Rivista VIA - Marzo 2021

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AUTODROM0 NAZIONALE MONZA

E il Rally diventa mondiale Disputata a Monza in dicembre l’ultima prova del WRC 2020. Il francese Sebastien Ogier con la Toyota Yaris vince e gara e titolo. Alla Hyundai il Campionato “Marche” Testo di Paolo Moroni proprio vero che nella vita tutto può succedere. Anche che una gara nata per puro spirito sportivo e senza affiliazioni ad alcun campionato, originale e unica nel suo genere, ma anomala rispetto agli standard della disciplina, salga un giorno al top del prestigio non locale, non nazionale, ma addirittura mondiale. E’ esattamente ciò che un fortunato destino ha riservato al Rally di Monza l’ormai celebre “rally di pista” - che dopo una gavetta di oltre 4 decenni (prima edizione

Ogier e Ingrassia con la loro Yaris sullo sterrato monzese, sui monti bergamaschi e sul podio con il presidente della FIA Jean Todt

Ph. L. Colnago

di 240 km percorsi in pista, sugli sterrati attorno ad essa ed escursioni sulle montagne della bergamasca (Selvino, Gerosa, Costa Valle Imagna) fino a oltre 1.300 metri di altitudine.

nel 1978) è stato promosso a prova – ultima e decisiva – del FIA WRC 2020, ovvero Il Campionato Mondiale Rally. E l’Autodromo di Monza non è mancato al grande appuntamento onorando l’impegnativo incarico ricevuto dalla Federazione Internazionale. Grazie alle capacità organizzative e professionali messe in campo dall’Automobile Club d’Italia, attraverso ACI Sport, organizzatore dell’evento assieme all’Autodromo Nazionale Monza e SIAS, in soli 50 giorni e con tutte le difficoltà connesse alla pandemia, ha preso corpo una gara, necessariamente

Ph. M. Bettiol

È

di alto livello, che ha avuto successo e non ha deluso nessuno, pubblico (assente) a parte. Quattro avventurose e dure giornate (3-6 dicembre) di pioggia, fango, neve e ghiaccio, con un pacchetto di 16 prove speciali per un totale

LA GARA Dal punto di vista agonistico la gara si preannunciava ricca di spunti con quattro possibili pretendenti alla vittoria parziale e soprattutto al titolo mondiale, ovvero il britannico Elfyn Evans e il francese Sebastien Ogier, primo e secondo in classifica (entrambi su Toyota Yaris) seguiti e ancora nei giochi, dal belga Thierry Neuville e dall’estone Ott Tanak (su Hyundai i20). Nel suo sviluppo di prova

in prova essa ha tenuto fede alle promesse di vivacità e incertezza con ben sette avvicendamenti in testa alla classifica e un decisivo colpo di scena. Alla fine ha trionfato chi non aveva scelta ed ha perso chi non doveva sbagliare. La cronaca dice infatti che il penultimo giorno, sul viscido asfalto dei monti, Evans è uscito di strada e di scena spianando la strada ad Ogier che, in coppia col navigatore Julien Ingrassia, aveva una sola opzione: vincere senza che il britannico facesse punti. Così è stato e il già 6 volte “iridato” ha messo il settimo sigillo alla sua ormai leggendaria carriera costellata da 49 vittorie in 156 gare mondiali. Al secondo e terzo posto due Hyundai: punti buoni per il “Marche”. A completamento del panel di gara i risultati delle altre categorie: WRC2 (gara e titolo a Ostberg-Eriksen, Citroen C3); WRC3 (vittoria di Mikkelsen-Jaeger, Skoda Fabia e titolo a Huttunen-Lukka, Hyundai i20); Junior WRC (vittoria e titolo a Kristensson Sjoberg, Ford Fiesta).

Ph. M. Bettiol

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