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A3 AIO VALENZANO-LOMELLINA

Comprende la formazione, l'organizzazione e la gestione di un sistema di aree di grande interesse naturalistico, nel tratto tra Casale Monferrato ed il confine lombardo. I Comuni interessati sono: Casale, Frassineto, Valmacca, Ticineto, Bozzole, Valenza. L'ambito di operatività richiede convergenze operative con la fascia lombarda, direttamente coinvolta in molte delle azioni da effettuare.

I principali problemi che si presentano nell'ambito riguardano: a) il degrado paesaggistico e le alterazioni ecologiche (soprattutto per le zone umide latistanti) determinati da traverse, pennelli e difese spondali in cemento all'interno della fascia di divagazione, nonché dagli impianti estrattivi; b) la distruzione dei lembi residui di bosco planiziale e le modificazioni ambientali determinate dallo sviluppo della pioppicoltura in aree e con modalità colturali non appropriate; c) il degrado ambientale e le forme localizzate d'inquinamento determinati dagli insediamenti turistici abusivi, soprattutto con la progressiva adulterazione e moltiplicazione delle "baracche" da pesca; d) problemi specifici d'impatto ambientale connessi ad impianti speciali (discariche di Casale Monferrato, depuratori di Casale e Valenza, impianti estrattivi e di lavorazione inerti a Casale e Valenza); e) difficoltà d'accesso e di fruizione naturalistica dell'intero sistema di risorse, con rischi di sovraccarichi turistici nei punti più accessibili; f) ostacoli e difficoltà alla navigazione turistica da diporto (ponti di Casale e di Valenza). In relazione a tali problemi, gli indirizzi da seguire concernono principalmente: a) l'estensione delle misure di tutela naturalistica, già in vigore per la Garzaia di Valenza, ad un ampio sistema di aree di grande interesse naturalistico snodato lungo l'intero ambito (compresa la foce del Sesia), con interventi di rinaturalizzazione delle parti alterate ed interventi di regolazione delle attività agroforestali volti ad un graduale recupero di naturalità; b) la riqualificazione architettonica ed ambientale del tratto urbano casalese; c) la demolizione e il riordino e la razionalizzazione degli insediamenti abusivi, per eliminare gli inquinamenti in atto, ridurre l'impatto visivo e ripristinare la percorribilità e la fruibilità delle sponde; d) interventi mirati per gli impianti speciali ad alto impatto, basati su preliminari valutazioni analitiche delle situazioni di criticità e degli impatti attesi; e) la realizzazione di circuiti di fruizione, estesi ai versanti collinari ed appoggiati alla viabilità esistente (con particolare risalto per le strade d'argine) integrati da una rete di punti d'appoggio, parte dei quali basata sul recupero di strutture esistenti, parte sui nuovi poli turistico-ricettivi previsti dal Piano.

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In questo ambito si riconoscono in primo piano aspetti di appartenenza territoriale delle problematiche individuate e cartografate tramite gli schemi definiti come di seguito illustrato.

E’ necessario sin da subito ridefinire in parte caratteri descrittivi dell’AIO 3, in quanto le problematiche qui evidenziate sono in realtà da ascriversi all’ambito A2 essendo diretti aspetti legati al Comune di Casale Monferrato.

Pr altro verso le diverse questioni aperte in una analisi contemporanea dell’ambito sono da ricondursi al seguenti insieme di aspetti:

1 - elementi di natura ecologica presenti in sponda sinistra orografica del Po a valle della confluenza con il Sesia connessi al sistema della Lomellina.

2 - sul fronte opposto della sponda, destra orografica sono invece da segnalare 4 connessioni territoriali che hanno origine dal corso del fiume Po verso il sistema terminale collinare Torino Valenza e lungo i fiumi Tanaro e Scrivia. Nel loro insieme sono prospettive pianificatorie di area vasta che non erano presenti del tutto nella fase di avvio del progetto Po ma che ora fanno parte di una dimensione reticolare molto più diffusa di allora.

Schema esemplificativo tematiche presenti nell’AIO 3

La Lomellina e il rapporto con i territori in sinistra orografica del Po. La situazione dell’AIO 3 presenta una novità significativa rispetto agli altri casi esaminati che riguarda la sovrapposizione territoriale con l’ambito amministrativo della confinante Regione Lombardia, che interessa sostanzialmente tutta l’area di sinistra orografica del corso del Po a partire dalla confluenza con il Sesia.

All’atto della stesura del Progetto Po questi territori, inseriti nell’area o geografica della Lomellina, non erano interessati da elementi di interesse naturalistico significativo. Con l’avvio delle attività di ricerca ornitologica negli anni ‘90 e poi lo sviluppo delle politiche di Rete natura 2000, questo territorio è cambiato sotto il profilo naturalistico, con la presenza di numerose aree tutelate afferenti al grande ambito della ZPS Risaie della Lomellina: un ambito di circa 31.000 ettari che si estende in forma ovale sull’intera fascia della sinistra orografica del Po partendo dalle sponde del Po (dove è presente la ZPS del Po, per un profonditi media di circa 10 km, ed include 11 garzaie di cui 9 classificate siti di interesse comunitario. Questo ambito presenta quindi aspetti di connettività ecologica con la rete fluviale del Po evidenti che devono entrare a far parte di una visione e conseguente gestione unitaria delle problematiche ecologiche presenti, specie in relazione agli obiettivi di ambito vasto che lo strumento attuativo dell’AIO contiene.

Inoltre la tematica conservazionistica presente in questo territorio, legata in particolare al popolamento di ardeidi, possiede in relazione alle tendenza attuali un significato di particolare valore.

Confini ZPS Risaie della Lomellina e istituti di protezione presenti al suo interno.

L’area della ZPS delle Risaie di Lomellina è inoltre interessata da n complesso sistema di istituti venatori che rendono il territorio da un lato di non semplice gestione e dall’altro con potenzialità legate alla creazione di politiche edi rete atte a migliorare l‘assetto ecologico delle popolazioni faunistiche presenti. Un tema non di semplice soluzione anche in ragione delle culture venatorie presenti nell’area intrecciate con gli aspetti digestione agricola di un importante comprensorio produttivo legato alle coltivazioni agricole e del riso

Ambiti risicoli (in blu) ed aree cerealicole presenti nell’area della ZPS Risaie della Lomellina

Istituti venatori ed aree protette nella ZPS Risaie della Lomellina

Il tema della identificazione di uno schema operativo omogeneo interregionale non è affatto di immediata soluzione, anche in considerazione della disomogeneità degli strumenti pianificatori in essere quali ad esempio i due Piani paesaggistici vigenti, prodotti sulla base di schemi non omogenei. A partire da tale elemento è necessario prevedere l’estensione di lettura del PPR regionale del Piemonte all’ambito Lombardo interessato, al fine di poter individuare assi di intervento che favoriscano il consolidamento dei temi ecologici atti a favorire il mantenimento nonché lo sviluppo della biodiversità del sito. Una volta risolto tale aspetto è possibile prevedere una integrazione di azioni interregionali che mirino a favorire l’aumento tutto ove possibile dei corridoi di connessione tra area del Po e siti naturali collocati nella trama delle risaie della Lomellina, immaginando anche l’identificazione di un corridoio ambientale privilegiato intorno al quale permettere lo sviluppo di politiche di forestazione planiziale con finalità multiple sotto il profilo ambientale.

Pertanto per tale aspetto il territorio lombardo deve essere incluso all’interno delle politiche territoriali generali individuate per tale AIO, prevedendo nell’ fase procedurale ed anche in quella di formazione una intesa istituzionale a monte che permetta di promuovere una visione coordinata delle attività qui previste.

Sulla mancanza di omogeneità basti porre a confronto le seguenti tavole per comprendere il tema. Pur essendo l’area del corso del Po posto ai confini meridionali estremi della Regione Lombardia, interessato da aspetti di attenzione “vincolistica” ambientale ed ecologica, l’area non è interessata sul piano delle progettualità a una particolare attenzione da parte dello strumento del PPR lombardo.

Aree strategiche per la biodiversità dell’area bassa lombarda. Il corso del fiume Po è ricompreso e l’area della Lomellina è individuata con il numero 32.

Sistemi di protezione ecologica del Po e degli affluenti di sinistra orografica nel territorio lombardo con l’area della ZPS di Lomellina indicata nell’estremo occidentale.

A fronte di una situazione di riconoscimento di valori ambientali presenti, la fotografia resa dalle linee di intervento del PPR sono per questo ambito alquanto deboli se non inesistenti, rinviando il tutto ai soli piani di gestione interni della Rete Natura 2000, e considerando questa dinamica come non facente parte del core del progetto di PPR.

Infatti le indicazioni contenute nelle tavole di riferimento progettuale del PPR seguenti:

Tavola F - Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Tavola G - Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale Tavola H - Contenimento dei processi di degrado paesaggistico: tematiche rilevanti

Riportate in stralcio nella pagina seguente, pongono scarsissima attenzione alla questione ambientale in questo ambito del confine estremo sud occidentale della pianura lombarda.

Le aree di attenzione delle politiche regionali individuate nel PPR non interessano l’intero corso del PO, lasciando quindi senza specifiche indicazioni di natura ambientale l’ambito della Lomellina, rinviando alla sostanziale politica agricola presente.

Le campiture riportate nella tavola riguarda l’area della Lomellina limitatamente ai temi degli avvenimento calamitosi legati alla piene del Po.

La debole attenzione riservata a questo comparto è anche testimoniata dalle Tavole I (a b, c, d, e, f, g) - Quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge – articoli 136 e 142 del D. Lgs. 42/04, dove le aree campite sono riferite alle aree protette, senza includere i territori direte natura 2000 in questa visualizzazione che fornisce un quadro separato tra tutele ex lege paesaggistica e tutele ecologiche.

Ambiti di interesse ambiatele nel PPR della regione Lombardia. A est della Lomellina si vede l’ampia fascia del sistema del parco del Ticino.

Sul fronte opposto della sponda sulla destra orografica sono invece da segnalare 4 connessioni territoriali che hanno origine dal corso del fiume Po verso il sistema terminale collinare Torino Valenza e lungo i fiumi Tanaro e Scrivia. Nel loro insieme sono prospettive pianificatorie di area vasta che non erano presenti del tutto, eccetto le aree che da valenza si spingono più verso ovest e che erano incluse nella fascia di interesse del progetto, nella fase di avvio del progetto Po ma che ora fanno parte di una dimensione reticolare molto più diffusa di allora.

L’area di estensione verso il territorio di Pomaro Monferrato.

L’area di estensione verso il territorio di Lu Monferrato.. L’area di estensione verso il territorio di Pecetto di Valenza.

Relativamente al tema del raccordo con la fascia collinare valenzana, le tre estensioni di protezione che si sono venute a creare (la prima a monte di Valenza nel territorio dei comuni di Pomaro Monferrato. La seconda più estesa e che risale sino in prossimità di Lu nel Monferrato per un tratto di circa 15 km versoi territori interni collinari, la terza a valle di Valenza e che raggiunge l’area del Comune di Pecetto di Valenza ove è stata istituita una porzione di Parco naturale dedicato alla specie flora orchifera dell’area), hanno chiarito e definito in modo evidente l’importanza della relazione tra fascia di protezione del Po e sistemi dei rilievi, di varia natura e caratteri morfologici, che si affiancano a ovest e sud ovest del suo corso.

Tale argomento riguarda in generale gli AIO AM ed A2, oltre al presente, nelle loro linee di sviluppo degli aspetti pianificatori per i territori collinari prospicienti il Po: un tema che può vedere una sua soluzione a partire dalla costruzione di un piano di approfondire temi paesaggistico che dedichi un zonazione ed una identificazione pianificatoria all’interno della quale le digitazioni prima indicate vengono ad assumere un ruolo maggiormente integrato nel territorio di quanto non siano ora, costituendo infatti per lo più confini di protezione generati da dinamiche di varia natura e da istante più gestionali del territorio che di sua programmazione. Si tratta di una attività che anche in questa parte terminale del sistema dei rilievi collinari che affiancano il Po da Torino a Valenza, può contenere tre diversi obiettivi.

Il primo dedicato alla identificazione delle aree di stretta connessione ecologica tra fiume e ambienti collinari, per valorizzarne gli aspetti di varia natura ecologica che possono favorire il rafforzamento reciproco delle strutture ambientali presenti o potenziali.

Il secondo invece più di stretta pertinenza collinare che ha come obiettivo la valorizzazione e tutela di quelle realtà ecologiche proprie del collina, che possono beneficiare per riflesso della possibilità di essere maggiormente attenzionate e gestite, a partire dalla esperienza del Po, che in questi territori porta la sua metodologia di approccio e tutela del territorio. Questa seconda azione riprende per molti versi quanto successo in questi anni, laddove il lavoro di buone pratiche del Parco del Po ha informato e influenzato positivamente politiche di tutela in territori differenti va strettamente colla tuo dal punto di vista geografico: un caso su tutti è rappresentato da Pecetto di Valenza.

Il terzo infine è quello di utilizzare lo strumento del piano come momento di valorizzazione delle potenzialità di attrattività territoriale ed anche turistica che questo territorio possiede se letto nelle sue connessioni verso ovest lungo l’asse collinare.

Per quanto invece riguarda le connessioni lungo le aste degli affluenti in destra orografica del Po, il Tanaro e lo Scrivia, l’ambito di interesse dell’AIO A3 è portato ad estendersi verso le aree più a sud seguendo i progetti di tutela che hanno interessato le aste fluviali.

Lungo lo Scrivia, sono presenti aree protette con estese aree contigue, intorno alle quali i temi di uso dello spazio territoriale ad esempio attraverso la creazione di percorsi ciclabili hanno già interessato l’area, ponendole basi per attività di rete di collegamento con il sistema ciclabile presenti lungo il Po come anche con il suo sviluppo previsto dal progetto Vento.

Questa realtà propone con evidenza la possibilità di costruire reti territoriali che portano l’AIO di riferimento ad estendersi anche verso sud, coinvolgendo ambiti di territorio che non erano stati inclusi nei ragionamenti proposti nella descrizione originaria dell’AIO 3 del Piano.

Per quanto riguarda il fiume Tanaro la connessione è invece sviluppabile per tramite della presenza lungo l’affluente destro orografico del Tanaro, il torrente Orba, già oggetto dal 1987 di una azione di tutela, oltre che attraverso le iniziative di valorizzazione legate ai progetti anche qui di ciclabilità che hanno interessato questo territorio negli ultimi anni:

da un lato la ciclabilità lungo il Tanaro da Alessandria verso Asti con l’iniziativa della GranTanaRando che promuove un itinerario di oltre 200 km, che fa parte di una attività di segnalazione di percorsi lungo l’importante corso d’acqua che interessa anche le aree più a monte;

dall’altro con il percorso invece di attinenza più diretta con la fascia del Po che da Alessandria si collega con il territorio a su di Bassignana.

La fascia di protezione lungo lo Scrivia ed a destra una raffigurazione dell’anello ciclabile promosso nel territorio.

Le aree protette dell’Orba e le aree contigue collegate a sud di Alessandria a destra, ed a sinistra il percorso ciclabile che collega le aree lungo Tanaro con il Po.

Viste nel loro insieme pertanto queste diverse problematiche territoriali portano ad estendere l’area di interesse dell’AIO 3 verso sud, creando una situazione in parte analoga a quanto accaduto storicamente negli anni ‘90 nell’area torinese, dove i progetti di tutela hanno interessato, partendo dalla fascia del Po, ambiti di affluenti (in quel caso lungo il Sangone e la Stura di Lanzo), con estensioni delle attività di salvaguardia che hanno beneficiato dell’esperienza originaria del Po.

Infine è utile anche accennare ad un argomento tematico afferente invece direttamente il Po in questo caso ed in particolare legato all’area della confluenza Po Sesia, legato al tema della creazione di schede in corrispondenza delle attività estrattive fuori ambito.

Infatti in connessione a diverse attività di recupero della fascia fluviale e per motivazioni di natura diversa (vuoi strettamente idraulica vuoi per aspetti di più diretto recupero ecologico) nel tratto vercellese alessandrino si sono sviluppate una serie di attività di recupero, o sono in corso di valutazione come quella riportata nella figura seguente) tali da andare a allineare una serie di progetti che potrebbero meritare la loro definizione in schede specifiche, al fine di farne maturare altri aspetti di connessione e recupero anche con i contesti viciniori per finalità di integrazione con le politiche di uso delusolo presenti nei siti interessati.

Stralcio delle opere idrauliche di sistemazione ecologico ambientale nell’area della confluenza Po Sesia nel quadro della Direttiva sedimenti dell’Autorità di Bacino.

Rispetto pertanto al quadro di relazioni con il PPR della Regione Piemonte, gli aspetti di connettività territoriale trovano una grande componete di completamento nel settore a nord nel territori della Lomellina in Lombardi, la necessità di raccordarsi con le fasce lungo rilievi del sistema Collina Torino Valenza e la necessità d’espandersi a sud lungo il Tanato lo Scrivia.

L’ambito territoriale denominato A3 nel quadro delle componenti paesaggistiche del PPR regionale e l’asse del Po come immaginato nello schema originario del progetto Po.

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