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da beni di importanza storico paesaggistica
2.2 - Territorio urbano di Torino tra Moncalieri e San Mauro Torinese interessato in più punti da presenza di spazi verdi di cerniera tra il fiume e la città e da beni di importanza storico paesaggistica.
In questo comparto interno urbano, in particolare a causa dell’impatto tra la normativa delle aree protette e quella urbanistica classica, alla nascita del sistema delle aree protette del Po, nel 1990, il territorio non fu ricompreso nelle aree di salvaguardia, elemento che trovò poi una sua modificazione 5 anni dopo con la legge che nel 1995 individuò numerosi ampliamenti delle aree di salvaguardia, (Sangone, Stura di Lanzo) ed anche il tratto intermedio urbano del Po, comprendente luoghi mitici del fiume come il Parco del Valentino e i Murazzi.
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Nel corso degli anni quindi le attività di applicazione del Piano d’Area, che in seguito alla normativa del PTO interessava anche il territorio urbano, l’esperienza di applicazione degli strumenti delle aree protette (visti come pianificazione a forte componente ambientale e paesaggistica) ha permesso di superare lo scoglio di diffidenza tra i due ambiti distinti di gestione del territorio. Molteplici sono state infatti le casistiche di dialogo costruttivo e virtuoso tra normativa del Piano d’Area e problematiche più strettamente urbane.
Per citare solo alcuni casi i temi dei chioschi nel parco del Valentino, la pianificazione degli usi nei Murazzi, la destinazione d’uso dell’Ex Zoo, la gestione degli affacci edilizi al fiume o ancora le problematiche connesse agli impianti sportivi della fascia.
Ecco che quindi sono qui identificati tre sotto ambiti di scheda che per le loro caratteristiche contengono un sistema di criticità e problematiche che afferiscono nel loro insieme al tema della resilienza ed allo sviluppo di azioni per un maggiore raccordo tra sistema urbano e sistemi degli spazi aperti.
La necessità di portare il concetto della scheda progettuale anche all’interno del tessuto più urbanizzato del fiume è anche connesse all’evoluzione delle ricerche nel campo della sovrapposizione tra politiche urbanistiche e problematiche ambientali che oggi vano sotto la denominazione delle progettualità per le città resilienti. Un concetto che è stato in particolare sviluppato in una tesi ricerca a cura di Ilaria Tonti ed Elisa Torricelli con il tutoraggio degli Architetti Chiara Lucchini e Massimo Crotti proprio dal titolo “Spazi e scenari per la città resiliente – Il valore rigenerativo degli scarti urbani nell’area torinese”. Come ripreso dall’abstract della testi pubblicazione: “I contesti urbani delle città metropolitane sono costantemente chiamati ad adeguarsi ai continui effetti dei cambiamenti climatici. Questa condizione impone una gestione delle risorse urbane controllata e sostenibile, che oggi il sistema città ancora non sembra in grado di affrontare adeguatamente. Da qui lo sviluppo del progetto di tesi, che indaga il tema della rigenerazione urbana sostenibile, cercando di delinearne un possibile quadro metodologico per un nuovo metabolismo urbano resiliente. L’ambito di studio è quello della città di Torino, le cui ricorrenti trasformazioni post-industriali hanno fatto emergere la necessità di un cambiamento in ottica adattiva. Attraverso la progettazione di una rete ecologica in grado di infiltrarsi all’interno della città consolidata e di coinvolgere lo spazio aperto esistente, si considerano le parti residuali che, in dimensioni più o meno estese, caratterizzano la città attuale. Una mappatura dei manufatti abbandonati e dei lotti privi di specifica vocazione è stata svolta con l’intento di ridare dignità e ruolo a questi spazi dimenticati. Il riconoscimento del possibile valore rigenerativo di questi “scarti” urbani è oggi di estrema necessità per ricomporre il corpo frammentato delle metropoli contemporanee. Questa “Geografia dello scarto” evidenziata attraverso l’azione di mapping, è stata poi messa in relazione sia con una lettura sintetica, ma esaustiva, della “Natura dello Spazio”, sia con la “Geografia dei rischi” della città. Di queste due ultime mappature, la prima interessa l’esplorazione cartografica delle risorse della città sotto vari profili (idrografico, infrastrutturale, ecologico e trasformativo), mentre la seconda delinea una lettura critica del comportamento della città nei confronti degli effetti del cambiamento climatico. La sovrapposizione di queste tre differenti mappe guida l’individuazione di alcune macro-aree in cui maggiore è la compresenza di condizioni critiche, ma soprattutto di una pluralità di “scarti” urbani, così potenzialmente utili, se reinterpretati con la giusta sensibilità.”
Tavole tratte dalla tessi ricerca: “Spazi e scenari per la città resiliente – Il valore rigenerativo degli scarti urbani nell’area torinese di I.Tonti e E.Torricelli.
ambito 1 Scheda progettuale Torino - Area Maratona.
Questo ambito è costituito da una porzione del territorio di Torino verso il confine con il Comune di Moncalieri sulla destra orografica del Po e direttamente ai piedi del sistema collinare.
L’ambito individuato comprende al suo interno un’area oggetto di nuova destinazione d’uso a finalità sportivo ricreative nella quale era sorta negli anni 2000 una nuova realtà di società sportiva remiera dal nome Amici del Remo.
Purtroppo l’evento alluvionale del 2016 ha causato forti danni alle strutture preseti a titolarità del Comune di Torino, determinandone l’abbandono, e mettendo in luce la criticità degli insediamenti collocati nella immediate vicinanza della sponda del Po, per le forti criticità idrauliche che connotano tutto il comparto territoriale di questa area prospiciente il sito di Italia 61. Qui infatti l’alterazione delle dinamiche fluviali legate alla confluenza tra Sangone e Po (il cui punto di innesto è stato modificato fortemente negli anni ‘60 in coincidenza dei lavori di realizzazione degli impianti di SMAT con lo spostamento della confluenza del Sangone in Po di oltre mezzo chilometro a valle dal suo innesto naturale).
Qui il territorio si presenta con una interessante caratterizzazione di punto di attracco di diversi ambiti: da quello collinare della rete dei sentieri della collina torinese, ai sistemi degli ,.attracchi fluviali turistici di GTT, connotando l’area come un polmone di attività sportive di particolare interesse. A questi due sistemi si affiancano elementi di interesse come gli spazi verdi lungo il Po in coincidenza del sito della società del Remo ed anche nel comparto più a nord nell’ampio spazio verde dei vivai Erba (area oggi privata), l’istituto scolastico e l’area di affaccio sul Corso Moncalieri oggi utilizzata per attività di natura marginale della città (collocazione di un ecocentro).
Qui attraverso una scheda progettuale sarebbero quindi possibili l’individuazione di nuove destinazioni che permettano a questo punto cerniera del Po meridionale di Torino di recuperare un’area a maggiore interesse di destinazione come affaccio qualificato del Po tra Collina e città.
Gli obiettivi individuabili pertanto in questa scheda possono essere preliminarmente individuati nei seguenti punti:
Realizzazione centro per lo sport fluviale in affaccio a Corso Moncalieri con delocalizzazione dell’area ecocentro oggi insediata. Riqualificazione ecologica dell’asse fluviale anche con parziali limitate rimodulazioni delle sponde al fine di migliorare il deflusso delle piene ed incrementare la naturalistica del sito; Avviare processo di trasformazione dell’area verde destinata a vivaio in spazio verde attrezzato a giardino tematico con possibilità di utilizzo pubblico al fine di incrementare la fruibilità turistico educativa dell’area; Realizzare punti di attracco fluviale attrezzato per il miglioramento della percorribilità lungo fiume delle attività remiere e nautiche.
Relazioni tra l’area di scheda progettuale (area di confine in arancione) e gli elementi di pregio e criticità individuati dal PPR tavola P4 (vedasi legenda esplicativa dei principali tematismi a pag. 73)
ambito 2 Scheda progettuale Torino - Area Michelotti Macchiavelli
Qui ritroviamo un territorio caratterizzato dall’ampio comparto del Parco dell’Ex zoo che purtroppo dopo la sua chiusura il 29 marzo del 1987 ha visto il susseguirsi di utilizzi sempre temporanei e senza una vera riprogettazione del sito, con vicende di vario tipo e natura che sono poi sfociate negli anni odierni ad un sostanziale sottoutilizzo se non abbandono.
L’area si connota per la presenza di un sistema di viali alberati importanti che rappresentano una quinta verde di rapporto tra urbanizzato fascia del Po sia sulla sponda destra che sulla sinistra orografica, oltre ad attività di natura sociale come la Bocciofila, la presenza della traversa Michelotti in Po interessata da progetti di utilizzo idroelettrico, oltre all’area dei cosiddetti Murazzi piccoli.
Il territorio si connota per il posizionamento di una ampia area verde in connessione con altri tre fulcri verdi importanti come: il Parco della Villa della Regina, l’area del Monte dei Cappuccini e i Giardini Reali. Infatti in una visione del parco Michelotti come Giardino del Centro di Torino, la sua vocazione assume un importante ruolo non solo nel sistema del lungo Po ma anche come area di servizio del Verde ai piedi della Collina torinese tra Piazza castello e l’area della Villa della Regina a cui fa inoltre da contraltare il Parco di Villa Genero posto a pochi metri più a monte.
Gli obiettivi individuabili pertanto in questa scheda possono essere preliminarmente individuati nei seguenti punti:
Adozione progetto di recupero complessivo dell’area dell’Ex zoo (comprese le aree ad impianto sportivo in prospicenza del Ponte di Corso Regina
Margherita) con destinazione ad attività educative e didattiche legate alla conoscenza del patrimonio ecologico della città e dei sistemi ambientali della Corona Verde torinese, comprensive di attività laboratoriali legate allo studio e conservazione dell’ittiofauna fluviale. Realizzazione centro attrezzato per la ciclabile VENTO, anche con attività di accoglienza e ricettività. Realizzazione scivolo fluviale e conca di navigazione per consentire l’estensione del turismo fluviale a valle della Traversa Michelotti. Riqualificazione urbana del percorso fluviale in sinistra orografica, sia a monte che a valle della sponda. Creazione di un sistema di percorsi di connessione con i sistemi architettonici e del verde rappresentanti dai siti contermini del Monte dei
Cappuccini e di Villa della Regina, nonché valorizzazione dei percorsi di connessione con l’area dei Giardini Reali.
Area territoriale interessata dalla proposta di nuova scheda progettuale del comparto dell’ex Zoo di Torino
ambito 3 Scheda progettuale Torino - Area Madonna del Pilone Antonelli
In questa area è presente un bene culturale di particolare importanza storico antropologica del Po in quanto la Madonna del Pilone rappresenta uno dei luoghi mitici del fiume urbano. In coincidenza di tale aspetto è poi da non tralasciare la presenza del tessuto insediativo storico consolidato che fa del Borgo del Pilone un’area enclave dove ancora oggi si respira il clima della borgata fluviale storica del Po in Torino. Il suo nome deriva infatti dall'omonima chiesa di Corso Casale, 195, eretta dopo il miracolo del 29 aprile 1644. All'epoca, era presente soltanto un piccolo mulino sul fiume Po, detto delle catene, una cappella e un piccolo pilone votivo dedicato alla Vergine Annunziata. Una bambina, di nome Margherita Molar, entrò imprudentemente nel mulino, cadendo così nelle acque impetuose del fiume Po. La madre, disperata, invocò quindi l'aiuto della Vergine del pilone, e la piccola fu miracolosamente sollevata dai vortici delle acque, quindi tratta in salvo da una barca. Grazie all'aiuto dell'allora reggente Maria Cristina di Francia, l'anno dopo fu eretto qui un primitivo santuario, con facciata di scuola barocca castellamontiana, per poi essere ampliato ancora nel 1779 e nel 1807. Vi fu poi un rifacimento nel 1817 e una importante ristrutturazione dopo l'esondazione del Po del 1994. Il borgo è anche ricordato per altri aspetti di natura culturale locale quale ad esempio la casa natale di Emilio Salgari, il noto autore letterario dei racconti e romanzi sull’India, ispirati dal verde collinare e fluviale dei suoi tempi.
Altro elemento di valore dal punto divista urbanistico ed anche storico architettonico contemporaneo è costituto dalla presenza della struttura del Motovelodromo. Fu terminato nel 1920 su progetto dell'architetto Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana, uno dei protagonisti della gloriosa epoca del liberty torinese e già noto per la sua esperienza in grandi strutture sportive, grazie alla grandiosa realizzazione dello Stadium e alla progettazione delle due torri all'ingresso dello stadio Filadelfia (delle quali oggi ne rimane una sola, annessa all'edificio della biglietteria). Tuttavia, le spese di gestione di questo impianto divennero presto insostenibili, portando il motovelodromo a essere utilizzato anche per altre discipline sportive come il calcio (nel 1926 si disputò anche una partita amichevole tra l'Italia e la Cecoslovacchia, finita 3-1), l'atletica, e addirittura importanti eventi lirici, come l'edizione della Carmen e dell'Aida del 1929. Malgrado i vari tentativi di riutilizzo, la struttura venne comunque chiusa pochi mesi più tardi, cedendola in concessione al Comune di Torino. Durante i bombardamenti del 1942 la struttura subì pesanti danni; venne in seguito ricostruita nel 1947, secondo il progetto originale e con i medesimi materiali. Nel secondo dopoguerra il motovelodromo fu il campo interno della sezione rugbistica della Ginnastica Torino[2] che ivi vinse nella stagione 1946-1947 il suo unico titolo di campione d'Italia. Il 30 settembre 1990 venne intitolato a Fausto Coppi, nel trentennale della scomparsa del celebre ciclista. Nel 1994 l'impianto venne posto sotto vincolo dalla sovrintendenza e da allora ospita, solamente nel campo centrale, manifestazioni culturali e fieristiche.
Gli obiettivi individuabili pertanto in questa scheda possono essere preliminarmente individuati nei seguenti punti:
Recupero a funzioni sociali e di incontro dell’intera area della Bocciofila con creazione di spazi gioco in cogestione con la vicina sede scolastica
G.Gozzi. Piano di recupero urbano dell’intero borgo edilizio con recupero dei suoi caratteri originari, anche con progetti di socialhousing ed altre forme di utilizzo innovativo degli spazi. Riqualificazione dell’area di parcheggio antistante la Chiesa della Madonna del Pilone; Piano di sistemazione e riqualificazione degli edifici collocati lungo il percorso fluviale del Po in destra orografica. Progetto di riqualificazione dell’area del Motovelodromo come sito di attestamento della ciclabile VENTO ed area commerciale e di servizi alla comunità.
Area territoriale interessata dalla proposta di nuova scheda progettuale del comparto dell’ex Zoo di Torino
Relazioni tra l’area di scheda progettuale (area di confine in giallo) e gli elementi di pregio e criticità individuati dal PPR tavola P4 (vedasi legenda esplicativa dei principali tematismi a pag. 73)