TEST MAZDA MX-30
Il suo segreto? Una batteria mini La Casa giapponese seglie di debuttare nel campo dell’elettrico con un SUV diverso rispetto ai rivali. A fare la differenza è l’accumulatore da 35,5 kWh, che se da una parte limita l’autonomia, dall’altra rende l’auto più agile e leggera. E anche meno cara Testo di Valerio Boni
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uando si tratta di realizzare un’auto elettrica non esiste una ricetta universale, ogni costuttore plasma il nuovo veicolo secondo convinzioni e filosofie personali. Pertanto non devono stupire le scelte di Mazda che caratterizzano la MX-30, il veicolo che segna il debutto della Casa giapponese nel mondo dei veicoli a emissioni zero. La sua particolarità è tutta nella decisione di montare una batteria piccola, da 35,5 kWh, mentre le rivali nella sua categoria ne offrono almeno 50. Se da una parte l’autonomia non può che risentirne (la Casa dichiara come miglior valore 260 km in città) i vantaggi sono concentrati alle voci peso, dinamiche di guida e prezzo. Se la versione Exclusive, quella nelle foto, costa 39.950 euro, l’allestimento di accesso alla gamma Executive è in listino a 34.900 euro,
Il frontale e l’altezza da terra sono tipicamente da SUV, mentre la coda è da auto sportiva. L’idea di combinare le due impostazioni non è nuova, ma Mazda ha saputo interpretarla in modo originale e senza scelte estetiche estreme
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