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AM. PO DEI RE

A M . P O D E I R E . Comprende il tratto metropolitano e più urbanizzato della fascia fluviale, da Moncalieri a Chivasso, oggetto anche del Progetto speciale Area Metropolitana, promosso dall'Autorità di Bacino del Po. Interessa i Comuni di Moncalieri, Torino, S. Mauro, Settimo, Brandizzo, Gassino, Chivasso.

I principali problemi del tratto in esame derivano dalla notevole pressione urbana e concernono: a) l'inquinamento delle acque, anche in relazione ai necessari completamenti dell'impianto di depurazione Po-Sangone; b) il degrado della vegetazione ripariale, delle fasce spondali e delle aree libere latistanti, determinato da brutali alterazioni, eccessiva acclività, usi impropri; c) la discontinuità e le difficoltà nel sistema fruitivo, nei percorsi rivieraschi e nelle connessioni con i sistemi monumentali e con i sistemi del verde urbani (i centri storici di Moncalieri, Torino, S. Mauro, Chivasso; i parchi ed il verde della collina torinese) nonché nei percorsi nautici ad uso sportivoricreativo, più volte interrotti (ai ponti di Moncalieri, a parco Michelotti, alla traversa del Pascolo, a S. Mauro, a Chivasso); d) le promiscuità ed i conflitti nell'uso delle acque e delle sponde, anche in relazione al traffico nautico motorizzato, pubblico e privato. In relazione a tali problemi gli indirizzi e gli obiettivi da seguire, nel coordinamento con le previsioni urbanistiche delle amministrazioni locali, nel quadro delle strategie definite dal Progetto speciale dell'Autorità di Bacino, riguardano in particolare: a) la salvaguardia delle aree di maggior valore naturalistico; b) la riqualificazione delle fasce spondali, con la riprofilatura e la ricomposizione della vegetazione ripariale; c) il completamento e la qualificazione della rete fruitiva, anche con il ripristino della continuità di navigabilità ricreativa.

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L’ambito territoriale denominato A1 con l’integrazione delle zone di schede In questo ambito le progettualità di contesto non sono progettuali integrative inserite con i piani d’area stralcio del Sangone e mancate, essendosi anche qui sviluppato per due stagioni dei della Stura di Lanzo (lettere P in verde).fondi europei la progettualità di Corona verde, e che ha visto svilupparsi anche la piattaforma del Piano strategico III edizione. Sono nel loro insieme iniziative che hanno sviluppato quell’approccio di natura vasta che tuttavia non hanno avuto l’elemento della continuità essendo legate a volontà regionali nel primo caso (che hanno interrotto il sostegno a Corona Verde per la fare 2014-20), o per cambi di amministrazione come avvenuto per il Comune di Torino, che ha sciolto l’organismo che aveva guidato il processo del Piano strategico.

La natura dell’approccio di area vasta ha saputo anche tradursi in dimensioni progettuali come hanno testimoniato i Masterplan redatti sulla scorta del Piano strategico di Corona Verde ed attraverso i quali le aree omogenee individuate sono state poi oggetto dell’inserimento di ambiti progettuali (sulla falsa riga delle schede progettuali del Piano d’area) che hanno poi beneficiato delle destinazioni finanziarie dei programmi europei collegati. Un esempio quindi virtuoso della connessione tra pianificazione progettuale di area vasta e destinazione di fondi di misure europee specificamente destinate, e che consiglia di seguire questa modalità anche nello schema di lavoro prima descritto al paragrafo 3.1 nel quadro del lavoro di realizzazione della RVA del PPR come componente integrata all’aggiornamento del Piano d’area.

Nel caso unico del contesto metropolitano, lo schema direttore di Corona Verde permette di dare un esempio molto particolareggiato di quale configurazione potrebbe assumere il disegno progettuale di un AIO, raccordato con il PPR regionale e sviluppato più in dettaglio, fino a individuare le schede progettuali di ambito di influenza indiretta prima richiamate.

Scorrendo i 4 diversi profili tematici che lo schema CV individua, si possono individuare per l’area interessata dal Piano d’area più aspetti di interesse che sono di seguito commentati, a partire dalle connessioni con la figura progettuale generale del corema che lo schema direttore ha descritto.

Si tratta della raffigurazione territoriale del come il tema della Green belth si traduca nell’area metropolitana in due fasce, una più estrema ed una più interna, rispetto alle quali i sistemi degli spazi verdi aperti si intrecciano, per costruire quella maglia verde di riferimento da utilizzare come struttura territoriale sostenibile.

La figura del corema individuata definisce dei corridoi di connessione che incrociano la fascia fluviale in senso latitudinale in 4 aree:

1. Per la fascia esterna a sud di Torino nel territorio prospiciente

Carignano in destra orografica ed in quello subito a monte dell’abitato in sinistra orografica. Qui si tratta di un’area anche a forte valenza simbolica, interessando la zona della Riserva naturale del Po morto nonché uno degli ambiti estrattivi maggiormente gravato da situazioni di riordino come quello posto a nord del Po morto nell’area di La Gorra.

2. A nord di Torino invece il corema esterno di CV interessa la fascia sinistra orografica del torrente Orco sino ad incunearsi nella confluenza con il Po in Chivasso, mentre sulla destra orografica del Po il settore incrociato é quello della valle che risale ripida verso Castagneto Po e il territorio della abbazia di San Genesio. Le due cinture rappresentanti il corema di Corona Verde e i punti di relazione interna.

Le due cinture rappresentanti il corema di Corona Verde e i punti di incrocio con la fascia fluviale del Po.

3. Per la cosiddetta Inter belth le fasce di corema interessano invece a sud di Torino in destra orografica l’area delle Vallere in prossimità dell’incrocio ideale con il Castello di Moncalieri e il suo vasto parco, per poi proseguire sulla costa di raccordo più a monte con il Parco della Maddalena. In sinistra orografica invece la fascia corrisponde esattamente con il corso del Sangone, unico superstite di fascia paranaturale nell’intricata porzione sud di Torino, che gravita intorno al nodo produttivo di Mirafiori, che ha visto una proliferazione urbanistica, residenziale, produttiva e dei servizi davvero intensa.

4. A nord invece l’inner belth interessa l’area della fascia del Po che in sinistra orografica incrocia l’ambito ancora parzialmente non chiuso a sud di

Settimo torinese, oggetto della realizzazione di numerose aree verdi a partire dal parco fluviale, fino al Parco Pertini, per inserirsi poi nella maglia estesa della Tangenziale verde che raggiunge Borgaro e poi Venaria e la

Reggia. Sulla destra orografica infine l’intreccio con la figura di progetto di fascia interna avviene all’altezza dell’abitato di San Mauro Torinese in corrispondenza della salita del vallone di Rivodora, che rappresenta l’arco di collegamento con la vasta area boscata che si estende a est di Superga, nell’omonimo Parco naturale.

Quindi solamente dalla prima lettura delle coerenze territoriali tra il Po e lo schema generale di area vasta di CV, si individuano nodi specifici che possono rappresentare capisaldi di progettualità da svilupparsi, contribuendo in tal modo non solo all’attuazione di politiche di recupero e di connettività a livello fluviale, ma anche nodi di sviluppo esterno alla fascia sia nei contesti planiziali sia a sud che a nord di Torino (specie nelle aree in sinistra orografica del Po) sia in quelli dove la fascia fluviale incontra il rilievo Collinare talvolta strapiombante su di essa, e dove non mancano numerosi problemi di criticità in particolare legati all’assetto idrogeologico dei rii di versante.

Ma spostando la nostra analisi più in dettaglio in secondo ordine sui 4 profili tematici che lo schema direttore indaga, incontriamo numerosi spunti di progetto che potrebbero essere inseriti negli obiettivi dell’aggiornamento del Piano d’area, con particolare riferimento allo sviluppo degli AIO.

I sistemi ecologici della Corona Verde e analisi area della fascia fluviale del Po.

In questo ambito sono comprese aree tematiche che identificano tre anelli della innerbelt e le connessioni fiume collina che rappresentano la struttura di base per attivare i 4 corridoi verso la fascia esterna che attraversano in senso ovest est l’asse collinare.

Il primo comprende il corso del Po a partire da Vallere risale lungo la collina seguendo la fascia del coro ti prima descritta per poi correre lungo la dorsale sino al termine del Parco della Maddalena e ridiscende per l’area di pertinenza del parco che raggiunge il Po all’altezza del Parco del Valentino.

Il secondo invece parte di qui e si spinge verso nord per chiudersi a cerchio attraverso i due vertici del parco del Meisino l’uno il Po e Superga sulla destra orografica.

Il terzo è l’unico che invece si sviluppa in sinistra orografica ed a partire dalla fascia del corema a sud di Settimo si chiude a nord sulla Stura di Lanzo all’altezza del parco Cicho Mendes, per seguire poi la stessa Stura, nella fascia interessata dal Piano d’area.

Oltre a questi sono da segnalare i punti ritenuti di importanza di ricucitura delle reti ecologica rappresentati dalla fascia del Sangone e dall’ambito che unisce l’area del Molinello di Moncalieri fino alla confluenza con il Banna in prossimità dell’opera di derivazione della diga di La Loggia, e che comprende anche le due attività estrattive di Cascina Lanca e di La Loggia.

Nel loro insieme queste aree definite assumono importanza da un lato confermando il ruolo del contento del piano e delle sue schede, come ad esempio nei casi specifici di Sangone e Stura di Lanzo, e dall’altro suggerendo di individuare con maggiore chiarezza interventi e previsioni in spazi di interesse come ad esempio definito nei punti di raccordo tra fiume e collina per gli ambiti più interni alla città di Torino.

La tavola presenta una serie di specifica tipologie di attenzioni/indirizzi di intervento che sono descritte nella legenda di intervento con 5 ambiti legati al mantenimento e ripristino dei varchi, alla connettività lungo la fascia fluviale, al potenziamento della rete interna ecologica, al miglioramento della permeabilità periurbana, alle mitigazioni connesse alle infrastrutture:

I sistemi fruitivi della Corona Verde e analisi area della fascia fluviale del Po.

Per il sistema della fruizione il caso di CV permette di individuare con maggiore precisione e chiarezza il valore dei sistemi di connessione che trovano lungo il Po o nei punti di suo attraversamento, spazi ed itinerari di vaporizzazione. Tra questi è da richiamare ovviamente il progetto VENTO, al quale però occorre aggiungere la cosiddetta Via del Monviso che copre il tratto dle Po a monte di Torino sino alle Vallere.

Ma alla individuazione strategica di questi due assi (il secondo inserito anche nella pianificazione ciclabile di primo livello della Regione Piemonte), l’analisi di questo sistema di Cv permette di aggiungere molti altri elementi, in parte sviluppati anche nella esperienza ad esempio dell’ex Parco del Po torinese, che tuttavia necessitano di una loro elevazione a assi strategici territoriali riconosciuti.

Il primo è legato alla definizione di quei corridoi di Connessione impostato lungo gli affluenti in particolare in sinistra orografica del Po, oggi non definiti da una rete affermata di riconosciuta se non tramite la mosaicatura di diversi piani comunali (biciplan). Tra questi è che da annoverare il caso del percorso del Canale Cavour, un “effluente” sinistro orografica del Po, la cui collocazione nelle strategie di mobilità regionale costituisce un elemento importante specie per lo sviluppo dei rapporti con le categoria agricole, oltre che per la valorizzazione ambientale di un vasto settore della pianura a nord del corso del Po ed in adiacenza con la Dora Baltea.

Il secondo è legato ai percorsi ad anello esterno, in particolare presenti nell’area del Po dei Laghi, che permettono di costruire legami fruitivi con molte mete soprattutto culturali presenti nella piana fluviale, e che nel loro insieme permettono di arricchire il complesso dell’offerta furtiva anche del Po.

In questo contesto è opportuno segnalare il caso della Mandria di Chivasso, che CV individua come metà di percorsi da realizzarsi in contesti di pregio paesaggistico, come uno degli elementi di integrazione utili da inserire in un disegno di AIO del Po, come ennesimo caso di percorsi valorizzati l’asse centrale di Vento.

Un ulteriore elemento di valore è poi costituito dalla Corona di Delizie, il percorso individuato di connessione tra le eccellenze storico architettoniche sabaude e che incrocia il Po nei punti dell’area corema esterna a nord ed a sud di Torino.

Sulla destra orografica, una rete aggiuntiva che può apparire a prima vista non deI tutto coerente e poi costituita dai sentieri collinari. Questa rete molto diffusa e che vede una partecipazione di una ricca comunità di cittadini sia nella sua utilizzazione che nella sua cura, rappresenta invece un fattore di arricchimento e reciproco rilancio tra le due realtà geografiche, anche in considerazione dell’elemento panoramico che questo settore orientale rispetto al Po offre.

La sua identificazione in un contesto di AIO, permette di fornire ulteriori elementi a supporto del lavoro di valorizzazione ed attenzione che si è per fortuna sviluppato negli ultimi anni, specie dopo la spinta generata dal parco del Po torinese con l’ideazione del progetto del Cammino delle Colline del Po.

La tavola presenta una serie di specifica tipologie di attenzioni/indirizzi di intervento che sono descritte nella legenda di intervento con 4 ambiti legati rispettivamente al collegamento tra centri urbanizzati ed aree esterne, alla valorizzazione del circuito delle Residenze sabaude, alla rete della viabilità minore, ed alle attrezzature per la fruizione:

I sistemi agropedologici della Corona Verde e analisi area della fascia fluviale del Po.

Un fattore delicato e di grande impatto estensivo sugli ambienti planiziali è quello legato alle attività agricole che se da un lato stanno sempre più muovendosi secondo principi di sostenibilità dall’altro costituiscono ancora in massima parte la stragrande maggioranza degli usi del suolo, lasciando pochissimo spazio agli ambienti naturali.

Su questa partita si giocano elementi di forte interesse, e lo schema di CV permette quanto meno di fare fronte alla necessità di un dialogo costruttivo con questo comparto economico a partire da alcuni nodi di interesse che sono individuati nella fascia fluviale ed intorno ad essa.

Innanzi tutto il sistema delle aree irrigue di pregio, collocate ad esempio intorno al Chivassese, come anche nel centro di Torino nel parco di Italia 61 rappresentano territori di elezione versoi quali creare connessioni o progetti dedicati, come anche è prevedibile per gli ambiti delle produzioni tipiche e quelli identificati da suoli ad alto valore agronomico rappresentano due contesti di progetto di primario interesse che possono interessare gli spazi di influenza indiretta del piano.

A questi si affiancano po le aree agricole inserite in aree protette oltre zone sensibili, dove la fascia del Po presenta ampie situazioni, che dovrebbero vedere progetto specifici, in parte per una loro trasformazione in aree boscate, anche legate a strategie produttive, e per una loro conversione a colture biologiche e miste. In questo ambito programmi come quello della Foresta condivisa della fascia del Po, o azioni candidabili attraverso le misure dei PSR, dovrebbero permettere una conversione, anche in senso di risposta al tema dei cambiamenti climatici.

La tavola presenta una serie di specifica tipologie di attenzioni/indirizzi di intervento che sono descritte nella legenda di intervento con 4 ambiti legati rispettivamente al valorizzazione delle risorse primarie agricole, alla promozione della rete dei produttori ed alle attività multifunzionali, al coordinamento di iniziative locali aventi rilevanza strategica:

I sistemi dei bordi e porte urbane della Corona Verde e analisi area della fascia fluviale del Po.

Gli indirizzi relativi alla questione delle porte urbane e dei bordi, assume un rilievo particolare sotto il profilo urbanistico e dei paesaggi, quale elemento di mantenimento e recupero di una leggibilità della fascia fluviale oggi fortemente compromessa da parte delle espansioni edilizie legate ai diversi comparti degli usi del suolo ”grigi” (abitativo, dei servizi, industriale, commerciale).

A titolo esemplificativo e di illustrazione è riportato qui a fianco l’ambito, che comprende l’area tra i Comuni di Moncalieri e Carignano in Torino sud, tre Comuni che seguono il corso del fiume Po in senso sud nord. Relativamente ai bordi le proposte contenute, che possono riguardare sostanzialmente le aree di influenza indiretta del piano d’area, rappresentano tuttavia interventi alquanto necessari per permettere quella continuità di lettura paesaggistica tra i Comuni di fascia e il corso del Po quale elemento di caratterizzazione identitaria del territorio fluviale.

Qui sono esemplificate e riferite alla planimetria 4 categorie delle 14 individuate:

Se si conduce una lettura attenta delle zone interessate dagli interventi, si può verificare l‘estrema identificazione delle tipologie di opere previste legate alla mitigazione di tutti quegli effetti negativi paesaggistici oggi generati da un trattamento specialmente dei bordi urbani, che non rispondono ad una logica di attenzione vero l’esterno del costruito, ma solamente una impostazione funzionale rivolta alle esclusive necessità di gestione ed accesso dall’interno dell’abitato.

Per favorire la percezione delle problematiche individuate si riporta qui di seguito una esemplificazione di confronto riguardante il Comune di La Loggia confrontando la tavola dello schema direttore con una ripresa dall’alto.

Le tre aree descritte permettono di verificare la natura degli impatti di intervento comprendendo:

Opere di fascia di verde con alberature e sistemi a siepi estesi che permettono di identificare l’area di ingresso in la Loggia e la qualità dell’ampia rotonda presente (in rapporto anche al corridoio ecologico del Chisola,)che costituisce il nodo di ingresso verso le aree prospicienti il Po e e le cave Zucca e Pasta destinate in futuro a fruizione e gestione con SMAT. L’intervento comprende anche azioni di mitigazione rispetto al comparto industriale presente a nord di La Loggia. In questo ambito a sud di La Loggia occorre mitigare l’estensione delle aree commerciali ed industriali che in arrivo da Carignano non caratterizzano ambientalmente l’ingresso nell’abitato e denotano rispetto alla fascia fluviale a destra una debole connotazione paesistica.

In questo ambito che corre a fianco della circonvallazione di La Loggia, è presente l’intervento di ridisegno del bordo urbano da accompagnarsi dove possibile con fascia di verde di bordo, che può interessare in specifico proprio il tratto della circonvallazione , a segnalare con un arco verde il territorio che costeggia la fascia fluviale posta a sinistra di chi percorre l’asse stradale verso sud.

I progetti locali della Corona Verde e analisi area della fascia fluviale del Po.

Attraverso l’incrocio di vari elementi individuati nelle 4 aree di interesse prima descritte, lo schema direttore ha sviluppato l’identificazione di subambiti di progetto che interessano del fascia del Po in diversi casi individuati come i seguenti:

Questa visione territorializzata delle problematiche rappresenta un interessante schema esemplificativo di come un AIO individuato dal piano potrebbe essere articolato suo interno dando vita quindi anche a punti progettuali specifici, ed a schede progettuali, di ambito diretto od indiretto del Piano.

Tra questi è interessante richiamare ad esempio il numero 5, illustrato nella planimetria a pagina seguente, che permette di mettere in risalto le modalità di raffigurazione e le diverse componenti in gioco che possono essere parti di una specificazione dell’AIO come in questo paragrafo descritto.

E’ anche importate ricordare che per la creazione di una dimensione di governance adeguata il riconoscimento del sito UNESCO MaB CollinaPo, ha avuto un ruolo importante, ma anche qui la mancanza di una guida chiara e con continuità (processo avviato dal parco e poi guidato da uno solo dei comuni coinvolti (il Comune di Torino), hanno impedito il proseguimento efficace della progettualità.

Un fattore che in ogni caso incide a livello di questa piattaforma è la necessità di tenere conto del Piano d’azione che la Riserva non ha ancora adottato: uno strumento che in termini di qualità degli obiettivi potrebbe trovare una forte coerenza con lo sviluppo dell’AIO metropolitano, come anche per l’area del Po dei Laghi.

Il territorio della Riserva della Biosfera CollinaPo, con le fasce di core area e buffer zone che interessano strettamente le aree protette del Po e della collina torinese.

Certamente in termini privilegiati, questo AIO ha visto una notevole attività di specificazione dei sui contenuti di scala vasta territoriale, proprio grazie allo schema direttore di Corona Verde realizzato negli anni 2000 prima analizzato oltre che al lavoro di dossier prodotto perla candidatura a Riserva della Biosfera MaB., fattore che presenta una ricchezza di elementi di lavoro relativamente alle relazioni nelle quali sviluppare l’area di approfondimento del PPR. Chiaramente gli elementi desumibili dal PPR rappresentano un layer parziale e generale rispetto invece alla ricca serie di informazioni ed elaborazioni prodotte dallo schema direttore di Corona Verde, rimangono tuttavia un elemento di sfondo da tenere in considerazione, essendo la piattaforma sulla quale gli approfondimenti degli Aio andrebbero a ricadere.

L’ambito territoriale denominato AM nel quadro delle componenti paesaggistiche del PPR regionale e l’asse del Po

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