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Da Monaco a Pordenone, Anna McCarthy con "What Are People For?"
L'artista è stata ospite con la sua band della rassegna di musica indipendente Scenasonica
di Virginia Bettinelli bito in sintonia. Quindi all’inizio eravamo solo noi due a suonare ed esibirci qualche volta.
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A gennaio a calcare il palco di Scenasonica, la rassegna di musica indipendente all'ex convento di San Francesco a Pordenone, c'era anche Anna McCarthy e la sua band, con l'album "What Are People For?". Nato da una collaborazione tra l'artista e la musicista e produttrice Manuela Rzytki, mostra l'equilibrio ideale tra vibrazioni hip-shake e un contenuto provocatorio. L'intero progetto nasce da una pubblicazione e una mostra di McCarthy che pone le basi per il contenuto e i testi dell'album, che è umoristico, poetico e politico. La serata è stata l'occasione per conoscere l'artista ed intervistarla.
Prima volta a Pordenone, che impressione avete avuto?
Ci è piaciuto molto suonare nella vostra città. Ci sentiamo onorati di essere stati inclusi in una programmazione così straordinaria di musicisti come i Meridian Brothers e The Dwarfs of East Agouza, che amiamo. Inoltre è sempre stato un mio sogno fin dall’infanzia quello di potermi esibire in una chiesa senza religione e manipolazione.
Com'è nato l'album?
Manuela Rzytki ed io abbiamo cominciato a collaborare qualche tempo fa. Mi sarebbe piaciuto creare una band musicale dal nome: What Are People For? (A cosa servono le persone?) e lei era interessata al fatto che io scrivessi le liriche per la musica che stava componendo e da quel momento ci siamo trovate su-
Poi agli inizi della pandemia abbiamo suonato nei Meadow of Therese (42 ettari di terreno dove viene organizzato l’Oktoberfestndr), per la prima volta come un quartetto con Paulina Nolte alla tastiera per le basi ritmiche e accompagnamento vocale, e Tom Wu alla batteria; tutto si è incastrato magicamente, tutto è andato a posto.
Una band di amici?
Noi quattro siamo amici da molto tempo e facciamo parte di un ambiente molto attivo a Monaco e caratterizzato da molti progetti riguardanti: arte, musica, teatro e cinema. A tenerci uniti è il nostro denominatore comune: non ci piacciono le categorie, i confini o il fanatismo, cerchiamo di provare il meno possibile e ci piace ballare sui tavoli! Per What Are People For ho scritto i testi, la musica è stata prodotta e registrata da Manu, e poi abbiamo invitato gli altri due a scatenarsi con noi. Ci rispettiamo molto l'un l'altro e la nostra collaborazione è saldamente radicata nell'intuizione e in un profondo senso di fiducia per fare tutto ciò che vogliamo assieme, anche se continuiamo ad esistere nei nostri regni individuali.
Quali sono i piani futuri?
Abbiamo altri spettacoli in programma quest'anno in Germania, Francia, Au- stria, Norvegia e, naturalmente, di nuovo in Italia. Non abbiamo mai fatto un tour più bello: tanto stile, tanto buon cibo, tante belle persone che muovono i loro corpi in dolce armonia.
Un'ultima cosa, mi incuriosisce molto il tuo cappello, ha qualche significato? A Pordenone diciamo che “A quei della bereta nesun i ghe la peta”, ossia chi indossa il berretto non si lascia ingannare ed è il motivo per cui il cappello lo indosso anche io.
Il mio copricapo rappresenta una nuvola volutamente intrappolata nella mia testa, in altre parole: sono una grande sognatrice e con una testa pesante.