Lombardia -Trentino Adamello

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bimestrale tascabile di turismo consapevole

Lombardia Trentino

ADAMELLO


Montagna

di sport

LOMBARDIA E TRENTINO ADAMELLO

testo di Federica Botta – foto di Alessandro De Rossi

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Dal ghiacciaio Presena in cordata al passo Gavia in bicicletta: imprese sportive per tutti i gusti si concentrano nelle vette dove combatterono gli alpini della Guerra Bianca, passeggiava Papa Wojtyla ed ora pascolano le vacche brade del formaggio Silter Camuno.


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«B

ergheil!». Dopo il silenzio della ALTO ADIGEripida salita, rotto solo Bolzano Adamello dal mio ansimare, la mia Trento TRENTINO guida alpina Renzo mi concede il saluto tradizionale della montagna, gelosamente conservato per chi condivide la soddisfazione di aver raggiunto insieme una vetta impegnativa. Mi stringe la mano con aria sorniona all’ombra della croce di Giovanni Paolo II. Se lui è orgoglioso del mio risultato, io lo sono molto di più. Non pensavo che ce l’avrei fatta. E continuavo a ripeterglielo, nonostante la sua rassicurante fiducia. Nelle foto che rivedrò giorni più tardi, il mio sorriso spicca bianco come il ghiaccio che mi circonda sulla faccia annerita dal sole d’alta quota dell’Adamello, dalla polvere della ferrata del Sentiero dei Fiori, che non ho lavato via dalla partenza, e, soprattutto, dalle occhiaie di sonno e stanchezza di questi due giorni a 3000 metri. Ho camminato, in totale, per diciannove ore su trenta, ho scalato con i ramponi, ho attraversato la vedretta più bassa del

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ghiacciaio Adamello e i suoi intriganti, ma infidi crepacci, ho superato i settanta metri delle due passerelle degli Alpini, sospese a 300 metri dal suolo, e, soprattutto, ho sudato (si fa per dire, c’era qualche grado sotto lo zero!) ogni ultimo passo sino alla meta. In cordata, nella luce del tramonto, con il fiato corto e il cuore a mille, ho seguito il ritmo infernale imposto dal mio infaticabile “maestro”, che creava effimeri scalini di ghiaccio, a suon di calci, sulla parete verticale. E infine sono arrivata (in tempo per la cena!) al rifugio Lobbia Alta, il rifugio di Papa Wojtyla. E chi si immaginava che l’anziano Pontefice, che mi ricordo appoggiato al bastone anche alla finestra di San Pietro, fosse in grado di scarpinare tanto! Per me, nata e cresciuta al livello del mare, è stata un’impresa epica. E, invece, il Papa se venne sin quassù, per ben due volte, rigorosamente a piedi, nel 1984 e nel 1988, per camminare e sciare sull’incantevole Pian di Neve, il più grande ghiacciaio delle Alpi. Che allora, mi spiega Renzo, era ben più ampio, imponente e in salute. Solo una quarantina di anni fa, quand’era bambino, era possibile, anche in piena estate, tuffarsi dalla finestre


del Rifugio in imponenti cumuli di neve. Oggi, come tutti i ghiacciai delle Alpi, anche il Pian di Neve si è ridotto: ha perso circa il 42% dal 1850, a causa del riscaldamento globale. Le sconvolgenti immagini del ritrarsi della vedretta Mandrone, a distanza di pochi decenni, sono entrate persino nel eco-film di Al Gore sugli effetti dell’inquinamento. Un fenomeno risaputo, ma ancora più impressionante se visto dall’alto dei tremila metri della Lobbia Alta, mentre la guida ti racconta che neppure una generazione fa il ghiaccio copriva tutta la conca dell’altopiano dove oggi si vedono solo sassi aguzzi e ghiaioni grigi. La depressione morenica era praticamente un piano di ghiaccio. Tra gli immani disastri che sta causando il cambiamento climatico, posso annoverare anche l’avermi costretto a scapicollare su centinaia di metri di morena instabile, invece che proseguire in comoda cordata sul ghiaccio! Oltretutto, con il rischio molto più importante di crepacci e cana-

loni, dovuto all’assottigliamento dello strato gelato. Certo, le mie fatiche sono ridicole passeggiate domenicali rispetto agli sforzi disumani dei soldati che qui si affrontarono durante la Prima Guerra Mondiale. Proprio su queste vette passava il confine tra Italia e Impero Austroungarico e proprio su queste ripide e desolate creste si combatterono alcune delle battaglie più difficili e sanguinose di quella che è stata infine battezzata La Guerra Bianca. Un’epopea di conquista di montagna, fatta di coraggiose e spericolate imprese alpinistiche da parte di piccoli manipoli di scalatori, per l’apertura di nuove vie di salita alle vette, magari sul lato nord e in piena notte, più che di tattiche militari a tavolino e di grandi eserciti in campo. Ed è strano oggi pensare quanto abbiano faticato, disperato, gelato, maledetto il freddo e “corteggiato” la morte i giovanissimi alpini, poco più che ventenni, che hanno riconquistato all’Italia queste cime. Proprio su cresta Croce, a circa un

PASSI GELATI In cordata sul ghiacciaio Vedretta del Mandrone. In alto: si controlla la strada con la guida Renzo Zampatti. Nella pagina a fianco, in alto: sulle morene del ghiacciaio Presena; In basso: la salita a passo Paradiso.

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ora di cammino dal simbolo cristiano della pace e della salvezza, oggi dedicato al Papa, su un sentiero strapiombante largo non più di un metro che oggi si effettua in cordata, rimane custodito un cannone 149 G, il più alto pezzo d’artiglieria pesante delle Alpi, dichiarato Monumento Nazionale. Un bestione di ghisa da 6 tonnellate, che fu trascinato a forza umana per 1500 metri di dislivello, dalla stazione di Edolo sino al passo Mandrone, sempre con il buio, durante le tempeste o con la nebbia, quando le peggiori condizioni atmosferiche aiutavano a nascondersi ai nemici. In una sola notte, il 6 giugno del 1917, duecento uomini lo spinsero oltre la Vedretta e lo issarono sulla sella a 3200 metri di quota dove ancora si trova. E dove probabilmente ha aiutato l’Italia a vincere la guerra su queste montagne. L’unico effetto collaterale positivo della riduzione del ghiacciaio è la possibilità di ritrovare molti manufatti del periodo in cui queste cime furono, si può quasi dire, “affollate”. Circa mille uomini trascorsero tre lunghi anni, inverni compresi, nel “villaggio” di baracche della cresta di Casamadre e Lago Scuro, ad oltre 3.000 metri. E fino alla costruzione delle teleferiche erano riforniti dalla valle solo a piedi, con due viaggi per notte, il primo carico di armamenti, più pesanti,

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il secondo di cibo e legna. Sino alla costruzione della galleria del Gendarme, il tratto più pericoloso era il passaggio sulle insicure passerelle sospese, esposte al tiro degli austriaci e al crollo delle valanghe. Ricostruite, dal 2011, con i più moderni sistemi di equipaggiamento da montagna, oggi si attraversano con imbragatura, ma restano ugualmente impressionanti. Fu la guida alpina Giovanni Faustinelli, già negli anni ’60, ad accorgersi del valore storico e turistico di queste strutture in totale abbandono. Un personaggio degno di un film hollywoodiano: saliva in solitaria, in ogni stagione, a scavare e restaurare le capanne. Un giorno, mentre lavorava alla riapertura di una galleria, un ordigno inesploso gli dilaniò una gamba. Ferito, solo e a tremila metri di quota, non si perse d’animo: con un badile finì di amputare l’arto maciullato, che si impigliava nel filo spinato mentre cercava di uscire dal tunnel, raggiunse la capanna appena risistemata e aspettò tre giorni che qualcuno raggiungesse la cima per soccorrerlo. È grazie alla sua passione e all’impegno di decine di altri volontari, se lo scorso anno è stato possibile inaugurare il nuovo allestimento del Museo della Guerra Bianca di Temù, la più completa collezione di materiali e informazioni sugli avvenimenti alpini, compresa


Scalate a pedali

Per gli appassionati delle due ruote l’Adamello è il sito di due delle crono-scalate più famose della storia del ciclismo su strada: il passo di Gavia e il passo Mortirolo. Affrontato con partenza da Ponte di Legno, il passo Gavia ha un dislivello complessivo di 1.363 metri per 17 chilometri e 400 metri di lunghezza, con una pendenza media del 8% e lunghi tratti da 14% o addirittura 16% (per la presenza di una breve galleria si consiglia una torcia frontale). Il passo Mortirolo, salendo da Monno, si arrampica per 972 metri in tredici chilometri, con una media di 7.5% di salita e tratti più impegnativi dal 12 al 16%. La zona è ben attrezzata anche per la mountain bike, e sono moltissimi i sentieri segnati con varie difficoltà, dalla semplice pista ciclabile Ponte di Legno - Vezza d’Oglio, che segue il corso del fiume (12 chilometri di dolce discesa al 2,5 %, su asfalto, con possibilità di rientro in bike-bus se non si vuole affrontare la salita di ritorno) ai percorsi più impegnativi, come il numero 7, chiamato Camos: trenta chilometri quasi tutti su sterrato, che da Ponte di Legno salgono al pittoresco borgo di Case di Visio, per poi arrampicarsi con estrema fatica sino ai 2.478 metri del rifugio Bozzi, da dove comincia un single track in discesa che richiede una certa perizia. A Ponte di Legno c’è anche un nuovo, attrezzatissimo Bike Park dove gli Istruttori della Scuola Federale insegnano ai ragazzi le tecniche e i segreti della pedalata su circuito misto, prima di accompagnarli in escursioni di downhill. La scuola MTB Adamello Bike offre gratuitamente la cartografia delle piste segnalate e dedicate, organizza settimanalmente escursioni accompagnate, con salita in bus-navetta o in cabinovia, noleggia le nuove e-bike, MTB elettriche con pedalata assistita, da giugno a settembre, presso la Cabinovia di Ponte di Legno, 10-13 e 14.30-18.30, informazioni e . prenotazioni Edoardo cell. 389.1156641,

una raccolta fotografica eccezionale e una sezione sull’impiego di sci e cani da slitta. Certo è curioso, ma forse non una coincidenza, che il Papa abbia scelto questo luogo per le sue meditazioni estive: nonostante il peso della storia, dall’alto del tetto d’Italia è facile cogliere la pace e anche un moto di speranza, nonostante il segno

netto e preoccupante del “caldo” che avanza: se noi esseri, così piccoli, siamo riusciti ad arrivare sin quassù, e a compiere simili imprese, forse potremmo anche imparare a cambiare. Come ha fatto il rifugio Lobbia Alta, dedicato sia ai Caduti che a Wojtyla, che ha scelto di essere alimentato da un progetto pilota di pile ad idrogeno!

MURO FINALE L'ultima salita della cronoscalata in bicicletta per passo Gavia. Nella pagina a fianco, in alto: il cannone 149 su cima Cresta Croce; in basso: tabella alla partenza del Sentiero dei Fiori.

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Gastronomia

L’alta Val Camonica nasconde alcuni “segreti” culinari. Il primo è il Silter, che dovrebbe ottenere quest’anno la certificazione DOP, un formaggio di latte vaccino crudo, prodotto in grandi forme circolari e in differenti stagionature (sino ad oltre 36 mesi) da latte della razza Bruna Alpina. Andrea Bezzi, del piccolo caseificio Bezzi di Case di Viso, raccolto nell’incantevole scenario di uno degli alpeggi più pittoreschi del comprensorio, lo produce da vacche allevate rigorosamente brade in estate, munte direttamente al pascolo e foraggiate solo ad erba in inverno. Nel suo minuscolo spaccio tra le casette in legno del borgo, si trova anche il formaggio Case di Viso, da poco fregiato del marchio di tutela DeCO (Denominazione Comunale di Origine), venduto in varie stagionature, il burro biologico e i salumi, prodotti esclusivamente senza conservanti né coloranti. Andrea ha una rivendita anche a Ponte di Legno, in vicolo Plaz dell’Orto 15, tel. 0364.92446, cell. 335.6921753. Ponte di Legno e il Passo del Tonale sono un curioso melting pot eno-gastronomico, grazie ai passi e ai collegamenti: vi si possono assaggiare i casoncelli bresciani, nella variante dei calsù di Ponte di Legno, ravioli ripieni di cotechino e formaggio valcamonica, serviti con speck trentino, ma anche l’aceto balsamico di mele della Val di Sole e i pizzoccheri della Valtellina.

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PASSAGGIO FIORITO Passerelle a Ponte di Legno. In basso, in senso orario: opere di Artigianato Camuno del Legno; una sala del Museo della Guerra Bianca di Tem첫; fioritura di arnica montana a passo Paradiso. Nella pagina precedente, in alto: architettura tradizionale a Case di Viso; in basso in senso orario: Andrea Bezzi e il suo formaggio Silter; gnocc de la cua al ristorante San Marco; fioritura di stelle alpine.

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L'itinerario

Passo del Tonale, Ponte di Legno

A

Passo Paradiso

I

2585

D R

44

Passo del Castellaccio

el Gendarme

A

lago di Monticello

44

2963

Passo di Casamadre

B

2984

Corno di Casamadre 3104 209

M

Corno Lago Scuro 3166

Capanna di Lagoscuro Passo di Lagoscuro

Presena ALPI

La Presanella

O

2970

3034

209

Cima Payer

L

ghiacciaio

Passo C. Presena Maroccaro

3056

Passo Payer

lagoscuro 2668

209

Sentiero andata In cordata o ferrata Sentiero ritorno In cordata o ferrata Punto di partenza

Cima di Trento/ 2449 Mandrone ALPI

236

Chiesa Galleria Grotta

M.Mandrone

Impianto di risalita Monumento Museo, esposizione

3166

L

O

Panorama

M

Reperti della guerra Rifugio

ALPI

B

Lobbia Alta

A

Caduti dell’Adamello

3196

ALPI

R

3020

D

Cima Cresta Croce/ Giovanni Paolo II 3208

I

A d a m e l l o A 3290

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Cannone 149G Passo Croce o del Dosson 2984

0

1 chilometri

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Sentiero dei Fiori e Sentiero del Papa Punto di partenza: passo del Tonale, passo Paradiso Punto di arrivo: Rrfugio Lobbia Alta, cima Cresta Croce Dutata: 1-3 giorni, con pernottamento in rifugio Dislivello: 2.245 metri in due giorni, solo andata Note: il Sentiero dei Fiori è una ferrata alpina che necessita di imbracatura e materiale di sicurezza obbligatorio. Pur non essendo estremamente impegnativa (difficoltà F), rimanendo sempre oltre i 3000 metri, presenta ghiaccio e neve anche in estate. È possibile percorrerla e rientrare in giornata, ma sono necessari comunque piccozze e ramponi per attraversare il ghiacciaio Presena al ritorno. Per raggiungere il rifugio Lobbia Alta è necessario attraversare in cordata la vedretta Mandrone, con ramponi e piccozze. Per salire a cima Cresta Croce è necessaria una certa preparazione alpinistica. È possibile realizzare l’escursione anche in tre giorni, con un pernottamento intermedio al rifugio Mandrone (Città di Trento). Si può arrivare alla vedretta Mandrone evitando il Sentiero dei Fiori, direttamente da passo Maroccaro. Accompagnati da una Guida Alpina, tutta l’escursione è accessibile anche ai neofiti della montagna, ma con un buon allenamento di trekking. Attenzione agli orari di ritorno, la cabinovia da passo Paradiso per il passo del Tonale si ferma alle 16! L’inizio del trekking si può effettuare da passo Paradiso (2.585 m), alla base del ghiacciaio Presena, che si può raggiungere comodamente in cabinovia dal passo del Tonale o, con un primo tratto di funicolare, da Ponte di Legno. All’arrivo degli impianti, in una galleria scavata nella montagna, c’è una prima interessante esposizione multimediale, basata sui colori e sui suoni della guerra. Per iniziare a salire, si segue per un breve tratto la strada principale verso il ghiacciaio, quindi, di fronte al Monumento ai Caduti e al lago di Monticello, si prende a destra della conca, sul sentiero 44. Questo, ben segnato, conduce in un’ora e mezza di scarpinata ripidissima tutta tornanti, al passo del Castellaccio (2.963 m), dove si incontrano i primi reperti della guerra, con i resti di filo spinato che proteggevano il valico. Qui inizia il Sentiero dei Fiori, attrezzato di funi d’acciaio e catene, che pro-


segue, quasi in piano ma molto esposto, sulla cresta. È il sito delle due spettacolari passerelle sospese di settanta metri, ricostruzione moderna e sicura delle strutture create dagli alpini per superare il picco del Gendarme e il punto panoramico detto Nido d’Aquila, inaugurate nel 2012. È possibile evitare le passerelle passando nella galleria del Gendarme, scavata in tempo di guerra: indispensabile una torcia elettrica! In un’ora circa si raggiunge il passo, a 2.984 m di quota, e il Corno di Casamadre, a 3.104 m: il sentiero, pur restando alpino, si fa più scorrevole, anche se le guide consigliano agli inesperti di restare imbracati. Si procede in leggera salita sino alla parte più alta del tracciato, corno Lago Scuro (3.166 m), dove sono ben visibili le grotte di riparo, scavate durante la guerra per dare ospitalità alle vedette, di guardia su queste cime gelate. Appena più in basso si trova la capanna di Lagoscuro, ricovero dedicato alla guida alpina Giovanni Faustinelli, che per primo, negli anni ’60, iniziò a battersi per il recupero delle strutture. Nei giorni festivi, si ha la fortuna di essere accolti con un tè caldo dagli “Amici della Montagna”, che permettono la visita, al minuscolo ma autosufficiente ricovero. Scendendo sulle scalinate di pietra, scavate come trincea tra gli alloggiamenti, si trova una seconda baracca in legno e metallo, da poco restaurata, che presto sarà aperta come museo, e la chiesina del villaggio. Si raggiunge quindi passo Lagoscuro (2.970 m), dove può iniziare la discesa verso l’omonimo lago (2.668 m). I più veloci ed allenati potranno qui scegliere di proseguire ancora in quota per cima Payer, 3.056 m, con un sentiero attrezzato, leggermente più esposto e difficile, percorribile in un’ora e mezzo, per poi ridiscendere attraverso passo Payer a Lagoscuro, dove si riuniranno con chi ha scelto la via più breve. Se si scende direttamente dal Sentiero dei Fiori per rientrare in giornata, appena in vista del lago, ma prima di raggiungerlo, si può imboccare a sinistra la via del ritorno (sentiero 209), che risale sino al passo Maroccaro (3.034 m) con un tratto franoso e ripidissimo su ghiaione, per riscendere sul lato opposto nel bel mezzo del ghiacciaio Presena, in direzione passo Paradiso (piccozze e ramponi obbligatori). Se si prosegue, ci si indirizza verso il rifugio Cima di Trento, meglio conosciuto come Mandrone, scendendo sino a 2.449 metri. Qui è possibile spezzare il lungo cammino (sin qui sono già 4-5 ore); in caso contrario si riprende a camminare, attraversando uno dei paesaggi più incantevoli

BRIVIDI IN QUOTA Le passerelle degli alpini, via ferrata sospesa lungo il Sentiero dei fiori.

del Parco, costellato di laghetti e fioriture di erioforo, passerelle in legno e una vista eccezionale sulla cascata del ghiacciaio. Aggirando piccole creste e morene instabili, con l’Itinerario Glaciologico Marchetta 236, si raggiunge dopo un’ora e mezza l’inizio della vedretta Mandrone, la parte finale del Pian di Neve, dove si inforcano i ramponi. Il ghiacciaio si attraversa in diagonale, con una salita molto dolce che aggira i numerosi crepacci, sino ad arrivare proprio ai piedi della Lobbia Alta, da dove comincia l’ultimo, faticosissimo e ripidissimo strappo sino al rifugio Ai Caduti dell’Adamello (3.020 m, un’ora e mezza). La mattina successiva si può salire a cima Cresta Croce, oggi dedicata a Giovanni Paolo II (3.208 m, un’ora), con un tratto misto di arrampicata su roccia, ghiaccio e tratti esposti di cresta. Uno stretto sentiero in crinale, da percorrere in cordata, conduce sino al tratto più alto (3.313 m) e poi al cannone 149G, prosegue sino a passo Croce o del Dosson (3.290 m), per poi scendere diretto e ripidissimo nel bel mezzo della vedretta Mandrone, arrampicando in discesa con piccozze e ramponi. Non sottovalutate il ritorno, via rifugio Cima di Trento e passo Maroccaro, attraverso il ghiacciaio Presena, che non sarà tutto in discesa.

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BLOCKNOTES

Durata Quando

3-6 giorni da aprile a ottobre

Come arrivare In auto: da Milano, distante 180 km, A4 in direzione Venezia, uscita Seriate, poi SS42 in direzione Lovere - Valle Camonica - Passo Tonale. Da Trento, distante 90 km, A22 in direzione Brennero, uscita San Michele all’Adige, poi SS43 in direzione Passo Tonale sino al ponte di Mostizzolo (4 km dopo Cles), quindi SS42 sino al Passo Tonale. In treno: la stazione più vicina a Trento è Malè, da cui si procede in autobus sino al Passo del Tonale. Da Milano, la stazione di riferimento è Edolo, delle Ferrovie Nord Milano, cui segue un tratto di autobus sino a Pontedilegno.

LOMBARDIA E TRENTINO ADAMELLO

Come spostarsi Ponte di Legno e il Passo del Tonale sono collegati da una nuova cabinovia, in funzione tutto l’anno, che permette anche il trasporto biciclette. Dal Passo del Tonale è attiva la cabinovia per il passo Paradiso e, da lì, una seggiovia aperta conduce sino a capanna Presena. Nel periodo estivo funzionano anche gli impianti di risalita per il rifugio Corno d’Aola e Valbione e da Temù per il Roccolo Ventura, anche questi con possibilità di trasporto MTB.

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Dove dormire Ponte di Legno: Hotel Acquaseria**** via del Castello, tel. 0365.441100, , alle spalle del castello, a soli 500 metri dal borgo antico e dagli impianti di risalita, camere, appartamenti e SPA di oltre 400 metri quadri; La Tana dell’orso Hotel e Spa***, via Case sparse, loc. Valsozzine, tel. 0364.901036, , camere accoglienti affacciate sulle piste da sci e sul gruppo dell’Adamello; Residence Jolly Resort**** via F.lli Calvi 74, tel. 0364.92010, , costruito secondo i più moderni criteri di bioarchitettura a due passi dagli impianti di risalita, con spa e appartamenti. Dove mangiare Ponte di Legno: Ristorante San Marco, piazzale Europa 18, , tel. 0364.91036, chiuso il lunedì, lo chef Mar-

co Bezzi offre un menù rinnovato ogni giorno, filetto al Camunnorum, guancialino di vitello con le patate di Monno e i funghi porcini, piode di Monno, gnocchi di patate crude con stracotto d’asino, gnocc de la Cua, gnocchi di pane raffermo con erbe selvatiche, con cipolla, burro di malga, salvia e formaggio Silter e calsù. Temù: Ristorante Kro, via Tollarini 70, località Montagna, tel. 0364.906411, , chiuso martedì e mercoledì a pranzo, un’osteria che si rifà all’antica tradizione delle stazione di posta, da assaggiare lo spiedino di lumache con pancetta gratinata e i casoncelli al burro aromatico. Rifugi

Rifugio Ai Caduti dell’Adamello, Lobbia Alta, tel. 0465.502615, cell. 335.6664234, , da giugno a settembre, in base alle condizioni meteo e in marzo e aprile per scialpinismo, struttura moderna e molto accogliente, con camere doppie o quadruple o camerate, sala comune, spogliatoio, ristorante con piatti locali e colazione abbondante; Rifugio Città di Trento al Madrone, laghi del Mandrone, tel. 0465.501193, 20 giugno - 20 settembre, aprile e maggio in base alle condizioni meteo per scialpinismo, punto ristoro, camere e ristorante; Rifugio Capanna Presena e Ristorante Passo Paradiso, tel. 0463.758299, cell. 348.8079257, , ristoro, ristorante e pernottamento nel periodo estivo. Campeggi Punto Sosta Camper Ponte di Legno, con scarico ed elettricità, all’ingresso del centro storico, sulla strada statale per Passo Gavia, comodo e ben gestito, con servizio wc-wash, tavoli e panche picnic, bar e ristoro, tariffa giornaliera 15 e con c/s, cani ammessi. Possibilità di parcheggio e pernottamento anche nell’ampio parcheggio del Passo del Tonale, con spazio dedicato. Camping Presanella,


Cosa vedere Temù: Museo della Guerra Bianca, via Roma 40, nella piazza principale, tra la chiesa e il municipio, tel. 0364.94617, cell. 334.6487127, , giugno e settembre - ottobre 10-12 e 16-18, luglio e agosto, 10-12 e 15.30-18.30, inaugurata nel 2013 la nuova esposizione ampliata e rivista dei ritrovamenti e delle immagini fotografiche delle trincee d’alta quota dell’Adamello.

BLOCKNOTES

Cosa comprare Tutta l’alta Val Camonica è famosa per la lavorazione del legno. Nel comune di Temù si tiene ogni estate Arte in Strada, un’estemporanea di scultura lignea, in cui i migliori artigiani provenienti da tutto il mondo scolpiscono lungo i vicoli del borgo, seguendo un tema assegnato dalla giuria. Alcuni esempi di lavorazione si trovano anche nel negozio Artigianato Camuno del Legno, piazzale Europa 25, Ponte di Legno, tel. 0364.91830, , e nel laboratorio di Pietro Sandrini e di suo padre Antonio, situato in via Nino Bixio 27, . Tra i prodotti artigianali della gastronomia, spiccano sicuramente i piccoli frutti, di bosco o di giardino, freschi o lavorati in conserve, marmellate, confetture, tisane e persino cioccolate. Si possono trovare durante l’estate presso la rivendita a km0 di Mina Tomasi, cell. 339.6265874, di fronte alla piscina di Ponte di Legno, che offre anche uova e carne biologica, o nel negozio La Mela del centro storico, via Zuelli 13, tel. 0364.900599, , che vende anche specialità del confinante Trentino. Ottimi salumi, formaggi, funghi e vini si trovano nella Gastronomia Salumeria Salvetti in corso Milano 15 a Ponte di Legno. Prodotti tipici di qualità, vini ma anche formaggi, speck, marmellate ed altre ghiottonerie, si trovano inoltre al Passo Tonale, in via Circonvallazione 26, nel negozio La Voglia, , che confeziona anche bellissimi cesti regalo.

Adamello Card È una tessera a validità settimanale offerta gratuitamente a chi soggiorna per tre notti nel comprensorio oppure acquistabile agli uffici del turismo per 25 e. Dà la possibilità di partecipare ad attività di animazione, visite guidate, itinerari tematici. Esiste anche in versione Kids, con esperienze e giochi specificatamente pensati per ragazzi, che permette anche di accedere al Miniclub la Mucca Adamellina del Passo del Tonale. Con chi Per le escursioni in quota, se non si è esperti alpinisti, consigliamo di farvi accompagnare dalle guide alpine. Guide alpine Vallecamonica-Adamello, cell. 346.5788907 e 347.4574251, ; Guide alpine Val di Sole, tel. 0463.901151, cell 347.7457328, . Nel nostro tour ci ha accompagnati Renzo Zampatti, cell. 339.6142276, . Appuntamenti Estate: il primo o secondo weekend di agosto (in base al meteo), Festa della Montagna, alla capanna Giovanni Faustinelli, cresta Casamadre; a Temù in agosto, Arte in Strada, artigianato del legno; ad agosto Il ghiacciaio di Nessuno, appuntamento di grande musica ad alta quota, sui passi a oltre 3000 metri raggiungibili solo a piedi; Passi nella Neve, grandi nomi dello spettacolo si interrogano sulla Guerra Bianca. Autunno: Settimane della Gastronomia Camuna, menu speciali nei ristoranti coinvolti, incontri e sagre. Cartografia Adamello-Presena, Tabacco 1:25.000, 7,50 e. Filmografia La storia delle visite di Papa in Adamello, tratta dal romanzo Era Santo. Era Uomo. Il volto privato di Papa Wojtyla di Lino Zani, edizioni Mondadori, sarà una fiction della Rai, in onda questa primavera. Indirizzi utili Regione Lombardia, . Consorzio Adamello Ski, , via F.lli Calvi 53, Ponte di Legno, tel. 0364.92097-92639; via Circonvallazione 1/a, Passo del Tonale, tel. 0364.92066.

LOMBARDIA E TRENTINO ADAMELLO

via Cavaione 9, Temù, tel. 0364.94219, , tranquillo e isolato, con piazzole per camper e tende e noleggio roulotte e bungalow, bagni chiusi e riscaldati, con acqua calda gratuita, lavanderia, area giochi.

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ADAMELLOPontedilegno-Tonale SKI Il comprensorio a cavallo tra Alta Val Camonica e Alta Val di Sole è un paradiso per gli amanti della bici. Si può assistere a gare mozzafiato, cimentarsi su scalate che hanno fatto la storia del Giro d’Italia o rilassarsi su ciclopiste di fondovalle.

N

ell’Adamello Bike Arena, ci sono percorsi per tutti i gusti: 500 chilometri di tracciati in 18 proposte mappate e segnalate, con tracce GPS, dai 700 ai 2.800 metri di altitudine, dalle “nere” per i più sfegatati, quasi tutte su sterrato e con passaggi impegnativi, alle passeggiate per famiglie tra malghe e alpeggi, con possibilità di soste gastronomiche. Il territorio di Ponte di Legno non è certo una novità per le due ruote. La cronoscalata di passo Gavia (2.621 metri) è stata per 7 volte Cima Coppi del Giro d’Italia, il passaggio più elevato di tutto il percorso, che vi è transitato per la prima volta già nel 1960, quando ancora gran parte del fondo era sterrato e causa di innumerevoli forature. L’altitudine e la neve hanno reso spesso epico il transito dei ciclisti, come nel 1988, quando l’olandese in testa dovette fermarsi per un principio di congelamento. Per il 2014 il passaggio sulla cima è previsto per il 27 maggio con partenza da Pontedilegno, ma gli appassionati hanno l’intera l’estate per cimentarsi: un dislivello di 1.363 metri in 17 chilometri e 400 metri di lunghezza, con una pendenza media del 8%, ma lunghi tratti dal 14% al 16%. Per non dimenticare il vicino passo Mortirolo, dove nel 1994 un emergente Pantani staccò gli

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avversari con uno strappo oggi ricordato da un monumento: 972 metri di dislivello in tredici chilometri, con una media di 7,5% di pendenza. Domenica 20 luglio Pontedilegno ospiterà anche il campionato italiano TRIAL che assegnerà il titolo di campione italiano alle categorie previste dalla Federazione Ciclistica Italiana (FCI). La competizione prevede un tracciato con ostacoli da percorrere per 4 volte con il minor numero di penalità e nel minor tempo. La specialità, spettacolare e coinvolgente anche per il pubblico, prevede passaggi funambolici dove gli atleti dimostrano grandi doti di equilibrio, forza, concentrazione e coraggio. Se salti e salite non fanno per voi, ci sono percorsi in quota raggiungibili grazie agli impianti di risalita abilitati al trasporto delle MTB: la cabinovia Pontedilegno-Tonale e le seggiovie di Pontedilegno e di Temù. E per i più piccoli, a Ponte di Legno c’è anche un Bike Park attrezzato, dove gli istruttori della Scuola Federale

insegnano ai ragazzi tecniche e segreti della pedalata. La scuola offre gratuitamente la cartografia delle piste, organizza settimanalmente uscite accompagnate, con salita in bus-navetta o in cabinovia, noleggia le nuove MTB elettriche a pedalata assistita, perfette anche per cimentarsi con la pista ciclabile Ponte di LegnoVezza d’Oglio, 12 chilometri di dolce discesa su asfalto. C’è persino la possibilità di rientrare in bike-bus, se non si vuole affrontare ii ritorno.

info Consorzio Adamello Ski, tel. 0364.92097, , Associazione Adamello Free Bike, cell. 334.3145075,

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