FM Anno XXV | N.
1 | Maggio/Giugno 2021
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sommario
sommario
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primo piano 4
Carne, nuovi trend dei consumi alimentari Proteine alternative, un mercato in crescita L’Agnello Gallese IGP entra nel carrello degli italiani Il salame, un ponte tra passato e presente
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mercato 10 Boom dell’agroalimentare nel retail del post-pandemia 11 Alimentazione halal, cibo sano e sicuro per tutti 12 Ucima, scatto delle vendite nel I trimestre 2021 13 Disrupting trends in the packaging machinery market 14 L’olio extravergine conquista il mondo
FM
focus 16 IV gamma, segnali positivi per il 2021
40 P.E. Labellers e Sani Trasporti, storia di una partnership
dossier
innovazione
22 Robotica, un mondo in evoluzione 23 Manufacturing robots, a growing market 24 Mercato imprevedibile? Produzione Adattiva! 25 Kenos di Piab, sistemi a presa di vuoto 26 ABB, una nuova generazione di cobot
aziende&strategie 28 Smart Packaging Hub, innovazione e digitalizzazione nel Food & Beverage 30 Van Berkel International cresce nel 2020 31 FRoSTA, cibo sano in packaging sostenibile 32 Ambasciatori della Carta Etica del Packaging, come e perché?
case history 34 Kühne confeziona le salse con la tecnica flessibile di Schubert 36 Piab e Selematic, movimentazione automatica di confezioni di pasta 38 Eddie, stampante alimentare per stampe sugli alimenti 39 Mingazzini per Latteria Soresina, tecnologia virtuosa all’insegna della sostenibilità
42 Siemens, un partner a supporto dell’industria del packaging
food&ambiente 44 Sostenibilità e tracciabilità del cibo, due pilastri per gli italiani 46 Le molteplici soluzioni di Corno Pallets
prodotti&tecnologie 48 Macchina raggi x o metal detector? I consigli di Nimax per il food
la rivista del latte 50 Latte e prodotti lattiero caseari, domanda mondiale in aumento 52 Dal latte al formaggio, sfide e opportunità 54 La Casearia Carpenedo, una storia di passione
eventi 62 Macfrut 2021 scalda i motori
Food Machines è parte del NETWORK
Grafica e impaginazione Amalia Pari
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Rassegna Grafica
ANNO XXV | N. 1 MAGGIO/GIUGNO 2021
Direttore Responsabile Gisella Bertini Coordinamento editoriale Stefano Legnani stefano.legnani@innovativepress.eu
Abbonamenti e diffusione customercare@innovativepress.eu 2 numeri all’anno + 4 Beverage Machines. L’abbonamento decorre dal primo numero raggiungibile. Italia 40 � - Europa 70 �
Marketing e Vendita Katia Pasquali katia.pasquali@innovativepress.eu
Gestione Editoriale
Redazione Chiara Bezzi Chiara Riccardi
Via Teocrito 47 - 20128 Milano Tel. 02252071 - Fax 0227000692 info@innovativepress.eu
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Rassegna dell’imballaggio
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Beverage Machines
Editore Aut. Trib. di Milano n. 713 del 07/12/1996 Iscrizione al ROC n. 5836 © BEMA-EDITRICE Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore. Informativa Privacy ai sensi del D.lgs 196/03 per il trattamento dei dati. La informiamo che, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare l’aggiornamento dell’informazione tecnica a soggetti identificati per la loro attività professionale mediante l’invio della presente rivista o di altre dello stesso editore riguardanti la medesima sfera di attività. In qualsiasi momento, Lei potrà chiedere al Titolare del Trattamento dei dati personali, BE-MA editrice Srl con sede in Milano, via Teocrito n. 47, la consultazione, la modifica, il blocco o la cancellazione dei Suoi dati secondo quanto previsto dall’art.7 della stessa normativa, scrivendo a segreteria@bema.it
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primo piano
CARNE
nuovi trend dei consumi alimentari Durante il lockdown gli italiani hanno privilegiato stili alimentari più salutari, orientandosi verso cibi di maggiore qualità e più sicuri, sia in termini di provenienza che di metodi di produzione. E Made in Italy, Km 0 e biologico sono diventati elementi determinanti nelle preferenze dei consumatori.
È
quanto emerge dall’indagine realizzata nell’ambito dell’Osservatorio The World after Lockdown di Nomisma, che ha l’obiettivo di monitorare in maniera continuativa abitudini, stati d’animo, consumi e aspettative relative al post Coronavirus di un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (tra i 18 e i 65 anni). Per il produttore Fileni, Nonisma ha realizzato un approfondimento dedicato ad abitudini e preferenze di acquisto della carne.
LA CRESCITA DEL SETTORE BIOLOGICO
Ma come è cambiata l’attenzione del consumatore verso il bio durante il lockdown? Dal 17 febbraio al 22 marzo 2020, ovvero durante le settimane più drammatiche e di maggiore incertezza emotiva, le vendite di prodotti alimentari e bevande bio nella distribuzione moderna (considerando l’intera rete di vendita – Iper+Super+Discount+Libero servizio piccolo) hanno segnato un +20,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’emergenza sanitaria ha impresso un forte impulso alla crescita del settore biologico, con una impennata nel comparto dei prodotti freschi, che ha registrato un +10% nei primi tre mesi del 2020, grazie a due segmenti in particolare: l’ortofrutta (+15%) e le carni (+31%). Questi dati vanno letti in un contesto di crescente interesse per il biologico a livello globale: è esplicativa, ad esempio, la crescita dell’export di prodotti bio Made in Italy (+ 597% negli ultimi 10 anni) a testimonianza dell’interesse che prodotti italiani a marchio bio raccolgono sui mercati internazionali. Anche a livello mondiale le vendite di prodotti alimentari biologici non si arrestano: + 538% la variazione 2018/2020. L’Italia, del resto, è il quinto mercato al mondo per consumi biologici (con una quota di mercato del 4% nel 2018), dietro a Stati Uniti, Germania, Francia e Cina. Sul mercato interno, già nel pre-Covid i dati delle vendite in GDO (1,3 miliardi di euro nel 2019) evidenziavano una crescita
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del +3,6% rispetto al 2018 e addirittura del +83% rispetto al 2014 (fonte: Nielsen), con una corrispondente crescita del “peso” del biologico sul totale della spesa alimentare, passata dal 2% al 4% in soli cinque anni.
MADE IN ITALY E SOSTENIBILITÀ
La diffusione del Coronavirus ha scardinato i consolidati schemi di acquisto degli italiani, favorendo una maggiore sensibilità nei confronti di alcuni valori collegati alle scelte alimentari. Salutismo, ricerca di sicurezza, origine del prodotto e sostenibilità sono alcuni degli elementi che con ancor più enfasi hanno caratterizzato la composizione del carrello alimentare degli italiani. Made in Italy e Km 0 hanno confermato il loro ruolo, diventando due pilastri imprescindibili nella scelta dei prodotti alimentari (il 22% dei responsabili acquisti dichiara di aver incrementato la spesa di prodotti con queste caratteristiche). L’interesse per tali valori ha raggiunto anche chi in passato era sembrato meno attento a questi requisiti: il 28% ha iniziato, proprio durante il lockdown, ad acquistare prodotti alimentari da filiere 100% italiane o locali. Significativo anche l’aumen-
industria della carne to di interesse verso i prodotti ottenuti con metodi di produzione biologica e sostenibile: durante il lockdown, il 30% degli italiani ha iniziato ad acquistare i prodotti biologici con maggiore frequenza, il 20% degli italiani ha preferito cibi prodotti con metodi a basso impatto ambientale e il 12% ha acquistato prodotti alimentari con packaging sostenibile.
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Carne: i principali driver di acquisto
ALIMENTI FRESCHI E CARNI
L’indagine dell’Osservatorio The World after Lockdown di Nomisma segnala che l’attenzione del consumatore verso attributi come “100% origine italiana”, “sostenibilità” e “biologico”, fattori guida fondamentali per la scelta dei prodotti alimentari, si fa ancora più forte quando si parla di prodotti freschi e in particolare di carne: per questo prodotto la quota di chi ritiene importante l’origine 100% italiana sale al 78% (71% la ritiene importante per la spesa alimentare in generale) mentre la percentuale di chi ricerca il marchio biologico aumenta fino al 54% (51% lo ritiene importante per la spesa alimentare in generale). Altri fattori determinanti per la scelta della carne sono: l’assenza di antibiotici (per il 75% dei consumatori), la preferenza verso prodotti ottenuti da allevamenti all’aperto (66%), l’assenza di OGM nei mangimi utilizzati (65%) e l’alimentazione con soli mangimi vegetali (56%).
Fonte: Nonisma Osservatorio The World After Lockdown| Consumer per Fileni, 2020
Carne bio: il valore del packaging
PERCHÉ COMPRARE CARNE BIO?
L’indagine curata da Nomisma ha evidenziato come la carne sia un alimento fortemente presente sulla tavola degli italiani: nell’ultimo anno la quota di chi ha consumato carne in almeno un’occasione è pari al 92% della popolazione e l’86% dichiara di mangiarla 1 volta a settimana o più spesso. Il 52% dei consumatori di carne acquista carne biologica: di questi, il 16% lo fa per motivi di salute/ benessere, il 15% perché garantisce l’assenza di antibiotici e il 12% perché è priva di OGM, additivi e conservanti o Fonte: Nonisma Osservatorio The World After Lockdown| Consumer per Fileni, 2020 perché la ritiene più sicura. Infine, il 10% sceglie carne bio perché è ottenuta con metodi che rispettano l’ambiente e una vorrebbe trovare in etichetta informazioni sull’impatto ampercentuale analoga perché proviene da allevamenti sostenibientale del packaging. bili e da animali che mangiano bio. Sano e salutare sono per il 27% dei consumatori i primi attributi indicati per descrivere UN NUOVO SISTEMA ALIMENTARE la carne bio e questa percezione ha riflessi positivi sul carrello; Le evidenze emerse dalla ricerca dimostrano, dunque, come una leva sensibile per l’acquisto è anche la promozione (42%). l’obiettivo istituzionale del raggiungimento di un sistema alimentare più salutare, sostenibile e rispettoso dell’ambiente sia IL VALORE DEL PACKAGING condiviso anche dai consumatori. Una sfida ambiziosa per le E GLI IMBALLAGGI SOSTENIBILI aziende italiane, chiamate non solo a ridefinire e potenziare le Le idee chiare sul “valore” dei prodotti che portiamo in tavola proprie strategie, ma anche a rispondere alle esigenze del implicano una forte coerenza con il packaging. E i consumamercato. Questa è una straordinaria opportunità di crescita tori di carne bio lo sanno bene: 9 su 10, infatti, affermano che per il bio, perché esiste una domanda potenziale non ancora la carne bio dovrebbe essere proposta in confezioni realizzate soddisfatta: il 49% dei consumatori di carne che acquistano in con materiali sostenibili e, in particolare, il 36% ritiene che la GDO, infatti, dichiara di non essere pienamente soddisfatto confezione dovrebbe essere riciclabile al 100%, compostabile dell’assortimento della linea biologica. In più, fra coloro che (per il 17%) o almeno contenere meno plastica possibile (16%). oggi non comprano carne bio, è significativa la quota di chi I valori e l’importanza del pack sostenibile andrebbero inoltre non ne comprende le garanzie (19%) o non la trova nei punti comunicati in maniera esplicita: l’11% degli user di carne bio vendita che frequenta (6%).
FOOD MACHINES | MAGGIO/GIUGNO 2021
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primo piano
PROTEINE ALTERNATIVE un mercato in crescita
Cresce l’interesse di consumatori, aziende e investitori per proteine a base vegetale, di microrganismi o di cellule animali.
O
ggi è facile reperire del latte vegetale negli scaffali dei supermercati, può capitare di trovare carne a base vegetale negli hamburger dei fast food e si può persino assaggiare della carne “coltivata” da cellule animali in qualche ristorante di Singapore e Israele. Ma è solo l’inizio della grande trasformazione del mondo delle proteine. Secondo lo studio BCG “Food for Thought. The Protein Transformation”, entro il 2035 un decimo di tutte le porzioni di carne, uova e latticini consumate nel mondo sarà con proteine “alternative”, a base vegetale, di microrganismi o di cellule animali. Si tratta di proteine derivate dalle piante, come soia o piselli gialli, oppure prodotte utilizzando batteri, lieviti, alghe unicellulari e funghi, o ancora coltivate direttamente da cellule animali (tra cui della carne e dei frutti di mare). Il loro consumo è destinato ad aumentare di sette volte nei prossimi quindici anni a livello globale, passando dalle attuali 13 milioni di tonnellate l’anno, il 2% delle proteine animali, a 97 milioni di tonnellate entro il 2035, quando rappresenteranno l’11% del totale. Entro il 2035 il mercato delle proteine alternative raggiungerà il valore di 290 miliardi di dollari, spinto dall’interesse di consumatori, aziende e investitori verso prodotti più sani, con minori emissioni di CO2 e minori implicazioni etiche legate all’allevamento intensivo degli animali. Con profitti distribuiti lungo tutta la catena del valore: dalle aziende alimentari alle startup che nasceranno per produrle, dagli scienziati e agli agricoltori che forniranno i mezzi, agli investitori che le finanzieranno. E questo è solo lo scenario base. La crescita del settore sarà più rapida se miglioramenti di efficienza produttiva consentiranno di ottenere prodotti realmente comparabili nel gusto, nella consistenza e nel prezzo a quelli con proteine animali: in questo caso, la quota di mercato potrebbe arrivare al 16% del totale nel 2035. E se i regolatori daranno un’ulteriore spinta con incentivi ad hoc, le alternative arriveranno al 22% del consumo di proteine entro 15 anni. Mentre, già dal 2025 in Europa e Nord America si sarà raggiunto il “picco della carne”, con un consumo di proteine animali in declino.
ALTERNATIVA SOSTENIBILE
L’interesse dei consumatori per proteine alternative cresce poiché rappresentano una soluzione salutare, che riduce i fattori di rischio
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FOOD MACHINES | MAGGIO/GIUGNO 2021
di malattie cardiovascolari, ma anche sostenibile, grazie al potenziale di ridurre le emissioni di gas serra, l’uso di acqua e suolo. A questi elementi si aggiungono le implicazioni che il consumo di tali proteine avrebbe sulla riduzione della sofferenza degli animali e sulla tutela della biodiversità. Una trasformazione simile può davvero dare un contributo agli sforzi per combattere il cambiamento climatico.
LE ALTERNATIVE NEL PIATTO
Nel mondo, nove piatti su dieci avranno un’alternativa realistica con proteine a base di piante, microrganismi e cellule animali entro il 2035, senza la necessità di creare nuove ricette, senza cambiamenti di gusto e senza aumentare i costi per il consumatore. Questo vale per gli hamburger come per i burritos, per le lasagne come per il sushi, per la pizza come per l’asado. Molti piatti popolari in tutto il mondo potrebbero essere realizzati con proteine alternative già entro il 2025, in particolare quelli che utilizzano carne meno strutturata, ad esempio macinata. Entro il 2035 troveranno valide alternative anche prodotti più difficili, come uova, latticini o filetti di carne e pesce, anche se resterà molto complesso riprodurre tagli di carne di grandi dimensioni e strutturati. BCG stima che le proteine alternative a base vegetale raggiungeranno la parità in questi ambiti già entro il 2023, quelle basate su microrganismi entro il 2025 e quelle basate su cellule animali entro il 2032. Stime che però variano a seconda del tipo di proteine animali da sostituire. Gli hamburger vegetali potrebbero raggiungere la parità entro i prossimi due anni, mentre i pezzi di “pollo” a base vegetale dopo il 2023 (hanno sapore e una consistenza simili, ma devono diventare più economici per competere). I prodotti a base di microrganismi e cellule animali raggiungeranno la parità prima con prodotti animali costosi come la carne, solo dopo con uova e latticini.
LA CRESCITA DEL MERCATO
Secondo l’indagine di BCG, la crescita del mercato delle proteine alternative avrà 3 fasi: moderata fino a quando ogni tipo di prodotto non raggiungerà la parità, poi un forte aumento di interesse e raddoppio del tasso di adozione, infine un’espansione costante a un tasso base di circa il 5%. Le alternative a base vegetale raggiungeranno la parità nel 2023, a cui seguirà un periodo di crescente interesse e di adozione in forte aumento. Quelle a base di microrganismi saranno equivalenti entro il 2025 e poi cresceranno più velocemente fino al 2032, quando quelle a base di cellule animali raggiungeranno la parità, dopodiché, il tasso di crescita di queste ultime supererà quello delle altre due.
Industria della carne ○○○
L’AGNELLO GALLESE IGP
entra nel carrello degli italiani
Il consumatore italiano è molto attento alla qualità: a fronte di un consumo ridotto di carne, predilige la provenienza garantita, gli allevamenti estensivi, la sicurezza della filiera e la qualità organolettica. Tutte caratteristiche offerte dall’Agnello Gallese IGP.
S
econdo gli ultimi dati diffusi da Hybu Cig Cymru - Meat Promotion Wales (HCC), ente promotore delle carni ovine e bovine gallesi, il 2020 è stato un anno di successo per l’agnello d’oltremanica in Italia. 5.338 sono state infatti le tonnellate di carne ovina esportata nel Belpaese, per un valore di £ 29.639.000. Sul totale delle esportazioni britanniche, il Galles gioca un ruolo importante con più di 1/3 della produzione ovina e una presenza massiccia sui mercati internazionali del brand Welsh Lamb IGP. Il Galles è uno dei più grandi produttori di carne di agnello d’Europa, un censimento del 2016 conta quasi 10 milioni di ovini. In tutto il Galles, un territorio di circa 20.000 km quadrati, ci sono circa 14.000 allevamenti, con una media di 700 capi ovini a fattoria.
CRESCE L’IMPORTAZIONE, NONOSTANTE LA PANDEMIA
Le esportazioni di Welsh Lamb verso l’Italia sono aumentate del +27,71% in volume e del +17,94% in valore rispetto all’anno precedente. “I consumatori acquistano sempre più cibi di cui si fidano, dalla filiera garantita, prodotti con alti standard qualitativi e sempre più sostenibili. Questo è ciò che può offrire la carne gallese: ecco perché lo scorso anno, nonostante le turbolenze causate dal Covid-19, abbiamo assistito a un aumento delle vendite sia sul mercato interno, sia sui mercati internazionali, dove i nostri clienti europei ci hanno rinnovato la loro fiducia”, ha affermato Deanna Jones, Export Market Development Executive HCC. Un picco di esportazioni si è registrato nella tarda primavera-
inizio dell’estate, quando il primo lockdown era stato allentato. Un andamento positivo che è proseguito, su livelli più ragionevoli, fino a dicembre dello scorso anno quando i volumi sono diminuiti del -11,74%, un calo dovuto a un prezzo relativamente alto e alla situazione di incertezza legata ai negoziati sulla Brexit che non promettevano bene. “Nonostante il 2020 sia stato un anno dominato da molti timori, l’andamento dell’export di Welsh Lamb è stato molto positivo”, conferma Jeff Martin, responsabile HCC del mercato italiano. “L’aumento generale è stato il risultato di una maggiore presenza nella GDO, comparto che ha retto meglio l’impatto della pandemia di Covid-19, e di un rafforzamento della presenza nelle macellerie, soprattutto durante il lockdown della primavera dove molti italiani hanno riscoperto i negozi di vicinato”. Dall’altra parte, il settore della ristorazione ha avuto un anno molto irregolare, con le esportazioni di Agnello Gallese IGP che si sono attestate all’incirca al 35% dei livelli pre-Covid. “Nonostante la situazione difficile che stiamo vivendo sia a livello sanitario che commerciale, le carni ovine gallesi continuano a mantenere la quota di mercato”, conclude Martin. “Ciò significa che il Welsh Lamb IGP è definitivamente entrato nella spesa degli italiani”. Il consumatore italiano, di fatto, è molto attento alla qualità: a fronte di un consumo ridotto (si cerca di mangiare un po’ meno carne ma più buona) predilige la provenienza garantita, gli allevamenti estensivi, la sicurezza della filiera e la qualità organolettica, tutte caratteristiche che l’Agnello Gallese IGP offre da sempre.
FOOD MACHINES | MAGGIO/GIUGNO 2021
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primo piano
IL SALAME un ponte tra passato e presente
Il salame è uno dei prodotti più antichi che esistano: si dice risalga addirittura all’epoca romana, ma fu solo nel Medioevo che l’arte salumiera iniziò ad affinarsi, diversificando sempre di più le tecniche di lavorazione e produzione. Oggi si celebra questo salume sulle tavole italiane come prodotto di punta della cucina nazionale, grazie al suo sapore inconfondibile e alla sua consistenza morbida e delicata.
L
a storia di Marco D’Oggiono Prosciutti inizia a Lecco nei primi anni del ‘900 come attività famigliare di macelleria e salumeria, fondata dai nonni degli attuali proprietari e poi portata avanti dai genitori Luigi e Angela Spreafico. Nel 1945, in pieno dopo guerra, l’azienda di famiglia si trasforma in un vero e proprio prosciuttificio che continua a produrre oggi in provincia, a Oggiono, con i tre fratelli Dionigi, Agnese e Giulia, che hanno saputo interpretare il dogma di una lavorazione essenziale e concentrata sul risultato. Con la determinazione dei brianzoli e l’umiltà di una filosofia lenta, producono uno tra i prosciutti crudi più dolci e delicati del nord Italia. In bocca è pulito. Nessun conservante. L’aria fresca delle colline brianzole si unisce alla brezza dei laghi e crea un microclima perfetto che consente di diminuire la dose di sale e ottenere un prodotto stagionato naturalmente che non lascia un retrogusto sapido. Un prodotto d’eccellenza tanto da essere riconosciuto nel 1999 dalla Regione Lombardia “Prodotto Tradizionale Lombardo” e come tale è presente in tutti gli atlanti di prodotti tipici e tradizionali della Regione. Per Marco d’Oggiono Prosciutti, il salame è da sempre una cosa seria, da realizzare con amore per soddisfare tutti i palati amanti di questo salume speciale. Da qui nasce un’ampia gamma di salami: dai più stagionati dal carattere forte, a quello più giovane, delicato e tenero.
UN’AMPIA GAMMA DI SALUMI
Il Salame di coscia, tipicamente brianzolo, è confezionato con la carne delle cosce fresche con cui il prosciuttificio oggionese realizza i suoi prosciutti crudi. Non agliato, non piccante, ha un sapore pulito ed è particolarmente magro. Anche il Salame Gentile Oggiono è realizzato con carni suine 100% italiane. La caratteristica principale è la sua dolcezza. È consigliato gustarlo a temperatura am-
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FOOD MACHINES | MAGGIO/GIUGNO 2021
biente e tagliato a fette. La Muletta è invece il salame brianzolo per eccellenza. In passato, veniva insaccato nel suo budello (da cui difatti prende il nome) durante il periodo invernale e veniva stagionato a lungo per garantirne la morbidezza, una volta pronto. Le muffe naturali donano a questo salume un aroma avvolgente e unico, che suscita subito il desiderio di assaggiarlo insieme a un pezzo di pane. L’Osteria è un salame particolare e ricercato, perfetto abbinato a un bicchiere di vino rosso. Il gusto antico ricorda le osterie brianzole di una volta, le merende della domenica pomeriggio in famiglia e la condivisione del cibo sulla tavola. Marco D’Oggiono Prosciutti, inoltre, presenta Happy, un salame allegro e piacevole, non impegnativo, perfetto per un aperitivo. Il sapore è pulito, dolce, accattivante e la pezzatura è più piccola. Questo dona al salame un aroma più fresco e frizzantino. Un’altra versione molto interessante dell’Happy è il Mignon, ancora più piccolo e gustoso, dalla fragranza giovane e briosa. Sempre di grande qualità, l’azienda oggionese propone l’Happy Hour, un salame giovane che si adatta meravigliosamente all’orario aperitivo o per merenda. Esiste anche la versione piccante, chiamata Happy Hour Piccante. Il salume più antico del mondo può assumere varie sfumature di sapore, gusto, forma, dimensione. Ciò che importa è la garanzia di un momento di gioia, spensieratezza e convivialità.
dolciario
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FOOD MACHINES | NOVEMBRE/DICEMBRE 2020
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mercato
Agrolimentare
nel retail del post-pandemia T
ra aperture, varianti e aspettative altalenanti sui vaccini anche il retail alimentare, nonostante i buoni risultati di vendita, vive una fase di incertezza che richiede ancora più del solito di guardare all’evoluzione dei trend con un orizzonte più ampio.
DISTRIBUZIONE MODERNA: RISULTATI DA CONSOLIDARE
I dati IRI confermano incrementi record per l’alimentare confezionato nella distribuzione organizzata, in particolare per fresco a peso imposto (+10,6% a valore), surgelati (+12,9%) e bevande (+5%). Per il Retail Institute Italy, innovazione e sostenibilità, oltre ad AI e automazione, saranno protagoniste.
Quale la visione che emerge dai trend della domanda espressi dai consumatori? “Nella distribuzione moderna – commenta Daniele Gilli, direttore commerciale di IRI, società di ricerche specializzata in big data, analytics e insight e partner di TUTTOFOOD – il Food ha raggiunto a fine 2020 un incremento dell’8,4% a valore e del 7,1% a volume, beneficiando anche di un travaso dal canale fuoricasa dovuto ai diversi lockdown”. Secondo i dati di IRI, Fresco a Peso Imposto (+10,6% a valore) e Freddo, in particolare i Surgelati (+12,9%), sono i reparti con i tassi di crescita più elevati. Decisamente positivi anche i risultati delle Bevande, che invece hanno sofferto nel canale grossisti a causa delle chiusure del fuoricasa. Nel canale moderno questi prodotti chiudono invece l’anno con un incremento del +5% della spesa e un +4,4% dei volumi commercializzati. “Durante il 2020 – aggiunge Gilli – alimentari e bevande hanno beneficiato di un travaso delle vendite dal canale fuori casa dovuto alle diverse chiusure. Nei primi mesi l’effetto accaparramento ha spinto la domanda delle categorie scorta, ma il passo eccezionale seguito dalle vendite nella prima fase dell’epidemia era in buona parte causato dal blocco della mobilità, che ha spostato in casa consumi normalmente effettuati in bar e ristoranti. Stimiamo che ancora oggi circa il 5,5% delle vendite di Food&Beverage attengano a questa migrazione del consumo alimentare”.
IL PUNTO DI VISTA DEI RETAILER
Se gli analisti presentano i dati a consuntivo e ne ricavano possibili trend, grazie alla loro presenza sul campo gli ope-
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FOOD MACHINES | MAGGIO/GIUGNO 2021
ratori hanno il polso delle tendenze mentre si stanno manifestando. “Offriamo ai nostri consumatori ben sei modalità diverse di acquisto, inclusi il delivery e il click &collect”, commenta Giovanni D’Alessandro, Direttore Generale di BASKO. “Per quanto riguarda i punti vendita fisici, la pandemia ha accelerato tendenze che erano già in corso, come la crescita dei negozi di prossimità, anche con format innovativi, e la crisi delle grandi superfici”. Gli investimenti in innovazione e trasformazione digitale sono confermati anche da Adriano De Zordi, Amministratore Delegato di Bennet: “A ottobre 2020 abbiamo lanciato la nuova piattaforma e-commerce. Più in dettaglio, gli investimenti dedicati al front end hanno l’obiettivo di accogliere al meglio i clienti migliorando l’esperienza nella fase di acquisto e navigazione”. Ma l’innovazione riguarderà anche gli store, oltre che l’universo digitale, come spiega Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad: “Riteniamo che dopo l’emergenza riprenderà il processo di evoluzione dei format che era già in corso. Le classiche corsie obbligate verranno sostituite da ‘piazze’ aperte e le diverse modalità di acquisto e fruizione del Food & Beverage sfumeranno in un continuum che va dal consumo in loco, all’acquisto in negozio, al click & collect e delivery fino al commercio digitale”. “Siamo passati dalla lealtà del consumatore per il marchio alla lealtà dell’insegna verso il consumatore, cui rendere disponibili più canali di acquisto”, conclude Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé. “Io lo definisco modello ‘penta-touch point’: home delivery diretto, click &collect, locker, piattaforme dedicate allaspesa online e piattaforme di food delivery. Per quanto riguarda il punto vendita, dovremo puntare a un’esperienza multisensoriale di qualità, complementare agli altri canali in cui privilegiare prodotti più ordinari”. Fonte: TUTTOFOOD
industria alimentare
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Alimentazione halal cibo sano e sicuro per tutti Dallo scoppio del Covid-19, i consumatori sono diventati sempre più consapevoli di ciò che mangiano. L’alimentazione halal segue dei presupposti salutari anche per chi non è musulmano garantendo il consumo di cibo sano e privo di patogeni potenzialmente pericolosi per la salute umana. È per questo motivo che brand come Granarolo, Parmalat, La Doria e La Molisana producono halal.
I
maggiori esponenti in campo alimentare ritengono che l’epidemia di Covid-19 abbia origine zoonotica, una malattia infettiva trasmessa dagli animali. Il coronavirus (SARS-CoV), identificato come l’agente eziologico della SARS, è arrivato all’uomo passando da diverse specie animali, tra cui pipistrelli, zibetto dell’Himalaya e procione, e la trasmissione tra le varie specie animali e l’uomo si suppone sia avvenuta nei mercati di animali vivi nella provincia cinese del Guangdong. Oggi, a oltre un anno dall’inizio della pandemia, la garanzia di prodotti salutari è sempre più importante per i consumatori. Si rende indispensabile una profonda trasformazione sociale di tutta una serie di procedimenti, una conversione su scala globale a metodi di verifica e certificazione che siano in grado di assicurare gli standard qualitativi necessari alla sicurezza alimentare.
offrano prodotti certificati halal dalla World Halal Authority, ente di certificazione halal riconosciuto a livello mondiale (WHA). Quando il criterio halal è correttamente applicato e implementato, il risultato finale è un bene o un servizio che in tutte le fasi di produzione ed erogazione rispetta rigorosissimi criteri di sicurezza alimentare. L’alimentazione halal, secondo gli schemi internazionali, segue direttive importanti per la salute dell’essere umano indipendentemente dal suo credo religioso. L’alimentazione halal segue dei presupposti salutari anche per chi non è musulmano garantendo il consumo di cibo sano privo di patogeni potenzialmente pericolosi per la salute umana. In Italia i musulmani sono circa 2 milioni, nel mondo 1,8 miliardi, secondo le ultime stime, il mercato halal ha generato consumi per 2.2 trilioni di dollari, confermando il trend che anche i non musulmani consumano halal per salvaguardare la propria salute. “L’alimentazione halal mette al centro la salute e il rispetto della persona. È quindi un peccato che i consumatori non conoscano sufficientemente in profondità i vantaggi per la loro salute consumando cibo halal. Da non sottovalutare l’importanza che avrebbe anche sul fronte economico per le aziende che perdono delle importanti opportunità commerciali a causa di una scarsità di informazioni”, dichiara Mohamed Elkafrawy, CEO e presidente della World Halal Authority. “World Halal Authority ha il dovere di prendere per mano consumatori e aziende interessate a questo settore e guidarli passo per passo tra gli autentici principi halal. È giusto che consumatori, imprenditori e consulenti di qualità abbiano tutte le informazioni necessarie per fare delle scelte consapevoli”.
COSA SIGNIFICA MANGIARE HALAL?
Consumare halal è un indice di garanzia da tenere particolarmente d’occhio: sembrerà banale, ma uno dei princìpi fondanti del criterio halal è proprio l’eliminazione, in ogni stadio della filiera di produzione, di qualunque sostanza o trattamento nocivi per la salute umana. Questo implica dunque una serie di controlli rigorosi e intransigenti rispetto a tutte le norme che tutelano la sicurezza sanitaria dei prodotti, specialmente quelli alimentari, rendendo dunque la certificazione halal un punto di riferimento affidabile per il consumatore che vuole avere certezze riguardo la salubrità dei prodotti che acquista. Non è un caso che aziende come Granarolo, Parmalat, La Doria, La Molisana e molti altri brand importanti del made in Italy,
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mercato
Macchine
per il packaging
scatto delle vendite La variazione di fatturato rispetto a marzo 2020 segna +9,2%, frutto di una notevole crescita sul mercato interno (+28,8%). Le aspettative per i prossimi mesi restano stabili, sia sul mercato interno che su quello estero. Il Food è tra i mercati più promettenti.
S
econdo il campione di imprese monitorato dal centro studi Mecs-Ucima resta in territorio positivo il fatturato dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio nel primo trimestre del 2021. L’incremento rispetto allo stesso periodo del 2020 è pari al +9,2%. A trainare il settore il mercato domestico con una crescita del 28,8%, più moderata la variazione della crescita sul mercato estero (+4,9%). Migliorano ulteriormente anche i dati relativi alla raccolta ordini nel primo trimestre 2021, sia in patria sia oltreconfine, con un incremento complessivo del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno pre-
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cedente. La domanda estera registra nel primo trimestre una crescita del 4,5%, quella interna del 43,2%. Dietro questo eccezionale rimbalzo c’è anche l’effetto del lockdown nazionale iniziato nel marzo 2020. Le aspettative per i prossimi mesi restano stabili, sia sul mercato interno che su quello estero. Le migliori aspettative si attendono nei settori Food, Pharma e Chimico. Conseguenza di questi dati l’aumento di produzione assicurata, che si attesta su 6,3 mesi, mentre a dicembre era pari a 5,6 mesi. Dal rilevamento trimestrale emerge una maggiore vivacità nei servizi after sales rispetto alla vendita diretta di macchine. “I dati del primo trimestre sono molto confortanti – commenta Matteo Gentili, presidente di Ucima – e confermano la ripresa, sia sul fronte nazionale sia globale. La strada resta lunga, con le variabili dovute alla piena risoluzione della pandemia e alla concorrenza sempre più agguerrita dei competitor, ma il percorso è segnato e quando la crisi sarà risolta il settore che rappresentiamo sarà ancora più solido”.
2020, IL BILANCIO È POSITIVO
Segno positivo nella raccolta ordini dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio a fine 2020, sia in patria sia oltreconfine, con un incremento complessivo del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda estera ha infatti registrato una crescita dell’8,1%, mentre quella interna del 3,4%. Complessivamente però nel 2020 la raccolta ordini cumulata segna un calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel panorama dei miglioramenti del comparto cresce quindi la variazione di fatturato negli ultimi tre mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, che resta in territorio positivo dopo le difficoltà dovute dalla pandemia Covid-19, registrando un incremento dell’1,8%. Il risultato è frutto di una crescita sul mercato estero del +4% e di una contrazione riscontrata ancora una volta sul mercato interno pari a -8,2%.
market
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Disrupting Trends
in the packaging machinery market The global market for packaging machinery is projected to reach US$51.5 billion by 2025, driven by the economic value generated by packaging for industrial and consumer goods; and growing interest in robotic packaging automation against a backdrop of growing competition in the FMCG industry and the ensuing pressure to accelerate time-to-market.
W
ith increasing purchasing power and consumer spending among the expanding base of middle-class population in emerging countries, the FMCG industry is characterized by globalization of brands, expanding footprint smaller unorganized players, overcrowding of me-too brands; intensifying competition, pricing pressures, and greater need for faster product innovations and launches. All of these factors push up the importance of time-to-market and its role in influencing market competitiveness. Faster time-tomarket or time-to-market acceleration is vital to ensure that innovations reach consumers quickly and the narrowing window of opportunity is optimally leveraged to ensure revenue realization. A key aspect of improving time to market is speeding up the production processes through resource efficiency and flow efficiency.
THE ROLE OF PACKAGING
Packaging is a critical part of production which influences resource efficiency and ensuring smooth workflow from one process to another is important to eliminate delays and process efficiencies. Investments in automated packaging machinery have therefore become critical capex expenditure for companies. The market also stands to benefit from increasing investments in packaging engineering science and technology. Packaging remains vital for enhancing product shelf life, enabling traceability and providing product and marketing information. In the consumer goods industry, demand is benefiting from the growing demand for processed
and packaged foods and beverages as a result of the ‘on-the-go’ lifestyles of time-poor consumers. Advancements in electronics, computing technologies and rising awareness over the inherent benefits of automation have encouraged conventional industries to embrace integrated packaging machinery solutions.
ROBOTICS AND AUTOMATION
Given the advantages of an automated production line, robotic packaging automation is poised to emerge as the future of packaging in the coming years in both primary and secondary packaging applications. Benefits of integrated robotic packaging include reduced production and labor costs; lower risk of personnel injury; elimination of errors and re-working; enhanced productivity, efficiency and accuracy; ability to keep up with production speeds; reduced risk of contamination during the packaging process; additional flexibility, reliability and versatility. Pressure filling & vacuum packing often get a boost in quality and consistency when automated. The shift towards lightweight packaging solutions led by trends such as rising logistics costs and growing environmental awareness are encouraging companies to upgrade their production equipment. Other major trends in the market influencing growth include proliferation of ‘smart factory’ concept and the resulting popularity of highly innovative industry 4.0 enabled packaging machinery; strong demand for coding/marking/labeling machinery against the backdrop of stringent enforcement of environmental and labeling regulations; rapid adoption of modular packaging machines against the backdrop of strong demand for single serve and smaller package sizes; growing demand for bottled and canned beverages and a parallel increase in opportunities for liquid filling and capping machinery.
THE MAIN MARKETS
The United States and Europe represent large markets worldwide with a combined share of 53.2% of the market. China ranks as the fastest growing market with a CAGR of 5.1% over the analysis period supported by the changing landscape of consumerism in the country; and the Made in China (MIC) 2025 initiative that aims to bring the country’s massive manufacturing and production sector into the forefront of global technology competitiveness. Source: researchandmarkets.com
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mercato
L’olio extravergine conquista il mondo
L’olio extravergine d’oliva fa bene alla salute, è sempre più richiesto all’estero ed è un simbolo della qualità made in Italy. Nel 2020 sono cresciuti sia i consumi in Italia (+7,4%) sia l’export globale (+15,6%) e intraeuropeo (+24,7%), mentre sul lungo periodo il mercato dell’olio extravergine arriverà a valere oltre 1.815 milioni di dollari entro il 2026 (in crescita rispetto ai 1.465 del 2020).
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on l’emergenza sanitaria in corso e con le conseguenti restrizioni imposte a ristoranti e locali le famiglie italiane sono tornate a cucinare a casa e a fare scorte di prodotti salutari e made in Italy. Fra questi, creme, salse, vellutate, biscotti, grissini, taralli, cracker e chi più ne ha più ne metta. Tutti prodotti preparati con olio extravergine di oliva che, anche grazie ai molteplici effetti positivi che può avere sull’organismo, conquistano i consumatori e fanno impennare la domanda. A testimoniarlo un recente report della Commissione Europea, che, per quanto riguarda l’Europa, ha registrato un +15,6% nelle esportazioni verso i Paesi extraeuropei fra ottobre 2019 e settembre 2020, in particolare verso Australia (+37,5%), Brasile (+31%) e Canada (+28,1%). Relativamente all’Italia, invece, fra ottobre 2019 e agosto 2020 le esportazioni intraeuropee sono aumentate del 24,7%. Un export dinamico quindi che, insieme al +7,4% di vendite alla GDO dei primi undici mesi del 2020 registrate dall’ISMEA, ha compensato le perdite dovute alla chiusura del canale della ristorazione. Basti pensare che in Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni secondo Coldiretti. Con questi ritmi il mercato globale dell’olio extravergine, che nel 2020 valeva 1465,5 milioni di dollari, secondo WMFJ arriverà a valere oltre1,8 miliardi di dollari entro il 2026, con un CAGR del 3.6%.
LE PROPRIETÀ DELL’OLIO EVO
Vale dunque la pena analizzare in che modo l’olio extravergine può contribuire al nostro benessere. In un recente studio pubblicato da
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ABC News si legge che l’olio Evo, ricco di composti come fenoli e grassi monoinsaturi, può diminuire il grado d’infiammazione e il livello di grassi nel sangue, aumentando invece la quantità di HDL, il colesterolo “buono” che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiache. “Le proprietà benefiche dell’olio extravergine sono legate principalmente alla sua composizione”, ha confermatola dott.ssa Alice Parisi, biologa nutrizionista. “L’alta concentrazione di polifenoli etocoferoli, infatti, contrasta l’ossidazione delle macromolecole biologiche, ovvero DNA, proteine e lipidi, e aiuta a prevenire cancro, diabete e numerose malattie cronico-degenerative. Io ne raccomando il consumo a crudo, in quanto le alte temperature degradano i composti dell’olio”. Non è quindi una sorpresa che la dieta mediterranea, di cui l’olio Evo è uno dei cardini principali, si sia classificata come migliore dieta al mondo del 2020 secondo US News & World Report. Povera di carne rossa, zuccheri e grassi saturi e ricca di cibi salutari come frutta, verdura, legumi, cereali e noci non solo ci fa stare bene, ma è ottima anche se si desidera perdere qualche chilo.
LE PREVISIONI 2021
Ma quali sono le previsioni del mercato dell’olio extravergine per l’anno in corso? In Italia non delle migliori, almeno in termini di quantità: l’ISMEA ha registrato un calo della produzione del 30%rispetto allo scorso anno. I motivi sono da ricercarsi nelle anomalie climatiche e nella Xylella che hanno devastato gli ulivi del Sud e in particolare della Puglia, regione responsabile del 51% della produzione italiana. Tuttavia, il clima più mite che si è registrato nel Nord della Penisola nel 2020 ha permesso di assistere a incrementi sostanziali per quanto riguarda alcune regioni settentrionali e centrali come Toscana (+31%), Umbria (+70%) e Liguria (+100%), a testimonianza del fatto che quando si tratta di agricoltura è fondamentale adattare le coltivazioni al clima. E se la quantità non è eccelsa, non si può dire altrettanto della qualità: l’olio extravergine d’oliva, infatti, è un grasso liquido estratto dalle olive, coltura tradizionale del bacino del Mediterraneo, ed è l’unico olio da cucina prodotto senza l’uso di agenti chimici e raffinazione industriale.
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focus La pandemia e in particolare il lockdown della primavera 2020 hanno inciso negativamente sulle vendite di ortaggi IV gamma. Tuttavia, nei primi due mesi del 2021 il comparto ha registrato un +1,1% in termini di volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
IV GAMMA
segnali positivi per il 2021 N
el 2020, gli ortaggi IV gamma in Italia hanno segnato il loro primo cedimento: -4,1% la flessione dei volumi venduti presso la GDO e ancor più evidente la riduzione della spesa (-5,6% rispetto al 2019 per via di prezzi medi più contenuti). Nei primi due mesi del 2021 le vendite hanno messo a segno un +1,1% in termini di volume rispetto all’analogo periodo del 2020, ma i prezzi medi inferiori hanno lasciato in terreno negativo la spesa, che si è attestata a -1,4%.
NUOVE ABITUDINI DI ACQUISTO
Alla base dell’inversione di tendenza osservata nel 2020 ci sono certamente le nuove abitudini di acquisto in periodo di pandemia, che in virtù del maggior tempo trascorso in casa e della maggiore attenzione alla spesa di una fetta rilevan-
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te di popolazione, ma anche la minore necessità di preparare rapidamente un pasto leggero da portare in ufficio. Questi elementi hanno favorito le preparazioni casalinghe, più economiche rispetto ai piatti pronti e con servizio aggiunto. Gli ortaggi IV gamma, come tutti i piatti pronti, rispecchiano infatti le esigenze di un consumatore attento alla salute, ma con poco tempo da dedicare alla preparazione dei pasti, quindi disposto a spendere di più per i sostitutivi dei prodotti tradizionali. Il costo del servizio aggiunto di questi prodotti, sebbene in lieve contrazione (nel 2020 in flessione media del 5%) risulta comunque ancora consistente, basti pensare che sulle insalate il differenziale di prezzo tra prodotto in cespo e prodotto in busta – a parità di peso – è del 329% (2,19€/Kg contro 7,21€/Kg) analogamente per le carote il differenziale di
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prezzo è del 345% (1,28€/Kg per il prodotto tal quale contro 4,39€/Kg per il prodotto lavato e tagliato). Il segmento degli ortaggi pronti al consumo è passato quindi da “trainante” in positivo per il comparto a “trainato”, è infatti l’unico segmento della categoria ortaggi che nel 2020 si è mosso in controtendenza rispetto alla dinamica dell’intero comparto, dato che il valore totale degli acquisti domestici degli altri ortaggi freschi nel 2020 è cresciuto del 10,7%, rispetto al 2019, e il valore delle vendite alla GDO degli ortaggi trasformati è cresciuto dell’8,7%. In particolare, le tendenze flessive del 2020 si sono registrate per le insalate, che da sole rappresentano quasi i tre quarti dell’intero comparto (73%) per le quali i volumi venduti hanno segnato un -3,1% per una spesa in flessione del 3,4%. Più marcata la perdita di in-
IV gamma ○○○ teresse per gli altri ortaggi lavorati (per lo più rappresentati da carote baby e alla julienne) che pesano in valore il 19% sul comparto, e per i quali le vendite hanno segnato flessioni del 6,1% in volume e del 7,4% in valore. Nel 2020, unico segmento tra gli ortaggi IV gamma a segnare un incremento delle vendite è quello dei “pronti da cuocere”, che rappresentano solo l’8% del comparto, le cui vendite sono cresciute rispetto al 2019 del 5,7% in volume, mostrando anche una tendenza all’aumento dei prezzi che ha portato a +7,5% l’incremento di spesa.
UN INIZIO POSITIVO
Nei primi due mesi del 2021 la situazione sembra leggermente migliorare con una ripresa di interesse anche per il segmento delle insalate che recuperano il 4,5% dei volumi sul 2020, pur registrando un lieve ridimensionamento del prezzo medio (solo +3,6% la spesa). Proseguono il percorso di crescita le vendite di ortaggi IV gamma da cuocere (+2,4% e +2,7% i volumi e la spesa); rallenta la flessione degli altri ortaggi lavorati, le cui vendite restano però ancora in terreno negativo, con un ridimensionamento del prezzo medio (-0,2% i volumi e -3,3% la spesa).
LE DINAMICHE A LIVELLO TERRITORIALE
A livello territoriale, la zona in cui si concentrano maggiormente le vendite di ortaggi IV gamma in Italia, nel 2020, è il Nord-ovest, dove trovano spazio oltre un
terzo delle referenze vendute (36%) seguono il Centro e la Sardegna (27%), il Nord-est (22%) e il Sud e la Sicilia dove il valore degli ortaggi di quarta gamma acquistati è solo il 15% del totale nazionale. Nel 2020, tutte le aree mostrano una contrazione degli acquisti in volume, con primato negativo proprio nell’area Nord Ovest dove i consumi erano più consolidati (-6,5%).
Nei primi mesi del 2021, l’area del Nord-est e quella del Sud segnano un’inversione di tendenza con un recupero delle vendite rispettivamente dell’1,4% e dell’1,5% in volume, continua invece la con-trazione nell’areale Nord Ovest (-4,6%) e si affievolisce la contrazione negli areali del Centro (-0,8%).
I CANALI D’ACQUISTO
Passando all’analisi delle vendite per canale, i supermercati si confermano la principale fonte di approvvigionamento degli ortaggi IV gamma delle famiglie italiane, assorbendo il 45% del valore delle vendite, seguiti da ipermercati (25%), discount (17%) e liberi servizi (13%). Nel 2020 le vendite di ortaggi IV gamma sono in flessione in tutti i canali distributivi, con perdite significative soprattutto negli Ipermercati (-10%) e nei liberi servizi (-7%). I Discount mostrano una maggior tenuta, con una flessione dell’1%; il Discount è anche l’unico canale distributivo presso cui si registra un recupero delle vendite nel 2021 (+3,6%).
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focus CROCCO, ARRIVA LA PRIMA PELLICOLA PER ALIMENTI 100% COMPOSTABILE MADE IN ITALY È sviluppata e prodotta dalla vicentina Crocco, proviene da una filiera tutta italiana, la materia prima è la bioplastica MATER-BI della novarese Novamont, ed è già stata messa in commercio da produttori di alimenti d’eccellenza come Melinda che l’ha scelta per il packaging 100% compostabile delle mele Melinda Bio. Si chiama Leaf® ed è la prima pellicola per alimenti prodotta da una filiera completamente made in Italy che può essere gettata nella frazione umida dei rifiuti domestici, rendendo questo packaging plastico parte integrante del processo di economia circolare. Leaf è biodegradabile e compostabile secondo lo standard UNI EN 13432, garantita dal marchio OK Compost Industrial rilasciato da TÜV Austria, e può quindi essere smaltita nella frazione organica del rifiuto domestico ed entrare, perciò, nel processo destinato al compostaggio industriale, senza impattare su altre filiere di trattamento dei rifiuti. La nuova pellicola per alimenti compostabile può essere utilizzata sia per un confezionamento manuale, come può essere quello casalingo, nei negozi di vicinato o nei banchi della grande distribuzione; ma anche per un confezionamento automatico, ovvero per le produzioni industriali su larga scala. Per quanto riguarda la produzione industriale, si aggiunge anche la possibilità di neutralizzare le, seppur ridotte, rimanenti emissioni di CO2 della pellicola attraverso un processo di eco-design che Crocco ha denominato Greenside: “Siamo infatti in grado – spiega Renato Zelcher, amministratore delegato di Crocco – di misurare la Carbon Footprint (ovvero le emissioni di gas serra lungo tutto il suo ciclo di vita) del packaging, eventualmente ridefinirne il design dal punto di vista dello spessore e del materiale usato che può provenire da materiale di riciclo o biobased e, infine, garantire che le emissioni rimanenti vengano compensate attraverso l’acquisto di carbon credits, ovvero sostenendo progetti sostenibili come riforestazioni o produzione di energia da fonti rinnovabili, come previsto dagli accordi internazionali”.
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RICIRCOLA RIDUCE L’IMPATTO DELLA PLASTICA SENZA ELIMINARLA Si è concluso il progetto “Ricircola”, nato da un’idea del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Fonti Rinnovabili Ambiente, Mare ed Energia (CIRI FRAME) dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, al fine di migliorare la gestione delle vaschette alimentari in plastica a fine-vita tramite l’integrazione e la responsabilizzazione di tutti gli attori della filiera e soprattutto con il coinvolgimento diretto del consumatore. In particolare, le vaschette in rPET, con contenuto minimo di riciclato totale dell’80%, prodotte da Ilip per alcuni prodotti selezionati Amadori e Apofruit sono state integrate di sensori RFID. Tale tecnologia ha consentito di tracciare le vaschette lungo la catena distributiva in 3 punti vendita Conad della Romagna e nel processo di logistica inversa che ha visto coinvolto il consumatore e la collaborazione di Hera per il trasporto delle vaschette direttamente all’impianto di riciclo, di proprietà del produttore di vaschette, dando loro una seconda vita. La risposta dei consumatori che hanno aderito al progetto, riconsegnando le vaschette al punto vendita dopo il consumo del prodotto e ricevendo uno sconto di 1€ per ogni 5 vaschette restituite, è stata tutt’altro che scontata. Infatti, solo il 7% dei partecipanti che hanno risposto al questionario “Ricircola” ha affermato di aver preso parte all’iniziativa per motivazioni legate al rimborso economico, mentre per i restanti la scelta è stata guidata dal prodotto stesso (67%) e dalla volontà di aiutare l’ambiente (26%). Ben l’86% degli intervistati ha dichiarato inoltre che avrebbe riconsegnato le vaschette anche per meno denaro o gratis, evidenziando un’attenzione e una sensibilità sempre maggiore alla sostenibilità ambientale da parte dei cittadini. Con un approccio innovativo e scientifico, l’Università di Bologna si è occupata di quantificare la sostenibilità ambientale del progetto tramite la valutazione di alcuni indicatori. Da questi ultimi è possibile ottenere un confronto numerico rispetto all’attuale gestione delle vaschette alimentari in plastica e anche con packaging realizzati in diverso materiale, al fine di valutarne gli effettivi impatti sull’ambiente. Valutando il contenuto di riciclato, la quota riciclabile, le modalità di gestione del rifiuto e la longevità della plastica riciclata, si è potuta determinare la circolarità delle vaschette “Ricircola”. Per esempio, rispetto all’attuale gestione della plastica, il modello proposto da “Ricircola” consente di aumentare l’efficienza di recupero della plastica del +120%, grazie alle modalità di raccolta e separazione del rifiuto, che consentono di avere un flusso di materiale post-consumo senza contaminanti (es. poliaccoppiati e/o altri materiali), facilitando il riciclo e le sue prestazioni.
IV gammma ○○○ ARRIVANO LE MACEDONIE FRESCO SENSO-MELINDA Melinda debutta nel mondo delle macedonie fresche grazie alla partnership con Fresco Senso, brand di IV Gamma del Gruppo Agribologna, leader italiano del settore. Le due aziende presidieranno il banco frigo delle catene della GDO, con continuità per tutto l’anno, proponendo dieci mix di macedonie di frutta fresca di stagione e diverse varietà di mela Melinda come Gala, Golden, Fuji ed Evelina. Gli abbinamenti sono stati studiati in modo da valorizzare al meglio il gusto e la succosità dei frutti e le caratteristiche organolettiche di ciascuna mela. La linea rafforza il concetto della stagionalità, sempre più centrale nelle scelte di consumo, come conferma anche una recente indagine di Altroconsumo, nell’ambito del progetto ‘La Spesa che Sfida’, secondo cui il 77% degli italiani afferma di scegliere frutta e verdura di stagione. “Forte di una notorietà ampiamente riconosciuta, il Consorzio ha deciso di avviare la scalata a nuovi posizionamenti”, commenta Paolo Gerevini, direttore generale di Melinda. “A oggi, Melinda può vantare diversi risultati importanti nell’ambito dei trasformati, sempre con partner d’eccellenza al suo fianco. L’obiettivo di questa strategia è presidiare nuovi mercati, accrescere le occasioni di visibilità e rafforzare ulteriormente la marca, dando nuovo impulso alle vendite delle mele”. Macedonia Fresco Senso-Melinda nasce dalla volontà congiunta dei due brand. Fresco Senso ha voluto dare un valore centrale alla “mela italiana di qualità” nella propria gamma in progressivo e costante ampliamento, Melinda persegue invece l’obiettivo di entrare in un nuovo comparto. “Differenziare e innovare sono da sempre le priorità per Fresco Senso”, commenta Angelo Palma, direttore generale Consorzio Agribologna. “In tempi come questi poi, in cui è innegabile che la IV gamma abbia subito una contrazione, guardare al futuro, a nuove strategie e a partner di eccellenza come Melinda fa parte ancora di più del nostro percorso. Salutiamo questa partnership con particolare soddisfazione, per l’attenzione alla stagionalità, per la centralità attribuita a un prodotto tipicamente italiano, come la mela, e per la cura alla sostenibilità”. Un orientamento condiviso e ben espresso nella confezione delle macedonie che ha all’interno un pratico stecchino in bamboo ed è prodotta con materiale plastico proveniente per il 45% da plastica riciclata. Tutto questo con l’obiettivo di limitare l’acquisto di materie plastiche vergini e di favorire l’utilizzo del prodotto proveniente dai circuiti di recupero.
focus PARTNERSHIP STRATEGICA TRA PINK LADY E NATURA NUOVA
Il panorama agroalimentare nazionale si arricchisce di una nuova importante collaborazione che vede protagoniste Natura Nuova, azienda di Bagnacavallo (RA) specializzata nella produzione di polpe e frullati di frutta e nei prodotti a base di ingredienti vegetali, e l’Associazione Pink Lady® Europe, titolare del marchio Pink Lady che indentifica la rinomata mela “col bollino a forma di cuore”, che può vantare oltre 100 milioni di consumatori in Europa. La collaborazione è nata da intenti comuni che da sempre caratterizzano le due storiche realtà del settore ortofrutticolo, che condividono valori, impegno e passione proiettati verso l’eccellenza alimentare, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle persone. Grazie alla partnership strategica verrà realizzato un prodotto unico nel suo genere sul mercato italiano, in distribuzione nei prossimi mesi. Si tratta di una polpa 100% mela Pink Lady, in diversi formati che avranno anche l’obiettivo di aumentare le occasioni di consumo della frutta, per rispondere in maniera sana e sempre più efficace alle esigenze imposte dai nuovi stili di vita, e contestualmente esprimere la qualità Pink Lady in una nuova modalità. Dal 1994 Natura Nuova produce polpe e frullati di frutta naturali, senza l’aggiunta di zuccheri o di conservanti, e ingredienti vegetali come il tofu, il tempeh e il seitan, partendo da soia biologica e rigorosamente italiana. Natura Nuova è oggi un’azienda con tre stabilimenti produttivi alimentati da energia green autoprodotta (fotovoltaico e cogeneratore), dieci linee produttive, una distribuzione commerciale capillare in Italia e in oltre 20 Paesi nel mondo. Nel 1997 vivaisti, frutticoltori e distributori appassionati uniscono le loro forze dando vita all’associazione Pink Lady Europe, un’organizzazione che nel 2022 rappresenterà una produzione estesa su 5.800 ettari e 2600 produttori in Europa. In Italia Pink Lady è distribuita da sei aziende autorizzate, impegnate a valorizzarne la commercializzazione a partire dai valori del prodotto e di tutta filiera.
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SORMA GROUP LANCIA HYPERVISION È un ulteriore avanzamento in campo tecnologico quello su SormaTech, la selezionatrice ottica di produzione propria del Gruppo Sorma progettata per selezionare la frutta in maniera estremamente precisa: il centro di ricerca e sviluppo della filiale spagnola del Gruppo, Sorma Iberica, ha infatti sviluppato la piattaforma HyperVision, una soluzione d’illuminazione all’avanguardia, basata su più lunghezze d’onda, che offre una classificazione superiore dei frutti, ad alti livelli di efficienza: è in grado di analizzare fino a 15 frutti al secondo, contro i 12 di media delle altre soluzioni presenti sul mercato. Grazie all’esclusivo sistema Sormatech Hyper-Map, per ogni frutto analizzato vengono elaborate fino a 2160 immagini. Il risultato è la visione a 360 gradi della superficie del frutto, il che permette di rilevare, classificare e contrastare la più piccola imperfezione: “Il consumatore, alla vista di uno o più frutti danneggiati all’interno della confezione, potrebbe non procedere all’acquisto”, spiega Daniele Severi, direttore divisione Tecnologie di Sorma Iberica. “Grazie a queste nuove tecnologie Sorma Group dimostra il suo impegno nella lotta allo spreco alimentare: dunque non solo una questione di efficienza produttiva, ma anche etica”. Attraverso i potenti algoritmi di deep learning Sormatech, e grazie all’impiego di un numero cospicuo di telecamere – 9 per ciascuna linea della selezionatrice ottica, 3 a colori e 6 telecamere Nir (un metodo di analisi che sfrutta l ‘interazione della materia con le radiazioni del vicino infrarosso), di tipo digitale Ultra-HD, con ottiche superiori – HyperVision analizza ogni punto della pelle del frutto contemporaneamente su tutta la lunghezza di banda della luce visibile e invisibile, garantendo così una corretta classificazione: “La piattaforma – prosegue Severi – acquisisce e analizza immagini iperspettrali sovrapposte sia nella regione visibile, sia Nir (un metodo di analisi che sfrutta l’interazione della materia con le radiazioni del vicino infrarosso), per ogni frutto che ruota sotto il sistema di ispezione. In questo modo garantisce la migliore precisione nella selezione in base a qualità interna, esterna, colore e forma. Grazie alla tecnologia adottata, la HyperVision rende possibile scartare frutti che presentano zone di maturazione eccessiva non rilevabili alla visione normale, consentendo così alle aziende ortofrutticole di organizzare piani di esportazione verso i mercati internazionali con piena garanzia sulla qualità dei prodotti, anche in seguito a vari giorni di viaggio”. Oltre a vantare un’accuratezza e una velocità superiore a quanto visto finora sul mercato, HyperVision si distingue anche per Linux, il sistema operativo adottato, il quale, rispetto ad altri più diffusi, è più veloce, sicuro, immune ai virus. Inoltre, garantisce la durata delle prestazioni nel tempo e anche la privacy, poiché non compila i dati. HyperVision è anche facile da usare: grazie all’interfaccia InstanDefect, l’utente può modificare, personalizzandole, le opzioni di rilevazione dei difetti per la selezione dei frutti, semplicemente spostando un cursore.
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ROBOTICA
un mondo in evoluzione La rapida e inarrestabile evoluzione della robotica industriale e dei sistemi robotici automatizzati ha permesso di raggiungere standard qualitativi e quantitativi sempre più elevati, rendendo il processo produttivo più preciso, efficiente e sicuro per gli operatori. Questi temi sono stati approfonditi nel corso di un appuntamento “We Love Talking” sulla piattaforma Contact Place di SPS Italia.
L’
evoluzione dell’automazione industriale è sempre stata molto rapida e costante nel tempo, rappresentando non solo una svolta nei tempi del ciclo produttivo e una maggiore qualità del prodotto finito, ma anche migliori condizioni di lavoro. L’importanza della robotica industriale e dei sistemi robotici automatizzati è determinante per garantire gli standard qualitativi e quantitativi richiesti e si traduce nella possibilità di gestire con precisione diversi compiti, potenzialmente pericolosi per l’uomo. Se i robot sono da tempo realtà quotidiana nel settore automotive, più recente è l’utilizzo in ambito di supply chain, nella gestione dei magazzini e nel trasporto/ consegna merci. Con un volume di merci crescente nei magazzini, e la necessità di tempi rapidi nella gestione delle operazioni, le applicazioni robotiche per la logistica trovano sempre più spazio e sempre più importante è il supporto dei robot ai lavoratori. Le esigenze di un “ambito logistico” richiedono tecnologie sofisticate e complessità di alto livello che possano permettere al robot non solo di vedere e individuare oggetti, di afferrarli e trasportarli da un punto a un altro, imballarli o stoccarli, ma anche di coordinare tutte queste azioni. Magazzini automatici e informazioni comunicate real time, mentre gli operatori possono dedicarsi ad attività più complesse, migliorano efficienza, flessibilità, velocità e affidabilità.
LA ROBOTICA IN ITALIA E NEL MONDO
Dal 2014 al 2019, il numero di robot industriali installati a livello mondiale è cresciuto con un CAGR del +13%, arrivando a raggiungere nel 2019 quasi 3 milioni. L’Asia è la regione trainante con Cina, Giappone e Corea fa da padrone. Poi troviamo l’Europa e America. L’Italia è al sesto posto tra i Paesi con più robot installati. L’handling è il primo settore di riferimento. Dopo questa crescita continua, nel 2019 è
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stato registratoun primo momento di leggera contrazione a livello di vendite dei robot industriali a causa di un insieme di fattori, tra cui la diminuzione della crescita dei beni di consumo e la tensione dei rapporti USA-Cina. Al contrario, per il settore dei robot collaborativi la crescita non si è arrestata. In Italia troviamo 11.000 robot industriali installati. Con un parco macchine di 74.000 unità, la meccanica strumentale è l’industria trainante. Anche per il nostro Paese l’handling è il settore di riferimento. Il segmento italiano Metal & Machinery ci ha permesso di continuare a crescere nel 2019, mentre il resto del mondo diminuiva. Il secondo segmento che ha assorbito il maggior numero di robot è il Food. Per il 2020, in Italia, si prevede una diminuzione del -20% nel 2020. Siamo ancora in epoca Covid, ma si concorda su un futuro ottimistico. Nel medio-lungo periodo si dovrebbe registrare una crescita del 10% in virtù dell’aumento della flessibilità produttiva, della competitività, dell’adozione di robot anche nelle aziende medio-piccole e dal miglioramento della qualità del lavoro. I cobot continueranno a guidare la crescita della robotica. La robotica è uno dei pilastri dell’industria 4.0, e insieme all’intelligenza artificiale è una tecnologia concorrente che nel medio periodo sarà una delle ragioni della propulsione. La robotica, sia industriale che di servizio, si è verificata fondamentale anche nell’ambito della pandemia per superare determinate difficoltà. Infine, i robot di servizio, segmentati in personali/domestici e professionali, hanno vissuto una crescita constante e il trend non sembra arrestarsi anche per il futuro, con una previsione di crescita a doppia cifra sia in termini di fatturato che di unità fino al 2023. Il settore di riferimento principale è quello della logistica. contactplace.spsitalia.it
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Manufacturing robots A GROWING MARKET Robotics play a huge role in the manufacturing landscape today. A growing number of businesses use manufacturing robots to automate repetitive tasks, reduce errors, and enable their employees to focus on innovation and efficiency, causing the entire sector’s impressive growth.
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ccording to data presented by AksjeBloggen.com, the global market value of conventional and advanced robotics in the manufacturing industry is expected to continue rising and hit $18.6bn in 2021, a 40% increase in three years.
GROWING MARKET VALUE
Robots have numerous roles in manufacturing. They are mainly used for high-volume, repetitive processes where their speed and accuracy offer tremendous advantages. Other manufacturing automation solutions include robots used to help people with more complex tasks, like lifting, holding, and moving heavy pieces. Companies turn to robotics process automation to cut manufacturing costs, solve the shortage of skilled labor and keep their cost advantage in the market. In 2018, the global market value of conventional and advanced robotics in the manufacturing industry amounted to $13.2bn, revealed the BCG survey. In 2019, this figure rose to $14.8bn and continued growing. Statistics show the market value of manufacturing robots hit $16.6bn in 2020. This figure is expected to jump by $2bn and hit $18.6bn in 2021. Conventional robots, like giant industrial robots used in the car industry, are set to reach $14.9bn value this year, up from $12bn in 2018. The market value of advanced manufacturing robots, which have a superior perception, adaptability, and mobility, tripled in the last three years and is expected to hit $3.7bn in 2021. Combined with big data analytics, advanced manufacturing robots allow companies to make intelligent decisions based on real-time data, which leads to lower costs and faster turnaround times. The BCG survey also showed most manufacturers believe advanced robotic systems will have a massive role in the factory of the future and plan to increase their use. More than 70% of respondents defined robotics as a significant productivity driver in production and logistics.
may be looking to automation as a way to overcome a skilled labor shortage and improve their ability to compete in international markets. Germany had the largest robot density in the manufacturing industry among European countries, with 346 installations per 10,000 employees in 2019. Sweden, Denmark, and Italy followed with 277, 243, and 212 installations per 10,000 employees, respectively. Statistics also show that companies in the transportation and logistics and technology sector lead in implementing advanced robotics, with 54% and 53% of manufacturers who already use such solutions. The automotive industry and consumer goods sector follow with 49% and 44% share, respectively. Manufacturers in the engineered products, process, and health care industries lag behind, with 42%, 41%, and 30% of companies that use advanced manufacturing robots. However, around 85% of manufacturers in these sectors plan to start using advanced robotic systems by 2022.|
EUROPEAND ASIA LEAD THE MARKET
Analyzed by regions, European and Asian companies lead in the use of advanced robots, while manufacturers from North America lag behind. However, the survey showed 80% of respondents from the US plan to implement advanced robotics in the next few years. The survey also revealed that manufacturers in emerging markets, especially China and India, are more enthusiastic about using advanced robots than those in industrialized countries. These companies
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Mercato imprevedibile? PRODUZIONE ADATTIVA! Le tecnologie che abilitano la produzione adattiva permettono alla manifattura di entrare in nuovi mercati con potenziate capacità e modelli di business differenti, per stare al passo con i nuovi modelli di acquisto e comportamenti dei consumatori, tra cui l’e-commerce.
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ncalzata da nuovi modelli di acquisto e nuovi comportamenti dei consumatori, la produzione classica fatica a stare dietro alla domanda. Un dato: i lotti tipici di pochi anni fa erano 300.000 pezzi, oggi sono passati a 10.000, 30 volte meno! In termini di produttività, considerando un ritmo di 120 pacchetti al minuto, se prima era necessario un cambio formato dopo più di 40 ore (5 turni), adesso un lotto non dura un’ora e mezza. Il cambio formato è diventato strategico per mantenere il lotto remunerativo. Le sfide di un mercato sempre più veloce Si affronta un mercato dominato dall’e-commerce, dove la naturale evoluzione ci porta ad avere diverse confezioni, anche contenente più prodotti diversi. Come essere pronti a produrre un pezzo da spedire in giornata, invece che produrre un lotto da stoccare a magazzino? Non si può certo far andare più veloci gli operatori o acquistare nuove linee che soddisfino tutte le possibili variazioni. Chi progetta le macchine automatiche oggi vive inseguendo le specifiche del cliente, correndo per progettare una macchina e, quando è pronta, dopo circa due anni, l’esigenza è cambiata. Non sembra esservi una via di uscita, è dunque il momento di guardare a nuove tecnologie per fare un salto e trovare soluzioni innovative. A questo punto servono macchine e linee adattive, così flessibili da risolvere le sfide oggi note e le altre che ancora non si sono presentate.
LE TECNOLOGIE ABILITANTI
Sono quattro le principali tecnologie che abilitano la produzione adattiva. La prima, i track: sistemi di trasporto in fabbrica intelligenti, che sostituiscono il classico nastro con carrelli magnetici indipendenti. I track smistano i singoli prodotti su percorsi individuali, passando per stazioni di lavorazione specifiche per creare oggetti unici. Il sistema track è la dorsale che rende possibile una produzione adattiva. La seconda è la visione integrata: oltre a garantire la qualità dei prodotti, quando è integrata nel controllo di macchina offre informazioni in tempo reale per comprendere e migliorare il processo, sfruttando anche algoritmi di Deep Learning - Machine Learning o
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Intelligenza artificiale. I robot sono la terza tecnologia abilitante, un elemento meccanico di movimentazione, costruito senza sapere cosa dovrà fare. Cosa può garantire più flessibilità? La simulazione e il digital twin sono infine il quarto pilastro tecnologico: consentendo una completa prototipazione virtuale del sistema, contribuisce a ridurre i tempi e i costi di progettazione delle macchine e di programmazione della produzione in fabbrica. Perché questo concetto di macchina adattiva funzioni correttamente l’architettura di controllo di macchine e linee dev’essere integrata. Questa condizione è necessaria per poter orchestrare tutti gli elementi – logica di controllo, movimento, dati dai sensori, interfacce operatore, dispositivi di sicurezza, diagnostica e manutenzione, ecc. – in un unico ambiente di sviluppo e controllo. Operativamente significa avere una singola applicazione, un “cervello” e una singola rete. I costruttori di macchine italiani sono noti nel mondo per la loro capacità di innovare, di adattarsi, e guardano a queste tecnologie non per sostituire le attuali macchine, ma per permettere ai loro clienti, la manifattura, di entrare in nuovi mercati con potenziate capacità e modelli di business differenti. Realtà eccellenti del panorama nazionale, tra i primi ad adottare le tecnologie abilitanti per le loro macchine, sorprendono con usi e interpretazioni che nemmeno un fornitore tecnologico vivace come B&R avrebbe mai immaginato. https://www.br-automation.com/adaptive/
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KENOS DI PIAB sistemi di presa a vuoto Piab dispone di un’ampia gamma di soluzioni all’avanguardia per il settore del packaging, che costituisce il core business dell’azienda. Tra queste, il fiore all’occhiello è rappresentato dai sistemi di presa a vuoto Kenos, che consentono di semplificare l’automazione dei processi di confezionamento e di fine linea, migliorando le prestazioni degli impianti.
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a gamma Kenos, basata su gripper di presa a spugna o a ventose, è piuttosto vasta e permette la manipolazione di una grande varietà di oggetti – quali scatole, sacchi, buste, astucci, flowpack, barattoli, lattine e pallet – con forme, dimensioni e pesi differenti. Applicazioni tipiche dei sistemi Kenos sono la palletizzazione, la depalletizzazione e l’inserimento di oggetti in scatole (top loading). Per il funzionamento i gripper Kenos utilizzano la tecnologia multistadio COAX di Piab, che di per sé è sinonimo di processi rapidi, grazie alla sua comprovata generazione del vuoto altamente performante e allo stesso tempo molto efficiente dal punto di vista energetico. Gli eiettori COAX sono inoltre estremamente facili da manutenere e il loro numero può essere modificato con estrema semplicità dopo l’installazione. In caso di ridotta disponibilità di aria compressa, al posto degli eiettori multistadio COAX, è possibile dotare i sistemi Kenos di pompa elettrica esterna o soffiante a canali laterali. Per poter gestire formati differenti, i gripper Kenos vengono dotati di valvole di ritegno autoescludenti o fori calibrati in funzione dello specifico impiego. Le valvole di ritegno permettono di escludere completamente dall’aspirazione le aree del gripper che non sono a contatto con il prodotto, mentre i fori calibrati ne limitano il quantitativo di aria entrante. Entrambe le soluzioni permettono di ottimizzare la taglia del generatore di vuoto e i relativi consumi. La scelta della tecnologia dipende dalla specifica applicazione.
LA GAMMA KENOS
Se le configurazioni standard previste non soddisfano i requisiti della specifica applicazione, Piab è anche in grado di progettare e realizzare dei sistemi
customizzati in base alle esigenze del cliente. La serie Kenos KVGL-S è una soluzione molto versatile, in grado di manipolare più scatole, confezioni e imballaggi primari contemporaneamente, indipendentemente dalle dimensioni, così come il pallet, e di posizionare le interfalde tra i vari strati di prodotti. Ciò permette di ridurre sensibilmente i tempi ciclo e di minimizzare i fermi macchina, incrementando la produttività dell’impianto. Anche i tempi di manutenzione sono ridotti al minimo, in quanto la sostituzione della spugna richiede solamente qualche minuto. Questa è una caratteristica di tutti i modelli Kenos. Inoltre, occorre sottolineare che i gripper Kenos KVGL-S tollerano un posizionamento impreciso e consentono di effettuare la pallettizzazione anche se le confezioni o il pallet non sono allineati in modo ottimale, aumentando la flessibilità del sistema. La serie Kenos KVGL-CJ è progettata specificatamente per la movimentazione di interi strati di lattine e barattoli aperti o chiusi sull’area di presa. I settori industriali tipici sono quelli del food&beverage e del confezionamento. In certe applicazioni, per questioni dimensionali o per la tipologia e la qualità delle scatole, può essere preferibile una soluzione a ventose. In questo caso i gripper della serie Kenos KVG con ventose sono la scelta ideale. In particolare, il modello KVG60C, di larghezza ridotta, può essere equipaggiato anche con le pinze di presa a vuoto piSOFTGRIP per manipolare oggetti delicati o di forma irregolare. I sistemi della serie Kenos KSG sono ideali per la movimentazione di sacchi di forme e materiali differenti – quali carta o plastica – con peso fino a 50 kg. I gripper Kenos KSG possono anche essere abbinati ad altri dispositivi, quali accessori per la manipolazione di pallet o per le operazioni di svuotamento e smaltimento sacchi vuoti. La serie Kenos KBC è stata progettata per la movimentazione di sacchi contenenti liquidi – quali sacche per infusione, vino, salse – o flowpack. I gripper Kenos KBC sono dotati di un’interfaccia di presa rigida che non subisce usura. La serie Kenos KCS è stata sviluppata per le applicazioni tipiche dei robot collaborativi. Si tratta di dispositivi di presa plug-and-play con generazione di vuoto integrata. I gripper Kenos KCS hanno corpo stampato in 3D ad alta qualità e sono estremamente leggeri. Questo consente di sfruttare al massimo la capacità di carico del cobot. I dispositivi Kenos KCS presentano diverse interfacce di presa, a spugna o per sacchetti, che permettono di incrementare la versatilità della soluzione, riducendo al minimo i tempi di riattrezzaggio, grazie a un sistema di cambio rapido. Di conseguenza, il cobot risulta sempre pronto all’uso.
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ABB
una nuova generazione di cobot ABB aggiunge alla gamma dei robot collaborativi YuMi le famiglie di cobot GoFa e SWIFTI per portare l’automazione a nuovi settori e a utenti alle prime armi. Otto aziende su dieci, infatti, affermano che incrementeranno l’utilizzo di robot nel prossimo decennio, citando la pandemia come acceleratore verso questi investimenti.
Robotics & Discrete Automation di ABB. “Sono facili da usare e configurare e sono supportati dalla nostra rete globale di esperti di assistenza su chiamata e online per garantire che le aziende di tutte le dimensioni e i nuovi settori dell’economia, ben lontani dalla sola industria manifatturiera, possano adottare i robot per la prima volta”. L’espansione della gamma di cobot ABB è pensata per aiutare i nuovi utenti di robot e quelli già esperti ad accelerare l’automazione almeno per 4 macro tendenze che sono: la customizzazione dei consumatori, la carenza di manodopera, la digitalizzazione e l’incertezza che stanno trasformando il business e guidando l’automazione in nuovi settori. L’espansione è legata al focus della Business Area sui segmenti in forte crescita attraverso l’innovazione del portafoglio prodotti e il totale supporto per una crescita profittevole.
A
In un sondaggio globale1 su 1650 grandi e piccole imprese in Europa, Stati Uniti e Cina, l’84% delle aziende ha affermato che introdurrà o aumenterà l’utilizzo della robotica e dell’automazione nel prossimo decennio, mentre l’85% ha affermato che la pandemia ha “cambiato il gioco” per la propria attività e settore, citando il Covid-19 come un acceleratore verso gli investimenti nell’automazione. Quasi la metà delle aziende (43%) ha affermato di voler utilizzare la robotica per migliorare la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, il 51% ha affermato che la robotica potrebbe aiutare e favorire il distanziamento sociale e più di un terzo (36%) ha considerato l’ipotesi di utilizzare l’automazione robotizzata per migliorare la qualità del lavoro per i propri dipendenti. Più prontamente, il 78% di amministratori delegati e manager di aziende ha affermato che reclutare e trattenere personale per lavori ripetitivi ed ergonomicamente impegnativi è una sfida. I cobot sono progettati per operare in presenza di lavoratori senza la necessità di misure di sicurezza fisiche, come le recinzioni, e per essere molto facili da installare e poi da utilizzare. Nel 2019, più di 22.000 nuovi robot collaborativi sono stati distribuiti a
BB espande la sua gamma di robot collaborativi con le nuove famiglie di cobot GoFa e SWIFTI, offrendo capacità di carico e velocità più elevati, per affiancarli a YuMi e YuMi Single Arm nella linea cobot di ABB. Questi cobot più robusti, più veloci e in grado di muovere pesi maggiori accelereranno l’espansione delle aziende nei segmenti in forte crescita come quello dell’elettronica, della cura della persona, dei beni di consumo, della logistica e del food&beverage, rispondendo alla crescente domanda di automazione in questi settori. GoFa e SWIFTI sono progettati per essere programmati in maniera intuitiva in modo che i clienti non debbano fare affidamento su specialisti di programmazione interni. Questo porterà le industrie che hanno bassi livelli di automazione a diventare clienti in grado di far funzionare il loro cobot dopo pochi minuti dall’installazione, non appena fuori dall’imballaggio, senza formazione specialistica. “La nostra nuova gamma di cobot diventa la più ampia sul mercato e offre il giusto potenziale per trasformare i luoghi di lavoro e aiutare i nostri clienti a raggiungere nuovi livelli di prestazioni operative e di crescita”, ha affermato Sami Atiya, presidente della Business Area
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L’AUTOMAZIONE GUIDA IL FUTURO DEL MANIFATTURIERO
livello globale, con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Si stima che la domanda di robot collaborativi crescerà a un CAGR del 17% tra il 2020 e il 2025, mentre il valore delle vendite globali di cobot dovrebbe aumentare da circa $ 0,7 miliardi nel 2019 a circa $ 1,4 miliardi entro il 2025. Il mercato globale per tutti i robot industriali si prevede che crescerà da circa 45 miliardi di dollari nel 2020 a circa 58 miliardi di dollari entro il 2023 (CAGR del 9%). GoFa e SWIFTI sono progettati per aiutare le aziende ad automatizzare i processi per assistere i lavoratori in attività quali la movimentazione dei materiali, la manutenzione delle macchine, l’assemblaggio dei componenti e l’imballaggio nella produzione, nei laboratori medici, nei centri logistici e nei magazzini, nelle officine e nei piccoli impianti di produzione.
LA VASTA OFFERTA DI COBOT ABB
“Con questa espansione, stiamo rendendo i cobot più facili da usare e distribuire, con supporto in tempo reale per contribuire ad accelerare la loro adozione nelle aziende che potrebbero non aver considerato il loro utilizzo in precedenza”, ha detto Atiya. “La nostra esperienza ci insegna che le operazioni più performanti sfruttano le competenze delle persone, insieme al potenziale delle nuove tecnologie”. Gli utenti che si sentono a proprio agio nell’utilizzo di un tablet o uno smartphone saranno in grado di programmare e riprogrammare i nuovi cobot con facilità, utilizzando gli strumenti di configurazione rapida di ABB. I clienti trarranno inoltre vantaggio dall’esperienza globale, industriale e applicativa di ABB, sviluppata dall’installazione di oltre 500.000 soluzioni robotiche dal 1974 e supportata dalla rete ABB di oltre 1.000 di partner globali. Le nuove famiglie di cobot GoFa e SWIFTI si basano sul successo della famiglia YuMi di ABB, che ha aiutato le aziende ad automatizzare in sicurezza le attività chiave da quando YuMi, il primo robot veramente collaborativo al mondo, è stato lanciato nel 2015. Oggi, i cobot YuMi di ABB lavorano al fianco di operatori in fabbriche, officine e laboratori di tutto il mondo, svolgendo diverse attività dall’avvitamento e assemblaggio di componenti elettronici ed elettrici, alla realizzazione di valvole e chiavette USB, fino ai test di campioni Covid nei laboratori. Ogni installazione di cobot ABB include un pacchetto di avvio che fornisce monitoraggio e diagnostica delle condizioni con ABB Ability, nonché una linea diretta di supporto gratuita per i primi sei mesi per accedere all’assistenza tecnica da parte di esperti ABB, che sta offrendo supporto in tutti i segmenti del settore.
aziende&strategie L’iniziativa Smart Packaging Hub è nata dall’idea di sette aziende che, dopo aver preso in esame l’attuale situazione di mercato e le difficoltà emergenti, ne hanno tratto nuova forza e nuove opportunità di business. Le sette aziende dell’Hub hanno trasformato l’impossibilità di incontrarsi fisicamente in una nuova occasione di incontro e confronto, attraverso lo spazio virtuale dello Smart Packaging Hub.
Smart Packaging Hub
innovazione e digitalizzazione nel Food & Beverage
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o Smart Packaging Hub è, prima di tutto, un punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di packaging nel settore alimentare e delle bevande. È un luogo di incontro virtuale nel quale gli utilizzatori finali di macchine o linee automatiche per l’imballaggio possono confrontarsi con i costruttori per trovare risposte alle loro domande più complesse, relative a efficienza produttiva, flessibilità di configurazione, sicurezza e qualità prodotto, tracciabilità, calcolo del ROI, eco-sostenibilità e risparmio energetico. L’Hub è, in pratica, uno spazio virtuale
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dove scoprire soluzioni concrete per affrontare le sfide della digitalizzazione e abbracciare in pieno un’innovazione tecnologica spinta, senza dover rinunciare alla flessibilità e alla competitività che oggi impone il mercato. Lo Smart Packaging Hub è una finestra sul mondo del “Packaging Smart”: qui converge tutta la filiera dell’imballaggio per il food & beverage – dal primario al terziario – che oggi si sta orientando verso i nuovi orizzonti dell’Industria 4.0 e dell’Industrial Internet of Things, in base ai quali gli impianti devono essere costi-
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tuiti da macchine sempre più intelligenti, ovvero iperconnesse e completamente responsive. Lo Smart Packaging Hub – dicono le sette aziende che ne fanno parte – potrebbe essere paragonato a un nuovo “motore di ricerca del food & beverage packaging”. L’Hub, infine, è anche, e soprattutto, una piattaforma dove discutere con esperti di settore di progetti specifici e innovativi nel settore food & beverage e dove accedere a un esclusivo calendario di eventi tecnologici mirati.
aziende&strategie COM’È NATA L’INIZIATIVA DELLO SMART PACKAGING HUB
L’iniziativa dello Smart Packaging Hub è nata dall’idea di sette aziende che, dopo aver preso in esame l’attuale situazione di mercato e le difficoltà emergenti, ne hanno tratto nuova forza e nuove opportunità di business. Le sette aziende dell’Hub hanno trasformato l’impossibilità di incontrarsi fisicamente alle fiere di settore e le difficoltà di muoversi sul territorio nazionale e internazionale in una nuova occasione di incontro e confronto, incontrandosi nello spazio virtuale dello Smart Packaging Hub. L’idea dello Smart Packaging Hub, quindi, è nata per lanciare agli attori del mercato un messaggio forte di supporto e collaborazione e per mettere tutte le competenze tecnologiche disponibili al servizio degli utilizzatori finali nel comparto food & beverage. “Dato che, al momento, non possiamo sempre incontrarci fisicamente, creiamo allora una piattaforma digitale nella quale trasferire le nostre capacità tecnologiche specifiche e continuare a comunicare con gli end-user del settore e sostenerli concretamente nell’affrontare le sfide imposte dal mercato, intraprendendo insieme a loro nuovi percorsi di digitalizzazione di successo”, dicono le sette aziende dello Smart Packaging Hub. Le aziende dello Smart Packaging Hub Oggi l’Hub riunisce sette aziende: Baumer, Cama, Zacmi, Makro Labelling, Clevertech, Tosa, Opem. Questa piattaforma di incontro virtuale esprime una forza, un’eccellenza delle tecnologie automatizzate e digitali per il packaging alimentare e delle bevande, non solo per i volumi di mercato, i valori di export e la forza lavoro impiegata, ma anche per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo e in formazione.
I PUNTI DI FORZA DELLO SMART PACKAGING HUB
Nello Smart Packaging Hub i visitatori possono mettere a fuoco spunti e soluzioni che vanno oltre la logica di “un impianto chiavi in mano da un unico fornitore”. Qui, al contrario, trovano tecnologie innovative messe a disposizione diverse aziende che mettono a fattor comune la forza e le competenze specifiche del loro core business in alcune delle più importanti nicchie ap-
plicative della filiera del packaging per il food & beverage.
CHI ENTRA NELLO SMART PACKAGING HUB:
- accede a un’unica piattaforma di innovazione tecnologica altamente flessibile, senza dover però scendere al compromesso del “fornitore unico” o della “linea standard”; - trova il meglio delle competenze di sei aziende per lo sviluppo di soluzioni automatizzate specifiche, per soddisfare alcune esigenze specifiche nella filiera del packaging alimentare e delle bevande, ottenendo il massimo in termini di flessibilità nell’engineering e nella configurazione di macchina; - entra in uno spazio virtuale dove può confrontarsi con alcuni dei migliori esperti nell’ingegnerizzazione e nella costruzione di macchine automatiche che mettono a sistema le loro specifiche esperienze e competenze. Lo Smart Packaging Hub è un punto di incontro per eccellenza dove l’utilizzatore finale può beneficiare anche di una connotazione tecnologica “Made in Italy”. Una connotazione che si esprime soprattutto nella massima flessibilità di personalizzazione degli impianti automatizzati. Nell’Hub, infatti, i visitatori scoprono anche come adattare i loro impianti al meglio a ogni necessità futura, in termini di componentistica a bordo macchina, ma anche di programmazione, diagnostica e operatività di macchina. L’utilizzatore finale trova nello Smart Packaging Hub la massima empatia di sette aziende specializzate che sanno leggere e interpretare le sue principali esigenze di business.
UN SUPPORTO PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA E LA DIGITALIZZAZIONE
Triplice è dunque il supporto offerto nella piattaforma virtuale dello Smart Packaging Hub. La piattaforma può sostenere gli enduser del comparto food & beverage concretamente: qui saranno accompagnati in percorsi di innovazione tecnologica, digitalizzazione, adozione delle linee guida dell’Industria 4.0 e nella localizzazione globale delle loro proposte. La piattaforma
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La piattaforma Smart Packaging Hub in cifre 400 milioni di euro fatturato annuo 1.200 macchine consegnate all’anno 2.000 collaboratori impiegati 90% export medio annuale 5,4% del fatturato annuo investito nelle attività di R&D 2,1% del fatturato annuo investito nelle iniziative di formazione
Smart Packaging Hub mette a disposizione un ambiente fertile per l’innovazione tecnologica, anche in virtù degli investimenti annui nelle attività di R&D da parte delle sette aziende che ne fanno parte: si fa innovazione ai massimi livelli, declinandola alle esigenze di ogni produttore, per singolo task o lavorazione di linea, nella massima ottimizzazione dei tempi e dei costi. Nello Smart Packaging Hub si entra in contatto con un approccio completamente orientato alla digitalizzazione e all’Industria 4.0. Anche nel comparto del packaging, infatti, Industria 4.0 e digitale sono aspetti non più trascurabili per chi utilizza o costruisce sistemi automatici per l’imballaggio alimentare e delle bevande. Nell’Hub si può trovare il miglior supporto per la virtualizzazione dei processi, anche grazie all’utilizzo di modelli virtuali (Digital twin) delle macchine. Si fa esperienza di soluzioni di robotica avanzata, strategie di iperconnettività e ipersensorizzazione di macchine o intere linee, come massima espressione dell’IIoT (Industrial Internet of Things). Infine, si scopre come applicare eventuali algoritmi di IA (Intelligenza Artificiale) o software di Analytics per raccogliere, elaborare e gestire al meglio la gran quantità di dati generati dalle macchine, ottimizzando le performance energetiche e produttive dei processi o introducendo sul mercato nuove tipologie di servizi e, quindi, nuovi business model. Infine, entrando in questo Hub, l’end-user trova la migliore offerta di servizi per un’assistenza postvendita globale, erogata attraverso personale skillato e multilingua, in ogni area geografica del globo.
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aziende&strategie La società del Gruppo Rovagnati cresce malgrado il difficile contesto internazionale nel settore HoReCa. In forte crescita la gamma consumer (+30%) e le iconiche affettatrici Volano (+12%), con un positivo contributo dall’internazionalizzazione e dall’e-commerce. Parte bene il primo bimestre 2021 (+20,6%) con una crescita superiore agli obiettivi aziendali dell’anno (+10%).
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erkel, storica marca di affettatrici acquisita dal 2014 dal Gruppo Rovagnati, chiude il 2020 con una crescita del 6% del fatturato, che arriva a superare i 19 milioni di Euro malgrado la difficile situazione del settore HoReCa a livello internazionale e le perdite di fatturato subite durante i mesi di lockdown. A trascinare la crescita del fatturato il grande successo della gamma consumer (affettatrici e coltelli, questi ultimi prodotti nello stabilimento friulano di Antiche Coltellerie di Maniago), che registra +30% e di quella Volano, prodotto storico e iconico dell’azienda, che riporta +12%. Stefano Giubertoni, direttore generale in azienda da febbraio 2020, spiega la motivazione del successo: “Il Covid ha accelerato una tendenza in atto da tempo, che sta avvenendo in maniera trasversale in tutto il mondo. Si vive la casa molto di più, e al suo interno il luogo privilegiato è la cucina, sulla quale in molti hanno concentrato gli investimenti. In questo contesto il mercato delle affettatrici ha un importante spazio di crescita e i nostri prodotti rappresentano non solamente il top di
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Van Berkel International
cresce nel 2020
gamma per performance, ma anche un’opzione per abbellire il luogo grazie al design iconico”.
INTERNAZIONALIZZAZIONE ED E-COMMERCE
Oltre alla presenza del brand nei negozi più prestigiosi di articoli per cucina e arredamento, sono presenti due fattori che hanno contribuito alla crescita: il primo è l’internazionalizzazione del business in quanto Berkel è presente in 92 paesi al mondo; e il secondo è la digitalizzazione, in quanto Berkel punta fortemente sull’e-commerce, sia con il proprio sito www.theberkelworld.com, che con i siti dei clienti retailer e di molti nuovi player esclusivamente presenti in questo canale.
LE PROSPETTIVE PER IL 2021
L’obiettivo per il 2021 è una crescita del 10% della cifra d’affari, sia confermando il successo dei comparti Volano e consumer, con grandi novità di mercato nel settore delle affettatrici e dei coltelli, sia
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grazie al recupero dei livelli pre-pandemia del mondo professionale. Berkel supporterà la crescita anche attraverso importanti investimenti industriali sulle fabbriche di Oggiona Santo Stefano, dove vengono prodotte le Volano e le affettatrici professionali, di Chennai, dove vengono prodotte le affettatrici consumer, e di Maniago, dove avviene la produzione della coltelleria. Un ruolo strategico giocano anche le prestigiose partnership nel campo della comunicazione istituzionale e del posizionamento di mercato, per sostenere il marchio e la sua strategia di sviluppo, con l’obiettivo di crescere del 50% nei prossimi 5 anni.
aziende&strategie FRoSTA si distingue per tabelle e valori nutrizionali, qualità e salubrità delle materie prime. Consapevolezza e sostenibilità sono le parole chiave del mondo dei prodotti surgelati, da sempre al centro della filosofia produttiva dell’azienda.
FRoSTA
cibo sano in packaging sostenibile
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econdo l’inchiesta condotta dalla rivista Il Salvagente tra i più importanti marchi di surgelati in Italia, spiccano come migliori in termini di qualità delle materie prime, dei valori nutrizionali e dell’assenza di ingredienti nocivi per la salute i cuoricini di spinaci FRoSTA, che hanno ottenuto il punteggio di 9,5/10.
L’EVOLUZIONE DEL MERCATO DEI SURGELATI
I consumatori che scelgono di acquistare prodotti che strizzano l’occhio al veg, all’healthy e al sostenibile sono in crescita, consumatori che scelgono di ridurre il consumo di carne, se non addirittura di optare per diete vegetariane o vegane. Se questa tendenza era in moto già da tempo, il periodo di lockdown del marzo 2020 e il periodo del Covid-19 ha accelerato il processo. I dati sull’argomento, raccolti dal magazine Il Salvagente, parlano chiaro. Il rapporto 2020 di Italia Eurispes parla del 6,7% di intervistati che afferma di essere vegetariano, contro il 5,4% del 2019. Il consumatore ricerca alternative più salutari, per l’individuo ma anche per l’ambiente: prodotti salubri, sostenibili e buoni, che permettano di coniugare il gusto con l’attenzione per l’ambiente e la natura.
CONSAPEVOLEZZA E SOSTENIBILITÀ
La parola d’ordine sembra essere consapevolezza, insieme a sostenibilità. Due concetti che da sempre sono centrali nella produzione e nella filosofia di FRoSTA, il cui impegno pluridecennale per una produzione rispettosa dell’uomo, dell’ambiente e dell’equilibrio ambientale e naturale si conferma essere la giusta direzione per un futu-
ro più attento. Sin dal 2003 il lavoro di FRoSTA risponde a una visione aziendale, inderogabile, sintetizzata nel principio del Purity Command che è improntato sulla naturalezza, sulla genuinità, sulla trasparenza e sulla tracciabilità dei prodotti come valori fondamentali e portanti del modo di fare business. Tra i punti di forza della produzione FRoSTA, certamente si trova l’attenzione per la materia prima, tenendo un occhio di riguardo per la qualità. Da sempre, FRoSTA si impegna per evitare di utilizzare ingredienti che possono compromettere la salubrità del prodotto, come ad esempio gli oli vegetali che sostituiscono il burro, tra tutti l’olio di colza, contenente acido erucico, segnalato come prodotto a rischio per la salute dei bambini nel 2016 dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
ETICHETTA CORTA ED ECO-BAG
Per i surgelati di FRoSTA, prodotti proprio come si fa nella cucina di casa, non c’è bisogno di usare additivi come aromi, esaltatori di sapidità, coloranti, emulsionanti, estratti, latte in polvere, proteine vegetali idrolizzate, maltodestrine, stabilizzatori, amidi modificati ed E-numbers in generale; FRoSTA ha ri-
nunciato volontariamente anche a quelli autorizzati dalla legge. Le etichette dei prodotti FRoSTA raccontano tutti gli ingredienti, indicati uno per uno senza utilizzo di termini generici, e danno informazioni dettagliate sulla qualità e sulla provenienza, ma anche sulla modalità di conservazione e di consumazione, perché si evinca in maniera chiara e precisa l’origine e la tracciabilità di tutta la filiera produttiva, certificando così la salute dei prodotti. In merito alle confezioni sostenibili un’importante innovazione arriva in FRoSTA nel 2019 con la eco-bag. FRoSTA è stata la prima azienda italiana ad aver detto addio alla classica busta 100% di plastica dei surgelati, perché crede nell’importanza di ridurre la plastica nell’industria alimentare. L’impatto e i risultati sono importanti: la nuova eco-bag composta principalmente da carta riduce le emissioni del 20% e fa a meno del 75% di plastica rispetto alle vecchie confezioni totalmente in plastica, perché è a base di pura cellulosa da foreste certificate FSC. Anche l’inchiostro è compostabile, per renderla completamente riciclabile nella carta. L’eco-bag è un packaging 100% sostenibile, riciclabile nella carta, che abbiamo esteso a tutti i prodotti della Valle degli Orti.
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Ambasciatori della Carta Etica del Packaging
Anna Paola Cavanna, Presidente e primo Ambasciatore della Fondazione Carta Etica del Packaging, parla del progetto e delle sue finalità. Racconta inoltre il percorso già fatto, gli obiettivi da condividere, i progetti in essere e quelli che saranno avviati.
COME E PERCHÉ?
➣ Dalla Carta Etica del Packaging alla Fondazione, perché? La Carta Etica del Packaging è nata nel 2015 da una riflessione condivisa tra il Politecnico di Milano ed Edizioni Dativo. Sin dal suo esordio, l’Istituto Italiano Imballaggio aveva creduto fortemente nei valori enunciati dalla Carta quale strumento per lo sviluppo di una nuova “cultura di sistema” per la filiera del packaging. Nel 2019 è stato deciso di acquisirne i diritti. La scelta naturale è stata quella di creare una Fondazione, un ente completamente indipendente e super partes, con l’obiettivo di divulgare e condividere i profondi valori della Carta. Al mio fianco ho voluto una squadra fortemente coinvolta ed in continuità con la governance dell’Istituto: Ciro Sinagra e Alessandra Fazio in qualità di vicepresidenti, i consiglieri Chiara Faenza e Antonio Feola (past presidente dell’Istituto) e il direttore Francesco Legrenzi. La nascita della Carta ha raccontato una visione, compito della Fondazione ora è quello di dar vita a progetti ed iniziative concrete. ➣ Quali obiettivi si propone? La Fondazione non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità civiche, solidaristiche e di utilità alla promozione e divulgazione dell’imballaggio quale strumento di progresso e di civiltà attraverso la diffusione della scienza che ne regola le funzioni. Desideriamo essere una voce istituzio-
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nale in grado di stimolare visioni e riflessioni autorevoli sulla progettazione etica del packaging. Tutti sappiamo che l’imballaggio sta vivendo una fase di piena maturità, il nostro obiettivo è creare qualcosa di nuovo in modo nuovo. Ad esempio parlare di etica e non solo di sostenibilità allarga la visione, ci obbliga a riflettere in chiave di economia circolare e di ecodesign. Ma per far questo, vogliamo fare rete e creare un network di Ambasciatori che condivida la nostra sfida per dare vita ad una nuova cultura d’impresa e guardare le facce di uno stesso problema con angolazioni diverse. Certo, tutto questo non può prescindere da un’attenta analisi di “sostenibilità progettuale e aziendale”. Nuovi orizzonti dunque e, perché no, anche oltre i confini nazionali con lo sguardo rivolto ai giovani. ➣ Ha parlato di Ambasciatori e Lei è ufficialmente il primo… Sono stata nominata Presidente della Fondazione. Ho dunque l’onore e l’onere di questo incarico in aggiunta agli altri, ma è un impegno a cui tengo molto e dal quale non ho voluto esimermi. Gli Ambasciatori della Carta Etica del Packaging sono soggetti giuridici che s’impegnano a operare in coerenza con i dieci punti della Carta, a darne opportuna diffusione, a promuoverne i valori e i contenuti. Possono presentare domanda società, imprese, enti, associazioni, consorzi, fondazioni che operano a qualsiasi tito-
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lo nel mercato nella produzione e distribuzione di materie prime per l’industria dell’imballaggio, nella produzione o distribuzione di imballaggi, che siano utilizzatrici di imballaggi o si occupino del loro reimpiego o riciclo o trasformazione o che svolgano attività di servizio per la filiera dell’imballaggio, anche post consumo. Il titolo di Ambasciatore sarà raffigurato dal marchio concesso dalla Fondazione a significare l’attestazione della condivisione dei valori della Carta. ➣ Ricerca, formazione e cultura sono alla base dei vostri progetti. Quali avete attivato e quali sono ancora allo stato embrionale? Nonostante la Fondazione sia giovanissima, siamo orgogliosi di aver già messo in cantiere progetti ambiziose in poco tempo. Per iniziare la Fondazione ha patrocinato il Corso di Alta Formazione in Packaging Management, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, e offerto 10 borse di studio. Il corso, partito il 25 marzo e unico nel suo genere, è rivolto a laureati già occupati nelle aziende di settore. A questa prima edizione partecipano 21 iscritti che sono impiegati in aziende di riferimento del settore. Già un ottimo risultato che ci rende fiduciosi per i prossimi
appuntamenti. L’Istituto Italiano Imballaggio e la Sapienza si alterneranno nella formazione. Il secondo progetto è un aiuto alle imprese che, oggi più che mai, si trovano di fronte ad un fermento di soluzioni, di sperimentazioni, di ricerche e sviluppi di nuovi materiali e soluzioni a supporto della salvaguardia ambientale. Per questo, è allo studio l’Algoritmo della Fondazione, un tool e un dossier curato dalla Commissione Sostenibilità dell’Istituto Italiano dell’Imballaggio e ora “in pancia” alla Fondazione utile a testare se la propria soluzione è conforme ai criteri dell’ecodesign e alle sfide dell’Agenda 2030. Infine, abbiamo patrocinato l’Oscar dell’Imballaggio, Best Packaging 2021 con Focus su Etica e Futuro. L’edizione di quest’anno è dedicata a valorizzare le soluzioni che si distinguono per essersi ispirate ai 10 valori della Carta Etica del Packaging. Ma i sogni nel cassetto sono ancora molti prima della scadenza del mio mandato nel 2022: un libro e un premio internazionale su progetti di ricerca innovativi. ➣ Quali sono i valori dai quali oggi un imballaggio “ideale” non può prescindere? Il packaging perfetto non esiste ma ri-
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cordiamoci il suo ruolo fondamentale: è un manufatto portatore di “bellezza funzionale” nella vita di tutti i giorni. Personalmente ritengo che il packaging ideale debba essere coerente con la funzione per il quale è stato progettato, debba essere trasparente e fonte di informazioni per il consumatore. L’etichettatura ambientale ha posto attenzione sull’aspetto della gestione del fine vita dell’imballaggio, di conseguenza il packaging deve dialogare con il consumatore in modo sempre più diretto e chiaro. Il packaging deve far comprendere il proprio scopo: proteggere il prodotto, tutelare il consumatore, essere emozionale e saper trasmette l’esperienza di acquisto e lo può fare solo se si mostra in modo trasparente. Gli obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite ci metteranno di fronte a scelte obbligate. L’economia circolare ha stravolto tutto e intorno all’imballaggio che diventa rifiuto c’è un complesso meccanismo di responsabilità. La Carta Etica del Packaging ribadisce che noi tutti siamo soggetti implicati in un sistema di progettazione, produzione, utilizzo, consumo e riuso dell’imballaggio e ci ricorda che, nel rispetto del ruolo di ciascun soggetto, è indispensabile mettere al centro il consumatore. www.fondazionecartaeticapackaging.it
10 Valori della
Carta Etica del Packaging 1. Responsabile 2. Equilibrato 3. Sicuro 4. Accessibile 5. Trasparente 6. Informativo 7. Contemporaneo 8. Lungimirante 9. Educativo 10. Sostenibile
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case history Per confezionare velocemente la gamma di prodotti in continua crescita, la Kühne, azienda di riferimento nel settore food con sede ad Amburgo, ha scelto per la prima volta due macchine TLM robotizzate della Schubert. L’impianto confeziona nelle scatole in modo sostenibile ed efficiente le salse per grigliate, le salse remoulade e le vinaigrette in otto formati diversi.
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na salsa gustosa completa ogni piatto. Le specialità di casa Kühne danno spesso l’ultimo tocco raffinato alle preparazioni più squisite. Dal 1722 l’azienda sviluppa prelibate innovazioni seguendo il motto “Cibo semplicemente buono” e adeguandosi di volta in volta alle abitudini alimentari e culinarie del momento. Per continuare a soddisfare i consumatori anche nel lungo periodo la Kühne punta sempre di più sull’introduzione di processi di produzione e di confezionamento sostenibili ed efficienti. Un passo decisivo in questa direzione vede la messa in esercizio di due impianti di confezionamento robotizzati della Schubert. Le due linee sono praticamente identiche e dal luglio 2020 eseguono l’incartonamento rapido e flessibile
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Kühne
confeziona le salse con la tecnica flessibile di Schubert delle salse per grigliate in bottiglia e dei vasetti di salsa remoulade. I due impianti TLM inoltre silenziano la produzione. Al posto della solita catena di raggruppamento, infatti, le delicate confezioni di vetro ora vengono raggruppate dai robot pick-andplace: senza rumore, senza catena e senza rotture. “I responsabili della produzione alla Kühne desideravano un’alternativa alla catena di raggruppamento a causa dell’alto impatto sonoro e del pericolo di rotture”, racconta Andreas Keller, sales account manager presso la Schubert che ha suggerito la tecnologia robotizzata. “Per il cambio di formato, dai vasetti di salsa remoulade alle salse in bottiglia, gli operatori finora dovevano pianificare circa due turn”, spiega Keller. Per rimanere competitivi sul duro mercato B2C degli alimenti la Kühne non poteva e non voleva più accettare un tale lasso di tempo. Già solo per questo è valsa la pena passare agli impianti della Schubert, visto che la soluzione flessibile ora esegue il cambio in 20 minuti al massimo. Per il cambio di formato vengono sostituite le pinze dei robot F4 per i prodotti (con attacco a baionetta), le piastre dei magazzini, le cassette di piegatura e le piastre dei
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Transmodul. Al termine della procedura l’impianto riparte subito senza tempi di riavvio e con lo stesso alto livello di qualità.
DUE LINEE PER OTTO FORMATI
La Kühne ha commissionato da subito due linee di confezionamento a causa dei due diversi livelli di portata delle stazioni di riempimento a monte. Le linee si differenziano solo nel fatto che l’impianto per il confezionamento dei due formati di salsa remoulade in vasetto aveva bisogno di due robot F4 in più. L’altro impianto confeziona attualmente sei formati di salse per grigliate “Made for Meat” di diverse dimensioni e le bottiglie rotonde di vetro per i condimenti per insalate (vinaigrette). Su entrambe le linee il processo di confezionamento avviene con il principio della marcia opposta dei prodotti e dei nastri. Il robot trasportatore Transmodul della Schubert collega le diverse fasi del processo in modo particolarmente efficiente. I pretagliati delle scatole, due alla volta, vengono contemporaneamente ripresi, formati e depositati sul Transmodul.
I robot pick-and-place prelevano due bottiglie alla volta dal nastro prodotti e depositano il numero desiderato di vasetti o bottiglie sul Transmodul, insieme alle scatole già formate. Il Transmodul si sposta nella prossima stazione dove le due formazioni pronte di bottiglie o vasetti vengono prelevate da un robot F2 e inserite nelle scatole. Nell’ultima stazione un ulteriore robot F2 chiude le scatole e le sposta sul nastro di uscita.
CONFEZIONAMENTO SOSTENIBILE CON BIG DATA E GRIPS.WORLD
La nuova moneta si chiama big data, anche nell’industria del packaging. Ma attenzione, la sola memorizzazione dei dati macchina non è sufficiente. Chi vuole godere di tutti i vantaggi delle macchine confezionatrici sostenibili deve poter eseguire l’analisi oculata dei valori indicativi più importanti e deve poter contare sulla sicurezza assoluta contro gli attacchi hacker provenienti da Internet. La Schubert realizza entrambe le cose integrando in tutti gli impianti TLM il gateway industriale GS.Gate. Anche alla Kühne. Il gateway GS.Gate della Schubert valuta tutti i dati della macchina e collega in rete gli impianti Kühne, mantenendo i più alti standard di sicurezza con la piattaforma digitale GRIPS. world. Con i dati attuali della produzione e i rapporti settimanali generati automaticamente è così possibile identificare il potenziale ottimizzabile nell’intero processo di confezionamento e aumentare per esempio la disponibilità della macchina grazie all’analisi mirata dei messaggi di errore.
VALUTAZIONE DETTAGLIATA IN TEMPO REALE
Finora la Kühne per i meeting della produzione utilizzava un programma di calcolo
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di OEE (overall equipment effectiveness) basato su una parte di dati registrati dagli operatori della macchina sulle singole linee di produzione. Tali registrazioni però spesso non comprendevano i tempi completi di interruzione, perché per gli operatori naturalmente la priorità era quella di eliminare i disturbi piuttosto che documentarli. Il risultato era che la documentazione conteneva certe imprecisioni che l’azienda voleva ridurre velocemente al minimo. La Kühne e la Schubert collaborano adesso a sviluppare una nuova forma di analisi, visto che il nuovo cliente ha concesso alla Schubert l’accesso alla piattaforma. “Siamo molto grati per la fiducia accordataci dalla Kühne”, dichiara Keller. Il manager non vede l’ora di perfezionare ulteriormente la soluzione digitale insieme al produttore. Stefan Knoth del servizio tecnico di supporto alla Kühne concorda ed è già convintissimo. “Rispetto al metodo utilizzato finora ad adesso abbiamo il grande vantaggio di avere a disposizione uno strumento con cui poter acquisire automaticamente le cause dei disturbi e i tempi di fermo. Il rapporto settimanale che ci fornisce la Schubert ci offre un primo riepilogo della performance di tutto l’impianto. Con le ampie funzioni di analisi del programma siamo in grado di formulare affermazioni dettagliate. Un altro punto di grande vantaggio è il pannello ECO per l’acquisizione e la valutazione dei consumi di corrente e aria compressa con cui siamo in grado di fornire dati dettagliati al nostro sistema di
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gestione delle risorse energetiche”, afferma Stefan Knoth, del servizio tecnico di supporto alla Kühne. Si tratta di un add-on molto utile che dà loro, inoltre, la possibilità di esportare i dati elaborati e utilizzarli quindi per altre valutazioni. “Con l’aiuto del reparto di sviluppo dei sistemi della Schubert in futuro vogliamo integrare nel sistema altre macchine a monte e a valle, in modo da disporre chiaramente dei messaggi di errore in tempo reale anche di questi impianti ed elaborarli ulteriormente. In questo modo disponiamo di uno strumento fantastico che ci aiuta ad analizzare in modo eccellente, aumentando l’efficienza dell’intero impianto”, continua Knoth. Aumento dell’efficienza sotto ogni aspetto Christian Instenberg, direttore del supporto tecnico della Kühne, è molto interessato alle possibilità supplementari offerte dalla piattaforma GRIPS.world e conferma: “La scelta di affidarci alla Schubert aumenta l’efficienza dei nostri processi. Questo è già stato dimostrato dal veloce cambio di formato introdotto”. “Secondo la valutazione dei dati OEE raggiungiamo già ora un aumento della portata del 20 per cento rispetto al passato. La famiglia Schubert ha fatto un lavoro eccellente”, conferma Stefan Knoth. Con gli impianti Schubert la Kühne è ben attrezzata anche per il futuro: gli impianti si possono ampliare facilmente per nuovi formati. L’azienda di riferimento del mercato del convenience ha già dimostrato in passato che le nuove idee di prodotti incontrano il favore dei consumatori.
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case history Con l’impiego di un solo gripper Kenos KVGL di Piab, Selematic ha realizzato un impianto di incartonamento all’avanguardia, conseguendo una notevole riduzione di costi e un sensibile incremento di produttività nella manipolazione di diversi formati e differenti stratificazioni di pasta.
Impianto di incartonamento automatico di Selematic
Piab e Selematic
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u un impianto di incartonamento automatico di confezioni di pasta in cartonbox, Selematic ha installato un sistema di presa a vuoto Kenos KVGL di Piab, azionato da un robot cartesiano, per la movimentazione di varie tipologie di pacchi: confezioni a doppio fondo squadrato di pasta corta, confezioni soffiettate di pasta a nido e confezioni a cuscino di pasta lunga. Il riempimento del cartonbox avviene dall’alto con sovrapposizione progressiva di strati di pacchi di pasta. Il processo si caratterizza per l’elevato numero di formati e stratificazioni.
LE ESIGENZE DI SELEMATIC
La prima esigenza era dunque quella di minimizzare le sostituzioni degli organi di presa conseguenti ai cambi formato. Un’altra problematica era rappresentata dalle frequenti rotture, che si verificavano prevalentemente con le confezioni di carta. “Prima che nascesse la collaborazione con Piab, le confezioni di pasta venivano prelevate tramite soffiante con una piastra di presa progettata e costruita internamente. Al variare delle dimensioni delle confezioni e/o della stratificazione delle stesse all’interno dei cartoni, la piastra di presa doveva essere sostituita. Tutto ciò implicava costosi fermi macchina ed impattava sensibilmente sui tempi ciclo” spiega l’Ing. Alessandro Vitiello, Coordinatore dei Servizi Tecnici d’Ingegneria di Selematic, responsabile del progetto. “Inoltre, si verificavano spesso rotture, soprattutto con le confezioni di carta e con certi tipi di pasta (quali le penne). Grazie al gripper Kenos KVGL, abbiamo risolto entrambi i problemi, riuscendo a prelevare con un unico sistema di presa, – con lunghezza pari alla bocca del pallet box – qualsiasi formato di pasta, anche di dimensioni diverse, senza causare alcun danno alle confezioni. Ottenendo una notevole riduzione di costi e un sensibile incremento di produttività. Prima di scegliere il sistema Kenos KVGL di Piab, abbiamo testato anche delle altre soluzioni. Queste funzionavano abbastanza bene, ma erano decisamente più costose. Piab
Il sistema a vuoto Kenos KVGL, equipaggiato con ventose piGRIP®, installato sull’impianto di incartonamento automatico di Selematic
ci ha convinto anche per la consulenza che ci ha fornito in fase di realizzazione del progetto. I tecnici della filiale italiana, in collaborazione con il distributore autorizzato Tesfluid Srl, ci hanno assistito nella scelta della corretta pompa a vuoto e nell’individuare la tipologia di ventose più adeguata da abbinare al sistema Kenos KVGL”.
I VANTAGGI DELLA SOLUZIONE PIAB
Il gripper a vuoto Kenos KVGL è stato equpaggiato con ventose piGRIP® di Piab con labbri BGI di diametro da 34 mm. Grazie alle soluzioni adottate, la capacità produttiva massima raggiunta dall’impianto di incartonamento varia da 80 a 120 confezioni al minuto a seconda del prodotto. I sistemi di presa a vuoto Kenos di Piab sono sviluppati per semplificare i processi di movimentazione dell’industria alimentare, del confezionamento, del legname ed in molti altri ambiti applicativi. Si tratta di una gamma versatile, studiata per la manipolazione di un’ampia varietà di oggetti con forme, dimensioni e densità differenti. La maggior parte dei sistemi di presa può essere dotata di generazione di vuoto integrata o predisposta per la generazione di vuoto separata, mediante pompa o soffiante a canali laterali (come nel caso di Selematic). Tra i diversi si-
stemi Kenos disponibili, il modello KVGL è quello che si presta meglio per l’industria alimentare per la sua versatilità e la possibilità di realizzare soluzioni speciali in base a specifiche esigenze applicative. piGRIP è un esclusivo concetto di ventosa configurabile, con parti ottimizzate una ad una, per favorire la presa e la manipolazione di svariate tipologie di oggetti o superfici, garantendo spostamenti rapidi e sicuri.
APPROFONDIMENTO SU SELEMATIC
Fondata a Eboli nel 1978, Selematic SpA, progetta e produce macchine per l’imballaggio secondario di prodotti preconfezionati del settore alimentare, con importante focus nel comparto dei pastifici. Inoltre, l’azienda fornisce soluzioni tecniche per il settore del monouso (posate, bicchieri, piatti di plastica, ecc.). Il portafoglio prodotti di Selematic include macchine incartonatrici, fardellatrici, impianti di pallettizzazione, sistemi di controllo peso, metaldetector e sistemi di trasporto. Inoltre, è stato incrementato il parco impianti per la robotica affiancando ai robot antropomorfi altre tipologie di robot tra cui SCARA, Delta robot, robot collaborativi e robot mobili. Allo stesso tempo sono stati ampliati i mercati di riferimento con il settore dei biscotti e del pet food.
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case history DTM Print, OEM internazionale e fornitore di soluzioni specializzato in apparecchiature di stampa, presenta Eddie – la prima e unica stampante alimentare certificata NSF and GMP per stampare su biscotti ed altri alimenti. Eddie è l’ultimissimo prodotto del produttore statunitense Primera Technology, Inc.
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uando si pensa a stampanti alimentari, molti pensano a quelle per stampare sulle cialde o sul fondente, i quali poi devono essere applicati su torte o dolci. A differenza di queste stampanti, Eddie stampa direttamente su biscotti, dolciumi, cioccolato bianco, focaccine, macarons, marshmallows, cioccolatini e tanto altro. Eddie offre un processo di stampa semplice e veloce. L’apparecchio stampa fino a sei oggetti al minuto, a seconda delle misure e il design scelto. L’alimentatore a carosello incluso ruota gli oggetti fino alla posizione di stampa, la stampante ne tira dentro uno alla volta, stampa e li ripone nel carosello – tutto automatico e a mani libere. I dolciumi, biscotti e gli altri alimenti stampati saranno asciutti e pronti per la vendita immediatamente dopo la stampa. Le immagini stampate sono brillanti, vibranti e indelebili ed anche corrispondendoagli standard dei colori dell’ICC. Le personalizzazioni fanno furore sui mercati B2B e consumatori di oggi. Eddie può creare nuovi profitti nei settori commerciali da panifici fino ad hotel, fiere, negozi di articoli da regalo e parchi di divertimento. Applicazioni per prodotti da forno o pasticceria personalizzati, includendo feste di compleanno, baby shower, cerimonie
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Eddie
stampante alimentare per stampe sugli alimenti religiose come battesimi/bar mitzvah, matrimoni, anniversari, natale e regali vari, omaggi e souvenir.
CERTIFICAZIONI DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE
Eddie è unico sul mercato commerciale della preparazione alimentare per molti motivi, ma nessuno più importante della sicurezza. Nonostante siano state vendute ed utilizzate stampanti alimentari per applicazioni commerciali per più di un decennio, nessuna di queste è stata approvata per questo utilizzo da una organizzazione conosciuta per certificazioni, facendo della responsabilità del produttore una vera e propria preoccupazione. Eddie invece è stato progettato dall’inizio proprio per soddisfare o meglio superare tutti i requisiti regolamentari dello scopo preciso di una stampante alimentare. La cartuccia con inchiostro commestibile soddisfa tutti gli standard della FDA e dell’Unione Europea per l’utilizzo come additivo alimentare. La cartuccia stessa soddisfa gli standard della GMP, l’intera produzione e il riempimento della cartuccia sono conformi alla FDA e certificati GMP. Ultimo ma non meno importante, Eddie è stato anche certificato dalla NSF.
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ALIMENTAZIONE MANUAL
Se utilizzato con l’alimentazione a carosello inclusa, Eddie può stampare su alimenti adatti a un diametro di 89 mm e un’altezza di 20-25 mm. La modalità manuale estende questi parametri fino ad una larghezza massima di 120x120mm e permette di stampare su alimenti più spessi fino ad un’altezza massima di 27 mm. Questo è importante soprattutto per le stampe sui macarons. Questi famosi pasticcini francesi consistono di varie morbidi farciture tra due metà di biscotti a base di meringa. Tutte le componenti messe insieme sono troppo alte per l’alimentazione automatica. Utilizzando l’alimentazione manuale e un “ripiano per macarons”, pasticceri saranno in grado di stampare sui macarons risparmiando molto tempo. Il “ripiano per macarons” è uno dei tanti nuovi ripiani per alimenti progettati dalla DTM Print appositamente per Eddie, includendo uno per cioccolatini e uno con una griglia incisa che permette un posizionamento più facile degli alimenti siccome l’utente può allineare l’alimento alla griglia. Utilizzando i ripiani su misura, la produzione di tanti alimenti in una volta è facile, preciso e, dipendente dal prodotto, anche più veloce. La DTM Print offre anche la produzione di ripiani secondo le specificazioni del cliente. https://dtm-print.eu
case history Gestione intelligente da remoto con regolazione delle prestazioni in base ai flussi di lavoro, riduzione delle emissioni, più sicurezza e manutenzione predittiva, massimo efficientamento energetico: tutta l’eccellenza di impianti 4.0 nel cuore pulsante del primo produttore mondiale di Grana Padano.
Mingazzini per Latteria Soresina
tecnologia virtuosa all’insegna della sostenibilità
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on oltre 90 anni di esperienza e ben più di 10.000 progetti realizzati in tutto il mondo, Mingazzini Caldaie non è certo una nuova conoscenza per La Soresina. Già da un decennio la collaborazione tra queste due grandi imprese italiane ha portato a risultati di riguardo, accomunate dal concetto di qualità, declinata in ogni aspetto, dalle materie prime ai siti produttivi, puntando alla bontà, non soltanto del prodotto, ma anche della sua lavorazione, con un occhio di riguardo anche agli impianti produttivi e alla loro sostenibilità. Un obiettivo pienamente raggiunto anche grazie al supporto fornito dalla storica azienda emiliana, Mingazzini Srl di Parma che dal 1929 rappresen-
ta un punto di riferimento per l’industria alimentare e delle bevande. Già 10 anni fa Latteria Soresina aveva avuto modo di testare il valore delle centrali “made in Mingazzini” e il livello tecnologico fornito, con la verifica in diretta della combustione, un utilizzo performante dei recuperatori e l’installazione di dispositivi per il controllo finale dei fumi di combustione, così da attestarsi ben al di sotto dei limiti di emissione in atmosfera, con una svolta green, ottenuta nel connubio tra camera di combustione e tipologia di bruciatore. “Il risultato di un simile intervento aveva portato a un risparmio netto pari circa al 10% di elettricità e un 5% di gas metano su tutta l’azienda – spiega Davide Arpini, direttore tecnico di Latteria Soresina – ma l’evoluzione tecnologica avvenuta negli anni e le migliorie gestionali nell’ottica del concetto Industry 4.0 ci hanno portato a guardare con crescente interesse l’interconnessione delle centrali e l’analisi in tempo reale dei dati”. La crescita costante di Latteria Soresina e il moltiplicarsi degli stabilimenti hanno infatti creato i presupposti per avviare una gestione virtuosa, sia dal punto di vista ambientale che economico, con un efficientamento degli impianti, una riduzione dei consumi e una migliore destinazione delle risorse.
TECNOLOGIA DI ULTIMA GENERAZIONE
Dalle iniziali valutazioni si è passati alla concretezza del risultato grazie all’esperienza e all’impegno di Mingazzini nella fornitura di impianti su misura, sempre più affidabili e ad alto contenuto tecnologico, come i modelli PB di ultima generazione, caratterizzaDavide Arpini, direttore tecnico di Latteria Soresina, davanti alla tecnologia Mingazzini
ti da accorgimenti tecnologici che ne accrescono il risparmio energetico e il controllo delle emissioni, semplificandone contestualmente la gestione. Tra le caratteristiche peculiari di Mingazzini vi è infatti la capacità di fornire tutto quanto è necessario per la realizzazione e la gestione moderna ed efficiente delle centrali termiche di qualunque dimensione. Grazie alla possibilità di connessione, è attuabile la supervisione completa della caldaia o della centrale termica per telecontrollo e telediagnosi da remoto senza supervisione continua per 24/72 h. La serie PB è caratterizzata da generatori che possono raggiungere una pressione di bollo fino a 22 bar, o superiori su richiesta. Con un rendimento base pari al 90%, la PB è un impianto di ultima generazione e a basso impatto ambientale che in base al numero di ore di lavoro e del tipo di combustibile utilizzato è fornito con sistemi di recupero energetico dedicati al singolo generatore, in grado di ottenere rendimenti fino al 97,5% e superiori mediante la personalizzazione dei sistemi di recupero energetico, spingendo all’estremo la condensazione dei fumi di caldaia, per recuperare quanto più possibile del calore latente in essi contenuto (oltre a quello sensibile). In questo modo, sono possibili rendimenti anche fino al 99%. I modelli della serie PB, conformi alla Direttiva Europea 2014/68/UE, rappresentano l’ultima generazione nel campo dei generatori di vapore ad uso industriale: costruiti seguendo le più moderne concezioni tecnologiche e adottando i sistemi di lavorazione più avanzati, sono orientati al risparmio energetico, alla riduzione delle emissioni e alla massima efficienza.
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case history Quando un fornitore sa risolvere un problema, con prontezza ed efficienza, conquista il cliente. Quando sa anticipare le esigenze e proporre soluzioni differenzianti diventa un partner da tenere stretto. Con P.E. è stato facile accorgersene fin da subito.
P.E. Labellers e Sani Trasporti
storia di una partnership
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ani Trasporti è una realtà indissolubilmente legata al comparto agroalimentare italiano. Si tratta di un’azienda storica, nata nel 1950 ed evolutasi nei vari passaggi generazionali. Fin dagli esordi, l’azienda è stata a fianco di importanti realtà produttrici di conserve, rispondendo alle esigenze di carattere logistico per la distribuzione dei prodotti e, nel tempo, anche a quelle di confezionamento. È così che Sani Trasporti ha incontrato P.E. Labellers, una realtà di riferimento nella produzione di macchine etichettatrici automatiche, elemento essenziale nel processo di packaging. Ivo Sani, titolare dell’azienda insieme ai fratelli Franco e Giampietro, responsabile della parte Packaging, ci parla di questa partnership.
di etichettare i propri prodotti con un livello qualitativo d’eccellenza. Il mio pensiero è andato a P.E. e sono rimasto molto soddisfatto della scelta fatta. In primis, per la capacità di reazione e problem solving che ha manifestato da subito, rispondendo con grande tempismo e professionalità”. Un primo banco di prova importante, che ha gettato le basi di un solido e duraturo rapporto di collaborazione. A seguito di questa esperienza, Sani ha acquistato la prima etichettatrice P.E. Labellers, una macchina con tecnologia colla a caldo e sistema ottico di centraggio delle etichette. Una soluzione che è andata ad arricchire le linee di confezionamento interne agli stabilimenti aziendali.
➣ Come è nata la collaborazione con P.E. Labellers? Ivo Sani: “Come spesso accade, da un’esigenza è nata un’opportunità. Nel 2016 una nota realtà di conserve che aveva iniziato la sua ascesa sul mercato internazionale del Food, ha espresso il bisogno
➣ Qual è stato il valore aggiunto del fornitore in questo progetto? Ivo Sani: “P.E. ha trovato la soluzione subito, quello che vorresti accadesse sempre quando hai di fronte un problema. Il beneficio è stato immediato per tutti, tanto nostro quanto del cliente finale. La
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P.E. ha mostrato di avere un livello di professionalità e conoscenza superiori. Ma non si tratta solo di competenze tecniche: la sensazione è proprio di potersi affidare completamente, di essere ascoltati tutte le volte con lo stesso livello di attenzione. Un bel vantaggio”. Oggi Sani Trasporti è una realtà che attesta la sua crescita sul mercato, una di quelle eccellenze del Bel Paese che dalla sua nascita è arrivata a contare un parco automezzi di 100 unità, ha visto crescere i dipendenti fino a 150 persone fidelizzate, ha ampliato il proprio Headquarter con due stabilimenti di stoccaggio e due linee di confezionamento. ➣ Che ruolo giocano le macchine P.E. nelle linee di produzione dell’azienda? Ivo Sani: “Un ruolo chiave direi, che si lega a doppia mandata all’output finale del processo di packaging e alla resa del confezionamento dei prodotti. I plus principali li identifico sia nell’alta qualità delle etichettatrici P.E., macchine che garantiscono soluzioni di etichet tatura
perfette, sia nei processi aziendali votati a risolvere rapidamente le esigenze di produzione da assecondare”. Ancora una volta le esigenze di confezionamento espresse dai clienti hanno suggellato il rapporto tra Sani Trasporti e P.E. Labellers. Nel 2019 un’altra importante realtà del settore Dairy ha avuto la necessità di etichettare contenitori in latta da mezzo chilo, in grandi volumi e con un timing da record. Anche in questo caso P.E. ha saputo risolvere il problema con prontezza e maestria, tanto che, proprio come era accaduto la prima volta, l’azienda ha acquistato la macchina a seguito dell’episodio. ➣ Quali macchine etichettatrici sono state scelte per far fronte alle esigenze del Food? Ivo Sani: “Questa soluzione di etichettatura è una macchina ancora più evoluta della precedente, che presenta tre stazioni con tecnologia adesiva e l’innovativo sistema di centraggio dell’etichetta sulla capsula del vasetto. La facciamo lavorare a doppio turno, praticamente con non-stop di produzione. Quando le aziende nostre clienti la vedono in funzione e prendono coscienza dei risultati che porta, si innamorano di questa macchina P.E. e ci chiedono di utilizzarla per ‘vestire’ al meglio i loro prodotti”.
LE ESIGENZE DI IERI E DI OGGI
Dal 2016 le aspettative e gli obiettivi di Sani Trasporti sono cambiati, in linea con i requisiti di produzione delle tante aziende servite quotidianamente. ➣ Cosa c’è dietro la scelta di un prodotto? Ivo Sani: “In una parola ciò di cui abbiamo più bisogno oggi è ‘flessibilità’. Ciò che fa davvero la differenza è la capacità di adattarsi con prontezza alle esigenze di clienti provenienti da settori differenti nel mercato del Food. Ci capita di dover rispondere a richieste sempre nuove da parte delle aziende, che
case history
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duzione della macchina, test, collaudo e installazione non hanno avuto intoppi né subito rallentamenti sulla tabella di marcia che ci eravamo dati. Anche oggi basta alzare il telefono e si ha la sicurezza che l’azienda sia pronta a rispondere con grande efficienza. La competenza fa risparmiare tempo e risolve i problemi, personalmente lo trovo un beneficio enorme”.
alzano l’asticella giorno dopo giorno e impongono standard di eccellenza sempre più alti. Il bello di P.E. è che non scende a compromessi, fornendo invece soluzioni qualitativamente superiori”. La prima macchina P.E. acquistata veniva incontro alle esigenze di etichettatura con colla a caldo (15.000 BpH) e con tecnologia adesiva (12.000 BpH). La seconda raddoppia le stazioni di etichettatura, una colla a caldo e ben tre adesive. Una soluzione che consente prestazioni superiori, arrivando a 26.000 BpH con l’etichettatura a caldo e 24.000 BpH nelle stazioni adesive. In tal modo si ottiene il grande vantaggio del “nostop” con l’applicazione di un’etichetta e allo stesso tempo l’applicazione del sigillo di garanzia. Una macchina efficace, anche nella facilità di assecondare molti cambi formato. I risultati sono talmente soddisfacenti che Sani strizza già l’occhiolino all’idea di dotarsi di una terza macchina P.E. uguale a questa, per poter offrire un servizio di confezionamento sempre più evoluto.
NUOVI TRAGUARDI DA RAGGIUNGERE
Le nuove esigenze sono dettate da un mercato che si fa sempre più competitivo e che richiede oggi, ad esempio, di etichettare vassoi con vari tipi di prodotti, mix in linea automatizzati. Un requisito che anni fa non esisteva e che oggi rappresenta invece una nuova frontiera. Automatizzare questo processo e metterlo a disposizione delle aziende significa rendere un servizio di grande qualità e ottimizzare i processi, come fa Sani nei confronti dei propri clienti. E per farlo, necessita di partner giusti, affidabili e “super-flessibili”.
I PROSSIMI PASSI: GIOCARE D’ANTICIPO
LA SFIDA DA FRONTEGGIARE E LA SOLUZIONE PER FARLO
Il 2021 vedrà la probabile inaugurazione della terza linea di confezionamento in Sani Trasporti, uno step in più che l’azienda compirà con l’obiettivo di servire i propri clienti con efficienza sempre maggiore. Perché il mercato alimentare mostra davvero un’evoluzione continua, dovuto alla frammentazione stessa delle aziende di produzione che lo compongono, che operano nel mondo delle conserve, latticini, pasta, salse, sughi, pesti, prodotti alimentari per il fitness, ecc.
➣ Com’è andata con P.E.? Ivo Sani: “Tutte le fasi di selezione, pro-
➣ E il futuro? Ivo Sani: “È anche grazie al lavoro di aziende come P.E. che siamo arrivati fin qui. Siamo confidenti che la collaborazione continuerà, mantenendo i livelli di professionalità e flessibilità, a cui P.E. ci ha abituato dal primo giorno. Un futuro molto vicino, carico di opportunità che siamo pronti a cogliere”.
Se il tempismo è un elemento chiave quando si tratta di dare risposte risolutive ai propri clienti, facile è intuire quanto il processo di installazione della macchina etichettatrice sulla linea di confezionamento debba essere il più fluido possibile.
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innovazione “Non può esserci sviluppo senza innovazione”; con questo proposito Siemens mira a definire nuovi percorsi nell’evoluzione tecnologica e nella trasformazione digitale dell’industria. Un ruolo supportato dalla completa gamma di soluzioni a disposizione e dal proprio posizionamento lungo l’intero workflow della produzione.
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iemens, in qualità di fornitore di prodotti e soluzioni all’avanguardia con l’obiettivo di migliorare la tecnologie delle moderne linee produttive, affianca i costruttori di macchine con un’ampia gamma di sistemi e servizi innovativi. Per meglio supportare i costruttori italiani del settore packaging,
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SIEMENS un partner a supporto dell’industria del packaging la società ha sviluppato al proprio interno un team dedicato, il Pack Team, che riunisce una squadra di specialisti che possiedono tutte le competenze necessarie per affiancare gli OEM nello sviluppo, la costruzione e la messa in servizio di macchine e linee capaci di rafforzare la leadership della propria clientela nel settore del packaging. “Making the difference in the packaging industry”… fare la differenza, è quanto si propone di realizzare Siemens mettendo a disposizione delle aziende costruttrici un portfolio completo di innovazioni tecnologiche che, fondendosi con un grande bagaglio di conoscenze tecniche,
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crea una combinazione ottimale per la progettazione di tutte le macchine destinate ad ogni ambito di mercato di riferimento.
L’IMPORTANZA DEI DATI
Grazie ai progressi nel campo della digitalizzazione e alle soluzioni tecnologiche sviluppate da Siemens che possono essere adottate sulle macchine destinate al settore del packaging, che si tratti di controller di movimento, HMI, sensori, azionamenti, motori o sistemi di alimentazione, viene restituita un’enorme mole di dati che, se sfruttati al meglio, non solo consentono di ottimizzare ed implementare la funzionalità della macchina e dell’intero flusso produttivo, ma comportano innumerevoli benefici alle aziende e alla società. È il cosiddetto Smart Manufacturing. In questi termini, oltre ad essere un fornitore di tecnologie, Siemens ha l’esperienza e la capacità di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal recepimento e l’elaborazione di queste informazioni. Un elemento fondamentale per rendere possibile questo modello volto alla trasformazione digitale dell’industria è l’edge computing, ossia l’elaborazione decentralizzata dei dati alla periferia della rete, che offre al mondo produttivo infiniti vantaggi e si sta trasformando nella tecnologia del futuro. Sebbene l’impiego del termine “edge” sia sempre più diffuso nell’ambito della produzione industriale, vi è ancora qualche perplessità su come poter sfruttare appieno gli enormi volumi di dati generati con questa tecnologia.
LA SFIDA DETTATA DAL 4.0
La crescente diffusione della digitalizzazione e della relativa Industry 4.0 ha posto l’industria di fronte a nuove sfide, come cicli di innovazione sempre più brevi e la crescente personalizzazione dei prodotti e dei processi produttivi. Elementi essenziali sono una produzione completamente interconnessa e un’elaborazione rapida dei dati generati, ed è su questo punto che entra in gioco l’edge computing. Sia che gestisca i propri dati localmente, centralmente o attraverso Internet, ogni azienda mette a punto una propria strategia per registrare ed elaborare i dati della produzione al fine di migliorare i processi. Tuttavia, non bisogna dimenticare che i volumi dei dati nella produzione industriale sono enormi. Un alto numero di sensori misura continuamente i parametri chiave della produzione, come le condizioni delle macchine e la qualità della produzione.
SFRUTTARE AL MASSIMO IL POTENZIALE
Le aziende che si affidano all’elaborazione locale dei dati raggiungono presto il limite. Questo avviene a causa dei numerosi e diversi sistemi difficili da armonizzare, ma anche perché non dispongono della capacità computazionale necessaria per elaborare i dati in loco, e non è possibile eseguire un’elaborazione globale che copra l’intera azienda. Ma anche l’alternativa del cloud computing ha dei limiti in applicazioni specifiche, in parte a causa degli ingenti volumi di dati, delle norme di legge o dei problemi legati alle latenze. Analizzando i dati in un cloud, si possono acquisire nuove informazioni preziose su un processo produttivo o una macchina, massimizzandone in questo modo l’efficienza e la disponibilità. Il trasferimento di tutti i dati nel e dal cloud è tuttavia un’attività che richiede tempo e che in alcuni casi si rivela impraticabile, considerato che in produzione ogni secondo conta. Combinare l’elaborazione locale dei dati direttamente in produzione, fino al livello di automazione, e l’elaborazione nel cloud può rappresentare la soluzione ottimale, e aprire un enorme poten-
ziale per l’industria. Questa combinazione offre ai produttori l’opportunità di sfruttare pienamente il cloud e allo stesso tempo di rispondere adeguatamente alle richieste di massima flessibilità e reattività provenienti dal mercato. Utilizzando l’edge computing per elaborare grandi quantità di dati, i costi di archiviazione e trasmissione si riducono, dal momento che solo i dati rilevanti vengono trasferiti in un cloud o in un’infrastruttura IT.
NESSUNA ESITAZIONE CON INDUSTRIAL EDGE
Per fugare ogni dubbio dei produttori legato al timore di costosi investimenti in nuovi sistemi di automazione, con Industrial Edge, Siemens offre una soluzione di edge computing comprensiva degli strumenti hardware e software necessari. In tal caso, i dispositivi edge di elaborazione dati possono venire semplicemente collegati ai sistemi di automazione esistenti, completamente integrati con essi o forniti insieme ai sistemi stessi come componenti standard, consentendo così ai produttori di elaborare localmente i loro dati di produzione. Questo sistema è in grado di monitorare tutti i dispositivi connessi, installare e
aggiornare app e software e trasferire le funzioni dal cloud al sistema produttivo locale. Utilizzando la piattaforma standard Docker, Siemens si basa sulla scalabilità indipendente dalla piattaforma delle applicazioni, assicurando in questo modo la massima flessibilità e adeguatezza anche in futuro. L’edge computing e il cloud computing stanno assumendo una crescente importanza per un numero sempre maggiore di aziende manifatturiere. Pertanto, considerato che le due tecnologie si completano a vicenda, la strategia più ragionevole consiste nell’utilizzare il meglio di ognuna. Combinando queste due tecnologie, i dati elaborati mediante l’edge computing sono utilizzabili nel cloud per addestrare gli algoritmi di AI. I risultati possono poi venire scaricati nuovamente nell’infrastruttura edge, permettendo di ottenere un’ottimizzazione continua dell’intero processo produttivo.
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food&ambiente La pandemia da Covid-19 ha reso i consumatori non solo più consapevoli, ma anche più esigenti verso brand e retailer: crescono, infatti, la richiesta di alimenti sostenibili e la fiducia nei sistemi di tracciabilità basati sulla blockchain. Gli italiani sono disposti a pagare di più per alimenti sani e sostenibili rispetto al resto d’Europa.
SOSTENIBILITÀ E TRACCIABILITÀ DEL CIBO
due pilastri per gli italiani disposti a pagare anche il 5-10% in più del prezzo allo scaffale per poter disporre di cibi di origine sostenibile.
LA LOTTA AGLI SPRECHI
A
nche quest’anno, Morning Consult e IBM hanno condotto l’indagine “IBM Food Sustainability Study” negli Stati Uniti e in Europa analizzando l’importanza che i consumatori danno alla sostenibilità alimentare. L’indagine, che ha coinvolto circa 3500 persone, tra cui 988 italiani, mostra come e quanto sia importante conoscere la provenienza del cibo che portiamo sulle nostre tavole, ma anche come i consumatori stiano non solo diventando sempre più responsabili nelle scelte d’acquisto, ma più esigenti nei confronti dei brand e dei retailer, ai quali è chiesta chiarezza e trasparenza dei processi con il supporto della tecnologia. Cresce, infatti, la fiducia nei sistemi di tracciabilità basati sulla blockchain quali indicatori per acquisti più sostenibili; tuttavia, i prezzi troppo alti rimangono ancora un ostacolo da abbattere.
SOSTENIBILITÀ DEL CIBO
Nella valutazione degli acquisti, gli italiani danno precedenza alla provenienza locale (58%) e ai cibi sani (45%) piuttosto che all’origine sostenibile o alla riduzione degli sprechi. In particolare, sono le generazioni più anziane a dare peso alla provenienza del cibo, mentre i giovani danno più importanza ai benefici per la salute. La pandemia di Covid-19, tuttavia, ha apportato cambiamenti anche nell’educazione alimentare degli italiani: circa la metà degli intervistati ora è più propensa a preoccuparsi della
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La maggioranza degli intervistati italiani (75%) ha espresso preoccupazione per lo spreco alimentare: sono soprattutto le donne (78%) e i Millennial (80%) le categorie più attente agli sprechi. Inoltre, il 92% degli intervistati si dice più disponibile nell’acquistare gli alimenti presso supermercati che hanno progetti e iniziative riguardanti lo spreco alimentare.
sostenibilità del cibo che acquista, con la GenZ in testa per l’attenzione a questi aspetti (55%). Inoltre, con l’avvicinarsi del Natale, è stata sondata l’importanza della sostenibilità ambientale nella spesa per le feste: rispetto al 2019, l’8% in più degli italiani (86%), e quindi una forte maggioranza, ha affermato di considerare la sostenibilità un fattore chiave della cena di Natale e le festività.
MANGIARE MEGLIO COSTA
La ricerca però ha evidenziato come i prezzi ancora troppo alti siano il principale ostacolo all’approvvigionamento di cibi di provenienza più responsabile a livello europeo (42%). Per gli italiani, però, è la scarsità di informazioni relative alla provenienza del cibo a rappresentare la principale problematica al momento dell’acquisto (35%): 3 italiani su 4, infatti, sono
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LA BLOCKCHAIN DÀ VALORE AL CIBO
Continuando il trend del 2019, il 92% degli italiani afferma che la blockchain e la tracciabilità degli alimenti è preziosa: in particolare, sono le donne (3 su 5) e i baby boomer (63%) a ritenere che la tracciabilità dei cibi dovrebbe diventare una costante perché permette di garantire l’autenticità dei prodotti, fornendo informazioni certificate su provenienza, freschezza e processo di lavorazione. Secondo un altro studio recente di IBM e Morning Consult, focalizzato sulla catena del pescato, il 71% degli italiani incrementerebbe i propri acquisti se potesse verificare la sostenibilità degli allevamenti e delle produzioni con l’aiuto delle tecnologie più avanzate - tra cui blockchain, AI, sensori IoT, cloud - che certifichino la preservazione di quantità e varietà di pesce in oceani, laghi e fiumi.
food&ambiente BONDUELLE, NUOVO IMBALLO INNOVATIVO ED ESCLUSIVO Per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, Bonduelle presenta un rinnovamento dei pack della gamma ambient. A partire da questa primavera, tutti gli imballi dei multipack saranno in carta: ciò permetterà di ridurre l’utilizzo di plastica di 40 tonnellate all’anno. Ma l’impegno di Bonduelle non si ferma qui: l’imballo in cartoncino avrà un design innovativo ed esclusivo che permette di ridurre del 30% anche l’utilizzo di carta rispetto ai cluster standard presenti sul mercato. Con questa iniziativa, l’azienda leader nei segmenti mais e piselli, si impegna a ridurre il proprio impatto ambientale mediante imballi 100% sostenibili, certificati FSC e composti per solo il 10% da carta vergine: il 50% proviene da carta riciclata e il restante 40% da altri materiali riciclati. Tutte queste iniziative rappresentano l’implementazione concreta del programma presentato dall’azienda già lo scorso anno e noto come Bonduelle s’impegna: un piano di azioni in favore dell’ambiente, attraverso un rinnovato e più sostenibile approccio all’agricoltura, ai prodotti e al territorio. Nello specifico impattano il sesto impegno del programma: promuovere l’utilizzo di confezioni più sostenibili. I pack Bonduelle si rinnovano anche nella grafica, ora più semplice ed essenziale e con un forte focus sul prodotto e sulle sue qualità anche nutrizionali per guidare il consumatore di fronte allo scaffale e ridurre efficacemente il tempo di scelta del prodotto. La visualizzazione degli ingredienti si focalizza su freschezza, naturalità e gusto, caratteristiche spesso non riconosciute dai consumatori alla categoria, ma che bonduelle si impegna a promuovere e a comunicare ai consumatori come tipiche della gamma ambient, anche attraverso i claim ad hoc riportati direttamente sul fronte pack. Questo restyling sia di contenuto che di forma, si prefigge l’obiettivo di valorizzare l’intera categoria rinnovandola agli occhi dei consumatori abituali, ma anche rivolgendosi a nuovi consumatori e a consumatori più giovani e più sensibili ai temi della sostenibilità.
SICUREZZA ALIMENTARE E AMBIENTE, CRESCONO LE PREOCCUPAZIONI Il Tetra Pak Index 2020 indaga il rapporto tra sicurezza alimentare e ambiente generato dalla pandemia. Per il 68% degli intervistati la sicurezza alimentare si conferma un tema centrale. La preoccupazione per l’ambiente è seconda solo a quella per il Covid-19 ed è seguita dalla questione economica. Il Tetra Pak Index, giunto alla sua 13esima edizione, ha registrato un aumento del 10% della preoccupazione globale sulla sicurezza alimentare e sulle future scorte di alimenti, ora al 40% rispetto al 30% del 2019. Inoltre, oltre il 50% dei consumatori ritiene che il miglioramento della sicurezza alimentare sia responsabilità dei produttori, una priorità che le aziende devono affrontare oggi e in futuro. Secondo la ricerca, la salute è profondamente collegata a questioni di sicurezza alimentare e igiene: due terzi dei consumatori associano prodotti sani a prodotti sicuri e il 60% dei consumatori a livello globale afferma di preoccuparsi che il cibo che acquista sia igienico e sicuro. Alla domanda su quale sia la chiave per la confezione ideale, i consumatori indicano che lo scopo principale è quello di garantire la sicurezza alimentare. Esprimono anche preoccupazione in relazione alle innovazioni ambientali nel packaging che incidono sulla sicurezza alimentare, anche se la maggior parte degli intervistati indica “l’utilizzo di imballaggi sostenibili” come uno dei principali temi che i marchi di alimenti e bevande devono affrontare. Il Tetra Pak Index 2020 evidenzia anche come il tema dello spreco alimentare stia acquisendo importanza, rivelandosi una preoccupazione per 77% degli intervistati. L’impatto del Covid-19 sulle catene di approvvigionamento ha accelerato la consapevolezza dello spreco alimentare come problema urgente. È probabile che questo sentimento aumenti in futuro, in relazione alla necessità di garantire nutrimento alla popolazione globale in crescita. I consumatori citano la riduzione dello spreco alimentare sia come principale problema ambientale su cui possono intervenire, sia come una delle tre principali priorità per i produttori. A tale riguardo, il sistema di etichettatura poco chiaro rappresenta una barriera e, quindi, un ambito in cui i marchi possono migliorare la comunicazione.
COOL SCEGLIE IL PACKAGING COMPOSTABILE Cool, il marchio dolciario tedesco, ha scelto i film di cellulosa compostabile NatureFlex di Futamura per confezionare il suo prodotto dolciario Ӧcoologisch Herz Lolli. NatureFlex e il marchio consociato Cellophane sono da tempo utilizzati per il confezionamento di prodotti dolciari grazie alle loro eccellenti prestazioni tecniche per questa applicazione di mercato. Offrono un’ottima barriera, un’elevata trasparenza e un’eccezionale tenuta della piega, una caratteristica molto importante per le tradizionali applicazioni d’incarto a fiocco. I film possono anche essere stampati e accoppiati proprio come i film plastici convenzionali. Ӧcoologisch Herz Lolli è una gamma di lecca-lecca che include sei gusti deliziosi: fragola, ciliegia, arancia, limone, mela e cola. I singoli lecca-lecca sono avvolti in un film NatureFlex monostrato e la confezione esterna è data da un accoppiato NatureFlex/biofilm. Entrambe le soluzioni di imballaggio sono stampate e trasformate dalla società olandese Bio4Pack. NatureFlex è una gamma di film da fonte rinnovabile a base di pasta di legno, proveniente da piantagioni gestite in modo responsabile e sostenibile. I film NatureFlex non solo soddisfano tutti gli standard globali per il compostaggio industriale (incluso EN13432), ma sono anche certificati secondo lo standard “TŰV AUSTRIA OK Compost Home” per il compostaggio domestico. Gli imballaggi flessibili di piccolo formato, come quelli per i dolciumi, sono solitamente difficili da riciclare, i film NatureFlex possono essere smaltiti direttamente nel bidone del compost in giardino, evitando lo smaltimento in discarica. Alla domanda sul motivo per cui l’azienda ha scelto NatureFlex, André Richter di Cool ha risposto: “Stavamo cercando una variante ‘ecologica’ di questo tipo di imballaggio e con NatureFlex abbiamo trovato un adeguato rapporto qualità-prezzo. Buona qualità, stabilità e tenuta sono importanti e allo stesso tempo facciamo qualcosa di buono per l’ambiente: cosa si può volere di più? Abbiamo riscontrato che le prestazioni della confezionatrice sono buone e che non è in alcun modo inferiore ai film convenzionali. Riceviamo regolarmente ottimi riscontri da parte dei consumatori, i quali ritengono molto positivo il nostro interesse per l’ambiente e spesso ci chiedono anche se ci sono altri prodotti con questi bio-film”.
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food&ambiente L’esperienza acquisita nel corso degli anni e il costante ammodernamento dei propri impianti produttivi hanno fatto sì che l’azienda abbia continuato la propria crescita e che oggi sia in grado di fornire pallet di qualunque tipo e realizzati in diversi materiali, tutti accomunati dall’elevata qualità e dal rispetto per l’ambiente.
C
orno Pallets nasce nel 1957 come realtà produttiva specializzata nell’imballaggio ortofrutticolo per il settore agricolo regionale. Negli anni a seguire, la trasformazione dell’economia locale porta l’impresa ad una prima fase evolutiva: soddisfare la necessità di altri comparti economici, quelli dei beni intermedi e durevoli e dei prodotti di largo consumo, attraverso la produzione di pallet. Da piccolo complesso artigianale, Corno Pallets si trasforma velocemente in realtà industriale, ponendo la massima attenzione alla ricerca del nuovo e alla soddisfazione delle nuove esigenze di mercato. Nel 1987 Corno Pallets importa i primi bancali impilabili in legno pressato e inizia la distribuzione dapprima nel centro-nord Italia e in seguito su tutto il territorio nazionale. L’esperienza acquisita, legata alla costante innovazione e ammodernamento dei propri impianti produttivi, hanno fatto sì che l’azienda abbia continuato la propria crescita e che oggi sia in grado di fornire pallet di qualità, di qualunque tipo e realizzati in diversi materiali: pallet in legno, pallet di truciolato PRESSPALL e pallet in plastica.
Le molteplici soluzioni
DI CORNO PALLETS di imballaggi, pallet e bancali in legno tra cui pallet per esportazione ISPM 15, pallet essiccati, bancali a perdere, pallet speciali, plance di protezione e il pallet EPAL, l’unico certificato PEFC in tutto il Piemonte.
I PRESSPALL
Da oltre 25 anni è importatore del pallet in legno pressato, che dal 2020 viene commercializzato con il marchio di proprietà PRESSPALL. È composto in truciolato di legno pressato a caldo e sono già pronti così come sono per essere esportati in tutti i Paesi del mondo aderenti alla normativa FAO ISPM 15, inclusi Cina, Brasile, Australia, Canada e Stati Uniti. Grazie alla loro impilabilità è possibile caricare molte più unità sui mezzi di trasporto ed avere più del 60% di spazio risparmiato in magazzino. PRESSPALL è disponibile in vari formati, dai modelli standard 1200x800 e 1200x1000, ai piccoli formati 400x600, 400x800 e 600x800, fino ad arrivare ai modelli per i container, con le misure 1140x760 e 1140x1140. Il pallet pressato possiede anche la certificazione PEFC che garantisce la provenienza delle materie prime utilizzate da boschi a gestione sostenibile. Con la certificazione PEFC, gli utilizzatori del pallet PRESSPALL
I VANTAGGI DEI PALLET IN LEGNO
I pallet in legno sono i più diffusi grazie alle loro caratteristiche – alto livello di resistenza, grande flessibilità, durata nel tempo ineguagliabile – che li rendono perfetti per tutte le operazioni di movimentazione e trasporto merci. Corno Pallets propone una vasta gamma
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hanno la certezza di acquistare pallet a perdere ecologici e contribuire alla tutela dei nostri boschi.
I PALLET IN PLASTICA
Corno Pallets dispone di una vasta gamma di prodotti anche per quanto riguarda i pallet in plastica. I pallet a perdere per spedizioni ed esportazioni, realizzati in plastica riciclata, sono disponibili in svariati formati standard sia nelle versione incastrabili con piedi d’appoggio che nelle versioni con listelli di base. I pallet alimentari, lavabili e resistenti ad alte e basse temperature, robusti e di lunga durata, sono ideali per l’utilizzo interno e per i magazzini automatizzati. I pallet di plastica igienici per utilizzo alimentare e farmaceutico sono lavabili e sterilizzabili nel pieno rispetto delle norme HACCP, hanno superfici chiuse, lisce, con spigoli arrotondati, resistenti ad alte e basse temperature. I pallet da magazzino, robusti, molto resistenti e di lunga durata, sono disponibili in diversi formati standard.
ESS PALL R P i d n e re g a d fi s a L ggio un vero e proprio imballa
sua natura zioso e importante, è per olare. Il legno, oltre a essere pre in ottica di economia circ a, vit ova può tornare a nu ero avanguardia, up all’ rec o il ver con dav è che no en leg gre ero e al riciclo del up rec al ato leg o una nuova mic do no an europeo e cre In Italia, il ciclo eco rtanti traguardi a livello po im a bientale, se am Pae o o ett str risp no il portando risultati in termini di nti rta po im con e, ibil forma di economia sosten e. sviluppo e di occupazion no pressato ma anche di creazione, di dotti nuovi. I pallet in leg pro re ma for r pe ato lizz uti ” e sono ere llet ess ò pa pu od ssed wo Il legno riciclato ano nella categoria “proce ntr rie s, let le esporì Pal cos o rno nd Co ilita di PRESSPALL rchiatura, fac ue tipo di trattamento e ma nq alu ili. qu da dab ati gra ner de bio eso i e quind ici, riciclabili pressati risultano ecolog tazioni extra-UE. I pallet
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prodotti&tecnologie Garantire la sicurezza sulla linea di produzione non è solo un obbligo di legge, è anche un presupposto fondamentale per tutelare i consumatori e l’immagine delle aziende. Nimax propone delle buone pratiche per il controllo e l’ispezione nelle industrie del food.
Macchina raggi x o metal detector?
I consigli di Nimax per il food
I
l settore alimentare è regolato da norme molto severe atte a tutelare la salute dei consumatori, a cui si aggiungono gli standard imposti dalla Grande Distribuzione ai propri fornitori. I fattori di rischio principali che si riscontrano nel settore alimentare sono la contaminazione e la presenza di corpi estranei, a cui si aggiunge l’errata quantità di prodotto rispetto a quanto dichiarato sull’etichetta, sbaglio che si può configurare come in frode in commercio con relativi rischi penali. Ogni anno aumenta il numero di controlli effettuati dagli organismi preposti; nel 2019 sono stati effettuati 126.590 controlli da cui sono emerse irregolarità sull’0,73% dei casi e hanno ispezionato 147.769 stabilimenti, riscontrando infrazioni nel 24% dei siti (fonte: Ministero della Salute – Vigilanza e controllo degli alimenti e delle bevande in Italia – Anno 2019). Le linee guida, che ispirano questo insieme complesso e dettagliato di norme, hanno lo scopo di garantire che ogni prodotto sia sicuro; è quindi ovvio che il controllo a campione non è più una metodologia adeguata e che le aziende devono introdurre soluzioni che permettano di ispezionare in linea ogni singola confezione per essere competitive sul mercato nazionale ed estero anche da un punto di vista qualitativo e non solo economico. L’individuazione di corpi estranei è un tema complesso che deve essere sempre valutato con un interlocutore esperto sia di linee di produzione, che di sistemi di ispezione e di normative. Senza una visione e una competenza globale è difficile scegliere i punti esatti della linea in cui effettuare il controllo e quale tecnologia adottare.
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TECNOLOGIA A RAGGI X O METAL DETECTOR?
L’errore più comune è quello di scegliere in funzione al prezzo, senza considerare quanto costa un richiamo del lotto, una sanzione e il relativo danno d’immagine. La scelta di quale tecnologia adottare deve essere fatta in funzione del processo produttivo, del prodotto e del tipo di packaging in cui è confezionato; in molti casi la soluzione adottata dalle aziende più lungimiranti è quella di utilizzarli entrambi in punti diversi della linea. Semplificando occorre valutare se è maggiormente probabile che il corpo estraneo, potenzialmente presente, è di natura metallica o non metallica, tenendo presente che uno dei rischi più comuni è dovuto all’usura delle parti meccaniche che manipolano il prodotto.
COME SCEGLIERE UN METAL DETECTOR
Le caratteristiche che è importante valutare nella scelta di un Metal Detector sono la capacità di ispezione (ovvero le dimensioni più piccole di frammento che riesce a individuare), lo spazio che deve esserci fra un prodotto
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esaminato e il successivo, il tempo di apprendimento dei parametri dei diversi prodotti, la sicurezza dell’operatore, il software di bordo che deve proteggere dall’errore umano ed essere compatibile con il sistema di gestione dei i dati. La gamma di Metal Detector IQ4 Loma proposti da Nimax è conforme agli standard IFS, BRC, FSMA e HACCP; utilizza 70 frequenze variabili (da 31 a 882 KHz) che garantisce ottimi risultati e individua frammenti metallici di dimensioni molto piccole. Gli IQ4 sono dotati di PVS (Performance Validation System) per garantire il perfetto funzionamento del sistema di rilevazione e per documentare l’ispezione periodica richiesta dagli audit sulla sicurezza alimentare. Il software presenta una sicurezza utente a 5 livelli (Operatore, Supervisore di linea, Qualità, Tecnico e Service) aiutando a soddisfare i requisiti dell’industria 4.0 e quelli di tracciabilità come da Regolamento 21CFR,Part. 11 della FDA. Il tempo di apprendimento è di soli 35 secondi.
UNA GAMMA COMPLETA PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE
La serie IQ4 è composta da una vasta gamma di sistemi progettati per ispezionare tutti i tipi di prodotti anche quelli più difficili da esaminare come quelli sfusi, a caduta,
prodotti e tecnologie ○○○ pompati in tubazione e confezionati con packaging alluminati, garantendo uno scarto minimo grazie alla vasta scelta di espulsori. Il modello IQ4 Vertical Fall è capace di memorizzare 200 prodotti diversi e relativa unità di scarto e consente di controllare il prodotto pri- ma che sia avviato alla lavorazione o al confezionamento. Per chi tratta carni macinate e altri prodotti pompati come marmellate, zuppe e creme, l’IQ4 Pipeline è la soluzione più performante. Facilmente sanificabile, è conforme agli standard EN 1 672-2 e ha grado di protezione IP69K. Il modello IQ4 Waferthin controlla prodotti sfusi a caduta come cibi secchi, surgelati e granaglie, e può essere integrata con sistemi di controllo su macchine di insaccamento o pesatrici multi-testa.
GIMATIC: SOLUZIONI PER IL VUOTO
LE CARATTERISTICHE DEI SISTEMI A RAGGI X
L’ispezione a Raggi X rileva la differenza di densità all’interno di un prodotto e la trasforma in un’immagine complessa; il software analizza l’immagine confrontandola con i parametri del prodotto conforme e segnala eventuali incongruenze. Questa tecnologia permette quindi sia di individuare corpi estranei, di varia natura (vetro, pietruzze, metalli, plastica…) che di evidenziare mancanze di prodotto o parti danneggiate all’interno di una confezione chiusa. Uno dei timori più diffusi tra le aziende che si avvicinano a questa tecnologia riguarda la sicurezza delle radiazioni. I raggi x non hanno alcun effetto sugli alimenti e sulla salute dei consumatori, come confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; i livelli di radiazioni emesse sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli presenti in natura.
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Nimax è particolarmente sensibile al tema della sicurezza dei prodotti alimentari e ha lanciato la campagna social #nelcibosolocibo che consente alle aziende di implementare il Controllo Qualità acquistando, entro ottobre 2021, un sistema Metal Detector della gamma IQ4 a un prezzo incredibilmente vantaggioso. Per informazioni: contactcenter@nimax.it
Con la sua estrema versatilità e le molteplici esperienze maturate in oltre trentacinque anni di storia, Gimatic è in grado di soddisfare pienamente tutte le esigenze nei più innovativi settori industriali, quali: automotive, assemblaggio, packaging, food&beverage, lamiera, farmaceutico e medicale, elettronico, legno, vetro ed infine quello degli elettrodomestici.
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NIMAX PER LA SICUREZZA ALIMENTARE
Ciò che rende Gimatic un’azienda competitiva è la continua voglia di crescere e lo ha dimostrato nuovamente investendo nel settore del vuoto industriale, essendo così in grado di fornire ai propri clienti soluzioni complete di presa, con logiche di controllo avanzate e componenti di elevata qualità.
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La gamma di Sistemi X5 assicura una alta capacità di ispezione, la massima integrazione nelle linee di produzione più diverse e una facilità d’uso perché sono nati dalla collaborazione di Loma con aziende produttrici di tutto il mondo. Sono disponibili diversi modelli in funzione della dimensione e del tipo prodotto da analizzare. X5 Compact è adatto a prodotti di dimensioni ridotte; X5 Bulkflow è progettato per l’ispezione di prodotto sfuso come noci, essiccati, frutta, lenticchie, legumi, pollame e carne; la versione X5 XL800 è indicata per prodotti di grandi dimensioni, anche in casse o sacchi, fino a 100 kg; tutti e tre i modelli hanno un grado di protezione IP66. Il sistema X5 Pipeline è indicato per il controllo di prodotti pompati in tubazione e a flusso libero come marmellate, carne e salse e vanta un grado di protezione IP69K. La qualità di questi prodotti unita alla grande esperienza Nimax nel campo dell’ispezione e controllo alimentare garantiscono agli utilizzatori risultati conformi alle più stringenti norme internazionali e una elevata tutela del brand.
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RL La rivista del latte LATTE E PRODOTTI LATTIERO CASEARI
domanda mondiale in aumento Nonostante le pressioni sul prezzo del latte e le difficoltà legate al Covid, nel 2020 la domanda mondiale di prodotti lattiero caseari è complessivamente cresciuta del 2%. Molto positivo, in particolare, l’export lo scorso dicembre di Grana Padano e Parmigiano Reggiano con un +12,7% su base tendenziale.
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un momento complesso per la zootecnia da latte in questa fase. Il prezzo del latte in Italia è sotto pressione per una maggiore produzione, mentre i costi di produzione negli ultimi mesi hanno subito un incremento, trainati in particolare dai rincari di mais e
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soia. Eppure, qualche cauto spiraglio di ottimismo potrebbe venire dall’aumento dei consumi dei prodotti lattiero caseari, dalla ripresa dell’export (in particolare dei formaggi) e dalla riapertura di HoReCa e Food Service, canali privilegiati per il consumo dei
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formaggi di qualità made in Italy. Fondamentale, inoltre, sarà mantenere in equilibrio le consegne di latte, cercando di limitare surplus produttivi, magari attivando una pianificazione comunitaria finalizzata a contenere la quantità e a orientare la materia prima verso produzioni a maggior valore aggiunto, come i formaggi. Lo rileva Fieragricola sulla base dei dati Clal.it e Teseo.
COSTI DI PRODUZIONE DEL LATTE IN AUMENTO
I prezzi degli alimenti zootecnici sono cresciuti sensibilmente fra settembre 2020 e febbraio 2021, con una timida flessione in marzo. La soia è passata da una media in settembre di 374 €/ton a 558 €/ton a marzo (+49,2%, quotazioni medie mensili della Camera di Commercio di Bologna). Il granoturco è aumentato da 177 €/ton dello scorso settembre a 230 €/ton di media raggiunti a metà febbraio (+29,9 per cento). Il valore dell’alimento simulato (al 70% di mais nazionale e al 30% di soia) secondo le elaborazioni di Clal si aggira sui 30 euro per 100 chilogrammi di latte, contro un prezzo del latte alla stalla in Lombardia di 36,37 euro/100 kg. Stock mondiali di mais e soia in diminuzione Secondo le previsioni dell’Usda per l’annata 2020-2021 gli stock mondiali di mais e soia sono in contrazione, rispettivamente del 5,1% e del 12,8%, mentre i consumi salgono dell’1,5% per il mais e del 4,1% per la soia. “Altro elemento da considerare – sottolinea Fieragricola – è rappresentato dalle imponenti importazioni cinesi. Nei primi due mesi del 2021, rileva Teseo by Clal, Pechino ha acquistato oltre 11 milioni di tonnellate di cereali (+270,25% rispetto allo stesso periodo del 2020). Tale trend, molto sostenuto, dovrebbe verosimilmente mantenere i listini di cereali e semi oleosi su valori elevati, con conseguenti costi alla stalla sensibilmente più alti rispetto allo scorso anno”.
Industria del latte
LE PRODUZIONI DI LATTE
A livello mondiale le produzioni di latte dei principali paesi esportatori (Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Ucraina, Unione europea, Usa, Uruguay) sono cresciute dello 0,4% (fonte: Clal.it, dati gennaio 2021 e gennaio-febbraio 2021), con gli Stati Uniti primi in quantità (16.763.000 tonnellate prodotte, +0,5% rispetto a gennaiofebbraio 2020) davanti all’Ue (13.029.000 tonnellate). Dopo un aumento delle consegne di latte dell’1,6% nel 2020, l’Unione europea all’inizio di quest’anno ha rallentato, segnando un rallentamento dello -0,7% a gennaio 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. In particolare, il calo produttivo dei principali Paesi comunitari contribuisce a evitare il tracollo dei prezzi. La Germania, primo paese produttore dell’Ue, ha tagliato le consegne dell’1,7%, la Francia del 3,4%, i Paesi Bassi del 3,3% fra gennaio e febbraio su base tendenziale. In controtendenza, fra i “big player”, la Polonia: +0,5% a gennaio 2021 su base tendenziale e +2,3% nel 2020 rispetto al 2019 e l’Italia.
DOMANDA MONDIALE IN AUMENTO
Nel 2020 la domanda mondiale di prodotti lattiero caseari è complessivamente cresciuta del 2%, nonostante le difficoltà legate al Covid (logistica, maggiori costi di trasporto, Horeca e Food service in molti paesi chiusi per lockdown). A spingere il trade mondiale è stata prevalentemente la risposta sostenuta dal Sud-Est Asiatico e dalla Cina, che ha guidato la locomotiva con un +23,4% delle importazioni fra dicembre 2020 e febbraio 2021 su base tendenziale). Il mercato cinese si è dimostrato interessante anche per l’Unione europea, che nel periodo gennaio-dicembre 2020 ha messo a segno complessivamen-
te un aumento dell’export del 3,5% sul 2019, grazie in particolare alle vendite di formaggi freschi (+17,5%). Anche l’Italia ha visto crescere le vendite all’estero di formaggi: +1,7%, dopo una cavalcata del 7,5% nel 2019. Mozzarella fresca, grana padano e parmigiano reggiano, formaggi freschi e formaggi grattugiati sono risultate essere, sulla base dei dati elaborati da Clal per Fieragricola, le principali categorie vendute in volume. Molto positivo, in particolare, l’export lo scorso dicembre di Grana Padano e Parmigiano Reggiano (hanno un unico codice doganale) con un +12,7% su base tendenziale. Una domanda che appare in questa fase nuovamente dinamica dovrebbe sostenere il prezzo del latte o, in subordine, mantenerlo stabile evitando che il mercato collassi.
RIDURRE LE PRODUZIONI E PRIVILEGIARE LA SPECIALIZZAZIONE IN UE
I maggiori costi della razione alimentare con una conseguente minore marginalità economica, la progressiva chiusura di stalle, le difficoltà legate al ricambio generazionale e, non ultima, la questione ambientale sollevata dai cittadini stanno rallentando – almeno in questa fase – la spinta produttiva in Europa. Quale dovrebbe essere l’orientamento in Ue? Secondo il Team Clal, sarebbe consigliabile valutare sia sinergie con imprese di altri Paesi europei sia provvedimenti europei in difesa delle produzioni di latte, tesi cioè a mettere in equilibrio l’offerta con la domanda. Contemporaneamente, l’Unione europea dovrebbe privilegiare le produzioni di formaggi e prodotti ad alto valore aggiunto.
I NUMERI IN ITALIA
L’Italia nel 2020 la produzione di latte ha superato i 12,65 milioni di tonnellate, con un’accelerazione del 4,4% sul 2019 e ritmi produttivi accelerati anche nel 2021: +3% a gennaio su base tendenziale. A livello geografico, il blocco delle regioni del Nord produce l’84% del latte italiano e la Lombardia, da sola, rappresenta il 44% dei volumi nazionali. L’incremento delle produzioni ha portato l’autosufficienza al 90,9% e, secondo gli analisti di Clal, ai ritmi produttivi attuali l’Italia potrebbe raggiungere l’autosufficienza il prossimo anno. Con quali conseguenze? Presumibilmente, l’Italia ridurrebbe le importazioni di materia prima dall’estero. È possibile constatare, analizzando i dati di Clal, che negli ultimi dieci anni l’import di latte sfuso in cisterna (il cosiddetto “latte spot”) si è ridotto di un milione di tonnellate negli ultimi 10 anni. Solo nel 2020 la flessione è stata di 300.000 tonnellate e, se i prezzi del latte estero dovessero mantenersi su valori più elevati rispetto a quello italiano, sarebbe in effetti anti-economico acquistarlo.
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RL La rivista del latte
Il lattiero-caseario è un mercato che racchiude in sé tradizione e innovazione. In Italia, questo settore costituisce più del 12% del fatturato dell’industria alimentare nel suo complesso. Oggi, le tecnologie all’avanguardia e un approccio integrato della filiera rappresentano un’ulteriore opportunità di crescita per questo fiore all’occhiello italiano.
DAL LATTE AL FORMAGGIO sfide e opportunità Q
uali sono i diversi aspetti relativi alla caseificabilità del latte, ovvero le migliori caratteristiche del latte per la trasformazione in formaggio, e quali tecniche innovative e a basso costo per la loro predizione utilizzano i laboratori dei caseifici e delle associazioni regionali degli allevatori? Queste domande hanno trovato risposta durante la presentazione di Massimo De Marchi, professore dell’Università degli Studi di Padova, in occasione del webinar “Le sfide del settore lattiero caseario per la caseificazione del latte italiano” organizzato dal progetto di ricerca INNOVAMILK e sostenuto da Ager - Agroalimentare e ricerca.
IL LATTIERO-CASEARIO IN CIFRE
In Italia, il settore lattiero-caseario conta circa 15 miliardi di euro in termini di valore al
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consumo e rappresenta più del 12% del fatturato complessivo del settore food nazionale. Quotidianamente si raccolgono circa 40 milioni di litri di latte. Il settore lattiero-caseario impiega, nel suo indotto, oltre 100.000 operatori. Si tratta quindi di un comparto rilevante per l’economia del nostro Paese.
LA MATERIA PRIMA: IL LATTE
Il formaggio è un prodotto molto complesso. Per produrre un formaggio di alto livello serve un latte di alta qualità. Ma non solo, nella produzione di formaggio entrano in gioco diverse variabili: tecnologie innovative per il processo e le competenze di tutto il personale coinvolto nelle varie fasi di caseificazione. Per quanto riguarda la materia
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prima, nell’ultimo decennio abbiamo assistito a un deciso miglioramento della qualità media del latte sia in termini di composizione chimica che delle caratteristiche microbiologiche. Nonostante la maggiore parte delle variabili che condizionano la qualità del latte possano oggi essere tenute sotto controllo, in genere esiste un’importante stagionalità nella produzione del latte, che è influenzata in particolar modo dallo stress da caldo degli animali durante il periodo estivo. Infine, abbiamo il Sistema Pagamento Latte Qualità, che costituisce un ottimo sistema di miglioramento graduale e continuo della qualità del latte in molte realtà di questo settore.
LE TECNOLOGIE DI CASEIFICAZIONE
Il panorama delle tecnologie di caseificazio-
Caseificazione ne è davvero molto ampio, nell’ultimo decennio le possibilità si sono moltiplicate. In questo ambito si fa riferimento innanzitutto ai trattamenti termici del latte, che può essere crudo o pastorizzato, e all’eventuale standardizzazione e titolazione delle masse in lavorazione. Si passa poi alla tipologia di caglio utilizzata, su cui l’opinione pubblica esercita una spinta importante, che permette la coagulazione delle proteine del latte con una matrice animale o di altra origine. Si parla poi di fermenti, determinanti nel processo di caseificazione in quanto permettono di produrre diverse tipologie di formaggio da una singola qualità di latte. Anche nel caso della stagionatura, un processo che può durare per un periodo di tempo più o meno lungo, durante il quale viene valorizzata la qualità del formaggio, esistono strumenti tecnologici che permettono il monitoraggio di questa fase delicata. Infine, sono oggi disponibili diverse tecnologie legate all’automatizzazione della struttura di caseificazione.
DOP E IGP
All’interno del settore lattiero-caseario troviamo 53 produzioni a denominazione di origine, DOP e IGP, che insieme raggiungono un valore di 7,2 miliardi di euro, quasi il 50% del valore al consumo del lattiero-caseario nel suo complesso, coinvolgendo quasi 30.000 addetti. La loro rilevanza in questo settore è notevole. Tra i primi 10 DOP del lattiero-caseario troviamo il parmigiano reggiano e il grana padano, che da soli rappresentano il 65% del valore al consumo. Questi prodotti si caratterizzano per lo
batterica. Le caseine, ad esempio, hanno un effetto diretto sulle dinamiche di coagulazione. I parametri di coagulazione del latte rappresentano una schematizzazione della reattività della matrice latte alla presenza del caglio e indicano, ad esempio, le tempistiche di coagulazione e la consistenza del latte alla fine del processo. A livello di microrganismi e carica batterica anti-casearia presenti nel latte, la qualità raggiunta è elevata.
LO SGUARDO AL FUTURO
svolgimento di tutte le fasi di produzione in una particolare area geografica. Molto spesso i DOP corrispondono a tipologie di formaggio tradizionali, a cui sono legati particolari disciplinari che descrivono in maniera schematica e particolareggiata le fasi di produzione e i requisiti del prodotto finito. Ad esempio, il disciplinare di produzione del grana padano prevede l’utilizzo di latte crudo, perciò non è possibile effettuare alcun trattamento termico. In questa tipologia di prodotti la materia prima assume un’importanza davvero fondamentale. Per valorizzarla al meglio, è importante valutare la composizione e le caratteristiche del latte. Tra i parametri principali da tenere in considerazione troviamo l’attitudine alla coagulazione, la composizione in sali minerali e la carica
All’interno dei caseifici le tematiche che vengono affrontate sono diverse. Tra gli obiettivi per il futuro c’è senza dubbio il prolungamento della shelf-life dei prodotti. Si parla poi di utilities e della capacità di ridurre il consumo di acqua e di energia elettrica, risorse imprescindibili per un caseificio. Si parla anche di innovazione di prodotto, una grande leva per la crescita del fatturato. Si parla infine di sostenibilità ambientale e di territorialità dei prodotti. Un altro tema chiave per il futuro del settore lattiero-caseario è l’implementazione dei nuovi parametri di analisi del latte durante tutto il processo produttivo e nel Sistema Pagamento Qualità Latte. È importante fornire all’intera filiera gli strumenti necessari a raggiungere questo obiettivo. I laboratori qualità svolgono un ruolo fondamentale nell’ottica di aggiornamento dei parametri e delle misurazioni durante il processo di caseificazione. Oltre alle tecnologie di laboratorio, oggi è possibile dotarsi di strumenti portatili e dal costo contenuto che possono essere usati dai tecnici che operano all’interno dei caseifici.
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rivista del dellatte latte RL La rivista Quella sviluppata da Carpenedo è una vera e propria arte, interpretata fin dall’inizio con grande passione, lavorando materie prime selezionate con cura e regalando profumi e sentori unici. Oggi i loro prodotti sono presenti in oltre 30 Paesi nel mondo.
LA CASEARIA CARPENEDO una storia di passione
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a Casearia Carpenedo, oggi riconosciuta come primo laboratorio di affinamento di formaggi in Italia, nasce dalla grande visione creativa del suo fondatore Antonio Carpenedo, fin da bambino animato da una passione che da sempre è inscritta nel DNA di famiglia. Ogni singola creazione infatti è molto di più di un semplice prodotto caseario finalizzato al consumo, ma ha un fine preciso, come lui stesso dichiara “i nostri formaggi non sono fatti per sfamare ma soprattutto per donare emozioni”. Quella sviluppata da Carpenedo è una vera e propria arte, interpretata fin dall’inizio con grande passione, lavorando materie prime selezionate con cura e regalando profumi e sentori unici; è una narrazione ogni volta diversa, frutto di una estrema sensibilità e amore per la famiglia e per la vita.
1965 Antonio fu uno dei primi ad esportare fuori dalla provincia di Treviso e poi in altre regioni la “Casata Carpenedo” oggi conosciuta ed apprezzata come Casatella Trevigiana Dop. Il ’76 segna l’inizio di un’altra avvincente sfida, quella di affinatore, con la riscoperta di un’antica tradizione contadina della zona del Piave, ossia riporre il formaggio sotto le vinacce durante la vendemmia; un’usanza che pare abbia origine nella prima guerra mondiale quando i contadini, per preservare le forme di formaggio dalle razzie le nascondevano sotto le vinacce in fermentazione. Fu allora che si iniziarono a produrre le prime forme di formaggio affinato in vino e vinaccia che presero il nome di Ubriaco e che diven-
OLTRE 100 ANNI DI STORIA
La storia dell’azienda ha inizio nei primi del 1900 quando suo padre Ernesto Carpenedo iniziò come “casoin” (in dialetto veneto, pizzicagnolo), in un negozio di alimentari a Preganziol (Treviso). Il figlio cresce nella bottega del padre ereditando una passione che da sempre appartiene al DNA di famiglia. L’avventura come casaro prende il via negli anni ’60 con la gestione di un piccolo caseificio in provincia di Treviso dove con l’aiuto di un amico tecnico casaro impara l’arte del formaggio da autodidatta. Nel
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Antonio Carpenedo e Giuseppina in grotta
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ne un marchio registrato di proprietà esclusiva dell’azienda.
TRADIZIONE E SPERIMENTAZIONE
Da allora Antonio esprime a pieno la sua innata creatività e forte visione trasformando l’azienda nel primo laboratorio di affinamento caseario riconosciuto in Italia. Dall’utilizzo delle vinacce, passa alla sperimentazione di nuovi ingredienti come fieno, foglie di noce, pepe, spezie, birra, liquori e molti altri che oggi compongono il vasto repertorio dei “Formaggi di Cantina”. Oggi l’azienda è guidata dai figli Ernesto, direttore di produzione, e Alessandro, direttore commerciale, che con grande impegno e caparbietà sono riusciti ad inserirsi nel mercato internazionale, tanto che i loro prodotti oggi sono presenti in oltre 30 Paesi nel mondo. La gamma di produzione comprende prodotti esclusivi tra formaggi erborinati, affinati o selezioni speciali in edizione limitata, per un’offerta di indiscussa eccellenza e varietà a prova dei palati più esigenti. In particolare si ricordano: Blu61®, Vento d’Estate®, l’Ubriaco®, marchio coniato e registrato proprio dall’azienda, considerando che nella tradizione contadina non aveva un nome, e disponibile nelle versioni al Raboso, al Prosecco Doc e all’Amarone Valpolicella Docg. A questi si aggiunge una linea di formaggi tradizionali a marchio Carpenedo quali il Gorgonzola Dop o l’Asiago Dop. I prodotti si possono trovare in Italia nelle gastronomie specializzate o con il marchio Accademia del Formaggio in alcune catene della GDO, mentre all’estero sono presenti tra gli altri presso i prestigiosi magazzini Harrod’s, El Corte Inglés, e in USA presso Wholefood, Kroger e Murray’s.
La Industria rivista del latte DUE NUOVI GUSTI IN CASA FRUTTIAMO
GELATO ARTIGIANALE, BUONO E SOSTENIBILE
Fruttiamo è lo stecco sorbetto Sammontana che ha capovolto le regole del gelato alla frutta. Una proposta che conquista i consumatori grazie alla presenza di veri pezzi di frutta, buona, fresca e leggera, perfetta in ogni momento della giornata. Uno stecco sorbetto che mette d’accordo tutti gli amanti della frutta e che va incontro alle esigenze dei consumatori che vogliono concedersi un break senza troppe calorie ma ricco di gusto. Fruttiamo torna nelle case e nei bar confermando le sue due proposte classiche alla Fragola e alla Pesca, entrambi preparati con il 50% di frutta e con il 100% di ingredienti di origine vegetale, fonte di fibre, senza grassi e senza additivi coloranti, e presentando al pubblico due nuovi gusti: Alternativo e Vivace. Fruttiamo Alternativo è lo stecco con frutta e ingredienti di origine vegetale, una nuova proposta ancora più particolare e alternativa che va ad ampliare la gamma Fruttiamo: Mela, Frutti Rossi, Uva rossa, Barbabietola e Sambuco. I frutti rossi conferiscono allo stecco un gusto unico e dolce, il tutto è reso ancora più sorprendente dall’accostamento con la barbabietola e il sambuco, che conferiscono un sapore particolare al nuovo Fruttiamo, per un mix davvero equilibrato e gustoso. Fruttiamo Vivace è la proposta dal gusto deciso e rinfrescante, il suo colore verde racconta molto degli ingredienti protagonisti: Mela, Kiwi, Lime, Avocado e Spirulina. Il sapore rinfrescante e vivace del kiwi e del lime si sposano alla perfezione con l’avocado, un abbinamento vincente che dona a questo stecco sorbetto un gusto particolarmente esotico e 100% estivo. Ma non finisce qui, Fruttiamo vuole bene all’ambiente! Infatti, tutti e 4 i pack delle referenze sono realizzati in carta 100% riciclata per il cartoncino esterno e imballo compostabile per quello interno. Sammontana crea quotidianamente prodotti alimentari di altissima qualità con ricette pensate per poter offrire a ognuno un’esperienza unica di piacere, il tutto unito a un costante rispetto dell’ambiente, alla cura per il territorio e all’attenzione per ciò che ci circonda. L’azienda dal 2017 compensa integralmente le emissioni di CO2 equivalenti della linea Fruttiamo, secondo le linee guida dell’accordo volontario sottoscritto con il Ministero dell’ambiente, rendendo così il prodotto neutrale rispetto ai cambiamenti climatici.
L’importanza di chiamarsi Materia Prima. Tema spesso sottovalutato, ma grazie alla neonata Accademia del Gelato Artigianale “Alberto Pica”, è al centro di un progetto per offrire al gelato artigianale forniture locali di materie prime eccellenti. Lo ha ricordato Claudio Pica, segretario generale dell’Associazione Italiana Gelatieri, in occasione dell’edizione digitale di Sigep, attivata da IEG dal 15 al 17 marzo scorso. “Il mondo del gelato è in evoluzione grazie alla conoscenza delle materie prime e delle fibre naturali. Ormai i gelatieri sono piccoli chimici che assemblano le eccellenze per far uscire la dolcezza del nostro Paese”, ha dichiarato Pica. “Coldiretti traccia un percorso di crescita tra i produttori sui temi della sostenibilità e della biodiversità per un’agricoltura migliore”, ha affermato il presidente Coldiretti Rieti Alan Risolo. E il coordinatore dell’Accademia “Alberto Pica”, Aldo Pasquarella, ha illustrato le buone pratiche per un gelato sano: “Si può ottenere un gelato a basso contenuto di zuccheri e di grassi, mantenendo la qualità del gelato artigianale, agendo sulla conoscenza tecnica degli ingredienti e sull’uso appropriato della tecnologia: pochi ingredienti, gestione efficiente del magazzino, conoscenza delle materie prime”. È il gelato artigianale l’unico alimento al quale il Parlamento Europeo ha dedicato una giornata ufficiale. Il 24 marzo è infatti la Giornata Europea del Gelato Artigianale. Sigep Exp ha dedicato, lo scorso mese di marzo, un talk alla scoperta del gusto di quest’anno: il “Mantecado”, gelato alla crema antica alla vaniglia, variegato con salsa di arance, decorato con scaglie di cioccolato fondente. È un gusto che celebra la tradizione gelatiera della Spagna, un Paese crocevia di popoli e sapori.
GORGONZOLA DOP TUTELATO IN CINA Dopo la firma avvenuta lo scorso settembre, è ufficialmente entrato in vigore l’accordo bilaterale tra Cina e Unione Europea che tutela Dop e Igp europee nel mercato cinese. Il Gorgonzola Dop è tra le prime 26 denominazioni italiane incluse nell’accordo che, per i prossimi quattro anni, garantirà protezione giuridica dalle imitazioni e dall’uso improprio del nome del prodotto in Cina. Secondo il presidente del Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola Antonio Auricchio “l’accordo rafforza ulteriormente la registrazione del marchio ‘Gorgonzola’ avvenuta già nel 2014 e va nel senso di generare, da un lato, vantaggi commerciali per le nostre aziende che esportano in Cina e, dall’altro, di permettere ai consumatori cinesi di accedere a prodotti di qualità garantiti, che è la strada migliore per combattere l’Italian Sounding”. La Cina è un mercato con importanti potenzialità di crescita se si considera che lo scorso anno è stata la terza destinazione per i prodotti agroalimentari dell’Ue, con esportazioni, dati a novembre 2020, del valore di 16,3 miliardi di euro (fonte: Ansa).
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RL La rivista del latte HEAVEN, IL LATTE VEGETALE SOSTENIBILE Heaven, marchio italiano specializzato in latte di avena, tiene fede alla sua mission: trasformare le abitudini alimentari degli italiani. Nel 2020 una giuria internazionale composta da chef e sommelier dell’International Taste Institute ha conferito alla versione “barista” di heaven il Superior Taste Award. Da quel momento, l’azienda ha lanciato altre due bevande, che hanno stupito e conquistato il pubblico. Heaven original è la versione della bevanda heaven con la percentuale di avena più alta sul mercato, perfetta da bere al bicchiere in qualsiasi momento della giornata. Heaven breakfast al gusto di cannella e miele, è stato pensato per aggiungere ancora più sapore ai cereali della colazione. Come le altre, anche la versione breakfast è 100% vegana, perché per il gusto di miele è stato selezionato un aroma naturale derivato da fiori, frutta/verdura e succhi di frutta, spezie e altre piante. Heaven barista, la prima bevanda completamente vegetale lanciata sul mercato da heaven, è quella formulata per ottenere una perfetta miscela con il caffè e preparare un cremoso avenaccino® con una schiuma perfetta, la sua formula rinnovata assicura il risultato “a casa come al bar”. Heaven barista ha ottenuto a maggio 2020 il prestigioso “Superior Taste Award”. Per sostenere tutti coloro che desiderano potenziare la quantità di alimenti vegetali nella propria dieta per fare del bene all’ambiente, il sito heavenoat.com offre anche un convertitore di impatto ambientale: inserendo i litri di latte di origine animale consumati settimanalmente è possibile scoprire qual è il proprio impatto sull’ambiente, confrontandolo con l’effetto che avrebbe la stessa quantità di latte di avena. Quest’ultima è una pianta rustica che non necessita di irrigazione ma si nutre solo di acqua piovana. Secondo la ricerca scientifica la produzione di bevande a base di avena ha tra i minori consumi di acqua, emissioni di CO2 e occupazione di terreno rispetto agli altri sostituti del lattosio e al latte vaccino stesso. La sostenibilità gioca un ruolo importante tra i valori fondamentali di heaven, sia nella scelta degli ingredienti del prodotto sia nel suo packaging: la scelta di bottiglie in PET incolore (50% riciclato, 100% riciclabile) per la nuova gamma di prodotti risponde alla volontà di trovare un equilibrio tra spreco alimentare, sicurezza e qualità, riciclo, convenienza e altri aspetti ambientali.
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TONITTO 1939, UN GELATO AMICO DELLA LINEA
La voglia di rimettersi in forma in vista dell’estate è uno dei pensieri ricorrenti per la maggior parte delle persone. Per questo Tonitto 1939 ha interpellato la Dott.ssa Martina Toschi, Biologa e Nutrizionista e autrice insieme ad altri colleghi de “L’alimentazione corretta nelle diverse patologie”. L’azienda ligure con sede a Campi (Genova), di proprietà della famiglia Dovo da tre generazioni, ha deciso di puntare su un alimento estivo, ma ottimo e indicato da consumare in qualsiasi stagione. Si tratta del gelato Linea, adatto a chi vuole conciliare gusto e benessere fisico. “Purché non diventi un’abitudine e se inserito in una dieta bilanciata, il gelato è un pasto completo dal punto di vista nutrizionale perché al suo interno contiene grassi, carboidrati e proteine”, sottolinea la nutrizionista. “Inoltre, deve essere considerato a tutti gli effetti un dolce annuale che può essere consumato anche in inverno in modi differenti e creativi rispetto alla sola estate, magari come affogato al caffè o al cioccolato esaltando il contrasto freddo caldo che risulta irresistibile. In più, il gelato è in grado di stimolare molto la produzione di serotonina (“ormone del buonumore”, ndr) che nella stagione fredda cala notevolmente; tante volte infatti la parte emotiva non viene nemmeno presa in considerazione nei piani nutrizionali ma in realtà è il fulcro fondamentale dello star bene. È un alimento che andrebbe consumato occasionalmente, al pomeriggio o dopo pranzo come dessert, mai dopocena dove è consigliabile, in linea del tutto generale, fare un pasto più leggero massimo una volta al giorno”. Il gelato Linea di Tonitto 1939, oltre a rispettare l’ambiente essendo confezionato in cartoncino riciclabile, è realizzato senza zuccheri aggiunti e dolcificato con estratti di stevia, un dolcificante naturale che rilascia un gusto diverso rispetto allo zucchero, non aumenta l’indice glicemico e non ha calorie. Si tratta di un prodotto senza conservanti, molto magro, che per 100g fornisce meno di 160 kcal, senza grassi saturi e OGM e ricco di fibre come l’inulina che migliora la situazione dell’intestino perché prebiotica.
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breaking news LE CONSERVE DELLA NONNA AMPLIA LA LINEA DEI PESTI Le Conserve della Nonna e il mondo dei pesti: una storia di passione, ricerca e intuizione che continua a crescere abbracciando le richieste di un segmento in forte espansione nonostante le contrazioni che il mercato sughi ha registrato su ampia scala nell’ultimo anno a causa dell’emergenza Covid. Lo storico brand nato nel 1973 a Ravarino (MO) e proprietà del Gruppo FINI S.p.A. ha ampliato ulteriormente, con buoni riscontri sia in Italia che all’estero, la propria linea di pesti introducendo tre nuove referenze che in un’ottica di riscoperta mescolano sapientemente ingredienti del passato e della tradizione. Dal più semplice al più elaborato, l’ampia gamma di pesti è pensata per soddisfare ogni tipo di palato attraverso ricette uniche, distintive e caratterizzate da un alto grado di versatilità. I pesti de Le Conserve della Nonna si rivelano ideali per differenti occasioni ed espressioni culinarie, per condire ed esaltare ogni tipologia di pasta, accompagnare secondi di carne e di pesce, e infine arricchire sfiziose tartine. Un’ottima scelta per chi cerca prodotti gustosi ma fatti con cura, capaci di rievocare i profumi, i sapori e le abitudini della cucina delle nonne, senza glutine e senza conservanti. Tra le novità più originali che il marchio modenese propone troviamo il pesto Cavolo Riccio e Mandorle, dal sapore deciso e definito, realizzato con cavolo riccio italiano; il Pesto all’Arrabbiata, realizzato con pomodori essiccati al sole, una scelta perfetta per caricare di giusta piccantezza la pasta grazie alla presenza del peperoncino calabrese; il pesto di rucola italiana e Grana Padano DOP, dal sapore tradizionale, antico e intenso, ideale per la pasta ma anche per carne, pesce e frittate. Le nuove referenze arricchiscono una linea variegata, completa e apprezzata dal pubblico. Tra le altre ricette che compongono la gamma ricordiamo il Pesto Broccoli e Cime di Rapa: con verdure 100% italiane e un pizzico di peperoncino è la soluzione ideale e veloce per condire e mettere in tavola un classico immortale come le orecchiette o realizzare fantasiose bruschette; il Pesto alla Genovese, che racchiude tutto il profumo e il sapore del basilico italiano e si sposa perfettamente con le trofie e molti altri primi piatti italiani; un Pesto Rosso, preparato con gustosi pomodori essiccati, pinoli, basilico e ricotta. La linea inoltre propone il Trito Aglio, Olio e Peperoncino, ricetta di grande semplicità ma impreziosita, da ingredienti selezionati come il peperoncino calabrese e l’aglio di Voghiera DOP lavorati dal fresco, un salvacena per eccellenza da tenere sempre in dispensa.
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NUOVE REFERENZE E NUOVO PACKAGING PER “I COTTI” DI AGRIBOLOGNA “I Cotti” di “Questo l’ho fatto io”, la linea di prodotti di V Gamma del Gruppo Agribologna, lancia cinque nuove referenze e un nuovo packaging all’insegna della sostenibilità. Arriva così a nove prodotti, tutti al 100% naturali, senza condimenti aggiunti, la linea di ortaggi “pronti da mangiare”, coltivati, raccolti e cotti al forno. Patate tondello, pomodorini ciliegini, pomodoro grappolo, zucchine e peperoni sono le cinque new entry che, insieme a barbabietola rossa, cipolla, patate dolci “americane” e zucca compongono la linea “I Cotti” di “Questo l’ho fatto io”. Nuovo anche il packaging sostenibile, che nel segno dell’impegno per l’ambiente proprio della ricerca del Gruppo Agribologna, porta a una riduzione del 30% della plastica impiegata. L’intera la linea è disponibile nella GDO. Tutti gli ortaggi della gamma sono freschi, arrivano direttamente dal campo e vengono controllati qualitativamente, lavati, mondati, affettati e cotti in forno a 180/200 gradi, senza aggiungere nulla, per arrivare a un prodotto testimone di praticità, gusto, salute e leggerezza. Una volta raffreddati, gli ortaggi sono confezionati in atmosfera protettiva, in un vassoio che può essere inserito successivamente in forno microonde. La shelf life è di sei giorni. Il nuovo pack è frutto di una nuova tecnologia che abbina carta e plastica (riciclabile al 100%) così da ridurre l’utilizzo di plastica del 30%. Le confezioni sono tutte con peso determinato da 300 g a 400 g. I prodotti “Questo l’ho fatto io” sono tutti certificati SQNPI con metodi di produzione integrata, l’impiego di fertilizzanti organici, insetti utili e tecniche agronomiche rispettose dell’ambiente e della salute del consumatore. Il percorso qualità del Consorzio vede lo staff tecnico affiancare le aziende agricole Agribologna, a partire dalle indicazioni relative a scelta varietale, nutrizione e difesa vegetale. Le linee guida vengono definite a seguito di sperimentazioni di campo, seguendo i disciplinari della produzione integrata e biologica. La squadra di tecnici della qualità del Consorzio Agribologna garantisce il rispetto delle normative vigenti effettuando ogni anno circa 1.300 controlli analitici su ortofrutta, acque, terreni e altrettanti sulla merce in entrata e su quella in uscita, secondo le normative e gli standard dei clienti. Costante impegno e sviluppo vengono dedicati ai processi interni di controllo, certificazioni volontarie, gestione dell’HACCP e audit interni ed esterni.
breaking news ECOSTRUXURE TRACEABILITY ADVISOR: RIVOLUZIONE PER LA TRASPARENZA E LA TRACCIABILITÀ EcoStruxure Traceability Advisor è una soluzione di Schneider Electric che rivoluziona la gestione della tracciabilità, rintracciabilità e la trasparenza in tutta la filiera del Consumer Packaged Good (CPG) - dal fornitore di materia prima fino alla disponibilità del prodotto lungo tutta la filiera della supply chain fino ad arrivare, volendo, al cliente finale. Con Traceability Advisor si ottiene la capacità di trasformare tutti i dati generati in ogni punto della filiera in informazioni che consentono di conoscere la provenienza e la storia di un prodotto, legare le informazioni di produzione al prodotto e monitorarne lo stato lungo tutta la “catena”, disporre di dati di primaria importanza per il consumatore e per garantire la compliance con le normative degli enti regolatori nel settore Food & Beverage EcoStruxure Traceability Advisor aggrega e rende disponibili dashboard di controllo, analytics, reportistica, archiviazione storica per tutte le informazioni rilevanti. Ad esempio, nel settore food sarà possibile collegare ogni prodotto
finale alle informazioni sugli ingredienti, mapparne i fornitori, monitorare le materie prime (associate a certificazioni e documenti sulle loro caratteristiche), correlare in modo esatto fornitori e batch di produzione tramite il sistema MES e di gestione lotti (ad esempio Batch Management AVEVA) e – in ultima analisi – creare un “gemello digitale” del prodotto fisico che porta con sé tutte le informazioni, contenute in un codice seriale univoco (UDI) abilitate dalle tecnologie di tracciabilità e serializzazione. “Conoscere esattamente un prodotto, aggregando tutte le informazioni rilevanti in un codice univoco che lo identifica senza possibilità di errore, in un’ottica di filiera end-to-end, è la chiave per affrontare molte sfide del settore CPG; e ci siamo accorti di quanto sia importante in particolare nell’ultimo anno, in cui le aziende hanno dovuto affrontare pesanti disruption e adattarsi a grandi incertezze nella supply chain” spiega Aurélien Fanget, Marketing Director, Industry Business di Schneider Electric Italia.
BAULE VOLANTE, I NUOVI PRODOTTI BIO
FIOR DI LOTO, NOVITÀ ON-THE-GO
Baule Volante, produttore da oltre trent’anni di prodotti biologici, propone nuovi prodotti bio tutti da gustare. La linea “Le specialità regionali”, che raccoglie tutte le ricette più tipiche italiane, si arricchisce con una novità della tradizione modenese: le Tigelle di grano tenero tipo 2 e le Tigelle di farro. Realizzate con olio extravergine di oliva e ideali per l’aperitivo o come sostituto del pane, si possono farcire con i tradizionali salumi e formaggi oppure con le verdure grigliate ma sono ottime anche abbinate a una crema spalmabile alla nocciola o al cacao. Baule Volante lancia, inoltre, una linea di Mieli Gourmet biologici di altissima qualità selezionati appositamente per valorizzare la materia prima nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e sostenendo il lavoro dei piccoli apicoltori. Tra i paesaggi scolpiti dal vento della Sardegna nasce il Miele di Asfodelo, reso inconfondibile dal suo odore che ricorda la camomilla e la dolce confettura di susine. Dalla Francia, dove ogni anno i campi si tingono di sfumature lilla, proviene il Miele di Lavanda, che regala un gusto intenso con note fruttate e floreali. Dalla delicata fioritura degli alberi del Piemonte, infine, nasce il Miele di Ciliegio, con il suo sorprendente aroma di mandorla amara. I Mieli Gourmet sono ideali per accompagnare una selezione di formaggi stagionati o per realizzare incredibili ricette dolci e salate.
Fior di Loto, marchio che dal 1972 ha fatto dell’alimentazione sana, sostenibile e consapevole uno stile di vita, lancia una serie di nuovi, originali prodotti per il consumo onthe-go e per cimentarsi in cucina in ricette dolci e salate. Per chi è sempre di fretta ma non vuole rinunciare a una pausa sana e nutriente, Fior di Loto propone i nuovi snack di legumi della linea Biocroc: senza glutine, non fritti e senza lievito! Queste fragranti e gustose pepite ricche di proteine sono disponibili in versioni diverse: ai piselli, alle lenticchie e al grano saraceno. Ottimi anche al posto dei crostini di pane in zuppe e minestre. Per divertirsi in cucina sperimentando gusti sempre nuovi, Fior di Loto propone il nuovo Latte di cocco con il 24% di grassi, biologico, naturalmente senza glutine e vegan. Il latte di cocco è prodotto dalla pressatura della polpa della noce di cocco macinata e non va confuso con l’acqua di cocco che è, invece, il liquido contenuto nelle noci ancora verdi. Il suo utilizzo è molto versatile e, grazie alla sua consistenza piuttosto densa, è ideale da utilizzare per creare un sostituto della panna montata. Ma non dimentichiamo le ricette salate: è infatti eccezionale per preparare salse, creme, zuppe e vellutate dal sapore orientale. Anche il nuovo Eritritolo è un must have per chi ha sempre le mani in pasta: ottenuto dalla fermentazione del mais, è un dolcificante acalorico che si presenta in forma di sottili cristalli bianchi, con un potere dolcificante del 30% inferiore allo zucchero e con un sapore gradevole, delicato e privo di retrogusti. È ottimo anche come dolcificante da tavola.
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breaking news I 100 ANNI DI MOLINO SPADONI Molino Spadoni festeggia il suo centenario, che cade proprio nel 2021, chiudendo il bilancio 2020 in positivo e non arresta la propria posizione di leader nel comparto farine/miscele, nonostante i mesi complessi che hanno caratterizzato l’andamento dei consumi. Il fatturato 2020 è di 65 milioni di euro, + 20% rispetto all’esercizio 2019. Questi i dati di vendita nel comparto farine/miscele - guardando alla performance a livello di dati di sell out (fonte: IRI Database – full year 2020), l’azienda ha consolidato c.ca 24 milioni di Kg corrispondenti a c.ca 35 mio€, cui si aggiunge la performance del range di farine/miscele a marchio Almaverde Bio, sempre realizzata da Molino Spadoni, pari a 900 mila Kg e 2 mio€. La quota valore della company è dell’11,4% e pone Molino Spadoni alla guida nazionale della categoria, con una copertura distributiva in termini di ponderata superiore al 90%. Nella categoria delle farine/miscele speciali la quota valore supera il 30%. L’export mantiene un’incidenza di fatturato pari a c.ca il 20% sul totale; nel mercato Italiano il dato più importante lo consolida il canale retail, con +60% rispetto al precedente esercizio, che ottimizza le perdite del canale Food Service giustificate dalle chiusure prolungate delle attività ristorative causate dall’attuale situazione pandemica. Con un conto economico sano ed un margine operativo lordo del 15%, Molino Spadoni ha investito in ristrutturazioni interne e nuovi asset organizzativi e commerciali oltre 3,5 milioni di euro, di cui più di 600 mila in Ricerca & Sviluppo. Molino Spadoni è oggi punto di riferimento nel mercato delle farine e miscele speciali per uso domestico e professionale destinate alla GDO e al Food Service; la produzione è dislocata in 14 siti di proprietà (8 stabilimenti + 1 fattoria + 5 attività ristorative) in cui operano oltre 180 dipendenti, cui si affianca una rete di agenti commerciali e distributori. Molino Spadoni esporta in oltre 40 Paesi esteri, principalmente in Francia, Spagna, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Belgio, Israele, Australia, Giappone e Stati Uniti. La casa madre e il molino storico sono a Coccolia (RA), a cui si aggiungono le altre sedi suddivise per tipologia di produzione, un allevamento, la catena di ristoranti “Casa Spadoni” e da dicembre 2019 anche il Mercato Coperto di Ravenna, progetto commerciale ideato in collaborazione con COOP Adriatica.
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NESQUIK CAMBIA LOOK E SI RINNOVA NELLA RICETTA
Nell’anno del suo cinquantesimo compleanno, Nesquik rinnova la grafica delle sue confezioni e presenta una nuova ricetta con cacao certificato Rainforest Alliance e con vitamina D. Con un occhio sempre più attento al pianeta, la certificazione del cacao di Nesquik si converte a Rainforest Alliance: organizzazione internazionale senza scopo di lucro che lavora con l’obiettivo di rendere il business responsabile la nuova normalità, di creare un’alleanza per proteggere le foreste, migliorare i mezzi di sussistenza degli agricoltori e delle comunità forestali, promuovendo i loro diritti umani e supportandoli nell’affrontare la crisi climatica in corso. Il nuovo anno di Nesquik inizia davvero alla grande! I più piccoli, fin dal mattino, sono trasportati in un mondo fatto di gioco e allegria nel quale “Crescere è divertente!” grazie al vortice di latte e cacao ripreso dall’alto, posizionato sulla confezione di Nesquik Cacao solubile per latte, Nesquik 30% meno zuccheri e Nesquik Extra Choco. Il divertimento a colazione incontra i nutrienti essenziali come la vitamina D, che contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario e all’assorbimento del calcio e del fosforo, confermando Nesquik Cacao solubile per latte come alleato quotidiano dei genitori che vogliono sempre il meglio per i propri bambini. Ogni giornata, inoltre, ha bisogno di un po’ di magia per cominciare con il piede giusto: “Risveglia il tuo latte” recita, infatti, la confezione di Nesquik Cacao solubile per latte, come una formula segreta grazie alla quale attivare in uno schiocco di dita il magico mix di latte e delizioso cacao. Il divertimento continua anche dopo la colazione perché le confezioni sono perfette per realizzare insieme ai bambini degli utilissimi lavoretti creativi. Riciclare in modo creativo e funzionale le confezioni vuote e trasformare l’ambiente domestico in un mondo fantastico tutto da scoprire, è un gioco da ragazzi!
breaking news ECOTENSIL, NUOVA GAMMA DI POSATE DI CARTONE La californiana EcoTensil ha lanciato AquaDot, una nuova rivoluzionaria gamma di posate pieghevoli in cartone senza plastica e super resistenti. Le posate in cartone di EcoTensil, brevettate e pluripremiate, sono già molto apprezzate in America. Dal 2010, l’azienda ne già ha vendute centinaia di milioni in tutto il mondo, rivolgendosi anche ad alcuni dei più grandi produttori e retailer europei. Ora, EcoTensil si prepara a conquistare l’Europa e l’Italia con le posate plastic-free AquaDot e il loro design specifico per le confezioni da asporto: e sono molti i player del food -produttori e distributori di tutta la filiera incluso il packaging - ad avere adottato i cucchiai pieghevoli e plastic-free AquaDot EcoSpoon® di EcoTensil come alternativa alla plastica. I vantaggi sono molteplici: la facilità di adattabilità alle confezioni, senza alterare i processi esistenti, l’adeguamento alla normativa e la caratteristica di non alterare il gusto del cibo come invece fanno le soluzioni in legno. Il cartone utilizzato per realizzare le linee di prodotto EcoTensil AquaDot e GreenDot è simile al materiale usato per realizzare le tazzine da caffè, ma senza plastica. Con una semplice piega “Bend to touch dots”, EcoTensil si trasforma in una robusta paletta. Come tutte le posate EcoTensil, anche la nuova linea AquaDot offre una piacevole esperienza sensoriale che non altera il gusto del cibo, risultando sensibilmente più liscia delle posate in legno che possono alterare il sapore del cibo. La gamma di posate multifunzionali AquaDot di EcoTensil è priva di plastica, riciclabile e compostabile ed è realizzata con materiale sostenibile e certificato proveniente dalle foreste. Le posate EcoTensil utilizzano anche fino all’80% in meno di materiale rispetto alla maggior parte delle altre po-
sate monouso in plastica, bio-plastica o legno. Oltre alle applicazioni nella ristorazione e per campionatura, il team di EcoTensil ha progettato numerosi prodotti specifici per il confezionamento monodose. Facendo leva su decenni di esperienza nel packaging, EcoTensil fornisce le sue posate compatte pronte per essere facilmente inserite nella confezione esistente dei clienti, avvolte, o personalizzate secondo le esigenze. A differenza delle posate in legno, gli articoli EcoTensil sono piegati, e possono quindi essere sostituiti direttamente agli articoli in plastica, risparmiando anche sui costi di rinnovamento delle attrezzature.
DOMOPAK SPAZZY, NUOVO PROGETTO DI RESPONSABILITÀ SOCIALE Si chiama Save The Green il nuovo progetto di Responsabilità Sociale che Proposte ha ideato per Domopak Spazzy, attiva in Italia nella produzione di sacchetti nettezza. “Con te riscriviamo la vita della plastica” è il claim dell’iniziativa che spinge l’utente ad aumentare l’attenzione verso la separazione dei materiali consentendo l’utilizzo sempre maggiore di plastica da post-consumo. Il progetto Save The Green vede il coinvolgimento attivo tra il noto produttore di sacchetti nettezza e Junker, app unica in Europa che aiuta i cittadini a differenziare in maniera semplice, veloce e soprattutto senza errori. Junker è in grado di riconoscere oltre 1,6 milioni di prodotti permettendo a milioni di utilizzatori di smaltire in modo corretto secondo le regole del comune in cui ci si trova.
Per facilitare ulteriormente questa buona pratica, basta inquadrare il QRcode presente sul pack di una selezione di prodotti Domopak Spazzy, “linkato” alla landing page del progetto da cui è possibile scaricare Junker. L’obiettivo del progetto è quello di aiutare i cittadini a fare una corretta raccolta differenziata per aumentare il ciclo di riciclabilità di molti materiali, tra cui la plastica. Domopak Spazzy, infatti, per la produzione dei suoi sacchi nettezza, si avvale da più di 20 anni di un processo produttivo brevettato e certificato che permette di recuperare dalla raccolta differenziata della plastica materia prima rinnovata. Il progetto consentirà di comprendere quali sono i prodotti, i packaging e di conseguenza i materiali che creano più dubbi in materia di riciclo. Grazie a Junker, Save The Green identificherà il comune più virtuoso che, in proporzione ai residenti, avrà effettuato più interrogazioni per scoprire la corretta destinazione dei rifiuti. Il Comune più virtuoso riceverà da Save The Green un contributo per la riqualificazione di un’area verde individuata dal Comune stesso. L’attività di pulizia e ripristino sarà assegnata ad un’associazione o ad una onlus del territorio.
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eventi
MACFRUT 2021
scalda i motori
L’appuntamento con Macfrut è dal 7 al 9 settembre 2021. Piraccini, presidente di Macfrut, afferma: “C’è grande voglia di ripartire e Macfrut è una grande opportunità per l’intera filiera dell’ortofrutta italiana di fare squadra e ridare slancio al settore”.
“S
iamo la prima fiera in presenza dopo un anno e mezzo di fermo. C’è una gran voglia di ripartire e questa è una grande opportunità per l’intera filiera dell’ortofrutta italiana di fare squadra e ridare slancio al settore”. Parola di Renzo Piraccini presidente di Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta in programma nel quartiere fieristico di Rimini dal 7 al 9 settembre prossimo.
UN INCONTRO TRA FISICO E VIRTUALE
La macchina organizzativa di Cesena Fiera, organizzatrice dell’evento, non si è mai fermata nel corso di questi mesi che hanno visto la presentazione in modalità virtuale della kermesse in varie parti del mondo (15 presentazioni negli ultimi tre mesi), a cui fanno seguito nel mese di maggio quelle in Colombia (18 maggio), Cile (20 maggio) e Perù (24 maggio). “Paradossalmente il blocco dei viaggi internazionali si è rivelato una grande opportunità per realizzare un grande numero
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di presentazioni virtuali”, prosegue Piraccini. “Sarebbe stato impensabile, infatti, effettuare in tempi così ravvicinati una quantità così massiccia di eventi in giro per il mondo”. E questo è uno degli aspetti che caratterizzerà la prossima edizione di Macfrut: l’incontro tra la modalità virtuale e quella in presenza di cui c’è una grande voglia quale segnale di ritorno alla “normalità”. “Questa situazione ha rimesso al centro l’importanza dei contatti umani, la necessità di riprendere relazioni in presenza”, continua il presidente di Macfrut. “Oltre un anno e mezzo di fermo è un periodo decisamente lungo. Ecco perché Macfrut rappresenta l’occasione ideale per una ripresa di queste relazioni vista la riapertura dell’attività fieristica e il ritorno degli spostamenti a seguito della massiccia campagna vaccinale”. L’asso nella manica si chiama Macfrut Special Edition: un format innovativo che mette insieme il know-how di 37 edizioni fieristiche per i professionisti del settore con l’esperienza pionieristica del web sperimentata con successo nella prima edizione di Macfrut Digital. “Siamo gli unici ad avere realizzato una vera e propria fiera digitale dedicata all’ortofrutta, con Macfrut Digital. Non un marketplace ma tre giorni dedicati al business di settore su una piattaforma virtuale. Ora, questa esperienza la mettiamo al servizio di tutti, integrata con l’evento in presenza. Forse le grandi fiere orizzontali hanno fatto il loro tempo e si svilupperanno eventi di area che sappiano coniugare la presenza fisica insieme a quella digitale per il collegamento con i Paesi lontani. È presto per trare conclusioni, tuttavia i segnali che ci arrivano vanno in questa direzione. Macfrut 2021 è una grande opportunità in questa direzione”, conclude Piraccini.
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