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La sacralità del potere

suo complesso «romanico». In realtà, le forme dell’architettura romanica erano le più varie: infl uenzate dallo stile arabo nell’Italia meridionale normanna e nelle aree di confi ne cristiano-musulmane della Spagna; dall’arte tardoclassica, paleocristiana e bizantina in Italia; in generale, si tratta di edifi ci che sostituiscono le coperture lignee usate sino allora con volte a crociera o a botte, poggianti di conseguenza su masse salde e poderose. Le iniziali forme spoglie, care ai cisterciensi, lasciano posto man mano a rilievi scultorei sulle facciate e i capitelli. Emergono i primi nomi di artisti: Gilabertus, Antelami, Niccolò. Le città si dotano di nuove cattedrali, simboli della crescita economica e della nascita delle istituzioni comunali. Le arti «minori» – lavorazione dell’avorio, orefi ceria, miniatura – partecipano al rinnovamento. L’eclettismo delle origini si vede bene, per esempio, in Toscana, dove fu soprattutto il modello pisano, di chiara ascendenza bizantina, a infl uenzare il resto della regione (e non solo, dal momento che infl ussi pisani si riconoscono persino in Puglia e – soprattutto – in Sardegna). Buscheto, il primo costruttore del duomo, ha un nome di matrice greca; e bizantine saranno parte delle maestranze che nel secolo successivo lavoreranno nel battistero. Gli stessi modelli si rilevano nell’ambito pittorico, soprattutto nell’opera di Giunta Pisano. L’interesse per il mondo antico e l’arte classica non è certo una peculiarità esclusiva del Rinascimento. Lungo tutto l’arco cronologico dei «secoli di mezzo» gli intellettuali si erano interrogati su quanto legava la loro cultura a quella classica e la loro storia a quella dell’antica Roma. In certi momenti e ambienti particolari (l’età di Carlomagno o il Mezzogiorno federiciano, per esempio) questo interesse è stato avvertito in modo particolare; per quanto riguarda la Toscana dell’età dei comuni, città come Pisa e Firenze, all’apice del loro successo, non si sono sottratte alla fascinazione per la Roma antica, proponendo anzi talvolta l’idea

4, 5. Timpano (4) del portale occidentale della cattedrale di Saint-Lazare ad Autun, opera dello scultore Gislebertus, che si fi rma come mostrato nel particolare (5).

6. Particolare delle Opere di misericordia di Benedetto Antelami. Portale del Giudizio Universale, battistero di Parma.

7. Particolare del Crocifi sso opera di Giunta Pisano. Santa Maria degli Angeli, Assisi.

8. Profeti con cartigli nel portale della cattedrale di Verona, opera della bottega di Niccolò.

di una fi liazione rispetto alla città che più di ogni altra era riuscita a domare e dominare ampi orizzonti. Per la fabbrica del duomo di Pisa furono importati da Roma materiali di spoglio dei monumenti antichi. A Firenze, secondo una tradizione attestata nel Trecento dal cronista Giovanni Villani, si era diffusa la leggenda che il battistero di San Giovanni, costruzione romanica dell’XI secolo, fosse sorto in età costantiniana su un tempio dedicato a Marte. Si trattava di una storia tutt’altro che insolita per il tempo e che si ritrova in altre città: per esempio a Mantova, nel caso della chiesa a pianta circolare (è detta infatti Rotonda) dedicata al martire Lorenzo, pure dell’XI secolo.

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