Estratto gal gargano

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Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole

Gargano GARGANO Trionfo di sapori

Tra i prodotti della tradizione

Gargano di fede

Sulle orme di santi e pellegrini

Gargano da archeologi

Un viaggio lungo duemila anni

Sport sul gargano Paradiso outdoor

Terra di passione e folklore Tra pellegrini e imperatori

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Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole

La montagna del sole Un viaggio attraverso un promontorio di meraviglie proteso nell’Adriatico. Il Gargano accoglie i visitatori con una serie infinita di attrattive per ogni gusto.

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rocevia di popoli, scrigno di tesori artistici, paradiso di sapori, meta di pellegrini. Il Gargano, la Montagna del Sole, è tutto questo e molto di più. Andiamo alla scoperta della Montagna del Sole con cinque itinerari tematici dedicati a sapori, archeologia, fede, storia e sport. Una piccola introduzione a un territorio unico, che ha tante altre frecce al suo arco.

Il promontorio è aiutato da un clima mite e una geografia generosa, che ha distribuito un rilievo vario e dolce, abbondante vegetazione e su tre lati il meglio che il Mediterraneo sappia offrire. La natura calcarea del suolo ha conferito al paesaggio una varietà ancora maggiore, con grandi doline che punteggiano il territorio. La Foresta Umbra, cuore 2


Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole

Cala della Pergola

verde del Gargano, è uno dei migliori esempi superstiti di un ambiente raro come la faggeta mediterranea. E i laghi costieri di Varano e Lesina sono un paradiso per il birdwatching. Il modo migliore, ma non certo l’unico, per andare alla scoperta del Gargano è quello di muoversi a piedi lungo i suoi sentieri, che possono portare a scoperte uniche, come oltre 80 specie di orchidee o gli spettacolari trabucchi che ritmano il profilo del litorale. E per rifocillare il viandante, ci sono tutte le delizie di una terra che ha come fiori all’occhiello della sua produzione olio, formaggi e la paposcia, una focaccia

vanto dei panificatori locali. Al quanto non ha provveduto la natura hanno pensato le sue genti, che nei secoli si sono succedute lasciando segni che il tempo ha saputo custodire. Meravigliosi centri storici sono sorti lungo la costa e nell’interno, ciascuno con tesori artistici e architettonici di inestimabile valore. Le tradizioni vivono ancora oggi nelle mani degli artigiani, che con l’argilla e con il legno creano pezzi unici. E gli eventi, dalle festività religiose alle sagre di paese passando per i festival culturali, sono un altro motivo per visitare la Montagna del Sole in ogni mese dell’anno. 3


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Ulivi secolari

UN TRIONFO DI SAPORI

I colori e i profumi della tradizione gastronomica

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langolo, un’arancia piccola e succosa. E dagli agrumi nascono i liquori che si possono degustare a tavola o assaggiare durante le passeggiate serali tra i vicoli delle località turistiche. In questa terra, un alimento fondamentale è il pane che viene prodotto dai mastri fornai di Monte Sant’Angelo. La storia narra delle donne garganiche impegnate ad impastare con la forza delle mani farina, acqua e patate (il segreto) per poi farlo lievitare naturalmente. Un pane unico per sapore e croccantezza. Quando si parla di pane non si può non continuare il nostro viaggio da Monte Sant’Angelo a Vico dove si celebra il rito della paposcia, un pane focaccia che negli anni è diventato un must. La tradizionale paposcia è tagliata a metà e condita con olio extravergine d’oliva e formaggio fresco, ma ormai ce n’è per tutti i gusti. Se c’è un prodotto al quale ogni tavola non

el nostro viaggio alla scoperta della Montagna del Sole possiamo trovare cinque presidi Slow Food: gli agrumi, il caciocavallo, la vacca podolica, la capra garganica e la fava di Carpino. Ecco gli agrumi, che raccolgono un pezzo di Gargano importante, in un perimetro che va da Vico del Gargano a San Menaio, da Rodi a Ischitella. Il trionfo di colori è dato da alcune varietà che si possono trovare solo qui, come il limone femminello. È un frutto particolare che si distingue per l’alta percentuale di succo e per il suo profumo intenso. Il giallo del sole è anche il colore del cosiddetto ‘Biondo Comune‘, un’arancia tipica dal colore giallo dorato. Quando i paesaggi invece diventano più invernali spopola la Duretta del Gargano, un’arancia dalla polpa croccante e priva di semi. Colori che cambiano dal giallo all’arancio passando per il rosso del Me-

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Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole della musciska a quello dolce dei poperati, taralli speziati a base di miele e vincotto che conferisce l’aspetto ambrato. Un mondo di colori che si chiude con il candido bianco delle ostie ripiene, un dolce tipico di Monte Sant’Angelo. Un’altra prelibatezza arriva dal Lago di Varano, divenuto importante centro di produzione di mitili, come le cozze, che si contraddistinguono per il gusto e la delicatezza. Inoltre la pesca regala alle buone forchette la prelibatissima anguilla. Rinomata per le sue qualità e caratteristiche organolettiche, la fava di Carpino è diventata presidio Slow Food. Di dimensioni medio-piccole, con una leggera fossetta nella parte bassa, sottile, porosa, friabile dopo la cottura, ricca di fibre, la sua polpa ha gusto e aroma intensi. Il Gargano, trionfo di colori e di sapori. Una terra da gustare, da vivere, da scoprire. In una sola parola da visitare.

può rinunciare è l’olio Lavorazione extravergine d’oliva, del caciocavallo dalle varie tonalità di gusto, fruttato o aromatico, dolce o amaro, forte o delicato. Qui domina l’ogliarola garganica – oliva locale appartenente alla D.O.P. Dauno – che fa di quest’olio un prodotto unico. Condimento principe della cucina garganica, è utilizzato per la preparazione dei sottoli, vegetali essiccati, selezionati, lavorati e conservati. Possono essere serviti a corredo di un aperitivo, magari con una fetta di caciocavallo podolico. Il caciocavallo è prodotto esclusivamente con il latte delle vacche podoliche ed è un formaggio nobile che può avere un grado di stagionatura da qualche mese a tre anni. Possiamo accompagnare il caciocavallo alla musciska, listarelle di carne secca di capra o di pecora tagliate ed essiccate al sole. Le strisce sono poi condite con sale, semi di finocchio selvatico, peperoncino e aglio. Dal sapore intenso

Mucca podolica

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Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole

Abbazia di Monte Sacro; in basso: San Michele Arcangelo

Gargano di fede

La montagna sacra sulle orme di santi e pellegrini

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a storia del Gargano si snoda attraverso le tante testimonianze del tempo raccolte da chiese, monasteri, santuari, tappe fondamentali nel cammino verso la Via Francigena del Sud. I luoghi della fede testimoniano da sempre il susseguirsi degli eventi e richiamano pellegrini da ogni parte del mondo fin dal V secolo, quando la Grotta dell’Arcangelo Michele divenne uno dei principali luoghi di culto della Cristianità, oggetto delle attenzioni di diversi popoli e case regnanti: Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Ancora oggi i pellegrini seguono le vie della fede in un viaggio che si snoda tra i principali luoghi di culto del territorio. Tra questi spicca il santuario di Santa Maria di Stignano, nell’omonima contrada nei pressi di San Marco in Lamis. Sorto nella prima metà del Cinquecento, fu per tre secoli casa di noviziato. Quando i frati furono allontanati nel 1862, il convento cadde in rovina. Nei primi anni ‘50 del Nove-

cento, grazie ad una donazione il convento è stato interamente ricostruito. In questi ultimi anni ha subito un radicale restauro con i fondi per il Giubileo. Oggi è uno dei complessi più interessanti della zona e con i suoi due magnifici chiostri e col suo pozzo cinquecentesco si impone all’attenzione e all’ammirazione dei turisti e dei visitatori. Continuando il cammino verso la Via Francigena del Sud si arriva a San Giovanni Rotondo, famosa per il culto di San Pio da Pietrelcina. Ogni anno milioni di fedeli visitano la città garganica e fanno tappa al santuario di Santa Maria delle Grazie. I lavori che hanno interessato la Chiesa Antica iniziarono nel 1538 ad opera dei cittadini di San Giovanni Rotondo e si conclusero nel 1676, mentre quelli della Chiesa Grande presero il via nel 1956 e terminarono con la consacrazione il primo di luglio di tre anni dopo. Simbolicamente, il primo luglio venne inaugurata anche la nuova chiesa di San Pio di Pietrelcina progettata da Renzo Piano, all’interno

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Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole sepolcro di Cristo). Il continuo afflusso di fedeli alla Grotta contribuì a rendere il pellegrinaggio al monte un fenomeno di ampiezza europea: i pellegrini provenienti dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna, dalle isole britanniche e diretti a Roma o nella Terra Santa, erano soliti fermarsi sul Gargano per venerare l’Arcangelo Michele. Molti sono i pellegrinaggi che partono da qui e attraversano il promontorio per raggiungere l’ultima tappa di questo intenso viaggio di fede, l’abbazia di Pulsano. Instaurata nel VI secolo per opera di Papa San Gregorio Magno, l’abbazia ha ospitato nei secoli monaci, anacoreti e cenobiti attraversando durante i secoli anche momenti di abbandono. Nel 1997, i lavori di restauro sono culminati nella riapertura della chiesa abbaziale al culto. L’abbazia è arricchita dagli eremi di Pulsano, patrimonio di preghiera immerso in un paesaggio straordinario. Il Gargano stesso è quindi un unico, grande percorso di fede, unico nella bellezza dei suoi monumenti.

della quale è possibile pregare sulla tomba del santo. La Via Sacra è elemento di congiunzione tra l’Europa e la Terra Santa e vede nel culto di San Michele Arcangelo il suo momento più importante. Monte Sant’Angelo ospita il santuario di San Michele Arcangelo, dal 2011 iscritto nella lista dei Beni Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO nell’ambito del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.). Secondo la tradizione, il culto ha origine nel 490, anno della prima apparizione dell’Arcangelo Michele sul Gargano. È diventato un sito di richiamo internazionale già dal VII secolo con il dominio dei Longobardi, che nutrivano una particolare venerazione per l’Arcangelo Michele Il santuario garganico si inserì sulla direttrice per la Terra Santa e divenne una tappa dell’itinerario devozionale e penitenziale tipico dell’Alto Medioevo, che si svolgeva secondo il trinomio salvifico Homo (Roma, tomba degli apostoli Pietro e Paolo), Angelus (Monte Sant’Angelo, Grotta di San Michele), Deus (Gerusalemme,

Santuario di San Pio

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Peschici; in basso: anfora nel Museo Civico di Mattinata

Gargano da archeologi Un viaggio lungo duemila anni

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a Montagna del Sole ha un patrimonio di storia millenaria e una tappa obbligata, in questo senso, è rappresentata dalla Necropoli del Monte Saraceno. Il monte Saraceno, a cinque chilometri da Mattinata, è formato da tre colline tra i 200 e i 300 metri circa e il paesaggio è una meraviglia tipicamente garganica. Per raggiungerlo bisogna fermarsi con la propria automobile a un chilometro dal monte lungo la Strada Statale 89 e percorrere una stretta strada incassata tra la roccia e i pini, dominando con la vista gli uliveti della pianura, la baia e il Monte Sacro che veglia su tutti i visitatori. La storia di Mattinata e quella di Monte Saraceno vanno di pari passo. Gli antichi abitanti di questo affascinante scorcio di Gargano furono i Dauni, sbarcati sul promontorio del Gargano dall’Illiria alla fine del VII

secolo a.C.. Delle popolazioni antiche si ritrovano ancora oggi testimonianze grazie agli insediamenti neolitici e paleolitici rinvenuti. Ed è proprio sul Monte Saraceno che ritroviamo una necropoli-santuario. La necropoli rappresenta una delle più importanti testimonianze dei Dauni ed è possibile vedere oltre cinquecento tombe, incavate nella roccia. In queste sono state rinvenute anche testimonianze di artigianato e di utensileria dell’epoca daunia. All’estremità del Monte Saraceno possiamo ammirare la millenaria via sacra dei Dauni, che porta al mare. Da Mattinata, risalendo i sentieri arriviamo al già citato Monte Sacro, 874 metri d’altezza, ammirato da Orazio. Secondo la tradizione, in epoca romana veniva chiamato con l’appellativo diMonte Dodoneo e vi sorgeva un tempio in onore di Giove. Inoltre, si tramanda

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Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole na di Merino, un insediamento rurale dedito alla produzione di vino e olio. Su tutta l’area è possibile riconoscere la conformazione delle varie aree e la struttura tipica di una villa romana. Significative in questo contesto sono senza dubbio le due colonne di granito egiziano che sostengono ora l’arco del presbiterio all’interno del santuario. Nei pressi di questo scavo archeologico, nella località della Salata, possiamo ritrovare la necropoli paleocristiana della Salata, che ètornata finalmente alla luce dopo secoli di abbandono. Il Gargano narra con dovizia di particolari le grandezze del suo passato a chi voglia percorrere le strade e le vie della Montagna del Sole.

che alla fine del V secolo d.C., l’allora vescovo di Siponto dedicò il tempio alla Santissima Trinità. Oggi è possibile vedere i ruderi dell’abbazia benedettina della SantissimaTrinità, un monumento di stile romanico, edificato tra il X e l’XI secolo, immerso in un paesaggio fatto di dolci panorami che sa infondere grande serenità. Sia nel territorio di Mattinata, sia spostandoci verso San Nicandro Garganico o in direzione di Vieste possiamo ritrovare resti significativi di costruzioni dell’epoca romana. Presso il santuario di Santa Maria di Merino, situato a 8 chilometri da Vieste sulla strada litoranea in direzione Peschici, possiamo ammirare un sito archeologico conosciuto come Villa roma-

Monte Sant’Angelo; in alto: affreschi bizantineggianti in Santa Maria di Monte Devio, San Nicandro Garganico.

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Foresta Umbra; in basso: un’orchidea Ophrys conradiae

Sport sul Gargano

Il luogo ideale per chi ama la vita all’aperto

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boschi e il mare cristallino del Gargano sono la cornice ideale per la pratica degli sport all’aria aperta: qui l’outdoor è un’esperienza unica, tra orienteering, trekking, windsurf, beach soccer. La Montagna del Sole è un terreno perfetto per praticare l’orienteering ed è candidata ad ospitare i mondiali nel 2019. Si tratta di un’attività che richiede un grande spirito d’avventura. Con una bussola e una cartina topografica permette di vivere pienamente la bellezza dei paesaggi del Gargano. E dai boschi dell’entroterra si passa agli sport in acqua. Se volete godere del mare cristallino del Gargano, il vostro sport è il windsurf. Il promontorio ospita numerosi corsi di formazione soprattutto lungo la litoranea tra Vieste e Peschici – le due perle turistiche di questo territorio – e scenari ideali, poiché caratterizzati da un vento gradevole che riesce a “spingere e far correre” sulle onde.

Il Gargano è la quinta perfetta anche per disputare una partita dello sport più amato dagli italiani, il calcio, portato però sulla sabbia delle splendide spiagge del litorale di Vieste, divenuta in questi ultimi anni patria del beach soccer. Tra un tuffo nel mare e una rovesciata sulla sabbia questo sport è la quintessenza del divertimento. Uno sport che vi donerà la possibilità di ammirare tutte le bellezze naturalistiche e paesaggistiche del Gargano è il trekking: percorrendo i sentieri della Via Francigena del Sud, fra spiritualità e silenzi; lungo le strade che portano agli eremi dell’abbazia di Santa Maria di Pulsano, a Monte Sant’Angelo, per un’atmosfera mistica e rarefatta; oppure sul “sentiero dei Mergoli”, per ammirare due delle spiagge più belle del Gargano. Un percorso porta dai faraglioni di baia delle Zagare a baia di Vignanotica, dove il bianco delle falesie incontra l’azzurro del mare e del cielo. Ma il paradiso del trekking è

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la mountain bike. E se amate l’equitazione, una cavalcata lungo i sentieri del Bosco Quarto permetterà di scoprire la natura rigogliosa di questo splendido polmone verde.

nella Foresta Umbra, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, in un territorio che si può vivere tutto l’anno. I suoi sentieri bordati da faggi e lecci secolari sono perfetti anche per Windsurf e kitesurf a Vieste; in alto: trekking

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Abbazia di Santa Maria di Pulsano

passione e folklore

L’identità di un territorio all’insegna della tradizione

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are un viaggio sul Gargano vuol dire scoprire una terra di tradizioni millenarie. La Montagna del Sole ospita eventi unici. Intensi sono i momenti religiosi, le processioni dei santi patroni, molto vissute nelle città garganiche. Ci sono anche i festival e i momenti culturali, che da anni fanno da cornice all’estate garganica e che richiamano turisti ed appassionati. Gli eventi sul Gargano non si concentrano soltanto nella stagione estiva, ma dominano tutto il calendario. È il caso di San Valentino, 14 febbraio, a Vico del Gargano. La città diventa la più amata dagli innamorati e si trasforma in un tripudio di colori regalato dagli agrumi che invadono la città. Una tradizione che si ripete da ormai quasi 400 anni. Infatti, il 14 febbraio si celebra la Messa solenne e la statua del santo passa per le strade della cittadina, addobbata con agrumi e alloro. Un momento caratteristico è quello che vede gli innamorati scambiarsi un gesto d’amore nel suggestivo ‘Vicolo del Bacio’, una viuzza di soli 50 cm di larghezza e lunga 30 metri, dove da secoli ci si scambiano lettere romantiche e promesse di amore eterno. Sempre a Vico del Gargano, un altro evento

sentito che richiama visitatori da tutto il territorio nazionale è quello che si svolge durante la Settimana Santa, e in particolare il Venerdì Santo, giorno della ‘Messa Pazza’. Una tradizione religiosa che si ripete immutata da secoli. La caratteristica principale è sicuramente rappresentata dai canti che accompagnano il cerimoniale. La ‘Messa Pazza’ è un momento di straordinaria intensità religiosa e di spiritualità che coinvolge un intero popolo. Il Venerdì Santo a San Marco in Lamis si svolge il rito delle fracchie, grandi torce di diverse dimensioni che arrivano fino a 5-6 metri di lunghezza, costruite da un tronco spaccato longitudinalmente e riempito di rami e frasche fino a costituire un falò di forma conica. La fracchia si accende dalla parte più larga ed accompagna il momento più sentito della Settimana Santa, quello della Processione del Venerdì Santo. A Monte Sant’Angelo la Settimana Santa è vissuta con manifestazioni di grande intensità e riti antichissimi. Il Giovedì Santo nella chiesa di San Benedetto vengono preparati ancora gli ‘odori’ con la frutta messa lentamente a bollire nel vino bianco. Il giorno dopo, la processione

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Gargano viaggio alla scoperta della Montagna del Sole sua ventesima edizione. La manifestazione prende spunto dalla storicità della figura dei Cantori di Carpino e la loro tradizione musicale. Il Carpino Folk Festival è il regno della musica popolare e delle sue contaminazioni. Negli anni il festival ha visto protagonisti nomi di livello nazionale ed internazionale come Enzo Avitabile, Eugenio Bennato, Youssou N’Dour e altri artisti, vive testimonianze di una musica vicina alla cultura e alle radici dei popoli. Il Gargano si conferma una terra da vivere durante tutto l’arco dell’anno, grazie al suo mare, alla bellezza dei suoi paesaggi, ma anche ai tanti eventi di richiamo come sagre, momenti di preghiera, feste popolari e manifestazioni culturali e musicali.

comprende alcune statue dei Misteri e il Calvario. Le Confraternite indossano le pappalusce, i caratteristici cappucci sul volto e le donne vestite di nero portano con sé i simboli della Passione. Dalla primavera pasquale si passa agli eventi estivi. Due su tutti richiamano sul Gargano l’attenzione degli amanti della musica, Monte Sant’Angelo e Carpino. FestambienteSud è una manifestazione di dibattiti e musica tra temi ambientali, di interesse sociale e civile, che nel 2016 arriverà alla dodicesima edizione e si terrà a luglio nel centro di Monte Sant’Angelo. Altro evento musicale di grande richiamo che si svolge nei primi giorni di agosto è il Carpino Folk Festival, che nel 2015 ha celebrato la

Vieste; in alto: Vico del Gargano, i riti della Settimana Santa

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Gargano Le immagini fanno parte dell’Archivio del GAL Gargano ad eccezione dell’immagine a pagina 10 in basso e dell’immagine a pagina 12 in basso, di Paolo Simoncelli. #MyGarganoExperience Seguici su:

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Estratto dal N° 249 del periodico ITINERARI e luoghi

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