RL contiene
Anno XXIII n° 1 Aprile/Maggio 2019
1 Aprile/Maggio 2019
FM
ITALIAN food TECHNOLOGIES
LA RIViSTA DEL LAtte
food MACHINES
Ci trovate a SPS IPC Drives Italia Pad. 5 – Stand I 50
The new one: the AX/the KX. Opens up perspectives.
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Soluzioni innovative per il miglioramento della sostenibilità, dell’efficienza e della tracciabilità nell’industria alimentare Le soluzioni intelligenti di Schneider Electric per la produzione di alimenti incrementano l’efficienza dei processi produttivi e la soddisfazione dei clienti. Combinando i mondi dell’energia e dell’automazione con i più recenti progressi nel software e nell’analisi, Schneider Electric promuove l’innovazione a tutti i livelli, nell’intera catena di valore dell’industria alimentare. Le soluzioni Schneider Electric migliorano la sostenibilità, l’efficienza e la tracciabilità, dal coltivatore al consumatore. Rivoluziona subito la tua attività con l’evoluzione digitale della piattaforma innovativa EcoStruxure™.
se.com/it/food-bev © 2017 Schneider Electric. Tutti i diritti riservati. Life Is On Schneider Electric ed EcoStruxure sono marchi commerciali di proprietà di Schneider Electric SE e relative società controllate e affiliate. 998-19974173_IT
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Primo piano
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Mercato
Fatti e tendenze
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Carne, ottimizzare i processi con la digitalizzazione Meat, optimised production thanks to digitalisation
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Sostenibilità, cosa chiedono gli italiani? Alimentare “made in Italy” tra crescita e nuove sfide Plastica, il bilancio è ancora positivo
24 Agroalimentare, il digitale entra nella filiera 26 27 28
I nuovi trend del confezionamento dolciario Il lato dolce dell’industria 4.0 Il packaging di sweets & snacks tra sostenibilità e usability
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Più flessibilità e sicurezza con le soluzioni Pilz Gruppo Lo Conte, nuovo centro di distribuzione per ampliare la rete logistica Citterio segue i trend del momento
Focus
36 38 39
Contenitori Rittal AX e KX riprogettati in chiave 4.0 Sealed Air, nuovo hub per la sostenibilità Cama Group per il settore Bakery
Case history
40 42
Lidl Finlandia la più grande microgrid industriale grazie a Schneider Electric Huel ready-to-drink nutrizione completa On The Go
Aziende e strategie
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ITALIAN food TECHNOLOGIES
FOOD MACHINES
Anno xxIII • aprile-maggio 2019 n.1
Coordinamento editoriale
Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu Gisella Bertini
Direttore Responsabile
Dossier
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FM
Eventi
50 52 54
FachPack, non di solo packaging… Smart Vision Forum, le tecnologie per l’industria del futuro Smart Production Solutions, la nuova frontiera dell’automazione
Speciale Gelato
RL La rivista del latte
Marketing e Vendita
Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu Chiara Bezzi, Chiara Riccardi
Redazione
Produzione tecnica Impaginazione grafica
Margherita Sola Valentina Piazza
Stampa e confezione
Arti Grafiche Boccia - Salerno
Costo produzione copia € 1,50 Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 4 numeri all’anno. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 euro - Europa 70 euro
Gestione Editoriale
p Innovative Press
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Via Teocrito 47 - 20128 Milano Tel. 02252071 - Fax 0227000692 info@innovativepress.eu
IL NETWORK Rassegna dell’imballaggio
FM BM
Rassegna Grafica
Food Machines Beverage Machines
Editore
Aut. Trib. di Milano n. 40 del 14/02/75 Iscrizione al ROC n. 5836 © BEMA-EDITRICE Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore.
RL CONTIENE
1 Aprile/Maggio 2019
Anno XXIII n° 1 Aprile/Maggio 2019
FM
ITALIAN FOOD TECHNOLOGIES
LA RIVISTA DEL LATTE
FOOD MACHINES
Ci trovate a SPS IPC Drives Italia Pad. 5 – Stand I 50
The new one: the AX/the KX. Opens up perspectives.
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Incopertina RITTAL Via Niccolò Machiavelli, 4/6 20096 Pioltello MI Tel. 02.95 930 1 Fax 02 95 36 02 09 www.rittal.it
Informativa Privacy ai sensi del D.lgs 196/03 per il trattamento dei dati. La informiamo che, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare l’aggiornamento dell’informazione tecnica a soggetti identificati per la loro attività professionale mediante l’invio della presente rivista o di altre dello stesso editore riguardanti la medesima sfera di attività. In qualsiasi momento, Lei potrà chiedere al Titolare del Trattamento dei dati personali, BE-MA editrice Srl con sede in Milano, via Teocrito n. 47, la consultazione, la modifica, il blocco o la cancellazione dei Suoi dati secondo quanto previsto dall’art.7 della stessa normativa, scrivendo a segreteria@bema.it
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PRIMO PIANO
CARNI E INSACCATI
Carne ottimizzare i processi con la digitalizzazione Nella smart factory, i prodotti e i macchinari decentralizzati devono comunicare tra loro, organizzarsi, gestirsi e controllarsi autonomamente. Per garantire tutto ciò è fondamentale avere sempre a disposizione i dati che forniscono indicazioni sullo stato dei prodotti, delle macchine, degli azionamenti, dei cuscinetti, ecc. Questo compito è svolto dai cosiddetti sensori smart.
L’
ottimizzazione dei processi produttivi si basa sempre più sulla digitalizzazione e il networking. L’obiettivo è incrementare la sicurezza della produzione e il grado di sfruttamento dei macchinari, lavorare riducendo i consumi energetici e riuscire a reagire ai cambiamenti del mercato con maggiore flessibilità.
SENSORI SMART – MACCHINE DOTATE DI SENSI
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Nella smart factory, i prodotti e i macchinari decentralizzati devono comunicare tra loro, organizzarsi, gestirsi e controllarsi autonomamente. Per garantire tutto ciò è fondamentale avere sempre a disposizione i dati che forniscono indicazioni sullo stato dei prodotti, delle macchine, degli azionamenti, dei cuscinetti, ecc. Questo compito è svolto dai cosiddetti sensori smart. Oltre che del sensore vero e proprio che registra i valori, questi dispositivi sono dotati di microprocessori integrati che preparano ed elaborano i segnali. Essi non si limitano a misurare grandezze classiche come la temperatura, la corrente assorbita, la torsione e la pressione, ma anche i gas emessi e le impurità microbiche.
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CAMBIAMENTO NEL “CONDITION MONITORING” Per motivi di sicurezza il classico intervento di manutenzione effettuato a intervalli fissi o dopo un numero prestabilito di ore di esercizio viene eseguito, in genere, troppo presto, abbreviando inutilmente il ciclo di vita di componenti ancora intatti, come azionamenti, alberi o cuscinetti. In questo modo le aziende perdono capitali e risorse preziose. Le macchine non si danneggiano di punto in bianco, ma manifestano malfunzionamenti con largo anticipo, ad esempio, attraverso rumori insoliti, vibrazioni improvvise e aumenti di temperatura, nonché un maggiore consumo di energia ed eventi simili. Grazie all’impiego di sensori intelligenti, queste alterazioni possono essere rilevate in tempo reale, monitorate online e valutate con un CMS (condition monitoring software). Ciò consente una manutenzione mirata e fornisce informazioni preziose per l’ulteriore ottimizzazione di macchinari e impianti.
I CHIP RFID COME JOB TICKET ELETTRONICI La tecnologia RFID (radio frequency identification) garantisce la trasmissione di dati in tempo reale creando un collegamento via radio tra i transponder e le testine di scrittura-lettura. I transponder integrati nei ganci da macello così come nelle casse, nelle palette, nelle confezioni o nelle parti delle macchine, comunicano in modo bidirezionale con le testine di scrittura-lettura installate nelle stazioni di lavorazione e confezionamento. I chip RFID integrati di fabbrica nelle lame delle affettatrici contengono oltre ai dati geometrici dei tagli anche i relativi programmi di affilatura, nonché i relativi numeri di articolo e di serie criptati. La testina di scrittura e lettura RFID installata nel modulo di affilatura legge i dati della lama, la identifica, esegue il relativo programma di affilatura e aggiorna poi i dati dei transponder, specificando anche le rimanenze di prodotti in corso di lavorazione. Lo stesso principio si può applicare a tante altre fasi della trasformazione e della lavorazione lungo la catena del valore. I vision system garantiscono efficienza, trasparenza e qualità Le videocamere digitali abbinate ai software di valutazione delle immagini consentono ai macchinari di “vedere” i cambiamenti nell’ambiente circostante, di reagire a questi in modo mirato e di prendere decisioni. In questo modo sono in grado di riconoscere la collocazione, la posizione, l’orientamento, la
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forma, le dimensioni e il colore di qualsiasi oggetto presente sui nastri trasportatori. I dati così acquisiti servono, per esempio, a comandare i robot e le unità di scarico o a valutare le percentuali di grasso e di magro nella classificazione inline della pancetta affettata come merce A, B o C. Altre applicazioni includono il controllo della completezza e integrità degli imballaggi, nonché la correttezza del posizionamento e della stampa delle etichette di accompagnamento e spedizione.
PROGRAMMAZIONE EFFICACE GRAZIE AL DIGITAL TWIN Il digital twin, ovvero gemello digitale, è molto più dell’esatta copia digitale del suo omologo fisico. Possiede, anche se solo virtualmente, gli stessi sensori, comportamenti, caratteristiche e software, ed è persino collegato in rete con altri sistemi. E questo lo rende lo strumento di sviluppo ideale per progettisti di impianti e costruttori. I campi di applicazione caratteristici sono le simulazioni virtuali dei processi, così come i test funzionali di componenti, unità, macchine o impianti completi, compresi i software di comando e di applicazione. In questo modo si possono individuare e correggere eventuali errori già nella fase antecedente alla produzione reale, risparmiando così costi, tempo, risorse ed energia. I professionisti dei settori distribuzione, progettazione, produzione e manutenzione, sia sul fronte delle aziende produttrici che dei clienti, possono simulare, rivedere e ottimizzare in modo realistico tutte le opzioni a disposizione utilizzando il gemello digitale. Altre opzioni del digital twin sono la formazione dei futuri operatori di macchine e impianti per gestire il sistema, così come la messa in servizio virtuale. E infine, l’impianto reale può anche essere utilizzato e sottoposto a manutenzione tramite il suo gemello digitale - oltre i confini nazionali.
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PRIMO PIANO
CARNI E INSACCATI
Ingredienti e additivi cresce la consapevolezza nella ricerca della qualità I tradizionali prodotti a base di carne tanto quanto gli innovativi prodotti sostitutivi vengono prodotti con l’utilizzo di coadiuvanti tecnologici. Tra i consumatori si discute di possibili succedanei delle calorie, dei grassi e del sale e si delinea un cambiamento paradigmatico da un consumo “più veloce, più economico e più abbondante” a una maggiore qualità e consapevolezza del cibo.
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estrapolati da spezie che contengono oli e grassi eterici, insaporitori e sostanze piccanti in forma concentrata e vengono usati per condire e colorare gli alimenti. La carne speziata e marinata di produzione industriale o artigianale si è affermata sul mercato ormai da anni.
PIATTI PRONTI, MA DI QUALITÀ Anche i prodotti convenience continuano ad ampliare la loro quota di mercato. Sempre più persone acquistano piatti pronti, inclusi i contorni da consumare a casa. Molti alimenti vengono consumati sul posto, in piedi o sempre più spesso camminando, gli snack sono la tendenza del momento. Spesso i fornitori di spezie forniscono
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e spezie e le erbe aromatiche rappresentano per molti consumatori la scelta numero uno per affinare i sapori. Per quanto riguarda i prodotti a base di carne, il motto nell’ambito dei condimenti e del sapore è “perfezionare gli aspetti collaudati, sperimentare nuove soluzioni”. Le tendenze cambiano sempre più velocemente e di conseguenza anche le preferenze per determinati gusti e sapori. Il settore fa affidamento su un vasto know-how in fatto di spezie, trasformando idee innovative in prodotti pronti per la vendita il più rapidamente possibile. Gli estratti di spezie oggigiorno sono usati spesso e volentieri in alternativa alle spezie crude in tanti settori e vengono proposti da diverse aziende. Questi prodotti vengono
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L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE Anche l’aspetto estetico rappresenta un argomento di vendita importante nel settore dei prodotti a base di carne. Qui entrano in gioco le spezie e le erbe aromatiche, che vengono usate sempre più spesso per migliorare l’aspetto dei prodotti a base di carne e per il loro condimento esterno. A tale scopo sono stati sviluppati, ad esempio, coloranti idrosolubili. Per quanto riguarda gli involucri delle salsicce, durante il processo di cottura è possibile trasferire spezie e colori ma anche l’affumicatura direttamente alla superficie del prodotto.
NOVITÀ SULL’UTILIZZO DEGLI ADDITIVI Gli additivi vengono aggiunti agli alimenti in piccole quantità per ottenere o migliorare determinate caratteristiche. Vengono utilizzati per raggiungere un effetto positivo a livello di produzione, conservazione, lavorazione o caratteristiche del prodotto. Senza additivi l’odierna offerta di alimenti sarebbe impensabile. Tra gli attuali sviluppi nel settore della lavorazione della carne emerge, ad esempio, l’iniezione di salamoie nel prosciutto cotto per migliorarne la texture e aumentarne il rendimento.
CONTRO LE FRODI ALIMENTARI Tramite l’analisi degli isotopi oggigiorno è possibile individuare la provenienza geografica e l’autenticità di spezie ed erbe aromatiche. A tale scopo occorrono banche dati e modelli di riferimento autentici provenienti da zone di coltivazione definite. Questo sistema consente, ad esempio, di smascherare con assoluta certezza, dal punto di vista analitico, contraffazioni ottenute con l’utilizzo di coloranti Sudan nel peperoncino e nella paprica macinati. Piante estranee possono essere individuate mediante l’analisi del DNA. Grazie ai nuovi metodi analitici è sempre più difficile mettere in atto una frode alimentare.
I SOSTITUTI DELLA CARNE Le diete vegetariane o vegane in alternativa al consumo di carne stanno prendendo piede nella società. I surrogati della carne provengono da mercati di nicchia come quello dei supermercati di prodotti biologici e naturali e si sono fatti largo sugli scaffali dei negozi di generi alimentari e dei discount. Facendo leva sulle proprie competenze in materia di produzione e lavorazione di prodotti convenience e a base di carne, l’industria complementare ha ampliato i propri assortimenti con linee di prodotti vegetariani. Diverse aziende si occupano della trasformazione di proteine vegetali in appetitosi sostituti della carne per flexitariani, vegetariani e vegani. La riproduzione di emulsioni di grassi consente di sostituire i grassi animali con quelli vegetali.
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anche ricette e nuove idee, oltre al condimento. Il cambiamento paradigmatico a favore di una maggiore qualità e un’alimentazione più consapevole da parte dei consumatori si manifesta non da ultimo nella crescente domanda di spezie di produzione biologica. I fornitori reagiscono a queste richieste e ampliano continuamente la propria offerta di spezie biologiche.
Inoltre si sta lavorando per migliorare l’elasticità delle salsicce bollite e la stabilizzazione dei prodotti emulsionati. Conoscere gli effetti dei singoli componenti è fondamentale per la qualità dei prodotti. Ogni singolo ingrediente ha specifiche proprietà e influisce sulla sensazione in bocca, così come sulla texture e sulla consistenza del prodotto. Un campo interessante è lo studio delle interazioni tra i singoli additivi, in particolare tra idrocolloidi, proteine ed emulsionanti. Il “clean label” è il trend che da anni anima il settore della carne e che esprime la richiesta da parte dei consumatori e del commercio di avere prodotti il più possibile privi di additivi. Sulla base di questa tendenza, l’industria complementare ha sviluppato preparati privi di codici E e muniti di una dichiarazione trasparente degli ingredienti. L’effetto stabilizzante di questi sistemi si basa sull’uso di ingredienti funzionali che non devono essere dichiarati come additivi. Il “clean labeling” è d’attualità non solo nei prodotti classici, ma anche nelle spezie per barbecue e nelle salse. Le aziende sostengono i clienti con soluzioni individuali e offrono, ad esempio, prodotti privi di fosfato, soia, caseinati, lattato e derivati del latte.
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PRIMO PIANO
CARNI E INSACCATI
Sicurezza alimentare un tema centrale per l’industria della carne Richard Clemens, presidente della VDMA Fachverband Nahrungsmittelmaschinen und Verpackungsmaschinen (Associazione di macchinari e confezionatrici per prodotti alimentari), risponde ad alcune domande sul tema della sicurezza alimentare.
Lavorare i prodotti in condizioni perfette dal punto di vista dell’igiene e della sicurezza ha la massima priorità nell’industria della carne. Anche in questo settore, tuttavia, aumentano di anno in anno i richiami di prodotti alimentari. Da dove proviene la maggior parte dei pericoli?
con intenzione criminale si sottraggono deliberatamente alle norme giuridiche per procurarsi dei vantaggi economici. Nel concreto sto parlando delle truffe alimentari.
La contaminazione microbica, i corpi estranei, la mancanza di etichette e il superamento dei valori soglia di ingredienti vietati sono le cause più frequenti dei reclami, secondo quanto riportato dall’Ufficio federale tedesco per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare. Dalle indagini che si effettuano in seguito a questo genere di segnalazioni emerge quasi sempre che le cause sono riconducibili prevalentemente a errori umani e raramente a guasti tecnici. Purtroppo in ogni settore ci sono le “pecore nere” che
L’industria della lavorazione della carne è ancora fortemente orientata al lavoro manuale. Pertanto l’uomo continua a essere il maggiore fattore di rischio igienico per ciò che riguarda la trasmissione di microbi lungo l’intera catena del valore e, in particolare, nei settori che prevedono un contatto diretto tra lavoratore e prodotto. Per compiere un importante passo avanti verso una maggiore sicurezza alimentare bisognerebbe sostituire il più possibile le attività manuali con processi automatizzati. Un esempio a tal proposito sono la
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Com’è possibile eliminare o per lo meno ridurre i rischi di contaminazione microbica?
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casi bisogna ricorrere alla tecnologia a raggi X perché è in grado di offrire un ampio spettro di analisi su quasi tutti i corpi estranei. Utilizzata in combinazione con le selezionatrici ponderali, la tecnologia a raggi X consente la verifica simultanea di più criteri negli alimenti preconfezionati e non. Oltre alle contaminazioni dovute alla presenza di particelle di vetro, pietra, ceramica o metallo, in questo modo è possibile controllare anche eventuali incongruenze a livello di completezza, peso, così come capacità e forma. Nella pratica, entrambi i sistemi di controllo vengono abbinati a dispositivi di espulsione per eliminare automaticamente i prodotti contaminati o difettosi dalle fasi successive del processo di lavorazione. La continua documentazione dei dati di controllo e di misurazione rappresenta un importante passo verso la tracciabilità del prodotto e un aiuto prezioso per individuare fonti di errore nella produzione e introdurre misure mirate per migliorare i processi.
Ridurre l’intervento umano nei processi di lavorazione è importante. Oltre a ciò, quali misure tecnologiche esistono per evitare che carni e insaccati vengano contaminati da germi microbici? In termini di igiene è fondamentale che dispositivi, apparecchi, macchinari e impianti siano costruiti sistematicamente in linea con i principi dell’hygienic design. A dettare le condizioni in questo ambito sono le disposizioni legislative, come la Direttiva Macchine e il Regolamento tedesco sull’igiene alimentare, così come le raccomandazioni contenute nelle direttive dell’EHEDG (European Hygienic Engineering & Design Group). Queste prescrizioni fanno riferimento, ad esempio, alle misure costruttive da adottare. È importante evitare spazi vuoti, sottosquadri, incavi e crepe dove potrebbero depositarsi facilmente residui di prodotti creando così terreno fertile per l’insorgere di microbi. L’hygienic design prevede però anche che macchinari e impianti siano configurati così da poter essere puliti in modo più semplice, accurato, veloce e con un minore impatto ambientale. Ciò significa anche che i detergenti e i disinfettanti possano defluire senza impedimenti.
Anche la presenza di corpi estranei è una causa frequente dei ritiri di prodotti alimentari dal commercio. In quale misura le tecnologie oggi disponibili consentono di evitare ciò? L’introduzione di corpi estranei nella carne e negli insaccati può verificarsi pressoché in ogni fase della catena del valore. Ad esempio la rottura della lama del coltello dell’impianto di trinciatura oppure viti e guarnizioni dimenticate durante interventi di manutenzione e riparazione fuori programma. Altre possibili cause sono la rottura o il distacco di parti di macchine e impianti dovuti all’usura. La presenza di corpi estranei può essere rilevata mediante sistemi di ispezione come i metal detector e gli apparecchi a raggi X. I metal detector sono un metodo efficace ed economico per rilevare eventuali metalli ferrosi e non ferrosi, così come materiali plastici o pellicole plastiche contenenti polveri metalliche all’interno degli alimenti e degli imballaggi. Molto più che i corpi estranei metallici, nei prodotti si rinvengono pietre, vetro, ossa o plastica. In questi
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Le misure summenzionate non tutelano però dalle frodi alimentari. Cosa possono fare al riguardo i produttori per garantire una maggiore sicurezza alimentare e autenticità? Ci vuole un corposo pacchetto di misure che, oltre agli standard di autocontrollo finora richiesti, definisca un sistema per la tracciabilità che sia completamente digitalizzato e a prova di manipolazioni. Inoltre è necessario effettuare regolarmente valutazioni dei punti critici e analisi dei rischi in relazione al pericolo di frodi alimentari lungo l’intera catena del valore, dalle materie prime al prodotto finale, produrre la relativa documentazione e mettere in pratica i principi del sistema HACCP. Tutto ciò comporta anche una stretta collaborazione e un rapporto di fiducia con le autorità competenti, gli enti di controllo e certificazione e gli istituti di ricerca. Un’altra componente essenziale per garantire una maggiore sicurezza alimentare e protezione dalle frodi alimentari è la tecnica analitica. Le procedure di analisi tradizionali sono troppe complesse, laboriose e soprattutto richiedono tanto tempo, motivo per cui permettono di effettuare solo controlli a campione. La lotta alle frodi alimentari necessita invece di metodi di controllo flessibili, sufficientemente precisi e soprattutto rapidi, per l’utilizzo durante i processi produttivi da mobile ma anche in continuo. Un esempio a tal proposito è un’analisi non invasiva come la spettroscopia NIR, che permette di verificare in pochi secondi la qualità e l’identità delle merci in entrata, anche nel caso di prodotti confezionati in vetro o in vaschetta.
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porzionatura e il posizionamento nelle confezioni di filetti, bistecche o salumi tagliati a fette in maniera completamente automatica mediante posizionatori o robot industriali.
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Confezionamento carni sempre più smart e multifunzionale Il confezionamento degli alimenti, in particolare di quelli facilmente deperibili come la carne e gli insaccati, prevede standard molto elevati a livello di materiali per imballaggio, così come di macchine e impianti per il confezionamento.
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ltre agli obblighi tradizionali come protezione, trasporto, stoccaggio, gestione e informazione, l’attenzione del mondo del packaging si concentra soprattutto sulla sicurezza degli alimenti, l’igiene, la riduzione dei rifiuti, la sostenibilità, l’efficienza delle risorse e la tracciabilità, anche nel settore della carne e degli insaccati.
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“LESS IS MORE” E PROTEGGE L’AMBIENTE
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La riduzione degli imballaggi e l’utilizzo di confezioni riciclabili sono due temi su cui si concentra l’attenzione di consumatori, produttori e dell’industria del confezionamento da quando la strategia dell’UE sulla plastica è stata pubblicata nel gennaio 2018 e la legge sugli imballaggi è entrata in vigore in Germania nel gennaio 2019. Gli imballaggi leggeri, con prestazioni identiche o addirittura superiori e una maggiore robustezza rispetto a quelli più pesanti, offrono un contributo essenziale per una maggiore sostenibilità e la conservazione delle risorse. Ridurre il peso significa risparmiare sulle materie prime, sui costi energetici e di trasporto, così come una gestione ottimizzata. Ciò che conta per un packaging sostenibile non è solo il tipo di pellicola utilizzata, ma anche la sua lavorazione. Le moderne confezionatrici consentono di impostare con precisione i parametri delle pellicole per una lavorazione più economica. I sistemi di alimentazione delle pellicole, a loro volta, riducono gli scarti sotto forma di bordi e griglie perforate. Pertanto da un nastro pellicola è possibile produrre un numero significativamente maggiore di imballaggi.
SKIN-PACK, SOSTENIBILE E ACCATTIVANTE L’innovativo confezionamento in Skin-Pack, che utilizza il cartone come supporto per il prodotto, consente di presentare il prodotto in modo elegante, allungare i tempi di conservazione e ridurre il consumo di materiale. Realizzato in cartone sottile il supporto per il prodotto presenta uno strato protettivo in polimero che funge da barriera contro il grasso, l’umidità e l’ossigeno e conferisce ulteriore stabilità al supporto in cartone. Nell’imballaggio Skin-Pack la pellicola aderisce al prodotto e alla base come una seconda pelle, fissando il prodotto al supporto e proteggendolo in modo affidabile. Questo sistema di confezionamento consente di ridurre
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il consumo di pellicola fino al 75%. Il rivestimento plastico del cartone si stacca facilmente ed entrambi i materiali sono facilmente riciclabili. Grazie alla grande libertà in termini di design e di stampa, il supporto in cartone riceve molta attenzione all’interno del punto vendita relativamente alla differenziazione del marchio. Le informazioni sul prodotto vengono stampate sul supporto in cartone evitando l’applicazione di etichette aggiuntive e consentendo così di risparmiare altro materiale.
PROLUNGARE LA SHELF LIFE Il confezionamento in atmosfera modificata di carne e insaccati (modified atmosphere packaging = MAP) si sta affermando sempre più come standard. In questi imballaggi l’aria viene sostituita da una miscela di gas adatta al prodotto, che può rallentare nettamente il processo di decomposizione ossidativa o la proliferazione di microbi e muffe. Il gas inerte è in grado anche di ridurre la traspirabilità dei prodotti, consentendo di mantenere molto più a lungo la freschezza, il sapore e l’aspetto appetitoso degli alimenti. La conservabilità degli insaccati aumenta da due a quattro giorni se confezionati in presenza di aria, da due a cinque settimane in atmosfera modificata. Nel confezionamento in atmosfera modificata si utilizzano pellicole di barriera che sono stagne al gas e sono adatte al prodotto scelto.
SMART PACKAGING Il packaging multifunzionale, attivo e intelligente apre prospettive completamente nuove al settore della carne, in quanto monitora e registra l’impatto ambientale a cui sono sottoposti gli alimenti lungo la catena del valore dopo il confezionamento. Gli indicatori tempo temperatura integrati forniscono informazioni sullo stato attuale della qualità del prodotto, sul grado di freschezza, su eventuali interruzioni nella catena del freddo e indicano se il prodotto è ancora idoneo al consumo. L’imballaggio attivo interviene “attivamente” nel processo fisico, biologico e chimico del prodotto; regola l’umidità all’interno della confezione, assorbe l’ossigeno o l’anidride carbonica e prolunga così la durata di conservazione dei prodotti. Come variante biochimicamente attiva, questo imballaggio contrasta la proliferazione di germi microbici. Altri smart packaging proteggono la merce da manipolazioni e rendono più difficile il taccheggio.
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CARNI E INSACCATI
Iffa una piattaforma dal layout innovativo
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el 2019 la fiera di riferimento per l’industria della carne si trasferirà interamente nella parte occidentale del polo espositivo di Francoforte e offrirà così un’infrastruttura ottimale con percorsi di visita brevi per visitatori ed espositori. Il risultato è un circuito di visita circolare che collega tutti i padiglioni di IFFA. Inoltre la Via Mobile, il sistema di trasporto con tapis roulant e scale mobili e copertura in vetro, consentirà ai visitatori di spostarsi rapidamente all’interno del quartiere fieristico. Johannes Schmid-Wiedersheim, Direttore di IFFA, afferma: “Dall’ultima edizione di IFFA siamo riusciti a realizzare numerosi cambiamenti e a introdurre tante novità. I visitatori lo sperimenteranno nei modi più diversi, per esempio, visitando la fiera attraverso padiglioni moderni e luminosi, godendosi il pranzo in uno dei nuovi ristoranti, apprezzando le brevi distanze da percorrere tra un appuntamento e l’altro oppure quando utilizzeranno la veloce connessione WLAN. Molti espositori hanno approfittato del nuovo layout del quartiere fieristico per ingrandire i propri stand e ampliare la loro offerta in fiera. Da ultimo, ma non per importanza, abbiamo potuto riorganizzare alcune aree espositive della manifestazione e raggruppare alcuni settori merceologici correlati”.
UN PERCORSO DI VISITA CIRCOLARE Come di consueto la struttura generale dei padiglioni seguirà le fasi principali del processo di lavorazione della carne. Il percorso di visita circolare inizia nei due piani del padiglione 9 con i settori macellazione, trinciatura e lavorazione, che includono anche sistemi di trasporto e immagazzinaggio, refrigerazione e impianti di approvvigionamento, igiene aziendale e sicurezza sul lavoro, soluzioni IT. Per la prima volta l’area principale dedicata alla “lavorazione” sarà ampliata e si trasferirà dal padiglione 8 al 12.0. Qui esporranno i produttori, provenienti da tutto il mondo, di macchine e impianti
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dei principali processi per la produzione della carne e degli insaccati. Nei due piani del padiglione 11 presenteranno le loro novità aziende leader a livello internazionale nei settori: confezionamento, imballaggio, taglio, sistemi di misurazione e pesatura. Nel padiglione 12.1 i visitatori troveranno l’intera gamma di prodotti nei segmenti ingredienti, aromi, spezie, additivi e budelli. Infine, al tema “Vendita – tutto per le macellerie” sarà dedicato uno speciale spazio espositivo all’interno del nuovo padiglione 12.0. Qui sarà presente anche la Deutscher Fleischer-Verband (Associazione dei macellai tedeschi) con un’area riservata ai concorsi e un marketplace. Conferenze specializzate, dimostrazioni dal vivo, concorsi di qualità e ‘Discovery Tours’: il programma di eventi collaterali di IFFA trasmette know-how, fornisce nuovi stimoli con esempi di best practice, presenta le ultime tendenze dei consumi e le soluzioni tecnologiche più avanzate. I numerosi eventi collaterali della fiera leader dell’industria della carne completano le novità degli oltre 1.000 espositori e offrono un reale valore aggiunto. Per la prima volta a IFFA si terranno delle visite guidate sulla base dei temi centrali della manifestazione summenzionati. Nel corso di questi ‘Discovery Tours’, i visitatori potranno ottenere una panoramica completa dell’offerta merceologica suddivisa per tematiche e farsi guidare alla scoperta dei prodotti più innovativi, selezionati tra le novità degli espositori da un comitato di esperti indipendenti prima dell’inizio della fiera. Gli operatori potranno partecipare alle visite guidate registrandosi presso il punto di partenza nel padiglione 12.Via East. Il programma delle visite guidate e dell’IFFA Forum sarà disponibile online a partire da metà marzo (www.iffa.com/events).
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IFFA, la fiera dell’industria della carne leader a livello mondiale, in programma dal 4 al 9 maggio 2019 a Francoforte, occuperà per la prima volta l’intera area ovest del quartiere fieristico di Messe Frankfurt grazie all’aggiunta del nuovo padiglione 12 e offrirà così agli operatori professionali un circuito di visita circolare con distanze brevi, che include l’intera offerta merceologica e gli eventi collaterali.
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LO STANDARD È SEMPRE PIÙ ALTO La Deutscher Fleischer-Verband/DFV (Associazione tedesca dei macellai) organizza in occasione di IFFA numerosi concorsi di qualità per macellai e giovani talenti del comparto. I concorsi, ai quali gli interessati possono iscriversi rivolgendosi alla DFV, offrono la possibilità di misurarsi in un contesto internazionale e mettere alla prova le proprie abilità e competenze. Le coppe, le medaglie e i certificati di partecipazione rappresentano per i vincitori un eccezionale strumento di marketing e per l’attività di pubbliche relazioni.
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THE MEAT INDUSTRY
Meat optimised production thanks to digitalisation In the ‘smart factory’, products and individual machines spread throughout the factory must communicate with one another and organise, regulate and monitor themselves. One of the basic requirements for this is the ready availability, at all times, of status data on products, machinery and drive mechanisms, bearings and so on. This task is undertaken by so-called ‘smart sensors’.
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ptimising production processes is increasingly based on digitalisation and interlinked networks. The objective is to increase security of production and optimise the use of the machinery, to work in ways that are more energy-efficient and to be able to react more flexibly to changes in the market.
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SMART SENSORS – SENSES FOR THE MACHINES
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In the ‘smart factory’, products and individual machines spread throughout the factory must communicate with one another and organise, regulate and monitor themselves. One of the basic requirements for this is the ready availability, at all times, of status data on products, machinery and drive mechanisms, bearings and so on. This task is undertaken by so-called ‘smart sensors’. As well as
the actual sensor itself, which captures the magnitude of the relevant parameter, they include integrated micro-processors for processing and analysing the signals. Alongside traditional parameters such as temperature, power usage, torque and pressure, they also record gases and microbial contamination.
PARADIGM SHIFT IN ‘CONDITION MONITORING’ Traditional maintenance at fixed intervals or at a given number of hours of operation usually takes place too early, for reasons of safety, and thus shortens unnecessarily the running time of still perfectly serviceable components such as drives, shafts and bearings. As a result, companies lose both money and valuable resources. Mechanical damage does not just appear from nowhere. It makes itself known well in advance with
unusual noises, vibrations that suddenly appear, or temperature increases, as well as increased power consumption and the like. These changes can be picked up with the help of intelligent sensors in real time, monitored online and assessed, using appropriate CMS (Condition Monitoring Software). This makes it possible to target maintenance more specifically and provides valuable information on further possible optimisation of machinery and plant.
RFID CHIPS PROVIDE A CONVINCING ELECTRONIC JOB TICKET RFID (Radio Frequency Identification) makes it possible to transmit data wirelessly in real time between transponders and read-write heads. Integral transponders in slaughtering hooks, feeding troughs, palettes, packaging or machine parts communicate bi-directionally with read-write heads installed at the processing and packaging stations. Thus, for example, not only do the factory-fitted RFID chips in the slicer knives store the geometrical data of the blades, they also store the sharpening schedules that go with them and the encoded item and serial numbers. The RFID read-write head installed in the sharpening module reads the data from the blade, identifies it, carries out the appropriate sharpening procedures and then updates the transponder data, including details of remaining serviceability. This principle can be applied to many other processes and procedures along the value creation change.
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VISUALISATION SYSTEMS MAKE FOR EFFICIENCY, TRANSPARENCY AND QUALITY The combination of digital camera and image-assessment software provide machines with the ability to see and, with it, open up the possibility of their reacting, in specific and appropriate ways, to changes in their environment and of taking decisions. As a result, they can recognise location, position, orientation, shape, size and colour of all sorts and kinds of object on conveyor belts. The data acquired in this way can then be used, for instance, to control robots and extraction/rejection units or to assess proportions of fat and lean in the in-line classification of bacon cuts as A, B or C class goods. Further applications include checking that packages are complete in number and undamaged, as well as the correct positioning and printing of explanatory and address labels.
A digital simulation is more than just a 1:1 digital representation of its physical counterpart. It possesses the same sensors, behaviours qualities and software, and is linked to other systems in exactly the same way. And that makes it the ideal development tool for designers and builders of plant and installations. Typical areas where the principle can be used include virtual simulations of processes and functional testing of components, component modules, machines and, indeed, whole installations, including the control and application software. This enables designers to flag up and correct errors in advance of actual manufacture and saves costs, time, resources and energy. Professionals working in sales, planning, manufacture and maintenance, from both the manufacturing and consumer sides, can run through, discuss and optimise all the different options with the help of the digital ‘twin’, as if they were working in the real world. Other possibilities that arise as a result of digital simulation include training for future machine and plant operators and maintenance staff relating to both the system itself and the virtual commissioning system. And finally, the digital simulator can be used to operate and maintain the real plant and equipment in the real world. And this can be done across geographical borders, too. Source: Iffa
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Save the date! 24 – 26.9.2019 Norimberga /// fachpack.de
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MORE EFFECTIVE PLANNING WITH A DIGITAL ‘TWIN’
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Salone europeo dell’imballaggio, dei processi e delle tecnologie European trade fair for packaging, processing and technology
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THE MEAT INDUSTRY
Ingredients and additives growing awareness and search for quality Technologically effective additives are used in the manufacture of both traditional meat products and of new forms of substitute products. From the point of view of the consumer, there is much discussion of calories, fat and cooking salt substitutes and we are seeing a paradigm shift unfolding, from ‘faster, cheaper and more’ to higher quality and a greater awareness of food.
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pices and herbs are, for many consumers, the epitome of the refinement of taste. When it comes to seasoning and taste for meat products, the motto is: ‘Treasure the traditional and try something new’. Trends are changing ever more rapidly and, with them, also, preferences for particular flavours. The sector is thus building on its extensive knowledge of spices and innovative ideas are being put into practice
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in saleable products as quickly as possible. Spice extracts have, in recent years, become welcome alternatives to raw spices in many areas and are being showcased by various companies. Spice extracts are derived from the raw spices and contain essential and fatty oils and flavours, as well as hot, spicy substances in concentrated form. They are used for seasoning and for adding colour. A broad range of flavoured sauces, pastes
and meat marinades, based on both oils and emulsions, will be exhibited at IFFA. Prespiced and herb-marinated meat produced both industrially and by artisan butchers have proved themselves in the market over a number of years
QUALITY IN CONVENIENCE FOOD And the market share of convenience products has also continued to grow. More and more people are buying ready meals, including side dishes, to eat at home. Many foods are today eaten as a snack on the premises or increasingly, too, on the move – snack-meals are very much on trend. This is an area where herb and spice companies often provide recipes and new ideas, as well as the herbs and spices themselves. The paradigm shift towards better quality and a greater ethical awareness of food on the part of the consumer shows itself, too, in the increasing demand for organically produced spices. Suppliers are reacting to this and constantly building up their offer of organic products.
EYE-CATCHING DISHES The way meat products look is also an important sales feature. Herbs and spices can help in this and are increasingly being used to improve the look of meat products and to spice them externally. For this, watersoluble colourings have been developed. When it comes to sausage casings, it is possible to transfer spices and colour – as well,
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THE LATEST ON THE USE OF ADDITIVES Small amounts of additives are added to foodstuffs in order to achieve, or improve, particular qualities. They are used to produce a positive impact on the manufacture, storage, processing or qualities of a product. Without additives, our range of foodstuffs would be unthinkable in its present form.
Current developments in meat processing include, for example, the injection of brine to improve the texture and increase the yield of boiled ham. Moreover, people are now also working on improving the elasticity of boiling sausage and the stabilisation of emulsified products. Knowledge of the impact of individual components is, thus, crucial for the quality of the product. Each individual ingredient has its own special characteristics and influences the sensation in the mouth as well as texture and consistency. One very interesting area is research
NEW WAYS OF COMBATTING FOOD FRAUD Using isotope analysis, it is now possible to determine the geographical origin and authenticity of herbs and spices. To do this, databases and authentic examples from defined growing areas are required for reference purposes. As a result, for example, chilli or paprika that has been adulterated with Sudan dyes can now be detected beyond doubt by analysis. Foreign plants can be identified through their DNA. Thanks to new analytical methods, food fraud (adulteration or substitution) is becoming more and more difficult to get away with. And vegetarian or vegan alternatives to meat products have now definitively arrived in the mainstream of society.
THE ADVANCE OF SUBSTITUTE MEAT PRODUCTS Meat substitutes have emerged from the niche of organic markets and health food stores and found their way onto the shelves of grocery shops and discount supermarkets. Building on their core competences, relating to products for the manufacture and processing of meat and convenience products, the supplying industry has extended its ranges to include vegetarian lines. Many businesses are actively involved in the transformation of plant-based protein into tasty meat-substitute products for flexitarians, vegetarians and vegans. In the process, the construction of fat emulsions makes it possible to substitute vegetable fats for animal fats.
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indeed, as a smoked effect – directly onto the surface of the meat product during the cooking process.
into reciprocal effects of individual ingredients, in particular between hydrocolloids, proteins and emulsifiers. ‘Clean Labelling’ has for many years been a persistent trend in the meat industry. This is a clear expression of the demand - both amongst consumers and amongst the retail trade - for products that are as free from additives as possible. Accordingly, the supplying industry has developed compounds that are free of E-numbers and uncomplicated in terms of declarable substances. The stabilising effect of these systems is based on functional ingredients that do not have to be declared as additives. ‘Clean labelling’ is an issue that is as current for barbecue spices and sauces as it is for more traditional products. Companies are assisting customers with individual solutions and offering, for example, phosphate-free, soya-free, casein-free, lactate-free products and, indeed, products free of all milk derivatives.
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THE MEAT INDUSTRY
Food safety a crucial theme for the meat industry Richard Clemens, General Manager of the Food and Packaging Machinery Division of the Association of German Machine and Plant Manufacturers (Verband Deutscher Maschinen und Anlagenbau – VDMA), talks about food safety issues.
Micro-biological contamination, foreign bodies, inadequate labelling, together with violations of limits with regard to controlled and banned ingredients are, according to the German Federal Office of Consumer Protection and Food Safety (BVL), the most common sources of complaint. Subsequent investigations have almost always thrown up
the same picture, namely that the causes can be overwhelmingly traced back to human negligence, less frequently to technical failure. And, unfortunately, there are black sheep in every sector, who deliberately flout the legal regulations with thoroughly criminal energy, in order to gain advantage for their business. In effect it amounts to food fraud.
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The manufacture of safe and hygienically acceptable products is a matter of top priority in the butchering and meat processing trades. Year on year, recalls of foodstuffs are on the increase in this industry too. Where do most of the dangers spring from?
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How can we exclude the risks of microbiological contamination – or at least reduce them? The meat-processing industry remains heavily dependent on manual handling. As a result, people continue to be the greatest hygiene risk as far as the transmission of germs throughout the value-creation chain is concerned. Principally in areas where there is direct contact between the workforce and the products. An important step towards greater food safety, therefore, is to replace manual activity with automated processes as extensively as possible. One example of this is the fully automated portioning and insertion of fillets, steaks and cold cuts into the packaging by means of dispensing units and industrial robots.
First and foremost, consistently applied hygienic design of appliances, apparatus, machines and plant is absolutely crucial in maintaining hygiene. The basis for this is formed in statutory regulation, such as the machinery guidelines and food hygiene regulations, as well as the recommendations in the guidelines set out by the EHEDG [European Hygienic Engineering & Design Group]. These prescriptions are aimed at essentially constructive measures. It is all about avoiding dead spaces, undercuts, depressions and crevices, because that is where the remains of products are most likely to collect and provide the ideal breeding ground for microbial infestation. Hygienic Design is, however, also about making machinery and plant cleaner-friendly, so that they can be cleaned more easily, more thoroughly, more quickly and in a way that is more sparing of resources. It also involves ensuring that cleaning materials and disinfectants can drain off unhindered.
Foreign bodies in food are also often the cause of recalls. To what extent can these be prevented with the technologies that are available today? Contamination with foreign bodies in meat and sausage products can occur anywhere along the entire production chain. From a broken knife in the cutting room, for
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instance, or an overlooked screw or sealing gasket during unplanned maintenance or repair work. Other sources of this kind of contamination are material failure and bits of the machinery or plant breaking off as a result of wear. Foreign bodies can be picked up by means of an inspection system with, say, metal detectors or X-ray equipment. Metal detectors are an efficient and costeffective way of picking out ferrous and non-ferrous metals, as well as plastics or plastic film containing metallic powder, in both food and packaging. More frequently than metallic foreign bodies, however, it is things like stones, glass, bone or plastics that appear in products. And this is where X-ray technology can be used, as it offers a broad spectrum of tests for almost all types of foreign body. Used in combination with weight checks, it is possible to monitor several criteria at the same time in both packaged and unpackaged foodstuffs. So that, as well as contamination through glass, stone, ceramic or metal particles, aberrations with regard to completeness, weight and adequate quantity or correct shape can also be identified. In practice, we link both monitoring systems to a rejection system, in order to remove contaminated or deficient products from further processing stages automatically. Constant documentation of the data that results from checks and measurements constitutes a major step in the direction of traceability and a valuable aid to identifying the source of faults in the production process and putting in place appropriate remedial action.
But all these measures do not protect us against food fraud. How can manufacturers ensure greater food safety and authenticity in this area? That requires an extensive catalogue of measures. Over and above the requirements for self-monitoring outlined above, a universal, digitalised, tamper-proof traceability system needs to be put in place. Furthermore, we need to establish regularly documented assessments of any weak points, together with risk analyses specifically with regard to dangers posed by food fraud. These need to be implemented along the entire valuecreation chain from raw material to end product, in conjunction with the appropriate HACCP concepts. This also requires very close cooperation, based on a relationship of trust, with official bodies, testing and certificating bodies, as well as research institutions. Another component of the guarantee of greater food safety and protection from food fraud is technological analysis. Traditional analytic procedures are too complicated, laborious and, above all, time-consuming. The fight against food fraud, on the other hand, demands flexible, sufficiently accurate and above all rapid testing methods that are mobile and can be used continually inline. One example of this is non-invasive NIR spectroscopy. Quality and identity of goods delivered can be monitored in a few seconds as they are checked in, even with products packaged in glass or trays.
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Reducing human input into the process is one approach. What technical measures can be taken, in addition, to avoid contamination of meat and sausage products from microbial germs?
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THE MEAT INDUSTRY
Meat packaging smart and multifunctional Packaging for foodstuffs, especially perishable products such as meat and sausages, calls for the highest standards in terms of packaging materials, machines and systems. In addition to traditional purposes, such as protection, transport, storage, handling and information, packaging must also provide for food safety, hygiene, waste prevention, sustainability, resource efficiency and traceability.
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eading companies from the international packaging sector are set to present their latest technologies and offer insights into the latest trends in the meat industry at IFFA in Frankfurt am Main from 4 to 9 May 2019.
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LESS IS MORE AND PROTECTS THE ENVIRONMENT
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Reducing the amount of packaging materials and the use of recyclable materials have been the subject of attention of consumers, manufacturers and the packaging industry since the publication of the EU Plastics Strategy in January 2018 and the German Packaging Law, which came into force this month. Light packaging with the same or better properties and superior stability make an important contribution to greater sustainability and resource conservation. Low weight means savings on raw material, energy and transport costs, as well as easier handling. Decisive for sustainable packaging is not only the film material used but also how it is processed.
SKIN PACKAGING – SUSTAINABLE AND ATTRACTIVE Innovative skin packaging with cardboard backing permits attractive product presentations and lower material consumption. The thin cardboard backing has a protective polymer coating as barrier against fat, moisture and oxygen, which lends additional stability to the packaging. A transparent film
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is used to cover the product and backing like a second skin. This fixes the product to the cardboard and provides reliable protection. Skin packaging of this kind can cut film consumption by up to 75 percent. The coating on the cardboard can be separated easily and both recycled without difficulty. Thanks to the printing and lack of design constraints, the cardboard backing attracts a high degree of attention at the point-of-sale, thus aiding brand differentiation. With product information printed on the cardboard, no additional labels are required, which also reduces material usage.
MODIFIED ATMOSPHERE PACKAGING EXTENDS SHELF LIFE Modified atmosphere packaging (MAP) is evolving into the standard form of packaging for meat and sausage products. To this end, the air in the packaging is replaced by a mixture of gas suitable for the product, which can significantly retard the oxidative degradation process or the growth of microbes and mould. MAP can also reduce the breathability of the product, which results in an extended life in terms of freshness, taste and appealing appearance. Thus, the shelf-life of sausage products can be extended from two to four days, when packed in air, to two to five weeks in modified atmosphere packaging. Gas-proof barrier film with properties matching the product are used for this type of packaging.
SMART PACKAGING Multifunctional, active and intelligent packaging opens up completely new perspectives for the meat industry. Such packaging can monitor and record the environmental influences to which the product has been subjected along the value chain after the packaging stage. Integrated time-temperature indicators reveal the current quality status, degree of freshness, any breaches of the cool chain and whether the product is still suitable for consumption. Active packaging plays an ‘active’ role in any physical, biological and chemical changes taking place. It regulates the moisture in the packaging, absorbs oxygen or carbon dioxide and thus extends product shelf life.
BRAND DIFFERENTIATION AT THE POINT-OF-SALE Packaging not only provides information about ingredients, quality or environmental labels and product origins but also gives the contents a face and generates purchasing impulses. Which products land in the consumer’s shopping basket is mostly the result of a spontaneous consumer decision in which the appeal of the packaging and information contained thereon play an important role. When there is hardly any difference in product quality, a better package design can make the emotional difference. Investments in innovative, high-grade packaging strengthens the brand image and soon offer a substantial return for manufacturers of branded goods.
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THE MEAT INDUSTRY
A new look for Iffa 2019
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he new Hall 12 has been completed and is set to change the look of IFFA permanently. This year, the No. 1 for the meat industry moves completely to the western section of Frankfurt Fair and Exhibition Centre with an optimum setting for both exhibitors and visitors. The result is a circular tour linking Halls 8, 9, 11 and 12. The Via Mobile, the covered and glazed transport system with moving walkways and escalators, makes it possible to move around the fair quickly, easily and independently of the weather. I F FA D i re c t o r J o h a n n e s S c h m i d Wiedersheim: “Since the last IFFA, we have been able to introduce numerous innovations, which visitors will notice at many different points. For example, when walking
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around the fair through modern, light and airy halls, in the restaurants, through the short distances between appointments and when using our new, high-speed WLAN. Many exhibitors have taken advantage of the move to increase the size of their exhibition stands and their presentations. And, last but not least, we have restructured the various segments and brought together a number of related product groups”.
(Deutscher Fleischer-Verband – DFV) with the competition area and market place. The new Hall 12 has 33,600 square metres of exhibition space on two levels, as well as four catering areas, direct access to the Portalhaus and Torhaus entrances and parking for 800 cars. With its fascinating architecture and spectacular foyers, it is a highlight in the southern section of the exhibition centre.
WHAT THE NEW IFFA LOOKS LIKE
NEW SERVICES FOR VISITORS
IFFA 2019 will be characterised by old and new neighbours. As in the past, the overall structure is oriented towards the various stages of processing because everything at the fair revolves around the most valuable of all foodstuffs – meat. The circular tour begins in Hall 9 with slaughtering, dismembering and processing, as well as transport and storage systems, refrigerating and supply equipment, operational hygiene, occupational safety and IT. For the first time, the central processing section is being extended to Hall 12.0 where manufacturers from all over the world present machinery and equipment for the core processes of meat and sausage production. On the two floors of Hall 11, leading international exhibitors from the fields of packaging, packing materials, cutting, measuring and weighing present their innovations. In Hall 12.1, visitors will find a broad spectrum of ingredients, spices, additives and casings. The range of products for ‘Selling – everything for butchers’ shops’ occupies a special area of the new Hall 12.0. This is also the setting for the German Butchers’ Association
Orientation at the Exhibition Centre is easy because all halls are now arranged in a circular pattern and linked with each other. Visitors can enter IFFA via four entrances: Torhaus (‘S-Bahn’ railway station), LudwigErhard-Anlage (LEA) in the east, Portalhaus in the west and Galleria in the north. New is the spacious reception building for Hall 8, which is linked to the Torhaus building via a modernised system of escalators, an area that was still under construction during IFFA 2016. Also important for a satisfactory visit to the fair are attractive catering facilities. Accordingly, the restaurants at the Exhibition Centre offer a pleasant setting for eating and drinking, as well as communication and relaxation. Visitors can look forward to ‘Centro’ restaurant in Hall 9, which is now open after being fully renovated. It was singled out for the ‘Iconic Award 2018 Innovative Architecture’ and is distinguished by a peaceful atmosphere even when very busy. Also well worth visiting are the two restaurants and two bistros in Hall 12. Their transparent design offers wonderful views of Frankfurt’s skyline.
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Messe Frankfurt has made large investments in the Exhibition Centre and its infrastructure to ensure a positive trade-fair experience. Exhibitors and visitors can look forward to a new exhibition hall, improved orientation, shorter walking distances and ultra-modern services.
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MERCATO
Sostenibilità cosa chiedono gli italiani? Agli italiani piace il prodotto sostenibile, soprattutto in ambito alimentare, purché non costi oltre il 10% in più. Secondo un recente Osservatorio Findomestic, infatti, uno su quattro non può permettersi spese aggiuntive per articoli “verdi” ed “etici”.
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ì ai prodotti sostenibili nel carrello della spesa, purché non costino oltre il 10% in più: la pensano così quasi sette italiani su dieci secondo un recente Osservatorio realizzato da Findomestic in collaborazione con Doxa. Soltanto l’1% degli intervistati, inoltre, è disposto a spendere oltre il 20% in più. “Sebbene il tema della sostenibilità sia sempre più al centro dell’attenzione dei consumatori – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic – il prezzo rimane il principale driver di spesa per il 64% degli intervistati e ben un cittadino su quattro dichiara di non potersi permettere spese aggiuntive per prodotti green ed etici”. Chi si dichiara interessato al tema della sostenibilità è disposto a pagare di più soprattutto per beni alimentari (29%), interventi di riqualificazione dell’abitazione (13%), elettrodomestici e automobili (9%).
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L’OPINIONE DEGLI ITALIANI Il 51% degli intervistati da Findomestic associa la sostenibilità a un impegno concreto delle aziende per ridurre il loro impatto sull’ambiente, un altro quarto (25%) pensa che la sostenibilità sia a tutti gli effetti uno stile di vita sempre più diffuso. Il 24% degli intervistati rimane invece scettico: per il 9% la sostenibilità è un ideale portato avanti dagli ambientalisti, per il 9% si tratta di uno slogan utilizzato dalle aziende per vendere di più, per il 4% si configura come un costo per le imprese e per un altro 3% è una moda passeggera.
RACCOLTA DIFFERENZIATA E RIDUZIONE DEI CONSUMI Secondo l’Osservatorio Findomestic il 43% degli italiani adotta comportamenti sostenibili per contribuire alla tutela dell’ambiente,
mentre il 37% lo fa perché ha a cuore il benessere delle generazioni future. La sostenibilità è fatta anche di piccoli gesti alla portata di tutti: il 58% degli intervistati dichiara di prestare attenzione alla raccolta differenziata, il 42% di ridurre al minimo i consumi, il 23% di limitare riscaldamento e condizionamento ove possibile e un altro 22% cerca di ricorrere alla riparazione degli oggetti piuttosto che alla loro sostituzione. Il 17% degli intervistati preferisce gli «spostamenti sostenibili», scegliendo di muoversi a piedi o in bicicletta o con i mezzi pubblici (10%), oppure utilizzando servizi di car, moto e bike sharing (4%).
EMISSIONI ZERO Le aziende sostenibili sono, secondo il campione intervistato da Findomestic, quelle che si sforzano di ridurre le emissioni e l’impatto ambientale (62% con punte del 66% tra le donne). Ci sono altri fattori che secondo gli italiani caratterizzano un’azienda sostenibile: l’adozione di un codice etico di comportamento (28%), dare priorità a ricerca, sviluppo e innovazione (26%), tutelare le condizioni lavorative dei propri dipendenti (25%), mantenere la produzione sul suolo nazionale (23%). Meno prioritari appaiono il miglioramento della qualità dei prodotti/ servizi a beneficio dei consumatori (16%), lo sviluppo del territorio in cui opera (15%), la generazione di occupazione (13%), informazioni chiare e trasparenti sui prodotti (12%) e sull’operato finanziario (10%).
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MERCATO
Alimentare “made in Italy” tra crescita e nuove sfide Grazie ai buoni risultati raggiunti nel 2018 e a una previsione di crescita di oltre il 2% nel 2019, il comparto alimentare continua a fare la parte da leone dell’industria italiana con un fatturato superiore ai 137 miliardi di Euro nel 2017 (pari all’8% del PIL) e 385.000 addetti impegnati in oltre 6.800 imprese.
È
un quadro nel complesso positivo quello che emerge per il Belpaese dall’analisi che Atradius, tra i principali Gruppi a livello mondiale nell’assicurazione del credito commerciale, fideiussioni e recupero crediti, dedica all’andamento del settore alimentare nei diversi Paesi del mondo (Market Monitor Alimentare Dicembre 2018).
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BUONE PERFORMANCE PER L’ITALIA
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A confermare il trend positivo del settore, la buona performance dei prodotti agroalimentari italiani sui mercati esteri, con una crescita delle esportazioni del 3,1% nel primo semestre del 2018, mentre resta più contenuto l’aumento dei consumi sul mercato interno (+0,9%). Sale anche la produzione, portandosi al +3,2% nel 2017 seguita da un+1,9% nel primo semestre del 2018. I più importanti mercati di sbocco per il nostro Paese restano quelli dell’Unione europea (è pari al 66% il valore complessivo dei prodotti agroalimentari esportati dall’Italia, secondo gli ultimi dati Ismea), dove le principali destinazioni sono rappresentate da Germania, Francia e Regno Unito.
IL MERCATO EUROPEO La Germania, che vede una lieve crescita del fatturato nel primo semestre del 2018 (+1,1%), si comporta differentemente dall’Italia, dove le buone previsioni per il settore non lasciano
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prevedere un aumento dei ritardi di pagamento e delle insolvenze nel 2019. Crescono infatti i casi di ritardo e di insolvenza soprattutto nel segmento della carne, delle bevande e dei prodotti ortofrutticoli, così come gli episodi di frode alimentare che colpiscono i segmenti del pesce, frutta e verdura. Anche la Francia, secondo Paese di destinazione dei prodotti italiani dopo la Germania, mostra alcune debolezze strutturali che ostacolano la performance del settore, ancora oggi uno dei pilastri dell’economia francese (6° esportatore mondiale di generi alimentari), provocando una flessione della produzione dello 0,6% nel 2017, seguita da un ulteriore calo nel primo semestre dello scorso anno (-1,1%). Come per la Germania, il livello dei ritardi di pagamento e di insolvenza aumenta nel 2018, in particolare nel segmento della carne, e si prevede un’ulteriore crescita nel 2019. Una performance non molto ottimistica si delinea anche per il Regno Unito, terzo mercato di sbocco europeo per l’export alimentare italiano, dove la svalutazione della sterlina dopo il referendum Brexit ha portato ad una forte pressione sui margini di profitto delle imprese a causa dell’aumento dei costi delle importazioni. Ciò ha provocato una crescita dei ritardi di pagamento e di insolvenza, per i quali, anche questa volta, si prevede una tendenza a rialzo nel 2019.
LA SITUAZIONE OLTREOCEANO In ambito extra Ue, l’analisi Atradius offre uno scenario interessante soprattutto per i Paesi del NAFTA, caratterizzato da un andamento positivo nel 2018, tra i quali spicca la performance del Canada che Atradius premia con voto “eccellente”. Anche per questi Paesi però, il Gruppo mantiene un atteggiamento prudente lasciando intravedere alcune criticità all’orizzonte, in particolare per USA e Messico. Negli Stati Uniti, primo mercato di destinazione tra i Paesi terzi, nonostante il settore si mantenga molto solido con una previsione di crescita del 2,2% nel 2019, la forte concorrenza in tutti i principali segmenti determinerà come effetto negativo una flessione sui margini di profitto delle imprese nel 2019. Il settore agroalimentare messicano si mantiene fortemente orientato all’export, con un aumento stimato delle vendite dell’8,7% rispetto al 2017. Tuttavia i possibili sviluppi dei negoziati USMCA, in particolare la mancata ratifica e una nuova escalation delle controversie commerciali,potrebbero avere forti ripercussioni sul settore a causa della potenziale imposizione di dazi sulle esportazioni negli USA.
ALCUNE CRITICITÀ Come per gli altri Paesi, anche per l’Italia, nonostante il quadro complessivamente positivo, restano alcune criticità dovute in particolare alla frammentazione e alla forte concorrenza nel segmento del retail alimentare, caratterizzato da imprese di piccole dimensioni,e a situazioni di forte indebitamento delle aziende di produzione e trasformazione alimentare. Infine, un numero significativo di dati finanziari non in linea con i livelli medi del settore, rappresenta un campanello d’allarme per la presenza di frodi alimentari nel settore.
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Plastica il bilancio è ancora positivo Crescite a due cifre per tutti gli indicatori di settore: dopo un 2017 da record, il bilancio 2018 dei costruttori italiani di macchine per materie plastiche e gomma si può considerare ancora positivo. Tengono bene le importazioni e il mercato interno, quest’ultimo beneficiando verosimilmente della coda delle misure di sostegno agli investimenti messe in campo nell’ambito della precedente legge di stabilità.
LA CRESCITA CONTINUA Dopo un 2017 da record – con crescite a due cifre per tutti gli indicatori di settore – il bilancio del 2018 si può considerare ancora positivo. Infatti, la produzione risulta in ulteriore, seppur modesta, crescita rispetto al massimo storico dell’anno precedente mentre le esportazioni – da sempre volano del comparto - mostrano solo una leggera contrazione. Tengono bene le importazioni e il mercato interno, quest’ultimo beneficiando verosimilmente della coda delle misure di sostegno agli investimenti messe in campo nell’ambito della precedente legge di stabilità. Non a caso, ancora nel secondo semestre del 2018 molte aziende costruttrici hanno visto la consistenza del proprio portafogli ordini migliorare. Peraltro, l’incremento del fatturato da parte delle aziende aderenti ad Amaplast (che rappresentano la realtà più significativa del comparto) risulta superiore a quello medio dell’intero settore, attestandosi al +3,6%.
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“Possiamo nel complesso dichiararci soddisfatti dell’anno che si è concluso – dichiara il Presidente di Amaplast, Alessandro Grassi – durante il quale abbiamo consolidato il nostro potenziale e la nostra posizione di preminenza a livello mondiale quali fornitori di tecnologia avanzata, ormai in ottica Industria 4.0”. “Il 2018, in effetti, potrebbe rivelarsi anche un anno transizione – continua Grassi – perché, al di là della fisiologica ciclicità dell’economia, che porta ad attendersi per il 2019 un’inversione di tendenza degli indicatori, dopo otto anni di parabola ascendente inizia a emergere tra le imprese qualche segnale di preoccupazione circa gli effetti delle nuove politiche di bilancio e l’andamento dell’economia in generale. Questo sia alla luce della rimodulazione degli incentivi fiscali sia del progressivo deterioramento di dinamiche internazionali quali la Brexit e la contrapposizione commerciale Stati Uniti-Cina”. L’ultima indagine congiunturale svolta da Amaplast tra i propri Associati evidenzia, rispetto alla precedente, un minore ottimismo – o una certa prudenza nello sbilanciarsi, a seconda dei punti di vista – riguardo l’andamento degli ordini e del fatturato nel semestre in corso: diminuisce la quota di coloro che si attendono un incremento (ma anche un peggioramento), aumenta quella che prevede stabilità.
FOCUS SULLE ESPORTAZIONI Sul fronte dell’export, l’analisi per macro-aree di destinazione delle vendite evidenzia una stagnazione del quadrante europeo, primo storico mercato dei costruttori italiani. Cede leggermente l’ambito UE, a favore del resto Europa, in funzione di forniture più consistenti in vari Paesi, esclusa però la Russia (importante sbocco) che arretra ancora. Nel continente americano si rileva la buona performance dell’aggregazione NAFTA, soprattutto per quanto riguarda il Messico, mentre l’area meridionale perde terreno, a causa soprattutto del trend non soddisfacente dei due mercati principali, Brasile e Argentina. Poco brillante anche l’andamento delle vendite verso l’Asia, nel cui ambito il Far East mostra una progressione modesta (la notevole crescita dell’India non è stata sufficiente a controbilanciare il calo della Cina) e il Medio Oriente una brusca frenata (a causa del declino di tutti i principali mercati, Arabia Saudita e Iran in primo luogo). Positiva la performance complessiva dell’Africa ma trattandosi di un contesto eterogeneo, occorre quanto meno distinguere tra la fascia mediterranea (con il deciso incremento delle vendite in Marocco, in particolare) e i Paesi del sub-Sahara, che mediamente arretrano in misura significativa, come nel caso del Sudafrica. Sempre per quanto riguarda le esportazioni, dal punto di vista merceologico mediamente meglio hanno fatto gli impianti per la trasformazione primaria (con l’esclusione delle macchine per gli espansi) mentre gli ausiliari e gli stampi hanno registrato un andamento più negativo.
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l Centro Studi di Amaplast – l’Associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa circa 170 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma – ha elaborato il consuntivo di settore del 2018, anche sulla base dei dati di commercio estero di fonte Istat.
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FATTI E TENDENZE
Agroalimentare il digitale entra nella filiera Il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 nel 2018 vale fra 370 e 430 milioni di euro, il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo; oltre 300 soluzioni già sul mercato, impiegate dal 55% delle aziende agricole intervistate. Questi i dati emersi dall’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia.
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innovazione digitale entra nella filiera agrifood con soluzioni che aumentano la competitività dell’intero settore e migliorano qualità e tracciabilità del made in Italy alimentare. Sono già 133 le soluzioni tecnologiche per la tracciabilità presenti sul mercato italiano e il 44% delle imprese che le hanno adottate ha migliorato efficienza ed efficacia, riducendo tempi e costi. Ma è l’Agricoltura 4.0 – l’utilizzo di diverse tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, nonché condizioni di lavoro – l’ambito di maggior fermento, con oltre 300 soluzioni 4.0 già disponibili, orientate soprattutto all’agricoltura di precisione e in misura minore all’agricoltura interconnessa (il cosiddetto internet of farming), impiegate dal 55% di 766 imprese agricole intervistate nella ricerca, con l’età e il titolo di studio che non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0. La crescente offerta tecnologica spinge un mercato in rapida espansione,
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che nel 2018 raggiunge un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro (+270% in un solo anno), pari a circa il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo, generato da oltre 110 aziende fornitrici fra player affermati e startup.
L’AGRICOLTURA 4.0 Il mercato globale dell’Agricoltura 4.0 vale 7 miliardi di dollari (il doppio rispetto allo scorso anno), di cui il 30% generato in Europa. La crescita è ancora più rapida in Italia, dove il mercato ha un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro (+270%), che per circa l’80% è generato da offerte innovative di attori già affermati nel settore (ad esempio i fornitori di macchine e attrezzature agricole) e per circa il 20% da soluzioni di attori emergenti (soprattutto startup), che propongono sistemi digitali innovativi e servizi di consulenza tecnologica. L’Osservatorio ha mappato 110 imprese del comparto (74% brand affermati e 26%
startup) che offrono oltre 300 soluzioni tecnologiche di Agricoltura 4.0, con ruoli e posizionamento molto diversi lungo la filiera. Il 49% delle aziende sono fornitrici di soluzioni avanzate come Internet of Things (IoT), robotica e droni, il 22% di soluzioni di data analysis, il 16% di macchine e attrezzature per il campo, il 7% produce componentistica e strumenti elettronici, mentre nel 3% dei casi sono realtà produttive in ambito agricolo. Le soluzioni più frequenti sono i sistemi utilizzabili trasversalmente in più settori agricoli (53%), seguite da quelle rivolte al comparto cerealicolo (24%), ortofrutticolo (24%) e vitivinicolo (16%). Cresce, anche se molto lentamente, l’attenzione per l’internet of farming, abilitato dal 14% delle soluzioni offerte: quasi l’80% delle soluzioni è applicabile in fase di coltivazione, il 13% supporta la fase di pianificazione, il 4% il monitoraggio degli stock e il 3% la logistica aziendale. Da un’indagine condotta dall’Osservatorio su 1.467 aziende agricole emerge come le
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LA TRACCIABILITÀ ALIMENTARE Le tecnologie digitali hanno un grande impatto sull’efficienza e l’efficacia dei processi di tracciabilità alimentare. Il 30% delle imprese che adottano soluzioni digitali di tracciabilità rileva una riduzione degli errori di inserimento dei dati e del rischio di manomissione, il 27% nota una diminuzione dei costi richiesti all’attivazione delle procedure di rintracciabilità e il 21% un risparmio di tempo per la raccolta dei dati. Anche i processi e le relazioni nella supply chain beneficiano di queste soluzioni, soprattutto per quanto riguarda i costi di gestione delle scorte (15%), la riduzione degli sprechi alimentari (14%) e il consolidamento dei rapporti di filiera (13%). Il 13% delle aziende ha anche riscontrato un aumento delle vendite, mentre il 14% evidenzia la necessità di puntare su soluzioni per migliorare i processi di certificazione. Le 133 soluzioni tecnologiche per la tracciabilità alimentare disponibili sul mercato italiano intervengono nei processi di identificazione univoca, acquisizione del dato, registrazione, analisi, integrazione e trasmissione. Il 59% di queste soluzioni sono ancora “tradizionali” (trasformano il dato in digitale richiedendo un importante contributo umano) e le più diffuse sono piattaforme software per registrazione, integrazione ed elaborazione del dato (62%), seguite da soluzioni che combinano strumenti hardware e software (30%) e da strumenti hardware come sensori IoT e lettori codici a barre (8%). Fra quelle più
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avanzate (42%), invece, le più utilizzate sono RFID (Radio-Frequency Identification, 20%), Cloud (19%), i Big Data Analytics (14%) e i sensori IoT (10%).
LA BLOCKCHAIN NELL’AGROALIMENTARE Cresce l’interesse per l’applicazione delle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger nella filiera alimentare: sono 42 i progetti internazionali e italiani mappati dal 2016 al 2018, più che raddoppiati nell’ultimo anno. Si tratta di iniziative che, nel 24% dei casi, trovano applicazione in diversi ambiti, nel 21% sono dedicate alla filiera della carne, nel 17% all’ortofrutta e nel 10% al cerealicolo. Nel 50% dei casi è stato riscontrato un forte ruolo guida da parte degli attori della distribuzione e della trasformazione.
LE STARTUP Le startup che propongono soluzioni digitali al settore agricolo e agroalimentare proseguono nella loro spinta innovativa: sono 500 le startup nel mondo, per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti, attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e Agricoltura 4.0 (24%). L’Italia si colloca davanti a tutti gli altri Paesi europei per numerosità, ma con appena 25,3 milioni di euro di finanziamenti (pari all’1% del finanziamento complessivo) appare ancora marginale per capacità di raccogliere capitali. Le startup internazionali si dividono tra fornitori di tecnologia (31%) e di servizi (16%), retailer (34%) e fornitori di servizi nel settore della ristorazione (19%). Oltre metà delle startup (55%) si rivolge a clienti privati, solo il 5% opera in un mercato di nicchia; l’8% vende i propri servizi sia ai consumatori sia alle aziende, offrendo servizi per la disintermediazione della filiera e vetrine per produttori o retailer, mentre il 37% propone servizi o prodotti tecnologici solo alle imprese, servendo in particolare le aziende agricole o zootecniche (68%) e le industrie di trasformazione (10%). Tra le tecnologie più rilevanti per l’innovazione del settore agricolo emergono i dati: li usa il 94% delle startup operanti nell’Agricoltura 4.0 e il 56% impiega tecnologie IoT per raccogliere e trasmettere dati in tempo reale sulle condizioni ambientali e per monitorare le attività delle macchine. Seguono i droni (24%) e i robot per le attività in campo (3%). I dati sono preziosi anche per la qualità alimentare: ne fa uso il 78% delle startup operanti in questo ambito, mentre il 75% sfrutta l’IoT.
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imprese italiane siano sempre più consapevoli delle opportunità offerte dal paradigma 4.0 (85% delle 766 rispondenti) e utilizzino sempre più frequentemente soluzioni orientate all’Agricoltura 4.0 (55%). Il controllo dei costi di produzione e l’aumento della produzione sono le esigenze più urgenti per le imprese, mentre i fabbisogni legati all’acquisizione, elaborazione e interpretazione dei dati sono considerati importanti ma non ancora prioritari. Il 55% delle aziende dichiara di utilizzare macchinari o tecnologie avanzate per la pianificazione delle colture, la semina, la coltivazione, il raccolto, e fra questi il 45% lo fa da più di cinque anni. Il 30% degli imprenditori ha meno di 40 anni e un terzo è laureato, ma l’età e il titolo di studio non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0, al contrario, invece, della dimensione dei terreni e dei settori di riferimento. Sotto i 10 ettari solo il 25% delle aziende adotta soluzioni 4.0, contro il 65% di quelle sopra i 100 ettari.
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I nuovi trend del confezionamento dolciario Sia che si parli di estetica, funzionalità, protezione o sostenibilità o di qualsiasi altro aspetto, nel point of sale vincono le confezioni che vantano un design accattivante. Scatta la passione per le nuove tecnologie di nobilitazione e le combinazioni intelligenti di materiali d’imballaggio.
L’
industria dolciaria globale sta attraversando una fase di boom. È questo il risultato a cui sono pervenuti i ricercatori di mercato di GlobalData, che si attendono una crescita media della domanda mondiale del 4,6% annuo fino al 2021. Ciò significa sempre più ricette, specialità stagionali e confezioni originali che cercheranno di imporsi agli occhi dei consumatori all’interno del point of sale. La confezione è l’elemento più intimamente connesso al prodotto, in misura maggiore di qualsiasi altro strumento pubblicitario. Essa genera identità con il marchio e stabilisce i trend, quindi l’autenticità gioca un ruolo fondamentale. Sugli scaffali dei prodotti dolciari, infatti, regna ormai un’incredibile varietà.
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PORTARE IN SCENA IL BRAND
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Sono principalmente i marchi premium a coinvolgere i sensi direttamente dallo scaffale grazie a un design limpido, caratteristiche tattili e nobilitazioni sorprendenti. Tuttavia, in tempi di sostenibilità e trasparenza l’estetica non è tutto. “Il consumatore odierno evidenzia una forte consapevolezza per il benessere e l’ambiente”, conferma LuAnn Williams, Director of Innovation presso Innova Market
Insights. Non bisogna quindi sorprendersi se i consumatori conferiscono sempre maggior valore all’utilizzo intelligente delle risorse, per esempio grazie a confezioni biodegradabili e rinnovabili. La meta ambita, già raggiunta da alcune confezioni particolarmente innovative, è ottenere un circuito chiuso lungo la filiera del valore.
MINIMO SPESSORE, MASSIMA LEGGEREZZA Le scatole pieghevoli leggere non sono ormai gli unici casi esemplari di risparmio delle materie prime. Al successo consolidato in materia di sostenibilità garantito dal binomio prodotti dolciari e cartone si affiancano sempre più soluzioni che prevedono l’utilizzo di involucri in alluminio che riducono al minimo il consumo di materiale. In ambito alimentare gli esperti di mercato prevedono entro il 2025 una crescita media di circa il 4,2% annuo della richiesta globale di packaging in busta di plastica. Questo trend va di pari passo con la forte richiesta dei consumatori di una confezione pratica per i vari prodotti. La praticità di apertura e chiusura è solo uno degli aspetti a cui il designer deve prestare attenzione. Da
questo punto di vista, le buste Doypack sono un segmento particolarmente dinamico: sono richiudibili, maneggevoli, leggere, infrangibili e un perfetto compagno di viaggio. Questo tipo di confezione viene sempre più impiegato per snack come chips alla verdura e frutta a guscio, ma anche praline al cioccolato e articoli stagionali. Le pellicole a base biologica, i cui polimeri si ottengono da etanolo derivato da canna da zucchero o proteine del latte, riducono l’impiego di materie prime fossili. A questo si aggiungono le nuove tecnologie di nobilitazione e le combinazioni intelligenti di materiali di confezionamento, che rendono possibili confezioni Doypack assolutamente prive di alluminio e realizzate partendo da un materiale composito a base di carta stampato in digitale.
LA PERSONALIZZAZIONE È D’OBBLIGO Anche nel campo dei prodotti dolciari la personalizzazione è di tendenza! Soprattutto i Millenial prediligono i prodotti più rispondenti al loro lifestyle personale. Quanto più personalizzata è la confezione, tanto più i giovani consumatori si sentiranno stimolati a prendere in mano il prodotto nel point of sale per dargli un’occhiata più da vicino. Tra le ultime evoluzioni del settore, troviamo le stampanti in grado di realizzare etichette su misura per i prodotti dolciari. Grazie alla stampa digitale, inoltre, anche le piccole e medie aziende produttrici di dolciumi avranno un ampio margine di manovra nell’ideazione creativa dei propri prodotti. Oggi è possibile stampare scatole pieghevoli di pregio in piccola e media tiratura su potenti stampanti digitali la cui qualità non ha quasi nulla da invidiare alla stampa offset. Fonte: ProSweets Cologne
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INDUSTRIA DOLCIARIA
Il lato dolce dell’industria 4.0 Qualcosa di dolce, ma allo stesso tempo unico? Le crescenti esigenze dei consumatori vanno di pari passo con la connessione digitale della produzione e inducono le aziende dolciarie a riflettere sulla totale automazione.
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totalmente servoassistita e basata su un concetto modulare che abbraccia la parte meccanica, elettrica e software. Le linee di fascia alta possono per esempio cambiare formato e tipo di avvolgimento in modo rapido e semplice; una caratteristica che va a vantaggio soprattutto delle aziende che vantano in assortimento prodotti stagionali come praline pasquali o palle di cioccolato natalizie.
LA MARCIA TRIONFALE DEI SERVOSISTEMI Gli assi ad azionamento servoelettrico tengono banco anche negli impianti per cioccolatini a corpo cavo. L’elevata flessibilità di parametrizzazione consente di realizzare geometrie complesse, come un coniglio dalle orecchie leggermente piegate, mantenendo uno spessore uniforme del guscio. I macchinari per l’industria dolciaria sono sempre più connessi grazie alle tecnologie digitali e dotati di sensori che mettono a disposizione una serie infinita di dati da utilizzare come supporto ai processi di manutenzione e pulizia o come segnalazione attiva degli intervalli di servizio e manutenzione ad opera della macchina stessa. Anche le soluzioni per la gestione delle materie prime mettono in pratica questa fusione di componenti meccaniche, elettriche e software e spaziano dal prelievo del prodotto da sacchi e big-bag senza produrre polvere, al trasporto e alla pesa degli ingredienti, fino all’alimentazione di impastatrici e conche. Mentre in questo caso i processi manuali inciampano quasi subito nei propri limiti, i sistemi automatizzati di alimentazione agevolano
un cambio repentino di ricetta, migliorando la convenienza dei lotti di piccole dimensioni. In interazione con il controllo di processo essi mettono a disposizione del processo produttivo materie sfuse, piccoli quantitativi o componenti liquidi al momento giusto e nella quantità corretta. Il comando integrato assicura una perfetta tracciabilità del lotto.
IL RISPETTO DELL’IGIENE Tuttavia c’è anche un rovescio della medaglia, perché la maggiore varietà di prodotti, insieme alla riduzione lotti, richiede un maggior numero di fasi di pulizia. A seconda del processo e della ricetta, la pulizia può rivelarsi una procedura più o meno impegnativa in termini di tempo. Ne sono un esempio le unità di colaggio che, traslando in laterale, si inseriscono nel telaio dell’impianto mogul: in questo modo consentono una pulizia WIP (Wash-in-Place), abbreviando così i tempi di fermo macchina e proteggendo il sistema di trasporto vassoi. Il principio della pulizia automatizzata è oggetto di continui perfezionamenti volti a risparmiare risorse, tempo e denaro. Lo stato dell’arte include le procedure CIP (Clean-inplace) in cui le soluzioni detergenti circolano all’interno degli impianti. I sistemi moderni devono naturalmente raggiungere un livello di flessibilità pari a quello delle macchine da pulire. Attualmente essi sono ancora progettati sulla base di uno scenario worst case, al fine di garantire una pulizia sicura di tutte le superfici a contatto con il prodotto. In futuro gli impianti gestiranno in autonomia i processi di pulizia grazie a un rilevamento mirato del grado di sporco tramite sensori.
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er i piccoli e medi produttori si pone la domanda di come sia possibile raggiungere la flessibilità necessaria per mantenersi competitivi. A ciò si aggiunge l’elevata qualità del prodotto, che deve essere garantita grazie a un controllo continuo dell’igiene lungo l’intero processo e costituisce un requisito chiave per prodotti dolciari e snack. Le tecnologie dell’Industria 4.0, che garantiscono un miglioramento continuo degli impianti in termini di autodiagnosi ed eliminazione degli errori, creano le premesse per raggiungere il livello di efficienza richiesto. Ne sono una prova le confezionatrici per i prodotti dolciari di piccole dimensioni studiate fin nei minimi dettagli. L’ultima generazione di avvolgitrici digitali e incartonatrici orizzontali o verticali è
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Il packaging di sweets & snacks tra sostenibilità e usability Le aziende del settore dolciario si stanno muovendo verso un’unica direzione, la sostenibilità delle confezioni, per dare risposta alle richieste dei consumatori, sempre più vicini alle tematiche ecologiche. Anche la comodità di utilizzo del packaging, che deve agevolare la fruizione del prodotto, è un requisito sempre più apprezzato dai crescenti consumatori on-the-go.
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ustainability e usability sono i megatrend di attualità in materia di confezioni per dolciumi e snack. Che siano biscotti croccanti rivestiti al cioccolato, noci appetitose o snack salati e salatini per un piccolo spuntino, la crescente importanza dei prodotti to go nel punto vendita e il costante aumento della domanda di confezioni sostenibili impone più che mai all’industria dei prodotti dolciari e degli snack l’utilizzo di packaging ecologici e semplici da maneggiare.
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VERSO UN PACKAGING PIÙ GREEN
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Nel campo degli imballaggi il trend è la sostenibilità. Non solo i grandi gruppi ma anche le piccole e medie aziende danno sempre più valore a questo concetto. Da un sondaggio dell’azienda di consulenza Smithers Pira si evince che un impegno in questo senso dovrebbe dare buon esito nel punto vendita; per la maggior parte dei rivenditori e dei titolari di marchi intervistati sono infatti in primo luogo i consumatori a dare ormai per scontata la sostenibilità al momento dell’acquisto di prodotti dolciari. Affinché
una confezione sia ritenuta sostenibile, essa deve “essere riciclabile, composta da materiale rinnovabile e leggerissima, vantare un’impronta ecologica minima ed essere biodegradabile o compostabile”: così Adam Page, esperto di Smithers Pira, riassume le caratteristiche principali.
VASSOI, VASCHETTE E BLISTER RICICLABILI Il downsizing dei materiali è una strategia viene attuata tramite materiali di confezionamento facili da riciclare che consentono un risparmio delle materie prime grazie a un minore spessore. Un esempio sono le scatole pieghevoli realizzate con prodotti forestali certificati. La gamma spazia dai wraparound per barrette al cioccolato alle lattine per patatine impilate o file di biscotti, fino alle confezioni multifunzionali a display per i sacchetti di caramelle, comodamente riciclabili insieme alla carta. Un’altra interessante alternativa ai materiali classici come alluminio e plastica sono le pellicole in cellulosa e le bioplastiche. Le materie prime rigenerarabili come l’amido di
mais, patate o grano, ma anche le fibre contenenti cellulosa e i residui agricoli forniscono le molecole di base per le bioplastiche che stanno conquistando il mercato.
IMBALLAGGI SENZA MACCHIA Altro importante tema per questo mercato sono i macchinari ottimizzati per la lavorazione sostenibile dei diversi imballaggi: la combinazione perfetta di macchinario e imballaggio assurgerà a vero e proprio vantaggio concorrenziale. Con l’obiettivo di ottenere un carbon neutral packaging, le aziende stanno unendo le proprie forze per ridurre le emissioni in conformità a quanto previsto dai progetti sul clima e l’obiettivo sarà una filiera a zero emissioni.
SOLUZIONI COMODE La sostenibilità è tuttavia solo un megatrend, in quanto spesso snack e dolciumi vengono acquistati in modo spontaneo e consumati immediatamente come classici prodotti on-the-go. Soprattutto i giovani Millennial prediligono scegliere sugli scaffali riservati a patatine e dolciumi quei prodotti più pratici da portare con sé. Il tema usability è una componente essenziale dell’attività di ricerca e sviluppo all’interno delle aziende. Si può optare per strisce richiudibili o pratiche aperture realizzabili grazie alla più moderna tecnologia, ma l’obiettivo è sempre sviluppare delle confezioni che siano pensate in base alle esigenze dei consumatori. Dal semplice bicchierino con coperchio a pressione al sacchetto con la zip, oppure ancora laserscore e tearstrip per agevolare l’apertura, queste sono le ultime novità del settore.
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IL PACKAGING DOLCIARIO FIRMATO CAMA GROUP Grazie all’eccellenza nell’innovazione tecnologica unita all’eleganza del design, Cama ha sviluppato una macchina come la IF318. Questa soluzione racchiude un portfolio di idee che Cama ha sviluppato all’interno del proprio programma di Ricerca & Sviluppo. L’azienda propone soluzioni per diversi comparti industriali, pertanto questa macchina è caratterizzata da molte sfaccettature rilevanti per i vari settori del mercato alimentare, compresi il dolciario e i prodotti da forno. “Questo nuovo approccio ci ha permesso di fare la differenza a livello competitivo”, afferma Annalisa Bellante, co-titolare di Cama. “Il nostro concetto di design modulare integrato è talmente flessibile che si adatta a numerose applicazioni diverse per l’industria food e non-food”. Cama ha portato a ProSweets Cologne un modello progettato per il confezionamento in flowpack di barrette, puntando i riflettori sui nuovi, robusti e più veloci robot firmati Cama. La macchina, inoltre, in occasione di Interpack 2017si è aggiudicata un premio per l’innovazione. I giudici hanno apprezzato, in modo particolare, i tempi di cambio formato senza l’utilizzo di utensili. La IF318 include il sistema flessibile pitch-less i-Track di Cama, programmabile in ogni fase, dalla formazione al caricamento fino alla chiusura delle scatole. Inoltre, la IF318 è caratterizzata da una robotica avanzata e dal “digital twin” del sistema, una soluzione all’insegna dell’Industry 4.0che permette di raggiungere livelli superiori di monitoraggio dell’efficienza e delle performance. Tra gli elementi distintivi della macchina, spiccano: - le caratteristiche della BT generation, con standard di igiene più elevati; - il cablaggio integrato nella struttura della macchina, con un profilo aperto; - una piattaforma di controllo elettronico di livello più avanzato, con pannelli elettronici e di controllo compatti per tempi di accensione più brevi e benefici per il trasporto.
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GEROSA GROUP, INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
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Il Gruppo Gerosa, azienda di riferimento da più di ottant’anni nel settore del food packaging, dimostra di essere al passo con le nuove sfide che presenta oggi il mercato e con quelle che caratterizzeranno il prossimo futuro. È ormai manifesta la consapevolezza che un modello lineare di crescita economica non è più sostenibile e che l’Unione Europea ha intrapreso una strada ben definita per cercare di risolvere il problema legato ai rifiuti, incentivando l’utilizzo di risorse rinnovabili e di materiali riciclabili, con l’obiettivo di compiere una transizione verso un’economia sempre più circolare. La sostenibilità è da sempre una tematica importante per il Gruppo Gerosa, ed è anche uno dei focus su cui lavora il suo Innovation Center, un’unità di marketing e innovazione che ha lo scopo di sviluppare progetti innovativi e rispondere alle esigenze di un mercato in continuo fermento. Grazie al lavoro svolto dall’Innovation Center in collaborazione con il dipartimento di Ricerca e Sviluppo, il Gruppo Gerosa è oggi in grado di proporre ai suoi clienti diverse soluzioni di packaging riciclabili, monomateriali o compostabili, in linea con le nuove direttive europee riguardanti l’economia circolare. In particolare, il mercato del confezionamento dolciario è da decenni uno dei principali business dell’azienda, la quale ha maturato competenze ed esperienze fondamentali per portare prodotti innovativi di qualità. Per questo motivo, il Gruppo Gerosa è in grado di rispondere alle richieste del mercato riguardanti packaging sostenibili, ma anche performanti e di qualità elevata, senza cedere a compromessi inerenti la resa grafica o le performance classiche richieste agli imballi. I nuovi packaging sono studiati con l’obiettivo di semplificare le fasi di recupero e riciclo degli imballaggi plastici, ottimizzando pesi e strutture in base alla tendenza del mercato: ridurre le strutture disomogenee con un passaggio graduale verso strutture sempre più monomateriali, o assimilabili, in modo da rendere il packaging facilmente riciclabile, là dove le strutture di riciclo lo consentano. La sfida riguarda, infatti, tutta la filiera e il Gruppo Gerosa si pone all’avanguardia per studiare con clienti, fornitori e operatori del settore, le migliori soluzioni di packaging. La sfida è ambiziosa: garantire gli standard di sicurezza alimentare e qualità, coniugandoli con le richieste della produzione e con attenzione alle risorse e all’ambiente. La sostenibilità è un viaggio e gli obiettivi da raggiungere sono molteplici.
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INDUSTRIA DOLCIARIA
SCHUBERT PRESENTA UN NUOVO FLOWPACKER La Schubert ha presentato alla ProSweets 2019 di Colonia il flowpacker lightline, una macchina preconfigurata (composta dall’aggregato Flowmodul ed una linea picker) che confeziona in flowpack con efficienza e delicatezza sia i prodotti non confezionati che quelli sistemati su vassoi. Il Flowmodul è compatibile con tutti i comuni film per sigillatura a caldo o a freddo e offre la massima flessibilità nella combinazione dei prodotti. Grazie alla tecnologia robotica infatti si possono persino sovrapporre cracker o biscotti fragili in qualsiasi variante immaginabile e confezionarli in flowpack. Per i prodotti sensibili al calore, come la cioccolata per esempio, la Gerhard Schubert GmbH ha dotato l’aggregato Flowmodul di una nuova tecnologia di sigillatura a caldo brevettata, caratterizzata da un bassissimo sviluppo di calore e da tempi di sigillatura costanti con velocità variabili della catena. Per la prima volta è possibile regolare il film per la sigillatura a caldo da 5 a 60 metri, senza riduzioni della qualità del film o del prodotto. Con questa tecnologia è possibile anche realizzare la chiusura ermetica delle confezioni. Il flowpacker esposto fa parte della nuova linea di macchine lightline della Schubert, che comprende tre macchine confezionatrici per le soluzioni standard. Della linea fanno parte l’incartonatrice Cartonpacker lightline per il confezionamento dei prodotti nei cartoni e la Pickerline lightline per le applicazioni pick-and-place. A Colonia la Schubert ha esposto un flowpacker lightline che lavora delle confezioni miste con due prodotti diversi e sensibili al calore utilizzando la nuovissima tecnologia di sigillatura a caldo. Un biscotto al cioccolato bianco e un biscotto al cioccolato al latte vengono confezionati in un unico flowpack. La macchina raggiunge una portata di 250 prodotti o 125 flowpack al minuto. Il flowpacker dispone di un sistema di elaborazione delle immagini 3D in grado di garantire che esclusivamente i prodotti perfetti vengano alimentati sulla catena del Flowmodul. Inoltre, la Schubert Packaging Systems ha presentato la sua gamma completa di servizi di engineering. L’azienda famigliare di Crailsheim crea gli utensili per i robot specificatamente per il tipo di prodotto: cioccolatini delicati come filigrana, biscotti soffici o barrette di cioccolato. Grazie alla struttura modulare di cui dispongono le macchine a tecnologia TLM è possibile adattarle alle nuove esigenze, come nuovi formati di prodotti o confezioni e modificarle facilmente a costi adeguati. Quando si modifica il prodotto o il formato è sufficiente adattare o sostituire soltanto gli utensili dei robot: per questo la Schubert crea e produce pinze e ventose con un know-how pluriennale sia nel design che nel funzionamento degli utensili.
Nata a Bologna soltanto un anno fa, V-Shapes S.r.l. è una start-up che progetta, disegna e costruisce macchine per l’imballaggio monodose. Si avvale della collaborazione, tra le altre aziende, di Siemens, partner di spicco nel settore dell’imballaggio e dell’automazione. La tecnologia V-Shapes può essere applicata al settore alimentare (miele, topping, marmellate oli, dressing), oltre al cosmetico, farmaceutico, dei dispositivi medici e chimico. La più recente dimostrazione di questa proficua partnership è ALPHA, la macchina per riempimento e sigillatura di bustine monodose V-Shapes. Grazie a un sistema di apertura a una sola mano che impedisce spazi d’aria all’interno della monodose e un’efficace proprietà di barriera per qualsiasi prodotto in essa contenuto, V-Shapes – prodotto brevettato – permette di raggiungere performance eccellenti, rispondendo alle più svariate esigenze dei clienti, oltre a rendere semplice l’utilizzo anche da parte di soggetti che soffrono di disturbi neo degenerativi o di varie disabilità. Le V-Shapes sono frutto di un processo di indebolimento del polimero tramite schiacciamento tramite le operazioni delle macchine ALPHA, in grado di lavorare, riempire e sigillare diversi prodotti liquidi, con vari volumi di riempimento e in una vasta gamma di formati personalizzabili. Si avvale della perfetta integrazione tra il sistema di controllo Simatic S7-1517TF, i drive Sinamics S120 e G120C e i motori Simotics 1FK7. Un’integrazione che garantisce la completa automatizzazione e movimentazione della macchina. Attraverso lo Scalance S615 e a Sinema Remote Connect (RC) – il sistema di comunicazione sicuro che abilita l’accesso da remoto per gli operatori verso i sistemi di produzione – è inoltre possibile realizzare attività di manutenzione da remoto e accedere al sistema di controllo della macchina. In ottica 4.0, la macchina ALPHA è collegata, attraverso il IPC Nanobox, a MindSphere, il sistema operativo aperto di Siemens per l’IoT basato su cloud. Grazie a MindSphere, V-Shapes ha così la possibilità di storicizzare i dati delle proprie macchine, ottimizzando il rendimento in funzione della localizzazione della macchina, dell’ambiente in cui si trova, se in un luogo ad alte o basse temperature, oltre che di gestire l’approvvigionamento del materiale direttamente presso il cliente finale, nei casi in cui la macchina sia concessa in comodato d’uso. V-Shapes ha inoltre la possibilità di monitorare costantemente il proprio installato in tutto il mondo tramite un’unica app disponibile su MindSphere e accessibile da un qualsiasi smartphone o browser. Grazie a MindSphere, l’utilizzatore finale ha poi la possibilità di valutare la produttività della propria macchina da remoto, confrontandola con il rendimento atteso e valutandola nel complesso della fabbrica dove anche altri macchinari possono essere collegati a MindSphere senza difficoltà grazie a MindConnect e ai protocolli S7/OPC UA. È così possibile accedere agli allarmi e allo storico dati macchina che sono archiviati su MindSphere.
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SIEMENS, L’AUTOMAZIONE PER LE LINEE V-SHAPES
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Aziende e strategie
Più flessibilità e sicurezza con le soluzioni Pilz Da sempre l’obiettivo di Pilz è quello di fornire, ai suoi clienti, prodotti caratterizzati dalla massima sicurezza e flessibilità. Allo stesso tempo, l’azienda offre la propria competenza garantendo servizi e formazione. Un altro importante traguardo è l’estensione del portafoglio mondiale per la conformità internazionale anche ai mercati statunitense e brasiliano.
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arco Pelizzaro, Divisional Manager Components di Pilz, ci parla delle nuove soluzioni atte a ottimizzare i processi e ci racconta le strategie che l’azienda metterà in atto per raggiungere importanti obiettivi.
Quali sono le novità che Pilz presenterà a SPS Italia di quest’anno?
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Autorizzazione di accesso con selezione della modalità operativa: sinergia tra safety&security Con PITmode Fusion, Pilz Italia offre un sistema combinato per la selezione della modalità operativa e l’autorizzazione all’accesso. Il sistema modulare è caratterizzato da una maggiore flessibilità per la selezione della modalità operativa sicura fino al PLd e da
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un controllo delle autorizzazioni di accesso a impianti e macchinari. In questo modo, PITmode fusion consente una selezione efficiente della modalità operativa e una gestione dei permessi di accesso coprendo sia le specifiche di “safety” che quelle di “security”. Il nuovo PITmode fusion consiste in un’unità di lettura PITreader con tecnologia RFID e Web server integrato ed una Safe Evaluation Unit (SEU). Il suo design modulare consente al PITmode di essere integrato nella progettazione delle console di controllo esistenti. È possibile quindi utilizzare i pulsanti esistenti, consentendo una progettazione ottimizzata. Gli utenti autorizzati ricevono la corretta abilitazione della macchina secondo la propria formazione attraverso una chiave a transponder RFID codificata. È possibile selezionare fino a cinque modalità operative
sicure, come la modalità automatica, l’intervento manuale in condizioni limitate o la modalità di manutenzione. La chiave viene inserita nel PITreader installato nella console di controllo, la SEU rileva la modalità operativa specificata e assicura una commutazione funzionalmente sicura. Le chiavi RFID vengono lette e configurate nel PITreader. Per aumentare la protezione contro la possibile elusione, esse possono essere codificate in maniera specifica per l’azienda, in quanto includono una firma protetta da password. Alle chiavi che non hanno una codifica specifica dell’azienda verrà negato l’accesso. Inoltre, è possibile utilizzare chiavi RFID e PITreader per implementare una gestione dei permessi basata su gruppi. In questo caso, le varie abilitazioni vengono trasferite a interi gruppi con le stesse autorizzazioni di accesso anziché su singole persone. Più flessibilità per il nuovo PSENscan Pilz presenta un monitoraggio delle aree più flessibile ed efficiente con le nuove versioni Light e Master/Slave del laser scanner di sicurezza PSENscan: i laser scanner di sicurezza Pilz sono ora adatti anche per applicazioni verticali come la protezione di accessi. Inoltre, con PSENscan è ora possibile progettare applicazioni con maggiore flessibilità, grazie alle funzionalità di muting integrate, riducendo al minimo i tempi di inattività e ottimizzando i costi. PSENscan, a breve, potrà anche essere collegato in serie fino ad un massimo di 4 laser scanner e in futuro potrà abilitare fino a 70 configurazioni commutabili da configurare, nonché il monitoraggio simultaneo di fino a tre zone separate.
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necessario ad ottenere il permesso di funzionamento dei macchinari nel sito di installazione deve avvenire senza intoppi. Ecco perché Pilz ha esteso il proprio portafoglio mondiale per la conformità internazionale ai mercati statunitense e brasiliano. Pilz aiuta i produttori e/o gli esportatori ad essere conformi a tutte le specifiche richieste dalle autorità statunitensi. In maniera analoga, nel mercato brasiliano, Pilz offre ai propri clienti la possibilità di rendere i propri macchinari conformi alla norma NR12, accompagnandoli nel percorso con tutta la documentazione necessaria.
Quali sono i vantaggi che derivano dall’impiego delle vostre nuove soluzioni? L’obiettivo di Pilz è quello di essere un partner affidabile per i propri clienti: questo significa fornire prodotti con la massima sicurezza e che permettano la massima flessibilità. Allo stesso tempo Pilz offre la sua competenza garantendo servizi e formazione relativi alla sicurezza delle macchine a livello mondiale.
Quali sono le realtà produttive che possono trarre vantaggio dall’adozione delle vostre soluzioni di automazione? Pilz Italia offre le proprie tecnologie sia per il mercato degli OEM che per il mercato degli End-User. Le realtà produttive nelle quali Pilz Italia opera sono principalmente nel mercato del packaging, delle macchine utensili, del
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legno, farmaceutico, automotive, delle presse e della robotica. In generale Pilz offre servizi e soluzioni di sicurezza che possono creare valore sulla maggior parte delle macchine del mercato italiano, soprattutto nei casi siano necessari un aumento della produttività senza andare impattare sulla sicurezza degli operatori.
Il vostro motto “Automazione sicura? Sicuramente Pilz!” è sempre valido anche per l’evento di Parma? Ce lo può spiegare? Pilz realizza soluzioni per l’automazione di macchine e impianti in tutto il mondo con l’intenzione di offrire la soluzione migliore per il proprio cliente. Oggi i dispositivi Pilz riuniscono anche funzioni di sicurezza e automazione in un’unica soluzione. La scalabilità delle soluzioni Pilz garantisce la possibilità di gestire da macchine con funzioni elementari a macchine multiasse o impianti. I costruttori e gli utilizzatori hanno quindi a disposizione la soluzione completa per le funzioni di automazione e sicurezza: sensori, sistema di controllo e azionamento... tutto da un unico fornitore. Grazie alla semplicità di configurazione, programmazione, Pilz offre al cliente delle soluzioni flessibili che garantiscono una riduzione dei tempi di installazione. L’apertura verso i principali bus di comunicazione offrono una diagnostica completa e possibilità di affrontare la progettazione completa delle macchine dei propri clienti.
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Nuovi attuatori PSENcode Gli interruttori di sicurezza codificati PSENcode combinano la massima protezione da manipolazione con il minimo ingombro grazie alla tecnologia del transponder RFID. Ora offrono una nuova soluzione per applicazioni critiche in termini di spazio, dove gli ingombri sono un fattore chiave. Con un’altezza di circa 3 mm, il nuovo attuatore “low profile” di PSENcode è attualmente l’attuatore con spessore inferiore al mondo. Applicabile negli spazi più piccoli, in particolare anche per l’uso su plexiglas/ LexanTM. Grazie a questa versatilità, gli utenti beneficiano di un elevato grado di libertà in fase di progettazione della macchina. IO Link Master per PSSuniversal 2 Per garantire lo scambio di dati nella produzione in rete, sono necessarie tecnologie di comunicazione aperte, che supportano gli standard mondiali. Pilz offre il nuovo modulo IO Link Master PSS u2 ES 4 IOL per il sistema I / O remoto PSSuniversal 2. La tecnologia IO Link, standard in tutto il mondo secondo IEC 61131-9, supporta una diagnostica avanzata secondo lo spirito dell‘ Industria 4.0. Gli utenti possono salvare le configurazioni dei propri dispositivi come sensori e/o attuatori e i relativi dati di processo nel modulo master PSS u2 ES 4 IOL. Durante la manutenzione quindi non è necessario impostare nuovamente i parametri. Inoltre, tutti i dati vengono registrati centralmente, consentendo una diagnosi più rapida e semplice. Servizio completo per gli Stati Uniti e Brasile Chiunque venda macchinari negli Stati Uniti o in Brasile deve assicurarsi che tutte le specifiche siano soddisfatte. Il processo
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AZIENDE E STRATEGIE
Gruppo Lo Conte nuovo centro di distribuzione per ampliare la rete logistica Il Gruppo Lo Conte, azienda di riferimento nella produzione di farine speciali e preparazioni per dolci, ha chiuso un 2018 significativo e investe circa 10 milioni di euro per realizzare un nuovo centro logistico a sud di Milano.
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l nuovo magazzino del Gruppo Lo Conte si sviluppa su una superficie di 20mila metri quadri e sarà dedicato alla gestione delle aree del centro-nord. Al magazzino e alle attività di logistica erano già stati dedicati investimenti per migliorare l’automazione nello stabilimento. A partire dal 2013, infatti, la gestione del magazzino è affidata a carrelli a guida laser, veri e propri robot che identificano, trasportano e stoccano merce già imballata, grazie a un software che ottimizza gli spostamenti e riduce i consumi. Il nuovo Centro Logistico ha come obiettivo ultimo quello di facilitare la gestione del servizio verso i clienti. Per il Gruppo Lo Conte, l’efficienza della rete distributiva in un contesto globale è fondamentale per riconoscersi come brand competitivo e altamente specializzato. Tutto ciò servirà infatti ad aumentare flessibilità, capacità di risposta alla domanda e al tempo stesso efficienza aziendale. La struttura ospita una numerosa varietà di prodotti con un catalogo che riprende tutta
la gamma offerta dai brand del gruppo. Il magazzino è adibito allo smistamento della merce prodotta nello stabilimento stesso (principalmente farine della linea professionale Molino Vigevano) e dei prodotti provenienti da altri stabilimenti (farine a marchio Le Farine Magiche, oltre alla gamma di 200 referenze tra ingredienti e decorazioni a marchio Decorì). Il Gruppo sottolinea: “Tutto ciò servirà per aumentare la flessibilità, la nostra capacità di risposta alla domanda e al tempo stesso l’efficienza aziendale”.
I PRODOTTI DI PUNTA Ricavata da agricolture italiane biologiche, controllate e certificate, la linea “Farine dell’Orto” è ideale per chi è attento a un’alimentazione equilibrata, per chi è vegetariano, vegano e intollerante al glutine e non vuole rinunciare al gusto dei prodotti della terra. Ottenute dalla raccolta, dall’essicazione e dalla macinazione di materie prime da agricolture biologiche di origine italiana di alta
qualità, le “Farine dell’Orto” è la linea de “Le Farine Magiche” che comprende farine naturali per la preparazione di dolci e salati, realizzate all’insegna del gusto, di performance di lievitazione e di un’alimentazione sana ed equilibrata. Adatte a qualsiasi utilizzo in cucina, dai piatti più classici a quelli più fantasiosi, la linea, bio e senza glutine, comprende una ricca varietà di referenze: la Farina di Carote, ricca di fibre e povera di grassi, ideale per ricette sia salate che dolci; la Farina di Ceci, gustosa e proteica con un elevato numero di vitamine e sali minerali; la Farina di Fagioli, adatta alla preparazione di dessert fantasiosi; la Farina di Fave, per creare ricette ed impasti delicati e gustosi; la Farina di Lenticchie, dal sapore e dal colore intensi; la Farina di Patate, perfetta per rendere più soffici i prodotti da forno; la Farina di Piselli, ideale per preparare zuppe e impasti di benessere; la Farina di Soia, da utilizzare da sola o mixata con altre farine per impasti sani e originali e la Farina di Zucca, un vero e proprio mix tra dolcezza e salute. Le “Farine dell’Orto” esprimono in pieno il concept che caratterizza “Le Farine Magiche”, ovvero quello di proporre farine speciali, capaci di adattarsi a qualsiasi utilizzo, frutto di una giusta combinazione tra tradizione e innovazione per incontrare le esigenze di chi in cucina è attento alla preparazione di cibi sani ed equilibrati.
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AZIENDE E STRATEGIE
Citterio segue i trend del momento
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20 milioni di euro l’anno è la cifra spesa dagli italiani per l’acquisto di prodotti senza glutine, non sempre per motivi legati alla salute, non solo celiaci. Questi prodotti attirano una grossa fetta di italiani, in un mercato, come segnalato da Coldiretti, che sta vivendo un vero e proprio boom. Questo trend è confermato dall’Osservatorio Ixè. Infatti, il 74% degli italiani sceglie cibi che riportano in etichetta la dicitura “senza…”: senza lattosio e glutine, senza conservanti e coloranti, senza OGM, ma anche senza zucchero e sale. Quando si acquista un prodotto alimentare il 45% predilige l’assenza dei conservanti, il 43% dei coloranti, il 38% cerca l’assenza degli OGM, mentre la percentuale di persone che cercano alimenti senza glutine e senza lattosio arriva al 31%. Sono principalmente le donne a porre particolare attenzione alle materie acquistate, ma sono i più giovani (18-34 anni) e i giovani adulti (35-44) a rivelarsi dei veri cultori dei cibi “senza…”. “Il dato esprime probabilmente un insieme di fattori”, commenta Margherita Sartorio, co-founder e CEO dell’Istituto Ixè. “Da un lato un rapporto più consapevole e informato con il cibo e le abitudini alimentari, grazie a una maggiore familiarità con i consigli e le conoscenze della scienza della nutrizione e dell’educazione alimentare. Dall’altra,
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forse, una maggiore esposizione alle mode che estremizzano, e in certi casi distorcono, le indicazioni della scienza medica”.
questo: creare un prodotto gustoso, capace di andare incontro alle esigenze di un consumatore sempre più evoluto”.
LA PROPOSTA “SENZA…” DI CITTERIO
IL CONSUMO ON THE GO
I consumatori non sono solo alla ricerca di prodotti “salutari”, ma cercano di trasmettere queste buone abitudini anche ai propri figli. A questo proposito, Citterio, sempre attenta ai nuovi bisogni del consumatore ha ideato “UnDueTris Merenda”, lo snack completo e gustoso, pensato con il nutrizionista appositamente per le esigenze alimentari dei bambini. Acquistabile in diversi gusti: al prosciutto cotto, al salame, versione sport e soprattutto senza glutine. Quest’ultimo è composto da bastoncini di salame, 3 maxi grissini senza glutine e un frullato 95% frutta ricco di vitamina C. “UnDueTris Merenda” è ideale per il rientro a scuola, facile da trasportare e si conserva fuori dal frigorifero fino a 8 ore. “I dati dell’Osservatorio Ixé – commenta Citterio – confermano che il prodotto Citterio è in linea con le esigenze di mercato. Capita che in alcune circostanze, come può essere la scelta della merenda per i bambini, l’assenza di determinati ingredienti rappresenti un plus per i consumatori. Con ‘UnDueTris Merenda Senza Glutine’ abbiamo cercato di fare proprio
Citterio segue i nuovi trend dello snacking e presenta la nuova gamma de “Gli irresistibili” che si conserva fuori dal frigo, perfetta per il consumo in qualunque momento della giornata e situazione in modo facile e veloce. Diverse le proposte disponibili sia nella classica vaschetta che nella nuova confezione flowpack. “Gli Irresistibili” sono fatti con carne 100% italiana, senza glutine e senza lattosio. Bastoncini di salame nella versione sia classica sia piccante, salamini e fettine di salame si presentano in vaschette perfette per un rapido “spuntino”, a casa o in ufficio, con una grafica completamente rinnovata e colorata. La linea Snack, invece, vede l’utilizzo di un nuovo e moderno sacchetto di carta con la combinazione di bastoncini di salame o salamini e grissini. Anche questi ultimi si conservano fuori dal frigo e possono essere mangiati come uno sfizioso “rompi fame”, un vero e proprio snack on the go da consumare in qualunque momento della giornata. “Sappiamo che il consumo degli snack sta vivendo una profonda evoluzione – dicono dall’azienda – e, secondo gli ultimi trend alimentari, questi devono non solo soddisfare il palato, ma devono anche essere facili da trasportare e condividere. Per questo motivo Citterio ha deciso di lanciare ‘Gli Irresistibili’ fuori frigo”.
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Il 74% degli italiani sceglie cibi “senza…”: glutine e lattosio sono tra gli ingredienti più evitati dai consumatori, trend confermato anche nel settore dei salumi. Non solo, il nostro stile di vita frenetico ci porta sempre più spesso a consumare cibi fuori casa, in qualsiasi momento della giornata. A queste tendenze Citterio risponde con linee specifiche di prodotti per il consumo da parte di chi è attento all’alimentazione e di chi è sempre in movimento.
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FOCUS
Contenitori Rittal AX e KX riprogettati in chiave 4.0 Rittal porta a SPS 2019 i nuovi armadietti compatti AX e i contenitori di piccole dimensioni KX. Perfettamente integrati nei processi digitali, i nuovi AX e KX non solo offrono un’installazione più semplice e veloce, ma anche maggiore flessibilità e sicurezza. Rittal ha riprogettato le nuove gamme allineandole con i dettami di Industria 4.0.
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a digitalizzazione e l’automazione nell’era dell’Industria 4.0 stanno ponendo nuove sfide nel settore degli armadi industriali. “Abbiamo capito i nuovi principi dell’industria digitalizzata e li abbiamo integrati nello sviluppo di una nuova generazione di armadietti compatti e contenitori di piccole dimensioni. In combinazione con l’introduzione della nostra gamma di
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condizionatori Blue e+ e del sistema di armadi di grandi dimensioni VX25, tutti i nostri principali prodotti sono stati completamente riprogettati per Industria 4.0”, afferma Uwe Scharf, Managing Director di Rittal, responsabile per le Business Unit IT e Industry e Marketing. Di pari passo con l’aumento del numero di sensori e attuatori utilizzati nelle macchine
e negli impianti, cresce anche il numero di componenti e cavi da installare nei quadri elettrici. Inoltre, la digitalizzazione si fa sempre più strada nella realizzazione dei quadri elettrici per la crescente esigenza di automazione, flessibilità e disponibilità dei prodotti.
CATENA DIGITALE “DA CLIENTE A CLIENTE” Dall’ingegneria, all’ordinazione, fino all’automazione, Rittal fornisce soluzioni efficaci end-to-end lungo l’intera catena del valore per la costruzione dei quadri elettrici. Il gemello digitale dell’armadio reale fornisce dati di elevata qualità per l’intero processo di progettazione, configurazione e produzione. Tutte le parti sono dotate di codici QR per poter essere identificate e assegnate in modo univoco in ogni ambiente. Con il lancio di AX e KX, anche i nuovi armadietti compatti e i contenitori di piccole dimensioni sono ora parte integrante di questo processo. Rittal Configuration System (RiCS), ad esempio, consente di configurare in modo semplice e veloce contenitori, accessori e modifiche. Il sistema di controllo automatico di fattibilità assicura che gli accessori appropriati siano configurati correttamente. Il risultato può essere trasferito direttamente sul Rittal Online Shop con immediate indicazioni di prezzo e tempi di consegna. Allo stesso tempo, i dati della configurazione possono essere trasferiti nei software di progettazione EPLAN e quindi utilizzati per progetti successivi, completi di eventuali modifiche. In questo modo si riducono notevolmente i tempi e le risorse necessarie per il processo di progettazione.
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I contenitori AX e KX sono prodotti nello stabilimento di recente costruzione di Haiger, in Germania. È qui che è stata creata la linea di produzione più moderna al mondo di armadi compatti e contenitori di piccole dimensioni secondo i criteri di Industria 4.0. I processi di produzione altamente automatizzati, in combinazione con il vicino centro di distribuzione (GDC), consentono l’evasione degli ordini senza interruzioni, garantendo la disponibilità continua di prodotti e accessori standard.
SEMPLICI, VELOCI, FLESSIBILI E SICURI Le due nuove gamme del portfolio di armadi Rittal, offrono ai clienti funzionalità migliorate e nuove opportunità per la creazione del valore. Il risparmio di tempo inizia già alla consegna: le parti piane possono essere tutte rimosse singolarmente, eliminando la necessità del tradizionale smontaggio. Anche l’installazione di porte e chiusure a filo, solitamente possibile senza utensili, è reso più semplice. Il supporto di montaggio a parete ora può essere avvitato rapidamente dall’esterno dell’armadietto compatto o del contenitore di piccole dimensioni, mantenendone
PRODUZIONE CONFORME A INDUSTRIA 4.0 Con un investimento totale di 250 milioni di euro, il più grande nella storia della società, Rittal sta costruendo a Haiger, situato nella regione dell’Assia, un moderno sito produttivo di armadietti compatti e piccoli contenitori, conforme ai criteri di Industria 4.0. Nei nuovi capannoni di 24.000 metri quadrati, più di 100 nuove macchine ad alta tecnologia saranno presto utilizzate per produrre giornalmente circa 9.000 armadietti compatti AX e contenitori di piccole dimensioni KX. L’impianto lavorerà circa 35.000 tonnellate di acciaio all’anno. Produzione nella smart factory Le macchine del sito di Haiger saranno sempre più automatizzate, producendo pezzi singoli e gruppi di componenti con un’efficienza eccezionale. Mentre in passato i singoli processi di taglio, bordatura, saldatura e verniciatura erano sequenziali e indipendenti l’uno dall’altro, nella nuova era i lavoratori, le macchine e i materiali saranno sempre più integrati in un unico sistema. Al termine del processo, le singole parti saranno assemblate automaticamente e verrà applicato un codice QR che consente l’identificazione del prodotto anche nel processo di lavorazione del cliente. Le macchine e i mezzi di movimentazione comunicheranno tra loro e con i sistemi di controllo attraverso moderne reti di comunicazione conformi ai requisiti di Industria 4.0. I materiali e i componenti saranno movimentati da 20 sistemi di trasporto con guida automatizzata, così come l’imballaggio, la marcatura e il trasferimento al centro di distribuzione. Sistemi di “apprendimento” basati sulla conoscenza consentiranno di effettuare una manutenzione predittiva, prevenendo i guasti e riducendo al minimo i tempi di inattività del sofisticato processo produttivo. La gestione e l’evasione automatizzata degli ordini garantirà la disponibilità costante di prodotti e accessori standard nel Global Distribution Center, chiudendo la catena di processo digitale end-to-end, dalla configurazione e ingegnerizzazione da parte del cliente alla spedizione del prodotto finale.
inalterato il grado di protezione. In questo modo si riduce notevolmente anche il rischio di danni da trasporto, poiché i supporti a parete sporgenti possono essere montati anche sul luogo di installazione. Un ulteriore vantaggio è il maggior spazio disponibile che i contenitori AX e KX offrono rispetto ai loro predecessori, AE, CM, KL, EB e BG. Il crescente numero di sensori e attuatori impiegato nel settore dei quadri elettrici è la conseguenza di una maggiore raccolta dei cavi da alloggiare. La struttura modulare dei nuovi contenitori, le aperture ottimizzate e le piastre passacavi maggiorate creano mediamente fino a un terzo di spazio in più per i cavi. Inoltre, i rilievi integrati nelle pareti laterali consentono di incorporare in modo semplice, preciso e veloce le guide di allestimento interno. Poiché anche le guide sono dotate di griglia di foratura con passo da 25 mm, è possibile utilizzare accessori, come lampade o morsettiere del sistema di armadi VX25. In questo modo è possibile avere un magazzino ricambi più snello e non è necessario effettuare alcuna lavorazione meccanica quali forature, ecc. La sicurezza è una priorità assoluta in tutti gli armadi Rittal. Quando i componenti
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vengono installati negli AX e KX, il loro grado di protezione viene mantenuto senza limitazioni. Questo vale anche per la certificazione UL, essenziale per l’impiego sul mercato nordamericano. Nel complesso, le nuove caratteristiche costruttive rendono gli armadietti compatti più robusti e garantiscono una maggiore resistenza, in particolare ai carichi dinamici.
VARIETÀ PER DIVERSE ESIGENZE Le nuove linee di prodotto rispondono a molteplici e diverse esigenze. I contenitori di piccole dimensioni KX da 150 mm x 150 mm x 80 mm sono ideali quando si devono installare pochi componenti in cassette di derivazione e contenitori per sistemi bus. Gli armadietti compatti AX sono disponibili con profondità comprese tra 120 mm e 350 mm e con dimensioni massime di 1000 mm x 1400 mm. Per tutti i modelli è possibile scegliere tra le varianti in lamiera d’acciaio con verniciatura a polverizzazione elettrostatica o acciaio inox. Nonostante le maggiori opzioni di applicazione, il sistema nel suo complesso ha ridotto notevolmente il numero di componenti e accessori e quindi anche la complessità.
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PRODUZIONE ALTAMENTE AUTOMATIZZATA
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Sealed Air nuovo hub per la sostenibilità L’investimento nella nuova struttura Packforum in Italia testimonia l’impegno di Sealed Air per l’innovazione e la sostenibilità nella regione EMEA. Questo nuovo spazio espositivo offre un’esperienza tecnologica, con un focus particolare sull’innovazione, l’efficienza energetica e le strategie omnichannel.
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l 4 aprile Sealed Air Corporation ha accolto numerosi visitatori all’inaugurazione del suo nuovo centro espositivo, Packforum EMEA, un microcosmo vibrante di soluzioni per l’industria alimentare europea, a Passirana di Rho, Milano. Creato per consentire ai visitatori di scoprire nuove soluzioni di packaging e scambiarsi idee sul mercato globale e sulle tendenze di consumo, Packforum EMEA offre un’esperienza tecnologica con un’attenzione particolare all’innovazione, all’efficienza energetica e alle strategie omnichannel. Si prevede che in futuro il centro saprà attrarre le aziende del settore di tutta Europa.
IL CUORE DELLA TENCOLOGIA GREEN Presso Packforum EMEA i clienti avranno modo di ideare, creare e testare soluzioni per il confezionamento di prodotti alimentari e non, usufruendo di un supermercato virtuale, di una pratica cucina per le dimostrazioni e di uno dei più grandi impianti produttivi dell’azienda nella regione, all’interno dello stesso sito. Gli specialisti Sealed Air, esperti di economia circolare, scienze alimentari, conformità alimentare, e-commerce e automazione del confezionamento favoriranno l’innovazione e la collaborazione con i clienti. “Questo investimento è l’ennesimo esempio dell’impegno
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SEALED AIR CONTRO I RIFIUTI PLASTICI NELL’AMBIENTE
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Sealed Air Corporation ha aderito a Alliance to End Plastic Waste, una nuova organizzazione globale composta da circa 30 società che si sono impegnate a investire, a partire da oggi e per i prossimi cinque anni, 1,5 miliardi di dollari in soluzioni per aiutare a eliminare i rifiuti plastici nell’ambiente. “Alliance riunisce i membri chiave di tutta la catena del valore, dai fornitori di materiali alle società di gestione rifiuti, per uno sviluppo congiunto di soluzioni che possano gestire e ridurre al minimo i rifiuti plastici e promuovere mezzi per l’utilizzo degli stessi in un’economia circolare”, ha affermato Ted Doheny, Presidente e CEO di Sealed Air. “I nostri investimenti in innovazione, incluse le collaborazioni con partner come Alliance, ci aiuteranno ad accelerare i progressi verso i nostri obiettivi di sostenibilità 2025”. Alliance è un’organizzazione no-profit che unisce aziende che producono, utilizzano, vendono, elaborano, raccolgono e riciclano materie plastiche. Produttori di plastica, convertitori, aziende di beni di consumo, rivenditori e aziende di gestione dei rifiuti lavoreranno insieme per un’azione volta a migliorare l’ambiente e le industrie di settore. “Mantenere il nostro ambiente libero dai rifiuti è importante per il futuro del nostro pianeta”, ha affermato Jim Fitterling, CEO di Dow. “Lavorare con aziende come Sealed Air consente a Alliance di accelerare gli sforzi e intraprendere azioni decisive per porre fine ai rifiuti plastici nell’ambiente”. Oltre alla partecipazione ad Alliance, Sealed Air ha recentemente annunciato il “2025 Sustainability and Plastics Pledge”, impegnandosi a realizzare imballaggi riciclabili al 100% o riutilizzabili, con contenuto riciclato medio del 50% entro il 2025. Sealed Air partecipa anche all’iniziativa New Plastics Economy di Ellen MacArthur Foundation e recentemente è diventata firmataria dell’impegno globale New Plastics Economy Global Commitment.
di Sealed Air nei confronti dell’innovazione e della sostenibilità e costituisce un luogo di confronto con i nostri clienti per lavorare insieme a un futuro senza sprechi nei più svariati settori operanti a livello globale”, afferma Karl Deily, Chief Commercial Officer di Sealed Air.
UNO STABILIMENTO SOSTENIBILE Costruito e arredato con materiali di riciclo, la struttura ecocompatibile utilizza parte dell’energia da fonti rinnovabili, contribuendo notevolmente alla riduzione degli sprechi. “Eliminando gli sprechi dalle nostre attività e aiutando i clienti a fare lo stesso lungo tutta la catena di distribuzione non soltanto aumentiamo efficienza e redditività ma facciamo il bene delle nostre comunità e dell’ambiente”, afferma Ron Cotterman, Vice President, Corporate Innovation and Sustainability di Sealed Air. “Siamo entusiasti di lavorare insieme ai nostri clienti, qui a Packforum, allo sviluppo di soluzioni creative per risolvere le loro sfide nell’ambito del confezionamento”. Oltre alla nuova sede italiana, Sealed Air ha centri espositivi a Shanghai, in Cina e presso la sede centrale di Sealed Air negli Stati Uniti.
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Cama Group per il settore Bakery
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na delle più recenti installazioni di Cama, una linea per l’astucciamento di biscotti in flowpack, è avvenuta all’interno di una prestigiosa società, conosciuta e apprezzata nel settore per la sua ampia gamma di prodotti. La soluzione proposta da Cama ha permesso al cliente di aumentare la produzione e di ottenere la necessaria flessibilità per soddisfare le molteplici richieste del mercato. La linea integra un’unità di carico con due robot Triaflex Delta che alimentano un’astucciatrice a moto continuo ad alta velocità della serie CL. Il sistema combinato è stato progettato per soddisfare le diverse necessità produttive del cliente in termini di flessibilità (capacità di gestire una varietà di prodotti e configurazioni di imballaggio), efficienza produttiva (grazie al tasso di efficienza garantito della linea) e facilità d’uso (attraverso procedure di cambio formato facili e veloci).
del formato da confezionare – e li colloca sul convogliatore dell’astucciatrice correttamente orientati. La flessibilità di questa soluzione di caricamento consente di raggruppare, ruotare e/o impilare i prodotti in diversi configurazioni di carico, dando la possibilità di gestire formati multipli con un minimo cambio di parti di formato. L’astucciatrice a moto continuo esegue il caricamento laterale dei prodotti negli astucci pre-incollati tramite spintore superiore. Le caratteristiche tecnologiche di produttività delle macchine Cama, che includono le funzioni “assenza prodotto, assenza astuccio”, protezione sovraccarico spintore, controllo ed espulsione imballi con lembi aperti, sono standard su tutte le macchine e forniscono ulteriori vantaggi operativi, contribuendo a massimizzare il rendimento della linea.
IL FUNZIONAMENTO
La velocità di produzione può variare, in base ai diversi prodotti e configurazioni, da 60 a 110 ppm in questa applicazione, ma le astucciatriciCama della serie CL sono in grado di operare a velocità superiori ai 300 ppm in presenza di configurazioni idonee. Questa linea ad alto rendimento appartiene
Questo versatile sistema di imballaggio riceve i flowpack provenienti dalle due macchine confezionatrici, posizionate a monte, alla velocità di 360 ppm e li raggruppa in un sistema di ordinamento a tasche multiple. Il robot Delta preleva i flowpack – a seconda
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SOLUZIONI FLESSIBILI E USER-FRIENDLY
alla nuova gamma di sistemi di imballaggio Cama “Break-Through Generation” (BTG). Tutte le macchine BTG incorporano le più recenti innovazioni nel settore R&S degli imballaggi in cartone solido od ondulato. L’innovativa tecnologia Cama definisce nuovi standard nell’industria del packaging secondario, con significativi vantaggi progettuali e di esecuzione macchine, tra cui: standard di igiene più elevati, sicurezza e facilità di accesso per i lavori di manutenzione e pulizia, configurazione modulare e compatta, semplice operabilità, profilo aperto con sistema cablaggio migliorato e integrato, ergonomia di utilizzo, ingegnerizzazione a risparmio energetico, tecnologia cabinetfree, comandi intuitivi e interfacce grafiche per i dati di produzione e prestazionali. Tali caratteristiche sono proposte sull’intera gamma di macchine e sistemi Cama. Cama Group, sin dal 1981, progetta e produce sistemi e linee d’imballaggio secondario e robotica ad alta tecnologia. Realizzia linee complete integrate di confezionamento, partendo dal ricevimento di prodotti primari nel settore Food (Bakery, Confectionery, Coffee, IceCream, Dairy, Ready Meals, Grocery), Non Food (Personal, Health& Home Care) e Pet Food, sino al loro imballo prima della palletizzazione.
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Cama, realtà di riferimento nell’industria dell’imballaggio secondario, vanta nel settore bakery un comprovato know-how tecnico con centinaia di applicazioni di successo installate in tutto il mondo. L’azienda ha installato un nuovo sistema di astucciamento di biscotti in flowpack.
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FATTI FATT FA CASE TTII E TE TT TEND TENDENZE HISTORY NDEN ND ENZE EN ZE
SCHNEIDER ELECTRIC E LIDL FINLANDIA
Lidl Finlandia la più grande microgrid industriale grazie a Schneider Electric
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Schneider Electric e Lidl Finlandia costruiranno la più grande microgrid industriale del paese per un nuovo centro di distribuzione. Il nuovo centro di distribuzione avrà una soluzione Schneider Electric integrata basata su EcoStruxure™ Microgrid e EcoStruxure Building Operations, ad altissima efficienza energetica e alimentata al 100% da energie rinnovabili.
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chneider Electric, punto di riferimento nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, fornirà a Lidl, per il suo nuovo centro di distribuzione di Järvenpää in Finlandia, la più grande microgrid industriale del paese e un sistema innovativo per la gestione degli edifici basato su IoT. Il centro di distribuzione avrà una superficie di 60.000 metri quadrati (come dieci campi da calcio) e sarà il più grande del paese; servirà alle esigenze dei negozi della catena nel sud della Finlandia e sarà pienamente operativo all’inizio del 2019.
100% FONTI RINNOVABILI PER ZERO EMISSIONI Con l’offerta microgrid di Schneider Electric, il centro di distribuzione raggiungerà alti livelli di efficienza energetica e sarà alimentato solo da energie rinnovabili. Sarà possibile coniugare sostenibilità ed elevate
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performance grazie a EcoStruxure Microgrid Advisor, una soluzione in cloud che sfrutta potenti capacità di analytics per controllare e ottimizzare le risorse. La microgrid sarà composta da un impianto fotovoltaico da 1.600 pannelli posizionato sul tetto dell’edificio; l’elettricità così generate sarà usata per la co-generazione di riscaldamento e condizionamento. Il calore recuperato da apparecchiature e sistemi di refrigerazione darà energia all’edificio e agli abitanti della città di Järvenpää, per fornire acqua calda a circa 500 case private. La microgrid sarà associata a un sistema di batterie per l’accumulo di energia. L’accumulo giocherà un ruolo importante per gestire i picchi di consumo e assicurare continuità alla distribuzione elettrica. Se la rete elettrica nazionale dovesse temporaneamente essere in sovraccarico, il centro di distribuzione di Lidl potrebbe ridurre i consumi di energia provenienti dalla rete
facendo affidamento sulle batterie. “Nei periodi in cui fa molto freddo, la rete finlandese è interessata da fenomeni di sovraccarico” spiega Simo Siitonen, Energy Management Manager di Lidl Finland. “Il sistema di accumulo energetico a batteria ci permetterà di reagire rapidamente ai picchi di consumo, di ridurre il carico sulla rete e di assicurare che tutti in Finlandia abbiamo energia elettrica a sufficienza”.
RISPARMIO DEL 50% SUI COSTI La piattaforma software-as-a-service EcoStruxure Microgrid Advisor è progettata per semplificare l’integrazione delle risorse energetiche distribuite (DER) e permettere a chi gestisce le facility e agli operatori che si occupano delle microgrid di raccogliere dati, prevedere le esigenze e ottimizzare automaticamente l’operatività delle risorse disponibili – usando informazioni in tempo
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reale e algoritmi di machine learning predittivi. I team di Energy Management di Lidl potranno quindi monitorare e gestire: il sistema di controllo della microgrid, l’ottimizzazione dell’uso dell’energia, la risposta alla domanda di energia elettrica e riscaldamento, i sistemi di accumulo, il sistema fotovoltaico, i sistemi generali di riscaldamento e condizionamento. Per ottimizzare in tempo reale l’uso di energia, il sistema prenderà in considerazione il tasso di utilizzo, i prezzi, il consumo generale di elettricità e le condizioni meteo del momento in Finlandia. Si tratta del primo sistema di gestione energetica industriale della Finlandia, che userà tecnologie demand response, con l’obiettivo di risparmiare del 50% sui costi grazie a una microgrid intelligente composta da un impianto solare, soluzioni di accumulo dell’energia e teleriscaldamento bi-direzionale, gestiti dal sistema di controllo EcoStruxure™ Microgrid Advisor Il sistema di gestione dell’edificio nel centro di distribuzione di Lidl sarà gestito con il software EcoStruxure Building Operation di Schneider Electric. Questa piattaforma aperta di building management integra più sistemi, per ottenere controllo centralizzato e in tempo reale di uno o più edifici. Il software
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installato permette un totale controllo da remoto e offre servizi di analytics per migliorare ulteriormente l’efficienza energetica. Il team Schneider Electric finlandese ha creato un servizio di gestione operativa del sito da remoto unico nel suo genere, basandosi sul portafoglio completo di EcoStruxure Building. Questa offerta di servizi gestiti ha ottenuto - primo caso di questo tipo in Finlandia – la certificazione internazionale di sicurezza delle informazioni ISO 27 ISO 27001-2013.
OBIETTIVI TECNICI RAGGIUNTI “Il nostro obiettivo è avere il centro di distribuzione di prodotti freschi più green del nord Europa” ha aggiunto Simo Siitonen. “Abbiamo fissato obiettivi tecnici molto stringenti per tutto il ciclo di vita della struttura. L’edificio è a zero emission e l’obiettivo di risparmio energetico è superiore al 50%. Il progetto è stato eseguito secondo gli standard che corrispondono alla prestigiosa certificazione ambientale BREAAM – livello Eccellente. Per la scelta del partner con cui lavorare è stato importante individuare un’azienda capace di offrirci una soluzione efficiente dal punto di vista energetico, integrata e completa, in grado di gestire i sistemi di gestione dell’energia e dell’edificio diversi fra loro per tutto
il ciclo di vita dell’edificio”. “La decisione di Lidl Finland di costruire un edificio a zero emissioni – e a momenti anche net-positive – è segno di determinazione e di capacità di visione, con l’obiettivo di scegliere la migliore soluzione integrata possibile: non solo per gestire questa nuova struttura in modo più efficiente di quelle esistenti ma anche per dare un esempio di come si possa costruire e gestire un edificio in modo sostenibile, per il bene dell’ambiente. E’ un fatto significativo sia a livello nazionale sia internazionale” ha affermato Tuomas Qvick, Vice President of EcoBuilding & Field Services Finland di Schneider Electric. EcoStruxure Building è parte dell’architettura EcoStruxure di Schneider Electric. EcoStruxure ™ è la nostra architettura e piattaforma abilitata dall’IoT, plug&play, aperta, interoperabile. EcoStruxure crea valore aggiunto attraverso la sicurezza, affidabilità, efficienza, sostenibilità e connettività. EcoStruxure sfrutta l’evoluzione tecnologica di IoT, mobility, sensoristica, cloud, analytics e cybersecurity per offrire Innovazione a tutti i livelli – dai prodotti connessi al controllo edge, fino ad app analytics e servizi. EcoStruxure è stato implementato in oltre 480.000 installazioni, con il supporto di un ecosistema di oltre 20.000 system integrator, e connette oltre un milione e mezzo di asset.
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FATTI FATT FA CASE TTII E TE TT TEND TENDENZE HISTORY NDEN ND ENZE EN ZE
Huel ready-to-drink nutrizione completa On The Go Commercializzato in polvere, barrette e granola, da dicembre 2018 Huel è disponibile anche nella versione ready-to-drink nel pratico formato in PET da 500 ml, sviluppato da PET Engineering in collaborazione con Gea Procomac.
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n fatturato di 14 milioni di sterline nel 2017 e 40 milioni nel 2018, è uno dei business dalla crescita più rapida della Gran Bretagna: stiamo parlando di Huel, l’azienda che, in meno di quattro anni, ha rivoluzionato il modo di nutrirsi offrendo ai propri consumatori pasti nutrizionalmente completi, convenienti e con un impatto minimo sugli animali e sull’ambiente. Commercializzato in polvere (HuelPowder), barrette (HuelBars) e granola (HuelGranola), da dicembre 2018 Huel è disponibile anche nella versione ready-to-drink nel pratico formato in PET da 500 ml sviluppato da PET Engineering in collaborazione con Gea Procomac.
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COERENZA E FUNZIONALITÀ Il design del packaging risponde alle due esigenze principali del brand: coerenza con il portfolio prodotti esistente e funzionalità. La prima esigenza è stata soddisfatta attraverso la creazione di una shape essenziale, la scelta del bianco come colorazione per la preforma, utile anche alla protezione del contenuto, e l’utilizzo di una full-sleeve che permette ampia visibilità del brand, come avviene anche nelle confezioni in cartone e in quelle di confezionamento singolo. Per la funzionalità, l’imboccatura larga 38mm consente un utilizzo on-the-go pratico e veloce, perfetto per quando si ha poco tempo e non si ha a disposizione una cucina per prepararsi un pasto sano e bilanciato.Con 26 vitamine essenziali, 20 grammi di proteine, solo 5g di
zucchero e due gusti capaci di soddisfare anche i più golosi, Vaniglia e Frutti Rossi, Huel Ready-to-Drink è il nutrimento completoda portare sempre con sé.
FOCUS TECNOLOGICO La bottiglia è prodotta con una linea asettica fornita dal Gruppo GEA che include il sistema ABF 1.2 (AsepticBlowFill). La linea asettica GEA – che ha ottenuto la certificazione FDA per la produzione e la distribuzione a temperatura ambiente negli USA di bevande a lunga conservazione e a bassa acidità – è costituita dall’integrazione di una soffiatrice rotativa completamente asettica con moduli di riempimento e capsulatura anch’essi asettici.La certificazione FDA conferma che la tecnologia ABF 1.2 di GEA garantisce la massima affidabilità dell’impianto e la massima efficienza di sterilizzazione durante
ogni fase del processo di imbottigliamento di bevande sensibili.Grazie all’isolatore microbiologico che include anche la giostra di soffiaggio asettica, ABF 1.2 soffia con aria sterile in un ambiente sterile le preforme precedentemente sottoposte ad un trattamento di decontaminazione con perossido di idrogeno che viene vaporizzato (VHP) contemporaneamente sulle superfici interne ed esterne delle preforme stesse.Il risultato è un processo di sterilizzazione preforme che si svolge in un’unica fase, permette di ridurre significativamente l’uso di agenti chimici e non richiede acqua durante la fase di risciacquo. Grazie al monitoraggio continuo di ogni parametro del processo di sterilizzazione e ai cicli operativi completamente automatizzati, con ABF 1.2 l’eventuale rischio di ricontaminazione delle bevande sensibili durante l’imbottigliamento viene eliminato.
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FOOD&AMBIENTE
LE SOLUZIONI ANTARES VISION E LE NUOVE SFIDE DELLA SERIALIZZAZIONE La richiesta di sicurezza e di trasparenza dei prodotti immessi sul mercato sta crescendo in modo esponenziale e sta riguardando numerosi settori industriali. Antares Vision, fornitore di sistemi di ispezione visiva, soluzioni di tracciatura e gestione intelligente dei dati, dopo la crescita internazionale nel settore farmaceutico, mette a disposizione dell’industria alimentare il proprio expertise e il proprio know-how tecnologico: le soluzioni Antares Vision, in particolare sulla tracciabilità dei prodotti alimentari, sono state illustrate presso la sede dell’azienda nel corso del Media Tutorial dal titolo: “Tracciabilità: innovazione, sicurezza ed efficienza nel settore Food”. I frequenti casi di sofisticazione alimentare hanno scatenato una sempre maggiore richiesta di trasparenza per i prodotti immessi sul mercato. Nel settore del Food la garanzia sull’origine e sul percorso del prodotto non costituisce soltanto il primo requisito di sicurezza per i consumatori, ma anche un potente strumento di brand value per le imprese. Un tema al centro dell’intervento “Antares Vision e le nuove sfide della tracciabilità”, a cura di Emidio Zorzella CEO di Antares Vision, che dopo una prima parte di scenario sui nuovi trend nel mondo food, approfondisce le tematiche della necessità di trasparenza nella comunicazione dei dati di prodotto e della tecnologia come strumento abilitante per garantire informazioni di valore. Il Media Tutorial Antares Vision sulla tracciabilità e la sicurezza alimentare prosegue con l’intervento di Adriano Fusco, Strategy & Development Director di Antares Vision, ha trattato il tema: “Tracciare lungo tuttala filiera:perché è importante per il consumatore, il distributore, il produttore?”: la tracciabilità offre l’opportunità di garantire sicurezza del prodotto e trasparenza del suo percorso nella filiera e dell’origine delle materie prime. Oggi la grande sfida è entrare in un nuovo paradigma dove la parola chiave è serializzazione: significa tracciare il singolo prodotto, creando una ‘carta d’identità per ciascuna unità. La mattinata si è chiusa con la presentazione di una Customer Case: la collaborazione tra Antares Vision e Fungo & Tartufo, infatti, è stata al centro dell’intervento di Paolo Gilberti, Business Development Manager Industrial Vision Systems di Antares Vision e Viviana Ferrari di Fungo & Tartufo, azienda artigianale che si pone l’obiettivo di ottenere, attraverso metodi artigianali che richiedono una lavorazione lunga ed elaborata, prodotti unici e di grande prestigio. Per mantenere l’elevato standard qualitativo della sua produzione, l’azienda utilizza con successo la tecnologia Antares Vision e, in particolare, la nuova piattaforma TrackMyWay che offre la possibilità, attraverso la scansione di un QR Code applicato sulla singola unità venduta e sull’imballo, di far dialogare produttori, rivenditori e consumatori al fine di garantire non solo la trasparenza di tutta la produzione attraverso la tracciabilità della filiera (controllando le informazioni di ciascun prodotto anche in termini di anticontraffazione), ma anche di costruire una relazione di customer engagement con il consumatore finale.
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RISULTATI POSITIVI PER IL SETTORE BIOPLASTICHE
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Come emerso da uno studio del settore effettuato da Plastic Consult, nel 2017 in Italia l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili è rappresentata da 240 aziende – suddivise in produttori di chimica e intermedi di base (5), produttori e distributori di granuli (19), operatori di prima trasformazione (153), operatori di seconda trasformazione (65) – con 2.450 addetti dedicati per 73.000 tonnellate di biopolimeri prodotti, con un fatturato complessivo di 545 milioni di euro. Relativamente ai settori applicativi, delle 73.000 tonnellate di polimeri lavorati, il 68% è stato destinato alla produzione degli shopper monouso per la spesa, il 13% ai sacchi per la raccolta della frazione organica e il restante 19% suddiviso tra manufatti per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene della persona. Nel 2017, per la prima volta dall’introduzione della legge 28/2012, con 49.500 tonnellate, i volumi degli shopper compostabili monouso immessi sul mercato superano quelli dei sacchetti illegali in plastica tradizionale, scesi a 42.500 tonnellate dalle 45.000 del 2016. Relativamente al 2018, le previsioni di sviluppo della produzione di manufatti compostabili vedono una crescita complessiva intorno al 15%, con dinamiche diverse a seconda delle applicazioni. Sono attesi buoni sviluppi per il film agricolo, anche sui mercati internazionali, e nel settore dell’imballaggio alimentare grazie alla crescente diffusione della pratica delle raccolte differenziate in Europa. Nel comparto dei sacchi per il primo imballo alimentare (ultraleggeri), grazie alle normative in essere, i produttori italiani si confermano punto di riferimento per le forniture in tutta Europa. Si registra una riduzione della domanda di sacchi per la raccolta dell’umido spesso sostituiti con gli shopper e/o con i sacchetti ultraleggeri, come effetto positivo della legislazione italiana. Le attese decisioni in materia di rifiuti da parte della UE lasciano prevedere un quadro evolutivo di traino in molti Paesi. Le applicazioni monouso per la ristorazione vedono un aumento della domanda da CAM e acquisti verdi ma risultano soggette all’esito ancora incerto della direttiva UE sulla SUP. Il settore dei materiali plastici compostabili conferma dunque una fortissima dinamicità con imprese che continuano a crescere ed investire in forza lavoro qualificata, macchinari e impianti all’avanguardia, applicazioni innovative nei diversi settori. “I modelli di interconnessione tra bioplastiche e sistemi di raccolta differenziata della frazione organica sviluppati in Italia si stanno dimostrando vincenti. Ci auguriamo che consumatori, cittadini e rappresentanti delle istituzioni possano sostenere con sempre più consapevolezza e forza, anche in Europa, il percorso di innovazione, crescita economico-occupazionale e tutela ambientale rappresentato dalla filiera dei manufatti biodegradabili e compostabili”, ha concluso Versari, presidente di Assobioplastiche.
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NESTLÉ CONTRO L’INQUINAMENTO DELLA PLASTICA Nestlé ha presentato la propria strategia per conquistare un futuro libero dall’inquinamento, annunciando una serie di azioni specifiche in linea con l’impegno già assunto nell’aprile 2018 che punta a rendere il 100% dei suoi imballaggi riciclabili o riutilizzabili entro il 2025. L’azienda si concentrerà in particolar modo sulla riduzione dei rifiuti plastici. Nello specifico, a dicembre 2018 Nestlé ha annunciato la creazione dell’Istituto di Ricerca sul Packaging attraverso cui, anche tramite la collaborazione con i suoi partner industriali, l’azienda si pone l’obiettivo di sviluppare nuovi materiali e soluzioni per la creazione di confezioni sostenibili. A livello globale, tra il 2020 e il 2025 Nestlé eliminerà tutte le plastiche utilizzate per il confezionamento dei prodotti, che non si possono riciclare o risultano difficili da trattare. Da febbraio 2019, Nestlè ha iniziato a eliminare tutte le cannucce di plastica dai suoi prodotti, utilizzando materiali alternativi e design innovativi per ridurre i rifiuti. Nel primo trimestre del 2019, l’azienda comincerà anche a produrre imballaggi di carta per Nesquik. Nella seconda metà del 2019 sarà il turno dello snack Yes!. Anche Smarties, a partire da quest’anno, inizierà a sviluppare confezioni senza plasticam, mentre Milo introdurrà un nuovo packaging a base di carta nel 2020. Per le bottiglie delle acque Nestlé, l’utilizzo di PET riciclato raggiungerà il 35% entro il 2025 a livello mondiale e raggiungerà il 50% negli Stati Uniti, con un focus specifico sull’iconico brand Poland Spring. Ancora, entro la fine del 2025, Nestlé Waters aumenterà fino al 50% le percentuali di PET riciclato per i brand europei Acqua Panna, Levissima, Buxton e Henniez. Nestlé sta collaborando anche con partner esterni. Infatti, l’azienda ha stretto una partnership globale con Danimer Scientific al fine di sviluppare una bottiglia riciclabile e biodegradabile in mare. Danimer Scientific, con sede a Bainbridge in Georgia (USA), è un pioniere nell’ideare nuovi modi per produrre prodotti di plastica più sostenibili e naturali. Inoltre, Nestlé ha iniziato una collaborazione con PureCycle Technologies per la produzione di Polipropilene riciclato per uso alimentare (PP). PureCycle Technologies sta commercializzando tecnologie di riciclo all’avanguardia che possono rimuovere i colori, gli odori e i contaminanti dai rifiuti di plastica per trasformarli in una resina vergine. Il Polipropilene è un polimero comunemente utilizzato per imballare gli alimenti in confezioni, vasetti, tazze e bottiglie. Oltre a rispettare il suo impegno per il 2025, Nestlé si pone un obiettivo più a lungo termine: fermare la dispersione di plastica nell’ambiente lungo la catena del valore globale. Questo aiuterà a evitare l’accumulo di plastica in natura e a raggiungere la “plastic neutrality”.
Il riciclo dei rifiuti si conferma una vera e propria eccellenza italiana e anche nel 2017 presenta dati in crescita in quasi tutte le filiere. Vediamoli con l’integrazione delle principali criticità e il confronto con gli obiettivi Ue. Con una piccola premessa: legno a parte, tutti gli altri settori crescono ma sono oggi un po’ più in sofferenza di quanto non dicano i dati del 2017. Il riciclo dei rifiuti di imballaggio conferma la propria crescita (8,8 milioni di tonnellate nel 2017, +3,7% sul 2016), raggiungendo il 67,5% su quanto immesso al consumo, e superando anzitempo l’obiettivo del 65% che la nuova direttiva europea indica al 2025. Anche il riciclo delle singole filiere dell’imballaggio è in crescita e supera già in molti casi i tetti previsti dalla UE per il 2025: la carta (+3,6%) ad esempio è al 79,8% contro il 75% del tetto UE; i metalli ferrosi sono al 75% l’acciaio (+0,3%) e al 63% l’alluminio contro il 70% UE; il legno (+3,4%) è addirittura a un clamoroso 60,1% contro un 25% del tetto; il vetro (+4,8%) si è aggiunto al gruppetto di testa salendo al 73% di quota riciclo, tre punti sopra il 70% del target europeo. Più problematica è invece la strada per la plastica che ha raggiunto (+5,1%) il 43,5% e vede ora davanti a sé l’obiettivo del 50%. Per complessità ed eterogeneità, tuttavia, oggi faticano ad essere riciclati una parte degli imballaggi conferiti con la raccolta differenziata. Serve una semplificazione e una maggiore qualità della raccolta a sentire le industrie che se ne occupano. Una parentesi meritano gli imballaggi in alluminio: diminuiscono i quantitativi riciclati a causa dell’aumentato utilizzo, legato al prezzo, dei rottami come materie prime seconde e del significativo aumento dell’export.
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IL VALORE DEGLI IMBALLAGGI RICICLABILI
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BREAKING NEWS
MERACINQUE, IL RISO DELLE MERAVIGLIE Meracinque è storia di cibo, di una famiglia e della sua terra. L’azienda risicola tutta al femminile nasce nel dicembre del 2017 dall’idea di 5 giovanissime sorelle venete: Benedetta, Silvia, Margherita, Anna e Maria Vittoria accomunate dal desiderio di dar vita al miglior Carnaroli mai fatto. Collocata nella provincia di Verona, Meracinque dedica grande cura alla coltivazione del suo riso Carnaroli grazie a metodi e tecnologie innovative ed efficienti, con l’obiettivo di ottenere un prodotto di qualità e all’avanguardia. Il risultato è l’unico Carnaroli Micronaturale, il primo coltivato con i principi dell’internet farming 4.0. L’azienda, ha ottenuto infatti la licenza esclusiva all’utilizzo del Marchio “Micro Natural” nell’ambito del settore coltivazione e commercializzazione del risone, del riso e derivati. Ma non solo. Completano l’eccellenza di ciascuna referenza altre preziose proprietà che ne fanno un prodotto unico: è Gluten free e vegan, diuretico e digestivo, con basso livello di colesterolo e di sodio, ricco di vitamine B1, D, calcio e ferro. Inoltre, seguendo la loro filosofia, le cinque sorelle limitano l’utilizzo di prodotti sintetici (mantenendosi ben al di sotto degli standard nazionali) realizzando un prodotto tracciabile al 100%: dal chicco al prodotto finale. Il riso Meracinque è disponibile sul mercato con due linee di prodotto, Riso Carnaroli Micronaturale Classico e Riso Carnaroli Micronaturale Integrale, impreziosite da un packaging d’eccezione che testimonia il prestigio del prodotto: una confezione esagonale a “scrigno” abbellita sul fondo con delle spighe stilizzate storicamente simbolo di prosperità agricola, proposta nel colore avorio per il riso classico e in oro per quello integrale, per esaltare il valore del contenuto.
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OLEIFICIO ZUCCHI PORTA L’ECCELLENZA NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE
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La scelta dell’olio giusto è il segreto per la preparazione di dolci, biscotti, snack, pane, gelati e tante altre delizie dell’industria alimentare e dei migliori “artigiani” del gusto italiani.Per valorizzare impasti e ricette con l’ingrediente perfetto, Oleificio Zucchi, storica azienda cremonese Ambassador da oltre 200 anni della cultura di fare olio, presenta le sue linee di prodotti destinate al canale Ho.Re.Ca., alle aziende agroalimentari, ai professionisti della ristorazione e ai produttori artigianali della pasticceria, panificazione e gelateria internazionale. Nata dall’esperienza e dalla passione per l’olio, l’intera gamma degli oli da olive, oli da semi e aceti dell’azienda vanta infatti un’ampia scelta di marchi, referenze e formati con posizionamenti e prezzi differenti adatti a lavorati e semilavorati dell’industria e dei piccoli produttori. Dal marchio Zucchi, che porta con orgoglio il nome di famiglia e si caratterizza per firmare prodotti oliva premium, ai brand Le Pleiadi, con un posizionamento medio/alto, Pallade e Orfeo, con un buon rapporto qualità/prezzo, fino alla storica marca Zeta per gli oli di semi. Oleificio Zucchi propone anche nel settore Ho.Re.Ca. un’offerta ristorativa sempre più attenta e diversificata. L’azienda fornisce un servizio a 360° in grado di garantire flessibilità, estrema personalizzazione dei pack, sviluppo di packaging con materiali innovativi e a ridotto impatto ambientale, rapidità nei tempi di consegna e nel problem solving e consulenza sull’acquisto delle materie prime. Prodotti adatti alla cucina come alla tavola. La gamma Extra Vergine per il Foodservice è composta dai blend 100% italiano, comunitario, biologico, olio di oliva e olio di sansa. Per la tavola sono disponibili i formati 250 ml, 500 ml e 750 ml e 1 litro, e le bustine monodose, queste ultime ideali per garantire sicurezza, igienicità e comodità alla ristorazione. Si aggiungono poi i formati più grandi, come pratici formati da 3 e 5 litri in pet e le latte da 3 e 5 litri, il cui robusto packaging in acciaio protegge l’olio dalla luce meglio di ogni altro contenitore. A completamento dell’offerta condimenti classici, l’azienda cremonese presenta poi una linea di aceti che comprende balsamico di Modena IGP, aceto di vino bianco, rosso e di mele.Le bustine monodose, nel comodo espositore da 100 pezzi, portano in tavola l’italianità dell’olio Extra Vergine di Oliva 100% Italiano, dell’Aceto di vino bianco e dell’Aceto balsamico di Modena IGP. Per quanto riguarda i semi, l’offerta di Oleificio Zucchi comprende olio di semi di girasole, arachide, mais, soia, semi vari, girasole altoleico e olio per friggere e olio di palma nei formati 5l, 10l, 25l. Studiati appositamente per l’Ho.Re.Ca., i grandi formati da 5 e 10l in pet hanno una pratica impugnatura che li rende maneggevoli, facilmente trasportabili e sollevabili e le contenute dimensioni salvano spazio prezioso in cucina.
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RONCADIN, NUOVA LINEA PRODUTTIVA DA 150 MILA PIZZE AL GIORNO Alla Roncadin di Meduno, azienda dedita alla produzione di pizza italiana di qualità per la grande distribuzione nazionale ed internazionale, è entrata in funzione la linea produttiva numero 7 nel nuovo stabilimento costruito dopo l’incendio del 22 settembre dello scorso anno. “Si concretizza quello per cui, fin dal primo secondo dopo lo spegnimento delle fiamme, abbiamo lavorato senza sosta in questi mesi tutti insieme: proprietà, dipendenti e attori del territorio – commenta l’amministratore delegato Dario Roncadin –. I nostri sforzi hanno sempre avuto un unico obiettivo: ricostruire e ripartire, prima possibile. E adesso è un’emozione indescrivibile vedere le macchine che si rimettono in moto e il nuovo stabilimento che prende vita”. La linea produttiva numero 7 è la prima di quelle costruite per sostituire le linee 1, 2, 3 e 4 colpite dall’incendio. In questi mesi le linee superstiti, la 5 e la 6 (più recenti e performanti rispetto a quelle andate distrutte) hanno lavorato a pieno regime, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per garantire i volumi di produzione necessari al proseguimento delle attività di Roncadin. In parallelo l’azienda ha proceduto con la costruzione delle nuove strutture del polo produttivo di Meduno: uno stabilimento tecnologicamente all’avanguardia concepito per ospitare le linee 7 e 8 (quest’ultima pronta a fine anno), con possibilità di ampliamento per costruire la numero 9, a partire dai primi mesi del 2019. “La linea numero 7, a pieno regime potrà sfornare 150 mila pizze al giorno – prosegue Dario Roncadin –. Anche se non ci sono più le linee 1,2,3,4, abbiamo deciso di battezzarla con un numero progressivo rispetto alle linee esistenti, per rimarcare la nostra volontà di guardare avanti verso il futuro e, contemporaneamente, per ricordare questo momento difficile, che non è riuscito a fermarci”. Roncadin, dunque, può guardare con ottimismo ai prossimi mesi: “A ricostruzione completata ed entro un quinquennio, il nostro obiettivo è di arrivare a raddoppiare, raggiungendo circa 200 milioni di euro di fatturato e di produrre 1 milione di pizze al giorno”. Non solo, spiega sempre Dario Roncadin: “Il progetto a lungo termine è di avere un polo produttivo tecnologicamente all’avanguardia, ecosostenibile e visitabile dal pubblico, per portare nella nostra area uno sviluppo anche turistico”.
Programmazione e funzionalità avanzate per azionamenti e sistemi di controllo CA, grazie a soluzioni innovative sviluppate congiuntamente da Danfoss Drives e Beckhoff Automation. I system integrator e gli OEM possono ora approfittare di nuove opportunità di risparmio di tempo e risorse, grazie alla profonda integrazione dei nostri rispettivi prodotti. I costruttori di macchine e ed i System integrator possono ora commissionare e programmare i propri convertitori di frequenza Danfoss VLT® in modo più rapido e semplice, tramite il software di automazione TwinCAT. Non sarà più necessario operare su più piattaforme, basta un unico tool di programmazione grazie all’integrazione plug-and-play tra la piattaforma software Beckhoff TwinCAT e gli inverter Danfoss VLT®. Un sistema aperto è importante per system integrator e OEM, poichè devono sempre avere la possibilità di scegliere componenti ottimali da integrare nella realizzazione delle proprie soluzioni: diverse tecnologie motore, bus di campo e sistemi di automazione. Danfoss Drives è orgogliosa di offrire il massimo livello di libertà di scelta e una facile integrazione di qualsiasi produttore di drives. Il supporto della piattaforma Beckhoff tramite l’integrazione di TwinCAT rappresentala novità che si aggiunge alla nostra gamma di soluzioni complete e aperte sulla compatibilità di sistema. L’esigenza di sostenibilità mantenendo la competitività si sta intensificando. La collaborazione Beckhoff-Danfoss porta innovazione ai nostri clienti affinchè possano continuare ad ottenere risultati di efficienza ottimali. Innovazione costante, eliminazione degli sprechi e maggiore efficienza si traducono direttamente in risparmio energetico e attenzione per il nostro ambiente.
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COLLABORAZIONE TRA DANFOSS DRIVES E BECKOFF AUTOMATION
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BREAKING NEWS
PREMIATE INSALATE DI IV GAMMA “IL NOSTRO BIO” DI ZERBINATI Presso la sede de Il Sole 24 Ore si è appena concluso FOOD MATCH, l’appuntamento annuale organizzato in partnership con Facebook e dedicato alla business community del Food & Beverage. Proprio in occasione della manifestazione si è tenuta la premiazione della 5° edizione di Prodotto FOOD, l’ambito premio che valorizza le migliori novità e innovazioni del settore food&beverage prodotte e/o distribuite in Italia presso la distribuzione moderna. E Zerbinati, che da sempre fa dell’innovazione il suo baluardo, ha dimostrato ancora una volta di essere riconosciuta a ragione come azienda innovatrice per eccellenza, vincendo il primo premio nella categoria Frutta e Vegetali con la IV gamma “Il Nostro Bio” e piazzandosi con le “Bowl’Z” nella top 5 delle preferenze nella categoria dei piatti pronti. Nel momento della proclamazione è stato chiamato sul palco Simone Zerbinati, Direttore Generale dell’Azienda, che ha commentato: “L’attenzione per i consumatori passa in prima linea per l’intercettazione e l’anticipazione delle più moderne esigenze di consumo. L’elevatissimo contenuto di servizio dei nostri prodotti va di pari passo con il gusto delle ricettazioni e il loro alto valore nutrizionale, oltre che con l’attenzione per il design del packaging. Il successo della nostra gamma sempre più ricca e versatile è frutto della nostra continua ricerca ed evoluzione sempre nel segno dello spirito all’avanguardia della marca, ed è ciò che ci rende una realtà vincente e unica nel settore”. Attualmente la gamma di prodotti biologici di Zerbinati consta di ben 20 referenze, 12 di queste sono insalate di IV gamma, mercato in cui l’azienda si è resa protagonista nel 2018 appena conclusosi raddoppiando tutte le cifre sia a volume che a valore, gli altri prodotti si dividono invece tra i piatti pronti, Zerbinati è infatti primo brand di mercato con il 30% di quota, e i burger vegetali, tutto ciò significa al tempo stesso più di 50 ingredienti biologici gestiti dall’azienda. Numeri che fanno di Zerbinati il brand ed il partner ideale anche nello sviluppo di sinergie e strategie nel mondo del biologico.
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GOGLIO, PACKAGING PERSONALIZZATO ANCHE PER BREVI TIRATURE
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In occasione del Sigep, Goglio ha presentato al pubblico la sua ultima novità: la piattaforma Goglio Espress per la vendita online. L’offerta Goglio si amplia con l’aggiunta di un servizio di vendita online (www.goglioespress.com) dedicato alle piccole realtà imprenditoriali ampliando l’attuale catalogo prodotti. La consueta qualità Goglio è oggi disponibile anche per piccole tirature, aggiungendo alla fornitura dei tradizionali sacchetti neutri anche packaging flessibile personalizzato sotto forma di bobine e sacchetti. Tutto ciò è possibile grazie alla tecnologia di stampa digitale che rende le possibilità di personalizzazione infinite poiché non prevede l’uso di cilindri o matrici e non necessità set-up di stampa. Ogni stampa può potenzialmente essere realizzata con elementi diversi tra loro: lingua dei testi, design, colori, messaggi, informazioni, elementi grafici o codici univoci utilizzabili come strumenti di anticontraffazione. I benefici per i consumatori sono evidenti. La differenziazione del packaging si traduce in importanti opportunità di marketing e di mercato, che può essere declinato in base ai consumatori, al business, alla stagionalità di alcuni prodotti, alla distribuzione geografica o al legame con particolari avvenimenti o eventi specifici (Natale, concerti, avvenimenti sportivi e altri ancora). L’assenza di set-up di stampa non comporta scarti di produzione, riduce i costi di magazzino e annulla il rischio di invenduto. Le novità non finiscono qui. Goglio mette a disposizione delle grafiche personalizzate preimpostate per andare incontro alle necessità dei propri clienti. È sufficiente scaricare la grafica e adattarla alle proprie necessità.
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FachPack non di solo packaging… “Il domani inizia quando lo crei” è lo slogan di FachPack, la fiera europea per il packaging, i processi e la tecnologia. Lo slogan riassumerà perfettamente la situazione quando oltre 2400 espositori si riuniranno a Norimberga dal 24 al 26 settembre 2019 per presentare le loro innovative soluzioni di packaging per beni di consumo e industriali.
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a gamma di prodotti e servizi esposti nelle dodici sale espositive di FachPack risponderà a tutte le richieste del mondo del packaging per i circa 45.000 visitatori attesi. Uno dei trend topic che sta guidando al momento questo settore sono gli imballaggi rispettosi dell’ambiente. Questo tema si rifletterà sugli stand di molti espositori e nei forum di conferenze, show e cerimonie di premiazione. Oggi i consumatori vogliono imballaggi rispettosi dell’ambiente e la nuova legge tedesca sugli imballaggi, così come la strategia europea sulle materie plastiche impongono requisiti ancora più rigorosi ai produttori e al settore della vendita al dettaglio. Le sfide che ciò comporta per il packaging sono spesso complesse. “Il packaging del futuro deve servire sia i consumatori che l’ambiente e deve tenere conto dell’intero ciclo”, afferma Cornelia Fehlner, direttore di FachPack, fiera di Nürnberg Messe. “L’industria del packaging ha già una vasta gamma di soluzioni per queste sfide e FachPack è la piattaforma ideale sia per presentarle che per parlarne. Siamo orgogliosi di essere la vetrina per questo settore innovativo”.
VERSO L’INTERNAZIONALIZZAZIONE Difficilmente nessun settore può completare il proprio ciclo produttivo senza servirsi dell’industria dell’imballaggio, sia per beni industriali che di consumo. FachPack riflette i segmenti chiave del mercato nella catena
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di processo, dai materiali e macchine per imballaggio alla stampa e lavorazione, ai sistemi e ai servizi logistici. Al centro della fiera c’è la potente industria tedesca del packaging, anche se la tendenza verso una maggiore internazionalizzazione continua. Nel 2018, 1.023 tedeschi e 621 espositori internazionali hanno utilizzato questa piattaforma per presentare i propri prodotti e servizi. Rispetto al 2016, la percentuale rappresentata dagli espositori internazionali è cresciuta dal 32 al 38%. I prodotti e i servizi di FachPack coprono moltissimi ambiti, dai materiali di imballaggio allemacchine e attrezzature per l’imballaggio; stampa di imballaggi e converting; intralogistica e logistica degli imballaggi. Quest’anno, ancora una volta, le giovani e innovative aziende tedesche avranno l’opportunità di presentare le loro idee e soluzioni ai visitatori del settore in due padiglioni, sponsorizzate dal Ministero federale tedesco per gli affari economici e l’energia (BMWi). La sponsorizzazione è disponibile per le aziende che presentano nuovi sviluppi relativi a prodotti e processi, che siano basati e che gestiscano la loro attività in Germania, soddisfino l’attuale definizione UE di piccola impresa e siano in circolazione da meno di dieci anni.
NUOVI SVILUPPI ED ESPERIENZE I visitatori apprezzano FachPack per la sua professionalità, la vasta gamma di temi e gli stimoli innovativi che offre. La precedente edizione del 2018 ha richiamato 44.019 visitatori professionali a Norimberga per partecipare alla riunione dei rappresentanti dell’industria europea dell’imballaggio. I due terzi dei visitatori del settore provenivano dalla Germania e
il resto dall’estero, principalmente da Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Italia, Svizzera, Paesi Bassi, Francia, Slovenia, Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Belgio. Secondo i risultati di un sondaggio condotto da un istituto di ricerche di mercato indipendente, i visitatori hanno cercato principalmente di conoscere nuovi sviluppi (44%); ottenere una visione d’insieme del mercato (30%); condividere esperienze (29 percento); e coltivare contatti commerciali (28 percento). Uno su due visitatori ha dichiarato di avere una posizione di leadership nella propria azienda.
GLI EVENTI COLLATERALI Numerosi forum e show offrono formazione e approfondite conoscenze sui vari aspetti del packaging. Il tema chiave di “packaging ecocompatibile” si riflette in molti dei punti del programma, come ad esempio, nei popolari forum PackBox e TechBox, che hanno offerto più di 100 presentazioni la scorsa edizione, attirando 7.000 partecipanti. Una gamma di eccellenti imballaggi premium sostenibili sarà visibile nell’area creata da bayern design nel padiglione 8. Il 2019 German Packaging Award, suddiviso in categorie che include anche “Sostenibilità”, sarà un’altra parte affascinante dell’evento. Ulteriori punti salienti del programma di supporto di FachPack includeranno il parco tematico sugli imballaggi in tecnologia medica, farmacia e chimica nel padiglione 9, incentrato su serializzazione, contenimento e tracciabilità; il mondo del cartone; il padiglione Labels & More; la linea di confezionamento Robotics; il padiglione delle associazioni commerciali e professionali; e il forum del cartone ondulato.
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EVENTI
SMART VISION FORUM
Smart Vision Forum le tecnologie per l’industria del futuro Nasce dalla collaborazione tra AIdAM e ANIE Automazione, Smart Vision Forum, la prima mostra-convegno dedicata ai sistemi di visione industriale. L’appuntamento organizzato da Messe Frankfurt Italia si terrà il 25 giugno nella Sala Maggiore di Bologna Congressi.
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Bologna, in occasione del forum dedicato alla filiera dei sistemi di visione industriale, i produttori, distributori e integratori di sistemi si confronteranno con il mondo accademico e industriale nel corso del programma convegnistico, articolato in una plenaria di apertura e in due sessioni parallele su tecnologie e applicazioni. Nell’area espositiva le aziende presenteranno le soluzioni più innovative, al passo con la rapida evoluzione di questi dispositivi. Si parlerà di tutti gli ambiti in cui il ruolo della smart vision diventerà sempre più strategico. Hanno già aderito: Advanced Technologies, Alkeria, Balluff, Beckhoff, B&R, Datalogic, ifm electronic, iMAGE S, Omron, Keyence Italia, SICK, VEA, Video Systems, VISION, Visionlink, Wenglor.
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L’ITALIA, UN PAESE ALL’AVANGUARDIA La visione artificiale gode di ampie potenzialità di sviluppo favorite dalla diffusione dei trend tecnologici legati all’Advanced Manufacturing
e all’Intelligenza Artificiale. L’Italia rappresenta un Paese all’avanguardia per queste tecnologie che nell’industria manifatturiera e di processo svolgono un ruolo di primo piano nella rilevazione di difetti e imperfezioni, nel monitoraggio dei processi produttivi, nell’ottimizzazione di risorse, macchine e impianti. Con questa premessa Smart Vision Forum si pone l’obiettivo di fare il punto della situazione sulle opportunità a disposizione della fabbrica intelligente per il raggiungimento di risultati tangibili quali l’affidabilità dei prodotti, la velocità delle procedure di controllo, il miglioramento della qualità e di conseguenza la fidelizzazione della clientela. Michele Viscardi, PresidenteAIdAM: “I sistemi di visione sono una delle tecnologie abilitanti di Industria 4.0 e rivestono un ruolo determinante per il nostro settore – quello dell’Automazione Industriale - in quanto forniscono“intelligenza” alle macchine. Per questo motivo, AIdAM è particolarmente orgogliosa di essere partner - insieme ad ANIE
Automazione e a Messe Frankfurt Italia - di un’iniziativa che offre importanti opportunità di confronto e crescita per l’intera filiera: produttori, integratori e utilizzatori. Smart Vision Forum è infatti una grande occasione per fare aggregazione e dare la possibilità a tutti gli attori che gravitano intorno al mondo della visione di condividere esigenze, know-how ed esperienze”. Fabrizio Scovenna, Presidente di ANIE Automazione: “I sistemi di visione sono componenti essenziali per una automazione industriale smart. Raccolgono informazioni cruciali sulla linea di produzione e sono preziosi nella valutazione dei prodotti e nella ricerca dei difetti così come nell’ottimizzazione della produttività dei robot e di altre attrezzature. Il Forum si propone come tappa fondamentale per conoscere meglio queste tecnologie e i principali attori della filiera dai produttori e distributori di componenti fino agli integratori di sistemi di visione. Il Forum è anche un importante momento di confronto e approfondimento su una tecnologia che è oggi ritenuta abilitante per il passaggio al paradigma del 4.0. e per la quale si è costituito all’interno di ANIE Automazione un gruppo di riferimento dedicato assieme ai colleghi di AIDAM”. Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia: “Affrontando una tematica chiave per il processo di digitalizzazione delle imprese, Smart Vision Forum si inserisce pienamente nel calendario degli appuntamenti tecnologici di Messe Frankfurt Italia. A fianco di AIdAM e ANIE Automazione mettiamo a disposizione la nostra competenza organizzativa per offrire un appuntamento altamente qualificato alle aziende italiane”.
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Smart Production Solutions la nuova frontiera dell’automazione Dal 28 al 30 maggio la nona edizione di SPS Italia: la fiera per l’industria intelligente, digitale e flessibile riconosciuta come punto di riferimento per il comparto manifatturiero italiano. Automazione, digitale e software, robotica e meccatronica tra i trend 2019.
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PS Italia è la fiera per l’industria intelligente, digitale e flessibile organizzata da Messe Frankfurt Italia. Appuntamento annuale per confrontarsi sui temi più sfidanti dell’industria di domani, riconosciuto come punto di riferimento per il comparto manifatturiero italiano. “Anche quest’anno la fiera è in crescita. Abbiamo 6 padiglioni al completo con oltre 800 espositori. La manifestazione negli anni ha triplicato i propri risultati diventando il contest ideale per la contaminazione di competenze ed esperienze di innovazione”, spiega Donald Wich, AD di MesseFrankfurt Italia. “Nei padiglioni 3, 5 e 6 ci sarà tutto il meglio delle tecnologie per l’automazione e soluzioni
software al servizio della digitalizzazione della fabbrica, prodotti e applicazioni innovative. Nei padiglioni 4, 7 e 4.1 invece il percorso dedicato alla Digital Transformation del manifatturiero, denominato District 4.0, che metterà in mostra progetti legati alle aree di rinnovamento attraverso le nuove tecnologie e la digitalizzazione dei processi.” continua Francesca Selva, Vice President Marketing & Events Messe Frankfurt Italia. Cos’è District 4.0 Una fiera nella fiera. Il distretto dedicato alla fabbrica 4.0 sarà un percorso diviso in aree tematiche: Automazione Avanzata, Digital&Software, Competence Academy e Robotica&Meccatronica. All’interno di ogni area espositiva il visitatore troverà demo
funzionanti e soluzioni meccatroniche articolate che integreranno diverse componenti IT e OT, a testimonianza del fatto che la trasformazione avanzata dell’industria richiede lo sviluppo di una conoscenza sempre più condivisa e una maturazione di competenze più ampie rispetto al passato. La caratteristica principale delle demo e delle soluzioni esposte è che, partendo da una case history reale, riusciranno a mettere in mostra le potenzialità di una tecnologia e non di un singolo prodotto, e allo stesso tempo sapranno evidenziare quali sono le competenze e le skill necessarie alle aziende per poter implementare le applicazioni più innovative.
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ROBOTICA E DIGITALIZZAZIONE SPECIAL GUEST
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Quello della robotica è uno dei filoni della prossima edizione con un intero padiglione che ospiterà i più significativi player del comparto e demo per vedere dal vivo interessanti soluzioni applicative. E’ un matrimonio - quello tra robot e automazione - che non poteva che avvenire a SPS Italia, dove si è già celebrata l’unione tra automazione e IT. Un tema introdotto già in occasione della conferenza stampa di presentazione di dicembre, con la presenza di TeoTronico, il robot pianista che sul palco si è sfidato con un pianista umano, proponendo alla platea uno spunto di riflessione sull’evoluzione del rapporto tra uomo e robot (relazione che evolve sempre di più all’insegna della collaborazione). Le demo applicative dei principali player di questo settore saranno nel padiglione 4.1 e i rappresentanti delle stesse aziende saranno coinvolti in un Osservatorio, svolto con il Politecnico di Milano e curato dal prof. Giambattista Gruosso del Dip. Elettronica Informazione e Bioingegneria, volto a studiare il mercato, le
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guidata della fiera. Per completare la filiera e supportare le iniziative di formazione rivolte non solo agli studenti, ma anche ai professori, alcune associazioni di riferimento come Aidam e ANIE Automazione, contribuiranno con i loro associati a proporre applicazioni, percorsi tematici e iniziative di formazione legate alla meccatronica e alla componentistica intelligente. Un progetto realizzato in collaborazione con Didacta, che a ottobre completerà il ciclo formativo che comincia a SPS Italia, e patrocinato dal MIUR.
CONVEGNI SCIENTIFICI IN FIERA
FORMAZIONE E COMPETENZE 4.0
macchine per il Packaging e infine Torino (10 aprile) per discutere di Automotive e Aerospace. In tutti questi incontri ampio spazio è stato dedicato agli studenti degli istituti tecnici e degli ITS del territorio, con una sessione pomeridiana esclusivamente a loro dedicata. In fiera a Parma, invece, ci sarà una vera e propria Competence Academy, sviluppata insieme a università, centri di ricerca, istituzioni, Digital Innovation Hub e Competence Center. Molte inoltre le iniziative per una formazione attiva, durante i tre giorni, a partire dal progetto in collaborazione con Fondazione Cariplo che prevede vede il coinvolgimento dei 76 Istituti Tecnici del “Progetto SI” che si distinguono per la qualità dei propri laboratori grazie all’intervento di importanti aziende sponsor del settore dell’automazione. Per i ragazzi di questi Istituti SPS Italia sarà una piattaforma di formazione e nel District 4.0 verranno formati e preparati per una visita
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sue sfide e le potenzialità con un focus su mercati verticali. Nel 2019 tale focus sarà il Packaging in ambito Pharma e Beauty. Lo studio sarà di tipo qualitativo e verrà realizzato attraverso una serie di interviste alle aziende chiave, per capire il posizionamento della Robotica in tali settori, capirne le esigenze e le prospettive e verrà presentato a Milano nel mese di novembre. Non mancherà il tema della trasformazione digitale, introdotto già da alcune edizioni, all’insegna dell’incontro (e confronto) tra mondo IT e OT. Continua quel cammino comune che porta alla digitalizzazione delle fabbriche e a un’integrazione sempre più profonda tra i due mondi. La trasformazione digitale è una grande sfida per tutte le imprese che mirano all’efficienza operativa, alla riduzione dei costi e in generale ad una maggiore competitività e crescita, per questo motivo in fiera il visitatore avrà modo di confrontarsi con i principali player del mondo digitale, con fornitori di software industriale e con installazioni di casi reali presenti sul mercato. SPS Italia ha nel proprio DNA la digitalizzazione del settore manifatturiero e si conferma nuovamente la piattaforma privilegiata per la trasformazione del modo di lavorare delle fabbriche.
SPS Italia ha l’opportunità di avvalersi del contributo di un Comitato Scientifico fatto di università, esperti di settore, responsabili di automazione, utilizzatori finali e costruttori di macchine provenienti da alcune delle maggiori realtà produttive italiane che, con incontri periodici, mette a punto i temi dei convegni scientifici della fiera che riconoscono crediti formativi professionali ai partecipanti. L’attenzione per la prossima edizione è stata posta su automazione avanzata (l’evoluzione dei linguaggi di programmazione, l’integrazione tra robotica e PLC, le reti real-time, le normative per l’integrazione delle macchine e la modellistica sono alcuni dei temi sui quali si focalizzerà il “call for paper” che sarà lanciato a breve); Digitale (advanced analytics, cloud, big data, intelligenza artificiale, cyber security e realtà aumentata); meccatronica (nuovi ausili ergonomici per gli operatori, sistemi di trasporto a carrelli indipendenti, nuovi motori ad alta efficienza e componentistica intelligente). www.spsitalia.it.
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L’evoluzione del capitale umano è condizione imprescindibile perché abbia un senso l’evoluzione delle tecnologie. Per questo nell’edizione 2019 di SPS Italia - e in tutto il percorso di avvicinamento alla manifestazione, organizzato con ANIE Automazione e altre importanti realtà associative - è al centro il tema della formazione e delle competenze. Il ‘tour’ dei territori, ha toccato Cernobbio con un incontro per la filiera del comparto tessile, Milano con focus su Pharma 4.0, Bologna (20 marzo) con una Tavola Rotonda sulle
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SPECIALE GELATO
Gelato una passione da nord a sud Gelato artigianale, il più amato dagli italiani: secondo i recenti dati pubblicati da Fipe, oltre il 94% lo consuma abitualmente. Tra cono e coppetta vince il primo, con ben 7 consumatori su 10. Più del 65% dei consumatori acquista il gelato anche in formato vaschetta. I gusti di crema trionfano su quelli alla frutta (44,1% delle preferenze contro il 14,1%). Nonostante la predilezione per il gelato artigianale, gli italiani consumano anche quello industriale.
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‘made in Italy’ ed espressione di un'articolata filiera nonché di valori di socialità e convivialità fuori casa che la nostra Federazione si propone di promuovere e valorizzare”.
L’AMORE PER IL GELATO Il 94,2% degli italiani consuma abitualmente il gelato artigianale, mentre per solo il 5,8% del campione questo alimento non rientra nelle consuetudini di consumo. Tra le motivazioni che favoriscono l'apprezzamento del gelato artigianale prevalgono diverse caratteristiche organolettiche del prodotto, in primis il gusto e la bontà delle materie prime (per il 96% del campione), e la sensazione di refrigerio (83%). Entrando nel dettaglio delle tipologie di gelato, il 18,1% dei rispondenti ha dichiarato di consumare in prevalenza gelato artigianale, mentre l'81,9% dichiara di consumare indistintamente anche il gelato
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n “amore” gastronomico che non conosce crisi. Quella tra italiani e gelato artigianale è una passione in grado di resistere ai cambiamenti sociali e agli stili alimentari, in uno scenario in cui i consumatori dello Stivale si dimostrano sempre più informati e preparati in fatto di qualità e freschezza delle materie prime. Ecco quanto emerge dall'indagine “Il ruolo del gelato nel vissuto degli italiani” a cura dell'Ufficio Studi Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi in occasione di SIGEP, Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria, Panificazione artigianali e Caffè. “I dati dell'indagine confermano l'apprezzamento pressoché plebiscitario da parte dei consumatori italiani nei confronti del gelato artigianale, che trova nella gelateria indipendente il punto di forza, con 39.000 attività, 100.000 addetti e un volume di affari pari a 3,5 miliardi di euro”, dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe. “Un prodotto di eccellenza del
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industriale. Tra coloro che scelgono di consumare in prevalenza gelato artigianale, il dato è accentuato tra gli uomini, gli over 64 e i residenti al Sud e nelle isole. Sono invece le donne in prevalenza a dichiarare di consumare entrambe le tipologie di gelato, insieme alla fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e i residenti nel Nord Ovest. Arrivando invece alle motivazioni del mancato consumo (5,8%), viene indicato in prevalenza il fatto di non consumare dolci in generale (31,1%), il 28,4%non apprezza invece questa tipologia di alimento, il 26,5%preferisce il gelato industriale e l'8,4% soffre di intolleranze o allergie che non ne consentono il consumo.
scelta dal 31,1% del campione. Il 59% di chi opta per il cono e il 53% degli “affezionati” alla coppetta sceglie formati di media grandezza. Il 65,4% degli italiani ha la consuetudine di acquistare il gelato artigianale in formato vaschetta, soprattutto per avere sempre a disposizione il gelato prodotto dalla gelateria di fiducia (41,0%).
COSA SIGNIFICA “ARTIGIANALE”?
LE OCCASIONI DI CONSUMO Molto forte risulta la componente “sociale” del consumo di gelato artigianale, che per l'81,2% degli italiani diventa occasione per uscire e fare pausa. Il 77,4% del campione lo considera il “dessert ideale da offrire quando si hanno degli ospiti”, mentre il 35,8% dichiara di scegliere coni e coppette perché “sostituiscono il pasto principale”. Entrando invece nel dettaglio delle occasioni di consumo del gelato artigianale nel corso della giornata, l'81,8% del campione dichiara di consumare in prevalenza il prodotto come merenda del pomeriggio, il 67,8% durante la serata, il 66% come dessert da consumare dopo cena, il 55,4% come dessert dopo pranzo. Leggermente più bassa la percentuale di chi consuma il gelato artigianale come “sostituto” del pasto (il 24,9% per la cena e il 22,3% per il pranzo).
CONO O COPPETTA? Nella disputa tra cono e coppetta vince il primo, con quasi sette consumatori su dieci che lo preferiscono, mentre la seconda viene
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GUSTI: VINCONO LE CREME Quando si parla di gelato, potremmo dire, bando ai salutismi. Il 44,1% degli intervistati dichiara di preferire i gusti alla crema, contro un 14,1% di coloro che apprezzano maggiormente quelli alla frutta. Il podio delle preferenze “alla crema” vede il cioccolato (21,8%), la nocciola (20,2%) e il pistacchio (13,3%). Quasi sette consumatori su dieci tendono a scegliere sempre lo stesso gusto di gelato. Il 34,2% del campione presta particolare attenzione agli ingredienti tenendo conto di allergie e intolleranze.
LE MODALITÀ DI PRESENTAZIONE Il 75,9% degli italiani preferisce le vaschette di gelato artigianale a vista, dato accentuato in coloro a cui capita di consumare anche gelato industriale. Il 19,2% del campione predilige invece vaschette a pozzetto con coperchio, preferenza accentuata in chi consuma solo gelato artigianale. Il 4,9% invece sceglie una presentazione con dispenser self-service di gelato.
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Quando il gelato è “artigianale” per i consumatori del Belpaese? Per circa otto italiani su dieci si parla di gelato artigianale se il prodotto viene preparato con materie prime fresche; per il 65,8% se viene venduto in un'attività con laboratorio di produzione. Un dato che testimonia il fatto che nel sentiment degli italiani il gelato artigianale viene visto a tutt'oggi come il prodotto di un lavoro realizzato in laboratorio, con materie prime di alta qualità, dove la definizione di “artigianale” viene percepita in tutte le sue componenti. La qualità degli ingredienti che compongono il gelato artigianale è il requisito considerato più importante dai consumatori, seguito dalla cremosità (62,2%) e dalla fragranza della cialda (48,4%) nel formato cono.
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I LUOGHI DI ACQUISTO Il luogo preferito dagli italiani per l'acquisto del gelato artigianale è la gelateria specializzata indipendente nel 95,7% delle preferenze. Una scelta legata a diversi fattori, in particolare per il 42,6% del campione la presenza di un laboratorio di produzione del gelato artigianale influenza la scelta della gelateria. Il principale canale informativo a cui ci si affida generalmente per la scelta di una nuova gelateria è il passaparola seguito dalle opinioni degli utenti su TripAdvisor e Google. Il 62,9% degli intervistati dichiara di avere una propria gelateria di fiducia. La fidelizzazione viene soprattutto incentivata da requisiti di genuinità, bontà del gelato e assortimento dei gusti.
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Uno sguardo innovativo al packaging per gelati Mondi si insedia stabilmente nel mercato globale del packaging di gelati dopo la sua acquisizione, nel luglio 2016, del produttore turco di imballaggi flessibili Kalenobel. Mondi Kalenobel, il nuovo nome di questo business che impiega 550 persone, ha imparato conoscere il mercato del packaging di gelati, affermandosi con soluzioni innovative.
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ondi ha un’attenzione nuova e speciale nel servire il settore del packaging dei gelati e questo si riflette nelle azioni che la società sta intraprendendo. L’azienda controlla attualmente una fetta significativa del mercato totale europeo, ed è in grado di valutare le opportunità di crescita esistenti per aziende di packaging lungimiranti, innovative e ben gestite. Mondi Kalenobel è già oggi il primo fornitore europeo di coni per gelati ed il principale produttore di coperchi di coni, coppette e tubetti a spinta, che rappresentano un segmento più piccolo e specialistico. Tuttavia, essa individua ulteriori possibilità di crescita in tutte queste aree di prodotto, oltre che nei tubetti spremibili e nelle chiusure a spinta. Il fenomeno della stagionalità del settore dei gelati significa che, attualmente, circa 50 macchine per la produzione di involucri di coni funzionano in continuo per un paio di mesi all’anno. L’obiettivo di Mondi per il 2019 è di sfruttare la propria rete globale per distribuire la produzione, riducendo l’effetto di limiti geografici.
FOCUS SULLA SOSTENIBILITÀ
NON UN CLASSICO MERCATO DEL PACKAGING
CASE HISTORY DI SUCCESSO
I fattori critici sono la stagionalità, la variabilità del comportamento dei consumatori e le nuove tecnologie, che rendono il settore degli imballaggi di gelati qualcosa di molto diverso dagli altri settori del packaging di beni di consumo. Le peculiarità del settore sono sottolineate da alcune recenti scoperte della società di ricerche di mercato indipendente Euromonitor International, che ha pubblicato un rapporto intitolato “Sconvolgimento dei marchi nel settore gelati”, che ha citato la crescita di alternative più sane al gelato comune e l’aumento di nuovi prodotti di nicchia. Inoltre, tendono a esistere trend specifici in determinati Paesi. In Italia, il consumo di gelati è tra i più alti d’Europa, ma i consumatori preferiscono acquistare il prodotto da gelaterie locali. I mercati dell’Est Europa, dall’altra parte, vogliono gamme più diversificate da Paese a Paese. Inoltre, ha osservato Euromonitor, nuovi player si stanno presentando in mercati emergenti, come la Georgia, l’Ucraina e la Tailandia.
Il produttore di coni per gelati Oexmann GmbH & Co. KG di Gelsenkirchen, Germania, ha contattato Mondi nel 2016 per verificare la fattibilità di questa idea. “Mondi è stato l’unico fornitore ad accogliere questa sfida”, afferma Sedat Igbar, direttore commerciale per l’Europa di Mondi Kalenobel. “E ce l’abbiamo fatta. Il primo prodotto commerciale è arrivato sugli scaffali lo scorso maggio”. Oexmann, che ha iniziato a produrre coni per gelati a Gelsenkirchen nel 1926, attraversa mezzo mondo per fornire queste speciali cialde al produttore di gelati Fonterra Brands Ltd, basato a Auckland (Nuova Zelanda), che le utilizza negli imballaggi dei loro coni di fascia alta. La finestrella trasparente ovale misura 2,3 cm di altezza per 1,8 cm di larghezza ed è realizzata in film biodegradabile, secondo le richieste di Oexmann. Mondi Kalenobel ha inoltre creato una piccola finestrella trasparente, tagliata al laser, nella forma del profilo dell’isola Kapiti in Nuova Zelanda sul coperchio del cono, per permettere ai consumatori di vedere il gelato sottostante. L’idea è piaciuta a Fonterra, e Mondi oggi sta fornendo anche coperchi su misura, in aggiunta agli involucri per coni.
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Gli involucri dei coni sono a base di cartoncino kraft e di alluminio, e Mondi può fare leva sui vantaggi logistici di una filiera interna integrata verticalmente con impianti per cartoncino kraft dentro lo stesso gruppo. Nel contempo, la società continua a esplorare opzioni più sostenibili per i materiali. Mondi Kalenobel è impegnata a sperimentare imballaggi per gelati senza plastiche, che possano fare a meno del coating polimerico. Inoltre, sta provando a utilizzare materiali diversi per realizzare tubetti a spinta e tubi spremibili.
UNA FINESTRA SULL’INNOVAZIONE Un’ulteriore testimonianza della continua spinta innovativa e dell’attenzione globale per i clienti di Mondi Kalenobel è data dall’involucro per gelati recentemente commercializzato e realizzato su richiesta, che racchiude una finestra trasparente per permettere al consumatore di vedere la cialda zuccherata sottostante.
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speciale gelato / breaking news MERCATO TEDESCO, IN COSTANTE CRESCITA È la Renania il Länder della Germania con il maggior numero di gelaterie: 900, contro le 600 della Baviera e le 400 dell’Assia, mentre se ne contano 300 in Bassa Sassonia e 80 nella sola Berlino. In totale sono 9000 le gelaterie (compresi gli Eiscafè) presenti sul suolo tedesco, di cui 3000 quelle artigianali. Numeri presentati a Sigep 2019, di Italian Exhibition Group, nell’ambito del convegno Going Global dedicato al mercato tedesco del gelato. Un focus sulla Germania voluto da IEG per proseguire lungo il percorso di internazionalizzazione della propria manifestazione dedicata al mondo della gelateria. I numeri del mercato tedesco del gelato sono stati illustrati da Elio Narducci, Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per la Germania, che ha realizzato la prima mappatura del settore concentrandosi in particolare sulle catene di gelaterie leader in Germania. “Quello tedesco è un mercato in continua crescita”, ha spiegato Nardelli. “Negli ultimi anni il fatturato è cresciuto costantemente intorno al 5% annuo”. In un settore dove la quota di mercato del gelato artigianale è del 16,7% e dove è in crescita l’attenzione al bio e ai prodotti rivolti a chi ha intolleranze alimentari, è consistente la presenza di catene: 50 quelle mappate dalla Camera di Commercio Italiana per la Germania, con una media di 6 gelaterie per insegna e fatturati eterogenei ma che in alcuni casi arrivano anche al milione di euro di fatturato per punto vendita. In totale sono 313 i punti vendita collegati a catene mappati dalla ricerca, che ha rilevato un buon andamento per quelle in franchising legate alla presenza di centri commerciali. Un settore, quello del gelato, che in Germania dà lavoro a 26.000 persone. A Sigep 2019 sono state portate anche le testimonianze di alcune delle catene di successo internazionale. Rosso Arancio, nata 9 anni fa dalla determinazione di Vincenzo Baldassarre, con “Segui il gusto”, è una catena che conta oggi conta 4 punti vendita più altri due in apertura in Russia per il 2019, un affiliato a Zurigo, tre affiliati in Germania e un progetto di ulteriore espansione molto interessante. La Romana è una catena italiana con una presenza all’estero in crescita: oltre i 33 punti vendita in Italia e ne conta altri 7 tra Spagna, Austria e Germania. In Germania ha una gelateria a Düsseldorf e sta cercando partner per espandere ulteriormente il business. Dal Cin Eiscafé conta diciannove punti vendita in Germania, dei quali 9 di proprietà, nell›area intorno ad Hannover.
Da quasi 50 anni il Gruppo Industriale Unigrà, fondato da Luciano Martini, trasforma e vende oli e grassi alimentari, margarine e semilavorati destinati alla produzione alimentare e, in particolare, al settore dolciario. Da 2 anni l’azienda è ancor più protagonista del canale della gelateria artigianale grazie al lancio di Martini Linea Gelato, che unisce ad un know-how pluridecennale la tradizione e i valori della famiglia fondatrice. Ed è proprio da questi valori che nasce la nuova visual identity delle paste aromatizzanti e variegati Selezione Prestige che dà nuova evidenza alla primaria vocazione del brand: selezionare le materie prime migliori, proporre ricette studiate a regola d’arte e utilizzare solo processi produttivi all’avanguardia. Al centro della nuova visual identity, progettata da PET Engineering, è stato posto un elemento tondo che, oltre a ricordare la forma della pallina di gelato, simboleggia l’alchimia perfetta tra il know-how Martini, nella parte superiore evidenziato dai colori corporate blu e azzurro, e l’aromaticità, la rotondità e la persistenza gustativa degli ingredienti di prima scelta collocati nella parte inferiore. La linea, di cui attualmente fanno parte Pasta Mango e Variegato Dulce de Leche, Fragola, Pesca e Prugna, si presenta in un nuovo barattolo da 3 kg dal coperchio blu che garantisce non solo una immediata riconoscibilità ma anche una maggiore comodità di utilizzo e, grazie al materiale con cui è realizzato, una conservabilità del prodotto che ne garantisce la qualità nel tempo.
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PET ENGINEERING, NUOVO LOOK PER UNIGRÀ
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AZIENDE / TRACCIABILITÀ
Spinosa presenta l’intera filiera con la tecnologia Blockchain È arrivata sul mercato la prima mozzarella di bufala campana Dop che mostra ogni singola fase della sua filiera certificata. Spinosa, infatti, tramite un QR code sul packaging apre una finestra sull’intera filiera produttiva per essere al 100% trasparente.
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pinosa S.p.A., azienda familiare di riferimento per il mercato nella produzione di mozzarella di bufala campana Dop e derivati, ha annunciato un importante successo mai raggiunto prima nel settore lattiero-caseario: da oggi l’intera filiera della mozzarella di bufala campana Dop – a marchio proprio – è visibile a tutti i consumatori.
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UNA FILIERA TRACCIATA
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Ogni singola confezione di prodotto Dop con il bollino “Certificato Blockchain – Quality” riporta anche un codice QR che, se scansionato, permette al consumatore di accedere a una landing page con le informazioni circa la catena produttiva: a partire dai 45 allevamenti certificati – dislocati fra la piana del Volturno e l’Agro Pontino – fino alle fasi di trasformazione e confezionamento. Attraverso lo stesso codice e inserendo il lotto del prodotto è possibile verificare tutti gli standard di qualità cui l’azienda si attiene da sempre per offrire una gamma di eccellenza in termini organolettici e di sicurezza alimentare, in conformità con la regolamentazione stabilita dal Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana Dop per tracciare la propria filiera e garantire una qualità certificata, in risposta alla crescente domanda del consumatore in questi termini.
bufala campana Dop”. Attraverso la soluzione EY Ops Chain Food Traceability, Spinosa intraprende un percorso di trasparenza al 100%, dall’allevamento alla tavola, che rappresenta un impegno in prima linea per combattere la contraffazione del made in Italy. “Siamo di fronte ad un nuovo paradigma nel mercato del food”, dichiara a questo proposito Giuseppe Perrone, EY Blockchain Hub Mediterranean Leader. “Secondo i dati in nostro possesso, la digitalizzazione di filiera è un asset strategico per le aziende dell’agro alimentare che puntano alla creazione di ‘valore’ del prodotto all’aumento dell’awareness del brand agli occhi del consumatore. La Blockchain, per Spinosa, sarà particolarmente importante per l’estero, dove il 74% dei consumatori è sensibile ai concetti di ‘autenticità’ del prodotto”. “Si tratta di un importantissimo traguardo raggiunto da una realtà di spicco della nostra regione che, parimenti, garantisce nuova fiducia nelle attività delle aziende del nostro territorio”, commenta Eugenio Amodio, Associate Partner EY responsabile per le attività Assurance in Campania.
IL VALORE DELLA TRASPARENZA “Questo progetto, la cui attuazione ci ha richiesto un notevole investimento in termini di tempo, impegno personale e di risorse dedicate, si inserisce nel più grande piano di attività di ricerca e sviluppo che quotidianamente orientiamo per migliorare la qualità e la sostenibilità della nostra attività”, commenta Luigi Griffo, presidente e amministratore delegato di Spinosa S.p.A. “‘Sapere come fare’ è da sempre il segreto del nostro operato: da generazioni conosciamo il nostro territorio e con passione e duro lavoro ci impegniamo per valorizzarlo attraverso la produzione di un’eccellenza alimentare che soltanto qui è possibile realizzare. Da oggi desideriamo ottenere ancora più fiducia da parte dei consumatori, mostrando loro tutti i passaggi che stanno dietro la creazione della nostra mozzarella di
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AZIENDE / IMBALLAGGI E AMBIENTE
Parmalat riduce la plastica grazie alla bottiglia blu L’innovativa bottiglia blu dimezza la quantità di nuova plastica immessa nell’ambiente: sono circa 600 le tonnellate risparmiate all’anno. Deriva, infatti, per il 50% da bottiglie riciclate, caratteristica che ha permesso a Parmalat di essere la prima realtà alimentare italiana certificata “Plastica Seconda Vita Food”.
NUOVA VITA ALLE BOTTIGLIE USATE Parmalat si impegna in un processo virtuoso definito “bottle to bottle”,attraverso il quale le bottiglie usate vengono trasformate in nuove attivando un sistema di economia circolare potenzialmente ripetibile all’infinito. L’Università di Parma, attraverso un’analisi LCA (Life Cycle Assessment) che valuta l’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio, ha confermato la natura ecosostenibile delle nuove bottiglie blu realizzate da Parmalat, che consentono di risparmiare in un anno circa 18 mila m3 di acqua, l’equivalente di tre volte quella presente nelle vasche dell’Acquario di Genova. L’utilizzo di materia prima riciclata riduce, inoltre, di quasi 1700 tonnellate le emissioni di CO2 prodotte in un anno, una quantità di anidride carbonica che potrebbe essere assorbita da circa 69.000 alberi in un anno.
risponde alla nuova Direttiva Europea sulla plastica monouso, che prevede entro il 2030 l’obbligo che tutte le bottiglie contengano il 30% di materiale riciclato, ma ne anticipa i tempi, proponendosi un impegno ben maggiore”. Inoltre, Parmalat è la prima azienda alimentare italiana a ottenere il marchio “Plastica Seconda Vita Food” per la sua bottiglia blu, la certificazione ambientale che verifica tutta la filiera produttiva, dalla tracciabilità della materia prima all’imballaggio, per garantire al consumatore origine e sicurezza del packaging. Le attività per l’ottenimento del marchio “Plastica Seconda Vita”, inclusa la verifica e la dichiarazione del contenuto di “Plastiche Seconda Vita”, sono state effettuate da Istituto Italiano dei Plastici, primo Ente di Certificazione in Italia accreditato per tale schema. Gli stabilimenti produttivi dell’azienda coinvolti nel processo sono quelli di Albano Sant’Alessandro (Bergamo) e Roma. Food Machines
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arte l’innovativo progetto di Parmalat destinato a dimezzare la quantità di nuova plastica immessa nell’ambiente che vede protagonisti gli storici brand Parmalat Puroblu, il primo latte a lunga durata in Italia dall’iconica bottiglia blu, e Parmalat Zymil microfiltrato in tutte le sue varianti in banco frigo. Da marzo 2019 tutte le bottiglie blu di Parmalat sono realizzate con il 50% di plastica riciclata, il massimo consentito dalla legge per i prodotti alimentari, permettendo così un risparmio all’anno pari a circa 600 tonnellate di nuova plastica.
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MISSIONE: RIDUZIONE PLASTICA! “L’azienda è impegnata nell’ambito della sostenibilità sotto diversi punti di vista, da quello dei consumi energetici alle emissioni di CO2 – ha commentato Giovanni Pomella, Direttore Generale di Parmalat Italia – e una delle principali iniziative è quella di utilizzare packaging più rispettosi dell’ambiente, arrivando a ridurre di quasi 1.500 tonnellate l’utilizzo di plastica immessa nell’ambiente negli ultimi 5 anni. In questo contesto – continua Giovanni Pomella – si inserisce la produzione di bottiglie blu con il 50% di PET riciclato per i nostri brand Parmalat Puroblue Zymil. In questo modo, l’azienda non solo
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AZIENDE / IMBALLAGGI E AMBIENTE
Granarolo rinnova l’impegno in termini ambientali Granarolo ha lanciato una bottiglia di latte con il 20% di plastica riciclata. Il progetto inaugura la strategia ambientale del Gruppo in ottica di economia circolare della plastica attraverso l’utilizzo di PET riciclato (R-PET). Prossimo obiettivo: raggiungere il 25% di plastica riciclata nel secondo semestre dell’anno!
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ranarolo S.p.A. ha lanciato sul mercato a partire da marzo un prodotto unico: una bottiglia di latte con il 20% di plastica riciclata, frutto di un rinnovato impegno in termini ambientali. Ogni anno in Europa vengono prodotte 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. Di queste solo il 30% viene raccolto e avviato a riciclo. Allo stesso tempo rimangono ancora alte le percentuali di imballaggi in plastica che sono destinati alla discarica (31%) o vengono inceneriti (39%). Per questo motivo il 16 gennaio scorso la Commissione Europea ha varato una nuova strategia che punta ad arrivare al 100% di imballaggi riciclabili entro il 2030. “A European strategy for plastics in a circular economy” getta le basi per una nuova economia circolare delle materie plastiche. Granarolo, da tempo impegnata nella riduzione della plastica sulle sue confezioni, ha rifocalizzato la propria strategia di sostenibilità ambientale del packaging orientandola in termini di economia circolare.
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NUOVA BOTTIGLIA IN R-PET Il primo passo di questa strategia consiste nel lancio di una bottiglia di latte con il 20% di plastica riciclata. Il processo prevede il riutilizzo delle bottiglie di latte in PET recuperate dalla raccolta differenziata, che dopo una selezione e smaltimento, vengono igienizzate e trasformate in nuove bottiglie. La bottiglia R-PET così ottenuta riduce la produzione e l’utilizzo di nuova plastica da fonti non rinnovabili perché è costituita dal 20% di plastica riciclata. Le bottiglie di latte R-PET Granarolo sono state immesse sul mercato per la prima volta in Italia a partire da marzo 2019 nel contesto della campagna di valorizzazione e rilancio del latte UHT, italiano, di filiera, garantito e sostenibile. Ma già dal secondo semestre 2019 le bottiglie passeranno a un 25% di plastica riciclata. Granarolo si fa pioniere tra le aziende dairy anticipando di fatto le direttive dell’Unione Europea, che a partire dal 2025 prevedono che le bottiglie in PET immesse sul mercato debbano contenere almeno il 25% di plastica riciclata.
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I PRODOTTI PIÙ GREEN Le referenze coinvolte sono tre: - latte UHT a lunga conservazione Intero da Latte per l’Alta Qualità; - latte UHT a lunga conservazione Parzialmente Scremato Piacere Leggero; - latte UHT a lunga conservazione Scremato. La valenza ambientale della nuova bottiglia è esaltata anche dall'etichetta, che contiene messaggi informativi relativi alla raccolta differenziata e al riciclo dei contenitori a fine vita.
VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE Il piano prevede nel tempo anche altre importanti azioni sulla riduzione della materia plastica delle bottiglie, delle vaschette e dei film flessibili e il passaggio a materiali riciclabili sulle referenze che oggi utilizzano multimateriali. “Molti i progetti sul packaging (riduzione del peso della plastica e introduzione di plastica riciclata) che Granarolo ha realizzato nel corso del 2018 e che proseguono nel 2019 per rispondere all’appello ambientale, con un risparmio di 524,365 Kg di CO2 eq nel 2018 e di 852,892 Kg di CO2 eq. nel 2019 (dato presunto su volumi di prodotto mensile medio 2019). Altri lanci di bottiglie nel 2019 ci permetteranno di ridurre il consumo di risorse non rinnovabili per un totale di 664 tonnellate di plastica con un ulteriore risparmio di 54,5 CO2 eq. Contribuirà anche a sensibilizzare i consumatori sulla raccolta differenziata, il riciclo delle bottiglie innescherà infatti un ulteriore risparmio: le bottiglie in PET verranno considerate così come una risorsa e non più come un rifiuto. Questa è la prima di una serie di importanti iniziative che ci vedranno lavorare anche al fianco di Conai e CoriPET”, ha commentato il Presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari. “Il documento europeo rappresenta una sfida importantissima. Industria, cittadini e governi devono affrontarla insieme, gettando le basi per una nuova economia circolare delle materie plastiche”.
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breaking news RISULTATI POSITIVI PER CANDIA Candia Italia S.p.A., filiale italiana di Sodiaal, il più importante gruppo cooperativo lattiero-caseario di Francia nonché terzo produttore di latte in Europa e quinto su scala mondiale, archivia un 2018 di segno positivo, in controtendenza rispetto all’andamento in flessione del mercato italiano del latte (-2.9% in volumi). Candia Italia ha chiuso il 2018 totalizzando vendite di latte per 112 milioni di litri, di cui 22 milioni a marchio Candia, 60 milioni con marchi del distributore e 30 milioni nel primo prezzo. Nella tipologia Latte a Lunga Conservazione, che rappresenta il 70% del mercato del latte in Italia con 807 milioni di litri venduti (-3.2% vs. 2017), il brand Candia si posiziona al 6° posto con un market share del 2,3% e un incremento in volumi dello 0,1%, peraltro realizzato con un’incidenza particolarmente bassa delle vendite in promozione: una rarità in un panorama sostanzialmente stabile [fonte: IRI, gennaio-dicembre 2018 Iper+Super]. Le note più positive arrivano dal segmento Delattosato, che nel corso del 2018 ha proseguito nella sua rapida progressione raggiungendo quota 20,4% nelle vendite di latte a Lunga Conservazione con un incremento annuo del 5%. In questo segmento, il brand Candia si è confermato terza forza alle spalle dei big Parmalat e Granarolo con un market share del 2,5% e un +0,5% di incremento annuo in volumi. Candia si conferma terzo marchio nazionale anche nella tipologia Delattosato Parzialmente Scremato, dove detiene un market share del 3,2%. Le rilevazioni IRI gennaio-dicembre 2018, inoltre, mostrano come Candia Alta Digeribilità si collochi dietro il marchio Zymil (Parmalat) per performance medie di base per punto di ponderata nel formato da 1 litro (brick o bottiglia), mettendo in riga gli altri player nazionali del segmento. Un’ulteriore conferma di un 2018 soddisfacente per Candia Italia proviene dai dati di vendita relativi ai formati 20/25 cl di latte UHT parzialmente scremato, dove il prodotto Candia GranLatte in bottiglia 6x25 cl ha ottenuto le migliori performance per punto di ponderata tra i player presenti sull’intero territorio nazionale. “Direi che ci sono valide ragioni per accogliere con soddisfazione i risultati ottenuti nel 2018, dimostrazione di come l’accreditamento acquisito presso il consumatore finale sia premiante in un contesto di mercato in contrazione”, dichiara Anna Di Cugno, Responsabile Marketing di Candia Italia. “Siamo particolarmente soddisfatti per le performance registrate nello strategico segmento Delattosato, dove le nostre proposte stanno guadagnando terreno come attesta il dato IRI sulle rotazioni di base per punto di ponderata”.
La mozzarella di bufala campana DOP prodotta dal caseificio gestito dalla Cooperativa Sociale “Le Terre di Don Peppe Diana - Libera Terra” è stata presentata in occasione di MARCA 2019 nel nuovo packaging in Mater-Bi, la bioplastica di Novamont biodegradabile e compostabile secondo lo standard UNI 13432 che può essere smaltita assieme agli scarti alimentari, realizzato in collaborazione con Cooperativa Ventuno, fondata da familiari di vittime della criminalità organizzata e impegnata da anni nella tutela dell’ambiente e della legalità della provincia di Caserta anche attraverso la promozione dell’uso di imballaggi biodegradabili e compostabili a norma di legge. Con una produzione annua intorno alle 5 mila tonnellate, la mozzarella di bufala campana DOP è il più importante prodotto di origine protetta del Mezzogiorno. La sua filiera rappresenta una voce importante del PIL campano con circa 15 mila occupati e un fatturato intorno ai 600 milioni di euro. La nuova busta in Mater-Bi è ottenuta grazie a tecnologie proprietarie Novamont nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni. È totalmente conforme alle norme della legge 123/2017 sugli imballaggi primari alimentari, con un contenuto di materia prima rinnovabile di almeno il 40% certificato EN 16640 e piena compliance alle disposizioni in tema di contatto con gli alimenti. Le componenti essenziali per la produzione delle bioplastiche Mater-Bi sono amido di mais e oli vegetali, non modificati geneticamente e coltivati in Europa con pratiche agricole di tipo tradizionale, creando filiere integrate che vanno ben oltre le bioplastiche stesse, in sinergia con il cibo e con la qualità dei territori attraverso l’applicazione di una continua innovazione. I prodotti compostabili realizzati in Mater-Bi rappresentano soluzioni capaci di chiudere il cerchio dell’economia, perché nascono dalla terra e ritornano alla terra. Evitano infatti lo smaltimento in discarica e contribuiscono alla creazione di compost di qualità, un alleato importantissimo per combattere la desertificazione e l’erosione dei suoli. Sono prodotti in grado di creare valore diffuso lungo tutta la filiera, trasformando problemi locali in imperdibili opportunità di cambiamento e di sviluppo. Secondo Francesco Pascale, direttore di Cooperativa Ventuno, “L’utilizzo di sistemi innovativi e sostenibili, proprio a partire dagli imballaggi, rappresenta un segnale concreto di attenzione e cura dell’ambiente che completa il profilo di eccellenza di un prodotto come la mozzarella di bufala campana DOP”.
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BUSTA IN MATER-BI PER UNA MOZZARELLA BUONA E VIRTUOSA
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