Via! Dicembre 2021

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MOTOSTORY

“Mondial” di nome e di fatto Con un piccolo e ardito motore a 4 tempi la F.B Mondial vinse tre mondiali di fila, dal 1949 al 1951, e molto altro ancora. Una sfida tecnica di antichi tempi gloriosi di una piccola grande marca che non riuscì a svilupparsi industrialmente e a sfondare Testo di Paolo Moroni – Foto di Alberto Antonini

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ai ruvidi motocarri agricoli impegnati nei campi e in strada, alle brillanti motociclette da Gran premio vittoriose sulle piste di tutto il mondo. E’ questa la sorprendente parabola della F.B Mondial, industria motoristica nata a Bologna con finalità tutt’altro che sportive negli anni 30 e migrata nel dopo guerra nella sedenegozio milanese di corso Vercelli e nei capannoni di San Rocco al Porto, oggi in provincia di Lodi, dedicandosi alle moto. A questa gloriosa marca che merita un posto nella hall of fame internazionale delle due ruote è stata dedicata lo scorso novembre una retrospettiva alla Mostramercato motoristica d’epoca di Novegro dove erano esposti alcuni modelli che furono protagonisti dello sport, oltre che dell’eccellenza tecnica e della rinascita industriale post bellica. Alla sigla iniziale - che sta a indicare i quattro fratelli Boselli (più una sorella), titolari dell’attività - nel marchio F.B Mondial è abbinato un bene augurante aggettivo subito sostantivato e onorato da vittorie effettivamente planetarie. Le piccole e medie cilindrate dei proprietari terrieri piacentini Conti Boselli, rappresentarono infatti un punto di riferimento nelle competizioni degli anni 40 e 50 e i loro prestigiosi e immediati successi sportivi, donarono al marchio per qualche lustro fama e fortuna commerciale. Le “ottavo di litro” Mondial rappresentarono poi per l’epoca una ardita sfida tecnica a cui nessuno aveva dato credito finché, nel 1948, vide la luce il primo motore di soli 125 centimetri cubi dotato di distribuzione a 4 tempi che mise in castigo le spadroneggianti 2 tempi, più semplici, potenti, assetate e inquinanti (anche se al tempo questo non era un problema). Quando il monocilindrico con doppio albero a camme in testa

La 250 bialbero 7 marce del 1957 che conquistò i primi tre posti del Mondiale con Sandford, Provini e Miller. A fine stagione Mondial si ritirò dalle corse

La 125 monoalbero simile alla bialbero “iridata”, ma più semplice e meno performante, destinata a gare e piloti della categoria Junior

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