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AAM. L’IPOTESI DI UN NUOVO AMBITO DI INTEGRAZIONE OPERATIVA DEDICATO ALL’AREA MONTANO ALPINA DEL CORSO DEL PO

Nell’ambito dell’individuazione di aree omogenee di intervento, e quindi di schede progettuali relative, non si può non prestare attenzione all’area territoriale più a monte del corso del Fiume Po, che purtroppo non è stata interessata da un comparto di integrazione operativa nella vigente articolazione del Piano d’Area.

Il territorio infatti che individuiamo nelle aree di sbocco in pianura delle aree montane della valle Po ed in quelle interne della Valle, è stato oggetto di campitura e identificazione nella figura sinottica degli ambiti inclusi nel Piano, senza tuttavia riservargli un approfondimento progettuale ed attuativo.

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Nella prospettiva contemporanea, come attestano numerose azioni e strategie nazionali a partire da quella delle cosiddette “aree interne”, a questi territori è riconosciuto, come anche ai territori risultanti di cerniera, un ruolo e significato di particolare valore e interesse, in una dinamica di visione del futuro che si può ricondurre a lavori quali il saggio Riabitare l’Italia curato da Antonio Derossi ed alle relative azioni ricerche e saggi che il gruppo di lavoro costruito intorno al tema ha sviluppato proprio in questi ultimi anni.

Questa visione di maggiore integrazione tra i territori montani in senso lato e il restante territorio (come denominato nella letteratura specifica come “l’osso e la polpa”) non si può dire fosse del tutto assente nel pensiero del progetto Po. Tuttavia la sua trattazione era meno appoggiata ad un complesso di fattori di sviluppo in quanto quella stagione di pianificazione non viveva la forte crisi delle aree forti e centrali dominate dai sistemi urbani, fenomeno che invece anni dopo, in particolare a partire dalle crisi globali del 2008 e del 2012, hanno sviluppato una curva logaritmica, riportando l’attenzione di parte di una letteratura di ricerca alla valorizzazione dei territori rurali. Un fenomeno generale che ha dato infatti vita a programmi anche di grande scala territoriale come la strategia nazionale delle aree interne, che da pensiero territoriale si è trasformato in vere politiche e filoni di finanziamento nazionali (nata da una delibera CIPE del 2000 e ad oggi con una dotazione finanziaria di quasi 600 milioni di euro).

Oggi pertanto una riconsiderazione dell’ambito montano e alpino del corso del Po in una ottica di sua pianificazione non può non tenere conto anche di questo ambiti. A tale proposito non è inopportuno ricordare che proprio nella Valle Po è in corso una delle esperienze di maggior spicco nazionale nel campo del “riabitare la montagna” con le attività e progettualità sviluppate dal Comune di Ostana, insignito di numerosi riconoscimenti tra i quali il premio Fare paesaggio nel 2016 istituto dalla Provincia autonoma di Trento per quelle iniziative nazionali che si sono distinte per l’applicazione della Convenzione europea del Paesaggio. Il Comune presenta una tale serie di iniziative e di progetti di valorizzazione da costituire un unicum a livello nazionale, nel quale anche i risultati di ritorno di popolazione non si sono fatti aspettare con un trend di decrescita di ben 4 volte inferiore ai Comuni confinanti.

Questo ambito di integrazione operativa potrebbe essere denominato Ambito Alpino Pede Montano – AAPM, interessante la formazione, l'organizzazione e la gestione di un sistema di aree di grande interesse paesaggistico, naturalistico e storico insediativo. I Comuni interessati sono: Oncino, Crissolo, Ostana, Paesana, Sanfront, Envie, Barge, Gambasca, Castellar, Revello, Saluzzo.

Per quanto attiene ai comuni di pianura ovvero Torre San Giorgio, Cardè, Moretta, Villafranca Piemonte, Polonghera e Pancalieri questi sono da considerarsi come appartenenti all’AIO A1 esteso alla porzione più meridionale dell’asta del Po a sud della Città metropolitana di Torino.

I principali problemi che si presentano nell'ambito riguardano:

 la gestione della rete fluviale nel rispetto delle problematiche di sicurezza idraulica e di funzionalità ecologica della rete idrografica;  la gestione delle reti locali di produzione di energia idroelettrica e dei sistemi delle derivazioni idriche;  la gestione dei versanti e del patrimonio del soprassuolo forestale in una ottica di miglioramento dell’assetto idrogeologico dei versanti;  la realizzazione dei sistemi di connessione della viabilità anche di natura ciclopedonale e delle quiet line;  le problematiche di riqualificazione delle borgate e dei sistemi insediativi locali;  un progetto di qualificazione del sistema delle torbiere alpine di alta quota;  le attività di gestione virtuosa dei pascoli alpini;  la gestione dei siti di interesse carsico;  la valorizzazione delle reti escursionistiche connesse da un lato alla meta del Monviso e delle vette circostanti, e dall’altro ai percorsi di attraversamento alpino oltre a quello di collegamento al traforo del Buco di Viso, valutandone anche gli aspetti di natura storica legati alla nascita del Club Alpino Italiano ed alla figura di Quintino

Sella.  la gestione degli aspetti storico archeologico locali legati alla tradizione della Pietra Verde.

 la valorizzazione del complesso delle testimonianze archeologiche delle civiltà preistoriche connesse ai siti di Monbracco ed a Bric Lombatera sul versante opposto in destra orografica.  il recupero delle tradizioni storiche di conoscenza dei sistemi di cava dei materiali lapidei e le attività di promozione turistico culturale connesse (vedasi il progetto la

Montagna di Leonardo).

In merito allo sviluppo delle forme di governance ed attuazione dell’AIO, richiamate più sopra nell’ottica di fornire una maggiore incisività di questi strumenti rispetto a quanto fatto dalla precedente normativa del Piano, è di primo piano ricordare i contenuti del Contratto di Fiume dell’Alto Po anche se indirizzati ad aspetti di natura più fluviale pur se non esclusivamente dedicato a questi. Una seconda piattaforma di assoluta utilità nell’immaginare la definizione di contenuti operativi dell’AIO è l’area MaB Transfrontaliera del Monviso, i cui obiettivi generali possiedono invece prospettive molto più ampie ed integrate. In particolare i contenuti previsti dai piani d’azione delle aree MaB interessano un ventaglio di problematiche complessivamente riferibili ai temi della sostenibilità che permettono di abbracciare i diversi aspetti del rapporto tra uomo società, risorse naturali ed aspetti di natura storica ed identitaria, elementi che forniscono concretezza alla individuazione del macro ambito definito da un AIO.

Dall’insieme di tale problematiche deriva l’individuazione di nuove schede di progetto che affrontino aspetti locali di particolare interesse quali l’area della Torbiera del Pian del Re e della Regina e dei Comuni di Crissolo e Ostana e il territorio di Balma Boves ed aree limitrofe tra Paesana e Sanfront, oltre ad una scheda d’area dedicata alle problematiche di natura ideologica e geomorfologica.

L’ambito territoriale denominato A1 nel quadro delle componenti paesaggistiche del PPR regionale e l’asse del Po

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