TRANSITION TOWN
MOLTIPLICATORE DI VALORE
Ipotesi urbane per un Design dell'inclusione
ISIA - Istituto Superiore per le Industrie Artistiche - Roma www.isiaroma.it Consorzio Universitario di Prodenone www.unipordenone.it ICE - Agenzia www.ice.it
Transition Town Ipotesi per un Design dell’Inclusione Contributi di Luca Zevi, Giordano Bruno, Stefano Salvi, Enrico Sartor, Gianni Fiaccadori, Sonia Massari, Giuseppe Marinelli De Marco, Alessandro Cravera, Erika Faresin, Veneranda Carrino, Alessandro Spalletta, Carlo Maria Medaglia. Ideazione e direzione scientifica Giuseppe Marinelli De Marco Progetto grafico e impaginazione Intorno Design Art Direction e copertina Vertigo Design Si ringrazia Comune di Pordenone, Camera di Commercio di Pordenone, Unione Industriali di Prodenone, Polo Tecnologico di Pordenone, Metadistretto Veneto dei BBCC, dott. Giuseppe Stanco, dott.ssa Sonia Massari, designer Marika Ikeda, designer Giorgio Giallombardo, lo staff Promozione della Biennale. Le immagini di copertina sono di Federica Spera. Tra le immagini sono presenti i Progetti di: Bruno Testa, Paolo Fusaro, Grazvyda Rackauskaite, Alessandro Ciancio, Valentina Cameranesi, Luigi Cuppone, Eleonora di Nolfo, Mauro Palatucci, Michele Cadamuro, Paola D’Ercole del Gruppo Labirinto 1976.
Questo volume raccoglie un insieme di ricerche e di esperienze progettuali nate all’interno del Biennio Specialistico dell’Isia di Roma, denominato “Design dei Sistemi”, ed improntate ad una visione sistemica nella lettura e nelle strategie risolutive dei problemi. L’Isia di Roma pur mantenendo un presidio importante nei confronti della tradizione storica del design italiano, svolge da tempo una attenta rielaborazione e revisione dei paradigmi concettuali del design industriale per come lo abbiamo conosciuto e praticato nella modernità. This editing gathers some research and design experience arising in the Master Course of the Isia Rome Design, driven by a Systemic approach. The Master Course has long played a careful reprocessing trough the conceptual paradigms of design as we have known in modern times, coming to the definition of the degree course, in "Design of Systems”.
Corso di II Livello in Design dei Sistemi Workshop Scenari Prof. Giuseppe Marinelli De Marco Tutor Tommaso Salvatori Studenti Giulia Romiti, Leonardo Graziano, Elena Rotondi, Sara Bianchetti, Francesco Morese, Nicolò Merendino, Davide Capalbo, Gergely Ambrovics, Daniele Ficociello, Alessandra Chiavaro, Fulvio Castelli, Eleonora Marchetti, Francesco Teutonico, Alessandra Ciancio, Chiara De Donatis, Andrea Avellino, Adriano Conti, Marco Piras. Corso di Product Design Prof. Alessandro Spalletta Progetti di Marco Ripiccini, Giorgio Giallombardo Ricerca Social Housing Project Manager Prof. Veneranda Carrino Docenti Prof. Stefano Salvi, Valentina Pirritano Ricercatori Marco Ripiccini, Tommaso Salvatori Diplomandi Giulio Galassi, Francesco Biagini, Francesca Mungiguerra, Francesco Piccolo. Workshop Transition Town - Chiba/Tokyo Feb. 2012 Chiba University, Chiba - Department of Design JDP - Japan Institute of Design Promotion IIC - Italian Istitute of Italian Culture in Tokyo Professor Makoto Watanabe, Takayuki Higuchi, Kenta Ono, Yusuke Ashizawa.
Transition Town IPOTESI URBANE PER UN DESIGN DELL’INCLUSIONE
4
Indice Saggi . ....................................................................................6 Architettura, crescita, innovazione e industria ...............................................6 Rispondere al presente, immaginare il futuro ................................................7 Produzione per valore aggiunto. Il ruolo del Made in Italy .............................8 Foodscapes, creatività e innovazione...............................................................9 Il contributo di ICE Agenzia: Transition Town e il Made in Italy ...................10 Ipotesi per un Design dell’Inclusione .............................................................12 Competere nella Complessità/Il network TT ...............................................15 Metodologie e strumenti di lavoro ................................................................16
Premesse progettuali .........................................................17 I 5 Fattori (Tempo, Spazio, Umano, Innovazione, Conoscenza) ....................18 Dall’Innovazione al Cambiamento .................................................................24 I 5 WorkPackage ..............................................................................................26
Progetti ................................................................................31 Workshop Scenari del Design .........................................................................32
Ricerche . ..............................................................................45 Casa+ for all - Progetto al plurale....................................................................46 In the Clean City ...............................................................................................49
Architettura, crescita, innovazione e industria. Da Adriano Olivetti al Made in Italy. ARCH . LUCA ZEVI - CURATORE PADIG LION E ITALIA / XIII B IEN NA LE D I ARCHITE TTU RA D I VE N E ZIA .
L’interesse con il quale il Padiglione Italia alla XIII Biennale Internazionale di Architettura di Venezia accoglie una giornata di riflessione sulle Transition Towns, condotta da Isia Roma Design in collaborazione con ICE e il Consorzio universitario pordenonese, è molteplice: L’aspirazione a una concezione sistemica della produzione Made in Italy - già passata dall’originario individualismo esasperato alla sinergia dei distretti industriali – che individua nel business virtuoso della riqualificazione del territorio la sola strada praticabile di uscita dalla crisi in corso; L’industrial design quale territorio dell’innovazione progettuale italiana, a fronte di comparti tradizionali – edilizia residenziale in primo luogo – che ormai da quasi settant’anni non partoriscono nulla di interessante. La trasformazione delle politiche di sostegno ai settori più deboli della popolazione dalla mera assistenza quantitativa al riconoscimento della dignità del loro status di precarietà – non episodico ma connaturato alla condizione dell’habitat contemporaneo – e alla conseguente necessità di interpretazione progettuale di tale status. L’estensione del campo d’azione del Made in Italy dalla sola produzione di beni strumentali a quella di beni collettivi – l’impresa sociale – anche a compensazione delle conseguenze della crisi del welfare state tradizionale. Un’insieme di obiettivi e metodologie che potrebbero rendere l’elaborazione e la realizzazione di Transition towns mediante tecnologie ecosostenibili un settore di punta nella produzione dell’habitat contemporaneo, andando a ricoprire un ruolo diverso ma non meno rilevante di quello svolto l’edilizia sociale all’epoca dell’industrializzazione pesante e dell’urbanizzazione accelerata. Se l’edilizia sociale ha segnato la rapida crescita e l’altrettanto rapido declino della stagione del fordismo italiano, le Transition towns potrebbero favorire lo sviluppo di una Quarta Stagione del Made in Italy - cui il Padiglione Italia 2012 è dedicato in primis - caratterizzata da un capitalismo di territorio improntato al policentrismo insediativo e alla Green Economy, riproponendo in chiave contemporanea l’originalissima geografia storica del Bel Paese.
The interest with which the Italian Pavilion at the XIII International Biennale of Architecture, hosts a conference day on the Transition Towns subject, assumptions for design of the inclusion, led by Isia Roma Design in collaboration with ICE and the University Consortium of Pordenone, is manifold: The aspiration to a systemic view of Made in Italy - already passed by the original exaggerated individualism to the synergy of industrial districts - which identifies the virtuous business redevelopment of the area, as the only feasible way out of the current crisis. The industrial design as a design innovation Italian territory, compared to traditional sectors residential building in the first place - that for almost seventy years does not give birth to anything interesting. The transformation of policies to support the weaker sectors of the population from the mere quantitative support to the recognition of the dignity of their precarious status not episodic but inherent in the condition of contemporary habitat - and the consequent need to design interpretation of this status; The extension of the scope of the Made in Italy only by the production of goods to the provision of collective goods - social enterprise - even to offset the consequences of the crisis of the traditional welfare state. A set of objectives and methodologies that could make the development of Transition towns – taking care to use environmentally sustainable technologies – a leading sector in producing contemporary habitat, going also to play a different role, no less significant at all, than was happened in social housing area at the time of heavy industrialization and fast urbanism. If social housing marked the rapid growth as a rapid decline of the Italian season of Fordism, the Transition Towns research, if it were thorough, may promote the development of a fourth season of Made in Italy - which the Italian Pavilion 2012 is dedicated. 6
Rispondere al presente, immaginare il futuro. L’approccio sistemico al Design. PROF. GIORDA NO B RUN O - D IRETTORE IS IA ROMA DES IGN
La presenza alla 13a biennale dell'Architettura di Venezia dell'ISIA di Roma, con il suo portato e le sue aperture nel vasto mondo del design che, attraverso le nuove tecnologie, i nuovi saperi, i nuovi comportamenti sociali, è sempre più pervasivo, è la riprova del vivace e fecondo intrecciarsi di discipline, filosofie, metodologie che oggi sempre più necessitano di incontrarsi, ascoltarsi reciprocamente, relazionarsi per “costruire” una nuova “weltanschauung“, adatta alla complessità dei tempi. La cultura dell'interazione e dell'integrazione, cui siamo particolarmente legati, mi sembra non possa che essere meglio rappresentata dal tema “Transition Town”, che ha necessità di sviluppare coerenza e sensibilità nel combinarsi opportunamente delle due precedenti qualità, di cui tutti sentiamo un profondo bisogno. Con l'augurio sentito che a partire da questo convegno prenda piede e si sviluppi una nuova “transition culture”.
The presence at the 13th Venice Biennial of Architecture of the ISIA of Rome, its history and its openings in the wide world of Design, through new technologies, new knowledge, new social behaviors, it is increasingly pervasive, proofs the lively and fruitful interplay of disciplines, philosophies, methodologies today, relate to "build" a new "weltanschauung", adapted to the complexities times. The culture of interaction and integration which we are particularly bonded, it seems to me that it cannot be better represented by the theme "Transition Town", which needs to develop consistency and sensitivity to appropriately combine the previous two qualities, which we all feel a deep need.
PROF. STEFA NO S ALVI - PRESIDENTE IS IA ROMA DESI GN
Il Social Housing, riscattando il generico concetto di “casa popolare” indica al contempo un modello abitativo basato su un insieme di elementi concorrenti ad un maggiore benessere socio ambientale, attese anche le mutate realtà sia in termini di numero che di età che di esigenze dei nuovi nuclei familiari, inserendo così il concetto di “domus” in un rinnovato contesto urbano. In tal senso social housing e smart cities sono occasioni congiunte per poter diffondere una sempre maggiore qualità di vita in un modello urbano sostenibile. The Social Housing modern experience redeems the generic concept of "popular dwelling" because is based to both a model based on a set of elements toward a greater socio environmental expectations, and also improuve the reality in terms of number of age and needs of the new families too, thus bringing the concept of "domus" in a renewed urban context. In this sense, social housing and smart cities are true occasions interconnected to create and spread a greater quality of life in a sustainable urban model. 7
Produzione per valore aggiunto. Il ruolo del Made in Italy. La sfida del Consorzio Universitario di Pordenone. D OT T. ENRICO SA RTOR - D IRETTORE CON SORZIO UNIVERS ITARI O DI PORDE NONE
L’innesto nella programmazione didattica universitaria pordenonese di un corso triennale in “Disegno Industriale”, erogato da IsiaRomaDesign, sta suscitando un crescente interesse del comparto produttivo, delle istituzioni, del mondo della scuola. Tale attenzione deriva da più motivazioni: si è riempito un vuoto in ambito formativo, ed esiste una crescente necessità di operare un aggiornamento della linea di prodotto, si vuole uscire dal concetto di produzione “per volumi” per passare a una più attuale “produzione per valore aggiunto”, della quale il Made in Italy deve rivestire un ruolo centrale. Il crescente successo in termini di iscrizioni dei primi due anni, la soddisfazione degli studenti, la compenetrazione tra corso, comparto industriale, società civile anche, ma non solamente, attraverso la “Design Week”, sono tutti elementi che validano l’importante lavoro formativo che IsiaRomaDesign sta portando avanti nel Nord Est d’Italia, consentendo di poter guardare con ottimismo al radicamento del percorso in Pordenone.
There’s a growing interest from industry, institutions, high schools to the newly established three year academic course in “Industrial Design”, which is being offered in Pordenone by IsiaRomaDesign. This attention has many reasons: there was a gap in the educational offer within the area, which has been filled; industry wants to give up the increasingly outdated production-per-volumes concept, and focus on a more contemporary value-added-production concept, which, mainly, has today to focus on a restyled idea of “Made in Italy”. With requests of admission growing year after year, approval by students, as well as growing interpenetration among industry, civil society, also by means of the successful experience of the “Pordenone Design Week”, it can easily be sustained that IsiaRomaDesign is doing a great work in the Italian North East, thus allowing with optimism a full rootage of the course in Pordenone.
8
Foodscapes, creatività e innovazione. Il cibo come mezzo d’interazione sociale. DOTT.SSA SO NIA M ASSARI - BARILL A CENTER FOR FOOD &NUTRITION
La preoccupazione dell’opinione pubblica sulle questioni dell’accesso al cibo e della sicurezza alimentare sta aumentando, ovunque nel Mondo. Fiorisce la consapevolezza sulla reale distanza tra sistemi di produzione e sistemi di consumo. La globalizzazione, lo sviluppo dell’urbanizzazione e della società dell’informazione, stanno generando nuove forme di esperienza urbana e contesti di trasformazione in cui le tecnologie e le diverse comunità culturali sono i veri protagonisti del cambiamento. Il rapporto uomo-cibo, l’esperienza cibo e i comportamenti alimentari rispondono ad un complesso sistema di fattori situazionali e di scelte che gli individui fanno, basandosi spesso su logiche non tangibili, né facilmente prevedibili. Vari artefatti (materiali, fisici, sociali, cognitivi) sono coinvolti ogni volta che l’uomo compie un’azione per crescere: quindi anche quando cerca, sceglie, mangia o cucina un alimento. Tali mediazioni sono influenzate dagli altri e sono il frutto e il motore del processo cognitivo dell’uomo. L’aspetto culturale del cibo, così come la diversità degli individui nella comunità, non può essere trascurato. Da quest’anno, il Barilla Center for Food&Nutrition ha deciso di coinvolgere i giovani, stimolandone la creatività e lanciando il progetto multidisciplinare BCFN “Young Earth Solutions” che si propone di dare ascolto alle esigenze attuali emergenti dalla società e individuare soluzioni che consentano di affrontare le principali sfide in campo agroalimentare.
All over the world, public concern about issues of access to food and food safety is increasing. Awareness of the real distance between systems of production and those of consumption systems is becoming clearer. Globalization, urbanization and the development of society, are creating new forms of urban experience and contexts of transformation where information technology and different cultural communities are the true protagonists of change. Food experiences, eating patterns and person-food relationships, respond to a complex system of situational factors and choices which individuals must make, and are grounded in logical considerations that are neither tangible nor easily understood. A number of different artefacts (material, physical, social, cognitive) may be considered each time people act in order to grow, even when seeking, selecting, eating or cooking food. The cultural aspect of food, as well as the diversity of individuals in the community, can never be overlooked.From this year, the Barilla Center for Food & Nutrition decided to involve young people, stimulating their creativity and launching the multidisciplinary project BCFN "Young Earth Solutions". It aims to listen to the demands emerging from society today and identify solutions to address key challenges in the field of food.
9
Il contributo di ICE-Agenzia: Transition Town e Made in Italy. L’iternazionalizzazione del prodotto italiano. DOTT. GIA NNI FIACCAD ORI - AREA BEN I STRUME NTALI, TECN OLOGIA , SE RVIZI / ICE AGE N ZIA
“ICE-Agenzia per l’internazionalizzazione” è stata più che lieta di poter contribuire al programma di attività del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2012, imperniato sul tema delle radici culturali, e sociali, del “Made in Italy”, perché affronta un aspetto della realtà produttiva del nostro Paese la cui promozione è il fulcro del suo mandato istituzionale. Il progetto si propone di lanciare quella che vorremmo diventi una nuova corrente nel “Made in Italy”, incentrata non soltanto nei canali tradizionali del lusso ma anche nel suo essere contributo al benessere sociale delle comunità di persone, un’immagine che deve fare giustizia della cultura produttiva del Paese. E’ dunque più che lecito chiedersi come potrà evolvere il “Made in Italy” di piccole aziende con scarso accesso ad una scarsa ricerca scientifica, incapaci di efficaci economie di scala e di scopo, e dunque tendenzialmente deboli e poco competitive nella distribuzione internazionale (l’Italia non ha mai superato l’1% del PIL destinato alla ricerca, un azzardo irresponsabile per un Paese trasformatore e popoloso). Ci siamo chiesti se, dati dei presupposti favorevoli minimi, l’evoluzione di nuove filiere per il Made in Italy possa essere innescata dall’operatore pubblico in qualità di attore aggregatore “super partes”, e con quali accorgimenti di processo si possa replicare il modello “Olivetti” sia di internazionalizzazione sia di sviluppo delle comunità e dei territori, visto che, in un ambiente economico “globale” che si fa sempre più aspro, sta crescendo, inevasa, una domanda di stabilità sociale. Nelle stesse economie avanzate il concetto di benessere sociale legato al reddito dell’individuo consumatore (che si compra il suo pezzo di benessere) comincia a vacillare, e con esso la stessa stabilità sociale futura, se ciò che potrebbe perdersi a livello di redditi individuali, non venisse in qualche modo compensato in termini di qualità della vita, o forme per il vivere nell’insieme sociale che salvaguardino la pienezza e la dignità umana: un “essere” non misurato con l’avere.
Con alle spalle svariati anni di attività progettuale nella promozione della filiera del legno, ICE-Agenzia insieme ad ISIA Roma Design, ha sviluppato un progetto per aggregare, e collocare sulla mappa mondiale, le tante competenze nel campo dell’edilizia innovativa, presenti nel nostro Paese (progettazione, fornitura e ricerca), ma spesso disperse e poco sinergiche. Il suo avvio concreto è stato previsto un apposito stanziamento nel Programma Promozionale 2012-2013, abbinato alla possibilità di creare un’apposita sezione nello strumento web dell’ICE per la promozione e comunicazione con la committenza estera denominato “Fiera virtuale”. In svariati progetti abbiamo già sperimentato una metodologia di aggregazione che utilizza i seguenti fattori: • nuove opportunità di mercato estero (indagini, incontri seminariali con la committenza estera ecc.) per forniture complesse e grandi volumi di prodotto, che per essere centrate richiedono l'impegno e gli apporti coordinati di più imprese, • sviluppo di collaborazioni collegate all’ampliamento di catene distributive, • la logistica per accorpare in un flusso unico gli approvvigionamenti e le forniture di più imprese, permettendo loro di raggiungere collettivamente economie di scopo e di scala ed efficienza di servizio, • lo sviluppo dei programmi di collaborazione con centri di ricerca in mercati ad alta intensità di R&D (es. area scandinava, Giappone, Germania ecc.) per il trasferimento di innovazione e nuove opportunità di lavoro in subfornitura per sistemi di PMI italiane, 10
• il ricorso al design industriale per tradurre l'innovazione in nuovi prodotti, e creare nuovi mercati, nonché per sincronizzare la rimodulazione innovativa di prodotti con i processi produttivi di aziende che si integrano per realizzare forniture sistemiche (es. sistema abitare). Questo approccio è in piena consonanza con la recentissima European Design Innovation Initiative. T. Towns è un progetto pubblico-privato, focalizzato su proposte insediative di tipo sperimentale con forti valenze innovative sia negli aspetti strutturali sia nella finalità sociale: • Aggrega, e promuove internazionalmente, una rete integrata di competenze necessarie a progettare, ingegnerizzare, produrre ed attrezzare insediamenti civili per cause politico/economiche, crisi ambientali, calamità naturali, il più possibile eco-compatibili nei materiali e con un consistente utilizzo di componenti lignee, improntate nella forma e nella composizione spaziale (design) al benessere di chi li abita nel rispetto dei parametri culturali locali. Le crisi con mobilità indotta non sono certo una novità nella storia delle comunità umane, ma hanno, ed avranno sempre più, esiti dirompenti per: • il numero di soggetti coinvolti (aumento delle popolazioni) • l’incapacità di mantenere le aspettative generate in decenni di crescita economica difficilmente replicabili per palese inadeguatezza dei meccanismi economici • la crescente limitatezza delle risorse, contese in un sistema economico senza ormai frontiere e molto competitivo • la scarsità di aree libere (in senso lato) in cui ricostruire e ricostituirsi socialmente In altri termini T. Towns si propone di mettere in collegamento sistematico aree ad alta intensità di ricerca ed innovazione (es. Scandinavia, Giappone) con un sistema produttivi ad alta intensità manifatturiera ed applicativa (design) come quello italiano. Il progetto T. Towns vuole aggiornare il cosiddetto “Made in Italy” rifondandolo sulla base di contributi costruttivi ed intelligenti verso la soluzione dei grandi problemi che fronteggiano la società internazionale, superando l’autoreferenzialità dell’approccio attuale.
ICE-Italian Agency for Foreign Trade is contributing to the 2012 programme of the Venice Biennale of architecture with a project developed with ISIA-Roma: “Transition Towns: shaping inclusion”. The project departs from the mainstream “Smart city” approach of techno-plenty as it envisages a more realistic scenario in which recurrent economic crisis, global market rialignements, climate change exact hevy tolls on comunities, both in advaanced and developing countries, destabilizing them and inducing mobility. In this scenario the urban domain plays a vital role in generating inclusion. The ammount of embedded technology is also questionable as it must be sustainable with the development of a conscious self and its positive interaction with society.
11
Ipotesi per un Design dell’Inclusione. Il progetto Transition Town. PROF. A RCH . G IU S EPPE M ARINELLI D E MARCO - COORD INATORE PROGE TTO “ TRA NSITION TOWN ”
In sintonia con i processi contemporanei emergenti, il progetto Transition Town nasce dalla consapevolezza del misurarsi con una geografia economica, sociale e culturale profondamente ridisegnata già a partire dalle ultime decadi del novecento, e si basa su una lettura di una realtà socioeconomica che viaggia a velocità esponenziale, definitivamente interconnessa, e segnata dalla consapevolezza ambientale di vivere in un pianeta sempre più piccolo. Proprio a partire da queste riflessioni, il Design Thinking sta ovunque emergendo nell’agenda mondiale come lo strumento essenziale e fondativo del cambiamento, o meglio, di un cambiamento human oriented e, usando tutte le sue caratteristiche, prassi e rituali così vicini ai gesti e bisogni delle persone, ne sta diventando uno dei Driver più genuini. Le tecnologie hanno prodotto mutazioni profonde sui processi industriali imprimendo un segno sui tutti i risvolti sociali ed individuali, al tempo stesso però sappiamo anche della loro impossibilità per ruolo e per destino, a individuare una direzione etica ed estetica nell’universo a-prospettico e ubiquo in cui viviamo, poiché cambiare riguarda solo scelte umane. Tutte le best practices emerse in questi anni critici di velocissimi cambiamenti mettono infatti al centro il ruolo trainante del Pensiero Progettuale nelle strategie di soluzione dei problemi. Il fattore Design Thinking appare dunque più che mai quale autentico driver capace di creare, assemblare, e dare significazione alla vasta nebulosa contemporanea fatta di moltissime singole innovazioni incrementali di prodotto, verso una visione più generale della qualità della vita. Moltissimi esperti, in particolare di economia, sostengono infatti che l’Innovazione deve essere considerata come un vero e proprio “Ecosistema Culturale” o, come suggeriscono S. Beckman e M. Barry della Berkeley University, un sistema permanente di apprendimento, in cui la scelta delle domande è molto più importante delle risposte. In sostanza, si innova là dove si è disposti a cambiare per crescere. Transition Town è per ora, un Concept Design di nuovi modelli di insediamento urbano, sviluppati attorno al significato di Transizione quale paradigma con cui leggere alcuni processi chiave nell’era del mercato globale, ed il cui scopo è offrire un contributo originale ad alcune criticità aperte dalla velocità esponenziale a cui viaggia l’economia del nostro pianeta. Tal senso Transition Town si propone quale asset concettuale pertinente e importante per le cosiddette “Smart Cities”.
In line with currently emerging processes, the Transition Town project stems from the awareness of our economic, social, and cultural geography deeply redesigned since the end of the twentieth century, and strongly relying on the contradictions of a markedly interconnected socio-economic reality evolving at exponential speed in a world getting “smaller and smaller”. Starting from these very considerations, Project-Design Thinking is emerging on the global agenda as the essential and foundational ingredient for change (better, human-oriented change, via the characteristics of knowledge, practices and rituals that are so close to people’s gestures and needs) and is becoming one of its most genuine drivers. Technologies have brought along radical shifts in industrial processes, marking all social and individual aspects; yet, as change only concerns human choices, we are conscious of their role and destiny’s inability to find an ethical and aesthetic direction in our a-prospective and ubiquitous universe. Indeed all best practices emerged in the past few years – crucial in terms of extremely fast changes – have put the leading role of Project-Design 12
L’utente di questi insediamenti è il crescente arcipelago sociale che emerge di continuo dalle crisi sistemiche dell’economia, dagli effetti delle drastiche modificazioni climatiche, e dalla rivoluzione indotta da Internet, e che il congegno economico della globalizzazione mette continuamente in condizione di instabilità e di precarietà, creando spesso una sorta di imponente nazione degli esclusi, come analizza M. Augé, e pur tuttavia si rivolge a quegli attori sociali, imprese e istituzioni, in grado di cogliere le potenzialità insite nel leggere in modo diverso tali processi, ad es. opportunità concrete per un nuovo modello di business “social” a scala internazionale. Certamente esistono oggi numerose quanto interessanti realizzazioni di abitazioni modulari minime, volte a rispondere ad emergenze di ordine economico ed ambientale, tuttavia il pensiero retrostante la maggioranza di queste esperienze per lo più evita il confronto col nodo spinoso della deframmentazione socio-economica in cui viviamo, rimuovendo di fatto il ruolo fondamentale di prefigurazione, propria del Design, che è Immaginazione della Complessità, e che a mio avviso dovrebbe invece pronunciarsi apertamente su processi che trasportano in stato di liquefazione strutture sociali fondamentali sino ad oggi, non per tenacia della nostalgia, ma per un senso etico e civico. L’esperienza progettuale che si propone è perciò occasione per ritornare a parlare di innovazione alla scala adeguata, ossia in termini di sistema e di scenario, includendo e integrando le molte componenti e angolazioni della eco-sostenibilità. Si parlerà perciò di strategie di condivisione per nuovi insediamenti basati sulla green economy, si parlerà di città intelligente, di città sensibile, e di un diverso approccio del management, si parlerà di domotica embedded, e dunque una lettura della complessità come punto cognitivo irreversibile, che implichi l’adozione di strategie più dinamiche e flessibili. Si vuole far emergere il legame profondo tra strategie top-down e bottom-up, il cambiamento dei vecchi modelli di vita aggrappati all’universo idrocarburi, con strategie di innovazione capaci di riattivare circuiti economici virtuosi. In tal senso l’adozione del legno quale materiale che meglio incarna il passaggio evolutivo verso un’edilizia da green economy, appare emblematica. I modelli abitativi sperimentali proposti sono perciò dotati di quelle caratteristiche semantiche, tipologiche e morfologiche, che ne fanno un motore di innovazione a firma italiana, trattandosi di modelli insediativi nati su presupposti ecologici ambientali ma nello stesso tempo mirati a creare identità figurativa e qualità degli spazi, ipotizzando, in via preliminare, anche i termini di un nuovo management urbano in società complesse. Problematiche che oggi in Italia ancora non sono, anche se sul social housing esistono segnali importanti, formulate in modo chiaro in termini di mercato, ma che si appoggiano su trend in cammino molto precisi e che almeno per i prossimi decenni, appaiono irreversibili. Tema destinato ad evolvere molto rapidamente dal piano del disagio e della domanda, alla più esplicita richiesta in termini di offerta di servizi abitativi evoluti per i numerosi gruppi sociali che l’attuale modello economico globale colloca in una fase di transizione sempre più prolungata e accentuata. Il taglio concettuale proposto risiede 1) nella rilettura di valori progettuali, intellettuali e morali, già patrimonio consolidato della storia italiana moderna, dall’esempio di Olivetti icona concettuale di questo Padiglione curato dall’arch Luca Zevi, dal Razionalismo all’Architettura Organica, alle esperienze di Architettura Partecipata, di cui per altro siamo stati all’avanguar-
Thinking at the centre of problem-solving strategies. Now more than ever the Project-Design Thinking factor proves to be an authentic driver to create, assemble, and give meaning to the vast contemporary “nebula” of incremental product innovations, towards a wider vision of life quality. Several experts maintain that innovation must – now more than ever – be seen as a true "Cultural Ecosystem" or, as suggested by S. Beckman and M. Barry from Berkeley University, as “a permanent system of learning” in which the questions posed matter more than their answers. In substance, innovation occurs where we are ready to change in order to grow. Transition Town is by now a Concept Design of new urban settlement models revolving around the idea of transition as a paradigm for reading key processes in the era of global market, and aiming to make an original contribution to criticalities raised by the exponential speed of our planet’s economy. In this sense Transition Town is proposed as a conceptual asset, relevant and important for the so-called "Smart Cities". Such settlements are addressed to the growing social “archipelago” emerging from systemic economic crises, drastic climatic change, and the revolution brought about by Internet. The economic globalisation mechanism constantly puts such archipelago in unstable and precarious conditions, often creating a sort of massive nation of the excluded (as analysed by M. Augé). The focus is nevertheless on those social actors, businesses and institutions able to grasp the potential in reading such processes in a different way – e.g. concrete opportunities for new "social" business models at international scale. Interesting basic modular houses are built to respond to economic and environmental emergencies, although the underlying principle mostly avoids confrontation with current socio-economic defragmentation. Design is thus deprived of its prefiguration role – namely, imagining complexity – which I believe should instead openly point to those processes currently liquefying social structures, not for mere nostalgia but mainly for ethical and civic engagement purposes.
13
dia, vedi il contributo di G. De Carlo, e del Team Ten; 2) nel percorso metodologico transdisciplinare sistemico espresso oramai da circa un decennio dall’ISIA di Roma, che non a caso ha intitolato il proprio Biennio Specialistico in “Design dei Sistemi”. Interpretando il prodotto industriale contemporaneo come espressione di relazioni emergenti e sistemiche, oltre che da rituali sociali in piena trasformazione. Questa ricerca è altresì una occasione di riflessione su una debolezza immaginativa ed attuativa della proposta italiana, ponendo attenzione nel creare quei prerequisiti culturali ambientali e di contesto, destinati ad attrarre cervelli, partners e finanziamenti, attraverso proposte poggiate su una dimensione contemporanea di idea della vita, si veda il famoso libro di Richard Florida ”The creative Society“. Fa veramente riflettere come all’Italia siano associati costantemente valori legati al passato in un’era che viaggia ad una velocità esponenziale verso il futuro, fattore che rallenta fortemente, se addirittura non impedisce la nostra integrazione nella macchina mondiale immaginativa del futuro, se vogliamo anche in termini di business. Attraverso il concetto di Transizione come categoria trasversale è possibile immaginare una interessante narrazione sociale plausibile a cui collegarsi per coprire lo spazio vuoto lasciato dall’assenza di sperimentazione alla scala della complessità come ad esempio sarebbe quella di una imprenditoria lungimirante, ma riempito costantemente dalla massiva presenza di molte novità tecniche, spendibili nel presente, salvo poi ammettere l’estrema relatività del concetto di tempo e soprattutto l’estrema fragilità dello scenario che dovrebbe accogliere l’innovazione stessa sul terreno della transizione temporanea che viviamo del prodotto, anche quello italiano di qualità, dunque a firma mande in Italy e che perciò si presume prodotto durevole, si ma, in quale scenario? Ecco il perché della indagine incrociata sul modello della trama verticale-orizzontale tra Fattori e WorkPackage. Gli uni evolutivi gli altri generativi. I primi dovrebbero fornire lo sguardo sul futuro e sulle sue previsioni, mentre gli altri esprimono, e indagano, l’irruzione dell’avvenire negli stessi termini in cui ne parlava il grandissimo filosofo Jacques Derrida.
Nevertheless the project-design experience is an opportunity to newly talk about innovation at an appropriate scale – i.e. in terms of system and scenario, including and integrating eco-sustainability components and angles. The focus will therefore also be on sharing strategies for new settlements based on issues such as: green economy, intelligent towns, sensitive towns, different management approach, and complexity seen as an irreversible cognitive point implying more dynamic and flexible strategies. The aim is to unveil the deep connection between top-down and bottom-up strategies, changing old patterns of life clinging onto the universe of hydrocarbons into innovation strategies aimed at reactivating virtuous economic circuits. In this sense, the use of wood as the material best embodying the evolutionary transition towards green economy buildings is definitely emblematic. The experimental housing models proposed are therefore equipped with typological and morphological characteristics making it an Italian driver of innovation. Based on ecological/environmental conditions, the settlement patterns notably aim to create figurative identity and space quality, also assuming the terms of new urban management in complex societies. Despite important signals on social housing, in Italy such problems are not yet clearly addressed in terms of market and rely on specific evolving trends apparently irreversible at least for the next few decades. The issue is bound to evolve very quickly from the level of discomfort and demand to the more explicit request for evolved housing services supply to social groups experiencing an increasingly prolonged and accentuated transition phase as a result of the current global economic model. The conceptual cut proposed resides in: 1) rereading intellectual and moral project-design values already consolidated in modern Italian history by instances such as Olivetti (conceptual icon of this Pavilion conceived and developed by architect Luca Zevi) and ranging from Rationalism to Organic Architecture and participated architecture experiences, whose we have been leaders (see contribution by G. De Carlo and “Team Ten”; and 2) the transdisciplinary systemic methodological approach expressed for nearly a decade by ISIA – Rome, which has indeed titled its two-year specialisation course "Design of Systems", thus interpreting the product as an expression of contemporary, emerging, and systemic industrial relations, as well as social rituals in full transformation. This research is also an opportunity to reflect on the imagination and implementation weaknesses of the Italian proposal, paying attention to creating those cultural, environmental and contextrelated prerequisites intended to attract brains, as well as partners and funders through proposals resting on a contemporary dimension of the idea of life (see "The Creative Society", by R. Florida). We cannot help reflecting on Italy being constantly associated to values linked to the past in an era travelling at exponential speed towards the future – which strongly slows down and may even prevent our integration into the world’s imaginative machine of the future, also in terms of business. 14
Competere nella complessità. Il punto di vista dell’economia. PROF. A LESSA NDRO CRAVER A - CON SULENTE NE L CAM PO DE I PROCESSI DI CAM BIA ME NTO DE LLE I MPRESE
La crisi di questi anni ha evidenziato i limiti dei modelli economici e organizzativi adottati da governi e imprese. Alla base di questo fallimento vi sono un’ontologia (ordine) e un’epistemologia (regole) incoerenti rispetto a un mondo liquido e fortemente interconnesso. Approcci tesi alla modellizzazione, alla previsione del futuro, alla creazione di ordine ed efficienza e al ricorso al genio salvifico del singolo, soffocano i processi di innovazione nelle organizzazioni e nella società. Occorre cominciare a ripensare i modelli economici e organizzativi all’interno di una cornice ontologica del “non-ordine”, più coerente con l’attuale complessità. Modellizzazione, previsione, efficienza e genialità individuale devono gradualmente lasciare spazio a concetti quali la generazione di contesti di innovazione, l’intelligenza collettiva e collaborativa, la contaminazione dei saperi e l’esplorazione. I modelli organizzativi più adatti a governare le dinamiche tipiche della complessità sociale ed economica sono quelli che non si focalizzano sui risultati attesi (l’output), bensì sulle condizioni di partenza (gli input) da cui possono “emergere” soluzioni, idee e innovazioni sostenibili e coerenti con un mondo in trasformazione.
The crisis of these last few years has highlighted the limits of the economic and organizational models that are usually adopted by both governments and companies. The main reasons for this failure are an ontology (the order) and an epistemology (the rules), both inconsistent with a liquid, strongly interconnected world. Approaches based on modelization, prediction of future, creation of order and efficiency and the resort to the life-saving genius of the individual strangle the innovation processes of the organization as well as of society. Economic and organizational models should be rethought in a different, “non-order” ontological frame that is coherent with the complexity of our world. Modelization, prediction of future, efficiency and individual genius must gradually leave room for concepts such as generation of innovative contexts, collective and collaborative intelligence, contamination of knowledge and exploration.
Il network TT. D OT T.SS A ERIK A FARESIN - M ETADI STRETTO VENETO DE I BE NI CULTURA LI E D A MBI E NTALI
Il Metadistretto Veneto dei beni Culturali ed Ambientali, partendo proprio dalla mission stessa che lo contraddistingue, è nato anche per supportare e agevolare progetti che vedano coinvolte partnership pubblico private. Viste pertanto le precedenti positive esperienze sviluppate con ICE nel settore del legno, grazie anche all'incontro con ISIA con il quale ha firmato un accordo di collaborazione, riconoscendo la validità del progetto in termini di innovazione, sostenibilità e impatto sul territorio per le ricadute positive sullo stesso proprio in virtù di questi elementi, non poteva che appoggiare questa iniziativa, consapevoli del fatto che sinergie di questo tipo sempre più stanno diventando elemento essenziale per il buon esito e la realizzazione dei progetti.
The Veneto Metadistretto of Cultural Heritage and Environmental, starting from its own mission that distinguishes him, was also born to support and facilitate projects involving publicprivate partnerships. Seeing such a positive experiences developed with ICE in the wood industrial area, thanks also to the connection with ISIA Rome Design with whom he signed an agreement. Recognizing the validity of the project in terms of innovation, social sustainability and impact on the environment, we could only support this initiative, aware that such kind of synergies are increasingly becoming an essential element for the success and implementation of all projects social, industrial, and future oriented. 15
TT - METODOLOGIE E STRUMENTI DI LAVORO Introduzione metodologica. La metodologia di ricerca vuole creare risultati attraverso un modello che intreccia strategie e soluzioni, organizzate come una maglia o una treccia. Sono previste perciò ricerche incrociate sull’asse delle ascisse e delle ordinate:
A - WORK PACKAGE Sono dei settori di studio del fenomeno dal punto di vista evolutivo, recenti esperienze e problemi creatisi, osservati nella storia moderna, in un profilo di tipo anche sequenziale e lineare e che possono aiutare i progetti interessati e le problematiche aperte, verso il successo.
B - FATTORI Corrispondono ad una lettura paradigmatica diversa della realtà, che focalizza essenzialmente le modificazioni, impreviste e imprevedibili, riscontrate in questi ultimi anni, e che in qualche modo costituiscono dei percorsi o dei quasi-trend, nel modificarsi soprattutto di alcuni Fattori chiave dell’esperienza umana abitativa moderna, e di cui il progetto vuole acquisire in consapevolezza anche attraverso studi vicini alla teoria del caos e delle catastrofi.
The research methodology wants to create results through a model that weaves strategies and solutions, which are organized as a mesh or a braid. There are therefore cross-searches on the horizontal axis and the vertical axis: A – WORK PACKAGE Are the fields of study of the phenomenon seen from the evolutionary point of view, the recent experiences created in modern history, in a profile type also sequential, linear and can drive the involved issues to the success. B - FACTORS This method focuses essentially a reading based on very different paradigm of reality that focuses primarily any changes, unforeseen and unforeseeable observed in recent years. It focuses the unforeseen and the unforeseeable, and that in some way are paths especially in the change of some key factors in human housing history. Knowledge through studies closer to the theory of chaos.
16
17
Il Fattore Tempo. The Time Factor. L’era del tempo esponenziale.
E’ stato rilevato che se facebook fosse un paese sarebbe il terzo o il quarto al mondo per numero di abitanti e che mentre la radio ha impiegato circa 38 anni per arrivare a 50 milioni di utenti, per raggiungere lo stesso obiettivo il social network in questione ha impiegato solo 5 mesi, quasi cento volte più veloce. Basti pensare che il Dipartimento del Lavoro americano ha commissionato una ricerca in cui emerge che: i dieci lavori più richiesti nel 2010, non esistevano nel 2004; che stiamo preparando giovani universitari per lavori che ancora non esistono; utilizzando tecnologie non ancora inventate; per risolvere qualcosa non ancora identificato come problema. Appare evidente che il processo che porta a questo nuovo mosaico sociale globale, benché esposto alla lettura degli strumenti più raffinati del mondo, è diventato difficilissimo da disegnare. Many years ago, Ugo la Pietra wrote that the city was becoming "any place where I can get a TV set" He was talking about the extremely critical housing policy on the great suburbs and reported as warm all the places of the fabric of the dilapidated city, a sort of "unfinished urban" in which television now dictating the rules of the semiological values and meanings. There is no doubt that, beyond the wide variety of themes and experiences in and around the industrial and post-industrial, the theme of the city was the only glue detectable in the whole story of modern architecture and the city the issue of accommodation invests human society in all its aspects, until it becomes the key paradigm of what is civilized or uncivilized. While the city was for centuries the place where he was, it was, it worked and communicated today urbanism and invisible hyperlink civilization extends the concept of digital city at any scale, scope, space, site where we can be interconnected, until our bodies, making absolutely ubiquitous and indifferent any logos settlement. 18
Il Fattore Spazio. The Space Factor. Distanze, viaggi, esperienze.
Molti anni fa, Ugo la Pietra scriveva che la città era ormai “qualunque posto dove possa arrivare un televisore“. C’era un riferimento di estrema criticità verso la politica edilizia delle grandi periferie urbane e segnalava come caldi tutti quei luoghi del tessuto slabbrato delle città, una sorta di “incompiuto urbano” in cui la televisione ormai dettava le regole dei valori semiologici e significanti. Non v’è dubbio infatti che, al di là della vasta molteplicità di temi ed esperienze dentro e attorno al mondo industriale e postindustriale, il tema della città è stato l’unico collante rintracciabile in tutta la vicenda dell’architettura moderna, e della città il tema dell’alloggio investe la società umana in tutti i suoi aspetti, sino a renderlo il paradigma chiave di ciò che è civile o incivile. Mentre la città è stata per millenni il luogo dove si stava, si faceva, si lavorava e si comunicava, oggi l’urbanistica invisibile e ipertestuale della civiltà digitale estende il concetto di città a qualunque scala, ambito, spazio, sito in cui possiamo essere interconnessi, sino al nostro stesso corpo, rendendo assolutamente ubiquo e indifferente qualunque logos insediativo. Del resto la stessa singolare avventura del capitano Kirk ci racconta di uno spazio immenso si ma attraversabile molto velocemente con il teletrasporto; stratagemma decisamente interessante per abbattere in un sol attimo il concetto di distanza, di viaggio, e con esso quello di esperienza. If Facebook were a country it would be the third or fourth in the world by population, and while the radio took about 38 years to reach a target of 50 million users, to achieve the same objective, the social network in question took only 5 months, almost one hundred time faster. The U.S. Department of Labor has commissioned research showing that: the ten most popular jobs on demand in 2010 did not exist in 2004, we are preparing students for jobs that do not yet exist, using technologies not yet invented, to solve something not yet identified as a problem. 19
Il Fattore Umano. The Human Factor. La società umana: da continente ad arcipelago.
Da tempo siamo passati da società a Continente il cui attore è la famiglia che organizza e gestisce la domanda di innovazione verso una società ad Arcipelago il cui attore è la persona che manifesta una domanda di innovazione più complessa e contraddittoria. Il cambiamento delle condizioni socioeconomiche della macchina globale del produrre, ha creato uno scenario culturale e industriale deframmentato e incerto rendendo i tradizionali modelli epistemologici del Design e del Marketing non sufficienti ad una corretta lettura ed intervento sulla realtà. In sostanza si sta creando una società parallela a scala mondiale denominata società in Transizione o di Transizione particolarmente visibile se osservata nei risvolti insediativi e urbanistici.
Nowadays our structure society is passed from the Continent pattern which actor is the family, leading and managing the demand in innovation, toward an Archipelago pattern which player is the person, who shows an innovation demand more complex, as well as contradictory. The changing of socio-economic conditions at global scale, has created a cultural and industrial scenario defragmented and uncertain, making the traditional epistemological models of Design and Marketing enables in front of a correct reading on the reality. In essence, a parallel society is creating at global scale, called in Transition, well visible when in the implications of settlement and urban. .
20
Ipercompetizione. La concorrenza è più rigido a causa dell'allargamento dell'arena competitiva. Posizione geografica e caratteristiche specifiche culturali stanno perdendo la loro importanza.
Ipercompetition. Competition is stiffer due to the enlargement of the competitive arena. Geographic position and the specific cultural features are importance.
Iperfinanza. L'egemonia crescente del settore finanziario nelle aree industriali. Il comportamento delle aziende è sempre più condizionato dalle valutazioni dei mercati finanziari globali.
Iperfinance. The growing hegemony of the financial sector in the industrial areas. The behaviour of holdings is increasingly conditioned by the assessments of global financial markets.
Dematerializzazione. La società digitale: i fattori immateriali come le informazioni, conoscenze e competenze individuali, stanno diventando sempre più importanti dei fattori materiali, per il successo di qualsiasi attività economica.
Dematerialization. The digital society means intangible factors such as information, knowledge and individual skills, are becoming more important than materials factors, for any economic activity. 21
Il Fattore Innovazione. The Innovation Factor. L’innovazione come eco-sistema culturale.
Michael K. Stone e Zenobia Barlow hanno elaborato una teoria attraverso cui indicano sette lezioni per guidare i processi del Cambiamento: 1 Promuovere sistemi di scambio, curare le comunità, coltivare le reti. 2 Progettare a differenti scale della realtà 3 Dare spazio all’auto organizzazione 4 Lasciar avanzare i nuovi pensieri quando appaiono 5 Facilitare il cambiamento 6 Assumi il fatto che cambiare richiede tempo 7 Preparatevi ad essere sorpresi Seven lesson from “Embedding Design Thinking ( 2010 )” by Michael K. Stone and Zenobia Barlow: 1) To promote systems change, foster community and cultivate networks 2) Work at multiple levels of scale 3) Make space for self-organization 4) Seize breakthrough opportunities when they arise 5) Facilitate change 6) Assume that change is going to take time 7) Be prepared to be surprised.
“Uno degli assunti fondamentali dal punto di vista del rapporto tra Design del Prodotto e dell’Interazione è stato il non seguire la strada orientata ad una profusione di protesi smart, ma quella della creazione di un ambiente sensibile potenziato in misura e su misura delle persone”. Veneranda Carrino 22
Il Fattore Conoscenza. The Knowledge Factor. Il sapere come condizione esistenziale.
Nella società post-industriale il sapere si presenta sempre più come una costruzione permanente e multidisciplinare che si sposta dal sé, preteso centro dell’universo, verso i bordi di una rete tridimensionale sempre più ad n dimensioni. Il pensiero lineare della Modernità assicurava infatti modelli mentali da un lato molto evoluti, sperimentali e dinamici, ma d’altro lato il suo paradigma cognitivo era legittimato da centri filosofici stabili: osservatore-osservato e approccio riduzionista-lineare. Nella Società Contemporanea quei modelli sono ora focalizzati sulla nozione di Ubiquità e Complessità, rendendo difficile la ricerca di un centro non solo esistenziale ma anche cognitivo condiviso, in una società labirintica dove ogni cosa è dentro un’altra cosa, e dove si risponde ad una domanda, con un’altra domanda.
Design meant to create relationships; neighborhood or distance, to include or to exclude. In the post-industrial society the knowledge seems more like a permanent and multidisciplinary construction that moves by itself, as expected centre of the universe, towards the edges of a three-dimensional network increasingly to N dimensions. The linear thinking of Modernity assured mental models on one hand very advanced, experimental and dynamic, but on the other hand, its cognitive paradigm was legitimized by a permanent self-centered philosophy: observer-observed and reductionist approach.. In Contemporary Society, those models are now focused on the notion of ubiquity and complexity, making difficult to find a centre not only cognitive but also existential shared in a society where everything is labyrinthic in which everything is inside something else, and where you answer a question with another question. 23
Dall’Innovazione al Cambiamento. From the Innovation to the Change. Embedded Design Thinking. Il Design dei Sistemi adotta metodologie progettuali ispirate alle scienze della Complessità, finalizzate non necessariamente, o non sempre, a dare soluzioni a specifiche funzioni come è stato nella modernità, quanto alla identificazione e gestione plausibile delle relazioni emergenti in sistemi sempre più complessi. Perciò dobbiamo capire bene se cerchiamo di governare i problemi dall’esterno alla vecchia maniera, o se cerchiamo di imparare dal problema per risolverlo. L’Innovazione è un Ecosistema Culturale in cui la selezione delle domande per noi è più importante delle risposte, le quali facendo riferimento a schemi del passato nelle stragrande maggioranza dei casi, sono per lo più inefficaci. Teniamo presente che nel volo di un uccello non esiste assolutamente nulla in grado di darci informazioni sul volo di uno stormo, in quanto lo stormo è, per l’appunto, il fenomeno emergente.
The Design of Systems adopts project methodologies inspired by the sciences of complexity, aimed not necessarily, or not always, provide solutions to specific functions, as has been in modern times, as to the identification and management of plausible relationships emerging in increasingly complex systems. Therefore, we must understand if we try to govern issues outside the old way, or if we try to learn from the problem to solve. Innovation is a Cultural Ecosystem in which the selection of questions for us is more important than answers, which by referring to patterns of the past in most cases, are mostly ineffective. Keep in mind that the flight of a bird there is absolutely nothing that can give us information about the flight of a flock, as the flock is, in fact, the emergent phenomenon. 24
“Tutto ciò vede il Design occuparsi in modo particolare degli aspetti relazionali e sistemici presenti nel paesaggio insediativo, materiale e immateriale della nostra era, l’Embedding Design Thinking, rovesciando cioè il concetto di “incorporare”. Non più o non soltanto tecnologie incorporate nel bell’oggetto di design, ma la cultura del Design sarà sempre più embedded dentro sistemi e contesti d’uso, materiali e immateriali. Una sorta di salto di scala verso una Coerenza a rete, in una postmodernità evoluta, finalmente non narcisista”.. Giuseppe Marinelli 25
Work Package 1
Gruppi e mutazioni sociali. Un universo in evoluzione tra incertezza e transizione. La città è stata per millenni il luogo del dormire, del fare, del lavorare, del comunicare. In realtà le attuali relazioni umane rappresentano la caratteristica emergente che coinvolge la produzione e la distribuzione delle merci. Oggi la città è soprattutto il luogo dove le persone producono e consumano identità (vedi “Intervista sull’identità” a Z.Bauman di Benedetto Vecchi, Ed. Laterza). Un ambiente frenetico dove persone creano, ridistribuiscono e assegnano servizi umani essenziali usando come metro il consumo, il consumo di tutto. Il WorkPackage1 consiste nell'analisi delle mutazioni sociologiche del problema emergente di gruppi sociali che potrebbero essere interessati a un tipo diverso di alloggi (Beginenhof a Berlino). Avvalorati da dati numerici e statistici, in particolare per quanto riguarda due casi di studio: l’Italia e il Giappone. In particolare si prendono in considerazione: i single, chi ha perso il lavoro, i giovani lavoratori, la nuova famiglia, le giovani madri, gli studenti, gli studenti stranieri, i migranti, i nuovi concetti di turismo, le emergenze climatiche, le abitazioni post-disastro. We can certainly say that the city was for millenniums the place where to stay, to do, to work, and nowaday to communicate. The data of the current human relationships represent the emergent characteristic involving production and distribution of goods. Today the city is mainly the place where people produce and consume identity (Z.Bauman Interview). A quaternary and frenetic setting where people creates, redistribute and assign existential human profiles starting from the meter represented by consumption, consumption of everything. The WP1 works on the existing sociological and philosophical analysis around the emergent problem of socialgroups that could be interested to a different type of social housing. Search numeric and statistical data, look at the case study in Italy and in Japan and gathering of examples and experiences in different country, special important asset like e.g. Beginenhof in Berlin. Tag lines: Elderlys / the farewell trough generation; Singles / the new family / Young mothers; Students; Artists; Foreigners / a new concept of the Tourism; Climatic emergency / the post disaster dwelling.
LINK: >http://www.diggita.it/search.php?search=attualità >http://www.domusweb.it/it/ book-review >http://www.issuu.com/antoniomassari/docs/documentointroduttivo-alla-transizione-f ull-ita >http://www.unpacked.wordpress.com/2007/06/15/cittasensibile-my-phd-thesis-defen ded-today/
26
Work Package 2
Esperienze urbane. Differenti approcci al problema della città. Si occupa di analizzare l’esistente e di proposte ed esperienze innovanti in termini di città, di spazialità urbana. In particolare la ricerca di soluzioni alternative e riuso di elementi e/o il riciclo di componenti. Metamorfosi tipologiche e permutazione di spazi e topologie abitative, con materiali e tecnologie innovative. Inclusione di nuovi fattori urbani e di nuovi approcci al progetto, dall’approccio di tipo morfologico del gruppo BIG Bjarke Ingels alle numerose esperienze europee che vanno sotto il titolo di Container City.
This WP2 work on the existing and innovative suggestions of current and new experiences for the city and urban's spatiality. The Alternative solutions, the reuse of elements and/or the recycle of some components. Typological metamorphosis and or hybridation and exchange of spaces and topology housing, materials and technologies. Inclusion of new urban's factor and new approaches to the project, from Lukku exhibition to Container City. The WP2 works on the research and documentation about the existing interesting new solution of dwelling.
LINK: >http://www.containercity.com >http://www.mvrdv.nl/#/news >http://www.transitionitalia.it >www.volutpatlacinia.com >http://www.sedidtortor/atdiammalesuada/tristique.com >www.feugiatnisiodio.com
27
Work Package 3
Design: forme, funzioni e luoghi Creare abitazioni oltrepassando l’approccio puramente funzionale. In questo WP si affronta il tema dell’identità dei luoghi, dando risalto al Progetto inteso come incrocio concettuale delle interazioni tra forma-funzione-figurazione. Si vuole esplorare un abaco figurativo fatto di elementi e nodi morfologicamente interessanti sotto il profilo estetico. La combinazione e l’aggregazione di questi elementi deve dare risultati innovativi per un habitat diverso e migliore.
This WP3 is more centered on drawing the formal asset of the project. The task is to project some figurative abacus made of elements and nodes, morphologically interesting from the aesthetic point of view. The combination and aggregation of those elements has to give interesting and innovative results for a different and better habitat.
LINK: >http://www.big.dk >http://http://glform.com/buil dings/sociopolis-housing >http://www.edilportale.com/ livingbox/comunicatostampa.htm >http://dornob.com/naturecentric-vacation-homeblends-past-with-the-present/
28
Work Package 4
Interior per il social housing. Un progetto integrato, l’interior e il forniture design per il social housing. Nel WP 4 si focalizza lo studio del Interior Design (soprattutto in legno) per l'edilizia sociale. Progettazione degli spazi interni, individuazione e gestione delle funzioni abitative. Nuove idee e nuovi modi di utilizzare i mobili, legando il progetto di forniture design alla visione più generale dello spazio; con una particolare attenzione alla compattezza e alla riduzione dei volumi. Nuovi collegamenti attraverso le diverse scale dimensionali del progetto, studio delle soglie di passaggio come continuità e discontinuità spaziali.
This WP 4 is more focused on the study of the Interior Design ( specially in wood ) for Social Housing. Interior Design, furniture, etc, in terms of compact and reduced volumes. New ideas and new way of use the furniture connecting it to the more general vision of the space. New links whitin the different scale of the project. Continuity and Discontinuity.
LINK: >http://www.teebooks.com/fr /content/8-catalogue >http://www.dornob.com/ste el-house-modular-prefab-offthe-grid-greendesign/?ref=search >http://www.interiordesign.n et/%20
29
Work Package 5
Sostenibilità e domotica. Ecologia e domotica incorporati negli spazi abitativi. La sostenibilità dell’insediamento diventa uno degli aspetti cruciali della progettazione urbana, gli aspetti ecologici e sostenibili pur essendo un pre-requisito di base per qualsiasi progettazione ha bisogno ancora di una forte attenzione. Nel WP 5 si pone perciò particolare attenzione ai principi della sostenibilità in generale e in particolare: - al basso contenuto di carbonio - e ad ipotesi sull'energia. Saranno presi in considerazione gli elementi primari, la cultura materiale, l’ECO-Continuum, e la Permacultura. This WP 5 apply the more general Sustainability’s Settlement. Low carbon. Ecological and sustainable aspects with hypothesis about energy. primal elements Material culture the ECOContinuum.
LINK: >http://www.powerhouseeurope.eu/ >http://www.wsed.at/en/programme >http://www.solardecathlon.gov >http://www.radicalurbantheory.com >http://www.issuu.com/vikfive/docs/parametric_solar_ar chitectureiammalesuada/tristique.com >www.inhabitat.com/io.com
“La globalizzazione, lo sviluppo dell’urbanizzazione e della società dell’informazione, stanno generando nuove forme di esperienza urbana e contesti di trasformazione in cui le tecnologie e le diverse comunità culturali sono i veri protagonisti del cambiamento”. Sonia Massari 30
31
Workshop Scenari del Design. Progetto Tran-sition. La scomposizione dell’abitare. PROGETTO DI GIUSEPPE CAPALB O
Il modello della “casa” tipo, analizzata secondo un’ottica semiotica, è stato scomposto nelle sue componenti, come morfemi di una parola, unità minime grammaticali isolabili di significato proprio. La ricomposizione delle parti, e delle funzioni, crea tipologie abitative differenti. Gli elementi posso essere ricomposti secondo logiche abitative e spaziali differenti, inclusive e caratterizanti. The model of "home" type, analyzed according to a semiotics, has been broken down into its components, such as morphemes of a word, such as minimal units of grammatical isolable own significance. The reconstruction of the parties, and functions, creating different types of housing. The elements can be reassembled according to a logic different spatial and housing.
32
33
Workshop Scenari del Design. Progetto Unit Irregular. Dalla geometria al luogo. PROGETTO DI SARA B IANCHETTI
Il pentagono è una delle forme di base più ricche di significati e caratteristiche geometriche, basti pensare che da questa inizia la costruzione del dodecaedro, il più ricco di significati simbolici tra i Solidi Platonici (la forma dell’universo). Proprio da questa geometria parte il processo progettuale, che ha portato al concept di un elemento modulare di base pentagonale, da cui sono ricavate diverse taglie di abitazioni e di luoghi in comune. In base alle aggregazioni si potranno avere luoghi diversificati in base alle esigenze abitative. Oltre agli spazi abitativi, sono previsti spazi comuni di condivisione di alcune attività.
34
The Pentagon is one of the basic shapes richer meanings and geometric characteristics, just think that this began the construction of a dodecahedron, as rich in symbolic meaning of the Platonic solids (the weight system of the universe). It is from this part of the geometry of the design process, which led to the concept of a modular element of pentagonal base, from which they obtained different sizes of homes and places in common. Based on the combinations you can have diverse places. The module can also grow in height.
35
Workshop Scenari del Design. Progetto In-transit. Interagire con lo spazio. PROGETTO DI LEO NA RD O G RA ZIA NO
Aggregazione, variazione e interazione sono alla base del progetto di questo sistema di unità abitative modulari. L’obiettivo è quello di sfruttare al massimo la modularità e non come semplice serialità. Il progetto sfrutta l’immagine del container per le merci e il concetto di apertura verso l’esterno. L’interno è caratterizzato da una forte mobilità degli spazi.
La parete attrezzata della zona soggiorno, attraverso dei binari nel soffitto e nel pavimento, nasconde l’area per la cottura e i cibi. Una volta spostata la parete si avranno due mabienti fruibili per le diverse esigenze. The wall system of the living area, through the tracks in the ceiling and the floor, hides the area for cooking and food. Once you move the wall you will have two mabienti usable for different needs.
Aggregation, variance and interaction are the basis of the design of this system of modular units. The goal is to maximize the modularity and not as simple seriality. The project uses the image of the container for the goods and the concept of opening to the outside. The interior is characterized by a high mobility of the spaces.
36
Workshop Scenari del Design. Progetto Typical House. Il conforto della casa tipica. PROGET TO DI GERGELY AMB ROVICS
Il progetto nasce dall’uso del legno per la creazione di un’unità abitative temporane Le singole unità possono essere modulate per creare spazi comuni più grandi. The project stems from the use of wood for building temporary housing unit The individual units can be modulated to create larger places.
37
Workshop Scenari del Design. Progetto Co-Housing. Un modello di cooperazione fattivo. PROGETTO DI GIULIA ROMITI
Il progetto definisce unità abitative destinate a ragazze madri e anziani. Questa esperienza di co-housing non vuole “isolare” gli attori presenti ma anzi renderli autonomi e collaborativi. Si tratta di moduli abitativi ciascuno contenente quattro unità abitative disposte su due piani, ognuna dotata di camera da letto, servizi, angolo cottura e spazio destinato a nursery o studio. Attiguo al modulo abitativo è definita la zona destinata a spazi e servizi comuni.
The project defines housing units to single mothers and the elderly. This experience of co-housing does not want to "isolate" the actors but rather make them autonomous and collaborative. It is living units each containing four units on two floors, each with a bedroom, bathroom, kitchen and space for a nursery or study. Adjacent to the living unit is defined as the area destined to shared spaces and services. 38
Workshop Scenari del Design. Progetto Future TT. La città del futuro: condivisione e aggregazione. PROGET TO DI ELENA ROTONDI
Il progetto prevede un insediamento abitativo in cui gli abitanti, persone con temporanee difficoltà economiche, devono partecipare attivamente allo sviluppo e al mantenimento dello spazio. I complessi edilizi sono infatti dotati di spazi comuni di lavoro e condivisione delle attività. Le residenze collettive prevedono l’aggregazione di più nuclei abitativi attorno ad una grande sala polifunzionale per i servizi condivisi. Le coperture degli edifici sono attrezzate per la produzione in permacultura. The project involves a settlement where people with temporary financial difficulties, should be actively involved in the development. The building complexes are fitted with common areas of work and sharing activities. The collective residences provide for the aggregation of multiple residential units around a large multipurpose room. The roofs of the buildings are equipped to produce in permaculture.
39
En-Communication. Mix di abitazioni per esperienze di vita. Workshop Isia Roma Design e Chiba University. PROGET TO DI YOSHIFUMI K AM ATA, RYU MIYAZAWA , PIE TRO FE DE LE , A RISA JO, GIULI A CAVA LLINI , K ANAKO K ASAHARA
Il progetto è stato elaborato durante il “Workshop Transition Town” svolto nel febbraio 2012 a Tokyo, in cui studenti dell’Isia e studenti della Chiba University hanno lavorato insieme integrando i diversi approcci culturali e progettuali. Dopo aver analizzato il problema abitativo con una duplice ottica, italiana e giapponese, sono state selezionate delle parole chiave da cui sono scaturite diverse idee. Engawa (Nure-en) è una di queste, "EN" ha tre significati: - la forma circolare "円" in giapponese, - il concetto di relazione "縁" , - e in inglese "EN-" è il prefisso che viene utilizzato come "en-able"-"en-courage". Il progetto prevede un luogo di comunità (circolare e centrale) come snodo morfologico e di relazioni. Le abitazioni, pensate con una logica modulare, sono collegate tra di loro e con i centri relazionali creando un network urbano.
At first, we analyse the common problems of Italy and Japan for clarifying that of the present day. Then we choose the keywords and develop the ideas with structure of Japanese traditional house. ENGAWA(nureen) is one of the important words for our solution. “EN”has three meanings in our proposal. One is a circle shape “円”in Japanese, another one is relation “縁”, and in English “EN-” is prefix which is used like “en-able” , “en-courage” . More and more people will communicate each other in this town. We approached the problem from morphological point as a way to solve. Common places where people share their experiences are the points of the system. In contrast, private houses where people lived make the line with connecting another. It has the capacity for making various arrangements of the town. The dwellings are equipped with open veranda called ENGAWA so people can walk around every house through the ENGAWA, also meet others, talk together, watch plants and something.
40
In questi esempi di composizioni si nota come i moduli abitativi accoppiati creano morfologie sia in direzione orizzontale che formando delle forme chiuse. Questo duplice approccio non è solo formale, ma rende la struttura adattabile ai diversi terreni e ambienti presenti. La modularità segue anche una scala verticale, in altezza, prevedendo un paio di piani. These are examples of the different composition based on the morphological approaching. Each module can be coupled to the horizontal direction, respectively, can be expanded in the form of free community. Is that there are two types of shapes, you will be determine the direction of the land to suit your environment. You can grow vertically as a tower to the second floor, third floor and by verlaying a new module on top of the module further.
41
Link Town. Dimore di emergenza post calamità. Workshop Isia Roma Design e Chiba University. PROGETTO DI MAYA AGARIE , SH E G UOJ IN , CL AUDI A LOGIUDI CE , FRA NCESCA CIA FFA RDI NI, MA KI HATAKEYAMA, MARIK A IKEDA
Dopo un’attenta analisi dei problemi post-disastro in Italia e in Giappone sono stati individuati i problemi più comuni. Si sono evidenziate diversi concetti di esigenze "fisiche/materiali", "sociali" e "psicologiche". L’elemento modulare di base può essere usato come dimora singola, o può essere aggregato con altri per creare delle comunità con aggregazioni più ampie. Inoltre più moduli insieme possono essere usati per creare gli spazi comuni, potendo decidere di dare maggiore o minore spazio ad un uso. Il risultato assomiglia ad un organismo cellulare, con le sue catene e componenti. Lo scopo è quello di ricreare una comunità, viva, che supporti le diverse esigenze del singolo e del gruppo; che abbiamo diversi luoghi, che possa destinare più o meno spazio ad un uso con grande flessibilità.E che tutto ciò possa essere fatto dagli abitanti stessi, colmando la voglia di fare. 42
At first, we researched post-disaster dwelling problems of Italy and Japan and finded common problems. Then we analyzed disaster effects and sorted into groups “Physical or material”, “Social” , “Psycological” . And considered situation of emargency. Directly after disaster, Victims move to Post disaster transition town and they need of cooporation, save of space, want to reconnect people, want to satisfy primary needs. So we create house module and town with flexible. After settled down transition towns life, residents want to do something productive. So we create service to promote to link people. We designed personal home module for residents. Each family can assemble home by home wall module. Residents can live indivisally design house by choosing home module and town view become more amusing. Home Module can link another home module flexibly. Residents can adjust home module to purpose . Almost of all building in Link town are this sort of shape to link flexibly. Home module only have a private function, bedroom and their belongings. Residents share sanitary arrangements and facilities for recreation to promote make community and cooperation. Facility shape are almost same shape as home module so create town to fit stricken area and residents circumstances. Abobe figres are town examples. After settle down link town , we created service for supporting residents new comunity ,making worth living, and finally residents return to support themselves. 43
MAPPE DEL PROGETTO LEGAM I KIZUN A D I ALESSANDRA RISOLUTI, A MI TA KESHITA , SA KURAKO OCHIAI
44
45
Casa +for all Progetto al plurale. Un approccio al social housing. PROF. VEN ERA NDA CARRINO - D ESI GNER DOCENTE ISIA RO M A / PROJ ECT M ANAG ER ISI DE RESEARCH L AB
Casa+for all è una ricerca dedicata a gruppi quali Cives e HomeLab le cui finalità coinvolgono anche altri tipi di soggetti economici, destinanti, come ad esempio sono i centri servizi alla persona, partendo dalla constatazione che ci troviamo in uno scenario di aumento dell’aspettativa di vita sia in termini di durata che della quantità di persone che entrano nella fase definita come Anzianità. Fatto questo che delinea come obiettivo il promuovere e sostenere attraverso il Design, una cultura dell’invecchiare in salute e in dignità. Uno degli assunti fondamentali dal punto di vista del rapporto tra Design del Prodotto e dell’Interazione è stato il non seguire la strada della profusione di protesi smart, ma quella della creazione di un ambiente sensibile potenziato, in misura e su misura delle persone. Sensibile è infatti la qualità che l’elettronica, integrata negli spazi e negli arredi, deve conferire al vivere quotidiano. L’ambito è quello che abbiamo definito “designing to new old, design for all” i nuovi anziani che, per noi, sono attivi e consapevoli fruitori. 46
Tra i nostri destinatari abbiamo anche “l’anziano fragile”, cioè la persona che si trova a ripensare la propria vita con l’insorgenza di malattie croniche più o meno debilitanti: in questo caso il design si declina come design per la relazione di cura, come facilitazione di questo rapporto, per diminuire il carico di lavoro del “care giver” e mantenere il più a lungo gli aspetti di autonomia che l’anziano fragile ancora possiede. Paradigma dell’anziano fragile è la persona con Alzheimer, ed è qui che le nostre domande “sul come far design e perché far design” hanno cominciato ad articolarsi e a trovare delle risposte di senso. Infatti i comportamenti legati alla nutrizione, al sonno, agli acquisti, alle cura del sé, solo per citare una piccola parte di ciò che è stato preso in esame, pongono esigenze e necessità specifiche, ma comunque intrecciate, facendo di questo progetto un progetto di gestione della complessità. Quindi in ottica di Design dei Sistemi il progetto non si rivolge mai ad un solo brand, ma cerca di fare brand a partire dalla loro sinergia, per una cultura imprenditoriale del territorio: fabbrica del design, cioè che si qualifica per il valore dei beni prodotti e non per narrazioni di immaginari di consumo.
47
House + forall is a dedicated research groups such Cives and HomeLab the object also involve other types of economic, destinanti, such centers are personal services, starting from the fact that we are in a scenario of expectancy increases of life both in terms of duration and the amount of people that enter in the phase defined as Seniority. A fact which outlines aims to promote and support through Design, a culture of aging in health and dignity. One of the fundamental assumptions from the point of view of the relationship between Product Design and Interaction was not to follow the way of the profusion of smart prostheses, but that of the creation of an environment sensitive strengthened, measure and tailored to people. Sensitive is the fact that quality electronics, integrated spaces and furnishings, must bring to everyday life. The scope is what we have called "designing new to old, design for all" new seniors who, for us, are active and aware users. Among our recipients we also have "the frail elderly", ie the person who is to rethink his life with the onset of chronic diseases more or less debilitating, in this case the design is declined as a design for the caring
relationship , as facilitation of this ratio, to decrease the workload of the "caregiver" and maintain for as long as the aspects of autonomy that the frail elderly still possesses. Paradigm of the frail elderly is the person with Alzheimer's, and it is here that our questions "about how to design and make design because" they began to articulate and find answers make sense. In fact, the behaviors related to nutrition, sleep, procurement, self-care, to name just a small part of what has been considered, pose specific needs and requirements, but intertwined, making this project a project managing complexity. So from the perspective of system design the project does not address it to a single brand, but try to brand from their synergy, an entrepreneurial culture of the area: the design factory, that qualifies you for the value of goods produced and not imaginary narratives of consumption.
48
In the Clean City. Progetti per la città. Il design indaga l’ambiente urbano. PROF. A LESSA NDRO SPALLETTA - DES IG NER D OCENTE ISIA RO M A / PROJECT M AN AG ER I SID E RES EARCH L AB
La città, nell’era della globalizzazione e della complessità, diventa il luogo nel quale la sfida del cambiamento riceve continui impulsi, legati al repentino mutamento delle esigenze degli “individui collettivi” che interagiscono in una maglia interconnessa. Indagare con il design, significa rimettere in discussione principi rigidi che ingabbiano la persona e la collettività, significa allentare le maglie di una trama e il legame di ogni intreccio affinché abbia la flessibilità di costruire geometrie esplorative e di ricerca. E’ su questa sfida che si basa il lavoro di ricerca “In the Clean City”. Un tema volutamente ampio che ha generato linee progettuali e proposte molto eterogenee, partendo dalla libera interpretazione del termine “Clean”. Ogni progetto è un intrecciarsi di contaminazioni, che traggono forza e consistenza ricercando all’interno della complessità attuale una via innovativa. Una logica del fare concreto.
The city, in the era of globalization and complexity, becomes the place where the challenge of change receives continuous impulses, often linked to the sudden change in the needs of "collective individuals" that interact in a mesh interconnected. Investigate trough the design praxis leads us to let open every question linked to the person and the needs, it means also to contrast the rigid principles encasing the individual and the community itself. This challenge is forming the common ground of "IN THE CITY CLEAN". An issue deliberately large in its diverse proposals, starting with the free interpretation of the same word "CLEAN". Each project is an intertwining of experience and contamination, keeping strength and consistency in the methodologic container of our systemic complexity. A concrete logic of making and investigate contexts and scenarios, identifying the missing nodes or building links between existing ones.
49
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Vivamus consequat ultrices ligula. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Vivamus consequat ultrices ligula.
In the Clean City. Geo Struttura. Modulo per la crescita del verde nelle città. PROGET TO DI MARCO RIPICCINI
Struttura modulare che permette l’insediamento del verde all’interno del contesto urbano; si presta a diverse applicazioni, come barriera acustica, barriera solare, strumento di mimetizzazione. La struttura è pensata per essere il più flessibile possibile sul piano morfologico e funzionale. Il modulo base è formato da un elemento strutturale interno in materiale plastico da 3mm di spessore, e due strati di feltro che lo ricoprono, questo permette al modulo di poter flettere e quindi adattarsi a ogni contesto.
Modular system that helps growth of plants in the city context. It is an acoustic barrier, a solar barrier and a camouflage instrument. The structure is made to be as flexible as possible morphologically and functionally. The basic module is composed of two outer layers of felt and an internal structure of plastic which enables the module to be flexible.
50
In the Clean City. SottoVerde. Un rifugio verde per le città. PROGET TO DI GIO RGIO G IALLOMBARD O
Copertura modulare multifunzionale che offre un rifugio dalle intemperie e dalla opprimente vita di città. La parte superiore dell'oggetto raccoglie l'acqua piovana convogliandola verso il centro dove risiede la pianta, che viene così alimentata. L'acqua in eccesso viene filtrata dal terreno e scende fino alla base dell'oggetto, dove è previsto un sistema di canalizzazione e deflusso. La crescita della pianta è fondamentale per il raggiungimento di una alta efficienza.
SottoVerde is a shelter from the rain and from the oppressive city life. The upper part of the object collects rainwater funneling it to the center where resides the plant, that is so fed. The water in excess is filtered from the soil and descends to the base where there is an outflow system. The growth of the plant is essential for the achievement of a maximum efficiency.
51
%& &'&" '# $ "$ # $ ! '%&$ % ! ** !
! '%&$
" )
MIUR - AFAM
((( % $"
&
$& %&