma anche un impegno etico verso l’ambiente.
Distributori automatici: pratici, veloci e sempre aperti che offrono dalle bevande agli snack, dai prodotti parafarmaceutici all’elettronica di consumo. In Italia sono quasi 4mila (3.742) le attività del settore, (+1,5% rispetto al 2022): è quanto emerge da un’elaborazione del Registro delle Imprese per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, sui dati del quarto trimestre 2023. Secondo Confida, inoltre, le vending machine installate nel nostro Paese hanno superato le 835 mila unità e le consumazioni si sono attestate a circa 4 miliardi per un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro.
Le regioni e città trainanti
La Lombardia, con le sue 478 imprese del vending, rimane al primo posto e si conferma la vending valley italiana, con un peso del 13% sul totale nazionale. Al secondo posto tra le regioni, la Puglia che registra ben 447 aziende (12% del totale, +6% vs ‘22), seguita dalla Sicilia con 396 (10,6% del nazionale, +2,5% vs ‘22). Al quarto posto la Campania con 380 imprese, il 10% in più rispetto all’anno precedente. Con 355 aziende, il Lazio si aggiudica il quinto posto precedendo il Piemonte (266) e il Veneto (219). La Toscana (219)
Secondo i dati 2023 del Registro delle Imprese, sono quasi 4mila le aziende del vending in Italia (+1,5% vs 2022), di cui 478 in Lombardia, 447 in Puglia e 396 in Sicilia. Per supportare la crescita dei negozi automatici h24, Confida lancia una specifica certificazione di qualità: Top Quality Negozi Automatici h24.
e l’Emilia-Romagna (202), nonostante la crisi che le ha colpite a causa delle alluvioni, sono riuscite a mantenere stabile il numero di attività rispetto al 2022. Chiude la top10 la Sardegna con 193 aziende del vending sul territorio regionale. Roma, con 249 aziende, è la prima città italiana per numero di imprese, seguita da Milano (208). Napoli si aggiudica il terzo posto (199) con un +11,5% rispetto al 2022, seguita da Bari (179) Torino (154) e Taranto (113). Nonostante il capoluogo lombardo si mantenga alto in classifica, tra il 2022 e il 2023, Milano segna un calo del 4%
nel numero di imprese della distribuzione automatica registrate. A segnare l’incremento migliore, invece, anno su anno sono state Savona (+26%, da 19 a 24 aziende) e Salerno (+19%, da 79 a 94 aziende).
Migliorare gli standard qualitativi
“Il settore della distribuzione automatica – commenta Massimo Trapletti, Presidente di Confida Associazione Italiana Distribuzione Automatica – è dinamico e in crescita, ed un comparto in cui l’Italia è leader a livello internazionale. La crescita evidenziata dai dati del Registro delle Imprese, soprattutto al Sud, è determinata in particolare dallo sviluppo della rete dei negozi automatici h24 che diventano i nuovi negozi di vicinato, completamente automatici, aperti 24 ore al giorno. Si tratta di una via di mezzo tra bar automatici e piccoli market dove il caffè e le altre bevande calde, insieme all’acqua minerale alle bibite e agli snack, sono i prodotti più venduti; ma l’offerta comprende anche piatti pronti, gelati, prodotti di prima necessità, parafarmaci e tanto altro. Per questa nuova rete di negozi la nostra associazione ha dato vita ad una specifica certificazione chiamata Top Quality Negozi Automatici h24 che ne innalza il livello di qualità e dell’offerta”. L’associazione del vending ha infatti elaborato un protocollo con l’obiettivo di migliorare gli standard qualitativi del servizio fornito, elevare l’affidabilità e la reputazione dei negozi automatici h24, fornendo così uno strumento qualificante e di tutela nei confronti dei consumatori. Le aziende che seguiranno tutto l’iter, che prevede un corso di formazione con test finale e delle verifiche ispettive, ed ottempereranno agli standard della direttiva, potranno fregiarsi del marchio Top Quality Negozi Automatici h24 ed esporlo all’interno delle loro attività.
La trasparenza e la tracciabilità sono alla base di una catena di fornitura globale solida ed efficiente, ma la costante evoluzione del mercato presenta sempre nuove sfide.
L’implementazione di soluzioni di etichettatura performanti e automatizzate fornisce il livello di trasparenza e tracciabilità della catena di fornitura necessario a migliorarne l’efficienza e ridurne i costi. Inoltre, comprendere in quale direzione si sta muovendo il progresso tecnologico nell’ambito dell’etichettatura permetterà alle aziende di rimanere competitive nel panorama nazionale e internazionale.
L’innovazione tecnologica
L’implementazione di tecnologie di etichettatura e codici a barre nuove e in via di sviluppo aiuta le aziende a rimanere competitive e ad incrementare la propria efficienza.
Ad esempio, la stampa automatizzata di etichette consente una maggiore personalizzazione e flussi di lavoro efficienti. Alcune tecniche e simbologie, invece, aiutano a prevenire la contraffazione. L’innovazione degli adesivi e
Rispondere alle richieste degli utenti finali, garantire la conformità con le ultime normative in materia di trasparenza e sicurezza e operare in ambienti complessi sono solo alcune delle sfide che i fornitori di soluzioni di etichettatura sono in grado di superare grazie al progresso tecnologico.
dei supporti permette di realizzare prodotti più riciclabili. Etichette più leggere e sottili, oltre ad essere più sostenibili, rendono anche il prodotto più pratico e maneggevole. Le tecnologie di personalizzazione, infine, stimolano il coinvolgimento del consumatore. Settori diversi hanno esigenze diverse in termini di etichettatura, ma ogni tecnologia offre alle aziende l’opportunità di essere più efficienti e fornire maggiore valore all’utente finale o al consumatore.
Soluzioni automatizzate L’automazione dell’etichettatura è un dato di fatto ed è fondamentale per l’efficienza della catena di fornitura, che deve stare al passo con i nuovi standard e le ultime normative relative alla trasparenza e alla sicurezza dei prodotti. Inoltre, a livello di processo, l’automazione applicata all’etichettatura, così come ad altri settori industriali, permette di ridurre l’incidenza dell’errore umano, garantisce la conformità del risultato e aumenta la velocità produttiva. I settori food & beverage e farmaceutico si trovano ad affrontare sfide specifiche che amplificano ulteriormente la necessità di automatizzare i processi di etichettatura per garantire la sicurezza dei prodotti, evitandone richiami. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) o del machine learning (ML) consente alle aziende di confrontare le etichette di prodotti destinati a diversi Paesi e regioni per rispondere rapidamente ai cambiamenti ed evitare la non conformità. Il concetto di gemello digitale aiuta le aziende a migliorare l’efficienza prevedendo potenziali problemi,
riducendo i tempi di inattività e sviluppando nuovi prodotti.
L’accuratezza dei dati Con la crescita dell’e-commerce e del mercato globale, l’accuratezza delle informazioni sui prodotti sta diventando sempre più importante. Man mano che un’azienda cresce e introduce nuovi prodotti in nuove regioni, può incontrare diverse sfide, dalle normative sull’etichettatura alla mancanza di fiducia dei consumatori. Un modo per migliorare la precisione delle informazioni è attraverso la verifica dei codici a barre. Strumenti quali fotocamere e software speciali possono essere utilizzati in linea durante la produzione oppure offline per identificare errori e imperfezioni e garantire che i codici a barre soddisfino gli standard. Anche se le aziende possono utilizzare funzioni di progettazione avanzate nel proprio software di etichettatura, potrebbero perdere altre funzioni che le aiutano a semplificare i formati delle etichette e a utilizzare dati accurati. Probabilmente hanno sistemi di etichettatura complessi che rischiano di incontrare problemi con l’archiviazione dei dati e costi aggiuntivi associati alle inefficienze di etichettatura. Senza una strategia basata su un’unica fonte di verità, possono verificarsi inutili duplicazioni e i cambiamenti diventano difficili. L’etichettatura automatizzata collega le etichette a fonti di dati accurate e affidabili, il che è particolarmente utile nei settori che gestiscono numerosi SKU, come la vendita al dettaglio o il settore alimentare e delle bevande. Invece di archiviare dati statici in ciascun file e gestire un formato di etichetta per ogni SKU, indirizzo di spedizione o data di produzione, le etichette possono essere progettate con campi di dati variabili che si collegano alle fonti esistenti, come i sistemi ERP, fogli di calcolo locali e file di testo, calendari o orologi di sistema, database di immagini o persino bilance. Il software di etichettatura può inserire automaticamente informazioni precise nei campi dell’etichetta al momento della stampa in base alle regole stabilite. L’automazione dell’etichettatura e la tecnologia dei codici a barre, come l’integrazione dei dati e l’interoperabilità, in particolare a livello aziendale, sono im-
Immagine generata dall’intelligenza artificiale
portanti per soddisfare le esigenze di catene di fornitura e industrie complesse. Con il giusto software di etichettatura che offre integrazioni perfette con i sistemi e i processi esistenti, i dati saranno accurati e garantiranno il massimo valore a tutte le parti interessate.
Un modello di business più green
La crescente domanda di soluzioni sostenibili in tutto il mondo sta portando molte aziende a sviluppare processi e sistemi che contribuiscono positivamente riducendo gli sprechi. Senza un intervento tempestivo, infatti, i rifiuti aumenteranno in modo esponenziale in tutto il mondo. Queste previsioni rendono necessaria l’assunzione della responsabilità, da parte delle aziende, di
dare il proprio contributo nella transizione verso un modello di business più green.
Un’importante area di intervento è l’economia circolare, un concetto che pone l’obiettivo di ottenere il massimo valore dai prodotti, mantenendoli in uso per il tempo più lungo possibile rigenerandoli e, di conseguenza, riducendo gli sprechi.
L’etichettatura automatizzata svolge un ruolo chiave nell’economia circolare in quanto permette la tracciabilità di prodotti e materiali lungo tutta la catena di fornitura, dando a queste informazione maggiore visibilità. Senza una buona visibilità, è difficile sapere quali prodotti vengono utilizzati, dove devono essere smaltiti e il loro impatto sull’ambiente. Grazie alla visibilità, è possibile ottimizzare i processi e i flussi di lavoro in modo più sostenibile, dalla progettazione del prodotto allo smaltimento. La codifica della provenienza, del corretto utilizzo e delle istruzioni di smaltimento inserite in un’etichetta consente alle aziende di tracciare i prodotti, garantendo che finiscano nel posto giusto ed evitando ulteriori rifiuti.
La relazione tra il gruppo Farchioni e P.E. Labellers è una storia di successo, una partnership che in 20 anni è cresciuta all’insegna della collaborazione e dell’innovazione continua. Ce ne ha parlato Riccardo Cerbini, direttore di stabilimento Farchioni Olii.
In 20 anni di collaborazione Farchioni Olii ha acquistato 10 etichettatrici P.E. Labellers, che ha installato negli stabilimenti di Gualdo Cattaneo e Giano in Umbria, rafforzando una partnership ormai consolidata. Obiettivo comune: flessibilità e precisione nell’etichettatura di ogni bottiglia, per ottimizzare i processi produttivi dell’azienda e portare sugli scaffali dei supermercati prodotti perfetti.
Modular SL, la scelta di Farchioni
Modular SL è la soluzione di etichettatura che Farchioni continua a scegliere, ideale per la sua estrema versatilità e innovazione tecnologica a bordo. Una delle tante soluzioni speciali è il caricatore automatico di etichette, che soddisfa pienamente tutte le esigenze di una produzione continua, senza tempi morti, facilitando molto il lavoro dell’operatore e aumentando l’efficienza complessiva della linea. Modular SL è un’icona di flessibilità: una macchina multi-configurazione e multi-tecnologia, capace di accogliere unità etichettatrici tra loro intercambiabili, con tutte le tecnologie applicative esistenti. Un’unica macchina, in sette diversi diametri, con stazioni di etichettatura mobili o fisse e una velocità di produzione fino a 72.000 BpH, ideale per i mercati beverage, food & dairy e wine & spirits, molto apprez-
zata anche nei settori chemical, home care & personal care e pharma.
Storia di una partnership
“Beh, è una storia affascinante…”, racconta Riccardo Cerbini, direttore di stabilimento Farchioni Olii. “La relazione tra Farchioni e P.E. Labellers si è sviluppata in parallelo: siamo cresciuti insieme in modo estremamente proficuo, in un clima di fiducia reciproca. Ciò che ci ha colpito per la prima volta di P.E. è stata la passione immensa che
tutti mettevano in quello che facevano: ci siamo sentiti subito sulla stessa lunghezza d’onda perché abbiamo lo stesso approccio al nostro lavoro. È così che abbiamo inaugurato il rapporto tra le nostre aziende e progettato la prima macchina etichettatrice P.E. per Farchioni. Da allora fino ad oggi abbiamo acquistato ben modelli di Modular SL”.
I prossimi passi verso il futuro
“Il settore Food nel complesso si trova in un momento difficile, soprattutto per quanto riguarda il petrolio”, continua Riccardo Cerbini. “La natura fa sostanzialmente quello che vuole... negli ul-
Etichette
timi due anni i rendimenti sono stati inferiori del 40% rispetto alla media. C’è da aspettarsi un aumento significativo dei costi, che purtroppo si ripercuoterà anche sul consumatore finale. Il nostro compito sarà quello di concentrarci il più possibile nel garantire una materia prima costante e di alta qualità da immettere sul mercato con una produzione continua. Farchioni da sempre rappresenta una cosa: garanzia per il consumatore finale di un prodotto dall’ottimo rapporto qualità prezzo. Per fare questo dobbiamo essere molto efficienti e, soprattutto, estremamente flessibili, anche negli investimenti da fare e nella capacità di gestire i magaz-
zini e ridurre le scorte. Quello che ci aspettiamo quindi dal mercato alimentare, almeno per i prossimi due anni, è una risposta alle esigenze della grande distribuzione organizzata. Avere oggi in Farchioni Olii una linea che credo sia la più veloce in assoluto nel settore oleario, arrivando a 20.000 bottiglie l’ora, serve proprio a questo scopo. Continueremo a muoverci sempre più in tale direzione, con l’obiettivo di fornire tempestivamente al consumatore un prodotto che è sempre fresco. Per raggiungere questi risultati dovremo fare ulteriori investimenti in tecnologia, ma siamo pronti. E abbiamo i partner giusti per farlo”.
20 years of partnership: the relationship between the Farchioni group and P.E. Labellers is a success story, grown in the name of collaboration and continuous innovation. Let’s find out more with Riccardo Cerbini, Farchioni Olii Facility Director.
In 20 years of cooperation, Farchioni Olii has purchased 10 P.E. labelling machines installed in installed in the Gualdo Cattaneo and Giano facilities in Umbria (IT), consolidating a well-established partnership. The common goal: flexibility and accuracy in labelling each bottle, to optimize the company’s production processes and put perfect products on the supermarket shelves.
Focus on Modular SL
Modular SL is the labelling solution that Farchioni continues to choose – ideal for its extreme versatility and on-board technological innovation. One of many special solutions is the automatic label charger, which fully meets all the needs for non-stop production, with no downtime, making the operator’s job much easier and increasing the overall efficiency of the line. Modular SL is an icon of flexibility: a multi-configuration and multi-technology machine, capable of incorporating interchangeable labelling units, with all the application technology on board. A single machine, in seven different diameters, with mobile or fixed labelling stations, and a production speed of up to 72,000 BpH, ideal for the Food & Dairy sector, and also very popular in the Beverage, Wine & Spirits, HC & PC, Chemical and Pharma sectors.
The story of a partnership
“Well, it’s a fascinating story…” says Riccardo Cerbini, Farchioni Olii Facility Director. “The relationship between Far-
chioni and P.E. Labellers developed in parallel - we grew together in a highly productive way, in an atmosphere of mutual trust. What impressed us for the first time about P.E. was the immense passion that everyone poured into what they did: we immediately felt on the same wavelength because we have the same approach to our work. This is how we initiated the relationship between our companies and designed the first P.E. Labeller for Farchioni. We ended up not buying six, but ten Modular SL models from then until now.”
“Overall, the Food sector is in a tough spot at the moment, especially when it comes to oil,” continues Riccardo Cerbini. “Nature basically does as it pleases... in the last two years, yields have been 40% less than average. We can expect a significant increase in costs, which unfortunately will also impact the end consumer. Our task will be to concentrate as far as possible on ensuring a constant, high quality raw material to be put on the market with continuous production. Farchioni has always stood for one thing: guaranteeing the end consumer a product that is excellent value for money. In order to do this, we have to be highly efficient, and, above all, extremely flexible, including in the investments that need to be made and the ability to manage warehouses and reduce stock. So, what we expect from the food market, at least over the next two years, is a response to the needs of large-scale organised distribution. Having a line in Farchioni now, that I believe is the fastest ever in the oil sector, effectively reaching 20,000 bottles an hour, serves precisely this purpose and we will move increasingly in this direction, with the aim of promptly supplying the consumer with a product that is always fresh. To achieve these results, we will have to make further investments in technology, but we are ready. And we have the right partners to do this.”
TSC Printronix Auto ID arricchisce la sua gamma di accessori per stampanti portatili con l’arrivo di nuovi modelli come il suo supporto esterno per la raccolta delle etichette, le sue batterie esterne per una ricarica ultrarapida e i suoi kit di montaggio e adattatori per veicolo. Questi ultimi completano la lunga lista di accessori già disponibili per le sue stampanti da 2, 3 o 4 pollici, andandone così a rafforzare la funzionalità, la durata e la praticità nell’uso quotidiano.
TSC propone oggi una vasta scelta di accessori che include:
- kit di estensione con supporto integrato per la raccolta delle etichette stampate;
- batterie esterne cablate per una totale autonomia di ricarica ovunque;
- kit di montaggio e adattatori per veicoli (DC 12-24V/48V/60V) per l’utilizzo su carrelli elevatori;
- batterie agli ioni di litio, intelligenti e ad alta capacità, per una perfetta gestione del livello di carica;
- clip cintura, tracolla e custodia (IP54) per una migliore protezione in ambienti ostili;
- caricatore singolo o multiplo fino a 4 batterie simultaneamente per evitare tempi di inattività;
TSC Printronix Auto ID arricchisce la sua offerta con una nuova linea di accessori per stampanti portatili e un nuovissimo modello desktop per rispondere a tutte le esigenze di etichettatura dei propri clienti con la massima versatilità e praticità.
- kit linerless per una stampa eco-responsabile, in quanto evita scarti legati al supporto adesivo (liner).
Tutti questi accessori offrono la massima versatilità per numerose e svariate applicazioni portatili, che si tratti della serie Alpha con le versioni Alpha-2R/3R (Receipt) per stampare ticket e ricevute, dei modelli Alpha-30L/40L (Labels) per la stampa di etichette con codici a barre e/o RFID, della serie TDM più compatta, o ancora della nuovissima Alpha-30LHC dedicata al settore sanitario.
Il nuovo modello desktop
TSC Printronix Auto ID ha annunciato di aver aggiunto alla sua gamma desktop un modello di stampante completamen-
te nuovo, la DH220E, come ultima nata della nuova Serie TH DH. Questa stampante desktop ultracompatta svolge in modo efficiente tutte le attività di stampa fondamentali.
La stampante termica diretta DH220E vanta, infatti, tutte le qualità distintive della serie DH, garantendo prestazioni ottimali. Con una risoluzione di 203 dpi e un’interfaccia standard USB 2.0, gli utenti potranno collegare la stampante a qualsiasi tipo di dispositivo per stampare in modo semplice e veloce etichette di qualità.
Inoltre, è disponibile un’ampia scelta di etichette, con una lunghezza di stampa da 5 mm a oltre 2 cm, una larghezza da 15 a 60 mm e uno spessore da 0,06 a 0,19 mm, assicurando così una grande versatilità per tutti i tipi di supporti che possono essere utilizzati. E per i più esigenti, la versione DH320E offre una risoluzione superiore a 300 dpi. Sono disponibili accessori opzionali come un adattatore di supporto per applicazioni che richiedono l’uso di etichette più strette (solo 10 mm) o un kit di montaggio esterno per l’aggiunta di rotoli di etichette al fine di soddisfare specifiche esigenze di stampa, offrendo flessibilità ulteriore nelle applicazioni di etichettatura. La DH220E rappresenta un’alternativa ideale per chi è alla ricerca di una stampante desktop con funzionalità essenziali per gestire in modo efficiente le proprie attività quotidiane.
L’ applicazione di un’etichetta in modo accurato, preciso e senza grinze è importante perché eleva la presentazione del prodotto, un fattore critico per la promozione delle vendite. DTM Print, OEM internazionale e fornitore di soluzioni per sistemi di stampa speciali, raccomanda le soluzioni di etichettatura semi-automatiche come gli applicatori di etichette della serie AP, in quanto offrono un aspetto uniforme su tutte le confezioni e aiutano le aziende a velocizzare la produzione. L’applicatore di etichette DTM AP380e è il modello più recente della serie AP. Questo applicatore all’avanguardia è stato progettato per semplificare il processo di applicazione delle etichette su contenitori rotondi o cilindrici, offrendo una maggiore velocità e nuove funzionalità che rendono il processo di etichettatura più rapido ed efficiente.
Con una velocità incrementata di circa il 30% rispetto agli applicatori di etichette AP360e e AP362e, garantisce un’applicazione rapida e accurata delle etichette, offrendo una finitura perfetta su un’ampia gamma di contenitori. Il nuovo riavvolgitore per le etichette ottimizza ulteriormente le operazioni, in quanto mantiene il materiale portante
DTM Print ha presentato una novità nel suo catalogo di soluzione per l’etichettatura: l’applicatore semi-automatico per contenitori rotondi e cilindrici AP380e, che garantisce prestazioni accurate e veloci.
delle etichette lontano dal pavimento e lo avvolge in un rotolo per facilitarne lo smaltimento.
Precisione e velocità
Le principali caratteristiche dell’applicatore di etichette AP380e sono le seguenti:
- Etichettatura precisa: l’AP380e applica le etichette con una precisione impeccabile, garantendo un aspetto professionale per ogni prodotto finale;
- Avvolgitore del materiale portante delle etichette: il materiale portante viene riavvolto man mano che le etichette vengono applicate al contenitore, riducendo così l’ingombro nei periodi di maggiore utilizzo;
- Maggiore velocità: la velocità potenziata dell’applicatore si riflette in un signi-
ficativo aumento dell’efficienza di etichettatura, consentendo di etichettare un maggior numero di contenitori all’ora;
- Prestazioni affidabili: per il rilevamento delle etichette, l’AP380e è dotato di un sensore a meccanico che, a differenza dei sensori a ultrasuoni, è in grado di elaborare etichette trasparenti senza marchi neri. Questo sensore appositamente costruito è stato installato in oltre 38.000 applicatori della serie AP ed è noto per la sua longevità ed affidabilità con diversi tipi e spessori di etichette;
- Funzionamento facile da gestire: il design intuitivo dell’AP380e ne semplifica l’utilizzo, garantendo un’esperienza di etichettatura senza problemi.
L’AP380e integra ora anche un pulsante sulla parte superiore del dispositivo, oltre al noto interruttore a pedale. Il pulsante consente all’utente di avviare il processo di etichettatura manualmente.
Lea König, Product Manager per le soluzioni di etichettatura della DTM Print, ne riassume i vantaggi: “L’AP380e ottimizza il processo di produzione grazie al riavvolgitore di liner integrato. Allo stesso tempo, aumenta in modo significativo la produttività. Con l’AP380e le etichette vengono applicate in modo impeccabile e affidabile, conferendo ai prodotti finali un aspetto altamente professionale”. L’AP380e è un accessorio ideale per le soluzioni di stampa ed applicazione di etichette offerte dalla DTM Print, tra cui la serie LX di stampanti desktop per etichette a colori. È inoltre compatibile con le etichette prodotte con diversi metodi di stampa, come quelli flessografici, offset e a trasferimento termico.
DTM Print offre ai clienti una garanzia di tre anni per le apparecchiature AP380e all’interno dell’UE, del Regno Unito e dei Paesi EFTA, una volta registrato il prodotto sul sito web dell’azienda (register.dtm-print.eu). Come servizio aggiuntivo, DTM Print offre la possibilità di modificare i rulli del dispositivo per l’utilizzo di contenitori personalizzati.
High-tech innovations in the vineyard are transforming the traditionheavy world of wine.Technological developments are now pointing to a promising, if highly technical and hotly contested, solution: artificial intelligence.
By Stuart Pigott & Paula Redes SidorePart of wine’s allure lies in the story of the small farmer toiling in the vineyards, workingthesoil,caressingthevinesplantedbyhergrandfatherorgreat-grandfather, stomped by blistered feet that lovingly tread the family path. It’s a romantic story. But like the difference between Cinderella as told by Disney and the tale told by the brothers Grimm, the price of that romance is all too often hidden within silver slippers: the difficultyoffindingandkeepingskilledvineyardteams;andthedifficultandirregular terraintheyhavetowork.Technologicaldevelopmentsarenowpointingtoapromising, ifhighlytechnicalandhotlycontested,solution:artificialintelligence.Roboticadvancementsinimaging,positioning,andlearningoverthelastfewyearsarenotonlycreating sustainable solutions in the vineyard, but also opening the possibility of organic and even biodynamic farming at a larger scale than was previously deemed possible. So although future vineyard work may more closely resemble The Martian Chronicles than
“Under the Tuscan Sun”, robots are pushingviticultureinanunexpected, and ecological, direction. ProWein, the worldwide wine and spiritstradeshow,hasoverthecourse of its thirty-year history often been among the first to showcase such cutting-edge developments.
We had the honor of witnessing firsthand one of the first of the Bakus robots from Reims startup VitiBot in 2019. On a brutally hot day, we stood in the fields of Champagne grower Aspasie (Hall 9, Champagne Lounge) as owner Paul-Vincent Ariston showed us his newly delivered Bakus. The four-wheeled autonomous straddle robot was unfazed by the heat, moving up and down and between the rows with ease. Bakus was designed by Cédric Bache, engineer and son of a winemaker. The fully electric-powered, universal platform is capable of navigating even narrow vine rows to perform a number of vineyard tasks from weeding to pruning to leaf removal, and able to work on slopes of up to 45 degrees.
In 2017, Naïo Technologies made international waves with the Médoc debut of a lightweight (2.1 tonnes), fully autonomous, 100% electric, straddle robot named Ted. Its modular arches allow it to adapt to various vine heights and varieties. One of the first to be dedicated exclusively to vineyard work. Ted’s precise mechanical weeding not only limits the need for, or complete elimination of, herbicides, but also offers a solution to labor-intensive tasks in the vineyard. Using GPS for precise positioning, it can run on its own for the equivalent of a full working day (8 hours) and work up to 5 hectares per day. Part of what sets Ted, and other emerging robots like it, apart from past mechanical solutions is that these tools are as focused on improving sustainability as efficiency. In that bastion of tradition Châteauneuf du Pape, we also bumped into a very similar robot that had astounded the
co-owner and director of Chateau Mont-Redon, Pierre Fabre, with its ability to weed the vineyards of this famous estate that are littered with the galets cobblestones for which this appellation is famous. “We were amazedhowaccuratelyandreliablyit worked,” he told us. If robots can weed inthatchallenginglocation,thenthey can weed in any location! Following successful trials in France, including Cognac producer Hennessyand Château Clerc Milon in Bordeaux, Ted was presented to the American market for the first time in 2022. Robots emerging from Switzerland to Stellenbosch Ted and Bakus represent only a few of the growing army of advancements released over the last few years from the world’s wine producing regions and institutions. Spain premiered VineScout in 2016, an autonomous robot for vineyard monitoring, mapping and management, capable of collecting over 3,000 data points per hour, including temperature, water availability, and biomass in challenging — and even hostile — terrain. Across the ocean, researchers at Cornell University in America’s Finger Lakes winegrowing region have designed a series of small, patrolling PhytoPatholoBots (PPB) to assist in the development of new disease-resistant grape varieties. The first bots were released into
four grape breeding programs across the U.S. in the spring of 2023, the first year of a four-year project. Using computer vision, AI and robotics, these bots will collect real-time data on a leaf-by-leaf basis to evaluate the health and state of each vine. The Cornell project hopes to use this research to convince growers to widely adopt new disease-resistant varieties and thus significantly reduce pesticide use.
Moving from the vineyard into the tasting room, daily improvements in translation and texts continue to reduce the shrinking realm of the copywriter and critic, especially when it comes to the tasting note. Yet, while AI can now successfully copy the writing style of a particular critic or writer, and efficiently synthesize typical characteristics, specific vintage conditions, and other published opinions, what it hasn’t been able to do — yet — is smell and taste and rate. Not to say that some aren’t trying to achieve something significant in this field. Last year saw the Prowein debut of PINOT: Project for the Development of Artificial Intelligence in Oenological Technology. In cooperation with the Weincampus DLR Neustadt and the Frauenhofer Institute for Integrated Circuits, the project, launched in 2021, is looking to develop an AIsupported analysis of wine aroma that, according to their literature, “bridges the gap between sensory perception and chemical analysis.” BycombiningAIalgorithmswithsensors for volatile organic compounds, they are hoping to be among the first todigitizesensoryperception.Despite thebinarypreferenceforonesandzeroesandtheclarityofcode,robotsare tools, rather than replacements. Few are advocating for fully-automated vineyards,evenorganicones.Byharnessing robotic processing speed as a data-delivery system, winemakers hope to free themselves to do what (to date) no robot can: make aesthetic decisionsandfollowtheirgutinstinct. That’ssomethingwe can gladly toast. Source: www.prowein.com
Secondo i dati raccolti da Proposta Vini, una delle aziende di distribuzione più importanti d’Italia, il forte aumento dei prezzi nel 2023 ha portato a uno spostamento dei consumi verso vini con un buon rapporto qualità/ prezzo.
Le tipologie di vino
Il 2022 è stato un anno di mantenimento delle posizioni per lo champagne, in taluni casi di arretramento. Si prevede che questo andamento rimarrà invariato nei prossimi 24 mesi.
Per quanto riguarda gli spumanti, si prevede un forte consolidamento del Trento Doc, un ulteriore arretramento del Franciacorta e un ulteriore salto in avanti nelle vendite delle varie espressioni della spumantistica prodotta con uve italiane, sia con Metodo Classico sia con Metodo Martinotti.
Continuerà l’aumento del consumo di vini bianchi con scelte sempre più mirate verso le varietà autoctone. Si nota anche una tonica e inaspettata ripresa dello Chardonnay che crediamo continuerà. Situazione statica per i vini rossi, con il crollo dei Supertuscan e dei bordolesi. Da anni si parla di decollo dei
Cambiano le dinamiche di consumo nel mondo del vino ma i dati rimangono positivi per il mercato italiano, specialmente per il settore dei vini pregiati, che registra una crescita complessiva del 3,6%.
vini rosati. Decollo, secondo Proposta Vini, mai avvenuto (stesse bottiglie consumate nel 2007 e nel 2022) e che non avverrà nemmeno nei prossimi mesi. Molti vini da dessert sono anche degli splendidi dessert, nel senso che se consumati da soli (senza abbinamenti) costituiscono di per sé un dolce, sono caldi, suadenti, curiosi, perfetti. Si prevede un moderato aumento del consumo di questa tipologia.
I cosiddetti vini naturali, se di qualità e senza difetti, continueranno a essere apprezzati dai consumatori. I PiWi avranno sempre uno spazio nel mondo del vino. Dei vini senza alcol, infine, si parla tanto ma è prematuro fare previsioni.
Fine wines, cresce l’Italia
Il 2023 è stato l’anno dell’Italia per il mercato dei vini pregiati, come emerge dall’Osservatorio eWibe. Il settore italiano chiude registrando una crescita complessiva del +3,6% che si confronta con il rallentamento registrato dal mercato francese, in flessione del -3,3%. A fronte dell’andamento di tali Paesi, che hanno un peso preponderante nel settore, complessivamente il mercato dei vini pregiati nel 2023 si chiude all’insegna della stabilità, con valori sostanzialmente in linea con l’anno precedente (-0,1%). Tale fisiologico risultato segue la significativa crescita registrata nel 2022, anno che si era chiuso con un incremento del +10,7%, e con quella cumulata negli ultimi cinque anni durante i quali il mercato dei vini pregiati ha aumentato il proprio valore di oltre il 60%. Guardando alle singole regioni, sul podio italiano salgono, ancora una volta, Toscana (+3,4%) e Piemonte (+2,2%), mentre nei dodici mesi si è consolidata la flessione fisiologica di Burgundy (-5,3%), Bordeaux (-2,4%), e Champagne (-2,1%). Nel dettaglio, il mercato francese ha visto nel 2023 lo Champagne tornare a contare su un volume di offerta più ampio dopo due anni di produzione limitata che ne avevano particolarmente sostenuto il prezzo. D’altra parte,hanno sofferto di un generale calo di volumi sia Bordeaux che Borgogna:quest’ultima in particolare, registra una correzione di valore dopo anni di forte crescita guidata soprattutto dai mercati asiatici. Il mercato italiano ha beneficiato della commercializzazione di annate di eccellente qualità, come la 2019 e la 2020, che hanno saputo attrarre l’interesse precedentemente rivolto al mercato francese. Toscana e Piemonte, per il secondo anno consecutivo, registrano performance positive e caratterizzate da tassi di crescita sostenibili.
Amorim Cork Italia da tempo ha intrapreso un importante percorso di sostenibilità. Se mantenere sempre alta l’avanguardia tecnologica a tutela dei vini che protegge è la base della sua attività aziendale, farlo in un’ottica di rispetto per la natura da cui tutta la sua filiera trae origine è la più armonica scelta di vita. Ecco perché, forte di dominare la sua intera filiera, fin dalla coltivazione delle querce, può certificare tutti i suoi tappi in sughero FSC® (Forest Stewardship Council). Una possibilità per i suoi clienti, in tempi in cui il valore di un vino passa sempre più, anche, da come si racconta. Ancor di più, in un mondo in cui il packaging è sempre più veicolo alla dimostrazione (e non solo alla narrazione) della sostenibilità, avvalersi di un tappo in sughero certificato FSC® fa la differenza competitiva, sul mercato e per l’ambiente.
Amorim Cork Italia, inoltre, da tempo rende disponibile il Certificato con il Bilancio di CO2 dei tappi in sughero scelti dai propri clienti. Il calcolo è stato commissionato da Corticeira Amorim a due enti certificatori internazionali indipendenti, PricewaterhouseCoopers e EY, e include nella sua analisi tutto ciclo di vita del sughero, dalla foresta fino all’arrivo nella cantina, sottraendo ovviamente quella che è l’impronta aziendale, ovvero dalla produzione fino al trasporto. Ad oggi Corticeira Amorim è l’unica società di chiusure in sughero al mondo ad aver intrapreso un percorso così virtuoso, mettendo sotto la lente di ingrandimento l’impatto dei propri processi produttivi e identificando il Life Cycle Assessment di ogni suo prodotto, attribuendone un valore preciso.
Quale ulteriore e notevole garanzia in materia di sostenibilità, c’è la revisione del disciplinare VIVA (VIVA è il Programma del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che dal 2011 promuove la sostenibilità del comparto vitivinicolo italiano): da ottobre 2023
viene formalmente introdotta una breve nota metodologica che traccia la strada per utilizzare i fattori di emissione carbonica calcolata dai produttori di packaging nelle LCA o Carbon footprint di prodotto al posto dei dati standard, migliorando quindi le prestazioni climatiche delle bottiglie di vino.
I l gruppo di riferimento per le tecnologie di automazione e imbottigliamento, crea un nuovo polo dedicato alle tecnologie per la microfiltrazione acquisendo due aziende protagoniste del segmento: Win&Tech e Innotec.
Win&Tech, azienda di Negrar (VR) nata nel 2000, ha sviluppato nel tempo un know-how e una profonda
conoscenza dei processi di filtrazione. Attualmente, il core business dell’azienda è rappresentato dalla progettazione di impianti automatizzati e di tecnologie di separazione a membrana e microfiltrazione per l’industria del vino e delle bevande.
Innotec è pioniera nella realizzazione di impianti automatizzati e soluzioni
all’avanguardia nel settore dell’enologia e in tutti i comparti del beverage. Fondata nel 1999 e con sede a Verona, Innotec fornisce soluzioni impiantistiche finalizzate al miglioramento della qualità del prodotto finale attraverso tecnologie di microfiltrazione nella fase di preimbottigliamento.
Il polo della microfiltrazione, nato dall’unione di Win&Tech e Innotec, porterà a uno sviluppo tecnologico focalizzato sulla sostenibilità dei processi, sulla riduzione dei consumi di energia e di risorse e su un elevato livello di automazione.
“Con l’acquisizione di Win&Tech e Innotec, Omnia Technologies rinnova il suo focus strategico sui valori di tecnologia, sostenibilità e servizio, acquisendo due campioni del settore accomunati da tecnologie e storie complementari” sottolinea Andrea Stolfa, CEO di Omnia Technologies.“Lo scopo della creazione di questo nuovo polo della microfiltrazione è quello di unire le competenze di due delle migliori aziende del settore,investendo nelle tecnologie più avanzate e innovative per creare soluzioni sostenibili,in linea con la mission del nostro gruppo”.
Bosca inizia il 2024 all’insegna dell’originalità e dell’innovazione con il lancio di una nuova referenza a brand “It’s B” dedicato al mondo no e low alcol: “Glamtì”, il primo e unico sparkling tea italiano, una miscela di tè nero, vino e succo di “Limone di Sorrento IGP” a bassa gradazione alcolica (5%) e delicatamente dolce. “Da quasi 200 anni la nostra famiglia si dedica alla continua ricerca di prodotto, allo studio del mercato e delle nuove tendenze. Le bollicine e il tè hanno origini antiche e accompagnano da tempo, in modo trasversale, la nostra quotidianità. Partendo da questa riflessione, abbiamo deciso di studiare un nuovo prodotto in grado di innovare il mercato. Non solo una bollicina, non solo un tè. È Glamtì, lo sparkling tea orgogliosamente italiano”, commenta Pia Bosca, CEO. “Negli anni ‘70, siamo stati i primi a produrre uno spumante fuori dagli schemi, di facile beva e in grado di coinvolgere persone che il vino non riuscivano a berlo. Successivamente, siamo stati i primi a lanciare le bollicine a
Il2024 si veste di luce e trasporta la wine & spirits experience in un universo tutto fluo, a partire dal packaging. A far brillare le bottiglie, Crealis Glow, nuova tecnologia di stampa per capsule, capsuloni e tappi a vite realizzata dall’omonimo gruppo che consente di illuminare marchi o messaggi al buio esponendo la bottiglia alle luci UV tipicamente usate nelle discoteche e nei locali. Già pronto per il debutto sul mercato italiano, Crealis Glow è pensato per i capsuloni Premium, le capsule Elite e i tappi a vite ed è disponibile nelle cinque tonalità fluorescenti rosa, verde, giallo, arancione e trasparente. In futuro verrà commercializzato anche all’estero. “Si tratta di un concept sviluppato per massimizzare l’impatto esperienziale”, spiega Isabelle Gruard, Group Marketing Director. “Crealis Glow, infatti, non è solo una finitura di grande impatto visivo: consente di illuminare dettagli, di svelare un messaggio nascosto invisibile alla luce del giorno, trasforma il singolo prodotto in un punto di attenzione e, non da ultimo, è instagrammabile. Vogliamo rispondere da un lato alla ritrovata voglia di Millennials e GenZ di vivere la vita notturna e condividerla sui social, dall’altro all’esigenza dei produttori di trovare sempre nuove formule comunicative ed espressive. Questa proposta – conclude Gruard – è particolarmente adatta a quei segmenti di mercato in cui il drink è fortemente associato all’immagine e allo status o in contesti di consumo con servizi VIP”.
base di cereali e vino e poi a farle evolvere con aromi naturali al profumo di frutta. Oggi, con emozione, presentiamo il primo sparkling tea italiano”, dichiara Polina Bosca, CMO. Il core target raggruppa la Generazione Z e la fascia più giovane dei Millennials, pre-famiglia o giovane famiglia. Glamtì parla a un pubblico che ama socializzare, sperimentare prodotti e situazioni nuove, glamour e easy chic a seconda del contesto e dell’occasione, e che si distingue dalla massa per esprimere la propria originalità in modo consapevole. Glamtì è una sorprendente fusione di sapori. Un connubio tra l’Italia e l’Oriente che unisce le note più esotiche del tè, la persistenza più raffinata delle bollicine e il sentore più fragrante del succo di Limone di Sorrento IGP. Per questo, la sua occasione di consumo è trasversale: dal brunch, all’aperitivo e a tutto pasto. Si abbina, infatti, con eleganza a qualsiasi cucina, anche la più sofisticata. A base di ingredienti naturali, Glamtì può essere consumato liscio o miscelato in cocktail. Una nuova alternativa di carattere per tutto il mondo della mixology.
140
anni di storia, tradizione ed eccellenza raccontati in un’etichetta in limited edition. Peck nasce nel 1883 quando il salumiere di Praga Francesco Peck decise di aprire una bottega di salumi e carni affumicate di tipo tedesco nel cuore di Milano, con l’ambizione di renderla la più prestigiosa salumeria della città. 140 anni dopo, il brand di enogastronomia si conferma un punto di riferimento per il buon cibo e il buon vino per i gourmand di tutto il mondo. Per celebrare questo importante traguardo, Peck ha scelto di presentare una nuova produzione di Metodo Classico. Un Pinot Nero dal profilo intenso, profondo ed elegantemente asciutto. Nasce così una bottiglia in Limited Edition di spumante di qualità Metodo Classico Pas Dosè 2018, frutto di un giardino di vigne ad alberello, la cui produzione in quantità limitata è curata in ogni minimo dettaglio. Una bottiglia da collezione per i clienti affezionati e non solo, che si presta all’affinamento in bottiglia.
Cantine Caviro ha inaugurato un nuovo magazzino automatico presso
il sito di via Zampeschi a Forlì. Con questo nuovo investimento, del valore di oltre 11 milioni di euro, viene automatizzata la fase di trasporto del packaging dal magazzino alle linee di confezionamento accrescendo efficienza e competitività del sito dove ogni anno escono 150 milioni referenze in brick, 4 milioni di bag in box e 69 milioni di bottiglie. Completato nel 2024, quello inaugurato è il terzo magazzino automatico del sito forlivese con una capienza di 10.000 posti pallet per lo stoccaggio di materiali sussidiari (bottiglie, cartoni, tappi) e prodotto finito. Si estende per 2.600 metri quadrati con una scaffalatura autoportante alta 28 metri. Il nuovo magazzino si aggiunge alle due aree di stoccaggio automatiche già presenti, realizzate nel 2001 e nel 2017, raggiungendo così una capacità complessiva di circa 30.000 posti pallet.
Grazie all’uso della tecnologia di precisione, il nuovo magazzino automatico consente di operare con più efficienza e sicurezza produttiva mediante velocità di gestione delle attività di stoccaggio e garanzia del tracciamento di qualunque spostamento delle unità di carico. Dispone di quattro trasloelevatori, tre navette LGV attive e può gestire cinque tipologie diverse di pallet per un totale di 200 pallet ora movimentati. Inoltre, l’internalizzazione dell’attività porta a una formazione e specializzazione degli addetti coinvolti e alla riduzione della movimentazione di mezzi pesanti dalle attuali piattaforme esterne con risparmio di CO2 immessa nell’ambiente.
Con 175 milioni di litri di vino venduti ogni anno in Italia ed esportati in oltre 80 Paesi nel mondo, Caviro rappresenta la più grande cantina d’Italia con un portafoglio di brand e prodotti nelle diverse fasce di prezzo, dal daily al vino d’annata, e questo investimento conferma l’impegno nella
pronta risposta al mercato e la costante attenzione all’innovazione. “Nonostante i tempi difficili per il mondo del vino, il piano degli investimenti sta andando avanti”, commenta Giampaolo Bassetti, direttore generale del Gruppo Caviro. “Oltre a questo nuovo magazzino sono infatti in corso altri investimenti importanti che interesseranno lo stabilimento di Forlì ma anche quello di Savignano. Tutti progetti che hanno in comune la sostenibilità: sostenibilità economica, perché garantiscono maggiore competitività e saving da efficienza; sostenibilità sociale, perché aggiungono sicurezza, tracciabilità e personale più formato e specializzato; sostenibilità ambientale con minor impatto e carbon footprint generata”.
Simei si arricchisce di nuovi temi e contenuti grazie alla partnership con Distillo, fiera dedicata alle attrezzature per le micro-distillerie che realizzerà la sua terza edizione proprio all’interno del Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento, in programma dal 12 al 15 novembre a Fiera Milano.
“Festeggiamo la nostra 30esima edizione con l’ingresso di una manifestazione in crescita e strategica per un settore merceologico
sempre più interessante – ha commentato Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana vini, che organizza l’evento –. Distillo porta a Fiera Milano una nuova area convegni e contenuti di primo livello, una partnership che crediamo Simei possa valorizzare in un’ottica di sviluppo del business e networking, allargando lo sguardo all’intero settore delle tecnologie per il beverage”.
Per Claudio Riva e Davide Terziotti, titolari di
Craft Distilling e co-founder di Distillo: “Dopo due edizioni che hanno permesso di misurare il mercato della distillazione, in particolare con l’edizione 2023 che ha dimostrato come il comparto sia oramai maturo e attrattivo anche per trader e futuri distillatori esteri, abbiamo ritenuto che l’evoluzione naturale fosse di trovare un partner, non solo leader nelle manifestazioni fieristiche di settore a livello internazionale, ma con grosse competenze nel settore e che possa supportare l’evoluzione del mercato”. Organizzata da Craft Distilling, prima società di consulenza per micro-distillerie in Italia, Distillo ha infatti debuttato nel 2022 e si propone come l’evento di riferimento dell’intera area mediterranea per il mondo della distillazione artigianale, un fenomeno in crescita e di particolare interesse nel mondo del beverage. A 60 anni dal suo debutto, Simei rappresenta la manifestazione di riferimento per le macchine per l’enologia e l’imbottigliamento delle bevande. Con oltre 30mila presenze registrate nell’edizione 2022, il Salone è sempre più l’appuntamento di riferimento per un comparto – ad alto tasso tecnologico e di internazionalizzazione – cruciale del made in Italy che vale più di 3 miliardi di euro, un momento di analisi e confronto sullo stato dell’arte e le politiche di settore.
Il maggiore Hybrid Packaging Supplier® a livello mondiale, specializzato nella fornitura di packaging in vetro, in plastica e in metallo e chiusure, presenta quattro nuove bottiglie che, pur prendendo spunto da forme classiche, risultano innovative e all’avanguardia.
Daoltre 40 anni propone per il mondo spirits un’ampia gamma di soluzioni, di qualità e personalizzabili, combinando elementi di design e innovazione, servizi di industrializzazione e servizi per il cliente nell’industria del packaging. Grazie a un modello di business versatile e al supporto di Studio One Eleven, la divisione di design e innovazione dell’azienda, Berlin Packaging è in grado di soddisfare le esigenze sia di grandi clienti sia dei craft distillers, offrendo proposte in linea con le tendenze del momento, esteticamente valorizzanti ma anche funzionali e con soluzioni sostenibili. L’obiettivo è quello di accompagnare il cliente attraverso un percorso sinergico che sia di supporto in tutte le fasi di sviluppo: dall’ideazione alla prototipazione, all’industrializzazione, alla logistica, all’accompagnamento sul mercato per tutti i componenti del packaging – dalle bottiglie ai tappi e alle capsule, dalle etichette alle decorazioni. L’approccio strategico incorpora tre componenti chiave nel quadro operativo consolidato dell’azienda. Queste componenti includono la market intelligence, un approccio basato sul design thinking che mira all’innovazione, in cui Studio One Eleven svolge un ruolo fondamentale, ma anche figure di sales, marketing ed altri esperti di settore. Inoltre, il packaging viene allineato alle dinamiche del mercato di riferimento, sviluppando una value proposition articolata, che punta a proporre il packaging giusto per ogni liquido di riferimento, con l’obiettivo di accompagnare la crescita dei brand che si affidano al loro supporto, con consigli mirati. Il prodotto finale sarà in grado di raccontare la brand identity del cliente e la sua area di expertise, evidenziandone la storia e le sue peculiarità. A dimostrazione
di questo è nata la campagna “Packaging Your Story”: diverse illustrazioni grafiche traducono visivamente l’attenzione di Berlin Packaging verso le storie dei produttori di diversi liquidi racchiuse in ogni bottiglia e sottolinea la sua vicinanza e la sua conoscenza delle realtà a cui afferiscono i clienti supportati. Tra i prodotti protagonisti della campagna ci sono anche i nuovi progetti di design, ideati dallo Studio One Eleven, che vanno ad ampliare l’offerta del catalogo. “Modern classic, reinterpreting timeless shapes” è il claim perfetto per presentare delle bottiglie che sono il frutto di un percorso di crescita importante e che, seppur prendendo spunto dalle classiche forme proposte dal mercato attuale, risultano essere innovative e all’avanguardia, pensate per esaltare i distillati e le loro peculiari esigenze.
Seraphine: dal design elegante, reinterpreta le classiche forme dedicate al Rum e al Whisky. La silhouette è rinnovata grazie ad un particolare lavoro sui dettagli: il corpo conico, il profilo del collo, le spalle, sono tutti elementi che richiamano la tradizione ma con un sentore innovativo.
Stone: una forma vintage con un tocco di inaspettato, il suo aspetto invoglia all’utilizzo, al prendere la bottiglia per versare il distillato. Il collo, estremamente corto, rende unica la sua struttura mentre le due ampie superfici del corpo che possono ospitare le etichette consentono grande possibilità di personalizzazione e decorazione.
Lumiere: dal collo vivace, è una bottiglia estremamente versatile e utilizzabile per molte varietà di Whisky, Rum e altri distillati. Il corpo cilindrico offre ampio spazio per un’etichetta importante ma anche per altre decorazioni. Il collo dalla forma inusuale, la rende perfetta per brand che vogliono distinguersi, mentre le proporzioni bilanciate delle forme riportano ad un’immagine classica e senza tempo, adatta ad aziende più tradizionali.
Alchemist: dall’aspetto senza tempo, la sua forma si ispira ai contenitori della chimica: reinterpretazione delle tipiche beute, vuole connettere i bitter e i gin artigianali all’essenza del loro processo di distillazione. La finitura del collo e le spalle piatte sono tocchi di design che vanno ad arricchire una forma minimal grazie a dettagli interessanti.
Progettisti e utenti possono ora beneficiare del sistema Rittal per applicazioni critiche che richiedono materiali più forti. I nuovi armadi e i contenitori di derivazione AX e KX Inox di Rittal, trattati con una satinatura fine, resistono anche a sostanze chimiche, salsedine e umidità.
Avolte anche gli armadi e i contenitori di derivazione devono essere eleganti, anche se nell’industria il focus è raramente la bellezza ma sempre la funzionalità. Gli armadi devono proteggere apparecchiature e unità di controllo sensibili, anche in condizioni avverse. Questo vale già per le versioni standard della gamma AX e KX di Rittal, con le loro durevoli verniciature a polvere. Rittal propone ora nuove versioni in acciaio inox. Il materiale trattato con una satinatura fine resiste anche a sostanze chimiche, salsedine e umidità e aggiunge soluzioni tecniche al sistema Rittal.
Novità per le applicazioni critiche Progettisti e utenti possono ora beneficiare del sistema Rittal per applicazioni critiche che richiedono materiali più resistenti. Gli armadi compatti sono dotati di un sistema brevettato di bugnature interne lungo tutto il perimetro dell’armadio. Questo significa che, insieme alle guide per l’installazione interna, riproducono lo schema del passo meccanico da 25 mm del sistema di armadi di grandi dimensioni VX25. Grazie a questo sistema unico e brevettato, gli armadi compatti AX sono pronti per tutti i tipi di configurazioni e installazioni interne. I componenti e gli accessori del sistema, dagli interruttori di posizione della porta ai montanti, dalle
guaine per cavi fino alle lampade a LED, possono essere installati sugli chassis di montaggio in modo semplice, rapido e sicuro, senza la necessità di lavorazioni meccaniche. Grazie allo spazio predefinito tra gli chassis, è possibile utilizzare anche gli accessori del sistema come i profilati forati. Il nuovo design semplifica inoltre la messa a terra, grazie alla compensazione automatica di potenziale anche per i modelli AX e KX in acciaio inox. Sui contenitori KX, ad esempio, le staffe a “L” posizionate sui laterali sono state ottimizzate per il collegamento PE. Per sfruttare ancora meglio la profondità del contenitore KX, la guida di montaggio può essere montata direttamente sul fondo del contenitore grazie ad un accessorio dedicato venduto separatamente. Un’altra novità della gamma KX è l’introduzione di una nuova tipologia di contenitore, E-Box, il quale viene fornito con un sistema di chiusura e coperchio incernierato con una cerniera a 180°, per agevolare le operazioni di manutenzione e service. Sia nella serie AX che nella serie KX, il retro è completamente chiuso, ma nei quattro angoli c’è una predisposizione per favorire il montaggio dei sistemi di fissaggio a parete.
Pronti per l’ottimizzazione digitale dei processi I nuovi armadi e contenitori in acciaio in inox sono già predisposti per il tracciamento digitale dei processi produttivi di realizzazione di quadri elettrici, processi molto richiesti in tempi di sistemi sempre più complessi e di carenza di manodopera qualificata. Tutti i dati sono disponibili per Eplan, in modo che l’apparecchiatura adatta e quella installata possano essere configurate senza problemi in base alla pianificazione e alla progettazione meccatronica. Il gemello digitale del quadro elettrico creato dal progetto Eplan contiene anche tutti i dati necessari per la lavorazione automatica da parte dei quadristi, ad esempio, con le forature e le lavorazioni con i centri lavoro Perforex. Il codice QR presente su tutti i modelli della nuova gamma in inox permette di attivare l’innovativo sistema ePOCKET, la tasca porta schemi digitale che permette l’archiviazione di tutti gli schemi elettrici, manuali d’uso e manutenzione, e molto altro. L’operatore ha sempre a disposizione tutta la documentazione aggiornata. Grazie all’ultimo aggiornamento di RiPanel in versione 5.4, anche gli armadi e i contenitori AX e KX in inox, ora possono essere configurati e ordinati direttamente tramite shop online di Rittal.
INNOVA GROUP: IL PACKAGING SU MISURA.
Leader negli imballi e nella cartotecnica, da oltre 50 anni investiamo in tecnologia per realizzare “abiti” perfetti per i prodotti dei nostri clienti. Con una produzione autonoma dalla materia prima al prodotto finito, offriamo il miglior rapporto qualità prezzo sul mercato.
Con più di 3.500 macchine installate, APE Impianti è riconosciuta come un punto di riferimento per le soluzioni di packaging, che continua a innovare in ottica di sviluppo tecnologico e di ottimizzazione dei processi.
La storica azienda, specializzata in soluzioni per il packaging, è parte di Omnia Technologies, piattaforma di riferimento a livello globale nella fornitura di soluzioni per l’industria del vino, delle bevande e del lattiero-caseario.
Tecnologia e innovazione
Nel corso di più di sessant’anni di successi, APE – parte di Omnia Technologies Group, piattaforma leader globale per la fornitura di soluzioni ad elevato contenuto tecnologico per l’industria
del vino, delle bevande e del lattiero-caseario –continua costantemente a innovare la propria gamma di prodotto, sviluppando nuove soluzioni tecnologiche. Partner consolidato di grandi gruppi vitivinicoli, birrifici e distillerie in tutto il mondo – con i quali ha realizzato nel corso degli anni molti progetti – APE è un partner affidabile anche per i piccoli produttori, grazie a un portafoglio di prodotti che si distinguono per essere semplici, compatte ed efficienti.
L’espressione massima e riconosciuta dal mercato della tecnologia di APE si può trovare nei monoblocchi da 3.000, 6.000 e 12.000 bottiglie per ora, con il leggendario TRIO (che conta centinaia di installazioni), la nuovissima UNICA e i monoblocchi funzionali con la tecnologia Axipack. A queste si affiancano la gamma di depallettizzatori a tubi gonfiabili e a spinta per le bottiglie più complicate e per le alte velocità, con innumerevoli configurazioni per magazzini pallet, falde, cornici, sia per vetro che per lattine, e le soluzioni di fine linea – sia a portale che robotizzate – con la massima flessibilità di configurazione per i vari magazzini pallet, falde, cappucci, e integrazione con i fascia pallet e navette per i magazzini automatici. A queste si aggiungono e si affiancano soluzioni specifiche per i diversi segmenti, come ad esempio i cestonatori e decestonatori e le incartonatrici per bottiglie stese per il vino, l’incartonamento dei cluster e dei cestini per la birra, le cassettatrici e decassettatrici per il vetro di ritorno, e le forma e chiudi cartone per i Bag In Box (BIB). Completa il tutto la soluzione di nicchia americana Repack, nata per il riutilizzo dei cartoni con i quali arrivano le bottiglie vuote. Trasversale a tutte le macchine di APE è poi il collegamento in rete per la teleassistenza e per fornire ricette, dati, segnali, allarmi per la gestione e ottimizzazione della produzione, grazie ai software MES e MOM.
Servizio e accessibilità
APE accompagna ogni cliente, dalla prima richiesta all’assistenza lungo tutta la vita del macchinario: dal supporto nell’identificazione della migliore macchina per le esigenze di produzione di ogni cliente, alle proposte di layout, ogni soluzione viene realizzata con l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza produttiva.
Una volta definita la migliore soluzione, i Project Manager di APE accompagnano il cliente durante
tutte le fasi di preparazione del cantiere, al posizionamento e avvio della produzione e al training degli operatori di linea.
Il ciclo di vita del macchinario e della soluzione passano poi all’ufficio di Customer Service, dove viene seguito l’andamento dell’utilizzo attraverso il supporto tecnico da remoto con la teleassistenza o in loco con tecnici specializzati, raccomandando audit e manutenzioni periodici sui macchinari, e proponendo liste di ricambi e upgrade funzionali.
“Far parte di Omnia Technologies ci ha permesso di essere ancora più vicini ai nostri clienti, grazie al know-how e alle sinergie tra i brand del Gruppo
e alla presenza di numerose sedi operative dislocate in tutto il mondo, attraverso le quali forniamo un servizio reattivo e puntuale”, sottolinea Nicola Scaramuzza, General Manager di APE.
Le novità di quest’anno
Le principali novità di prodotto di APE per il 2024 sono tre. La prima è il nuovo depallettizzatore misto lattina e vetro, oltre al rinnovato TRIO, che potrà manipolare lattine da 100 a 250 mm di altezza. La seconda riguarda il monoblocco da 6.000 bottiglie per ora per il vino e da 12.000 bottiglie per ora per la birra: si chiama UNICA, e in meno di 10 metri lineari ingloba forma-cartoni, incartonatrice, inseritrice di alveari e chiudi-cartoni. La terza è il robot di pallettizzazione RBK1300, che grazie alla flessibilità e alla possibilità di personalizzazione della testa di presa risolve il fine linea con spazi molto compatti, offrendo allo stesso tempo innumerevoli soluzioni di pallettizzazione con minime manutenzioni durante tutto il ciclo di vita della soluzione.
“La nuova Divisione Plants & Components di Omnia Technologies Group, di cui APE fa parte, ha l’obiettivo di sviluppare e fornire le migliori soluzioni integrate e stand-alone per il completamento delle linee di imbottigliamento per vino, birra, spirits e beverage, offrendo competenze verticali riconosciute dal mercato e collaborando con le più importanti aziende del settore del wine & beverage”, conclude Nicolò Gasparin, direttore della Divisione.
EPAL è il marchio internazionale che contraddistingue il sistema di interscambio di pallet riutilizzabili più diffuso d’Europa. Corno Pallets è produttore di II Livello certificato EPAL e garantisce che i suoi prodotti siano di qualità controllata e conformi ai processi produttivi codificati.
Il pallet in legno, nato nella seconda Guerra Mondiale, ha rapidamente rivoluzionato il settore della logistica fino a diventare il pilastro portante della movimentazione delle merci a livello mondiale. Per questa ragione è stata indispensabile l’elaborazione di uno standard basato su criteri di uniformità, che potesse facilitare lo spostamento di merci da un paese all’altro, soprattutto con l’intensificarsi degli scambi commerciali. E così nasce EPAL, marchio internazionale di prodotto che contraddistingue il sistema di interscambio di pallet riutilizzabili più diffuso d’Europa. Nata nel 1991 come organizzazione ombrello, l’European Pallet Association raggruppa produttori e riparatori licenziatari ed è responsabile a livello mondiale della qualità dei pallet EPAL immessi sul mercato, grazie ad un sistema di controlli svolti da un ente terzo indipendente. Attualmente EPAL è presente in 30 Paesi con 15 Comitati nazionali che favoriscono l’attuazione degli obiettivi prefissati dall’associazione e, in Italia, è rappresentato dal Comitato Tecnico EPAL di Conlegno.
La sostenibilità del pallet EPAL
In un mondo globalizzato sempre più orientato alla sostenibilità e che misura le proprie prestazioni anche in base alle emissioni di CO2 il pallet EPAL non poteva sottrarsi ad un’analisi del proprio ciclo di vita. La metodologia oggi più riconosciuta e consolidata è sicuramente la LCA (Life Cycle Assessment).
Tra i primi a capire l’importanza della metodologia fu proprio il comitato tecnico EPAL di Conlegno che nel 2010, con il supporto di EPAL ha fortemente voluto una ricerca per misurare le prestazioni ambientali del ciclo vita del pallet EPAL. A oltre 10 anni di distanza FederlegnoArredo ha voluto rinnovare lo studio LCA “dalla culla alla tomba”, proprio per mettere in luce i vantaggi ambientali derivanti dall’uso in un sistema basato sull’interscambio, dove ovviamente possibile. La ricerca ha evidenziato che gli impatti ambientali di un pallet EPAL sono molto contenuti.
Infatti, il pallet nella sua vita ha un’impronta di carbonio molto contenuta e anche gli altri indicatori di impatto sono bassi. Ha, inoltre, un elevato indice di circolarità grazie alla filiera messa in campo dal sistema Conai in Italia e grazie al fatto di essere costituito da materiali (legno e acciaio) facilmente riciclabili. Considerando il riciclo e il recupero a fine vita, il
pallet EPAL diventa addirittura “carbon negative”, in quanto consente un notevole risparmio di emissioni di CO2 equivalente.
Corno Pallets, produttore certificato EPAL
Corno Pallets è produttore di II Livello certificato EPAL e garantisce che i suoi prodotti siano di qualità controllata e conforme ai processi produttivi codificati dal Consorzio. Mensilmente riceviamo l’audit di terza parte dell’ente di certificazione preposto ai controlli. Dal 1° gennaio 2010 (in Italia dal 1° luglio) EPAL ha stabilito l’obbligo per tutti i produttori di pallet EPAL di possedere anche l’autorizzazione fitosanitaria ISPM 15 utilizzando il solo trattamento termico (HT). Ad oggi la presenza del marchio IPPC/FAO FITOK sui pallet EPAL di nuova produzione indica che le misure fitosanitarie accettate a livello internazionale sono state applicate e che quindi il materiale può essere esportato in tutti i Paesi che hanno sottoscritto lo standard ISPM 15. Corno Pallets risulta tra le prime aziende ad aver aderito al Sistema Monitorato di Prevenzione e Riutilizzo del Sistema EPAL presentato da Conlegno attraverso il Comitato Tecnico EPAL e riconosciuto da Conai e Rilegno. Il riconoscimento consente l’applicazione di formule agevolate per il calcolo del CAC sui pallet EPAL con una conseguente riduzione del contributo ambientale Conai; soltanto il 20% del peso dei pallet EPAL prodotti dalla nostra azienda e immessi al consumo viene assoggettato a Conai.
QR EPAL, un passo avanti nella digitalizzazione
A partire dal gennaio 2024 EPAL ha introdotto tra i suoi prodotti il nuovo pallet EPAL QR CODE, compiendo un grande passo avanti nella digitalizzazione del pallet. Ogni singolo Europallet EPAL QR è contrassegnato con un codice QR individuale ed univoco sui due blocchi d’angolo a destra e ha quindi un’identità unica. Semplicemente scansionando il codice QR si accede al “passaporto” digitale del pallet ottenendo in tempo reale tutte le informazioni necessarie: produttore, età del pallet e numero di volte in cui è stato utilizzato nel circuito, riparazioni comprese. È disponibile la scheda tecnica del prodotto e flyer informativi e, contestualmente al lancio sul mercato del prodotto, saranno resi disponibili nuovi software per agevolare gli utilizzatori e migliorare il processo di utilizzo ed interscambio.
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Per ulteriori informazioni :
Per esporre : Donatella Fioravanti – dfioravanti@salonifrancesi.it
Per visitare : Stefania Gemelli - sgemelli@salonifrancesi.it
Dalla progettazione degli stampi alle macchine, SACMI propone un servizio a tutto tondo, offrendo lo stato dell’arte delle tecnologie e affiancando il cliente dall’idea di prodotto all’assistenza. Versatilità nel cambio formato, efficienza e sostenibilità: sono questi i tre principali driver dell’azienda.
La personalizzazione degli imballaggi food & beverage nasce dalla necessità di segmentare l’offerta sulla base di diversi criteri: costi, sostenibilità e target di mercato. Con oltre il 60% del mercato SACMI è un punto di riferimento
nella fornitura di macchine per la produzione di capsule “flat top”.
La forte esigenza di versatilità, mantenendo alti livelli di efficienza e disponibilità degli impianti, è tra i principali driver in atto. La stessa evoluzione normativa – come ad esempio l’introduzione dello standard tethered in Europa – influisce sull’esperienza di consumo, accelerando ulteriormente la tendenza alla segmentazione dell’offerta.
Nello specifico del mercato dei tappi in plastica “flat top”, sempre più frequente è la richiesta di personalizzazione attraverso embossing o engraving del fondo del tappo, privilegiando questa soluzione rispetto alla stampa con inchiostri.
In questo panorama, la proposta di valore di SACMI include l’enorme vantaggio intrinseco delle macchine a compressione, in cui la sostituzione del fondello è estremamente rapida e semplice, con aumento della disponibilità della macchina e riduzione della complessità/competenze necessarie per il cambio stampo. Inoltre, SACMI dispone di un reparto dedicato alla produzione, test e collaudo degli stampi stessi, con strumentazione avanzata e un team dedicato.
Gli stampi
Nel reparto macchine utensili leggere di SACMI – un’area di circa 4mila mq, all’interno dei 270mila mq di superficie produttiva del quartier generale del gruppo, a Imola – vengono prodotti
Versatile. efficient and sustainable size changeover. These are the three main drivers of the rigid packaging market. From mould design to machines, SACMI offers an all-round service, providing the latest technology and support, from product conception to after-sales.
The customisation of food and beverage packaging is driven by the need to segment the offer according to different criteria: cost, sustainability and market target. With over 60% of the market, SACMI is the leading supplier of machines for the production of flat-top caps.
One of the main drivers is the strong need for versa-
tility, while maintaining a high level of plant efficiency and availability. Regulatory developments – such as the introduction of the tethered standard in Europe – have an impact on consumer experience, further accelerating the trend towards the segmentation of the offer. In the flat-top plastic cap market in particular, there is an increasing demand for customisation by embossing
or engraving the underside of the closure, rather than printing it.
With this in mind, SACMI’s value proposition includes the enormous inherent advantage of compression machines, where the bottom plate can be changed extremely quickly and easily. This increases machine uptime and reduces the complexity/skills required for mould changeovers. In addition, SACMI has a department dedicated to the production, testing and inspection of moulds, with advanced instrumentation and a specialised team.
e verificati gli stampi in ambiente controllato (temperatura e umidità costanti), avvalendosi di macchine utensili di ultima generazione e di materie prime d’eccellenza che SACMI acquista da prestigiosi fornitori mondiali.
I trattamenti termici e termochimici rivestono un ruolo cruciale nella produzione degli stampi, ed è per questo che SACMI integra questi processi nell’iter produttivo dei propri stampi, all’interno del proprio stabilimento.
Il reparto di produzione stampi SACMI ha curato, solo nel 2023, il collaudo di oltre 65mila componenti prodotti. L’altissima precisione delle lavorazioni e la competenza degli oltre 100 addetti specializzati, oltre all’attività di R&D, ha consentito di raggiungere percentuali di conformità superiori al 99%.
La famiglia di colli 26/22 mm
SACMI sviluppa soluzioni produttive complete specificamente dedicate alla famiglia di colli
In SACMI’s light machine tools department – an area of about 4,000 square metres, within the 270,000 square metre production area at the Group’s headquarters in Imola – moulds are produced and inspected in a controlled environment (constant temperature and humidity), using stateof-the-art machine tools and top quality raw materials purchased by SACMI from the world’s most prestigious suppliers.
Heat and thermo-chemical treatments play a crucial role in mould production, which is why SACMI integrates them in-home into its own mould production process.
26/22 mm, che includono macchine, stampi e tecnologia per la produzione sia di preforme che di tappi. Questo supporto a 360° garantisce ai clienti una profittevole migrazione verso i nuovi standard altamente efficienti sia sotto il profilo ambientale, sia rispetto all’esperienza di consumo.
SACMI offre un’ampia famiglia di capsule dedicate a queste nuove tipologie di colli, progettate, testate e certificate dal laboratorio tecnologico dell’azienda con test completi di performance, tenuta, facilità di apertura del sistema capsula-preforma. L’offerta tecnologica a valle include, accanto alla CCM, la produzione della IPS e l’offerta di linee complete di imbottigliamento, con sistemi Computer Vision per ogni fase e un servizio completo di “packaging design” dell’imballaggio.
In 2023 alone, SACMI’s mould making department tested more than 65,000 components that were produced.
The extremely high precision machining and the expertise of over 100 skilled workers, together with R&D design and assembly, have enabled us to achieve a compliance rate of over 99%.
The 26/22 mm neck transition
SACMI develops complete production solutions specifically for the 26/22 mm neck range, including machines, moulds and technology for the production of both preforms and caps. Comprehensive support ensures that customers can migrate suc-
cessfully to new standards that deliver benefits both in terms of the environment and consumer experience.
When it comes to caps, SACMI offers the widest range on the market for this new type of neck, which has been developed, tested and certified by the laboratory, including extensive tests on the performance, tightness, and ease of opening of the cap-preform system.
In addition to the CCM, the downstream technology offer includes the IPS and the supply of complete bottling lines, with Computer Vision systems for each stage of the process and a complete packaging design service.
Sidel, an expert in innovative PET packaging solutions, is launching its latest quality control technology for PET bottles. IntelliADJUST™ is set to transform customers’ ability to produce PET bottles to a high and consistent standard.
The smart bottle blowing control system offers high performance and easy to use technology that enables customers to achieve a consistently higher bottle quality and support production of bottles with recycled PET (rPET) content.
IntelliADJUST™ is a Sidel patented solution which guarantees consistent quality and high efficiency. It works within a ‘closed loop’ system using interferometric sensor technology, and ensures perfect material distribution, resulting in high production uniformity for PET bottles, including those made from recycled PET.
It also enables consistent bottle quality across a range of variable production conditions, such as preform storage, workshop temperature and relative humidity. In-line, autonomous bottle control and real-time digitised process adjustments result in perfect material distribution. The impact of changing production conditions and PET resin specificities on bottle quality is significantly reduced when using this expert-free solution.
The addition of Sidel’s Evo-ON software suite,
offers aggregation of equipment data and dynamic analytics features to deploy historical and 24/7 real-time analysis, creating a truly smart line system.
Stéphane Menard, Product Manager for blowing care at Sidel, explained that IntelliADJUST™ measures in-line bottle thickness, analyses and adjusts parameters to ensure consistent quality:
“This easy-to-use blowing solution, maximises the number of marketable bottles by ensuring that quality control is consistently high. IntelliADJUST™ offsets any production line variations by using algorithms to identify measured thickness deviations and automatically corrects the heating and blowing parameters to ensure consistent quality without any interruptions.”
The blow moulding process is becoming more important as the drive for ultimate lightweighting and increasing the amount of rPET content within the industry continues.
IntelliADJUST™ is 100% reliable across a wide range of PET preforms including translucent, opaque, coloured (non-TiO2), virgin and up to 100% rPET. It is particularly valuable in helping customers who want to introduce rPET as there are multiple sources of supply and therefore more variability in material grades. The system
is capable of securing perfect material distribution on the bottle despite resin variability risks. Sidel’s new technology offers its customers the opportunity to fully optimise the carbon footprint of their PET packaging, not only through enabling greater use of recycled material but by supporting weight reduction - all with stabilised quality across bottles.
IntelliADJUST™ regulates the main blowing and heating process parameters to avoid uneven distribution of material, while its advanced measurement functionality also ensures consistently high bottle quality.
Sidel applies years of PET packaging expertise to this production process; understanding the relevant points of control on the bottle and which to measure to secure the best material distribution possible.
Working within a continuous closed loop process for control and adjustment, IntelliADJUST™ takes high-precision wall thickness measurements at the most representative points of each bottle, using four interferometric sensors based on reflected infrared light. Four sensors, located at the bottle transfer wheel, can be adjusted across three axes (X, Y, and Z).
It can operate at speeds of up to 90,000 bottles per hour, continuously comparing thickness measurements with the expected material distribution, and automatically adjust the process in case of deviation.
With advanced capabilities, IntelliADJUST™ is also easyto-use and reliable. All IntelliADJUST™ parameters are directly integrated into the machine settings for each stock keeping unit (SKU) recipe.
So, this calibration-free system allows immediate startup after changeovers by automatically adapting sensor positioning and processes according to each recipe. Its high accuracy reduces the need for additional manual laboratory controls.
Il
Economico,
Amorim cresce in equilibrio tra avanguardia tecnologica, sostenibilità e welfare: il bilancio 2023 dell’azienda di riferimento nella produzione e vendita di tappi in sughero vede numeri in aumento, tanto in chiave economica quanto reputazionale, nonostante i tempi.
Inun anno complesso, caratterizzato da conflitti e inflazione, Amorim Cork Italia ha dimostrato di aver solide basi che le permettono di rimanere sulla cresta dell’onda, sia quanto a qualità estrema e avanguardia tecnologica dei tappi in sughero prodotti, sia in termini di bilancio.
I dati economici, infatti, vedono ben 77 milioni di euro di fatturato, pari a un +2,5% di crescita rispetto all’anno precedente. Significa che l’azienda
ha venduto, nel solo 2023, 633 milioni di tappi in sughero a 3.700 cantine. Una capillare presenza nazionale che permette di veicolare, oltretutto, un tema caro ad Amorim Cork Italia: la superiorità del tappo in sughero, rispetto ad altre chiusure, per tutela tecnica, perfezione sensoriale, esperienza premium data ai vini, ma anche per cultura. Aggiunge a tal proposito Carlos Veloso dos Santos, amministratore delegato di Amorim Cork Italia: “Nel 2023 il canale Ho.Re.Ca. ha avuto un ruolo primario, anche grazie al boom del turismo, ma non ha compensato il calo dei volumi di settore, che per molte aziende sono risultati di doppia cifra. Se noi abbiamo guadagnato posizione, lo dobbiamo a un team coeso e preparato: le persone sono la forza di Amorim e il suo valore inimitabile. Se possiamo guardare al futuro con fiducia, ad esempio all’obiettivo di mercato di 700 milioni di tappi nel 2024, è grazie a chi, dal customer care alla forza vendita, ha dimostrato senso di appartenenza, professionalità estrema, umanità sempre presente. Questo permette una produzione migliore e, per noi, significa offrire un valore aggiunto unico a ogni bottiglia chiusa con il nostro sughero, simbolo d’eccellenza da ogni punto di vista”.
Investire per crescere
Se da un lato, il settore enologico è stato caratterizzato da un calo dei consumi di vino, dovuto anche alla scarsa capacità di spesa degli italiani, tra i primi consumatori di quello prodotto entro i confini del Paese (si calcola che circa il 50% della produzione italiana sia venduta appunto all’interno) e dall’altro da un calo dell’export, trattandosi di un bene non essenziale, vero è anche che Amorim Cork Italia ha guardato sempre con fiducia al mercato italiano. Nei momenti di crisi l’azienda ha sempre investito di più, convinta che sia necessario seminare per un futuro fruttuoso. Tra le iniziative, si appresta a festeggiare i 25 anni della sua presenza in Italia, investendo in un ampliamento della sede operativa che, dai 3.600 mq iniziali arriverà a ben 8.000 mq, il tutto senza mai fermare la filiera, anzi, con una previsione di aumento della capacità produttiva del 50% a fine 2024.
Tra le iniziative, rimane rilevante la possibilità esclusiva di certificare i crediti di CO2 dei propri tappi. Un nuovo traguardo per la soste -
nibilità è stata infatti la revisione del disciplinare VIVA (Programma del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che dal 2011 promuove la sostenibilità del comparto vitivinicolo italiano) che prevede l’uso dei fattori di emissione carbonica calcolata dai produttori di packaging al posto dei dati standard, migliorando le prestazioni climatiche delle bottiglie di vino. Significa che Amorim Cork Italia può rendicontare il bilancio di CO2 a chi sceglie le sue chiusure in sughero, la cui carbon footprint viene rilevata per l’intera filiera. Prosegue poi con successo il pro getto Etico, a favore di sostenibilità ambientale e sociale. La tendenza è più che mai rivolta, inoltre, alla promozio ne di Suber, il progetto di recupero e valoriz zazione della granina di tappi di sughero usa ti che diventano arre damento e accessori di alto design, quest’an no più che mai pensati per il mondo del vino. L’ottica è quella di ge nerare una economia circolare propria del sughero, all’interno del concetto di econo mia circolare più vasto: questa materia prima, dono di Madre Natura, già utilizzata in veste di tappo e poi tritata per il recupero, torna in cantina sotto nuove vesti, quelle di un complemento di arredo ricercato e funzionale. Scegliere un elemento Suber è così destinato a diventare di ispirazione per l’intero settore, quasi uno stile di vita votato alla sostenibilità. Il sughero dimostra, quindi, di rappresentare un valore premium, imbattibile baluardo della sostenibilità ambientale e, attraverso le politiche dell’azienda, elevato anche a difensore della sostenibilità sociale, attraverso molteplici iniziative. Scegliere Amorim Cork
Italia significa, così, scegliere la responsabilità. Basti pensare che la casa madre in Portogallo è pioniera di un progetto di riforestazione unico nel suo genere e nei 4 anni in corso sta piantando 1,5 milioni di nuove querce da sughero, di cui 400.000 solo nel 2024. Un progetto lungimirante, dati i tempi richiesti da una quercia per crescere, che ben rappresenta l’azienda con l’antico proverbio greco: “Una società diventa grande quando gli anziani piantano alberi sapendo che non siederanno mai sotto la loro ombra”.
che abbiamo in mente.
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One of the most discussed themes nowadays is the question of the “optimal” packaging material. Making the right decision here is still achallengeforfoodproducers.Withthe NewGreenDealoftheEuropeanUnion, the requirements for recyclability are also joining the wish for less and lighter packaging. All non-recyclable substances should be banned from packagingby2030atthelatest.
Called for now more than ever are solutions that preserve resources, that reliably protect food products –because only a product that reaches the consumer in perfect condition ultimatelycontributestosustainability. This is where the packaging industry comes in. More paper instead of plastic, more recyclable monomaterials instead of multi-layer films are the answers to the producers who aim at climate neutrality. The challenge here: paper in itself has no barrier or sealing properties – these must first be lent to the material. This
The food and beverage industries play a central role for the theme of sustainability. From recyclable packaging materials to packaging lines streamlined for efficiency, innovative solutions contribute significantly to more ecological production.
includesfunctionalpaperswithahigh ratio of renewable raw materials that make special coatings or lamination superfluousandcanberecycledinthe paper cycle. With integrated barriers againstoxygen,steamandgrease,they ensurethatthequalityofthepackaged foodispreserved.Otherpapershavea dispersion on the back that provides goodheatsealability.Theyaresuitable for multi-packs and such foods as require no special protection – like candies or small confectionery.
The packaging process needs to function quickly and reliably, and that also with alternative packaging materials. Packaging machinery manufacturers pay great attention to the flexible possibilities for usage of their systems when designing them and test the innovative packaging conceptsfortheirsuitability.Withthe highperformancepackagingmachines of the latest generation, flow bags of barrierpapercanbeproducedwithan integratedheat-sealingcapabilityand apaperratioofmorethan95percent–ontheonehandusingtheusualcoldsealingprocess,ontheotherwiththe farmorecomplexheat-sealingprocess. Precisely variable temperatures thereby adapt the process both to
the requirements of the packaging material and to the resilience of the product to be packaged. While existing machines could not to date process these, special retrofitting kits have in the meantime solved the problem. Food manufacturers can thus easily change between paper and monostructures based on polypropylene or polyethylene.
Onlywhenpackagingandsystemare perfectlyharmonisedwithoneanother can food production processes run efficientlyandwithhighperformance. When conceiving of fully automated and robot-supported packaging machines, attention is therefore no longer only paid to the primary and secondary packaging, but instead also increasingly to the upstream and downstream processes. Food manufacturersrequirehighlyflexible systems that allow easy and quick format changes and are subsequently immediately ready to use again. Proven standard modules are used for all packaging processes like setting up carton blank cuts, grouping and top-loading as well as for sealing and labelling. If the product should first be placed in either a cardboard or a plastictray,thisfunctioncanbeeasily realised with an additional dividing machine. Advantageous is such a machineconceptthatalsoconsistently followstheplug-and-playphilosophy when it is important to attach spacesaving end-of-line solutions to seamlessly reflect the entire process. Even external aggregates that carry outtaskslikelabellingandpalletising can be integrated and operated via a single HMI.
Source: www.anugafoodtec.com
Colori, vernici, inchiostri e pigmenti: il risultato della nostra attenzione all’ambiente si vede in tutto ciò che facciamo. L’approccio analitico con cui operiamo offre maggior trasparenza attraverso le continue attività di monitoraggio e reportistica - questo tipo di dati può far crescere il vostro business.
Scoprite come nel nostro Bilancio di Sostenibilità. Potrete richiederne copia sul sito sunchemical.com/sustainability
All’edizione 2024 di Marca, Novamont ha presentato il frutto della ricerca e sviluppo della società sui materiali compostabili Mater-Bi, da utilizzare per la produzione di vaschette alimentari e capsule per il caffè.
Con i nuovi gradi di Mater-Bi sarà possibile realizzare film per la termolaminazione (liner) e termosaldatura di vaschette alimentari in cellulosa con molteplici performance tecniche e verso un minor impatto ambientale: impermeabilizzazione del contenitore (senza l’utilizzo di PFAS), termoresistenza, barriera ai gas per confezionamento in atmosfera modificata e shelf-life prolungata, apertura facilitata, compostabilità industriale e domestica, riciclabilità nella filiera della carta. Inoltre, grazie alla collaborazione con G. Mondini, azienda di riferimento nella produzione di macchine e linee complete per il confezionamento alimentare, Novamont può offrire all’industria alimentare soluzioni di imballaggio su misura e un pacchetto di servizi aggiuntivi quali lo sviluppo dei manufatti, prove di validazione tecnica, valutazione delle performance ambientali, test di
Scompostabilità secondo la norma EN 13432 e strumenti per la comunicazione ambientale.
Inoltre, i nuovi gradi di Mater-Bi consentono la produzione di varie tipologie di capsule compostabili, con tre tecnologie di trasformazione e diversi livelli di barriera all’ossigeno in grado di rispondere alle differenti esigenze del mercato: capsule in Mater-Bi stampate a iniezione, capsule in Mater-Bi termoformate e capsule in polpa di cellulosa termolaminata con film (liner) in Mater-Bi, riciclabili anche in
i chiama RE-NEW PLAST ed è il primo schema elaborato da un Ente di certificazione in Italia (e valido in tutta Europa) per valutare la presenza di plastica riciclata nei materiali e nei manufatti secondo lo standard europeo EN 15343. Lo ha
compostaggio domestico.
“Novamont è impegnata da sempre nello sviluppo di prodotti biodegradabili e compostabili – dichiara Alberto Castellanza, direttore Markets and Products Development di Novamont – e ciò si concretizza da un lato attraverso investimenti e ricerca in innovazione, dall’altro mediante la creazione di una filiera industriale altamente tecnologica, in una logica di partnership per offrire soluzioni concrete nel campo dell’imballaggio alimentare”.
sviluppato in Italia ICIM SpA, l’ente di certificazione di ICIM Group, che avvierà l’iter di accreditamento presso Accredia. La certificazione RE-NEW PLAST di ICIM SpA consente alle aziende di riciclo e trasformazione di attestare la qualità dei processi e dei prodotti secondo le migliori pratiche, oltre al rispetto delle leggi ambientali, degli standard europei e delle normative nazionali.
Lo schema proprietario di ICIM SpA rispecchia pienamente le raccomandazioni della Commissione UE che più volte, negli ultimi due anni, ha chiarito come sia necessaria la standardizzazione degli schemi di certificazione del contenuto di plastica riciclata nei materiali e nei prodotti, al fine di superare le iniziative dei singoli Stati membri e di evitare l’insorgere di barriere alla libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione. Sempre secondo la Commissione, tutte le iniziative certificatorie devono fare riferimento, appunto, allo standard europeo EN 15343.
La certificazione RE-NEW PLAST è uno strumento importante in un mercato come l’Italia che è leader in Europa nell’utilizzo della plastica riciclata, con un impiego intorno al 21,5% nel 2022 (e una stima di potenziale crescita di un ulteriore 10%), rispetto al livello globale di riciclo che si attesta intorno a 9%.
Inoltre, la possibilità di rendicontare e certificare la quantità di plastica riciclata presente nei propri manufatti monouso, consente alle imprese di contenere gli effetti della Plastic Tax, l’imposta creata per disincentivare l’utilizzo (e dunque la produzione) di imballaggi e prodotti usa e getta non biodegradabili, che non viene applicata sulla percentuale di plastica riciclata presente all’interno dei prodotti stessi.
Forte di oltre 40 anni di esperienza nell’industria del packaging per spirits, Berlin Packaging propone soluzioni innovative e personalizzate vantando collaborazioni di alto livello che vanno ad arricchire l’expertise e le referenze in questo mercato. Tra le più recenti, è senza dubbio degna di nota la collaborazione con Iovem, giovane azienda italiana produttrice di spirits, per cui Berlin Packaging ha sviluppato un nuovo progetto personalizzato e destinato a un liquore che riscrive la storia dei distillati, lanciando sul mercato la nuova categoria merceologica dei nettari alcolici.
La richiesta è stata quella di sviluppare un nuovo concept per raffigurare al meglio l’unione tra storia e innovazione che la ricetta unica e di pregio del prodotto vuole rappresentare. Berlin Packaging si è rivelata la giusta realtà con cui collaborare grazie alla sua capacità di lavorare in sinergia con i clienti, analizzare le specificità del prodotto distillato e proporre soluzioni che lo esaltino e ne raccontino le peculiarità. Berlin Packaging si è affidata al proprio team di esperti in-house, Studio One Eleven, la divisione di design e innovazione dell’azienda, che si è fatto ispirare dal
fascino minimalista e dalle linee altere di Arya, un modello della linea Premium della già esistente collezione Sublime. Le forme della bottiglia sono capaci di cogliere l’essenza del liquore ed esaltarne la purezza, e sono state rielaborate e valorizzate per aggiungere elementi di personalizzazione in embossing e alleggerirne la figura.
Sempre esaltando il concept del prodotto: la forma stilizzata della bottiglia riesce infatti a richiamare le linee dei contenitori che
venivano usati nell’antichità, rimodernandole e riadattandole in un raffinato mix di storicità e modernità. La sua sagoma “compressa” riesce inoltre a far risaltare anche il colore viola del liquore.
Altro aspetto fondamentale su cui Berlin Packaging e Iovem hanno puntato nel pensare la nuova bottiglia è quello legato alla sostenibilità, priorità strategica di entrambe le realtà. Il packaging viene realizzato in vetro, è completamente riciclabile e la colorazione scelta permette di utilizzare fino al 50% di vetro riciclato.
murrelekTronik versatilità e prestazioni al top
Vario-X
di Murrelektronik è un sistema di automazione modulare che sposta sensori e attuatori nelle immediate vicinanze del processo su base decentralizzata e offre soluzioni flessibili e modulari per tutte le applicazioni. Con lo sviluppo di Vario-X Controller, Murrelektronik ha creato un PC industriale versatile e altamente performante che, come controllore decentrato, può essere utilizzato all’interno di una macchina o integrato in una rete di controllo di
livello superiore. Oltre a un gran numero di interfacce fisiche, offre anche un’ampia gamma di protocolli di comunicazione. Grazie al grado di protezione IP67, può essere installato direttamente a bordo macchina, aprendo la strada a concetti all’avanguardia di installazione decentralizzata senza quadro elettrico. Vario-X Controller convince per la sua potente CPU quad-core, che gli consente di raggiungere tempi di ciclo brevi e di gestire grandi volumi di dati. La funzionalità
PLC di CODESYS V3 consente di controllare autonomamente macchinari e sistemi, mentre la funzionalità master EtherCAT facilita il collegamento ad alte prestazioni di dispositivi di campo come azionamenti e moduli I/O. Vario-X Controller può essere integrato in sistemi di controllo di livello superiore tramite interfacce PROFINET ed EtherNet/IP Device. I singoli moduli di una linea possono quindi essere automatizzati in modo indipendente con il Vario-X Controller e comunicare tra loro attraverso il livello superiore.
Le visualizzazioni possono essere create in CODESYS V3 e rappresentate utilizzando WebVisu su qualunque tipo di display o unità di controllo locale o remota, come HMI, smartphone, tablet e PC. Inoltre, interfacce indipendenti gigabit Ethernet garantiscono una connessione stabile al cloud. Il sistema Vario-X Controller può essere utilizzato come EDGE gateway, ma anche sfruttato come EDGE controller per gestire la preelaborazione dei dati e la comunicazione dal sensore al cloud. Al contempo, i sensori di manutenzione predittiva integrati monitorano lo stato del sistema stesso.
Caffè Borbone raggiunge per la prima volta 300 milioni di fatturato e chiude l’esercizio 2023 con ricavi a 300,4 milioni di euro, in crescita del 14,3% rispetto all’esercizio precedente. Un risultato frutto dell’ampliamento e del rafforzamento dei canali di distribuzione, del lancio sul mercato di nuovi prodotti, miscele e packaging e degli innovativi format di comunicazione ideati per consolidare ulteriormente l’immagine del brand. Analizzando i canali distributivi, la GDO(Grande Distribuzione Organizzata) traina le vendite con una crescita del 28% rispetto al 2022, un incremento molto superiore rispetto alla media del mercato (+12%, fonte Nielsen).Ottima anche la performance del canale digitale, che comprende e-commerce diretto caffeborbone.com, Amazon e portali specializzati, in aumento del 32%. Prosegue anche lo sviluppo del mercato estero, che fa registrare un incremento del 59%, con una buona partenza della gestione diretta del mercato US dopo la costituzione della newco Caffè Borbone America Corp. Nel corso del 2023 l’azienda ha dato ulteriore impulso ad un percorso di sviluppo avviato ormai da alcuni anni, che prevede anche l’ampliamento e la diversificazione del portfolio prodotti per intercettare nuovi target e soddisfare tutte le esigenze di consumo,sia in termini di preferenze organolettiche che
di compatibilità con diversi sistemi di erogazione. In particolare, a marzo è stata lanciata Crema Fredda Caffè, il primo dessert al cucchiaio al gusto caffè da consumarsi freddo. Il prodotto ha riscosso grande successo, aggiudicandosi il premio speciale New Entry 2023 nella categoria caffè ai Brands Award 2023. In seguito, è stata lanciata la versione da gustare anche calda e la variante Crema Caffè Baileys™. Nella seconda parte dell’anno è stata
lanciata MokaCiao, un’innovativa moka da utilizzare con il caffè monoporzionato in cialda. Un tradizionale sistema di erogazione che si unisce alla praticità e alla sostenibilità della cialda per restituire in pochissimo tempo un caffè gustoso con la possibilità di scegliere diverse gradazioni di intensità e corposità. Negli Stati Uniti è stata invece lanciata la capsula K-cup, totalmente compostabile e dedicata ai consumatori americani che preferiscono il caffè lungo.
Un’edizioneciBus 2024 batte tutti i record!
da record. Tutto esaurito a Cibus 2024 (Parma, 7-10 maggio), la manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare Made in Italy, frutto della consolidata collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare. Una 22esima edizione che quest’anno supererà ogni altra per numero di espositori (oltre 3.000 brand e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale – ad oggi più di 1.000 già registrati – provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone.
Un salone sempre più simbolo dell’agroalimentare italiano, che si dimostra attivo anche sullo scenario mondiale, con una strategia che punta a creare quella che Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, definisce “un sistema di alleanze nazionali e internazionali che consolidi l’agroalimentare italiano ed europeo come riferimento per un consumo consapevole e sostenibile a livello globale. I nostri eventi garantiscono un percorso non solo fieristico ma esperienziale pensato per accompagnare i mercati, anche lontani, verso il nostro modello alimentare. La finalizzazione della partnership con Koelnmesse rientra in questa strategia”.
Un accordo, quello recentemente siglato con Koelnmesse, in virtù del quale il gruppo tedesco, uno dei principali attori del mercato fieristico nel mondo, si occuperà dello sviluppo internazionale sia di Cibus sia di Tuttofood, la cui gestione è passata in capo a Parma alla luce dell’accordo stretto nel 2023 con Fiera Milano. In particolare l’accordo con Colonia porterà visitatori internazionali a Cibus ed espositori dall’estero per Tuttofood. “Con il supporto di Koelnmesse, le due manifestazioni potranno contare su più visitatori ed espositori internazionali, anche grazie ad una riprogrammazione dei calendari che armonizzerà Cibus, Tuttofood e Anuga, la fiera del food and beverage di Koelnmesse. Cibus potrà così consolidare il suo ruolo di facilitatore dello sviluppo dell’export dell’agroalimentare italiano, mentre Tuttofood nel giro di due edizioni vedrà crescere gli espositori esteri dall’attuale 10% ad almeno il 50%”, commenta Cellie.
Quando
li vedi Alessandro, Fabio e Giacomo, maestri della distilleria, già protagonisti del mondo “spirit” sui Navigli pensi a quegli alchimisti che tra chimica e sogni ti stanno per proporre qualcosa che ti farà stare bene. «Qui puoi raccontarci di te, dei tuoi amori o pensieri, dei tuoi problemi e delle tue felicità e gioie. Dei problemi di lavoro. E noi ti “distilliamo” il gin perfetto, tagliato e cucito sulla tua persona. Le persone hanno voglia di raccontarsi e noi nel frattempo gli prepariamo il “gin-tonic”». Ora sono pronti per una nuova avventura. Nasce così “GinO12, distillery”, l’innovativa distilleria pensata da Fabio e Giacomino, maestri distillatori, alchimisti da aperitivo alle prese con ampolle, pozioni e ricette per la vita eterna, appassionati di gin e pronti a misurarsi con i sogni delle persone: apre dal 1° marzo, alle 19, il laboratorio di gin fai-da-te più piccolo al mondo, nello storico Vicolo dei Lavandai 2/b lungo il Naviglio grande di Milano, dove poter comporre il proprio gin tra numerose fragranze, erbe botaniche e la possibilità di creare la tua
etichetta. La distilleria nasce dal lavoro di tutti i giorni di GinO12, il gin-bar milanese aperto nel 2014 all’interno del ristorante Officina 12, e dall’idea di “Gina”, la prima macchina distillatrice proposta dal gruppo di lavoro, un piccolo alambicco protagonista durante il periodo della pandemia per i gin tonic da asporto.
Con “GinO12, distillery” ora arriva il nuovo passo della grande famiglia, aperta non solo al pubblico che ogni sera vuole provare l’ebbrezza delle proprie ricette, ma anche alla grande e media distribuzione enogastronomica, per idee regalo o un ultimo bicchiere difficile da rifiutare. Il Gin creato da una macchina distillatrice sarà protagonista del piccolo locale che i frequentatori troveranno davanti ai propri occhi insieme ad ampolle e a bottiglie di gin. Il gin arriva dall’incontro tra alcol, ginepro e aromi di qualsiasi genere, dalle spezie alla frutta, per fragranze erbacee o floreali. Qui si potrà scegliere una delle ricette già pronte dai maestri distillatori o creare la propria selezionando fino a cinque gusti diversi (indicando anche l’intensità): dal basilico al bergamotto, da camomilla a cannella, dal cedro al cetriolo, fino al cardamomo, eucalipto, o fragola, lampone, ancora lavanda, nocciola, zenzero, timo, salvia, o perchè no rabarbaro e pompelmo rosa, e tanti altri.
“GinO12, distillery” usa un particolare strumento per la distillazione chiamato evaporatore rotante, che lavorando a basse pressioni permette una distillazione a basse temperature così da non alterare ed esaltare le proprietà organolettiche delle botaniche.
Nuovo pack sostenibile e sicuro per saporoso malpighi
Èil
nuovo packaging di “Saporoso”, il Condimento all’Aceto Balsamico di Modena IGP di Acetaia Malpighi. A poco più di 20 anni dal suo lancio la storica Maison modenese dell’Aceto Balsamico comunica la solidità e il posizionamento del Condimento Scuro attraverso una nuova confezione. Studiata e ideata dopo un lungo e attento lavoro di ricerca dall’Ufficio Design e Progettazione dell’azienda, la nuova confezione si contraddistingue per la linea minimalista, elegante e slanciata, il tappo e la font rossi che evocano emozioni di passione ed energia e la scritta in rilievo che riprende il brand su entrambi i fianchi: un elemento esclusivo che senza dubbio ne mette in risalto il prodotto. Vediamo alcune delle caratteristiche del nuovo pack:
- Protegge il prezioso liquido che è al suo interno, un Condimento ottenuto solo ed esclusivamente da mosto cotto ottenuto dalla pigiatura soffice e lenta di uve Trebbiano e Lambrusco dei vitigni di famiglia con l’aggiunta di una piccola parte di Aceto Balsamico di Modena IGP, invecchiato per almeno 6 anni in pregiate botticelle di Rovere.
- Comunica l’identità di un prodotto forte, veicolata da un naming che ne suggerisce caratteristiche di sapidità e piacevolezza al palato e che per il consumatore finale è anche una promessa.
- Differenzia questo prodotto così morbido e corposo, con caratteristiche “simili” all’Aceto Balsamico di Modena IGP “denso” e all’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, ma con un utilizzo in cucina meno esclusivo e più “spensierato”.
- Crea un’esperienza di consumo unica e indimenticabile grazie alle particolari caratteristiche organolettiche: richiama al palato la pressata di ciliegie e la mostarda e il profumo della prugna.
- È sostenibile perché “made in vetro”, riciclabile, la prima scelta per chi è attento alla salute, alla sicurezza alimentare e all’ambiente. Questa, da oltre 20 anni, è la filosofia di Saporoso.
24ore Business school focus sul “Food & Wine Management”
Tutto esaurito nell’Anfiteatro di via Monte Rosa a Milano per la consegna dei diplomi 2024 di 24ORE Business School, la prima scuola italiana di alta formazione che da 30 anni punta a costruire un legame sempre più stretto e diretto fra i talenti e le migliori imprese del nostro Paese.
Quest’anno la Master’s Graduation Ceremony, che segna idealmente il passaggio dal mondo formativo a quello del lavoro, ha visto protagonisti 816 studenti provenienti da ogni parte d’Italia.Tra i percorsi di studio prevale il forte orientamento alle professioni del futuro, con un particolare interesse per i Master che puntano sul successo delle eccellenze del Made in Italy nel mondo, tra cui i Master“Food & Wine Management”, “Luxury & Fashion Management”, “Export & International Business” e “Management del turismo”. Successo confermato, inoltre, anche per i percorsi relativi al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività e per le nuove professioni legate alla cyber security e alla sostenibilità ambientale. Evidenziando che circa il 90% dei diplomati della Scuola ha già fatto il suo ingresso nel mondo del lavoro a soli due mesi dalla fine del Master, Valerio Momoni, CEO di 24ORE Business School, ha sottolineato come “l’alta formazione e l’apprendimento continuo rivestano un ruolo sempre più cruciale in un mondo del lavoro in profonda evoluzione, dove percorsi di studio mirati rappresentano un driver fondamentale per svolgere la professione dei sogni”. Ospite d’onore della serata Matteo Battiston, Chief Design Officer di EssilorLuxottica che, intervistato dalla giornalista di Sky Sport Cristiana Buonamano, ha raccontato come il Master frequentato alla 24ORE Business School sia stato determinante nel suo percorso di crescita professionale.
Società Benefit – quarto player nel settore delle acque minerali in Italia – conferma il proprio impegno e passione verso l’innovazione partecipando, con l’iconico marchio Ferrarelle, alla mostra “Identitalia, The Iconic Italian Brands”, un’esposizione dedicata ai brand storici che hanno segnato e continuano a segnare la storia d’Italia. Curata da Carlo Martino e Francesco Zurlo, docenti di Design all’Università La Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano, la mostra è ospitata fino al 6 aprile nell’atrio principale di Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’iniziativa, che vede la partecipazione di oltre 100 aziende, rappresenta un omaggio ai 140 anni di eccellenza dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.
Il marchio Ferrarelle in quest’occasione racconta, oltre all’iconografia di brand,un tassello della straordinaria storia industriale italiana, offrendo l’opportunità di riflettere sull’importanza del ruolo di innovatori dei brand nel contesto culturale ed economico del nostro Paese.
Il marchio Ferrarelle, con la sua lunga storia di eccellenza nel settore delle acque minerali, rappresenta un simbolo di qualità e autenticità che continua a
conquistare i consumatori: un sinonimo di tradizione ma anche di innovazione, con un continuo impegno nell’ascolto delle nuove esigenze di consumo e sostenibilità. Una storia, quella di Ferrarelle, che nel 2023 ha segnato i suoi 130 anni, celebrati con l’inaugurazione, lo scorso dicembre, dell’Archivio Storico Digitale Ferrarelle, pensato per trasportare i visitatori in un viaggio coinvolgente attraverso tre affascinanti aree tematiche: sostenibilità, storia industriale e le sue persone. L’innovativa piattaforma interattiva, l’Heritage Desk, permette al visitatore di esplorare in totale autonomia i 130 anni di storia di Ferrarelle, accedendo alla pagina https:// archiviostorico.ferrarellesb.it/, fruendo di contenuti selezionati volti a rappresentare i punti chiave che hanno fatto la storia del marchio, un vero e proprio archivio messo a disposizione dal brand che ripercorre le tappe emblematiche della storia di Ferrarelle per celebrare insieme ai fruitori i successi dell’azienda e snocciolare contenuti inediti.
Djazagro è la fiera professionale della filiera agroalimentare che dal 2003 riunisce ad Algeri tutti gli operatori algerini e internazionali di questo settore. La manifestazione prende il nome dal termine “Djazair”, che in arabo algerino significa “Algeria”, unito ad “agro”, che rappresenta il settore agroalimentare. Oltre all’area degli ingredienti, trovano un ampio spazio le tecnologie di processo e confezionamento, i materiali da imballaggio, il tema dell’igiene e della sicurezza alimentare, della manutenzione e della logistica. Dalla sua creazione, Djazagro ha acquisito sempre più notorietà e ha assistito ogni anno all’aumento del numero delle aziende espositrici così come del numero di visitatori.
Oggi, Djazagro si è affermata come una fiera altamente professionale. La prossima edizione si svolgerà da lunedì 22 aprile a giovedì 25 aprile 2024 presso il Palais des Expositions SAFEX di Algeri. Oltre al parterre espositivo, durante Djazagro sarà possibile partecipare al ricco programma collaterale di eventi, pensato sia per gli espositori che per i visitatori. Il proget-
Dal 22 al 25 aprile 2024 si aprono le porte di Djazagro, il salone per la filiera agroalimentare che si tiene annualmente ad Algeri, dove le tecnologie di processo e confezionamento per questo settore sono protagoniste. Ne abbiamo parlato con alcuni dei protagonisti di questa manifestazione: Chantal de Lamotte, direttrice di Djazagro, e alcuni degli espositori italiani che riconoscono Algeri come un’importante piattaforma per presentare le proprie soluzioni.
to Djaz’Innov è un concorso, nato nel 2022, che consente a tutti gli espositori di presentare le proprie innovazioni in termini di prodotti, servizi, attrezzature o processi: un vero palcoscenico per mostrare o scoprire le più attuali tendenze e innovazioni. Inoltre, nato sempre dal 2022, l’Agora des Experts è il
Chantal de Lamotte, direttrice di Djazagro
luogo dedicato allo svolgimento di convegni condotti da specialisti del settore, con lo scopo di fare luce sui nuovi trend di mercato. Scopriamo insieme a Chantal de Lamotte, direttrice di Djazagro, le peculiarità di questa manifestazione.
● In cosa si distingue Djazagro? Djazagro è una fiera particolare perché è molto internazionale. Abbiamo circa 700 espositori, di cui 150 algerini. La maggior parte degli espositori è europea, prima tra tutti troviamo l’Italia seguita da Francia, Svizzera, Austria e Germania. C’è un’importante apertura anche nei confronti di Cina e Turchia in virtù dei prezzi molto competitivi. I visitatori, invece, sono per il 95% algerini. Ciò significa che Djazagro è una manifestazione per il mercato locale, che guarda alle soluzioni tecnologiche offerte dai fornitori internazionali per crescere e ricominciare a esportare.
● Quale sarà il tema centrale dell’edizione 2024?
Djazagro 2024 punterà i riflettori sulla complementarietà di processo e confezionamento nella filiera
agroalimentare. Tra gli obiettivi c’è quello di dare una visibilità più forte all’imballaggio, che è un punto chiave della catena di distribuzione, a maggior ragione per un Paese che punta all’esportazione.
● Perché questa fiera è di così grande interesse per i produttori di macchine europei?
L’Algeria è un Paese molto vasto e molto dinamico, il cui centro economico è Algeri. L’obiettivo che si è prefissata è l’autonomia nella produzione alimentare locale, per poi affermarsi come Paese esportatore a livello internazionale. Le aziende algerine cercano macchine per le filiere del latte, della carne, della panificazione e dell’ortofrutta. Sono molto forti nella produzione di succhi e nella trasformazione del cioccolato, ad esempio. Per un’industria del Food & Beverage in espansione, cresce l’importanza di imballaggio, imbottigliamento ed etichettatura.
● Che feedback danno le aziende internazionali che lavorano con i produttori algerini?
In generale, il feedback è positivo. Sicuramente è di fondamentale importanza la conoscenza del mercato e coltivare le relazioni interpersonali. È importante conoscere bene anche i meccanismi di importazione e le modalità di pagamento. Ma non c’è dubbio che la filiera alimentare algerina sia un mercato di sbocco molto dinamico, ricco e interessante per i produttori di macchine europei.
● Ci può dare qualche dato sulla presenza italiana tra gli espositori?
La presenza italiana a Djazagro è forte e abbastanza fedele già da qualche anno, a testimonianza dell’interesse delle aziende italiane per il mercato algerino. Per l’edizione 2024 attendiamo circa 100 aziende italiane, che esporranno nel padiglione nazionale per l’Italia oppure individualmente.
● Cosa rappresenta per Navatta Group la partecipazione a Djazagro? Che opportunità di business può offrire il mercato algerino?
La fiera Djazagro è tra le più importanti per l’Algeria poiché al suo interno è possibile trovare le più moderne tecnologie, i macchinari e il know-how del settore dell’agroalimentare. L’Algeria vanta una posizione geografica strategica e si pone come crocevia di tre mondi – quello mediterraneo, quello arabo e quello africano – affermandosi indiscutibilmente quale principale riferimento del Maghreb. Navatta Group, azienda produttrice di macchine e linee per la trasformazione di pomodoro, frutta e vegetali, ad oggi presente in tutto il mondo con più di 550 clienti soddisfatti in vari continenti e innumerevoli brevetti, ha un grande interesse in questo paese nel quale vanta numerosi rapporti con clienti già acquisiti e con nuovi potenziali clienti per progetti che si confida vengano realizzati. Non si può tralasciare, poi, che nel 2022 l’Italia ha realizzato circa 2,3 miliardi di esportazioni verso l’Algeria e che questi dati sono in costante crescita.
● Come risponde il gruppo alle esigenze delle aziende algerine? Per quale comparto del Food & Beverage è maggiormente richiesta la tecnologia Navatta Group?
Navatta Group incontra le esigenze delle aziende algerine fornendo linee complete per la produzione di purea di frutta mediterranea, linee per la produzione di doppio concentrato di Harissa e concentrato di pomodoro, impianti di rilavorazione del concentrato di pomodoro volti per esempio a produrre ketchup in bustine, estrattori di succo di pomodoro e turbo-torchi brevettati; questi ultimi consentono un elevato recupero di succo di circa il 50% dagli scarti di pomodoro,riducendo gli sprechi di succo e quindi ottimizzando i profitti della campagna. Nel beverage la tecnologia Navatta riguarda linee complete per la produzione di purea di frutta.
● Cosa rappresenta per il Gruppo SMI la partecipazione a Djazagro? Che opportunità di business può offrire il mercato algerino? Il mercato algerino è per SMI un mercato estremamente rilevante, come dimostra anche il parco macchine di quasi 500 unità. L’Algeria costituisce indubbiamente per SMI un’area geografica di riferimento all’interno del continente africano e un punto focale per le vendite di linee di imbottigliamento di velocità bassa e media. Il mercato algerino è caratterizzato dalla presenza di una pluralità di produttori medi e medio-grandi che riconoscono in SMI il partner ideale per produzioni fino a 40.000 bph. Il settore principale cui le soluzioni SMI vengono destinate in Algeria è l’acqua, anche se recentemente hanno registrato un incremento considerevole anche i settori di CSD (Carbonated Soft Drinks) e succo. Sulla base di questi elementi, la fiera Djazagro rappresenta per SMI un evento chiave per acquisire nuovi clienti e consolidare i rapporti con quelli esistenti.
● Il beverage costituisce il core business di SMI. Quali sono le tendenze e le esigenze che, secondo voi, delineano questo settore in Algeria?
Il beverage rappresenta in Algeria un mercato vasto, dove alcuni grandi produttori e una moltitudine di manufacturers più piccoli convivono, specie nel settore del CSD. La forte crescita economica del Paese sta sostenendo il settore privato; questo incoraggia molti investitori ad espandere il proprio business e vari produttori, che operano in settori affini (come quello alimentare), ad estendere la propria produzione anche all’industria del beverage. L’esigenza primaria per i clienti è costituita dall’affidabilità delle soluzioni e dei fornitori. Ruolo estremamente decisivo è inoltre rivestito dall’efficienza del servizio tecnico post vendita, che SMI è in grado di garantire grazie ad un proprio partner locale che collabora con SMI da quasi un decennio e che vanta 11 tecnici e un vasto stock di ricambi.
● Cosa rappresenta per SIPA la partecipazione a Djazagro? Che opportunità di business può offrire il mercato algerino?
Djazagro è la fiera di riferimento per SIPA nel Magreb, è il miglior punto di incontro con il mercato dove mostrare le innovazioni tecnologiche e di packaging che SIPA introduce sul mercato da ormai 40 anni.
● SIPA progetta, produce e vende in tutto il mondo tecnologie per produzione, riempimento e confezionamento secondario di contenitori in PET per tutti i settori. Quali sono le richieste delle aziende algerine in questo ambito?
Il mercato Algerino e del Magreb in generale ha necessità molto varie, le richieste spaziano dal sistema per la produzione di preforme alla linea ad alta velocità per l’imbottigliamento dell’acqua o di bevande gasate, dalla tecnologia per la produzione di vasetti in PET per il food allo sviluppo di soluzioni di packaging in PET sostenibili e innovative. Il nostro portafoglio copre tutte le casistiche sopra riportate facendo del Djazagro e del mercato Algerino in generale il partner perfetto per la crescita di SIPA.
L’UE rappresenta il 49,2% delle importazioni e il 68,3% delle esportazioni algerine. Nel 2017 è stato lanciato un programma di cooperazione algerino-europeo denominato: Programma d’azione per lo sviluppo rurale e l’agricoltura in Algeria (PAP-ENPARD-Algeria). Con un importo di 20 milioni di euro finanziati equamente tra Algeria e Unione Europea, il programma mira a sostenere la strategia di diversificazione dell’economia algerina e di rilancio dei territori rurali attraverso attività produttive in un’ottica di aumento del reddito e dell’occupazione. Tuttavia, la Cina è il principale fornitore dell’Algeria (16%), davanti a Francia (10,5%), Italia (9,4%), Spagna (7,6%), Germania (6,6%), Stati Uniti (5,3%), Turchia (4%). , Argentina (2,5%), Repubblica di Corea (2,3%), Brasile (2,2%).
L’Algeria è il terzo importatore di pro-
Situata al crocevia di tre mondi – mediterraneo, arabo e africano – l’Algeria occupa una posizione geografica strategica. Oggi è la terza economia più grande della regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA).
dotti alimentari nel continente africano, per un totale di 2.872.711 milioni di euro. I ricavi del mercato alimentare algerino ammontano a 10.775 milioni di euro nel 2022. Il segmento più grande del mercato è quello dei dolciumi e degli snack, con un volume di mercato di 2.402 milioni di euro. Il fatturato del mercato delle bevande analcoliche, invece, ammonta a 1.886 milioni di euro nel 2022. Il segmento più grande di questo mercato è quello delle bevande gassate con un volume di mercato di 1.383 milioni di euro nel 2022. I ricavi del mercato delle bevande calde ammontano a 2.642 milioni di euro nel 2022. Si prevede che il mercato crescerà a un tasso annuo dello 0,61% (CAGR 2022-2025). Il segmento più grande del comparto è il caffè, con un volume di mercato di 2.147 milioni di euro nel 2022.
I beni alimentari rappresentano in media il 42% del budget familiare al-
gerino, destinato ad acquistare principalmente prodotti di base e poco trasformati. Il Governo, infatti, mantiene i beni di prima necessità quali zucchero, olio di semi, pane, semola e latte pastorizzato in busta a livelli di prezzo molto bassi. Pertanto il loro consumo rimane molto elevato. Bisogna però tenere conto anche dello sviluppo della classe media, più esigente riguardo alla qualità, alla disponibilità e alla praticità dei prodotti che consuma.
Il settore agroalimentare algerino avrà la possibilità di evolversi molto più rapidamente quando la distribuzione moderna sarà sufficientemente sviluppata. Mentre le aziende di grandi e medie dimensioni si stanno modernizzando, molte piccole imprese non padroneggiano ancora i processi, la tracciabilità, l’imballaggio e gli standard internazionali. L’obiettivo primario dell’Algeria oggi è quello di sviluppare la produzione locale per migliorare il tasso di autosufficienza nell’ambito dei prodotti di largo consumo. In secondo luogo, quando questa produzione soddisferà gli standard internazionali, le aziende algerine potranno iniziare ad esportare. Oggi in Europa c’è una domanda di prodotti tipicamente algerini, che apre nuove opportunità per i grandi gruppi dell’Algeria già pronti ad esportare.
Fonte: www.djazagro.com
● Hispack riprende a crescere, con un’offerta altamente rappresentativa dell’industria spagnola del packaging grazie alla presenza di aziende leader. Quali sono i grandi numeri dell’edizione di quest’anno?
Speriamo di ospitare più di 720 espositori diretti e 1.250 marchi rappresentati, occupando circa 36.000 m2 netti nel quartiere espositivo Gran Via. Quest’anno Hispack crescerà del 26% in termini di espositori e del 12% in spazio espositivo occupato rispetto al 2022. Da notare che il 31% delle aziende partecipa per la prima volta a Hispack. Abbiamo anche la presenza di aziende da 27 Paesi. Quasi un terzo dei nostri espositori è internazionale. Dopo la Spagna, Turchia, Italia, Germania, Cina e Francia sono i Paesi che contribuiscono con il maggior numero di espositori a Hispack 2024.
● Qual è l’obiettivo in termini di visitatori?
Ci aspettiamo di richiamare più di 27.000 partecipanti alla fiera. Ma in questo ambito, ci siamo posti obiettivi qualitativi piuttosto che quantitativi. Vogliamo ricevere soprattutto i professionisti che già conoscono la manifestazione perché hanno partecipato alle edizioni precedenti. E allo stesso tempo, miriamo ad aumentare i visitatori delle aziende che utilizzano soluzioni di imballaggio provenienti da diverse comunità autonome spagnole –tra cui molte PMI – che sono rilevanti per il loro livello di fatturato e che non hanno mai partecipato alla fiera. In questo modo cerchiamo di espandere la copertura nazionale, il raggio d’azione e il profilo qualitativo dei nostri visitatori. A livello internazionale ci aspettiamo che il 10% dei visitatori provenga dai mercati esteri.
● Su cosa puntano i riflettori gli espositori di Hispack?
Hispack è una fiera di stampo industriale. Il 60% della sua potente offerta
Dal 7 al 10 maggio a Barcellona si terrà Hispack, la grande fiera spagnola dedicata all’imballaggio, al processo e alla logistica, che quest’anno registrerà un’importante crescita. Le filiere di tutti i settori industriali troveranno soluzioni personalizzate nelle tecnologie di processo, imbottigliamento, confezionamento, logistica e movimentazione per ogni tipo di prodotto. Xavier Pascual, direttore di Hispack, svela alcune peculiarità dell’edizione 2024..
è costituita da macchinari di processo e confezionamento in funzione, linee di imbottigliamento, sistemi di codifica ed etichettatura, nonché soluzioni di automazione, robotica e logistica personalizzabili per diversi settori. Molto numerosa anche la partecipazione (che rappresenta il 40% degli espositori in fiera) di aziende con soluzioni per l’imballaggio secondario e terziario di prodotti industriali che rendono più efficiente la filiera, oltre a materiali, innovazioni, imballaggi primari, astucci, sistemi di chiusura, elementi di dosaggio o POS per diversi
settori come food, beverage, cosmetici e profumeria, farmaceutica, automotive, edilizia, chimica, distribuzione, vendita al dettaglio e commercio online.
● Qual è il profilo del visitatore di Hispack?
La trasversalità del packaging si riflette nella diversità dei profili professionali che ci visitano. Oltre alle posizioni dirigenziali, partecipano professionisti dei dipartimenti acquisti, ricerca e sviluppo, qualità, sostenibilità, marketing e logistica. Un’alta percentuale è costituita da tecnici provenienti dalla fabbrica e dalle aree di produzione. E ci sono designer, pubblicitari, tipografi, rappresentanti della grande distribuzione, rivenditori... Per quanto riguarda i settori di provenienza, sono tutti rappresentati. Spicca soprattutto il settore food & beverage, che è il principale consumatore di imballaggi. Ma sono molto importanti anche la cosmetica, la profumeria, la farmaceutica, la chimica, l’automotive e l’elettronica di consumo.
● Quali sono le peculiarità di Hispack 2024?
Leadership e copertura completa del mercato del packaging, con un’offerta commerciale di qualità e presenza di marchi leader. Inoltre, c’è la sua capacità di attrarre visitatori nazionali e internazionali. Per tutti questi motivi, Hispack è un punto d’incontro fondamentale per il settore spagnolo del packaging dove si generano proficue opportunità di business, numerosi contatti commerciali e di collaborazione e un prezioso scambio di informazioni che facilita la conoscenza e la comprensione del momento attuale del packaging, profondamente segnato da cambiamenti normativi, sostenibilità e digitalizzazione.
● Quali novità caratterizzano l’edizione di quest’anno?
Più spazi di networking, un’agenda di
attività personalizzata in base ai diversi profili professionali presenti in fiera e un programma di attenzione specifico per i visitatori internazionali con l’obiettivo di mettere in risalto le soluzioni e le tecnologie di imballaggio spagnole e contribuire all’incremento delle esportazioni. Illustreremo ai buyer invitati e ai visitatori internazionali della fiera le storie di successo dei produttori spagnoli di macchinari e materiali per l’imballaggio, insieme ai clienti che hanno implementato queste soluzioni e che potranno raccontare in prima persona i risultati ottenuti. A complemento, organizziamo un Brokerage Event in cui espositori e visitatori, nazionali e internazionali, potranno interagire e generare opportunità di business attraverso brevi incontri, precedentemente programmati attraverso una piattaforma online disponibile sul nostro sito web.
● Quali sono i punti più interessanti del programma di attività? Ci saranno nuove iniziative rispetto alla scorsa edizione?
Hispack promuove un calendario annuale con oltre 60 attività intersettoriali svolte in tutta la Spagna, esaminando il mondo dell’imballaggio e il suo impatto sui settori come quello alimentare e del beverage, nonché in campi come quello del consumo di massa o dei beni industriali per mantenere la community aggiornata sulle ultime tendenze. Avremo ancora una volta lo spazio “Unboxing” con circa 40 presentazioni incentrate
sul tema della sostenibilità. Tornerà anche il programma “Best in class”, che premierà quattro aziende internazionali con una storia di successo di trasformazione di prodotto e processo grazie al packaging. Tra questi ci saranno due aziende giapponesi. In questo senso, come novità, dedicheremo una giornata alla conoscenza dell’industria giapponese dell’imballaggio, attivando canali di scambio di informazioni e di cooperazione industriale. Stiamo inoltre lanciando l’“Engineers Day”, una giornata esclusiva con conferenze e opportunità di networking per i professionisti dell’ingegneria, un gruppo essenziale nel settore dell’imballaggio. Non mancheranno convegni e attività organizzate da associazioni ed enti e proporremo
ai visitatori percorsi tematici sulla circolarità, sul design o sull’automazione per rendere visibili e spiegare le innovazioni presentate in questi ambiti. Infine, presenteremo i Liderpack Awards e celebreremo ancora una volta il Packaging Festival aperto a tutti gli espositori e visitatori.
● La sostenibilità è il principale vettore di innovazione nel settore del packaging. Cosa chiedono le industrie utilizzatrici?
La domanda di soluzioni di imballaggio sostenibili sta aumentando in modo esponenziale in tutti i settori. Le ultime modifiche normative che influiscono sugli imballaggi impongono alle aziende di adattare più rapidamente i propri contenitori e imballaggi ai nuovi requisiti inquadrati nel paradigma dell’economia circolare. È vero che esistono tassi di adattamento diversi a seconda delle dimensioni delle imprese. Tuttavia, l’industria del packaging da anni si sta rinnovando per raggiungere importanti traguardi nel campo della sostenibilità che oggi sono una realtà, in tutti gli ambiti aziendali: nuove materie prime, utilizzo dei materiali (riduzione, riciclo, riutilizzo), eco-design, processi produttivi e distributivi più efficienti, gestione dei rifiuti, analisi dell’intero ciclo di vita del prodotto per implementare la soluzione di imballaggio più sostenibile. E tutto questo sarà a Hispack.
Raggiunti gli obiettivi espositivi per Vinitaly 2024: c’è tutto il made in Italy enologico da tutte le regioni italiane e da oltre 30 nazioni alla 56esima edizione della manifestazione in programma a Verona dal 14 al 17 aprile.
Ilquartiere fieristico di Veronafiere, di oltre 180mila mq netti, è pronto a diventare l’agorà internazionale del wine business per 4.000 cantine già confermate. Una partecipazione espositiva consolidata che conferma la centralità del salone internazionale del vino e dei distillati sempre più targetizzato sulle esigenze delle imprese e sulla promozione del settore in Italia e sui mercati esteri, storici ed emergenti. Va in questa direzione anche il nuovo piano strategico di Veronafiere “One 2024-2026” che contempla un rafforzamento ulteriore della mission di Vinitaly volta ad amplificare la piattaforma promozionale del brand per garantire, al contempo, investimenti per l’incoming sulla manifestazione e sul prodotto italiano nelle piazze export più strategiche, grazie a un radicamento di Veronafiere ancora più capillare proprio in quelle aree. Prosegue, inoltre, il percorso di selezione qualitativa degli operatori avviato per la 55^ edizione del 2023, con un programma straordinario di recruiting che portò a Verona 29.600 operatori internazionali da 143 nazioni (su un com-
plessivo di 93mila presenze), di cui oltre mille top buyer scelti e ospitati da Veronafiere e ICE-Agenzia. Sono stati 11mila gli appuntamenti pianificati tra espositori e buyer sulla piattaforma Vinitaly Plus, a cui si sono aggiunti quelli fissati direttamente tra aziende e operatori.
In contemporanea a Vinitaly 2024 anche SOL International olive oil trade show, Xcellent Beers ed Enolitech, salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra. Con le tre rassegne, il numero delle aziende presenti nei 17 padiglioni della fiera sale a quasi 4.300.
Enolitech
Taglia il traguardo della 25esima edizione Enolitech, il salone internazionale dedicato all’innovazione tecnologica applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage, che per l’occasione si espande di oltre 3.000 mq, raggiungendo quota 7.600 metri quadri (padiglione F). Circa 150 gli espositori confermati, di cui il 10% provenienti dall’estero in particolare da Cina, Spagna, Francia, Ungheria, Taiwan e Polonia.
SOL International olive oil trade show La 28esima edizione di Sol torna alle origini, trasformandosi in International Olive Oil Trade Show, padiglione dedicato esclusivamente all’olio di oliva. Obiettivo: creare ulteriori opportunità commerciali con iniziative mirate, migliorare il posizionamento di quelle esistenti e incrementare la partecipazione di espositori e visitatori professionali. Tra le novità, l’ampliamento della merceologia in esposizione, a partire dai derivati dell’oro verde, come le olive da tavola, i sott’oli, le paste spalmabili a base di olio EVO, fino agli oli aromatizzati, i prodotti per la cosmesi e quelli nutraceutici. Cambiamenti in atto anche per il Concorso Internazionale Sol d’Oro, giunto alla 22esima edizione (Verona, 11/18 marzo 2024), che si svolgerà in modalità “blind tasting” con una giuria qualificata e di provenienza internazionale, posizionandosi tra i concorsi più selettivi nella sua categoria.
Vinitaly Design Award
Si rinnova il Vinitaly Design International Packaging Competition, il premio destinato al miglior packaging che – in occasione della 28esima edizione – cambia la sua veste in Vinitaly Design Award. Oltre al naming, le novità investono anche il regolamento del concorso che presenta un nuovo format con modifiche nel sistema di votazione.
La manifestazione si prepara a una grande edizione all’insegna dell’attenzione all’ambiente, dell’evoluzione tecnologica e della professionalizzazione. L’appuntamento con Venditalia 2024 è dal 15 al 18 maggio nei padiglioni 8-12 di Rho e sarà il primo evento ospitato da Fiera Milano a calcolare e compensare la sua impronta carbonica.
Fervono i preparativi per la prossima edizione di Venditalia, la manifestazione internazionale di riferimento per la distribuzione automatica, in programma dal 15 al 18 maggio 2024 nell’innovativo quartiere Fieramilano Rho.
“Per l’edizione 2024 della manifestazione, che si trasferirà nel più ampio polo fieristico di Fieramilano Rho, – spiega Ernesto Piloni Presidente di Venditalia – puntiamo a superare il successo e i numeri record del 2022: 300 espositori su 14mila metri quadrati di superficie espositiva e 20.000 visitatori. L’edizione 2024 infatti punterà sull’internazionalizzazione allargando la presenza ad espositori e buyer da Cina e Giappone (Asia), USA, Middle East e Nord Africa”. Organizzata da Venditalia Servizi e promossa da Confida, Associazione Italiana della Distribuzione Automatica, Venditalia può già oggi contare su un ampio numero di espositori, oltre 250, per il 33% esteri.
La crescita del vending
La manifestazione ha luogo in un momento particolarmente propizio per il mercato: il settore del vending, infatti, continua a correre. In Italia nel 2023 erano quasi 4mila (3.742) le attività del settore, (+1,5% rispetto al 2022; fonte: elaborazione del Registro delle Imprese per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, sui dati del quarto trimestre 2023).
Le vending machine installate nel nostro Paese hanno superato le 835 mila unità e le consumazioni si sono attestate a circa 4 miliardi per un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro. La Lombardia, con
le sue 478 imprese del vending, rimane al primo posto e si conferma la vending valley italiana, con un peso del 13% sul totale nazionale. Milano, con 208 imprese, è la seconda città per numero di imprese dopo Roma (con 249 aziende).
Concretamente sostenibile Venditalia porterà in manifestazione il meglio della produzione di macchine, servizi e prodotti, che si caratterizzano tutti per la forte carica innovativa, ma con una particolare attenzione al tema della sostenibilità.
Proprio per essere all’altezza degli standard del suo settore su questo tema ormai fondamentale, Venditalia ha avviato il calcolo dell’impronta carbonica della manifestazione, con la collaborazione di Fiera Milano. Si tratta del primo evento ospitato nei quartieri della società fieristica ad avviare questo tipo di procedura, che coinvolge tutta la filiera produttiva della manifestazione, dall’ingaggio dell’espositore allo smantellamento. Grazie all’esperienza di Fiera Milano, infatti, che già da tempo ha avviato il calcolo dell’impronta carbonica di alcune manifestazioni direttamente organizzate, è stato possibile calcolare le emissioni dell’ultima edizione di Venditalia.
Il calcolo è stato effettuato tenendo conto delle attività pre-manifestazione (conteggiando, ad
esempio, strutture e materiali), durante l’evento (dove forte impatto ha avuto la mobilità visitatori ed espositori) e post-manifestazione (dove forte influenza hanno avuto i rifiuti).
Partendo da questa prima misurazione, l’obiettivo sarà avviare un circolo virtuoso di monitoraggio delle emissioni generate edizione dopo edizione e intraprendere iniziative di efficientamento circoscritte a specifiche fonti emissive. Venditalia e Confida hanno, per questo, già avviato una serie di attività per sensibilizzare espositori e allestitori a realizzare concretamente comportamenti utili alla diminuzione dell’impronta carbonica.
La manifestazione non sarà soltanto un momento di business, ma anche un’occasione di formazione per tutti gli operatori. Non mancheranno infatti convegni e workshop sulle dinamiche di settore e sulle novità tecnologiche proposte dagli espositori. In un contesto in rapida evoluzione come quello del vending, infatti, la professionalizzazione di tutti gli addetti è fondamentale per restare competitivi e guardare alle nuove sfide del comparto con consapevolezza.
Dodicesima edizione per SPS Italia. La manifestazione dell’automazione e del digitale per l’industria intelligente e sostenibile è in programma a Parma dal 28 al 30 maggio 2024. Come da tradizione la fiera viene preceduta da SPS Italia On Tour, la rassegna di incontri sul territorio per parlare di trasformazione digitale. Tre le tappe per il 2024: Ancona (che si è svolta il 7 febbraio, Teatro delle Muse), Padova (in programma 27 marzo, Competence Center Smact) e Torino (in programma il 17 aprile, Competence Center CIM4.0).
28-30 maggio, nel vivo di SPS Italia
A fine maggio nel quartiere espositivo di Fiere di Parma sei padiglioni presentano le soluzioni più all’avanguardia per il comparto manifatturiero.
A guidare il visitatore nel panorama delle nuove tecnologie c’è District 4.0, il percorso con demo funzionanti di robotica e meccatronica, Industrial IT & AI, Additive Manufacturing. Sustainable Innovation, all’ingresso del padiglione 4, apre l’itinerario con un’area dedicata alle soluzioni per la transizione green e l’energy efficiency. Sarà adiacente alla stampa 3D industriale, due ambiti con ampie potenzialità nella riduzione degli sprechi e la salvaguardia del pianeta. Al centro degli eventi, nelle arene Industry, Tech e Next, i principali trend del sistema industriale: intelligenza artificiale, Industry 5.0, sostenibilità, per citarne alcuni. Focus sul settore dell’additive manufacturing nel seminario Discover 3D Printing, secondo il format ideato da ACAM – Aachen Center for Additive Manufacturing e Formnext. Tra le novità di SPS Italia 2024 c’è la pubblicazione della seconda edizione del Position Paper. Un progetto a cui lavora il Comitato Scientifico della
È iniziato il percorso di avvicinamento all’edizione 2024 della fiera dedicata all’automazione e al digitale per l’industria intelligente e sostenibile. AI, green manufacturing e nuove competenze le tematiche in primo piano.
manifestazione, composto da oltre 150 realtà produttive italiane, per offrire linee guida utili alla comprensione dell’evoluzione tecnologica e digitale.
“Education” per i professionisti del futuro Nell’ambito di District 4.0, con accesso dedicato nel padiglione 8, la nuova area “Education” si rivolge alle generazioni che nei prossimi anni entreranno nella fabbrica digitalizzata. Uno spazio in continuità con l’impegno di SPS Italia nell’accorciare le distanze tra scuola e industria. L’Arena Next sarà palcoscenico di incontri e laboratori organizzati da espositori e partner rivolti ai ragazzi di università e istituti tecnici. Prosegue l’iniziativa “Lezioni in fiera” come risposta concreta al mismatch delle competenze. Sempre attivo il Live Streaming per le scuole in occasione degli incontri di SPS Italia On Tour.
Dalle start-up nuove idee per il manifatturiero Al mondo delle Start-Up e delle PMI innovative, presenti con un’area espositiva nel padiglione 7, è dedicata SPS Italia Up Challenge, una nuova competizione che premia con uno stand in fiera le cinque realtà con i progetti più interessanti in ambito manifattu-
riero. In questo contesto si inserisce anche Access2Tech South. L’Arena Next ospiterà l’iniziativa sviluppata da EIT Manufacturing con il supporto di SPS Italia per mettere in contatto le principali aziende presenti in fiera con le startup manifatturiere europee più performanti e innovative.
Con She SPS Italia, la fiera affronta la questione del gender gap, che nel mondo industriale risulta ancora ampio da colmare. Un progetto per diffondere storie di mentorship al femminile ed evidenziare le opportunità legate alle figure professionali emergenti. SPS Italia ha istituito un premio e creato sinergie con associazioni, docenti universitarie e community di riferimento, con la comune volontà di promuovere il cambiamento.
SPS Italia si impegna a favore della sostenibilità in collaborazione con One Ocean Foundation, fondazione senza scopo di lucro nata con l’obiettivo di accelerare soluzioni per le problematiche dell’oceano e di promuovere una blue economy sostenibile. La fiera supporta attivamente il progetto “NoPlasticIntheOcean” per contrastare l’inquinamento marino derivante da plastica e microplastica in paesi in via di sviluppo. L’impegno è di raccogliere cinque tonnellate di plastica nel 2024.
Taglia il traguardo delle 30 edizioni Simei, il salone di Unione italiana vini (Uiv) che, dal 12 al 15 novembre, festeggerà a Fiera Milano (Rho) i 60 anni di storia della rassegna biennale. In vetrina, il meglio della tecnologia applicata alla filiera vitivinicola e al beverage, dalla vigna alla cantina e dall’imbottigliamento all’etichettatura fino al bicchiere, per un’edizione tutta dedicata a intercettare, proprio attraverso l’innovazione tecnologica e di prodotto, i gusti dei nuovi consumatori.
Ricca
offerta merceologica
Con una panoramica trasversale su innovazioni e processi in enologia, liquid food, olio, birra e spirits, Simei 2024 si presenta ancora più ricco sia sul fronte del programma che dell’offerta merceologica. Oltre alla partnership con Distillo (fiera dedicata alle attrezzature per le micro-distillerie che terrà la sua terza edizione proprio all’interno del salone), debutta a Simei anche la prima edizione di Beer Forum, gli “stati generali” della birra in Italia. Organizzato da Luca Grandi di Birra Nostra, realtà
Appuntamento dal 12 al 15 novembre 2024 a Fiera Milano per la 30esima edizione di Simei, il salone internazionale di riferimento per le macchine per enologia e imbottigliamento. I riflettori saranno puntati sulle tecnologie per intercettare nuovi trend di consumo.
nata nel 2007 per promuovere la birra artigianale made in Italy di qualità, il Beer Forum vuole rappresentare – attraverso incontri, conferenze, masterclass e degustazioni nei quattro giorni di manifestazione – l’occasione per conoscere meglio lo stato e l’evoluzione del comparto brassicolo italiano. Novità anche sul fronte olivicolo con “L’Oleoteca di Olio Officina”, uno spazio curato dall’omonimo Osservatorio sul mondo degli oli da olive diretto da Luigi Caricato, che porterà a Simei una mostra sui migliori esempi di design e packaging degli oli, oltre a un ciclo
di incontri sul tema rivisto in chiave green. Non manca infine l’appuntamento con l’ormai tradizionale Innovation Challenge, il concorso che premia le novità tecnologiche del settore con i riconoscimenti “Technology Innovation Award”, “New Technology” e “Green Innovation Award”.
Con 480 espositori, 25.500 metri quadri espositivi e oltre 30mila presenze registrate nell’edizione 2022, tra cui 450 delegati esteri invitati da Unione Italiana Vini e Agenzia ICE, il salone è sempre più l’appuntamento di riferimento per un comparto – ad alto tasso tecnologico e di internazionalizzazione – cruciale del made in Italy che vale più di 3 miliardi di euro, un momento di analisi e confronto sullo stato dell’arte e le politiche di settore. L’edizione 2022 ha ospitato, oltre alle premiazioni dell’Innovation Challenge “Lucio Mastroberardino” Simei 2022 e dell’Iga Beer Challenge, 40 iniziative in calendario tra convegni, tavole rotonde e caffè di approfondimento in partnership, tra gli altri, con The Sustainable Wine Roundtable (SWR), Assoenologi, Craft Distilling Italy e le Donne del vino.
“Abbiamo registrato un terzo dei visitatori dall’estero – ha spiegato Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana vini – in rappresentanza di 50 Paesi in tutto il mondo, confermando la spiccata vocazione internazionale di un settore che realizza il 70% del suo fatturato all’estero. È stata una ripartenza sprint, che conferma Simei come la manifestazione leader per la tecnologia del wine & beverage, un luogo di business e networking per un comparto cruciale del made in Italy che vale più di 3 miliardi di euro, ma anche un incubatore di riflessioni e input per le politiche di settore, a partire dal tema della sostenibilità, trasversale a tutto l’evento”.
Colonia
19-22 marzo 2024
Fiera internazionale per il processo e confezionamento del Food&Beverage www.anugafoodtec.com
Verona
14-17 aprile 2024
Salone internazionale dei vini e distillati www.vinitaly.com
Milano
15-17 maggio 2024
Fiera internazionale della distribuzione automatica www.venditalia.com
Barcellona, 7-10 maggio 2024
Salone dedicato al packaging, al processo e alla logistica www.hispack.com
Milano
21-23 maggio 2024
Fiera del packaging di lusso www.packagingpremiere.it
Parma
28-30 maggio 2024
Fiera dell’automazione e del digitale per l’industria www.spsitalia.it
Monte Carlo
30 settembre - 2 ottobre 2024
Salone internazionale del packaging di lusso www.luxepackmonaco.com
Trieste
24-26 ottobre 2024
Fiera di riferimento per l’industria del caffé espresso www.triestespresso.it
Parigi
4-7 novembre 2024
Fiera per il packaging, il processing, il printing e la logistica www.all4pack.com
Rimini
5-8 novembre 2024
Evento europeo per la transizione ecologica, l’economia circolare e rigenerativa www.ecomondo.com
Milano
12-15 novembre 2024
Salone internazionale delle macchine per enologia e imbottigliamento www.simei.it
Bordeaux
26-28 novembre 2024
Salone internazionale per le filiere vitivinicola, arboricola e orticola
www.vinitech-sifel.com
Norimberga
26-28 novembre 2024
Fiera internazionale dei beni strumentali per l’industria delle bevande www.braubeviale.de
Bologna
15-16 gennaio 2025
Salone internazionale della marca del distributore www.marca.bolognafiere.it
Berlino
5-7 febbraio 2025
Salone internazionale del settore ortofrutticolo www.fruitlogistica.com
Rimini
16-18 febbraio 2025
Fiera professionale per le tecnologie per birre e bevande www.bbtechexpo.com
TheVendingExpo
Venditalia, il più importante Salone del Vending, rappresenta un’opportunità unica per scoprire le ultime novità del settore e un’occasione concreta per incontrare i protagonisti del Vending internazionale. Vi aspettiamo a Fieramilano Rho, un quartiere fieristico all’avanguardia, in grado di soddisfare ogni esigenza degli espositori grazie ai numerosi servizi a disposizione. La location ideale dove fare business.
32.000 mq Superficie Espositiva
300 Espositori (26% internazionali)
15.000 Visitatori (31% internazionali)
100 Paesi Partecipanti organizzato da promosso da