Beverage Machines n.3 - Settembre/Ottobre 2021

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Anno XXV | N.

3 | Settembre-Ottobre 2021

Beverage Technologies BEVERAGE MACHINES

Simpl-Cut™ Revolutionizes Labeling Market Simpl-Cut™ è la rivoluzionaria nuova generazione della tecnologia Roll-fed. Presenta un innovativo sistema di taglio e incollaggio che stravolge il tradizionale principio di funzionamento della macchina. Il nuovo standard by P.E. LABELLERS.


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Etichetta speciale Luxoro 2021 Bohemi La figura del cavallo è il risultato di un preciso rilievo multilivello a secco stampato con cliché hinderer+mühlich Italia.


Sommario Primo Piano 4

Mercato 16 Macchine per il packaging, si torna ai livelli del 2019

Passione birra, tra varietà e ingredienti naturali

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Focus

18 Il caffè: nuovi trend di produzione, confezionamento e consumo

Dossier 24 Il ruolo degli spirits nell’era post-Covid

Cover Story 28 Competenze secolari e innovazione si coniugano perfettamente in Bosca

Case History 32 Siemens Simatic, cuore delle macchine confezionatrici

10 Beer trends, a guide for brewers

12 Cold tea drinks on the rise

BM BEVERAGE MACHINES

34 Sicurezza, adeguamento del livello di macchine in uso

Aziende&Strategie 38 Itinera, un viaggio sulle antiche strade romane del vino 40 Sanpellegrino, valore per l’intera filiera 42 Benedetta Torres, il nuovo volto di B&R 43 Rittal & EPLAN, digitalizzazione e integrazione dei processi

Prodotti&Tecnologie 44 Be flexible con la Modular SL di P.E. Labellers! 46 L’automoazione di Labelpack nelle linee di confezionamento

SpotLight Market

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Beverage&Ambiente

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48 Ricrea promuove il valore del packaging in acciaio 50 Imballaggi cellulosici, riciclato l’87%

Beverage Machines è parte del NETWORK

Grafica e impaginazione Amalia Pari

BEVERAGE TECHNOLOGIES

Stampa e confezione Ancora Arti Grafiche - Milano Costo produzione copia � 1,50

Rassegna Grafica

FM

ANNO XXV | N. 3 SETTEMBRE-OTTOBRE 2021

Direttore Responsabile Gisella Bertini Coordinamento editoriale Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Marketing e Vendita Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu Redazione Chiara Bezzi Chiara Riccardi

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Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno + 2 Food Machines. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 � - Europa 70 � Gestione Editoriale

p Innovative Press

p

Via Teocrito 47 - 20128 Milano Tel. 02252071 - Fax 0227000692 info@innovativepress.eu

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Rassegna dell’imballaggio

Food Machines

Editore Aut. Trib. di Milano n. 323 del 06/05/1998 Iscrizione al ROC n. 5836 © BEMA-EDITRICE Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore. Informativa Privacy ai sensi del D.lgs 196/03 per il trattamento dei dati. La informiamo che, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare l’aggiornamento dell’informazione tecnica a soggetti identificati per la loro attività professionale mediante l’invio della presente rivista o di altre dello stesso editore riguardanti la medesima sfera di attività. In qualsiasi momento, Lei potrà chiedere al Titolare del Trattamento dei dati personali, BE-MA editrice Srl con sede in Milano, via Teocrito n. 47, la consultazione, la modifica, il blocco o la cancellazione dei Suoi dati secondo quanto previsto dall’art.7 della stessa normativa, scrivendo a segreteria@bema.it


Chi può dare alle proprie etichette il potere della sostenibilità? Voi. Il Potere dell’Imballaggio Sostenibile. I consumatori di oggi sono sempre più attenti all’ambiente: ecco perché ci impegniamo a realizzare soluzioni innovative per etichette che siano favorevoli per l’ambiente e per i profitti. Per Sun Chemical, aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi di sostenibilità è naturale

Richiedete la vostra copia della Guida di Sun Chemical all’Imballaggio Sostenibile su sunchemical.com/poweroflabelpackaging.

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Primo Piano Gli italiani, sempre più attenti al binomio tra alimentazione sana e piacere per il cibo e per le bevande, scelgono la birra per la naturalità e la varietà che offre, oltre che per il forte legame con la sfera della socialità. È questo il focus dell’ultimo Centro Informazione Birra targato AssoBirra, la fotografia aggiornata dei cambiamenti in atto nel mondo birrario italiano.

PASSIONE BIRRA tra varietà e ingredienti naturali P

er 8 italiani su 10, il binomio alimentazione sana e piacere per il cibo e per le bevande è fondamentale. Di conseguenza, cresce sempre più anche l’attenzione nei confronti della qualità: 1 connazionale su 2 si informa su ciò che mangia e beve e predilige cibi e bevande genuini (54%) e di cui si conoscono le proprietà nutrizionali (49%). Uno su tutti: la birra. E infatti, non è solo il sapore inconfondibile a guidare la passione degli italiani per la “bionda più amata”: 1 su 2 la sceglie per i suoi ingredienti semplici e naturali e per la varietà di tipologie e gusti che offre. La birra per gli italiani è anche sinonimo di momenti di relax, condivisione e gioia. Sono queste, in sintesi, alcune delle evidenze dell’indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra di AssoBirra, la fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra. Un appuntamento fisso che, in questa edizione, accende i riflettori sulle virtù più apprezzate della

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birra e sulle nuove abitudini ed esigenze del beer lover italiano, sempre più appassionato del buon mangiare e bere e con un occhio di riguardo alla sostenibilità sotto più punti di vista. Un dato su tutti: 1 italiano su 2 predilige aziende impegnate nella salvaguardia del pianeta. E a farlo sono soprattutto i giovani, precisamente la fascia di età tra i 25 e i 34 anni (ben il 54%). “Negli ultimi anni, si sono affermati stili di vita all’insegna del benessere che vedono gli italiani sempre più informati, attenti alla qualità e ad un’alimentazione sana ed equilibrata, senza però rinunciare al gusto. Di questo contesto la birra è parte integrante e risponde perfettamente ai bisogni del consumatore italiano” commenta Andrea Bagnolini, Direttore Generale di AssoBirra. E prosegue: “Quella degli italiani per la birra è una passione che cresce e si rafforza, legandosi a doppio filo a un insieme di valori in cui la birra è percepita – oltre che versatile e bevanda da pasto – autentica, genuina e irrinunciabile durante i momenti di relax e condivisione”.

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Freschezza, gusto e

KEY FIGURES IL SETTORE BIRRARIO ITALIANO

gioia di stare insieme

Fresca e gustosa: la birra agli italiani piace così. Rispettivamente nel 47% e nel 30% dei casi. Un amore che, però, va oltre le caratteristiche funzionali e si lega a un intero mondo di valori e associazioni che confermano, nella totalità dei casi, una percezione positiva. BVA Doxa, infatti, ha chiesto agli italiani di evocare alcune immagini legate alla birra e i risultati emersi toccano le sfere più individuali, focalizzate sullo stato d’animo e il mood che la birra può creare. A dirlo, le evidenze: per gli italiani, “il lato naturale della birra” è l’immagine più evocata. In altre parole, birra vuol dire “sole, campo di grano, giornata, montagna, brezza”. Per altri, la birra è “una vacanza in una sorsata” e dunque ricorda “la riva, il mare, la spiaggia e il tramonto”. La birra è inoltre, descritta come “l’ingrediente per stare bene in compagnia” con parole come “serata, amico, insieme, tavola”.

12,1

produzione

import

MILIONI DI HL

MILIONI DI HL

1999

2009

2019

dei beer lover

Di birra ce n’è per tutti i gusti, come le preferenze degli italiani che, infatti, spaziano tra le varie caratteristiche, in particolare quando si parla di gusto: il 52% degli intervistati lo preferisce leggero, soprattutto le donne (56%) e i giovani nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni (60%), mentre il restante 48% predilige un gusto intenso. Sostenibilità e sicurezza alimentare Continua a crescere l’interesse degli italiani per la sostenibilità a tutto tondo. Un’attenzione che non può mancare anche nei confronti della birra. Secondo il parere degli intervistati da BVA Doxa, infatti, il processo produttivo avviene in modo controllato e sicuro, attraverso l’impiego di materie prime di alta qualità e nel rispetto della tradizione di ciascuna tipologia di birra.

% sui consumi 2019 vs 2018: +2,6%

consumi birra pro-capite

1,9

3,4

MILIONI DI HL

MILIONI DI HL

MILIONI DI HL

2009

2014

2019

5,8

6,2

7,0

MILIONI DI HL

MILIONI DI HL

MILIONI DI HL

2009

2014

2019

45,5%

40,6% FUORI CASA

FUORI CASA

54,5%

59,4%

64%

2007

2014

2019

29,4

30

34,6

2008

2015

2019

FUORI CASA

Le preferenze

17,2

MILIONI DI HL

1,7

export

12,7

IN CASA

LITRI

IN CASA

LITRI

Speciale Birra

IL SETTORE BIRRARIO ITALIANO:

36% IN CASA

LITRI

Fonte: AssoBirra

Parola alla filiera

Una fiducia importante quella degli italiani verso la birra che mette la firma sull’impegno costante, da monte a val-

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Primo Piano

le, in ogni fase di produzione, a partire dalla coltivazione dell’orzo: una filiera che genera un valore compreso tra i 240 e i 270 milioni di euro e coinvolge tra le 32 e le 35 mila aziende agricole in tutto il Paese ed è dunque un asset strategico per l’agricoltura italiana che deve essere oggi più che mai valorizzato e tutelato attraverso misure che ne incentivino la produzione. Lo ha confermato Francesco Postorino, Direttore Generale di Confagricoltura, che, ospite del CIB, ha dichiarato: “Le prospettive di sviluppo della filiera dell’orzo da birra sono positive, e lo saranno ancor di più, se si riuscirà a strutturare delle filiere anche a declinazione geografica ben definita. L’orzo può essere una coltura molto interessante e da reddito nelle aree interne, senza entrare necessariamente in competizione con altri cereali, in particolare quello duro e quello tenero. Il bilancio di autosufficienza registra una crescita rilevante dal 60 al 70% negli ultimi 10 anni”.

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Con lo sguardo ai prossimi mesi, in chiave di ripartenza, Postorino ha ricordato l’importanza di ragionare in ottica di filiera e di sviluppare interconnessioni settoriali e intersettoriali, ed ha aggiunto: “Sicuramente andrebbe sviluppato un percorso mirato di valorizzazione delle filiere, ancor meglio se localizzato geograficamente. Si potrebbe utilizzare un supporto economico finalizzato alla realizzazione di contratti di filiera tra produttori di orzo, birrifici e malterie, nonché specifiche misure nei singoli piani di sviluppo rurale delle Regioni. A partire da queste si potrebbero poi individuare le singole realtà più competitive e definire modalità di sostegno di progettualità di distretto agroindustriale vero e proprio”. In linea, infine, con quanto emerso dalla ricerca di BVA Doxa per AssoBirra, che evidenzia un’attenzione particolare degli italiani verso l’origine degli ingredienti e le produzioni locali, il Direttore Generale di Confagricoltura auspica

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una connessione tra la produzione birraria e quella agricola che vede come una preziosa opportunità di mercato “a condizione - ha aggiunto - che agli imprenditori agricoli venga riconosciuta una parte del valore aggiunto creato dalla provenienza nazionale delle materie prime”. Concorda AssoBirra che, come sostenuto da sempre, ritiene importante ragionare in ottica di filiera: “Come AssoBirra da tempo abbiamo instaurato un dialogo proattivo con tutti i player perché siamo convinti che, in un momento come quello attuale che vede il Paese alle prese con la gestione dell’uscita da un’emergenza sociale ed economica senza precedenti, diventi imprescindibile mettere a punto le azioni di sistema che consentano di promuovere e valorizzare le filiere, per non correre il rischio di disperdere l’enorme patrimonio costruito insieme negli anni” – conclude Andrea Bagnolini.


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Primo Piano ALFREDO PRATOLONGO NUOVO PRESIDENTE DI ASSOBIRRA Alfredo Pratolongo (Heineken Italia) è il nuovo Presidente di AssoBirra, l’Associazione dei Birrai e dei Maltatori. Insieme a lui, l’Assemblea di AssoBirra ha eletto all’unanimità i tre Vice Presidenti, nelle persone di Antonio Catalani (Malteria Agroalimentare Sud) in rappresentanza dei produttori di malto con delega a Materie Prime e relative Filiere, Matteo Minelli (Birra Flea) in rappresentanza dei birrifici artigianali con delega a Internazionalizzazione e Sviluppo Associativo, Federico Sannella (Birra Peroni) in rappresentanza dei grandi birrifici con delega a Transizione Ecologica e Sostenibilità. Alfredo Pratolongo succede a Michele Cason (Malteria Saplo) che rimane negli Organi di AssoBirra in qualità di Past President, mentre Andrea Bagnolini è il Direttore Generale dell’Associazione che cura la rappresentanza, all’interno di Confindustria e Federalimentare, delle maggiori aziende che producono e commercializzano birra e malto in Italia. Nato a Milano, Alfredo Pratolongo dal 2005 è Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Heineken Italia S.p.A., dal 2017 è stato Vice Presidente di AssoBirra ed è Presidente della Fondazione Birra Moretti, organizzazione senza fini di lucro con l’obiettivo istituzionale di migliorare la cultura della birra in Italia. Laureato all’Università Bocconi, successivamente frequenta la Harvard Business School e IMD. Ha sviluppato un percorso professionale in ambito comunicazione e relazioni istituzionali, operando in primarie agenzie di comunicazione, aziende italiane come Replay e multinazionali come McDonald’s Italia.

CORONA RAGGIUNGE IL “NET ZERO PLASTIC FOOTPRINT” Corona, marchio di eccellenza di AB InBev, è il primo brand beverage al mondo con una net zero plastic footprint, ovvero l’impronta di plastica di Corona nel mondo è pari a zero, in quanto il brand recupera e ricicla più plastica dall’ambiente di quanta ne rilasci nel mondo. Il raggiungimento di questa tappa fondamentale arriva dopo un’ampia valutazione delle iniziative del brand rispetto alle 3RI Corporate Plastic Stewardship Guidelines di South Pole, leader provider per soluzioni legate al clima. Questa valutazione ha misurato l’utilizzo rimanente di plastica di Corona nei suoi prodotti e nei processi logistici di distribuzione. È stato inoltre considerato il Verra Plastic Waste Reduction Standard per calcolare l’impatto delle attività di limitazione dei rifiuti di Corona, a cui si aggiunge un importante investimento in un impianto di riciclaggio in Messico (“Mexico Recicla”). Grazie a questi sforzi, Corona ora recupera più plastica rispetto alla sua plastic footprint. “Come brand nato sulla spiaggia e profondamente connesso con la natura, Corona ha la responsabilità di fare tutto quello che è in suo potere per essere un alleato del nostro ambiente e dei nostri oceani”, afferma Felipe Ambra, Vice Presidente del Marketing Globale di Corona. “Diventare il primo brand beverage nel mondo con una ‘net zero plastic footprint’ è la più recente tra le importanti ambizioni di Corona

nell’aiutare a proteggere gli oceani e le spiagge di tutto il mondo dall’inquinamento della plastica. Ma non possiamo farlo da soli. Questo è il motivo per il quale Corona ha creato Plastic Reality, un’esperienza di realtà aumentata che permette alle persone di vedere la loro annuale plastic footprint direttamente nella propria casa. Vedere il proprio salotto pieno della plastica accumulata negli anni, servirà ad aprire gli occhi e si spera che ispiri le persone a ridurre il loro uso personale di plastica e il suo conseguente impatto sull’ambiente”. Chi parteciperà al progetto Plastic Reality, dopo aver risposto ad alcune domande sui propri consumi abituali, avrà una stima della propria plastic footprint annuale. Questo dato importantissimo verrà poi visualizzato dall’utente attraverso pezzi di plastica colorata in realtà aumentata (AR) che galleggeranno nella stanza in cui si trova l’utente, come se fosse il mare che bagna la riva. Si aprirà poi un portale virtuale verso una spiaggia paradisiaca, ma inquinata che mostra da una parte come la plastica invade la natura e dall’altra incoraggia l’utente ad agire nel modo corretto per ridurre la propria plastic footprint. Il raggiungimento del net zero plastic di Corona è solo il primo importante passo avanti nel raggiungimento dell’obiettivo a lungo termine del brand: eliminare completamente la sua plastic footprint. Corona, inoltre, sta investendo nella riprogettazione dei suoi prodotti di punta. Per esempio, il 100% del volume delle esportazioni di lattine sarà presto privo di anelli di plastica.

PERONI PROTAGONISTA DI CASA AZZURRI Peroni con il suo format Terzo Tempo in diretta da Casa Azzurri e sul canale IG @birra_peroni ha raggiunto oltre 60.000 consumatori unendo virtualmente, e finalmente anche in presenza, i tifosi Azzurri. Nelle giornate di partita della nostra Nazionale di calcio sono state oltre 3.500 le persone coinvolte da Peroni nelle attività di Casa Azzurri. Qui ad accoglierli, nel pieno rispetto di tutte le normative anti Covid vigenti, hanno trovato cappellini, fasce e tatuaggi a tema Terzo Tempo, tutto il necessario per prepararsi a tifare insieme, uniti dai colori della bandiera e da Peroni Cruda. E proprio Peroni Cruda è stata la favorita per i brindisi che hanno accompagnato le giornate a Casa Azzurri per sostenere la nostra Nazionale e non solo. Sono state oltre 12.000 le consumazioni di birra con cui i tifosi hanno celebrato i propri riti propiziatori pre partita, trepidato ed esultato anche con chi non avrebbero mai immaginato, festeggiato le emozioni delle notti calcistiche per eccellenza. Una festa grande insomma che ha riportato insieme le persone, le ha unite nel tifo e

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KOZEL ARRIVA IN ITALIA

Da oggi la birra si sceglie in base al tipo di serata che si vuole trascorrere: è questa l’ultima novità in casa Doppio Malto che vede l’integrazione dell’e-commerce nel proprio sito web con l’obiettivo di migliorare l’esperienza online. Più informazioni sui gusti delle birre, tanti abbinamenti gastronomici e tre esclusivi percorsi tematici con le box a base di luppolo, malto e aromi. Non solo videochiamate e vestiti più comodi, fra i principali cambiamenti portati dalla pandemia c’è un aumento considerevole degli acquisti online. Ed è così che Doppio Malto, birrificio nato a Erba che conta 22 locali in Italia all’estero e che con il suo e-commerce raggiunge le case degli italiani, ha scelto di ampliare e migliorare la propria offerta online per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori. Uno shop nato nel 2020 e ribattezzato EHI!-Commerce sul quale il brand punta fortemente come dimostra la presentazione di una nuova veste grafica creata con l’idea di migliorare e rendere più coinvolgente l’esperienza online. Oggi, infatti, si possono scegliere le birre da ricevere a casa dal sito web, in base a schede tecniche ricche di informazioni sul gusto e sulle diverse qualità, agli abbinamenti gastronomici e alle occasioni perfette in cui poterle assaporare. Sul nuovo sito è possibile acquistare anche il merchandising targato Doppio Malto, con gadget e magliette per i veri amanti della bevanda a base di luppolo. La birra rimane, però, la protagonista indiscussa per il brand che amplia la sua offerta online con La Brass Weiss in edizione limitata. Nata nel XIX secolo dopo che l’editto di Purezza concesse l’utilizzo del frumento (maltato) nella produzione di birra, si contraddistingue per il caratteristico ceppo di lievito utilizzato, capace di sviluppare i tipici sensori di chiodo di garofano e banana. Apprezzata per il suo basso grado alcolico e le sue proprietà rinfrescanti e dissetanti: una miscela di malto

La birra ceca più venduta e apprezzata al mondo è arrivata in Italia. Kozel con i suoi 4,5 milioni di HL venduti a livello globale, è già presente in 48 Paesi. Già dal lancio, sarà disponibile nella versione Premium Lager e Dark Lager, riconosciute universalmente per la piacevole bevibilità, tanto da aver ricevuto oltre 200 premi (fra cui il primo posto all’International Brewing Awards e al World Beer Award) per la loro qualità. Kozel si unisce al portafoglio dei prodotti premium di Birra Peroni e mira a diventarne uno dei principali brand. Sarà prodotta in Italia, nello stabilimento di Padova, nel pieno rispetto della ricetta originale che prevede un’attenta selezione delle materie prime e la doppia decozione. Un risultato possibile grazie alla collaborazione tra i mastri birrai e agli alti standard di produzione. Kozel Lager è una birra dal gusto ricco e morbido, con un delicato aroma di malto e luppolo, mentre Kozel Dark è una lager scura e corposa, sorprendentemente rinfrescante. Come tutte le lager premium ceche, anche Kozel ha un gusto ricco ma si beve piacevolmente; caratteristiche che le distinguono dalle altre birre europee. La storia di Kozel, iniziata circa 150 anni fa in Repubblica Ceca, nel piccolo villaggio di Velké Popovice, continua oggi nel nostro Paese, portando i suoi valori di tradizione, ospitalità e collaborazione. “Gli ultimi trend del mercato birrario raccontano come la birra sia sempre più sinonimo di convivialità. Più di 8 italiani su 10 non hanno dubbi: la birra è adatta a qualsiasi occasione (86%) e favorisce la socializzazione (86%). Il gusto rimane il principale driver di scelta (38%), seguito dal legame della birra con la tradizione (22%) . La scelta di portare Kozel in Italia risponde ai bisogni e alle scelte dei consumatori che sempre di più sono alla ricerca di un approccio spensierato e divertente, di un’esperienza di consumo nuova e di altissima qualità ma soprattutto fedele ai valori di collaborazione e ospitalità. Il payoff “C’è un villaggio dentro” riassume l’anima più autentica di Kozel fatta proprio di questi valori - afferma Francesca Bandelli, Marketing & Innovation Director Birra Peroni Diamo dunque il benvenuto non a una birra qualunque ma alla birra ceca più venduta al mondo, apprezzata a livello internazionale perché unisce il suo carattere innovativo alla lunga tradizione nella produzione della birra”.

d’orzo e di frumento maltato che accompagnerà le serate estive degli italiani. Ma le sorprese non sono finite: gli utenti potranno scegliere fra tre diverse box da 12 bottiglie che li guideranno in veri e propri percorsi di degustazione. La prima proposta è quella dedicata al luppolo che permetterà di ricevere 3 Oak Pils, 3 Mahogany e 3 Bitterland. In questo giro musicale di sapori la Oak Pils si distingue per equilibrio e freschezza, la Mahogany per una personalità quasi superba e la Bitterland per la complessità degli aromi dovuta a un blend di 5 diversi luppoli americani. La seconda box di degustazione, invece, è dedicata al malto, il principale ingrediente della birra, ed è composta da 3 Leila, un tripudio, non filtrato, di profumi erbacei, 3 Rust Ale con sentori di prugne, nocciola, castagna e uva sultanina, e infine 3 Stone Ale, una birra intensa, dolce per la forza del caramello e del malto. Per concludere, la box dedicata agli aromi, con la Summer leggera e aromatica, la Crash generosa ed emozionante, la Zingibeer speziata e balsamica.

nelle emozioni, oltre ogni differenza e stereotipo come solo la Nazionale e Peroni sanno fare. Dopo aver intrattenuto i suoi fan e tutti i tifosi con Giorgio e Furio del Trio Medusa e Danilo Da Fiumicino nei pre e post partita della fase a gironi, Peroni porta avanti il suo Terzo Tempo con l’attività social #UnaPeroniCon, invitando tutti a condividere una foto con una Peroni Cruda su IG, taggando @birra_peroni e la persona a cui si vorrebbe offrirla… anche (e soprattutto) la più inaspettata. Peroni invierà una cassa di Peroni Cruda ad alcuni fortunati che meglio interpreteranno il “Se ci unisce è Peroni”, quelle persone così opposte ma con cui si vorrebbero brindare insieme e superare le differenze. Peroni continua, dunque, a sostenere gli Azzurri e i tifosi con l’intento di avvicinare e unire i consumatori superando contrapposizioni e campanilismi sportivi e quotidiani con ironia e allegria in pieno stile Peroni.

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Speciale Birra

DOPPIO MALTO RINNOVA L’E-COMMERCE

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SpotLight

BEER TRENDS a guide for brewers M

any brewers are asking themselves what direction they should be developing toward. Renowned brewing scientist Prof. Charles Bamforth describes the current situation and ventures a look at the future.

Cloudy beers: A recipe for success

In the 1980’s, I was proud to be working for the Bass Brewing Company headquarters in Burton-on-Trent. At the time, if I’d suggested developing a truly cloudy beer, I would have had to find a new employer. Our main duty was ensuring that our beers were “crystal-clear” when poured, be it the famous, barrel-aged ales or our bottle-aged Worthington White Shield. One of our employee’s doctoral thesis even concentrated on making the abundant yeast sediments at the bottom of the bottle as compact and adhesive as possible. Since then, the sometimes extremely cloudy “East Coast IPAs” have conquered a large market share in the United States. Back then at Bass we were also producing modern beverage concepts, with a tasteless alcohol serving as the basis for many different flavored beverages. Hooper’s Hooch was incredibly successful. Another beverage called Coral tasted of passion fruit and Papaya, and was marketed with an image of inflatable parrots. Then came Fla-

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mingo, which tasted of strawberries and developed foam thanks to enzymatically depleted protein. Numerous executives (including myself) were skeptical of these developments. If consumers drink these, then they’re not buying beer, which is the core business of a brewery. But the customer decides in the end, and it would have been foolish to ignore this potential. Perhaps many consumers prefer a sweet and fruity beverage to a full-bodied British bitter. The former will more likely be consumed by young and less responsible people who are easily impressed.

A quick look at the future

Let’s return to the central drivers of consumers: spontaneous joy, image, health and well-being, value for money and what I like to call “construction sites.” If we are to imagine the brewing industry of the future, we must focus on the following questions: - What spontaneous joy does a product create? How appealing are its packaging and imagery? Does it meet every expectation regarding its external appearance in the glass? - What impression does the drink give? Is it cool and trendy, as opposed to something that old men or women would drink? Or, on the other hand, does it uphold traditions and remain loyal to the brand? - Is the beverage a good choice for my

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The beer world has changed drastically this last decade. The competition between hard seltzers and craft beers, as well as between even stronger beers and non-alcoholic beverages has grown more intense than ever, and the disruptive impact of the coronavirus continues to shift the balance.

health and well-being? How many calories are in it? - And then there’s the question of value for money. For my money, are my taste buds delighted? - And finally, which construction sites are waiting to be uncovered? Does the brewer only use the finest genetically unmodified raw materials? How hygienic is the brewery in question? Is the brewer responsible towards its employees, customers, suppliers and the environment? All of these aspects must be considered in the context of global population trends and the environment. Very few people – with the exception of those blinded by the populists – deny the global warming that is threatening the availability of raw materials. You must take a two-pronged approach: On the one hand, you should combat climate change and, on the other hand, you should plant varieties that are highly resistant to heat and drought. Moreover, brewers must develop processes that reduce both water and energy use and emissions. But this also calls for new technology. Developments of sensors, communication media and novel materials are likely in the foreseeable future. At some point we will also gain a better understanding of human sensory organs, which will contribute to product development and optimization. Source: drinktec Blog


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Market

COLD TEA DRINKS on the rise

Even traditionally hot drinks can be transformed into refreshments for any occasion. Cold tea drinks can be pure or augmented by fruity notes, sweetening or and even organic variations – offerings that consumers increasingly desire.

T

here are good prospects for cold tea drinks: The Association of the German Non-alcoholic Beverage Industry e.V. (wafg) has calculated that in 2020 each German consumed around 114.4 liters of soft drinks. Despite the expected year-on-year decline due to the Covid-19-crisis, there is still a clear trend towards calorie-reduced and calorie-free soft drinks.

A promising category: Iced tea

“Iced tea is emerging as a cool drink right now,” says Lena Schmidt, presswoman at MBG International Premium Brands GmbH. “Many consumers want

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an alternative to the usual soft drinks and are increasingly turning to cold tea drinks.” Moreover, for Sinalco iced teas were among the growth segments in 2019, while in 2020, amid continued positive development in turnover, sales stagnated or declined slightly. Cold tea drinks were also affected by the coronavirus crisis: “As our Trade Islands iced teas were developed exclusively for the catering industry, sales revenue has suffered greatly due to closures in the industry,” says Nicole Schüßler, marketing manager at Eder & Heylands brewery. Still, they are looking to next year and already planning a new cold tea drink flavor with less sugar.

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The iced tea sector experiences intense competition, with a few larger brands competing with many smaller manufacturers as well as private labels dominating nearly half of the market and creating price pressure. However, iced tea market turnover developed better than sales revenue – high-priced manufacturing brands are clearly gaining relevance.

Cold tea drinks

in many varieties

Adelholzener Alpenquellen manufactures medicinal and mineral waters – as well as three types of fruity tea drinks. For example, the lemon iced tea is


made from natural mineral water and a concentrated Ceylon tea infusion with a dash of lemon juice. The wild berry iced tea is built on mineral water and a fruit tea extract, plus raspberry, elderberry and blueberry juice, making for a robust fruit content of three percent. For the peach iced tea, mineral water is mixed with a generous shot of tea extract, plus peach juice and some malt extract. Adelholzener’s iced teas are sweetened with natural sugars and artificial sweeteners. All three types are available in half-liter returnable PET bottles. Labertaler’s beverage portfolio includes two tea drinks made with mineral water from its in-house Stephanie Brunnen brand: “Ice Tea Peach” and “Tea & Cherry”. Made from natural mineral water and a tea extract, Labertaler’s “Ice Tea Peach” has a powerful peach taste. This low-calorie soft drink is sold in 11 x 0.5-liter and 12 x 1.0-liter packs. Likewise, “Tea & Cherry” is filled with natural Labertaler mineral water, and a high-quality fruit tea extract, plus the cherry flavor gives it a distinctly fruity taste. No carbon dioxide is added. Moreover, this unique beverage can be enjoyed either hot or cold. “Tea & Cherry” is available in 12 x 1.0-liter packs.

Unusual iced tea

flavors created by AriZona

MBG has been selling the AriZona iced tea brand portfolio in Germany for the last four years. This comes in packs of 0.5-liter aluminum cans and 0.5 and 1.5-liter PET bottles. But the AriZona range has far more than just the popular peach and lemon flavors. It hosts other varieties like AriZona Ice Tea with Mango or Green Tea with honey, Watermelon, Pomegranate Green Tea or Blueberry White Tea. For some time now, AriZona has also been producing unusual varieties of teas. While previously only traditional black tea was used, today they use green and white teas, which are particularly popular among younger target groups. Other than the tea, their main flavors have also grown more unusual, with varieties like watermelon or pomegranate.

trendy portion bottles of iced tea a popular and invigorating drink, especially among night owls.

Healthy soft drinks

conquering the market

Labertaler Tea & Cherry and Ice Tea Peach

Premium iced tea from Eder & Heylands

Trade Islands, the premium iced tea brand from Eder & Heylands, comprises numerous tea drinks with flavors such as Sunny Peach, Blueberry, Lemon-Lime, Pomegranate and Mint’n’Lime. Trade Islands Melon is a new addition to their product range. The fruity sweetness of the watermelon makes it distinctly refreshing. For Trade Islands, Eder & Heylands utilizes only natural ingredients and real sugar. First, the high-quality highland teas are brewed fresh in hand-made, biodegradable nettle cloth tea bags, and then the unfiltered infusion is bottled. The higher caffeine content has also made their

DrinkStar, owner and licensor of the traditional lemonade brand Frucade, is continuing to invest in its new trendy product, Fru Mate. Since March 2020, this Rosenheim beverage specialist has been selling the drink throughout German retail grocery stores. Fru Mate is a caffeinated soft drink combining yerba mate leaf extract and tangy lemon juice. After successfully launching the 0.5-liter glass returnable bottle predominantly in Southern Germany, Fru Mate is being rolled out nationwide in 0.75-liter PET bottles made

Sinalco Eistee Pfirsich and Zitrone

AriZona Ice Tea Fruit Punch, Mucho Mango, Watermelon

entirely from recycled material. This product features the smoky, somewhat angular taste of mate. And a touch of citrus gives it a balanced, refreshingly fruity note. Today, soft drinks containing mate are being discovered as the latest trend, particularly by young target groups. At just 6.5 grams of sugar per 100 milliliters, Fru Mate contains significantly less sugar than most energy or soft drinks.

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Market At the POS, the bottles are eye-catching with a retro design and South-American aesthetic. Six-packs with strong displays and high-selling secondary placements as well as powerful online campaigns have guaranteed consumer attention. Sinalco, a brand of H. Hövelmann GmbH, has also been active in the iced tea sector since summer 2019 with two products of its own. The two varieties, peach and lemon, offer a delicious combination of subtle black tea extract, top-quality fruits and un-carbonated, natural mineral water. Sinalco has found these flavors to be in high demand, accounting for over 50 percent of the market. Driven by the good sales development so far and the incre-

Bionade Ti Green tea, Peppermint tea, Rooisbos tea

dibly positive consumer feedback, the existing range will be utilized to exploit further growth potential. Sinalco Iced Tea uses no artificial sweeteners and contains a solid third less sugar than traditional products. Therefore, with just 19 kcal per 100 milliliters, the low-calorie Sinalco Iced Teas are an appealing offering for the growing number of consumers deliberately limiting their sugar consumption. Sinalco Iced Teas are also based on still, natural mineral water. Furthermore, they are suitable for a vegan diet, containing neither gluten nor lactose.

Organic iced tea from Bionade

A positive development in the cold tea beverage market can be found at Bionade. “While non-alcoholic soft drinks declined in sales by two percent across retail in 2019, cold tea drinks such as iced tea grew by two percent, and in the premium sector by up to 16 percent,” states Svenja Lonicer, Head of Marketing at Bionade. She goes on to say that “the business year was extremely positive in the organic sector. Non-alcoholic organic soft drinks increased by 13 percent, and organic iced teas by as much as 41 percent.” A clear trend is also found in the iced tea sector with containers: While non-returnable PET grew by a further 1.4 percent, returnable glass bottles

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exceeded this development many times over with the addition of 17 percent. “The clear winners were organic soft tea drinks in returnable glass bottles,” says Lonicer. “This development will continue strongly in the current year. Our ‘Ti refreshment tea’ is perfectly positioned in this environment.” Lonicer has identified the cause of this success as the product concept: “We rely on organic quality whole tea leaves produced in a sustainably and socially responsible way. They are brewed particularly gently in an aromatic process developed in-house and refined with the best organic fruit juices and only a little organic sugar.” This process generates the four types of Ti Erfrischungstee: mint tea with blackberry, green tea with mango, black tea with blueberry and pomegranate and rooibos tea with peach. Introducing the 0.33-liter returnable glass container with a screw cap also provided a sales boost – as did increasing the use of social media channels due to the coronavirus pandemic. “Even if the effects of the coronavirus pandemic are currently slowing us down some, we will approach the coming year with renewed vigor and successfully promote Ti Erfrischungstee,” says Lonicer.

In short: Cold tea is in vogue

A sizeable selection of cold tea drinks is now available, and not just from niche suppliers. Whether they are based on black, green or white tea, low in calories or vegan – almost every taste is accounted for. In particular, high-quality products, including organic products, are successfully holding out against downward trends in the non-alcoholic beverages market. While the coronavirus crisis may have caused many dips in sales, manufacturers are optimistic for the future. And so, beverage wholesalers should keep an eye on this sector – and continue offering their customers an interesting range of teas. ‹ This article is powered by Verlag W. Sachon – www.blog.drinktec.com


Servoamplificatore PMC SI6 multi asse: preciso e flessibile

I nuovi servoamplificatori PMC SI6 in formato multi asse sono una soluzione facilmente scalabile per il controllo di molti assi con dinamiche estremamente elevate. Sono dotati di interfacce di comunicazione industriale EtherCAT® e PROFINET® che li rendono una soluzione aperta e flessibile. I servoamplificatori della serie PMC SI6 offrono funzioni di sicurezza integrate STO e SSI gestibili via FSoE in alternativa alla funzione STO cablata. PMC SI6, la scelta giusta per applicazioni multi asse!


Mercato È del -1,8% la differenza di fatturato dei primi 6 mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno record 2019. Si consolida la crescita sul 2020: +21%. Nel 2020 il comparto tiene, sfiorando gli 8 miliardi di euro. Bene il settore alimentare e cosmetico.

MACCHINE PER IL PACKAGING si torna ai livelli del 2019 I

l settore delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio chiude il primo semestre del 2021 con un solido +21% rispetto allo stesso periodo del 2020. Tra gennaio e giugno l’export ha segnato un +19,3%, mentre il mercato domestico ha fatto registrare un +31,2%, sempre in confronto al fatturato del primo semestre 2020. Con questi dati l’intero comparto torna ai livelli pre-pandemia, con una differenza del solo -1,8% rispetto al primo semestre del 2019 (anno del record con il superamento a fine anno degli 8 miliardi di fatturato). Un risultato frutto del cumulato tra il primo trimestre (concluso con un +9,2%) e il secondo trimestre, nel quale le imprese associate hanno aumentato la variazione di fatturato rispetto a un anno fa al +29,4%. La crescita è simile sia sul mercato domestico (+34%), sia su quello estero (+28,4% in rapporto all’anno scorso). Il Centro Studi di Ucima-Mecs ha fornito anche i dati sugli ordini, cresciuti del +10,9% nel secondo trimestre e del +10,7% se si considera l’intero primo semestre.

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Lo stesso Centro Studi ha poi fornito i risultati del 2020, riportati nella nona Indagine Statistica Nazionale che ogni anno fotografa l’andamento del comparto. L’anno scorso i costruttori italiani di macchine automatiche per il packaging hanno sostanzialmente confermato il giro d’affari dell’anno procedente: dopo il record del 2019, il comparto registra infatti un calo contenuto su base annua pari al -2,9%, assestandosi su 7,81 miliardi, in linea con il risultato del 2018 (7,9 miliardi). L’anno alle spalle ha visto inoltre aumentare sia il numero delle aziende censite (635 in totale, +3,1%), sia il numero degli occupati, salito a 35.630 addetti, con una crescita del 7%.

I mercati

internazionali

In linea con il 2019 il fatturato estero pesa per il 78%, pari a 6,08 miliardi, ma subisce un calo del 4,1%. L’Unione europea si conferma la principale area di destinazione delle macchine italiane per il packaging e assorbe il 41% (2.087 milioni di euro) del fatturato

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totale; seguita dall’Asia, al secondo posto con un valore di 985,8 milioni di euro ed un’incidenza del 19,4%, e dal Nord America al terzo posto, con 733,1 milioni di euro (14,4%). Il Nord America è l’unica macroarea che, con un +5,9%, registra una crescita del fatturato rispetto al 2019, anno in cui l’export si fermò a 691,9 milioni di euro. Seguono Europa extra-UE (area che vale l’8,6%, con 439,7 milioni), Africa e Oceania (8,4%) e Centro e Sud America (8,2%).

Il mercato interno

Con 1,72 miliardi il mercato domestico è cresciuto nel corso del 2020, marcando un +1,9% rispetto al 2019 e confermando il trend positivo degli ultimi anni.

I settori clienti

Nella suddivisione tra i settori clienti il 2020 conferma la predominanza del food & beverage, che incide per il 58,2% sul volume d’affari complessi-


vo. Il food, in particolare, vale da solo il 32,2% del fatturato totale (2.516 milioni di euro), il beverage il 26,0% con 2.032 milioni di euro di ricavi. Insieme registrano una crescita sul 2019 pari al +1,7%. Il terzo posto per volumi spetta come nel 2019 al settore farmaceutico, con 1.356 milioni di euro (17,4% del totale). Segue il settore cosmetico, l’unico che cresce tra i settori non food, con 348,7 milioni di fatturato e un balzo dell’11,4%. A chiudere la graduatoria sono i clienti dell’industria chimica, con 270 milioni di euro.

Fatturato per

tipologia produttiva

La famiglia delle macchine per il packaging primario resta preponderante con il 53,2% della distribuzione del fatturato, seguita dal packaging

secondario (18,8%) e dalle macchine per il fine linea (13,9%).

Le aspettative per il 2021

Le 635 aziende italiane che producono macchinari per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano principalmente lungo l’asse della via Emilia da Piacenza a Rimini – la cosiddetta packaging valley – con distretti produttivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. L’analisi per classe di fatturato evidenzia la netta prevalenza di aziende di piccola dimensione (quelle sotto i 10 milioni di euro di fatturato costituiscono il 79% delle imprese), che pesano però circa il 17% sul fatturato complessivo. Mentre le realtà industriali più strutturate (sono 51 quelle sopra i 25 milioni di euro) realizzano il 68% del fatturato e il 74% delle esportazioni.

“I dati del primo semestre 2021 – commenta Matteo Gentili, presidente di Ucima – dicono molto della bontà del lavoro fatto nel 2020, quando le nostre aziende non si sono mai fermate. Anzi, il comparto ha colto l’occasione della difficile situazione nazionale e internazionale per migliorare e affinare ulteriormente le proprie soluzioni sul fronte delle tecnologie digitali e, per ora, ne stiamo vedendo i frutti. La tenuta del 2020 e la crescita dei primi 6 mesi del 2021 confermano la solidità e il dinamismo del nostro settore che resta particolarmente strategico nel panorama dei produttori di beni strumentali made in Italy. Per la seconda metà dell’anno c’è fiducia, anche perché in diversi mercati si registrano aspettative di crescita”.‹

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Focus

IL CAFFÈ

nuovi trend di produzione, confezionamento e consumo Continua la crescita del comparto caffè, che regge nonostante la pandemia sia andata a colpire branche quali l’Ho.Re.Ca. e il Vending. I ricavi in ambito globale sono stimati in oltre 430 miliardi di dollari per il 2021, con una previsione di crescita del settore che si attesta all’8,3% nel quinquennio 2021-2025. La maggior di questi derivano dal mercato degli Stati Uniti che, con un valore stimato per il 2021 di oltre 81 miliardi di dollari, rappresenta l’area a maggior valore, mentre a livello di consumi è l’Europa a farla da padrone. Nell’ambito del porzionato, risultano in crescita tanto la cialda che la capsula, con una predominanza di quest’ultima. Il formato del momento è il “Nespresso”, nella tipologia di capsula in alluminio.

A cura di Riccardo Ceredi

Export, import e re-export: i confini

geografici del settore

Il caffè gode di ottima salute, come ci dicono diversi indicatori, a partire dai dati relativi all’export. Secondo i numeri forniti dall’International Coffee Organization (ICO) le esportazioni nei primi sei mesi dell’anno (da ottobre 2020 al marzo 2021) hanno visto una crescita del 3,5%, con 65.4 milioni di sacchi rispetto ai 63.2 dello stesso periodo 2019/2020. Ad oggi, i principali paesi esportatori risultano Brasile, Vietnam, e Colombia. Al netto delle flessioni annuali e della natura fortemente incerta dell’andamento delle coltivazioni la fotografia dell’export delinea un quadro stabile. Nonostante una lieve flessione globale (-3,5%), anche i dati dell’import ci confermano una sostanziale tenuta del settore, coi principali paesi importatori di caffè che risultano essere

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rispettivamente Unione Europea, Stati Uniti, Giappone e Russia. Significativo infine il dato sul “re-export”, che fotografa l’andamento del caffè “lavorato”, descrivendo in che misura il caffè importato e processato resta sul mercato dove hanno sede le torrefazioni, ovvero viene nuovamente

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esportato. Questi i dati: tra il febbraio 2020 e il gennaio 2021 il quantitativo equivalente di sacchi esportati dall’EU si è attestato a 39.158.000 unità, con un trend che resta invariato rispetto allo scorso anno. L’EU si conferma quindi l’area dove avvengono la maggior parte dei processi che portano


Consumi e volumi: i dati globali

Il consumo pro-capite annuale stimato per il 2021 è di 1,0 kg, mentre il ricavo del comparto per persona è di circa 57,89 dollari. Questi due dati prendono in considerazione l’intera popolazione globale e non rispecchiano però la composizione del mercato in termini di trend di consumo. Ogni macro-area esprime infatti modalità differenti, sia in termini di abitudini (consumi fuori-casa o in casa, sul luogo di lavoro etc.) che di formati (capsule, cialde, moka…). A livello globale, il continente dove avvengono la maggior parte dei consumi è l’Europa, seguita da Nord America, Asia e Oceania. l’Europa consuma l’equivalente di 40.251.000 sacchi all’anno, dato che si è mantenuto pressoché stabile negli ultimi quattro anni e che delinea tale area come il principale mercato di riferimento globale anche a livello di consumi. Gli Stati Uniti, che sono invece il mercato più lucroso, sono al secondo posto in quanto a consumi, con 26.982.000 sacchi all’anno, un valore che è andato leggermente in crescendo nell’ultimo quadriennio.

Impatto della

pandemia sul settore: la crisi di Ho.Re.Ca. e Vending

La crescita del comparto, dovuta in gran parte alla diffusione delle capsule nei vari formati compatibili, non si è arrestata a causa della pandemia, che – pur andando a colpire alcune specifiche branche – ha al contempo portato a un’esplosione dell’ambito e-commerce e a un consolidamento delle vendite nel canale della grande distribuzione. Il canale Ho.Re.Ca. è quello che ha maggiormente sofferto per la crisi, a causa dei prolungati periodi di lockdown che hanno portato alla chiusura di bar e ristoranti. La crisi dell’Ho.Re.Ca. ha conseguentemente impattato sugli attori della filiera che si appoggiano prevalentemente su questo settore, per esempio quelle torrefazioni di piccole o medie dimensioni con un forte contatto col territorio. Il Vending ha sua volta ha sperimentato una fase di flessione,

dovuta all’arresto di molte attività produttive e alla chiusura di scuole e università. Questo è il settore che nel lungo periodo subirà probabilmente le maggiori perdite, in ragione dell’estensione delle dinamiche di smart-working e per via dell’incertezza relativa alla ripresa delle attività degli istituti scolastici. Secondo CONFIDA, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, il comparto è arrivato a perdere, in certi mesi del 2020, anche il 70% del fatturato e, dopo una breve ripresa, a partire da ottobre 2020 sta subendo una nuova flessione.

Crescita GDO ed e-Commerce

Questi due settori hanno invece sperimentato una crescita decisa. La distribuzione ha beneficiato dei di lockdown, ma con dei distinguo: la possibilità di spostarsi a corto raggio ha infatti premiato o meno i punti vendita a seconda della dislocazione. A livello di dati, per il bimestre aprile-maggio dello scorso anno i numeri divulgati da Iri relativi alla GDO parlano di una crescita del venduto del 12% nei volumi e del 15,5% a valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il canale e-commerce ha invece sperimentato un vero e proprio boom tanto che, secondo i dati pubblicati dal Sole 24 Ore, la crescita nella primavera del 2020 è stata del 170% rispetto al 2019. Le torrefazioni che hanno investito sui canali on-line hanno quindi beneficiato di una decisa crescita delle vendite, sia quelle che hanno deciso di dotarsi di un e-commerce

“proprio” che quelle che si sono appoggiate a piattaforme terze, come Amazon. Se guardiamo al mercato statunitense i dati dalla NCA (National Coffee Association) rilasciati alla fine del 2020 mostrano che è proprio Amazon la realtà di riferimento nelle vendite online, con una quota di mercato che si attesta a 1.08 miliardi di dollari negli Stati uniti, esprimendo un tasso annuo di crescita composta del 36,9%. In questo contesto, le capsule rappresentano l’86% delle vendite connesse al comparto caffè su Amazon.

Industria del caffé

alla commercializzazione di caffè. In parole povere: è il principale mercato di riferimento per la lavorazione del caffè.

Il porzionato: capsule e cialde

Le capsule la fanno da padrone non soltanto nell’e-commerce. Secondo i dati divulgati da Reportlinker nel maggio 2021, il mercato globale delle capsule di caffè – anche a causa della ripresa post-pandemia - dovrebbe crescere dagli 11.19 miliardi del 2020 ai 13.22 miliardi nel 2021, con tasso annuo di crescita composto per il comparto capsule del 18,1%. A livello di brand, il mercato delle capsule è dominato da cinque grossi marchi: Nestlè (col formato Nespresso), JAB Holding Company, Keurig Cr Pepper Inc., Starbucks e Kraft Heinz.

La ricerca della sostenibilità

Oltre il 70% dei consumatori statunitensi, secondo un rapporto del Boston Consulting Group e Trivium Packaging, è disposto a

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Focus spendere di più per un prodotto pur di avere un packaging “green” e in effetti tutto il settore va verso una sempre maggiore sostenibilità, con la filiera del confezionamento che è interessata a 360°. I trend principali sono l’impiego di capsule compostabili e la ricerca di materiali per il confezionamento meno impattanti. Particolarmente importanti risultano essere le caratteristiche di riciclabilità e compostabilità della capsula; due concetti affini e all’apparenza complementari, ma che in realtà si associano a soluzioni differenti tra loro, al punto che si può parlare di due vere e proprie scuole di pensiero.

Riciclabilità e

compostabilità: due concetti affini ma diversi

Nel settore del caffè, la prima strada – quella della riciclabilità – viene sostenuta prevalentemente dai brand che hanno investito nello sviluppo di sistemi che impiegano capsule in alluminio facilmente smaltibili e riciclabili, che di fatto rendono la filiera più sostenibile. La capsula compostabile è una soluzione ancora più avanzata, in grado di garantire una dispersione nell’ambiente senza danni per l’ecosistema. Allo stato attuale abbiamo già la tecnologia necessaria, ma non tutti i produttori di capsule sono in grado di offrire alle torrefazioni soluzioni ottimizzate, particolarmente nel caso dei formati più complessi. È necessario a questo punto fare una specifica: spesso

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si parla di capsule in termini di formato, meno frequentemente le si identifica per materiale e tipologia, fattori che vanno ad influire sulle caratteristiche di sostenibilità delle stesse. A latere dei vari formati attualmente in uso (i già citati Nespresso, Dolce Gusto etc.) possiamo identificare tre principali tipologie di capsule diffuse oggi sul mercato: alluminio, capsule in materiali bio-compostabili e quelle plastiche multistrato/riciclabili.

Alluminio,

compostabili o riciclabili?

La capsula in alluminio è attualmente la capsula più richiesta sul mercato ed è caratterizzata da una shelf life prolungata e da una completa riciclabilità, risultando quindi anche una soluzione sostenibile, pur richiedendo particolari processi di smaltimento, di cui non tutti i mercati, particolarmente quelli emergenti, dispongono. Le capsule compostabili rappresentano oggi la vera e propria frontiera dell’innovazione. Puntano tutto sulla sostenibilità (quindi sulla capacità di degradarsi nel tempo trasformandosi in compost) e negli ultimi anni hanno goduto di una crescita esponenziale, anche e soprattutto in risposta ai desideri di consumatori. Sono caratterizzate da costi di produzione più elevati rispetto a quelle “tradizionali”, cosa che rappresenta un maggior esborso per le torrefazioni e – solitamente – si riflette sul prezzo di vendita per il consumatore. Sono già disponibili sul

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mercato e diffuse, anche se non in modo massivo, in numerosi formati compatibili. Sono caratterizzate da una shelf life leggermente inferiore alle soluzioni in alluminio, in quanto il materiale può deteriorarsi a seguito di shock termici o di periodi di prolungato stoccaggio all’interno di contesti umidi, condizioni che possono facilmente verificarsi. Da ultimo la capsula riciclabile, solitamente in polipropilene, rappresenta un compromesso tra le esigenze di marketing dei torrefattori, che sempre più devono lanciare un messaggio “green”, e l’effettiva capacità della capsula di non impattare sull’ambiente. Possono in effetti essere una soluzione sostenibile ma richiedono una maggior attenzione da parte del consumatore finale. Anche in questo caso, non tutti i mercati dispongono di impianti adeguati per il riciclo. Da ultimo, queste capsule hanno un costo produttivo inferiore alle soluzioni in ALU o compostabili e possono avere caratteristiche di barriera o meno.

I formati: Nespresso

Il 2020 e il 2021 hanno visto una netta ripresa del formato Nespresso, quello che nel 2012, con lo scadere del brevetto Nestlè, ha dato origine al fenomeno del caffè in capsula e alla diffusione dei formati compatibili. La ripresa della capsula Nespresso si riscontra soprattutto nella tipologia in alluminio ed è avvenuta per vari motivi, primo tra i quali la semplicità. Infatti, rispetto ad altri formati è una capsula tecnologicamente meno complessa e meno costosa da produrre. Inoltre, sono numerosi i fornitori sul mercato in grado di fornire capsule termoformate perfettamente funzionanti, grazie a tecnologie di scala ormai consolidate. E ancora: si tratta del primo formato ad aver sperimentato una diffusione massiva e per questo ha beneficiato di oltre un decennio di sviluppo: oltre alla capsula originale in alluminio sono disponibili da un decennio capsule in PET con eccellenti performance meccaniche, sia in termini di robustezza che di shelf life. Da ultimo, c’è da considerare l’Impatto del Covid-19: la diffusione della pandemia ha dato ulteriore impulso ai sistemi casalinghi, premiando quelli maggiormente diffusi: è vero che c’è stato un’impennata delle vendite on-line, ma più che investire su nuovi sistemi proprietari, gli utenti hanno preferito


Dolce Gusto:

una capsula performante ma complessa

A sua volta sviluppato da Nestlè, il formato Dolce Gusto è uno di quelli in maggior crescita sul mercato europeo, in quanto garantisce un’ottima qualità della bevanda. Si tratta di una capsula multifunzione, in grado di contenere al suo interno caffè lungo, caffè corto e, soprattutto, cappuccino e blend assortiti di bevande. La particolare tecnologia che la contraddistingue, consente una conservazione a lungo termine della bevanda (all’interno della capsula si crea una camera stagna in grado di mantenere inalterate le caratteristiche del prodotto anche per 24 mesi). Garantisce inoltre un comportamento ottimale in fase di filtraggio ed erogazione. Il limite è rappresentato dal fatto che si tratta di una capsula più complessa rispetto alle altre. Inoltre, il numero di sistemi proprietari in giro sul mercato non è paragonabile, per esempio, al formato Nespresso. Da ultimo, il grado di complessità tecnologia influisce sullo sviluppo di soluzioni compostabili da parte dei fornitori di capsule, anche se diversi player nel settore della termoformatura dispongono già di soluzioni industrializzabili.

Keurig: la soluzione multi-beverage preferita nel Nord America

Poco conosciuto in Europa, il formato Keurig aveva fino a pochi anni fa il monopolio esclusivo dell’importante mercato nord americano, sia nei formati casalinghi (legati quindi ai mercati retail ed e-commerce) che nei locali e nella distribuzione automatica. Oggi resta il formato di riferimento in US e Canada, forte del fatto che caratteristiche tecniche della capsula ne favoriscono l’impiego per erogare una bevanda diluita, in linea con le abitudini di consumo dei mercati di riferimento (il “caffè americano” consumato in US e Canada). La capsula

Il caffè: differenze tre le tipologie e stima del valore La pianta cresce soltanto nei paesi della fascia equatoriale, che rappresentano i principali bacini d’esportazione del caffè verde. Arabica e Robusta sono le due qualità coltivate, con la prima che tende ad essere percepita come la varietà di maggior qualità (ha circa la metà della caffeina rispetto alla Robusta ma è più complessa a livello aromatico). Le differenze tra le due varietà riguardano soprattutto il luogo di provenienza e di coltivazione: dalle condizioni climatiche e geografiche dipendono tutte le loro caratteristiche organolettiche, la differenza nel gusto e nell’aspetto. Le differenze in termini di costi sono rapportabili alle zone di coltivazione: ad esempio se facciamo riferimento alla miscela arabica sappiamo che ha bisogno di altitudini elevate e ha un livello di adattamento molto inferiore rispetto alla miscela robusta. Quest’ultima infatti si presta molto bene a diversi tipi di terreno e condizioni climatiche, è quindi una coltivazione meno costosa e ciò incide ovviamente sul prodotto finale. L’Arabica è la varietà maggiormente coltivata e il rapporto tra la coltivazione delle due varietà si è mantenuto sostanzialmente stabile negli ultimi quattro anni. Infine, una volta coltivato, raccolto e trattato (della pianta si consuma il nocciolo, che va pulito e asciugato), il caffè viene valutato “al sacco” sul mercato, in maniera simile al petrolio che viene stimato “al barile”. L’unità di misura standard è il sacco da 60kg. L’“anno del caffè” è misurato secondo un calendario che tiene conto dei cicli della coltivazione della pianta e della raccolta e che differisce quindi dal calendario solare. Le tre date da cui si fa cominciare l’anno sono 1°aprile, 1°luglio e 1°ottobre, a seconda della collocazione e dei cicli di raccolta dei paesi produttori (ad es. l’anno del caffè in Brasile comincia il 1°ottobre).

Industria del caffé

comprare capsule per i sistemi che già possedevano, il più diffuso dei quali è appunto il Nespresso.

Keurig è inoltre a sua volta una capsula multifunzione, in grado di contenere al suo interno caffè lungo, caffè corto e, soprattutto, cappuccino e blend assortiti di bevande. Questa caratteristica è vincente su un mercato come quello US, dove – per es. nel canale della distribuzione automatica – si è soliti avere un’offerta eterogenea di bevande solubili. È una capsula sul mercato ormai da decenni, che gode di uno sviluppo tecnologico consolidato e, conseguentemente, di costi di produzione ridotti (perlomeno nelle tipologie non compostabili).

Conclusioni

Il mercato del caffè è insomma tutt’ora florido, con incoraggianti margini di crescita previsti soprattutto sul porzionato. La marginalità è soprattutto in Nord America ed Europa, ma esistono interessanti aree emergenti worldwide. La pandemia ha avuto effetti contrastanti sul mercato, danneggiando fortemente ambiti come Ho.Re.Ca. (che però negli ultimi mesi sta sperimentando una ripresa) e dando nuovo impulso a canali quali l’e-commerce. Ai costruttori vengono richieste soprattutto flessibilità, affidabilità ed efficienza, più che performance assolute. La forza del comparto industriale che si muove a servizio del settore caffè risiede quindi nel poter offrire un’offerta scalabile, adatta a qualsiasi tipo di torrefazione: dalla grande multinazionale alla piccola realtà che produce in conto terzi, collaborando a stretto contatto con il mondo produttivo per offrire soluzioni su misura. ‹

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Focus GOGLIO SUPPORTA LA SCELTA GREEN DI SEGAFREDO ZANETTI Goglio, uno dei principali player in Europa nel packaging flessibile, supporta il passaggio a materiali green di Segafredo Zanetti, leader dell’Espresso in Italia e nel mondo, che sta adottando per tutti i propri prodotti imballi multistrato pronti al riciclo e a minor impatto ambientale rispetto alle soluzioni di confezionamento contenenti alluminio attualmente utilizzate nel mondo del caffè. “Da oltre 50 anni Goglio sviluppa per Segafredo Zanetti soluzioni di confezionamento studiate per preservare inalterate nel tempo la qualità, l’aroma e la freschezza del caffè”, spiega Alessandro Caretti, Direzione Commerciale EMEA/Sud America di Goglio S.p.A. “Siamo orgogliosi di intensificare ora la nostra collaborazione con un grande e ambizioso obiettivo: produrre in maniera sostenibile e trovare le migliori soluzioni di packaging eco-compatibili che tengano conto delle esigenze del Pianeta e della sempre crescente sensibilità ambientale dei consumatori”. Attenta agli sviluppi del mercato e ai cambiamenti sociali e ambientali, da alcuni anni Goglio ha iniziato a sviluppare nuove soluzioni di confezionamento ecocompatibili come i packaging realizzati con processi produttivi che riducono l’emissione di CO2 fino al 40% e l’impiego di materiali a cui è possibile dare una nuova vita attraverso il riciclo. I nuovi imballi studiati da Goglio rappresentano un’importante novità per il mondo del caffè perché, a differenza delle tradizionali soluzioni di confezionamento adottate dalle aziende del comparto, non contengono alluminio. Si tratta di confezioni che possono essere composte da un laminato poliolefinico – ottenuto accoppiando una struttura di polipropilene e una struttura di polietilene – oppure monomateriale, di solo polietilene o polipropilene. In entrambi i casi, l’assenza di alluminio consente il recupero nella plastica dell’imballo, che diversamente sarebbe smaltito come rifiuto indifferenziato. Naturalmente, oltre a rispettare il pianeta i nuovi imballi garantiscono eccezionali livelli di conservazione e protezione del prodotto. Goglio e Segafredo stanno inoltre testando soluzioni ancora più sostenibili e performanti per diverse linee di prodotti, come il monomateriale in polipropilene per il confezionamento delle cialde, che garantisce un corretto recupero della confezione, oltre che degli scarti di lavorazione.

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L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE DEL GRUPPO LAVAZZA Porre la sostenibilità al centro della strategia di innovazione: è questa la sfida alla base dell’accordo quinquennale siglato tra il Gruppo Lavazza e il Politecnico di Torino, che prevede attività nelle aree di Ingegneria e dell’Architettura e Design. L’obiettivo è quello di implementare, attraverso l’attività di Ricerca e Sviluppo, una revisione in chiave sostenibile del prodotto, del packaging e dell’esperienza del consumo del caffè, con un programma di innovazione dei prodotti e dei processi e un piano concreto e misurabile di riduzione dei relativi impatti ambientali. L’implementazione della strategia di sostenibilità di Lavazza, quindi, vede impegnato il centro di Ricerca e Sviluppo del Gruppo Lavazza costituito da oltre 110 ingegneri e tecnologi alimentari che lavorano in modalità “open source” con partner di eccellenza in diversi settori. Lo scopo della rinnovata partnership tra Gruppo Lavazza e Politecnico di Torino sarà conseguire importanti risultati strategici per l’azienda e per l’intero comparto, tra cui lo sviluppo di capsule di caffè innovative e sostenibili o sistemi di gestione e diagnostica da remoto o predittiva delle macchine da caffè. Questa partnership storica ha già portato a importanti innovazioni, come ad esempio il nuovo pack riciclabile di Lavazza ¡Tierra! 180 g. È stata resa possibile la riciclabilità del packaging superando la tradizionale struttura del film flessibile per l’imballo del caffè e attraverso innovazioni che hanno portato a un’importante riduzione del carbon footprint, pari al 40% in meno rispetto al packaging tradizionale. L’attività di Ricerca e Sviluppo è stata infine messa a terra attraverso una serie di sperimentazioni dirette effettuate negli impianti industriali di selezione e riciclo. Un altro esempio è il progetto realizzato da Lavazza con il Politecnico di Torino dove, grazie a un device con funzioni di intelligenza artificiale applicato alle macchine da caffè per bar e uffici, ha permesso di monitorare con precisione e in tempi molto rapidi il livello di qualità del caffè, consentendo di intervenire tempestivamente nei casi di necessità, e garantendo così una ancora maggiore qualità di prodotto e di servizio. La partnership appena siglata prevede, inoltre, un importante impegno nelle attività di didattica, alta formazione e formazione permanente. Nell’ambito dell’accordo saranno implementati corsi di aggiornamento per i collaboratori Lavazza da parte di docenti universitari ed esperti. Allo stesso modo, i professionisti del Gruppo Lavazza contribuiranno all’attività didattica del Politecnico proponendo agli studenti attività formative sul campo per consentire loro l’importante contatto con il mondo imprenditoriale d’eccellenza.


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Dossier In uno scenario di mercato radicalmente mutato a causa dell’emergenza Coronavirus diviene ancor più fondamentale per le imprese del settore spirits capire come siano evoluti – ed evolveranno – comportamenti ed esigenze dei consumatori al fine di poter rimodulare correttamente le proprie politiche e strategie produttive, commerciali e di marketing.

IL RUOLO DEGLI SPIRITS nell’era post-Covid G

li spirits sono le bevande alcoliche che più di tutte hanno sofferto a causa della pandemia: nel 2020 i consumi di amari, liquori e distillati si sono ridotti del -20% rispetto al 2019 a causa in primis della chiusura e delle restrizioni che hanno interessato l’Ho.re.ca., canale fondamentale per il settore da dove prima dell’emergenza Covid-19 passava ben il 54% dei consumi.

“La riapertura di bar, ristoranti e altri pubblici esercizi unitamente al ritorno delle occasioni di socialità stanno dando un impulso positivo ai consumi di spirits in Italia, un trend destinato a proseguire anche nei prossimi mesi”, hanno dichiarato concordi Denis Pantini (Responsabile Agroalimentare Nomisma) ed Emanuele Di Faustino (Project Manager Nomisma) in occasione della presentazione dell’Os-

servatorio Spirits. Nello specifico, Denis Pantini ha illustrato i numeri del mercato (consumi, import ed export), mentre Emanuele Di Faustino ha curato la presentazione delle evidenze di un’indagine sul consumatore italiano.

Uno sguardo sui

principali mercati mondiali

Se il trend di lungo periodo, calcolato dal 2010 al 2020, registra performance di consumo degli spirits positive quasi ovunque nel mondo – negli USA (addirittura +30,8%), in Canada (+20,5%), in UK (+ 16,4%), in Cina (+7,8% e in Svizzera (+2,8%) – la pandemia ha arrestato gli scambi commerciali fra Paesi, con evidenti ripercussioni anche sull’export italiano di settore, che ha segnato un -14,2% in valore tra 2019 e 2020. A soffrire sono anche gli altri esportatori mondiali: dal Regno Unito, che segna un calo nel medesimo periodo del 22,0%, alla Francia, le cui esportazioni si sono contratte del 18,6%, passando per gli USA (-6,8%) e la Germania (-30,1%).

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L’impatto del Covid-19 sui consumi

Come anticipato, la pandemia ha ridotto in primis il consumo di spirits, come risulta dal saldo NET (ovvero dalla differenza fra chi dichiara di aver aumentato i consumi e chi dichiara di averli ridotti nel 2020 rispetto al 2019) che è del – 36%. Sono invece più contenuti i cali nei segmenti vino (-10%) e birra (-14%), mentre i cocktail a base di spirits registrano un pesante -56%. “I motivi di questa riduzione diffusa vanno ricercati nel radicale cambio di abitudini imposto dal Covid: nel 2019, infatti, per il 66% degli user, i consumi di superalcolici avvenivano soprattutto fuori casa (in luoghi come ristoranti, bar e altri locali). É quindi evidente come le restrizioni imposte dal governo nel canale Ho.Re.Ca. abbiano avuto ripercussioni pesanti sui consumi di superalcolici, i quali solo in minima parte sono stati compensati dai positivi trend di vendita registrati nella Grande Distribuzione”, spiega Emanuele Di Faustino. La situazione attuale, puntuale fotogra-

o i prodotti preparati al bar e consumati comodamente a casa.

Cresce l’e-commerce

fia di quanto accaduto negli ultimi dodici mesi, vede il vino (81%) e la birra (80%) in cima alle preferenze dei consumatori italiani. Ma anche i superalcolici restano diffusi e il 59% degli italiani ha avuto almeno una occasione di consumo nell’ultimo anno. A differenza di altre bevande – dove il prezzo ha un ruolo rilevante nel guidare le scelte di acquisto (soprattutto in questo particolare momento storico) – nel caso degli spirits è il brand a giocare un ruolo predominante. Ben il 22% dei consumatori sceglie infatti soprattutto in base alla marca nota/famosa, seguono il potere digestivo (15% per amari e liquori e 10% per i distillati) e il consiglio di amici e parenti (rispettivamente 9% e 13%).

Dove si consumano gli spirits?

I lockdown prolungati e le misure adottate per contenere la diffusione della pandemia hanno costretto gran parte degli italiani a rivedere la propria quotidianità. Negli ultimi dodici mesi, ben il 65% dei consumatori ha consumato distillati e acquaviti soprattutto in casa, quota che sale al 77% per gli amari e liquori, mentre solo una quota minore si è rivolta principalmente a bar e ristoranti. A cambiare non sono però solo i luoghi e le occasioni di consumo, ma anche le modalità. Complice la chiusura di bar e locali notturni, con lo scoppio della pandemia i consumi di cocktail hanno iniziato a prendere piede anche tra le mura domestiche, soprattutto durante l’ora dell’aperitivo. Tra chi consuma a casa, il 35% preferisce, infatti, bere distillati e liquori mixati nei cocktail e tra questi la gran parte (80%) afferma di aver bevuto cocktails home-made. Apprezzati anche i ready to drink acquistati al supermercato (36%)

Nonostante la pandemia abbia accelerato il ricorso agli acquisti online, supermercati e ipermercati sono ancora i canali prediletti dai consumatori per l’acquisto di amari e liquori (74%) e distillati (64%). Seguono i negozi specializzati e poi distanziati discount, negozi di vicinato e internet. Sebbene il peso dell’e-commerce sia ancora marginale sul totale delle vendite retail, esso è cresciuto sensibilmente da quando è scoppiata l’emergenza Covid: negli ultimi 12 mesi, il 16% dei consumatori italiani di spirits ha acquistato almeno una volta su internet (a titolo di esempio nel vino siamo a quota 27%) e il 25% ha aumentato gli acquisti di spirits sul web rispetto al 2019.

Il mondo degli spirits

Quanto ai mercati di importazione, solo il Canada ha aumentato i propri acquisti di superalcolici (+3% rispetto al 2019) all’interno di uno scenario che ha visto gli scambi internazionali di settore ridursi nel complesso del 12%. “Il Covid ha però avuto anche un ‘effetto positivo’ per il nostro export di liquori, riducendo il gap nei confronti della Germania, principale competitor dei prodotti made in Italy oggi distanti appena 4 milioni di euro (contro i 100 milioni di euro che li separavano nel 2019)”, afferma Denis Pantini. “Non tutti i Paesi stranieri inoltre hanno diminuito le importazioni di spirits dall’Italia: la Russia, addirittura, segna un +76,8%, seguita dalla Svizzera (+12,7%), dal Regno Unito (+9%) e dal Canada (+5,1%)”. In un quadro generale di incertezza, la GDO italiana registra invece nel 2020 una crescita in tutti i segmenti riconducibili alle bevande alcoliche. Un trend positivo da ricondurre in primo luogo ad un parziale spostamento dei consumi dal fuori casa alle mura domestiche e che è confermato anche nel primo trimestre 2021: +16,6% il vino, +16,7% la birra e +14,3% gli spirits.

Le tendenze

dei prossimi mesi

L’indagine rileva in ultimo i segnali di una ripresa dei consumi di bevande alcoliche a partire dal 2021. Complice il graduale ritorno alla normalità con la riapertura di bar e ristoranti e la ripresa delle occasioni di socialità, tutti gli indicatori NET (saldo tra chi dichiara che aumenterà i consumi e chi afferma che vorrà ridurli) sono positivi: +6% per la birra, +5% per i cocktail a base di spirits, +4% per il vino e +2% per gli spirits. Per quanto riguarda l’origine, a trainare i consumi saranno i prodotti Made in Italy e di specifici territori, chiaro indicatore dell’attenzione del consumatore italiano verso le eccellenze nostrane. Quanto ai formati e a specifiche caratteristiche del prodotto – complici anche i cambiamenti intervenuti a causa della pandemia – andranno per la maggiore i kit per gli aperitivi e i pre-mixati/ready to drink, ma anche i superalcolici realizzati con particolari ingredienti e i craft spirits. Alla luce della ormai consolidata attenzione del consumatore italiano verso i prodotti biologici e sostenibili, è destinato ad aumentare anche il consumo delle referenze che presentano tali attributi. ‹ Fonte: www.nomisma.it

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Dossier

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ASSODISTIL PROMUOVE IL BRANDY ITALIANO IN CINA

COCA BUTON E RABARBARO BERGIA RACCONTANO L’ARTIGIANALITÀ ITALIANA

AssoDistil è pronta a volare nuovamente oltreoceano, insieme ai suoi associati, per promuovere il Brandy prodotto in Italia come Brandy Italiano IG. Dopo il successo di ‘Hello Grappa’ negli USA, AssoDistil presenta “EuBrandy”, il progetto di promozione 2022 – 2024 per far conoscere in Cina uno dei distillati più rappresentativi del Made in Europe: il Brandy italiano. Grazie all’interesse e all’impegno delle distillerie associate, AssoDistil ha presentato pochi giorni fa un progetto triennale, da oltre 3,5milioni di euro, al cofinanziamento per l’80 per cento dell’Unione europea grazie alla misura di promozione di cui al Reg. 1144/2014. Prodotto nei Paesi con intensa tradizione vitivinicola come Italia, Spagna e Francia dove il Brandy, a seconda della regione di produzione, prende il nome di Cognac o Armagnac. Campagne marketing, eventi online e on-site, comunicazione saranno solo alcune delle risorse che verranno impiegate con “EuBrandy”. In particolare, i termini di etichettatura, sostenibilità ambientale e sociale, oltre alla tradizione, autenticità e il gusto di un prodotto di qualità ‘Made in Italy’, saranno tutti aspetti che verranno valorizzati all’interno del progetto di promozione di AssoDistil. Il progetto sarà mirato soprattutto verso i canali Ho.Re.Ca (bar, ristoranti e hotel) dagli importatori ai distributori fino ai consumatori. Verranno intraprese collaborazioni con influencer già noti al pubblico del Sud-Est asiatico per ampliare la platea degli spettatori vista la grande estensione di una nazione come la Cina. Grazie a una tradizione enologica millenaria, il Brandy italiano è frutto di contaminazioni secolari che incrociano l’esperienza di imprenditori e appassionati da tutta Europa: da John Woodhouse a Vincenzo Florio fino a Jean Bouton. Oggi il settore si compone di piccole e grandi distillerie storiche che, grazie a una meticolosa selezione delle materie prime, producono distillati che nei secoli hanno portato il Brandy a diventare un prodotto di eccellenza. Sono le distillerie che oggi producono Brandy, e in particolare Brandy Italiano IG, ovvero acquavite prodotta esclusivamente con uve vinificate in Italia e distillata in impianti italiani. Il Brandy in Italia viene prodotto con uve di Trebbiano, sia toscano che romagnolo; con vino (bianco, rosso o rosato) a bassa gradazione e senza solfiti o conservanti. Nonostante la lunga storia e l’indiscussa qualità del Brandy prodotto in Italia, negli ultimi anni si è registrato un calo nella produzione che tuttavia non ha scoraggiato i produttori che puntano ora su un rilancio anche attraverso le iniziative promozionali come il Progetto EuBrandy.

Elementi distintivi che creano iconicità. È il caso dei brand premium della collezione di Gruppo Montenegro “I Liquori della Tradizione Italiana”: Coca Buton, l’unico liquore italiano a base di foglie di coca e Rabarbaro Bergia, creato con i pregiati rizomi di rabarbaro cinese, la varietà più qualitativa utilizzabile in liquoristica. Ingredienti caratteristici e di eccellente qualità, accuratamente selezionati e lavorati ancora oggi secondo la ricetta originale, danno origine a due icone della tradizione liquoristica italiana. Accomunati da una storia pluricentenaria, sono stati creati in Italia nel 1870: Coca Buton a Bologna nella Distilleria G. Buton&C, la prima in Italia a cimentarsi nella produzione di un liquore a base di foglie di coca, e Rabarbaro Bergia a Torino, nella distilleria dei coniugi Bergia. Esponenti di un bere senza tempo, sono l’espressione dell’artigianalità e dell’inconfondibile “stile italiano”: due blending equilibrati e complessi, ideali per essere assaporati lisci e perfetti in miscelazione. Coca Buton, dall’inconfondibile colore verde brillante e dal gusto unico ed esotico, è una storica “gloria dei liquori italiani” come lo definì a fine ‘800 il celeberrimo antropologo monzese Paolo Mantegazza, pioniere italiano degli studi sulle foglie di coca. Un liquore dal successo così grande da meritare la medaglia “Gran Prix” all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Era il corroborante preferito di Fausto Coppi, che nel 1940 durante il Giro d’Italia, dichiarò “Nelle più rudi fatiche di questo Giro, la Coca Buton mi ha sempre ridonato energia e vigore”. Rabarbaro Bergia, nato nella Torino di fine Ottocento dalla grande esperienza della Distilleria Bergia, è un liquore a base di radici di rabarbaro. Nelle réclame d’epoca del secolo scorso veniva “il vero amico del fegato”. Pluripremiato, nel suo palmarès figurano 48 medaglie d’oro e d’argento e 4 diplomi d’onore alle principali Esposizioni internazionali tra l’800 e il ‘900.

MARASCHINO BUTON, IL GUSTO MORBIDO E AROMATICO DELLE MARASCHE Maraschino Buton fa parte della collezione di brand storici di Gruppo Montenegro “I Liquori della Tradizione Italiana”, icone premium dell’artigianalità del Made in Italy accomunate da una lunga storia e da grandi successi, realizzate secondo una lavorazione complessa e fedele alla ricetta delle origini. Questo distillato alle marasche, morbido e aromatico, nasce dalla famosa distilleria G.Buton&C., inaugurata in Italia nel 1820 da Jean Buton, erede di una famiglia che poteva fregiarsi di essere tra i fornitori ufficiali di Napoleone I. Nel corso degli anni, Maraschino Buton, divenne uno dei prodotti di punta conquistando sempre più il favore del grande pubblico e aggiudicandosi la medaglia “Gran Prix” alla prestigiosa Esposizione Universale di Parigi nel 1900. Caratteristica distintiva e iconografica di Maraschino Buton è l’impagliatura della bottiglia che aveva lo scopo di mantenerla integra durante il trasporto. Il maraschino, infatti, è un prodotto originario della Dalmazia e anticamente veniva commercializzato via mare: i mercanti veneziani usavano avvolgere le bottiglie nella paglia per evitare che si rompessero durante il lungo viaggio. Il Maraschino Buton, fedele alla ricetta originale, nasce dalla migliore selezione di ciliegie marasche dalle quali, attraverso un’accurata lavorazione, si ottiene un distillato che viene successivamente miscelato con una soluzione zuccherina idroalcolica e aromi naturali. Il liquore viene, infine, filtrato per farlo diventare estremamente limpido e brillante. Il colore è trasparente, limpido e brillante. Il profumo caldo e avvolgente di rosa e fiori bianchi rimanda allo zucchero filato, con piacevole nota alcolica tipica del distillato di marasca. La piacevole morbidezza alla bevuta e la grande rotondità si uniscono con un’eccellente persistenza aromatica di fiori d’arancio e marasca. Il grado alcolico è 32% vol.

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Gruppo Montenegro avvia il progetto “I Liquori della Tradizione Italiana” volto a valorizzare le peculiarità e il solido legame con la tradizione liquoristica del nostro Paese di sei brand storici in portafoglio: Grappa Libarna, Oro Pilla, Nocino Benvenuti, Rabarbaro Bergia, Maraschino Buton e Coca Buton. Marchi premium, di alta qualità, che oltre a condividere una storia plurisecolare si contraddistinguono per un’immagine unica che esprime l’inconfondibile “stile italiano”. “I marchi storici che abbiamo selezionato sono l’espressione di una importante tradizione liquoristica e distillatoria le cui origini sono fortemente radicate sul territorio italiano. Ogni brand si distingue per tradizione, artigianalità e alta qualità, caratteristiche del Made in Italy di successo. Per questo motivo, riteniamo che questi liquori abbiano un grande potenziale in Italia e soprattutto nei mercati internazionali”, commenta Alessandro Soleschi, Marketing Manager Spirits di Gruppo Montenegro. I Liquori della Tradizione Italiana costituiscono una selezione di pregiate specialità. Accomunati da una lunga storia e da grandi successi, sono realizzati secondo una lavorazione complessa, fedele alla ricetta delle origini, capace di esaltare ciascun ingrediente caratteristico come le noci, il rabarbaro, le foglie di coca peruviane e le ciliegie marasche. Attraverso esperienze sensoriali uniche è possibile scoprire diversi territori italiani. Si parte dal Piemonte dove nascono l’iconica Grappa Libarna dalla Distilleria Gambarotta, fondata nel 1832 a Novi Ligure da Santo Gambarotta, e il Rabarbaro Bergia, frutto dell’intuizione dei coniugi Bergia, che fondano l’omonima distilleria a Torino nel 1870. Si passa in Veneto e precisamente a Venezia, città natale del brandy Oro Pilla, creato nel 1919 dalla distilleria Fratelli Pilla & C. Si prosegue in due città dell’EmiliaRomagna: Bologna e Modena. La prima nella quale è stata fondata, nel 1820, la Distilleria G. Buton&C. che ha creato non solo Maraschino Buton, uno dei liquori di punta, ma anche Coca Buton, lanciato nel 1870, affermandosi come la prima distilleria italiana a cimentarsi nella produzione di un liquore a base di foglie di coca. La seconda invece è la città nella quale la Distilleria Benvenuti si trasferisce a seguito dell’acquisizione da parte della famiglia Masserotti Benvenuti dando vita, nel 1928, al Nocino Benvenuti.

NOCINO BENVENUTI, IL LIQUORE DALL’ANIMA MODENESE Nocino Benvenuti è uno dei sei brand storici di Gruppo Montenegro “I Liquori della Tradizione Italiana”, selezione di pregiate specialità premium, espressione dell’artigianalità, della tradizione e dello stile italiano. Dal sapore morbido e avvolgente, è ottenuto da sole noci italiane secondo la ricetta originale creata dalla Distilleria Benvenuti a Modena, territorio fortemente vocato alla produzione delle migliori noci. Tradizionalmente i malli vengono raccolti il 24 giugno, la notte di San Giovanni Battista: momento propizio in cui raggiungono la massima concentrazione di principi aromatici. In questo contesto, dai profumi e dai colori emiliani, viene consacrato definitivamente il Nocino Benvenuti caratterizzato dall’avvolgente vigore delle notti d’estate e legato ad un’antica leggenda secondo cui la donna giudicata più abile nella preparazione del Nocino debba raccogliere, a piedi nudi, dall’albero le noci ancora verdi e acerbe. Dopo la raccolta, i malli vengono lasciati macerare per 9 mesi. Il macerato viene poi spillato e i malli, ancora intrisi, vengono torchiati gentilmente per recuperare tutto il prezioso nettare che sarà la base per il liquore. A questo vengono infine aggiunti zucchero e acqua per poter raggiungere la gradazione alcolica desiderata. Il colore del prodotto è cioccolato-tabacco intenso con riflessi aranciati e ambra. Il profumo molto intenso e caratteristico del mallo di noce si unisce a note calde e speziate di cannella e chiodi di garofano; i profumi balsamici e vegetali rimandano alle cortecce verdeggianti degli alberi di noce. Il gusto ricco e intenso di mallo di noce macerato si unisce in un giusto equilibrio alle spezie orientali e alle note tostate dolci. Il grado alcolico è 34% vol. Nocino Benvenuti, intenso nell’aroma e avvolgente nel gusto, è ottimo da gustare liscio e ben freddo oppure dopo pasto.

Il mondo degli spirits

AL VIA IL PROGETTO DI GRUPPO MONTENEGRO

NASCE LA PORCOBRADO GIN BOX FEAT SABATINI GIN Si chiama Porcobrado Gin Box feat Sabatini Gin ed è la prima delivery 100% toscana. In arrivo in tutta Italia, nasce dalla collaborazione tra le due realtà Cortonesi Sabatini Gin e Porcobrado che uniscono il primo London Dry Gin Toscano – tra i più affermati a livello internazionale, fresco e profumato grazie alle 9 botaniche, dal ginepro al finocchietto selvatico e alla lemon verbena – e il miglior panino d’Europa con sole carni di Cinta Senese e Grigio Chianino, specie antiche recuperate dall’azienda agricola di Angelo Polezzi e allevate allo stato brado. Nella special box tutto l’occorrente per due panini, farciti di fettine, pezzetti e sfilaccetti di carne cotta, marinata e affumicata con soli legno di melo e ciliegio. Insieme alle salse artigianali e il pane home made con il grano antico Verna. Un’esplosione di gusto davvero goduriosa e senza precedenti, resa ancor più speciale se insieme al kit per due Gin Tonic con i mignon di Sabatini Gin e le toniche toscane de Le Spume del Papini. Il sapore autentico del gin, sprigiona i profumi del territorio toscano, esaltando le botaniche fresche e aromatiche e sposandosi perfettamente alla carne saporita. Realizzato a regola d’arte, come richiede la sua ricetta originale, Sabatini gin è distillato in un alambicco tradizionale, con una base alcolica e i botanicals che gli conferiscono un sapore autentico. Sono nove le sue botaniche di provenienza rigorosamente toscana: ginepro, coriandolo, iris, finocchio selvatico, lavanda, foglie di olivo, timo, verbena e salvia. La maggior parte delle piante sono raccolte nelle proprietà di famiglia, sulle colline di Cortona, mentre il ginepro, rinomato per la sua qualità eccellente, è raccolto in diverse zone della regione. Il modo migliore per conoscere e gustare Sabatini Gin è assaporarlo liscio o in miscelazione. Il perfect serve, Sabatonic, si prepara con 50 ml di Sabatini Gin, Tonica Dry Premium “Le Spume del Papini” e un rametto di timo fresco. Come per Sabatini Gin anche per Porcobrado il legame con “la terra di nascita” la fa da padrone: carne di alta qualità che proviene dai pascoli della fattoria di Cortona; procedimento di lavorazione che dura più di 100 ore; varietà Cinta Senese e Grigio Chianino che vengono prima affumicate con legna da frutto, poi salate, marinate e cotte lentamente per 18 ore prima di essere affumicate nel barbecue al legno di quercia; pane che viene ottenuto con la farina di grano di Verna, antico grano aretino particolarmente digeribile; salse che sono preparate seguendo ricette a base di prodotti locali. La filiera è a km0, tutto viene prodotto dall’azienda, dall’allevamento di Cinta Senese, al pane, alle salse.

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Cover Story COMPETENZE SECOLARI E INNOVAZIONE si coniugano perfettamente in Bosca

Tradizione e originalità, maestria e audacia, sapienza e fantasia: sono questi, da quasi due secoli, i valori che animano e rendono unica Bosca, la casa spumantiera fondata a Canelli nel 1831 da Pietro Bosca e portato avanti, da ben sei generazioni, con una forte passione e un approccio anticonformista e inclusivo. Oggi, nel rispetto della propria storia non convenzionale, il brand celebra il suo 190esimo anniversario e si presenta al mercato con un’identità rinnovata e un nuovo posizionamento strategico, seguendo un percorso di upgrade tecnologico dell’intero processo produttivo. Ce ne ha parlato Pia Bosca, CEO dell’azienda. ‹ Come si svolge oggi l’intero processo produttivo della storica casa spumantiera Bosca? Il nostro processo produttivo segue diverse fasi: vinificazione delle uve sia bianche che rosse (pigiatura o pressatura delle uve, macerazione, fermentazione), stoccaggio dei mosti/vini ottenuti e lavorazione degli sfusi grezzi, invecchiamento e fermentazione malolattica dei vini rossi più strutturati, spumantizzazione o assemblaggi dei vini bianchi per vermouth e bevande, filtrazioni, imbottigliamento e confezionamento. ‹ In quali fasi sono state implementate le nuove tecnologie? Tutte le fasi prevedono l’uso delle nuove

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tecnologie in alcune loro parti. In particolare: in vinificazione, per i controlli e le operazioni del processo della macerazione e/o della fermentazione; per il controllo dello stoccaggio a freddo dei mosti; per il processo di fermentazione malolattica dei vini rossi da invecchiamento; per i controlli e le operazioni del processo di presa di spuma; per i controlli, la tracciabilità, la raccolta dei dati di produttività, le commesse e la telediagnosi sulle linee di imbottigliamento. ‹ Come si integrano le nuove soluzioni di automazione con le antiche conoscenze tramandate di generazione in generazione nella famiglia Bosca? La tradizione e le antiche conoscenze sono

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il cuore pulsante della nostra azienda, la memoria che ci permette di avere la capacità di trovare nuove soluzioni di prodotti sempre entusiasmanti. Le nuove tecnologie sono l’elemento pratico e sempre all’avanguardia, affinché la produzione sia in ogni momento al passo con i tempi. ‹ Qual è il valore aggiunto di questa combinazione tra metodi tradizionali e tecnologie all’avanguardia? I metodi tradizionali si applicano tutt’oggi ai prodotti più tradizionali. La possibilità di continuare ad utilizzarli fianco a fianco alle nuove tecnologie ci permette di ottenere prodotti, anche quelli più tradizionali sui quali vengono applicate, di una qualità


sempre maggiore. Controllare e incidere su ogni fase della lavorazione con le tecnologie più avanzate che lo stato dell’arte disponga è un valore aggiunto impagabile. ‹ Come avviene la fase di imbottigliamento? L’imbottigliamento è tutto automatizzato; il flusso è interconnesso, in modo tale che la linea interagisca in tempo reale con gli operatori attraverso i tablet dedicati e con il sistema operativo, in modo che in ogni momento ogni addetto possa rilevare lo stato della produzione. Si inizia con le operazioni di pre-imbottigliamento: dalla detersanificazione dei microfiltri e del monoblocco sciacquatrice-riempitrice con un C.I.P automatizzato di lavaggio. Le bottiglie vengono immesse in linea attraverso il depalettizzatore bottiglie vuote e passano in sciacquatura; la riempitrice, in modalità isobarica in caso di spumanti (con pre-dosaggio degli additivi) procede a riempire le bottiglie ricevendo il prodotto attraverso la vasca di linea, per poi procedere alla tappatura (fungo sughero, fungo plastica, vite o Stelvin), applicazione gabbietta, controllo qualità chiusura e livello, riscaldamento ed asciugatura, eventuale sleevering, capsulatura, etichettatura colla o adesiva, marcatura lotto a getto d’inchiostro continuo, controllo etichettatura, smistamento dinamico, incassettatura, inserimento alveari, chiusura cartone, pesatura cartone, pallettizzazione con eventuale inserimento fogli separatori e slip-sheet, avvolgitura bancale con film plastico, applicazione etichetta SSCC. E finalmente trasferimento in magazzino per lo stoccaggio.

Il restyling della brand identity Il nuovo logo di Bosca nasce da una duplice esigenza: rinnovare l’identità e allo stesso tempo mantenere un legame chiaro con le caratteristiche distintive del brand storico. Il restyling si è dunque ispirato al lettering dei manifesti pubblicitari di Bosca del primo ‘900. Inoltre, è stata sviluppata una particolare lavorazione alla lettera “O” che ora viene rappresentata come elemento geometrico aperto, concettualmente riconducibile al concetto di “uncorking”: stappare la maestria italiana per portare l’entusiasmo delle bollicine a tutti. Questo simbolo include al proprio interno tre elementi romboidali: sono tre “brillanti” che fanno riferimento sia allo “sparkling” del mondo delle bollicine sia ai tre fratelli Pia, Gigi e Polina Bosca. Ultimo elemento, a corredo del nuovo logo, è il payoff: Bollicine controcorrente dal 1831. Per valorizzare l’anima non convenzionale del brand è stato ideato uno specifico trattamento visivo: nella parola controcorrente la prima “R” e l’ultima “N” sono specchiate diventando così leggibili al contrario.

‹ A quali tecnologie e partner vi affidate? La gestione dei flussi di dati del progetto I 4.0 avviene tramite la soluzione software “Supervisore I 4.0” del fornitore Net Surfing la quale permette di scambiare dati in modo bidirezionale con le linee di produzione, i tablet in dotazione agli operatori e il gestionale aziendale ERP - JGalileo (San Marco Informatica). I tablet in dotazione agli operatori sfruttano la rete aziendale wi-fi per raccogliere senza perdita di dati le informazioni di tracciabilità contenute nei codici a barre dei materiali sussidiari come quantità e codice lotto. Le macchine delle linee di produzione sono dotate di PLC di diverse marche collegati tramite scheda ethernet alla rete aziendale. Tale collegamento ha permesso da un lato ai fornitori di accedere alle macchine da remoto in tele-diagnosi (grazie ad interfacciamento eWon) ottimizzando i tempi di intervento e dall’altro di scambiare dati con la Supervisione I 4.0 ricevendo in linea, senza utilizzo di carta, le informazioni relative all’ordine di produzione (quantità target, ricetta di lavorazione, lotto prodotto finito). Attraverso la raccolta dei dati provenienti dai diversi PLC delle macchine come quantità prodotte, tempi, numero e tipo di allarmi è stato possibile migliorare l’efficienza di produzione ed ottimizzare le attività manutentive oltre ad evitare la perdita di informazioni utili. La soluzione “Supervisore I 4.0” è basata su due software: modulo WA-ERP per il collegamento Supervisore-gestionale

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Cover Story

J-MES e modulo Advantech Webacces 8.2 per il collegamento Supervisore-linee produttive. I nostri partner principali sono: - Maspack: inizio e fondo linea e trasporti bottiglie e cartoni; - Perdomini: C.I.P. di lavaggio; - Bertolaso: riempitrice; - Arol: tappatori; - Logic and Control: controlli ottici; - Robino e Galandrino: capsulatore; - MPF Impianti: riscaldatore ed asciugatore; - Cavagnino e Gatti: etichettatrice. ‹ La nuova identità visiva del brand rispecchia il binomio tradizione e originalità. Quale ruolo svolge l’immagine della bottiglia? Quanto è importante la nobilitazione delle etichette? La nuova identità visiva riflette la nostra anima. Siamo i custodi di una tradizione quasi bicentenaria e allo stesso tempo ricerchiamo da sempre l’innovazione che è parte del nostro DNA. Le nuove linee di spumanti Ispiro ed Esploro svolgono un ruolo chiave nel processo strategico aziendale. Quando abbiamo lavorato sul loro packaging ci siamo focalizzati sulla ricerca di qualcosa di coraggioso e potente. Un modo di comunicare il prodotto che trasmettesse il riposizionamento aziendale in atto. Perciò abbiamo scelto di rivestire la bottiglia dando grande evidenza al nome del prodotto, raccontando la storia dell’azienda con uno storytelling che riprende la nuova comunicazione Bosca a 360 gradi.

to fotovoltaico da 520 Kwp che copre un quarto del fabbisogno energetico dello stabilimento, risparmio idrico e progetti di recupero delle emissioni in atm di CO2. ‹ Come avete affrontato il mercato dall’inizio della pandemia? Quali cambiamenti avete notato nelle abitudini di acquisto e consumo? Fortunatamente la pandemia ha coinciso con un processo di completa rivisitazione interna dell’azienda. Era già in corso un processo di rivisitazione della strategia a lungo termine che ha portato alla sovrapposizione del lockdown con la finalizzazione della nuova linea di spumanti per il mercato Ho.Re.Ca. Infatti, l’emersa

‹ La produzione di Bosca si può definire sostenibile? Ci stiamo lavorando con politiche di risparmio energetico che includono impian-

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volontà di sottolineare il carattere premium del brand, ci aveva fatto focalizzare appunto su quella parte del mercato che è per sua natura più alta e che era stata in passato un po’ negletta. Il piano è di entrare massicciamente in Ho.Re.Ca. con la nuova linea assolutamente di alta gamma, in modo che il percepito del brand venga innalzato. Allorché si raggiungerà questo obiettivo, si procederà a traslare i frutti sulla grande distribuzione. Le abitudini sono molto cambiate. In primis l’online è diventato di uso comune e quotidiano, e non credo si tornerà indietro. Noi, da parte nostra, su questo fronte, abbiamo solidificato il nostro shop online procedendo a sottoscrivere accordi con piattaforme per la vendita online dei nostri prodotti. Inoltre abbiamo notato, nel resto del mondo soprattutto, una modalità diversa di gestione delle scorte. Se prima i nostri clienti di là dall’oceano preferivano mantenere certe quantità di stock, anche importanti, a loro disposizione nei loro magazzini di destino, ora ordinano all’ultimo e non fanno scorte. Questo ha comportato un gran discostamento tra i dati di vendita ai registratori di cassa rispetto ai dati dei prodotti in uscita dalla fabbrica. ‹


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Case History Il Simatic S7-1500 è un PLC modulare per le applicazioni di automazione di complessità e velocità medio-alta. È la soluzione PLC perfetta per rispondere alle sfide di Industry 4.0 con le sue funzioni di comunicazione, sicurezza ed Energy Management.

Siemens Simatic cuore delle macchine confezionatrici D

alla versione firmware V2.0 è possibile comunicare con i dispositivi d’automazione di terze parti, con MES, SCADA e ERP tramite il protocollo OPC UA, lo standard di comunicazione più diffuso e flessibile. Questo protocollo si aggiunge a quelli già presenti tra cui Profinet e Profibus. Il PLC nasce con il firewall integrato ed è certificato Achilles lev 2, uno dei riferimenti più importanti in fatto di sicurezza informatica. Completano il

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quadro i meccanismi di protezione del programma applicativo che impediscono la copia e il riutilizzo da parte di chi non è autorizzato. Consente inoltre di accorciare i tempi di sviluppo perché è dotato di potenti strumenti di simulazione che consentono sia di testare piccole porzioni di programma sia di testare il comportamento della CPU interagendo con i software di simulazione meccanica della macchina o dell’impianto. Infine con il tool Ener-

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gy Management è possibile generare e integrare in maniera automatica il programma PLC per il monitoraggio dei consumi energetici. Simatic S7-1500 è implementabile in tutte le applicazioni di fascia medio alta dell’industria manifatturiera dal food & beverage al packaging, dal siderurgico alla lavorazione della plastica, ai sistemi di trasporto, all’industria del bianco e dell’automotive.


BRB GLOBUS Dal 1986 con una produzione di macchine etichettatrici di tipo rotativo per bottiglie in vetro e plastica, lattine e flaconi, BRB GLOBUS S.r.l. esporta più del 75% della produzione fuori dai confini italiani. I mercati dove la BRB GLOBUS opera continuamente sono Asia, Europa, Sudamerica, ma vanta referenze anche in Nordamerica e Africa. Una caratteristica distintiva di BRB GLOBUS è la flessibilità nella produzione. Con tutta la sua competenza ed esperienza riesce ad adattare le proprie macchine alle diverse esigenze del mercato e dei clienti. In collaborazione con Siemens ha recentemente sostituito alcuni movimenti meccanici con dispositivi elettronici, velocizzando la produzione, semplificando l’utilizzo e arricchendo e qualificando la competenza dell’operatore sulla macchina. Il progetto della MEGA ADE 944 SP si è concentrato su quattro aspetti: sicurezza, comunicazione, flessibilità e semplificazione. Sviluppato da un gruppo di lavoro interno/esterno, al successo del progetto ha contribuito anche la competenza e l’ampia gamma delle soluzioni Siemens: SIMATIC PLC ET200SP con funzioni safety integrate, OPC UA per la trasmissione dei dati, motori SIMOTICS S-1FK2, azionamento SINAMCS S210 e il pannello SIMATIC TP 1200 Comfort Pro, con pulsantiera in Profinet. Grazie alle soluzioni adottate, in futuro sarà replicato anche su più macchine.

GRUPPO CAM Nata a Bologna nel 1949 CAM progetta, costruisce e commercializza macchine automatiche e linee complete per l’imballaggio. Vanta di una struttura distribuita in tutto il mondo costituita da 15 stabilimenti produttivi, 19 uffici commerciali e 15 centri di assistenza. Il contesto in cui opera è prevalentemente per multinazionali nel mercato del farmaceutico, cosmetico ed alimentare. A fronte di esigenze di sicurezza nel salvaguardare i prodotti specialmente nel settore farmaceutico, la CAM, grazie al dipartimento interno di sviluppo ha progettato un’alimentazione denominata CGE in grado di interporre interfalde longitudinali e trasversali creando un reticolo di protezione. I principali obiettivi del progetto erano quelli di costruire un impianto affidabile e di semplice utilizzo, soprattutto per gli operatori di linea del cliente finale, grazie alla collaborazione e alle soluzioni tecnologiche di Siemens, vi è stata l’opportunità di implementare motorizzazioni brushless SINAMICS S210, utilizzati al posto di movimenti meccanici, in grado di rivelarsi precisi e veloci a tal punto di facilitare cambi formato e produttività. Grazie anche al SIMATIC PLC ET 200SP Open Controller e ai monitor IFP 1500, oltre al software di macchina è stato possibile inserire in un sistema totalmente integrato “TIA Portal”, tutte le funzionalità delle normative CFR21 e SCADA.‹

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Case History Phoenix Contact ha organizzato un evento online durante il quale sono stati approfonditi gli aspetti dell’Engineering Review, per permettere ad aziende e professionisti di acquisire maggiori competenze sull’adeguamento del livello di sicurezza delle macchine in uso.

Sicurezza adeguamento del livello di macchine in uso P

hoenix Contact, durante un esclusivo evento digitale dal titolo: “Adeguamento del livello di sicurezza di macchine in uso. Produrre sicuramente: tra il dire e il fare c’è di mezzo l’ingegnerizzare”, ha affrontato temi legati all’ingegnerizzazione delle soluzioni, nota come Engineering Review, per permettere ad aziende e professionisti di acquisire maggiori competenze sull’adeguamento del livello di sicurezza delle macchine in uso.

Digital Safety Solutions

La Sicurezza di macchine e impianti è un argomento complesso e al tempo stesso delicato, se si considerano le possibili conseguenze economiche e legali che possono derivare da una

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non corretta progettazione in sicurezza. Per i progettisti e per i costruttori di macchine e impianti è quindi importante un’adeguata conoscenza delle esigenze legislative da rispettare e del come l’utilizzo di adeguati strumenti normativi possa contribuire al rispetto di tali obblighi. Phoenix Contact, attiva nel settore della componentistica e di soluzioni per l’automazione industriale, si propone in qualità di partner anche mettendo a disposizione professionisti di esperienza e capacità comprovate per permettere il raggiungimento di tali obiettivi in assoluta tranquillità. Consapevole dell’importanza e della necessità di un approccio professionale alla Sicurezza, Phoenix Contact si è da tempo strutturata con un Team dedicato in grado di assistere le azien-

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de nella gestione di tutte le problematiche legate alla sicurezza di macchine e impianti. Dalle competenze specialistiche del Team è nato Digital Safety Solutions, il progetto sulla sicurezza dedicato al mercato italiano con cui poter gestire la sicurezza delle macchine e degli impianti lungo tutto il loro ciclo di vita.

Martini & Rossi,

un caso di successo

Dopo gli interventi dell’Avvocato F. Piccaglia de Eccher dello Studio Legale Piccaglia, e degli Ingegneri Raffaele Esposito, Sales Manager Digital Safety Solutions, e Alfredo Moschetti, Technical Manager Digital Safety Solutions, di Phoenix Contact Spa, che hanno fatto luce sugli aspetti legislativi e tecnici


Sicurezza e

produttività

La procedura seguita

Riguardo la sicurezza, l’azienda è certificata OSHAS 18001 perché il Gruppo Bacardi ha come obiettivo di azzerare gli incidenti in tutti i propri siti produttivi. Per raggiungere questo obiettivo, il Gruppo Bacardi ha lanciato il programma “Safety First” che prevede sia il rispetto di aspetti comportamentali e procedurali sia l’adeguamento in termini di aspetti tecnici e di sicurezza delle macchine e dei relativi impianti. In tal caso, ciò è stato reso possibile grazie al supporto di Phoenix Contact. Per Martini & Rossi è fondamentale assicurare la sicurezza degli operatori, ma al contempo è necessario garantire un adeguato utilizzo delle macchine e la relativa produttività. Avviando una stretta collaborazione con Phoenix Contact, la certificazione delle linee è stata raggiunta partendo dall’analisi dello stato di fatto delle macchine presenti all’interno del sito e, grazie al supporto e alla consulenza del “Team Safety” di Phoenix Contact, sono state studiate soluzioni “su misura” e in seguito sono state realizzate le modifiche per adeguare il sistema, tenendo conto delle esigenze produttive e di manutenzione del macchinario, sino alla sua validazione.

La vera sfida di adeguare le linee di imbottigliamento, in questo caso quella del rum, era data dal fatto che nel parco macchine vi sono impianti nati prima della direttiva macchine e alcuni altri che sono più recenti. In particolare, per le soluzioni più datate, è stato più sfidante riuscire ad adeguare la macchina in termini di sicurezza e garantirne la produttività. “Coordinandoci con Phoenix Contact, il Team, quindi con tecnici esperti in sicurezza macchina, siamo partiti dalla suddivisione di tutta la linea di imbottigliamento in modo da poter fare un’analisi accurata di ogni singola zona, ognuna composta da una o più macchine e del relativo layout. Per ogni zona e per ogni macchina si è proceduto ad eseguire una Valutazione del Rischio iniziale e una valutazione finale, in modo da comprendere l’intervento eseguito e come è stata adeguata la macchina o l’intera linea, con le dovute mitigazioni necessarie per arrivare alla sicurezza della macchina” ha spiegato Giulia Tucci. Nelle seguenti fasi di Engineering Review, che prevede la progettazione di quelle funzioni di sicurezza che in una precedente fase di Assessment (Analisi del Rischio) si sono identificate come mancanti e necessarie per un adeguato livello di sicurezza della macchina oggetto di analisi, e Remediation, che prevede la fornitura e l’installazione a regola d’arte sulla macchina o sull’impianto dei dispositivi componenti le soluzioni tecnologiche adeguate al raggiungimento del necessario livello di sicurezza, sono quindi state aggiunte barriere e carter di sicurezza che hanno aumentato la sicurezza delle macchine senza inficiarne la produttività. Questo lavoro ha quindi portato alla Validation, ossia alla fase in cui gli interventi eseguiti vengono certificati attraverso il rilascio, laddove previsto per i lavori eseguiti, di una Dichiarazione di Conformità e della certificazione dell’intera linea di imbottigliamento.‹

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Phoenix Contact e Martini & Rossi

legati all’Engineering Review, la parola è passata alla Dott.ssa Giulia Tucci, Project Engineer presso Bacardi-Martini Group, che ha portato l’interessante caso di successo di Martini & Rossi. In particolare, la Dott.ssa Tucci ha riportato l’esperienza dell’azienda riferita alla certificazione di una delle linee di imbottigliamento di Pessione (TO), sede di Martini & Rossi e dove vengono prodotte tre tipologie di prodotti: vermouth classico, spumanti e rum. “Martini è sinonimo di aperitivo in tutto il mondo. Il Gruppo Martini, assieme al Gruppo Bacardi, rappresenta il terzo Gruppo a livello mondiale nel settore degli spiriti e il primo a proprietà interamente privata e facente capo alla stessa famiglia (la famiglia Bacardi), con un portafoglio di oltre 200 brands e un mercato esteso in oltre 150 paesi nel mondo. Le tre tipologie di prodotti, Martini aperitivo, spumanti e rum, vengono prodotti presso lo stabilimento di Pessione. In termini di certificazioni, l’azienda Martini & Rossi è caratterizzata da un sistema di gestione integrato, il che significa che è certificata dal punto di vista della sicurezza, della qualità e dell’ambiente, con le diverse norme di riferimento”, ha spiegato Giulia Tucci.

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PARTECIPANTI


PACKAGING MEETING

CONSULENZA & FORMAZIONE


Aziende&Strategie In occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Albaredo d’Adige (VR), Berlin Packaging | Bruni Glass ha presentato una nuova collezione di otto bottiglie destinate al settore vinicolo che, reinterpretando il design delle bottiglie più iconiche, mira a donare un significativo valore aggiunto al vino contenuto in esse.

Itinera un viaggio sulle antiche strade romane del vino I

l fornitore di packaging Berlin Packaging ha recentemente inaugurato la rinnovata sede di Albaredo d’Adige, in provincia di Verona, un importante investimento sul territorio italiano volto a “presidiare un’area strategica come il Nord Est dell’Italia, fortemente legata a mercati prioritari come quello dei distillati e del vino”, ha sottolineato Paolo Recrosio, CEO di Berlin Packaging EMEA. Ampliando uno storico magazzino Bruni Glass, distributore di packaging in Europa che vanta un’esperienza di oltre quarant’anni nella fornitura di contenitori speciali in vetro di alta qualità per i mercati del vino, dei distillati, dei prodotti alimentari e gourmet, oggi la nuova sede occupa un’area di oltre 20.000 metri quadrati. Qui trovano spazio, oltre ad un’ampia area uffici e un magazzino di oltre 7000 metri quadrati, anche una zona adibita a showroom, dove sono esposti tutti i prodotti commercializzati da Berlin Packaging, dal vetro alla pla-

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stica, comprese le collezioni premium e i prodotti personalizzati, e il primo Berlin Packaging Store, uno spazio dedicato alla vendita al dettaglio di oltre 150 articoli aziendali dal design innovativo che caratterizza l’offerta Berlin Packaging I Bruni Glass, comprese le collezioni speciali.

Forme iconiche,

design innovativo

In concomitanza con l’evento d’inaugurazione della nuova sede, la società ha presentato la nuova collezione di bottiglie, denominata Itinera, destinate al mercato vinicolo. Composta di otto nuove bottiglie, Itinera “fonde sapientemente forme e dettagli di una tradizione senza tempo con proposte innovative e d’avanguardia, superando i confini nazionali per incontrare il gusto dei brand contemporanei”. Il nome della nuova collezione e di ognuna delle bottiglie, concepite dallo studio di progettazione di Bruni Glass, rievocano l’idea di un viaggio alla scoperta di

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un’eccellenza italiana lungo le antiche strade romane che hanno giocato un ruolo fondamentale nell’evoluzione del vino, riuscendo a trasmettere tutta l’emozione di una tradizione millenaria. “Tramite questa collezione vogliamo distinguerci davanti ai produttori vinicoli per il valore che la nostra realtà può offrire. La collezione Itinera è, infatti, stata realizzata anche grazie all’esperienza pluridecennale dell’Innovation Center italiano in cui realizziamo progetti altamente innovativi, creando packaging capaci di trasmettere un significativo valore aggiunto al prodotto contenuto in essi” afferma Fabrizio Gulì, Category Director di Berlin Packaging. “Itinera rappresenta un cammino di scoperta nell’affascinante mondo del vino, che coniuga l’expertise aziendale nel settore del vetro con la volontà di dare nuova forma e sostanza al design delle bottiglie più iconiche del settore”.


Succhi di Frutta

La nuova collezione ITINERA

La collezione Itinera coniuga le forme più iconiche del settore con linee innovative e d’avanguardia, ideali per soddisfare le esigenze dei produttori e dei brand vinicoli più contemporanei. Il “viaggio” propone due percorsi, con la linea “Selection” e la linea “Experience”, due famiglie di prodotto con una precisa identità declinata in otto differenti design e varianti di colore.

ITINERA - SELECTION

Le bottiglie della gamma Selection si caratterizzano per un design con dettagli fortemente distintivi che conferiscono esclusività al prodotto. Ne fanno parte i modelli: • Cassia: dalle linee semplici e pulite che danno vita ad una forma naturalmente elegante, Cassia riprende il concept del modello bordolese a spalla alta, disegnando una silhouette statuaria, perfetta da abbinare a vini pregiati. La picure pronunciata sottolinea un’evoluzione estetica si grande carattere. • Flaminia: nata da una moderna reinterpretazione della forma Borgognotta, Flaminia presenta un collo allungato completato da una fascetta dal design minimalista. Linee tese e sicure definiscono il packaging ideale per un vino che vuole distinguersi. • Aquitania: ispirata alla classica champagnotta, la bottiglia Aquitania ne reinterpreta proporzioni e dettagli con forti richiami alla tradizione. Il peso importante rende il colore del vetro ancora più profondo e prezioso. Garantita per una seconda fermentazione in bottiglia, è ideale per vestire pregiati champagne, spumanti e millesimati. • Aemilia: è la scelta indicata per chi è alla ricerca di un design non convenzionale. La forma slanciata e inedita è pensata per sorprendere. Il peso vetro, più leggero rispetto alle altre bottiglie della linea, esalta i riflessi del contenuto e la rende ideale per vini rosé nella versione extra flint.

Cassia

Flaminia

Aquitania

Aemilia

Appia

Latina

Domizia

Aurelia

ITINERA - EXPERIENCE

Le bottiglie della gamma Experience combinano la funzionalità dei modelli tradizionali con le moderne tendenze del mercato del vino. I modelli presentati sono: • Appia: corpo cilindrico, collo corto e spalla ben pronunciata, Appia è una nuova declinazione della classica bottiglia bordolese. Uno dei modelli da sempre più conosciuti nel mondo vitivinicolo che Itinera ripresenta in chiave contemporanea con forma più morbida e slanciata. • Latina: spalla affusolata, collo lungo e base rastremata, Latina ha un design differenziante e fortemente ispirato all’artigianalità. La caratteristica fascetta richiama la tradizione del vetro soffiato a mano e delle bottiglie di inizio ‘900. Dettagli unici che portano la firma dell’Innovation Center Berlin Packaging | Bruni Glass Innovation Center. • Domizia: grazie alla sua base larga che ne sottolinea la solidità, Domizia rappresenta una scelta razionale e pratica per l’imbottigliamento di bollicine, spumanti e vini frizzanti. La classica bocca corona reinterpretata in chiave moderna dona un tocco di esclusività al prodotto finito. • Aurelia: è la bottiglia della collezione Itinera pensata per le cantine attente al tema della sostenibilità. La produzione “100% Carbon Neutral” è ottenuta attraverso l’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, l’uso di biometano in sostituzione del gas naturale ed il ricorso ad un programma dedicato di compensazione delle emissioni di CO2 residue. Disponibile in colore verde antico ma anche in colore verde smeraldo, per massimizzare il contenuto di vetro riciclato e creare il perfetto contenitore per la viticoltura biologica.

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Aziende&Strategie L

o studio “Sanpellegrino crea valore per l’Italia”, realizzato da Althesys Strategic Consultant, analizza le ricadute socio-economiche dell’attività del Gruppo Sanpellegrino sul Paese e sui territori in cui è presente, lungo l’intera catena produzione-consumo, nel corso del 2020. Il valore creato dall’azienda corrisponde all’85,4% della produzione del settore delle acque minerali, al 39,7% della produzione di succhi e bevande analcoliche e al 2,4% della produzione dell’industria alimentare del nostro Paese. I 2,5 miliardi di euro generati da Sanpellegrino hanno determinato 312 milioni di euro di ricadute dirette sul sistema socio-economico, 1.446 milioni di euro di ricadute indirette delle

Sanpellegrino, azienda di riferimento nel settore delle acque minerali e delle bibite non alcoliche, nel 2020 ha creato 2,5 miliardi di euro di valore condiviso lungo filiera in cui opera in Italia, pari a 2,8 volte il proprio fatturato (893 milioni di euro), generando un contributo equivalente allo 0,15% del PIL, in un anno in cui l’economia del nostro Paese ha risentito in modo significativo dell’impatto dalla pandemia da Coronavirus.

gno che proseguirà nei prossimi anni attraverso anche un piano di investimenti industriali di oltre 210 milioni di euro per il quadriennio 2020-2023 con l’obiettivo di continuare a favorire l’innovazione e sostenere il business e lo sviluppo dei territori in cui sono presenti le fonti. L’impegno di Sanpellegrino si esprime anche nella salvaguardia delle risorse idriche con progetti che mirano alla valorizzazione dell’acqua, come la certificazione entro il 2023 di tutti i propri stabilimenti in Italia secondo lo standard internazionale Alliance for Water Stewardship (AWS) e il raggiungimento entro il 2022 della carbon neutrality. Sanpellegrino è stata, infatti, la prima azienda nel settore

Sanpellegrino valore per l’intera filiera attività della filiera e 767 milioni di euro di ricadute indotte. Questo dato è costituito dalla ricchezza generata dai fornitori del Gruppo, pari a 197 milioni di euro, dalla produzione, pari a 411 milioni di euro, dal sistema logistico, pari a 42 milioni di euro, e dai canali di distribuzione e vendita, pari a 1.875 milioni di euro.

Creare valore condiviso

“Sanpellegrino persegue una politica aziendale orientata alla creazione di valore condiviso con piani industriali e investimenti che favoriscono una crescita economica, ambientale e sociale. Analizzando la nostra azienda sotto questo profilo, dallo studio Althesys emerge che ogni euro di valore condiviso creato da Sanpellegrino in fase di produzione ne genera 6,1 sull’intera filiera. Sul fronte dell’occupazione, inoltre, per ognuna delle nostre persone, la nostra azienda genera in maniera indiretta o indotta circa 30 posti di lavoro, per un totale

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di 45.387 impieghi complessivi”, commenta Stefano Marini, Amministratore Delegato del Gruppo Sanpellegrino. Il 68% di questi 45.387 impieghi è stato creato all’interno della filiera, per un totale di 30.994 addetti, pari allo 0,12% degli occupati in Italia nel 2020. Il Gruppo nel 2020 ha generato, infatti, 811 milioni di euro di salari lungo la filiera che corrispondono al consumo annuale medio di 26.403 famiglie e una contribuzione fiscale complessiva di 1.019 milioni di euro, pari allo 0,2% del totale delle entrate fiscali del nostro Paese. Inoltre, in un anno segnato dalla pandemia, l’azienda ha sostenuto le comunità in cui sono presenti i suoi stabilimenti e il settore dell’out of home con donazioni pari a 5,2 milioni di euro. L’azienda, che con i suoi marchi internazionali, acqua minerale S.Pellegrino, Acqua Panna e Bibite Sanpellegrino, è presente in oltre 150 paesi, promuove da sempre attraverso i suoi prodotti il meglio del Made in Italy, creando valore per l’Italia nel mondo. Un impe-

delle acque minerali a impegnarsi ad annullare le emissioni di S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima e delle bibite Sanpellegrino intervenendo su tutto il perimetro dei marchi, con azioni di riduzione e compensazione che comprendono l’intera gamma, nell’intero ciclo produttivo lungo tutta la filiera.

I risultati del 2020

Giro d’affari di 893 milioni di euro per Sanpellegrino, con più di 3,5 miliardi di bottiglie prodotte nel 2020. Un risultato che ha visto una flessione di solo l’8,1% a valore del fatturato, nonostante il crollo del fuori casa dovuto alla pandemia di Covid-19 e alle conseguenti chiusure imposte al settore, un calo compensato parzialmente dalla crescita dell’e-commerce. Una sostanziale tenuta, invece, dei brand S.Pellegrino e Acqua Panna sul mercato estero che rappresenta il 64% del fatturato complessivo dell’azienda. Nello specifico, il brand Sanpellegrino (acqua+bibite) ha chiuso il 2020 con


fatturato in linea al 2019, anno in cui la crescita si era attestata sul 6,3%. Nel 2020 il fatturato di Sanpellegrino legato all’export si è attestato sui 573 milioni di euro registrando un lieve calo del 2,8% rispetto all’anno precedente, a fronte della crescita a doppia cifra che si era verificata nel 2019. Nonostante le ricadute della pandemia da Covid-19 sull’out of home, Sanpellegrino ha conseguito sui mercati internazionali performance migliori rispetto a quelle dell’intero comparto delle acque minerali che, secondo l’Osservatorio “Mineral Water Monitor” di Nomisma ha subito una battuta d’arresto dell’11% (a valore) nelle vendite oltre frontiera. L’export di Sanpellegrino è cresciuto principalmente negli Stati Uniti, primo mercato del Gruppo, trainato dall’acqua minerale S.Pellegrino (+8,6%) e dalle bibite (+13,7%), in Russia dove i due brand hanno fatto registrare complessivamente un +27,7% e in Cina dove l’incertezza legata al virus è diminuita e c’è stato un incremento dell’80% delle vendite di Acqua Panna. A questi dati si aggiungono quelli conseguiti sul mercato italiano nel quale l’azienda ha espresso un fatturato di 320 milioni di euro. Nonostante un’importante fetta del business di Sanpellegrino sia legata all’out of home, pesantemente colpito dagli effetti della pandemia (-38%), il gruppo ha visto una flessione del 16%, parzialmente compensata dalla tenuta del canale retail e dall’ incremento dell’e-commerce (+36%). I consumatori hanno, inoltre, confermato l’apprezzamento per brand come Levissima che è cresciuta in quota di mercato e ha registrato un incremento a volume dell’1% e per S.Pellegrino e Acqua Panna, che hanno visto un incremento a volume del 3%. “Sono orgoglioso di come le persone del Gruppo Sanpellegrino abbiano conseguito importanti risultati anche nel 2020, contenendo l’impatto negativo della pandemia sul business e mostrando grandissima vicinanza e sostegno ai clienti, soprattutto del settore Ho.Re.Ca. pesantemente colpito dalla Pandemia”, ha dichiarato Stefano Marini, amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino. “I risultati 2020 sono stati infatti influenzati, soprattutto in Italia, della contrazione dell’Ho.Re.Ca. legata al calo dei consumi, durante il lockdown imposto dall’emergenza Covid-19. Le vendite sui mercati internazionali hanno, invece, tenuto, trainate dall’apprezzamento dei nostri prodotti, sinonimo dell’eccellenza del made in Italy e dello stile di vita italiano sulle tavole di tutto il mondo. All’estero si è registrato un aumento delle vendite del 2% in Giappone, dell’8,5% negli Stati Uniti, con punte del 27,7% in Russia e del 28% in Cina. Particolarmente apprezzata negli Stati Uniti anche Essenza, la nuova linea di acque aromatizzate che nel mercato americano ha realizzato l’80% delle vendite globali’. I dati dei primi mesi del 2021 delineano un trend positivo: ci sono tutte le premesse e siamo fiduciosi di continuare a crescere”.‹

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Aziende&Strategie Benedetta Torres il nuovo volto di B&R In questa intervista in esclusiva, conosciamo meglio Benedetta Torres, recentemente entrata a far parte del team di B&R Automazione Industriale in qualità di Marketing &Communication Manager, presso la sede di Cesate (MI). Succede a Nicoletta Ghironi che è ora dedicata allo sviluppo di attività strategiche in casa madre a Eggelsberg (Austria).

L’

Ing. Benedetta Aliai Torres ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Subito dopo ha lavorato come consulente Radio Access Network Engineer nella sezione mobile di Vodafone, per poi scegliere di dedicarsi all’automazione industriale. In Comecer a Ravenna ha ricoperto il ruolo di softwarista trasfertista mondo e team leader, prima di approdare in Festo, dove si è dedicata alla strategia di prodotto e alle attività di pre-sales e marketing; qui ha maturato una consistente esperienza sia a livello italiano sia a livello internazionale cooperando con l’HQ tedesco. In B&R Benedetta coordina il team marketing e comunicazione, sempre con un’ottica di progresso e supporto al business. . ‹ Cosa significa per lei oggi questo cambiamento, in particolare in una società di riferimento sul mercato come B&R? Questo cambiamento è sicuramente un modo per me di rimettermi in gioco, sia dal punto di vista professionale sia da quello personale. Sono sempre stata appassionata di comunicazione e questo ruolo, un po’ differente da quello che ho ricoperto sinora, è un modo per portare avanti que-

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sta mia passione. Nella mia carriera ho iniziato ricoprendo incarichi più tecnici per poi arrivare a livelli manageriali con taglio commerciale. Oggi, in B&R, aggiungo un profilo maggiormente volto alla comunicazione a questa mia crescita professionale. La scelta di B&R è legata certamente alla posizione strategica e al ruolo tecnologico che la società ha a livello di automazione industriale. Dal momento che la mia estrazione professionale è legata all’elettronica e alle telecomunicazioni, mi sono resa conto che B&R è un’azienda che realmente apporta al mercato delle innovazioni tecnologiche importanti. Il poter entrare in contatto con una realtà così tecnologicamente avanzata è sicuramente una bella spinta per una persona innamorata delle novità. Sono curiosa e orientata al risultato, e penso che in B&R non mancheranno le occasioni per imparare, approfondire e crescere. ‹ Con quale spirito affronta questo nuova sfida? B&R è una realtà che propone continuamente delle novità. Ed è proprio questa “perpetua” investigazione del mercato e la capacità di sviluppare innovazione che mi ha particolarmente colpita e mi ha portato a fare questa scelta. La posizione attuale mi porterà ad avere un ruolo molto verticale, che inizierà con l’affrontare una nuova sfida tecnologica dapprima attraverso una stringente formazionetecnica, che mi permetta di puntualizzare i contenuti in modo efficiente e sempre aggiornato sul mercato di riferimento. Lo spirito con cui mi pongo è quello di una persona a cui piace mettersi in gioco. A mio favore gioca anche il fatto che sono stata accolta da un team molto affiatato, innamorato di ciò che fa, capace di condividere e discutere costruttivamente per scegliere direzioni diverse. Insomma, mi sono subito sentita parte integrante della “Family in orange”. ‹ Nella sua carriera è passata da ruoli operativi ad altri più strategici. Quanto

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le torneranno utili le competenze acquisite nei precedenti incarichi? Grazie alle mie esperienze pregresse, ho la capacità di adattare la tipologia di comunicazione a seconda di chi mi sta ascoltando. È un’attitudine che ho acquisito negli anni, anche grazie ai miei ruoli operativi. Essendo stata dall’altra parte, tendo ad usare molto l’empatia per cercare di capire come veicolare il messaggio nel modo più opportuno, così da farmi comprendere dall’interlocutore. Conoscere bene chi legge la parte di promozione o la parte di comunicazione mi aiuta a capire come trasmettere i messaggi importanti, come lanciare un prodotto in modo efficace e come organizzarsi per portare innovazione agli eventi. A livello di strategia, sono stata proiettata in un mercato che non è più solamente quello nazionale, quindi mi sto confrontando con realtà e usi differenti facendo tesoro della mia flessibilità per adeguarmi a questo nuovo modo di operare. L’aver affrontato sfide a livello operativo e l’essermi presa responsabilità importanti a livello strategico, mi torna utile per dare il mio supporto in termini di comunicazione, promozione, prevendita e supporto alla vendita. ‹ Ha già in mente di introdurre qualche novità nella comunicazione di B&R? Sicuramente proseguirò con la comunicazione soprattutto a livello di alta tecnologia e automazione industriale, anche perché è la mia comfort zone, pur confrontandomi con elementi legati all’emotivo cognitivo. Come novità, abbiamo già iniziato ad impiegare in maniera strategica la parte di programmazione anche a livello di digital marketing, quindi sfruttando la costruzione di marketing materials che non sono solamente quelli classici. Inoltre, sta per partire il nuovo ciclo dei webinar dedicati a PLC e Safety, Visione, Robotica e tecnologie adatte all’industria della plastica. Ci saranno sempre delle live demo durante gli appuntamenti e anche dei nuovi format. ‹


Aziende&Strategie Rittal & EPLAN digitalizzazione e integrazione dei processi Rittal ed EPLAN, due società del Friedhelm Loh Group, con le loro soluzioni hardware e software sostengono la digitalizzazione per ottenere processi integrati per tutti i livelli aziendali, ottimizzando l’efficienza del processo produttivo nel suo complesso. ‹ Su quali tecnologie di automazione devono puntare le aziende italiane per rimanere competitive? L’avvento di Industria 4.0 e l’accelerazione dei processi di digitalizzazione in tutti i reparti aziendali ha sviluppato la necessità di poter disporre del “gemello digitale” nell’ufficio tecnico. Progettare un quadro in 3D sta diventando un’esigenza importante perché è stato dimostrato che il tempo dedicato alla progettazione si ripaga ampiamente grazie ai benefici ottenuti nelle fasi di ingegnerizzazione, costruzione e manutenzione. I componenti utilizzati all’interno di un processo produttivo devono essere in grado di dialogare tra loro per garantire un processo automatizzato che possa eliminare operazioni manuali e ridondanti che portano a interventi manutentivi non preventivati, così da rendere il ciclo produttivo flessibile e performante. Chi produce quadri elettrici deve necessariamente valutare il ciclo in tutte le sue fasi, partendo dalla progettazione, passando dai componenti, fino ad arrivare in produzione dove possono essere utilizzati moderni centri di lavoro per la lavorazione dei quadri elettrici, già integrati e interconnessi col software di progetto. ‹ Di cosa hanno bisogno le odierne soluzioni di automazione? È importante che il processo innovativo sia sostenibile dal punto di vista tecnologico, operativo ed economico, oltre che personalizzato per le diverse esi-

genze delle aziende di ogni settore. Gli elementi del sistema devono essere in grado di dialogare in modo continuativo, utilizzando le tecnologie IoT condividendo i dati di produzione e di analisi. Tutto questo funziona solo se vengono rispettati dei punti fermi del processo innovativo dei quali la formazione è un requisito imprescindibile: le risorse lavorano con competenze più elevate e il risultato è un prodotto competitivo, riconosciuto dal mercato. ‹ Quali sono le più recenti novità proposte dalla vostra Società? I software di progettazione EPLAN negli ultimi anni sono diventati sempre più performanti e hanno accelerato la digitalizzazione, fino a ottenere processi interconnessi tra software e centri di lavoro.

Grazie ad EPLAN Pro Panel e al 3D del quadro è possibile avere automaticamente le dime di foratura, il coefficiente di riempimento di una canalina, lo sbroglio automatico dei fili e la mappatura completa dei collegamenti. Il digital twin permette di avere un’anteprima reale del quadro in fase di progettazione, che sarà poi realizzato in officina. Tale progetto può essere modificato in tempo reale e adattato alle esigenze del cliente o del mercato. I vantaggi riguardano il miglioramento della qualità, la riduzione dei tempi di produzione e delle offerte. Anche i componenti Rittal hanno subito un processo di digitalizzazione dove gli armadi VX25 attraverso i QR Code di tracciabilità descrivono le loro specifiche tecniche in termini di caratteristiche, modifiche, codici d’ordine e molto altro: elemento essenziale per entrare nel flusso della catena del valore. Ulteriore elemento da considerarsi nella fase produttiva di un quadro elettrico è il controllo della temperatura dello stesso, per il quale Rittal propone i suoi sistemi Blue e+, condizionatori di ultima generazione ad elevato coefficiente di risparmio energetico in grado di essere programmati e monitorati attraverso smartphone grazie alla tecnologia NFC. Con il modulo IoT i dati sono trasmessi a distanza e rientrano nel ciclo produttivo totale. A completamento della catena del valore, Rittal presenta novità anche per i centri di lavoro quali Perforex MT in grado di realizzare le lavorazioni meccaniche dei quadri elettrici, utilizzando i dati di progetto provenienti dal digital twin realizzato con EPLAN Pro Panel. Un mix di software e centri di lavoro nativamente interconnessi. ‹

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Prodotti&Tecnologie

Be flexible con la Modular SL di P.E. Labellers! L’etichettatrice Modular SL di P.E. Labellers è una macchina automatica e multi-configurazione altamente tecnologica. Con un’unica soluzione è possibile soddisfare diverse esigenze di confezionamento. In pochi gesti è possibile, ad esempio, passare da un sistema con tecnologia colla a caldo a uno con colla a freddo, oppure auto-adesivo, in modo davvero immediato.

P

.E. Labellers ha costruito la sua leadership sul concetto di Flessibilità Totale, che si esprime al massimo livello con la macchina automatica etichettatrice Modular SL: completamente modulare, come il nome suggerisce, e sviluppata secondo la filosofia produttiva Smart & Lean. Vediamola da vicino, dal punto di vista di chi l’ha immaginata e realizzata: Luca Bonardi, Direttore delle Operations e R&D.

Automatica, multi-configurazione e multi-tecnologia

I clienti vogliono sapere perché la Modular SL è differente e quali sono i reali plus che questa soluzione garantisce. La prima risposta va ricercata nella molteplicità di configurazioni e tecnologie che consente, caratteristica principe della macchina. La Modular SL è un’icona di design Innovation, una soluzione altamente tecnologica e, proprio per questo, estremamente semplice da utilizzare. In pratica si tratta di avere a disposizione un’unica macchina che può assumere molte forme e configurazioni, a seconda delle esigenze di confezionamento. Su di essa vengono installate stazioni di etichettatura completamente intercambiabili, sostituibili in pochi gesti. Questo consente di passare da un sistema con tecnologia colla a caldo, a uno con colla a freddo oppure auto-adesivo, in modo davvero immediato. Le stazioni di etichettatura possono essere sia fisse che su carrelli indipendenti, quindi la modularità è espressa sia nelle tecnologie disponibili che nelle configurazioni ottenibili. Quando i

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clienti vedono la Modular SL all’opera ne restano impressionati.

Una macchina vocata alla sicurezza

Un altro fattore fondamentale è che la Modular SL è una macchina vocata alla Sicurezza, che fa della protezione dell’operatore un altro suo cavallo di battaglia. Abbiamo progettato questa macchina affinché sia non solo un prodigio di tecnologia, ma anche un baluardo di sicurezza per tutte le persone che ci lavorano. La Modular SL presenta protezioni a ghigliottina, che se alzate fermano istantaneamente l’attività

della macchina; le protezioni a ghigliottina sulle stazioni con tecnologia colla a freddo sono “patentpending”, un brevetto di proprietà P.E. Labellers (uno dei 45 che l’azienda detiene) di cui andiamo particolarmente fieri. Le protezioni di sicurezza, di varia tipologia, sono applicate in tutti i punti più delicati, tanto sulla macchina quanto sui gruppi.

I mercati di riferimento

Un altro grande vantaggio che la Modular SL consente di ottenere è la capacità di coprire molteplici mercati, venendo incontro alle esigenze del beverage, wine&spirits, food&diary, personal&home care, come


Etichettatura

anche delle industrie chimiche e farmaceutiche. Tutti questi settori richiedono un livello di competenza e flessibilità che solo attraverso un approccio modulare è possibile soddisfare completamente. Gli acquirenti della Modular SL sono variegati, proprio perché si tratta di una soluzione che risponde a molti, diversi bisogni di etichettatura. Tutti hanno necessità di ottimizzare i propri processi produttivi. E tutti hanno bisogno di “viaggiare a velocità diverse” con macchine più o meno grandi: la Modular SL abbraccia un range veramente esteso, mettendo a disposizione ben 9 differenti diametri, da 576 mm fino a 2.320 mm, con velocità che vanno da 2.000BpH fino a 72.000 BpH. Il concetto di modularità è esteso ad ogni componente delle macchine e fortemente orientato al risparmio energetico. Per questo la Modular SL rappresenta una risposta efficace, che si traduce in saving economico e reale ottimizzazione delle proprie linee di produzione. Facile comprendere come questa sia una soluzione di etichettatura apprezzata tanto dalle grandi multinazionali a diffusione globale quanto dai costruttori di linee, tanto dai gruppi aziendali quanto dalle singole imprese.

Gli obiettivi di P.E. Labellers

Immaginare, progettare e sviluppare una macchina come la Modular SL ha rappresentato un traguardo molto importante, raggiunto da tutta l’azienda. Ma la soddisfazione maggiore è assistere al consenso generale che questa macchina ha ottenuto dal mercato, che si traduce nella reale soddisfazione dei clienti. Il goal più bello lo fai quando dai una risposta efficace a un’esigenza reale. P.E. Labellers cerca di portarli a segno ogni giorno. Da 50 anni P.E. Labellers scrive la storia dell’etichettatura nel mondo, grazie alla sua capacità di adattare le macchine etichettatrici alle nuove esigenze produttive delle aziende e agli standard di qualità sempre più alti imposti dal mercato. Dando la precedenza ai clienti, sempre. Ascoltandoli, visitandoli,studiando le diverse necessità produttive, interpretandone gli obiettivi di business. È così che, anno dopo anno, i requisiti espressi dalle aziende sono diventati il patrimonio tecnologico di P.E. Labellers.‹

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Prodotti&Tecnologie L’identificazione e la tracciabilità dei prodotti durante tutte le fasi del confezionamento sono attività fondamentali per completare l’automazione del processo. Per questo, Labelpack offre etichettatrici e sistemi stampa e applica facilmente integrabili in linee di confezionamento automatizzate.

L’automazione di Labelpack nelle linee di confezionamento T

ra i sistemi di confezionamento, i sistemi stampa & applica per etichette autoadesive, occupano un ruolo di rilievo. Ogni tipologia di prodotto viene confezionata nei contenitori più svariati – dai sacchetti, alle vaschette, passando per i vasetti, le bottiglie, i flaconi per arrivare fino agli astucci e alle scatole – e termina con la palettizzazione. L’identificazione e la tracciabilità dei prodotti durante tutte le fasi sono attività fondamentali per completare il processo di automazione nelle linee di confezionamento.

Etichettatrici

automatiche della famiglia LABELX®

L’identificazione dei prodotti nel confezionamento primario è gestibile da Labelpack con sistemi di stampa diretta a trasferimento termico e a getto d’inchiostro oppure con l’applicazione di etichette autoadesive con stampa in linea gestita dalle etichettatrici automatiche della famiglia LABELX® con l’integrazione di moduli di stam-

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pa a trasferimento termico. Questa soluzione consente di stampare etichette di grandi dimensioni ed elevata risoluzione con ampi testi variabili, codici a barre di varie grandezze con una qualità ripetibile all’infinito e la possibilità di applicare le etichette così personalizzate anche su qualsiasi tipo di confezione raggiugendo anche prestazioni piuttosto elevate e massima flessibilità. Una serie completa di strutture e accessori consente anche di integrare agevolmente le soluzioni LABELX® durante i numerosi processi di confezionamento automatico e ne fanno il cuore pulsante dei sistemi di etichettatura integrati della serie MODULAR e MASTER nei settori alimentare, cosmetico e farmaceutico.

Soluzioni stampa e

applica della famiglia Panda®

Per l’identificazione degli imballi secondari, entrano invece in gioco le soluzioni Labelpack stampa e applica della famiglia PandA®: rappresentano

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un’ampia gamma di soluzioni in grado di stampare codici a barre e dati variabili su un’etichetta autoadesiva per applicarla poi automaticamente sul prodotto da identificare. Grazie alla completa modularità, PandA® può integrare svariati tipi di applicatori in grado di applicare etichette stampate in tempo reale su qualsiasi lato di un prodotto, di un imballo o di un pallet anche con superfici non perfettamente regolari. Disponibile in due versioni adatte all’integrazione tra moduli di stampa da 4” o 6” pollici è in grado di stampare ed applicare etichette fino al formato A5 (150 x 210 mm) e lunghezze superiori. PandA®,


realizzato su una robusta struttura in alluminio anodizzato e gestito da una elettronica PLC, presenta un’interfaccia operatore Touch Screen in grado di soddisfare le crescenti esigenze di informatizzazione dei sistemi produttivi (Industria 4.0). È anche dotato di una vasta gamma di strutture di supporto che ne fanno la soluzione ideale per l’integrazione su: confezionatrici automatiche, linee di incartonatura automatica, linee di imballaggio con film termoretraibile, sistemi di movimentazione e palettizzazione automatica. Per l’integrazione in condizioni ambientali particolari, dovute a presenza di polvere, umidità e temperature variabili, sono disponibili le versioni MAXI-CUBE e MASTER dotate di protezioni integrali in grado di contenere sistemi di raffreddamento e riscaldamento della temperatura e consentire di lavorare in ambienti particolarmente difficili. L’efficienza e la flessibilità delle soluzioni PandA® sono garantite dalla possibilità di integrare varie unità di stampa a trasferimento termico prodotte da importanti aziende internazionali: SATO, ZEBRA, NOVEXX, CARL VALENTIN, CAB, TSC e molte altre. Per le applicazioni entry-level è infine disponibile la versione PandA® JR. Dotata di elettronica integrata e di moduli applicatori standard che ne fanno una soluzione economica garantisce un elevato standard di qualità ed affidabilità. La gestione dei dati variabili per la stampa delle etichette è affidata al performante software BarTender®; disponibile in più versioni è in grado di rispondere a molte esigenze di automazione interfacciandosi con i più noti sistemi ERP senza penalizzare la gestione grafica delle etichette e la capacità di automazione dei processi di stampa.‹

Inquadra il QR Code per saperne di più


Beverage&Ambiente Da oltre 200 anni gli imballaggi in acciaio sono amici del mare e dell’ambiente, poiché l’acciaio è un materiale permanente che si ricicla all’infinito. Ricrea conferma il suo impegno nella sensibilizzazione dei cittadini sul loro ruolo da protagonista nel modello economico circolare.

RICREA PROMUOVE il valore del packaging in acciaio P

er sensibilizzare i cittadini sulle qualità e il valore degli imballaggi in acciaio, RICREA, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio e che fa parte del sistema CONAI, ha promosso la campagna itinerante “Cuore Mediterraneo” lungo le coste e le spiagge italiane. Protagonista dell’iniziativa è Alice, un’inviata speciale che ha incontrato diportisti e bagnanti alle prese con il pranzo portato da casa e gli alimenti custoditi nelle cambuse per mettere alla prova le loro conoscenze in merito a imballaggi e raccolta differenziata. Obiettivo, premiare i comportamenti virtuosi, invitando i più distratti a prestare attenzione e a impegnarsi di più nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio. Alla sua terza edizione, quest’estate il viaggio ha fatto tappa a La Spezia, Elba, Nettuno, Vico Equense, Sapri, Pioppi, Monopoli, Fano e Comacchio. “Anche in vacanza è importante separare correttamente i contenitori in acciaio: una volta avviati al riciclo, infatti, possono rinascere a nuova vita, trasformandosi ad esempio in chiodi, bulloni, travi

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per l’edilizia, binari ferroviari o arredi urbani”, spiega Domenico Rinaldini, presidente di RICREA. “Grazie a iniziative come questa desideriamo migliorare

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ulteriormente gli ottimi risultati raggiunti dal nostro Paese nella raccolta degli imballaggi in acciaio, informando e sensibilizzando i cittadini”.


Imballaggi in Acciaio

L’acciaio nell’economia circolare

Da materia prima a contenitore, a rifiuto differenziato, raccolto e avviato al riciclo per nascere a nuova vita, l’imballaggio in acciaio è sostenibile per definizione, e veste quindi un ruolo da protagonista nel modello economico circolare. Nel 2020, nonostante le restrizioni causate dalla pandemia, l’Italia si è confermata un’eccellenza europea nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio: ne sono state complessivamente avviate al riciclo 370.963 tonnellate, sufficienti per realizzare 3.700 km di binari ferroviari, ed è stato riciclato il 79,8% di quelli immessi al consumo.Molto positivo è il dato sulla raccolta differenziata nei Comuni, anche grazie all’impegno dei cittadini. Lo scorso anno si è registrato infatti un aumento del 6% della quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti, in media 4,01 Kg per abitante: un risultato favorito dal maggior tempo trascorso in casa e dal crescente utilizzo di imballaggi per uso domestico, ma anche una conferma che il sistema di raccolta e riciclo nel nostro Paese è ben collaudato, e che la sostenibilità è un tema sempre più presente nella coscienza comune. “In un anno così delicato siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da tutta la filiera del riciclo degli imballaggi in acciaio”, continua Rinaldini. “Questi dati evidenziano ancora una volta come siamo già in linea con l’obiettivo dell’80% entro il 2030 previsto dalle direttive europee in materia di economia circolare”. Le positive ripercussioni di un percorso virtuoso hanno un impatto importante non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia: gli imballaggi in acciaio avviati al riciclo nel 2020 hanno consentito infatti di risparmiare 7.732 TJ di energia primaria e 417.000 tonnellate di materia prima, evitando la dispersione di 629.000 tonnellate di CO2 equivalente. Il valore economico della materia recuperata in un anno è pari a 19 milioni di euro.

della natura, che preservano e proteggono gli alimenti mantenendone inalterati i sapori e le proprietà nutritive, senza l’utilizzo di conservanti. Da quest’anno RICREA collabora con Legambiente per l’allestimento dell’Ecomuseo della Dieta Mediterranea di Pioppi, a Pollica in provincia di Salerno, con l’installazione di pannelli informativi dedicati. Alcuni tra gli alimenti più rappresentativi della dieta mediterranea,

come pomodori e verdure, olio extravergine d’oliva e prodotti ittici sono infatti spesso custoditi in imballaggi in acciaio. Oltre ad assicurare una perfetta conservazione degli ingredienti, gli imballaggi in acciaio sono importanti per l’ambiente: dopo il loro utilizzo, infatti, possono essere riciclati per dare vita a nuovi prodotti, e per questo è fondamentale differenziarli in maniera corretta. ‹

La collaborazione con Legambiente

Ermetici, inviolabili, di lunga durata e sicuri, scatolette, lattine e barattoli in acciaio sono vere e proprie casseforti

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Beverage&Ambiente I

n un anno caratterizzato dalla pandemia, dalle molteplici restrizioni ad essa legate, ma anche dall’aumento dell’e-commerce e del delivery, la raccolta differenziata di carta e cartone si conferma una pratica consolidata. È quanto rileva Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, nel suo Rapporto Annuale sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone in Italia, giunto alla ventiseiesima edizione. Con una resa pro-capite media di 57,2 kg/abitante-anno, nel 2020 sono stati differenziati complessivamente quasi 3,5 milioni di tonnellate di materiale cellulosico, con un lieve decremento dello 0,6% sull’ultimo anno, effetto diretto delle restrizioni dovute all’emergenza

3,5 milioni di tonnellate di materiali cellulosici raccolti dai Comuni italiani: continua il trend positivo della qualità e l’incremento quantitativo al Sud (+4%). Con 82 kg di carta e cartone differenziati da ogni cittadino, l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto, seguita a pari merito da Valle d’Aosta e Toscana (77,4 kg/ab) che precedono il Trentino-Alto Adige (75,4). Al Sud il primo posto spetta alla Sardegna con 60 kg di media pro-capite.

parametri stabiliti per la prima fascia qualità (3%) mentre la raccolta presso le attività commerciali si conferma di eccellente livello.

Cresce la raccolta in convenzione

Il 2020 non è stato solo l’anno della pandemia, altre novità – infatti – hanno interessato la filiera della carta, a partire dall’entrata in vigore (il 1° maggio) del nuovo accordo ANCI-CONAI (20202024). La carta, attraverso il proprio Allegato Tecnico, è stata la prima filiera a definire l’intesa. Grazie alla possibilità di modulare il rapporto con Comieco in modo da massimizzare i ricavi, e anche a causa dell’andamento discontinuo

IMBALLAGGI CELLULOSICI riciclato l’87% sanitaria, pari a circa 22mila tonnellate. Una flessione che non riguarda il Sud che con 34mila tonnellate di carta e cartone raccolte in più rispetto al 2019 continua il suo percorso di crescita, superando le 900.000 tonnellate complessive.

La pandemia non incide sulla qualità della raccolta

“I numeri del Rapporto confermano la centralità della raccolta differenziata come abitudine quotidiana, anche in uno scenario profondamente mutato, a partire dalla riduzione della produzione dei rifiuti che ha avuto una flessione prevedibile con la pandemia. Ciò nonostante, le raccolte differenziate hanno tenuto, in particolare quella di carta e cartone” – dichiara Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco. “In un contesto in cui – a livello nazionale – i rifiuti si riducono del 3% e le raccolte differenziate complessive calano del 2,5%, quella di carta e cartone diminuisce di poco, solo dello 0,6%. In controten-

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denza il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici arrivato a quota 87%, ben 6 punti percentuali sopra rispetto al 2019”. Questo trend, frutto anche delle nuove abitudini di vita e di consumo legate al ricorso allo smart working, all’assenza di turisti e alla chiusura di esercizi commerciali e della ristorazione, emerge con maggior forza nelle grandi città come Milano, Torino e Firenze. In queste realtà la produzione complessiva di rifiuti urbani diminuisce (-8,2%) come pure la raccolta differenziata complessiva (-8,5%) ma la frazione carta e cartone meno delle altre (-3,5%). Ciò significa che l’attenzione per i rifiuti cellulosici, anche in un contesto in cui se ne producono meno, resta alta. Questo quadro di sostanziale stabilità della raccolta a livello nazionale è da leggere in chiave positiva sotto il profilo delle quantità ma anche della qualità. Relativamente alla “raccolta famiglie”, il 2020 consolida il cambio di passo iniziato nel 2019: per il secondo anno consecutivo, il dato medio (2,29%) di presenza di frazioni estranee rientra nei

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dei prezzi nel corso dell’anno, molte amministrazioni comunali hanno scelto di tornare ad affidare al Consorzio quote di materiale prima gestite fuori dalla convenzione. Questo ha portato il Consorzio, nel 2020, a gestire circa 400mila tonnellate in più rispetto al 2019 (+19,3%), corrispondenti a +20 milioni di euro erogati ai Comuni rispetto al 2019, gestendo complessivamente l’avvio a riciclo 2,43 milioni di tonnellate di carta e cartone, ossia il 69,6% della raccolta comunale nazionale.


RICICLO IMBALLAGGI CELLULOSICI

RISULTATI 2020

OBIETTIVO RAGGIUNTO E SUPERATO 91,8 81,7

5.000 65,9

4.000

84,7 73,8

87,5 80,0

88,4 80,8

94,8 87,3

57,8

80

RICICLO IMBALLAGGI CELLULOSICI

50

94,8%

40

37,0

30 20 10

1998

2003

2008

2013

2018

IMBALLAGGI CELLULOSICI IMMESSI AL CONSUMO (KT) TOTALE RIFIUTI DA IMBALLAGGIO CELLULOSICI CONFERITI AL RICICLO (KT) IMBALLAGGI CELLULOSICI RECUPERATI COME ENERGIA O CDR (KT)

6

90 70

1.000 0

100

60

3.000 2.000

87,3 %

%

kt 6.000

2019

2020

0

RECUPERO IMBALLAGGI CELLULOSICI

TASSO DI RICICLO (%) TASSO DI RECUPERO (%)

Ricomprende riciclo e quota avviata a recupero energetico

www.comieco.org | Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica

Quantità e qualità, l’andamento regionale

Il Rapporto delinea una situazione italiana caratterizzata da aree con andamenti discontinui. Sono state confermate le proiezioni di dodici mesi fa ma con valori nettamente inferiori a quanto fosse prevedibile dopo il lockdown duro della primavera 2020. Il Sud, che ha risentito meno gli effetti delle restrizioni, prosegue il suo trend di crescita nei volumi raccolti (+4%), distinguendosi per essere l’unica macroarea in positivo del Paese, mentre tra Centro (-2,8%) e Nord (-1,8%) si registra un calo di oltre 56mila tonnellate, effetto diretto dei mesi di fermo. Il Sud, dunque, cresce nella raccolta con +34mila tonnellate – dimostrando l’efficacia degli investimenti nelle regioni meridionali - con una resa pro-capite media che si attesta sui 43 kg/abitante, mentre c’è ancora molto da fare sotto il profilo qualitativo dei conferimenti. In termini di volumi, la crescita di questa area è trainata da Campania (+10.703 t), Calabria (+6.281 t), e Sicilia (+4.611 t), mentre dal punto di vista di miglioramento della performance, è il Molise (+8,2%) a guidare la classifica. Anche nel 2020, in

termini assoluti, i volumi raccolti al Sud (905mila t) sono superiori a quelli dell’area Centro. Il Centro, segnando un -2,8% equivalente a -23mila tonnellate, perde esattamente quello che aveva “guadagnato” lo scorso anno. In particolare, la Toscana (-14mila t), nonostante si confermi capofila della macroarea per raccolta pro-capite (77,4 kg/ab-anno) e cuore pulsante del riciclo di carta e cartone in Italia, incide per oltre la metà sul decremento dell’area. Il Nord, invece, ha perso oltre 33mila tonnellate rispetto al 2019 (-1,8%). Un incoraggiante segno positivo si segnala per la Liguria (+2,7%) e la Valle d’Aosta (+1,2%) mentre le diminuzioni più forti si registrano in Veneto (-3,8%) ed Emilia-Romagna (-3,7%) che, nonostante un calo di oltre 14mila tonnellate, mantiene il primato nazionale nella raccolta media pro-capite (82,1 kg/ab). Dal punto di vista della qualità della raccolta, invece, il Nord continua a crescere nonostante la base di partenza sia già la migliore a livello nazionale, mentre il Centro (pur migliorando) e il Sud (che invece peggiora) restano ancora al di sopra della soglia di impurità del 3% indicata dall’Allegato Tecnico Carta.

Raggiunti gli obiettivi di riciclo UE fissati al 2030

Dal Rapporto Comieco emerge un ulteriore risultato positivo: il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici – complice la riduzione dell’immesso al consumo - ha raggiunto l’87,3%, ossia una percentuale che con 10 anni di anticipo proietta l’Italia verso gli obiettivi UE al 2030 e la conferma ai primi posti in Europa per i volumi di carta e cartone avviati a riciclo e del tasso di riciclo. Un risultato importante frutto di un sistema industriale essenziale per il Sistema Paese che ha continuato a garantire la piena operatività anche nei mesi più complicati del 2020, dovuti alle restrizioni della pandemia. Uno dei poli industriali italiani più importanti per il riciclo della carta ha sede in Veneto e conta 9 cartiere (una delle quali – con sede a Verona – specializzata nel riciclo degli imballaggi accoppiati), che complessivamente utilizzano circa il 15% della carta e del cartone raccolti dai comuni italiani, e 25 impianti di gestione della raccolta differenziata di carta e cartone. Proprio il Veneto e – in particolare – Verona ospita la presentazione della ventiseiesima edizione del Rapporto annuale Comieco. ‹

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Beverage&Ambiente COCA-COLA, NUOVE BOTTIGLIE CON 100% PLASTICA RICICLATA Coca-Cola introduce sul mercato italiano le nuove bottiglie realizzata con il 100% di plastica riciclata (rPET), ulteriore conferma dell’impegno per un’economia sempre più circolare. Le nuove bottiglie 100% rPET, come sempre 100% riciclabili, saranno utilizzate non solo per i prodotti Coca-Cola, ma anche per gli altri marchi del portafoglio dell’azienda come Fanta, Sprite e FuzeTea, per un totale di 150 milioni di confezioni nel 2021 realizzate completamente in plastica riciclata. Per rendere ancora più visibile questo impegno, da luglio, la bottiglia da 450 ml di Coca-Cola Original Taste è stata disponibile in un’edizione speciale con il messaggio “Riciclami Ancora” e degli inviti all’interno dell’etichetta per sensibilizzare e incoraggiare i consumatori al riciclo. Questo cambiamento, possibile a seguito dell’abolizione del limite del 50% di rPET nella produzione di bottiglie, si inserisce all’interno della strategia globale di Coca-Cola, World Without Waste, e conferma l’impegno nel rendere le proprie confezioni sempre più sostenibili e ridurre gli sprechi. Oltre all’utilizzo crescente di plastica riciclata nelle confezioni, Coca-Cola è da anni

impegnata nella riduzione della materia prima negli imballaggi in vetro, alluminio e plastica e con la recente introduzione di KeelClip™ ha concretizzato il suo impegno anche a favore degli imballaggi secondari, quelli non a diretto contatto con il prodotto: l’innovativo sistema in carta 100% riciclabile

permette di eliminare completamente l’involucro in plastica dalle confezioni multiple di lattine. Infine, dopo Fanta, anche la bottiglia di Sprite ha rinunciato all’iconico colore verde ed è diventata trasparente per essere più facilmente riciclabile in una nuova bottiglia.

PRESSPALL, IL PALLET RICICLATO DI CORNO PALLETS Per economia circolare si intende un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. Per creare nuovi modelli di economia circolare occorre agire sulle “tre R”: Ridurre, Riutilizzare e Riciclare. Ridurre gli sprechi, riutilizzare i beni il più possibile e riciclare i rifiuti che non possono essere più utilizzati. Tutti gesti che, se svolti da tutti, nel nostro quotidiano, possono migliorare il futuro del nostro pianeta. Il pallet è senza dubbio lo strumento indispensabile per stoccare e movimentare in sicurezza le merci da un continente all’altro, e quello in legno è ancora oggi la tipologia più diffusa in tutto il mondo. Il ciclo vitale del legno può durare all’infinito, con benefici ecologici ed economici: riciclare il legno significa risparmiare energia, migliorare lo stato qualitativo dell’aria ed al contempo evitare gli sprechi. Il sistema del recupero del legno rappresenta in Italia un vero e proprio esempio virtuoso di economia

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circolare, che negli ultimi vent’anni ha portato moltissimi risultati sia in termini di sostenibilità ambientale che di occupazione e sviluppo. Di tutto questo si occupa Rilegno, il Consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno. Questo Consorzio raggruppa i produttori, i fornitori di materia prima, gli importatori di materiale o di imballaggi legnosi e le imprese che riciclano rifiuti di imballaggio in legno. Rilegno garantisce il raggiungimento degli obiettivi nazionali, fissati dalla legge, in materia di recupero e riciclo di imballaggi legnosi. La maggior parte del materiale riciclato è costituito da imballaggi industriali e provenienti dalle diverse filiere distributive, ma una quota importante proviene dalla raccolta urbana. Una prima lavorazione dei rifiuti legnosi avviene nelle piattaforme convenzionate con il Consorzio, dove viene effettuata la raccolta degli imballaggi ed una prima lavorazione per ridurne il volume tramite pressatura, cippatura o frantumazione. Il viaggio prosegue verso i centri di riciclo, dove si compie il vero e proprio processo di recupero, ed il legno inizia un nuovo ciclo di vita generando una nuova materia e quindi nuovi prodotti. Nuovi prodotti, tra cui il pallet in legno pressato PRESSPALL di Corno Pallets prodotto attraverso lo stampaggio ad altissime temperature di legno truciolato e resina ureica, un prodotto ecologico a 360°. Inoltre, possiede la certificazione PEFC, che garantisce la provenienza delle materie prime utilizzate da boschi gestiti in maniera sostenibile. I boschi e le aziende che lavorano con certificazione PEFC forniscono un contributo contro la distruzione di inestimabili risorse boschive ad opera di disboscamenti e sfruttamento incontrollato delle risorse. Ma non è solo il materiale di cui è composto PRESSPALL a renderlo un prodotto rispettoso per l’ambiente. È stato infatti il primo di tipologia impilabile ad essere immesso sul mercato e proprio l’impilamento permette che su un camion della capienza di circa 750 europallets di legno tradizionale è possibile caricare oltre 2000 PRESSPALL formato euro; una forte riduzione dei costi, del trasporto dei vuoti e conseguenti benefici vantaggi sulle emissioni di CO2.


FERRARELLE PRESENTA INFINITA Ferrarelle, storica azienda italiana e quarto player nel mercato delle acque minerali nel Paese, presenta INFINITA, la prima linea 100% in R-PET, direttamente riciclato dall’azienda, destinata esclusivamente al canale Ho.Re.Ca. e pensata per offrire una proposta elegante e sostenibile ai clienti del settore, perfetta per questo momento di riaperture e per la stagione estiva. Le tre referenze saranno: Ferrarelle, effervescente naturale; Natìa, minerale oligominerale; Maxima, effervescente naturale rinforzata con il gas della sua sorgente. INFINITA è l’ulteriore traguardo nel percorso di sostenibilità che Ferrarelle porta avanti da sempre: è infatti la prima e l’unica realtà del settore del Food & Beverage in Italia ad essersi dotata, già nel 2018, di uno stabilimento per il riciclo e la produzione di PET riciclato che ogni anno toglie dall’ambiente oltre 20.000 tonnellate di bottiglie provenienti dalla raccolta differenziata sono trasformate in R-PET pronto ad una nuova vita. “Dopo questo anno e mezzo di emergenza sanitaria, il canale del Fuori Casa finalmente può ripartire in sicurezza e, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, siamo felici di essere al fianco dei professionisti del settore con INFINITA”, ha dichiarato Andrea Marino, Direttore Commerciale Ferrarelle S.p.A. “INFINITA coniuga, infatti, l’unicità e la qualità delle nostre acque con un packaging innovativo e sostenibile: realizzata al 100% in R-PET, con plastica riciclata all’interno del nostro stabilimento di Presenzano”. Il lancio di INFINITA si inserisce all’interno del progetto bottle to bottle sviluppato pensando alle più classiche dinamiche dell’economia circolare e diventato realtà nello stabilimento di Presenzano (CE) frutto di un investimento di 27 milioni di euro realizzato con il supporto di INVITALIA.

NASCE ECOGREEN 100 ECO Acqua Minerale San Benedetto è lieta di annunciare l’arrivo sul mercato di ECOGREEN 100 ECO, la prima linea di acqua minerale San Benedetto ad essere realizzata con il 100% di RPET e ad essere 100% Carbon Neutral. ECOGREEN 100 ECO rappresenta il massimo che oggi si può chiedere ad una linea bottiglie in termini di sostenibilità in quanto aggiunge a tutti i plus della linea Ecogreen – come la completa neutralizzazione delle emissioni di CO di tutto il ciclo di vita del prodotto – l’utilizzo per la produzione della bottiglia del 100% di plastica riciclata. Un’innovazione che è partita con il formato 1L Easy. Il design di ECOGREEN 100 ECO è stato studiato per esaltarne la novità, ma senza abbandonare il family feeling con la linea Ecogreen, rendendo riconoscibili già dal packaging i plus di sostenibilità dei prodotti. A supporto della nuova linea sarà attivata una campagna di comunicazione mirata dal forte impatto mediatico che vedrà una fitta pianificazione sia su mezzi classici sia sul digital e avrà come testimonial Vittorio Brumotti. L’impegno green di San Benedetto ha radici lontane. L’Azienda è stata la prima realtà industriale italiana ad avviare nel 2009 un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente per ridurre le emissioni di CO2 eq. La ricerca continua di nuove tecnologie e l’attenzione al miglioramento e all’ottimizzazione dei processi industriali ha dato vita nel 2010 alla bottiglia da 1L Easy, il primo formato sul mercato di acqua minerale carbon neutral. Sulla scia del successo del formato da 1L Easy, San Benedetto nel 2012 ha presentato la Linea Ecogreen, un’intera generazione di bottiglie - dal mezzo litro a 1L Easy fino ai formati famiglia da 1,5L e 2L - realizzate con plastica riciclata fino al 50% e il 100% delle emissioni di CO2eq compensate attraverso l’acquisto di crediti per finanziare progetti di riduzione dei gas effetto serra. Con il progetto della linea Ecogreen, la prima linea di prodotti in Italia a ricevere dal Ministero dell’Ambiente la validazione nel Programma per la valutazione dell’impronta ambientale, si stima che negli ultimi sette anni San Benedetto abbia ridotto le emissioni di gas effetto serra sulla linea Ecogreen del 14,6% - pari a 8.826 tonnellate di CO2 eq. e alla CO2 assorbita da 294.200 alberi in un anno - utilizzando 5.165 tonnellate di RPET. L’introduzione della nuova bottiglia Easy 1L ECOGREEN 100 ECO si stima permetterà un ulteriore risparmio delle emissioni di gas effetto serra lungo tutto il ciclo di vita del prodotto del 9%, con un utilizzo di circa 300 tonnellate di PET vergine in meno nel 2021.

PEPSICO ANNUNCIA L’IMPEGNO “NET WATER POSITIVE” PepsiCo ha annunciato l’obiettivo di diventare “Net Water Positive” entro il 2030, reintegrando più acqua di quella utilizzata dall’azienda, il che la collocherebbe tra i produttori di alimenti o bevande più efficienti dal punto di vista idrico, operanti in bacini idrografici ad alto rischio. Con l’accesso all’acqua potabile, componente fondamentale del programma olistico per la gestione dell’acqua, PepsiCo Foundation sta inoltre lanciando un nuovo programma da 1 milione di dollari con la principale ONG e partner a lungo termine WaterAid, per portare acqua potabile alle famiglie nell’Africa Sub-Sahariana, ampliando le iniziative portate avanti con più di 53 milioni di dollari da 15 anni, che garantiscono l’accesso all’acqua potabile in oltre 20 paesi e che hanno aiutato più di 59 milioni di persone dal 2006. “Il tempo stringe perché il mondo intervenga sull’acqua. L’acqua non è solo una componente necessaria del nostro sistema alimentare, è un diritto umano fondamentale e la mancanza di acqua potabile e pulita nel mondo è uno dei problemi più urgenti che la nostra comunità globale deve affrontare oggi”, ha affermato Jim Andrew, Chief Sustainability Officer di PepsiCo. “La scarsità d’acqua è direttamente collegata alla crisi climatica e noi di PepsiCo crediamo che uno sforzo globale per essere “Net Water Positive” sia essenziale. Siamo concentrati non solo sull’assicurare che le persone in tutto il mondo abbiano accesso a questa risorsa vitale, ma anche sul dare priorità alla gestione dell’acqua in ogni nostra operazione”. Nuovi audaci obiettivi guideranno un’azione operativa tangibile verso l’ambizione “Net Water Positive” di PepsiCo di ridurre l’uso assoluto di acqua e reintegrare nel bacino idrico locale oltre il 100% dell’acqua utilizzata nei siti di proprietà dell’azienda e delle aree ad alto rischio di terzi.

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| Breaking News | VINO CHIANTI, CONTINUA TREND POSITIVO Continua a rafforzarsi il trend positivo di vendite del vino Chianti: al 31 maggio il Consorzio registra un +14% di vendite rispetto allo stesso periodo del 2020 e un +8% sul periodo gennaio-maggio del 2019, quindi rispetto ai tempi pre-Covid. È quanto è emerso nel corso dell’assemblea del Consorzio Vino Chianti in programma oggi. Tra i temi affrontati dall’assemblea, oltre all’andamento economico del Consorzio, anche la necessità di trovare l’equilibrio tra domanda e offerta e le criticità a livello di credito bancario. “L’assemblea ha chiesto la riduzione del 15% delle rese massime produttive per la vendemmia 2021 per continuare in questa fase di riequilibrio dell’offerta con la domanda”, spiega Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti. “È una scelta che impone sacrifici al mondo della produzione, ma ci si augura possa permettere di mantenere i prezzi del vino sfuso a un livello tale che sia comunque garantita la remuneratività della parte della filiera che produce vino destinato a essere venduto come sfuso”. La riduzione delle rese, dunque, è stata richiesta nonostante i risultati positivi dei primi cinque mesi del 2021. “Le vendite – precisa Bani – sono concentrare sulle aziende che vendono nella grande distribuzione mentre tutte quelle che sono sul canale Horeca hanno visto le vendite azzerate”. Tra i tasti dolenti resta quello del credito. Per Bani: “la situazione è sempre critica: nonostante le manifestate disponibilità da parte di tutti gli istituti di venire incontro alle aziende, quando poi arriviamo a entrare nei dettagli dei costi delle operazioni bancarie o delle garanzie da fornire si alza un muro e l’accesso al credito diventa difficile”. Il presidente Giovanni Busi, ha spiegato: “Quest’anno abbiamo un magazzino leggermente superiore al 2019, per questo c’è la decisione sulla riduzione della vendemmia 2021, per mantenere in equilibrio domanda e offerta. Dall’altra parte ci sono segnali molto positivi perché sono alcuni mesi che stiamo facendo un incremento a doppia cifra sull’anno precedente. Nei prossimi mesi vedremo, quando riapre il canale Horeca, se questo incremento verrà poi suddiviso tra grande distribuzione e Horeca. Se la grande distribuzione continuerà ad avere questi trend di vendita allora il risultato sarà anche migliore. Su questo ci saranno delle belle sorprese da settembre in avanti”. Il Vino Chianti sta registrando risultati positivi sulle vendite, vede aumentare l’appeal internazionale del prodotto e il Consorzio guarda con ottimismo alla riapertura del canale Horeca. “La questione più importante da dibattere – aggiunge Busi – è sempre quella delle vendite perché da lì parte lo sviluppo della denominazione”.

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COMPAGNIA DEL VINO, CRESCE IL VOLUME D’AFFARI Dopo la riapertura di bar e ristoranti, il mondo del vino insieme al canale Ho.Re.Ca. cerca di ripartire. I timidi segnali di ripresa trovano conferma nella testimonianza di Compagnia del Vino, azienda italiana di riferimento nella distribuzione di vini che rappresenta famiglie del vino selezionate per storia, qualità e rappresentatività del territorio di produzione. Una ripartenza caratterizzata da grande entusiasmo con dati incoraggianti grazie all’impegno della forza vendite, ma anche da un cauto ottimismo. I dati rispetto all’anno precedente vanno considerati nel contesto irreale della totale chiusura che ha interessato il 2020: registriamo attualmente un +80% in valore e un +50% in volumi, cifre che devono solo servire a confermare che siamo sulla buona strada. Rispetto al 2019, Compagnia del Vino registra un + 12% in valore, la percentuale di incremento è sempre positiva ma scende leggermente se consideriamo i volumi. Nel nostro caso incidono nei primi sei mesi di vendite, l’uscita della nuova annata per il Sir Winston Churchill, l’etichetta di punta di Pol Roger, in marzo 2021, e l’attesissima annata 2016 del Brunello di Cupano, oltre che di etichette quali Lodovico e Biserno. Pol Roger registra un + 60% sul 2019 (in valore) e un +50% in volumi. Percentuali che salgono per il nostro Récoltant Jean Pierre Marniquet che ha triplicato le performace rispetto al 2019. Vendite raddoppiate anche per Cupano e in sostanziale crescita Tenuta di Biserno grazie anche all’Insoglio del Cinghiale che ha consolidato il proprio ruolo di vino simbolo della Toscana in tavola. Soffre, per ovvii motivi legati alla sospensione dell’occasione di consumo, il Prosecco che registra un -25% in Italia e non sarà facile da recuperare, mentre il dato è completamente diverso per l’estero dove contiamo entro maggio di riportare i consumi al 2019. In generale, se non vogliamo considerare le singole particolarità come nuove annate ed edizioni speciali, constatiamo una crescita straordinaria per tutti i vini luxury, ultra e super premium (+50%), buona per i vini fino a 15 euro, mentre registriamo un calo per i vini sotto i 10 euro. Alla nostra rete vendite si deve l’incremento veramente straordinario sulle vendite di Hugel, simbolo dei vini alsaziani, che per la varietà di linee e tipologie difficilmente rientra in una sola categoria tra quelle descritte sopra (vini da 10 a 200 euro): seppur non parliamo di grandissimi numeri, nel 2021 abbiamo registrato per questo brand un +70% sul 2019, a riprova del fatto che i nostri clienti cominciano ad apprezzarne il valore.

NUOVI INVESTIMENTI PER FONTE MARGHERITA Fonte Margherita prosegue a crescere nel canale horeca con i nuovi formati di Fonte Regina Staro da 46cl e di Sorgente Alba da 50cl e da 75cl. Nuove bottiglie riservate a bar, ristoranti e strutture alberghiere. Grazie a queste novità di prodotto e ad altre che si aggiungeranno nei prossimi mesi è sempre più vicino l’obiettivo di 30 milioni di bottiglie in vetro entro fine anno. Sul piano produttivo nel biennio 20212022 Fonte Margherita ha previsto un nuovo investimento per un milione di euro per accrescere l’automazione industriale e ampliare il parco bottiglie in vetro per i suoi vari canali distributivi, dalla grande distribuzione organizzata all’horeca, dal vending al porta a porta. Nei suoi tre stabilimenti Fonte Margherita annovera cinque moderne linee di produzione, tre linee riservate all’imbottigliamento in vetro dell’acqua minerale, una per l’acqua imbottigliata nel cartone riciclabile e una linea dedicata alle bibite analcoliche. L’acqua è sempre quella pura ed incontaminata delle Piccole Dolomiti. I costanti investimenti consentono di rinnovare gli impianti e il parco bottiglie in vetro adattandoli alle mutevoli esigenze dei mercati, italiani ed internazionali, in cui l’impresa veneta è distribuita. Per il 2021 Fonte Margherita punta ad una ulteriore crescita economica, almeno il 25% rispetto all’anno precedente, in modo da raggiungere i 3,5 milioni di fatturato.L’impresa Fonte Margherita, che trae le sue origini nel 1845, annovera oggi tre stabilimenti, cinque marchi di storiche acque minerali delle Piccole Dolomiti (Fonte Margherita, Fonte Regina Staro, Acqua Azzurra, Fonte Lonera, Sorgente Alba), due linee di bibite analcoliche ed è presente in Italia e all’estero in alcune insegne della grande distribuzione, nell’horeca, nel porta a porta e nel vending. Nel rispetto dell’ambiente imbottiglia in vetro, per lo più a rendere, e nel nuovo packaging in cartone interamente riciclabile. Tra i suoi valori la sostenibilità ambientale e sociale, la solidarietà attraverso il sostegno alla Fondazione onlus di ricerca scientifica pediatrica “Città della Speranza”, la non-alcoholic mission e la promozione di uno stile di vita sano.

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| Breaking News | PICCINI 1882 PRESENTA LA SPECIAL EDITION Le vacanze alle porte e il mare all’orizzonte: nella stagione più bella dell’anno Piccini 1882 rende omaggio ai winelovers del Bel Paese con un’elegante edizione speciale serigrafata per due etichette della Collezione Oro, la linea premium dell’azienda guidata da Mario Piccini. Orvieto Classico DOC e Rosato Toscana IGT vestono così i colori dell’estate e rinnovano completamente le proprie etichette per accompagnare, anche solo idealmente, tutti gli appassionati verso il blu del mare e il dolce suono delle onde. Nel tempo, la tecnica serigrafica è stata perfezionata e utilizzata su supporti di varia natura, tra cui il vetro. Il processo serigrafico su bottiglia parte dalla creazione di un apposito telaio che ricalca il disegno prescelto da riportare sul vetro. Colpita da un fascio di luce, l’immagine del telaio si ancora

alla superficie vitrea, rimanendo indelebile in virtù della particolare natura dei colori impiegati. Un antico processo che l’innovazione tecnologica ha saputo rendere sostenibile diminuendo drasticamente la temperatura necessaria ai forni per fissare l’immagine, così da garantire un notevole risparmio energetico. Orvieto Classico DOC nasce dalla collaborazione tra Mario Piccini e l’enologo Riccardo Cotarella, originario delle terre orvietane. Un vino che si distingue per complessità e fresca piacevolezza, nobile espressione del territorio. Prodotto da un blend di Grechetto, Procanico e Chardonnay, Orvieto Classico DOC è il risultato di un’attenta selezione dei migliori

INNOCENT LANCIA NUOVI PRODOTTI Succhi di frutta freschi e smoothie 100% naturali, senza zuccheri aggiunti, conservanti o coloranti: nelle bottigliette innocent c’è solo frutta, nient’altro. La nuova campagna di comunicazione focalizza l’attenzione proprio su questa caratteristica dei prodotti innocent: “Tutto Frutto della Frutta” è il claim scelto dal brand europeo specializzato nella produzione di succhi freschi e smoothie naturali per raccontare che la frutta è l’unico ingrediente dei propri prodotti. La campagna è semplice e diretta e vede protagonisti due range iconici: gli smoothie (un mix di polpa e succo di frutta) e i succhi di frutta (puro succo di frutta, mai e poi mai da concentrato). innocent approfitta della nuova campagna anche per presentare ai consumatori i nuovi arrivati: lo smoothie guava, ananas & mela e i due nuovi succhi arancia bionda e arancia rossa, melagrana, arancia e lime. Ma le novità in casa innocent non finiscono qui: arriva infatti in Italia anche una gamma completamente nuova, gli innocent Plus. Si tratta di succhi di frutta funzionali, ideali per fare il pieno di vitamine. Naturali, con frutta, estratti vegetali, vitamine aggiunte, senza zuccheri aggiunti o conservanti. Gli innocent Plus sono disponibili in bottigliette da 330ml e in tre coloratissime ricette: Fa-blu-loso, un mix di guava, lime, acqua di cocco, spirulina e vitamine dal colore blu completamente naturale; Rosa a iosa, un mix di lampone, ciliegia, bacche di goji, guaranà e vitamine; Sempre verde, un mix di mela, pera, cetriolo, tè verde matcha e vitamine.

cloni di Grechetto. Fine ed elegante, è un vino dal colore giallo paglierino, che al naso denota un profumo delicato e complesso, con note floreali e frutta a polpa gialla. Al palato rivela la sua morbidezza ed intensità aromatica; la frutta matura, con accenni esotici, trova supporto in una freschezza e una sapidità quasi inaspettate. Rosato Toscana IGT è un vino fresco e profumato, che Piccini 1882 dedica ai winelovers più giovani. Il vino è un blend di Sangiovese, Merlot e Malvasia che racchiude in sé la moltitudine dei suoli e climi presenti in Toscana, un insieme che dalla zona costiera mitigata dalle brezze marine giunge fino alle grandi escursioni termiche tipiche dei monti del Chianti. Il Rosato si presenta delicato, dal colore rosa tenue ottenuto per mezzo di una breve macerazione del mosto sulle bucce. Al palato mostra la sua freschezza ben bilanciata da note di frutta rossa matura, con un finale intenso e persistente.

PEPSICO EUROPE AMPLIA IL PROPRIO PORTFOLIO PIÙ SALUTARE PepsiCo Europe annuncia un nuovo ambizioso piano per aggiungere più scelta al proprio portfolio di snack e bevande negli Stati membri dell’Unione Europea. Il piano prevede una serie di impegni fondati su rigorose linee guida nutrizionali basate sulla scienza. Questo impegno volontario sarà presentato alla Commissione europea come parte del proprio Codice di Condotta per un Business responsabile e pratiche di marketing e si basa sui progressi che PepsiCo ha già compiuto a livello globale nell’ultimo decennio per ridurre gli zuccheri aggiunti nelle bevande, sodio e grassi saturi negli snack, introducendo porzioni più contenute e per creare alternative di marchi esistenti con migliori profili nutrizionali, come Pepsi MAX, 7UP Free e Lay’s Oven Baked. Per il proprio portfolio di bevande in Europa – che comprende Pepsi-Cola, Lipton Ice Tea e 7UP – il nuovo impegno di PepsiCo sarà quello di ridurre il livello medio di zuccheri aggiunti in tutta la gamma di bevande analcoliche del 25% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. In tutta Europa, PepsiCo ha già creato un forte portfolio di bevande senza zucchero, tra cui Pepsi MAX e 7UP Free. La riduzione dello zucchero ha anche un impatto positivo sul clima. L’azienda stima che il passaggio da formulazioni zuccherate a formulazioni senza zucchero riduce fino a un quarto le emissioni di gas serra di una bevanda. PepsiCo Europe intende anche proseguire il percorso di diversificazione del portfolio di snack per includere opzioni più salutari, imparando dal proprio successo ottenuto con le bevande senza zucchero. Lo scopo è infatti di aumentare di oltre 10 volte entro il 2025 le vendite di snack salutari rendendola la categoria alimentare in più rapida crescita di PepsiCo nei prossimi quattro anni con l’ambizione di espanderlo in un portfolio di 1 miliardo di dollari entro il 2030. I nuovi obiettivi saranno raggiunti riformulando i prodotti esistenti, espandendo in più mercati gli attuali marchi dell’azienda, tra cui Oven Baked, e introducendo nuove gamme di snack come PopWorks, la più recente gamma di croccanti pop-corn.

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| Breaking News | LA TORDERA SI RIFÀ IL LOOK! L’origine del nome dell’azienda vitivinicola La Tordera è legato al secolare vigneto di proprietà nel Cartizze e, in particolare, alla presenza di un’altura denominata “tordera” frequentata dai tordi che, in passato, scendevano in autunno dalle vicine montagne per fare il nido e cercare cibo tra i filari. La convivenza tra i tordi, i loro nidi e il lavoro della famiglia Vettoretti nella vigna, è sempre stata vissuta in modo naturale e con il rispetto che in agricoltura si deve alla terra e ai suoi frutti. Dal nome La Tordera al tordo stilizzato scelto per il logo, il passo fu davvero breve e, ancor più breve, è stato nel 2021 per il restyling voluto dalla famiglia Vettoretti, volto ad evidenziare e valorizzare maggiormente il legame col territorio, con le proprie origini e l’impegno per mantenere e migliorare il rapporto esistente tra uomo e natura, scegliendo materiali green. L’amore per questo territorio è racchiuso ora in una nuova bottiglia, la cui forma richiama uno stile classico e risulta elegante e raffinata. Essa è impreziosita da un rilievo sul collo con la riproduzione del tordo stilizzato, avvolto nel suo nido. Il restyling segna il cambio di passo rispetto al passato. Ha interessato le etichette, le bottiglie e i materiali, creando così un distinguo tra i prodotti e, nel contempo, posizionando al top della gamma La Tordera i prodotti icona Cartizze, Otreval e Tittoni e, a seguire, Brunei e Serrai. Ha avuto come focus la sostenibilità, principio che ha guidato la scelta di tutti i materiali. I nuovi elementi grafici distintivi, eletti a dimostrare l’approccio della famiglia La Tordera nel proseguire verso una produzione enologica sempre più “green”, sono il nido e l’uovo scelti proprio tra i simboli offerti della natura. La stilizzazione del nido nelle etichette di Cartizze, Otreval e Tittoni raffigura la dimora che accoglie la famiglia, il luogo dove i nuovi nati sono al riparo da predatori naturali. Qui si è voluto esaltare l’unicità del territorio da cui provengono, associando l’immagine del nido, ad enfatizzare il valore della dimora nella quale il vino cresce. Nell’immagine il nido accoglie al suo interno il nome del vino, frutto del lavoro dell’azienda. L’uovo, scelto per Brunei e Serrai, simboleggia la nuova vita che si sviluppa grazie all’amore e alle premure di chi se ne occupa. Le linee che lo circondano rappresentano vogliono ricordare la morfologia del territorio di Valdobbiadene con i suoi dolci declivi e i suoi rotondeggianti profili collinari. Insieme, “nido e uovo”, rappresentano metaforicamente “la famiglia e i suoi frutti”. In entrambe si trova protezione e ci si prende cura l’uno dell’altro, così come La Tordera e il lavoro della famiglia Vettoretti sono la culla nella quale nasce e cresce, vendemmia dopo vendemmia, il prezioso nettare. Tutte le nuove etichette sono realizzate con materiale riciclabile così come anche le capsule, prodotta con un innovativo materiale totalmente biocompatibile e riciclabile. Particolarità della retro etichetta è quella di essere ricca di informazioni.

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SPIRITO COCKTAILS, IL NUOVO MODO DI GUSTARE UN DRINK Spirito Cocktails è nato dall’intuizione dell’azienda bresciana Cocktail House. Basta strappare la busta e versare il contenuto nel bicchiere colmo di ghiaccio per assaporare tutto il gusto della libertà. La Enjoy Summer Box è la confezione che ha celebrato l’estate 2021 con i cinque cocktail alcolici più freschi e amati di sempre nell’ormai consolidato formato monoporzione: Mojito, Gin Sensation, Cosmo Thai, Negroni e Moscow Mule. Sempre ‘top’ anche la 5 Cocktail Selection - Pre Dinner, la box contenente cinque dei più iconici cocktails pronti da bere selezionati per rendere ancora più piacevole un momento conviviale: Moscow Mule, Daiquiri, Margarita, Cosmopolitan e Negroni. Un cofanetto elegante e trasportabile ovunque, perfetto anche come idea regalo per chi ama sorseggiare un drink in compagnia o, semplicemente, per iniziare la serata con un buon cocktail. Il segreto di Spirito Cocktails sono le buste monoporzione che mantengono inalterate le qualità organolettiche delle miscele e per questo sono ideali da portare con sé ogni qualvolta ci sia voglia di degustare un drink d’autore. I cocktails firmati Spirito Cocktails sono creati solo con distillati italiani ingredienti naturali, sono studiati in collaborazione con il bartender Cristian Manassi e miscelati in un liquorificio artigianale di lunga esperienza. “I nostri ready-to-drink sono stati lanciati durante il lockdown, con l’idea di portare un momento di relax nelle case degli italiani con un mix di proposte classiche e signature, ma semplice da gestire e alla portata di tutti”, spiega Silvia Dusi, CEO di Spirito Cocktails. “Si riconfermano una tendenza anche nel 2021 perché il consumatore ne apprezza la qualità, la praticità e la versatilità, in quanto pensati per poter essere consumati ovunque e sempre a portata di mano”. Il fenomeno dei cocktails monouso continua a coinvolgere il pubblico di appassionati e si sta affermando non solo tra i grandi nomi del food and beverage ma porta alla ribalta anche distillerie più piccole o emergenti che fanno della qualità e dell’impiego di materie prime ricercate un punto di forza e che, grazie, anche alla collaborazione con barman di grido, riescono a realizzare prodotti davvero unici e molto apprezzati.


| Breaking News | SKINISPRITZ PORTA GLI HARD SELTZER IN ITALIA Un drink che combina acqua di seltz con un leggero tenore alcolico e poche calorie, in poche parole: hard seltzer. Si tratta di una categoria di bevande già estremamente popolare negli USA che, in ogni paese in cui ha fatto il suo ingresso, ha stravolto completamente il mercato del beverage. Ora, grazie a SkiniSpritz arriva anche in Italia per rivoluzionare il mondo dei readyto-drink e offrire un’alternativa più salutare, ma anche estremamente gustosa, ai classici drink da aperitivo. Prodotto in Austria, SkiniSpritz unisce la frizzantezza caratteristica dello Spritz alla freschezza della frutta tropicale rivoluzionando l’ora dell’aperitivo. Contiene solo ingredienti 100% naturali, erbe aromatiche, acqua di sorgente e solo il 4.5% di alcool. Il segreto del basso contenuto calorico (soltanto 30 calorie per 100ml) risiede in un meticoloso processo di fermentazione

che trasforma lo zucchero di canna in alcool. Nel suo hard seltzer però SkiniSpritz utilizza frutta e erbe aromatiche per

infondere un gusto unico e inconfondibile. Proprio per questo la bevanda è pensata per tutti coloro che vogliono rilassarsi dopo una lunga giornata o fare aperitivo in compagnia senza rinunciare al gusto di un drink, ma mantenendo uno stile di vita sano. SkiniSpritz infatti ha meno calorie rispetto alla birra e, al contrario dei più popolari drink, non contiene coloranti artificiali. “Dieci anni fa, eravamo abituati a bere drink ricchi di zuccheri e nessuno si preoccupava di cosa stesse consumando”, dichiara Vito Martin, founder di SkiniSpritz. “Oggi, abbiamo una nuova generazione di consumatori, che fa molta più attenzione a ciò che beve e a quali ingredienti assume. Per questo, con SkiniSpritz, abbiamo deciso di lanciare sul mercato un prodotto in grado di soddisfare la necessità di sorseggiare un drink che appaghi il gusto, ma che allo stesso tempo sia salutare, grazie agli aromi naturali e un numero di calorie considerevolmente inferiore rispetto a una qualsiasi bevanda alcolica. Al momento è disponibile il gusto Mango Tropicale, ma stiamo già lavorando ad altre proposte”.

I VINI TOSCANI CONQUISTANO IL CARRELLO DEGLI ITALIANI Lo stop imposto al settore Ho.Re.Ca. a livello globale nel 2020 ha fatto rallentare l’export dei vini made in Tuscany (758mila ettolitri esportati, il 9% in meno rispetto al 2019), ma le vendite retail in Italia sono balzate in avanti con un +11%, a fronte di un +5,3% della media nazionale. Il “distacco” dalle altre DOP si conferma anche nei primi tre mesi del 2021, periodo in cui i vini toscani di qualità sono entrati nelle case degli italiani attraverso la grande distribuzione segnando un incremento delle vendite addirittura del 19%. Questa è la fotografia del 2020, un anno amaro ma che ha messo in evidenza anche qualche aspetto positivo, scattata da Ismea. Sotto i riflettori, la Toscana del vino, con i suoi 60mila ettari di viti, di cui il 99% dedicati alle DOP (DOCG e DOC), 52 denominazioni e quasi 13mila aziende impegnate nel settore. La vendemmia toscana del 2020, come era stato

ampiamente previsto, ha segnato un leggero calo nelle produzioni, ma una tenuta massima nella qualità del prodotto: 2,2 milioni di ettolitri di vino (nel 2019 erano stati 2,6 milioni), di cui il 67% (1,4 milioni) rappresentato da etichette DOP. Molto interessante l’evoluzione del consumatore tipo dei vini DOP toscani, da sempre adulto, con reddito medio-alto e residente nel Centro Nord. Nel 2020, spiega ancora il rapporto Ismea, si è assistito invece a un netto recupero di interesse da parte degli under 35, il cosiddetto segmento “pre family” (+81%) e una spinta espansiva anche nelle regioni meridionali (+23%). E-commerce, home delivery, virtual tasting e digital B2B: anche il futuro del vino sarà digital. Tra un lockdown e l’altro, le aziende vinicole si sono rese conto della necessità di un upgrade tecnologico. Sempre secondo Ismea, che ha effettuato un’indagine su 313 imprese vitivinicole italiane, in 185 hanno attivato l’e-commerce per fare fronte alle limitazioni imposte dal Coronavirus. La digitalizzazione incentiva anche l’enoturismo che coinvolge un numero sempre maggiore di persone (+10% sul 2019) anche a fronte di un calo medio del -27% sul numero delle esperienze fruite rispetto a due anni prima. Lo si legge nel Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano 2021 a cura di Roberta Garibaldi, che delinea interessanti tendenze. Le località di mare sono diventate la porta di accesso per partecipare a esperienze enogastronomiche nell’entroterra (53% dei turisti enogastronomici), davanti alle città d’arte e alle destinazioni montane. La voglia di vivere all’aria aperta spinge i turisti alla ricerca di sistemazioni come agriturismi (l’86% ha intenzione di alloggiarvi) e relais di campagna (59%), con una ricerca di soluzioni innovative, tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino (56%), glamping (29%) e case sugli alberi (32%). Il trend wellbeing, infine, è in pieno sviluppo. Il 65% dei turisti enogastronomici sarebbe interessato a frequentare percorsi e workshop nelle aziende di produzione con informazioni utili sul benessere psicofisico, il 64% vi vorrebbe praticare attività sportiva all’aria aperta.

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| Breaking News | DUE NUOVE ANNATE 100% NERO DI TROIA SUL MERCATO Cantine Torrevento, azienda vinicola pugliese di fascia premium, partner di Prosit S.p.A., presenta sul mercato le nuove annate di due grandi classici del suo universo enoico: Vigna Pedale (2015) e Ottagono (2014). Entrambi i vini, con appellazione DOCG Castel Del Monte, sono ottenuti da Nero di Troia in purezza al 100% e sono dei Riserva, avendo passato 18 mesi di affinamento in botte di legno grande. Di grande corpo e perfetti per abbinamenti importanti con carni rosse e selvaggina, Vigna Pedale e Ottagono esemplificano alla perfezione la filosofia produttiva di Cantine Torrevento che vede nel trinomio uomo -territorio e prodotto la base del suo successo. Espressioni tipiche dell’eccellenza pugliese, i due vini raccontano la passione e l’etica del lavoro che ha permesso di raggiungere questo livello di qualità, partendo proprio dalla vigna e dal territorio dove vengono costantemente compiute scelte di sostenibilità e rispetto per l’ambiente. E proprio il territorio da cui si parte è ciò che crea la grande differenza tra questi due vini. Il Vigna Pedale nasce da una grande contrada - Contrada Pedale - che è una unione di più appezzamenti, per un totale di 50 ettari, con vigne di età molta diversa tra loro. Questo consente di ottenere una selezione unica al mondo perché può nascere esclusivamente nella contrada pedale. Inoltre, questo vino è stato in assoluto il primo vino ad essere vinificato utilizzando soltanto Nero di Troia, con l’annata 1993, dopo un lavoro di selezione massale, di reimpianto, di studio sia in vigna sia in cantina, con varie sperimentazioni di affinamento, fino ad arrivare a quello che oggi esso rappresenta: la storia di Cantine Torrevento e il vero unico documento scientifico sul Nero di Troia. Ottagono è arrivato con l’annata 2011, prima annata prodotta, in concomitanza con l’istituzione delle DOCG. Ottenuto da una sola vigna, quella più in altura, a 480 m, e più vicina al castello federiciano che dà origine all’appellazione della DOCG, il Castel Del Monte, Ottagono deriva da un cru, pertanto da questa vigna storica si origina un vino unico, monovarietale particolarmente strutturato, e in quantità ovviamente più limitata rispetto al Vigna Pedale.

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LUXARDO ENTRA NELL’ASSOCIAZIONE ‘LES HÉNOKIENS’ Numeri che tracciano traguardi di ragguardevole significato. La distilleria Luxardo festeggia i suoi 200 anni, e questo anniversario le consente l’entrata ufficiale nella prestigiosa associazione ‘Les Hénokiens’, che riunisce le pochissime aziende mondiali che possano soddisfare i requisiti di longevità, e cioè che abbiano almeno 200 anni di storia, di continuità, poiché la proprietà deve sempre essere rimasta nella stessa famiglia, e di solidità finanziaria. Con l’ammissione della Luxardo le aziende socie raggiungono quota 51 nel mondo, 13 delle quali sono italiane. “Siamo onorati di essere oggi diventati membri di Les Hénokiens, – commenta Franco Luxardo, senior partner di Luxardo S.p.A. – una conferma di prestigio che dà ulteriore valore alla pertinacia che la nostra famiglia ha saputo con coraggio dimostrare con azioni determinanti, slanci costruttivi e svolte decisive nel corso della sua storia. Si tratta di un risultato che pone l’accento sulla solidità dei princìpi che ci hanno sempre guidato e grazie ai quali siamo riusciti ad attraversare 200 anni e resistere nei secoli.” Creata nel 1981 in Francia, l’Associazione, che deve il suo nome al personaggio biblico di Enoch, cui si attribuisce una vita lunga ben 365 anni, ha il preciso obiettivo di accogliere al suo interno le aziende che soddisfino ai citati requisiti di longevità e di continuità, basandosi su una filosofia comune: il valore del concetto di impresa familiare, valida alternativa alle multinazionali economiche. L’Associazione Hénokiens riunisce grandi e piccole dinastie industriali, realtà di impresa coinvolte in settori altamente diversificati, ciascuna delle quali porta con sé una storia affascinante, pur essendo profondamente radicata negli scenari economici del presente, navigando tra modernismo e tradizione, tra know-how ereditato dal passato e innovazione o diversificazione. Attualmente gli Hénokiens annoverano quindici aziende francesi, tredici italiane, dieci giapponesi, quattro tedesche, tre svizzere, due olandesi, due belghe, una inglese e una austriaca. L’associazione degli Hénokiens non è un business club: i suoi componenti, che appartengono alle più diverse categorie produttive, dai beni voluttuari all’industria pesante, dall’armamento navale all’agroalimentare, dall’alta tecnologia all’ospitalità, possono anche essere in competizione fra loro. Lo scopo del sodalizio non è né l’attività di lobby né lo scambio di servizi, bensì quello della circolazione di idee e dell’elaborazione di una comune piattaforma di valori ideali.

AMARO VENTI, CON O SENZA ALCOL L’amaro in Italia è più che un liquore: è cultura, passione, tradizione, rituale. Venti racchiude tutto questo, utilizzando solo botaniche raccolte in Italia: venti botaniche, ciascuna ispirata da una delle 20 regioni, sono sapientemente unite per raccontare una storia tutta italiana. “Un viaggio aromatico che unisce il paese da nord asud in un racconto del Belpaese: L’Amaro Venti ridefinisce una categoria della storia liquoristica italiana, rappresentando il punto di incontro tra tradizione e innovazione. Il nostro claim “Con o senza alcol? Scegli tu” vuole indicare al consumatore la libertà di scelta tra i due amari e quindi la possibilità di assaporare un amaro italiano senza dover scendere a compromessi.” Venti reinterpreta in chiave moderna il classico amaro, seguendo sapientemente i metodi liquoristici tradizionali: è il primo liquore al mondo con una versione alcolica e una analcolica, mantenendo le stesse botaniche e il medesimo profilo di gusto. La versione classica di Venti, con alcol, vuole essere una moderna interpretazione del classico amaro italiano, con una grande attenzione alla fase di miscelazione delle erbe e all’estrazione degli aromi, in modo che ogni botanica venga esaltata nella sua tipicità. Il gusto richiama sentori di arancia e rabarbaro, seguiti da note mediterranee e fresche. Percezioni terrose e calde si uniscono armoniosamente creando un corpo bilanciato, prima che la genziana e altre botaniche alpine diano spazio a un lungo e gentile finale amaricante. La versione analcolica di Venti racconta la storia e i sapori del Venti classico lasciandosi però alle spalle la componente alcolica. L’analcolico, con tutte le 20 botaniche naturali che fanno di Venti un prodotto unico, è pensato per chi desidera godersi un amaro o un cocktail, ma non vuole o non può consumare alcolici.

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| Eventi News | BBTECH EXPO E BEER&FOOD ATTRACTION TORNANO IN PRESENZA Il mondo dell’Eating Out torna a ritrovarsi in presenza con Beer&Food Attraction e BBTech Expo, le fiere di Italian Exhibition Group in programma nel quartiere di Rimini dal 20 al 23 febbraio 2022. Novità del format rispetto alle edizioni precedenti: l’ingresso è rivolto esclusivamente agli operatori professionali. Cambiano infatti i giorni di manifestazione, non più da sabato a martedì, bensì da domenica a mercoledì, venendo così incontro alle esigenze di visita degli operatori. Beer&Food Attraction, giunta alla sua settima edizione, conferma la propria unicità grazie alla presenza dell’intera filiera dell’Out of Home, a partire dalla centralità delle birre e dell’intero comparto del beverage sino ad ampliarsi al segmento food proponendo tutte le novità e innovazioni legate all’esperienza del fuori casa. Le grandi aziende del mondo brassicolo e del beverage hanno già aderito alla manifestazione, a conferma del forte interesse di tutto il comparto di voler tornare a fare business in presenza per lanciare le novità della stagione 2022. Nel comparto dei prodotti artigianali, spicca il nuovo progetto Craft Distilling, dedicato al mondo dei distillati artigianali, che sta segnando un trend in crescita negli ultimi anni. Conferme importanti anche dal comparto food, sezione che si avvarrà anche per questa edizione di

importanti partnership, quali Fic- Federazione Italiana Cuochi e Cast Alimenti. Si riconferma inoltre il progetto Pizza Experience. Sarà inoltre data evidenza alle nuove soluzioni e servizi digitali collegati alle nuove modalità di consumo. Torna in presenza anche BBTech Expo, la fiera professionale dedicata alle tecnologie processing e packaging per birre e bevande, materie prime, imballi, attrezzature e servizi. E un ruolo sempre più importante lo

avranno le materie prime made in Italy, una realtà crescente nella filiera agroalimentare italiana, con l’obiettivo di ottenere un prodotto di qualità e sostenibile. La fiera in presenza sarà inoltre potenziata da una innovativa piattaforma digitale, importante strumento di comunicazione integrativo dell’esperienza fisica e di business attraverso una Digital Agenda dedicata al matching tra espositori e buyer.

CIBUS TEC RADDOPPIA Cibus Tec – l’appuntamento organizzato da Fiere di Parma e Koelnmesse, dedicato alle tecnologie per il settore alimentare e delle bevande – presenta un nuovo progetto: “Cibus Tec Forum”, la cui prima edizione si terrà a Parma il 25 e 26 ottobre 2022. La rassegna Cibus Tec, invece, si terrà dal 24 al 27 ottobre 2023. Uno slittamento di 12 mesi reso necessario da un calendario fieristico disarmonico, nel quale è già peraltro previsto lo svolgimento della rassegna consorella “Anuga FoodTec”, organizzata da Koelnmesse, dal 26 al 29 aprile 2022. Concordi Antonio Cellie e Thomas Rosolia – rispettivamente amministratore delegato e presidente di Koeln Parma Exhibitions, braccio operativo di Cibus Tec – che non hanno avuto dubbi nel decidere la nuova strategia: “Da sempre il nostro obiettivo principale

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è dare agli espositori della rassegna ciò di cui hanno bisogno, come concrete opportunità di business in un calendario armonizzato di appuntamenti di settore. Da qui la nostra decisione di posticipare Cibus Tec di dodici mesi, trovando una collocazione temporale ideale nel 2023, per poi riprendere dal 2025 il nostro classico ritmo triennale”. Nel 2022, Cibus Tec non mancherà di mettere in campo tutte le proprie competenze e la propria capacità di generare occasioni di business, offrendo ai diversi settori dell’industria alimentare un momento nazionale di confronto: Koeln Parma Exhibitions – la joint venture frutto della partnership fra gli enti fieristici di Colonia e Parma – ha infatti deciso di organizzare nella città emiliana il Cibus Tec Forum, nelle giornate del 25 e 26 ottobre 2022. Saranno due giorni di incontri, analisi e approfondimenti per riaffermare la centralità di tematiche come sicurezza alimentare, materiali innovativi ed economia circolare, digitalizzazione, supply chain e sostenibilità. In altre parole, un think tank che, attraverso una ventina fra talk e convegni, vedrà confrontarsi operatori ed esperti di caratura internazionale su temi legati alla ricerca, alla economia, alle necessità delle imprese e alle modalità per lo sviluppo di nuove opportunità di networking e business. Il format – che prevede, fra l’altro, anche spazi espositivi preallestiti – sarà strutturato in cinque aree tematiche (tecnologie e soluzioni per carni, per prodotti a base latte, fruttavegetali-liquidi alimentari, cereali-piatti pronti e confezionamento) e quattro arene in cui verranno dibattuti i focus del forum. Cibus Tec Forum 2022 e Cibus Tec 2023 saranno affiancati da Cibus Tec Lab, il nuovo progetto educational che si tradurrà in una serie di webinar che accompagneranno l’industria alimentare e tecnologica fino alla rassegna del 2023.


| Eventi News | FACHPACK 2021 CRESCE GRAZIE A MYFACHPACK Quando FachPack 2021 riaprirà le sue porte dal 28 al 30 settembre 2021 a Normberga, i visitatori potranno scoprire le ultime innovazioni nel settore del paakaging in modo ancora più efficiente e mirato. Grazie a myFACHPACK, l’estensione digitale della fiera disponibile su sito web o come una comoda app, i visitatori possono organizzare in anticipo incontri, guardare le presentazioni del programma live o on demand e avviare chat video con espositori e altri visitatori. Lo strumento myFACHPACK è gratuito e aperto anche ai visitatori che non possono partecipare di persona, ampliando significativamente ala portata della fiera. myFACHPACK, infatti molto sarà utile per i visitatori che non sono ancora in grado di recarsi di persona presso il Centro fieristico di Norimberga, ad esempio a causa di restrizioni di viaggio. Consente agli esperti di packaging e agli utenti di tutto il mondo di sperimentare e beneficiare dei contenuti dell’evento e delle opzioni di contatto indipendentemente da eventuali restrizioni di viaggio in vigore al momento dell’evento. Al contrario, espositori e relatori possono beneficiare dal valore aggiunto fornito dall’estensione digitale. Tutti gli espositori di FachPack hanno un profilo aziendale in myFACHPACK e possono presentare prodotti, caricare documentazione, comunicare con i visitatori e fornire dettagli di contatti. I pacchetti aggiuntivi consentono agli espositori, ad esempio, di aumentare la propria esposizione, prenotare sale riunioni digitali e spazi di presentazione e ottenere elenchi di contatti qualificati e completi. myFACHPACK non solo fornisce ai visitatori una panoramica di tutti gli espositori e prodotti, ma un algoritmo di matchmaking intelligente suggerisce anche contatti particolarmente rilevanti per l’utente. Al momento della registrazione viene chiesto di definire le proprie aree di interesse. È quindi possibile utilizzare la funzione chat per organizzare facilmente una videochiamata o incontri in loco nei padiglioni espositivi FachPack. La funzione di networking coinvolge tutti i partecipanti. Sulla base di interessi comuni, i visitatori possono interagire con espositori, altri visitatori o relatori. Inoltre, le presentazioni del forum espositori INNOVATIONBOX e dei forum PACKBOX e TECHBOX saranno trasmesse in live streaming e successivamente rese disponibili on demand. Ciò significa che i visitatori non devono temere di più perdere presentazioni interessanti e potranno comunque seguirle in tempo reale, ad esempio se la sede del convegno fosse molto affollata. Sarà anche possibile porre domande e partecipare alla discussione utilizzando la funzione chat durante il live streaming.

LA “FILIERA TOTALE” A HOSTMILANO E TUTTOFOOD Le strade del Food & Beverage e dell’Ho.Re.Ca. e del fuoricasa si incontrano per costruire insieme una ripresa più solida. Lo confermano i dati dell’ultimo Food Industry Monitor realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con Ceresio Investors. Insieme, l’alimentare e il food equipment faranno segnare una crescita di circa il 6% sia nel 2021 sia nel 2022. E segnali positivi arrivano anche dall’export, per il quale si prevede un incremento medio del 3% l’anno nel biennio. In questo scenario, TUTTOFOOD e HostMilano uniscono le forze e si presentano unite e compatte all’appuntamento con la ripartenza, nelle stesse date e location: a fieramilano dal 22 al 26 ottobre prossimi, in co-location con Meat-Tech. Con un parterre complessivo di circa 1.800 espositori da oltre 40 Paesi, TUTTOFOOD e HostMilano riuniranno sotto lo stesso tetto in un concetto di “filiera totale” – dal semilavorato alla trasformazione e l’equipment, fino alle occasioni di acquisto nella GDO e Retail e gli stili di consumo nel fuoricasa – con un panorama senza confronti di catene del valore sinergiche tra loro, alcune

delle qualità approfondite in verticale nella loro completezza, proprio nel periodo dell’anno l’impulso verso una nuova crescita sarà più intenso, coincidendo con un incremento del PIL che per l’Italia anche gli analisti più prudenti stimano superiore al 5%. Per tutti gli attori delle filiere TUTTOFOOD e HostMilano rappresenteranno quindi un’opportunità unica per confrontarsi con i pari di tutto il mondo – espositori, buyer e visitatori professionali – e comprendere quali sono le innovazioni tecnologiche e di prodotto, le tendenze di consumo e i format su cui puntare per sviluppare il proprio business. Forte dell’impatto della relazione in presenza, non solo una piattaforma di business matching e networking, ma anche un momento di condivisione di conoscenze e competenze grazie a un palinsesto di eventi senza confronti: tra le due manifestazioni, sono oltre gli 1.000 appuntamenti con contenuti e relatori di elevato profilo, in collaborazione con le più autorevoli associazioni e organizzazioni di ogni settore.

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| Eventi News | LUXE PACK MONACO DÀ IL BENVENUTO ALLA COMMUNITY Luxe Pack Monaco torna al Grimaldi Forum dal 27 al 29 settembre, mentre il mondo riparte lentamente. “Come abbiamo sempre fatto, e ancora di più nell’attuale situazione sanitaria, Luxe Pack Monaco mira a supportare i brand di lusso e i loro fornitori di imballaggi”, afferma Fabienne Germond, direttrice di Luxe Pack Monaco. Luxe Pack Monaco riunisce fornitori di imballaggi, designer, produttori, professionisti della nobilitazione, stampatori 3D e molto altro. I player del settore beauty avranno l’opportunità di incontrare più di 450 aziende in fiera di quest’anno, inclusi 69 nuovi espositori. “Niente può sostituire gli incontri fisici”, afferma Germond. “La tecnologia digitale non può sostituire il piacere di vedere i prodotti dal vivo, di toccare nuovi materiali, di sentire nuove formule… I professionisti hanno bisogno di condividere, di instaurare contatti dopo 18 mesi senza fiere…”, dice, aggiungendo: “C’è un desiderio irresistibile tornare a Monaco, vedere innovazioni di prodotto e fare rete, lontano dagli spazi chiusi in cui abbiamo trascorso molto tempo”. Luxe Pack “in Green” ha svolto un ruolo importante nelle passate edizioni di Luxe Pack Monaco e continua a essere un’importante attrazione della fiera. I visitatori avranno l’opportunità di conoscere in anteprima le tendenze internazionali “green”, con un focus sulla sostenibilità e sui materiali di imballaggio eco-compatibili. Ci sarà uno spazio espositivo dedicato, conferenze e una cerimonia di premiazione incentrata sulle innovazioni nel packaging sostenibile. Il digitale sta diventando sempre più importante e influenza ogni aspetto della nostra vita quotidiana e delle nostre attività. La piattaforma “My Luxe Pack” è la versione digitale del network di Luxe Pack, un’estensione online delle sue cinque fiere che si tengono durante tutto l’anno. “La nostra piattaforma digitale offre ai visitatori l’opportunità di prepararsi per la loro visita, scoprire il l’elenco completo di espositori e selezionare le conferenze di interesse”, afferma Germond, aggiungendo: “E per coloro che non possono partecipare di persona, è un modo per rimanere in contatto con il community di Luxe Pack”. Nel quartiere fieristico le misure di sicurezza saranno in linea con le più severe raccomandazioni delle autorità francesi e monegasche.

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VINITALY SPECIAL EDITION, TRE GIORNI DI BUSINESS È tutta dedicata al mercato la special edition di Vinitaly in programma dal 17 al 19 ottobre a Veronafiere, in contemporanea con wine2wine, Enolitech e Sol&Agrifood. Una manifestazione dalla connotazione esclusivamente business, con contenuti ed eventi per operatori professionali italiani ed esteri attivi nella produzione, vendita, distribuzione e comunicazione del vino. Un’edizione dal calendario straordinario, quindi, per organizzare le agende sul 2022 e facilitare la ripresa del settore grazie anche alla strategica attività di incoming realizzata con ICE Agenzia e ministero degli Affari Esteri e con la rete internazionale della SpA di viale del Lavoro, impegnata nella selezione di buyer da Francia e Germania specializzati nel biologico. Oltre al palinsesto di B2B targati Vinitaly con gli operatori provenienti dai principali Paesi chiave della domanda e con la grande distribuzione, si inseriscono per la special edition anche quelli organizzati in collaborazione con Fipe Confcommercio e Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane. Tra le novità, l’area dimostrativa e di laboratorio della mixology e il Vinitaly Buyers Club, con servizi innovativi e agevolazioni per i membri della community. Inoltre, alla manifestazione fisica in totale sicurezza Veronafiere affianca Vinitaly Plus, la piattaforma in 10 lingue sempre attiva, che consente di consultare le schede tecniche dei vini, le aziende e gli eventi, oltre che chattare direttamente con i produttori e fissare appuntamenti e di partecipare online agli eventi e alle masterclass della special edition. Tra gli strumenti digitali di Vinitaly Plus, anche l’app a questa collegata indispensabile per la scansione del ticket di ingresso, ma anche per scambiarsi informazioni in modalità contactless e tramite QR code. Infine, le funzioni di geo referenzialità dell’app Vinitaly Plus saranno utili per orientarsi tra gli stand, oltre che a controllare il grado di affollamento nelle aree espositive. Alla Vinitaly Special Edition spazio anche alle degustazioni, a partire dai Tasting Ex…Press guidati dalla stampa estera e un’area dedicata ai vini biologici con un calendario giornaliero di tre degustazioni.


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