Rivista VIA - Marzo 2021

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FOLLIE URBANE

Piste bici: si può morire con i “danni collaterali” Le innovazioni green alla milanese non hanno tenuto conto dei mezzi di soccorso, che sono spesso bloccati nel traffico a causa del restringimento della carreggiata. Però, se un paziente non arrivasse in tempo in ospedale, la legge potrebbe dire la sua Testo di Maurizio Gussoni

Come si vede nella foto: se ci fosse traffico intenso, con superstiti sole due strette corsie, un’ambulanza come potrebbe passare? Sotto, il traffico strozzato dalle piste.

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l Codice della Strada è chiarissimo: l’art. 177 dispone che il guidatore non deve ostacolare il passaggio di un mezzo di soccorso. Ma per poterlo fare occorre che ci sia lo spazio, e restringere le carreggiate non sembra il metodo migliore per aiutare chi deve salvare le vite. A Milano le piste ciclabili penalizzano direttrici importanti come viale Monza, Corso Buenos Aires, Corso Venezia e tantissime altre. Direttrici che portano le ambulanze verso pronti soccorso fondamentali come il Policlinico, il Fatebenefratelli, l’ospedale di Sesto ed altri. Ed i mezzi dei Vigili del Fuoco? Grossi e difficili da manovrare, che hanno bisogno di ben più di una corsia libera per potersi sbrogliare dal traffico. Insomma, come nel cosiddetto bugiardino delle confezioni dei medicinali, anche le piste per le bici e per i monopattini, pare amatissimi dalla giunta milanese, hanno le controindicazioni. E non di poco conto!

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