VALENCIA NOVEMBRE 2016 DISTRIBUZIONE GRATUITA
BELLA DA FAR PERDERE LA TESTA
Una ricerca condotta da un gruppo di psicologi della Radbouds University... Continua a pagina 13
Il mensile d’informazione degli Italiani a Valencia
Paseo de la Alameda 49, Valencia, ES Tel. 963 61 43 40
Corri Valencia
DALL’ITALIA
Bambini sotto cinque anni in sovrappeso
20 Novembre 2016, la nostra città ancora protagonista del running
Massimo Mauro a pagina 7
FOCUS
Perchè beviamo latte anche da adulti Marco Centi a pagina 9
EDITORIALE
Un nuovo anno per ITALO Oramai, siamo in distribuzione in quasi tutti gli Hotel, in molte scuole di lingue e in tantissimi Bar e Ristoranti a gestione sia italiana che spagnola. Il nostro nuovo progetto italonetwork.com, aiuterà fisicamente tutti quei connazionali che desiderano emigrare o semplicemente informarsi sulla vita all’estero... By Italo a pagina 2
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EDITORIALE
NOVEMBRE 2016
Un nuovo anno per ITALO Sono passati già dodici mesi da quando ITALO ha esordito in distribuzione nelle caffetterie e nei locali italiani di Valencia e questo è il primo numero del nostro secondo anno editoriale, molte cose sono cambiate, adattandosi alle esigenze degli sponsor e dei nostri lettori
By Italo
Oramai, siamo in distribuzione in quasi tutti gli Hotel, in molte scuole di lingue e in tantissimi Bar e Ristoranti a gestione sia italiana che spagnola. Il nostro nuovo progetto “italonetwork.com”, aiuterà fisicamente tutti quei connazionali che desiderano emigrare o semplicemente informarsi sulla vita all’estero, o magari solo visitare come turisti i luoghi in cui saremo presenti, il tutto dando un supporto conoscitivo, divulgativo e fisico, fino ad ora mai sviluppato. Saremo presenti sia con un supporto informatico “internet e tutti i canali social”, ma anche con un supporto reale, come sarà la tessera associativa con la quale si potrà usufruire di servizi, sconti e agevolazioni a trecentosessanta gradi in ogni tipo di attività associata, il tutto gratuitamente e avendo la garanzia di essere supportati da un Team di professionisti scelto appositamente per voi. Altro grande progetto al quale stiamo lavorando e crediamo di riuscire a lanciare nei primi mesi del nuovo anno, è lo sviluppo del portale di ITALO, che da una semplice idea partita da Valencia, cercherà di raggiungere la maggior parte di comunità italiane nel mondo, riunendo cosi le notizie utili a chi vive già le realtà quotidiane di ogni singolo luogo e a chi invece vuole raggiungerle sia come futuro abitante, che come turista. In quest’anno, abbiamo organizzato un gran numero di eventi, primo tra tutti il “The Italian Day”, che ci ha accom-
Mensile d’informazione gratuito degli Italiani a Valencia DISTRIBUZIONE GRATUITA NUMERO DI DEPOSITO LEGALE n.° V2456-2015 Anno II n.° 13 Novembre 2016 Editore Fabio Moriconi Direttore editoriale Gianni Ranalletta
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PH FABIO MORICONI
pagnato il terzo Giovedì di quasi ogni mese. Visto il grande successo riscosso, le centinaia di persone intervenute e che grazie a questo evento hanno socializzato e cominciato a introdursi nel tessuto della comunità o semplicemente passato una bella serata e conosciuto nuovi locali, abbiamo deciso di mantenerlo, ma rallentandone la frequenza, cercando di far si che da appuntamento abituale, si trasformi sempre più in un momento eccezionale e atteso. Seguendoci sul giornale e sui nostri canali, potrete scoprire ogni mese quando e dove organizzeremo il prossimo evento. Ricordiamo che siamo sempre alla ricerca di nuovi collaboratori, gente a cui piaccia scrivere e divulgare le proprie esperienze, le scoperte sulla vostra nuova città, i lati positivi o le problematiche che fanno parte della quotidianità di ognuno di noi, vi invitiamo a mandarci i
vostri scritti o a contattarci alla nostra mail info@italonews.es. Su questo numero inauguriamo una nuova pagina “Made in Italy”, nella quale racconteremo le storie più singolari delle nostre aziende, intervisteremo gli imprenditori che hanno fatto la storia del nostro paese, per non tralasciare le nuove aziende che si stanno facendo strada all’estero. Potete segnalarci tutte quelle figure con storie o idee valide da poter essere raccontate. In ultimo, ma non meno importante, ricordiamo che potremo aiutarvi, grazie alla struttura di ITALONETWORK a vendere, traspasare, comprare, affittare, le vostre attività commerciali o la vostra casa, il tutto con un conseguente feedback di ritorno, che vi permetterà di valutare la vostra esperienza. Dopo avervi illustrato le novità di quest’anno editoriale, ci congediamo augurandovi una buona lettura.
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PRIMO PIANO
NOVEMBRE 2016
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Valencia città del RUNNING Da anni la città di Valencia vive in attesa di quello che è ormai divenuto l’evento sportivo per eccellenza: il 20 Novembre 2016 parte la maratona Fabio Moriconi
Arrivata alla 36esima edizione, la Maratòn Valencia Trinidad Alfonso registra ogni anno numeri sempre più consistenti in termini di partecipanti e recensioni entusiastiche. Il percorso è uno dei più emozionanti e mozzafiato percorribili in Europa per via delle straordinarie bellezze possedute dalla città spagnola, ammirabili lungo i 42,195 km (tutti pianeggianti) che compongono il tracciato. A detta degli organizzatori, la scelta di programmare l'evento nel mese di novembre non è per niente casuale. Infatti, le perfette condizioni climatiche del periodo, con temperature comprese tra i 12 e i 17 °C, pongono i partecipanti nelle migliori condizioni possibili per ben rendere nella maratona. La scorsa edizione, tenutasi il 15 novembre 2015, ha visto il trionfo del maratoneta keniota John Nzau Mwangangi, in grado di battere anche il record di sempre della manifestazione (e di ogni maratona in terra di Spagna) con un tempo di percorrenza di 2h06'13''. Il keniota è riuscito a battere l'agguerrita concorrenza dei quasi 17.000 corridori, giunti da ogni parte del mondo. Anche per questa edizione gli organizzatori sono fiduciosi su un ulteriore e progressivo aumento del numero di partecipanti: si conta di raggiungere quota 18.000, considerato un grande traguardo e un punto di partenza su cui sviluppare una nuova crescita per la rassegna. I 42 km del tracciato partiranno dalla Città delle Arti e delle Scienze, grande dimostrazione del potenziale architettonico del centro spagnolo. Attraverseranno gran parte della città, passando davanti a diverse strutture di assoluto interesse, tra cui quella universitaria e quelle centrali storiche, come Plaza della Reina e Plaza dell’Ajuntamento. La parte finale della rassegna sarà come al solito mozzafiato, grazie all’ultimo tratto da percorrere sul lungo tappeto blu disposto sulla piscina an-
tistante al Museo delle Scienze Príncipe Felipe, a coronare un traguardo quanto mai agognato e meritato. Essendo un evento rivolto a un pubblico internazionale, composto non solo da professionisti ma anche e soprattutto da semplici amanti dello sport, la maratona vede ogni anno la partecipazione di un elevato numero di atleti italiani. Diverse associazioni nazionali creano pacchetti comprendenti il costo d'iscrizione, il volo aereo e il pernottamento nel fantastico centro della regione valeciana. Nelle ultime edizioni quasi 800 tra maratoneti e appassionati del belpaese hanno deciso di mettersi in gioco e l'edizione 2016 conta di raggiungere e superare questo già ottimo risultato. Il successo di questa rassegna, che ormai giunge alla sua trentaseiesima edizione, risiede in molteplici fattori. La relativa facilità del tracciato, completamente pianeggiante e recentemente decorato del titolo di “più veloce d'Europa", si coniuga perfettamente alla bellezza mozzafiato di Valencia, una delle città più belle della Spagna e d'Europa. A questa realtà contribuisce anche un valore aggiunto come la portata del costo, relativa alla somma di partecipazione e ad eventuale trasferimento e pernottamento. In più, parallelamente al grande evento, si tiene un’altra maratona da 10 km, dedicata a chi non può reggere i ritmi dell'edizione da 42 km e che conta ormai 12.000 iscritti annui. La partenza è prevista per le ore 8.30 di domenica 20 novembre 2016, non resta altro che informarsi sul come prendere parte a questa fantastica giornata di sport.
PH VALENCIA CIUDAD DEL RUNNING
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MADE IN ITALY
NOVEMBRE 2016
Gioielli componibili, una grande passione!
PH MIRELLA SCHIO
Mirella Schio
Per gli appassionati dei gioielli componibili e personalizzabili, finalmente ha aperto qui a Valencia il primo e unico beads shop di Spagna. Si tratta di Beads Fanatic, tienda specializzata in gioielli in argento e vetri di alcune delle migliori marche internazionali come Chamilia, Trollbeads, Elfbeads, Redbalifrog, OHM Beads, Aurora Charms, marchi fino ad ora mai venduti qui a Valencia e nemmeno in tutta la Spagna. Beads Fanatic si trova nel centro storico a pochi passi dalla Lonja de la Seda, e del Mercado Central nella piazzetta del Doctor Collado, in pieno paseo turistico e locale. Il negozio è molto piccolo, luminoso e accogliente e i due titolari Silvia Trovato e Giovanni Romano hanno una bella esperienza e competenza in questo campo, oltre a una grande passione per queste piccole e splendide opere d'arte. Li abbiamo incontrati a pochi giorni dall'apertura del loro beads shop, ecco cosa ci hanno raccontato. Silvia: “Viviamo qui a Valencia da più di sei anni ormai, fino a ora avevamo sempre lavorato nel campo della ristorazione, come del resto la maggior parte
degli italiani che vivono qui". “Tre anni fa, nel poco tempo libero che avevo e vista la mia crescente passione per i gioielli componibili, ho iniziato a collaborare online con un’amica gioielliera di Barcellona, in poco tempo mi sono ritrovata ad avere parecchie clienti sia in Spagna che in Italia". “Man mano mi è venuta sempre più la voglia di fare sul serio e ho coinvolto mio marito Giovanni a collaborare con me, tanto che l'anno scorso abbiamo venduto la nostra tienda de comida para llevar e abbiamo cominciato a lavorare seriamente e alacremente a questo progetto”. Giovanni ci racconta: “Io all'inizio ero scettico sulla possibilità di vendere gioiello online, ma mi sono dovuto ricredere visti i risultati e nel frattempo anch'io mi sono appassionato". “Questi gioielli sono in argento, vetri e pietre e hanno il vantaggio di essere componibili, per cui ciascuno si crea il suo anche componendolo a poco a poco”. “Ora anch'io sono diventato beadsfanatico e ho già la mia bella collezione!”. Potete visitare il sito www.beadsfanatic.com e seguirli anche su Istagram e su FB, ogni giorno Beads Fanatic pubblica belle foto dei loro prodotti, le offerte e le promo in corso.
PH FABIO MORICONI
La prima pizza a Valencia Dal lontano 1977 c’è un imprenditore che diffonde la cultura della pizza napoletana
Fabio Moriconi
Dal primo momento in cui abbiamo deciso di inaugurare questa nuova rubrica sugli imprenditori nostrani in questa comunità, il primo nome della lista è stato quello di Franco Chiavacci, chiamato da tanti Zio Franco, napoletano D.O.C., vuoi per simpatia e gentilezza, o perché rispecchia perfettamente quello spirito di chi espatria e aiuta la nostra nazione e i nostri prodotti a essere conosciuti in tutto il mondo. Figlio di un’epoca dove vivere e lavorare all’estero era veramente un’avventura, ci ha concesso quest’intervista. Com’è iniziata la sua avventura in Spagna? Venni a Valencia per lavoro, allora ero un tecnico e avevo già girato mezza Europa, arrivando qua, rimasi sorpreso della totale assenza del prodotto pizza,
che al contrario avevo trovato in tutte le altre nazioni, cosi che, dopo qualche riflessione e dopo aver individuato la playa della Puebla de Farnals, come un buon posto per iniziare un lavoro prettamente stagionale, nel 1977 aprimmo in società con un mio amico Alberto, la prima pizzeria Napoli, interamente a conduzione familiare, era molto piccola con solo sette tavoli interni e 12 in terrazza. Quali sono state le difficolta iniziali e il lato negativo di quel periodo? I primi due anni fu veramente dura e ci sono stati non pochi momenti di perplessità, il problema più grande era che la gente non conosceva assolutamente la pizza, non sapevano neanche pronunciarne il nome, la nostra è stata una vera missione di indottrinamento. Avevamo anche il problema dei prodotti tipici allora irreperibili.
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Il Lato positivo di quegli anni? Grazie al ritorno in Spagna di molti emigranti spagnoli che avevano conosciuto la pizza in giro per il mondo, abbiamo formato una nostra clientela che apprezzava il nostro forno a legna ritrovandoci a dover aprire tutti i giorni dell’anno. In solo quattro anni ci siamo ritrovati a non poter più gestire la folla, cosi da dover decidere nel 1982 di comprare il locale attuale, con una capienza molto più amplia. Il Segreto del successo? Sicuramente la nostra originalità partenopea, parlavamo tra di noi solo in napoletano e la genuinità del nostro prodotto, oltre ad una continua ricerca di nuove tecnologie e metodi per migliorare. La crisi del 2008 come siete riusciti a superarla e sopravvivere? La crisi, abbiamo cominciato a sentirla veramente dopo il 2010, grazie alla nostra oculatezza precedente e la nostra gestione familiare, siamo riusciti ad arrivare ai giorni nostri, senza purtroppo poter rinunciare a tagli di personale e cali notevoli di lavoro. Le differenze tra ieri e oggi? La presenza di centinaia di pizzerie ormai anche a Valencia, sicuramente non ci aiuta, forse il settore è ormai troppo inflazionato, ma la cosa positiva è che i clienti conoscono già il prodotto e apprezzano le differenze. Anche l’aumento di Distributori di prodotti italiani ci ha dato un grande aiuto e un risparmio sulla materia prima. Grazie Franco per questa piccola intervista. Grazie a Italo, vi aspettiamo alla Pizzeria Nuova Napoli alla Puebla de Farnals.
ATTUALITÀ
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Bombe italiane su Valencia, chiesto GESTO RIPARATORE inerme seguendo le istruzioni dei comandanti fascisti. Il bombardamento al mercato di Alicante, ai pressi della stazione ferroviaria di Xativa, ai quartieri popolari di Barecellona, risponderono all’allora innovativa strategia militare basata sul terrore, messa in atto per la prima volta in Europa dall’aviazione italiana.
Filippo Carcassola
Una richiesta formale affinché lo Stato italiano riconosca il proprio ruolo avuto durante la guerra civile spagnola, si assuma la responsabilità storica dei bombardamenti sulle popolazioni di Valencia e del litorale spagnolo e si attivi per compiere un gesto riparatore che renda giustizia alle vittime. L’istanza è stata presentata, lunedì 24 ottobre, personalmente a Stefano Sannino, Ambasciatore d’Italia in Madrid, da parte di una delegazione proveniente da Valencia, rappresentante l’Associazione socioculturale Espai Italia e il Grmhv (Grupo para el Recupero de la Memoria Histórica de Valencia). La richiesta rientra nell’ambito di “Valencia Herida Abierta”, una campagna d’informazione sui fatti storici che si concluderà nel 2017, in occasione dell’ottantesimo anniversario del primo bombardamento sulla città di Valencia. La campagna, presentata all’Ambasciatore italiano, ha la finalità di aprire una riflessione culturale e sensibilizzare sull’importanza del processo di
PH F. CARCASSOLA
costruzione europea, proprio partendo dai fatti storici accaduti in Spagna. La notte tra il 13 e il 14 febbraio del 1937, l’incrociatore Emanuele Filiberto Duca D’Aosta della Regia Marina Militare Italiana, salpato dal porto di Palma de Mallorca, iniziò il primo attacco sparando trentadue colpi di cannone sulla città di Valencia, colpendo i quartieri civili, l’Ospedale pro-
vinciale e il refettorio del Socorro Rojo Internacional. Solo in questo primo attacco si contarono circa venticinque morti.Gli attacchi sulla sola città di Valencia provocarono la morte di 950 persone e ne ferirono più di 2.500. Oltre a Valencia furono colpite Alicante e Barcellona, ma anche centri abitati minori, come per esempio Sagunto, Xativa
e Segorbe. La delegazione valenciana ha menzionato nella richiesta scritta, consegnata nelle mani dell’Ambasciatore, che i bombardamenti ad opera dall’Aviazione Legionaria Italiana, furono diretti non solo contro obiettivi strategici militari o logistici, ma soprattutto in modo deliberato contro zone ad alta densità demografica, in modo da colpire la popolazione
Le nostre auto SI FANNO SPAZIO
Fiat, la rapida crescita del marchio, ormai nella top ten delle immatricolazioni anche in Spagna FCA
I dati del primo semestre, sono più che entusiasmanti, in Luglio il marchio, supera le 5.000 unità immatricolate per il secondo mese consecutivo e diventa il marchio in più rapida crescita all'interno della top ten. Alfa Romeo e Jeep, anche
hanno registrato una crescita significativa. Il mercato automobilistico spagnolo, rimane con i valori di trend positivo che ha avuto per tutta la prima parte dell'anno, a luglio si sono immatricolate 107.306 unità (+ 4,3% rispetto allo stesso mese del 2015), fino a luglio il totale d’immatricolazioni è stato di 730.540 unità, segnando una crescita del 11% rispetto al 2015. Se nel mese di giugno Fiat ha raggiunto cifre record, luglio è stato di nuovo un mese storico per il marchio italiano. Con un totale di 5.760 unità, Fiat si colloca all'ottavo posto nella classifica mensile e diventa anche il marchio con la crescita più rapida nella top ten, con il 32,7% rispetto a luglio 2015, dove la media di mercato è stata del 4,23%. D'altra parte, con un totale di 33,250 unità, Fiat ha accumulato una crescita da gennaio a luglio 2016 del
25,4% rispetto allo stesso periodo del 2015, più del doppio del valore di mercato cumulato finora quest’anno.
NEL FRATTEMPO, L'ALFA ROMEO CHIUDE LUGLIO CON UNA CRESCITA DEL 16,3%, A CONFERMA DEL GRANDE GRADIMENTO SUL MERCATO DELLA NUOVA ALFA ROMEO GIULIA Mentre Jeep (+ 2,5% a luglio) rimane il marchio di SUV più rapida crescita e mantiene un incremento del 33% per l'intero anno, che evidenzia ancora una volta il grande successo della Renegade Jeep un il modello, dopo un anno e mezzo dal suo lancio, le vendite continuano a crescere ad un tasso del 68,1% rispetto al 2016 (3.335 unità immatricolate).
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E’ su questo punto che le organizzazioni promotrici hanno fatto leva per chiedere allo Stato italiano “un gesto” che renda giustizia alle vittime degli attacchi italiani. L’ambasciatore Stefano Sannino è stato invitato a un atto di commemorazione solenne che avrà luogo a Valencia proprio il 13 di febbraio del prossimo anno, data esatta in cui cade l’ottantesimo anniversario del primo bombardamento. Per dare maggior impulso all’iniziativa e attribuirle più visibilità, la campagna “Valencia Herida Abierta” prevede la realizzazione di un documentario storico, curato dalla giornalista Monica Uriel, e che sarà finanziato attraverso crowdfunding, la cui pubblicazione è prevista per il prossimo anno.
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TURISTI PER CASO
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I cinque ponti sul Turia Scopriamo insieme gli antichi ponti di pietra sul fiume che non c’è più Alessandro Girardi
La Storia La città di Valencia, fu fondata su una piccola isola che si era formata nel fiume Turia, essendo attraversata dalla Via Augusta, Valentia aveva in principio due ponti. Durante i secoli fu costruita una prima muraglia araba intorno alla città e poi una seconda cristiana più grande. In corrispondenza di ognuna delle 5 porte vi era un ponte. Rimasero cinque sino alla fine del XIX secolo, quando furono abbattute le mura e s’inizio ad ampliare la città. Varie inondazioni, danneggiarono e distrussero i ponti di Valencia, riparati o ricostruiti, sino a quando dopo l’inondazione del 1957 si decise di deviare il fiume, lasciando il suo letto asciutto dal 1973. Alcuni dei ponti più vecchi, furono ampliati per dar passo all’intenso traffico, altri furono trasformati in pedonali per evitare che il peso dei grandi autoveicoli potesse danneggiarli, ma quelli valido dal punto di vista storico, rimasero cinque. Tra i nuovi ponti costruiti, si ricorda quello dell'Exposición, inaugurato nel 1909 con decorazioni dell’Art-déco, in occasione della grande Esposizione Regionale, ma che fu distrutto dall’acqua nel 1957.
Ponte della Trinità secolo XV È il ponte più antico della città costruito in pietra e ancora esistente, in stile gotico possiede dieci archi ed è lungo quasi 160 metri. Maestro dell’opera realizzata all’inizio del 1400 fu Mateu Texido, ma in realtà anche questo ponte dovette essere ricostruito completamente dopo l’inondazione del 1517 e quindi l’esistente, potrebbe essere datato nel XVI secolo. Il suo nome attuale deriva dal vicino convento della Trinità. Dal 1942, vi sono due statue che prima erano sul ponte di San Giuseppe.
Ponte di Serranos secolo XVI Il nome deriva dall'accesso alla porta di Serranos, una delle due di Valencia ancora esistenti. Serrano come per il prosciutto spagnolo deriva dalla parola “sierra”, che vuol dire catena montagnosa. Attraversando questo ponte, arrivavano a Valencia gli abitanti della Sierra. In epoca musulmana, già esistevano un ponte e una porta in questo punto, fu costruito a metà del XVI secolo sotto la direzione di Juan Bautista Corbera. Eretto su nove archi, è da pochi anni diventato solo pedonale come il ponte del Mar.
Ponte del Mar secolo XVI Costruito negli ultimi anni del XVI secolo, è probabilmente il più bello dei cinque ponti. All’inizio di questo secolo, era usato dal tram. Il nome viene evidentemente dal fatto, che anche se distante dal mare, conduceva a quello che era anticamente il cammino per arrivare al Mediterraneo. Una piscina rotonda sotto il ponte, ci permette di avere una visione di come pote-
PH WIKIPEDIA
vano essere questi ponti, quando sul letto del Turia, scorreva ancora un fiume.
Il ponte del Real secolo XVI Conosciuto anche come ponte del Temple, prende il nome dal vicino palazzo del Real distrutto nel 1810 e cui si arrivava attraversandolo. Le prime notizie di un ponte in questo luogo, risalgono al 1350 circa, dopo essere stato riparato e ricostruito completamente varie volte, nel 1595 si decise di costruirlo in pietra, Joan Pasqual, maestro della costruzione di mulini, fu l’unico capace di risolvere le difficoltà dell’edificazione. Furono usate, anche lapidi del cimitero del vicino Convento di San Domenico. Il ponte originale, aveva una lunghezza di 167 metri e una larghezza di 9,50, con dieci ar-
chi e una scala per accedere al fiume sottostante. Su questo ponte, troviamo due statue rappresentanti rispettivamente San Vincenzo Martire e San Vincenzo Ferrer per opera dello scultore Vicent Leonart Esteve. Il ponte fu ricostruito e ampliato nel 1966, dall’ingegnere Alberto Oñate a seguito dell’inondazione del 1957. Dal 1968 il ponte è largo 27,30 metri. Per questo ponte furono realizzate nel 1609, quattro statue di santi a Genova, ma durante il trasporto in nave questa fu assaltata dai pirati e le statue non toccarono mai le terre valenciane.
Ponte di San Giuseppe secolo XVII I primi dati storici sulla presenza di un ponte in questo luogo, risalgono alla fine del 1400, ma la sua costruzione attuale in
pietra fu realizzata dal 1604 al 1607. Opera di Jerónimo Negret y Sebastián Gurrea, possiede tredici archi. Su i due antibecchi “parte dei pilastri che serve per separare il flusso delle acque”, vi erano due sculture opera dell’italiano Iacopo Antonio Ponzanelli del 1693, che rappresentavano San Luigi Bertrán e San Tommaso di Villanueva, ma furono trasferite poi nel 1942 sul Ponte della Trinità. Sul ponte di San Giuseppe troviamo invece oggi, una scultura del patrono delle Fallas, San Giuseppe falegname con un bambino. Durante la storia prese vari nomi, tra i quali Ponte Nuovo, della Zaidía e della Santa Croce. Fu costruito vicino al convento di San Giuseppe e Santa Teresa e arrivava alla porta di San Giuseppe, abbattuta nel 1868.
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DALL’ITALIA
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Paese di scrittori ma senza lettori Alcuni dati allarmistici di qualche anno fa, oramai sono una realtà negativa del nostro Paese
PH SHUTTERSTCOK
Obesità e Diabete Infantile in Italia
Nel 2014, erano quarantuno i milioni di bambini sotto i cinque anni di età che erano in sovrappeso o obesi
Massimo Mauro
PH ELGARBLOG
Massimo Mauro
NOVE FAMIGLIE SU DIECI NON HANNO ALCUN LIBRO IN CASA, MENTRE POCO PIÙ DI SEI NE CONTANO AL MASSIMO CENTO. SI SPENDONO IN MEDIA UNDICI EURO AL MESE, 0,4% DELLA SPESA COMPLESSIVA. Tutto questo nonostante si pubblichi parecchio: lo scorso anno gli editori hanno pubblicato 62.250 libri in formato cartaceo, però in base agli ultimi dati Istat, solo 14 persone su 100 ne comprano uno. Quello che sorprende è che chi legge molto, appartiene alla fascia tra i 15 e i 17 anni, ma solo nel 66,8% dei casi in cui ha genitori che leggono. Si parla molto della lettura digitale e di e-book, ma anche questa fascia ha ridotto del 5/6% gli acquisti via internet, perdendo circa 300 mila lettori; nonostante gli e-book rappresentino il 91% dei libri pubblicati. Altra nota dolente è l'editoria: in Italia si pubblicano in media 164 libri al giorno domeniche comprese. Il problema più grave per i piccoli e medi editori si chiama distribuzione, la quale è in mano, viste le ultime acquisizioni, a due grandi gruppi editoriali: il Gruppo Mediaset e il Gruppo L'Espresso. L'acquisto da parte di queste
due potenze economiche anche di moltissimi vecchi marchi editoriali, alcuni "storici", ha penalizzato fortemente la qualità delle uscite; l'influenza delle nuove tecnologie di massa e lo strapotere della tv, hanno creato un danno incommensurabile ai libri e giornali fatti con carta stampata. La velocità con cui viaggia la moderna società dei consumi, fatta solo d’immagini frenetiche, tende a non lasciare tempo per potersi leggere in pace un libro, assaporandone il profumo delle pagine. Questo dato resiste ovviamente con le persone di mezza e tarda età e non coinvolge, come abbiamo visto, i più giovani, questi ultimi, attratti da nuove forme di comunicazione visiva e di contatto, social network in primis. Purtroppo anche la qualità delle uscite segue spesso le mode, da qualche tempo oramai legata alle saghe che prendono spunto da quelle televisive. Il problema più grosso oltremodo è proprio questo: le case editrici per vendere hanno bisogno di un prodotto di massa e scritto da qualcuno già famoso. Naturalmente esistono le nicchie ma la vera battaglia si combatterà nelle scuole. Speriamo in una rapida ripresa del contributo scolastico e dell’educazione alla lettura da parte di sempre più genitori, per fare innamorare dei libri sempre più giovani e ragazzi.
In Europa il numero di bambini in sovrappeso è in crescita: in questo momento, un bambino su tre tra i sei e i nove anni. La conseguenza di questi dati porta direttamente al diabete di Tipo1 che si manifesta prevalentemente in età pediatrica. In Italia questa patologia ha un tasso d’incidenza annuale da sei casi a quaranta per centomila bambini con età 0-14 anni, secondo le regioni. L’Istituto Superiore di Sanità da anni lavora su questo tema. Da qualche tempo è in atto una campagna di sensibilizzazione, soprattutto nelle scuole e nei luoghi, dove si fa sport, con distribuzione di materiale informativo. Prevenire la patologia a
oggi non è possibile, ma prevenire la cheto acidosi all’esordio è fondamentale per la salute di bambini e adolescenti. Questa complicanza nei bebè può portare a edemi celebrali. Nel nostro Paese si calcola che le persone con diabete di tipo uno, siano circa duecentomila, molte delle quali hanno avuto esordio in età pediatrica. Il 10%, circa ventimila, ha età inferiore a diciotto anni. In questo momento questa emergenza clinica incide sul 36/39% dei costi della nostra Sanità. Sete eccessiva, bisogno più frequente di fare pipì, come anche un improvviso calo di peso possono essere i sintomi iniziali di questa patologia. Purtroppo a questi dati preoccupanti, che sono dovuti all'ec-
cessivo uso di zuccheri fin dalla tenera età, aggiungiamo che in Italia si fa sempre meno sport e spesso i ragazzi lo abbandonano in età adolescenziale. Il sedentarismo rimane la causa principale dell'aumento di obesità e diabete purtroppo. Occorre tornare a un’educazione alimentare che tolga gli zuccheri saturi e favorisca una dieta ricca di verdure, frutta e cibi della nostra tradizione Mediterranea senza troppi grassi. Lo sport sarebbe la ciliegina sulla torta da accoppiare a delle sane abitudini alimentari. Negli USA da anni è in atto una piccola rivoluzione di questo tipo è il miglioramento nelle nuove generazioni è costante, soprattutto la diminuzione del diabete e obesità.
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“La arrocería de los valencianos” Cocina abierta al público Cursos de paellas Abierto todos los días C/ MAESTRO RODRIGO ESQU. MANUEL DE FALLA // TLF: 96 065 11 52 VALENCIA@RESTAURANTELEVANTE.COM // WWW.RESTAURANTELEVANTE.COM
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CURIOSITÀ
NOVEMBRE 2016
Inferno di Ron Howard PH SPEFEED.COM
WEB ANALYTICS
Cos’è? Esploriamo le quattro principali tipologie di siti in cui è utile applicarla Clelia Castorina
PH KINEMAX.COM
Il terzo adattamento cinematografico dalla saga letteraria di Dan Brown arriva finalmente al cinema Giuliana Barcella
Dan Brown, autore delle precedenti avventure di Robert Langdon (ovvero Il Codice da Vinci e Angeli e Demoni) ha sempre mescolato in modo magistrale storia, arte, codici e simboli. In questo nuovo e avvincente thriller, anche se un po’ meno enigmatico rispetto ai precedenti, l’autore ritorna comunque ai temi che gli sono più adatti, per realizzare al suo romanzo. Tom Hanks, o per meglio dire, Robert Langdon, il professore di simbologia di Harvard, è ancora una volta il protagonista di un'avventura che si svolge per ben due terzi in Italia, precisamente a Firenze e poi a Venezia, per poi terminare a Istanbul, la capitale Turca. L’autore statunitense, incentra la sua terza opera su uno dei capolavori più complessi e abissali della letteratura di ogni tempo, l'Inferno di Dante Alighieri, adattandola poi a trama
della pellicola cinematografica. Qualcuno vuole risolvere il problema di un mondo sovrappopolato attraverso la diffusione di un virus letale, ecco perciò intervenire un Robert Langdon senza memoria, alle prese con una Firenze che gli appare davanti agli occhi solo quando è buio. La prima parte è una frenetica gita enigmistica in cui Langdon, smemorato e in preda a incessanti allucinazioni, deve ricostruire cosa gli è accaduto nei suoi ultimi giorni fiorentini indagando sui dettagli della Mappa dell’Inferno di Botticelli, della Battaglia di Marciano del Vasari e sulla Maschera di Dante. La seconda parte della pellicola “nettamente la migliore”, si smette di correre per musei, giardini o corridoi segreti e si approfondisce meglio l’aspetto umano del Professore di Harvard, in una perenne corsa e rincorsa sentimentale con la detective Elizabeth Sinskey (Sidse Babett Knudsen), capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Addentrandosi nelle oscure pieghe del poema dantesco, il professore, affiancato per la maggior parte del tempo dall’infermiera Sienna (Felicity Jones) si lancia alla ricerca d’inquietanti risposte per ritrovarsi a decidere di chi poi fidarsi, prima che il mondo cambi per sempre inevitabilmente.
Secondo la Web Analytic Associacion, è: “La misurazione raccolta di analisi e comunicazione dei dati di Internet, ai fini della comprensione e l'ottimizzazione dell’utilizzo del web”. Ha l’obiettivo di comprendere e migliorare l’interazione degli utenti con il web, consiste più precisamente nella rilevazione del loro comportamento tramite software e strumenti appositi e nella successiva fase di analisi dei dati raccolti. Dalla nascita d’internet a oggi, sono nati migliaia di siti che hanno tappezzato la rete con colori e immagini, l’hanno resa ricca d’informazioni con i loro contenuti e movimentata con animazioni. Possiamo catalogare un sito, in base alla funzione che svolge, per tal motivo possiamo dividerli in quattro grandi categorie: Gli E-commerce, per vendita online; I Lead generation, che hanno l’obiettivo di creare contatti commerciali; Advertising, che vendono spazi pubblicitari agli inserzionisti; Customer support, che offrono assistenza ai clienti. Possiamo definire la web analytics, come l’insieme di tecnologie e metodologie che permettono di conoscere meglio gli utenti finali del proprio sito e i dati d’interazione sui social network in cui l’azienda è presente, oltre alle informazioni sugli strumenti mobili che fanno parte ormai delle nostre presenze digitali. Con questo, non ci riferiamo a
informazioni di carattere personale, riguardo alle quali le leggi sulla privacy sono molto restrittive, ma a informazioni anonime di carattere comportamentale, quali ad esempio: la campagna di marketing online (advertising, SEO, PR online, ecc.) tramite la quale l’utente ha trovato il sito, le pagine che l’utente ha visitato, le azioni di conversione (richiesta d’informazioni, acquisto, iscrizione alla newsletter, ecc.) che l’utente ha eseguito. Spingendosi anche su dati ancora più dettagliati, come le parole chiave inserite dall’utente sul motore di ricerca interno, l’uso di applicazioni interattive come il configuratore nei siti auto motive, ed anche i click dell’utente su banner interni promozionali. Questi dati sono di poca utilità se riferiti a un solo utente, ma assumono grande valore se aggregati e riferiti a tutti gli utenti del sito, perché ci permettono di valutare il successo o l’insuccesso delle azioni di marketing intraprese. La raccolta di queste informa-
zioni avviene attraverso l’utilizzo di software specifici, come ad esempio Google Analytics, ma la parte più importante del lavoro è la fase successiva di analisi dei dati. Da quest’analisi, emergeranno le informazioni utili a chi si occupa di pianificare gli investimenti per migliorare il sito e le future azioni di marketing online. Quest’approccio permette di rafforzare la presenza del brand sul web, valorizzando l’esperienza degli utenti, fidelizzando chi già conosce l’azienda e aumentando le possibilità di acquisire nuovi clienti. La web analytics, quindi, nel concreto permette, di innalzare il numero di clienti che acquistano sul sito, aumentare il numero di utenti che lasciano il loro indirizzo email per essere continuamente informati e verificare la bontà dell’user experience. Possiamo capire, in fine, quanto questo sia importante nella creazione e nello sviluppo di nuove pagine o attività web.
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FOCUS
NOVEMBRE 2016
Perché beviamo latte anche da adulti? L’uomo è l’unico mammifero che continua ad assumere latte anche dopo lo svezzamento, eppure moltissime persone risultano intolleranti Marco Centi
La prima ragione per cui beviamo latte è che siamo mammiferi e le femmine lo producono per nutrire i cuccioli. In questo senso non siamo un’eccezione. Il latte è vantaggioso da molti punti di vista, ma gli esseri
umani sono gli unici che bevono latte per tutta la vita. Gli altri mammiferi, con lo svezzamento iniziano a nutrirsi di erba, carne, frutta. Perché noi invece continuiamo? Tra l’altro, l’immagine di un adulto che beve latte materno ci ripugna, è un tabù quasi quanto l’incesto. Questa ossessione per il latte non è sempre stata un tratto distintivo della nostra specie.
Non è il latte, ma ciò che esso contiene: il lattosio, un tipo di zucchero molto nutriente e dalle molteplici proprietà, tra cui quella di aiutare ad assimilare il calcio, utile alla formazione delle ossa in special modo nei cuccioli. Però, per essere digerito dall’organismo, il lattosio deve essere trattato con un enzima, la lattasi. Tutti i mammiferi producono lattasi sino allo svezzamento, dopo smettono e il mammifero in questione cessa di bere
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latte. Per molti umani ciò non avviene. Continuiamo a produrre lattasi anche da adulti, il che ci permette di continuare a bere latte: unici, tra i mammiferi, che lo possano fare. Ciò è dovuto a una mutazione genetica occorsa ottomila anni fa, ma non tutti gli esseri umani presentano la modificazione genetica necessaria, cioè il loro organismo smette di produrre l’enzima lattasi indispensabile a digerire il latte (come gli altri mammiferi) e si verifica l’intolleranza al lattosio. Ai cinesi ripugna bere latte. Perché? Gli studi genetici hanno dimostrato che i primi esseri umani a produrre l’enzima lattasi da adulti furono i membri di una popolazione nomade di pastori di renne dell’Europa centro-orientale. La loro capacità di continuare a bere latte da adulti si rivelò talmente utile che ben presto questa muta-
zione di cui erano portatori si diffuse in altre popolazioni di pastori. Innanzitutto perché succhiare latte da una renna o da una mucca è meglio che arrostirla, la si può sfruttare di più. Inoltre, specialmente nei climi più freddi del Nord Europa, il latte era una eccellente fonte di proteine e di calcio. Oggi il 95% dei nord europei ha questa mutazione genetica. Più ci si allontana dall’epicentro, verso il Sud Europa, e più questa percentuale si abbassa. In Italia meridionale si attesta al 30%; tra gli orientali, intorno al 5%; addirittura zero tra gli aborigeni australiani. Spesso l’intolleranza al lattosio crea disturbi di lieve entità, dipende dalla quantità che se ne beve. Ciò che accade ai non mutanti è che il lattosio non digerito si deposita nell’intestino, fermentando e producendo gas; l’intestino si riempie d’acqua e
si gonfia, quindi il lattosio viene espulso sotto forma di feci poco solide. Però il consumo di latte è talmente penetrato nelle nostre abitudini che non ci facciamo più caso. Quindi la mutazione genetica che permette la digestione del lattosio da adulti è strettamente legata all’allevamento di ruminanti e ai climi freddi; come tutte le mutazioni genetiche, si è espansa dove vi era un vantaggio evolutivo per la specie. Prima di allora, se un essere umano si fosse imbattuto nell’antenato della mucca, un uro, lo avrebbe infilzato e arrostito. La domanda finale è questa: ci serve veramente bere latte? Se non si ha una pelle molto chiara e non si vive in climi freddi con poca luce solare, la risposta è no. Se la prossima volta che berrete un cappuccino correrete al bagno, è perché non siete dei mutanti.
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TAVOLO DI DISCUSSIONE
NOVEMBRE 2016
Vivere all’estero
Molte cose sono cambiate rispetto a quaranta anni fa. Non siamo più immigrati. L’Europa, che qualcuno in Italia si augura di abbandonare, è una opportunità
PH CRISTIAN CARRARA
La paura del “diverso”
I comunisti bollivano e mangiavano bambini? Difficile da credere. L’assioma musulmano-terrorista non è meno assurdo Marco Centi
CHIESA DI S. MARTINU A STOCCARDA
Marco Centi
In Germania, gli italiani hanno gli stessi diritti e le stesse opportunità dei tedeschi. Certo ciò comporta che se ne assumano anche i doveri, che non sono moltissimi. Parlare il tedesco o l'inglese. Non è facile, ma non è neanche impensabile raggiungere un livello accettabile. In caso contrario potremmo giocarci la carta della ristorazione. In Germania, anche nel più piccolo paesello c'è un ristorante italiano gestito da connazionali, spesso di seconda generazione, nati in Germania. In questo caso parlare tedesco è secondario. Oppure potreste fare i ladri. Dal punto di vista degli italiani, i tedeschi peccano di eccessiva fiducia. Volete comprare dei fiori? Non è raro incontrare self-service tra i campi: cogliete i fiori che volete e lasciate i soldi in una cassetta. Lo stesso vale per frutta e ortaggi. Nei piccoli villaggi che circondano Francoforte, case e villette non hanno muri di cinta o recinzioni. Cucinare o rubare, ovviamente sono opzioni per cuochi ed incapaci. Al contrario dell'Italia, in Germania esiste uno Stato che non deve vivacchiare af-
frontando il proprio popolo come un problema da risolvere. Come si vive in Germania? Occorre avere un minimo di spazio di manovra economica iniziale per affittare un alloggio. A differenza che da noi, un single con un lavoro può pagare l'affitto e sopravvivere dignitosamente, una coppia (dove entrambi lavorano) se la caverebbe bene. In Italia è diventato impensabile. Una sostanziale differenza è questa: l'intensità del lavoro. In Germania si contano i minuti e si produce a ritmi serrati. La pausa sigaretta, il caffettino, la chiacchiera con il collega, sono perdite di tempo. L'arte dell'imboscarsi è sconosciuta. Quindi tutto sommato in Germania le otto ore di lavoro sono più intense. Ma gli stipendi più alti. "Eins nach dem anderen", una cosa alla volta, i tedeschi lo ripetono spesso. Questo è il loro segreto. L'organizzazione. Vi è lo stereotipo del tedesco mattutino che si alza presto. In parte è vero, frühstück – colazione in tedesco – significa "pezzo presto". In realtà non troverete frotte di tedeschi alle sei del mattino, ma sono molto puntuali. Raramente vi chiederanno di trattenervi oltre l'orario di lavoro previsto, e la maggior
parte alle cinque del pomeriggio ha finito. Nelle grandi città il traffico c'è, non come a Roma, ma c'è. In compenso però utilizzare i mezzi pubblici è un piacere; in una grande città con i servizi a portata di mano potreste benissimo fare a meno dell'auto, optando per la bicicletta (esiste una rete di ciclabili invidia bile); in ogni caso benzina, assicurazione e bollo sono di molto inferiori. La domenica: in Germania le domeniche potrebbero apparirvi spettrali. Quasi tutto è chiuso, anche i centri commerciali. Qualche ristorante o pub rimane aperto, ma in genere tutti gli esercizi commerciali sono chiusi, IKEA compreso. Le persone si riposano, fanno gite o passeggiate, vanno al cinema o a teatro. Alcune cose per un italiano rimangono misteriose: ai distributori di benzina non esiste il "servito", occorre fare da soli, dieci euro e un centesimo, pagherete anche quel centesimo. Per il resto, cari lettori, siamo comunque in Europa, e tranne qualche grado in meno in inverno, non ci sono aspetti particolarmente differenti. In bocca al lupo, o come dicono qui in Germania: Ich drücke dir die Daumen.
Purtroppo la paura in combutta con l’ignoranza ha instillato in molti di noi la convinzione sbagliata che l’Islam sia una religione violenta. Ma ciò nasce da un malinteso. Quando udiamo nei telegiornali un combattente musulmano che grida ALLAHU AKBAR, è come se udissimo “viva la revolution” o “boia chi molla”. È solamente uno slogan politico-sociale. La differenza è che da noi la religione è solamente religione. Separata dal resto delle nostre vite, essa ha dei momenti e dei riti propri. Nell’Islam ciò non avviene. La religione di Muhammad è anche, per i suoi fedeli, una dottrina sociale e politica. Essa avvolge per intero tutta l’esistenza di un credente, per questo a noi sembra che vi sia una sovrapposizione tra la violenza esercitata da alcuni individui di origine musulmana e la religione tout-court. Al tempo delle Brigate Rosse vi fu un simile accostamento: i comunisti erano visti come fiancheggiatori della violenza di alcuni psicopatici, semplicemente perché quegli psicopatici utilizzavano slogan comunisti. La Storia ci dice che spesso quando Cristiani e Musulmani hanno convissuto fianco a fianco, conoscendosi, non vi erano conflitti. Nel XII secolo, l’emiro Usama ibn Munqidh, un diplomatico dell’epoca, racconta che a Gerusalemme, occupata dai Cristiani, i cavalieri templari che presidiavano la moschea di al-Aqsa, ormai chiesa, non si opponevano a che i musulmani vi pregassero secondo i loro riti, ma i nuovi cristiani, quelli
arrivati da poco, i pellegrini, i mercanti, si scandalizzavano per tale permissivismo. Casualità, i cavalieri templari all’inizio del 1300 furono spazzati via (i loro beni materiali sequestrati) con un processo-farsa istituito da Filippo IV, re di Francia: tra le accuse vi era quella di adorare un idolo di nome Baphomet (leggi Maometto). Spesso la paura del diverso è utilizzata dal potere costituito per consolidare la propria posizione o per vantaggi materiali. Nel 1321, in Francia, fu scoperto un inverosimile complotto per la trasmissione della lebbra attraverso la contaminazione dei pozzi da parte di ebrei ispirati dai sovrani musulmani di Babilonia e Granada. La lebbra come arma biologica per aprire la conquista dell’Europa da parte dei musulmani! Una famosa autrice trapassata ipotizzò un simile scenario ma sostituendo la lebbra con la prolificità riproduttiva degli immigrati musulmani. Abbastanza ridicolo. In epoche più recenti chi può dimenticare le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein? È la paura e l’ignoranza che fa prosperare lo stereotipo Islam-violenza. Certo vi sono aspetti nelle società musulmane che AI NOSTRI OCCHI apparirebbero antiquati, ma con gli occhi di un credente musulmano la maggior parte avrebbe coerenza. Riguardo alla violenza insita nel Corano, la Bibbia non è da meno, vi sono incitamenti all’omicidio anche lì. Ciò che ci differenzia gli uni dagli altri non è la fede che riponiamo su antichi libri ma lo Spazio ed il Tempo. Lo Spazio che separa, il Tempo che siamo stati separati e quello necessario per ridurre lo Spazio separante. Tutte le differenze risiedono in questi due fattori. Ma ci sono buone notizie. Entrambi si stanno dissolvendo, e con loro probabilmente il peso specifico dei vecchi libri.
CUCINA
NOVEMBRE 2016
Saltimbocca con zucchine
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GALATEO
PH WIKIMEDIA | STREET FOOD THAILANDESE
Cristiana Orecchini
Abitudini culinarie stravaganti
PH IDA ODETTE BIANCO
• olio, sale, pepe e limone • 4 zucchine romanesche • prezzemolo tritato
Lavate e asciugate le foglie di salvia, dividete a metà le fettine di prosciutto crudo mettendole da parte. Preparate la carne eli-
minando gli eventuali nervetti e battetela con il batticarne insaporendola con un po’ di sale e pepe. Adagiate la metà delle fettine di prosciutto crudo preparate in precedenza, su ogni fettina di carne battuta e aggiungete una foglia di salvia. Unite i tre strati con uno stuzzicadenti. In una padella scaldate l’olio e il burro, appena il burro si sarà sciolto e inizierà a soffriggere, adagiate i saltimbocca e cuoceteli facendoli rosolare un paio di minuti per ogni lato. Una volta rosolati, aggiungete il vino bianco e lasciate sfumare controllando che il vino evapori tutto. Appena il vino sarà sfumato, i saltimbocca sono pronti. Trasferite i saltimbocca in un piatto di portata e mettete sopra il sughetto di cottura. Servite insieme alle zucchine marinate.
ripiene e la salsa “Torrente”per il loro condimento, rigorosamente prodotta nella zona di San Marzano. Sotto aceti e sott’olio Pugliesi, conserve “Viander”, Olive Siciliane. Le migliori farine “Caputo, 5 Stagioni, Spadoni”. Salumi italiani, mortadella e Guanciale, formaggi stagionati e aromatizzati, mozzarella di
bufala e burrata. Pasticceria Campana di qualità. Vini Italiani “Cà dei Frati, Sangue di giuda Giorgi” cantine pugliesi Spagnoletti, i migliori prosecchi. Birre”Nastro Azzurro, Moretti, Peroni doppio Malto,Moretti e Moretti Zero” Limoncelli di qualità, Grappe “Marzadro e Nonino” Caffè Moreno.
Preparazione delle zucchine
Ida Odette Bianco Difficoltà Tempo Costo
Ingredienti • 4 fettine di vitello • 4 fette di prosciutto crudo • 4 foglie di salvia • 30 gr. di burro • 1/2 bicchiere di vino bianco
Ungete una padella antiaderente e mettetela sul fuoco, appena la padella sarà ben calda adagiatevi le zucchine tagliate alla julienne, fate cuocere per circa due o tre minuti, toglietele dal fuoco, fatele freddare e mettetele in una ciotola con olio, sale limone e prezzemolo tritato. Lasciate marinare per qualche ora e servitele poi insieme ai saltimbocca.
Preparazione dei saltimbocca
Pensavate di averne sentite di cotte e di crude (è proprio il caso di dirlo) sulle consuetudini alimentari dei paesi stranieri? Ebbene, non potreste nemmeno immaginare fin dove arrivino le stravaganti usanze di alcuni popoli. Naturalmente si tratta soltanto del nostro mero punto di... gusto, ciascuno è rispettabilissimo nelle proprie tradizioni! Inizierò raccontandovi che in Guinea, durante le festività, si usa cucinare il cervello di scimmia, e per le popolazioni del luogo è considerato una vera prelibatezza! In Thailandia invece amano servire come aperitivi dei croccanti grilli verdi, grigliati o al forno, insaporiti con particolari spezie. A Taiwan fanno una torta che
ha come ingrediente di base il sangue di maiale. Se ci spostiamo in Perù, troviamo un’usanza piuttosto macabra, ma per gli indi che la praticano (Cocomo) ha un significato mistico: quando muore un parente, preparano la birra con le sue ossa, per poi berla insieme a tutta la famiglia. In questo modo il defunto rimarrà legato ai propri cari. Gli aborigeni sorseggiano lo Snake Wine, una sorta di vino di riso che viene fatto fermentare tra i serpenti e altri simpatici animaletti; invece in Cambogia il serpente finisce arrostito. A Pechino, le bancarelle di una via caratteristica servono spiedini di scarafaggi, mosche, lombrichi e altri insetti che non vi elenco... pare che siano afrodisiaci! A New Orleans rispondono con un bell’hot-dog di coccodrillo, e dulcis in fundo (ma non è finita qui), un sostanzioso piatto invernale: grasso di vacca bollito e lasciato condensare, direttamente dalla Polonia.
Redazionale
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FITNESS
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Le vostre braccia hanno perso elasticità? Ecco gli esercizi per renderle più toniche! A
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Viola Ranalletta
Questo mese parleremo di una caratteristica fisica che è l’incubo della maggior parte delle donne: la “ciccetta” sotto le braccia, accumulo di grasso che avvolge il tricipite brachiale. Purtroppo con l’età, la pelle tende ad essere meno elastica e di conseguenza perde tonicità. Care amiche non basta comprare magliette a maniche lunghe o copri spalle per eliminare il problema, così lo nascondiamo soltanto. Sembra difficilissimo da sconfiggere, ma non è impossibile! Con pazienza, costanza e una buona dose di allenamento potrete godere di ottimi risultati e tornare a indossare gli abiti che più amate, senza dovervi necessariamente sentire in imbarazzo per quel “problemino”. Eccovi di seguito una serie di esercizi mirati a tonificare le braccia, che potete fare sia a casa, tra una lavatrice e l’altra, sia in palestra. Per far si che l’allenamento sia davvero efficace, dovrete eseguire gli esercizi minimo tre volte a settimana! Per allenare il tricipite brachiale, avete bisogno inizialmente di due pesetti da 1 Kg l’ uno o un qualsiasi oggetto che abbia all’incirca questo peso, per poi aumentare i chili in una fase avanzata di allenamento.
1 ESERCIZIO Figure A – B
Estensioni in piedi con manubri In piedi con le gambe leggermente piegate alla stessa larghezza delle spalle e schiena dritta, estendete le braccia fino a sopra la testa con i gomiti stretti e fletteteli portando gli avambracci dietro la nuca. Successivamente tornate lentamente alla posizione di partenza estendendo le braccia. Le ripetizioni dovranno essere 15. Riposatevi un minuto e ripetete l’esercizio per altre 2 volte (serie) con una pausa di un minuto tra una serie e l’ altra.
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2 ESERCIZIO Figure C – D
Distensioni con manubri in piedi con impugnatura stretta e mani in pronazione In piedi con le gambe leggermente piegate alla stessa larghezza delle spalle e schiena dritta, partite con i gomiti piegati all’altezza dell’addome e con mani in pronazione. Distendete le braccia (sempre in tensione) fino a portare i pesetti all’altezza dei vostri occhi, mantenendo i gomiti stretti. Da questa posizione ritornate lentamente alla posizione di partenza. Le ripetizioni dovranno essere 15 e ripetute per 3 serie con una pausa di un minuto tra una serie e l’ altra.
senza toccarlo, mantenete per 2 secondi la posizione e risalite rapidamente spingendovi verso l’alto. Ripetere l’esecuzione per 8 volte, ripetuta per 3 serie con una pausa di un minuto tra una serie e l’ altra. Se l’esercizio dovesse risultare troppo faticoso, potrete comunque eseguirlo con le ginocchia poggiate a terra, posizione che ne facilita l’esecuzione. Con questi esercizi, riuscirete finalmente a far sparire quell’odiato inestetismo! Basta anche solo un mese per vedere i primi risultati.
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Dr. Paolo Collalti
3 ESERCIZIO
n.º Col. 2313
Figure E – F-G
CUMPLIMOS 15 AÑOS JUNTOS CONTIGO
Push up a terra braccia addotte (strette) È la classica posizione delle flessioni, usando un termine che tutti conoscono, solo che l’esercizio dovrà essere eseguito mantenendo le braccia addotte. Partite con le ginocchia sul pavimento posizionando le mani a terra mantenendo i gomiti stretti vicino all’addome. Staccate le ginocchia dal pavimento e puntate i piedi a terra mantenendo il busto dritto. Avvicinate il petto al pavimento
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SALUTE E BENESSERE
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Bella da Quando il Diavolo ci aiuta far perdere la testa!
Tra le tante piante descritte nei miei articoli, non vi ho mai parlato dell’Harpagophytum procumbens, una pianta erbacea proveniente dall’Africa, si trova frequentemente nell’altopiano del Transvaal, in aree desertiche e di savana Francesco D’Ambrosio
La donna più sciocca può manovrare a suo piacimento un uomo intelligente, diceva Kipling, se poi è carina, non c’è genio che possa resisterle
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Dr.ssa Sara Eba Di Vaio
Una ricerca condotta da un gruppo di psicologi della Radbouds University, in Olanda, dimostra che il sex appeal di una donna fa “andare l’uomo fuori di testa”. Dai dati della ricerca emerge come anche un incontro fugace con una donna attraente incida sul funzionamento delle capacità cognitive degli uomini che spesso iniziano a balbettare, a confondersi, a dimenticare con maggior facilità. In molti casi, gli uomini lamentano persino di soffrire di eritrofobia (ovvero della paura di diventare rossi). La paura di far brutta figura, di fallire, di non sentirsi all’altezza delle situazioni sono tra i fattori psicologici responsabili di questo sintomo. Anche la più piccola esitazione o la convinzione di non riuscire ad apparire disinvolto può causare un forte disagio da non permettere di affrontare la situazione con scioltezza, innescando quel processo a spirale di angoscia ossessiva che giunge a bloccare la mente e può far nascere nel soggetto il desiderio di sparire o fuggire. Il gruppo di psicologi olandesi che ha condotto la ricerca ha sottoposto a una serie di test un campione di studenti maschi eterosessuali. A tutti è stato chiesto per esempio di ricordare una successione di lettere dell'alfabeto. Quindi ciascuno degli studenti ha trascorso sette minuti in compagnia di una donna attraente. Poi il test è stato ripetuto. La seconda volta, tutti gli studenti hanno ottenuto risultati
decisamente peggiori della prima. Gli studiosi ritengono che la ragione di simili reazioni sia legata al fatto che quando gli uomini incontrano una donna piacente, tendono ad usare istintivamente gran parte delle loro funzioni cerebrali, ossia delle risorse cognitive, per fare buona impressione e per far colpo: nel cervello rimangono dunque scarse risorse per altre funzioni. I risultati riflettono il fatto che gli uomini sono programmati dall'evoluzione per pensare a come trasmettere i propri geni. La ricerca suggerisce, inoltre, che le donne non perdono la testa allo stesso modo quando incontrano un uomo bello e affascinante. Davanti alla bellezza le donne sembrano usare il cervello diversamente. Invitati a esprimersi su un'immagine comunemente considerata bella i due generi reagiscono in modo diverso: il cervello maschile mostra reazioni solo nell'emisfero destro; quello femminile coinvolge anche il sinistro. Le strategie cognitive delle donne sono da sempre più centrate nell’emisfero sinistro, che riguarda la tendenza a verbalizzare tutto più spesso. Può essere interessante sapere che sebbene il cervello possieda una struttura simmetrica, con due emisferi dotati di aree motorie e sensoriali corrispondenti, alcune funzioni intellettive sono limitate ad un solo emisfero. Dr.ssa Sara Eba Di Vaio Psicologa – Psicoterapeuta Sessuologa Clinica
Nota a noi Europei come l’Artiglio del Diavolo, fu introdotta per la prima volta in Europa nel 1953. Come si vede nella foto, è facile capire il perché di questo nome particolare, la sua radice assume proprio l’aspetto di artigli nascosti sotto terra, e quindi “del Diavolo”. Alle popolazioni africane i suoi effetti sono noti da secoli; le sue radici erano utilizzate da boscimani, ottentotti e bantu per curare le ferite e lenire i dolori articolari. Gli venivano inoltre attribuite proprietà digestive e terapeutiche per problemi gastrointestinali. In Europa tali qualità iniziarono a essere studiate solo nei primi del Novecento; fu dapprima usato come amaro tonico nei casi di indigestione e solo successivamente confermate le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche. Quelle antinfiammatorie sono dovute alla presenza di un principio attivo chiamato Arpagosite. Grazie all’azione antinfiammatoria, l’arpagoside trova impiego in tutte le affezioni di natura flogistica come mal di denti, raffreddore, mal di schiena, mal di testa, dolori cervicali. Ma la peculiarità della pianta risiede nel fatto che alla funzione antiflogistica si addiziona quella protettrice della cartilagine, altrettanto importante. Il fitocomplesso di Harpagophytum procumbens è oggi utilizzato nel trattamento sintomatico di patologie quali: Artrite reumatoide e Osteoartrite, Artrosi e altre malattie reumatiche, Malattie infiammatorie. Il potere antinfiammatorio
PH F. D’AMBROSIO
viene esplicato anche a livello topico, grazie a una elevata diffusione a livello transcutaneo, come recentemente mostrato da uno studio ex vivo di epidermide di porcellino, utilizzando un sistema di diffusione cellulare noto come cella di Franz. Si è visto che l’estratto di Artiglio inibisce la sintesi della prostaglandina E2 e dell’Ossido nitrico inibendo l’aumento della COX2 stimolato dal lipopolisaccaride e l’espressione del RNA messaggero (mRNA) specifico per il gene inducibile Ossido Nitrico Sintetasi (iNOS). Questi risultati indicano che l’Artiglio possiede un’azione antiflogistica che si esplica mediante la soppressione della COX2 e l’espressione della iNOS. Scusandomi per le “parolacce”, in sintesi: CALMA IL DOLORE. Una analisi accurata degli studi fatti nell’uomo (settembre 2004) ha valutato l’efficacia e la tollerabilità dell’Arpagofito nel
paziente artroreumatico. Sono stati considerati solo gli studi clinici fatti con metodica assolutamente rigorosa, quindi validi e attendibili e ne sono stati selezionandone 12 in totale. Di questi, 6 riguardavano pazienti con osteoartrite, 4 pazienti con lombalgia recidivante e 3 pazienti con dolori osteoarticolari migranti. La letteratura indica che la minima dose giornaliera efficace di arpagoside dovrebbe essere di 30 mg, con effetti ottimali intorno ai 60 mg al giorno per pazienti con dolori cronici, mentre la dose minima efficace nel dolore acuto è di 100 mg al giorno. Utilizzare quindi prodotti a base di Artiglio, ci permette di migliorare quei doloretti articolari che mio padre chiamava “amici”, tanto non ci abbandoneranno mai. Concludo dicendo: “Ringraziamo Dio che ha permesso al Diavolo di avere gli artigli, basta che però si porti via i dolori e non l’Anima”.
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HI-TECH
NOVEMBRE 2016
Dirette Facebook ora programmabili I live streaming potranno essere pianificati anche una settimana prima, ma soltanto per le pagine verificate
NELLA FOTO STEVE JOBS
Dopo iPod, tutta un’altra musica
Sono passati quindici anni dal giorno in cui Apple presentò al mondo il rivoluzionario dispositivo
Cristiana Orecchini
Nell'ottobre del 2001 fu lanciato con lo slogan “Mille canzoni in tasca” e soltanto otto mesi prima Steve Jobs comunicò al mondo la nascita di iTunes, un negozio musicale online. Questi due prodotti Apple hanno completamente rivoluzionato il modo di ascoltare musica, prima c'era il lettore cd portatile e gli mp3, preceduto dal “mangiacassette” Walkman degli anni 80. Con l'iPod tutto ciò che era stato prima, svanì nel nulla. Quel piccolo dispositivo leggero ed elegante segnò il passaggio dall'analogico al digitale, e la capienza aumentò in modo vertiginoso: la prima generazione vantava 5 GB cioè spazio per 1200 canzoni circa, contro le 15 che poteva contenere un lettore cd. Inoltre l'estrema
semplicità d'uso attraverso il movimento del pollice che, scorrendo sulla ghiera meccanica circolare, permetteva di visualizzare il menù e di scegliere i brani preferiti. E cosa dire del suono perfetto negli auricolari che riusciva ad isolare quasi completamente dal mondo circostante, facendo apprezzare appieno la musica come mai prima di quel momento. Questo storico iPod è stato seguito da una seconda versione nel 2002, con una capacità maggiorata fino a 20 GB, la ghiera è fissa e sensibile al tatto; la terza e quarta generazione non avranno sostanziali modifiche, mentre la quinta, nell'ottobre 2005, sarà dotata di un display più grande con una miglior risoluzione e funzionalità video, e un'estensione di memoria fino a 60 GB; la ver-
PH FREESTOCK
FACEBOOK LIVE Cristiana Orecchini
sione 5.5 arriverà a 80 GB. La sesta generazione, il “Classic”, farà il suo ingresso nel 2007, con un corpo ancora più sottile dei precedenti modelli, il frontale in alluminio, e il display a LED. È nel 2008 che Jobs presenta un modello che spazzerà dalla scena i predecessori: un 120 GB nei colori nero o argento e con la funzionalità Genius per la creazioni di playlist. Nei successivi quattro anni l'iPod Classic non subirà variazioni particolari, uscendo definitivamente di scena nel 2014.
A quanto pare il live streaming di Facebook sta ottenendo un grande successo tra gli utenti della piattaforma sociale. Le cosiddette “dirette”, a poco tempo dal lancio della nuova funzione sono sempre più utilizzate, non soltanto in maniera goliardica tra amici ma anche e soprattutto dai media e dagli editori. Infatti il live streaming si rivela utilissimo proprio per mandare in onda gli accadimenti e gli eventi in tempo reale, direttamente attraverso le pagine ufficiali, rendendo l'interazione con i seguaci molto più interessante e coinvolgente.
L'interruzione della produzione da parte di Apple fu giustificata da Tim Cook, attuale amministratore delegato dell'azienda di Cupertino, con un numero troppo ridotto di acquirenti rispetto all'enorme lavoro ingegneristico che comportava.
L'unica pecca che era stata riscontrata e segnalata al social network era quella di non poter programmare in anticipo le dirette avvisando in tempo ragionevole gli utenti, ma soltanto una notifica contestuale all'inizio della trasmissione.
È per questo motivo che Facebook ha provveduto in modo che le pagine verificate (sono quelle controllate da un sistema che ne accerta l'identità, attribuendo alla pagina uno speciale bollino) possano godere della possibilità di pianificare una specie di palinsesto attraverso il quale avvisare i propri iscritti, anche con una settimana di anticipo. In prossimità dell'evento si potrà ricevere uno speciale alert promemoria. Inoltre il nuovo aggiornamento applicativo prevede un “pre live”, uno spazio interattivo dove gli utenti possono discutere sui temi della diretta annunciata. Gli amministratori delle pagine potranno configurare l'opzione di programmazione attraverso le Facebook Live API (Application Programming Interface). Questa nuova funzione, disponibile dal 20 ottobre scorso, non è però al momento concessa alle “persone verificate” ma esclusivamente alle pagine, che al momento riguardano: celebrità, giornalisti, politici, marchi e aziende popolari.
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OROSCOPO E ANNUNCI
Astaroth
NOVEMBRE 2016
TRASPASOS BY ITALO LLORENS
Si vende bar ristorante in angolo con licenza definitiva in piena attività con capacità di 35 persone e permesso di terrazza fino a 12 tavoli. Aperto da 8 anni ottima clientela e interessantissimi ricavi e ottima posizione.
Ariete
Periodo molto giocoso; questo non vuol dire che non dovrete lavorare, ma di ricavare più spazio per momenti di divertimento, che vi aiuteranno a trovare soluzioni a vecchi problemi. Affetti stabili e salute decisamente buona. Non mancheranno le soddisfazioni e qualche colpo di fortuna.
Traspaso 42.000€ Affitto 1060€
Toro
Il tema di fondo è quello di tirare un po’ i remi in barca e fare il punto della situazione, per prepararvi alla chiusura dell’anno. Un po’ di maretta sul lavoro e nelle relazioni professionali, dove potreste ritrovarvi a mal tollerare chi vuole imporsi. Amore e salute non vi creeranno grossi problemi.
Gemelli
Concentratevi sulle persone con le quali lavorate. Gli sbalzi di umore vi penalizzano, le relazioni affettive sono a picco. Non riuscite a distinguere a quali cose prestare attenzione e quali lasciar perdere. Prendetevi una pausa, ma ricordate che per avere... bisogna prima dare.
15
RUZAFA
Si traspasa posto nel mercato di Ruzafa per la vendita di alimenti fresci, formaggeria molto bene avviata. Traspaso 15.000€
Cancro
I problemi ci saranno, ma avrai anche la grinta per risolverli e per affrontarli al meglio. Sarai molto passionale, sexy e attraente. Equivoci, tensioni, ritardi vissuti forse con troppa ansia da parte tua. Grinta, forma fisica e tono saranno abbastanza buoni.te nel bere e nel mangiare.
NEU CAMPANAR
Salone di PELUQUERIA y ESTE – TICA, ottimi complementi e finiture di livello, ampli spazi di lavoro, 2 gabinetti di estetica di cui uno con doccia idromassaggio
Leone
Potreste trovarvi a presentare la vostra opinione e i vostri progetti agli altri e scoprire che hanno un peso maggiore di quanto pensavate. Controllate di avere sufficienti consensi e non cercate di imporli. Anche in amore vivrete una stagione felice, a patto di non strafare.
Traspaso 15.000€ Affitto 600€
Vergine
Il lavoro e le relazioni vi costringeranno a stamparvi un sorriso sulla faccia. Non fate capire che vorreste essere ovunque tranne che in occasioni di vita sociale. Rifugiarvi negli affetti, specie quelli di lungo corso. Se state bene con voi stessi, anche la salute avrà i suoi vantaggi.
Bilancia
Poco tempo e tolleranza da parte vostra per le frivolezze e i rapporti superficiali. Nuove conoscenze in arrivo, ma solo se saranno in grado di espandere i vostri orizzonti. Purtroppo non sarà possibile prendervi tutto il tempo che vorreste, i veri affetti hanno bisogno di tempo.
MONTEOLIVETE
Licenzia di BAR-GELATERIA, 240mq., aperta da 35 anni, 2 terrazze di cui una in giardino privato, incassi importantissimi dimostrabili, 20kg di caffè settimanali. Traspaso 140.000€ Affitto 2.500€
Scorpione
Sarete assorbiti a pensare alla carriera e al business. Il lavoro potrebbe richiedere di comunicare più spesso del solito con fornitori o clienti e non vi mancherà la possibilità di centrare l’obbiettivo. Attenti però a non farlo a scapito degli affetti. Questi devono essere in cima ai vostri pensieri.
Sagittario
Sul fronte delle partnership il momento è propizio per rinsaldare quelle esistenti, ma anche per crearne di nuove. La vostre capacità diplomatiche sono un’eccellente biglietto da visita. Momento felice nei contatti e delle relazioni, a sancire quelle opportunità che finora vi sono state negate.
Capricorno
Il consiglio è provare a esplorare nuovi contatti e collaborazioni, anche di poche settimane, per portare nuove idee. Ricordate che a volte è l’amicizia il posto giusto per incontrare l’amore. Dedicatevi a discipline che armonizzino corpo e mente, terapie che vi riserveranno gradite sorprese.
Acquario
La chiave di questo mese saranno le relazioni. Vi riuscirà più facile comunicare con le persone che conoscete da tempo e in contesti in cui siete alla pari. Vi scoprirete insolitamente desiderosi di consolidare, esprimere i sentimenti in maniera aperta e lineare. Evitate il fumo.
Pesci
Non è il momento per sogni e progetti. Cercate di ritagliarvi spazi di espressione: hobby o sport, l’importante è esternare tutto quello che avete dentro. Venere vi farà sentire a vostro agio in presenza di una persona che può rappresentare un punto d’arrivo per la vita amorosa.
JUZGADO
In perfetto stato, pronto per lavorare, buona zona per lavoro di caffetteria e almuerzo. Zona juzgado davanti città della scienza. Affitto ora è 800 fino a marzo, poi 1000 ma si può parlare con il proprietario delle mura. Traspaso 35.000€ tratt. Affitto 800€
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