Anno XXV | N.
2 | Maggio-Giugno 2021
Beverage Technologies BEVERAGE MACHINES
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Sommario Primo Piano 4 6 7 8
Acque minerali, eccellenza del beverage italiano San Benedetto, nuova bottiglia ecogreen Sanpellegrino punta sulla carbon neutrality Levissima, la natura nell’acqua e nel packaging
SpotLight
10 Growth and trends of the European bottled water market
Mercato
12 Macchine per plastica e gomme, gli ordini tornano a crescere 13 La marca del distributore guida il rilancio sostenibile 14 La distribuzione automatica verso l’innovazione
Dossier 16 La continua evoluzione della robotica 17 Manufacturing robots, a growing market 18 Mercato imprevedibile? Produzione adattiva! 19 Kenos di Piab, sistemi di presa a vuoto 20 ABB, una nuova generazione di cobot
BM BEVERAGE MACHINES
Focus
22 Caffè: vincono capsule, green e bean to cup 23 Nespresso presenta la nuova limited edition
37 High demand on the Indian spirits market 38 Australia’s beverage industry, evolution and impact on PET use 39 Hard seltzers drive beverage alcohol market in the USA
Tech Trends
Aziende&Strategie
26 Artificial Intelligence, packaging wants to upskill
Beverage&Ambiente 28 L’Agricoltura Positiva di Pepsico 30 Energia efficiente e sostenibile per il beverage biologico 31 Sicurezza alimentare e ambiente, crescono le preoccupazioni 32 Imballaggi in acciaio, italiani sempre più virtuosi
Beer Award
34 Impatto zero e riconoscibilità per i concorsi Solobirra 35 La birra Doppio Malto sul podio di European Beer Star 2020
Global Markets 36 German beer, significant losses in 2020
40 Birra Peroni: moderna, innovative e sostenibile 42 Smart Packaging Hub, innovazione e digitalizzazione nel Food & Beverage 44 Birrificio Octopus-Bräu punta sulla stampante per etichette a colori di Primera
Prodotti&Tecnologie 46 Siemens, un partner a supporto dell’industria del packaging 48 Modular SL di P.E. Labellers: una, nessuna e centomila 49 Pelliconi personalizza i tappi a corona con la stampa digitale 50 TSC Printronix Auto ID rivoluziona il mondo della stampa industriale 51 Vision, il nuovo fusore ad alta efficienza energetica 52 Phoenix Contact, la digitalizzazione al servizio della sicurezza 53 Labelx RM, etichettatura automatica alla massima potenza
Beverage Machines è parte del NETWORK
Grafica e impaginazione Amalia Pari
BEVERAGE TECHNOLOGIES
Stampa e confezione Ancora Arti Grafiche - Milano Costo produzione copia � 1,50
Rassegna Grafica
FM
ANNO XXV | N. 2 MAGGIO-GIUGNO 2021
Direttore Responsabile Gisella Bertini Coordinamento editoriale Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Marketing e Vendita Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu Redazione Chiara Bezzi Chiara Riccardi
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Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno + 2 Food Machines. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 � - Europa 70 � Gestione Editoriale
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Via Teocrito 47 - 20128 Milano Tel. 02252071 - Fax 0227000692 info@innovativepress.eu
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Rassegna dell’imballaggio
Food Machines
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Primo Piano Secondo il Mineral Water Monitor, l’Osservatorio di Nomisma dedicato al mercato delle acque minerali, dopo una crescita che durava ininterrottamente da oltre dieci anni (+101% tra il 2010 e il 2019), le vendite oltre frontiera delle nostre acque hanno subito una battuta d’arresto dell’11% (a valore), una perdita inferiore rispetto alla Francia. Stabili le vendite nella GDO italiana mentre esplode l’ecommerce, che raddoppia il giro d’affari.
ACQUE MINERALI eccellenza del beverage italiano “S
ebbene il giro d’affari non possa essere paragonato a quello del vino (3 miliardi di euro contro 11), il settore italiano delle acque minerali rappresenta indubbiamente una delle eccellenze del food & beverage italiano”, spiega Emanuele di Faustino. Lo dimostrano soprattutto i tassi di crescita delle vendite all’estero: secondo il Mineral Water Monitor, infatti, tra il 2010 e il 2019 l’export di acque minerali italiane è praticamente raddoppiato a valore (+101%). Si tratta di una cifra importante, soprattutto se paragonata agli altri top prodotti alimentari made in Italy. Le acque minerali, infatti, hanno performato meglio dei formaggi (il cui export ha registrato un incremento del 93%), dei vini (+64%) e anche della pasta (+49%). Solo l’export del caffè ha registrato performance migliori con una crescita del 119%.
I principali competitor dell’Italia nell’export
L’Italia riveste un ruolo importante nel mercato delle acque minerali, tanto da posizionarsi al secondo posto tra i Paesi esportatori con 539 milioni di euro di export
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nel 2020. Tra i top exporter mondiali ci sono anche la Francia, che è al primo posto con 651 milioni, le Fiji, per le quali – in assenza di dati disponibili al 2020 – sono stati riportati i 121 milioni del 2019, e la Georgia con 101 milioni di euro. Le acque minerali delle Fiji, infatti, sono molto apprezzate dagli Stati Uniti, mentre quelle della Georgia hanno un buon mercato in Russia. Anche il Belgio viene annoverato tra i top esportatori, ma gioca principalmente un ruolo di trader all’interno degli scambi internazionali di settore, dal momento che esporta esclusivamente acque francesi. Restando sul confronto tra Italia e Francia è interessante sottolineare una differenza tra il mercato del vino e quello dell’acqua minerale. Se sul vino i francesi vantano un posizionamento quasi doppio in termini di prezzo all’export (6,2 euro al litro contro i 3,6 euro dei vini fermi italiani), nel caso dell’acqua minerale è l’Italia ad avere un prezzo medio all’export più elevato, ossia 0,36 euro al litro contro 0,26 euro della Francia.
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Il posizionamento
delle acque italiane nel mondo
Grazie alla qualità delle sue acque, alla presenza di brand dalla forte notorietà e all’ottima percezione da parte del
L’impatto del Covid-19
“Tuttavia, dopo anni di crescita ininterrotta, l’export italiano delle acque minerali ha subito una battuta d’arresto. Questo è avvenuto a causa del Covid, che ha provocato una contrazione dell’export pari all’11%. Determinanti, in particolare, sono state le chiusure nel settore Horeca dove si dirige la gran parte delle acque vendute al di fuori del nostro Paese”, prosegue Di Faustino. La pandemia, comunque, ha pesato anche sulle esportazioni di altri Paesi. La Francia, per esempio, pur essendo ancora al primo posto nell’export ha subito una contrazione addirittura maggiore di quella italiana, equivalente al 15%. Questo ha permesso all’Italia di ridurre le distanze con i transalpini a 111 milioni di euro rispetto ai 211 di cinque anni fa. Tra i top importatori mondiali di acque minerali, gli unici ad aver registrato un incremento degli acquisti dall’estero anche nel 2020 (+6,8%) sono gli USA. Gli altri paesi, invece, hanno subito una contrazione delle importazioni di settore
Acque minerali
consumatore finale, negli ultimi anni l’Italia ha performato meglio dei suoi competitors stranieri e accresciuto la propria quota di mercato, confermando la propria leadership in alcuni Paesi. È questo, ad esempio, il caso degli Stati Uniti, primo mercato al mondo per importazioni di acque (461 milioni di euro di import), dove l’Italia detiene una market share del 41%, grazie soprattutto all’export di acqua minerale frizzante. Inoltre, gli USA sonol’unico tra i top importatori ad aver registrato una crescita degli acquisti dall’estero anche nel 2020 (+6,8%). Altrove invece a causa della pandemia tutti i mercati hanno registrato una contrazione delle importazioni di settore: Germania (-4,7%), Giappone (-6,7%), UK (-18,6%). Gli altri principali importatori delle acque del Bel Paese sono, in ordine di importanza, la Francia (dove il nostro Paese è leader con una quota di mercato dell’84%), la Germania, la Svizzera e il Regno Unito.
a causa della pandemia: la Germania ha registrato un calo del 4,7%, il Giappone del 6,7%, il Regno Unito addirittura del 18,6%.
La situazione
sul mercato interno
Secondo i dati NielsenIQ, partner Nomisma nell’Osservatorio Mineral Water Monitor, nel mercato italiano il 2020 si è chiuso con una stazionarietà nel settore della GDO. In particolare, sul fronte dei valori le vendite sono calate dello 0,2%, mentre sul fronte dei volumi si è visto un leggero incremento, pari a + 1,6%. Soprattutto, però, bisogna sottolineare alcuni cambiamenti dovuti alla pandemia. Il Covid porta con sé una riduzione delle vendite delle acque gassate e lievemente gassate, che nel 2020 hanno registrato rispettivamente -1,3% e -1,5% rispetto al 2019. È invece aumentato l’acquisto delle acque lisce (+1,8%) e soprattutto di quelle effervescenti naturali (+5,0%). Le effervescenti naturali, inoltre, sono l’unica categoria che mostra un incremento delle vendite anche in valore (+5,6%).
Alcuni dati interessanti sono quelli relativi all’Horeca, canale di riferimento soprattutto per le acque di fascia medio-alta e confezionate in vetro. Le vendite stanno soffrendo particolarmente a causa delle chiusure (o dei limiti di orari) di bar e ristoranti, della riduzione dei flussi turistici e dell’incremento dello smart working che porta le persone a ridurre le pause pranzo fuori dall’ufficio.
Gli e-commerce raddoppiano il giro di affari
Se la GDO risulta stazionaria, non si può dire lo stesso del canale e-commerce che, in seguito al Covid, ha raddoppiato il giro di affari. Le restrizioni agli spostamenti durante il lockdown e la possibilità di ricevere la spesa direttamente a casa hanno fortemente incentivato le vendite online, raddoppiate tra il 2019 e il 2020 sia in termini di quantità (+94,5%) sia in termini di volume (+92,5%). Tuttavia, nonostante ciò, il peso dell’e-commerce sull’off-trade (GDO e retail) risulta ancora marginale e rappresenta appena il 2% del totale. ‹
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Primo Piano San Benedetto ha annunciato il lancio della nuova bottiglia Ecogreen Easy realizzata con il 100% di RPET e carbon neutral. Grazie al percorso di sostenibilità intrapreso, nel biennio 2019-2020 l’azienda ha ridotto le emissioni di 37.900 tonnellate di CO2 eq.
SAN BENEDETTO nuova bottiglia ecogreen L
a nuova bottiglia Ecogreen 1L Easy realizzata con il 100% di RPET, la prima referenza San Benedetto ad essere carbon neutral, si stima che permetterà un ulteriore risparmio delle emissioni di gas effetto serra lungo tutto il ciclo di vita del prodotto del 9%, con un utilizzo di circa 300 tonnellate di PET vergine in meno nel 2021. “Siamo orgogliosi dei traguardi raggiunti dal nostro Gruppo in ottica ambientale grazie ad un impegno che ha radici lontane nel percorso industriale dell’Azienda e che rappresentano uno degli asset strategici per il nostro sviluppo futuro”, ha commentato Enrico Zoppas, presidente e amministratore delegato di Acqua Minerale San Benedetto. “La costante ricerca e capacità innovativa ci ha portato a questo lancio che rappresenta una pietra miliare nel nostro percorso verso una piena economia circolare e l’impatto zero. Un percorso che passa anche attraverso il maggior utilizzo di RPET e per questo ringrazio il senatore Andrea Ferrazzi che è stato tra gli artefici della modifica legislativa grazie alla quale oggi presentiamo la nostra prima bottiglia Ecogreen 1L Easy 100% RPET”.
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Pionera nella sostenibilità del beverage
Acqua Minerale San Benedetto è stata la prima realtà industriale italiana ad avviare nel 2009 un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente, per rilevare e valutare le emissioni di anidride carbonica, introducendo processi di miglioramento per ridurre le emissioni di CO2 eq. La ricerca continua di nuove tecnologie e l’attenzione al miglioramento e all’ottimizzazione dei processi industriali ha dato vita nel 2010 alla bottiglia da 1L Easy, il primo formato sul mercato di acqua minerale carbon neutral. Sulla scia del successo del formato da 1L Easy, San Benedetto nel 2012 ha presentato la Linea Ecogreen, un’intera generazione di bottiglie – dal mezzo litro a 1L Easy fino ai formati famiglia da 1,5L e 2L – realizzate con plastica riciclata fino al 50% e il 100% delle emissioni di CO2 eq. compensate attraverso l’acquisto di crediti per finanziare progetti di
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riduzione dei gas effetto serra. Ecogreen è stata la prima linea di prodotti in Italia a ricevere dal Ministero dell’Ambiente la validazione nel Programma per la valutazione dell’impronta ambientale.
Gli obiettivi raggiunti
Grazie a questo progetto, si stima che negli ultimi sette anni San Benedetto abbia ridotto le emissioni di gas effetto serra del prodotto Ecogreen 1L Easy del -24,5%; un risultato pari alla CO2 assorbita da 63.567 alberi in un anno; Inoltre, dal 2013 al 2020 l’Azienda ha ridotto le emissioni dell’intera linea Ecogreen del 14,6% - pari a 8.826 tonnellate di CO2 eq. e alla CO2 assorbita da 294.200 alberi in un anno - utilizzando 5.165 tonnellate di RPET. La riduzione delle emissioni complessive del Gruppo San Benedetto nel biennio 2019-2020 è stata del 6% pari a -37.900 tonnellate di CO2 eq. Acqua Minerale San Benedetto si dimostra ancora una volta un’azienda di riferimento in innovazione come evidenzia anche la recente introduzione del tappo Twist&Drink. Disponibile per il formato 0,5L della linea Ecogreen il nuovo tappo si dimostra pratico e utile per il consumatore e con un importante risvolto green poiché è legato alla bottiglia così da non disperderlo nell’ambiente, agevolando il riciclo. Con questa innovazione San Benedetto ha anticipato la direttiva europea 2019/904 che richiede l’obbligo del tappo attaccato alla bottiglia a partire dal 2024. Infine, nelle politiche ambientali di San Benedetto rientra anche la scelta di diversificare la produzione in cinque siti strategici in Italia (Scorzè, Popoli, Donato, Viggianello e Atella) avvicinando la produzione ai luoghi di consumo. Attraverso il “Progetto Network”, un programma pensato per valorizzare le reti di acque locali di alta qualità in tutto il territorio nazionale, il Gruppo ha ottenuto una maggiore flessibilità produttiva e logistica, riducendo l’incidenza dei trasporti e ha evitato nel 2020 l’emissione di 23.221 tonnellate di CO2 eq. Grazie a questo progetto, si è evitato che venissero percorsi 35.876 km “su gomma”. ‹
Acque minerali
Primo Piano
SANPELLEGRINO punta sulla carbon neutrality Produzione, packaging, logistica e capitale naturale sono le aree chiave di intervento del Gruppo Sanpellegrino, con misure che perseguono il più ambizioso obiettivo delle Nazioni Unite per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
tare nel rispetto del regolamento UE n. 282/2008.
La logistica
L’azienda è impegnata da anni nella riduzione delle emissioni legate al trasporto attraverso il miglioramento delle performance logistiche grazie anche all’ottimizzazione dei carichi e all’impiego di mezzi all’avanguardia come la flotta costituita da veicoli alimentati a LNG – il combustibile fossile a più bassa intensità di carbonio. Sanpellegrino prevede di investire oltre 4 milioni di euro l’anno nell’utilizzo di biocarburanti, con una riduzione delle emissioni nel 2025 del -6%.
S
anpellegrino, azienda di riferimento in Italia nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche, intensifica gli sforzi per contrastare i cambiamenti climatici e, annuncia l’impegno di annullare le emissioni dei propri brand di acqua minerale S.Pellegrino, Acqua Panna e delle bibite Sanpellegrino entro il 2022. Sanpellegrino lavora da anni per ridurre il consumo energetico e abbattere l’impatto ambientale della propria attività produttiva introducendo misure che hanno consentito di ridurre di circa il 60% le emissioni di CO2 negli ultimi 9 anni. Dal 2010 il Gruppo utilizza, nei propri stabilimenti, energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili e ha recentemente messo in campo investimenti per ottimizzare l’utilizzo di gas naturale e biocombustibili.
Il packaging
Tutti i materiali di confezionamento utilizzati da Sanpellegrino – PET, vetro e alluminio – sono al 100% riciclabili. Ridurre il peso degli imballaggi primari, secondari e terziari e rimuovere gli elementi non indispensabili fa parte dell’impegno di avere prodotti sempre più “sostenibili by design”. Oltre al
miglioramento continuo nella progettazione degli imballaggi, il Gruppo sta incrementando l’utilizzo di plastica riciclata, con un uso intensivo di rPET (PET riciclato) nelle bottiglie e di rPE (PE riciclato) nel film plastico che ricopre i fardelli. Un esempio concreto è il lancio nel 2020 della bottiglia di Acqua Panna realizzata per l’esportazione, interamente in plastica PET riciclata (100% rPET). Il Gruppo, in collaborazione con i propri fornitori, ha aumentato la percentuale di alluminio e vetro riciclato presenti nelle proprie bottiglie e lattine e si impegna per proseguire su questa strada negli anni a venire. Consapevole che per ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 è indispensabile aumentare la capacità di riciclo dei singoli Paesi, Sanpellegrino ha aderito, in qualità di socio fondatore, a Coripet, il Consorzio volontario senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero dell’ambiente. Gli obbiettivi principali di Coripet sono incrementare i livelli di raccolta e di riciclo delle bottiglie in PET e creare un modello di economia circolare attraverso l’attuazione della filiera italiana chiusa del “bottle to bottle” che trasforma la bottiglia post consumo in una nuova risorsa e garantisce la produzione di rPET idoneo al diretto contatto alimen-
Il capitale naturale
Il Gruppo, da sempre impegnato in una gestione sostenibile dei territori in prossimità delle sue fonti sta sviluppando una serie di attività per valorizzare il capitale naturale e contribuire a diminuire le emissioni di CO2. L’impegno di Sanpellegrino si riflette anche nella salvaguardia e nella gestione condivisa della risorsa acqua, che ha portato al conseguimento della certificazione AWS (Alliance for Water Stewardship) dello stabilimento in cui viene imbottigliata l’acqua S.Pellegrino: un riconoscimento che incoraggia e premia l’impegno a seguire linee guida, riconosciute a livello internazionale, nella gestione sostenibile e condivisa delle risorse idriche locali. ‹
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Primo Piano L’impegno di Levissima per la sostenibilità non si ferma: dopo aver lanciato la bottiglia con il 100% di r-PET per la Litro e la 75 cl naturali, l’azienda si pone l’obiettivo di raggiungere il 50% di r-PET all’interno di tutta la sua gamma entro il 2025. Alla sostenibilità della bottiglia si abbina la ricerca di ingredienti green e naturali, come nella linea Levissima Natura.
prodotti naturali, con poche calorie, pieni di gusto e piacere, attraverso esperienze gratificanti senza scendere a compromessi; diventando parte irrinunciabile di una dieta varia ed equilibrata e uno stile di vita sano, contribuendo al benessere al pari dell’attività fisica. Levissima Natura infusa a freddo può essere, infatti, un contributo per un’idratazione con gusto: una piacevole bevanda, di qualità, senza conservanti, con selezionati ingredienti di montagna, in grado di rigenerare, con il suo gusto 100% naturale.I tre gusti di Levissima Natura infusa a freddo sono: Mela e Erbe di Montagna, Tè Bianco e fiori di sambuco, Tè verde di montagna e fiori di tiglio. Levissima Natura Mela e Erbe di Montagna sprigiona un avvolgente profumo di mela accompagnato
LEVISSIMA la natura nell’acqua e nel packaging P
rosegue il percorso di rigenerazione a tutela dell’ambiente: Levissima lancia la sua prima bottiglia con il 100% di r-PET, plastica riciclata. La Litro e la 75 cl naturali saranno ora disponibili nella nuova versione 100% r-PET, un materiale ottenuto dal recupero del PET comune, che può essere riciclato innumerevoli volte. Levissima conferma ancora una volta il suo impegno nel promuovere stili di vita sostenibili in una logica di economia circolare, coinvolgendo le persone in un percorso di consumo responsabile e di rispetto per l’ambiente. Già nel 2010 era stata la prima azienda italiana a usare il 25% di plastica riciclata per la Litro, presentando poi nel luglio del 2020 una gamma di 5 referenze con il 30% di r-PET. E non si ferma: il suo impegno è quello di raggiungere il 50% di PET riciclato all’interno di tutta la gamma dei suoi prodotti entro il 2025. Sempre nell’ottica della sostenibilità, Levissima arricchisce la sua gamma con Levissima Natura infusa a freddo, una bevanda analcolica realizzata con acqua minerale Levissima e selezionati ingredienti di montagna 100% naturali, infusi a freddo. Una linea innovativa dalle
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caratteristiche appropriate, studiate per andare incontro alle richieste di un mercato sempre più attento ed esigente.In formato unico da 480 ml, la bottiglia è riciclabile e può essere rigenerata in nuove bottiglie e in soluzioni innovative. Soluzioni che si legano al progetto Levissima Regeneration, il piano di sostenibilità con cui Levissima coinvolge le persone in un percorso di consumo responsabile e di tutela dell’ambiente, a partire dall’educazione al corretto riciclo.
La nuova gamma
La purezza dell’acqua minerale Levissima incontra ingredienti naturali di montagna (fiori, frutta e foglie di tè) infusi a freddo: un processo lento e ricercato, che ne mantiene inalterate le caratteristiche distintive, donando un gusto unico ed esaltando le piacevoli note aromatiche, fresche e naturali. L’infusione a freddo degli ingredienti permette infatti di apprezzarne anche i sentori più delicati, ottenendo una percezione al palato vivace, rotonda e rigenerante. Levissima Natura risponde alle esigenze di persone che vogliono essere soddisfatte da
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da un delicato sentore floreale. Un gusto piacevolmente dolce, esaltato dalle note intense della mela. Levissima Natura tè Bianco e fiori di sambuco regala un piacevole aroma di sambuco seguito da sfumate note di tè bianco: un perfetto equilibrio gustativo e una struttura bilanciata. Dal gusto deciso e caratteristico, il sapore è dolce accompagnato da una prevalente nota di freschezza tipica dei fiori di sambuco. Levissima Natura tè verde di montagna e fiori di tiglio ha un profumo netto e fresco, ricco di intensi e finissimi aromi di tè verde e fiori di tiglio. Dal sapore morbido, ha una struttura equilibrata, che termina con una piacevole persistenza dolce su sfumate note floreali. ‹
San Benedetto Baby, la linea creata per rispondere alle esigenze dei più piccoli e delle loro mamme, si presenta con una divertente novità: le bottigliette diventano ancora più simpatiche e colorate grazie alle immagini dei personaggi della famosa serie cinematografica di successo mondiale Madagascar. La saga d’animazione, prodotta dalla Dreamworks Animation, racconta le divertenti avventure di Alex, Marty, Gloria e Melman. I quattro simpatici animali abituati alla comoda e agiata vita nel Central Park Zoo, si ritrovano senza volerlo nella giungla urbana di New York e poi in quella ancora più selvaggia del Madagascar. Una serie, basata sull’amicizia e sulla riscoperta della natura, irresistibile per i bambini e tanto amata anche dagli adulti. La gamma San Benedetto Baby comprende tre linee di prodotto accomunate da un formato ideale per i bambini - la pratica bottiglietta squeezable da 0,25L con il tappo Pull&Push,
funzionale e ludico - e dalla naturalità: senza coloranti, conservanti e glutine. Inoltre,
l’imbottigliamento in ambiente protetto rappresenta un autentico valore aggiunto che significa protezione totale. Le tre proposte di prodotto sono: - Baby Bottle, il pratico formato di acqua minerale con tutta la purezza di Antica Fonte della Salute, l’acqua millenaria con la presenza di meno dello 0,0001% di nitrati. Un’acqua riconosciuta dal Ministero della Salute per essere adatta nella preparazione degli alimenti dei lattanti; - Baby Thè Deteinato, fresco e leggero alla pesca e al limone. Un gusto speciale in una grande acqua oligominerale ma senza teina. Un’unione perfetta dedicata ai più piccoli e ai loro genitori, con tutta l’attenzione e la cura di San Benedetto; - Baby Camomilla, ai gusti fragola e mandarancio; la bevanda a base di camomilla golosa e dissetante.
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SAN BENEDETTO BABY SI ANIMA CON I PERSONAGGI DI MADAGASCAR
ACQUA VITASNELLA PRESENTA LA NUOVA INTEGRA Acqua Vitasnella, brand di Ferrarelle SpA, presenta l’acqua funzionale Integra al sapore di mela e mandorla, l’unione perfetta di energia e depurazione che unisce i benefici dell’acqua oligominerale, nota per il suo effetto diuretico, a quelli di Magnesio, Potassio, Calcio e Zinco e delle vitamine B3, B6 e B12, senza calorie e senza zuccheri. Integra è pensata per tutti coloro che prestano profonda attenzione al proprio corpo a 360 gradi e che vogliono ricaricarsi senza rinunciare al gusto e al benessere; ideale per vegani, celiaci ed intolleranti al lattosio, Integra è l’ultima arrivata nella linea di acque funzionali Le Linfe ed è disponibile nel pratico formato da 500ml in PET nei punti vendita della grande distribuzione, da portare comodamente con sé.“Siamo molto felici di poter offrire ai consumatori Integra, un’acqua funzionale innovativa e completa”, commenta Gabriele Monda, Head of Marketing di Ferrarelle. “Questo prodotto si inserisce all’interno della nostra gamma Le Linfe, pensata per affiancare chi è in cerca di prodotti adatti ad uno stile di vita sano e attenti alla cura del proprio benessere”. Magnesio e Potassio contribuiscono al benessere di muscoli, ossa e mente, mentre Calcio e Zinco contribuiscono, rispettivamente, al corretto rendimento energetico del proprio metabolismo e al giusto funzionamento del sistema immunitario. L’azione combinata delle vitamine B3, B6 e B12 aiuta a ridurre il senso di stanchezza e fatica, rappresentando una vera e propria carica di energia. Acqua Vitasnella fonda la sua filosofia sul concetto Tu Al Meglio, un invito a costruire un proprio modello di bellezza e benessere. Grazie a Tu Al Meglio, Acqua Vitasnella unisce al benessere fisico - ottenuto grazie all’azione della sua acqua che aiuta il corpo ad eliminare le tossine in eccesso - la promozione di una piattaforma di benessere a 360°. All’interno della gamma Le Linfe, oltre ad Integra, sono disponibili le referenze Depurativa con aloe vera, Drenante con linfa di betulla, Reidratante con acqua di cocco, Detox con limone, zenzero e menta e Detox con finocchi, mirtillo e melograno.
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SpotLight The European bottled water market is growing with the increasing sales in the sparkling and still water categories through both off-trade and on-trade channels. Increasing consumer concerns regarding the consumption of contaminated tap water is also one of the prime factors contributing to the market growth. Italy is among the major bottled water markets in Europe.
to anything, from diarrhea and hepatitis A to typhoid and cholera. Approximately 18% of the investigated outbreaks in the WHO European region may be associated with water. European consumers have the additional consideration of a sparkling element, and finding the right level of carbonation is important to ensure that water offers the right lightness. Natural mineral and spring water offer a high-quality product and provide the consumers a safe, naturally pure beverage with a unique taste and composition. Consumers can trace the water back to its naturally occurring source that is governed by strict regulations regarding abstraction, testing procedures, bottling, labeling, and marketing. Other bottled water, such as table water, also provide the guarantee that it can be traced to the bot-
GROWTH AND TRENDS of the European bottled water market T
he European bottled water market is projected to register a CAGR of 3.39% during the forecast period, 2021-2026. As a response to the Covid-19 crisis, on March 17, 2020, the European Commission closed EU borders of 27 member states to all non-essential travels for a minimum of 30 days, which severely impacted travel and tourism spending on bottled water, thus impacting the sales of bottled water in Europe. Sales of bottled water have been facing hindrances in Europe as some of the major markets for bottled water are under a lockdown. Sales of bottled water are rising from online retail stores in areas where home deliveries are still operational. Lastly, as consumers are becoming more aware of the importance of social distancing to control the outbreak, sales from online retail stores are expected to grow continually. The European bottled water market is growing with the increasing sales in the sparkling and still water categories through both off-trade and on-trade channels. In-
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creasing consumer concerns regarding the consumption of contaminated tap water is also one of the prime factors contributing to the market growth. The convenience of handling and mobility of the bottles are other factors driving the market. PET bottles are the most used type of packaging in the bottled water industry. Germany, Italy, and Spain are the major bottled water markets in Europe. The rising concerns about the pollution caused by plastic are forcing the players to shift toward environment-friendly packaging.
Key market trends
Clean water is a necessity, and the quality of drinking water is critical for public health. Bottled water provides a safer alternative to tap water and has tapped into the escalating health and well-being consciousness of European consumers. A few European countries have safe drinking tap water; however, drinking unsafe water can lead
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tler. The requirement to name the source, the producer, and the lot number means that a bottle of water is fully traceable to its origins. Even the day and time of bottling can be identified. There these factors are driving the sales of bottled water in Europe.
A competitive landscape
The European bottled water market is highly competitive. Danone SA, The Coca-Cola Company, Nestle SA, and PepsiCo Inc. are the major players leading in the market. Major players and small players are trying to capture the market share by introducing new variants of products and new differentiations in the existing products. Different countries are captured by different players, mainly the local players respective to the country. Players have their own strong distribution channels to improve their product availability and maintain the merchant relationship. Source: Mordor Intelligence
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Mercato D
opo il picco record del 2017, sostanzialmente confermato nel 2018, e dopo la fisiologica battuta d’arresto del 2019, lo scorso anno il fatturato dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per plastica e gomma ha registrato una flessione dell’11,4%, con un valore complessivo di 3,9 miliardi di euro. Secondo i dati del Centro Studi Mecs-Amaplast (l’Associazione nazionale di categoria aderente a Confindustria) elaborati anche sulla base dei dati Istat, il risultato è stato determinato da una contrazione del mercato interno (-12,5%), attestatosi a 1,96 miliardi di euro, e dal calo delle vendite sui mercati esteri (-11,2%), che si sono fermate a 2,72 miliardi di euro. Completa il quadro un arretramento del 14,3% delle importazioni, scese a 780 milioni di euro.
Secondo i dati del Centro Studi Mecs-Amaplast, dopo il calo di fatturato del 2020 (-11%) dovuto all’impatto della pandemia, tornano a crescere gli ordini per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma.
Macchine per plastica e gomme GLI ORDINI TORNANO A CRESCERE Uno sguardo all’export
Analizzando le macro-aree di destinazione dell’export 2020, si evidenzia un rafforzamento dell’Europa, che rappresenta il 58,3% del totale (bene in particolare i mercati extra-UE), mentre hanno perso un po’ di terreno l’Asia – che costituisce il 16,7%, contro il 17,5% del 2019 – e il Nord America, la cui quota scende dal 15,2% al 14,6%. Nei primi 10 Paesi di destinazione delle esportazioni, la diminuzione è risultata spesso a doppia cifra, con le eccezioni significative del +42% delle vendite in Russia e del +14% di quelle in Turchia. Analizzando invece le esportazioni dal punto di vista merceologico, il comparto mostra cali diffusi e significativi per la quasi totalità delle tecnologie, a eccezione degli impianti per mono e multifilamenti e delle termoformatrici, utilizzate anche nella produzione di vaschette/vassoi, bicchieri e altri imballaggi per alimenti, la cui domanda è aumentata proprio in seguito alle nuove abitudini di consumo portate dalla pandemia.
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L’impatto Covid-19
Le aspettative di ripresa che le imprese del settore riponevano nel 2020, dopo la citata battuta d’arresto del 2019, sono state evidentemente deluse dalla diffusione della pandemia di Covid-19, che ha richiesto misure straordinarie di contenimento che hanno di fatto bloccato le attività per diverse settimane. Parallelamente, il progressivo dilagare dell’epidemia nei vari Paesi ha determinato un’elevata incertezza dello scenario macroeconomico internazionale. Il momento di maggiore impatto sul sistema si è registrato soprattutto a cavallo tra il primo e il secondo trimestre, per lasciare poi spazio a una ripresa che ha segnato un’accelerazione nell’ultimo trimestre, mitigando il risultato negativo finale. Peraltro, vale la pena sottolineare come i soci Amaplast abbiano fatto meglio rispetto al settore nel suo insieme: infatti, il confronto con il 2019 indica un calo del loro fatturato pari al 2,8%, una flessione davvero
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poco significativa tenuto conto del contesto globale. Sul fronte dell’occupazione, invece, la variazione è addirittura positiva, con un aumento degli addetti del 3,3%.
Previsioni per il 2021
Il 2021 ha avuto, nel complesso, un inizio incoraggiante: è prevedibile un rimbalzo della produzione e dell’export, anche se pare troppo ottimistico aspettarsi entro pochi mesi il ritorno ai livelli pre-crisi, che sembra più verosimile nel 2022. La conferma delle misure governative di incentivo alla sostituzione dei macchinari in chiave transizione 4.0 potrà dare linfa al mercato interno, che più ha sofferto nei mesi scorsi. Il deciso recupero già in corso in alcuni mercati chiave, come la Cina o gli Stati Uniti, potranno fornire impulso all’export di settore. Nel complesso, le previsioni restano comunque prudenti, poiché è ancora forte l’incertezza in molti mercati, anche a causa del perdurare della pandemia. ‹
Mercato N
ell’ambito di Marca Digital Session, la piattaforma digitale di incontro fra aziende e buyer, è stato presentato da Gianmaria Marzoli, Retail Solutions Vice President IRI, il XVII Rapporto MarcabyBolognaFiere, illustrando in particolare le performance della Marca del Distributore in Italia durante un anno di trasformazione come quello appena concluso. Il Rapporto illustra i principali eventi avvenuti nel mercato nel corso del 2020 focalizzandosi sulla Marca del Distributore e spiegandone i driver principali alla base della crescita. La ricerca si completa con un approfondimento dedicato al rapporto tra la MDD e la sostenibilità, un ambito di crescente evidenza per produttori e consumatori, alleati nella consapevolezza che sia uno degli asset di successo e di
La 17esima edizione del Rapporto MarcabyBolognaFiere evidenzia performance e trend positivi della Marca del Distributore durante l’anno della pandemia. Tra i driver principali alla base della crescita, i prodotti sostenibili hanno registrato crescite delle vendite e della quota di mercato nella MDD.
LA MARCA DEL DISTRIBUTORE guida il rilancio sostenibile responsabilità a caratterizzare l’offerta dei prodotti MDD. Un processo che interessa l’intera filiera produttiva e distributiva come ben evidenzia l’attenzione della GDO sempre più impegnata in termini di condivisione delle proprie scelte di sostenibilità con i clienti.
Cresce la MDD
Nel 2020 i risultati del Largo Consumo Confezionato sono stati fortemente influenzati dalla pandemia. Le limitazioni ai movimenti e le chiusure diffuse sul territorio nazionale hanno significativamente incentivato gli acquisti nei negozi di prossimità e accelerato la crescita del canale online. In questo contesto, la Marca del Distributore ha raggiunto gli 11,8 miliardi di euro di vendite con un trend del +9,6% rispetto ai 12 mesi dell’anno precedente. La quota si è consolidata al 20% e, quindi, 1 acquisto su 5 all’interno della GDO tradizionale è ormai costituito da prodotti della Marca del Distributore (+0,6 l’aumento rispetto al 2019). Nel 2020 la crescita è stata sostenuta dall’aumento dei volumi di vendita; a livello merceologico la crescita è stata guidata dai prodotti alimentari, in particolare
dal fresco e dalla drogheria alimentare. Il Rapporto MarcabyBolognaFiere ha evidenziato, inoltre, come gli avvenimenti del 2020 abbiano sostanzialmente cambiato il posizionamento competitivo della MDD nelle singole categorie e di come la crescita sia stata fortemente correlata al suo ruolo di leadership. In ben 143 categorie la MDD è leader, in 294 (circa 2/3 delle categorie del LCC) si posiziona nei primi tre posti.
Focus sulla sostenibilità
La parte conclusiva del Rapporto MarcabyBolognaFiere è stata focalizzata sulla sostenibilità analizzandone, come già avvenuto nel 2019, il posizionamento competitivo in Italia nella MDD e il suo ruolo in questo mondo. L’analisi, eseguita attraverso gli attributi e le caratteristiche dei prodotti rilevati per ogni singolo EAN, non si è limitata al solo impatto ambientale della sostenibilità ma lo ha declinato secondo tre macro dimensioni: sostenibilità per la comunità, sostenibilità per la persona e sostenibilità per l’ambiente. Anche in questo ambito i prodotti della Marca del Distributore hanno registrato una performance
eccellente, con un fatturato di 4,2 mld di euro in crescita di 11,6%, generato da oltre 15 mila prodotti attivi nell’ultimo biennio. È emerso che le scelte dei consumatori premiano la MDD nell’acquisto di prodotti sostenibili, con crescite delle vendite e della quota di mercato. Gli ingredienti di base del successo della MDD sono risultati essere due: assortimenti in crescita – in un contesto di generale contrazione dell’offerta a scaffale – e un posizionamento di prezzo in grado di garantire maggiore economicità in tutte le varie declinazioni dei prodotti sostenibili. “La Marca del Distributore in Italia ha contributo alla crescita della Distribuzione Moderna anche in un anno di fortissima discontinuità come il 2020”, afferma Gianmaria Marzoli. “Questo trend di crescita nel corso di questi ultimi anni si è consolidato ed accelerato grazie alla capacità delle imprese commerciali di adeguare l’offerta ai nuovi bisogni che stanno emergendo e che la pandemia ha ulteriormente evidenziato. La sfida per i prossimi anni sarà proprio questa: continuare nello sviluppo di un’offerta accessibile, economica ed adeguata ai bisogni dei clienti”. ‹
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Mercato N
ell’anno peggiore per l’economia, le tecnologie tutte italiane del vending hanno puntato sull’innovazione come “vaccino” per la crisi economica che ha colpito il settore della distribuzione automatica. “Nel comparto della distribuzione automatica – spiega Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA, Associazione Italiana Distribuzione Automatica – l’Italia è leader a livello europeo con oltre 820 mila vending machine installate in aziende, uffici pubblici, scuole, università, aeroporti e stazioni, seguita dalla Francia e dalla Germania rispettivamente con 611 mila e con 593 mila distributori automatici. Questa leadership italiana nasce dal fatto che le tecnologie delle vending machine sono in prevalenza italiane ed esportate in tutto il mondo. L’e-
Tante le innovazioni introdotte sull’onda del Covid-19: app contactless, chiavette intelligenti, sistemi di igienizzazione dei distributori automatici con l’irradiazione di raggi ultravioletti e distributori che si trasformano in enoteche e mense automatiche o che, in attesa del caffè, regalano 32 secondi di arte, musica e teatro.
La distribuzione automatica VERSO L’INNOVAZIONE pidemia da Covd-19 ha colpito duramente anche il settore della distribuzione automatica: le vendite di prodotti alimentari tramite distributori automatici hanno toccato punte del -60%. Tuttavia la stessa crisi, evidenziando nuove esigenze, ha stimolato anche lo sviluppo di nuove tecnologie”.
App contactless e
chiavette intelligenti
Le aziende del vending hanno sviluppato delle App per scegliere e pagare i prodotti dal distributore automatico in maniera completamente “contactless”, tramite il proprio smartphone. Alcune di queste App sono state ideate direttamente dai costruttori delle macchine. Ma anche la tradizionale “chiavetta del caffè” si è evoluta: Coges, infatti, ha lanciato sul mercato una chiavetta che si connette al web e consente di gestire il credito, inviare feedback su prodotti, sulla macchina o sul servizio; mentre QSave Elkey propone un sistema che genera un QR Code leggibile dagli smartphone tramite cui autorizzare il pagamento. Per chi invece è affezionato al tradizionale pagamento con la moneta, CPI ha sviluppato un sistema
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che promette velocità e sicurezza e, per i pagamenti cashless, una soluzione con un grande touchscreen e un’interfaccia utente personalizzabile. L’App di Venpay si collega al distributore rendendolo “online” e permettendo di pagare con carta di credito o con un e-wallet oppure, se il distributore ha uno schermo touch interattivo, è possibile installare il “gateway manager” BiTX e abilitare così la macchina alla telemetriae pagamenti cashless.
d’acqua”: connessi alla rete idrica, prodotti da Bianchi Industry, GPE Vendors e Manea Vending. Infine riguardo alle macchine refrigerate Epta ha progettato una nuova gamma di distributori automatici a gas propano R290, più efficiente ed ecologico rispetto ai refrigeranti tradizionali, per una riduzione della carbon footprint e il migliore risparmio energetico.
Sicurezza anti Covid
Alcuni fabbricanti hanno recentemente sviluppato e lanciato sul mercato vending machine innovative come, ad esempio, l’enoteca automatica di Magex: un vero e proprio distributore automatico che può erogare bottiglie di vetro di diverse dimensioni e formati, comprese le magnum. Per il 60° anniversario di Rhea, invece, l’azienda ha collaborato con il regista Davide Livermore e ha creato un distributore automatico multimediale, con schermo da 49 pollici che, tramite App, coinvolge nei 32 secondi di attesa per l’erogazione del caffè, in un evento che coniuga arte, teatro e musica. ‹
e ambiente
I fabbricanti di tecnologie per il vending, come ad esempio Bianchi Industry e Magex, stanno integrando ai distributori automatici sistemi di igienizzazione che proteggono da virus e batteri come le lampade a raggi UV-C che consentono di sanificare nelle macchine del caffè il vano di prelievo dei bicchieri ad ogni erogazione. La stessa tecnologia, con l’irraggiamento di raggi ultravioletti che è proposta anche da BWT, ed è utilizzata per disinfettare e debatterizzare l’acqua dei nuovi “distributori automatici
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Enoteche e mense automatiche
PROGETTARE IL 2021, FACENDO TESORO DEL 2020 C’è stato un prima, c’è (ancora) un durante e ci sarà presto un dopo: ma questo futuro non potrà essere progettato e costruito senza aver ben presente com’è cambiato il nostro mondo (anche di consumatori) per effetto della pandemia da Covid-19. A mettere in fila e commentare gli episodi salienti dello scorso anno è l’edizione 2021 di “Un anno di Tendenze”, la decima, appena realizzata da GS1 Italy raccogliendo i contenuti comparsi in 12 mesi sul suo web magazine Tendenze online. “Un anno di Tendenze 2021” ripercorre e rilegge lo scorso anno suddividendolo in tre fasi temporali, molto diverse l’una dall’altra, e individuando per ognuna i fenomeni che l’hanno caratterizzata: - Caos calmo: competitività e nanismo delle imprese, politica fiscale al centro del dibattito economico, mentre il retail procede “cum judicio” verso la trasformazione digitale. I consumi stagnanti brillano per alcune categorie, ma il Non Food continua
a soffrire per l’avanzata del commercio online, grazie a un consumatore per il quale l’esperienza d’acquisto è già omnicanale. Prima dello tsunami. - Covid shock: l’anno orribile del
UCIMA, GLI ORDINI RIPARTONO SIA DENTRO CHE FUORI I CONFINI Secondo il campione di imprese monitorato dal centro studi Mecs-Ucima segno positivo nella raccolta ordini dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio a fine 2020, sia in patria sia oltreconfine, con un incremento complessivo del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda estera ha infatti registrato una crescita dell’8,1%, mentre quella interna del 3,4%. Complessivamente però nel 2020 la raccolta ordini cumulata segna un calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel panorama dei miglioramenti del comparto cresce quindi la variazione di fatturato negli ultimi tre mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, che resta in territorio positivo dopo le difficoltà dovute dalla pandemia Covid-19, registrando un incremento dell’1,8%. Il risultato è frutto di una crescita sul mercato estero del +4% e di una contrazione riscontrata ancora una volta sul mercato interno pari a -8,2%. Le aspettative per quanto riguarda il mercato estero per il primo trimestre 2021, vedono il 17,6% delle aziende con previsioni di risultati in aumento rispetto al periodo precedente, la maggioranza, ovvero il 64,7% prevede risultati stabili, mentre il 17,6% si aspetta una flessione degli ordini. Il settore quindi si mantiene ancora sostanzialmente in salute e sono stabili le aspettative degli operatori per i prossimi mesi, sia sul mercato interno sia su quello estero. “Un inizio di anno che ci dà fiducia – commenta Matteo Gentili, presidente di Ucima – che conferma che il nostro settore resta robusto. L’emergenza Covid non ci ha colto impreparati e adesso stiamo raccogliendo i frutti di un grande lavoro di ricerca e sviluppo che le nostre aziende hanno sempre fatto negli anni. Quest’anno ci sono già segni di ripresa, ma occorre prudenza. Siamo consapevoli che i nostri competitor sono quantomai agguerriti e che l’incertezza in molti mercati a causa della pandemia è ancora forte. Stiamo notando conseguenze anche sui costi incrementati delle materie prime e dei noli marittimi, che ovviamente va ad incidere sui costi di produzione e di fornitura”.
Coronavirus è arrivato a sconvolgere le abitudini degli italiani: lockdown, distanziamento sociale, mascherine e gel igienizzanti nella quotidianità. Ma anche code ai supermercati e consumi azzerati per interi settori: la ristorazione, su tutti, e il Non Food. L’e-commerce ha avuto, invece, un boom inaspettato, con la riscoperta anche del valore della prossimità, ma mettendo in difficoltà la catena di fornitura. Che ha reagito bene. - Next normal: dopo i mesi del lockdown il sistema del largo consumo si accinge a ricostruire un percorso virtuoso, pur sapendo di dover convivere con una realtà segnata dal virus, cercando di trarre lezioni dalle risposte date durante l’emergenza. E affrontando con rigore il nuovo panorama competitivo dove si delineano con maggiore nitidezza le direttrici da seguire, con alcuni paletti ben piantati: collaborazione, sostenibilità, efficienza, trasformazione digitale.
TÈ E TISANE, BENESSERE A PORTATA DI MANO Con crescite costanti, a doppia cifra dal 2010 a oggi, il mercato del tè e delle tisane fa registrare e prevedere un forte trend di crescita anche per l’anno in corso. Sono stati soprattutto gli herbal tea a conquistare il consumatore in quest’ultimo anno e i previsionali del mercato tè e tisane continuano a dare grandi soddisfazioni, con numeri che fanno prevedere un incremento del 20% nei prossimi tre anni (Euromonitor). Consumatori sempre più attenti all’aspetto salutare, aziende sempre più orientate a proposte di mercato che soddisfino le esigenze del consumatore nell’arco di tutta la giornata e la realizzazione di un’area dedicata – Sana Tea - all’interno di Sana - il salone internazionale del biologico e del naturale (Bologna, 9-12 settembre 2012) fanno immediatamente comprendere l’importanza e l’evoluzione del mondo delle infusioni nel nostro Paese. Una grande attenzione verrà dedicata anche al rooibos, l’infuso africano che sta conquistando grandi fette di mercato grazie alle sue innumerevoli proprietà benefiche e la totale assenza di caffeina. In tema di cold brew, adatti dalla colazione alla cena, troveremo la kombucha – il beverage trend che oltre a essere probiotica contiene mediamente un grado alcolico tra lo 0,5 e l’1%. La bevanda sta spopolando soprattutto tra i giovani e sia che parta da una base d’infusione con tè o piante aromatiche è adattissima ad accompagnare sia i pasti che l’ora dell’aperitivo.
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Dossier L’
evoluzione dell’automazione industriale è sempre stata molto rapida e costante nel tempo, rappresentando non solo una svolta nei tempi del ciclo produttivo e una maggiore qualità del prodotto finito, ma anche migliori condizioni di lavoro. L’importanza della robotica industriale e dei sistemi robotici automatizzati è determinante per garantire gli standard qualitativi e quantitativi richiesti e si traduce nella possibilità di gestire con precisione diversi compiti, potenzialmente pericolosi per l’uomo. Se i robot sono da tempo realtà quotidiana nel settore automotive, più recente è l’utilizzo in ambito di supply chain, nella gestione dei magazzini e nel trasporto/consegna merci.
La rapida e inarrestabile evoluzione della robotica industriale e dei sistemi robotici automatizzati ha permesso di raggiungere standard qualitativi e quantitativi sempre più elevati, rendendo il processo produttivo più preciso, efficiente e sicuro per gli operatori. Questi temi sono stati approfonditi nel corso di un appuntamento “We Love Talking” sulla piattaforma Contact Place di SPS Italia.
ROBOTICA un mondo in evoluzione Con un volume di merci crescente nei magazzini, e la necessità di tempi rapidi nella gestione delle operazioni, le applicazioni robotiche per la logistica trovano sempre più spazio e sempre più importante è il supporto dei robot ai lavoratori. Le esigenze di un “ambito logistico” richiedono tecnologie sofisticate e complessità di alto livello che possano permettere al robot non solo di vedere e individuare oggetti, di afferrarli e trasportarli da un punto a un altro, imballarli o stoccarli, ma anche di coordinare tutte queste azioni. Magazzini automatici e informazioni comunicate real time, mentre gli operatori possono dedicarsi ad attività più complesse, migliorano efficienza, flessibilità, velocità e affidabilità.
La robotica in Italia e nel mondo
Dal 2014 al 2019, il numero di robot industriali installati a livello mondiale è cresciuto con un CAGR del +13%, arrivando a raggiungere nel 2019 quasi 3
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milioni. L’Asia è la regione trainante con Cina, Giappone e Corea fa da padrone. Poi troviamo l’Europa e America. L’Italia è al sesto posto tra i Paesi con più robot installati. L’handling è il primo settore di riferimento. Dopo questa crescita continua, nel 2019 è stato registratoun primo momento di leggera contrazione a livello di vendite dei robot industriali a causa di un insieme di fattori, tra cui la diminuzione della crescita dei beni di consumo e la tensione dei rapporti USA-Cina. Al contrario, per il settore dei robot collaborativi la crescita non si è arrestata. In Italia troviamo 11.000 robot industriali installati. Con un parco macchine di 74.000 unità, la meccanica strumentale è l’industria trainante. Anche per il nostro Paese l’handling è il settore di riferimento. Il segmento italiano Metal & Machinery ci ha permesso di continuare a crescere nel 2019, mentre il resto del mondo diminuiva. Il secondo segmento che ha assorbito il maggior numero di robot è il Food. Per il 2020, in Italia, si prevede una diminuzione del -20% nel 2020. Siamo ancora in epoca
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Covid, ma si concorda su un futuro ottimistico. Nel medio-lungo periodo si dovrebbe registrare una crescita del 10% in virtù dell’aumento della flessibilità produttiva, della competitività, dell’adozione di robot anche nelle aziende medio-piccole e dal miglioramento della qualità del lavoro. I cobot continueranno a guidare la crescita della robotica. La robotica è uno dei pilastri dell’industria 4.0, e insieme all’intelligenza artificiale è una tecnologia concorrente che nel medio periodo sarà una delle ragioni della propulsione. La robotica, sia industriale che di servizio, si è verificata fondamentale anche nell’ambito della pandemia per superare determinate difficoltà. Infine, i robot di servizio, segmentati in personali/domestici e professionali, hanno vissuto una crescita constante e il trend non sembra arrestarsi anche per il futuro, con una previsione di crescita a doppia cifra sia in termini di fatturato che di unità fino al 2023. Il settore di riferimento principale è quello della logistica.‹ contactplace.spsitalia.it
MANUFACTURING ROBOTS a growing market A
ccording to data presented by AksjeBloggen.com, the global market value of conventional and advanced robotics in the manufacturing industry is expected to continue rising and hit $18.6bn in 2021, a 40% increase in three years.
Growing market value
Robots have numerous roles in manufacturing. They are mainly used for high-volume, repetitive processes where their speed and accuracy offer tremendous advantages. Other manufacturing automation solutions include robots used to help people with more complex tasks, like lifting, holding, and moving heavy pieces. Companies turn to robotics process automation to cut manufacturing costs, solve the shortage of skilled labor and keep their cost advantage in the market. In 2018, the global market value of conventional and advanced robotics in the manufacturing industry amounted to $13.2bn, revealed the BCG survey. In 2019, this figure rose to $14.8bn and continued growing. Statistics show the market value of manufacturing robots hit $16.6bn in 2020. This figure is expected to jump by $2bn and hit $18.6bn in 2021. Conventional robots, like giant industrial robots used in the car industry, are set to reach $14.9bn value this year, up from $12bn in 2018. The market value of advanced manufacturing robots, which have a superior
perception, adaptability, and mobility, tripled in the last three years and is expected to hit $3.7bn in 2021. Combined with big data analytics, advanced manufacturing robots allow companies to make intelligent decisions based on real-time data, which leads to lower costs and faster turnaround times. The BCG survey also showed most manufacturers believe advanced robotic systems will have a massive role in the factory of the future and plan to increase their use. More than 70% of respondents defined robotics as a significant productivity driver in production and logistics.
Europeand Asia
lead the market
Analyzed by regions, European and Asian companies lead in the use of advanced robots, while manufactur-
Robotics & Handling
Robotics play a huge role in the manufacturing landscape today. A growing number of businesses use manufacturing robots to automate repetitive tasks, reduce errors, and enable their employees to focus on innovation and efficiency, causing the entire sector’s impressive growth.
ers from North America lag behind. However, the survey showed 80% of respondents from the US plan to implement advanced robotics in the next few years. The survey also revealed that manufacturers in emerging markets, especially China and India, are more enthusiastic about using advanced robots than those in industrialized countries. These companies may be looking to automation as a way to overcome a skilled labor shortage and improve their ability to compete in international markets. Germany had the largest robot density in the manufacturing industry among European countries, with 346 installations per 10,000 employees in 2019. Sweden, Denmark, and Italy followed with 277, 243, and 212 installations per 10,000 employees, respectively. Statistics also show that companies in the transportation and logistics and technology sector lead in implementing advanced robotics, with 54% and 53% of manufacturers who already use such solutions. The automotive industry and consumer goods sector follow with 49% and 44% share, respectively. Manufacturers in the engineered products, process, and health care industries lag behind, with 42%, 41%, and 30% of companies that use advanced manufacturing robots. However, around 85% of manufacturers in these sectors plan to start using advanced robotic systems by 2022.‹
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Dossier
I
ncalzata da nuovi modelli di acquisto e nuovi comportamenti dei consumatori, la produzione classica fatica a stare dietro alla domanda. Un dato: i lotti tipici di pochi anni fa erano 300.000 pezzi, oggi sono passati a 10.000, 30 volte meno! In termini di produttività, considerando un ritmo di 120 pacchetti al minuto, se prima era necessario un cambio formato dopo più di 40 ore (5 turni), adesso un lotto non dura un’ora e mezza. Il cambio formato è diventato strategico per mantenere il lotto remunerativo. Si affronta un mercato dominato dall’e-commerce, dove la naturale evoluzione ci porta ad avere diverse confezioni, anche contenente più prodotti diversi. Come essere pronti a produrre un pezzo da spedire in giornata, invece
Le tecnologie che abilitano la produzione adattiva permettono alla manifattura di entrare in nuovi mercati con potenziate capacità e modelli di business differenti, per stare al passo con i nuovi modelli di acquisto e comportamenti dei consumatori, tra cui l’e-commerce.
MERCATO IMPREVEDIBILE? Produzione adattiva! che produrre un lotto da stoccare a magazzino? Non si può certo far andare più veloci gli operatori o acquistare nuove linee che soddisfino tutte le possibili variazioni. Chi progetta le macchine automatiche oggi vive inseguendo le specifiche del cliente, correndo per progettare una macchina e, quando è pronta, dopo circa due anni, l’esigenza è cambiata. Non sembra esservi una via di uscita, è dunque il momento di guardare a nuove tecnologie per fare un salto e trovare soluzioni innovative. A questo punto servono macchine e linee adattive, così flessibili da risolvere le sfide oggi note e le altre che ancora non si sono presentate.
Le tecnologie abilitanti
Sono quattro le principali tecnologie che abilitano la produzione adattiva. La prima, i track: sistemi di trasporto in fabbrica intelligenti, che sostituiscono il
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classico nastro con carrelli magnetici indipendenti. I track smistano i singoli prodotti su percorsi individuali, passando per stazioni di lavorazione specifiche per creare oggetti unici. Il sistema track è la dorsale che rende possibile una produzione adattiva. La seconda è la visione integrata: oltre a garantire la qualità dei prodotti, quando è integrata nel controllo di macchina offre informazioni in tempo reale per comprendere e migliorare il processo, sfruttando anche algoritmi di Deep Learning - Machine Learning o Intelligenza artificiale. I robot sono la terza tecnologia abilitante, un elemento meccanico di movimentazione, costruito senza sapere cosa dovrà fare. Cosa può garantire più flessibilità? La simulazione e il digital twin sono infine il quarto pilastro tecnologico: consentendo una completa prototipazione virtuale del sistema, contribuisce a ridurre i tempi e i costi di progettazione delle macchine
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e di programmazione della produzione in fabbrica. Perché questo concetto di macchina adattiva funzioni correttamente l’architettura di controllo di macchine e linee dev’essere integrata. Questa condizione è necessaria per poter orchestrare tutti gli elementi – logica di controllo, movimento, dati dai sensori, interfacce operatore, dispositivi di sicurezza, diagnostica e manutenzione, ecc. – in un unico ambiente di sviluppo e controllo. Operativamente significa avere una singola applicazione, un “cervello” e una singola rete. I costruttori di macchine italiani sono noti nel mondo per la loro capacità di innovare, di adattarsi, e guardano a queste tecnologie non per sostituire le attuali macchine, ma per permettere ai loro clienti, la manifattura, di entrare in nuovi mercati con potenziate capacità e modelli di business differenti. Realtà eccellenti del panorama nazionale, tra i primi ad adottare le tecnologie abilitanti per le loro macchine, sorprendono con usi e interpretazioni che nemmeno un fornitore tecnologico vivace come B&R avrebbe mai immaginato.‹ https://www.br-automation.com/adaptive/
Piab dispone di un’ampia gamma di soluzioni all’avanguardia per il settore del packaging, che costituisce il core business dell’azienda. Tra queste, il fiore all’occhiello è rappresentato dai sistemi di presa a vuoto Kenos, che consentono di semplificare l’automazione dei processi di confezionamento e di fine linea, migliorando le prestazioni degli impianti.
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a gamma Kenos, basata su gripper di presa a spugna o a ventose, è piuttosto vasta e permette la manipolazione di una grande varietà di oggetti – quali scatole, sacchi, buste, astucci, flowpack, barattoli, lattine e pallet – con forme, dimensioni e pesi differenti. Applicazioni tipiche dei sistemi Kenos sono la palletizzazione, la depalletizzazione e l’inserimento di oggetti in scatole (top loading). Per il funzionamento i gripper Kenos utilizzano la tecnologia multistadio COAX di Piab, che di per sé è sinonimo di processi rapidi, grazie alla sua comprovata generazione del vuoto altamente performante e allo stesso tempo molto efficiente dal punto di vista energetico. Gli eiettori COAX sono inoltre estremamente facili da manutenere e il loro numero può essere modificato con estrema semplicità dopo l’installazione. In caso di ridot-
ta disponibilità di aria compressa, al posto degli eiettori multistadio COAX, è possibile dotare i sistemi Kenos di pompa elettrica esterna o soffiante a canali laterali. Per poter gestire formati differenti, i gripper Kenos vengono dotati di valvole di ritegno autoescludenti o fori calibrati in funzione dello specifico impiego. Le valvole di ritegno permettono di escludere completamente dall’aspirazione le aree del gripper che non sono a contatto con il prodotto, mentre i fori calibrati ne limitano il quantitativo di aria entrante. Entrambe le soluzioni permettono di ottimizzare la taglia del generatore di vuoto e i relativi consumi. La scelta della tecnologia dipende dalla specifica applicazione.
La gamma Kenos
Se le configurazioni standard previste non soddisfano i requisiti della specifica applicazione, Piab è anche in grado di progettare e realizzare dei sistemi customizzati in base alle esigenze del cliente. La serie Kenos KVGL-S è una soluzione molto versatile, in grado di manipolare più scatole, confezioni e imballaggi primari contemporaneamente, indipendentemente dalle dimensioni, così come il pallet, e di posizionare le interfalde tra i vari strati di prodotti. Ciò permette di ridurre sensibilmente i tempi ciclo e di minimizzare i fermi macchina, incrementando la produttività dell’impianto. Anche i tempi di manutenzione sono ridotti al minimo, in quanto la sostituzione della spugna richiede solamente qualche minuto. Questa è una caratteristica di tutti i modelli Kenos. Inoltre, occorre sottolineare che i gripper Kenos KVGL-S tollerano un posizionamento impreciso e consentono di effettuare la pallettizzazione anche se le confezioni o il pallet non sono allineati in modo ottimale, aumentando la flessibilità del sistema. La serie Kenos KVGL-CJ è progettata specificatamente per la movimentazione di interi strati di lattine e barattoli aperti
o chiusi sull’area di presa. I settori industriali tipici sono quelli del food&beverage e del confezionamento. In certe applicazioni, per questioni dimensionali o per la tipologia e la qualità delle scatole, può essere preferibile una soluzione a ventose. In questo caso i gripper della serie Kenos KVG con ventose sono la scelta ideale. In particolare, il modello KVG60C, di larghezza ridotta, può essere equipaggiato anche con le pinze di presa a vuoto piSOFTGRIP per manipolare oggetti delicati o di forma irregolare. I sistemi della serie Kenos KSG sono ideali per la movimentazione di sacchi di forme e materiali differenti – quali carta o plastica – con peso fino a 50 kg. I gripper Kenos KSG possono anche essere abbinati ad altri dispositivi, quali accessori per la manipolazione di pallet o per le operazioni di svuotamento e smaltimento sacchi vuoti. La serie Kenos KBC è stata progettata per la movimentazione di sacchi contenenti liquidi – quali sacche per infusione, vino, salse – o flowpack. I gripper Kenos KBC sono dotati di un’interfaccia di presa rigida che non subisce usura. La serie Kenos KCS è stata sviluppata per le applicazioni tipiche dei robot collaborativi. Si tratta di dispositivi di presa plug-and-play con generazione di vuoto integrata. I gripper Kenos KCS hanno corpo stampato in 3D ad alta qualità e sono estremamente leggeri. Questo consente di sfruttare al massimo la capacità di carico del cobot. I dispositivi Kenos KCS presentano diverse interfacce di presa, a spugna o per sacchetti, che permettono di incrementare la versatilità della soluzione, riducendo al minimo i tempi di riattrezzaggio, grazie a un sistema di cambio rapido. Di conseguenza, il cobot risulta sempre pronto all’uso. Oltre ai sistemi di presa per il packaging, la gamma Kenos include anche altri modelli per applicazioni dedicate ad altri settori industriali, tra cui quello del legno e della ceramica. ‹
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Robotics & Handling
KENOS DI PIAB sistemi di presa a vuoto
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Dossier ABB una nuova generazione di cobot ABB aggiunge alla gamma dei robot collaborativi YuMi® le famiglie di cobot GoFa™ e SWIFTI™ per portare l’automazione a nuovi settori e a utenti alle prime armi. Otto aziende su dieci, infatti, affermano che incrementeranno l’utilizzo di robot nel prossimo decennio, citando la pandemia come acceleratore verso questi investimenti.
A
BB espande la sua gamma di robot collaborativi con le nuove famiglie di cobot GoFa™ e SWIFTI™, offrendo capacità di carico e velocità più elevati, per affiancarli a YuMi® e YuMi® Single Arm nella linea cobot di ABB. Questi cobot più robusti, più veloci e in grado di muovere pesi maggiori accelereranno l’espansione delle aziende nei segmenti in forte crescita come quello dell’elettronica, della cura della persona, dei beni di consumo, della logistica e del food&beverage, rispondendo alla crescente domanda di automazione in questi settori GoFa™ e SWIFTI™ sono progettati per essere programmati in maniera intuitiva in modo che i clienti non debbano fare affidamento su specialisti di programmazione interni. Questo porterà le industrie che hanno bassi livelli di automazione a diventare clienti in grado di far funzionare il loro cobot dopo pochi minuti dall’installazione, non appena fuori dall’imballaggio, senza formazione specialistica. “La nostra nuova gamma di cobot diventa la più ampia sul mercato e offre il giusto potenziale per trasformare i luoghi di lavoro
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e aiutare i nostri clienti a raggiungere nuovi livelli di prestazioni operative e di crescita”, ha affermato Sami Atiya, presidente della Business Area Robotics & Discrete Automation di ABB. “Sono facili da usare e configurare e sono supportati dalla nostra rete globale di esperti di assistenza su chiamata e online per garantire che le aziende di tutte le dimensioni e i nuovi settori dell’economia, ben lontani dalla sola industria manifatturiera, possano adottare i robot per la prima volta”. L’espansione della gamma di cobot ABB è pensata per aiutare i nuovi utenti di robot e quelli già esperti ad accelerare l’automazione almeno per 4 macro tendenze che sono: la customizzazione dei consumatori, la carenza di manodopera, la digitalizzazione e l’incertezza che stanno trasformando il business e guidando l’automazione in nuovi settori. L’espansione è legata al focus della Business Area sui segmenti in forte crescita attraverso l’innovazione del portafoglio prodotti e il totale supporto per una crescita profittevole.
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L’automazione
guida il futuro del manifatturiero
In un sondaggio globale1 su 1650 grandi e piccole imprese in Europa, Stati Uniti e Cina, l’84% delle aziende ha affermato che introdurrà o aumenterà l’utilizzo della robotica e dell’automazione nel prossimo decennio, mentre l’85% ha affermato che la pandemia ha “cambiato il gioco” per la propria attività e settore, citando il Covid-19 come un acceleratore verso gli investimenti nell’automazione. Quasi la metà delle aziende (43%) ha affermato di voler utilizzare la robotica per migliorare la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, il 51% ha affermato che la robotica potrebbe aiutare e favorire il distanziamento sociale e più di un terzo (36%) ha considerato l’ipotesi di utilizzare l’automazione robotizzata per migliorare la qualità del lavoro per i propri dipendenti. Più prontamente, il 78% di amministratori delegati e manager di aziende ha affermato che reclutare e trattenere personale per lavori
laboratori medici, nei centri logistici e nei magazzini, nelle officine e nei piccoli impianti di produzione.
La vasta offerta di cobot ABB “Con questa espansione, stiamo rendendo i cobot più facili da usare e distribuire, con supporto in tempo reale per contribuire ad accelerare la loro adozione nelle aziende che potrebbero non aver considerato il loro utilizzo in precedenza”, ha detto Atiya. “La nostra esperienza ci insegna che le operazioni più performanti sfruttano le competenze delle persone, insieme al potenziale delle nuove tecnologie”. Gli utenti che si sentono a proprio agio nell’utilizzo di un tablet o uno smartphone saranno in grado di programmare e riprogrammare i nuovi cobot con facilità, utilizzando gli strumenti di configurazione rapida di ABB. I clienti trarranno inoltre vantaggio dall’esperienza
globale, industriale e applicativa di ABB, sviluppata dall’installazione di oltre 500.000 soluzioni robotiche dal 1974 e supportata dalla rete ABB di oltre 1.000 di partner globali. Le nuove famiglie di cobot GoFa™ e SWIFTI™ si basano sul successo della famiglia YuMi di ABB, che ha aiutato le aziende ad automatizzare in sicurezza le attività chiave da quando YuMi, il primo robot veramente collaborativo al mondo, è stato lanciato nel 2015. Oggi, i cobot YuMi di ABB lavorano al fianco di operatori in fabbriche, officine e laboratori di tutto il mondo, svolgendo diverse attività dall’avvitamento e assemblaggio di componenti elettronici ed elettrici, alla realizzazione di valvole e chiavette USB, fino ai test di campioni Covid nei laboratori. Ogni installazione di cobot ABB include un pacchetto di avvio che fornisce monitoraggio e diagnostica delle condizioni con ABB Ability™, nonché una linea diretta di supporto gratuita per i primi sei mesi per accedere all’assistenza tecnica da parte di esperti ABB, che sta offrendo supporto in tutti i segmenti del settore.‹
SOLUZIONI DI STAMPA ED ETICHETTATURA PER L‘IMBALLAGGIO Installazione di oltre 5 milioni di stampanti di codici a barre nel mondo Tra i primi 5 fabbricanti di stampanti nel mondo Più di 30 anni di attività totalmente incentrati nello sviluppo di stampanti robuste, affidabili e convenienti
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ripetitivi ed ergonomicamente impegnativi è una sfida. I cobot sono progettati per operare in presenza di lavoratori senza la necessità di misure di sicurezza fisiche, come le recinzioni, e per essere molto facili da installare e poi da utilizzare. Nel 2019, più di 22.000 nuovi robot collaborativi sono stati distribuiti a livello globale, con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Si stima che la domanda di robot collaborativi crescerà a un CAGR del 17% tra il 2020 e il 2025, mentre il valore delle vendite globali di cobot dovrebbe aumentare da circa $ 0,7 miliardi nel 2019 a circa $ 1,4 miliardi entro il 2025. Il mercato globale per tutti i robot industriali si prevede che crescerà da circa 45 miliardi di dollari nel 2020 a circa 58 miliardi di dollari entro il 2023 (CAGR del 9%). GoFa™ e SWIFTI™ sono progettati per aiutare le aziende ad automatizzare i processi per assistere i lavoratori in attività quali la movimentazione dei materiali, la manutenzione delle macchine, l’assemblaggio dei componenti e l’imballaggio nella produzione, nei
Focus CAFFÈ vincono capsule, green e bean to cup Il caffè a casa ha spinto formati diversi che seguono la cultura caffeicola dei vari Paesi: un’offerta variegata aiuta a rispondere alle esigenze di tutti, man mano che si presentano.
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randi manovre nel mondo dei formati del caffè: in un anno difficile ma in cui il consumo non s’è certo arrestato i luoghi di consumo si sono spostati verso la casa, e questo ha cambiato la somministrazione. Nel segno della sostenibilità e della praticità d’estrazione. Ma anche, in certi casi, di un savoir faire “domestico”. “Negli ultimi anni a livello globale abbiamo assistito a una crescita del mercato delle capsule rispetto a quello del macinato, ed è puntando su questo andamento che abbiamo fatto ingenti investimenti sulle linee produttive delle capsule compatibili Nespresso e Dolce Gusto”, spiega Luca Cioffi, presidente Coind. “Nella GDO si è registrato un aumento della vendita del macinato per il consumo domestico, ma pensiamo sia una situazione temporanea. In Nord Europa invece assistiamo a una crescente richiesta del caffè in grani per
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via della diffusione delle macchine beanto-cup ad uso domestico. Anche su questo formato stiamo facendo investimenti e da gennaio avremo una nuova linea produttiva dedicata ai grani. Nel 2021 la nostra novità più importante è quella delle capsule in alluminio compatibili, che affiancheranno quelle in plastica e compostabili”. Quanto a sostenibilità e origini, “pensiamo che in futuro continueranno a essere temi chiave sia per noi sia per le aziende con cui lavoriamo, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030”, continua Cioffi. “Da anni la sostenibilità per Coind è un valore chiave, a cui abbiamo dedicato molta attenzione con importanti investimenti sul fronte produttivo e progetti per ridurre l’impatto dei prodotti sull’ambiente. Dal 2020 abbiamo avviato una collaborazione con il gruppo olandese Climate Neutral Group per diventare la prima azienda italiana a produrre un caffè certificato ‘Carbon Neutral’, ovvero un caffè a impatto zero sul clima: la certificazione sarà applicata alle nostre capsule compatibili e, su richiesta, ai prodotti che realizziamo in private label per i nostri clienti. Per quanto riguarda le origini, per noi è fondamentale garantire la costanza organolettica del prodotto, perciò continuare a lavorare con la rete di produttori con cui abbiamo costruito solidi rapporti”. Punta sul packaging green anche Caffè Borbone, come spiega il direttore mar-
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keting Mario De Rosa:“Innovazione e sostenibilità sono i leitmotiv aziendali che accompagnano da sempre la nostra vision. Infatti, una nostra caratteristica è sempre stata quella di sapersi innovare restando al passo con i tempi, nel solco della tradizione dell’espresso napoletano. Proprio in nome della combinazione vincente ‘innovazione-ecosostenibilità’ abbiamo realizzato tanti progetti: siamo stati i primi a immettere sul mercato la cialda compostabile, dove tutti i materiali sono smaltibili nell’umido e ideali per la concimazione naturale dei terreni. E tra le idee più recenti c’è il set composto da bicchieri compostabili e palette in legno di betulla biodegradabili”. Un’impronta, quella green, che impatterà anche sui progetti per il 2021. “Progetti che si snoderanno attorno ai temi della tradizione e della sostenibilità, ma soprattutto della tecnologia. Punteremo a migliorare la tecnologia legata al confezionamento, argomento che ha rappresentato una delle principali leve innovative utilizzate in comunicazione quest’anno, raggiungendo la massima espressione nel lancio della campagna ‘È buono perché’ dedicata alla confezione a doppio strato, l’involucro che garantisce un prodotto sigillato, sicuro e igienico e che allo stesso tempo preserva l’aroma del caffè grazie al confezionamento in assenza di ossigeno”. ‹
Mondo del caffè
Master Origins Nicaragua La Cumplida Refinada: la nuova limited edition Nespresso che celebra una passione coltivata con cura. Cura ed esperienza in un metodo di fermentazione unico creano un caffè sorprendente e sostenibile che delizia con le sue note fruttate e selvatiche.
NESPRESSO presenta la nuova limited edition N
espresso presenta Master Origins Nicaragua La Cumplida Refinada, la novità di questa stagione proveniente dal Nicaragua, un caffè lavorato con un nuovo approccio alla tecnica della fermentazione che entra a far parte della straordinaria gamma Master Origins, disponibile per il sistema Original. Gli esperti di caffè di Nespresso hanno lavorato fianco a fianco con le piccole aziende agricole del Nicaragua, per produrre un caffè dal gusto sorprendente e deliziosamente particolare. Questo caffè fa parte di Master Origins, la gamma che celebra i caffè monorigine provenienti da tutto il mondo, offrendo ai veri estimatori la possibilità di sperimentare profili di gusto straordinari. Gli aromi distintivi di questi caffè non sono infatti solo legati ai loro Paesi d’origine, ma anche a specifiche tecniche di lavorazione utilizzate dalle comunità agricole locali.
La storia di La Cumplida Refinada
Master Origins Nicaragua La Cumplida Refinada è un esempio della passione e della curiosità di Nespresso, nella sua ricerca di un processo di lavorazione del caffè in grado di rivelare una tazza ricca di sapori sorprendenti. Grazie al clima e alle eccezionali condizioni di coltivazione, le piccole aziende agricole del Nicaragua sono note per i loro microlotti di caffè, che consistono in piccole quantità limitate e da una cura artigianale nei metodi di lavorazione da parte dei coltivatori locali specializzati. Gli esperti di caffè di Nespresso hanno notato un incremento
della sperimentazione nella fase post-raccolta del caffè, soprattutto nella fase di fermentazione. Proprio come un vino pregiato, la fermentazione è una fase fondamentale della lavorazione di qualsiasi caffè, perché ne svela i sapori e gli aromi più autentici. Le condizioni che un coltivatore sceglie per far fermentare un caffè, determineranno il gusto finale in tazza. Queste ricerche approfondite sui processi di fermentazione del caffè hanno portato Nespresso in Nicaragua nel 2018. Gli esperti di caffè hanno lavorato al fianco dei coltivatori dell’azienda agricola La Cumplida eseguendo centinaia di prove, con l’obiettivo di esplorare e perfezionare il processo di fermentazione. Un lavoro approfondito che ha portato a scoprire il metodo a secco fermentato, unico nel suo genere, e in grado di sprigionare aromi fruttati e un gusto dolce e vellutato. Spruzzando con lieviti naturali le ciliegie di caffè più mature, raccolte a mano con cura, e lasciandole fermentare per 72 ore, queste sono infatti in grado di sviluppare un profilo dolce e morbido, ricco di note fruttate selvatiche. I coltivatori de La Cumplida sono stati poi in grado di monitorare abilmente il tempo e la temperatura di fermentazione per rivelare un profilo di caffè anche particolarmente audace, prima di una ulteriore essiccazione per altre 2-3 settimane. Dopo questa entusiasmante scoperta, la sfida per i coltivatori di La Cumplida e Nespresso è stata quella di estendere il processo di post-raccolta a quantità
maggiori di caffè, garantendo ogni volta una tazza di qualità. Nicaragua La Cumplida Refinada è il secondo capitolo di Master Origins Nicaragua. Questi due caffè condividono la stessa provenienza dei chicchi, un’azienda agricola immersa nelle montagne intorno a Matagalpa, e la stessa varietà di caffè, l’Arabica Marsellesa. Eppure, il risultato ottenuto con questo caffè è decisamente diverso grazie al metodo di fermentazione a secco utilizzato.
Master Origins Nicaragua La Cumplida Refinada
Gli amanti del caffè scopriranno il gusto inaspettato di Master Origins Nicaragua La Cumplida Refinada dove la fermentazione del lievito conferisce note morbide di ciliegia candita e melograno affiancate alle note di cereali dolci. Per godere al massimo dell’aroma di Master Origins Nicaragua La Cumplida Refinada si consiglia di degustarlo nero, come Espresso (40ml) o un Lungo (110ml). ‹
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Focus CON NECTA IL PIACERE DEL CAFFÈ È IN COMPLETA SICUREZZA La sicurezza e la tutela degli individui è un tema sempre più centrale in ogni ambito, sia lavorativo che personale. Per questo motivo, Evoca Group, attiva a livello mondiale nel settore delle macchine da caffè professionali, ha integrato l’innovativa applicazione gratuita Coffee APPeal® sui modelli Krea Touch, Krea Prime e Kalea Plus del brand Necta.
Coffee APPeal® consente di selezionare e personalizzare le bevande in modo intuitivo, direttamente dal proprio smartphone, senza dover toccare la macchina. L’utilizzo è molto semplice, in quanto l’app non prevede né la creazione di un account né l’inserimento di alcun dato personale. È sufficiente scansionare con il proprio smartphone il QR Code presente sulle macchine per permettere a Coffee APPeal® di connettersi in modo automatico tramite Bluetooth®, senza la necessità di utilizzare la connessione dati del proprio cellulare. Sullo smartphone l’utente vedrà replicato l’ampio menù di selezione delle bevande, preparate partendo da caffè in grani e combinate con prodotti solubili. Necta, grazie a Coffee APPeal®, contribuisce a una maggiore sicurezza sanitaria per tutte quelle persone che vogliono concedersi un caffè dalla qualità senza pari e, da oggi, anche in modalità touchless e in completa sicurezza. La nuova applicazione è stata sviluppata da Newis, il marchio che raggruppa le soluzioni digitali e i sistemi di pagamento del gruppo Evoca, e si integra in un’ampia offerta di prodotti che consentono agli operatori di gestire il proprio parco macchine da remoto ottenendo importanti efficienze operative.
GIMOKA, SOSTENIBILITÀ AZIENDALE ED ECONOMIA CIRCOLARE Gruppo Gimoka ha colto la sfida derivante dai temi imprescindibili della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare (che prescrivono riutilizzo dei materiali in successivi cicli produttivi riducendo al massimo gli sprechi, il ricorso alle fonti di energia rinnovabili e promuove soluzioni di prodotti compostabili), impegnandosi attivamente per sviluppare soluzioni di packaging che rispondano ai seguenti criteri:
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- essere facilmente riciclabili, coerentemente con la direttiva EU 852 /2018 che sarà implementata entro il 2025, e lavorando sui monomateriali. L’impegno prospettico dell’azienda è fare ricorso a monomateriali (corpo capsule e lid) proprio per facilitarne e assicurarne il riciclo; - essere compostabili, ovvero veicolabili alla filiera di compostaggio industriale per un riciclaggio organico. La sfida è il ricorso a materiali bioplastici che, oltre a garantire un’ottima funzionalità della capsula, siano in grado di funzionare come barriera all’ossigeno per evitare un’accettabile shelf life del prodotto, senza dover far ricorso a sovra incarti o packaging aggiuntivi magari difficilmente smaltibili. Gruppo Gimoka ha adottato un approccio “Design For Recycling” istituendo un team trasversale di studio impegnato a sviluppare soluzioni concrete che vanno nella direzione dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare.In termini di innovazione Gimoka è impegnata nel trovare soluzioni con un peso e spessore inferiore a parità di funzionalità, come la nuova capsula compatibile Nespresso, il cui peso del materiale è ridotto del 50% grazie al ricorso di una innovativa applicazione della tecnologia a coiniezione. L’azienda presta attenzione agli aspetti di riciclabilità o compostabilità anche dell’imballo secondario; si tratta di un aspetto che tendenzialmente passa in secondo piano, ma rischia invece di vanificare lo sforzo fatto sulla capsula. Sempre in ambito Design for Recycling, l’impegno si estende a sviluppare soluzioni che minimizzino i costi logistici di trasporto e stoccaggio. Si tratta di aspetti che hanno un loro significativo impatto sull’ambiente se complessivamente considerati.
OSSERVATORIO SIGEP, TORNA LA MOKA In tempi di lockdown, il caffè di pregio torna nella moka. L’Osservatorio Sigep ha rilevato per il consumo del caffè, nell’ambito delle limitazioni del “Decreto Natale” 2020, una richiesta di prodotto di qualità che viaggia con l’e-commerce e di nuove conoscenze nella preparazione: esigenze che portano i consumatori a misurarsi con la micro torrefazione, ormai quasi un fenomeno di costume. Chiara Bergonzi, campionessa di LatteArt, dichiara: “Torna la moka, che negli ultimi tempi ha subito un’evoluzione incredibile, dopo essere andata un po’ nel dimenticatoio. Ora si vendono filtri appositi, ricette, sia per baristi che per l’utente finale. Il caffè è condivisione e la moka ne rappresenta il mezzo ideale. Un trend che ha preso piede online, grazie anche al ruolo attivo di alcuni influencer di settore. Ma la tendenza non è solo moka, è anche microroaster. Con la micro torrefazione o torrefazione artigianale, si coinvolge l’utente finale con tools professionali, come i micro impianti di stampo professionale e caffè di qualità pregiata, sia macinato che in grani”. Rubens Gardelli, primo italiano campione mondiale di roasting, aggiunge: “La tendenza attuale vede il consumatore andare alla ricerca della professionalità per quanto riguarda il caffè, anche in casa. Professionalità che si esprime sia attraverso gli strumenti acquistati, sia nel valore aggiunto garantito da materie prime di alta qualità. Grazie all’e-commerce possiamo avere il polso della situazione e della propensione alla spesa del consumatore, che è salita vertiginosamente. Si tratta di un mercato di nicchia, ma significativo, con il consumatore che cerca l’artigianalità della slow coffee acquistando filtri professionali e bollitori, mentre sulla materia prima è attento alla sostenibilità e tracciabilità. Siamo nell’era del consumo esperienziale e della continua ricerca all’esperienza sensoriale, non solo per noi stessi, ma anche per gli altri. Per questo sta crescendo in misura importante l’idea del caffè come regalo”. La produzione mondiale di caffè nell’annualità 2019/2020 è diminuita dell’1,6% a quota 168,5 milioni di sacchi come conseguenza del 5% di produzione in meno di Arabica ferma a 95,7 milioni di sacchi, laddove la produzione di Robusta è salita del 3,2% a quota 72,3 milioni di sacchi. Nello stesso periodo, la produzione mondiale di caffè ha visto un surplus di 961 mila sacchi rispetto al consumo, dal momento che la domanda globale è diminuita di uno 0,9%, pari a 167 milioni di sacchi. Nel mese di ottobre le esportazioni mondiali ammontavano a 9,67 milioni di sacchi, in lieve aumento rispetto ai 9,37 milioni di sacchi del mese di ottobre del 2019. Nei 12 mesi che terminano con ottobre 2020, le esportazioni di Arabica hanno raggiunto quota 78,4 milioni di sacchi rispetto agli 83,8 milioni dell’anno precedente; laddove la Robusta ha raggiunto quota 49 milioni di sacchi rispetto ai 48,6 milioni di sacchi dell’annualità precedente (fonte: International Coffee Organization).
Tech Trends
ARTIFICIAL INTELLIGENCE packaging wants to upskill The fourth Industrial Revolution is giving businesses the opportunity to benefit from Artificial Intelligence (AI) and dramatically improve their efficiency, transparency and productivity.
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he importance of digitalization for the economy as a whole has been highlighted once again as a result of the Covid-19 pandemic. In recent months, there has been huge growth in this area, from online customer service, home offices and digital trade fair concepts to machine learning and artificial intelligence. In a global survey of managers performed by McKinsey, the participants most commonly identified investments in data security and artificial intelligence as the changes they could apply to position their businesses better for the post-Covid period. The technologies to achieve this are already lined up to go, and the crisis has motivated businesses to be more confident. Makers of packaging machinery have also been increasingly turning to digital tools such as artificial intelligence and machine learning in recent years in order to optimize efficiency and productivity for their customers.
Machines are becoming
intelligent Digitalization of packaging processes and putting efficiency programmes into effect are among the themes that are currently occupying businesses the most, not least as a means to offset the downturns caused by the Covid-19 crisis in the coming months. Artificial intelligence, as a key tool in the digital transformation, is also making its presence increasingly felt on
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the shop floor. AI has a major influence on the packaging industry as a means of making production more efficient, more flexible and more sustainable. In this connection it covers a vast range of methods and technologies that perform tasks normally requiring human intelligence, such as learning, judging, and problem-solving. Mastery of artificial intelligence in an industrial setting is therefore becoming a critical factor in maintaining a competitive advantage. Artificial intelligence in packaging processes is used either for predictive maintenance or to make the packaging processes themselves more efficient and reliable. For predictive maintenance, the focus is on general machine efficiency, forming an AI sub-group along with machine learning. For customers, predictive maintenance can help reduce unplanned downtimes as well as taking less flexible maintenance and cost models and restructuring them. Comparing performance across the industry also offers them the opportunity of improving and better organizing their production processes.
Comprehensive
quality One special area of application for packaging tasks seems tailor-made for artificial intelligence: quality control. Recalls are some of the most costly situations facing manufacturing companies, whether they’re foodstuff producers, pharmaceutical com-
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panies or electronics manufacturers. Not only are the costs of replacement or damages horrendous, but the damage to the company’s reputation can have long-term negative consequences. The most effective way of avoiding this situation is to ensure the best possible quality control. Unlike traditional random testing, AI can expand quality control to cover 100% of manufactured goods. In these cases, for example, AI is used to provide visual recognition and inspection systems with intelligent information in order to weed out defective products. Algorithms then make it possible to accept and consign only products that meet particular quality criteria. Developing the underlying algorithms demands extensive expertise in the area of programming and intelligent technology. After all, an algorithm is only as good as the dataset that is used during the training stage. To close these knowledge gaps, many machine builders work with businesses with established expertise in IT, adapt existing solutions to their needs, or incorporate IT knowledge into their development units. For the customers of the packaging machine builders, this development represents a major step toward greater flexibility: in the future, packaging machines could be able to respond to new products and packaging formats independently thanks to self-learning algorithms, which will dramatically shorten conversion times and thus also the time-to-market.‹ Source: Fachpack
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Beverage&Ambiente PepsiCo annuncia l’obiettivo per il 2030 di estendere le pratiche agricole rigenerative su 7 milioni di acri, l’equivalente dell’intera impronta agricola. Il progetto “Agricoltura Positiva” di PepsiCo, si prefigge inoltre di migliorare le condizioni di vita di coloro che fanno parte della sua filiera agricola e di fornire in modo sostenibile il 100% degli ingredienti chiave.
PepsiCo L’AGRICOLTURA POSITIVA P
epsiCo ha annunciato una nuova e impattante ambizione aziendale di “Agricoltura Positiva”, ancorata all’obiettivo del 2030 di diffondere pratiche agricole rigenerative su 7 milioni di acri, approssimativamente pari alla sua intera impronta agricola. L’azienda stima che questo impegno eliminerà almeno 3 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra (GHG) entro la fine del decennio. Ulteriori obiettivi del programma per il 2030 includono il miglioramento dei mezzi di sussistenza di oltre 250.000 persone nella sua filiera agricola e l’approvvigionamento sostenibile del 100% dei suoi ingredienti chiave. “Qualsiasi piano per contrastare le urgenti sfide che il sistema alimentare globale si trova ad affrontare deve rivolgersi all’agricoltura, fonte di nutrimento per miliardi di persone e leva chiave per affrontare il cambiamento climatico e la disuguaglianza”, ha affermato Ramon Laguarta, CEO di PepsiCo. “In qualità di azienda leader a livello mondiale nel settore alimentare e delle bevande, un sistema alimentare resiliente è essen-
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ziale per la nostra attività e, grazie alla nostra portata, abbiamo l’opportunità e la responsabilità di guidare un cambiamento significativo. Il programma di ‘Agricoltura Positiva’ di PepsiCo dà priorità agli investimenti, all’innovazione e alla solida collaborazione con i nostri partner agricoli per ottenere un forte impatto in tutto il mondo. Lavorando insieme, possiamo ridurre la nostra impronta di carbonio collettiva, nutrire una popolazione in rapida crescita e fornire significative opportunità economiche a più persone”. L’agricoltura è il fondamento del sistema alimentare; tuttavia, nell’ultimo secolo, le pratiche agricole convenzionali hanno contribuito a una significativa perdita e degrado del suolo. Nella sola UE, 13 Paesi si sono già dichiarati colpiti dalla degradazione del suolo. Il sistema alimentare è anche la fonte di circa un terzo di tutti i gas serra. Ad ogni modo, sebbene l’agricoltura contribuisca a molte delle urgenti sfide ambientali e sociali affrontate in tutto il mondo, può anche essere una soluzione, offrendo la possibilità di aiuta-
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re a bloccare il carbonio sulla Terra. Il programma di “Agricoltura Positiva” di PepsiCo punta a procurarsi colture e ingredienti tali da accelerare la transizione verso un’agricoltura rigenerativa, con una serie di pratiche che possono migliorare e ripristinare gli ecosistemi. Inoltre, costruisce una capacità di ripresa del sistema alimentare e rafforza le comunità agricole. PepsiCo sostiene la creazione di standard e misurazioni per l’agricoltura rigenerativa a livello di settore. In assenza di tali standard, l’azienda misurerà i progressi verso i suoi obiettivi di “Agricoltura Positiva”, monitorando gli acri e le persone coinvolte nell’iniziativa e, nel tempo, l’impatto sui risultati ottenuti, tra cui: costruire la salute e la fertilità del suolo; isolare il carbonio e ridurre le emissioni; migliorare la salute del bacino idrico; aumentare la biodiversità e migliorare le condizioni di vita degli agricoltori. PepsiCo è impegnata con organizzazioni leader come il World Wildlife Fund per lo sviluppo di un metodo che stabilisca obiettivi scientifici per
l’acqua, tenendo in considerazione i vantaggi dei sistemi e delle pratiche di agricoltura rigenerativa e resistente sulla quantità e qualità dell’acqua. Il programma di “Agricoltura Positiva” è un altro passo nel percorso dell’azienda PepsiCo Positive e segue il recente annuncio di PepsiCo di raddoppiare il suo obiettivo climatico science-based, mirando a una riduzione delle emissioni assolute di gas serra lungo la sua filiera di oltre il 40% entro il 2030, nonché impegnandosi a raggiungere zero emissioni nette entro il 2040.
Gli obiettivi
Diffondere l’adozione di pratiche agricole rigenerative su 7 milioni di acri – quasi il 100% della terra utilizzata in tutto il mondo per produrre colture e ingredienti per i prodotti dell’azienda. Si stima che questo impegno aziendale porterà a una riduzione netta di almeno 3 milioni di tonnellatedi gas serra (GHG) entro il 2030. Dopo aver promosso per quasi un decennio i progressi del suo “Programma di Agricoltura Sostenibile”, PepsiCo continuerà a collaborare con gli agricoltori di 60 Paesi per adottare sempre più pratiche che avranno un impatto positivo sulla terra.L’agricoltura di precisione sarà fondamentale per rendere note le pratiche rigenerative di PepsiCo in Europa, fornendo misurazioni e approfondimenti per aiutare gli agricoltori a crescere sempre più, utilizzando
meno risorse naturali. PepsiCo, con il suo marchio Quaker, ha già creato l’iniziativa “Opti-Oat”, che utilizza oltre un milione di punti dati, per guidare gli agricoltori su come coltivare “l’avena perfetta”, migliorando i raccolti e creando una fonte di avena più sostenibile. Per le sue colture di patate, l’azienda farà un’ulteriore leva sulla sua tecnologia iCrop, che è già utilizzata in tutta Europa e sta aiutando gli agricoltori a comprendere le prestazioni del raccolto e la giusta quantità di acqua e fertilizzante da utilizzare. La tecnologia sta anche supportando la spinta di PepsiCo per ricostruire la materia organica nel suolo e ridurre le emissioni. Il marchio Walkers di PepsiCo, ha recentemente introdotto nel Regno Unito, una nuova tecnologia di “patate circolari” che utilizza gli scarti delle bucce di patate per produrre fertilizzanti a basso impatto carbonico e ricchi di nutrienti. Si prevede che l’utilizzo di questo fertilizzante ridurrà del 70% le emissioni di carbonio delle coltivazioni di patate Walkers e verrà testato nel 2021, con gli agricoltori del Regno Unito, e a partire dal 2022, nelle colture delle patate Lay’s in Europa.PepsiCo metterà gli agricoltori al centro della sua iniziativa verso l’agricoltura rigenerativa e consentirà l’apprendimento virtuale peer to peer all’interno dei mercati europei, per promuovere l’adozione di nuove pratiche. Migliorare i mezzi di sussistenza di oltre 250.000 persone all’interno della sua
catena di approvvigionamento agricolo e nelle comunità, inclusa l’emancipazione economica delle donne. PepsiCo concentrerà il suo lavoro sulle comunità agricole più vulnerabili collegate alla sua filiera globale, compresi i piccoli proprietari terrieri, gli agricoltori, le donne e la minoranza dei coltivatori. Attraverso il Programma di Agricoltura Sostenibile, PepsiCo lavora già direttamente con i suoi agricoltori per condividere conoscenze e pratiche che migliorano la redditività e le rese dei raccolti. In mercati come Russia, Turchia, Ucraina e Romania, PepsiCo sta lavorando per creare inclusione finanziaria per i coltivatori di patate, fornendo flussi di entrate e pagamenti anticipati così che abbiano fondi sufficienti per l’acquisto di fertilizzanti e semi. Approvvigionamento sostenibile del 100% degli ingredienti chiave, espandendosi per includere non solo le sue colture di origine diretta (patate, mais, avena e arance), ma anche colture chiave da terzi, come oli vegetali e cereali. In Europa questo lavoro è già in corso. In Ungheria, Ucraina e Russia, PepsiCo sta lanciando programmi di collaborazione con i fornitori per sviluppare ulteriormente pratiche di approvvigionamento sostenibile per l’olio di girasole. Questi processi cercheranno di migliorare i raccolti, ridurre gli input, migliorare la salute del suolo e fornire un raccolto più produttivo, minimizzando così l’impatto sull’ambiente. PepsiCo produce raccolti in 60 Paesi e sostiene oltre 100.000 posti di lavoro nella filiera agricola. Dalla fine del 2020, le colture di origine diretta di PepsiCo provengono al 100% da fonti sostenibili in 28 Paesi. A livello globale, circa l’87% delle colture dirette proviene da fonti sostenibili tramite SFP di PepsiCo. Inoltre, PepsiCo ha raggiunto il suo obiettivo di approvvigionarsi di zucchero di canna sostenibile a livello globale entro il 2020, certificato Bonsucro al 100% e ha ottenuto oltre il 99% di olio di palma certificato fisicamente dalla “Tavola Rotonda sull’olio di palma sostenibile”. PepsiCo, inoltre, si impegna rigorosamente a non deforestare, a non sviluppare la torba e non sfruttare le popolazioni indigene, i lavoratori e le comunità locali. ‹
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Beverage&Ambiente I
l settore alimentare italiano si fa sempre più sensibile al fascino della sostenibilità e dell’efficienza energetica. Tra le ultime storie di buone pratiche aziendali c’è The Bridge, una realtà del Food & Beverage biologico italiano, un’azienda a conduzione familiare che dal 1994 utilizza acqua di sorgente per produrre bevande, dessert e creme per cucina interamente biologiche, 100% vegan, senza colesterolo e senza lattosio, realizzate con i componenti accuratamente selezionati e certificati. Un’azienda che ha deciso di rimanere autentica, mantenendo il cibo genuino con ingredienti al 100% biologici senza conservanti e aromi artificiali, che in questa mission pone notevole impegno per operare in maniera sostenibile.
Dalle montagne venete, una piccola azienda familiare diventa un esempio di efficienza e sostenibilità: The Bridge, azienda del Food & Beverage italiano e 100% biologico,ha scelto un impianto di cogenerazione di Centrica Business Solutions per un consumo di energia efficiente e sostenibile.
Energia efficiente e sostenibile PER IL BEVERAGE BIOLOGICO L’impianto
di cogenerazione
Da qui la decisione di dotarsi di impianto di cogenerazione targato Centrica Business Solutions, in grado di ridurre la propria carbon footprint, ma anche di diminuire notevolmente i costi dell’energia e operare in maniera più efficiente. Infatti, quando sono stati resi disponibili i fondi di incentivazione regionale per le aziende italiane interessate a investire in progetti orientati sull’efficienza energetica, The Bridge ha selezionato Centrica Business Solutions come proprio partner per la progettazione, realizzazione e manutenzione di un nuovo impianto di cogenerazione di energia e calore, alimentato a gas naturale. Centrica Business Solutions ha coordinato un team di esperti di design di costruzioni per l’innovativa installazione di impianti e attrezzature sulla copertura dello stabilimento di produzione, ottimizzando l’utilizzo dello spazio e proteggendo l’aspetto estetico di questo pittoresco villaggio. L’impianto di cogenerazione genera il 78% dell’energia elettrica necessaria ai processi produttivi di The Bridge, vapore
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e acqua calda, componenti essenziali per i processi termici in fase di produzione e confezionamento in asettico, necessari per creare la gamma di bevande, dessert e creme prodotte dall’azienda. Il contratto ha incluso un design personalizzato e l’installazione di un impianto di cogenerazione E375, opportunamente customizzato sulla copertura dello stabilimento di produzione. Un’attenzione speciale è stata riservata all’aspetto relativo alla soppressione di emissioni acustiche e vibrazioni, al fine di garantire che l’azienda continuasse a mantenere buoni rapporti con le comunità contigue. Simone Negro, Sustainability Manager di The Bridge ha commentato: “Il nostro progetto di cogenerazione è stato un grande successo. In particolare, durante le fasi di costruzione e installazione, sono rimasto positivamente impressionato dal modo in cui Centrica Business Solutions si è curata di tutti gli aspetti, risolvendo qualunque problema con rapidità ed efficienza. L’azienda ha dimostrato un impegno totale che ci ha consentito di conseguire un risultato straordinario”.
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I risultati ottenuti
Dal suo stabilimento, situato tra le montagne di Lessini, nel Nord Italia, ogni anno The Bridge produce oltre 45 milioni di litri della sua particolare gamma Bio, distribuita in più di 50 Paesi sparsi in tutto il mondo. L’impianto di cogenerazione ha ridotto del 25% rispetto agli anni precedenti i costi dell’energia funzionale a questa produzione, pari a circa 180.000 Euro annui; denaro che l’azienda sta ora investendo in nuove gamme di prodotti e in campagne di marketing. Dal punto di vista ambientale, The Bridge ha ridotto le proprie emissioni annue di CO2 di circa 100 tonnellate, mentre i costi dell’investimento saranno ammortizzati in circa due anni. Grazie all’impianto di cogenerazione, inoltre, l’azienda beneficia di una sorgente di generazione energetica ad alta efficienza e flessibilità propria, con conseguente autonomia nella generazione della maggior parte dell’energia utilizzata per le attività produttive. Questo vantaggio si traduce in una maggiore resilienza verso le fluttuazioni di prezzi e tariffe energetiche, con un impatto minimo sulle attività dell’azienda, che riesce, così, a programmare il suo futuro con la massima fiducia. ‹
T
etra Pak ha presentato i risultati dello studio di ricerca globale, realizzato in collaborazione con Ipsos, che dimostra come la sicurezza alimentare si confermi una questione centrale per la società e il Covid-19 sia percepito come una “minaccia reale”. Allo stesso tempo, la preoccupazione per l’ambiente rimane sorprendentemente forte, evidenziando il dilemma dei consumatori che cercano di bilanciare le priorità critiche dell’esistenza umana tra cibo sicuro e sostenibilità del pianeta. In particolare, il 64% degli intervistati ha identificato Covid-19 come il problema che causa loro la maggiore preoccupazione, spingendo l’ambiente in basso nell’elenco delle preoccupazioni globali: dal 63% nel 2019 al 49% oggi.
Il Tetra Pak Index 2020 indaga il rapporto tra sicurezza alimentare e ambiente generato dalla pandemia. Per il 68% degli intervistati la sicurezza alimentare si conferma un tema centrale. La preoccupazione per l’ambiente è seconda solo a quella per il Covid-19. A livello globale, per il 77% dei consumatori lo spreco alimentare è una sfida chiave.
Succhi di Frutta
Beverage&Ambiente
SICUREZZA ALIMENTARE E AMBIENTE crescono le preoccupazioni La sicurezza
Il Tetra Pak Index, giunto alla sua 13esima edizione, ha registrato un aumento del 10% della preoccupazione globale sulla sicurezza alimentare e sulle future scorte di alimenti, ora al 40% rispetto al 30% del 2019. Inoltre, oltre il 50% dei consumatori ritiene che il miglioramento della sicurezza alimentare sia responsabilità dei produttori, una priorità che le aziende devono affrontare oggi e in futuro. Secondo la ricerca, la salute è profondamente collegata a questioni di sicurezza alimentare e igiene: due terzi dei consumatori associano prodotti sani a prodotti sicuri e il 60% dei consumatori a livello globale afferma di preoccuparsi che il cibo che acquista sia igienico e sicuro. Alla domanda su quale sia la chiave per la confezione ideale, i consumatori indicano che lo scopo principale è quello di garantire la sicurezza alimentare. Esprimono anche preoccupazione in relazione alle innovazioni ambientali nel packaging che
incidono sulla sicurezza alimentare, anche se la maggior parte degli intervistati indica “l’utilizzo di imballaggi sostenibili” come uno dei principali temi che i marchi di alimenti e bevande devono affrontare. Adolfo Orive, Presidente e CEO di Tetra Pak, commenta: “La pandemia Covid-19 ha sconvolto lo status quo, accelerato le tendenze, creato un nuovo panorama di esigenze dei consumatori e opportunità su cui le aziende possono lavorare. In particolare, l’industria deve affrontare il crescente dilemma che riguarda sicurezza alimentare e ambiente, avanzando verso il duplice obiettivo di soddisfare il bisogno umano di cibo proteggendo l’ecosistema del nostro pianeta. È qui che il packaging alimentare può svolgere un ruolo importante nel creare armonia. A stretto contatto con i nostri clienti e stakeholder, stiamo già lavorando alla confezione alimentare sostenibile definitiva: un pacchetto a base di carta realizzato esclusivamente con materiali rinnovabi-
li o riciclati, da fonti gestite in maniera responsabile, completamente riciclabile e carbon-neutral, che consenta la distribuzione e la convergenza dei requisiti ambientali e di sicurezza alimentare. Consideriamo questo un passo fondamentale nella costruzione di un futuro sostenibile per la prossima generazione, soprattutto post Covid-19”.
Lo spreco alimentare
Il Tetra Pak Index 2020 evidenzia anche come il tema dello spreco alimentare stia acquisendo importanza, rivelandosi una preoccupazione per più di tre quarti degli intervistati. L’impatto del Covid-19 sulle catene di approvvigionamento ha accelerato la consapevolezza dello spreco alimentare come problema urgente. È probabile che questo sentimento aumenti in futuro, in relazione alla necessità di garantire nutrimento alla popolazione globale in crescita.‹
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Beverage&Ambiente N
onostante le restrizioni che hanno duramente colpito i settori della ristorazione e dell’industria non alimentare, l’Italia si conferma un’eccellenza europea nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio, quali barattoli e scatolette, bombolette spray, tappi corona, capsule, scatole fantasia, latte, fusti e fustini.
Dati molto positivi
Nel 2020 è stato riciclato il 79,8% degli imballaggi in acciaio immessi al consumo. Il dato percentuale è molto vicino a quello all’anno precedente (-0,8%) nonostante la pandemia abbia avuto un impatto importante sulla componente industriale. Molto positivo invece il dato sulla raccolta differenziata nei Comuni, anche grazie
Secondo i dati resi noti dal Consorzio Ricrea, nel 2020 sono state complessivamente avviate al riciclo 370.963 tonnellate di imballaggi in acciaio, sufficienti per realizzare 3.700 km di binari ferroviari.
IMBALLAGGI IN ACCIAIO italiani sempre più virtuosi all’impegno dei cittadini. Rispetto al 2019, lo scorso anno si è registrato infatti un aumento del 6% della quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti, in media 4,01 Kg per abitante. Un risultato favorito dal maggior tempo trascorso in casa e dal crescente utilizzo di imballaggi per uso domestico, ma anche una conferma che il sistema di raccolta e riciclo in Italia è ben collaudato, e che quello della sostenibilità è un tema sempre più presente nella coscienza comune.
Domenico Rinaldini, presidente di Ricrea. “Questi dati evidenziano ancora una volta come siamo già in linea con l’obiettivo dell’80% previsto dalle direttive europee in materia di economia circolare entro il 2030. Come Consorzio lavoriamo da oltre 20 anni per favorire, promuovere e agevolare la raccolta e il riciclo, e il nostro principale obiettivo ora è quello di migliorare la qualità”. In seguito al rinnovo dell’Accordo Quadro Anci-Conai, nel giugno scorso è entrato in vigore il nuovo Allegato Tecnico per gli imballaggi in acciaio relativo al quinquennio
Il ruolo di Ricrea
I dati sono stati resi noti da Ricrea, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio, uno dei sei consorzi di filiera del Sistema Conai. Nel 2020 le tonnellate di imballaggi in acciaio avviate al riciclo sono state 370.963, sufficienti per realizzare circa 3.700 km di binari ferroviari. “In un anno così delicato siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da tutta la filiera del riciclo degli imballaggi in acciaio, un metallo che viene riciclato all’infinito senza perdere le sue intrinseche qualità”, commenta
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2020-24 che mette in campo nuove regole e volge particolare attenzione al tema della qualità delle materie prime, premiando le fasce migliori con aumenti dei corrispettivi erogati ai Comuni. Le positive ripercussioni di un percorso virtuoso, che comincia nelle case degli italiani con la differenziata e si conclude in acciaieria con la rinascita dell’acciaio sotto forma di nuovi prodotti, hanno un impatto importante non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia. Gli imballaggi in acciaio avviati al riciclo nel 2020 hanno consentito infatti di risparmiare 1,3 TWh di energia primaria e 260.000 tonnellate di materia prima, evitando la dispersione di 384.000 tonnellate di CO2 equivalente. Il valore economico della materia recuperata in un anno è pari a 12 milioni di euro.‹
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BeerAward Q
uello della birra artigianale è un settore in continua crescita che – secondo gli ultimi dati Assobirra – rappresenta il 3% dell’intero settore della birra in Italia. Anche quest’anno nell’ambito di Hospitality si sono tenuti, oltre al concorso tecnico Solobirra, il contest Best Label, che mette in gara le etichette, e il contest Best Pack, che premia l’originalità e la creatività dei packaging. Fedrigoni - Arconvert Ritrama e Tic Tac Stampa sono tra i partner di Best Label e Best Pack.‹
Sostenibilità e creatività come punto di ripartenza per l’ospitalità e la ristorazione. È l’evidenza che è emersa nell’edizione speciale di Hospitality 2021 e confermata anche dai trend nell’ambito dei concorsi dell’area Solobirra dedicati alla birra artigianale.
IMPATTO ZERO E RICONOSCIBILITÀ per i concorsi Solobirra BEST PACK 2021 1° classificato Dario Frattaruolo per il Birrificio Badala Tipografia Packly 2° classificato BasileADV & Resistenza per il Birrificio Ventitré Tipografia Labelado 3° classificato Impavida Altea Srl e Studio grafico The 6th Grafiche Zorzi Menzione Speciale Packaging Coordinato Dario Frattaruolo per il Birrificio Badala Tipografia Packly BEST LABEL 2021 1° classificato BasileADV & Resistenza per il birrificio Ventitré Tipografia Labelado
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2° classificato Dario Frattaruolo per il Birrificio Badala Tipografia Grafical / MCC 3° classificato Etiflex Brewery: Proud Brewery Design ArtBureau Print Menzione Heritage Studio Mondola per il Birrificio Metzger Tipografia Appia Etichette Studio ByVolume per il Birrificio Brewfist Tipografia Grafiche Pradella Menzione Best Printing IMSOMEART / Deque per il Birrificio Browar Rockmill - Tipografia Eticod Menzione Millennials Studio Javier Garduño Estudio de Diseño per la Birra Malpeis del Birrificio Malpeis Artisanal Brewer - Tipografia Coreti
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Menzione Originality Studio T&RB per la Birra Umbr’iaka IGA del Birrificio Mastri Birrai Umbri Tipografia Umbralabel Menzione Illustration Studio ByVolume per il Birrificio Brewfist Tipografia Grafiche Pradella Menzione Naming Birra Artigianale Impavida e lo Studio Ebbing Branding + design Tipografia Neri Labels Menzione Graphic Research & Composition Studio Milish Studio per il birrificio Williams Bros Brewing Co Tipografia Olympus Print Group Menzione Brand Identity Studio Fait per il Birrificio Birra Terrona Tipografia Perruccio
LA BIRRA DOPPIO MALTO sul podio di European Beer Star 2020 L’ambito premio, che ha visto la Crash firmata Doppio Malto primeggiare tra 2.036 birre provenienti da 42 Paesi si va a sommare agli oltre 100 riconoscimenti internazionali ottenuti negli anni dalle birre Doppio Malto che fanno del marchio uno dei produttori della bevanda a base di luppolo più premiati in Europa.
C
ontinua la scalata al successo del pluripremiato birrificio di Erba che mette a segno un altro importante traguardo conquistando la medaglia d’argento, in occasione dell’European Beer Star 2020. Il concorso, organizzato dall’Association Private Brauereien a Norimberga, rappresenta una delle principali competizioni mondiali di birra. A salire sul podio nella categoria Honey Beer è stata la Crash, una Triple Honey IPA ad alta fermentazione, forte, dolce e amara, che unisce sapientemente miele di castagno, luppolo americano e caramello in un connubio perfetto. “Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento che posiziona la nostra Crash tra le migliori birre al mondo”, spiega Giovanni Porcu, CEO di Foodbrand Spa, titolare del marchio Doppio Malto. “Un premio che arriva in un momento pieno di incertezze ma che ci dà lo stimolo giusto per continuare, con impegno e determinazione, a mantenere alti gli standard qualitativi e produttivi per garantire ai nostri clienti sempre birre d’eccellenza”.
Una sfida all’ultimo luppolo
Il concorso ha visto gareggiare 2.036 birre provenienti da 42 Paesi diversi sotto l’attento giudizio di una commissione composta da 72 membri tra mastri birrai, sommelier e rinomati conoscitori di birra provenienti da tutta Europa. Due giorni e mezzo di de-
gustazioni al buio per decretare i vincitori nelle 70 categorie in gara valutati secondo criteri oggettivi di classificazione, come quelli utilizzati dagli stessi consumatori di birra, quali aspetto, schiuma, odore, gusto e caratteristiche tipiche di ciascuna varietà di birra, al fine di garantire trasparenza e correttezza nel processo di assegnazione dei premi. Per Stefan Stang, amministratore delegato dell’associazione dei birrai privati bavaresi Private Brauereien Bayern, questo è uno
dei motivi per cui la competizione European Beer Star, giunta alla sedicesima edizione, gode di una reputazione così forte a livello mondiale. “Il crescente successo del nostro concorso dimostra quanto siano diventate importanti la produzione artigianale e la grande varietà di birre. Siamo orgogliosi di essere riusciti a organizzare una competizione di così alto livello in questi tempi difficili”, ha dichiarato Stang, commentando gli obiettivi alla base della competizione di quest’anno.‹
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Global Markets A current industry survey by the German Brewers Association states that more and more medium-sized and craft breweries are experiencing drastic and existence-threatening drops in revenue.
GERMAN BEER significant losses in 2020 H
olger Eichele, Chief Executive of the Deutscher Brauer-Bund (DBB), summed it up as follows: “The situation is dramatic and without precedent in the post-war period. The larger a brewery’s catering and events business, the more devastating the losses”.
Beer sales – Up to 70 percent losses
Breweries with beer sales composing only a small portion of their catering businesses report revenue declines in the single digits or as low as zero. However, most companies reported massive beer sale reductions, in some cases amounting to 70 percent as compared to 2019. Furthermore, this has led to high losses that the companies will need to compensate for years to come. Breweries surveyed by DBB averaged 23 percent fewer transactions with beer and mixed beer beverages last year than in 2019. The association survey states that smaller companies with up to 30 employees in particular, that often are more affected by drops in catering
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sales and festive events cancellations, are suffering from beer sale declines of 50 percent and higher. Only a very small number of breweries that offer beers largely or solely to retailers could maintain their 2019 sales levels in 2020. Across all breweries surveyed, there was an average beer sales decrease of 19 percent.
Government aid
for breweries mostly insufficient
Over three quarters of the breweries surveyed (79 percent) reported that government and state aid for affected breweries were insufficient. Only one in ten found the government and state support to be sufficient. Eleven percent were unable or unwilling to assess the aid. The companies surveyed frequently stressed that to avoid irreversible economic damage, un-bureaucratic, faster and more effective aid was an essential priority. Due to the brewing industry’s intimacy with the hospitality industry, similar support is being requested for the sector as that of
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catering. In this context, brewpub discrimination draws particular criticism, since these mixed businesses cannot apply for the aid comparable to that provided for other catering formats. Breweries are pointing out that they would need to retract considerable draft beer quantities from the catering industry, thereby destroying it, if they do not receive appropriate compensation for it. Many breweries are advocating for the re-instating of the old beer tax quantity scale in order to help smaller companies. Likewise, the brewing industry stands firmly behind demands for steady VAT reductions in gastronomy and the inclusion of beverages. These companies also request expansions of loss carryforwards, thereby making the Working Hours Act more flexible, continuing the short-time working regime even after lockdown ends and accelerating government vaccination programs.
Far-reaching
effects feared
The industry expressed great concern when asked what medium-term effects the coronavirus crisis could have on the German brewing industry (press release only available in German). Approximately 91 percent of the companies fear losing numerous sales outlets due to waves of bankruptcies in the hospitality industry. Moreover, concerns about higher taxes and duties resulting from the coronavirus crisis (70 percent) are closely related to fears of many significant operational closures and bankruptcies to be expected in the brewing industry (66 percent). However, 64 percent expect the strengthening of online trade and delivery services.‹ Source: Verlag W. Sachon – drinktec blog
Global Markets
India is one of the largest producers and consumers of spirits globally. Popularly known as a whiskey market, India is one of the largest spirits markets on the basis of volume. Though it is driven primarily by whiskey growth, other subsegments like brandy, rum, vodka and gin have also been posting steady numbers in the last few years.
INDIAN SPIRITS high demand on the market T
he Indian spirits industry has been growing at more than 12 percent CAGR (Compound Annual Growth Rate) for the decade starting 2001 making it one of the fastest growing markets in the world. Still, in 2019, the industry experienced significant headwinds on the back of slower economy growth. Whiskey dominates the Indian spirits industry by a very wide margin. In 2018, whiskey’s share of the entire Indian liquor market was about 60 percent on the basis of volume. In value terms, whiskey accounted for nearly 73 percent of the value of spirits sold in the country. Other liquors such as rum, brandy, and white spirits’ share by volume in India is 14 percent, 21 percent, and 3 percent while their share by value is 10, 12 percent, and 5 percent respectively. Indian consumers still prefer relatively inexpensive rum and whiskey, but in case of white spirits, the consumers have a preference for a premium product. The Indian spirits industry is segmented into IMFL (Indian Made Foreign Liquor) and IMIL (Indian Made Indian Liquor). The IMFL category accounts for almost 72 percent of the market. The states of Karnataka, Maharashtra, West Bengal, Odisha, Telangana, Delhi, Haryana, Punjab, etc. are amongst the largest consuming states for spirits in India. The most popular channel of spirits sale in India are liquor stores as its consumption is primarily an outdoor activity and supermarkets and malls are present only in the tier I and tier II cities of India.
A slowdown in economy during 2019 also had an adverse impact on spirits consumption in the country. India was fraught with multiple headwinds throughout year 2019 – lingering distress in the financial services space, muted consumption and cyclical slowdown across industries. The virus outbreak in March 2020 exacerbated these challenges and India’s GDP contracted by 4.2 percent in financial year 2019-20 (April 2019-March 2020), the lowest growth in a decade. The Government of India has announced several measures to inject liquidity into the economy, limit the impact on vulnerable sectors and enhance the pace of recovery. A young demographic base, growing income levels, expanding middle-class, greater preference for premium food and drink experiences and steadily rising social a cceptance of spirits will continue to drive alcohol demand in the country in the years to come. Huge potential for Indian spirits market Given the current low per capita consumption, favorable demographics and aspirations of the growing younger population, the Indian spirits industry holds great potential for the spirits companies. With a population of 1.3 billion, India is one of the largest consumer markets across the globe. It is also demographically one of the youngest with around 50 percent of its population below the age of 25; and around 65 percent of the population below the age of 35. Rapid urbanization is expected to enhance disposable income, which is favourable for the growth of the
industry. The revival in GDP will give a further boost to spirits sales as IMFL volumes are seen to grow 1.5 x GDP when GDP growth picks up. According to Boston Consulting Group (BCG), the domestic consumption in India has increased 3.5 times from INR 31 trillion to INR 110 trillion over the decade ending 2018, driven by households that earn between INR 500,000 to INR 2.0 million. BCG estimates consumption in India to further rise and touch INR 335 trillion by 2028, exhibiting a CAGR of 13.2 percent, from its 2018 level. Initiatives like GST and an increasing emphasis on transparency will provide a huge fillip to the organized retail segment, which will drive the spirits consumption further. The drive towards premiumization of the Indian spirits industry is another important feature of the Indian spirits market. In fact, future growth in the liquor industry in India will be mirrored by continued consumer trend towards premiumization, motivated by rising affluence, globalized outlook, urbanization, progressive lifestyles. With more Indians traveling abroad, rising aspirations, favorable environment for imported liquor and higher disposable income, consumers are upgrading towards premium segments in the country. The rise in premiumization is evident in the increased focus of the big players on semi-premium and premium categories with an increase in launches and increased marketing of these categories.‹ Source: Verlag W. Sachon – drinktec blog
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Global Markets W
hen looking at carbonated and non-carbonated soft drinks, the trend does not change visibly in terms of the general sales figures, and this can be explained by a trend-based shift of drink types within the sector. Where sugar-sweetened beverages are losing sales, consumers are now reaching more frequently for functional, sports, diet or sugar-free drinks, so that the absolute sales figures for PET, glass and can packaging are changing only marginally. Australia relies on cans for carbonates and consumer purchases remain consistently steady. Carbonates are found more than twice as frequently in cans as in PET bottles. According to Euromonitor, can sales increased in the 2017-2019 period by around one percent, while PET bottle
In the past few years, Australia’s beverage industry has seen a significant trend away from sugar-sweetened soft drinks. This downturn follows the worldwide demand for low- and no-sugar drink alternatives. This trend – as well as the current Covid-19 pandemic – has a massive impact on the country’s PET use.
BEVERAGE IN AUSTRALIA impact on PET use sales fell by almost 2.5 percent. According to Statista, consumption in this period remained at a constant level of 3.5 billion liters. Juices have also remained stable over recent years with around two percent sales growth on an average of 433 million liters. Here, growth of 1.6 percent in drinks cartons has recently been noted, while PET lost around three quarters of a percent. Things look very different for water: in the same period, sales in item numbers rose by almost 17 percent from 942 million to 1.100 billion. Particularly in the Nutrients long-term study, the annual per head volume sales moved drastically from almost 6 l in 1997 to around 48 l in 2018, with a sharper increase from 2012. PET has yielded a significant share of growth related to packaging at 18 percent; in 2019, the sales share of PET water bottles was 974 million units but without a notable change in sales in liters (average 737 million liters). Australia’s beverage industry has been dominated for over ten years by two production giants, Coca-Cola Amatil and Asahi. In 2020, the two companies together hold over 50% of the market with around 40% going to Coca-Cola and 15% to Asahi. Behind
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them are Tru Blu Beverages, Bundaberg Brewed Drinks and Nexba. This can be attributed to increasing interest in smaller containers and is all under caveat, since the statements from the research platform Ibis World, deviate from the growth figures. While Euromonitor measured a sales increase rate of around 6 percent in the 2018 to 2019 period, ABCL and Ibis World are assuming growth of below one percent and, because of the pandemic, even lower. The reality will lie somewhere in between, but there is significant uncertainty in the picture. Taking into consideration any effects of the coronavirus, the 2020 sales of non-alcoholic beverages with soft drinks at their core should be a little over US $ 13.5 billion and should grow by 2025 to US $ 17 billion, according to Statista. There is (still) no market for PET for alcoholic drinks like beer and spirits.
Covid-19 and its impact on beverage industry
ABCL’s CEO Geoff Parker anticipates a Covid-19-related downturn in small water bottles because of the restrictions for outdoor
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events, while panic-buying of water bottles in supermarkets would increase. “Broadly, there is a high degree of uncertainty in the landscape caused by Covid-19 and the challenges that pervade,” explained Parker, speaking of the entire sector. “Despite an increase in at-home food consumption, consumers are likely to shift to cheaper alternatives, such as private-label drinks, due to declining discretionary income resulting from Covid-19. This is likely to reduce profit margins for industry players.” In line with the changes, there is also an expectation that drinks producers will rethink their processes, also with regard to supporting suppliers and logistics. “The industry’s supply chain is diverse, from local and imported ingredients to R&D laboratories, transportation, logistics, materials handling, plant and equipment, and much more. As we convey to governments the importance of drinks manufacturing, we are also emphasizing the end-to-end supply chain that is critical to supporting core operations. The industry relies on quality Australian produce and expertise right across the supply chain,” says Parker. ‹ Source: Kay Barton – drinktec blog
Global Markets
HARD SELTZERS drive beverage alcohol market in the USA T
he US beverage alcohol market has remained relatively resilient during this year’s Covid-19 pandemic, thanks largely to the country’s dominant retail channel and the growth of the Ready-toDrink (RTD) category, led by hard seltzers. The RTD category, which includes hard seltzers, flavoured alcohol beverages, and pre-mixed cocktails, has continued to meet consumer demand for convenience, new flavour innovation and premium products during the pandemic. Canned cocktails were a standout at retail as well. The US is the world’s biggest contributor to an anticipated +43% global volume consumption increase for RTDs during 2020. IWSR expects volume consumption of RTDs in the US to surpass that of spirits consumption in the US by the end of the year.
A resilient market
Total US beverage alcohol volumes were expected to rise by over +2% in 2020, making the US one of the few markets to expand consumption this year. The 2020 consumption increase in the US is in line with 2019 trends, indicating that Covid-19 has not impacted overall consumer demand. While the pandemic brought widespread closures and severe restrictions to US bars and restaurants, the country’s ecommerce channel and retail sector (which accounts for 80% of total beverage alcohol volume sales, versus the 20% share taken by bars and restaurants) posted strong volume increases. However, gains in retail and ecommerce contrast with heavy losses in the more profitable on-premise channel. A -44.5% drop in dollar value lost due to on-premise closures will not be able to be offset by the +13.6% increase in retail purchases, causing total
beverage alcohol value to likely fall by -11.8% by year-end. Meanwhile, spirits growth in the US continued at pre-pandemic levels, thanks to increases in at-home consumption and home cocktail making, driving increased sales of secondary mixer spirits. Pre-pandemic trends remained largely consistent for spirits during 2020, with highest growth rates reported for tequila, whisky and Cognac. On a global level, US whiskey is expected to be one of the most resilient spirits categories through to 2024. Wine consumption was boosted by more meals being prepared at home, bringing premium-plus products to the fore – Prosecco and boxed wines have been particularly successful – but overall volume losses continue to be driven largely by declines in still wine. Meanwhile, beer continues to decline, thanks to multiple factors including can shortages, the interruption to brewing in Mexico, the loss of on-site sales, and out-of-stock issues. The premiumisation trend has continued during the pandemic, as consumers use premium-plus spirits and wine to recreate the on-premise cocktail and dining experiences in their own homes. There are, however, variations in individual brand and category performances. While RTDs, Prosecco, agave spirits, Cognac and US whiskey have been the clear winners in 2020, overall beer and wine volumes are expected to continue to decline, in line with pre-Covid trends. According to IWSR consumer research, there are significant contrasts in the attitudes exhibited by two main consumer groups in the US: the 35% of people who appear determined to carry on as normal in the face of Covid-19, and the majority (57%) who are markedly uncom-
The country’s dominant retail channel and the growth of the Ready-to-Drink (RTD) category, led by hard seltzers, has helped the US beverage alcohol market through the pandemic.
fortable with the path of the pandemic. The first group – comprising people who appear to be comfortable with the present situation and confident about the future – is primarily responsible for driving alcohol consumption during 2020 and is thus carrying the beverage alcohol industry forward. However, the second group of US consumers has maintained alcohol consumption at pre-Covid levels, and remains simultaneously uncomfortable with the present and fearful for the future. A key trend that accelerated during the pandemic in the US was drinking across various categories based on occasion. The category-switching story during Covid-19 is in fact a category expansion story, in which consumers increased their drinking habits across all categories. Most report consuming more beer, wine, whisky and (to a lesser extent) vodka, and increasing their intake of hard seltzer, which rose the most. There was also more reported interest in niche premium categories. Interestingly, few categories saw a net decline in drinking levels overall in the US.‹ Source: IWSR
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Aziende&Strategie Peroni annuncia grandi cambiamenti nell’identità visiva e nel suo posizionamento con una nuova immagine e una nuova campagna di comunicazione. Con l’utilizzo inoltre della tecnologia blockchain, per tracciare il malto 100% italiano della sua filiera, propone un nuovo dialogo al consumatore, parlando di qualità, sostenibilità e innovazione.
BIRRA PERONI moderna, innovativa e sostenibile O
ggi come ieri, Peroni è la birra che unisce gli italiani oltre ogni differenza. Lei, che ai suoi albori, ha assistito all’Unità d’Italia, oggi si pone come protagonista di un’Italia, che, mai come adesso, ha bisogno di sentirsi unita. E Peroni proprio dalla sua storia trova una nuova energia per presentare il suo sistema valoriale sviluppato su quattro coordinate: modernità d’immagine, qualità, riconoscibilità e italianità lungo tutta la filiera (dal campo alla bottiglia). “Oggi rilanciamo la gamma Peroni e annunciamo un futuro che è iniziato 175 anni fa”, ha sottolineato Enrico Galasso, amministratore delegato di Birra Peroni. “Vogliamo mettere Birra Peroni al centro di un’Italia che, mai come oggi, ha bisogno di sentirsi unita. E mai come oggi se c’è qualcosa che ci unisce, è Peroni!”. “Il nostro è un processo di grandi cambiamenti”, continua Galasso, “non solo nell’identità visiva, più contemporanea e moderna, ma anche nella maniera in cui comunichiamo con i nostri con-
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sumatori, in modo innovativo, trasparente e diretto attraverso la tecnologia blockchain per tracciare il nostro malto 100% italiano e dare valore ai 1500 agricoltori che ogni giorno in Italia lavorano per garantire la qualità dei nostri ingredienti”.
La nuova veste grafica
Peroni ha una storia lunga 175 anni sempre al fianco degli italiani accogliendo i cambiamenti e facendosi portavoce di modernità e innovazione attraverso un design di volta in volta coerente ai tempi in cui viveva. Peroni da sempre unisce gli italiani e la nuova visual identity lo dimostra perché risponde ad una esigenza nata direttamente dai consumatori. Con orgoglio il brand ha coinvolto attivamente 1.700 consumatori ponendoli al centro delle ricerche e del processo di validazione e creazione della nuova identità. L’evoluzione parte dalla sua etichetta che mantenendo i tratti iconici del brand, diventa ancora più contempora-
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nea attraverso uno stile più semplice ed essenziale, senza però rinunciare al rosso e all’oro, i due colori che da sempre identificano il marchio Peroni. I nuovi claim “indiscutibilmente italiana” e “prodotta a Bari, Roma e Padova” evidenziano in maniera chiara e distintiva l’italianità e la vicinanza al territorio che contraddistinguono da sempre Peroni. Sul collarino è stampato un QR code che racconta la storia del prodotto, unendo ogni singolo tassello della filiera: dal campo di orzo alla malteria, all’imbottigliamento fino all’esperienza di gusto, tutto tracciato attraverso l’utilizzo della tecnologia blockchain. Anche il logo Peroni evolve e si trasforma: un logo che si fa più essenziale nelle linee e interpreta al meglio la nostra contemporaneità, mantenendo il suo carattere originario. Il multipack ripropone gli stessi valori dell’etichetta e si arricchisce con il retro che mette in risalto il claim “Se ci unisce è Peroni” e che firma il nuovo posizionamento volto a dimostrare
l’impegno di Peroni nell’unire le persone, andando oltre le differenze e gli stereotipi, mettendo tutti d’accordo. Vengono qui riportati i loghi FIR e FIGC a sottolineare il connubio tutto italiano che Peroni ha siglato con le Nazionali di rugby e di calcio maschili e femminili, proprio a sostenere ed esplicitare la volontà di unione e inclusione a tutto tondo. La nuova veste grafica, firmata dall’agenzia Smith Lumen, è stata declinata anche su tutti i prodotti della gamma Peroni per garantire coerenza e riconoscibilità. Ogni variante è stata rivista nella sua grafica adattando le caratteristiche di ognuna in modo da far risaltare le proprie unicità e peculiarità mantenendo il carattere moderno e la coerenza di tutta la gamma. “Crediamo che il cambiamento e l’innovazione siano due elementi fondamentali che ci hanno sempre caratterizzato e che continueranno a spingerci nella giusta direzione. E di questo stiamo raccogliendo i frutti”, dice Francesca Bandelli, direttore Marketing e Innovazione di Birra Peroni. “Un primo risultato emerso dagli studi sulla nuova grafica è significativo e interessante: la nuova visual identity raggiunge un’intenzione di acquisto di +9.8 punti rispetto alla grafica attuale ed aumenta significativamente il percepito di modernità del brand”. Un nuovo volto quindi ma la stessa qualità di sempre e lo stesso spirito di innovazione che continua ad alimentare Peroni nei suoi 175 anni di storia, per stare al passo con i tempi, ma soprattutto per essere sempre più vicini agli italiani.
Il progetto
tracciabilità
Peroni insieme alla sua nuova veste grafica lancia anche un progetto di tracciabilità che sottolinea il carattere della birra indiscutibilmente italiana, e dà valore non solo alla sua origine ma anche al sistema di sostenibilità della filiera produttiva. Una promessa di unione, innovazione e qualità che viene mantenuta da Peroni da sempre, sin da quando con grande intuizione si è legata ad una rete di agricoltori locali
e dagli anni ’30 ha istituito la propria malteria (la Saplo), con la volontà di investire nell’orzo italiano. La qualità di Peroni passa da questa rete di1.500 agricoltori italiani che compongono la filiera di orzo, alcuni dei quali sono legati a Peroni da tre generazioni. Il progetto di tracciabilità si inserisce nel processo di innovazione che parte dalla nuova visual identity di Peroni. Scansionando il QR code posto sul nuovo collarino, il consumatore intraprende un viaggio attraverso la filiera controllata che conferma la storia di qualità del prodotto che ha tra le mani, una storia100% italiana: è così
che si scopre la provenienza dell’orzo coltivato dagli agricoltori con i 17mila ettari di terreno distesi, in particolare, tra Abruzzo, Marche, Umbria, Toscana, Lazio, Molise e Puglia ma anche le tonnellate di malto d’orzo prodotto dai maltatori con un raccolto annuo medio di 55.000 tonnellate, fino al numero dei giorni che ci sono voluti per produrre la birra contenuta nella bottiglia. Un’esperienza accessibile a tutti, con una navigazione facile e veloce della landing page dove si potranno trovare tutte le informazioni di tracciabilità, filiera e prodotto e visualizzare il certificato di blockchain. Il tracciamento attraverso la tecnologia blockchain è diventato necessario per soddisfare l’attenzione del consumatore e le sue esigenze in tema di sostenibilità e rintracciabilità delle materie prime e dei processi produttivi. La blockchain permette a Peroni di tracciare in totale trasparenza la provenienza del malto 100% italiano da cui deriva il gusto chiaro e deciso della sua birra. Un progetto innovativo, frutto della collaborazione con la start-up italiana pOsti, nata per valorizzare la trasparenza delle filiere agroalimentari, attraverso una narrazione completamente digitale e personalizzata. La soluzione tecnologica adottata nel progetto di tracciabilità di Birra Peroni sfrutta la soluzione blockchain Ops Chain Traceability che supporta le transazioni sulla blockchain pubblica di Ethereum. In un momento di grande attenzione ai temi della sicurezza alimentare, del consumo consapevole e della sostenibilità, attraverso la tracciabilità pOsti consente alle aziende più virtuose e innovative di raggiungere obiettivi importanti: promuovere la trasparenza di una filiera eccellente, a partire dall’italianità della materia prima; garantire la tracciabilità in blockchain degli ingredienti e dei processi, dal campo alla tavola; valorizzare con la tecnologia le informazioni rilevanti della filiera e la personalizzazione dell’esperienza; rafforzare la fiducia del consumatore, consentendogli di fruire in modo immediato e real time di informazioni sicure, tracciate e garantite.‹
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Aziende&Strategie Smart Packaging Hub innovazione e digitalizzazione nel Food & Beverage L’iniziativa Smart Packaging Hub è nata dall’idea di sette aziende che, dopo aver preso in esame l’attuale situazione di mercato e le difficoltà emergenti, ne hanno tratto nuova forza e nuove opportunità di business. Le sette aziende dell’Hub hanno trasformato l’impossibilità di incontrarsi fisicamente alle fiere di settore e le difficoltà di muoversi sul territorio nazionale e internazionale in una nuova occasione di incontro e confronto, incontrandosi nello spazio virtuale dello Smart Packaging Hub.
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o Smart Packaging Hub è, prima di tutto, un punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di packaging nel settore alimentare e delle bevande. È un luogo di incontro virtuale nel quale gli utilizzatori finali di macchine o linee automatiche per l’imballaggio possono confrontarsi con i
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costruttori per trovare risposte alle loro domande più complesse, relative a efficienza produttiva, flessibilità di configurazione, sicurezza e qualità prodotto, tracciabilità, calcolo del ROI, eco-sostenibilità e risparmio energetico. L’Hub è, in pratica, uno spazio virtuale dove
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scoprire soluzioni concrete per affrontare le sfide della digitalizzazione e abbracciare in pieno un’innovazione tecnologica spinta, senza dover rinunciare alla flessibilità e alla competitività che oggi impone il mercato. Lo Smart Packaging Hub è una finestra sul mondo del “Packaging Smart”: qui converge tutta la filiera dell’imballaggio per il food & beverage – dal primario al terziario – che oggi si sta orientando verso i nuovi orizzonti dell’Industria 4.0 e dell’Industrial Internet of Things, in base ai quali gli impianti devono essere costituiti da macchine sempre più intelligenti, ovvero iperconnesse e completamente responsive. Lo Smart Packaging Hub – dicono le sette aziende che ne fanno parte – potrebbe essere paragonato a un nuovo
La piattaforma Smart Packaging Hub in cifre 400 milioni di euro fatturato annuo 1.200 macchine consegnate all’anno 2.000 collaboratori impiegati 90% export medio annuale 5,4% del fatturato annuo investito nelle attività di R&D 2,1% del fatturato annuo investito nelle iniziative di formazione “motore di ricerca del food & beverage packaging”. L’Hub, infine, è anche, e soprattutto, una piattaforma dove discutere con esperti di settore di progetti specifici e innovativi nel settore food & beverage e dove accedere a un esclusivo calendario di eventi tecnologici mirati.
Com’è nata l’iniziativa dello Smart Packaging
Hub
L’iniziativa dello Smart Packaging Hub è nata dall’idea di sette aziende che, dopo aver preso in esame l’attuale situazione di mercato e le difficoltà emergenti, ne hanno tratto nuova forza e nuove opportunità di business. Le sette aziende dell’Hub hanno trasformato l’impossibilità di incontrarsi fisicamente alle fiere di settore e le difficoltà di muoversi sul territorio nazionale e internazionale in una nuova occasione di incontro e confronto, incontrandosi nello spazio virtuale dello Smart Packaging Hub. L’idea dello Smart Packaging Hub, quindi, è nata per lanciare agli attori del mercato un messaggio forte di supporto e collaborazione e per mettere tutte le competenze tecnologiche disponibili al servizio degli utilizzatori finali nel comparto food & beverage. “Dato che, al momento, non possiamo sempre incontrarci fisicamente, creiamo allora una piattaforma digitale nella quale trasferire le nostre capacità tecnologiche specifiche e continuare a comunicare con gli end-user del settore e sostenerli concretamente nell’affrontare le sfide imposte dal mercato, intraprendendo insieme a loro nuovi percorsi di digitalizzazione di successo”, dicono le sette aziende dello Smart Packaging Hub.
Le aziende coinvolte
Oggi l’Hub riunisce sette aziende: Baumer, Cama, Zacmi, Makro Labelling, Clevertech, Tosa, Opem. Questa piattaforma di incontro virtuale esprime una forza, un’eccellenza delle tecnologie automatizzate e digitali per il packaging alimentare e delle bevande, non solo per i volumi di mercato, i valori di export e la forza lavoro impiegata,
Un supporto per l’innovazione
ma anche per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo e in formazione. I punti di forza dello Smart Packaging Hub Nello Smart Packaging Hub i visitatori possono mettere a fuoco spunti e soluzioni che vanno oltre la logica di “un impianto chiavi in mano da un unico fornitore”. Qui, al contrario, trovano tecnologie innovative messe a disposizione diverse aziende che mettono a fattor comune la forza e le competenze specifiche del loro core business in alcune delle più importanti nicchie applicative della filiera del packaging per il food & beverage. Chi entra nello Smart Packaging Hub: - accede a un’unica piattaforma di innovazione tecnologica altamente flessibile, senza dover però scendere al compromesso del “fornitore unico” o della “linea standard”; - trova il meglio delle competenze di sei aziende per lo sviluppo di soluzioni automatizzate specifiche, per soddisfare alcune esigenze specifiche nella filiera del packaging alimentare e delle bevande, ottenendo il massimo in termini di flessibilità nell’engineering e nella configurazione di macchina; - entra in uno spazio virtuale dove può confrontarsi con alcuni dei migliori esperti nell’ingegnerizzazione e nella costruzione di macchine automatiche che mettono a sistema le loro specifiche esperienze e competenze. Lo Smart Packaging Hub è un punto di incontro per eccellenza dove l’utilizzatore finale può beneficiare anche di una connotazione tecnologica “Made in Italy”. Una connotazione che si esprime soprattutto nella massima flessibilità di personalizzazione degli impianti automatizzati. Nell’Hub, infatti, i visitatori scoprono anche come adattare i loro impianti al meglio a ogni necessità futura, in termini di componentistica a bordo macchina, ma anche di programmazione, diagnostica e operatività di macchina. L’utilizzatore finale trova nello Smart Packaging Hub la massima empatia di sette aziende specializzate che sanno leggere e interpretare le sue principali esigenze di business.
tecnologica e la digitalizzazione
Triplice è dunque il supporto offerto nella piattaforma virtuale dello Smart Packaging Hub. La piattaforma può sostenere gli end-user del comparto food & beverage concretamente: qui saranno accompagnati in percorsi di innovazione tecnologica, digitalizzazione, adozione delle linee guida dell’Industria 4.0 e nella localizzazione globale delle loro proposte. La piattaforma Smart Packaging Hub mette a disposizione un ambiente fertile per l’innovazione tecnologica, anche in virtù degli investimenti annui nelle attività di R&D da parte delle sette aziende che ne fanno parte: si fa innovazione ai massimi livelli, declinandola alle esigenze di ogni produttore, per singolo task o lavorazione di linea, nella massima ottimizzazione dei tempi e dei costi. Nello Smart Packaging Hub si entra in contatto con un approccio completamente orientato alla digitalizzazione e all’Industria 4.0. Anche nel comparto del packaging, infatti, Industria 4.0 e digitale sono aspetti non più trascurabili per chi utilizza o costruisce sistemi automatici per l’imballaggio alimentare e delle bevande. Nell’Hub si può trovare il miglior supporto per la virtualizzazione dei processi, anche grazie all’utilizzo di modelli virtuali (Digital twin) delle macchine. Si fa esperienza di soluzioni di robotica avanzata, strategie di iperconnettività e ipersensorizzazione di macchine o intere linee, come massima espressione dell’IIoT (Industrial Internet of Things). Infine, si scopre come applicare eventuali algoritmi di IA (Intelligenza Artificiale) o software di Analytics per raccogliere, elaborare e gestire al meglio la gran quantità di dati generati dalle macchine, ottimizzando le performance energetiche e produttive dei processi o introducendo sul mercato nuove tipologie di servizi e, quindi, nuovi business model. Infine, entrando in questo Hub, l’end-user trova la migliore offerta di servizi per un’assistenza post-vendita globale, erogata attraverso personale skillato e multilingua, in ogni area geografica del globo.‹
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Case History BIRRIFICIO OCTOPUS-BRÄU punta sulla stampante per etichette a colori di Primera DTM Print, OEM internazionale e fornitore di soluzioni specializzato in apparecchiature di stampa, presenta un nuovo caso studio sulle stampanti di etichette a colori della serie LX di Primera Technology, Inc.
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ctopus-Bräu GmbH è un piccolo birrificio con una capacità attuale di 100 fino a 200 ettolitri di birra all’anno. Con questo, qualità e sapore sono molto più preziosi della quantità. L’importanza è il ritrovamento delle vecchie birre tradizionali, come Wiener Lager e anche degustazioni di nuovi tipi di birre. In questo caso, la legge sulla genuinità bavarese non ha la priorità superiore. “Ci sono quasi fin troppe possibilità per creare nuovi gusti di birre aggiungendo frutti, bacche, erbe e spezie che dovrebbero essere considerato un tabù nella produzione della birra,” spiega Roland Rudolf, birraio e amministratore delegato della Octopus-Bräu. Dalle 15 alle 20 birre diverse sono disponibili normalmente. In più, Octopus produce una o due tipi di birre speciali adatte alle singole stagioni. Le differenti birre si possono acquistare online o direttamente al negozio del birrificio. Fino ad ora, il birrificio Octopus-Bräu ha etichettato le loro bottiglie con etichette stampate col laser di misura A4. Il processo di stampa e applicazione di queste etichette, su ogni singola bottiglia, fa perdere molto tempo, dato che le etichette devono essere ritagliate e infine applicate manualmente, correttamente e centrate – un compito piuttosto noioso. Anche se le stampanti a laser producono ottimi risultati al giorno d’oggi, si vedono ancora le differenze tra etichette stampate a laser e a getto d’inchiostro. Tra le altre cose, l’opacità dell’inchiostro, che
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è importante per una buona impressione, è più debole in confronto a quella del materiale a getto d’inchiostro adatto. Inoltre, il materiale per stampanti a laser è meno resistente all’acqua. Bottiglie di birra fredde “sudano” molto velocemente, causando così strappi, grinze e infine lo staccamento totale dell’etichetta.
Una soluzione ad hoc
In un dialogo personale tra la società a gestione familiare Selfix AG e il proprietario del birrificio, il signor Rudolf, sono stati definiti prima i requisiti e infine sono state proposte diverse soluzioni. Considerando la vasta gamma di prodotti e il bisogno di un’alta e impressionante qualità di stampa, la Selfix AG ha consigliato le stampanti di etichette a colori della serie LX di Primera. La serie LX permette alla Octopus-Bräu di produrre velocemente, individualmente e ad alta risoluzione le etichette per i
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45 tipi birra, da piccole a grandi quantità. Il facile utilizzo e soprattutto la qualità di stampa hanno convinto il signor Rudolf e, dopo una breve riflessione, la decisione era stata presa. La serie LX è facile da usare. Con il software per stampare le etichette, Bar Tender UltraLite per Windows, le etichette potranno essere create e stampate. Tutti questi optional sono stati molto convincenti. In più, si possono utilizzare rotoli larghi con un diametro interno di 76 mm e un diametro esterno di massimo 152 mm. Le etichette stampate vengono riavvolte da un compatto ed efficiente avvolgitore con controllo automatico della velocità, il quale è connesso alla serie LX. L’ultima parte della soluzione stampa e applica è l’applicatore AP362e, anch’esso prodotto da Primera. Quest’applicatore semi-automatico permette l’applicazione di etichette individuali su bottiglie e altri contenitori cilindrici. “Possiamo anche applicare le etichette sul fronte e sul retro in un unico passaggio e senza sforzi, il che ci fa risparmiare molto tempo”, racconta il signor Rudolf. “Le etichette di Selfix soddisfano le nostre aspettative in termine di qualità, funzionalità, scadenza e consultazione. Risparmiamo molto tempo applicando le etichette sul fronte e sul retro. Senza il vasto know-how di Selfix, non saremmo mai stati in grado di mettere in pratica questo progetto”.‹ https://dtm-print.eu
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Prodotti&Tecnologie S
iemens, in qualità di fornitore di prodotti e soluzioni all’avanguardia che hanno l’obiettivo di migliorare la tecnologie delle moderne linee produttive, affianca i costruttori di macchine con un’ampia gamma di sistemi e servizi innovativi. Per meglio supportare i costruttori italiani del settore packaging, la società ha sviluppato al proprio interno un team dedicato, il Pack Team, che riunisce una squadra di specialisti che possiedono tutte le competenze necessarie per affiancare gli OEM nello sviluppo, la costruzione e la messa in servizio di macchine e linee capaci di rafforzare la leadership della propria clientela nel settore del packaging. “Making the difference in the packaging industry”… fare la differenza, è quanto si propone di realizzare Siemens mettendo
“Non può esserci sviluppo senza innovazione”; con questo proposito Siemens mira a definire nuovi percorsi nell’evoluzione tecnologica e nella trasformazione digitale dell’industria. Un ruolo supportato dalla completa gamma di soluzioni a disposizione e dal proprio posizionamento lungo l’intero workflow della produzione.
Siemens un partner a supporto dell’industria del packaging a disposizione delle aziende costruttrici un portfolio completo di innovazioni tecnologiche che, fondendosi con un grande bagaglio di conoscenze tecniche, crea una combinazione ottimale per la progettazione di tutte le macchine destinate ad ogni ambito di mercato di riferimento.
L’importanza dei dati
Grazie ai progressi nel campo della digitalizzazione e alle soluzioni tecnologiche sviluppate da Siemens che possono essere adottate sulle macchine destinate al settore del packaging, che si tratti di controller di movimento, HMI, sensori, azionamenti, motori o sistemi di alimentazione, viene restituita un’enorme mole di dati che, se sfruttati al meglio, non solo consentono di ottimizzare ed implementare la funzionalità della macchina e dell’intero flusso produttivo, ma comportano innumerevoli benefici alle aziende e alla società. È il cosiddetto Smart Manufacturing. In questi termini, oltre ad essere un for-
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nitore di tecnologie, Siemens ha l’esperienza e la capacità di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal recepimento e l’elaborazione di queste informazioni. Un elemento fondamentale per rendere possibile questo modello volto alla trasformazione digitale dell’industria è l’edge computing, ossia l’elaborazione decentralizzata dei dati alla periferia della rete, che offre al mondo produttivo infiniti vantaggi e si sta trasformando nella tecnologia del futuro. Sebbene l’impiego del termine “edge” sia sempre più diffuso nell’ambito della produzione industriale, vi è ancora qualche perplessità su come poter sfruttare appieno gli enormi volumi di dati generati con questa tecnologia.
La sfida dettata dal 4.0
La crescente diffusione della digitalizzazione e della relativa Industry 4.0 ha posto l’industria di fronte a nuove sfide, come cicli di innovazione sempre più brevi e la crescente personalizzazione dei prodotti e
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dei processi produttivi. Elementi essenziali sono una produzione completamente interconnessa e un’elaborazione rapida dei dati generati, ed è su questo punto che entra in gioco l’edge computing. Sia che gestisca i propri dati localmente, centralmente o attraverso Internet, ogni azienda mette a punto una propria strategia per registrare ed elaborare i dati della produzione al fine di migliorare i processi. Tuttavia, non bisogna dimenticare che i volumi dei dati nella produzione industriale sono enormi. Un alto numero di sensori misura continuamente i parametri chiave della produzione, come le condizioni delle macchine e la qualità della produzione.
Sfruttare al massimo il potenziale
Le aziende che si affidano all’elaborazione locale dei dati raggiungono presto il limite. Questo avviene a causa dei numerosi e diversi sistemi difficili da armonizzare, ma anche perché non dispongono della
capacità computazionale necessaria per elaborare i dati in loco, e non è possibile eseguire un’elaborazione globale che copra l’intera azienda. Ma anche l’alternativa del cloud computing ha dei limiti in applicazioni specifiche, in parte a causa degli ingenti volumi di dati, delle norme di legge o dei problemi legati alle latenze. Analizzando i dati in un cloud, si possono acquisire nuove informazioni preziose su un processo produttivo o una macchina, massimizzandone in questo modo l’efficienza e la disponibilità. Il trasferimento di tutti i dati nel e dal cloud è tuttavia un’attività che richiede tempo e che in alcuni casi si rivela impraticabile, considerato che in produzione ogni secondo conta. Combinare l’elaborazione locale dei dati direttamente in produzione, fino al livello di automazione, e l’elaborazione nel cloud può rappresentare la soluzione ottimale, e aprire un enorme potenziale per l’industria. Questa combinazione offre ai produttori l’opportunità di sfruttare pienamente il cloud e allo stesso tempo di rispondere adeguatamente alle richieste di massima flessibilità e reattività provenienti dal mercato. Utilizzando l’edge computing per elaborare grandi quantità di dati, i costi di archiviazione e trasmissione si riducono, dal momento che solo i dati rilevanti vengono trasferiti in un cloud o in un’infrastruttura IT.
Nessuna esitazione con Industrial Edge
Per fugare ogni dubbio dei produttori legato al timore di costosi investimenti in nuovi sistemi di automazione, con Industrial Edge, Siemens offre una soluzione di edge computing comprensiva degli strumenti
hardware e software necessari. In tal caso, i dispositivi edge di elaborazione dati possono venire semplicemente collegati ai sistemi di automazione esistenti, completamente integrati con essi o forniti insieme ai sistemi stessi come componenti standard, consentendo così ai produttori di elaborare localmente i loro dati di produzione. Questo sistema è in grado di monitorare tutti i dispositivi connessi, installare e aggiornare app e software e trasferire le funzioni dal cloud al sistema produttivo locale. Utilizzando la piattaforma standard Docker, Siemens si basa sulla scalabilità indipendente dalla piattaforma delle applicazioni, assicurando in questo modo la massima
flessibilità e adeguatezza anche in futuro. L’edge computing e il cloud computing stanno assumendo una crescente importanza per un numero sempre maggiore di aziende manifatturiere. Pertanto, considerato che le due tecnologie si completano a vicenda, la strategia più ragionevole consiste nell’utilizzare il meglio di ognuna. Combinando queste due tecnologie, i dati elaborati mediante l’edge computing sono utilizzabili nel cloud per addestrare gli algoritmi di AI. I risultati possono poi venire scaricati nuovamente nell’infrastruttura edge, permettendo di ottenere un’ottimizzazione continua dell’intero processo produttivo.‹
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Prodotti&Tecnologie Modular SL di P.E. Labellers
Una, nessuna e centomila P.E. Labellers si ispira al concetto di flessibilità totale, che si esprime al massimo livello con la macchina automatica etichettatrice Modular SL: completamente modulare, multi-configurazione e multi-tecnologia, sviluppata secondo la filosofia produttiva Smart & Lean.
I
clienti vogliono sapere perché la Modular SL è differente e quali sono i reali plus che questa soluzione garantisce. La prima risposta va ricercata nella molteplicità di configurazioni e tecnologie che consente.
fino a 2.320 mm, con velocità che vanno da 2.000 BpH fino a 72.000 BpH.
Efficienza e qualità
Tecnologia all’avanguardia
La Modular SL è un’icona di design innovation, una soluzione altamente tecnologica e, proprio per questo, estremamente semplice da utilizzare. In pratica, si tratta di avere a disposizione un’unica macchina che può assumere molte forme e configurazioni, a seconda delle esigenze. Su di essa vengono installate stazioni di etichettatura completamente intercambiabili, sostituibili in pochi gesti. Questo consente di passare da un sistema con tecnologia colla a caldo, a uno con colla a freddo oppure auto-adesivo, in modo davvero immediato. Le stazioni di etichettatura possono essere sia fisse che su carrelli indipendenti, quindi la modularità è espressa sia nelle tecnologie disponibili che nelle configurazioni ottenibili.
Sicurezza garantita
Un altro fattore fondamentale è che la Modular SL è una macchina vocata alla sicurezza, che fa della protezione dell’operatore un altro suo cavallo di battaglia. P.E. Labellers ha progettato questa macchina affinché sia non solo un prodigio di tecnologia, ma anche un baluardo di sicurezza per tutte le persone che ci lavorano. La Modular SL presenta protezioni a ghigliottina, che se alzate fermano istantaneamente
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l’attività della macchina; le protezioni a ghigliottina sulle stazioni con tecnologia colla a freddo sono “patent pending”, un brevetto di proprietà P.E. Labellers (uno dei 45 che l’azienda detiene). Le protezioni di sicurezza, di varia tipologia, sono applicate in tutti i punti più delicati, tanto sulla macchina quanto sui gruppi.
Flessibilità e competenza
Un altro grande vantaggio che la Modular SL consente di ottenere è la capacità di coprire molteplici mercati, venendo incontro alle esigenze del beverage, wine & spirits, food & diary, personal & home care, come anche delle industrie chimiche e farmaceutiche. Tutti questi settori richiedono un livello di competenza e flessibilità che solo attraverso un approccio modulare è possibile soddisfare completamente. Gli acquirenti della Modular SL sono variegati, proprio perché si tratta di una soluzione che risponde a molti, diversi bisogni di etichettatura. Tutti hanno necessità di ottimizzare i propri processi produttivi. E tutti hanno bisogno di “viaggiare a velocità diverse” con macchine più o meno grandi: la Modular SL abbraccia un range veramente esteso, mettendo a disposizione ben nove differenti diametri, da 576 mm
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Il concetto di modularità è esteso ad ogni componente delle macchine e fortemente orientato al risparmio energetico. Per questo la Modular SL rappresenta una risposta efficace, che si traduce in saving economico e reale ottimizzazione delle proprie linee di produzione. Facile comprendere come questa sia una soluzione di etichettatura apprezzata tanto dalle grandi multinazionali a diffusione globale quanto dai costruttori di linee, tanto dai gruppi aziendali quanto dalle singole imprese. “Immaginare, progettare e sviluppare una macchina come la Modular SL ha rappresentato un traguardo molto importante, raggiunto da tutta l’azienda. Ma la soddisfazione maggiore è assistere al consenso generale che questa macchina ha ottenuto dal mercato, che si traduce nella reale soddisfazione dei clienti. Il goal più bello lo fai quando dai una risposta efficace a un’esigenza reale. In P.E. cerchiamo di portarli a segno ogni giorno”, afferma Luca Bonardi, Direttore delle Operations e R&D P.E. Labellers. “Da 50 anni P.E. Labellers scrive la storia dell’etichettatura nel mondo, grazie alla sua capacità di adattare le macchine etichettatrici alle nuove esigenze produttive delle aziende e agli standard di qualità sempre più alti imposti dal mercato. Dando la precedenza ai clienti, sempre. Ascoltandoli, visitandoli, studiando le diverse necessità produttive, interpretandone gli obiettivi di business. È così che, anno dopo anno, i requisiti espressi dalle aziende sono diventati il patrimonio tecnologico di P.E”.‹
Prodotti&Tecnologie Pelliconi personalizza i tappi a corona con la stampa digitale Pelliconi lancia un e-commerce per la personalizzazione del packaging grazie a una sua nuova tecnologia di stampa digitale su tappi a corona. Con questo nuovo servizio, Pelliconi crea un nuovo modello di business incentrato sul digitale per rispondere alle esigenze di un comparto in forte crescita e di un mercato online in evoluzione.
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elliconi lancia il suo e-shop che offre la possibilità di acquistare tappi personalizzabili anche in piccoli lotti e configurabili online dagli utenti. La storica azienda italiana, conosciuta in tutto il mondo per la produzione di tappi, ha infatti sviluppato una nuova tecnologia di stampa digitale su tappi in metallo e ha definito una strategia commerciale dedicata, basata principalmente su canali digitali on-line.
Servizio innovativo e tecnologia all’avanguardia
La tecnologia sviluppata e brevettata in partnership con la startup SmartJet, sovverte le tradizionali logiche di economia di scala che regolano il processo produttivo dell’iconico tappo a corona, da sempre ottimizzato per la produzione in grandissime quantità. Pelliconi ha dunque investito per innovare tale meccanismo, sviluppando una tecnologia di stampa digitale. Tale tecnologia, già ampliamente diffusa in altri settori, oggi diventa una realtà anche nel mondo del metal packaging, offrendo innumerevoli opportunità di personalizzazione.
Per inserire sul mercato l’innovativo servizio, Pelliconi crea un nuovo marchio, denominato P•ink, che offre la possibilità di dare la propria immagine al tappo anche alle piccole e medie birrerie artigianali, settore in enorme crescita, che fino a ieri utilizzavano principalmente tappi anonimi. Ma non solo, anche privati appassionati homebrewers avranno una flessibilità che fino a ieri non era possibile. Creare infinite grafiche tutte diverse diventa facilmente accessibile grazie ad un e-commerce dal respiro internazionale. Pelliconi ha affidato alla startup Deliverti, specializzata nella realizzazione e gestione di e-commerce in full outsourcing, la creazione del suo canale di vendita online ufficiale. La piattaforma non solo consentirà al cliente la scelta tra diverse tipologie di prodotti, e diversi lotti da 50 a 100.000 tappi, ma anche e soprattutto un notevole livello di personalizzazione, giocando sul motto: il cielo del tappo è la tua tavolozza. Con questo nuovo e-commerce, Pelliconi crea un nuovo modello di business incentrato sul digitale per rispondere alle esigenze di un comparto in forte crescita e di un mercato online in evoluzione. Efficienze e ottimizzazioni dei processi interni saranno spinti da diverse integrazioni tecnologiche tra i vari sistemi che governano tutta la filiera di creazione del valore, dall’acquisizione del cliente e la sua fidelizzazione, al processo produttivo alle spedizioni.
Per mezzo di un configuratore 3D user-friendly, il cliente potrà effettuare l’acquisto in base alle proprie necessità in pochi passi: caricamento dell’immagine e dei testi, personalizzazione, anteprima del tappo configurato, scelta della quantità di tappi desiderati. Tuttavia, la personalizzazione non si ferma qui, infatti sarà possibile selezionare alcuni effetti speciali, come le superfici in rilievo, e contattare l’azienda per qualsiasi richiesta: l’unico limite sarà quello imposto dalla creatività. Per completare il servizio sarà possibile personalizzare anche le etichette ed ottenere un packaging finalmente personalizzato dalla testa ai piedi anche in piccoli quantitativi e in pochi comodi e divertenti click. Verrà inserita anche la funzionalità di produzione urgente, per aziende e privati che intendano effettuare campagne last minute. P-ink.shop sarà in continua evoluzione con nuovi prodotti e funzioni nei mesi a venire, per rispondere ai bisogni dei suoi beneficiari in modo sempre innovativo e dinamico, in ottica di espansione del marchio P•ink a livello internazionale.‹
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Prodotti&Tecnologie TSC Printronix Auto ID rivoluziona il mondo della stampa industriale TSC Printronix Auto ID, azienda di riferimento a livello globale nelle soluzioni per la stampa di etichette con codici a barre, annuncia la più grande evoluzione di sempre sulle sue stampanti e i suoi motori di stampa industriali.
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n’evoluzione tecnologica ai massimi livelli quella messa a punto da TSC Printronix Auto ID sulle sue stampanti e i suoi motori di stampa industriali più popolari della famiglia TSC Auto ID. Sono le più importanti mai realizzate fino a oggi, sufficienti a rivoluzionare il mondo della stampa. Questi progressi tecnologici includono varie opzioni di connettività wireless per una maggiore flessibilità di comunicazione e livelli di sicurezza molto più avanzati, nuove funzionalità di gestione della mobilità per le aziende e meccanismi di gestione delle testine di stampa ancora più avanzati per prevenire ed evitare qualsiasi rischio di errore di stampa tale da produrre etichette errate o di scarsa qualità.
Funzionalità
aggiuntive e aumento nella prestazioni
I modelli interessati da questi sviluppi includono le famose e potenti stampanti industriali della famiglia MH, le stampanti ad alte prestazioni della serie MX e anche i motori di stampa ad alta velocità della serie PEX. Le nuove versioni MH241, MX241P e PEX-1001 sono state dotate di componenti elettronici di ultima generazione. Inoltre, sono state apportate numerose modifiche tecniche per aumentarne le prestazioni operative. Inoltre, TSC ha appena lanciato una nuovissima serie di stampanti a trasferimento termico MH261 da 6 pollici, venendo così a completare e rinforzare questa nuova generazione di stampanti industriali. Questi modelli di ultima generazione sono dotati di connettività wireless più potente rispetto ai loro predecessori, con moduli che combinano una connessione WiFi
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802.11a/b/g/n/ac e Bluetooth® 4.2, inclusa un’opzione Bluetooth 5.0 MFI (certificata Apple) su alcune versioni. Tutte queste opzioni wireless garantiscono roaming ultra veloce e una migliore produttività, anche su diverse reti Wi-Fi e con più punti di accesso, per garantire che nessun dato vada perso durante il roaming e in fase di passaggio da un punto di accesso all’altro.
Aggiornamenti
hardware e software
Per quanto riguarda i meccanismi delle testine di stampa, sono in grado di identificare e segnalare in tempo reale qualsiasi punto difettoso. Gli utenti ricevono una notifica che consente loro di sostituire tempestivamente una testina di stampa difettosa ed evitare così di incorrere in tempi di inattività. Questa funzione è disponibile su tutte le stampanti di ultima generazione. Queste nuove stampanti sono compatibili con SOTI Connect, un software di gestione remota che offre alle aziende una migliore visibilità, con dati in tempo reale disponibili sia sullo stato della stampante che
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sulle prestazioni, e questo su un intero parco di stampanti.
Un ampio ventaglio di opzioni
Questi modelli ad alte prestazioni sono ideali per applicazioni di stampa nei settori della logistica, della produzione, del commercio al dettaglio, della distribuzione, della sanità e in altri ancora. I clienti che desiderano aggiornare il loro parco stampanti esistente hanno ora l’opportunità di farlo grazie a un ampio ventaglio di opzioni disponibili tra questa nuova gamma di stampanti di ultima generazione. Questi nuovi modelli apportano infatti importanti progressi in termini di prestazioni, competitività e valore aggiunto sul mercato.‹
Prodotti&Tecnologie VISION il nuovo fusore ad alta efficienza energetica
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l produttore svizzero ha sviluppato un dispositivo intelligente, su una concezione completamente nuova, con un design salvaspazio e caratteristiche innovative, per un incollaggio sicuro e l’ottimizzazione dei costi operativi. “Vision è un fusore completamente nuovo che introduce una nuova dimensione dell’incollaggio”, spiega Martin Spalinger, Strategic Marketing & Innovation Manager. “L’applicazione di adesivo è così uniforme ed esatta nella ripetibilità da essere paragonabile ad un orologio svizzero”. Vision fonde in maniera controllata adesivi termoplastici ed hotmelt di alta qualità, mantenendo costante la loro viscosità e la stabilità della pressione fino alla pistola. Questo aumenta significativamente l’affidabilità dell’applicazione dell’adesivo in termini di elevata precisione, richiesta soprattutto nei processi di incollaggio nel confezionamento primario. Paragonato a Concept, il modello precedente, Vision richiede il 20% di energia in meno.
Smart Terminal: l’alleato del personale operativo
Smart Terminal è una caratteristica unica nel panorama dei fusori di adesivo. Le informazioni di funzionamento e di stato correnti sono visualizzate su una barra a LED a colore variabile, posizionata sull’angolo del dispositivo. Il vantaggio: anche a distanza il personale operativo può verificare che il processo di incollaggio proceda regolarmente o,
per esempio, se l’adesivo deve essere ricaricato. La visualizzazione della pressione corrente della pompa, i codici di stato e i quattro tasti funzione facilitano l’utilizzo e l’intervento rapido.
Flessibilità nell’installazione ed
integrazione di sistema
Vision offre ai costruttori di macchine per il packaging molteplici opzioni. Il fusore può essere installato in senso longitudinale o trasversale: viene azionato a distanza o tramite il touchscreen opzionale, che può essere montato frontalmente o lateralmente. Grazie a FlexPort, l’area di collegamento flessibile a 45°, i tubi possono essere installati in ogni direzione. Questo conferisce la massima flessibilità nel posizionare Vision alla distanza più breve possibile dalle pistole e ridurre così la lunghezza del tubo elettro-riscaldato. Robatech Control System offre interfacce aperte e protocolli fieldbus standardizzati per una facile integrazione di sistema.
Un nuovo tubo
per applicazioni ad alta prestazione
Robatech sorprende all’anteprima mondiale con una seconda innovazione: Performa. Il
nuovo tubo elettro-riscaldato è adatto per viscosità adesivo da 100 a 20.000 mPas e richiede fino al 45% di energia in meno rispetto ai tubi tradizionali Enduro. Grazie al nuovo sistema di collegamento chiamato PrimeConnect, Robatech ha raggiunto diversi obiettivi con un’unica soluzione: è possibile collegare Performa rapidamente e correttamente in modalità plug-and-play, senza l’utilizzo di utensili specifici. Inoltre, la viscosità dell’adesivo rimane costante anche nei punti di connessione con il fusore e con la pistola. PrimeConnect è completamente coibentato ed elimina quindi le zone fredde nei punti di raccordo.
Modularità per una nuova dimensione dell’incollaggio
Robatech mantiene anche la promessa della retro-compatibilità dei suoi nuovi prodotti. Vision è compatibile con tubi e pistole fino all’anno di fabbricazione 2000. Performa può essere utilizzato con i fusori della serie Concept ed in combinazione con i tubi Enduro. Così risulta possibile l’aggiornamento delle linee esistenti con componenti ad alta efficienza energetica e l’innalzamento della qualità dell’applicazione dell’adesivo‹
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Comunicazione d’impresa
A marzo, Robatech ha presentato in anteprima mondiale online il nuovissimo fusore ad elevata efficienza energetica per adesivi di alta qualità – Vision.
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Prodotti&Tecnologie Phoenix Contact la digitalizzazione al servizio della sicurezza Phoenix Contact, grazie all’esperienza maturata nello sviluppo di prodotti e soluzioni di automazione e nella consulenza in ambito sicurezza, ha sviluppato un servizio denominato “Articolo 71”, proprio in riferimento all’Articolo 71 del Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro, per supportare il Datore di Lavoro nell’adempimento dei suoi obblighi previsti dalla legge. A cura di Raffaele Esposito, Sales Manager Digital Safety Solutions, Phoenix Contact
Comunicazione d’impresa
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a sicurezza di macchine o impianti industriali è un concetto globale che coinvolge entità diverse e che si intreccia in modo inequivocabile con la sicurezza degli ambienti di lavoro. In termini estremamente schematici, la regolamentazione giuridica applicabile in Italia impone la sicurezza degli ambienti di lavoro e assegna al Datore di Lavoro tale responsabilità. Per fornire questa garanzia, il Datore di Lavoro, tra gli altri suoi compiti, ha quello di mettere a disposizione dei propri dipendenti, solo attrezzature di lavoro (e tra queste sono incluse le macchine industriali) aventi adeguato livello di sicurezza. Questo è valido per tutte le attrezzature di lavoro messe in servizio, indipendentemente dal fatto che si tratti di attrezzature di lavoro acquistate come nuove o di seconda mano ma anche autocostruite in modo completamente ex-novo o derivanti da modifiche su macchine esistenti. Leggi e norme tecniche applicabili regolamentano e/o forniscono indicazioni sul come sia possibile o dovuta, l’attestazione di rispondenza di ognuna di queste attrezzature al livello di sicurezza necessario. Un obbligo conseguente che ricade anch’esso in capo al Datore di Lavoro è
relativo “ai controlli che sono volti ad assicurare il buono stato di conservazione e l’efficienza a fini di sicurezza delle attrezzature di lavoro”, per dirla con il testo del Decreto Legislativo 81/20028. Dopo aver messo in servizio una qualsiasi attrezzatura di lavoro, il Datore di Lavoro dovrà svolgere, con la dovuta cadenza periodica, tutti gli interventi manutentivi prescritti, prestando particolare attenzione a quelli previsti per i dispositivi di sicurezza presenti. L’adempimento di questa prescrizione, la cui evidenza deve essere a disposizione degli organi di vigilanza per almeno i tre anni precedenti alla richiesta da parte di questi ultimi, è stata fino ad oggi gestita con moduli cartacei, più o meno evoluti, e archiviazioni dedicate. Impegno organizzativo, e costo conseguente, spesso non trascurabile. La digitalizzazione permette sicuramente una semplificazione oggettiva di anche questo processo.
Articolo 71, l’innovazione di Phoenix Contact
La messa a fattor comune delle expertise particolari maturate in Phoenix Contact nello sviluppo di prodotti e soluzioni innovative di automazione e nella consulenza in ambito Sicurezza (Safety & Security) ha condotto allo sviluppo di un servizio dedicato allo scopo e denominato “Articolo 71”. Chiara in detta de-
nominazione l’attinenza con i contenuti proprio dell’Articolo 71 del Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro (Decreto Legislativo 81/20028), laddove si trattano gli “Obblighi del datore di lavoro”. Attraverso questo servizio, il team Digital Safety Solutions di Phoenix Contact, crea per il proprio cliente una sorta di portale, cloud-based, accessibile via Internet con browser standard ma con credenziali di accesso esclusive. All’interno di detto portale, per ogni attrezzatura per la quale il servizio viene attivato, viene creata una scheda macchina ove, oltre all’anagrafica dell’apparecchiatura, viene riporta la lista dei dispositivi di sicurezza presenti, la lista della documentazione tecnica associata alla attrezzatura e la lista di rischi potenziali attinenti sempre con la medesima attrezzatura. Un intervento dei tecnici Phoenix Contact permetterà la compilazione dello stato di questi elementi, consentendo al cliente di disporre con un semplice clic delle informazioni a video circa lo stato dell’attrezzatura dal punto di vista della sicurezza, di disporre di un’archiviazione a prova di smarrimento dei dati e di poter produrre, con una semplice stampa di modelli di report predisposti all’interno dello strumento, della documentazione eventualmente richiesta dagli organismi di vigilanza. L’evidenza del mantenimento in sicurezza di un macchinario in modo semplice, veloce e con garanzia di disponibilità nel tempo. ‹
Prodotti&Tecnologie Labelx RM etichettatura automatica alla massima potenza Il problema
L’integrazione di un’etichettatrice automatica su una linea di produzione ad alta velocità può essere causa di una riduzione delle performance della linea stessa dovuta alle interruzioni necessarie al cambio della bobina di etichette. Per questo motivo, sempre più spesso, vengono richieste soluzioni che consentano di effettuare il cambio delle bobine senza dover arrestare la linea in modo da poter garantire la massima produttività.
La soluzione
Labelpack da diversi anni ha sviluppato soluzioni che rispondono a questa necessità utilizzando leetichettatrici ad alte prestazioni Labelx RM integrate in tandem con funzione non-stop. Labelx RM è dotata di un porta-bobina ad alta capacità per bobine fino a 400 mm di diametro ed è motorizzata con due motori passo-passo ad alte prestazioni che consentono di gestire velocità di applicazione fino a 80 metri al minuto e frequenze fino a 600 etichetta al minuto. Nella configurazione non-stop, due unità di etichettatura vengono integrate su di una unica struttura di supporto in acciaio inossidabile che consente di affiancarle ai sistemi di trasporto esistenti. Ogni etichettatrice è dotata di: 1. regolazioni micrometriche orizzontali e verticali con indicatori numerici necessarie per un corretto posizionamento del punto di applicazione delle etichette; 2. fotocellule di rilevamento del prodotto; 3. sensori che controllano il consumo della bobina di etichette ed il recupero del supporto sul riavvolgitore; 4. elettronica di gestione delle etichettatrici; 5. quadro di controllo unico che gestisce la funzione dello scambio automatico delle etichettatrici e tutti gli altri parametri di funzionamento;
6. pannello operatore touch screen; 7. interfaccia Ethernet per la gestione dell’assistenza tecnica da remoto e le eventuali funzioni Industry 4.0.
Le applicazioni
Integrata con successo su diverse linee di confezionamento, questa soluzione è stata scelta da un’importante azienda inglese produttrice di succhi di frutta, per l’applicazione di etichette con codice a barre ed altri dati di identificazione sul fianco difardelli multipack di succhi di frutta monodose in uscita da una linea di riempimento e fardellatura ad alta velocità.Le due unità di etichettatura Labelx RM sono integrate sulle linee esistenti in configurazione per applicazione sul lato del prodotto in movimento. La soluzione fornisce un sistema di controllo conlettore laser per verificare il corretto codice a barre e l’avvenuta applicazione dell’etichetta sul prodotto. Un’altra interessante applicazione è stata realizzata per un produttore di bottiglie di birra per il posizionamento di una Tax-Label sul tappo delle bottiglie ad una velocità di produzione di oltre 300 bottiglie al minuto. Le due unità di etichettatura Labelx RM sono integrate sulla linea in configurazione per applicazione top-side e sono di dotate di un dispositivo di sollevamento pneumatico per poter intervenire agevolmente e in sicurezza sull’etichettatrice off-line per il cambio della bobina.
singoli prodotti, fardelli, scatole e altre confezioni, consentono di integrare anche sistemi di stampa a trasferimento termico per la stampa dei dati variabili prima dell’applicazione delle etichette. Per la stampa ed applicazione di etichette suifine linea di imballaggio e palettizzazione sono state realizzate numerose applicazioni di successo presso produttori di latte, soft drinks, vino e bevande alcoliche, utilizzando l’ampia gamma di soluzioni della serie PandA in grado di integrare i motori di stampa a trasferimento termico più diffusi sul mercato e gestibili da qualsiasi software di creazione e stampa per etichette. ‹
La famiglia labelx
La famiglia di etichettatrici automatiche Labelx prodotta da Labelpack si completa con le affidabili e competitive soluzioni Labelx ES e Labelx JR dedicate alle linee di confezionamento a media e bassa produttività; in grado di soddisfare le più svariate necessità di applicazione etichetta su
Per informazioni inquadra QR Code
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L’IRLANDA TRIONFA AI WORLD WHISKIES AWARDS
ESTATHÉ, SPECIAL EDITION CON VAN ORTON DESIGN
Definita dalla sua gente, dai suoi luoghi e dalla maestria dei suoi distillatori e miscelatori, l’Irlanda ha anche dato il nome al whisky, derivante dal gaelico “uisce beatha” (acqua di vita). E in relazione a questo, andrebbe anche specificato che in Irlanda si scrive whiskey e non whisky. L’isola è la patria della distillazione di questo spirito, il Paese cha vanta la tradizione più lunga di tutti gli altri, nonché il luogo di nascita di marchi di fama mondiale quali Bushmills, Jameson, Kilbeggan e Teeling: l’Irlanda è anche questo e il whiskey irlandese vanta una reputazione pressoché unica per ciò che concerne il radicamento nel territorio e le varietà. La distilleria Boann, con sede nella Boyne Valley, cuore dell’Ireland’s Ancient East, si merita un brindisi speciale dopo aver portato a casa il titolo di miglior “nuovo” spirito del mondo, in occasione della competizione internazionale World Whiskies Awards, indetta da Whisky Magazine per il 2021. Dato interessante è l’identità profondamente irlandese di questa realtà, interamente a conduzione familiare, e il distillato vincitore nella categoria dedicata al “New Make & Young Spirit” è il suo Single Pot Still, “New Born”. La definizione Single Pot Still o Pot Still è squisitamente Irish e il materiale che viene distillato deve essere composto da orzo maltato e non maltato in quantità, per entrambi, non inferiore al 30%. Il processo di distillazione, inoltre, avviene unicamente in modo discontinuo, utilizzando tradizionali alambicchi di rame. I bicchieri della festa sono stati alzati anche per Redbreast 21 Year Old, distillato nella contea di Cork da Irish Distillers, incoronato in qualità World’s Best Pot Still Irish Whiskey.
Estathé rappresenta da sempre, a partire dal nome, un chiaro richiamo all’estate e al mood di positività, divertimento e spensieratezza che la bella stagione porta con sé. Con il suo tone of voice leggero e divertente, è pronto ad accompagnare e stupire i consumatori con grandi novità fino all’autunno. “Non c’è estate senza Estathé” è il concept della campagna che prende vita insieme a Van Orton Design, gemelli e illustratori torinesi tra gli artisti grafici più di successo in Italia e all’estero. Hanno rivoluzionato il mondo del graphic design grazie a un riuscito mix tra l’iconico mondo degli anni ’80, la cultura pop e le geometrie tipiche delle vetrate che popolano le chiese gotiche del Nord Europa, dando vita a uno stile di design unico e insolito, tale da fargli guadagnare un aggettivo espressamente coniato sui loro lavori: “vanortizzato”. E proprio con il loro stile inconfondibile hanno “vanortizzato” i brick di Estathé: una special edition coloratissima composta da 12 grafiche differenti che si ispirano all’estate e declinano i valori caratteristici di un prodotto unico, nei due classici gusti Limone e Pesca. “L’aspetto davvero stimolante e divertente di questa collaborazione è stato quello di poterci concentrare su ogni singolo valore del brand Estathe e svilupparlo su 12 grafiche differenti. Poter firmare un prodotto così iconico che ha accompagnato la nostra infanzia ci onora”, hanno commentato i designer Marco e Stefano. I Van Orton non hanno solo vestito i brick di Estathé, ma hanno anche firmato una serie di premi brandizzati in collaborazione con Estathé che saranno messi in palio per tutta l’estate!
GIUSTI PRESENTA IL ROSALIA PROSECCO ROSÉ DOC Nulla deve essere lasciato al caso: è questa l’idea con cui è stato pensato Rosalia Prosecco Rosé DOC, il primo vino ad essere lanciato dalla cantina, frutto della consulenza dell’esperta di fama internazionale Graziana Grassini. Un vino che l’enologa toscana ha saputo interpretare con cura e attenzione, senza fretta, dando alle uve il tempo di esprimersi al meglio e che proprio per questo esce in aprile, senza seguire le tendenze ma piuttosto rispettando le necessità del vino. “Abbiamo pensato a un prodotto fatto per durare nel tempo, stabilizzandone il colore, i profumi e il perlage”, afferma Graziana Grassini. “Si è partiti da uve scelte in parcelle selezionate, per poi dedicare attenzione particolare al colore, con un taglio con il Pinot Nero in presenza dei lieviti”. La creazione di un Prosecco Rosé DOC in casa Giusti Wine risponde alle richieste del mercato estero, da sempre caro ad Ermenegildo Giusti, imprenditore del Montello che dopo una vita in Canada ha deciso di omaggiare la sua terra portandone i prodotti nel mondo. “Abbiamo voluto uno spumante che duri nel tempo perché Giusti Wine, sin dalla sua fondazione, si rivolge al mondo”, spiega Ermenegildo Giusti. “Questo vino, come tutti gli altri della nostra gamma, è pensato per viaggiare e offrire anche oltreoceano un prodotto perfetto a distanza di tempo dall’uscita dalla cantina”. Il Prosecco Rosé DOC è solo il primo passo del percorso iniziato con Graziana Grassini, scelta da Ermenegildo Giusti per la sua sensibilità internazionale e la grande professionalità con l’obiettivo di dare un’interpretazione originale ai vini del Montello. La grande sfida è legata all’Asolo Prosecco DOCG, che uscirà a settembre, e alla valorizzazione della varietà autoctona Recantina che, secondo l’enologa, ha le potenzialità di un grande vitigno. Rosalia Prosecco Rosé DOC Giusti Wine esprime al naso piacevoli ed eleganti sentori sia di frutta gialla che rossa: nocepesca, ciliegia e profumi floreali di rosa appena schiusa. Inizialmente si rivela fresco su fondo sapido; cresce poi la percezione di polposa morbidezza e un aroma di pesca matura. Ha un gusto secco, intenso ed elegantemente lungo. Perfetto come aperitivo, si accompagna con classe a crudités e fritti delicati di pesce e frutti di mare, ma anche a specialità più sapide come il Prosciutto di Parma.
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| Breaking News | LA BIRRA, TRA GUSTO E BERE RESPONSABILE La birra come passione che accompagna l’uomo fin dall’antichità, da sempre legata ad intensi momenti di convivialità, oggi è costretta ad un consumo domestico, ma sempre responsabile. Con queste premesse si è tenuto il webinar “Il gusto del bere responsabile”, organizzato da AB InBev, azienda di riferimento a livello mondiale nella produzione della birra. Al centro del dibattito lo smart drinking. Secondo un recente rapporto della Global Drug Survey negli ultimi 12 mesi – nel mondo – si è ecceduto nel consumo di alcol in media per 21 volte, con un picco di 28 volte per gli uomini under 25. Ebbene, l’Italia, invece, ha dimostrato una notevole consapevolezza nel bere, portando il dato annuale a 11.7: praticamente la metà della media mondiale, il che testimonia un approccio italiano più cosciente e indirizzato alla qualità
nei confronti dell’assunzione di alcol. “Come più grosso produttore al mondo di birra al mondo crediamo che nessun impegno sia più critico del nostro nell’affrontare il consumo dannoso di alcol”, ha affermato Serena Pasquetto, Senior Legal & Corporate Affairs Manager di AB InBev. “Per noi ogni esperienza con la birra deve essere un’esperienza positiva, dire ‘bevi responsabilmente’ non è sufficiente, miriamo infatti a cambiare comportamenti specifici e norme sociali. Crediamo di dover essere parte della soluzione e non del problema: vogliamo essere promotori di uno stile di vita responsabile e consapevole. La qualità (e non quantità) è particolarmente importante per i consumatori italiani. Le nostre birre premium e superpremium (Corona, Leffe e Stella Artois) sono protagoniste di un trend estremamente positivo che celebra il gusto”.
ITALICUS SPRITZ, L’APERITIVO ITALIANO MODERNO Italicus, all’insegna dello stile e della leggerezza: Italicus Spritz, Italicus con soda al pompelmo e Italicus & Tonic. La primavera, si sa, è tempo di rinascita e rinnovamento. Lo è anche per l’aperitivo e soprattutto per lo Spritz. Italicus Rosolio di Bergamotto accompagna l’arrivo della bella stagione con l’italicus Spritz: uno spritz moderno, un’alternativa al classico aperitivo italiano per eccellenza, un cocktail semplice e fresco con i profumi agrumati del bergamotto e lo stile lineare e innovativo tipico di Italicus. Per chi ama le novità e per chi ha la curiosità di sperimentare e gustare nuovi aromi senza allontanarsi dalle tradizioni, lo spritz proposto da Italicus può fare al caso suo. Le tre versioni di spritz con il bergamotto IGP calabrese sono ricette frizzanti che soddisfano e rinfrescano con l’equilibrio dolce amaro del rosolio. Italicus Spritz si compone con due parti di prosecco e una parte di Italicus, pochi ingredienti per un mix essenziale e fresco a cui si aggiungono le tre olive conservate in salamoia, elementi essenziali, utili ad arricchire con la loro carica iodata l’aroma nel bicchiere. Italicus con Soda al pompelmo è ancora più leggero e dissetante; basta miscelare l’italicus con la soda al pompelmo da aggiungere al posto del prosecco. Mentre Italicus & Tonic torna alle origini dello spritz, quando per l’aperitivo il vino si allungava con il selz. In questa versione il rosolio è miscelato con due parti di tonica. Ora che la mixology è entrata nelle case con i cocktail at home, i suggerimenti di Italicus sono da preparare con facilità in pochi passaggi.
“La birra è antica quanto la civiltà. Pare infatti che sia stata proprio la coltivazione dei cereali necessari per produrre la birra a dare l’impulso decisivo alla nascita dell’agricoltura e alla fondazione delle prime città”, ha sostenuto Marino Niola, Professore di Antropologia della Contemporaneità all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. “Fin dall’antichità il tema del bere responsabile ha caratterizzato i popoli. Si pensi che allora, una volta raggiunta la pubertà, i ragazzi ricevevano in dono un’anfora che misurava la dose massima consentita ad una persona civile. Nel corso dei secoli, poi, la birra ha continuato a caratterizzarsi come bevanda sociale, di amicizia e di apertura all’altro. È proprio per questo in fondo che in passato veniva considerata “sacra”. Perché bevendola insieme si celebra il legame sociale”.
CHASING WHISKEY, LA STORIA MAI RACCONTATA DI JACK DANIEL’S Il documentario Chasing Whiskey – The Untold Story of Jack Daniel’s ha debuttato anche in Italia venerdì 9 aprile. Più di un semplice racconto sulle origini e l’impatto di Jack Daniel’s negli USA e nel mondo, Chasing Whiskey vede tra i protagonisti John Grisham, Tina Sinatra, Tim Matheson, Shooter Jennings e Eric Church in un viaggio lungo 57,000 miglia attraverso 5 paesi e 16 fusi orari che è allo stesso tempo coinvolgente, commovente e divertente. “Perché il whiskey è legato alla cultura pop e come ha fatto Jack Daniel’s a diventare il più iconico brand di whiskey del mondo? Alcune di queste domande vengono poste all’inizio del viaggio in Chasing Whiskey. Non importa dove fossimo dal Tennessee al Giappone, a Cuba all’entroterra dell’Australia, persino in Scozia - abbiamo sempre trovato qualcuno che avesse una storia personale su Jack Daniel’s da raccontare”, ha commentato il regista Greg Oliver. “Con una disponibilità senza precedenti che ci è stata dalla Jack Daniel’s, abbiamo scoperto storie sorprendenti nate ben prima che Jack cominciasse a produrre il suo whiskey. Siamo fieri di presentare questa toccante avventura al sapore di whiskey che racconta la storia di Jack, una storia che dura da oltre 150 anni”. Dalla piccola città di Lynchburg, Tennessee, dove viene realizzata ogni goccia di Jack Daniel’s, fino all’entroterra australiano, da Beverly Hills alle strade di L’Avana, Chasing Whiskey documenta il viaggio culturale del perché tantissime persone si identifichino con un brand americano così importante. Nonostante tutto, Jack Daniel’s funge da bussola in un percorso che offre uno scorcio unico nell’umanità, nei valori condivisi e nei differenti punti di vista, sogni e delusioni.
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| Breaking News | KOZEL ARRIVA IN ITALIA La birra ceca più venduta e apprezzata al mondo è arrivata in Italia. Kozel con i suoi 4,5 milioni di HL venduti a livello globale, è già presente in 48 Paesi. Già dal lancio, sarà disponibile nella versione Premium Lager e Dark Lager, riconosciute universalmente per la piacevole bevibilità, tanto da aver ricevuto oltre 200 premi (fra cui il primo posto all’International Brewing Awards e al World Beer Award) per la loro qualità. Kozel si unisce al portafoglio dei prodotti premium di Birra Peroni. Sarà prodotta in Italia, nello stabilimento di Padova, nel pieno rispetto della ricetta originale che prevede un’attenta selezione delle materie prime e la doppia decozione. Un risultato possibile grazie alla collaborazione tra i mastri birrai e agli alti standard di produzione. La storia di Kozel, iniziata circa 150 anni fa in Repubblica Ceca, nel piccolo villaggio di Velké Popovice, continua oggi nel nostro Paese, portando i suoi valori di tradizione, ospitalità e collaborazione. “Gli ultimi trend del mercato birrario raccontano come la birra sia sempre più sinonimo di convivialità. Più di 8 italiani su 10 non hanno dubbi: la birra è adatta a qualsiasi occasione (86%) e favorisce la socializzazione (86%). Il gusto rimane il principale driver di scelta (38%), seguito dal legame della birra con la tradizione (22%) . La scelta di portare Kozel in Italia risponde ai bisogni e alle scelte dei consumatori che sempre di più sono alla ricerca di un approccio spensierato e divertente, di un’esperienza di consumo nuova e di altissima qualità ma soprattutto fedele ai valori di collaborazione e ospitalità. Il payoff “C’è un villaggio dentro” riassume l’anima più autentica di Kozel fatta proprio di questi valori - afferma Francesca Bandelli, Marketing & Innovation Director Birra Peroni - Diamo dunque il benvenuto non a una birra qualunque ma alla birra ceca più venduta al mondo, apprezzata a livello internazionale perché unisce il suo carattere innovativo alla lunga tradizione nella produzione della birra”. “C’è un villaggio dentro” è il payoff del nuovo brand che riassume l’anima più autentica di Kozel che la rende un prodotto unico sul panorama delle lager premium internazionali.
PEPSI, DUE REFERENZE SONO PRODOTTO DELL’ANNO 2021 A guadagnare l’ambizioso titolo di “prodotto dell’anno” nella categoria “bevande gassate”, tra i 61 prodotti premiati, sono state le due referenze appartenenti al Gruppo PepsiCo: Pepsi Max Lime e Pepsi Max Zero Caffeina, entrambe appartenenti alla linea Pepsi Max, la cola dal massimo gusto e zero zucchero. Giunto alla 16 edizione italiana, Eletto Prodotto dell’Anno, è il premio all’innovazione che si basa esclusivamente sul voto di circa 12.000 consumatori che valutano come criteri fondamentali per la scelta dei vincitori l’innovazione e la soddisfazione dei prodotti in gara. A dichiarare vincenti Pepsi Max Lime e Pepsi Max Zero Caffeina, sono stati i voti dei consumatori che hanno partecipato ad un questionario online, rispondendo a varie domande tra le quali: i motivi di innovazione e soddisfazione del prodotto, il gradimento del sapore e del gusto, la fedeltà alla marca e la propensione al riacquisto. Oltre alla caratteristica principale che vede entrambi i prodotti del marchio Pepsi privi di zucchero, a stupire i consumatori sono stati il fresco e dissetante aroma di lime per la referenza Pepsi Max Lime e la totale assenza di caffeina in Pepsi Max Zero Caffeina che rende questa bevanda adatta a tutti. Per tutto il 2021, grazie a questo riconoscimento, le due referenze Pepsi potranno fregiarsi del prestigioso e riconoscibile logo “Prodotto dell’Anno”, simbolo di garanzia e pilastro per l’orientamento delle scelte di acquisto dei consumatori sui prodotti più nuovi ed innovativi.
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IL “VERMOUTH” SECONDO LUXARDO New entry in casa Luxardo nell’anno speciale del suo Bicentenario. Si chiama Antico ed è la personalissima interpretazione che l’azienda ha voluto dare ad un prodotto per aperitivo ispirato al vermouth. Un packaging classico, un nome che riporta alle origini ma un gusto assolutamente contemporaneo per rispondere con stile alle nuove tendenze del bere. Antico è stato pensato come alternativa al vermouth rosso: viene ottenuto per infusione del succo di marasche, fatto maturare in tini di rovere ed impreziosito con l’aggiunta di erbe e spezie. Al termine dell’affinamento viene poi imbottigliato a 16,5% alc. vol. Si presenta con un colore rosso rubino, un profumo fruttato e speziato con predominanza di marasca che si percepisce nettamente anche al palato con un gusto corposo e rotondo. Può essere consumato liscio o ghiacciato, con una spruzzata di seltz oppure ‘on the rocks’ come aperitivo. In miscelazione si può sostituire al vermouth rosso come inedita variante ai classici cocktails internazionali. Antico viene così a completare la sezione del portfolio aziendale Luxardo dedicata al bere miscelato, affiancando i già affermati Aperitivo, Bitter bianco e Bitter rosso, London Dry Gin e Sour Cherry Gin, seguendo l’onda dei nuovi trend di prodotti particolarmente usati nel mondo della mixology, come gin e vermouth. La storica azienda ha dunque puntato sul suo must, le ciliegie marasche, per creare con Antico qualcosa di molto simile al vermouth rosso ma che al contempo fosse unico e ben distinguibile: l’alternativa nei cocktails secondo lo stile Luxardo.
| Breaking News | GLI SPUMANTI PALADIN ANTICIPANO L’ESTATE Aria di novità da Paladin: la cantina di Annone Veneto (VE), che fa capo al gruppo guidato dalla famiglia Paladin, anticipa l’estate e presenta la sua linea spumanti in una veste del tutto nuova. In un periodo difficile, che ci costringe a sacrificare la convivialità di cui un calice di spumante è il simbolo, l’intento è quello di dare un messaggio di speranza e positività, con l’augurio che, con l’arrivo della bella stagione, si possa tornare a condividere momenti di gioia e spensieratezza. Le etichette del nuovo Prosecco Rosé, del Prosecco Millesimato Extra Dry, del Prosecco Dry e dello Spumante Brut sono declinate in tinte vivaci e impattanti, con una grafica pulita e moderna. Una banda colorata, diversa per ciascuna tipologia di vino, è accompagnata da una frase del fondatore Valentino Paladin, padre di Carlo e Roberto e nonno di Francesca, terza generazione della famiglia. “Con queste etichette abbiamo voluto omaggiare mio nonno Valentino, un uomo che ha dedicato tutta la sua vita all’amore per la terra e la vite” Afferma la nipote Francesca. “Rileggere le sue parole è come averlo ancora qui con noi ad aiutarci e sostenerci”. Una nuova immagine che recepisce le richieste del mercato di oggi, sempre più attento tanto all’estetica quanto all’etica. Tutti gli spumanti Paladin sono certificati vegan, non solo nel contenuto ma anche nella bottiglia stessa: nessun prodotto animale è stato usato in tutte le fasi della produzione dei vini, comprese le colle utilizzate per l’etichettatura. Grande importanza è data anche a progetti di responsabilità sociale, tema
molto caro alla famiglia Paladin. Tutti i dipendenti sono coinvolti nella raccolta dei tappi di sughero dell’intera cantina, che l’associazione Tappodivino destina al riciclo per produrre diversi materiali, da quelli impiegati in bioedilizia alle suole di scarpe. L’intero ricavato della vendita di questi materiali riciclati viene poi donato all’associazione Viadinatale Onlus, realtà che accoglie gratuitamente i pazienti in cura al C.R.O. di Aviano e i loro familiari.
NUOVO MAGAZZINO PER LA FABBRICA IN PEDAVENA La storica azienda bellunese ha infatti incaricato Ferretto Group della realizzazione del nuovo magazzino automatico a servizio della fabbrica che dal 1897 rappresenta uno dei marchi storici della birra italiana. La crescita costante dei volumi ha spinto la Fabbrica in Pedavena a puntare su un nuovo magazzino che permetta un’ottimizzazione degli spazi e dei tempi di preparazione e spedizione dei carichi. Con un obiettivo preciso: il sistema dovrà essere in grado di servire, nei momenti di picco, la spedizione di 2 bilici completi con una capacità di caricamento dalle linee di produzione di 40 pallet all’ora contemporaneamente. Per rispondere a queste esigenze, Ferretto Group realizzerà un magazzino automatico con due corsie, servito da trasloelevatore, con stoccaggio in doppia e singola profondità. Con una superficie di oltre 650 metri quadrati e un’altezza di 20,5 metri, l’impianto avrà una capacità di stoccaggio di 2160 pallet standard EPAL personalizzati “Fabbrica in Pedavena”. Il magazzino è stato progettato ottimizzando le postazioni di ingresso dalle linee fusti e dalle linee bottiglie. La zona di spedizione, contrapposta all’ingresso, permetterà di ottimizzare il carico sul bilico con l’obiettivo di garantire due carichi completi all’ora (60 pallet). Per integrare nel miglior modo possibile il magazzino nel contesto che lo circonda e renderlo coerente alla brand identity aziendale, la struttura autoportante, che supera di 13 metri quella esistente, sarà dotata di pannellatura sandwich in colorazione Simil Corten. La Fabbrica in Pedavena, oggi di proprietà del gruppo Birra Castello Spa, è nata alla fine dell’Ottocento e, da allora, è un luogo di produzione d’eccellenza della birra italiana, diventato nel tempo simbolo del territorio e protagonista della cultura brassicola. Qui, da oltre 120 anni, tradizione e tecnologia lavorano una a fianco dell’altra per creare e distribuire un prodotto che viene tramandato negli anni da mastro birraio a mastro birraio.
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| Breaking News | CINQUE VINI PER CINQUE TIPI DI MAMME “La parola più bella sulle labbra del genere umano è Madre”, scriveva il poeta libanese Kahlil Gibran. Una citazione eterna, attuale che a distanza di quasi un secolo ci ricorda quanto sia importante celebrare la donna più importante della nostra vita. E per farlo al meglio è necessario stappare la bottiglia giusta. Felice, stressata, glamour, in carriera o sportiva: per ogni tipo di mamma esiste il vino perfetto. Per brindare alla Mamma Felice ci vuole un vino di straordinaria armonia: è il Nectaris Kerner Passito di Cantina Valle Isarco, un vino che profuma di frutta esotica e frutta secca, dal sapore dolce e suadente, pieno, di grande equilibrio. Messo in commercio nel 2018, ha una potenzialità di invecchiamento di 6 - 8 anni, un’ottima idea regalo da conservare per occasioni speciali (magari una Mamma Felice che diventa Nonna Felice?). Ottimo a fine pasto insieme a una crostata di frutta, ma anche con formaggi saporiti. Relax e spensieratezza sono gli ingredienti agognati che la Mamma Stressata può ritrovare nell’intensa e raffinata Cuvée Secrète di Arnaldo Caprai: nata nel 2012, ogni anno unisce il meglio della produzione a bacca bianca della cantina di Montefalco in un blend, come dice il nome, assolutamente segreto ma che, oltre al Grechetto, punta a valorizzare a pieno la migliore espressività delle varietà italiane ed internazionali. Fresca, elegante e sapida, Cuvée Secrète è un vino intrigante e misterioso che appaga ed emoziona, soprattutto se accompagnata da un buon crudo di pesce o da un primo piatto di mare, come degli spaghetti alle vongole. Per brindare con stile alla Mamma Glamour, nulla potrebbe essere più chic di un vino francese, meglio se un Gentil della famosa cantina alsaziana Hugel che in Italia è distribuito da Compagnia del Vino, una delle più importanti aziende di distribuzione vini italiane. Un ricercato trait d’union tra l’aromaticità del Gewürztraminer, il corpo del Pinot Grigio, la finezza del Riesling e il carattere rinfrescante di Pinot Bianco e Sylvaner: questo Blanc d’Alsace è il mix perfetto, rigorosamente sofisticato ed elegante, per un brindisi di sicuro successo, ancor meglio se accompagnato da piatti fusion e crostacei. Tra una call di lavoro e l’altra, per la Mamma-inCarriera ci vuole un vino morbido, avvolgente e accattivante come il Sant’Antino DOC Cervio di Poggio il Castellare: Cabernet Franc in purezza, al naso sprigiona sentori di macchia mediterranea, timo e piccoli frutti neri tra cui il ribes. All’assaggio è succoso e persistente, con tannini vellutati: un vino straordinario, a tutto pasto ma perfetto anche da solo come ricompensa di una dura giornata di lavoro. Per la Mamma Sportiva un vino fresco e piacevole: Sof, il vino rosato ideato da Sophia Antinori, a base di uve Cabernet Franc e Syrah, distribuito da Compagnia del Vino. Racchiuso in una bottiglia dal design accattivante, questo rosato raffinato dagli aromi floreali e fruttati delicati e ben scanditi, sorprende per la sua struttura, la fragranza e l’agilità.
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ROBILANT ASSOCIATI FIRMA IL REBRANDING DI TAVERNELLO “Da sempre pioniere e apripista della propria categoria. Tavernello è stato il primo a portare un’innovazione dirompente in un settore, quello del vino da tavola, tra i più conservativi e ancorati alla tradizione”, commenta Giuliano Dell’Orto, direttore creativo a capo dell’operazione, esperto di branding per il settore Wine&Spirits. “Il nostro progetto è teso a ribadire tale primato, a celebrare questa attitudine, mediante la creazione di un linguaggio visivo iconico, contemporaneo, pop, che una volta di più sancisce in modo distintivo autenticità, genuinità ed empatia che da sempre caratterizzano Tavernello, mettendo distanza dai numerosi me too e segnando il passo della categoria”. A partire dal restyling del pack è stato ideato un linguaggio visivo dinamico e flessibile, da cui hanno preso forma le attività di comunicazione. Il rebranding punta a un cambio di paradigma lavorando alla riqualificazione del percepito del brand: da prodotto generico sinonimo di categoria a Brand leader, da scelta convenience a prodotto icona. Il design rompe gli stilemi consolidati e largamente imitati, a partire dall’evoluzione dell’immagine del bicchiere che, da fotografico diventa grafico e simbolico. Un segno proprietario che conferisce modernità e distintività e che, animandosi, diventa elemento di grammatica visiva. Il logo si riduce e ingentilisce, andando a occupare lo spazio bianco all’interno del bicchiere, che lo incornicia rendendolo protagonista. Al contempo mantiene la caratteristica verticalità che valorizza la forma del brik per costruire una gestalt proprietaria e memorabile. Colori pieni e contrasti accesi esprimono contemporaneità e generano uno straordinario impatto visivo, a schermo quanto a scaffale. Il nuovo packaging usa orgogliosamente il brik come strumento di storytelling per un Brand che ha davvero tanto da raccontare. Un’anima semplice e sincera, legata al DNA dei viticultori; la forza di un grande Gruppo alle spalle testimoniata dalla nuova presenza del logo Cantine Caviro; un sistema di infografiche sfrutta tutti i lati del pack per raccontare un prodotto buono e garantito, un blend di vini provenienti da regioni vocate, selezionati e controllati creati da 50 enologi; un modello di enologia circolare sostenibile e attento che trasforma ogni scarto in risorsa. Ogni lato della confezione porta alla luce e valorizza con un linguaggio clever e smart, un pezzo di una storia straordinaria fatta di qualità, autenticità ed etica.
| Breaking News | VENDEMMIA 2020, BUONA QUALITÀ E DIVERSE ECCELLENZE Il Consorzio Vini Alto Adige ha tracciato il bilancio della vendemmia 2020, che si è rivelata soddisfacente nei risultati raggiunti, nonostante le condizioni atmosferiche abbiano dato filo da torcere ai vignaioli altoatesini. “L’annata 2020 è stata sicuramente impegnativa – commenta Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige – dalle prime settimane di maturazione fino alla scelta del momento giusto per vendemmiare. Ma nonostante tutto la vendemmia è stata positiva: in cantina si va delineando un’annata di qualità buona per i vini bianchi, tra cui si distinguono gli ottimi risultati raggiunti da Chardonnay e Pinot grigio. Tra i rossi, Pinot Nero e Lagrein hanno raggiunto una qualità eccellente, con Merlot e Cabernet che si sono attestati comunque su buoni livelli, nonostante le condizioni meteorologiche precarie abbiano richiesto una vendemmia più precoce. La Schiava si presenta meno corposa rispetto alle annate precedenti”. Sulla scia di quanto già accaduto negli ultimi anni, anche il 2020 ha richiesto ai viticoltori molto lavoro e dedizione nei vigneti. Ai mesi invernali caratterizzati da temperature superiori alla media, con valori termici molto miti per la stagione, ha fatto seguito una primavera inizialmente
piovosa, con giornate fredde che alla fine di marzo hanno costretto molte aziende a intervenire in modo mirato contro le gelate, e insolitamente calda nei successivi mesi di aprile e maggio. Le temperature elevate hanno accelerato la crescita vegetativa e favorito, in alcuni impianti particolarmente soleggiati, un inizio della fioritura insolitamente precoce. Dopo le piogge copiose tra la fine di maggio e la prima metà di giugno, nelle settimane successive l’andamento termico è stato decisamente più equilibrato: in luglio si sono registrate giornate calde e tipicamente estive, culminate in una breve fase di caldo torrido. A fine estate si sono registrate, a più riprese, precipitazioni intense che hanno costretto i vignaioli a scommettere sul momento migliore per dare inizio alla vendemmia. Nello specifico la vendemmia 2020, rispetto alla media degli ultimi anni, presenta un tenore zuccherino mediamente inferiore di 1 Grado Babo (unità di misura che definisce il contenuto zuccherino presente in un mosto), mentre l’acidità totale si è confermata ai livelli consueti.
SI APRE LA SFIDA TRA I VINI ITALIANI PER IL PREMIO QUALITÀ ITALIA Si sono aperte le iscrizioni per la settima edizione del Premio Qualità Italia, concorso enologico nazionale promosso e gestito dalla Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento Leonardo, che vedrà vini provenienti da tutta Italia sfidarsi in numerose categorie. Il numero di vini concorrenti, a completa rappresentanza di ogni territorio d’Italia, il numero delle categorie, e l’articolarsi del concorso e dei premi declinati anche su scala regionale, fanno del Premio Qualità Italia un appuntamento unico, che oltre a esaltare la ricchezza e la varietà della produzione enologica italiana, offre a ogni produttore un’occasione unica di visibilità, permettendogli di emergere e di darsi notare sul mercato facendo valere le eccellenze dei propri prodotti. Il Premio Qualità Italia è l’unico concorso enologico promosso e gestito da una scuola di formazione indipendente, ufficialmente autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che grazie a una commissione di esperti di varie regioni d’Italia garantisce trasparenza e professionalità nella degustazione e nella valutazione dei vini partecipanti, giudicati per le loro intrinseche qualità nel più perfetto anonimato. Infatti, a garanzia della totale trasparenza e imparzialità della giuria, le valutazioni deriveranno da una degustazione alla cieca, nel corso della quale i componenti della Commissione di Valutazione e gli addetti al servizio non potranno sapere né l’origine né l’identità dei campioni sottoposti a degustazione. Il Premio Qualità Italia nasce con lo scopo di scoprire ed evidenziare la migliore
produzione enologica italiana, contribuendo alla divulgazione del brand Italia nel mondo, e di valorizzare le eccellenze regionali portandole alla conoscenza dei consumatori e degli operatori per premiare lo sforzo delle aziende produttrici impegnate nel continuo miglioramento qualitativo dei loro prodotti. “Dopo sei edizioni di successo, compresa quella del 2020 in pieno lockdown, il Premio Qualità Italia rinnova il suo impegno per avvicinarsi ancor più al mondo del vino e dei territori di cui è figlio. Ogni premio è il
racconto di una storia di successo, per far conoscere i luoghi e le tradizioni presenti dentro ogni bottiglia, che la rendano unica nel suo genere”, dichiara Mauro Pallini, presidente della Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento Leonardo. “I nostri punti di forza sono l’indipendenza, la trasparenza, e l’assoluta professionalità dello staff, dei commissari degustatori, del direttore tecnico e della stessa Direzione. Caratteristiche apprezzate dai produttori che ogni anno accettano la sfida con entusiasmo”.
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| Breaking News | CORONA PRESENTA LA SUA LATTINA
Arriva la lattina firmata Corona: un nuovo modo per vivere il momento di disconnessione dalla routine quotidiana nel proprio angolo di paradiso grazie alla sua freschezza e al suo gusto leggero, esaltati in questo formato inedito per un brand d’eccellenza del gruppo AB InBev. Anche in questa stagione così particolare, Corona invita tutti a disconnettersi dalla routine quotidiana per cercare il proprio momento di relax. Per questo, ha deciso di offrire ai suoi consumatori un nuovo formato, leggero e pratico, perché facile da trasportare e semplice da aprire. La lattina in alluminio è adatta al consumo on the go per un momento di relax non solo domestico, ma anche all’aria aperta in città, nel proprio angolo di paradiso preferito, dove potersi rilassare, divertire e riconnettere con sé stessi. La lattina Corona, nel classico formato da 33cl, sarà distribuita nella GDO, dove sarà presente sia a scaffale che in espositori dedicati posizionati anche nell’area snack, invitando così i consumatori a comporre il proprio aperitivo ideale con una Corona fresca e una fetta di lime, il momento di disconnessione per eccellenza. Corona affianca dunque la lattina all’iconica bottiglia per stare insieme ancor di più ai propri consumatori nella ricerca degli angoli di paradiso e di relax, ovvero i momenti che vengono raccontati nella nuova campagna adv Dove Inizia il Paradiso e in tutta la campagna digital dedicata al momento dell’aperitivo.
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CANTINE TORREVENTO PRESENTA BOLONERO CASTEL DEL MONTE DOC 2019 Cantine Torrevento, azienda vinicola pugliese di fascia premium partner di Prosit S.p.A., celebra un nuovo successo: i tre bicchieri assegnati dalla prestigiosa Guida Gambero Rosso per l’edizione 2021 alla nuova annata 2019 del Bolonero Castel del Monte DOC. Il Bolonero Castel del Monte DOC Rosso è un vino particolarmente significativo per l’azienda pugliese: se da un lato esso rappresenta in assoluto il primo vino imbottigliato da Cantine Torrevento, con la prima annata 1992, dall’altro, incarna il primo risultato concreto del lavoro di recupero e di valorizzazione del vitigno Nero di Troia compiuto da Torrevento, in particolare dal tenace e giovane Francesco Liantonio che a fine anni ’80 assunse nelle sue mani la totale gestione della cantina che fino ad allora aveva prodotto soltanto vino sfuso. Una storia di crescita, innovazione e successo che oggi si concretizza in un vino composto da prevalenza di Nero di Troia (75%) e da Aglianico, entrambi vitigni coltivati nelle vigne di proprietà sulle Murge, a circa 400 mt s.l.m., su un terreno calcareo argilloso, ai piedi del famoso maniero federiciano di Castel del Monte che origina l’appellazione delle DOC e DOCG prodotte nell’area di riferimento. È un vino molto piacevole che affina soltanto in acciaio per almeno 8 mesi e poi in bottiglia, dal colore rubino con riflessi appena violacei (tipici del Nero di Troia), bouquet fruttato che ricorda i piccoli frutti rossi e morbido al palato, perfettamente bilanciato tra tannini e acidità. Un ottimo abbinamento alla cucina tipica della Murgia, su primi piatti saporiti e sugosi, su arrosti e grigliate di carni rosse, perfetto con salumi e formaggi, sia freschi che a pasta dura. Francesco Liantonio, presidente di Cantine Torrevento Srl, nonché consigliere di amministrazione di Prosit S.p.A commenta: “Il Bolonero 2019, che già nel 2015 con l’annata 2012 aveva ottenuto il suo 1^ Premio Tre Bicchieri Gambero Rosso e nel 2019 l’Oscar Qualità Prezzo su Berebene Gambero Rosso, quest’anno – appena prodotto – si è già aggiudicato il Premio Tre Bicchieri Gambero Rosso 2021 e ben 93 punti nell’Annuario 2021 di Luca Maroni. Siamo molto orgogliosi di questo risultato se consideriamo che in finale per l’attribuzione dei Tre Bicchieri Gambero Rosso sono arrivati ben 2300 vini ma soltanto 467 sono stati premiati. Di quest’ultimi soltanto 79 Vini Tre Bicchieri ‘sotto i 15 euro in enoteca’ e di questi il Bolonero rientra tra i soli 10 vini al di sotto dei 10 euro”. Bolonero Castel del Monte DOC rappresenta non solo un vino di grande qualità ma è anche “etico” e “green”. La sua produzione parte da scelte ambientali sostenibili in vigna e in cantina e anche dal punto di vista del costo al consumatore segue una politica di accessibilità per consentire a tutti di poter assaporare e godere della qualità e dell’eccellenza di questo vino.
ARTE E VINO, UN CONNUBIO VINCENTE Nei prossimi mesi, sarà disponibile sul mercato italiano, oltre che sui due mercati export più importanti per Marchesi Mazzei (Canada e Stati Uniti), una limited edition delle bottiglie di Ser Lapo, lo storico Chianti Classico Riserva fresco, tannico, con sentori di frutti di bosco e sottobosco, strutturato e intenso al gusto, con cui la famiglia del vino toscano vuole celebrare il suo illustre antenato, che dà il nome allo stesso vino. Si è infatti concluso il contest organizzato dall’azienda Marchesi Mazzei in collaborazione con il Liceo Artistico di Porta Romana di Firenze – che ha un’antica e prestigiosa tradizione nella formazione dei giovani – e le nuove bottiglie sono pronte per il debutto. Ai giovani artisti è stato chiesto di realizzare dei disegni che interpretassero alcune frasi sul vino scritte sia dall’antenato Lapo Mazzei – considerato il “padre” del Chianti Classico e vissuto tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400 – nella corrispondenza con l’amico Francesco Datini e raccolte poi nel libro “Antiche Lettere di vino”, sia da suoi contemporanei come Leonardo da Vinci e Lorenzo de Medici. Si è voluto andare a creare un connubio tra un prodotto storico e le nuove generazioni, tra vino e arte, tra eccellenze toscane ed il soggetto è proprio un pezzo di storia del mondo del vino e del Chianti Classico in particolare. I disegni selezionati sono stampati su un cartoncino che avvolge la bottiglia ed interpretano con ironia e con rilevanza storiografica il mondo del vino del Rinascimento.
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| Breaking News | IL RESTYLING DI DISTILLERIE MAZZARI
NASCE LA PORCOBRADO GIN BOX FEAT SABATINI GIN In arrivo in tutta Italia, nasce dalla collaborazione tra le due realtà Cortonesi Sabatini Gin e Porcobrado che uniscono il primo London Dry Gin Toscano – tra i più affermati a livello internazionale, fresco e profumato grazie alle 9 botaniche, dal ginepro al finocchietto selvatico e alla lemon verbena – e il miglior panino d’Europa con sole carni di Cinta Senese e Grigio Chianino, specie antiche recuperate dall’azienda agricola di Angelo Polezzi e allevate allo stato brado. Nella special box tutto l’occorrente per due panini, farciti di fettine, pezzetti e sfilaccetti di carne cotta, marinata e affumicata con soli legno di melo e ciliegio. Insieme alle salse artigianali e il pane home made con il grano antico Verna. Un’esplosione di gusto davvero goduriosa e senza precedenti, resa ancor più speciale se insieme al kit per due Gin Tonic con i mignon di Sabatini Gin e le toniche toscane de Le Spume del Papini. Il sapore autentico del gin, sprigiona i profumi del territorio toscano, esaltando le botaniche fresche e aromatiche e sposandosi perfettamente alla carne saporita. Realizzato a regola d’arte, come richiede la sua ricetta originale, Sabatini gin è distillato in un alambicco tradizionale, con una base alcolica e i botanicals che gli conferiscono un sapore autentico. Sono nove le sue botaniche di provenienza rigorosamente toscana: ginepro, coriandolo, iris, finocchio selvatico, lavanda, foglie di olivo, timo, verbena e salvia. La maggior parte delle piante sono raccolte nelle proprietà di famiglia, sulle colline di Cortona, mentre il ginepro, rinomato per la sua qualità eccellente, è raccolto in diverse zone della regione. Il modo migliore per conoscere e gustare Sabatini Gin è assaporarlo liscio o in miscelazione. Il perfect serve, Sabatonic, si prepara con 50 ml di Sabatini Gin, Tonica Dry Premium “Le Spume del Papini” e un rametto di timo fresco. “Abbiamo deciso di creare questa collaborazione con Porcobrado per affiancarci a un brand premium premiato, per rafforzare il nostro carattere territoriale e raggiungere un nuovo target di pubblico direttamente a casa in un momento di sharing e di consumo come il pranzo o la cena”, spiega Enrico Sabatini, co-fondatore e co-proprietario di Sabatini Gin. “Oltre alla stessa provenienza geografica, abbiamo diversi punti in comune, primo fra tutti il desiderio di realizzare progetti innovativi. Il pairing che proponiamo ne è la dimostrazione più forte: non più solo abbinamenti tradizionali, con vino o birra, ma con cocktail che per caratteristiche ne completano il gusto”.
Nuovo look per Distillerie Mazzari che guarda al futuro, ma sempre nel segno della tradizione e della continuità. Sono stati presentati nei giorni scorsi la nuova immagine coordinata e il logo dell’azienda leader mondiale nella produzione di acido tartarico naturale e tra le più importanti realtà nazionali produttrici di alcol ad uso alimentare ed industriale, bioenergie e biocarburanti avanzati. Il nuovo logo riassume simbolicamente due elementi chiave del presente e del futuro di Mazzari: l’economia circolare e la sostenibilità ambientale. La lettura, in senso orario, richiama il concetto di circolarità, mentre il concept nasce dall’unione di un fiore con la rappresentazione della goccia, che rimanda al simbolo storico della Mazzari, raffigurando in maniera stilizzata l’alcol. La goccia del nuovo logo evoca l’alcol, ma anche e soprattutto biocarburanti avanzati, come il biometano e il bioetanolo, che l’azienda produce dai sottoprodotti vitivinicoli e che saranno sempre più impiegati a livello globale allo scopo di ridurre drasticamente l’emissione di gas effetto-serra. Di forte impatto è la scelta cromatica con il giallo e il verde, scelti come colori principali e che richiamano subito i concetti di natura e ambiente. Il giallo del sole porta alla creazione del frutto e alla nascita di una nuova vita rappresentata simbolicamente dal verde della foglia. “È l’inizio di un nuovo storico percorso per la nostra azienda – afferma una nota delle Distillerie Mazzari – che viene da lontano, con una politica aziendale mirata e con investimenti che ci hanno consentito, grazie al lavoro e all’impegno di tutti i nostri collaboratori, di diventare un’eccellenza nel settore distillatorio. Le distillerie sono un esempio industriale tra i più virtuosi quale modello di economia circolare e sostenibile. Nulla viene disperso: ciò che residua è un concime organico naturale, utilizzato per fertilizzare i terreni da cui nasceranno altri frutti che torneranno l’anno successivo nel nostro ciclo produttivo. Un percorso virtuoso che abbiamo cercato di rappresentare con il nostro nuovo logo”.
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| Eventi News | SPS ITALIA TORNA NEL 2022 SPS Italia si sposta al 2022, dal 24 al 26 maggio. Il posticipo della fiera per l’industria intelligente, digitale e flessibile avviene in accordo con espositori e partner con l’obiettivo prioritario di assicurare una manifestazione in sicurezza. Nel 2021, invece, SPS Italia incontra la community in una nuova dimensione digitale, SPS Italia Contact Place, il 25-26-27 maggio. Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia: “Siamo alla vigilia di quella che riteniamo possa essere una reale ripresa. Nonostante le nuove disposizioni ne consentano lo svolgimento, per senso di responsabilità verso il network di SPS Italia abbiamo deciso di rimandare l’evento fieristico al prossimo anno, lasciando la possibilità ai nostri espositori e visitatori di pianificare la partecipazione in presenza in un contesto di fiducia e maggior certezza”. È proprio con il sostegno delle aziende partner che si lavora alla seconda edizione di SPS Italia Digital Days, che si svolgerà dal 25 al 27 maggio su Contact Place, la piattaforma di SPS Italia che in questi mesi di transizione si è sviluppata in termini di qualità di servizi e di numero di utenti e che, dal prossimo anno, completerà l’esperienza fieristica, amplificandone le opportunità, diventando parte integrante del tradizionale appuntamento in presenza. Francesca Selva, Vice President Marketing & Events Messe Frankfurt Italia: “In questa nuova consuetudine le relazioni si sviluppano e la tecnologia fa da collante aprendo nuovi orizzonti di connessione. La voglia di rincontrarsi è tanta anche a livello business, ma un’attesa responsabile è quello che SPS Italia ha messo al primo posto. In questi mesi abbiamo intrapreso un percorso digitale che successivamente diventerà collaterale alla manifestazione, ma che oggi riteniamo strategico per restare vicini al mercato insieme ai nostri espositori”. Sarà un evento rinnovato, accessibile gratuitamente, con la possibilità di fare networking in modo mirato, entrando in contatto con una selezione di aziende, circa 90, che rappresentano l’offerta più innovativa e completa in termini di tecnologie abilitanti. Tra le novità di questa edizione di SPS Italia Digital Days c’è la nuova funzione di matchmaking. L’esperienza digitale comincia già a partire dal 4 maggio con la possibilità di fissare in anticipo gli appuntamenti con i referenti delle aziende partner, scegliendo data e orario di preferenza, beneficiando di un intervallo di tempo che va oltre l’evento, dal 24 maggio al 4 giugno.
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MARCA BY BOLOGNAFIERE, APPUNTAMENTO A GENNAIO 2022 Il perdurare dell’emergenza pandemica, nonostante le campagne vaccinali in atto sul territorio nazionale stiano lentamente invertendo la curva dei contagi, richiede agli organizzatori fieristici massima flessibilità e una continua valutazione delle opportunità di rimodulazione dei calendari espositivi, con l’obiettivo di assicurare le migliori condizioni per lo svolgimento degli eventi e di assecondare le esigenze delle aziende impegnate a far fronte alla pandemia. È nato anche da queste riflessioni il confronto fra organizzatori dell’evento – BolognaFiere in collaborazione con ADM – e gli espositori, per individuare la miglior data per lo svolgimento della prossima edizione di Marca by BolognaFiere. Dopo il successo riscosso da MARCA DIGITAL SESSION, la piattaforma digitale di incontro fra produttori e la filiera della grande distribuzione organizzata (attivata dal 15 al 25 marzo 2021) – che ha visto la presenza di 325 aziende produttrici MDD partner, la realizzazione di 4.000 incontri, 9.000 presenze, l’intervento di 175 buyer stranieri di importanti insegne estere, la presenza di insegne da Europa, USA, Canada, Sud America, Asia e Medio Oriente e di 100 buyer italiani delle insegne top del Comitato di Marca by BolognaFiere – si è reso necessario valutare l’opportunità di confermare lo svolgimento dell’evento, come pianificato inizialmente a giugno 2021, o riproporla nella naturale data di svolgimento, il mese di gennaio, puntando direttamente al 2022 per un ritorno al top dell’evento. La scelta degli espositori ha privilegiato l’opzione gennaio 2022 sulla quale confluisce, da un lato, la certezza del consolidamento degli effetti delle campagne vaccinali in atto e, dall’altro, il riposizionamento di Marca by BolognaFiere nel periodo più funzionale alle aziende partecipanti per la pianificazione delle strategie commerciali. “Il sistema fieristico è fra i più colpiti dalla pandemia”, dichiara Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere. “Ciò nonostante, abbiamo reagito proponendo nuovi format digitali per assicurare strumenti di business alternativi agli eventi in presenza. Riteniamo essenziale, auspicando il ritorno alla normalità, che ogni decisione in merito allo svolgimento degli eventi nasca dalla condivisione degli obiettivi con i nostri espositori e operatori. Marca by BolognaFiere si rivolge a imprese che hanno saputo far fronte a una situazione imprevedibile e che sono le protagoniste di un evento strategico per la promozione del made in Italy. Siamo certi che il riposizionamento a gennaio 2022 sia la migliore soluzione per la ripartenza, a pieno ritmo, del business e per sostenere il trend di attenzione degli operatori internazionali sempre più proiettati a sviluppare collaborazioni commerciali con le imprese italiane che avranno, così, più tempo per organizzare al meglio la partecipazione a Marca by BolognaFiere”.
MACFRUT 2021 SCALDA I MOTORI “C’è una gran voglia di ripartire e questa è una grande opportunità per l’intera filiera dell’ortofrutta italiana di fare squadra e ridare slancio al settore”. Parola di Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta in programma nel quartiere fieristico di Rimini dal 7 al 9 settembre prossimo. La macchina organizzativa di Cesena Fiera, organizzatrice dell’evento, non si è mai fermata nel corso di questi mesi che hanno visto la presentazione in modalità virtuale della kermesse in varie parti del mondo (15 presentazioni negli ultimi tre mesi), a cui fanno seguito nei prossimi giorni quelle in Colombia (18 maggio), Cile (20 maggio) e Perù (24 maggio). “Paradossalmente il blocco dei viaggi internazionali si è rivelato una grande opportunità per realizzare un grande numero di presentazioni virtuali”, prosegue Piraccini. “Sarebbe stato impensabile, infatti, effettuare in tempi così ravvicinati una quantità così massiccia di eventi in giro per il mondo”. E questo è uno degli aspetti che caratterizzerà la prossima edizione di Macfrut: l’incontro tra la modalità virtuale e quella in presenza di cui c’è una grande voglia quale segnale di ritorno alla “normalità”. “Questa situazione ha rimesso al centro l’importanza dei contatti umani, la necessità di riprendere relazioni in presenza”, afferma il presidente di Macfrut. “Oltre un anno e mezzo di fermo è un periodo decisamente lungo. Ecco perché Macfrut rappresenta l’occasione ideale per una ripresa di queste relazioni vista la riapertura dell’attività fieristica e il ritorno degli spostamenti a seguito della massiccia campagna vaccinale”. L’asso nella manica si chiama Macfrut Special Edition: un format innovativo che mette insieme il know-how di 37 edizioni fieristiche per i professionisti del settore con l’esperienza pionieristica del web sperimentata con successo nella prima edizione di Macfrut Digital.
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