Italo | Aprile 2016

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VALENCIA APRILE 2016 DISTRIBUZIONE GRATUITA

LA GELOSIA PER GLI EX

Si chiama “gelosia retroattiva” o “Sindrome di Rebecca” dal celebre romanzo di Daphne Du Maurier... Continua a pagina 13

Il mensile d’informazione degli Italiani a Valencia

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PRIMO PIANO

Tutto cambia, perchè niente debba cambiare

MIEDO EN EUROPA DOPO GLI ATTENTATI DI BRUXELLES L’INTERA EUROPA È SCONVOLTA

Massimo Mauro a pagina 3

GENERAZIONE 2.0

Erasmus in lutto per l’incidente del Bus Federica Guiso a pagina 6

EDITORIALE

È ORA DI RAFFORZARE L’EUROPA Gli attacchi terroristici nel cuore di Europa, prima a Parigi e poi a Bruxelles, gettano ombre e seminano dubbi. Le immagini e i suoni degli attacchi riprodotti decine o centinaia di volte, alimentano continuamente emozioni che inducono il pubblico... F. Carcassola a pagina 2

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EDITORIALE

APRILE 2016

E’ ORA DI RAFFORZARE L’EUROPA Filippo Carcassola

GLI ATTACCHI TERRORISTICI NEL CUORE DI EUROPA, PRIMA A PARIGI E POI A BRUXELLES, GETTANO OMBRE E SEMINANO DUBBI. LE IMMAGINI E I SUONI DEGLI ATTACCHI RIPRODOTTI DECINE O CENTINAIA DI VOLTE, ALIMENTANO CONTINUAMENTE EMOZIONI CHE INDUCONO IL PUBBLICO DELL'INFORMAZIONE IN UN VICOLO CIECO.

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n realtà quello che servirebbe per non fare il gioco del terrore sarebbe avere strumenti per analizzare il momento che stiamo vivendo, e superare la crisi. La sicurezza dei cittadini non è solo una questione di intelligence e di polizia, ma deve essere anche il risultato di politiche europee lungimiranti. Il portale statistico Statista ha diffuso nel dicembre dello scorso anno i dati relativi al numero di vittime del terrorismo dal 1970 al 2015: il terrorismo ha colpito duro in Europa nell'ultimo trentennio del secolo

Mensile d’informazione gratuito degli Italiani a Valencia DISTRIBUZIONE GRATUITA NUMERO DI DEPOSITO LEGALE n.° V2456-2015 Anno II n.° 7 Aprile 2016 Editore Fabio Moriconi Direttore editoriale Gianni Ranalletta

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scorso, mietendo centinaia e centinaia di vittime. Quindi, il terrorismo non è niente di nuovo per gli europei: basti pensare alle esperienze a noi più vicine, come Eta in Spagna oppure la stagione del terrorismo nero in Italia. Tuttavia l'impatto emotivo dei recenti attacchi sembra essere molto maggiore, da una parte per l'amplificazione morbosa dei fatti, dall'altra per la sensazione di essere sull'orlo di uno scontro di civiltà.

Il primo aspetto su cui vale la pena soffermarsi è quello dell'incomprensione di un atto del tutto alieno alla nostra cultura contemporanea: il martirio dei kamikaze. Nella società occidentale con il culto della bellezza e della forza, in cui non c'è più spazio per la malattia e nemmeno per la morte, l'atto di immolare se stesso in un attacco offensivo verso gli altri lascia del tutto disarmati: semplicemente non si comprende.

Tutti ci domandiamo come può una persona arrivare al punto di farsi esplodere ricercando la morte per il maggior numero di individui? Stereotipi e populismo hanno decretato che è tutta colpa dell'Islam che promette il pa-

radiso a chi sacrifica se stesso. In realtà l'Islam è tutt’altro che un monolite, e l'equivalenza tra Islam e jihad intesa come atto di guerra agli infedeli è erronea. E' molto interessante il contributo dato da Oliver Roy, politologo e conoscitore dell'Islam, in un articolo pubblicato su il quotidiano francese Le Monde. Nell'arruolamento dei giovani europei nelle file del Daesh, Oliver Roy intravede una “rivolta generazionale e nichilista”, senza legami profondi con il radicalismo religioso islamico, che sarebbe solo, per usare una metafora a tema, il detonatore di un malessere. Gli attentatori o i cosiddetti foreign fighters si contraddistinguono spesso per avere avuto stili di vita “da occidentali” per diventare tutto d'un tratto islamisti salafiti. Secondo Oliver Roy in realtà stiamo assistendo a una “islamizzazione della radicalizzazione sociale”: frustrazione ed emarginazione creano il contesto per cui gli immigrati di seconda generazione o gli europei convertiti cerchino una sorta di riscatto ultimo e definitivo di se stessi nella jihad. Questa riflessione spinge poi a considerare un secondo aspetto: quello delle risposte da dare al terrorismo. Non esistono evidentemente formule magi-

@ redazione@italonews.es

FOTO THEGUARDIAN.COM

che, ma è chiaro che quello che serve ora è un'Europa con più forza. E' il famoso principio di sussidiarietà che lo richiede: i problemi devono essere risolti al livello politico in grado di dare soluzioni. Il terrorismo è un problema che ha come minimo una dimensione continentale, e quindi deve essere trattato al livello politico corrispondente. Un'Unione Europea con un servizio d’intelligence integrato, un proprio esercito, una sola politica estera, un welfare state e politiche d’integrazione sociale può dare risposte più efficienti e più efficaci ai problemi. Nel caso specifico della lotta al terrorismo oltre a un'attività europea investigativa e di polizia, servono politiche per fare “terra bruciata” intorno ad esso: per esempio sanando i contesti sociali in cui le persone sono a rischio di radicalizzazione, e impedendo attività economiche che permettono al terrorismo di finanziarsi e di armarsi. Purtroppo la gestione dei problemi europei attraverso il me-

todo intergovernativo, che si basa sulle riunioni periodiche dei governi degli Stati europei, espone l'Europa agli interessi nazionali contrapposti. E la paralisi che ne deriva è un prezioso alleato del terrorismo e dei nuovi nazionalismi: da una parte lascia gli europei in balia degli eventi senza un piano di azione lungimirante, e dall'altra rafforza i populismi nazionali che per calcoli elettorali fomentano e utilizzano la paura del terrorismo per guadagnare consenso in chiave antieuropea. E pensare che già nel 1941 Altiero Spinelli e Ernesto Rossi affermavano nel Manifesto di Ventotene che il problema da risolvere in primo luogo “è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani”. La realtà parla chiaro: gli Stati nazionali singolarmente non hanno la capacità di dominare fenomeni più grandi di loro e soprattutto senza confini, proprio come il terrorismo di oggi. Occorre quindi rafforzare l'Europa affinchè possa dare risposte all'altezza della sfida.


PRIMO PIANO

APRILE 2016

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TUTTO CAMBIA PERCHÉ NIENTE DEBBA CAMBIARE FOTO DI FABIO MORICONI

RITA BARBERÁ / ESTATICO.VOZPOPULI.COM

Massimo Mauro

NEL MOMENTO IN CUI SIA NELLA CAPITALE VALENCIA CHE IN TUTTALA COMUNITAD SI SVOLGONO I FESTEGGIAMENTI PER LE TRADIZIONALI FALLAS, ASSISTIAMO ALLA DEFLAGRAZIONE DEL PARTITO CHE LA HA COMANDATA PER PIÙ DI VENT’ANNI: IL PP.

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ià le elezioni del Maggio scorso avevano sancito l’inizio della fine con i cambiamenti avvenuti al comando dei comuni principali della regione e della stessa Valencia. Della operazione Taula si è già parlato ampliamente, quindi ci soffermeremo sulle similitudini che riscontriamo con la famosa inchiesta di mani Pulite italiana degli anni novanta.

Le assonanze sono tantissime. La prima cosa che risulterebbe evidente, è sicuramente il finanziamento illecito del partito da parte di alcuni imprenditori, che per avvantaggiarsi negli appalti e concessioni, avrebbero rimpinguato le casse degli stessi. La seconda cosa che ci connette a più di vent’anni fa, è la presenza di alcuni pentiti che testimoniando, stanno inchiodando diverse figure sul banco degli imputati, ma come allora in Italia anche qui, possiamo ascoltare le medesime frasi da parte dei dirigenti del Partito Popolare, in favore in parte al corso della giustizia e dall’altra contro la persecuzione giudiziaria politica usata secondo loro per distruggere il partito. Non spetta a noi il giudizio politico, ma quello che su cui ci preme porre l’accento è la speranza che non finisca come da noi allora, con un pa-

ese attanagliato da una nuova ondata di corruzione 2.0, che tuttora come sappiamo bene, sembra non avere termine. Mafia capitale è solo la punta dell’iceberg. Nelle trasmissioni delle varie Tv spagnole spesso sentiamo nomi che noi italiani non vorremo ascoltare, questo ad affermare l’importanza che ebbe all’estero quell’inchiesta. Quello che preoccupa gli spagnoli è la somiglianza degli eventi e che nel nostro caso, non ci fu l’avanzamento del nuovo come si sperava, ma una recrudescenza della corruzione. “Tutto cambia perché niente debba cambiare”, questa frase del Gattopardo, è una delle più usate dai media spagnoli per definire cosa sta succedendo. Noi italiani residenti nella Comunitad Valenciana ci auspichiamo che questa volta le cose vadano diversamente e che si possa parlare un giorno di operazione Taula riuscita.

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LA VERA STORIA DEL SEMAFORO CON LA GONNA Fabio Moriconi

C’ERA UNA VOLTA, COSI INIZIEREBBE IL RACCONTO DI UNA DI QUELLE VECCHIE STORIELLE CHE RACCONTAVANO I NOSTRI NONNI, MA LA NOSTRA STORIA AL CONTRARIO, È UNA STORIA MODERNA, DI QUELLE CHE OGGI GIORNO, VIAGGIANO SULLE RETI SOCIALI, CHE PASSANO DA TASTIERA A MONITOR IN ME CHE NON SI DICA, MA COME OGNI VERA STORIA CHE SI RISPETTI, LA COSA PIÙ IMPORTANTE SARÀ IL SUO LIETO FINE.

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utto, inizia con la politica dei piccoli gesti che il nuovo sindaco di Valencia Joan Ribó, ha promosso sin dalla sua elezione. Quale miglior occasione dell’8 di marzo “festa della donna”, può essere usata per lanciare una piccola bomba al pregiudizio e al maschilismo? Detto fatto, da un’iniziativa dei “consejales” di mobilità sostenibile “Giseppe Grezzi” e pari opportunità o uguaglianza “Isabel Lozano”, nascono i primi venti semafori paritari di Valencia. Un’operazione semplicissima, che vede cambiare le figure delle silhouette pedonali in uno dei lati dell’attraversamento, dalla classica figura maschile a una femminile con tanto di gonna, operazione fortemente mediatica e simbologica.

Nelle ore successive alla pubblicazione della notizia, sopra i social network, ha inizio la polemica, che vede letteralmente inondare di insulti e critiche le bacheche di ogni testata, impegnata nella divulgazione della notizia e anche quella dei “consejales”. Accuse di ogni tipo, dallo spreco di denaro pubblico a quelle maschiliste, si alternano a qualche complimento, il tutto si placa solo nei giorni successivi per naturale sfinimento degli interlocutori. A nulla sono valse le spiegazioni degli assessori, impegnati nel rassicurare che l’operazione era stata puramente mediatica e che l’aggiornamento della segnaletica era stata effettuata a costo zero da parte della ditta manutentrice, operazione che sarebbe dovuta servire di li a qualche giorno per dimostrare ai tantissimi turisti previsti per le festività delle Fallas, l’apertura mentale alla parità dei sessi dei cittadini di Valencia. Oscar Wilde, un giorno scrisse “nel bene e nel male, purchè se ne parli” parafrasi che calza a pennello con il provvedimento preso dalla nuova giunta comunale, che ha ottenuto con la modifica dei semafori la stessa cassa di risonanza che avrebbe potuto avere dalla costruzione di una grande opera. La riuscita dell’iniziativa, la si può osservare quotidianamente passando davanti a uno dei semafori citati, in particolar modo al fianco della Plaza de toro, attendendo cinque minuti, potrete vedere qualche turista fai da te o addirittura qualche simpatica guida, mettersi in posa per una bella foto ricordo al fianco del “Semaforo con la gonna”.


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APPUNTAMENTI

APRILE 2016

SONO FINITE LE FESTE? I° BARCELONA

VALENCIA NON È SOLO LA CITTÀ DE LAS FALLAS, UN’ALTRA DELLE FESTE DELLA COMUNITÀ VALENCIANA, RICCA DI TRADIZIONI È QUELLA DI SAN JORDI

ITALIAN FESTIVAL Fabio Moriconi

CON L’INAUGURAZIONE DI QUESTO NUOVO FESTIVAL, INIZIA LO SCAMBIO DI RECENSIONI E PUBBLICAZIONI DEGLI EVENTI PIÙ IMPORTANTI DELLA CITTÀ DI BARCELLONA, DOVE NEI PROSSIMI MESI “ITALO”, SARÀ PRESENTE CON UNA NUOVA EDIZIONE. FOTO WIKIPEDIA

Clelia Castorina

NON TUTTI SANNO CHE LA FESTA DI SAN JORDI, O SAN JORGE, È UNA DELLE FESTE PIÙ SENTITE E RICCA DI FOLCLORE DELLA COMUNITÀ VALENCIANA. PRECISAMENTE CADE IL 23 APRILE, GIORNO IN CUI SI COMMEMORA LA MORTE DEL SANTO.

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“simbolo del santo” e libri. Nelle province della Comunitá Valenciana si ricorda la battaglia tra mori e cristiani che finí con l’apparizione del santo su un cavallo che sancì la vittoria dei cristiani.

Nello specifico, ad Alcoy, sono quattro giorni di musica, colori e folclore, ed é una festa di interesse Turistico Internazionale.

an Jorge, oltre ad essere il patron di molti paesi come la Bulgaria, l’Etiopia, la Georgia e il Portogallo, in Spagna è il patron delle comunità autonome della Catalugna e di alcuni paesi come Alcoy (in provincia di Alicante), Golosalvo e Madrigueras (in provincia di Albacete).

In questi giorni la cittadina torna indietro nel tempo, per le strade si vedono solo cavalieri vestiti con i loro abiti e scudi del tempo che rievocano gli ultimi tre giorni della battaglia. Il primo giorno di festa é dedicato ai musicisti, per le strade varie bande musicali, sfilano con i loro abiti tradizionali rievocando musiche folcloristiche del tempo.

Dovuto alla proclamazione nel 1995 da parte dell’Unesco, della giornata mondiale del libro, il 23 Aprile in Catalugna e nelle Baleari, esiste una tradizione popolare che unisce le due commemorazioni con lo scambio di regali come rosse rosse

Durante il secondo giorno, definito “delle entrate”, due schieramenti entrano in cittá da due lati opposti. Da un lato i cristiani, “los Campeones de la Cruz”, in difesa della Villa di Alcoy, dall’altro

lato della città i mori, con la loro suntuositá orientale, rievocano l’attacco della Villa. Il terzo giorno, é quello dedicato al Santo. La giornata é caratterizzata dalla processione delle relique e delle immagini del Santo, verso la chiesa, dalla Santa Messa in onore a San Jordi e dalla classica mascletá delle 14:00. Il quarto e ultimo giorno, é quello dedicato alla riproduzione della battaglia fino alle 21:30, orario in cui poi si celebrerà, l’apparizione del Santo tra i merli del castello, accompagnato dall’Inno della festa. Seguirá poi il classico “Castillo de fuego”, uno spettacolo pirotecnico che partirà con l’ultimo attacco della battaglia, che segnerà la vittoria dei cristiani. Senza dubbio questa é una delle feste più rievocative e suggestive della tradizione storica valenciana, che merita di essere vissuta dal vivo, almeno una volta nella vita, per poter cosi capire, il motivo per cui é stata nominata dall’Unesco, “Festa di Interesse Turistico Internazionale”.

Quale miglior occasione e piacere di collaborare con il grande team di www.immaginae.com, agenzia di servizi internazionali dedicati alla cultura e all’economia creativa, impegnato ad organizzare la prima edizione di “Barcelona Italia Festival”, in programma dal 15 al 17 Aprile, con il Patrocinio di Consolato Generale d’Italia di Barcellona, l’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, il Comune di Barcellona e in collaborazione con i Media Nazionali e Italiani e molti altri partners.

Il festival celebra la spontanea connessione tra gli italiani e la città di Barcellona. Un vero e proprio ponte è infatti quello che negli anni si è creato tra le due nazioni, reso possibile dall’amore che gli italiani nutrono per la città, e dall’apertura di Barcellona verso le altre culture. BARCELONA ITALIA AWARD, un riconoscimento, quello che sarà consegnato alle imprese che si sono distinte con la propria attività, unendo creatività, cultura e dedizione al loro business.

FOTO B.I.F.

BARCELONA CREATIVA, un meeting speciale vedrà la presenza di esperti, impresari e creativi italiani e locali confrontarsi sull’identità creativa italiana in un contesto globale e di innovazione come quello della città di Barcellona. Ci saranno momenti dedicati ai laboratori di arte e creatività per adulti e bambini, workshop di cucina, lingua italiana e catalana, per godere di un aperitivo con teatro/performance letterarie. Video, Dj set e musica dal vivo per i format “Stereovision” e “Viva la Musica”, ed eventi diffusi in città all’interno di showroom, negozi, gallerie e studi. Cosi nasce il Festival, Creatività a 360 gradi, Arte, Design, Letteratura, Enogastronomia, Moda, Industria, Musica e Cultura sono gli aspetti su cui si incentra l’attenzione del progetto. L’evento, aperto all’intera popolazione internazionale e ai turisti, prevede momenti di scambio culturale, di intrattenimento e di informazione, per “vivere” un weekend in un villaggio globale, “Barcelona Italia Festival”.

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APRILE 2016

LE PORTE DI VALENCIA TORRI DI SERRANOS

VISITA AL MERCATO CENTRALE DI VALENCIA Alessandro Girardi

LA VISITA AL MERCATO CENTRALE DI VALENCIA È UN’ESPERIENZA SENSORIALE CHE PUÒ LASCIARE LE PERSONE PIÙ SENSIBILI STUPEFATTE DA TANTI COLORI, SUONI PROFUMI E SAPORI. Soprattutto è un luogo pericoloso per i golosi che si lasciassero tentare dall’acquistare tutte le leccornie che offrono le bancarelle, potrebbero trovarsi con il portafoglio vuoto e le mani piene di buste della spesa.

Storia rico dai “jurats”, una specie di consiglio comunale dell’epoca fu il maetro pietraio Pere Belenguer, lo stesso che collaborò nella costruzione del Miguelete, sembra si sia ispirato in questo caso alla porta Reale del monastero di Poblet. Con un’altezza di 33 metri furono costruite non solo come mezzo di difesa militare, ma anche come simbolo del potere economico e sociale della città, per questo motivo sono state considerate sempre anche un’opera artistica. Durante secoli fu la porta principale di accesso alla città. Nella parte interna, possiamo invece osservare grandi archi gotici disposti su tre piani.

Alessandro Girardi

UNO DEI SIMBOLI DELLA CITTÀ DI VALENCIA INSIEME AL CAMPANILE DELLA CATTEDRALE, CHIAMATO MIGUELETE E ALLA PAELLA, SONO LE TORRI DI SERRANOS.

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i tratta di due torri con forma poligonale,simmetriche e quasi identiche fra loro, costruite come protezione di una delle porte principali di Valencia, quella di fronte al ponte di Serrano sul ex fiume Turia. Ma cosa vuol dire serrano, ha qualche relazione con il “jamon serrano”? Sí, perché vuol dire proveniente dalla Sierra, che significa in spagnolo “catena montagnosa”. Per il ponte e la porta il nome si riferisce alla loro posizione, essendo la via di accesso alla città degli abitanti provenienti dalla montagne dell’entroterra, detti “Serranos”. Il prosciutto si chiama invece cosi, perché anch’esso tradizionalmente proveniente dalle montagne. Ma a cosa serve una porta se non ci sono mura e perché se non ci sono le mura c’è una porta? In realtà questa era sono una delle 12 grandi porte della città di Valencia. Oggi come oggi, ne restano integre solamente due: Serranos e Quart. Rimangono solo tracce delle altre, tra cui il monumento della Porta del Mar che fu costruito dove prima era una di esse; della Porta del Jesus, possiamo invece osservare le pietre della sua base dove ora c’è la fermata della metropolitana di Colón. Infine molti valenciani ricorda-

A cosa sono servite e cosa servono

no la mitica porta di San Josè o Portal Nou, che era davanti al ponte di San Josè. Le antiche mura cristiane hanno circondato il centro della città sino agli inizi del XIX secolo, quando furono abbattute per dare lavoro ai numerosi disoccupati e dare spazio all’ampliamento della città. Le due porte che restano tuttora in piedi furono “indultate” solo perché il quel momento venivano usate come carceri.

Costruzione Le torri di Serranos, dichiarate Monumento Storico Artistico Nazionale nel 1931, furono costruite in quasi 6 anni, tra il 1392 e il 1398 e inaugurate proprio il 19 marzo, festa di San Giuseppe. L’architetto che ricevette l’inca-

Dopo essere state per lunghi anni adibite a carcere alla fine dell’ottocento e inizio del secolo scorso, vennero restaurate eliminando finestre e sbarre, riempiendo i vuoti e restituendo cosi loro il loro antico aspetto. Durante la guerra civile spagnola vennero usate come casseforti dei più importanti dipinti del Museo del Prado di Madrid e i tetti furono rafforzati con cemento armato, visto il timore per i bombardamenti. Adibite a luogo di cerimonia della “Crida”, l’invito della Fallera Mayor a tutti i cittadini e forestieri a partecipare alle feste della fallas, che sono state simbolo l’anno passato, della fine dell’epoca di Rita Barberà, con il suo famoso “Caloret” pronunciato da lei e divenuto virale. Oltre che belle da vedere dal basso, è possibile visitare le balconate delle torri risalendo le ripide scalinate, per poter cosi godere di una bellissima vista panoramica che da sul ex-letto del fiume Turia, con i suoi giardini.

Le origini del Mercato Centrale di Valencia vanno cercate in un periodo storico precedente all’arrivo a Valencia di Giacomo I, (1238), quando Valencia era una città islamica, perché già in quei tempi sorgeva qui un mercato musulmano. Secondo i registri storici Giacomo I concesse il permesso di realizzare qui un mercato settimanale e anni dopo il Re Pietro IV il cerimonioso, concesse che si celebrasse quotidianamente. Fu però solo nel 1910 quando si decise di costruire l’attuale mercato coperto con un’area di più di 8.000 metri quadri.

Architettura Il motivo principale della costruzione di questo grande mercato coperto, a differenza di tanti altri in Europa, non fu ripararsi dal freddo e dalla pioggia, due elementi atmosferici poco frequenti qui a Valencia, ma soprattutto dal caldo. Per questo motivo gli architetti Alejandro Soler e Francisco

FOTO ORXATA.EU

Guardia disegnarono un struttura modernista con i soffitti molto alti e grandi finestre poste in alto per far circolare l’aria. La struttura costituita principalmente di metallo ricorda la base della Torre Eiffel. Grazie a questo materiale fu infatti possibile costruire grandi arcate con pilastri stretti, lasciando molto spazio alle bancarelle, agli acquirenti, ma soprattutto all’aria e alla luce. La costruzione del mercato terminò nel 1928, anno in cui fu inaugurato dal Re Alfonso XIII. È costituito da due sezioni principali: una più grande dove si possono trovare frutta, verdura, salumi e formaggi, spezie, ma anche macellerie, negozi gourmet di varie nazionalità o di birra proveniente da tutto il mondo. La cupola di questa sezione è alta 30 metri ed è decorata con le tipiche piastrelle di ceramica valenciana. Se visitate il centro di Valencia in un giorno lavorativo, ricordate di passare dal mercato centrale prima della chiusura delle 14:30.

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APRILE 2016

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GENERAZIONE ERAMSUS IN LUTTO Federica Guiso

IL MONDO ERASMUS PIANGE E RICORDA LE TREDICI GIOVANI RAGAZZE CHE HANNO PERSO LA VITA NEL TRAGICO INCIDENTE.

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a rubrica di Aprile doveva iniziare parlandovi dei migliori programmi, dei migliori eventi Erasmus di questo mese, invece no. “Perdonatemi, mi sono addormentato”, afferma l’autista dell’autobus, che all’alba di Domenica 20 Marzo, ha perso il controllo del mezzo invadendo l’altra corsia e coinvolgendo nell’impatto un’autovettura. L’ autobus riportava a Barcellona i giovani Erasmus che avevano trascorso l’ultimo giorno di Fallas a Valencia, nel tragico evento hanno perso la vita tredici ragazze, di cui sette italiane, due tedesche, una rumena, una austriaca, una uzbeca, una francese. Tutte giovanissime, piene di speranze e progetti per il futuro! Sono volati in cielo tredici angeli, in un periodo della vita che nessuno vorrebbe finisse mai, dove solitamente respiri aria di libertà. “Non doveva andar cosi, sono una studentessa Erasmus proprio come lo erano loro, Do-

menica mattina, apprendendo la notizia è stato come ricevere una pugnalata alle spalle, una di quelle notizie che ti fa gelare il sangue. Penso a quanto potevano essere felici e stanche in quell’autobus di ritorno a casa, ai pensieri che di solito volano in mente tra i mille progetti che magari stavano pianificato per i prossimi mesi Erasmus e poi... all’ improvviso il nulla.” Non si può morire cosi, quando si ha solo 20 anni e ancora una vita davanti. Come me e altri milioni di ragazzi che decidono di partecipare al progetto Erasmus, avevano preparato una valigia con tanta voglia di partire, di conoscere un paese straniero, chissà quanto erano innamorate di Barcellona, della cultura spagnola, proprio come è successo a me. Quando vivi Erasmus, senti di far parte di un’unica grande famiglia e in quel momento, proprio come una famiglia, ci siamo uniti nel dolore. Ognuno di noi porterà dentro di se il ricordo dei tredici angeli volati via troppo presto. Il mio pensiero, vola a loro, alle loro famiglie, a tutti i ragazzi sopravvissuti all’incidente, che si faccino forza e continuino questa esperienza, anche per la memoria delle ragazze, perché niente deve fermare questa gioia di vivere che ti regala l’Erasmus.

UN MESE RICCO DI EVENTI

Se invece preferite vivervi giorni nella meravigliosa isola di Ibiza allora non perderti l’occasione di partire con Happy Erasmus o con ESN dal 28 di Aprile al 2 di Maggio. Vi appetteranno tantissime feste e serate nelle migliori discoteche di Ibiza...il divertimento è assicurato!

EVENTI IN CITTA’

FOTO ERASMUSVALENCIA.COM

Federica Guiso

IL CALDO, LE BELLE GIORNATE, LE TEMPERATURE PRIMAVERILI BENVENUTO APRILE! PRENDETE NOTA DEGLI EVENTI ERASMUS CHE VI ASPETTERANNO QUESTO MESE.

GITE FUORI VALENCIA Nella data del 2 Aprile, con l’associazione Happy Erasmus o con Erasmus Vip Valencia, e in quella del 9 di Aprile con ESN, potrete partecipare a un viaggio all’insegna del divertimento a PortAventura, il parco divertimenti più visitato della Spagna situato a Salou in provincia di Tarragona. Qui vi attenderanno giochi acquatici, adrenalinici e tanti spettacoli a tema.

L’ Erasmus è anche solidale. Il 10 di Aprile con l’associazione ESN che unita a quella di Payasospital puoi dedicare il tuo tempo a portare un sorriso ai bambini ospedalizzati. L’ incontro si svolgerà al Rio e sarà caratterizzato da giochi e altre attività ludiche. Un evento speciale che permetterà di regalarti e regalare un sorriso ai più piccoli. Cosa aspetti? Renditi solidale! Tra le tante meraviglie di Valencia è d’ obbligo la visita al Bioparc! Il 10 di Aprile con ESN potrai godere di una piccola gita nel parco zoologico della città. Qui vi attenderanno più di 4000 animali di 250 specie differenti. Il 15 di Aprile non perdere l’appuntamento Universitario dell’anno: Paellas Universitarias 2016! Musica, paella e tanto divertimento caratterizzeranno questo evento assolutamente da non perdere! Se vuoi assicurarti il ticket d’ ingresso con uno sconto prenota con la app Xeed. Per tutte le informazioni riguardo agli eventi Erasmus del mese consulta le pagine Facebook delle associazioni ESN, Happy Erasmus e Erasmus Vip Valencia. Ognuna di loro ti permetteranno di partecipare a eventi e viaggi a prezzi low cost con il massimo del divertimento.

Redazionale

Kafua, l’arte della cucina e non solo, a Valencia Locale, caldo e accogliente, fonde con cura e dedizione le diverse etnie di provenienza dei proprietari. Alle delizie culinarie di origine tipicamente spagnole, aggiungono piatti provenienti dalla tradizione italiana, completa il tutto un ottimo e fornito bar di coppa, in grado di fare qualsiasi preparazione dal semplice aperitivo al cocktail più elaborato. Degna di nota è ogni giovedì l’organizzazione della serata

con musica live, con generi sempre diversi che vanno dal jazz al flamenco, serate speciali e indimenticabili all’insegna del divertimento e del buon gusto. Per qualsiasi informazione vi invitiamo a contattarci oppure a seguirci sui nostri canali social con i nostri numerosi eventi.

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DALL’ITALIA

APRILE 2016

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REGIME FORFETTARIO 20 MARZO 1994, DI 2016 TUTTE LE NOVITÀ L’ASSASSINIO ILARIA ALPI E

Rag. Rossella De Paoli

MIRAN HROVATIN

IL NUOVO REGIME FORFETTARIO È STATO INTRODOTTO DALLA LEGGE DI STABILITÀ 2016 (N.208 DEL 28 DICEMBRE 2015) ED È QUINDI DAL 1° GENNAIO 2016 L’UNICO REGIME AGEVOLATO PER CHI APRE UNA NUOVA PARTITA IVA, RENDENDO UFFICIALE IL PASSAGGIO DAL REGIME DEI MINIMI AL REGIME FORFETTARIO, DOPO IL RINVIO DELLO SCORSO ANNO.

I

l regime dei minimi potrà essere mantenuto fino alla naturale scadenza (fine del primo quinquennio di attività ovvero compimento del 35mo anno di età del contribuente), mentre il nuovo regime non presenta scadenze temporali. Le condizioni e i requisiti previsti per l’accesso alla partita IVA con il nuovo regime forfetario 2016 sono: non aver conseguito ricavi o compensi superiori ai limiti indicati nell’allegato della Legge di Stabilità 2016, diversi a seconda del codice ATECO di riferimento, non aver sostenuto spese per collaboratori superiori a 5.000 euro lordi e non aver superato i 20.000 euro di costi lordi per ammortamento di beni strumentali. Sono esclusi, invece, dall’accesso alla partita IVA con il regime forfetario 2016 i contribuenti che si trovano nelle seguenti condizioni: contribuenti con regimi speciali IVA o regime forfetario per la determinazione del reddito, contribuenti

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Luciano Di Pietrantonio

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opo ventidue anni si cerca ancora la verità. Ci sono “accadimenti tragici” che non finiscono quasi mai perché, malgrado inchieste e processi, non si arriva alla verità. Come il caso che ha visto protagonisti Ilaria Alpi, giornalista di Rai Tre, romana e Miran Hrovatin, cine-operatore triestino, assassinati in un agguato a Mogadiscio durante la missione per seguire la guerra civile in Somalia.

FOTO FREE STOCK

non residenti, a meno che non si produca almeno il 75% del reddito in Italia e si assicuri un elevato scambio di informazioni, contribuenti che esercitino come attività abituale cessioni di fabbricati, terreni edificabili, mezzi di trasporto nuovi. Il regime forfettario prevede un regime di tassazione con imposta sostitutiva da applicare al prodotto tra il fatturato realizzato e il coefficiente di redditività (che varia in funzione del codice attività con cui la partita IVA è stata aperta). I limiti di ricavi/fatturato e il coefficiente di redditività dipendono dal tipo di attività svolta, a sua volta inquadrato in uno specifico codice ATECO. L’aliquota dell’imposta sostitutiva sui redditi da regime forfettario è stata fissata dalla Legge di Stabilità al 5% del reddito per i primi cinque anni di attività, per crescere dal sesto anno in poi al 15%. L’imposta sostitutiva sostitui-

sce l’IRPEF (ordinaria e addizionale) e l’IRAP, ed è l’unica forma di imposizione fiscale sul reddito dei contribuenti nel regime forfettario. L’IVA sui ricavi/compensi non è dovuta, così come non è deducibile l’IVA sugli acquisti; non si ha quindi obbligo di tenuta delle scritture IVA e contabili, mentre si devono comunque numerare progressivamente in ordine cronologico le fatture emesse e tenere in conservazione tutti i documenti inerenti l’attività. I professionisti non devono assoggettare i loro compensi a ritenuta di acconto. I contribuenti con regime forfettario devono presentare il Modello Unico per l’anno solare di attività, compilando l’apposito quadro che li riguarda; sono esentati dalla compilazione degli Studi di Settore e dal relativo calcolo di congruità, normalità e coerenza.

Fu un tentativo di rapimento finito in tragedia o un agguato premeditato contro testimoni scomodi che erano a conoscenza di traffici illeciti di armi e di rifiuti tossici e radioattivi in Somalia? Il 20 marzo 1994 una Toyota attraversa la capitale somala diretta verso l’Hotel Amana. A bordo la giornalista e il cine-operatore, in Somalia per seguire la Missione Restore Hope, (che sotto l’egida delle Nazioni Unite cercava di portare aiuti alla popolazione). Nelle vicinanze dell’albergo, da una Land Rover scendono diverse persone armate e fanno fuoco. Ilaria Alpi è colpita alla tempia e una raffica raggiunge Hrovatin. Gli aggressori scappano senza lasciare tracce. Nessuna rapina o tentativo di sequestro, contrariamente a quanto fu affermato nelle prime ore dalle notizie di agenzia. Un agguato studiato nei minimi particolari per zitti-

re due giornalisti diventati troppo pericolosi, per aver raccolto sufficienti indizi su attività illecite e clandestine che avrebbero coinvolto “personaggi e signori della guerra” nel mondo somalo e in molti Stati africani, e quasi certamente più di qualche funzionario dei Servizi del nostro Paese. Almeno 2.297 giornalisti e altri professionisti dell’informazione sono stati uccisi tra il 1990 e l’anno scorso, così indica il rapporto annuale della Federazione Internazionale dei Giornalisti (FIJ). Nel 2015 contro il giornale satirico Charlie Hebdo, è la Francia a occupare il primo posto della classifica. Questi sono considerati i “nuovi martiri dell’informazione”, nel mondo globalizzato. Da quel tragico 20 marzo 1994 ormai sono passati ventidue anni: cosa sappiamo dei responsabili e dei mandanti di quel feroce assassinio? Oggi sta nascendo, con grande lentezza, la verità, ossia che Ilaria aveva scoperto attività segrete su traffici d’armi internazionale, fra Stati e tra Continenti. Fra tanti depistaggi emerge una ipotesi, apparentemente azzardata, come la presenza di funzionari della Cia. Oggi la madre Luciana continua senza sosta la ricerca della verità sull’assassinio della figlia. A questa vicenda che è fra i tanti misteri del nostro Paese, non solo le famiglie Alpi e Hrovatin aspettano una risposta, ma anche gran parte della pubblica opinione italiana.

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ARTE E CULTURA

APRILE 2016

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LA MODERNITÁ REPUBBLICANA IN MOSTRA AL MUVIM L

o scorso 11 febbraio é stata inaugurata al MuVIM, Museo Valenciano dell’ illustrazione e della modernità, la mostra "La Modernitat Republicana. Innovaciones y perviviencias en el arte figurativo (1928-1942)". Si tratta di una delle più importanti mostre dedicate alla modernità repubblicana che si sia mai svolta qui a Valencia, grazie alle numerose opere di grande rilevanza esposte in questa occasione. Attraverso più di 280 opere tra illustrazioni, manifesti, dipinti e sculture realizzate da alcuni dei piú importanti artisti spagnoli dell'epoca, la mostra si sviluppa nelle tre sale principali del museo (Hall, Sala Parpalló e Sala Alfons Roig) e affronta uno dei periodi storico-artistici più importanti della Seconda Repubblica spagnola, cioè gli anni che vanno dalla fine della dittatu-

ra di Primo de Rivera (1930), passando per il momento della “Dictablanca” cioé la fine del regno di Alfonso XIII e il primo governo di Damaso Bereguer a cui un anno dopo succedette il governo dell'ammiraglio Juan Baptista Aznar che proclamò la Seconda Repubblica. La mostra si occupa anche degli anni seguenti compresa la guerra civile e l'inizio del franchismo. Tra i pezzi originali esposti, ci sono anche manifesti di propaganda politica e di esposizioni di tori, diari e documenti che sono rimasti nascosti nei fondi degli armadi fino ad ora e che oggi vengono esposti al pubblico per la prima volta. Come attività collaterale alla mostra, nel mese di Aprile il MuVIM ha organizzato un ciclo di proiezioni cinematografiche dal titolo "Cinema, Modernitat i Cultura Popular als anys 30" che si svolgeranno nei seguenti giorni: 20, 21, 22, 24, 26, 27 e 28 di aprile, alle 17 nel Salón de Actos del MuVIM.

I NUMERI 1 IN VINI ITALIANI E LIQUORI INTERNAZIONALI

Mentre scriviamo non è ancora stato definito l'elenco dei film che verranno proiettati, potrete trovare maggiori notizie sul sito del MuVIM www.muvim.es. La partecipazione é gratuita. Un interessante excursus attraverso l'arte e il cinema per conoscere e approfondire meglio la storia e la società valenciana e spagnola in generale.

fino alla fine di ottobre. Nel mese di luglio, avrà luogo anche la “Berklee Week” che è considerata una delle settimane clou della manifestazione, dove tutti gli studenti dei vari master, eseguiranno un saggio degli studi affrontati durante l’anno accademico, con a conclusione un concerto di fine corso.

Fabio Moriconi

IL MESE DI APRILE, VEDE L’INIZIO DI UNA SERIE DI CONCERTI CHE GRAZIE ALLA SUGGESTIVA LOCATION E LA QUALITÀ DEI GIOVANI MUSICISTI RENDERANNO UNICHE LE SERATE DEGLI SPETTATORI PRESENTI.

A

deliziare le nostre orecchie, saranno gli studenti e insegnati del “Berklee College of Music Valencia” che con un palco situato sulla parte sud del “palazzo delle scienze Principe Felipe”, nello stupendo complesso architettonico della citta delle arti e della scienza, eseguiranno repertori musicali di diversi stili, jazz, pop, rock, elettronica, Hip-Hop.

Il MuVIM, inaugurato nel 2001 é stato progettato dal noto architetto sivigliano Guillermo Vázquez Consuegra che per questa opera ricevette il Premio Nacional Fundación C. E. O. E. L'edificio del MuVIM è uno dei migliori esempi di architettura contemporanea di tutta la cittá. Le sue dimensioni esterne imponenti e lineari fanno da contrasto a un interno spazioso e luminoso. MuVIM, calle Quevedo 10 y Guillem de Castro 8, orari: da martedí a sabato 10-14 e 16-20. Domenica e festivi dalle 10 alle 20.

Le date fissate per il mese sono l’8-15-29 Aprile, con orario di inizio alle ore 20.00 l’ingresso previsto è a titolo Gratuito.

Per informazioni tel. 963883730 Fino al 22 maggio 2016.

L’iniziativa seguirà anche nei mesi più caldi e si prolungherà

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Come ogni anno, il 21 settembre, studenti e insegnanti del “Berklee College” in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, con la collaborazione della Fondazione Alzheimer Spagna e l’Associazione valenciana di pazienti e familiari del morbo di Alzheimer, saranno impegnati in una lodevole iniziativa benefica, saranno formati dei laboratori musicale terapeutici, dove saranno offerte lezioni e dimostrazioni pratiche, ai pazienti e familiari delle persone affette dal morbo. Il consiglio è di andare all’appuntamento con anticipo data la grande affluenza di pubblico, attirata dall’ottima musica e dal notevole colpo d’occhio della location nella veste serale, il magico scintillio delle luci del palco sulle acque delle piscine del complesso finiscono per rendere magica ogni singola nota.

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DALL’ITALIA

APRILE 2016

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REFERENDUM: OLTRE LE TRIVELLE C’È DI PIÙ!

IL PROSSIMO 17 APRILE GLI ELETTORI ITALIANI SARANNO CHIAMATI ALLE URNE PER ESPRIMERSI SU UN QUESITO RELATIVO ALLA NORMA CHE CONSENTE ALLE SOCIETÀ PETROLIFERE DI ESTRARRE GAS E PETROLIO ENTRO LE 12 MIGLIA MARINE DALLE COSTE ITALIANE ANCHE DOPO LA SCADENZA DELLE LORO ATTUALI LICENZE.

Mariella Nocenzi

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a necessità di chiedere il parere dei cittadini sulle estrazioni di petrolio più vicine alle coste è stata ravvisata da 9 Regioni – nello specifico Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto – intenzionate a portare all’attenzione dell’opinione pubblica una questione che sembra tecnica – quella del ricorso alle trivellazioni in spazi marini non lontani dalle coste, ma che, in realtà, ha un senso per la nostra politica energetica e, più profondamente, per il grado di partecipazione alle decisioni pubbliche degli elettori. Che esista una questione ambientale che riguarda l’approvvigionamento energetico e gli effetti conseguenti sul habitat marino ha concordato anche la Corte Costituzionale qualche settimana fa quando ha approvato questo fra sei quesiti referendari che gli erano stati sottoposti. Certamente, una riflessione merita il problema strettamente legato alla ricerca di petrolio vicino alle coste. Votando SI, secondo i promotori che si sono riuniti sotto lo slogan “Il petrolio è scaduto: cambia energia!” si può ricorrere ad un diverso modo di produrre energia se si pensa che le piattaforme soggette alla decisione del referendum coprono meno dell’1% del fabbisogno nazionale di petrolio e il 3% di quello di gas.

Alle stesse può essere associata un’alta possibilità di incidenti nell’attività estrattiva e l’effetto inquinamento prodotto: i due terzi delle piattaforme ha sedimenti oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Anche i costi economici di queste attività sono svantaggiosi perché il petrolio estratto è di proprietà di chi lo estrae in cambio del versamento allo Stato del 7% del valore del petrolio e del 10% di quello del gas, così che fra il 90-93% degli idrocarburi estratti può essere portato via e venduto altrove. La comparazione fra il prelievo dello stato sulle estrazioni e i costi indiretti dell’inquinamento o dei danni ambientali e turistici sembrerebbe a netto sfavore sei secondi. Ad esempio, il turismo annualmente impiega quasi 3 milioni di persone, per un fatturato di 160 miliardi di euro e la stessa pesca dà lavoro a quasi 350.000 persone contribuendo così in modo importante al Pil nazionale. Di contro, chi si schiera per il NO sottolinea come il quesiti referendario interessi una questione limitata oltre che non così allarmante come evidenziato dai promotori. Le concessioni per queste trivellazioni rilasciate dall’Italia sono 66 e impiegano poco più di un centinaio di piattaforme, delle quali solo un decimo sono posizionate a 12 miglia, quindi a

poco più di 20 chilometri, dalla costa. Queste trivellazioni godono di licenze per estrazione per alcuni anni ancora e per una quantità di petrolio non ben definita, certamente abbastanza esigua secondo le stime che parlano di un terzo di quella prodotta a livello nazionale da gas e petrolio del mare, che è pari a circa il 10% del fabbisogno complessivo. Peraltro, il Comitato per il NO propone la posizione degli esperti che giudicano sicura l’estrazione di gas dai fondali marini grazie ai controlli di Ispra e Istituti Nazionali di geofisica, di geologia e di oceanografia, di Capitanerie di porto, Asl , Istituto superiore di Sanità e Ministeri per competenza, come prova la storia senza incidenti e tassi di inquinamento di allarme fino ad ora, con attenzione per l’habitat marino e le aree di più forte attrazione turistica in funzione di prevenzione. Ciò a fronte di entrate per lo Stato importanti – pari a 800 milioni di tasse – e all’impiego per le attività estrattive di oltre 10.000 persone che costituiscono uno zoccolo duro dell’attività energetica italiana anche del futuro in considerazione del fatto che non potrà completamente utilizzare fonti rinnovabili per rispondere al fabbisogno nazionale. In considerazione di ciò, l’Italia dovrà acquisire energia da fonti combustibili che dovrà importare dall’estero, spesso condotte nel nostro Paese da

FOTO FREE STOCK

petroliere che transitano nei nostri mari, con tutti i problemi di inquinamento che ciò comporta e l’affidamento a forza lavoro straniera di questa necessaria attività economica. Nel confronto fra quelle che sembrano legittime ragioni dei due Comitati si posiziona un cittadino più o meno motivato dai valori legati alle questioni poste, più o meno informato/ disorientato su numeri e tecnicalità che potrebbe non comprendere in pieno, più o meno rassegnato al dibattito politico di maggioranza e opposizione al Governo che si fronteggiano a colpi di accuse sui costi di una

elezione referendaria – quasi 400 milioni di euro – e di un peso sempre minore alla partecipazione diretta del cittadino che il referendum rappresenta. Se i ruoli decisionali più alti nel governo possono essere attribuiti senza andare al voto e al referendum sono affidati quesiti di tal fatta, la riflessione più importante che ci dobbiamo porre è quella della partecipazione e dell’espressione del consenso in una società avanzata come la nostra per informazione e per potenziale di partecipazione…con strumenti non più tradizionali e convenzionali come il voto!

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CURIOSITÀ

APRILE 2016

CINEMA

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HEARTHSTONE, ARRIVANO GLI DÉI ANTICHI Giovanni Romano

Seduti ai due lati di un consunto tavolaccio in una affollata e fumosa taverna, un guerriero e un mago si sfidano a vicenda, ciascuno con un mazzo di carte in mano. Sta per cominciare un epico duello a suon di armi e magie devastanti! In palio c’è l’onore della categoria, oltre a un bel gruzzoletto d’oro. Druidi, stregoni, sciamani, paladini, sacerdoti, cacciatori e ladri aspettano il loro turno, impazienti. Questo è ciò che succede in Hearthstone: Heroes of Warcraft (Blizzard Entertainment), un videogame online per computer e smartphone che sta riscuotendo un crescente successo mondiale. Il che non sorprende, dal mo-

mento che sfrutta l’ambientazione e i personaggi del celebre videogame online World of Warcraft. Ma forse il motivo principale è che Hearthstone è un vero e proprio e-sport: qui a Valencia, per esempio, si può partecipare al torneo annuale del Dreamhack, festival dedicato ai videogames e agli e-sport in generale. L’anno scorso il vincitore si è portato a casa diecimila euro, niente male per un passatempo! Hearthstone è un gioco di carte collezionabili, che raffigurano magie e creature fantastiche con cui ci si sfida in due secondo un articolato sistema di regole. La principale differenza rispetto ad altri giochi dello stesso genere è che le carte di Hearthstone non si acquistano in edicola come le figurine, ma via Internet. Il gioco di base si può scaricare gratuitamente in italiano, spagnolo e almeno un’altra dozzina di lingue. Hearthstone è facilissimo da imparare, ma difficile da padroneggiare. Una partita di solito

non dura più di dieci minuti, il problema è che una tira l’altra! Vincere non è quasi mai questione di fortuna: bisogna pensare con astuzia, cercando di anticipare le mosse dell’avversario e di sfruttare le sinergie tra le carte. Vincendo i duelli si guadagnano monete d’oro con cui si possono acquistare pacchetti che contengono altre carte virtuali da aggiungere alla collezione per renderla più versatile e competitiva. I pacchetti si possono acquistare anche online pagando denaro vero. Periodicamente vengono pubblicate nuove serie di carte a tema e avventure da giocare da soli per fare pratica e vincere carte speciali. Le carte virtuali sono tutte illustrate da artisti di talento e nelle loro versioni dorate sono animate. Molte hanno anche un effetto visivo particolare e un proprio grido di battaglia quando entrano in campo, rendendo il gioco ancora più spettacolare. Con l’uscita questo mese della serie “I sussurri degli déi antichi” (134 nuove carte ispirate alle divinità oscure del mondo di Warcraft), assistiamo a una rivoluzione nelle regole. Viene inaugurata la nuova modalità “Standard”, che ammette solo l’uso delle carte più recenti per consentire anche agli ultimi arrivati di essere competitivi. È il momento migliore per provare a cimentarsi, chissà che non scopriamo di avere anche noi la stoffa dei “pro”!

FOTO BENKINGPHOTOGRAPHER.COM

Giuliana Barcella

THE DRESSMAKER PER LA REGIA DI JOCELYN MOORHOUSE Una tematica che all’apparenza The Dressmaker (Per la versione Italiana “Il diavolo è tornato”) racconta le vicende di Tilly Dunnage (Kate Winslet), un’affascinante e talentuosa sarta e fashion designer che dopo anni di lavoro nei più rinomati atelier di moda parigini, decide di tornare in Australia, precisamente nel suo paese natale Dungatar, per prendersi cura della madre Molly (Judie Davis), una donna mentalmente squilibrata che sembra non riconoscere più la figlia come tale, ma soprattutto per affrontare e chiudere i conti con quel passato che l’ha vista costretta ad esiliare dalla propria terra. Durante il suo difficile cammino, Rosalie trova il sostegno e l’amore del bel Teddy (Liam Hemsworth) e

del sergente Farrat (Hugo Weaving). La pellicola, è un’intelligente metafora di quanto le malelingue, possano avere il potere di condizionare la vita delle persone. In una realtà in cui ciò che conta maggiormente sono le apparenze, a Tilly non resta che combattere i suoi nemici sfruttando le loro stesse debolezze, irretendo i responsabili della sua rovina, col fascino irresistibile dell’apparire belli e sgargianti grazie ad un abito capace di farli sentire non più se stessi, ma bensì chi desiderano essere. Ancora una volta, Kate Winslet dimostra la sua impeccabile padronanza della scena, costruendo un personaggio carismatico e incredibilmente affascinante. Adattando per il cinema l’omonimo bestseller di Rosalie Ham, Jocelyn Moorhouse firma un vengeance movie al femminile di grande appeal, dove Kate Winslet e Judy Davis primeggiano all’interno di un cast che si adegua perfettamente al tono ‘sopra le righe’ della storia diventando il vero punto di forza di un’opera dal gusto vagamente tarantiniano.

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CUCINA

APRILE 2016

STRACCETTI DI POLLO ALLA SORRENTINA

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IL GALATEO

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Cristiana Orecchini

A TAVOLA CON GLI INGLESI FOTO DI IDA ODETTE BIANCO

Esecuzione Per preparare gli straccetti di pollo alla Sorrentina iniziate dal sugo: mondate uno scalogno e tritatelo finemente, versatelo in un tegame con un filo d’olio EVO e cuocete per qualche minuto a fuoco dolce, mescolando spesso per non far bruciare il soffritto.

Ida Odette Bianco Difficoltà Tempo Costo

Ingredienti • 500 gr di petto di pollo • 300 gr di passata di pomodoro • una mozzarella • uno scalogno • qualche foglia basilico • farina q.b. • parmigiano reggiano q.b. • sale, pepe e olio di oliva EVO

Unite la passata di pomodoro, aggiustate di sale e versate un mestolo d’acqua, coprite e cuocete a fuoco dolce per 10/15 minuti. Nel frattempo occupatevi del pollo, tagliate il petto a striscioline di circa 1 cm di spessore, infarinate gli straccetti di pollo e, a mano a mano, sistemateli su un vassoio.

nuti, girandoli di tanto in tanto. Quando saranno dorati, aggiustate di sale. A questo punto mettete gli straccetti di pollo nel sugo, sfiammate ancora per 2 minuti, unite la mozzarella tagliata e spezzettate le foglioline di basilico, aggiustate con il pepe nero e mescolate il tutto. Versate in una pirofila spolverizzando la superficie con il parmigiano grattugiato. Infornate in forno preriscaldato a 180° per circa 8/10 minuti o comunque per il tempo necessario a far filare la mozzarella. Servite decorandolo con qualche foglia di basilico. N.B.: Potete cuocerli anche trattandoli come se fossero una lasagna.

Scaldate una padella con olio EVO e cuocete gli straccetti di pollo a fiamma viva per 2-3 mi-

Cospargete il fondo di una pirofila con il sugo, adagiate sopra uno strato di straccetti di pollo e uno strato di mozzarella, coprite con il restante sugo e finite con la mozzarella, il parmigiano e il basilico.

ripiene e la salsa “Torrente”per il loro condimento, rigorosamente prodotta nella zona di San Marzano. Sotto aceti e sott’olio Pugliesi, conserve “Viander”, Olive Siciliane. Le migliori farine “Caputo, 5 Stagioni, Spadoni”. Salumi italiani, mortadella e Guanciale, formaggi stagionati e aromatizzati, mozzarella di

bufala e burrata. Pasticceria Campana di qualità. Vini Italiani “Cà dei Frati, Sangue di giuda Giorgi” cantine pugliesi Spagnoletti, i migliori prosecchi. Birre”Nastro Azzurro, Moretti, Peroni doppio Malto,Moretti e Moretti Zero” Limoncelli di qualità, Grappe “Marzadro e Nonino” Caffè Moreno.

Redazionale

I migliori prodotti gastronomici made in Italy Nata nel 2006, con tre dipendenti, è diventata negli anni azienda leader della distribuzione alimentare di prodotti “made in Italy” per gli esercenti del settore. Oggi cresciuta fino ad arrivare a quattordici dipendenti, decide di aprire le porte del suo magazzino di oltre 1000Mq, anche alla vendita al minuto. I marchi trattati sono innumerevoli, si và dalle paste delle migliori marche,” Rummo, De Cecco, Divella” alle paste fresche

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Paese che vai, galateo che trovi. Dopo aver curiosato tra i riti della tavola giapponese, non possiamo tralasciare la patria delle buone maniere.. Il Regno Unito, e in particolare Londra, è una delle mete turistiche e lavorative più gettonate del momento, quindi diventa utile conoscere il galateo anglosassone. Partiamo dal presupposto che l’englishman sia cortese per antonomasia e questo si riflette in ogni gesto o situazione in cui si trovi, pasti compresi. Se doveste trovarvi a tavola con una famiglia inglese è molto probabile che prima di mangiare dicano una breve preghiera, la “Saying Grace”: chinate il capo in segno di rispetto, fino al termine. Al contrario dei giapponesi, il trangugiare rumorosamente (slurping) va evitato. Mai allungarsi per prendere

qualcosa in tavola, ma rivolgersi al vicino chiedendo “please, can you pass me”. Quando si è finito di mangiare si chiudono forchetta e coltello (knife and fork) sul piatto e si aspetta che tutti i commensali abbiano terminato, prima di alzarsi da tavola. Se durante il pasto si ha bisogno di andare in bagno o rispondere al cellulare, ci si rivolge gentilmente ai presenti, scusandosi: “please escuse me just a moment”. E se dovessero invitarvi a Buckingham Palace e vi trovaste a tavola con la regina Elisabetta, sappiate che le regole del galateo fanno parte della storia della Casa Reale inglese, pertanto sono rigidissime: si inizia con un cocktail di altissimo livello, servito da un maggiordomo in livrea; non si può parlare prima che lo facciano le teste coronate; vietato salutare con abbracci o baci o strette di mano, ma soltanto un inchino; è obbligatorio stare seduti con la schiena dritta, le mani mai poggiate sul tavolo; vietate le battute umoristiche e gli argomenti personali, e nemmeno i discorsi troppo impegnati pare che Queen Elisabeth non sia un’intellettuale ma in compenso ami molto la fotografia.


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FITNESS

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FONDAMENTALI PER LEI VEDIAMO OGGI QUATTRO ESERCIZI FONDAMENTALI PER FARE IN MODO CHE L'ALLENAMENTO DELLA DONNA POSSA ESSERE NEL CONTEMPO EFFICACE, SALUTARE E DI SUPPORTO PER ALLENAMENTI PIÙ IMPEGNATIVI. sempre la schiena ben dritta e le ginocchia che spingono verso l’esterno. Di questo esercizio proviamo a eseguire 30 movimenti facendo le pause quando lo riteniamo più opportuno.

L’esercizio numero 3 ci aiuta a migliorare l’assetto della nostra schiena! Marco Giannuzzi

Il primo esercizio che vediamo è un “crunch” semplice Ci sdraiamo con la schiena appoggiata a terra, le gambe piegate e le mani dietro la nuca che sorreggono il capo, come nella FOTO A; soffiando fuori l’aria, avviciniamo lo sterno al bacino tirando in dentro l’ombelico, come nella FOTO B. Abbiamo fatto il nostro primo crunch! Cerchiamo di eseguire con delle pause che scegliamo noi, 50 movimenti di questo esercizio.

Il secondo esercizio che vi proponiamo è un “overhead squat” Prendiamo un manico di scopa, lo portiamo sopra la testa con le braccia distese più larghe delle spalle, come nella FOTO C; manteniamo la stazione eretta con le gambe leggermente divaricate e le punte rivolte verso l’esterno, come nella FOTO D. Ora immaginiamo di avere dietro di noi una sedia, scendiamo in basso e indietro con il bacino come se ci volessimo sedere, come nella FOTO E, in questa fase di discesa prendiamo aria, soffiando fuori l’aria torniamo nella posizione D mantenendo

Impugniamo il manico di scopa alla stessa larghezza di prima e piegando le gambe lo portiamo davanti le ginocchia, assicurandoci di avere il peso del corpo ben caricato sui talloni e la schiena in atteggiamento neutro come nella FOTO F; soffiando fuori l’aria eleviamo le braccia, sempre distese, fino ad allinearle con le orecchie, come nella FOTO G. Eseguiamo questo movimento per 20 volte!

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B

C

D

E

F

G

H

Ultimo esercizio È una spinta delle spalle che possiamo eseguire con due bottigliette riempite d’acqua, ci mettiamo in piedi con le mani davanti le spalle, come nella FOTO H, soffiando fuori l’aria la spingiamo fuori ruotando in alto le braccia e raggiungiamo la posizione I’, prendendo aria ritorniamo in H. È importante, una volta distese le braccia in alto, di assicurarci di avere le spalle basse e la testa dritta, come nella FOTO I”. Eseguiamo almeno 20 spinte. Questi quattro esercizi da eseguire con la respirazione corretta, le giuste posizioni e una moderata velocità, ci condizionano in modo efficace per migliorare la nostra postura e il nostro stato fisico! Marco Giannuzzi (ISEF di Roma, SFG1, SFB, FL2)

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LA GELOSIA PER GLI “EX” D.ssa Sara Eba Di Vaio

SI CHIAMA “GELOSIA RETROATTIVA” O “SINDROME DI REBECCA” (DAL CELEBRE ROMANZO DI DAPHNE DU MAURIER “REBECCA, LA PRIMA MOGLIE”) E RACCONTA DEL TORMENTO, DELL’ANGOSCIA, DELL’ATTENZIONE OSSESSIVA CHE SI PUÒ ARRIVARE A SPERIMENTARE NEI CONFRONTI DELLE STORIE PRECEDENTI DEL/DELLA PROPRIO/A PARTNER.

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i tratta di un sentimento penoso e doloroso che può essere invalidante fino ad arrivare a bloccare il normale andamento della vita di coppia. Colpisce sia uomini che donne e porta a rimuginare su pensieri ed idee ossessive altamente disfunzionali, con la produzione di vere e proprie immagini mentali che ci mostrano il nostro partner nella sua precedente vita di coppia (scene sessuali, di intimità, di momenti di condivisione). Il passato si trova a vivere nel presente delle coppie e l’Ex diventa un fantasma ingombrante e onnipresente.

Ma quali possono essere i motivi che inducono una tale condizione? Per prima cosa la bassa autostima e il senso d’inferiorità che attivano un costante confronto (in perdita!) con l’altro/a. Ma anche il bisogno (poco sano) di sentirsi costantemente in competizione, attivando una corsa affannosa al miglioramento e alla performance. Le cose peggiorano se si è avuto in qualche modo un contatto diretto con l’ex, quando, ad esempio, vi è

una conoscenza o una pregressa frequentazione. Spesso poi, è il contorno del nostro partner (parenti, amici, colleghi di lavoro) ad alimentare la nostra ossessione del passato: sentire raccontare episodi, aneddoti, vedere fotografie e filmati e tutto ciò che rimanda ad un’intimità di cui noi non possiamo essere protagonisti.

Ma cosa fare? È bene sottolineare che le storie affettive precedenti non vanno né temute né demonizzate in quanto possono rappresentare un importante momento di condivisione. Vanno altresì integrate in un processo di reciproca conoscenza e condivisione delle esperienze. Tenere presente che nelle relazioni adulte è assolutamente verosimile l’esistenza di un passato sentimentale, fatto di precedenti storie ed esperienze di coppia, permette di contemplarlo e di affrontare serenamente la questione, condividendo le esperienze. Assolutamente da sconsigliare, però, il racconto puntuale dei minimi particolari (soprattutto nella sfera sessuale) per non generare ansie da confronto e da prestazione. A livello individuale poi, la riflessione su ciò che non ha funzionato con l’ex può permettere di scegliere consapevolmente la nuova storia ponendo l’attenzione all’oggi con i suoi bisogni ed esigenze e distogliendo lo sguardo dal passato. Può essere utile ricordare che il nostro partner non ci appartiene e che, anche all’interno della “dimensione-coppia” mantiene la sua individualità, fatta anche di tutte le esperienze che, esattamente come noi, ha vissuto e che lo portano ad essere la persona che abbiamo scelto. Dr Sara Eba Di Vaio Psicologa – Psicoterapeuta Sessuologa Clinica

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OLIO DI COCCO MERAVIGLIA DELLA NATURA Francesco D’Ambrosio

PER MILLENNI L’OLIO DI COCCO È STATO UTILIZZATO COME PRODOTTO DIETETICO E COSMETICO. SI TRATTA DI UN POTENTE DISTRUTTORE DI OGNI TIPO DI MICROBO: VIRUS, BATTERI E PROTOZOI POTENZIALMENTE NOCIVI.

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’olio di cocco è oltretutto un naturale apportatore di grasso di alta qualità, fondamentale per una salute ottimale dell’organismo. Circa il 50% del grasso contenuto nell’olio di cocco è acido laurico, elemento estremamente raro in natura. L’olio di cocco contiene acido laurico più di qualsiasi altra sostanza sulla Terra. Il nostro organismo converte l’acido laurico in monolaurin, un monogliceride capace di distruggere i virus lipido-rivestiti come herpes, influenza, morbillo, batteri gram-negativi e protozoi come la Giardia lamblia. Di certo è uno dei motivi che rendono l’olio di cocco così utile in medicina, sia nell’uso esterno che in quello interno. L’olio di cocco è composto da acidi grassi a catena media, i quali sono facilmente digeribili e le cui membrane cellulari sono facilmente in-

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crociabili. Questi sono immediatamente convertiti dal fegato in energia, anziché essere immagazzinati sotto forma di grasso. Ecco perché consiglio l’olio di cocco come ideale sostituto dei carboidrati non vegetali. L’olio di cocco viene assorbito senza fatica dal sistema digestivo e non produce picchi di insulina nel sangue, quindi per ottenere un immediato apporto energetico si può semplicemente ingerire un cucchiaio di olio di cocco, o aggiungerlo al cibo. Dal momento che tra le sue proprietà vi è quella di migliorare l’assorbimento delle vitamine liposolubili, si può assumerne un cucchiaio per rafforzare l’efficacia delle vitamine assunte tramite il cibo o durante un trattamento specifico. L’olio di cocco è ideale per tutti i tipi di cottura, in quanto resiste a temperature molto elevate senza subire deterioramenti, come invece avviene in molti altri tipi di oli come ad esempio l’olio di oliva. Inoltre, non diventa rancido, il che è un

enorme vantaggio se lo si utilizza per preparati fatti in casa. L’olio di cocco offre una lunghissima lista di benefici per la salute, se viene incluso nella dieta quotidiana. Oltre alle proprietà antimicrobiche, è utile per supportare la salute del cuore e una corretta funzione tiroidea, apporta benefici al cervello, rafforza il sistema immunitario, fornisce un ottimo carburante all’organismo, rinforza e accelera il metabolismo quando si ricerca una perdita di peso e un suo uso topico serve a mantenere la pelle sana e giovane. L’olio di cocco è anche noto per i suoi effetti benefici sui capelli. La maggior parte delle donne che ne ha fatto uso lo utilizza come balsamo pre-shampoo. Basta massaggiare l’olio di cocco sui capelli asciutti e lasciare in posa per circa un’ora o più. Usato dopo l’esposizione solare o le lampade abbronzanti svolge un’ottima azione restituiva e nutriente.

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FOCUS

APRILE 2016

IL PROBLEMA DEL POLISTIROLO FOTO FREE STOCK

Cristiana Orecchini

IL POLISTIROLO, O POLISTIRENE, È IL RISULTATO DI UNO DEI PRIMISSIMI PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONE, NELLO SPECIFICO È UN POLIMERO (MACROMOLECOLA) DEL VINILBENZENE. SENZA ENTRARE IN PARTICOLARI CHIMICI CHE NON CI COMPETONO, GIÀ LA TERMINOLOGIA TRADISCE QUALCOSA DI NIENT’AFFATTO ECOLOGICO.

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contenitori che maneggiamo ogni giorno, spesso residui della spesa al supermercato, sono infatti altamente inquinanti, pensiamo soltanto che il tempo di degradamento di questi arriva a toccare i mille anni. L’aggravante a tale problema deriva dal fatto che molti di noi sono impreparati rispetto al corretto smaltimento del

polistirolo, vuoi per pigrizia, poca attenzione, ignoranza. E’ quanto mai importante sapere che, ogni volta che li gettiamo nella spazzatura indifferenziata, gli imballaggi di polistirene finiscono in discarica, dove il vento riesce a spargerne i pezzi ovunque nell’ambiente, facilitato dal loro poco peso. Vengono spinti fino al mare, ecosistema gravemente avvelenato dall’inquinamento di questo materiale, oltre alla plastica. Ed è proprio il mercato ittico a farne un uso massiccio e indiscriminato, causando la messa in circolazione di contenitori neppure riciclabili, a causa dell’impregnamento con i liquidi del pesce.

Per tale motivo la California, ad esempio, dal 2014 ha bandito le vaschette di polistirolo da supermercati e ristoranti. Stessa politica è stata adottata da una nota catena di fast food. Sono piccoli passi, il problema andrebbe affrontato in maniera

capillare, incentivando la produzione e l’utilizzo di imballaggi eco-compatibili. Nel frattempo cosa possiamo fare noi singoli per contribuire al rispetto dell’ambiente? Moltissimo. Innanzitutto diamo importanza alla raccolta differenziata, unico strumento a disposizione del cittadino per salvaguardare il Pianeta dall’inquinamento prodotto dal consumismo. Il polistirolo va smaltito nei cassonetti blu (imballaggi in vetro-plastica-metallo), come indicato sul sito AMA. Altra indicazione che serve a capire quando un oggetto può essere smaltito gettato nella “plastica” è la sigla impressa sul materiale: PE-PET-PP-PVCPS. E per quanto riguarda le vaschette del pesce, se ci preoccupiamo di risciacquarle bene con acqua e aceto, queste hanno possibilità di essere riciclate. Ai creativi consiglio di sperimentare qualche tutorial per riutilizzare in modo divertente e utile questo materiale. Insomma, togliamo cinque minuti alla nostra fretta cronica, in fondo si tratta “solo” della nostra vita.

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PASSWORD E SICUREZZA DIFENDERSI Damiano Rossi

LE POTENZIALITÀ DEL WEB HANNO CAMBIATO LA NOSTRA VITA E LE NOSTRE AZIONI QUOTIDIANE, MA COME EVITARE GLI ATTACCHI DEI MALINTENZIONATI IN RETE?

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l World Wide Web ha rivoluzionato la nostra contemporaneità grazie alla possibilità di una connessione globale a una pressoché illimitata rete di utenti, servizi e informazioni. La mole di dati che condividiamo in rete, con coscienza o meno, è in continua crescita e la protezione della nostra privacy, nonché di informazioni sensibili, rappresenta sempre più una necessità di carattere primario. Per queste ragioni l’impostazione della password è maggiormente un utile strumento di difesa, un “ponte levatoio” hi-tech. La scelta della combinazione alfanumerica per la sicurezza dei nostri dati è influenzata dalla necessità di ricordarne la sequenza: più complessa è la password, maggiore è il rischio di non ricordarla, ma allo stesso tempo un codice troppo semplificato ne depotenzia il fine difensivo. SplashData, azienda statunitense specializ-

zata in software di gestione di password, ha esaminato dati che contenevano oltre 3,3 milioni di parole chiave rubate, individuando tra queste le più utilizzate del web: “12345” è la password maggiormente prevedibile.

Come costruire dunque una password complessa e memorizzabile? Utilizzare un nome famigliare può essere una prima base in cui inserire numeri e caratteri speciali, magari sostituendo una lettera della parola chiave con un valore numerico. Recenti ricerche sulla sicurezza nel Web hanno inoltre sfatato il mito dell’efficacia del frequente cambio di password, strategia ritenuta generalmente in grado di aumentare la capacità di difesa dei propri dati. Secondo gli studi condotti dalla statunitense Carnegie Mellon University, la frequente modifica della sequenza alfanumerica sarebbe inutile contro attacchi informatici poiché in genere le nuove password consisterebbero in limitate variazioni del precedente codice, con alterazioni minime o il riutilizzo di parole chiave in uso già per altri account. Memoria e sicurezza devono dunque andar di pari passo, affinché l’una non limiti l’altra e la sicurezza non diventi una gabbia anche per noi utenti.


OROSCOPO E ANNUNCI

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TRASPASOS BY ITALO LLORENS

Potrete ribaltare a vostro favore una questione che vi vedeva svantaggiati. I single più incalliti, quelli rapidi da incontri emozionanti, potranno trovarsi con le spalle al muro e con un piede verso l’altare. In ambito lavorativo, dovrete essere più convincenti nell’esporre le vostre perplessità.

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Ariete

Tra qualche giorno inizia la bella stagione e per voi tutto assumerà un colore nuovo. Sarà per abitudine o per esigenza, ma la sua presenza vi starà stretta. Un cambiamento è in atto. Come in primavera tutto rifiorisce, così è per il vostro spirito. Pazientate.

Gemelli

Dovete sudare le proverbiali sette camicie per trovare la soluzione a una questione che vi assilla. Non è il periodo ideale per sollevare una polemica con chi sapete, quindi cercate di tenere a bada la vostra irascibilità. La luna incoraggia il buon umore e protegge l’amore.

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Cancro

Dovete prendere decisioni importanti; datevi il tempo di capire bene la situazione. I single tendono a mettere il lavoro al primo posto, ma in questo modo rischiano di farsi soffiare una persona interessante. Chi è in coppia sappia che è amatissimo dal partner.

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L’interesse per ciò che è nuovo vi spinge verso posizioni d’avanguardia e a una partecipazione attiva alla vita. Siete più aperti verso il prossimo. La volontà di perfezionarvi vi rende competitivi e portati alla ricerca della verità. In questo momento siete indipendenti, forti e determinati.

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Vergine

State creando dei problemi al lavoro. Calmatevi e pensate al vostro futuro lavorativo. Probabile anche un litigio con il partner. Non portate a casa i problemi del lavoro. Tutte le cose si risolvono, ma date tempo al tempo. Un famigliare avrà bisogno del vostro aiuto. Fate l’impossibile.

Bilancia

Vi sentite sotto pressione per le tante cose da fare. Invece di pensare rimboccatevi le maniche. Non riuscite a mettere bene a fuoco il programma dei prossimi mesi. Poco male. Cercate di tirare fuori la determinazione! Fate una lista delle priorità e vi sentirete sollevati.

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Scorpione

Piccoli segnali vi faranno capire che qualche problema si avvia a soluzione. Questo mese non brilla particolarmente per occasioni, tuttavia un lavoro autonomo è il giusto toccasana per la ricerca di un lavoro. Sono favorite le iniziative per mettere in piedi un’attività in proprio.

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Sagittario

Vi sentirete a disagio in più di un’occasione. Inutile quindi azzardare negli affari e mettere in scena discussioni con il partner e con gli amici. La passionalità può indurvi a commettere qualche pazzia, della quale non vi pentirete affatto, anche se può mettervi nei guai. Tirate il freno a mano!

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Capricorno

Le fatiche e le insoddisfazioni ve le siete lasciate alle spalle. Vi piace essere un gradino sopra gli altri, perché sapete che quando avete il controllo, tutto va per il meglio. Pulsioni straordinarie che non dovranno essere controllate, né ostacolate. Via libera alle emozioni e al successo.

Acquario

La vitalità e la genialità sono qualità che vi rendono meno serioso, più idealista del normale. Le vostre qualità si sommano in una combinazione eccellente. La vostra passionalità troverà i suoi momenti migliori. Avrete un grande successo in amore.

Pesci

La Luna in Gemelli alza il volume del nervosismo e crea intoppi in famiglia. Se i guadagni non sono sufficienti rispetto al tenore di vita a cui siete abituati vi tocca rimettervi in gioco con spirito competitivo. Col partner sfoderate il vostro miglior repertorio di dolcezza e gentilezza.

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