SLOVENIA da VIVERE

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Slovenia da vivere ■ Kamnik e Velika Planina ■ Portorose e Pirano ■ Cerkno e Idrija ■ Caporetto ■ Valle dell'Isonzo


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LJUBLJANA

SLOVENIA Capitale verde d’Europa per il 2016 Una città esuberante con atmosfera rilassata di cui è facile innamorarsi! SLOVENIA. Verde. Attiva. Sana.


Presentazione L'Europa in un solo paese. Dalla Pianura Pannonica alle acque del Mediterraneo passando per Alpi Giulie e Dinariche. La Slovenia racchiude tutte le ricchezze del continente in un paese piccolo e a misura d'uomo. Proponiamo qui cinque itinerari alla scoperta di altrettanti volti della Slovenia, per avvicinarci a questa straordinaria diversità. Partiamo da Kamnik e Velika Planina, la montagna dei lubianesi a un tiro di schioppo dalla capitale, un idillio rurale pieno di prelibatezze. Passiamo quindi a Portorose e Pirano, le perle del litorale sloveno, per pedalare fra tesori artistici con vista sull'Adriatico. Ci portiamo poi a Cerkno, famosa per il suo storico e spettacolare Carnevale, e a Idrija, dove l'artigianato è ancora un pilastro della vita quotidiana. È il momento di Caporetto, da riscoprire nel centenario della Grande Guerra come terra di pace, fra chiese di legno, panorami alpini e memorie storiche. Da qui discendiamo la Valle dell'Isonzo per un'immersione nello sport, fra canoa, hydrospeed, torrentismo, trekking, parapendio, MTB lungo un fiume di smeraldo Gorazd Skrt Direttore Ente per il Turismo Sloveno

Buon viaggio! Prijetno potovanje!

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Sommario Slovenia Kamnik e Velika Planina Dolcezze di pietra

6 In copertina: Slovenia, foto di A. Campanile

Slovenia Pirano e Portorose Sapore di sale

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Itinerari e luoghi

è una pubblicazione bimesterale registrata al Tribunale di Milano N° 48 del 25/1/92 - ISSN 1123-6736 RNS n° 4034 del 9/1/93 ITINERARI E LUOGHI srl Via Campi, 29/L tel 039.99891- fax 039.9462263 23807 Merate (LC) e-mail: Direttore responsabile

Paolo Fioratti

Slovenia Cerkno e Idrija Carnevale antico

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Coordinamento redazionale

Arianna Dalzero, Marco Fioratti Promozione e sviluppo

Jean-Claude Junod Musumeci Abbonamenti e arretrati

Anna Callerio tel. 039.9989243 - fax 039.9462410

Slovenia Caporetto

Sentieri di pace

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Pubblicità

Publi(IN) srl - Via Campi 29/L - 23807 Merate (LC) tel. 039.99891 - fax 039.9908028 Stampa

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Slovenia Valle dell'Isonzo Tutto scorre

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Un ringraziamento particolare per l'aggiornamento delle informazioni ad Ada Peljhan dell'Ente Sloveno per il Turismo


Dolcezze di

pietra

SLOVENIA KAMNIK E VELIKA PLANINA

di Alberto Campanile e Anna Brianese

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Da Kamnik, con l’antico centro storico e oltre 2 milioni di tulipani nell'Arboretum, si parte per Velika Planina, un altopiano punteggiato da capanne di pastori che producono un formaggio speciale, il trnicˇ, da donare alla fanciulla amata.


PARADISO IN QUOTA Uno scorcio della Velika Planina.

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U

na manciata di casette, tutte rigorosamente di legno, compresi i tetti spioventi, si perdono tra le verdi “onde” di un altopiano sospeso a circa 1600 metri di quota. Il silenzio della montagna è interrotto solo dal vociare dei turisti e dai campanacci delle mucche che brucano indisturbate da giugno a settembre. Velika Planina non conosce la verticalità delle Alpi Giulie, né gli scenari rupestri del Triglav. Il più vasto pascolo alpino della Slovenia regala “solo” scorci bucolici, panettoni e colline dai profili dolci, pascoli e boschi attraversati da comodi sentieri e ampie mulattiere. Vi si accede facilmente per strade forestali in parte percorribili in auto o grazie alla funivia, che in pochi minuti risale da Kamniška Bistrica a circa 1400 metri, nel cuore dell’Alpe di Kamnik. Adagiata 25 chilometri a nord dalla capitale, Velika Planina è la montagna più amata dai lubianesi; con gli sci o con le ciaspole, a piedi o in mountain bike, la frequentano in tutte le stagioni, e in particolare d’estate quando i rifugi sono aperti e i pascoli si colorano di fiori. Un paradiso N

Kamnik I A E Lubiana V SLO

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apprezzato da famiglie con bambini al seguito e da fotografi appesantiti da cavalletto e di obiettivo macro, pronti ad immortalare genziane, stelle alpine e la Nigritella lithopolitanica, un’orchidacea di colore viola, inserita nell’elenco delle piante slovene in via di estinzione. Piccolo mondo antico Il soggetto più fotografato è il villaggio di Velika Planina, con le ricostruzioni delle capanne dei pastori, incendiate dalle milizie tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono edifici bassi, a pianta circolare, con il tetto conico che sfiora il terreno. Nel rispetto della tradizione, la copertura è fatta di šinkel, scandole di pino, ingrigite dal tempo e dalle nevicate. Durante la guerra fu distrutta anche la chiesetta della Madonna delle Nevi (Kapela Marije Snežne), eretta nel 1939 su un progetto di Jože Plecˇ nik, il più celebre architetto del Paese. Meno di trent’anni fa, fu ricostruita esattamente dove si trovava: sulla sommità di un colle. L’interno è spartano; ad adornare le pareti di legno sono stati appesi alcuni quadretti raffiguranti la Via Crucis e, sopra l’altare ligneo, un dipinto della Madonna posizionato tra due


angioletti scolpiti. La sua adorabile semplicità è apprezzata dai fedeli che assistono alla messa ogni domenica. Prima di lasciare Velika Planina conviene visitare la Capanna Museo Preskar, adagiata nel centro del villaggio. Ad accogliere i turisti, lo scorso anno c’era Žan Potocˇ nik, uno studente di Stahovica, disponibile a raccontare aneddoti sulla vita dei pastori e la storia di quest’angolo delle Alpi di Kamnik frequentato dall’uomo fin dall’Età del Bronzo. All’interno dell’edificio gli spazi sono angusti: in un unica stanza priva di camino e di finestre, si concentrano il focolare, una panca, la zangola e vari attrezzi d’uso quotidiano di legno. Talvolta al museo convergono alcuni pastori con gli abiti tradizionali: la camicia bianca con i polsi ricamati, i pantaloni scuri al ginocchio, i calzettoni di lana, gli zoccoli, il cappello nero a falde larghe e un curioso “pastrano” fatto con sottili striscioline di legno. Da loro si può acquistare il trnicˇ, un saporito formaggio salato, decorato a mano con le pisave, appositi strumenti di legno, lunghi una ventina di centimetri e larghi due, magistralmente intagliati a mano. Per la sua forma, che ricorda il seno femminile, era ed è regalato alle fanciulle come prova d’amore. Si fa con sale, panna e ricotta di latte vaccino. Come ben sanno i gourmet e i cuochi dei ristoranti di Kamnik, l’ideale è grattugiarlo senza parsimonia su risotto e pasta. La cucina di quest’angolo dell’Alta Carniola (Gorenjska) è particolarmente ricca di piatti locali, uno più goloso dell’altro: dalla purea di mele e fagioli Prekmaš con capra fritta ai ravioli ripieni di ricotta e spinaci fino alla salsiccia di Kamnik. E poi ci sono la trota della Valle di Tuhinj, gli gnocchi con la trippa di vitello e la Kloštrska kremšnita, la torta a strati del convento delle Orsoline, abbondantemente farcita di crema e poi guarnita con fragole. Golosità di origini rurali o borghesi, semplici o elaborate, sono disponibili nei ristoranti e nelle trattorie del fondovalle. La più cittadina importante della zona è Kamnik, con il bel centro storico, raccolto tra i colli Mali e Stari Grad, sulle sponde del fiume Bistrica. L’abitato, fondato nel 1200 dai conti bavaresi Andechs - Meran, fu un effervescente centro culturale ed economico; ebbe anche il diritto di batter monete con la scritta Civitas Stain (così ancora oggi i tedeschi chiamano la cittadina). L’etimologia di Kamnik è legata al termine kamen (“pietra”), materiale estratto e lavorato in loco, largamente utilizzato per la costruzione di monumenti e di palazzi. Le cose cambiarono nel 1600, quando i traffici commerciali si spostaro-

no a Trojane, località oggi celebre per i krapfen giganti. Negli ultimi anni Kamnik vive una nuova primavera, grazie al turismo legato alle montagne, agli eventi musicali, alle piacevoli sorprese gastronomiche e alle bellezze architettoniche e artistiche. Passeggiando nel cuore di questa cittadina, dichiarata monumento storico e culturale nel 1986, s’incontrano edifici di varie epoche e stili: dal gotico campanile della chiesa dell’Immacolata Concezione ai palazzi rinascimentali e barocchi, affacciati in Glavni Trg e in via Šutna. Kamnik ospita chiese, musei e monumenti di grande pregio. Il monastero francescano, oltre ad una biblioteca con 10.000 volumi – fra cui tomi antichissimi - comprende la cappella del Santo Sepolcro di Plecˇ nik. E poi ci sono una manciata di chiesette di varie epoche, alcuni musei e i resti del Mali Grad, il castello minore. Qui, nascosto tra le mura di uno dei simboli della cittadina, si celerebbe il tesoro della contessa Veronika. Secondo la leggenda, l’avida nobildonna si rifiutò di contribuire alla costruzione della chiesa; per questo fu trasformata in serpente, prima di essere inghiottita nei meandri della terra. COSTUME STORICO Un pastore. Nella pagina a fianco, in alto: abitazioni tipiche; in basso: il formaggio trnicˇ.

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Arboretum

“Due milioni di tulipani, uno per ogni abitante della Slovenia” recita uno stampato promozionale del Voljči Potok Arboretum di Radomlje. È un’oasi verde straordinaria, la più importante del Paese: 85 ettari di piante, aiuole, sentieri, viali alberati, laghetti. Gli abitanti di Kamnik e i turisti la frequentano tutto l’anno, ma in particolare in primavera e in estate quando le fioriture raggiungono il massimo splendore e le temperature miti rendono più piacevoli le passeggiate. Il giardino, visitabile dalle 8 del mattino al tramonto, è stato realizzato dall’Università di Lubiana, in un’area appartenuta alla famiglia Souvan, che comprendeva anche un castello distrutto durante l’ultima Guerra Mondiale. Inaugurato nel 1952, l’Arboretum conta ben 2500 varietà di alberi e arbusti diversi, provenienti da tutto il mondo. Il parco ospita concerti, esposizioni e fiere a tema; ad agosto ci saranno Le giornate delle dalie, a settembre il Mese delle erbe e la Mostra della zucca. Visitabile tutto l’anno è la galleria dello scultore lubianese Janez Boljka, le cui opere sono per lo più ispirate a soggetti zoomorfi. Infine, nel negozio adiacente all’ingresso, si possono acquistare semi e bulbi di piante ornamentali o di varietà orticole.

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TRADIZIONE LIGNEA Granai tradizionali. In basso, in senso orario: ravioli con ricotta e spinaci alla Gostilna Repnik; struklji di ricotta da Zeleni Rob; figurante in costume al Museo dei Pastori di Preskar; l'interno della Gostilna Repnik. Nella pagina a fianco, in alto: il Voljcˇi Potok Arboretum; in basso: ponte sul fiume Bistrica.

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225

Museo Parcheggio Parco ALPI

Rifugio Ristorante

Chiesa

Stazione funivia

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P.zza Glavni Trg.

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2

chilometri

Primo itinerario Spostamento alla partenza Secondo itinerario Spostamento alla partenza Terzo itinerario Punto di partenza

Gornji Grad

Gli itinerari

V. S

ˇu

I percorsi di Velika Planina sono privi di difficoltà e fattibili anche da famiglie con bambini. Il secondo itinerario, può essere percorso in mountain bike, a patto di avere gambe ben allenate. Per la visita di Kamnik e dell’Arboretum è necessaria una giornata.

Kamnik

225

Radomlje ˇ Smarca

Lubiana

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Voljci ˇ Potok Arboretum

Primo itinerario Punto di partenza: stazione a monte della funivia Punto di arrivo: rifugio Domžalski Dom Dislivello in salita: circa 250 m Dislivello in discesa: circa 100 m Durata: circa 90 minuti solo andata Difficoltà: T (turistico)


Da Kamnik si va verso nord con la statale 225; all’altezza di Stahovica si devia sulla sinistra seguendo le indicazioni per la bella valle Kamniška Bistrica. Dopo quattro chilometri si incontra la funivia che sale a Velika Planina, con un parcheggio. Dalla stazione a monte dell’impianto (Simnovac, 1407 m) si continua a piedi, in salita, per l’evidente strada forestale che procede in direzione sud; dopo poche centinaia di metri, alle tabelle segnaletiche, si continua dritti. Ad un vicino bivio si può continuare per la strada forestale o proseguire dritti su di una mulattiera che risale direttamente a destra della seggiovia, non funzionante. Se si segue la scorciatoia, dopo circa 20 minuti di ripido cammino occorre deviare sulla sinistra in direzione dell’impianto, quando il rifugio Zeleni Rob è già visibile. Poco prima di quest’ultimo, all’altezza di un ponticello, ci si ricollega alla sopra citata strada forestale. Si continua lungo questa in leggera salita fino al rifugio Zeleni Rob (1622 m, circa 0,40 ore di cammino). Da qui si prosegue su un’ampia strada forestale prima in leggera salita, poi in moderata discesa. Arrivati al margine di un dosso si abban-

dona la strada che porta al parcheggio Mackin e si scende lungo un’evidente mulattiera, marcata da tabelle e segnavia bianco e rosso. Poco dopo, ad un bivio, si prende a sinistra una mulattiera che porta direttamente nel cuore di Velika Planina, al villaggio di case di legno e al museo (pannello esplicativo, 0,20 ore dal Rifugio Zeleni Rob). Da qui si può risalire alla vicina chiesetta di Marija Snežna (1560 m) oppure, raggiunto il crocifisso, prendere sulla destra per Mala Planina. Si continua su sentiero fino a un bivio, segnalato da tabelle, e si va sulla sinistra fino al già visibile rifugio Domžalski Dom (1534 m, 20 minuti dal museo). Si torna per lo stesso itinerario.

Secondo itinerario Punto di partenza: Kranski Ran Punto di arrivo: rifugio Domžalski Dom Dislivello in salita: circa 500 m Dislivello in discesa: circa 500 m Durata: 1.30/1.45 ore circa Difficoltà: T (turistico)

SORVEGLIANZA ANIMALE Guardie a cavallo a Velika Planina.

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LA PICCOLA MONTAGNA In alto, in senso orario: una veduta di Mala Planina; la biblioteca del Convento Francescano; nel museo intercomunale di Kamnik. In basso: Ulica Ĺ utna, la via principale di Kamnnik. Nella pagina a fianco: la parrocchiale dell'Immacolata Concezione, affacciata su Ulica Ĺ utna a Kamnik.

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Da Kamnik si va verso nord lungo la statale 225. All’altezza del bivio di Stahovica si devia a destra e si seguite la strada asfaltata per alcuni chilometri, in direzione di Gornji Grad. Si passano le località di Cˇ rna pri Kamniku, Podstudenec, Krivcˇ evo, Smrecˇje v Cˇ rna. All’altezza di Podlom, si devia sulla sinistra – le indicazioni sono poco evidenti - per una strada asfaltata e stretta, diretta al passo Volovljek (1029 m) e al ristorante Kranjski Ran. Qui si parcheggia e si prosegue a piedi. In prossimità del ristorante si diparte un’ampia strada forestale, che si inoltra sulla sinistra della rotabile asfaltata ed è segnalata da tabelle. Si procede lungo questa carrareccia in salita moderata, ma costante. Giunti ad un primo bivio, si continua sulla sinistra, sempre per la strada principale. Ad un secondo bivio si procede sulla destra, su un’ampia strada forestale. Giunti ad un terzo bivio, si prende sulla sinistra per il villaggio di Mala Planina e per il rifugio Domžalski Dom (1534 m, 130/1.45 ore da Kranjski Ran). Lungo il tragitto ci sono alcune scorciatoie, ma chi scrive ha preferito seguire la rotabile più evidente. Si torna per lo stesso itinerario in circa 80 minuti.

Terzo itinerario Punto di partenza e arrivo: Kamnik, Glavni Trg Durata: circa un'ora se si escludono le visite e l'Arboretum Lunghezza: circa 3 km Difficoltà: T (turistico). Si parte da Glavni Trg, nel cuore di Kamnik. Si continua verso sud, lungo la via che si trova sulla destra guardando l’ingresso dell’Ufficio Turistico. Dopo poco, si devia a sinistra lungo un cammino che risale lo sperone con i resti del Mali Grad, una torre del XII secolo dalla quale si ha una bella vista del paese. All’interno delle mura si erge una cappella romanica affrescata, già menzionata in un documento del Duecento. Ridiscesi alla strada principale, ci si può concedere una sosta alla Veronika Kavarna, al 6 di Glavni Trg, uno dei caffè più frequentati del Paese, che è apprezzato per i dolci e ospita opere di artisti locali. Si continua verso sudovest per la bella via Šutna, fiancheggiata da edifici storici di varie epoche. Poco dopo, sulla sinistra si trova la settecentesca parrocchiale dell’Immacolata Concezione, con il campanile gotico e il presbiterio affre-

scato. Non lontano dalla chiesa, sulla sinistra, si trova il Museo privato di Sadnikar, che ospita una ricca collezione di quadri ottocenteschi, arredi, porcellane: per visite è necessario rivolgersi all’Ufficio Turistico. Da via Šutna si devia sulla destra lungo Muzejska Pot, che risale al Museo Intercomunale di Kamnik, allestito presso il castello voluto da Jurij Lamberg nel 1100. Oltre ad interessanti mostre temporanee, il maniero ospita una sezione etnografica ed un’altra dedicata ai mobili Thonet, prodotti anche a Kamnik. Avevano la particolarità di essere fatti con legno curvato, con tecniche allora innovative. Tornati in Glavni Trg, consigliamo di risalire Samostanska ulica, ad ovest della piazza, fino al Francˇiškanski Samostan (Convento Francescano, per visite guidate cis i può rivolgere all’Ufficio Turistico), con la celebre biblioteca che ospita manoscritti cinquecenteschi e la prima Bibbia scritta in sloveno. L’annessa chiesa di Sveti Jakob comprende la cappella del Santo Sepolcro di Jože Plecˇ nik. Infine consigliamo di raggiungere in auto o a piedi (1.50 ore di cammino) il Voljcˇi Potok Arboretum a Radomlje, abitato posto a sud est di Kamnik. In auto occorre seguire la statale 225 per 4 chilometri in direzione sud, quindi deviare a sinistra seguendo le indicazioni.

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BLOCKNOTES SLOVENIA KAMNIK E VELIKA PLANINA 16

Durata 4 giorni prezzo 250-300 # viaggio escluso Quando dalla tarda primavera all’autunno

Come arrivare In auto: autostrada A4 fino a Trieste, poi indicazioni per la Slovenia. Passata la frontiera a Fernetti, si continua prima con la A3/E61, poi con l’A1 verso Lubiana; prima della capitale si devia a sinistra sulla A2/E61. Lasciata l’autostrada all’uscita Vodice-Kamnik, si seguono le indicazioni per Kamnik. Per viaggiare in autostrada in Slovenia occorre il bollino autostradale (vinjeta): per i veicoli di peso non superiore a 3500 chili costa 15 # per una settimana, 30 # per un mese, 110 # per un anno. Attenzione: la vinjeta è necessaria per chi transita su autostrade (cartelli verdi), sulla tangenziale di Lubiana e su tutte le strade a scorrimento veloce (cartelli azzurri). Per viaggiare lungo le strade contrassegnate da cartelli gialli non è necessario il bollino autostradale. In treno: Kamnik si raggiunge anche in treno, in 40 minuti da Lubiana, . In bus: frequentissimi bus collegano Lubiana a Kamnik, . In aereo: l’aeroporto più vicino a Kamnik e alla Velika Planina è quello della capitale Lubiana. Periodo La cittadina di Kamnik si può visitare tutto l’anno, mentre per Velika Planina il periodo migliore va dalla tarda primavera all’autunno..

ravioli con ricotta, spinaci e formaggio trnicˇ , una cena costa 30/40#; Pension Špenko***, Prešernova Ulica 14 c, tel. 01.8317330, , centrale, ai piedi del Mali Grad, b&b in camera doppia a 58/64 # a persona; Pod Skalo B&B, Maistrova Ulika 32, Kamnik, tel. 01.8391233, , ostello e bar a pochi minuti di cammino dal centro, la camera doppia con colazione costa 34 # a persona. Stahovica: Gostilna pri Planinskem Orlu, Stahovica 20, tel. 01.8325410, , b&b da 35 # a persona, un pasto costa 15 #. Rifugi Domžalska Kocˇa (nella foto), Mala Planina, cell. 051.665665, , tipico rifugio di montagna, economico (bagni comuni), cene semplici e abbondanti. Zeleni Rob, Velika Planina, cell. 051.644512, , solo ristorante, da provare gli struklji con ricotta.

Documenti Carta d’identità Lingua Lo sloveno, lingua slava meridionale. Valuta La Slovenia ha adottato l’Euro nel 2007. Dove dormire Kamnik: Gostilna Repnik (nella foto), Vrhpolje 186, tel. 01.8391293, , 9 camere spaziose con arredo moderno e funzionale, colazioni abbondanti con dolci, salumi, uova, b&b a 37,5/50 # a persona, il ristorante, tradizionale e raffinato, ha un ottimo rapporto qualità prezzo, da provare i

Campeggi Camping Resnik, Nevlje 1/a, Kamnik, tel. 01.8317214, aperto da maggio a settembre. Dove mangiare Kamnik: Gostilna Mili Vrh, Žale 10/a, tel. 040.201698, , cucina


Eko terme

Cosa comprare Formaggio trnicˇ direttamente dai pastori a Velika Planina. Oggetti regalo alla Galerija Majolka, Maistrova 11, Kamnik, cell. 031.638483, . Prodotti alimentari e terracotta da Polonika, Šutna 2, Kamnik, cell. 040.746092. Prodotti agroalimentari tradizionali da Eta Kamnik, punto vendita in Kajuhova 4, tel. 01.8308440, . Prodotti bio al mercatino alimentare, ogni ultimo sabato del mese a Kamnik, in Glavni Trg. Cosa vedere Cappella di Sveti Eligius sulla collina Mali Grad. Voljcˇi Potok Arboretum, Volcˇji Potok 3, Radomlje, tel. 01.8312345, . Museo dei Pastori di Preskar, Velika Planina, .

Cosa fare Golf: nei pressi dell’Arboretum a Radomlje c’è un campo da golf con 18 buche, . Trattamenti termali: Eko Terme Snovik, Snovik 7, Laze v Tuhinju, tel. 01.8344100, possibilità di soggiorno in appartamenti di varie dimensioni (da 2 fino a 6 persone), con cucina, arredati con mobili di frassino moderni e funzionali, offre un’ampia scelta di trattamenti, fra cui massaggi aromatici, energetici e cinesi. L’acqua termale è indicata per patologie della colonna vertebrale, riabilitazione post operatoria, disturbi reumatici e delle articolazioni, sciatica. Appuntamenti Agosto: Kamfest, è un tradizionale appuntamento estivo che vede l’esibizione di concerti di artisti rinomati. Settembre: Festival del folklore e dei costumi, a Kamnik il secondo fine settimana del mese. Ottobre: Corsa della Contessa Veronika, a Kamnik il secondo sabato del mese. Bibliografia AA.VV., Slovenia, Guide Verdi TCI, 2013. Steve Fallon, Slovenia, EDT, 2011. Indirizzi utili Ufficio del Turismo Sloveno, Galleria Buenos Aires 1, 20124 Milano, tel. 02 29511187, . Ufficio del Turismo di Kamnik, Glavni Trg 2, tel. 01.8318250, . Prefissi Per chiamare dall’Italia alla Slovenia il prefisso internazionale è lo 00386, seguito dal numero senza lo 0. Dalla Slovenia il prefisso è 0039.

SLOVENIA KAMNIK E VELIKA PLANINA

tradizionale stagionale, un pasto costa 15 #; Gostilna Pri Podkvi, Ljubijanska Cesta 15/c, tel. 059.903307, , salsiccia alla griglia con crauti 6,50 #, un pasto parte da 15 #; Galerija Majolka, Maistrova ulica 11, tel. 081.611211, , cucina tradizionale e pizze, da provare il filetto di maiale in salsa di Terrano con gnocchi di spinaci a 9,30 #; Veronika Kavarna, Glavni Trg 6, uno dei locali più frequentati e rinomati del paese, apprezzato per i dolci. Radomlje: Arboretum, Volcˇji Potok 43/g, tel. 01.8318083, , cucina stagionale con prodotti locali, pasta e dolci di produzione propria, un pasto medio costa 20/25 #.

BLOCKNOTES

Le Eko Terme Snovik, sono rinomate per l'acqua, ricca di sali minerali. Per le sue qualità, già apprezzate dai valligiani, quest'acqua termale è stata riconosciuta come curativa; è indicata per patologie della colonna vertebrale, riabilitazione post operatoria, prevenzione dell'osteoporosi, cura di disturbi reumatici, problemi articolari e sciatica. Oltre a piscine interne ed esterne, il complesso comprende saune, vasche idromassaggio ed un'area riservata ai trattamenti cosmetici e ai massaggi. La zona è apprezzata anche dagli appassionati di trekking, jogging, nordic walking e mountain bike, che hanno a disposizione un'ampia rete di strade forestali e sentieri. Alla reception si può richiedere una cartina con la descrizione dei principali percorsi. Si può soggiornare in appartamenti di varie dimensioni, con cucina. Per maggiori informazioni: Eko Terme Snovik, Snovik . 7, Laze v Tuhinju, tel. 01.8344100,

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Sapore di

sale

SLOVENIA PORTOROSE E PIRANO

di Alberto Campanile e Anna Brianese

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Il bianco del sale è il colore dominante di questo spicchio di Istria, diviso fra l’eleganza veneziana di Pirano e la spensieratezza gaudente di Portorose; a piedi e in bici a un passo dal confine.


P

rezioso fin dall’antichità, l’oro bianco portò benessere e commercio, tasse e guerre, originò riti di buon auspicio e gesti scaramantici. Ancor oggi, che si preferisce combattere per l’oro nero, il sale e altri prodotti del mare sono fonte di ricchezza, soprattutto in quelle località dove sono usati a scopo riabilitativo e terapeutico. Come Portorož (Portorose), cittadina dell’Istria slovena, che deve la sua notorietà all’attività termale.

4 decenni, durante simposi IA di scultura, da artisti prove- Lubiana E N V nienti da una trentina di paSLO esi. La collina dove si trovaPirano no le opere è a cavallo tra la baia di Portorose e il Parco Naturale delle Saline di Sicciole (Secˇovlje), un’area di circa 6,5 chilometri quadrati a ridosso del confine con la Croazia. All’inizio del secolo scorso tutte le saline, le più settentrionali del Mediterraneo, erano ancora attive; oggi il sale si raccoglie solo in quella di Lera, dove si trova l’ingresso principale all’area protetta. Oggi a Sicciole si produce rispetto al passato meno sale, ma di ottima qualità. Di particolare pregio è la varietà chiamata “la fleur de sel”, dai cristalli bianco rosa, raccolti delicatamente con una spatola. Il suo sapore leggero e aromatico è l’ideale su insalate, carne cruda e pesce. Non mancano accostamenti più azzardati: la rinomata pasticceria del Grand Hotel Portorose, propone una particolarissima torta di cioccolato e “fior di sale”. Naturalmente si può apprezzare in modo più tradizionale ma altrettanto eccellente sul branzino di Pirano, allevato dalla famiglia Fonda al largo delle Saline di Sicciole.

Terme e saline Nel Duecento i monaci benedettini del monastero di San Lorenzo curavano le malattie reumatiche con i fanghi delle saline di Secˇovlje (Sicciole). Allora i pellegrini prima venivano coperti di fango, poi esposti al sole e infine immersi nelle acque delle saline. Otto secoli dopo, la talassoterapia è ancora considerata efficace per scopi estetici, curativi o terapeutici. L’acqua termominerale e i fanghi delle saline - entrambi ricchissimi di sali di sodio, magnesio e bromo sono impiegati per la cura delle patologie della pelle, dell’obesità e delle malattie reumatiche. In alcune strutture della zona, oltre a questi trattamenti tradiI piaceri della tavola zionali se ne praticano altri «Non impieghiamo una tecd’origine orientale: l’agopuntura, i massaggi ayurnologia innovativa, ma una serie di accorgimenti che vedici e quelli thailandesi, con o senza oli essenziali ORO BIANCO Il sale delle saline di Sicciole. aiutano il nostro branzino estratti da piante, da fiori Nella pagina a fianco: i campanili del duomo a raggiungere una qualità ben distinguibile dalla mee da frutta. All’insegna del e della chiesa di San Francesco a Pirano. relax e della vacanza attidia. A partire dalla scelta va, Portorose è la località più effervescente della degli avanotti. Poi li nutriamo esclusivamente costa slovena, largamente frequentata in tutte le a mano con un mangime prodotto con materie stagioni da turisti tedeschi, italiani e austriaci e in prime scelte e controllate, praticamente prive di particolare da giovani amanti della vita notturna. mercurio, per garantire una crescita molto lenSul lungomare Obala si concentrano la gran par- ta: vogliamo impedire che i branzini accumulino te dei locali alla moda, gli stabilimenti balneari e troppo grasso» ha dichiarato Irena Fonda, in molti alberghi a più piani, costruiti una quarantina un’intervista rilasciata in vista di Slow Fish. Sodi anni fa, l’uno a ridosso dell’altro, con scarsa prattutto negli ultimi anni molti produttori di gesensibilità per l’ambiente. neri alimentari e di vini hanno preferito puntare Complice del successo di questa località è il clima sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Tra quemite, che rende piacevoli le attività all’aria aperta sti Ingrid Mahnicˇ, energica responsabile di una anche nelle stagioni meno favorevoli. Una decina cantina di Dragonja nell’entroterra di Portorose; di percorsi per famiglie consentono di raggiungere lì produce ottimi vini e in particolare una splena piedi o in bicicletta, i borghi e i principali luoghi dida Malvasia Istriana, un vino bianco elegante d’interesse del territorio. Come Forma Viva, una e dal deciso tenore alcolico. Servito fresco è l’isingolare raccolta di sculture adagiate in un bel deale per il pesce; ben lo sanno gli italiani, che parco sulla penisola di Sezza (Secˇa): 120 opere di raggiungono la costa slovena non solo per le sue pietra, anche monumentali, realizzate negli ultimi bellezze, ma per indulgere ai piaceri della tavola.

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GUIDA DI LUCE Il faro all'imbocco del porto di Pirano. In basso, in senso orario: sculture del parco Forma Viva; massaggio thailandese alle terme di Portorose; apprendisti pittori piranesi; porta Campo a Pirano. Nella pagina a fianco, in alto: il portocanale di Portorose; in basso: le mura quattrocentesche di Pirano.

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Saline di Sicciole Già note ai tempi dei Romani, le saline di Sicciole ebbero uno notevole sviluppo nella seconda metà del Trecento, quando Pirano si assoggettò alla Serenissima. Allora si affermarono le tecniche collaudate nelle saline dell’isola di Pago. Per evitare che il sale venisse a contatto con la melma, si cominciò a preparare il fondo delle vasche di cristallizzazione, con la cosiddetta petola, un composto di alghe, fango e gesso. L’oro bianco portò benessere; Venezia concesse ai piranesi di sfruttare ben 1750 bacini di cristallizzazione, in grado di produrre la bellezza di 3395 tonnellate di sale l’anno. I salinai vivevano all’interno delle saline, in costruzioni oggi abbandonate e fatiscenti, ancora visibili a Fontanigge. Restaurata, una di queste è stata adibita a museo; al suo interno sono ricostruiti gli arredi, l’abbigliamento e gli attrezzi dei salinai: i gaveri per ammucchiare il prodotto, le carriole di legno e gli zoccoli a pianta larga per non sprofondare nel terreno. Tra vasche d’evaporazione e canali, prati salati e canneti, prosperano animali e piante in grado di sopportare la siccità e la carenza d’acqua dolce. Sono state individuate quasi 290 specie di uccelli, un terzo delle quali stanziali. Qui nidificano il cavaliere d’Italia, il fraticello, il fratino e il gabbiano reale mediterraneo oltre ad un'altra ottantina di specie. Una tale ricchezza di specie è dovuta soprattutto al fatto che nelle Saline di Sicciole, a differenza che in molte altre, vengono utilizzati metodi di produzione e raccolta tradizionali, più rispettosi del fragile ecosistema salmastro.

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S. Clemente Adamiceva Ulica Lambada

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Piran/Pirano Museo del mare

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3 Primo itinerario Percorso in galleria

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Ingresso alle saline N

1 Municipio natale di 2 Casa Giuseppe Tartini di 3 Chiesa S. Francesco Chiesa della 4 Consolazione di 5 Chiesa San Clemente Chiesa di 6 San Giorgio

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Parco Forma Viva

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Marina di Portorozˇ

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Museo Palazzo

PIRAN/PIRANO

Alternativa Visita di Pirano Alternativa Punto di partenza e arrivo


Gli itinerari

Nei dintorni di Portorose si snodano vari percorsi, generalmente privi di difficoltà. Sono segnati, ma non sempre in modo esaustivo. Le due escursioni sono facili e prive di dislivelli significativi, anche se la prima è piuttosto lunga.

Pirano: la visita Punto di partenza e arrivo: piazza Tartini Lunghezza: circa 3-3,5 km Durata: un’ora escluse soste. Difficoltà: T (turistico). Nota: l’itinerario è decisamente tortuoso, perciò vi consigliamo di avere a portata di mano una carta dettagliata di Pirano (reperibile all’ufficio turistico). Alcuni tratti dell’itinerario sono volutamente meno diretti, per offrire al visitatore l’opportunità di scoprire (e perdersi piacevolmente fra) le calli e piazze di questa bella cittadina veneziana. Arroccata su uno stretto promontorio lambito del mare, Piran/Pirano è un gioiellino medioevale il cui legame con la Serenissima Repubblica è evidente. L’itinerario inizia nel cuore della città: piazza Tartini. Qui s’incontrano il municipio (all’interno c’è un dipinto di Domenico Tintoretto), la chiesa di San Pietro e i bar più frequentati della cittadina. Sulla piazza si affacciano altri due edifici di rilievo, la Casa Veneziana e la casa natale di Giuseppe Tartini. La prima è famosa per un bassorilievo di un leone dalle cui fauci sporge un nastro con la scritta “lassa pur dir” (lascia che dicano); secondo la leggenda l’edificio sarebbe stato abitato da una cortigiana e dal suo ricco amante, già sposato a Venezia. Alla casa natale del compositore Giuseppe Tartini, autore del Trillo del diavolo si accede invece per una stradina sul lato est. Proseguite lungo la sopracitata stradina, quindi deviate prima sulla destra per Kajuhova ulica e poco dopo per Bolniška ulica dove, sulla destra, incontrerete la chiesa di San Francesco (XVII sec., con una tela di Vittore Carpaccio) e il chiostro. Grossomodo di fronte alla scala di accesso alla chiesa, si diparte Kumarjeva ulica; seguitela fino a ulica IX Korpusa e qui deviate a destra. Poco dopo arriverete alla chiesa della Consolazione (XVII sec.). Riprendete il cammino su Istrska ulica che vi riporta in Bolniška ulica. Continuate lungo questa sulla sinistra, quindi riprendete prima sulla destra e poi sulla sinistra per Vrtna ulica. Proseguite fino a incrociare Rozmanova ulica. Incamminatevi

lungo questa (sulla sinistra); giunti a Porta Raspo, deviate sulla sinistra (gradini) e risalite fino a un parcheggio da cui si ha accesso alle mura della città (a pagamento). Di fronte all’ingresso, imboccate una stradina asfaltata in discesa e poi una scalinata che costeggia le mura e conduce in prossimità di Porta Raspo. Da qui, deviate sulla sinistra per Rozmanova ulica fino ad incrociare sulla destra Gortanova ulica. Scendete lungo questa alla Porta Marciana e alla vicina trg Bratstva. Continuate verso il mare quindi deviate sulla destra per Župancˇicˇeva ulica fino al Ristorante Altana dell’Hotel Tartini. Da qui girate a destra e per calli raggiungete piazza Tartini. Questa volta andate verso il mare, fino all’acquario e a Trinkova ulica. Continuate lungo questa fino a Tomažicˇev trg (qui all’angolo c’è un negozietto che vende modellini di barche di legno). Attraversata la piazza, continuate prima sulla destra per Savudrijska ulica, a Porta Dolfino girate ancora a destra per una calle fiancheggiata da vecchie mura (Obzidna ulica) quindi a sinistra per Zelenjavni trg. Imboccate sulla sinistra Levstikova ulica, poi sulla destra Verdijeva ulica, quindi andate a sinistra fino a Židovski trg. Continuando verso ovest in breve si arriva in Prvomajski trg. Da qui avete due possibilità: raggiungere il vicino lungomare Prešernovo Nabrežje e continuare fino alla chiesa di San Clemente, oppure proseATTRACCO SLOVENO Il porto di Pirano.

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guire per calli interne. Dal lungomare, all’altezza della Pizzeria Flora, proseguite seguendo le indicazioni del primo itinerario al duomo di San Giorgio, il cui campanile è costruito su modello di quello di San Marco di Venezia. Dall’alto della torre campanaria si dominano l’abitato con le vecchie mura del XV secolo, il porticciolo e il centro storico, che appare come un intricato dedalo di tetti e di strette calli lastricate. Per calli e callette potete tornare in piazza Tartini, già visibile dalla strada antistante alla chiesa.

Primo itinerario: anello Portorose-Pirano Punto di partenza e arrivo: Portorose Lunghezza: circa 15 km, esclusa la visita della città di Pirano Durata: circa 3.40-4 ore escluse le soste e la visita di Pirano Difficoltà: T (turistico) Segnavia: tabelle, segni gialli Dall’ufficio di informazioni turistiche di Portorož (Portorose) sul lungomare (Obala 16), seguite la costa in direzione ovest. Per percorso evidente, non segnalato, arriverete prima a Bernardin (San Bernardino) quindi a Fornacˇe (Fornace) dove incontrerete un tabellone con la cartina dei sentieri. Sempre costeggiando il mare, dopo il parcheggio, arriverete a Pirano. Lungo il Cankarjevo Nabrežje incontrerete il Pomorski Muzej/

Museo del Mare Sergej Mašera. Una parte del museo è dedicata alle saline, le altre ospitano antichi modelli di navi e offerte votive. Lasciata sulla destra piazza Tartini, costeggiate il porto fino ad incontrare sulla destra l’Acquario, che ospita circa 140 specie, tra i quali una rara cernia gigante e squali. Raggiunta la punta più estrema del porticciolo, deviate a destra sul lungomare Prešernovo Nabrežje. In prossimità della punta può orientale incontrerete la chiesa di San Clemente del XIII-XVIII secolo. Continuate per il lungomare, oltrepassato il faro in breve arriverete alla Pizzeria Flora. Qui girate a destra e dopo 10 metri a sinistra, poi proseguite in salita (indicazioni) fino alla chiesa di San Giorgio (1595 -1637), con un bell’altare e dipinti interessanti. Visitata la chiesa e saliti sul campanile, dalla cui sommità si ha una vista superba di Pirano, continuate verso est in discesa per la Adamicˇeva ulica quindi deviate a sinistra (ulica IX Korpusa). Poco dopo deviate ancora sulla sinistra e seguite per circa un chilometro la strada costiera fino a Fiesa (Fiesso) e all’omonimo hotel posto sulla destra. Costeggiate il mare fino al vicino Hotel Barbara. A destra di questo si nota una stradina con due cartelli (divieto di sosta e strada ostacolata); seguite la suddetta inizialmente asfaltata, poi a cubetti di porfido. Continuate in salita; arrivati a una rotabile asfaltata, deviate sulla sinistra (segno giallo), quindi a destra in discesa (strada asfaltata Pacug). Poco dopo, nei pressi di un cartello con la scritta “Colonia per bambi-

BAGNI LUNARI Baia della Luna a Strugnano. Nella pagina a fianco: il Parco Naturale delle Saline di Sicciole.

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ni” proseguite sulla destra per una carrareccia sterrata (segni gialli) in piano. Poi continuate per sentiero evidente che s’insinua nel bosco grossomodo parallelo alla costa. Giunti alla strada asfaltata, deviate sulla sinistra e continuate lungo la rotabile in discesa per circa mezzo chilometro. Arrivati all’Hotel Salinere, procedete per circa 100 metri lungo la strada principale, quindi deviate sulla sinistra per un cammino attraverso le saline (cartello “Passaggio a propria responsabilità”). Continuate per percorso evidente su una lingua di terra compresa tra il mare e le saline. Dopo un secondo ponticello procedete dritti per una stradina, che in breve conduce al Ristorante Lambada (specialità pesce). Percorso il vialetto posto di fronte all’ingresso del ristorante, deviate a destra per la strada asfaltata che costeggia una laguna fino a Strunjan (Strugnano). Arrivati ad un incrocio (semaforo) deviate a destra in direzione di Šentjane (Sentiane); poco dopo, sulla sinistra, imboccate una stradina asfaltata (cartello con la scritta Malice). Dopo il campeggio deviate sulla sinistra in direzione di Portorose. Procedete per strada asfaltata tra oliveti e campi coltivati fino al celebre tunnel lungo 550 metri, illuminato, interdetto alle auto e teoricamente alle moto. Questa galleria, costruita tra il 1900 e il 1902, faceva parte della ferrovia a scartamento ridotto Trieste Parenzo. Dopo il tunnel, girate a sinistra e continuare per la rotabile (ignorare i cartelli gialli che indicano Portorose); procedete in salita, poi in discesa per Sencˇ na pot. All’altezza del civico 44 girate a destra. Dopo una breve salita scendete all’Hotel Metropol e al Casinò. Arrivati al lungomare, godetevi una bella passeggiata fino al punto di partenza.

Secondo itinerario: saline di Sicciole Punto di partenza e di arrivo: Portorose. Lunghezza: circa 10 km + 6 se si raggiunge il Museo delle Saline. Durata: 2.30-3 ore (a piedi). Difficoltà: T (turistico). Segnavia: tabelle raffiguranti le ali dei gabbiani, pannelli e segni colorati gialli e bruni. Dall’ufficio informazioni di Portorose, raggiungete il litorale e seguitelo in direzione est/sudest. Al suo termine, deviate a sinistra e poco dopo ancora sulla sinistra per un percorso parallelo ad un canale. Ad un ponte girate a destra fino ad arrivare in prossimità dell’ingresso della Marina. Da

qui, deviate a sinistra fino al termine della strada (cesta Solinarjev), poi a destra per circa trecento metri e quindi ancora a destra fino al Campeggio Lucija. Attraversatolo, proseguite lungo la passeggiata che costeggia il mare. Dopo un allevamento di pesce incontrerete sulla sinistra la scalinata che risale a Forma Viva (un parco con molte sculture contemporanee interessanti). Chi scrive ha costeggiato la laguna (rotabile asfaltata) per circa un chilometro fino ad arrivare a una tabella con le indicazioni dei percorsi a piedi. Continuate sulla destra fino all’ingresso alle saline. Una stradina sterrata porta ad un negozio dove si può acquistare il sale e all’esposizione del centro visitatori. Tornati all’ingresso del parco potete deviare sulla destra e seguire la carrareccia sterrata che conduce fino al Museo delle Saline (circa 3 km solo andata). Altrimenti potete raggiungere il cartello sopra segnalato e proseguire in ripida salita per la stradina di destra (prima asfalto, poi porfido). Al termine di questa, continuate lungo la strada principale per circa 100 metri, quindi prendete sulla sinistra una rotabile in salita. Ad un primo bivio (tabella), deviate a destra per una stradina asfaltata; continuate lungo la via principale fino a incontrare sulla destra un ripido cammino (tabella, prima gradini, poi sentiero non percorribile in bici) che scende ad un viottolo in prossimità del supermercato Mercator. All’altezza del parcheggio, deviate sulla sinistra fino a raggiungere il bivio con il Campeggio Lucija. Tornate a Portorose per lo stesso itinerario dell’andata.

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BLOCKNOTES SLOVENIA PORTOROSE E PIRANO 26

Durata 4 giorni Prezzo 300-400 e Quando dalla primavera all’autunno

Come arrivare In auto: da Mestre Venezia percorrete l’A4 fino a Trieste, poi continuate fino al valico di Rabuiese. Da qui se continuate per la superstrada H5, che tocca Koper/Capodistria Isola (Izola), Portorose e Pirano, al confine dovete acquistare il bollino, obbligatorio in Slovenia in tutte le autostrade e superstrade a scorrimento veloce, con la segnaletica verde e blu (15 e per una settimana, 30 e per un mese). In alternativa alla superstrada, dal valico Rabuiese seguire per Spodnje Škofije, quindi per Bertoki, poi Capodistria (Koper), Isola e infine Portorose e Pirano. In questo caso si seguono i cartelli gialli. Il centro di Pirano è interdetto ai veicoli non autorizzati; l’accesso, ma non la sosta, è consentito solo ai residenti e agli ospiti degli alberghi, esclusivamente per il carico e lo scarico dei bagagli. Al parcheggio posto davanti alla Marina di Portorose è permessa la sosta ai camper per non più di una notte; da qui in bus (0,40 e) è possibile raggiungere Pirano. Il nuovo parcheggio di Pirano è accessibile solo alle auto. In bus: vari bus collegano Pirano con Trieste, . In aereo: gli aeroporti più vicini sono Trieste (circa 90 km), Venezia (circa 200 km), Lubiana (circa 150 km). Documenti Carta d’identità; patente e carta verde. Lingua Lo sloveno. A Pirano e a Portorose molti parlano italiano. Dove dormire Portorose: Kempinski Palace Portorož*****s, , Obala 45, tel. 05.6927000, numero verde 00800.42631355, , questo elegante hotel occupa un palazzo del XIX sec., riaperto di recente è dotato di piscina interna ed esterna sauna e centro benessere, 102,50 e; Grand Hotel Portorose*****,  , Obala 33, tel. 05.6921020, , da 100 e; della struttura fanno parte una rinomata pasticceria e l’elegante Ristorante à la carte Mediterran che serve piatti mediterranei,

tra cui il branzino di Pirano su polentina, pasto da 30 e. Hotel Riviera****,  , vicino al precedente, stesso telefono e sito, 95 e; presso il centro benessere Wai Thai si praticano massaggi thailandesi; Hotel Lucija***,  , Obala 77, tel. 05.1710444, , struttura rinnovata alcuni anni fa, camere moderne, con zona benessere, da 51 e; Hotel Restavracija Tomi***, , Letoviška 1, tel. 05.6740222, , buon rapporto qualità prezzo, 35-40 e. Pirano: Hotel Piran***, Stjenkova 1, tel. 05.6762100, , sul mare, 42-54 e; Hotel Tartini*** (nella foto), , Tartinijev trg 15, tel. 05.6711000, , centralissimo con camere che guardano la celebre piazza Tartini; merita anche il ristorante, dove servono degli ottimi calamari ripieni e altri buoni piatti di pesce, 4264 e; B&B Miracolo di Mare, Tomšicˇeva 23, tel. 05.9217660, , 30-35 e. Fiesso/Fiesa: Hotel Barbara***, , Fiesa 68, tel. 05.6179000, , tranquillo, sul mare (vedi itinerario 1), 50-70 e. Il prezzo è relativo al pernottamento in camera doppia, per persona, con colazione;  attrezzato per disabili,  piccoli animali ammessi. Ostelli Ostello Valpiran, Gregorcˇicˇeva 38 a, Pirano, tel. 05.673255, . Ostello Panorama Portorož, Šentiane 25, Portorose, tel. 05.6747289, 40752660, . Ostello Korotan, Casa dello studente Portorose, Obala 11, tel. 05.6745401, . Campeggi Campeggio Lucija, Sezza 204, Portorose, tel. 05.6906000, , attrezzato anche per attività sportive. Campeggio Strunjan, Strunjan 23, Portorose, tel. 05.6782076, . Campeggio Fiesa, Fiesa 57b, Pirano, tel. 05.6746230, , no camper.


Cosa comprare Il sale delle saline di Sicciole si può acquistare al punto vendita nelle saline o in un negozio in piazza Tartini (qui hanno anche anche la cioccolata al sale). Oggetti da regalo da Karamela, Dantejeva 4, Pirano, tel. 05.6732077. Abiti firmati made in Slovenia al 4 di Prešernova, da Mura e Lisca. Pietre e collane da Kamen, Cankarjevo Nabrežie 1, Pirano, tel. 05.6732203, . Modellini di barche e souvenir vari da Souvenir Pyros, Tomažicˇev trg. Vino alla Cantina Mahnicˇ, Dragonja 111, Secˇovlje, tel. 041.642851, che produce ottimi rossi e bianchi, tra i quali la Malvasia. Cosa vedere Pirano: Casa natale di Giuseppe Tartini, Kajuh ulica, visite da settembre a maggio 11-12 e 1718 da giugno ad agosto 9-12 e 18-21. Portorose: Pomorski Muzej/Museo del Mare Sergej Mašera, tel. 05.6721330, aperto dal martedì alla domenica, dal 1 settembre al 30 giugno dalle 9 alle 17 e dal 1 luglio al 31 agosto dalle

Cosa fare Casinò: Casinò Portorož, Obala 75a, tel. 05.6760470, . Terme e wellness: Portorose Life Class, tel. 05.6928009, ; in questo grande centro collegato direttamente ad alcuni alberghi, si praticano trattamenti curativi e di benessere, sotto controllo medico e di personale specializzato.

BLOCKNOTES

9 alle 12 e dalle 17 alle 21; Acquario, Kidricˇevo Nabrežie 4, generalmente aperto dalle 9 alle 17 escluso il lunedì, da aprile a novembre la chiusura si posticipa alle 19 e alle 22 da metà giugno al 31 agosto.

Appuntamenti Portorose: Concerto di gala, a capodanno. Pirano: Festa del Comune, a ottobre; Presepi nelle chiese, a dicembre; Festa dei salinai, fine aprile – inizio maggio a Pirano e nel Parco regionale delle Saline di Sicciole. Bibliografia e cartografia AAVV, Slovenia, TCI 2009. Steve Fallon, Slovenia, EDT, TO 2007. Aldo Pavan, Slovenia, Clup, MI 2002. In loco si può reperire la guida turistica Piran, edita dal Comune di Pirano. Presso l’Ufficio turistico di Pirano è disponibile una cartina di Pirano, con informazioni anche in italiano e la descrizione di una lunga passeggiata del centro storico. Presso gli uffici turistici di Pirano e di Portorose, pieghevole gratuito con le principali passeggiate della zona. Indirizzi utili Ufficio del Turismo Sloveno, Galleria Buenos Aires 1, Milano, tel. 02 29511187, (in italiano). Centro informazioni turistiche di Portorose (TIC), Obala 16, tel. 05.6472220, . Centro informazioni turistiche di Pirano (TIC), Tartinijev trg/ piazza Tartini 2, tel. 05.6734440. Parco Naturale Saline Sicciole, Sezza 115, Portorose, tel. 05. 6721330, (in lingua inglese). Prefissi Per chiamare dall’Italia alla Slovenia comporre 00386 più il prefisso locale senza lo zero. Dall'Italia, 0039.

SLOVENIA PORTOROSE E PIRANO

Dove mangiare Portorose: Ristorante Rizibizi, Vilfanova 10, tel. 40.240554, , Fuži (pasta tipica istriana) con tartufi 16 e, menù degustazione da 44-55 e; Trattoria Ribicˇ, Secˇa 143, tel. 05.6770790, a meridione di Forma Viva, rinomato per il pesce, da provare la razza con i funghi, pasto 30 e; Ristorante Staro Sidro, Obala 55, tel. 05.6745074, ampia scelta di piatti di pesce, dolci fatti in casa, pasto medio 25 e. Pirano: Ristorante Riva, Prešernovo nabrežje, tel. 05.6732180, propone piatti di pesce e carne, tra cui segnaliamo il filetto di manzo con tartufi, pasto 40 e; Ristorante Pavel (nella foto), Gregorcˇicˇeva 3, tel. 05.6747101, sul lungomare apprezzato per il pesce, da provare gli scampi alla buzara e l’abbondante grigliata mista, pasto circa 35 e. Strugnano: Lambada, Strunjan 148, tel. 05.6764464, una grigliata di pesce per 2 costa 45,50 e. Sicciole: Istranova, località Padna, tel. 40.467799, , cucina stagionale, con prodotti dell’orto e olio da loro prodotto; un piatto di pesce costa 18 e, uno di carne 14 e, pasto 25-30 e.

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slovenia Cerkno e Idrija 28

Carnevale

antico

testo di Anna Brianese e Alberto Campanile – foto di Alberto Campanile


V

Cerkno, 2.000 abitanti nella Slovenia occidentale, è I A famoso per uno dei carnevali storici del Paese, popolato Cerkno E N Lubiana da personaggi in antichi costumi e animato da feste di S L O grande suggestione. Un’occasione per visitarlo e per scoprire la vicina Idrija, sede di una secolare scuola di merletti.

A

vanza a passo lento, appesantito dall’ingom- A metà febbraio brante vestito di muschio, dagli scarponi di Lo storico Carnevale di Cerkno, forse importato cuoio e dalla maschera con i lunghi canini e le cor- dal Tirolo diversi secoli fa, è strettamente legato na appuntite. È il Pust, la figura centrale del Car- alla cultura montana e contadina, presente anche nevale di Cerkno, un borgo di poco più di 2.000 nel ruolo e nell’aspetto dei personaggi. Dopo un anime nella Slovenia occidentale. Con sé trasci- periodo di sospensione tra l’inizio della Prima e na i disagi dell’inverno, il peso dei dispiaceri, le la fine della Seconda Guerra Mondiale, a cominsfortune e i fallimenti dell’anno da poco terminato. ciare dal 1956 le maschere sono tornate in piazza Per queste sue responsabilità sarà processato in a esorcizzare il male e a sorridere alla primavera piazza, la domenica che precede l’ultimo giorno di ormai vicina. Quest’anno i giorni più importanti Carnevale. A nulla serviranno l’arringa dell’avvo- del Carnevale saranno il 14 e il 16 febbraio, con cato difensore o le urla del pubblico: la sua sorte le sfilate dei Laufarji, il processo in piazza, la muè segnata. Il Martedì Grasso, un vecchio, lo giusti- sica, gli stand gastronomici. Prima dell’astinenza zierà a colpi di bastone, gettando nello sconforto quaresimale è il momento della trasgressione, la famiglia dei Laufarji, le 25 figure di questo Car- dell’abbondanza, dei cibi ricchi; nessuno rinunnevale antico. Ad esclucia ai krofi (bomboloni ripieni di marmellata di sione di uno, tutti i peralbicocche), alle miske sonaggi indossano, una (frittelle), alle salsicce maschera di tiglio (detta o a una generosa fetta larfe), un legno leggero, di ocvirkovca, una torta che non s’incurva e ben salata insaporita con si presta alla lavorazione tanti pezzetti di ciccioli artigianale. Nel variegadi maiale. E poi ci sono to mondo carnevalesco gli zlikrofi, dal 2002 ufdi Cerkno, spiccano l’oste, il boscaiolo, l’ubriaficialmente tutelati dal co con la moglie, il ma- MASCHERE TRADIZIONALI L’uomo paglia e l’uomo ministero per le Politiestro, la coppia di bene- edera sono solo due delle numerose maschere dello che agricole e forestali: sono una specie di rastanti dai vestiti raffinati storico carnevale. e dal portamento signorile. Il vecchio e la vecchia violi ripieni di patate lesse e schiacciate, lardo, procedono in coppia; il primo indossa i tradizionali erba cipollina e spezie. Una volta cotti in acqua pantaloni di cuoio al ginocchio, la maschera rossa bollente, si condiscono con sughi di verdure o di e il cappello a larghe falde nero; l’altra, ricurva, è carne. Sono un piatto diffuso in tutta la Slovenia, sempre impegnata a spazzare con una scopa di ma è Idrija a reclamarne la paternità. rami la malasorte e le nefandezze degli umani. Gli Questo paese della Primorska centrale (a circa abiti sono tutti curati nei dettagli, anche quelli con- 20 chilometri da Cerkno), oltre che per gli zlikrofi, fezionati con rami e pigne, che ogni anno devono è celebre per i merletti a tombolo. È un’arte anessere rifatti ex novo. Oltre a quello del Pust, che tica, praticata inizialmente, nel Cinquecento, da può pesare anche più di 70 chili, il più laborioso nobildonne e suore. Nella seconda metà del Setè quello dell’Uomo Edera, con ben 10.000 foglie tecento l’imperatrice Maria Teresa d’Austria aprì cucite una ad una su una tela di canapa. Uno dei una scuola di merletto a Lubiana, imitata da Idrija personaggi più caratteristici è il Ta terjast, che in- nel 1876. Da allora la cittadina continua a formadossa un costume di fili di lino e una maschera dai re merlettaie e a preservare tecniche e segreti denti sporgenti: le sue origini antiche affondano le che altrimenti rischierebbero di essere persi. Nel radici nel mondo pagano. Avanza correndo, spa- centro storico, raccolto attorno alla Mestni Trg, venta i bimbi e gli spettatori brandendo un basto- molte sono le botteghe dove si vendono tovane di nocciolo, ha il compito di sorvegliare il Pust. glie, tovaglioli o vestiti che le merlettaie curano

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IDRIJA NOTTURNA Piazza Mestni a Idrija. La città è nota, oltre che per il cinquecentesco Castello, anche per i suoi straordinari merletti di cui conserva tecniche e segreti. Sotto, la merlettaia Irma Vocina.

dal disegno all’ultimo nodo. Dal 2000 il Merletto d’Idrija (Idrijska cipka) ha ottenuto l’Indicazione geografica protetta, che impone norme precise a chi produce merletti (tecniche, materiali usati e modelli di disegno). I migliori manufatti sono esposti al Festival del Merletto di Idrija, lo scorso anno giunto alla ventottesima edizione, che riunisce i migliori maestri sloveni e di tutta Europa. Tappa d’obbligo è il Museo Civico, al Castello Gewerkenegg. Ospita una collezione di merletti straordinari; uno dei pezzi più importanti è una tovaglia per 12 persone, larga 1,8 metri e lunga 3. A quest’opera stupenda, destinata a Jovanka Broz, moglie dell’ex-presidente Tito, lavorarono una ventina di merlettaie per sei mesi (e per circa 5.000 ore complessive). Il castello, premiato come “migliore museo tecnico d’Europa”, custodisce anche una raccolta di quasi 3.000 minerali e un’ampia esposizione dedicata al mercurio. Questo metallo portò ad Idrija benessere e lavoro, ma anche seri problemi di salute ai minatori. Secondo la leggenda, fu scoperto alla fine del Quattrocento da

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un produttore di tinozze della zona; di certo, la prima minierà cominciò a funzionare nel Cinquecento. Ad Idrija si estraeva il 13% della produzione mondiale di mercurio; un tempo era utilizzato per l’estrazione dell’oro, per gli specchi, per le amalgame dentali, per le batterie e per i termometri. Da una quarantina d’anni l’uso di questo metallo pesante cominciò ridursi, anche per la sua tossicità. Con il crollo dei prezzi chiusero tutte le miniere, a esclusione di una, l’Antonijev rov, oggi aperta ai turisti. Restano il Castello Gewerkenegg eretto nel Cinquecento per ospitare gli uffici amministrativi della miniera, ben 700 chilometri di gallerie scavate sotto la città e il Kamst, un complesso sistema di pompaggio dell’acqua mosso da una ruota di legno del diametro di 13,6 metri. Ora che l’industria mineraria ha chiuso i battenti, Idrija gioca la carta del turismo, punta sulle sue bellezze architettoniche, su eventi culturali o gastronomici, sulla natura delle colline circostanti. E allora, se verrete qui, Srecno, buona fortuna, come un tempo si dicevano i minatori prima di entrare nelle viscere di Idrija.


Cima Blegos

ALPI

1562

ALPI

Crni Vrh.

Cima Blegos

Dor Novaki

1291

Crni Vrh.

0

1

2

Trebence

chilometri

Cerkno

Divje Babe Sv. Ivan

Fiu

Zelin m

Dolenja Vas

e

Sebrelje Id

ri jc

a

Ziri

Primo tinerario Punto di partenza Punto di arrivo

Chiesa

Secondo itinerario Punto di partenza e arrivo

Museo

Grotta Impianti sciistici

Racchette da neve

Acquario Artigianato del merletto Castello

Idrija

Palazzo

ALPI

Rifugio Sito geologico

Gli itinerari

Proponiamo due percorsi. Il primo, più turistico, ci porta alla scoperta di Cerkno, Idrija e della grotta Divje Babe, ritenuta uno dei siti del Paleolitico più importanti del mondo. Il secondo è invece un’escursione molto amata dalla gente del posto, che conduce fino ai 1.562 metri della Cima Blegos. Si percorre tranquillamente a piedi o, in caso di innevamento, con le ciaspole. Primo itinerario: da Cerkno a Idrija Punto di partenza: Cerkno. Punto di arrivo: Idrija. Tempo necessario: un’ora, escluse soste ed escursioni. Lunghezza: 50 km

Divje Jezero

0

2

4

chilometri

Lubiana

Note: il sentiero che scende alla grotta è piuttosto ripido, meglio indossare scarpe da trekking. Nei mesi invernali l’accesso alla grotta può essere interdetto. A Cerkno vi consigliamo di visitare il Cerkljanski Muzej (Museo di Cerkno, Bevkova Ulica 12, tel 05.3723180, ) che ospita una ricca collezione di maschere e l’esposizione permanente “La regione di Cerkno attraverso i secoli”, uno spaccato sulla cultura contadina del territorio. Un paio di chilometri a nord dell’abitato, al paese di Trebence, merita una sosta il Museo Militare (Trebence 2b, aperto su appuntamento il sabato e la domenica, tel. 040.860732, ), con i reperti trovati dal proprietario sulla linea di confine tra Italia e Slovenia. Bella anche la cinquesegue a pag. 84

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La grotta Divje Babe

Incastonata in un erto pendio che scende all’altopiano Sebreljska verso il fiume Idrijca, la Grotta Divje Babe (Donne Selvagge) ha una storia antichissima, addirittura millenaria. Qui, a cominciare dal 1995, i paleontologi hanno rinvenuto le ossa di 58 specie di animali (per lo più dell’orso delle caverne), manufatti e resti di focolai dell’uomo preistorico. Il reperto più importante è una sorta di flauto, ottenuto dall’uomo di Neanderthal forando in più punti la tibia di un orso delle caverne. In questa caverna, affacciata sulla valle circa 45.000 anni fa, veniva creato e suonato il più antico strumento musicale della Terra. Per informazioni e visite guidate contattare l’Ufficio informazioni Turistiche Laufar Cerkno, Mocnikova Ulica 2, Cerkno, tel. 05.3734645, , in inglese e sloveno.

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CULTURA MONTANA E CONTADINA Panoramica notturna sul centro della cittadina di Cerkno dove si svolge dal 14 al 16 febbraio lo storico carnevale; sotto, la coppia di “benestanti”, fra i personaggi caratteristici; abitazione a Crni Vrh; i krofi, prelibati dolci carnevaleschi. Nella pagina a fianco, il Museo della guerra a Trebence, a pochi chilometri da Cerkno; la Torre di Mercurio, opera dell’artista Jozef Vrscaj, al Castello-museo di Gewerkenegg e la collezione di maschere tradizionali al museo di Cerkno. Sotto, la grotta Divje Babe.

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segue da pag. 81

centesca chiesetta di Sv. Jost, arroccata su uno sperone roccioso dal quale si domina tutta la valle: al suo interno preziosi affreschi del XV e del XVI secolo. La chiesetta si raggiunge seguendo la strada principale fino all’ultima casa, posta dietro all’edificio sacro. Qui abita Cufer Ana Srecilo, a lei ci si può rivolgere per avere le chiavi. Prossima tappa è la Grotta Divje Babe. Tornati a Cerkno seguite la rotabile in direzione di Idrija e, oltrepassato l’abitato di Zelin, all’incrocio con la strada per Idrija (circa 4 km da Cerkno), deviate sulla destra in direzione di Tolmin. Proseguite lungo questa tortuosa strada parallela al fiume Idrijca per circa 8 km, poi deviate sulla sinistra per una strada che risale all’abitato di Sebrelje. Qui, al Centro visitatori del Parco Archeologico è possibile avere informazioni sulle visite programmate alla grotta Divje Babe e visionare una collezione di reperti rinvenuti nella zona. Da Sebrelje continuate lungo la stradina in direzione nord fino a Dolenja Vas. Parcheggiata l’auto in breve si giunge alla Chiesa Sv. Ivan, posta al margine di un promontorio affacciato sulla

valle dell’Idrijca. L’edificio sorge nel luogo dove, in epoca pagana, c’era un santuario dedicato al Sole. Qui inizia il sentiero per la Grotta Divje Babe (tabelle): dalla chiesa seguite la traccia (tabelle) che scende dall’altopiano Sebreljska in direzione ovest: il tracciato inizialmente attraversa prati non particolarmente ripidi, poi perde quota in modo più deciso. Seguite il sentiero con attenzione, soprattutto nei tratti più erti, in parte dotati di corrimano metallico (passaggi leggermente esposti). Il percorso non è tecnicamente difficile, tuttavia richiede cautela. Oltrepassata una prima fascia rocciosa, dove in un antro sono state rinvenuti interessanti reperti archeologici, arriverete all’ingresso della Grotta Divje Babe (vedi il box a pag. 82). D’inverno, il ghiaccio può rendere difficile il sentiero d’accesso che, per questo motivo, può essere chiuso. La discesa dalla chiesa di Sv. Ivan richiede circa 20 minuti di cammino (EE, per escursionisti esperti). Tornati a Sebrelje ridiscendete sulla strada principale e deviate sulla destra per la statale diretta ad Idrija. La visita di questa cittadina di circa

MUSEO CIVICO Il Castello di Gewerkenegg, sede del museo premiato come “migliore museo tecnico d’Europa”, custodisce anche una raccolta di circa 3000 minerali. Sopra, un gruppo di ragazzi in maschera. Nella pagina a fianco, escursione con gli sci verso la Cima del Blegos.

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7.000 abitanti, può cominciare dalla Mestni Trg, dove si affacciano vari palazzi neoclassici e botteghe di merletti. Dopo il Municipio, sulla destra, in Prelovceva Ulica 2, troverete la Scuola del Merletto, mentre sulla sinistra al numero 3 (è la strada che sale al Castello), l’Acquario (Akvarij) d’Idrija (tel. 05.3771130). All’interno si vedono pesci di acqua dolce e salata di varie parti del mondo, allevati e venduti dal proprietario. Da non perdere la visita del cinquecentesco Castello Gewerkenegg, oggi sede del Mestni Muzej Idrija (Museo Civico, Prelovceva Ulica 9, tel. 05.3726600, www.muzej-idrija-cerkno.si, in italiano, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18). Ospita una ricca collezione di minerali, macchine e attrezzi usati per estrarre il mercurio e la “Torre di Mercurio” con un cubo di plexiglass, contenente il metallo, opera dell’artista Jozef Vrscaj. Una parte del museo è dedicata al merletto a tombolo, con manufatti provenienti da vari paesi. Prima di lasciare Idrija, merita una visita anche il Divje jezero, un laghetto di color verde, dichiarato monumento nazionale sloveno, alimentato da una sorgente non ancora individuata dai sommozzatori. Per raggiungerlo, dal centro di Idrija proseguite in direzione di Lubiana, dopo 2 km girate a destra (ponte, tabella). Continuate per circa 500 metri fino a un nuovo ponte e al parcheggio. Il secondo ponte è affacciato sullo Jezernica, emissario del lago, il più corto fiume della Slovenia (55 metri). La passeggiata attorno al Divje Jezero (lago selvaggio) dura 10-15 minuti; alcune tabelle svelano le caratteristiche geologiche del lago e della flora. Secondo itinerario: Cima Blegos Punto di partenza e di arrivo: Rifugio Smucarski Center Cerkno a Crni Vrh. Tempo necessario: 1,30 ore solo andata + 0,40 ore per la salita alla Cima. Periodo: da dicembre a marzo. Difficoltà: EE (per escursionisti esperti). Dislivello in salita e discesa: circa 200 metri + 170 per la cima. Segnavia: un paio di tabelle nella seconda parte del percorso. Note: la parte iniziale del tracciato non è segnata, perciò potrebbe creare qualche difficoltà di orientamento qualora la traccia di altri escursionisti non fosse visibile. Dal paese di Cerkno seguite la strada per Dor Novaki, quindi proseguite in direzione nord (indicazioni per Ski Center, Smucarski Center Cerkno); dopo circa 10 km deviate sulla destra

per una strada che porta all’inizio degli impianti di risalite. Con questi portatevi al Rifugio Smucarski Center Cerkno, a Crni Vrh (1.291 m), dove potete chiedere informazioni sulle condizioni del tracciato. Alle spalle del rifugio, sulla destra, attraversate le piste, quindi seguite la forestale pianeggiante che prima costeggia un laghetto (di solito gelato in inverno) e quindi continua nel bosco. Al termine incontrerete alcune case e una strada. Seguitela per circa 300 metri in discesa e lasciatela all’altezza di un tornante per continuare sulla sinistra lungo una forestale. Dopo poche decine di metri girate sulla destra nel bosco. Non ci sono tabelle, ma il percorso è generalmente battuto ed evidente. Proseguite in discesa nel bosco, sempre seguendo la traccia in direzione est: effettuerete una serie di saliscendi, sempre tra gli alberi, fino a incrociare la mulattiera che, senza grandi dislivelli, vi porterà al Rifugio Koca na Blegosu (lungo il tragitto tabelle; aperto anche d’inverno durante i weekend, 1.391 m; circa 1,30 ore dall’arrivo degli impianti). Noi abbiamo interrotto qui l’escursione, ma con sufficiente tempo a disposizione si può continuare lungo l’evidente dorsale compresa tra due fasce boscose che risale direttamente alla Cima Blegos (1.562 m). Per la cima calcolate circa 40 minuti in salita e poco più della metà in discesa. Si torna agli impianti con lo stesso itinerario percorso all’andata (circa 1,20 ore).

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BLOCKNOTES

Durata 4 giorni Prezzo 300-400 e Quando tutto l’anno. Da dicembre a marzo per l’escursione sulle ciaspole

Come arrivare In auto: seguite l’A4 in direzione di Gorizia. Lasciata l’autostrada a Villesse raggiungete Gorizia quindi, passato il confine, continuate in direzione di Caporetto. Oltrepassato Deskle, prima di Tolmin girate sulla destra, poi seguite le indicazioni per Idrija. Poco prima di Straza, girate a sinistra (dritti si va a Idrija) fino a Cerkno (circa 200 km da Venezia Mestre). Attenzione: se prevedete di percorrere autostrade o superstrade dovete acquistare il bollino autostradale (è disponibile al confine presso i distributori, costa 15 e una settimana, 30 e un mese). In bus: ogni giorno sono previste corse da Cerkno e da Idrija a Lubiana e viceversa. Periodo Tutto l’anno, nei mesi invernali la Grotta Divje Babe può essere chiusa. Documenti Carta d’identità; patente e carta verde.

slovenia cerkno e idrija

Lingua Lo sloveno. Italiano, tedesco e inglese sono ben compresi.

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Dove dormire Cerkno: Hotel Cerkno***, Sedejev trg 8, tel. 05.3743400, (in inglese), , centrale, il personale parla bene italiano, le colazioni a buffet comprendono, dolci, salumi e formaggi.

La mezza pensione costa 53 e per persona al giorno. È anche possibile affittare un appartamento presso lo Smucarski Center Cerkno a Crni Vrh (in quota, sulle piste da sci). Per informazioni rivolgersi all’Hotel Cerkno; un appartamento, dotato di tutti i comfort (telefono, tv, lavatrice, cucina, ecc.), con una camera per due/quattro persone costa e 110. Agriturismo Zelinc, Straza 8, tel. 05.3724020, , con piscina. La cucina è aperta anche ai non ospiti con piatti tradizionali e insaccati di produzione propria. La mezza pensione costa da 38 a 41 e a persona. Agriturismo Grapar, località Planina, Planina pri Cerknem 47, tel. 05.3724117, , ottimo punto di partenza per escursioni a piedi o in bici, cucina tradizionale e molti prodotti fatti in casa (marmellate, mele secche e liquori), mezza pensione da 32 e a persona. Idrija: Inn Gostice Barbara***, Kosovelova 3, tel. 05.3771162, nel centro, camere semplici ricavate in una secolare casa di minatori, 55 e per notte (matrimoniale). Il ristorante, aperto anche ai non ospiti dell’albergo, propone piatti tradizionali, fatti con largo uso di prodotti slow-food (un pasto costa 25/30 e). Gostilna Pri Skafarju, Ulica sv Barbare 9, tel. 05.3773240, , specialità di Idrija e pizzeria, 20 e; il locale ha anche alcune camere, solo per pernottamento e prima colazione (25 e in camera doppia a persona). Youth Hostel Nikolaj Pirnat, Ulica IX Korpusa 17, , la camera doppia costa da 11 a 13 e per persona al giorno senza colazione, a 500 m dal centro. Spodnja Idrija: Kendov Dvorec**** Schlosshotels, Na Gricu 2, tel. 05.3725100, , albergo raffinato all’interno di un castello del Trecento, arredato con mobili antichi, cucina curata (chef sloveno dell’anno 2002). La camera matrimoniale costa da 170 a 300 e a notte. Il prezzo è relativo al pernottamento in camera doppia con colazione. Rifugi Koca na Blegosu (1391 m), del Club Alpino sloveno, aperto il sabato e la domenica, tel. 051.614587. Dove mangiare Cerkno: Gostilna Pizzeria Pr’Struklu, Platiseva Ulica 1, tel. 05.3775014, cucina tradizionale, da provare gli struklji alla ricotta o alle verdure


Cosa fare Cerkno è una località apprezzata anche dagli appassionati di sci; a pochi chilometri si puo sciare nel centro sciistico sui pendii del Monte Crni Vrh dove si contano 18 km di piste, di tutte le difficoltà, servite da varie seggiovie, compresa la “Lom” a sei posti. La neve è garantita anche dall’innevamento artificiale. Cosa comprare Merletti: Studio Irma Voncina, Mestni Trg 17, Idrija, tel. (05) 3771584. Studio Koder, Mestni Trg 16, Idrija, tel. 05.3722303. Trgovina Vanda, Mestni Trg 13, Idrija, tel. 05.3773444. Centro Internazionale del Merletto di Idrija, Prelovceva 2, tel. 05.3743916. Scuola del Merletto di Idrija, Prelovceva 2, tel. 05.3734570. Oggetti di legno decorati: Etnodar, Jerebova Ulica 8, Cerkno, tel. 05.3775017. Dolci di Carnevale: in particolare i krofi (krapfen) e le miske (frittelle) si trovano in molti ristoranti e pasticcerie di Cerkno e Idrija. Formaggi: Judita Demsar, Cerkljanski Vrh 24, Cerkno, tel. 05.3775312. Appuntamenti Febbraio: Laufarija, storico Carnevale di Cerkno nelle date di domenica e martedì grasso. Carnevale di Idrija anch’esso domenica e martedì grasso. Marzo: Marcia Invernale su Porezen, a Cerkno, l’ultima o penultima domenica di marzo. Aprile: Idrija Hella Rally, gara di velocità, l’ultimo fine settimana del mese. Giugno: Festival dei pizzi a Idrija.

BLOCKNOTES

Cosa vedere Idrija: vi consigliamo la visita della Miniera Antonijev Rov, Kosovelova Ulica 3, tel. 05.3771142, . Orari: da lunedì a venerdì alle 10 e alle 16, domenica e festivi 10, 15, 16; la visita richiede circa un’ora. Interessante la Kamst, pompa mossa da un’enorme a ruota di legno (per informazioni rivolgersi al Museo Municipale). La Chiesa della Santissima Trinità, della fine del ’400.

Bibliografia e cartografia AAVV, Slovenia, TCI, MI 2009; Steve Fallon, Slovenia, Edt, TO 2007. Presso l’Ufficio Turistico di Idrija si può reperire il volume di Janez Kavcic, Idrija la città del mercurio v’invita, Lto Idrija. La Carta Turistica Cerkno, in scala 1: 25.000, della Geodeteski Zavod Slovenije, comprende la grotta Divje Babe, i sentieri nei dintorni di Cerkno e parte della salita alla Cima Blegos (itinerario 2). Presso gli uffici turistici di Cerkno e Idrija sono disponibili cartine turistiche dei paesi. Indirizzi utili Ufficio del Turismo Sloveno, Galleria Buenos Aires 1, Milano, tel. 02.29511187, (in italiano). Ufficio informazioni Turistiche Laufar Cerkno, Mocnikova Ulica 2, Cerkno, tel. 05.3734645, (in inglese e sloveno). Ufficio informazioni Turistiche (TIC) di Idrija, Vodnikova Ulica 3, Idrija, tel. 0537.43916, (in italiano). Associazione Laufarija Cerkno, Bevkova Ulica 14, tel. 04 1424498, www.laufarija-cerkno.si, per informazioni sui costumi classici del Carnevale di Cerkno. Prefissi Per chiamare dall’Italia alla Slovenia il prefisso internazionale è lo 00386. Dalla Slovenia all’Italia il prefisso è 0039. Il prefisso di Idrija e di Cerkno è lo 05. Se non si chiama dalla Slovenia non comporre lo zero.

slovenia cerkno e idrija

(5 e) e la Bakalca (a base i carne) 8 e, un pasto costa 20/25 e. Crni Vrh: presso il Ristorante del Rifugio dello Smucarski Center Cerkno, è possibile pranzare con piatti veloci e tradizionali a prezzi contenuti. Idrija: Inn Gostilna Kos, Tomsiceva Ulica 4, tel. 05.3722030, cucina tradizionale, da provare gli Idrijski zlikrofi (ravioli di Idrija), un pasto costa circa 20 e. Spodnja Idrija: Inn Gostilna Mosticer, Mokraska vas 1, tel. 05.3776117, 20 e. Alcuni locali citati in “Dove dormire” hanno un ristorante aperto anche ai non ospiti.

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Sentieri di

pace

SLOVENIA CAPORETTO

di Alberto Campanile e Anna Brianese

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A Caporetto-Kobarid, cent’anni dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale, per addentrarsi nelle trincee e lungo i sentieri della guerra. E ancora l’Isonzo dal colore dello smeraldo, le chiese di legno nascoste tra i monti, le gole di Tolmino e i musei di guerra ispirati alla pace.


ACQUA VERTICALE La cascata Kozjak, lungo l'Itinerario Storico.

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S

ulla sinistra le pietre tombali recuperate nei cimiteri militari dell’Alto Isonzo, sulla destra 36 fotografie in bianco e nero. Immagini di uomini e di donne, di militari, di suore, di crocerossine. Volti di giovani chiamati a combattere contro persone con le quali fino ad allora avevano vissuto pacificamente. Delle loro gesta a volte resta solo “la gloria d’una medaglia alla memoria”, come cantava Fabrizio De André. Fin dall’ingresso del Museo di Kobarid, s’intuisce che il fulcro dell’esposizione gravita attorno all’uomo, a quelle migliaia di soldati di più fronti, coinvolti in una guerra spaventosa che ha causato milioni di morti. Vittime dei colpi d’artiglieria, ma anche delle valanghe, del freddo e degli stenti. AUSTRIA

V

I TA L I A

Caporetto I A N E Lubiana O L S

Addio alle armi Quelle giornate terribili sono state descritte magistralmente da Ernest Hemingway nel romanzo Addio alle armi, ma sono altrettanto efficaci i resoconti dei soldati. “Oggi riprendo a scrivere nel diario... il giorno 29 sono rimasto per 24 ore rannicchiato in una trincea tra i cadaveri dei nostri giovani e dei nemici...

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L’acqua scarseggia ed è maleodorante. Ci viene fornita in otri. Per due giorni non ho assunto né cibo né acqua” (Virgilio Bonamore, Diario 1915). Per avere un’idea del fronte dell’Alto Isonzo e del territorio della celebre disfatta, conviene salire al secondo piano del museo, dove si trova un grande plastico del territorio. La sala nera ha la “funzione di monito e di stimolo alla riflessione sul significato della guerra per la popolazione”, quella bianca è dedicata alle difficoltà di chi, per 29 lunghi mesi, ha combattuto anche contro il gelo e le avversità della natura. Per rendersi conto delle difficoltà incontrate dai soldati bisogna salire sulla linea del fronte, imbucarsi nelle trincee umide e fredde anche d’estate, incamminarsi lungo il Sentiero della Pace nell’Alta Valle Isonzo. Il percorso, articolato in 5 tappe, si sviluppa tra Bovec, Caporetto e Tolmino, tocca il Monte Rombon, la catena del Krn (Monte Nero), la cresta del Kolovart. La prima battaglia isontina si combatté tra il 23 giugno e il 7 luglio del 1915; l’ultima, la dodicesima, quella di Caporetto, tra il 24 ottobre e il 9 novembre del 1917. Dopo la disfatta il fronte si spostò prima verso la pianura friulana poi nel Veneto lungo il Piave, dove lo stesso Hemingway fu ferito. Lungo la linea Isontina restano fortezze, chiese, cimi-


teri di guerra, camminamenti, musei all’aperto. A quello di Zaprikraj si accede grazie ad una strada forestale, posta sopra l’omonima malga, ad alcuni chilometri dall’abitato di Drežnica. Il sentiero ha uno sviluppo circolare, si articola nel bosco lungo la linea dell’esercito italiano, tra trincee, bunker, baraccamenti e postazioni d’artiglieria. Su questi monti le battaglie più aspre si ebbero nell’autunno del 1915, poi i due schieramenti si fronteggiarono in una estenuante guerra di posizione. Che durò fino all’ottobre del 1917, quando alle truppe italiane fu ordinato di battere in ritirata, poiché il fondovalle era già stato espugnato. Più direttamente interessata dalla battaglia di Caporetto fu la zona del Kolovrat, dorsale adagiata tra Kobarid e Tolmin dove l’esercito italiano costruì un articolato sistema difensivo denominato “linea d’armata”. Il fatidico 24 ottobre del 1917 un terribile bombardamento dischiuse la strada alle unità tedesche, guidate dal tenente Erwin Rommel. Conquistata la cima, le truppe continuarono verso il monte Matajur e la pianura friulana. Oggi Kolovrat è un museo all’aperto, un luogo di pace dove lo sguardo di italiani e sloveni spazia dalla

valle di Tolmino all’Adriatico. In memoria e monito di quei sanguinosi eventi restano i cimiteri militari, le chiesette erette durante il conflitto, i musei, gli ossari. In quello italiano, abbarbicato sulla sommità di un colle affacciato su Caporetto, risposano 7014 soldati italiani morti durante la Prima Guerra Mondiale. La struttura, inaugurata nel settembre del 1938 da Benito Mussolini, rientra nel Sentiero Storico di Caporetto, un percorso circolare di circa cinque chilometri, che coniuga bellezze naturali a luoghi d’interesse storico. Cascate e formaggi Come l’area archeologica di Tonovcov Grad, dove sono stati portati alla luce reperti di varie epoche, anche dell’Età del rame e romani. Da qui in breve si raggiunge l’Isonzo, con le sue acque cristalline apprezzate da pescatori e da appassionati di sport (in particolare di rafting e di kayak). Il Sentiero Storico raggiunge la cascata di Kozjak, incastonata nel fondo di una gola, ai margini di una pozza d’acqua apprezzata da alcuni audaci bagnanti. Lungo il cammino si può sostare al Museo Caseario; qui si possono sco-

LUOGO DI MEMORIA L'ossario italiano. In alto: cimeli al Museo della Grande Guerra di Drežnica. Nella pagina a fianco, in alto: al Museo di Caporetto; in basso: sezione di granata al Museo della Grande Guerra.

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prire i segreti di alcune eccellenze del territorio. A cominciare dal Tolminc, un formaggio di latte vaccino, già noto nel Duecento; nel 1756 figurava nella lista dei latticini commercializzati ad Udine. Oggi è prodotto in alcune malghe e in piccoli caseifici, nel rispetto di un disciplinare piuttosto rigido. Le forme, al massimo di 5 chili, hanno una pasta morbida e compatta, con scarse occhiature. Generalmente si stagiona da due a 12 mesi, ma c’è chi azzarda tempi più lunghi. Al Ristorante Hiša Franko di Caporetto, Valter Kramar arriva ad affinare le forme di Tolminc d’alpeggio anche per cinque anni. Così invecchiato è straordinario, soprattutto se abbinato a miele o confettura. La cucina della moglie Ana è ottima: usa prodotti stagionali di alta qualità, principalmente del territorio. Si spazia dalla pasta ripiena di levistico al trancio di branzino di Pirano con crema di mandorle e asparagi di mare fino alla millefoglie di caramello, albicocche allo zenzero e mousse all’amaretto. Da anni Caporetto è un punto di riferimento per buongustai e qui si concentrano

diversi ristoranti e trattorie di alto livello. Abbondano i piatti a base di carne, ma anche quelli di pesce, largamente apprezzati da valligiani e turisti. Se andate al Ristorante Topli Val nel cuore del paese, potrete assaggiare pesce crudo freschissimo, tagliolini ai gamberi e gli struklji di Caporetto, una sorta di “raviolo” dolce ripieno di noci, uva sultanina e spezie. A chi cerca un posto rustico, semplice e schietto, consigliamo di andare all’agriturismo Eko Kmetija di Robidišcˇ e. Qui si servono i formaggi di pecora, le paste ripiene e il cosciotto d’agnello al forno con le patate. In quest’angolo della val Natisone, non ci si arriva per caso: il borgo, isolato tra dolci colline a due passi dal confine italiano, ha una manciata di case in parte non abitate, un museo etnografico e un paio di strutture a conduzione familiare, dove è possibile pernottare d’estate. Diversi sono i turisti italiani e locali che s’inerpicano su questi monti per consumare un buon pasto a prezzi equi e per concedersi una vacanza all’insegna della tranquillità e della pace.

ABISSO VERDE Un tratto dell'itinerario lungo le spettacolari gole di Tolmino. In alto: formaggio all'Eko turisticˇ na Kmetija di Robidišcˇ e.

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Primo itinerario Sentiero storico Secondo itinerario Museo di Zaprikraj Terzo itinerario Gole di Tolmin Punto di partenza

Malga Zaprikraj

Hudicev ˇ most (Ponte del Diavolo)

Archeologia Cascata

Drezniske ˇ ˇ Ravne

Caseificio

LATTE

Chiesa

Ponte di legno

Gola

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Medvedova Glava in Skakalce Zadlascica ˇˇ

Grotta ka

Informazioni

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Ossario

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Museo

Caporetto/ Kobarid

Museo all’aperto Bar Tolminska Korita

Panorama

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200

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Parcheggio

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Tonovcov Grad

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Resti di trincee

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Tolmin Ponte Napoleone 0 LATTE

100

200

metri

Caporetto/Kobarid

0

Gli itinerari

Proponiamo tre tracciati percorribili anche con bambini a patto di prestare attenzione in alcuni brevi tratti. Una torcia può rivelarsi utile. Primo itinerario: sentiero storico di Kobarid (Caporetto) Punto di partenza e di arrivo: centro di Caporetto Lunghezza: cinque chilometri Durata: circa 3 ore Periodo: dalla primavera all’autunno. Dando le spalle all’Ufficio informazioni nel centro della località di Caporetto si va dritti per

2

4

chilometri

100 metri, quindi si gira a sinistra per altri 100 metri fino alle colonne e alle tabelle con la descrizione dell’itinerario. Si continua sulla strada asfaltata (Via Crucis) fino all’Ossario italiano e alla chiesa di Sant’Antonio. Prima si procede verso nord nel bosco seguendo le tabelle, poi si continua su evidente sentiero in direzione di Tonovcov Grad. Dopo circa 15 minuti di cammino si giunge ad un bivio, al quale è segnalata la deviazione per il punto panoramico Veliki Rob. Si procede dritti nel bosco per un sentiero contrassegnato da paletti. Giunti al bivio per il parcheggio si gira a destra per raggiungere il vicino sito archeologico Tonovcov Grad, con i resti di un antico centro abitato e di una chiesa. Si torna indietro per 150 metri, quindi si va a destra in direzione del fiume Socˇ a-Isonzo. Inizialmente si scende lungo il ripido sentiero, poi con la gradisegue a pag.108

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FIUME DI SMERALDO Kayak sull'Isonzo a Caporetto. In basso, in senso orario: la chiesa dello Spirito Santo a Javorca; štrukelj al ristorante Topli Val di Caporetto; nel museo all'aperto di Zaprikraj. Nella pagina a fianco, in senso orario: una sala del Museo di Caporetto; frontoni decorati per le arnie all'apicoltura Braz; l'interno del Museo Caseario di Caporetto; maschere tradizionali di Carnevale a Drežnica.

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segue da pag. 105

nata attrezzata con un cavo di sostegno e diretta alla vicina strada asfaltata (20’). Si procede in salita per 50 metri, quindi si devia a destra su un sentiero nel bosco che in breve porta ad una strada forestale. Si prosegue sulla destra per 200 metri, quindi si devia a sinistra in direzione del fiume. Con un sentiero agevolato da gradini si raggiunge il ponte sospeso che consente di attraversare l’Isonzo. Dopo il ponte si va a sinistra; giunti ad un ponticello, si continua per 50 metri, quindi si devia a destra e si segue il greto del torrente. Dopo circa 5 minuti di cammino si arriva alla cascata formata dal ruscello Kozjak. Tornati al ponte sospeso (a sinistra in salita si trova un tratto della linea armata) si continua verso sud su di una mulattiera parallela al fiume che in breve porta alla strada asfaltata. Da qui si continua per il vicino Ponte Napoleone. Attraversato il fiume, si procede sulla sinistra su di una strada asfaltata, prestando attenzione al traffico automobilistico. Dopo circa 300 metri,

sulla sinistra, s’incontra un bivio: si prende a sinistra fino al caseificio, sulla sinistra, e al Museo Caseario sulla destra. Tornati al bivio si continua sulla strada principale fino a raggiungere prima il Museo di Caporetto e poi il punto di partenza del percorso. Secondo itinerario: Museo all’aperto Zaprikraj Punto di partenza e arrivo: parcheggio di malga Zaprikraj Lunghezza: circa 8 km Durata: 3 ore Periodo: dalla tarda primavera all’autunno. In auto, da Caporetto, si raggiunge Ponte Napoleone per continuare fino all’abitato di Drežnica, dove merita una visita il Museo della Grande Guerra ed etnografico Botognice. Da qui si prosegue in direzione di Drežniške Ravne, a 7 km da Caporetto. Prima del paese si devia sulla destra

DRESENZA Vista sull'abitato di Drežnica. In alto: l'Itinerario Storico nei pressi della cascata di Kozjak. Nella pagina a fianco: tabella informativa nel museo all'aperto di Zaprikraj.

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– seguendo la tabella - e si continuare su strada bianca fino al cancello posto nei pressi di malga Zaprikraj, dove si parcheggia. Si continua su strada forestale fino ad una tabella che segnala il museo Zaprikraj. Si procede sulla sinistra nel bosco e si seguono i paletti e i segni rossoneri. Il cammino si insinua nelle trincee, raggiunge bunker e fortificazioni (per addentrarsi in alcune di queste è meglio disporre di una pila). Il tracciato è ad anello, inizia e termina alla sopracitata tabella. Si ridiscende al parcheggio lungo lo stesso itinerario descritto in salita. Si consiglia una sosta alla malga Zaprikraj, dove si produce e si vende il formaggio Tolminc. Terzo itinerario: gole di Tolmino Punto di partenza e di arrivo: Bar Tolminska Korita Lunghezza: 3,5/4 km. Durata: circa 1,30 ore. Periodo: dalla primavera all’inizio dell’autunno. Nota: il percorso è ad anello; chi scrive lo ha percorso in senso orario. Da Tolmino si seguono le indicazioni per le gole di Tolmino, Tolminska Korita, a nordest dell’abitato, ed è a disposizione un ampio parcheggio in prossimità del Bar Tolminska Korita. Dal bar si continua lungo la strada asfaltata in direzione di Zadlaz e dopo duecento metri si trova il chiosco della biglietteria. Si continua su strada asfaltata

per circa un chilometro e mezzo fino al celebre Hudicˇ ev most (Ponte del Diavolo), da cui si ha una strepitosa vista sulla forra. Si procede sempre su strada asfaltata per altri 500 metri; sulla destra si nota la Zadlaška (Dantejeva) jama, per gli italiani la grotta di Dante. L’ipogeo, già esplorato e mappato, è visitabile solo con attrezzatura adeguata e con una guida speleologica. Si ridiscende la strada appena percorsa per poche decine di metri, quindi si devia sulla sinistra per un sentiero che scende nel bosco. Giunti ad un bivio si piega a sinistra su un cammino che in breve porta ad una suggestiva gola coperta da vegetazione con numerosi punti panoramici, anche affacciati sulla Medvedova Glava in Skakalce (Testa d’orso e saltatori), un caratteristico masso incastrato nel canyon della Zadlašcˇica. Tornati al bivio sopracitato si continua dritti fino ad un secondo bivio posto in prossimità della confluenza della Tolminka e della Zadlašcˇica. Si procede sulla destra fino ad un ponte di legno (tabelle esplicative). Si prosegue dritti su un sentiero parallelo al fiume sottostate il ponte del Diavolo. Si può godere di splendidi scorci, in particolare da una cengia rocciosa posta dopo una galleria, ma occorre prestare attenzione se il terreno è bagnato. Tornati al ponte di legno, si attraversa il fiume e si procede in salita su di un ampio sentiero ben segnalato per arrivare in breve al chiosco e al punto di partenza dell’itinerario.

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BLOCKNOTES

Durata 3-4 giorni prezzo 300-400 # escluso il viaggio Quando da aprile a novembre.

Come arrivare In auto: A4 in direzione di Gorizia; lasciata l’autostrada a Villesse si raggiunge Gorizia e quindi, passato il confine, si continua in direzione di Caporetto. Kobarid si raggiunge facilmente anche da Cividale del Friuli. In treno: la stazione di Most na Socˇi (Santa Lucia d’Isonzo), sulla linea ferroviaria Trieste-Jesenice, si trova a 22 km da Caporetto. In aereo: l’aeroporto di Ronchi dei Legionari (TS) è a circa 70 km da Tolmino. In bus: collegamenti giornalieri tra Nova Gorica e Caporetto. Periodo Da aprile fino ai primi di novembre.

SLOVENIA CAPORETTO

Lingua Lo sloveno. Italiano, tedesco e inglese sono ben compresi.

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Dove dormire e mangiare Caporetto: Hiša Franko (nella foto), Staro Selo 1, tel. 05.3894120, ; raffinato ristorante, cucina creativa firmata da Ana Roš, piatti con abbinamenti inaspettati, sempre con prodotti di qualità principalmente del territorio, d’estate si può mangiare in giardino, riparati da ampie tende, ottime le selezioni di formaggi e di vini sloveni, un pasto costa circa 50 e, si può pernottare e la doppia costa 90-148 e; Hotel Hvala Topli Val, Trg svobode 1, tel. 05.3899300, , rinomato ristorante di pesce, vi si possono gustare anche piatti di carne e piatti tradizionali come gli štrukelj (dolce ripieno di cioccolato, uva sultanina, pangrattato, cannella), un pasto medio costa circa 50 e, il ristorante fa

parte dell’Hotel Hvala, la cui camera doppia costa da 52 e a persona; Ristorante Kotlar, Trg svobode 11, tel. 05.3891110, , pesce fresco, un pasto medio costa 50 e, la struttura comprende alcune camere dove è possibile pernottare, la doppia costa 35 e a persona; Gostilna Breza, Mucˇ eniška 17, tel. 05.3890040, cucina locale, carne alla griglia e pesce, prezzo medio 20-25e; Gostišcˇe Jazbec, Idrsko 56, tel. 05.3899100, , cucina slovena e mediterranea, un pasto medio costa 20 e, il pernottamento in camera a tre letti costa 25 e. Cˇiginj: The Blue House, Cˇiginj 25, a 5 km da Tolmino, tel. 05.3883180, , casa dell’Ottocento con arredo d’epoca, 30 e a persona in camera doppia standard b&b. Drežnica: Jelkin Hram, Drežnica 30, tel. 05.3848610, pensione a conduzione familiare in cui si mangiano piatti della cucina locale ben preparati, buon rapporto qualità prezzo, il pernottamento in camera doppia costa 27 e a persona, il proprietario, esperto di parapendio, può fornire informazioni utili sui punti di decollo e atterraggio, servizio trasporto passeggeri e attrezzature (vedi sport). Robidišcˇ e: Eko turisticˇna kmetija (agriturismo), Robidišcˇ e 3, Breginj, tel 05.3849858, , ottima cucina casalinga e formaggi di pecora 20 e, pernottamento con prima colazione 28 e, mezza pensione 38 e; Casa vacanze Robidišcˇe, Robidišcˇ e 10, Breginj, cell. 031.345958, , pernottamento 20 e. Campeggi Caporetto: Kamp Koren Kobarid, Drežniške Ravne 33, tel 05.3891311, , nei pressi di Ponte Napoleone, sull'Isonzo, aree camper, tende e alcuni bei bungalow. Casinò Centro di divertimento Aurora, Staro Selo 60/a, Caporetto, tel. 05.3884500, . Cosa comprare Miele all’Apicultura Braz, Vrsno 11, Vrsno, cell. 041.521215, . Formaggi alla Malga Zaprikraj (vedi itinerario 2); al Caseificio Mlekama Planika, Gregorcˇicˇ eva ulica 32, Caporetto, tel. 05.3841000, . Presso il caseificio, sempre in Gregorcˇicˇ eva ulica, al Museo Caseario si possono acquistare oggetti d’artigianato.


Gole di Tolmino

Caporetto: Museo di Kobarid, Gregorcˇ icˇ eva ulica 10, tel. 05.3890000, ; Museo Caseario, Gregorcˇicˇ eva ulica 32, tel. 05.3811360, , dal lunedì al sabato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, dal primo novembre al primo marzo aperto solo su prenotazione. Drežnica: Museo della Grande Guerra ed etnografico “Botognice”, Drežnica 12 a, tel. 05.3848520, bella collezione di reperti bellici recuperati nel territorio da Mirko Kurincˇicˇ , la collezione etnografica comprende maschere del celebre carnevale. Breginj: Museo di Breginj (nella foto), Breginj 103, tel. 05.3849803, la collezione etnografica è ospitata in una delle poche architetture tradizionali risparmiate dal terremoto del 1976; Museo e cucina nera, Robidišcˇ e 14, rivolgersi alla proprietaria della Casa vacanze Robidišcˇ e. Tolmin: Museo di Tolmino, Mestni Trg 4, tel. 05.3811360, , ampia raccolta di reperti dell’Isontino; Chiesa Commemorativa di Sv. Duh (Santo Spirito), in località Javorca, sopra Tolmin. Cosa fare Parapendio con Adrenalin Paragliding Team Kobarid, Drežnica 30, Drežnica, , Klavdij è gentile ed esperto di parapendio. Sport fluviali con Alpin Action, Tr-

novo ob Socˇi 26a, Srpenica, tel. 05.3845504, e . Appuntamenti Giugno: Maratona alpina, 42,2 km per 5.600 metri di dislivello, partenza e arrivo a Podbrdo, gli atleti passano per Tolmino. Luglio: Metalcamp, attesissimo festival heavy metal a Tolmino. Settembre: Festival dell’escursionismo a Caporetto; Festival della trota dell’Isonzo, a Caporetto. Ottobre: Jestival “štrukljev in krapcev”, festa del dolce più celebre di Caporetto. Bibliografia e cartografia AA.VV., Slovenia, Guide Verdi TCI, 2013. Steve Fallon, Slovenia, Edt, 2011. Tadej Koren, Il sentiero della Pace, guida lungo il fronte isontino nell’Alta Valle dell’Isonzo, pubblicato da Ente “Fondazione le vie della Pace nell’Alto Isonzo”, 2007. Carta storico turistica della Fundacija Poti Miru v Posocˇju in scala 1:50.000, Fronte Isontino, dal Rombon al Colle di Mengore. Indirizzi utili Ufficio del Turismo Sloveno, galleria Buenos Aires 1, 20124 Milano, tel. 02.29511187, . Ufficio Turistico di Kobarid Caporetto, Trg Svobode 16, tel. 05.3800490, . Ufficio Turistico di Tolmin, Petra Skalarja 4, tel. 05.3800480, . Fondazione Le Vie della Pace nell’Alto Isonzo, Gregorcˇicˇ eva 8, tel. 053.890167, . Prefissi Per chiamare dall’Italia alla Slovenia, il prefisso internazionale è lo 00386, che deve essere eguito dal numero senza lo zero del prefisso locale. Dalla Slovenia all’Italia il prefisso è 0039.

SLOVENIA CAPORETTO

Cosa vedere

BLOCKNOTES

Adagiate a meridione del Parco Nazionale del Triglav, alla confluenza della Tolminka e della Zadlaščica, le gole di Tolmino regalano scorsi sensazionali, soprattutto in primavera quando l’abbondanza d’acqua rende spettacolari le numerose cascate. Dopo il cosiddetto Ponte del Diavolo, la strada conduce alla grotta di Zadlaz, conosciuta dagli italiani come grotta di Dante. All’inizio del Trecento il Sommo Poeta fu ospite del patriarca Pagano della Torre: gole e anfratti del territorio lo avrebbero ispirato per la stesura dell’Inferno. Nella frescura della forra crescono piante tipiche dell’ambiente alpino e di quello submediterraneo. Sono stati identificati anche alcuni endemismi, come l’Aconitum angustifolium, il Cerastium subtriflorum e l’Athamanta turbith. Le gole sono aperte tutti i giorni da aprile ai primi di novembre, con orari variabili, in genere dalle 9 fino ad alcune ore prima dell’imbrunire. Visitata la gola vi consigliamo di raggiungere la Chiesa commemorativa di sv. Duh (Santo Spirito). Una strada piuttosto stretta s’inerpica fino al santuario, eretto durante la Prima Guerra Mondiale dalle truppe austriache.

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Tutto

scorre

SLOVENIA Valle dell’Isonzo 50

testo di Federica Botta – foto di Alessandro De Rossi


ALLA SCOPERTA DEL FIUME In kayak sull’Isonzo

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Canoa, hydrospeed, torrentismo, trekking, parapendio, MTB: sono infiniti i modi per scendere i fiumi di quest’angolo di Slovenia che porta con grazia il peso di una storia dolorosa.

«T

re, due, uno…». Niente. Il conto alla rovescia non ha funzionato. Quando è arrivato lo zero, mi sono ritrovata ancora lì, ferma sulla roccia, a circa tre metri d’altezza dalla piscina cristallina della cascata, dove avrei dovuto tuffarmi. Il battesimo del salto mi ha colto di sorpresa: ho già sceso in torrentismo altri canyon, ma sempre con corde e discensori. Questa nuova esperienza del lancio nel vuoto, anche se da un’altezza minima, è l’entusiasmante regalo del “sunny side of Socˇa”, come lo chiamano qui. È la Slovenia attiva che si srotola lungo l’Isonzo, un condensato di adrenalina, sport e natura. Mille attività differenti racchiuse in pochi chilometri quadrati, appena oltre i nostri confini. Dopo qualche secondo d’indecisione, riprovo: chiudo gli occhi e con una bella spinta cerco di centrare il ribollio alla base della cateratta. L’emozione mi arriva allo stomaco con un tempismo perfetto per compensare l’acqua freddissima. 5°: questa la temperatura del torrente in piena estate. Quando riemergo e nuoto verso riva, le mie mani dimostrano con

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un bel rosso vivo la loro protesta. L’unica parte del corpo esclusa dalla muta di neoprene da 8 millimetri, con cui la nostra guida mi ha rivestito come un’astronauta, cerca con colori sgargianti di attirare la mia attenzione. Ma non ho tempo di starle ad ascoltare. Esorcizzata la paura, il resto del ruscello mi appare come un campo giochi liquido, un parco acquatico naturale. Ci sono scivoli da affrontare piedi avanti, toboga dove scendere a testa in giù, slalom da fare in trenino di più persone. Strilliamo e ridiamo come ragazzini alle giostre. E il giorno successivo, la gioia di tornare bambini si ripete. Vestiti stavolta come Arlecchini, le mani paonazze perfettamente intonate con la giacca d’acqua rosso brillante, sotto un salvagente giallo e calzari come folletti ai piedi a completare il quadro, affrontiamo le seducenti rapide del fiume. Il gommone da rafting dondola e saltella, mentre noi ci beiamo degli spruzzi, più caldi di ben tre gradi rispetto al giorno prima. Giriamo come trottole ai comandi di remata del nostro istruttore, che si diverte a farci sudare un po’ prima di un


SLOVENIA/Valle dell’Isonzo meritato bagno. Il terzo giorno, mi pare che qui in Slovenia, tutto scorra: questo angolo di paradiso sarebbe indubbiamente piaciuto al filosofo greco Eraclito! Scorre il Sentiero di Smeraldo, come hanno romanticamente soprannominato l’ampia zona attorno al fiume, che la seconda volta scendo più dolcemente in canoa, per godere del panorama dalle sue incantevoli gole a nord di Bovec o delle anse tranquille del lago di Most na Socˇi. Scorre l’adrenalina, se si sceglie avventurosamente di sperimentare l’hydrospeed, piccola tavola da governare con le pinne ai piedi. Scorrono milioni di metri cubi d’acqua cristallina e impalpabile nei ruscelli o nei canyon e - con lei, su di lei, dentro di lei - decine di turisti e appassionati d’acqua bianca. Scorre l’aria sotto le vele dei deltaplani e dei parapendii, che su queste montagne, il monte Stol in testa, seguito a ruota dal Kobala, hanno un campo di gara internazionale ambito e molto frequentato. Scorrono nel caseificio Planika di Kobarid – Caporetto litri e litri di latte, munto esclusivamente su queste montagne, con cui si produce il sir tolminc, il kefir (latte fermentato simile a yogurt liquido) e la skuta (ricotta acida e magra dalla consistenza dei fiocchi di latte). Scorrono, corrono e saltano le trote marmorate patrimonio biologico del fiume, messe a rischio altrove dall’introduzione della fario. Scorre e gira, tra un ciak e l’altro, la pellicola cinematografica, visto che le anse del fiume sono state il set per l’epica battaglia del secondo episodio delle Cronache di Narnia.

to delle trincee della Prima Guerra Mondiale, con Tatjana, la nostra guida, ci stringiamo la mano sul confine tra Italia e Slovenia, insormontabile sino a pochi anni fa. Restiamo in piedi ognuna nella nazione dell’altra, con le mani in mezzo: se avessero abitato qui, i nostri nonni avrebbero potuto essere concittadini nella stessa nazione, i nostri padri avrebbero potuto vivere ed odiarsi, divisi in due Paesi diversi, senza potersi vedere, parlare e tantomeno toccare… Oggi il suo figlioletto può attraversare questa invisibile barriera, insignificante per la natura, raccogliendo fragoline e cantando filastrocche. Grossi goccioloni di pioggia ci distolgono dalle nostre riflessioni filosofiche: qui scorre anche il meteo, veloce come le nuvole che, dopo un rapido temporale, scappano via, liberando un sole più limpido e raggiante di prima. PISCINA NATURALE La cascata Veliki Kozjak, considerata la più pittoresca della regione. Nella pagina a fianco, in alto: rafting sull’Isonzo; in basso: segnaletica locale.

Guerra e pace Scorre il tempo, avanti e indietro, mentre torniamo pargoletti ad ogni nuova esperienza e attività per ritrovarci, poco dopo, adulti e riflessivi, al Museo di Kobarid - Caporetto. «Un museo sugli uomini e sui volti, non sulla guerra» - ci racconta il curatore - «allestito per permettere di giudicare le azioni dei singoli, non le scelte politiche che creano eroi, rivali o colpevoli e dipingono verità, propaganda e vittoria». Al centro espositivo impariamo come scorrono i confini, su è giù per le cime delle montagne, dagli illiri ai celti, dai romani a longobardi e slavi, dai franchi al patriarcato di Aquileia, sino a Venezia, agli Asburgo e alla piccola parentesi del regno d’Italia, finendo con la Yugoslavia e la Slovenia. Sulla nostra pelle, impariamo che scorre anche la storia: sulla vetta del monte Kolovrat, a pochi passi dal museo all’aper-

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STRADA BIANCA Lo sterrato sulla vetta del monte Stol, decollo per parapendii e deltaplani. In basso, in senso orario: hydrospeed sulla Socˇa (Isonzo); sosta presso la vetta del Komna; kayak nelle acque della Socˇa (Isonzo). Nella pagina a fianco, in senso orario: parapendio al massiccio del Komna; gli scivoli per il torrentismo del Sušec; discesa in kayak.

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GUERRA E PACE Vista dal Museo all’aperto delle trincee del Monte Kolovrat, sul confine. In basso: particolare ed esterno della chiesa alpina Javorca, costruita in tempo di guerra. Nella pagina a fianco, in senso orario: chiesa di campagna nella valle dell’Isonzo; una sala del museo di Kobarid - Caporetto; tradizionali arnie colorate; cesti di vimini intrecciati a mano da Vladko Trebťek; panorama dal terrazzo delle case vacanze Nebesa; elaborazioni gastronomiche a base di trota al Topli Val.

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SLOVENIA/Valle dell’Isonzo Bovec/ Plezzo Itinerario Boka Uccea

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Note: per qualsiasi attività fluviale, di canyoning o di volo, è necessario un permesso, giornaliero o settimanale, personale o di gruppo, acquistabile presso gli uffici del turismo, le agenzie di viaggio o i club di attività.

L’itinerario Il percorso presentato è solo una piccola parte del Sentiero di Smeraldo, scelta per permettere le più svariate attività sportive e percorribile in almeno 3 giorni.

ITALIA

Punto di partenza: Žaga Punto di arrivo: Tolmin Lunghezza: 40 chilometri in auto

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SLOVENIA Lubiana

Valle dell’Isonzo

Žaga (Saga) è un piccolo paesino alla confluenza tra il fiume Ucˇja (Uccea), che nasce nella vicina Italia e la Socˇa (nome locale dell’Isonzo). È il punto di partenza per salire sul monte Stol (letteralmente “sedia”), in assoluto il più noto take-off per volovelisti della regione. Anche chi non volesse lanciarsi in un decollo di prova, può salire alla dolce cima a panettone di 1673 metri, percorrendo pochi chilometri della strada verso


SLOVENIA/Valle dell’Isonzo l’Italia (passo di Uccea), svoltando poi a sinistra sul ripido sterrato, indicato, per il monte, per godere dell’incredibile panorama sulla valle dell’Isonzo e sul profilo imponente del massiccio più meridionale del parco del Triglav. Lo spettacolo delle ali distese sui prati prima della partenza, che trasformano gli alpeggi in un patchwork arcobaleno o della magia delle vele che prendono il via tutte insieme, come un soffione gigante dai petali colorati, instilleranno un po’ di voglia di volare anche ai più scettici. Chi avesse avuto gambe abbastanza in forma da salire in bicicletta (altitudine massima 1405 metri, dislivello 1040 metri, lunghezza totale 38 km) o fosse dotato di un fuoristrada o quad, può scegliere di riscendere affrontando gli infiniti tornanti verso il borgo di Sedlo, sull’altro versante del monte, lungo il fiume Nadiža (Natisone). Questa valle del comprensorio di Breginj, cuore della Beneška Slovenija (Slavia Veneta) è un piccolo eden per gli amanti della tranquillità in famiglia. Le polle turchine delle sue anse, tra

le più temperate, sono molto frequentate per un bagno, impreziosito da un ponte ad arco in pietra del 1812, detto “di Napoleone”. Con un’auto normale, invece, è indispensabile rientrare per la stessa strada, da Žaga. Da qui si inizia a costeggiare la Socˇa sino a Kobarid (Caporetto). In questi tredici chilometri di torrente sono racchiusi i più svariati livelli d’acqua bianca tra il II e il V grado e si svolgono la maggior parte delle attività fluviali. Appena pochi chilometri a monte di Žaga, c’è l’accesso con parcheggio di Boka, in prossimità della grande cascata di 106 metri, dove iniziano i percorsi classici di rafting, kayak, hydrospeed e canoa canadese. Il primo tratto, di I e II grado, è adatto anche alle famiglie con bambini (tour facile, durata un’ora e venti circa) ed è immerso in uno dei paesaggi più affascinanti del fiume, scelto non a caso per girare le scene della battaglia del fiume del secondo episodio delle Cronache di Narnia. I due accessi successivi, Srpenica 1 e Srpenica 2, a nord e a sud dell’omonimo centro abitato,

STORICHE SPONDE Ponte sul Natisone (Nadiža), versante italiano, di epoca napoleonica. In alto: un giglio martagone.

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SLOVENIA/Valle dell’Isonzo possono essere utilizzati per l’imbarco o lo sbarco a seconda delle condizioni del fiume e del livello dell’acqua, ma generalmente anche i principianti riescono a discendere sino a Trnovo 1, con rapide di III grado. In questo tratto della Socˇa, a Srpenica, si immette anche il Sušec, piccolo affluente famoso perché uno dei migliori siti di torrentismo per principianti della zona. L’avvicinamento non troppo faticoso, di soli 20 minuti, e il rientro immediato al parcheggio, che permette di cambiarsi dopo l’acqua gelata è uno dei motivi di predilezione, ma è la conformazione della forra che lo rende unico: una decina di scivoli, toboga, tunnel, tuffi e cascatelle, tutti affrontabili senza imbrachi e un ultimo, emozionante, indimenticabile salto finale da 11 metri, che si discende in scivolata, assicurati con una corda. Arrivati a Kobarid - Caporetto, si esce dal letto del fiume e, per ammirare lo spettacolo della natura; questa volta, non serve la muta. Il comodo sentiero, che parte dal grande ponte, conduce alla cascata Veliki Kozjak, 15 metri di smeral-

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dina turbolenza, incastonata in una grotta carsica. Nella cittadina ha sede l’omonimo museo, ma guai a chiamarlo “di guerra”. Attraverso le foto dell’epoca, la cartografia, le ricostruzioni video, le canzoni, le pagine dei diari dei militari, la prosa di Hemingway in Addio alle armi (cronista su queste montagne), gli scritti di Paolo Caccia Dominioni (soldato al fronte, cui si deve il progetto del sacrario italiano ad El-Alamein) o di Rommel in persona, al comando in trincea sul Monte Nero, la raccolta (privata e senza finanziamenti statali) racconta la storia degli uomini, uguali su entrambi gli schieramenti. Ci sono eroi - ci dice - su ogni fronte, che salvarono i compagni o persino i nemici. L’esposizione ci illustra non le strategie di battaglia, ma gli atti di pace e comprensione, scambiati tra soldati dalla divisa diversa, fratelli nella disgrazia delle trincee. Nella Sala Bianca, si ricostruisce il gelido inverno del 1916, il più freddo del secolo, con le gallerie scavate nel ghiaccio e la beffa della cronica mancanza d’acqua. In quella Nera, si visita una


TIBET ISONTINO Ponte alle gole di Tolmino. In basso: il sentiero, ben indicato, lungo le gole. Nella pagina a fianco, in alto: il cartello indica la via per la cascata di Kozjak; in basso: ponte sulla Socˇa presso la cascata.

prigione di disciplina, con le scritte d’amore in italiano, tedesco e altre lingue sulle pareti. Nella caverna, si ascolta la commovente lettera di un soldato al padre. Ancora immersi nelle atmosfere del museo, si può affrontare la passeggiata di risalita sulla collina Gradicˇ, sovrastata dalla struttura dell’Ossario italiano, con la chiesa di Sant’Antonio. Da qui parte il Sentiero Storico di Caporetto, che si unisce al Pot Miru, il Sentiero della Pace, collegamento tra i principali siti storici della Prima Guerra da Predel (Predil) a Tolmin (Tolmino). Rifocillati con un salto al Museo Caseario con rivendita del Caseificio Planika, che offre i prodotti del latte della valle, si può riprendere il cammino verso sud. Si può scegliere, ad esempio, di proseguire con i kayak sit-on top, inaffondabili e perfetti per questo tratto di 15 chilometri dove la difficoltà è minima (I grado) e il paesaggio incantevole, con molte occasioni di sosta sulle spiagge di ciottoli. L’ambiente delle piccole pianure lungo fiume è un idillio, di cui si può godere anche con l’auto, dalla strada secondaria interna attraverso i borghi di Ladra, Smast, Vrsno, Volarje, Gabrje e Dolje.

Sull’altro lato del fiume, invece il percorso sale a Idrsko con la strada di montagna verso Livek e il museo all’aperto del Kolovrat, il più scenografico e comodo dei percorsi di trincea trasformato in allestimento. Un lungo serpente di curve prosegue accompagnando, con una strada di nuova costruzione, sino a Tolmin (Tolmino). La principale cittadina della provincia, oltre al bel museo, offre due deviazioni imperdibili: le gole (Tolminska korita), dove spericolate passerelle e il “ponte del diavolo”, costeggiano il corso del torrente sino alla sorgente calda, immersa nei vapori fumanti. Secondo la leggenda, Dante trovò qui l’ispirazione per scrivere alcuni canti dell’Inferno e si rifugiò nella grotta che porta il suo nome (oggi inaccessibile per un crollo). Leggermente più distante, la chiesa commemorativa di Sveti Duh (Santo Spirito) di Javorca. Costruita nel 1916 dal luogotenente austriaco Geyling, noto pittore e scenografo viennese, è il finale perfetto per il tour in queste terre così spesso associate al conflitto. “L’odio della guerra non sopravvive alla tomba”, recita una targa. La bellezza e la pace - viene da aggiungere - rimangono.

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Block notes

Durata 3-5 giorni prezzo 500 e Quando da aprile a ottobre Come arrivare In auto: A4 Venezia-Trieste, uscita Gorizia, poi in direzione Nova Gorica – Tolmino. È bene ricordare che per le autostrade slovene è indispensabile l’acquisto della Vinjeta, disponibile con validità annua, mensile o settimanale (quest’ultima fissata nel 2012 a 15 e). In treno: La stazione ferroviaria di riferimento si trova a Most na Socˇi (Santa Lucia d’Isonzo), a 7 chilometri da Tolmino e 22 da Kobarid - Caporetto. È collocata sulla linea Transalpina, collegata a Nova Gorica. In aereo: l’aeroporto più vicino è quello di Ronchi dei Legionari, a circa 70 chilometri da Tolmino. Lingua Lo sloveno, lingua slava meridionale scritta in caratteri latini, è la lingua ufficiale. Quasi tutti parlano correntemente l’inglese. Gli anziani, e chi lavora nel turismo sanno esprimersi in italiano. Valuta La Slovenia ha adottato l’euro nel 2007. Dove dormire e mangiare Kobarid - Caporetto: Hotel Hvala e ristorante Topli Val, Trg svobode 1, tel. 05.3899300. , aperto tutti i giorni 12-22, chiuso novembre e febbraio, ristorante a conduzione familiare, famoso per gli abbinamenti di mare e terra che sposano l’Adriatico con le Alpi, b&b da 52 e, mezza pensione da 69 e; trattoria Gostilna Breza, Mucˇeniška ulica 17, tel. 05.3890041, aper-

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to tutti i giorni 11-15 e 18-22, chiuso mercoledì e giovedì, originale taverna interamente immersa nel verde (delle piante e delle pareti) che ha trasformato i piatti tradizionali in una ricerca estetoca; Hiša Franko****, Staro selo 1, tel. 05.3894120, , aperto tutti i giorni 11-23, chiuso lunedì (in inverno anche martedì), a tre chilometri in direzione Robicˇ, in un ambiente estremamente accogliente, con splendido giardino esterno arredato, un po’ rétro e un po’ proiettato al futuro, dove anche la birra diventa curiosità gastronomica, b&b 60-70 e. Kolovrat: Casa Vacanze Nebesa****, strada Livek 39, tel. 05.3843620, , cottage in legno (nella foto) in stile minimalista con una vista superba, piscina riscaldata interna, sauna e palestra, incantevole terrazza, a partire da 220 e al giorno. Tolmin (Tolmino): B&B The Blue House***, Cˇiginj 25, tel. 05.3883180, , a 5 chilometri da Tolmino, camere comfortevoli, con possibilità di ristorazione, 30-40 e. Un pasto in una gostilna costa circa 20 e, in ristorante 35 e. Camper e campeggi Kamp Koren Kobarid, Drežniške Ravne 33, tel. 05.3891311, , proprio sul fiume Isonzo, sotto l’imponente ponte di Caporetto, spazio tende (8,50-11 e), camper e bungalow, parete di arrampicata artificiale, put-in/take-out diretto per gli sport fluviali. Kamp Trnovo, Trnovo ob Socˇi 51, Srpnica, tel. 05.3811580, ideale per tende, grande campo in erba, assolato, accesso al fiume a pochi metri, 7,50-8 e. Cosa comprare Prodotti caseari del caseificio Mlekarna Planika, che includono il formaggio tipico sir tolminc, latte crudo, yogurt, kefir, ricotta dolce o acida, burro e panna, acquistabili allo spaccio o al museo esposizione dell’azienda a Kobarid - Caporetto,


SLOVENIA/Valle dell’Isonzo Gregorcˇicˇeva ulica 32, tel. 05.3841000, , dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19, il sabato sino alle 17, domenica chiuso. I quadri realizzati con sabbia colorata di Stanka Golob, eclettica artista locale che dipinge i paesaggi delle valli utilizzando solo pietre e rena dei fiumi e delle montagne, che si possono ammirare all’ufficio turistico di Kobarid o al suo atelier a Grahovo ob Bacˇi 65, cell. 041.425577. I cesti e l’artigianato in vimini di Vladko Trebše, che intreccia la vrba come un tempo, a Srpenica 23, tel. 05.45621 (esposizione e vendita anche all’ufficio turistico di Kobarid - Caporetto). Oggetti in lana (collane, orecchini, braccialetti, cinture, ma anche portasapone o lampade) di Ester Komar, a Tolmin, Kosovelova ulica 1, tel. 05.384660. Cosa vedere

Kobarid (Caporetto): Kobariški Muzej (nella foto), Gregorcˇicˇeva ulica 10, tel. 05.3890000, , aperto tutti i giorni 1017, ingresso 5 e. Tolmin (Tolmino): Gole di Tolmin, ingresso 5 e, apertura tutti i giorni da aprile a ottobre; Tolminski Muzej, Mestni trg 4, tel. 05.3811360, , aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17, ingresso 2 e; chiesa di Sveti Duh, apertura nel fine settimana a maggio, giugno e settembre, tutti i giorni a luglio e agosto. Appuntamenti Outdoor Show Kobarid, a fine maggio, weekend sportivo con gare emozionanti di paracadutismo, arrampicata sportiva e downhill in bicicletta, ma anche musica e prodotti locali; Festival dell’ escursionismo Valle dell’Isonzo a settembre e ottobre escursioni guidate sui musei all’aperto, sulle montagne dell’Isonzo e del Triglav, lungo il fiume o sul lago e alle malghe.

Pot Miru Nella zona in cui si snoda il Sentiero Smeraldo, lungo la Socˇa e i suoi affluenti, si sviluppa un altro itinerario storico e naturalistico: il Pot Miru, sentiero della pace, tra i più importanti siti della Prima Guerra Mondiale. La Fondazione delle Vie della Pace dell’Alto Isonzo, nata nel 2000 per preservare la memoria e la conoscenza delle località toccate dal conflitto, nel 2007 ha allestito un percorso di circa 100 km. Da Log pod Mangartom, presso l’entrata di un pozzo minerario, si cammina sino al museo all’aperto a Mengore, vicino a Most na Socˇi, in cinque tappe di in un giorno. Si visiterrano cimiteri di guerra e cappelle, la fortezza di Kluže, i musei all’aperto del Kolovrat, la forra della Koritnica, l’alveo dell’Isonzo, la cascata del Kozjak, gli ossari a Kobarid (Caporetto) e Tolmin (Tolmino), la chiesa del Santo Spirito sullo Javorca e le . gole di Tolmino. Info: Con chi Alpin Action, Trnovo ob Socˇi, Srpenica, tel. 05.3845504, , , l’italiano Pietro Linda da vent’anni accompagna turisti, appassionati, sportivi e agonisti lungo le tumultuose e cristalline anse della Socˇa. Escursioni di rafting (42-65 e), kayak (50-75 e), canoa canadese, hydrospeed (48-90 e), sit-ontop, canyoning (51-120 e), equitazione (47 e per 2ore) e quad (65 e per 2ore) con noleggio di tutta l’attrezzatura (muta, giacca stagna, salvagente, imbrachi, corde, caschi, calzari) compresa. Pacchetti per weekend o settimane attive. Permessi fluviali e canyoning. Indirizzi utili Ente per il Turismo di Tolmin e Kobarid – TIC Kobarid, trg Svobode 16, Kobarid, tel. 05.3800490, , ; Ufficio turistico di Tolmin (Tolmino), Petra Skalarja 4, tel. 05.3800480, , ; Fondazione Le vie della Pace, Kobarid, Gregorcˇicˇeva 8, tel. 05.3890167, ; Ufficio del Turismo Sloveno in Italia, Galleria Buenos Aires 1, Milano, . Prefissi Dall’Italia alla Slovenia 30086, seguito dal numero locale senza lo 0 del prefisso. Dalla Slovenia all’Italia 0039.

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LJUBLJANA

SLOVENIA Capitale verde d’Europa per il 2016 Una città esuberante con atmosfera rilassata di cui è facile innamorarsi! SLOVENIA. Verde. Attiva. Sana.


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