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2.8 - Area del comprensorio territoriale tra Paesana e Sanfront e ambito di Balma Boves
2.8 - Area del comprensorio territoriale tra Paesana e Sanfront e ambito di Balma Boves
Il territorio della fascia del Po che si attesta all’altezza di Paesana è stato oggetto della individuazione di una Riserva naturale caratterizzata da qualità del corso d’acqua, ma la qualità delle risorse territoriali presenti è tale da costituire un fuoco di interesse particolare per sostanzialmente più ragioni.
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Innanzi tutto vi è una motivazione connessa al posizionamento della fascia fluviale direttamente ai piedi dell’importante sito di Balma Boves, la borgata museo che costituisce un esempio unico di architettura montana ed il suo perfetto stato di conservazione, di probabile origine medievale.
Ciò che rende questo sito di grande interesse, oggi oggetto di gestione specifica da parte dell’associazione Vesulus, per conto del Comune di Sanfront, è inoltre la sua collocazione alle pendici del Monte Bracco, o Monbracco come denominato localmente, che costituisce un sistema di beni di grande interesse preistorico, storico ed architettonico, nonché di natura turistica.2
La specificità di questo ambito collocato tra la fascia del Po, gli affluenti contermini e il Monte Bracco connota l’ingresso della Valle Po (tanto che in questa area è in servizio la struttura di accesso “Porta di Valle” nel Comune di Paesana realizzata nel quadro del PIT Interreg Alcotra T(o)ur. Per tali ragioni il sistema locale è stato anche oggetto di interesse escursionistico con la pubblicazione di cartoguide che vedono proprio tra i principali nodi di attestamento con il fondo valle l’area della fascia del Po all’altezza della frazione di Rocchetta alla confluenza con il torrente Croesia, già oggetto di interesse essendo stato inserito in area contigua.
Ipotesi perimetro scheda progettuale di Paesana-Sanfront ai piedi del sistema montuoso del Monte Bracco
2 La montagna fu frequentata fin dalla preistoria, come testimoniano le numerose incisioni rupestri identificate in zona; data la posizione dominante del sito è ipotizzabile che parte di questi antichi simboli avesse un significato magico-religioso. Fin dal Medioevo è documentata la presenza sul monte Bracco di cave di gneiss e di quarzite, pietre che furono abbondantemente utilizzate per la costruzione degli edifici pubblici e privati del Saluzzese. Nel 1511 le cave del monte Bracco vengono citate da Leonardo da Vinci in uno scritto oggi conservato a Parigi presso l'Archivio Nazionale (manoscritto B): “Monbracho sopra saluzo sopra la certosa un miglio a piè di Monviso a una miniera di pietra faldata la quale e biancha come marmo di carrara senza machule che è della dureza del porfido... “. A partire dalla seconda metà del Novecento l'attività estrattiva in zona cessò per quanto riguarda lo gneiss, mentre è tuttora attiva l'estrazione della quarzite. La pietra estratta è detta Bargiolina ed è tuttora largamente utilizzata in Piemonte. Sul monte Bracco sono presenti alcune interessanti testimonianze architettoniche del passato, tra le quali spiccano la Balma Boves, un curioso complesso rurale costruito al riparo di uno strapiombo a quota 652 m in comune di Sanfront[4], e il medioevale Convento della Trappa, tra Envie e Barge.
La collocazione della Riserva naturale di Paesana (indicata in tavola di legge istitutiva del Parco con la sigla c21) nel contesto territoriale di individuazione della ipotesi di scheda progettuale (linea in arancione)
Stralcio delle cartografie escursionistiche realizzate per il comprensorio del Monbracco e dettaglio dell’area di attestamento e partenza del sentiero verso Balma Boves di connessione con l’anello principale dell’itinerario di circumnavigazione del complesso montuoso
Non ultimo l’area è oggetto di un progetto di elevato richiamato turistico e di ricerca storica ed archivistica denominato la Montagna di Leonardo, connesso alle citazioni storiche più sopra riportate e che ha messo a sistema molte delle particolarità che arricchiscono di interesse questo sito a partire dalla Certosa della Trappa, situata in vetta al Monte, a cui si uniscono i temi delle cappelle preistoriche, le cave antiche di materiali lapidei e che ha permesso di posizionare il sito a livello di interesse esteso, anche all’interno delle celebrazioni del 500nario di Leonardo nel 2018.
Pertanto un insieme di elementi di davvero forte interesse che potrebbero anche porre le basi per un ragionamento più ampio in termini di costruzione di un maggiore rapporto funzionale tra la fascia del Po e il Mombracco.
Il territorio è poi anche oggetto di insediamenti connessi all’energia idraulica, in relazione alla presenza delle centrali che sono in questo contesto collocate all’interno del BIM della Valle Po. La presenza di un Consorzio imbrifero montano connesso alla legislazione dei BIM italiana (legge il 27 dicembre del 1953 n. 959, detta anche legge sull’economia montana) rappresenta un fattore di interesse in quanto questi impianti possono costituire nodi di sviluppo di progetti di miglioramento locale di natura ambientale di un certo valore anche per la realizzazione di percorsi di fruizione e valorizzazione della loro rete locale.
Il complesso delle relazioni nel quale sviluppare la scheda progettuale tra Paesana e Sanfront, si configura come una “base territoriale” che, oltre ad essere composta al suo interno dalla opportunità di valorizzare il sistema delle acque (libere o inserite nei cicli delle energie rinnovabili) assume il ruolo di parterre dal quale partire per accedere all’importante complesso dei beni del sovrastante Mombracco: un luogo quindi di forte integrazione tra piana e rilievo, che riprende la figura di visione territoriale che si presenta altrettanto forte nel caso della fascia fluviale che corre ai piedi del sistema collinare Torino Valenza più a valle.
Relazioni tra l’area di scheda progettuale (area di confine in arancione) e gli elementi di pregio e criticità individuati dal PPR tavola P4 (vedasi legenda esplicativa dei principali tematismi a pag. 73)