JAI DATT
BABAJI SRI SRI 1008 HAIRAKHAN WALE BABA
ONLY LOVE 5 5
L A T E
P O R T R A I T S
J. AMBA ED.
JAI DATT
BABAJI SRI SRI 1008 HAIRAKHAN WALE BABA
ONLY LOVE RITRATTI E POESIE/PORTRAITS AND POEMS
J. AMBA ED.
BABAJI ONLY LOVE Foto / Photos : Lisetta Carmi ed Autori vari, reinterpretate da Gianbarberis Lisetta Carmi and various Authors, rivisited by Gianbarberis Testi e poesie / Texts and poems : Jai Datt Gianbarberis Introduzione e testimonianze da “Teachings of Babaji“, © Haidakhandi Samaj, India Foreword and testimonies from “Teachings of Babaji“, © Haidakhandi Samaj, India Grafica / Graphics : Kalavati Maria Cristina Chiulli Traduzioni / Translations : Kalavati Maria Cristina Chiulli
1a edizione © Copyright 1993
J. AMBA Edizioni Edizione Digitale ebook © Copyright 2011
ISBN 978-88-86340-60-1 Strada Battaglini A 2 - 74015 Martina Franca TA - tel. 333 4681236
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BABAJI - HAIRAKHAN, GIUGNO / JUNE 1970
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BABAJI RIAPPARE NELLA GROTTA DI HAIRAKHAN La testimonianza di Chandramani Una notte nel giugno 1970, verso le tre, mio padre, morto da venticinque anni, mi apparve in sogno annunciandomi che Shri Shri 1008 Hairakhan Baba era ricomparso nella forma fisica di un giovane che stava nella grotta di Hairakhan. Mio padre mi esortava ad andare nella grotta per ricevere il darshan (incontrare il Signore nella Sua forma fisica) di Babaji, che era Baba Hairakhan al di là di ogni dubbio. Mi disse anche di ignorare le eventuali critiche di altre persone, chiunque queste fossero, e di non lasciarLo mai. Mi alzai, e andai alla grotta che mi era stata indicata nel sogno; mentre camminavo mi accorsi che erano solo le quattro del mattino. Nella grotta trovai un venerabile vecchio che stava seduto alla luce di una piccola lampada ad olio; aveva una lunga barba bianca, ed era coperto con una stoffa bianca. Quando mi vide disse: “Figlio mio, devi tornare subito a casa, e venire qui solo fra tre giorni.” Andai a casa, ma ritornai immediatamente alla grotta con una coppa di latte. Entrando nella grotta fui sorpreso di vedere che, al posto del venerabile vecchio, c’era un giovane, seduto allo stesso posto, coi capelli lunghi, una lunga barba e grandi baffi: sembrava avere solo venti o ventidue anni. Bevve un pò del latte che avevo portato, e mi chiese di non dire a nessuno quello che avevo visto. Mi recai nella grotta i due giorni seguenti, ma non Lo vidi. Il terzo giorno Lo incontrai nel tempio situato dalla parte opposta del fiume, su una piccola altura. Egli abitò vicino a questo tempio, e poi andò sul monte Kailash, dove rimase seduto nella stessa asana-yoga (posizione di meditazione) per quarantacinque giorni di seguito. Rimasi con Lui tutto quel tempo e non Lo vidi mai alzarsi per prendere qualcosa, e neanche per lavarsi; Egli rimase sempre 5
seduto nello stesso posto, assolutamente immobile, dimostrando una assoluta padronanza dello yoga. Quando finalmente uscì dalla meditazione, Gli chiesi come avrebbe fatto il bagno, perché non c’era acqua da nessuna parte. Mi rispose: “Ordino al vento di portarMi l’acqua, e così Mi lavo.” Notai allora che i Suoi adorabili lunghi capelli erano inzuppati d’acqua, e che il Suo corpo divino era completamente bagnato. Una mattina, verso le tre, avevo una sete terribile: lo dissi a Prabhuji (il Signore) ed Egli mi rispose che non c’era acqua per circa due miglia tutt’intorno, e che non era possibile avere acqua a quell’ora. La sete era tale che mi misi persino a piangere; quasi Lo sfidai, dicendo che poiché Egli era l’incarnazione divina del Signore, poteva sicuramente produrre dell’acqua. In seguito alla mia insistenza, Egli mi prese amorevolmente per mano, e mi condusse verso lo Shivalingam (pietra naturale, simbolo del Principio Maschile della creazione) situato lì vicino. Avevamo appena fatto due passi, quando due fiotti, uno d’acqua e uno di latte, incominciarono a scorrere dai due lati del lingam. Il flusso dell’acqua era tale, che sia il Signore che io potemmo bagnarci confortevolmente. Da allora non ho mai più visto scorrere acqua o latte da quel lingam. Quando chiesi a Babaji riguardo a questo fatto, Egli mi disse: “Quel giorno tu eri così assetato che Dio non potè fare altro che produrre acqua, ma questo non succederà mai più qui.” Un giorno mentre ero di nuovo con Lui sul monte Kailash, il Signore mi disse: “Chandramani, oggi verrà qui un leone: non avere paura.” Aveva appena finito di parlare, quando apparve improvvisamente un leone che si avvicinò come un cane si avvicina al padrone, scodinzolando e poi piegando tutte le zampe come per prostrarsi ai Suoi piedi. Poi il Signore schioccò le dita, e il leone scomparve all’improvviso, così come era venuto. Ebbi l’occasione di vedere altre due volte questo leone alla grotta, e ogni volta si comportava nello stesso modo: sembrava un cagnolino domestico. Un altro giorno il mio Signore disse, con lo stesso tono della volta precedente: “Verrà un grande cobra. Non avere paura.” 6
Mi avvicinai a Lui il più possibile e, appena ebbe finito di parlare, un enorme cobra lungo sei piedi, di un colore chiaro, dorato, si avvicinò strisciando e si arrotolò attorno al Suo corpo, allargando la sua testa dorata sopra la testa di Babaji, dove rimase così eretto per venti o venticinque minuti. Poi scivolò giù, e se ne andò passando sulle mie ginocchia. Dopo essere rimasto seduto per quarantacinque giorni sul monte Kailash, Babaji si alzò e mi disse: ”Non voglio più andare ad Hairakhan. Ora vado verso l’Himalaya.” Cominciai a supplicarLo: “Se mi lasci, allora perché mi hai chiamato? Non Ti lascerò andare.” Babaji cercò di spiegarmi usando parole dolci ma ferme, ma non Gli prestavo attenzione, convinto che il mio adorato Signore dovesse restare con me. Allora Babaji cominciò a scendere dalla montagna in direzione di Hairakhan. Là giunti trovammo riunite molte persone per un grande bhandara (grande pranzo offerto a chiunque si presenti). In quell’occasione Babaji mi chiese di preparare ogni giorno quattro libbre di prasad (cibo benedetto) da distribuire alla gente. Preparavo regolarmente il prasad nella quantità indicatami da Babaji, e straordinariamente era sempre sufficiente, che ci fossero 10 o 100 persone: non era mai troppo, né troppo poco. Rimasi, dopo essere tornati dal Kailash, altri tre mesi con Babaji senza mai tornare a casa. I primi giorni dormivo nella grotta, vicino a Lui: dividevamo la stessa coperta, Babaji mi metteva a dormire come una madre fa col suo bambino. Durante i quarantacinque giorni passati sul monte Kailash e i tre mesi successivi nella grotta di Hairakhan, Babaji non ha mai mangiato né bevuto nulla, e così feci anch’io. Ogni volta che mi allontanavo dalla grotta e attraversavo il fiume Gotama Ganga, che scorre a qualche metro di distanza, sentivo una gran fame, ma appena riattraversavo l’acqua per tornare alla grotta, mi sentivo come se avessi mangiato un pasto completo. Quando Babaji si sedeva nella grotta a meditare, una luce molto intensa emanava dal tempio, situato a mezza costa sull’altro lato del fiume, e cadeva sul Signore. Diversi abitanti del villaggio 7
di Hairakhan, tutt’ora viventi, possono confermare questi fatti. Dopo tre mesi tornai a casa, anche perché la mia famiglia cominciava a lamentarsi che ero diventato uno yogi. Fra le altre cose, raccontai a mia madre questo fatto, per chiedere a lei conferma... La prima volta che avevo incontrato Babaji nella grotta, Egli si era rivolto a me chiamandomi per nome. Con sorpresa Gli avevo chiesto come potesse conoscere il mio nome. “Chandramani, tuo padre è stato un Mio grande devoto, ma in quel periodo tu non eri ancora nato...” Babaji descrisse poi come era la mia casa, il tipo di raccolto e quali erano gli alberi che stavano nel campo di mio padre al tempo in cui era ancora vivo. Mia madre confermò ogni cosa, fin nel più piccolo dettaglio. È ancora viva oggi, e può testimoniare la verità di questo fatto in qualsiasi momento. In seguito rimasi spesso vicino a Babaji. Una volta Lo accompagnai al monte Siddheshwar, a tre miglia circa da Hairakhan. Passammo la notte sulla montagna: Babaji si sedette in meditazione e io rimasi accanto a Lui. Durante il Suo stato di samadhi (stato di supercoscienza) una bellissima luce divina emanò dal Suo corpo, meravigliandomi profondamente. Nel dicembre 1970, durante le fredde notti invernali, Babaji era solito fare il bagno nel fiume alle quattro del mattino e rimanere nell’acqua per un’ora. Quando mi sedevo vicino a Lui sul bordo del fiume vedevo sempre un raggio di luce divina sull’acqua. Nel gennaio 1971, Shri Sher Singh, guardia forestale di professione, organizzò un’intera notte di canti e recitazione del Ramayana (antico poema che canta le gesta del Signore Rama). Si radunarono circa 700 persone. Quella notte piovve intensamente, ma, con meraviglia di tutti, non una sola persona patì il freddo o il disagio, e neanche il fuoco sacro venne spento dalla pioggia: tutto questo fu possibile per la presenza di un potere divino. Mi fu dato l’incarico di costruire la hall vicino al tempio. Una mattina lasciai la casa verso mezzogiorno, mentre ero via mia moglie fu colpita da un acuto dolore addominale che divenne così intenso da pensare di non poter più sopravvivere. Mandò comunque nostro figlio a chiamarmi dal lavoro. Non appena il 8
ragazzo uscì di casa Babaji entrò, camminò nella stanza, sentì il polso di mia moglie, e strofinò la vibhuti (cenere del fuoco sacro) su di lei, che guarì quasi istantaneamente. Quando alla sera feci ritorno a casa mi narrò tutto l’accaduto, ma non riuscivo a crederle poiché in quel preciso momento Babaji era con me. Inoltre la mia casa era a considerevole distanza dall’ashram, e pensai che non era possibile per Baba andare e tornare senza che io lo sapessi. Infatti questo avvenimento causò un piccolo litigio in famiglia. Il giorno dopo, di mattina presto, recandomi da Prabhuji per renderGli omaggio, Egli mi chiamò e mi chiese: “Sta bene ora tua moglie? Perché hai litigato con lei? Ho veramente visitato la tua casa.” Fui ridotto al silenzio totale. Amici miei, non posso dire chi sia più caro al Signore. Tutto quello che so è che per la grazia infinita del mio Signore sono stato così fortunato da essere con Lui in questa spoglia mortale fin dai primi tempi della Sua ricomparsa, e mi è stato concesso il Suo infinito Amore. Prego soltanto di non essere mai separato da Lui e che mi sia concesso il Suo sconfinato Amore e infinita compassione per sempre. Chandramani, Hairakhan P.O. Okhaldunga, Nainital, U.P., India. 20 Settembre 1971, da un articolo del giornale Sundesh Sagar di Haldwani, Nainital, Uttar Pradesh, India.
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INTRODUZIONE da “Teachings of Babaji”, Hairakhandi Samaj, India Nelle colline del Kumaon ai piedi dell’Himalaya in India, il luogo di nascita o la dimora di molti grandi santi del passato e del presente, lì ha vissuto Shri Hairakhan Wale Baba. A coloro che chiedevano chi fosse, Hairakhan Baba a volte rispondeva che Lui è Shiva Mahavatar Babaji, noto a centinaia di migliaia di persone nel mondo attraverso l’Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda. Un Mahavatar è una manifestazione umana di Dio, non nato da donna. Shri Babaji (Shri è un titolo di rispetto; Baba è un termine usato per un rinunciante, o un santo o un santo Padre) è apparso nel Giugno 1970 in una grotta sacra da migliaia di anni, ai piedi del Monte Kailash nel Kumaon, sulle rive del fiume Gotama Ganga di fronte ad un remoto villaggio chiamato Hairakhan, nel Distretto di Nainital dello Stato dell’Uttar Anchal. Egli non aveva genitori o famiglia noti, ma apparve come un giovane di diciotto anni circa, eppure mostrò grande saggezza e poteri divini fin dall’inizio. Ad alcuni abitanti del villaggio di Hairakhan si manifestò come un uomo vecchio con una lunga barba bianca; ad altri come un giovane; altri come un bel ragazzo. Due uomini Gli hanno parlato contemporaneamente, uno ha visto un uomo vecchio con la barba, l’altro ha visto un giovane senza barba. Egli veniva visto in posti diversi nello stesso tempo. Conosceva le Scritture e poteva citarle sia in Sanscrito che in Hindi, eppure non c’è nessuna prova che abbia ricevuto un’istruzione. Babaji restò in digiuno pressoché completo per mesi, in totale due o tre anni, eppure la Sua energia era senza limiti. Verso la fine del Settembre 1970, camminò fino alla cima del Monte Kailash con pochi devoti. Seduto in posizione yoga nel piccolo, vecchio tempio che è lì, stette per quarantacinque giorni senza lasciare la Sua postura, meditando per la maggior parte del tempo, qualche volta par10
lando, preparando e benedicendo frutta e verdura da dare agli altri, e cominciando ad insegnare il messaggio che ha portato al mondo. Centinaia di persone vennero in Ottobre per celebrare la festa religiosa di nove giorni del Novaratri con Lui sulla cima del Monte Kailash. La Sua venuta è stata predetta sia nelle antiche scritture che nelle parole e nelle profezie di un santo Indiano del ventesimo secolo: Mahendra Baba, o Mahendra Maharaj. Da bambino, Mahendra Baba fu curato da una visione di Babaji e della Madre Divina; poi, nel giorno di uno dei suoi successivi compleanni, egli vide di nuovo Babaji, che gli regalò dei dolci. Da ragazzo, appena finite le scuole superiori, Mahendra Baba incontrò Babaji, in una delle Sue precedenti forme umane; Babaji gli insegnò la conoscenza yogica per sei giorni e sei notti. Quando Babaji lo lasciò, Mahendra Baba non sapeva Chi fosse, nè dove ritrovarLo. Dopo aver preso la laurea in filosofia, Mahendra Baba rinunciò al mondo, e andò in cerca di questo Guru, camminando a piedi attraverso l’Himalaya in India, Nepal, Tibet e Cina. In seguito passò degli anni nei templi degli Stati Indiani del Gujarat e dell’Uttar Pradesh, e si creò la reputazione di santo. Solo dopo venti anni o più di ricerca e di attesa egli fu guidato ancora verso le colline del Kumaon, dove Babaji gli apparve di nuovo, in una stanza chiusa in un remoto ashram in montagna. Dopo questa apparizione di Babaji nel Suo corpo fisico Mahendra Baba, secondo le istruzioni di Babaji stesso, cominciò la missione di preparare il ritorno nel mondo di Babaji in forma umana. Per molti anni egli girò per l’India predicando che Babaji sarebbe tornato per trasformare il mondo cambiando i cuori e le menti degli uomini. Egli descrisse l’aspetto di Babaji, comprese le ferite sulla gamba destra e sul braccio sinistro; egli disse che Babaji sarebbe venuto nel 1970. Mahendra Baba restaurò vecchi ashram e templi, ne costruì di nuovi, e preparò il canto di adorazione, l'Aarati, ora usato dai devoti di Shri Babaji. Shri Vishnu Datt Shastriji, famoso studioso di Alwar (Rajastan), discepolo di Mahendra Maharaj, con la sua benedizione acquistò un oceano di conoscenza. Egli scrisse un libro su 11
Babaji intitolato “Sada Shiva Charitamrit”, che fu ispirato dalla Madre Divina. In questo libro Shastriji descrisse l’ashram di Hairakhan senza averlo mai visto; dieci anni dopo, quando vi si recò, fu sorpreso nel vedere che ogni cosa era perfettamente reale. Shastriji ha scritto anche molti altri libri, e alcuni studenti hanno redatto la tesi di laurea studiando i suoi testi. Shastriji è l’officiante di tutti gli yagya (antiche cerimonie vediche di offerta al fuoco sacro) e delle funzioni sacre che Babaji compiva. Egli è il Saggio: quando Babaji teneva dei discorsi, lui era la Sua voce. Ha seguito Babaji come un’ombra durante gli anni della Sua manifestazione fisica: come lui stesso si è definito, è “l’eterno bambino di Babaji”. Mahendra Maharaj diceva ai suoi seguaci che Shri Babaji è stato una manifestazione di Dio fin dai primi tempi in cui l’uomo imparò la religione. Babaji ha insegnato a guru ed altri insegnanti religiosi nella storia, sempre cercando di portare l’uomo verso Dio e verso valori spirituali. Attraverso le epoche Egli è apparso per insegnare, manifestandosi in un corpo già esistente in ogni Sua apparizione, piuttosto che venire al mondo attraverso una nascita umana. Yogananda scrisse della sua esperienza e di quella di altre persone con questo Babaji immortale nel diciannovesimo e nei primi del ventesimo secolo. Ci sono libri scritti in Hindi sulle precedenti manifestazioni di Hairakhan Baba, che rimase in India dal 1800 circa al 1922. Intorno all’anno 1800 Egli apparve agli abitanti dei villaggi vicino ad Hairakhan uscendo da una sfera di luce, e nel 1922, davanti ad un gruppetto di seguaci, scomparve in una sfera di luce. Ci sono molti miracoli registrati, come curare la gente, restituire morti alla vita, nutrire moltitudini con piccole quantità di cibo, cambiare la Sua forma, essere in due o più posti contemporaneamente, nutrire il fuoco sacro con acqua quando il ghee (burro chiarificato) non era disponibile. Ma soprattutto, la gente era attratta da Lui perché Lo sperimentava come un Essere divino, saggio, pieno d’amore, molto al di sopra del livello umano. Vennero a Lui abitanti dei villaggi di montagna (istruiti o analfabeti), occidentali, burocrati e soldati inglesi, l’intellighentia 12
indiana, ricchi e poveri, gente di tutte le religioni. Ci sono ancora persone ad Hairakhan e dovunque in India che ricordano il “Vecchio Hairakhan Baba” e che hanno sperimentato questa attuale manifestazione come lo stesso Essere. Ci sono prove di manifestazioni ancora precedenti. Dei monaci Tibetani, venuti da Shri Babaji nel 1972, Lo riconobbero come “Lama Baba” che aveva vissuto in Tibet circa 500 anni prima. Ci sono racconti della Sua apparizione in Nepal, come pure in India e in Tibet. In due o tre occasioni, Babaji disse che Lui era stato uno degli insegnanti di Gesù Cristo. La maggior parte dei seguaci di Shri Babaji Lo sperimenta e Lo adora come una manifestazione di Dio vera e senza età. I grandi e piccoli miracoli che fa quotidianamente nelle vite dei Suoi seguaci, il Suo leggere e rispondere ai loro pensieri prima che vengano espressi, le Sue cure, la Sua guida, i Suoi insegnamenti, sono ad un livello che va oltre perfino la più avanzata abilità umana. I miracoli esteriori e drammatici sono rari: la maggior parte dei Suoi miracoli avviene nelle menti, nei cuori e nelle vite dei Suoi devoti - miracoli di comprensione, guida, insegnamento e sostegno quando, come e dove fosse necessario. Shri Babaji ha detto che l’umanità è in grave pericolo durante il periodo del Kali Yuga - l’Era del materialismo e del declino della vita spirituale. Egli ha predetto distruzioni diffuse e cambiamenti e morte in questo decennio. Egli ha detto che coloro che veramente adorano Dio (in qualsiasi modo l’uomo Lo conosca) e che ripetono il Suo Nome e vivono in armonia con l’Universo saranno salvi, e che si formerà una nuova società umanitaria di persone che saranno focalizzate su Dio. Per focalizzare le menti su Dio, Babaji ha insegnato alla gente a ripetere l’antico mantra OM NAMAH SHIVAY. È un mantra (parola o frase di grande potere spirituale) Sanscrito completo, fortissimo che ha diversi significati, tra cui “Io prendo rifugio in Dio-Io mi arrendo a Dio”. La ripetizione di OM NAMAH SHIVAY è una via verso l’unità con il Dio Supremo (il Nome di Dio usato in questo mantra è il Signore Shiva, una concezione Hindu dell’unico Dio Supremo. Questo mantra è stato usato per millenni ed 13
insegnato da santi e guru in India e in Occidente). La costante ripetizione di un mantra (la ripetizione si chiama japa) focalizza la mente su Dio, apre la propria mente e il proprio cuore a Dio, e ferma o riduce la tendenza innata della mente a pianificare, preoccuparsi costantemente, sognare ad occhi aperti o altrimenti perdere energia in attività realmente inutili. Lo scopo principale della venuta di Shri Babaji in una manifestazione umana in questo momento è quello di riformare i cuori e le menti degli uomini. Egli è venuto per rimuovere la confusione ed il male dall’umanità. Babaji una volta disse: “La mente può essere purificata solo dalla japa. Questa è l’unica medicina per le malattie della mente. Se la vostra mente e il vostro cuore sono impuri, come può Dio abitare nel vostro cuore? L’acqua per pulire il vostro cuore è il Nome di Dio. Perciò insegnate a tutti a ripetere il Nome di Dio dovunque.” La mente che generalmente è focalizzata sul Nome di Dio risponde, quando sorge la necessità, spontaneamente nell’adempiere le sue funzioni velocemente, facilmente e bene. Babaji ha enfatizzato OM NAMAH SHIVAY, ma in alcune occasioni ha dato anche altri mantra. L’essenza delle Sue istruzioni è: “Ripetete il Nome di Dio”. Shri Babaji disse che quando la grande distruzione arriverà nel mondo, quelli che sinceramente credono ed adorano Dio e specialmente coloro che ripetono il Suo Nome, saranno salvati dal potere del mantra. “I Nomi di Dio sono più potenti di mille bombe atomiche e all’idrogeno.” Sebbene Babaji vivesse in una cultura Hindu e fosse adorato quotidianamente con rituali Hindu, Egli non era attaccato ad alcuna religione particolare. Egli affermava che tutte le religioni possono portare il sincero devoto a Dio. Ad Hairakhan, Shri Babaji è adorato da Hindu, Cristiani, Buddisti, Ebrei, Sikhs, Musulmani - perfino atei si sono ritrovati ad inchinarsi a Lui. Egli spesso ricordava ai Suoi seguaci che tutta l’umanità è una famiglia - la Famiglia di Dio. A quelli che chiedevano della religione, Egli rispondeva: “Seguite la religione che avete nel cuore.” Comunque Egli disse molte volte che era venuto a ristabilire i principi del Sanatan Dharma, la Religione Eterna, che è senza età e 14
in cui tutte le religioni affondano le loro radici. Anche prima della Sua riapparizione nel 1970, Babaji insegnò a Mahendra Maharaj a predicare che tutti i devoti di Dio dovrebbero vivere una vita basata sui principi di Verità, Semplicità, e Amore. Questa, Egli disse, è l’essenza di tutte le religioni. È molto difficile nutrire odio, rancore, rabbia, lussuria, gelosia ed egoismo e la violenza che tutto questo genera quando una persona cerca davvero di vivere in verità, semplicità, e amore con tutti. A quelli che andavano ad incontrarLo Egli diceva e ripeteva che il Karma Yoga - il lavoro disinteressato - dedicato a Dio è il migliore, il più semplice, il più remunerativo e rapido modo di arrivare a Dio in questa caotica, confusa era di cambiamento. Nel Suo ashram ad Hairakhan il lavoro al mattino e al pomeriggio è una parte vitale del programma della giornata. C’è il tempo della meditazione la mattina presto, dopo il bagno al fiume, ma Babaji insisteva sull’importanza di parecchie ore di karma yoga ogni giorno, e in queste ore bisogna lavorare con la costante ripetizione del mantra. “Seguire e dimostrare la via di Verità, Semplicità e Amore è il supremo dovere dell’uomo e lo Yoga più alto. Il lavoro diligente è una qualità di questa Via, perché la pigrizia è la morte sulla terra. Solo con il lavoro l’uomo può cantare vittoria sul karma (la legge universale di causa ed effetto). Tutti devono sforzarsi di compiere il proprio dovere nel miglior modo possibile e non evitarlo. Il servizio all’umanità è il primo dovere. Durante questo periodo, la disumanità e la pigrizia sono aumentate, così è importante che lavoriate sodo e che non vi perdiate d’animo. Siate coraggiosi, siate industriosi: lavorate duro ed abbiate coraggio.” Sebbene Babaji abbia chiamato a Sé molti occidentali con sogni, visioni, opuscoli o semplicemente tramite racconti di amici su di Lui, Egli non ha mai cercato di stabilire un grande seguito personale. Il Suo piccolo ashram, su per la riva ventosa di un fiume quattro miglia lontano dalla fine della più vicina strada di campagna, non avrebbe potuto accogliere le migliaia di persone che sono arrivate da altri santi o guru. Ma, sebbene Egli non avesse dato una chiamata generale 15
perché la gente andasse a vederLo, Egli ha voluto che tutto il mondo ascoltasse il Suo messaggio. Shri Babaji non ha mai richiesto che la gente Lo vedesse o Lo adorasse come una manifestazione di Dio per andare da Lui ed esserne beneficiata. Egli stesso ha detto della Sua forma umana: “Questo corpo non è niente, esso è qui solo per servire la gente.” Shri Babaji ha lasciato il Suo corpo mortale il giorno di San Valentino - il 14 Febbraio 1984. Nei primi tempi della Sua missione Egli aveva detto a due o tre devoti che avrebbe lasciato il corpo nel 1984. Prima di manifestarsi, Egli disse a Mahendra Maharaj che sarebbe venuto per dare un messaggio all’umanità. È venuto, ha vissuto il Suo messaggio, ha predicato il Suo messaggio; il Suo messaggio è stato pubblicato, e, avendo completato la Sua missione, Se ne è andato. Ora Shri Babaji continua la Sua opera non solo dal mondo invisibile attraverso il cuore e la mente degli uomini, ma anche sul piano fisico attraverso la Presenza e l’infinito amore di Shri Muniraji Maharaj, che Egli stesso ha indicato quale guida spirituale e punto di riferimento soprattutto per gli occidentali quando era ancora nella Sua manifestazione fisica, insegnando a venerarLo come un’incarnazione divina. Una volta, commentando il fatto che Shri Muniraji era stato invitato a partecipare ad una conferenza spirituale in Austria alla quale avrebbe partecipato anche il Dalai Lama, Shri Babaji disse: “Muniraji può partecipare. Il Dalai Lama non è più grande di Muniraji. Muniraji è l’incarnazione di Guru Dattatreya*. Egli è uno Yogi e spiritualmente è molto, molto alto. Diffondete ovunque questo messaggio tra la gente. Presto si terrà un meeting mondiale qui. La data non è stata ancora fissata, ma verrà presto.” (Hairakhan, 19 Luglio 1983) Nell'Ottobre 2010, durante le celebrazioni del Novaratri all'ashram di Chiliyanaula, Shri Muniraji ha annunciato che Babaji è tornato in un corpo fisico per aiutare in quest'epoca di grande sconvolgimento. Egli ha chiesto a tutti di intensificare la pratica spirituale, sia per affrontare questi tempi difficili, che per poter incontrare Babaji in persona. 16
Lettera di raccomandazione dell'editore a un lettore attento In un’epoca di immagini che vanno oltre la parola scritta, in un tempo in cui la comunicazione visiva risulta immediatamente più efficace e le menti sono ormai avvezze a crescere attraverso occhi ed orecchi, chi volesse contribuire alla crescita e allo sviluppo della Coscienza Collettiva deve passare attraverso questi mezzi servendosi della loro forza, rigenerata nell'Onestà, nella Bellezza, nella Verità. Rivoluzione, per chi ha sempre lavorato nel campo dell'immagine per attrarre, convincere e vendere, oggi è offrire il proprio lavoro con amore riconquistato al servizio della Verità. E ad ognuno è affidato il compito duro di ritrovare questa Verità e questa Bellezza, e l'onestà di esprimerle. Credo che questo libro possa diventare un affare triplice: per me che lo pubblico proponendovi Verità e Bellezza, per voi che lo ricevete perché ne trarrete senz’altro il vostro utile, e per Lui che me lo permette, perché lo potrà usare, se vuole, come Suo strumento per raggiungere chi cerca, per inviare il Suo messaggio là dove deve arrivare. Il Divino si sveglia ogni mattina in noi e ogni sera si corica con noi, senza che mai Lo vediamo, Lo sentiamo, Gli parliamo un po': vive ogni nascita nuova nei cuori e nei corpi che nascono e in quelli che rinascono alla Vita, ma la nostra consapevolezza di Lui svanisce presto, e la legge del mondo, piano, quasi in sordina, ci separa dalla nostra Verità, dalla sorgente perfetta che ci ha scaturiti. Dio Lo strappiamo da noi, Lo separiamo dal nostro quotidiano, incapaci di sentirne l’Alito amoroso accanto a noi e di vederLo negli occhi di chi ci guarda ed in tutto ciò che è vita. Ciò che è la nostra Essenza e la nostra Verità e la nostra Vita la prendiamo e la gettiamo, la separiamo da noi stessi, entriamo nel Due e Lui diventa qualcosa di molto lontano, irraggiungibile, spesso noioso, una voce che ci richiama ed infastidisce la nostra libertà di far i cavoli nostri, da adorare la domenica coi nostri vestiti buoni e quando siamo nei guai. Stop. Perché a noi 17
conviene così. Ma ora i guai stanno arrivando, e Lo dobbiamo recuperare in noi al più presto, questo nostro Divino, se vogliamo uscirne integri. Questa Verità-Unità-Consapevolezza invece resta intatta per Chi scende sulla Terra per darsi completamente a noi. Questi Esseri conservano la Perfetta Identità con Sé stessi e la completa Consapevolezza della propria Essenza Divina, sono il Divino, come lo saremmo noi se non ci separassimo da Noi. Questi Fari illuminano l’umanità come lampi in epoche buie, quando la Legge della Grande Giustizia declina e la distruzione è alle porte. In tali epoche Essi, i Puri, si manifestano per ricordarci Chi siamo e dove andiamo, e portano Luce a quanti la cercano, dando un grande colpo in avanti al gregge dell’Umanità disperso in pigro, sollazzoso cammino senza mèta. Brucando qua e là, libera, ciascuna pecorella si mura in sé stessa, nel proprio sogno, nel proprio egoismo piccolo, si separa senza accorgersi dal gregge e segue, solitaria, cammini personali o grandi flussi di una massa che la plagia, la usa e la taglia dalla propria Fonte, dalla Forza, e la rende vulnerabile e persa. Il Pastore vero, che non può perdere neppure una delle Sue pecore, quando viene il Tempo scende e le rincorre una per una, ovunque si siano ficcate, e pian piano ricompone il gregge, dà loro Unità, consapevolezza, compattezza, direzione, forza e ne fa una Unità cosciente che riporta a Casa. Egli Si pone come Modello di una realtà che appartiene a tutti noi, e che tutti noi possiamo e dobbiamo raggiungere. Modella la propria apparizione nel mondo secondo i principi supremi del Dharma, la Legge Divina da sempre immutabile, e compie infinite opere meravigliose dentro i cuori e fuori, nel mondo. Usa della Grande Forza che Lo serve, mai per Sé, ma solo per aprire le coscienze, per svegliarci, per portarci alla porta del nostro Sé, della nostra vera Essenza, aperta la quale ci ritroviamo ancora Lui, rifatti Uno, riuniti, indifferenziato Oceano di Pace, Amore, Beatitudine e Gioia. Questo è il Suo Dovere. Per questo Lui scende, consapevole dello sforzo immenso che sa in partenza Gli costerà la vita. Una vita per la Vita. Jai Datt Gian Paolo Barberis 18
ANNUNCIAZIONE Lui, Babaji di Hairakhan, uno di questi giganti, mi ha cercato a lungo con Amore e mi ha trovato. Ferito, mi guarisce. Nel corpo, nella mente e nel cuore. Amici, ora io vi annuncio che il Divino è sceso in Terra, ha preso un corpo e Si è manifestato a molti, moltissimi, in quattordici anni di permanenza attiva e di Lavoro Cosmico sulla Terra. Tutti costoro che ha presi e salvati, migliaia e migliaia, ora possono, ora devono testimoniare. Ora è il Tempo. È il tempo del risveglio e chi Lo ha visto, chi sa, deve dire a chi ancora non sa. È un dovere. Babaji ha preso un corpo e ha lavorato in questo corpo per la trasformazione dell’umanità per quattordici anni. Ha creato una struttura sottile, invisibile, fortissima, più forte di tutte le strutture terrene. Ha creato piano piano in tutto il mondo una rete, un legame di coscienze in risveglio, che poco a poco si aprono e trasformano il cuore e la mente e poi l’ambiente circostante. Lavora sulle menti di quanti opereranno per il nuovo Giorno, e sulla Mente dell’Umanità intera, e piano piano ne accelera la pulizia, il controllo e la trasformazione. Dà tutto l’apporto di Forza ed Energia di cui essi abbisognano e li sostiene da dentro. Lavora in chi Lo conosce e in chi non Lo conosce: su tutta l‘umanità ad ogni livello. È l’Energia stessa della trasformazione: Shiva, il Padre-Madre Cosmico. Ha attirato fisicamente a Sé gente da tutto il mondo. Li ha guariti, rinnovati e resi strumenti felici, attenti e validi del Suo Grande Piano. Attori pronti al ciak del Suo Grande Film che ora comincia. Ha dato tutto a tutti e non ha mai tenuto nulla per Sé. Ha lasciato, come aveva da tempo annunciato, il Suo corpo fisico nell’84 e continua a guidare quanti Lo seguono da dentro il cuore e la mente, e fuori, nel corpo, attraverso Chi, da Lui segnato, ha raccolto il Suo peso e lo porta con immenso Amore e professionismo, Suo Strumento Perfetto. Predilige gli scartati dal mondo, quelli che non hanno sa19
puto o voluto accettarne le regole e che il mondo ha gettati. Li raccatta morenti ai bordi delle strade, i rifiuti del mondo, feriti, annientati, sanguinanti, e li cura, li ama, li riempie di doni e ne fa degli eroi, consapevoli, guariti, forti, disposti a darsi per la Missione del Passaggio. Aiuterà la Terra Madre a partorire una Nuova Umanità Una, e quella sarà il Corpo del Figlio Amore. Questo è l’Annuncio. E Lui sarà con noi nel Passaggio. Non dimentichiamolo mai. Le più belle forze di ogni tempo, incarnate o no, spalleggiano il Grande Progetto e lo aiutano in ogni campo. Non dimentichiamolo mai. Lo scopo del libro è trovarLo in un viaggio dentro il Suo Volto, è nutrire chi sa vedere ancora con giusto occhio, perché se vuole, creda e si unisca a quanti lavorano ormai da tempo, sempre pochi, alla grande Missione; perché chi non ha mai smesso di sperare in cuor suo, chi non è morto dentro malgrado tutto, in verità sappia che non ha aspettato invano. Sappia che Lui c’è, e Si sta prendendo cura davvero di ognuno di noi in un modo che non oseremmo mai sognarci, perché conoscendoSi, ci conosce tutti, uno a uno, e uno a uno ci ama e ci vuole Suoi, per sempre. Perché noi siamo Lui, e Lui è in ognuno di noi, nella parte più eccelsa e in quella più bassa. Lui è Terra e Cielo mai divisi. Lui è Madre e Padre e Figlio, Unità. Quando ce lo dicevano i preti al catechismo, noi ridevamo beffardi. Ora invece è giunto un tempo che non mi sarei mai immaginato venisse: un tempo grande, immenso, e cose grandi, immense stanno succedendo, qui davanti a noi, ora. Prima di una burrasca, il capitano accorto esce sopra coperta e dirige tutte le operazioni del caso personalmente per salvare la nave. Così Lui, il Padre, Si manifesta e opera ora per la salvezza di tutti noi, della Terra. E viene per portare in salvo, anche fisicamente intendo, quanti son Suoi, quanti vogliono esser Suoi, quanti da sempre Lo aspettano svegli. Nessuno vi vuol forzare a credere ciò che non volete o non sapete credere: a nulla servirebbe. Però, se mi seguirete senza prevenzioni, onestamente vuoti in questo nuovo viaggio dentro 20
il Suo Volto, con il cuore aperto e con la mente sgombra da preconcetti, forse riuscirete a ricevere ciò che questo Volto può e vi vuole comunicare, e capirete soprattutto ciò che è non detto. E ciò che il vostro cuore vuol dirvi. E dal vostro silenzio, dal vostro contemplare, udrete dentro di voi ciò che Lui con questo Volto silenzioso vuole dirvi e darvi. A ognuno differente, a ognuno personale Amore. Ciò che Lui attraverso questo libro vuole da voi, dal vostro profondo Voi, è che riscopriate la vostra parte più bella, quel tesoro forse sepolto dentro qualche muro, o gettato, scordato in qualche angolo perché non economicamente redditizio ora, in questo mondo, e sente la necessità di comunicarvi il desiderio di ritrovare la vostra Anima, di ripulirla, di riimpossessarvi di Lei servendola, e unirvi a quanti fanno lo stesso, per lavorare insieme, per il vostro stesso interesse, per la vostra Salvezza. Lui non invita in questo viaggio solo i primi della classe che sanno già tutto, e che tutto pensano di avere, ma soprattutto quelli testardi e chiusi da ogni parte, come io sono stato, invita quelli furbi, quelli scettici che non si fanno fregare da nessuno, avvezzi a dribblare i messaggi pubblicitari sottili e traditori, gli ami gettati dai grandi pescatori di energie, avvezzi a cogliere l’imbroglio sottile là ove c’è, e a far passare la Verità dentro mille filtri, cento setacci sempre più fini, pronti a cogliere ogni minima stonatura, pronti al giudizio e alla condanna. Invita i Suoi figli più duri, più callosi, quelli che chiudono in sé il succo più dolce dentro la scorza dura delle difese. Di Lui, di Babaji, per anni ho cercato una falla, un trucco, un neo, prima di abbandonarmi totalmente a Lui. E non l’ho ancora trovato. Babaji vuole proprio voi, perché voi dentro sapete profondamente cosa è vero e cosa è falso, e per la vostra verità siete disposti a morire al mondo. Lui ama voi. Lui vuole voi, Figli. Lui vi invita a guardare la Sua immagine, liberi. Lui ci ama tutti.
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LE FOTO DI BABAJI Seduto in dolcissima meditazione nella stanzetta di Haldwani che Muni Raji ha dedicato a Lui, zeppa dei Suoi cimeli, delle Sue foto, dei Suoi profumi, del cappellino di paglia cinese, del Suo arco, e di tanti, tanti piccoli oggetti a Lui appartenuti, la sera prima di partire per Delhi e lasciar l’India, galleggiando fuori da spazio e tempo succhiavo quel nettare sublime di un’Assenza sempre presente. Quelle foto... che dolcezza, che nostalgia! Aprendo gli occhi me Lo ritrovavo davanti nelle Sue immagini bellissime, e pensavo quanto quelle foto avrebbero potuto parlare in Occidente e lavorare nei cuori assetati più di tanti discorsi, pur veri, della Sua Divinità, della Sua grandezza, della Sua infinita incomprensibile semplicità. Mi sopravvenne una sorta di avidità visiva irrefrenabile: dovevo averle, ma non ebbi il coraggio di chiederle in prestito, non osai domandarle a Muni Raji, ma in cuor mio volevo che Lui, che legge in tutti i miei pensieri, mi accontentasse. Me le leccavo con gli occhi come gelati squisiti, quelle vecchie foto dipinte a mano, bianchi e neri sbiaditi di una forza e di una intensità che io, in più di vent’anni di professione, non avevo mai neppure sfiorato. Mi pareva d’altra parte un sacrilegio staccarle da lì per proporle e diffonderle, e così non lo feci. Per anni, guardando le foto di Babaji ricevevo emozioni come nessun’altra foto mi diede mai. Fissandone lo sguardo a lungo, vedevo i Suoi occhi muoversi, Lo vedevo ridermi, guardarmi complice, ironico o severo. Lo guardavo e Lo riguardavo, chiedendomi perché una foto potesse tanto, Chi fosse questo strano tipo che mi attirava così, e perché io somigliassi a Lui. Shastriji, la Sua Voce e il mio Maestro, me lo confermò. Le foto di Babaji hanno un grande potere occulto: guardandole in un certo modo in meditazione possono portare a strani fenomeni, agiscono oltre ogni nostra comprensione. Mio fratello Maurizio, architetto, intellettuale e poco propenso 22
alle cose spirituali, ricevette in dono una Sua foto e se la mise accanto al letto. Un mattino all’alba vide uscire una enorme luce bianca da quella foto e rimase stordito e spaventato. Altri fatti molto coinvolgenti ne sciolsero lo scetticismo, comprò un biglietto per l’India e il Natale dell’83 partì da solo, e arrivò da solo ad Hairakhan, che non è Forte dei Marmi. Per arrivarci occorrono tre giorni di viaggio, e l’ultima parte spesso va fatta attraversando a piedi un fiume in piena per varie volte. Altrimenti, erano otto ore di cammino nella foresta prima che la stradaccia che c’è ora fosse fatta. I più fortunati viaggiano su un camion, stivati come le merci nel cassone posteriore, entrando e uscendo dal fiume molte volte, sbatacchiati e frullati esotericamente. Non è una gita facile. Tutto ciò che Gli appartiene non è facile. E lì Maurizio conobbe Babaji, che lo accolse come lo aspettasse da sempre, lo abbracciò come un figlio. Fu solo un mese prima che Lui lasciasse il corpo. E tutto questo solo per una Sua foto. Esistono altri racconti, moltissimi, di gente portata ai Suoi piedi, guarita, illuminata, trasformata da una Sua foto che in qualche modo divenne viva, luminosa o che so io. Se avete voglia di farvele raccontare, potete venire e saranno ben lieti tutti di parlarvi della forza dell’immagine di Baba e di tutte le magnifiche storie vere che hanno sconvolto e cambiato alle radici molte vite: avrete ore, giorni, mesi di meraviglioso, altissimo divertimento gratuito. Le mille storie dei Suoi miracoli e dei Suoi giochi sono una delle cose più affascinanti del viaggio. Ecco, se dovessi riassumere in poco spazio ciò che ho capito di Lui direi: nulla o quasi. Direi che per me, che sento in questo momento il compito di diffondere la trasformazione come dovere impellente e primario mio e di tutta l’umanità, Babaji è stato ed è il più grande dei trasformatori di individui che io conosca. Perché trasformarci, chiederete voi, non andiamo bene così? Perfetti, ma si annuncia da chi sa e vede, e ormai lo sapete tutti, una discesa energetica fortissima, imminente, e per tale differenza di potenziale non siamo strutturati nei nostri corpi fisici e in quelli sottili: così occorre che ci trasformiamo da 12 23
volts, come siamo ora, a 220 volts, come dovremmo essere per ricevere questa Energia senza venirne fulminati. In caso contrario, l’Energia ad alto potenziale fonderà i nostri circuiti impreparati. Questo in soldoni è il perché trasformarci: per non soffrire, per non morire. È un obbligo, una necessità primaria. Credetelo. Babaji Si è manifestato a moltissimi, che Lo conoscessero o no, in quest’epoca di transizione, in questa Quaresima che preannuncia la grande Pasqua dell’Umanità, per trasformarci, per riunirci, per rinnovarci, per far di noi quegli esseri nuovi degni dell’Epoca Nuova che viene, degni della Veste Bianca della nostra Anima viva che entra nella nuova Pasqua. Il posto da Lui scelto è esattamente come Lui, è Lui. E l’Energia lì è davvero a 220. Hairakhan: quattro case sulla costa di un monte che dà su un fiume fantastico, santo, che, bagnandoti, ti libera dai tuoi pesi, il Gotama Ganga ai piedi dell’Himalaya ai confini col Tibet, e non c’è in tutto il mondo un posto simile. Sì, ci sono posti meravigliosi, seducenti, quasi tutti occupati dal Mediterranèe, ma quel posto è magico, e quelli del Mediterranèe non l’hanno ancora comperato. Hairakhan è un crogiuolo di trasformazione. Luogo sacro da millenni, dimora di Shiva e Pàrvati, Padre e Madre di tutto l’Universo, e mèta di Dei e Dee, risuona nella sua vibrazione intima di una voce potente e dolcissima di fuoco e acqua, di femminile e maschile riuniti. “Sei mesi a Hairakhan e torni cambiato, torni un uomo nuovo!” mi dicevano continuamente gli amici che c’erano stati, perciò la prima volta andai spaventato da tutto quello che mi sarebbe potuto capitare. E invece fu dolce. Poi, quando dissi sì, quando accettai, venne il lavoro duro, per fortuna. Io non so niente di Dei e Dee indiani, di Avatar e di rituali, e mi interesso solo a ciò che è vero in pratica e che serve, e sento e vedo funzionare davvero. Per anni ho seguito l’Eucarestia: funzionava e stavo bene, e poi Lei mi ha portato a Lui, al Padre. All’inizio, lo confesso, la mia mente duale temè di essere caduta chissà dove, in quale trappola o setta segreta di oscuri rituali, e di essermi allontanato dalla via maestra. Non capivo che alla fine di ogni fiume c’è il mare, bello, pulito, lucente, 24
che purifica ogni fiume lercio. E il Padre e la Madre sono quel Mare a cui il Figlio ti porta, l’Oceano Infinito, Uno, Cui tutti i fiumi portano, prima o poi. Forse volevo restare ancora nel mio fiume ormai inquinato da mille città che ci vomitavano rifiuti. Il mio bigottismo, abituato a dividere, divideva e mi voleva allontanare. Ma alla fine Lui vinse. Tutto è Uno. La Sua azione è occulta e silenziosa. Agisce come una forza trasformatrice su tutta quella umanità disposta a cambiare e aperta al lavoro nuovo. Per tutto il tempo che Lui fu nel Suo Corpo, io, come molti altri, ricevetti via cavo, dall’alto, giorno per giorno, istruzioni e preparazione. Non capivo allora cosa fosse tutto quello scrivere, ripulirmi dentro, quei digiuni noiosi, lo yoga, quei viaggi in India e sul Mar Rosso. Non capivo Chi fosse che mi preservava, libero da lavori gravosi, dandomi sempre il necessario, Chi mi sosteneva senza mangiare per tempi lunghissimi, Chi mi dettava verità una via l’altra, senza pietà, come in un training olimpionico. Ora capisco: era Lui, era il Suo modo di istruire da dentro, anche senza vederLo o conoscerLo. Non chiese mai a nessuno di cambiar credo, e a ciascuno diede la propria via, col proprio credo. Vennero Hindu, Musulmani, Ebrei, Cristiani, Sikh, e a ciascuno diceva: tornate ai vostri credo, ai vostri riti, ma in modo nuovo, consapevole, tornate ai vostri fiumi che vi porteranno un giorno a Me. La radice di tutte le religioni è una, e una è la Verità. Il vero Maestro è quella Verità, ne è la Radice e l’Essenza. Perciò, in sintesi, dentro di me amerei che tutta l’umanità potesse guardare questo libro, e si tuffasse profondamente in Lui e nella Sua Immensità Semplice come in un Mare che pulisce, che guarisce e salva. Non è proselitismo inutile, è coscienza che in questo momento dobbiamo tutti cambiare e trasformarci al più presto, e che Lui e il Suo metodo e la Sua Grazia sono il sistema più veloce ed efficace che io conosca, per me e per moltissimi come me. Metodo diretto, sincero, che ti fa soffrire se devi, come mezzo di guarigione. Lui, come Hairakhan, ti danno gioia infinita e ti chiedono un po' di passione per poterti trasformare davvero. In quel posto c’è la Sua Energia e quando 25
sei lì non te ne andresti più, oppure scappi appena arrivato, se non sei disposto a dire sì. Non ti corteggia, non ti adula, non ti gira attorno, non ti fa miracoli scenografici. Ti fa il miracolo di restituirti Te stesso. Questo vuole il Maestro Vero. Portarti a Te, perché Tu sei Lui, Uno. Sveglia all’alba, cerimonie, canti, confronti taciti, silenzio, lavoro sono i metodi comuni a tutti gli ashram di questo mondo, ma lì ad Hairakhan funzionano, scavano, lavorano davvero, da lì la gente esce, dopo nove giorni di Novaratri, trasformata. I primi giorni li vedi arrivare grondanti di sé stessi e di tutto ciò che il mondo li ha resi. Li segui con amore giorno per giorno, rito dopo rito, chandan dopo chandan (pasta di sandalo applicata sulla fronte per segnare il terzo occhio, n.d.r.), yagya dopo yagya (antica cerimonia vedica di offerta al fuoco sacro, n.d.r.), aarati dopo aarati (preghiera cantata di offerta al Divino, n.d.r.), e te li vedi trasformare sotto gli occhi. Le donne lasciano ogni cosmetico, indossano spontaneamente con gioia e amore sari indiani, e, senza che nessuno le costringa, a volte si radono il capo lasciando alla Ganga i loro bei lunghi capelli. Accettiamo sistemazioni precarie che mai avremmo accettato in qualsiasi albergo del mondo. Accettiamo di scendere al fiume alle quattro del mattino, nella notte, a lavarci nell’acqua gelida, e lo facciamo con gioia. Quest’anno la più bella è stata una frau, senz’altro nella moda o nello spettacolo, che con il suo partner, sempre vestita e truccata in modo originale, grandi occhiali neri e rossetto, riprendeva alla telecamera ogni attimo del grande film di Novaratri ad Hairakhan. Fui stupito, alcuni giorni dopo, finita la festa per la Madre Divina, di riconoscere a stento la stessa persona assolutamente diversa, vera, semplice, senza trucco, pelata, al tempio di Chiliyanaula, senza più telecamere, occhiali, schermi, cantando e meditando con gioia grande negli occhi di bimba che ritorna a vivere. Per questo, e per un miliardo di altri motivi che vorrei scopriste voi stessi, vi raccomando questo Viaggio nel Suo Volto come una vacanza alternativa di trasformazione, che regalate alla vostra Anima che la cerca da sempre. Perché in questo momento 26
credo sia davvero una spesa ben fatta, un investimento vero del proprio tempo e del proprio denaro. Cambiare, trasformarsi e dare sé stessi per il Progetto della grande Trasformazione. Ora penso sia l’unica cosa per la quale valga la pena di combattere e di vivere, per passare uniti tutti insieme nel nuovo Corpo Cristico che nasce in questa Pasqua ventura. Questo libro è concepito come un altro metodo di autotrasformazione, un‘altra proposta di guarigione, una preghiera viva, un rosario di centootto grani che potremo sgranare ogni giorno ai piedi del Divino, e ogni giorno ritrovarlo in noi per esser portati un piccolo gradino più in alto. Seguite il vostro cuore. Lui è lì e vi guida da lì, dal cuore, il vostro, il nostro specchio, e guardando il Suo Viso ci riconosceremo, e qualcosa di davvero bello accadrà in noi. Il mantra Om Namaha Shivay è una vibrazione assai forte, la più forte che ci sia, e vi metterà in rapido contatto con la Sua Energia se lo ripeterete con costanza, mattina e sera, mentre lavorate, studiate, giocate, ridete o piangete. Altro non serve dire.
* Dattatreya - il dono di Dio ad Atri: una incarnazione divina di Brahma, Vishnu e Shiva in un solo corpo, nei tempi antichi. Dattatreya fu un grande Guru e l’autore di molte sacre scritture, tra cui l’Avadhuta Gita. I Suoi insegnamenti sono inclusi nello Shrimad Bhagavatam, e condensati nell‘Avadhuta Gita. 27
Grazie a Te che mi hai permesso questa cosa fantastica: conoscerTi per conoscerMi con il mezzo che mi è più proprio, la fotografia, non soffrendo minimamente per non esser stato l’autore di immagini così belle. Grazie a tutti gli Autori delle fotografie, che resteranno sconosciuti, per il loro Karma Yoga. Grazie a mia moglie, che mi ha aiutato in tutta la scelta e l’unione dei testi alle immagini: finito il lavoro, quando, impaginato in larghi fogli neri di plastica, li poneva uno a uno sul divano del salotto per avere il colpo d’occhio finale, leggendo insieme i testi collegati alle foto, non riusciva a trattenere le lacrime, e neppure io. Ci guardavamo e ridevamo piangendo. Speriamo vi dia lo stesso. E questa è Verità, Semplicità e Amore. Grazie a Gora Devi, che all’improvviso mi ha dato tutte le foto raccolte con amore e accumulate in anni di convivenza al Suo fianco. Per molto tempo l’avevo corteggiata per averne solo una, invano: legata alla Sua immagine fisica, come la conchiglia alla roccia, lei non riusciva a staccarsi da ciò che più Lo ricordava. Quando uscii dalla sua stanzetta di Hairakhan, col borsone indiano di plasticaccia marrone zeppo di tutte quelle immagini, non potevo credere. “La borsa rendimela, ché mi serve” mi disse accomiatandomi. Credevo che scherzasse, ma faceva sul serio. Scoppiai a ridere di cuore, gonfio per l’onore del compito che mi veniva implicitamente dato. Eccomi. Dedico questo lavoro al mio Maestro Vishnu Datt Shastri, che mi ama e mi ispira. Possano queste pagine risvegliarvi dentro il ricordo mai morto della vostra Vera Essenza, coagulare e trattenere per un attimo eterno il vostro Amore vero sepolto in voi, possano riaprire il vostro vero Occhio su quel Volto in voi e sintonizzarvi con Gioia alla Sua Vibrazione per sciogliervi e nuotar dentro l’oceano della Sua Presenza Pace Verità Amore, e rinascere in Lui, bambini nuovi. E fatti Lui, lavorare con Lui. Jai Datt Gianbarberis 28
BABAJI MANIFESTS HIMSELF IN A CAVE AT HAIRAKHAN Testimony by Chandramani One night, in June 1970, at about three o’clock, my father, who died twenty-five years before, came in my dream announcing that Shri Shri 1008 Hairakhan Baba had appeared again in the flesh, as a young man in the cave at Hairakhan. My father recommended me to go to the cave to receive the darshan (meeting the Lord in His physical form) of Babaji, who was Baba Hairakhan beyond any doubt. He also told me to ignore the possible criticism of other people, whoever they may be, and to never leave Him. I woke up and went to the cave he had indicated to me in my dream; while I was walking I realized that it was only four o’clock in the morning. In the cave I found a venerable old man who was sitting in the light of a little oil lamp; He had a long white beard, and was covered with a white cloth. When He saw me He told me: “My son, you have to go back home now, you can return in three days.” I went home, but I returned immediately to the cave with a cup of milk. Coming in the cave, I was surprised to see that instead of the venerable old man there was a young man, sitting on the same seat, with long hair, a long beard and big moustache; He seemed to be only twenty or twenty-two years old. He drank some of the milk I brought, and asked me not to tell anyone what I had seen. I went to the cave the next two days, but I didn’t see Him. The third day I met Him in the temple located in the opposite riverbed, on a little hill. He lived near this temple, and then went on Mount Kailash, where He remained sitting in the same asana-yoga (position for meditation) for forty-five days nonstop. When at the end He came out of His meditation, I asked Him how He would have taken His bath, because there was no water around. He answered: “I order to the wind to bring Me water, so that I can wash Myself.” I noticed then that His adorable 29
long hair was soaked with water and that His Divine Body was completely wet. One morning, at about three o’clock, I was terribly thirsty: I told this to Prabhuji and He told me that there was no water for about two miles around there, and that it was impossible to get water at that time. My thirst was such that I even cried; I almost dared Him, saying that as He was the Divine Embodiment of the Lord, He could produce water for sure. After my insistence, He took me lovingly by hand and led me to the Shivalingam (natural stone, symbol of the Cosmic Male Principle) located nearby. We had made only a few steps when two gushes, one of water and one of milk, began to flow on both sides of the lingam. The water flow was such, that both the Lord and I could comfortably bathe in it. Since then I never saw water or milk flow from that lingam. When I asked Babaji about that fact, He told me: “That day you were so thirsty that God could only give water, but this will never happen again here.” One day, while I was again with Him on Mount Kailash, the Lord told me: “Chandramani, today a lion will come: don’t be afraid.” As He stopped talking, a lion suddenly appeared, coming close to Him like a dog to his master, wagging his tail and then bending down to the ground bowing to His Feet. Then the Lord snapped His fingers and suddenly the lion disappeared, just as he had come. I saw that lion again on two other occasions at the cave, and every time he acted the same way: he seemed to be a house dog. One day my Lord told me, with the same tone of the previous time: “A great cobra will come: don’t be afraid.” I got as close to Him as possible and, as He stopped talking, a big cobra six feet long, bright golden colour, came crawling and rolled up His body, extending his golden head over the head of Babaji, where he remained in that position for twenty or twenty-five minutes. Then he came down and went away passing over my knees. After His staying forty-five days on Mount Kailash, Babaji got up and said: “I don’t want to go to Hairakhan. Now I go towards the Himalayas.” 30
I started to implore Him: “Why did You call me, if You are now to leave me? I won’t let You go!” Babaji tried to explain to me, using sweet but firm words, but I didn’t pay attention to Him, sure that my beloved Lord should remain with me. So Babaji started coming down from the mountain towards Hairakhan. There we found many people gathered together for a great bhandara (offering food to anyone who comes). On that occasion Babaji asked me to prepare every day 4 lbs prasad (blessed food) to be distributed to the people. I prepared regularly prasad in the amount indicated by Babaji, and surprisingly it was always enough, there might be ten or one hundred people: it was never too much or too little. After coming back from Kailash, I remained three months more with Babaji, without ever going back home. During the first days I slept in the cave close to Him: we shared the same blanket, Babaji put me to bed like a mother does her child. During the forty-five days on Mount Kailash and the three months in the cave at Hairakhan, Babaji never ate or drank nor did I. Every time I walked away from the cave or crossed the river Gautama Ganga, that flows a few meters from it, I felt very hungry, but as soon as I crossed the water to come back to the cave, I felt as if I had a complete meal. When Babaji sat meditating in the cave, a very bright light came from the temple, located on the hill across the river, and fell on the Lord. Many Hairakhan villagers, still alive, can testify to this. After three months I went back home, also because my family started to complain about my becoming a yogi. Among other things, I told my mother about this fact, to ask her confirmation. The first time I met Babaji in the cave, He called me by my name. Surprised, I asked Him how He knew my name. “Chandramani, your father has been my true devotee; but in that period you weren’t born yet.” Babaji then described how my house was, the kind of harvest and which were the trees in my father’s field at the time he was still alive. My mother confirmed everything to the smallest details. She is still alive now, and can testify to this any time. 31
Later I often was close to Babaji. Once I accompanied Him to Mount Siddheshwar, about three miles from Hairakhan. We spent the night on the mountain. Babaji sat in meditation and I sat near Him. During His samadhi a very beautiful divine light came from His body, deeply astonishing me. In December 1970, during the cold winter nights, Babaji used to take His bath in the river at four o’clock in the morning, staying in the water for one hour. When I sat close to Him on the river bank I always saw a ray of divine light on the water. In January 1971, Shri Sher Singh, land warden, organized one entire night singing holy songs and reciting Ramayana (the poem chanting the life of Lord Rama). About seven hundred people gathered. That night it rained very much, but, with general wonder, nobody suffered from the cold, and the sacred fire wasn’t extinguished by the rain. Two years ago I was charged to build the hall near the temple. One morning I left from home at about noon; while I was away my wife had such a sudden big pain in her womb that she thought that she would die. She sent our son out to call me from my work. As soon as the boy went out Babaji came in, walked in the room, tested her pulse, and rubbed some vibhuti (sacred ashes) on her, and she recovered almost immediately. When in the evening I came back home, she told me everything, but I could not believe her because in that very moment Babaji was with me. Moreover, my house was considerably far away from the ashram, and I thought it impossible for Babaji to go and return without my noticing. In fact this caused a little quarrel in my family. The next day, early in the morning, going to Prabhu (the Lord) to pay Him homage, He asked me: “Is your wife well now? Why did you fight with her? I really visited your house yesterday.” I was shocked into silence. My friends, I cannot say who is closest to the Lord’s Heart. All I know is that by the infinite Grace of my Lord I was so lucky to be with Him in this mortal body since the first time He appeared, and His infinite Love was bestowed to me. I only pray to never be separated from Him and that His 32
boundless Love and infinite Compassion be bestowed on me forever. Chandramani, Hairakhan P.O. Okhaldunga, Nainital, U.P., India. 20th September 1971, from the newspaper Sundesh Sagar, Haldwani, Nainital, U.P., India.
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Foreword from “Teachings of Babaji”, Haidakhandi Samaj, India In the Kumaon foothills of the Indian Himalayas, the birthplace or home of many of India’s great saints of the past and present, there lived Shri Hairakhan Wale Baba. To those who asked, Hairakhan Baba sometimes acknowledged that He is the Shiva Mahavatar Babaji, known to hundreds of thousands in the world through Paramahansa Yogananda’s "Autobiography of a Yogi". A Mahavatar is a human manifestation of God, not born of woman. Shri Babaji (Shri is a title of respect: Baba is a term used for a saint or a holy Father) appeared in June 1970 in a cave that has been holy for thousands of years at the foot of the Kumaon Mount Kailash, across the sacred river Gautama Ganga from a remote village called Hairakhan, in the Nainital District of Uttar Anchal. He had no known parents or family, He appeared as a youth of eighteen or so, yet He displayed great wisdom and power - divine powers from the start. Some Hairakhan villagers saw Him as an old man with a long, white beard; others as a young man with a long beard; others as a beautiful young man with no beard. Two men spoke with Him at the same time-one saw an old man with a beard, the other saw a young man with no beard. He was seen in different places at the same time. He knew the scriptures and could quote them in Sanskrit as well as in Hindi, yet there is no evidence of His having been 'educated'. He ate almost nothing for two or three years, yet His energy was boundless. Late in September 1970, He walked to the top of Mount Kailash with a small group of men, seated Himself yogi-fashion at the small, old temple there and sat for forty-five days without leaving His seat, meditating much of the time, talking occasionally, preparing and blessing fruits and vegetables to give to others and starting to teach the message He brought to the 34
world. Hundreds of people came in October to celebrate the nine-day religious festival of Novaratri with Him at the top of Mount Kailash. His coming has been foretold, both by ancient scriptures and the preaching and prophesying of a twentieth century Indian saint called Mahendra Baba, or Mahendra Maharaj. As a child, Mahendra Baba was healed by a vision of Babaji and the Divine Mother; he saw Babaji again on an early birthday when Babaji gave him sweets. As a boy just out of high school, Mahendra Baba met Babaji, in one of His previous human forms, and was taught yogic knowledge by Babaji for six days and nights. When Babaji left him, Mahendra Baba did not know who He was or where to find Him again. After completing his Master of Arts degree in Philosophy, Mahendra Baba renounced the world and went searching for this Guru, walking through the Himalayas in India, Nepal, Tibet and China. He then spent years at temples in the Indian States of Gujarat and Uttar Pradesh and developed a reputation as a saint. Only after twenty years or more of searching and waiting was he led back to the Kumaon Hills where Babaji appeared to him again, in a locked room in a remote mountain ashram. After this appearance of Babaji, in the flesh, Mahendra Baba, at Babaji instruction, began a mission of preparing for Shri Babaji’s return to the world in human form. For many years he went around India, preaching that Babaji would return to transform the world by changing the hearts and minds of men. He described what Babaji would look like, including the scars on His right leg and left arm; he said that Babaji would come in 1970. Mahendra Baba restored old temples and ashrams, built new ones and prepared the worship service now used by Shri Babaji’s devotees. Shri Vishnu Datt Shastriji, well-known scholar from Alwar (Rajasthan), disciple of Mahendra Maharaj, by his blessing received an ocean of knowledge. He wrote a book about Shri Babaji entitled “Sada Shiva Charitamrit”, that was inspired by the Divine Mother. In this book Shastriji described the Hairakhan ashram without having ever seen it; ten years later, when 35
he went there, he was surprised to see that everything was perfectly real. Shastriji wrote also many other books, and some students made their Master degree dissertations studying his texts. Shastriji is the officiant of all the yagya (ancient vedic ritual offerings to the sacred fire) and of the sacred rituals performed by Babaji. He is the Wise: when Babaji held a speech, he was His voice. He followed Babaji like a shadow during the years of His physical manifestation: as he called himself, he is “the evergreen child of Babaji”. Mahendra Maharaj told his followers that Shri Babaji has been a human manifestation of God since man first learned about religion. Babaji has taught gurus and other religious teachers throughout history, always trying to turn man towards God and spiritual values. Through the ages He has appeared to teach people, manifesting a body for each appearance, rather than coming by human birth. Yogananda wrote of His and other people’s experiences with this immortal Babaji in the 19th and early 20th centuries. There are books in Hindi about the previous manifestation of Hairakhan Baba, which lasted from about 1800 to 1922. Around the year 1800, He appeared to villagers not far from Hairakhan, out of a ball of light, and, in 1922, in front of a handful of followers, He disappeared into a ball of light. There are many recorded miracles: healing people, restoring the dead to life, feeding multitudes from a small portion of food, changing His form, being in two or more places at one time, feeding a sacred fire with water when ghee (clarified butter) was not available. But mostly, people flocked to Him because they experienced Him as a divine, wise, loving Being far above the human level. Mountain villagers (educated and uneducated), Westerners, English bureaucrats and soldiers, Indian intelligentsia, rich and poor, people of all religions came to Him. There are still people in Hairakhan and elsewhere in India, who remember the “Old Hairakhan Baba” and experienced this manifestation as the same Being. There are evidences of yet earlier manifestations. Tibetan 36
monks came to Shri Babaji in 1972 and hailed Him as “Lama Baba” who had lived in Tibet about 500 years ago. There are stories of His appearance in Nepal as well as in Tibet and India. On two or three occasions, Babaji said He was one of the teachers of Jesus Christ. Most of Shri Babaji’s followers experience and worship Him as a true, ageless manifestation of God. The big and little miracles He performed daily in the lives of His followers, His reading and responding to their thoughts before they were uttered, His healing, His guidance, His teachings are at a level beyond even advanced human ability. The dramatic, external miracles were infrequent: most of His miracles occurred in the minds, hearts and lives of His followers, miracles of understanding, guidance, teaching and support when, where and as needed. Shri Babaji said that mankind is in great danger during the period of Kali Yuga, the age of the rise of materialism and the decline of spiritual life. He foretold of widespread physical destruction and change and death in this decade. He said that those who truly worship God (in any of the ways man knows Him) and repeat His name and live in harmony with the Universe will be saved and that a new, humanitarian society of people who are focused on God will be formed. In order to focus people’s minds on God, Babaji taught people to repeat the ancient mantra OM NAMAHA SHIVAY. It is a Sanskrit phrase which means something like “I surrender to, bow to, take refuge in God”. Repetition of OM NAMAHA SHIVAY is a pathway to unity with the Supreme God. The name of God used in this mantra is Lord Shiva, Who is a Hindu conception of the One Supreme God. This mantra has been used for millennia and taught by saints and gurus in India and the West. Constant repetition of a mantra (the repetition is called japa) focuses the mind on God, opens one’s heart and mind to God, and stops or reduces the inherent tendency of one’s mind to constantly plan, worry, day-dream or otherwise prattle away in really useless activity. The main purpose of Shri Babaji’s coming in a human 37
manifestation at this time was to reform the hearts and minds of men. He came to remove confusion and evil from mankind. Babaji once said: “The mind can be purified only by japa. This is the only medicine for the disease of the mind. While your mind and heart are impure, how can God live in your heart? The water to clean your heart is the Name of God. So teach everyone to repeat the Name of God everywhere.” The mind that is generally focused on God’s Name responds, when the need arises, spontaneously to perform its required functions quickly, easily and well. Babaji emphasized Om Namaha Shivay, but also gave other mantras on occasion: the essence of His instruction is: “Repeat God’s Name”. Shri Babaji said that when the great destruction comes to the world, those who believe in and worship God sincerely and especially those who repeat His Name(s) will be saved by the power of the mantra. “God’s Names are more powerful than a thousand atomic and hydrogen bombs.” Although Shri Babaji lived in a Hindu culture and was worshipped through Hindi rituals daily, He was not attached to any particular religion. He stated that all religions can lead the sincere devotee to God. At Hairakhan, Shri Babaji was worshipped by Hindus, Christians, Buddhists, Jews, Sikhs, Muslims - even atheists found themselves bowing to Him. He often reminded His followers that all mankind is one family, the Family of God. For those who asked about religion, He answered: “Follow the religion that is in your heart.” He, however, said at many times that He had come to re-establish the principles of the Sanatan Dharma, the Eternal Religion, which was ageless and from which all other religions have taken their roots. Even before His reappearance in 1970, Babaji taught Mahendra Maharaj to preach that all lovers of God should lead lives based on Truth, Simplicity and Love. This, He said, is the essence of all religions. It is very difficult to nurture hatred, greed, anger, lust, jealousy and selfishness and the violence they breed when a person tries hard to live in truth, simply and lovingly with all. To all who came to see Him He told over and over that Karma 38
Yoga, unselfish work dedicated to God is the best, easiest, most rewarding, quickest way to God in this chaotic, confused era of change. At His ashram in Hairakhan, work morning and afternoon is a vital part of the daily schedule. There is time for meditation in the early morning, after a bath in the river, but Babaji insisted on several hours of karma yoga daily, during which time one is expected to work with constant repetition of the mantra. “To follow and demonstrate the path of Truth, Simplicity and Love is man’s supreme duty and the highest Yoga. Diligent work is a quality of this Path, for laziness is death on earth. Only by work one can claim victory over karma. All must strive to do their duty in the best way possible and not wander from that duty. Service to humanity is the first duty. During these times, inhumanity and laziness have increased, so it is important that you work hard and not lose heart. Be brave, be industrious: work hard and have courage.” Although Shri Babaji called many Westerners to Him by dreams, visions, pamphlets or simply through a friend telling another about Him, He did not seek to establish a great personal following. His small ashram, four miles up a winding riverbed from the end of the nearest country road, could not accommodate the thousands who have flocked to other saints and gurus. But, though He made no general call for people to come and see Him, He did want all the world to hear His message. Shri Babaji did not require people to see or worship Him as a manifestation of God in order to come to Him and be benefitted by Him. He Himself said of His human form: “This body is nothing, it is here only to serve people.” Shri Babaji left His mortal body on St. Valentine Day - February 14, 1984. Early in His mission, He had told two or three devotees that He would leave His body in 1984. Before He came, He told Mahendra Maharaj that He would come to give a message to mankind. He came, He lived His message; He spoke His message; His message has been published; and having completed this mission, He left. Now Shri Babaji continues His work not only from the invis39
ible world through the heart and mind of men, but also on the physical level through the presence and the infinite love of Shri Muniraji Maharaji, Whom He Himself indicated as the spiritual guide and reference point mainly for Westerners when He still was in His physical manifestation, teaching to worship Him as a divine Incarnation. On July 19th 1983, during evening darshan, Shri Babaji commented about the fact that Muniraji has been invited to take part in a spiritual conference in Austria in September, at which the Dalai Lama will be present. Shri Babaji said: “Muniraji may attend. The Dalai Lama is not greater than Muniraji, Muniraji is the incarnation of Guru Dattatreya*. He is a Yogi and spiritually very high. Spread these news everywhere among the people. Soon a world meeting is going to take place here. The date has not been fixed yet, but it will come soon.” On October 2010, during the celebrations of Novaratri at the ashram in Chiliyanaula, Shri Muniraji said that Babaji is come back in flesh. Shri Muniraji asked everybody to intensify their spiritual practice in order to face these difficult times and have the darshan, or physical meeting, of Babaji.
* Dattatreya - God’s gift to Atri: a divine incarnation of Brahma, Vishnu and Shiva in one body, in ancient times. Dattatreya was a great guru and the author of many sacred scriptures. His teachings are incorporated in the Shrimad Bhagavatam, and are concentrated in the Avadhuta Gita.
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Letter of recommendations by the publisher to an attentive reader During an age of images beyond words, in a time in which visual communication is immediately effective and the minds are used to grow through the eyes and ears by images and sounds, the one who would cooperate to the growth and development of the Universal Awareness to help it to make the individual awareness grow and reunite to Itself, can and must pass through these media, using their force, purified from the thorns of betrayal, dishonesty and falsity. Now the approach to the Divine can take place by images and can come in any house and any heart to carry out that mission that in past ages should have taken not one, but several incarnations to reach everybody. So I believe that this book can be a useful tool He can use to bring His message where it has to go. The Divine incarnates Himself in us every morning and every night goes to sleep with us, He lives every new birth in the hearts and bodies who are born, but our consciousness of this belonging soon dissolves, and the world law separates us from our Truth. We separate God from our everyday life. We take and throw away what is our essence, our truth and Life, we separate it from Himself, we enter the Two and He becomes something far, often boring, a clean voice that calls us and disturbs our freedom to do what we like, something to worship on Sunday and when we are in trouble, not more. Because this way is convenient for us. But now troubles are coming, and if we want to get out, we have to recover this Divine inside ourselves as soon as possible. Such a Truth-Unity remains whole for Whom preserves His Perfect Identity with Himself and the whole awareness of His Divine Essence. Such Beings, totally united with the Divine, are the Divine Himself, just like we would be if we didn’t separate ourselves; They enlighten mankind like lightning in dark ages, when the Law of Great Justice declines and destruction is coming. During these times They, the Pure, manifest Themselves to 41
remind us who we are and where we are going, bringing Light to whom is searching for it, pushing further the herd of mankind lost on its lazy, amusing way with no aim. Grazing here and there free, every sheep walled up in itself, in its own dream, in its little ego, unaware of its separation from the herd, following lonesome personal paths or great flow of masses that dominate it, use it and separate it from its Source, from the Force, making it vulnerable and lost. The true Shepherd, who can't lose not even one of His sheep, when the Time comes, comes down and runs after them one by one, wherever they may be hiding, and slowly puts together the herd, giving it Unity, awareness, solidity, direction, force, making it an aware Unit that He brings back Home. He comes as a Model of a reality that belongs to each of us, that each of us can and must reach. He models His appearance in the world according to the supreme principles of Dharma, the eternal Divine Law, doing His infinite wonderful works inside the hearts and out in the world. He uses the great Force serving Him never for Himself, but only to open up the consciences, to wake us up, to bring us to the door of our Self, of our true Essence: once we open it, we find ourselves again Him, again One, reunited, undivided Ocean of Love, Peace, Bliss and Joy. This is His Duty. For this He comes down, aware of the immense effort, knowing from the start that it will cost Him the life. A life for Life. Jai Datt Gianbarberis
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ANNUNCIATION He, Babaji from Hairakhan, one of these giants, lovingly searched for me for a long time, and found me. Wounded, He heals me. In my body, mind and heart. Friends, now I annunciate to you that the Divine came down on Earth, took on a human body and manifested Himself to many many people in fourteen years of active permanence and Cosmic Work on Earth. All these people whom He saved, thousands and thousands, now can and must testify. Now is the Time. It's the time of the awakening, and who met Him, who knows about Him, must tell to whom still does not know. It's a duty. Babaji took on a human body and worked in this body for the transformation of mankind for fourteen years. He created a subtle, invisible, strong structure, much stronger than all the earthly structures. He slowly created a network all over the world, a connection of awakening consciousnesses, that bit by bit opens up and changes the heart and mind and then the environment. He works on the mind of whom will work for the New Age, and on the mind of the whole of mankind, and bit by bit He accelerates its cleaning, control and transformation. He gives them the Force and Energy that they need and supports them from inside. He works in whom knows about Him and in whom doesn't: in all mankind at every level. He is the transformation Force itself: Shiva, the Cosmic Father-Mother. He attracted to Himself physically people from all over the world. He healed them, renewed them and made them happy, attentive and valid tools of His Great Plan. Actors ready for the ciak of His Great Movie that now is starting. He always gave everything to everybody, never keeping anything for Himself. As He announced before, He left His physical body in 1984 and now keeps on guiding people who follow Him from their hearts and minds, and from outside through Whom, shown by Him, came into His burden and bears it with immense Love and professionalism, His perfect tool. He prefers the rejected of this world, people who cannot or don't want to accept its rules and 43
that the world threw away. He picks them up on the roadside, the rubbish of the world, wounded, frustrated, bleeding, and cures them, loves them, fills them with presents and makes them heroes, aware, recovered, strong, available to give themselves for the Mission of the Passage. He will help the Earth Mother to give birth to a New Mankind One, and that will be the Body of the Child Love. This is the Annunciation. And He will be with us during this Passage. Never forget this. The best forces of every age, incarnated or not, support the Great Plan and help it in any field. Never forget this. The aim of this book is to find Him in a journey inside His Face, and to nourish whom can still see with a clear eye, so that, if he wants and believes he can reunite with those who have been working since a long time, always a few, for the great Mission; those that never stopped hoping in their hearts, those who never really died inside in spite of all, really know that they did not wait in vain. So that they know that He is there, and takes real care of each of us in a way that we would never dare to dream of, because knowing Himself, He knows everybody, one by one, and one by one He loves us and wants us forever. Because we are Him, and He is in each of us, in the highest and the lowest part of us. He is Earth and Heaven never divided. He is Mother and Father and Child, Unity. When the priests told us in catechism, we laughed mocking. But now a time has come that I never imagined could come: a great, immense time, and great, immense things are occurring now, here in front of us. Before a storm, the attentive captain comes out on deck to direct personally all the operations to save the ship. So He, the Father, manifests Himself and works now for the salvation of all of us, of the Earth. And He comes to save, also physically I mean, all His children, all who want to be His, all who wait for Him alert since ever. Nobody wants to force you to believe what you don't want or don't know how to believe: it would be useless. But, if you will follow me without prejudices, honestly empty in this new trip inside His Face, 44
with open heart and unbiased mind, maybe you will manage to receive what this Face can and wants to communicate, and you will understand above all what is not said. And what your heart wants to tell you. And from your silence, from your contemplation, you will hear inside yourself what this silent Face wants to tell and give you. To everyone different, to each one personal Love. What He wants from you, from the deepest of You, through this book is that you find again your best part, that treasure maybe buried under some wall, or thrown away, forgot in some corner because not economically profitable now in this world, and feels the need to transmit the desire to find again your Soul, to clean it, to take again possession of it by serving it, and to gather together with people doing the same, to work together, for your benefit, for your Salvation. He does not invite in this trip only people at the top of their class knowing already everything and thinking they have everything, but above all those stubborn and closed from everywhere, just as I have been, He invites the smart people, those sceptical who are never bamboozled by anybody, used to dribble past the advertising messages subtle and treacherous, the hooks thrown by the great fishers of energies, used to catch the subtle trick wherever it is, to make the Truth pass through a thousand filters, hundreds of finer and finer sieves, ready to grasp every little false note, ready to judge and condemn. He invites His hardest children, those who enclose inside themselves the sweetest juice in the hardest skin of shelters. In Him, in Babaji, for years I searched for a hole, a trick, a fault, before surrendering totally to Him. And I still didn't find it. Babaji wants just you, because you know deep inside what is true and what is wrong, and for your truth you are ready to die to the world. He loves you. He wants you, Children. He invites you to stare His image, free. He loves us all.
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THE PHOTOS OF BABAJI Sitting in the sweetest meditation in the little room in Haldwani that Shri Muniraji dedicated to Him, full of His relics, of His photos, perfumes, the little Chinese straw hat, His bow, and many many little things that belonged to Him, floating out of space and time, I suckled that sublime nectar of an Absence always present, the evening before I left from Delhi to leave India. Those photos... what a sweetness, what a yearning! Opening my eyes I found Him in front of me in His beautiful images, and I thought about how much those photos could speak in the West and work in the thirsty hearts more than many speeches, even if true, about His Divinity, His greatness, His infinite unintelligible simplicity. A sort of irrepressible visual greed: I ought to have them, but I didn't have the courage to ask them for loan to Muniraji, but in my heart I would have liked that He, reading all my thoughts, gratified me. I licked them with my eyes like delicious ice-creams, those old photos painted by hand, black and whites discoloured but with a force and intensity that I, in more than twenty years of work, never even neared. On the other hand it seemed to me an irreverence to detach them from there to spread them, so I didn't do it. For years, staring the photos of Babaji, I received emotions like no other photos ever gave me. Staring into His eyes for long, I saw them move, I saw Him laugh at me and look at me accomplice, ironic or severe. I stared and stared at Him, wondering how a photo could do all this, Who is this strange guy that attracts me so much, and why do I look like Him. Shastriji, His Voice and my Master, confirmed it to me. The photos of Babaji have a great occult power: looking at them in a certain way in meditation they can lead to strange phenomena, they act beyond any understanding. My brother Maurizio, architect, intellectual and undisposed to spiritual matters, received as gift a photo of Him and put it near his bed. One morning, at dawn, he saw a great white light from that photo and remained stunned and frightened. Other 46
very involving facts resolved his scepticism, he bought a ticket to India and on Christmas ‘83 he left alone, and arrived alone to Hairakhan, that is not Forte dei Marmi. It takes three days to get there, and in the last part of the travel you often have to walk through a river often in flood. Otherwise, it was eight hours walk through the forest before the awful street that is there now was done. The most lucky travelled on a truck, packed like the goods in the back box, going in and out of the river many times, esoterically fluttered and whipped. It's not an easy tour. Everything belonging to Him is not easy. And there Maurizio met Babaji, who welcomed him as if He was waiting for him since ever, embracing him like a son. It was only one month before He left His body. And all this only because of one of His photos. There are many other stories of people brought to His feet, healed, enlightened, transformed by a photo of His that in some way became alive, bright or something like that. If you would like to hear some more, you can come and everybody will be happy to talk about the force of the image of Babaji and all the fantastic true stories that shocked and changed to the roots many lives: you will get hours, days, months of fantastic free entertainment. The thousands of stories of His miracles and plays are one of the most fascinating things of this trip. So, if I should sum up what I understood of Him I would say: almost nothing. I would say that to me, feeling in this period the task of spreading transformation as a primary and urgent duty for me and all mankind, Babaji has been and is the greatest transformer of individuals that I know. Why change ourselves, you will ask, aren't we right the way we are? Perfect, but who knows and sees now annunciates, and you all know, an imminent descent of a very strong energy, and we are not structured in our physical and subtle bodies for this potential difference: so we need to change from 12 volts, as we are now, to 220 volts, as we should be to receive this Energy without being electrocuted. On the contrary, the high-power Energy will melt our untrained circuits. In a few words this is why we need transforma47
tion: not to suffer, not to die. It's a duty, a primary need. Believe it. Babaji manifested Himself to many people, did they know Him or not, in this era of changing, in this Lent that preludes the great Easter of Mankind, to change us, to put us together, to renew us, to make us those new beings worthy of the coming New Age, worthy of the white dress of our live Soul coming in the new Easter. The place He chose is exactly like Him, is Him. And the energy there is really 220. Hairakhan: a few houses on the side of a mountain facing a fantastic holy river, that with its water liberates you from your burdens, the Gotami Ganga at the foothills of Himalayas near the Tibet borders, and there's no place like that all over the world. Yes, there are wonderful places, fascinating ones, almost all occupied by Club Mediterranèe, but that place is magic, and Mediterranèe still didn't buy it. Hairakhan is a melting pot of transformation. Holy place since a thousand years, dwelling of Shiva and Parvati, Father and Mother of all the Universe, destination of Gods and Goddesses, a powerful and sweet voice of fire and water sounds in its inner vibration, Male and Female Principles reunited. “Six months in Hairakhan, and you‘ll come back changed, you‘ll turn into a new man!“ the friends who had been there kept on telling me, so the first time I went there I was afraid of what could happen to me. On the contrary it was sweet. Then, when I said yes, when I accepted, the hard work came, luckily. I don't know anything about Indian Gods and Goddesses, about Avatar, about rituals, I am interested only in what is true practically and is useful, in what I see and feel really working. For years I followed Eucharist: it worked and I felt good, then it led me to Him, to the Father. At first, I admit, my dualistic mind was afraid to have fallen down who knows where, in what trap or secret sect with gloomy rituals, to be far from the main road. I didn‘t understand that at the end of every river there is the sea, beautiful, clean, bright, purifying any dirty river. And Father and Mother are that Sea where the Son leads you, the Infinite Ocean, One, where every river leads sooner or later. Maybe I still 48
wanted to remain in my river by now polluted by a thousand cities vomiting in it their rubbish. My sanctimoniousness used to divide, and I divided and wanted to get off. But in the end He won. All is One. His work is occult and silent. He works like a force transmitting to all those people available to change and open to the new work. During all the time He was in His physical body, I, like many others, received by cable communication, from above, day by day, instructions and preparation. I didn't understand then what was all the writing, cleaning myself, those boring fasts, yoga, those travels to India and the Red Sea. I didn‘t understand Who preserved me, free from heavy jobs, always giving me what I needed, Who dictated, Who supported me with no food during very long periods, sending to me truth after truth, pitilessly, as if in an Olympic training. Now I understand: it was Him, His way of teaching from inside the heart, even without seeing or knowing Him. He never asked to anybody to change their religion, and to everybody He gave individually, within their own belief. Hindu, Muslims, Jews, Christians, Sikhs came, and to all He said: go back to your religion, to your rituals, but in a new way, aware, go back to your rivers that one day will lead you to Me. The root and essence of all religions is one, and one is the Truth. The true Master is that Truth, He is its Root and Essence. Therefore, in short, in my heart I would like that all the people could glance through this book and dive deeply into Him and His Simple Immensity like in a sea that cleans up, that heals and saves. It's not a useless proselytism, it‘s awareness that in this time we all must change and transform ourselves as soon as possible, and that He and His method, His Grace are the most rapid and effective system that I know, for me and for many others like me. Direct, sincere method, making you suffer if you need to, as a mean of healing. He, like Hairakhan, gives you infinite joy and asks a little pain to really change you. In that place His energy is such that when you are there you‘d never leave, or on arriving you run away immediatly, as if unable to 49
stand this Force. He does not pay court to you, He does not butter you up, He does not make shocking miracles. He makes the miracle of giving you back Yourself. The true Master wants this, just brings you to Yourself, because you are Him, One. Waking up at dawn, ceremonies, chanting, silent comparisons and working are all methods common to all ashrams in this world, but there in Hairakhan they really work, dig: from there the people come out, after nine days of Novaratri, transformed. In the first days you see every aspect of their ego pouring out the theatre that they once called themselves. You follow them lovingly day by day, rite after rite, chandan after chandan (sandalwood paste applied on the forehead to mark the third eye), yagya after yagya (ancient vedic rite of offering to the sacred fire), aarati after aarati (chanting prayer offered to the Divine), and you see them changing in front of you. Women leave any make-up, wear spontaneously Indian sarees and, without any compulsion, sometimes they shave their head leaving to the Ganges their beautiful long hair. We accept precarious arrangements that we would never accept in any other hotel in the world. We accept to go down to the river at four in the morning, in the night, to wash ourselves in the icy water, and we do this with joy. This year the most beautiful was a frau, surely in the fashion or show business, who, with her partner, always dressed and made-up in an original way, with great black sunglasses and red lipstick, shot with her camera any moment of the great movie of Novaratri in Hairakhan. I was astonished, some days later, when the feast for the Divine Mother was over, I hardly recognized the same person: she was completely transformed, simple, no make-up, no hair, no more cameras or sun-glasses, chanting and meditating at the temple in Chiliyanaula, with the light of joy in her eyes of a little girl coming back to life. For this, and for many other reasons that I would like you to discover for yourselves, I recommend to you this Trip into His Face as an alternative transformation holiday. As a gift to your Soul that has waited too long. Because in this moment I believe that it is a really good buy, a good investment of one‘s 50
time and money. Changing, transforming oneself, becoming a part of the great Transformation. I think it‘s the only thing that is worthy of fighting for, to pass united into the new Christic Body who is being born in this coming Easter. This book is conceived as another means of self-transformation, another proposal for self-healing, a live prayer, a rosary of one hundred and eight beads that we could say every day at the Divine Feet, and every day find again Him inside us to lead us a little step higher. Follow your heart. He is there and guides you from there, your, our mirror, and, looking into His Face we will recognize ourselves and something wonderful will happen inside us. The mantra OM NAMAHA SHIVAY is a very very strong vibration, the strongest in the world, and will rapidly get you in touch with His Energy if you will repeat it constantly, morning and evening, while working, studying, playing, laughing or crying. There will be no need to say any more.
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Thanks to You who granted me this fantastic gift: in knowing You to know myself, in my own personal way, photography, not suffering in the least for not being the author of such beautiful images. Thanks to Christina, my wife, who helped me to choose and relate the texts and the photos. When the work was over, made up in big black plastic pages, putting them one by one on the sofa in the living room to have the final sight, reading the texts together with the photos, she could hardly keep her tears, and me too. We looked each other and laughed while crying. We hope it will give you the same. And this is Truth, Simplicity and Love. Thank You. Thanks to all the Authors of the photos, who will remain unknown, for their Karma Yoga. Thanks to Gora Devi, who suddenly gave me all the photos lovingly collected over the years of living with Him. For a long time I buttered her up in the hope of getting just one, in vain: attached to His physical image, like a shell to the shore, she couldn‘t part herself from what reminded her of Him the most. When I finally came out of her little room in Hairakhan, with the Indian brown plastic bag full of all those photos, I couldn‘t believe it. “Give me back the bag, I need it“, she told me saying goodbye. I thought she was joking, but she was serious. I burst out laughing from my heart, swollen with the task that was entrusted to me. Here I am. I dedicate this work to my Master Vishnu Datt Shastri, who loves and inspires me. Could these pages awaken inside you the ever living memory of your True Essence, unite and keep for eternity the true Love buried in yourself. Could they open up again your true Eye on that Face inside you and tune with Joy to His Vibration to melt and swim into the Ocean of His Presence Peace Truth Love, and be reborn in Him, new children. And in Him, work with Him. Jai Datt Gianbarberis 52
VIAGGIO NEL TEMPIO DEL TUO VOLTO
ONLY LOVE JOURNEY INTO THE TEMPLE OF YOUR FACE
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Mi inchino a Ganesh
che illumina la Via e protegge nel lungo ritorno mi inchino ad Hanuman devozione che unisce mi inchino all’Amore Cristico onnipervadente mi inchino ad Amba la Madre Suprema mi inchino alla Grazia del mio Maestro che permette e ispira questa ghirlanda semplice Gli rendo grazie
I bow to Ganesh Who enlightens the Way and protects along the way back I bow to Hanuman devotion that unites I bow to the all-pervading Christic Love I bow to Amba the Supreme Mother I bow to the Grace of my Master Who permits and inspires this simple garland I thank Him
Babaji a Te la dedico a Te chiedo ogni prosperitĂ gioia e salvezza per chi coglierĂ questi Fiori di Vita che offro entrando in questo Tuo Tempio in punta di piedi
Babaji to You I dedicate it to You I ask all the prosperity joy and salvation for whomever will pick up these Flowers of Life that I offer walking in this Temple of Yours on tiptoe 54
I
Tu
You create preserve destroy any form beyond any form Form in any form Life Light Love I bow to this Body of Life Body of Love Life in any life You love me when I do not love myself
crei preservi distruggi ogni forma oltre ogni forma Forma di ogni forma Vita Luce Amore mi inchino a questo Corpo di Luce Corpo di Amore Vita in ogni vita Tu mi ami quando io non mi amo
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II
Tu Sitaram Gioia radiante Terra promessa di Gioia ci porti a Casa patto d’Amore nel lungo ritorno alla Gioia vera Paradiso perduto ora vieni e mi ami quando io non Ti amo
You Sitaram radiant Joy Promised Land of Joy You bring us Home Love pact in the long coming back to the true Joy lost Paradise now You come and love me when I did not love You
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III
Tu Nilakanta bevi il veleno del mondo bevi ‘io e mio’ bevi laghi di sangue malato bevi mari di grida impotenti bevi nuvole scure di sogni morti bambini bevi occhi senza speranza odio e tradimento rabbia sfiducia ignoranza per portarci a Te alla Vita mi ami così come sono e non chiedi di più
You Nilakanta drink the poison of the world You drink ‘I and mine‘ You drink lakes of bad blood You drink seas of powerless shoutings You drink dark clouds of newborn dreams You drink hopeless eyes hatred and betrayal rage discouragement ignorance to bring us to You to Life You love me just as I am You don't ask for more
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IV
Tu Volto di Amore Madre Padre Amico alba gentile mi porti di lĂ della notte di lĂ del mio pianto per mano nuovo sicuro Fuoco mi bruci e mi fai Luce
You Loving Face Mother Father Friend gentle dawning You bring me beyond the night beyond my cry by hand new safe Fire You burn me and make me Light
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