Valle d'Aosta - GIROPARCHI

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Valle d'Aosta

GIROparchi

Equilibri di Enrico Caracciolo

VERTICALI


Scoprire la natura con la sua indole forte e delicata, entrare con discrezione e passo lento Giroparchi nella vita della gente di montagna seguendo sentieri affacciati negli scenari mozzafiato di Gran Paradiso e Mont Avic è l’idea portante di Giroparchi, progetto rivolto all’integrazione tra uomo e ambiente. VALLE D'AOSTA Aosta

È

una notte di luna piena. La calotta ghiacciata del Gran Paradiso è più lucente della via lattea, il prato di Sant’Orso è un mare immaginario che ondeggia tra le montagne. Sono “le ore della luna” che tanto preoccupavano Felice Berthod, guardaparco storico del Parco Nazionale Gran Paradiso, pronto a intercettare i bracconieri. Sono le ore che precedono la partenza di un’escursione o un viaggio sui sentieri di questo Paradiso veramente Grande. La traccia del viaggio è un filo rosso che sulla carta inizia in val di Rhêmes e finisce nei grandi spazi del Mont Avic, uno degli ultimi baluardi naturali che allungano lo sguardo sull’anfiteatro morenico di Ivrea e del Canavese. Questa traccia ha un nome. Si chiama Giroparchi e, oltre al viaggio itinerante che unisce il Parco Nazionale Gran Paradiso con il Parco Naturale Mont Avic, si compone di altri anelli che vanno a scoprire valli, foreste e creste. Giroparchi è molto più di un’alta via perché, oltre all’apertura di nuovi spettacolari sentieri come i giri di Grivola e Mont Avic, compie un viaggio nella profonda integrazione tra il carattere selvaggio di queste montagne e l’anima silenziosa

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delle sue genti, che hanno imparato a vivere rispettando la sensibilità di un ambiente tanto forte quanto delicato. Il mondo è cambiato molto dal lontano 1922, quando fu istituito il Parco Nazionale Gran Paradiso, primo in Italia. L’uomo è sempre più un ospite invadente del “suo” pianeta e i concetti di wilderness ed ecosostenibilità sono filosofie di vita ispirate al rispetto e alla consapevolezza che madre natura ci chiede. Per questi motivi Giroparchi è un progetto ambizioso, un invito a camminare lungo sentieri che, come i sogni, sono sospesi fra la terra ferma e l’ignoto, e si aprono un percorso di scoperta fra le memorie di una vita durissima e l’autenticità di valori umani che queste montagne proteggono con forza. Il viaggio dunque diventa un’esperienza e un messaggio rivolto all’integrazione tra gli equilibri della natura e delle attività umane. Così, dietro a una cartina con tracciati e profili altimetrici si nasconde la ricerca del genius loci di un territorio nobilitato dalla presenza di due aree protette di grande valore. C’è chi si avventura in montagna per conquistare vette come l’antico alpinismo ha insegnato, per correre mangian-


do chilometri e dislivelli secondo la tendenza degli skyrunner. Giroparchi è una mappa per la riconquista di una lentezza che porta molto più lontano di corse e conquiste. È curioso scoprire come il Parco Nazionale Gran Paradiso e la protezione di questo territorio affondino le proprie radici in un privilegio del re Vittorio Emanuele II, che nel 1856 aveva dichiarato la zona riserva reale di caccia, imponendo limitazioni di accesso per garantirsi l’esclusività dell’attività venatoria e tutelare gli stambecchi. A questo scopo il re aveva costituito un corpo di guardie specializzate e fatto costruire una rete di mulattiere e sentieri che ancora oggi costituiscono una rete di comunicazione utilizzata sul territorio: erano gli embrioni di quelli che sarebbero diventati i guardaparco e della rete sentieristica di oggi. Fu il re Vittorio Emanuele III che nel 1919 decise di donare allo Stato la riserva, che tre anni dopo venne resa Parco Nazionale. Uomo e natura E proprio nella casa di caccia preferita del re, nella spettacolare cornice di Orvieille, incontro Bruno Bassano, ispettore sanitario del Parco. Lui è il dottore di stambecchi, camosci, marmotte, gipeti, aquile e insieme ad un team specia-

lizzato porta avanti progetti di studio e ricerca scientifica per meglio comprendere l’ecosistema del territorio, in considerazione dei cambiamenti ambientali. «Lo stambecco è il simbolo del Parco ma il vero re di queste montagne è il camoscio» racconta Bruno. «Non c’è paragone tra la mobilità dei due animali: lo stambecco, soprattutto il maschio, è forte ma pesante, mentre il rapporto peso potenza del camoscio è veramente straordinario e non conosce ostacoli. In particolare lo stambecco incontra difficoltà in caso di forte innevamento. Va anche detto che lo stambecco arriva su queste montagne dal continente asiatico e il suo processo di adattamento non è ancora del tutto completato. E i grandi cambiamenti ambientali che stanno provocando il ritiro dei ghiacciai sono la causa dell’invecchiamento del popolo di stambecchi che, come gli italiani, contano un numero sempre maggiore di “pensionati". Il minore innevamento opera una selezione più blanda e così gli anziani vivono più a lungo ostacolando il funzionale ricambio per la sana sopravvivenza della specie». Il dottor Bruno Bassano ha le idee chiare anche sul processo di integrazione tra attività umane e natura protetta. «Senza la zootecnia il Parco Nazionale Gran Paradiso perderebbe la sua identità. L’uomo fa

CORNA REGALI Stambecco (Capra ibex) presso Pont, in Valsavarenche. Nella pagina a fianco: sosta lungo il sentiero che dai casolari dell'Herbetet scende verso Valnontey accompagnati dalla vista sul Gran Paradiso.

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Missione guardaparco

Sono le sentinelle dei parchi, coloro che si dedicano alla tutela della vita naturale dei territori. La sorveglianza è una delle funzioni principali insieme ad attività di tipo preventivo come l’educazione ambientale o la semplice presenza sul territorio per impedire attività illecite come il bracconaggio o il deturpamento della natura; inoltre hanno un ruolo importante nell’attività antincendio in zone boschive, il recupero della fauna in difficoltà e la protezione civile. Un aspetto particolare che caratterizza la professione del guardaparco è la collaborazione a progetti di ricerca scientifica e monitoraggio ambientale in sinergia con esperti faunistici, geologi e forestali. Stefano Cerise, Ispettore Capo dei guardaparco del Gran Paradiso, ci tiene a sottolineare che «fare il guardaparco implica un modus vivendi in stretta, quasi totale, integrazione con la natura. Si vive sul, per, dentro il territorio svolgendo compiti che possono in massima sintesi essere espressi in due parole: responsabilità e passione. Non abbiamo orari particolari, basti sapere che un guardaparco lavora dall’alba al tramonto e la conoscenza del territorio è molto approfondita». Il fascino dei guardaparco del Gran Paradiso, storicamente primo parco nazionale d’Italia, è ovunque riconosciuto in quanto si tratta di un corpo specializzato che ha fatto la storia di questo territorio. Due sono le anime che convivono in questa figura: una romantica, che ha alla base una scelta di vita impegnativa e lontana dalla consuetudine, e una più concreta in quanto essere guardaparco significa avere le qualifiche di agente di Polizia Giudiziaria e agente di Pubblica Sicurezza che, oltre alla prevenzione, consentono di eseguire azioni di repressione, compreso l’arresto. All’aspetto romantico si affianca anche la fruizione di strumentazioni, tecnologie e tecniche innovative e in costante rinnovamento per quello che riguarda il quotidiano impegno nel monitoraggio del territorio e nelle attività di rilevamento scientifico. L’arte del guardaparco è proprio quella di far convivere in equilibrio queste diverse anime senza anche solo una delle quali la missione diventerebbe impossibile. Le sentinelle della natura trascorrono anche tre giorni nei casotti isolati tra le montagne. Claudia Linty parla del suo lavoro come «una scelta di vita, la realizzazione di un sogno che mi permette di sperimentare sulla pelle quello che ho studiato laureandomi in Scienze Forestali, scoprendo un mondo vivo e profondo come non potrebbe mai essere solo un libro di testo. Sapere di essere sola tra queste montagne, non solo quando splende il sole ma quando cala la nebbia, ruggisce il vento, esplodono tuoni e fulmini mi fa sentire in armonia con madre natura». In realtà Claudia raramente è veramente sola perché condivide il lavoro con Danèi, un Border Collie che «osserva e vede tante cose che io non vedo e rappresenta per me una compagnia e un sostegno molto preziosi». Le parole che meglio raccontano la sua missione sono quelle di Dorino Bon, fotografo di montagne e blogger: «Amo stare lassù tra le mie nuvole per ritrovare l’impagabile compagnia della solitudine».

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MOBILITĂ€ SOSTENIBILE Con la bici a pedalata assistita a Valnontey, attraverso il villaggio di Vermiana. In basso, in senso orario: un'aquila reale, presente in Valle d'Aosta con una densitĂ ottimale; uno scoiattolo; un capriolo, incontro frequente nelle fasce boschive di fondovalle. Nella pagina a fianco in senso orario: Claudia Linty, Paolo Zappa (Parco Naturale Mont Avic), Stefano Cerise e Bruno Bassano.

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mi che è lui il principe del Gran Paradiso e che uno stambecco non potrebbe mai permettersi una simile performance.

parte di questo ambiente, non ci sono dubbi. E questa è una ricchezza, una grande opportunità per il territorio». I problemi non mancano e sono presto spiegati. «I pascoli sono fondamentali perché, se ben gestiti, trasformano gli allevatori nei veri giardinieri del parco e garantiscono l’equilibrio di alcuni aspetti della vegetazione. Ma si devono rispettare regole importanti come la rotazione degli appezzamenti destinati al pascolo e l’equilibrata concimazione naturale del terreno: tutte “sapienze” patrimonio di famiglie storiche di allevatori purtroppo sempre più rare. La vita in alpeggio è molto dura e sostenerla con finanziamenti ha causato l’affidamento da parte dei diretti interessati ad allevatori poco professionali, talvolta completamente privi della necessaria esperienza». Va anche detto che l’applicazione di alcune norme di tutela dell’avifauna può creare apprensioni e problemi agli allevatori nel caso in cui, ad esempio, un cane pastore attacchi un animale protetto, incorrendo in pesanti sanzioni penali. Probabilmente dice bene Bruno Bassano quando sottolinea la mancanza di un ente predisposto (come avviene in Francia) che regoli i rapporti tra attività umane e programmi di protezione. Marmotte attentissime e curiose sembrano ascoltare la chiacchierata e durante la discesa verso Valsavarenche un camoscio sfreccia come un proiettile volando sul ripidissimo pendio sfiorando rocce e tronchi, quasi per ricordar-

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Val di Rhêmes e Valsavarenche I sentieri di Giroparchi sfiorano punti in cui il paesaggio alpino supera finanche la perfezione. La Val di Rhêmes racconta l’armonia di scenari montani aperti e solari, dominati dalla “dolomitica” Granta Parey; protegge la sua cristallina intimità nelle trasparenze e nei riflessi del lago Pellaud, dove un vecchio mulino è stato la prima centrale elettrica della valle. Valsavarenche invece è l’unica interamente distesa nei confini del Parco Nazionale e sembra essere la depositaria del carattere forte e selvaggio delle grandi montagne. Non è un caso che da qui partano le vie alpinistiche verso le vette più importanti del Gran Paradiso. E non solo. È il luogo legato a due menti illuminate che hanno fatto la Storia: Federico Chabod, convinto sostenitore dell’Autonomia valdostana ed Emile Chanoux, torturato e ucciso dalla polizia fascista per aver organizzato la Resistenza ad Aosta: importante il suo contributo sul federalismo e sul riconoscimento dell’autonomia in uno Stato federalista per la renaissance della Valle d’Aosta. Luoghi mozzafiato creano il contatto tra le due valli: il col de L’Entrelor, il col Rosset e i piani del Nivolet, dove lo spirito delle Alpi diventa infinito e il mondo degli uomini appare lontanissimo. Ghiacciai e creste di neve sono lame che tagliano il cielo. Camosci e stambecchi danzano dove qualsiasi essere umano apparirebbe goffo e sgraziato, mentre il gipeto sorveglia e scruta quello che non potrebbero 10 guardaparco e altrettanti binocoli. Più in basso le valli convergono verso Introd, porta verso la valle dove l’uomo ha fatto cose belle quasi quanto la natura: il castello del XII secolo, un quattrocentesco granaio in legno, una cascina monumentale (L’Ola) e un ponte sull’impressionante orrido, vera e propria opera d’ingegneria e di architettura che sta per compiere un secolo. Val di Cogne e Valnontey Il col Lauson è invece il ponte verso Cogne e lo spettacolo di Valnontey, dove l’anfiteatro del Gran Paradiso è quello che i viaggiatori romantici rincorrono nell’immaginario di montagna. Escursionisti e alpinisti si trasformano in ottocenteschi viaggiatori da Grand Tour, armati di tavolozze e pennelli. I quadri sono tre: l’anfiteatro di Valnontey con i drammatici ghiacci della Tribolazione;


il prato di Sant’Orso simbolo di spazio vitale inviolabile da umane speculazioni; le cascate di Lillaz, giochi d’acqua, arcobaleni vaporizzati, forza e ricchezza di un elemento qui dirompente e abbondante, ma insufficiente per dissetare gran parte d’umanità e proprio per questo estremamente prezioso. Cogne è un luogo diverso dagli altri. È una piccola capitale che nasconde la sua anima nel cuore di un’antica miniera di magnetite, minerale da cui si ottiene ferro di altissima qualità. Estrazione e lavorazione della magnetite hanno occupato la vita dei cogneins dall’epoca di Salassi e Romani, fino al 1979 quando le miniere situate nel cuore del monte Creya chiusero i battenti. «Sapevamo della chiusura da qualche anno; eravamo pronti» ricorda con nostalgia Osvaldo Ruffier per tre decenni minatore e altri tre sindaco di Cogne. «Lavorare in miniera non era né facile, né piacevole. I ritmi erano scanditi dalla fatica, ma il lavoro dava ricchezza, umana ed economica. La miniera ha emancipato intere famiglie dalle scarse risorse di agricoltura e pastorizia e ha contribuito a delineare il carattere di Cogne. L’immigrazione

da Veneto, Sicilia, Sardegna e Calabria ha creato condizioni di contaminazione, dunque di apertura insolite in altri villaggi della Valle d’Aosta». Osvaldo Ruffier è un piccolo grande uomo, che parla col sorriso e con la luce di occhi che hanno conosciuto il buio della miniera, e ricorda che la sua chiusura è stato un trauma per tutti i cogneins. «Ufficialmente decisa per antieconomicità». Non esiste famiglia di Cogne che non annoveri nella propria storia qualche minatore. Miniere, turismo, arte Oggi le miniere di Colonna, che un tempo ospitavano oltre 400 minatori, sono avvolte nel silenzio. Aggrappate a circa 2.400 metri d’altezza, hanno il profilo di un monastero tibetano che si staglia sullo sfondo del Monte Bianco. Il vento sibila nelle stanze vuote. Sventolano bandierine che, invece di preghiere, affidano al cielo i volti dei minatori che per secoli sono stati l’anima della miniera, volti scolpiti come la magnetite che si agitano leggerissimi al respiro del Gran Paradiso. L’idea è stata di Barbara Tutino, artista che deve la sua esistenza alla miniera in quanto nipote di Franz

PRATERIA ALPINA Veduta di Valnontey e del Prato di Sant'Orso di Cogne dall'Hotel Bellevue. In alto: Osvaldo Ruffier, già minatore e sindaco di Cogne. Nella pagina a fianco: la Valle di Rhêmes con la Granta Parey sullo sfondo.

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Elter, già direttore del complesso minerario negli anni ‘40. Avvolta nei suoi capelli senza età, in perenne fermento insegue idee, progetti e sogni portandosi dietro esperienze di grandi viaggi. La sua creatività si esprime attraverso cicli narrativi, storie in cui si immedesima con la sua arte comunicativa, la pittura. Barbara ha dipinto anche Bonatti. «Sono diventata Bonatti immedesimandomi in quell’uomo forte, bello, muscoloso che come un super eroe alla Indiana Jones accompagnava la sua instancabile curiosità negli angoli più remoti del mondo: era il Bonatti reporter di Epoca che aveva già abbandonato i viaggi verticali (l’alpinismo) per i viaggi orizzontali (scoperte e avventure)». Ha dipinto Bonatti su cartoni di scatole e su pannelli in legno fenolico. Stesso fermento creativo prende forma a Cogne nel Tempio di Argilla di Anna Biancardi, che riesce a trasformare la tradizione in segni di creatività oltre ogni schema: con la ceramica lancia messaggi forti in cui «le diversità sono un’opportunità di crescita e le affinità generano amore». La ricerca dell’artista sull’antica arte dei sabotier e sui gesti che accomunano questi artigiani delle scarpe in legno simili agli zoccoli, dalla Valle d’Aosta

all’Olanda, dal Belgio ai Pirenei, evidenzia come nella diversità emerga una segno di identità. Non è escluso che i valori umani condivisi in miniera abbiano generato un’apertura insolita dei cogneins, che conservano uno straordinario senso dell’ospitalità. Non a caso il turismo è una storia antica in valle e l’atmosfera familiare tra questi monti è un valore autentico. «L’arte di comunicare con una spiccata sensibilità che va dalla musica all’artigianato è un nostro patrimonio» afferma con discrezione e sano orgoglio Laura Roullet, che impersona la passione e l’amore per la sua terra. La sua casa è l’albergo Bellevue, luogo da vivere almeno una volta nella vita, dove ospitalità e territorio diventano classe, eleganza, accoglienza nel segno della familiarità. Di Bellevue ce n’è uno solo ma tutti gli alberghi di Cogne riproducono questo equilibrio privo di artefatti. Il percorso che passa dalla miniera al turismo fa di Cogne una meta dove domina uno spiccato senso di laboriosità creativa. Così come testimoniato dall’abilità delle dentellière, le ricamatrici di merletti; e dai “racconti di pietra” di Donato Savin che riesce a vedere e scolpire nei sassi del Gran Paradiso le forme di sentimenti, emozioni, storie di uomini, santi e animali. È interessante scoprire come, in un santuario naturale come il Parco Gran Paradiso, il patrimonio umano contribuisce ad una ricchezza di valori. Penso a Alberto Gianni, oste colto e gentile di Eau Rousse in Valsavarenche, sempre accompagnato da una delicata vena di humor; ad Anna Rotella che insieme al compagno Claudio alleva capre a Dégioz (Valsavarenche) e produce formaggi somministrando agli animali, null’altro che erbe e fieno; a Emy Berthod, donna “in campo” dalla solarità mediterranea e la forza alpina che offre tisane e uno straordinario génépy a turisti e viaggiatori; a Bruno Jeantet, allevatore e casaro di Valnontey dal carattere forte, orgoglioso del suo antichissimo mestiere che testimonia quanto sia complesso sopravvivere alle regole imposte da mercato, burocrazia e normative non sempre equilibrate. Selvaggio Mont Avic I sentieri di Giroparchi lasciano il Gran Paradiso per entrare nell’area protetta del Mont Avic, luogo dove il concetto di wilderness trova una delle sua massime espressioni. Un’area vasta e selvaggia, solitaria e silenziosa, dove il senso di scoperta è il filo conduttore del viaggio e segue l’andamento imprevedibile di montagne integre, laghi e cascate, foreste di pini uncinati, rupi di

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MONTAGNA LIQUIDA Il lago Muffé nel Parco del Mont Avic. In basso: Simone, Arnaldo e Bruna Bal della Maison du Lord a Pra Oursie. Nella pagina a fianco: il villaggio di Le Creton in Valsavarenche.

serpentino e torbiere. Durante il cammino Paolo Zappa, guardaparco, si sofferma su esemplari di alberi che possono essere annoverati tra le opere d’arte di madre natura, simili a geniali sculture. Anche qui le tracce dell’uomo sono evidenti. Addirittura sorprendenti alla Barma de Rova, una grotta scavata dall’uomo probabilmente in epoca ottocentesca, utilizzata tra l’altro per ricavare macine in pietra per mulini. Il Mont Avic ha l’anima liquida delle sue acque che abbondano ovunque e disegnano scenari da sogno nella conca che ospita il lago della Servaz, i tre laghi nei pressi del rifugio Barbustel, la pace del lago Muffé e i grandi spazi del Miserin. Giroparchi regala in questa zona un’ultima, particolare emozione. La tappa alla Maison du Lord, residenza che può essere classificata con tutte le stelle del cielo di Pra Oursie: si raggiunge solo a piedi, conserva il fascino ottocentesco di una dimora rustica ma signorile, cucina e ospitalità sono superlative e regalano calore anche in caso di temperature rigide; albe e tramonti da quest’alpeggio sono silenziose poesie che solo le grandi montagne sanno raccontare; e una volta quassù non si può perdere il pranzo del pastore preparato da Arnaldo. Giroparchi finisce qui, dove il mal di montagna non

è un acciacco dovuto all’altitudine ma è una sindrome simile al mal d’Africa: senza nulla togliere al primo Parco Nazionale d’Italia, anche il Mont Avic è un “Gran Paradiso”, un luogo selvaggio che ricorda spazi lontani e immensi come l’Alaska o le Montagne rocciose, ma si trova a due passi da casa, e a un passo dal Paradiso. Le ore della luna dilatano il cielo, si prendono i sogni, acuiscono la vista, demoliscono il tempo, mi spingono a qualche decennio fa, all’infanzia vissuta nel castello d’Introd, luogo che mi ha insegnato a osservare le montagne e arrampicarmi sugli alberi, a inseguire segreti e misteri, cercare un tesoro mai trovato; a provare il gusto delle prime trasgressioni: irresistibile l’invito di Giovanni, per me una sorta di supereroe, guardiano atletico e forte, campione di sci, di professione pompiere che mi invitava di nascosto nelle cantine per un panino con la fontina e un bicchiere di vino rosso, più apprezzato dell’aristocratico tè delle cinque con le zie. E poi il sogno di rimanere qualche mese in alpeggio a fare formaggio (meglio che tornare a scuola...), l’emozione di partire sotto le stelle per lunghe camminate verso il Nivolet o il col Lauson, l’idea di fare un lungo viaggio a piedi in montagna, di inventare un Giroparchi.

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Gran Paradiso Film Festival

Tra gli obiettivi principali quello di contribuire alla diffusione del cinema naturalistico, all’approfondimento della conoscenza del patrimonio naturale e allo sviluppo di una sensibilità verso il pieno rispetto dell’ambiente. Esperienza visiva di grande fascino che parte da straordinarie immagini e offre momenti di confronti e approfondimenti culturali, il Gran Paradiso Film Festival - Trofeo Stambecco d’Oro si svolge dal 1984 nel cuore del Parco Nazionale. La XVII edizione è in programma tra il 26 e il 31 agosto 2013 e il tema conduttore sarà quello dell’acqua, che sulle Alpi costituisce un indicatore fedele delle trasformazioni ambientali. Il 2013 è l’anno internazionale della cooperazione nel settore idrico e l’importanza dell’acqua nei processi di sviluppo sostenibile, comprese l’integrità ambientale e l’eliminazione della povertà, è stata sottolineata da una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il programma del Festival, oltre alle proiezioni dei film in concorso per il Trofeo Stambecco d’Oro nelle sezioni Concorso Internazionale, con 10 documentari naturalistici provenienti da tutto il mondo, e CortoNatura, riservata ai cortometraggi, prevede il ciclo di eventi De Rerum Natura, vale a dire conferenze, incontri, spettacoli e attività di approfondimento su temi legati all’ambiente, alla scienza, alla natura ma soprattutto alla cultura della sostenibilità. Info: Gran Paradiso Film Festival, c/o Fondation Grand Paradis, Villaggio Minatori, Cogne, tel. 0165.749264, www.gpff.it.

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ACQUA VERTICALE Il salto delle cascate di Lillaz. In basso da sinistra: stambecco sulla balconata del Nivolet, affacciata sul Ciarforon; alpeggio nei pressi di Pont Valsavarenche. Nella pagina a fianco, in alto in senso orario: felci arboree presso il Giardino Botanico Alpino Paradisia; Gentiana acaulis; il torrente della Servaz; Primula pedemontana; Paradisea liliastrum; in basso: Pulsatilla alpina al pianoro del Nivolet.

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CREAZIONI Semifreddo, Hostellerie du Grand Paradis; millefoglie, Hotel Bellevue; Centro Visitatori, Rhêmes-NotreDame; Anna Biancardi, artista. In basso, in senso orario: prodotti in canapa, Cooperativa Lou Dzeut; Marco Stefenelli, Lou Bequet; Rina Grappein, Les Dentelliers; Donato Savin, scultore. Nella pagina a fianco, in senso orario: Maison de Cogne Gérard-Dayné; Marco Martin, Lo Triolet; Laura Roullet, Hotel Bellevue; Bruno Jeantet di Valnontey.

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1658

Tetras Lyre

ALPI

0

ALPI

ALPI

0

1

chilometri

ALPI

Rif. Chabod

2710

Lavassey

2

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Rif. Vittorio Emanuele II

1960

chilometri

2

RhêmesNotre-Dame

4

Introd

Villeneuve

ALPI

Cascata

Rifugio

d e l

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Cogne

chilometri

1

Vermiana

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0

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Giardino

chilometri

4

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Miniera

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2584

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N a z i o n a l e

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Herbetet

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Valsavarenche

Pont Valsavarenche

Rif. Città di Chivasso

2600

Rif. Savoia

L. Rosset

Pont Valsavarenche

1830

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Alpe Teureun

Plan Borgnoz

L. Nero

1658

T

2789

3438

M. Taout Blanc

Eau-Rousse

Col Manteau

L. Djouan

3000

Col Rosset

2286

Rif. Benevolo

Orvieille

ALPI

3000

Col di Entrelor

L. Djouan

Eau-Rousse

Thumel Barmaverain Croix de la Roley Grand-Vaudalaz

Pellaud

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Orvieille

V a n c h e l s a v a r e

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2576

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2185 0

chilometri

1

Rif. Dondena

ALPI

2

Champorcher

L. Muffé L. Vernoille La Cort Raté-Di-For L. Raté Petit Mont Blanc L. Giasset Chardonney 1460

Pont-St.-Martin

Punto di arrivo

Punto di partenza

Punto di partenza e arrivo

chilometri

1

Champdepraz

Rif. Barbustel

Verrès Champorcher

M. Glacier

ALPI

ALPI

L. Servaz

Champdepraz

L. Corna

L. Blanc

Miniera

Parco Regionale del Mont Avic

3006

M. Avic

L. des Heures

L. Gélé

Prà Oursie

Barma de Rova

3006

M. Avic


Gli itinerari

Tutti gli itinerari richiedono la massima prudenza, un’accurata pianificazione e l’utilizzo di un abbigliamento adeguato, che comprenda scarponcini da trekking, un completo intero per il ricambio, giacca antivento e impermeabile, occhiali, cappellino, creme solari; i bastoncini per camminare possono essere utili per alleviare le sollecitazioni, soprattutto in discesa, per ginocchia e caviglie. Indispensabile verificare con attenzione le previsioni del tempo immediate e quelle in evoluzione in quanto alcuni itinerari sono plurigiornalieri. Meglio consultarsi in anticipo con guide esperte e valutare concretamente l’ipotesi di partire in compagnia di una guida specializzata. Tutti i riferimenti dei punti tappa sono indicati nel Block Notes. I tempi di pecorrenza si riferiscono a un escursionista medio e sono effettivi (senza considerare le soste). Il Giroparchi Rosso (primo itinerario) prevede la traversata in 8 - 9 tappe dal Gran Paradiso al Mont Avic e costituisce la traccia portante del progetto: quello descritto qui è solo una parte. Il Giroparchi Azzurro (quinto itinerario) descritto è una versione ridotta dell'itinerario completo. Primo itinerario: Cuore selvaggio del Gran Paradiso (Giroparchi Rosso) Punto di partenza: Pont Valsavarenche (1.955 m) Punto di arrivo: Bruil, Rhêmes-Notre-Dame (Eau Rousse, Valsavarenche con la variante)

Durata: 3 tappe giornaliere (4 con la variante) Dislivello: 1.247 mt (2.527 con la variante) Note: l’itinerario si sviluppa tra Valsavarenche e Val di Rhêmes, non presenta difficoltà tecniche. I tratti più impegnativi sono il col Rosset (2.935 mt.) e, in caso di prolungamento, il col di Entrelor (3.007 mt.). Verificare le condizioni di innevamento dei colli che a inizio luglio potrebbero essere ancora impraticabili. Effettuando il percorso in alta stagione (fine luglio - agosto) si consiglia di prenotare in anticipo i punti tappa. Con il servizio dedicato di Trekbus (vedi Block Notes) si può raggiungere il punto di partenza ed essere recuperati al punto di arrivo dell’itinerario senza prendere l’auto partendo da Introd o Villeneuve. Prima tappa: verso i Piani del Nivolet Punto di partenza: Pont Valsavarenche (1.955 m) Punto di arrivo: rifugio Città di Chivasso (2.600 m) Dislivello: 645 m Durata: 3 ore e 15 minuti. Dal parcheggio di Pont si inizia a camminare sul sentiero che parte alle spalle dell’albergo Gran Paradiso. La prima parte, subito in salita, si snoda nel bosco di larici fino a raggiungere la bella la cascata del torrente proveniente dal Col del Nivolet; da qui si risale un ripido canale e - con un ultimo traverso tra le rocce – si raggiunge la croce de La Roley, uno dei belvedere più spettacolari sulla catena del Gran Paradiso. Il sentiero riprende tra dossi rocciosi sino a raggiungere il lungo pianoro del Nivolet che si attraversa completamente sino a raggiungere la carrozzabile proveniente dal Piemonte. Si segue la strada in direzione del colle sin dove inizia a salire, imboccando sulla sinistra il sentiero che conduce al rifugio Città di Chivasso.

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Seconda tappa: verso il col Rosset Punto di partenza: rifugio Città di Chivasso (2.600 m) Punto di arrivo: rifugio Benevolo (2.286 m) Dislivello: 544 m Durata: 3 ore e 50 minuti Si parte seguendo il percorso del giorno precedente sino a raggiungere il rifugio Savoia, dove inizia il sentiero che conduce al col Rosset. Il primo tratto si sviluppa in ripida pendenza sino a raggiungere l’alpe Rivaz. La pendenza si ingentilisce fino al lago Rosset. Si costeggia il lago sulla sinistra per poi proseguire su terreno pianeggiante sino all’ultimo ripido pendio sassoso che permette di raggiungere il col Rosset a poco meno di 3.000 metri d’altezza in un bellissimo scenario di alta montagna. Dal colle il sentiero percorre alcune decine di metri verso sinistra per poi scendere molto ripido lungo un pendio disagevole. Si raggiunge così il fondo del vallone, che si segue sin quasi all’alpeggio della Grand-Vaudalaz. Appena prima si devia a sinistra per attraversare il torrente. Il sentiero risale il fianco sinistro del vallone per raggiungere una spalla da cui si ridiscende, con percorso più dolce, sino al rifugio Benevolo.

Terza tappa: verso la Val di Rhêmes Punto di partenza: rifugio Benevolo (2.286 m) Punto di arrivo: Bruil, Rhêmes-Notre-Dame (1.722 m) Dislivello: 58 m Durata: 2 ore e 20 minuti Dal rifugio si scende, seguendo in parte la strada rurale oppure il sentiero, sino al ponticello sul torrente. Attraversato il torrente, si prosegue per un breve tratto lungo la strada rurale per poi imboccare sulla destra il sentiero in discesa. Si costeggia il torrente, si passa sulla sinistra di una bella cascata per raggiungere l’alpeggio di Barmaverain. Si prosegue, sempre sulla sinistra idrografica, sino a raggiungere nuovamente la strada rurale, che si segue per un piccolo tratto, per poi scendere a destra e raggiungere il villaggio di Thumel. Superato il villaggio, si attraversa il torrente, che si segue sino a raggiungere il villaggio di Pellaud, con il lago e l’antico mulino. Dopo la pausa al laghetto, si arriva a Chaudanne e in breve - attraversando il torrente - all’abitato di Bruil, capoluogo di RhêmesNotre-Dame. A questo punto, si può rientrare ad Introd, dove si è lasciata l’auto, utilizzando il

GRANDE PARETE Sul sentiero del rifugio Benevolo al cospetto della Granta Parey. In alto: Soldanella alpina in val di Rhêmes. Nella pagina a fianco: lungo il sentiero di Orvieille, in Valsavarenche, con vista sulla Grivola.

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Trekbus Gran Paradis. Oppure si può prolungare di un giorno l’itinerario tornando in Valsavarenche con la variante Entrelor. Quarta tappa: variante Entrelor Punto di partenza: Bruil, Rhêmes-Notre-Dame (1.722 m) Punto di arrivo: Eau Rousse (1.658 m) Dislivello: 1.280 m Durata: 6 ore e 30 minuti Questa tappa segue completamente il tracciato dell’Alta Via n° 2 attraversando il col di Entrelor. Da Bruil si attraversa il torrente per imboccare il largo sentiero che risale nel bosco in direzione della grande croce del castel Cucco o château Quelec. Il tracciato sale nel bosco sino a sbucare nell’ampio vallone di Entrelor. Il percorso diventa più pianeggiante e si inoltra nel vallone per poi risalire sulla sinistra e raggiungere l’alpeggio di Plan-de-Feyes. Si continua con un lungo traverso in salita verso destra sino a risalire un ripido canale che permette, con un ultimo tracciato pianeggiante tra grandi massi, di raggiungere il col di Entrelor. Dal colle, che supera i 3.000 metri, la vista spazia a 360 gradi sulle montagne della Valsavarenche e della Valle di Rhêmes. Il vallone nel versante della Valsavarenche è ampio e dolce. La discesa segue inizialmente il versante sinistro per poi spostarsi al centro e costeggiare i due laghi Nero e Djouan. Dopo il lago, il sentiero affronta un lungo traverso sulla sinistra per uscire dal vallone e raggiungere per ampi pascoli il bel pianoro di Orvieille, dove è situato il grande fabbricato fatto costruire dal re per le sue battute di caccia. Appena dopo il fabbricato, si prende sulla destra il sentiero che, in discesa, entra nel bosco e raggiunge il villaggio di Eau Rousse nei pressi dell’Hostellerie du Grand Paradis. Secondo itinerario: La balconata del Gran Paradiso (Giroparchi Blu) Punto di partenza: Pravieux, Valsavarenche (1.830 m) Punto di arrivo: Eau Rousse, Valsavarenche (1.658 m) Durata: 3 tappe giornaliere Dislivello: 2.112 m Note: si cammina nel cuore del Gran Paradiso lungo sentieri e strade reali. La prima tappa non passa, come previsto in Giroparchi, da Levionaz per l’attuale impraticabilità del passaggio presso la Pyramide-du-Grand-Neyron.

Prima tappa: verso le alte quote Punto di partenza: Pravieux, Valsavarenche (1.830 m) Punto di arrivo: rifugio Chabod (2.710 m) Dislivello: 880 m Durata: 2 ore e 45 minuti Dal parcheggio in località Pravieux si attraversa il ponte sul torrente Savara e ci si incammina verso l’alpeggio omonimo. Si risale l’evidente mulattiera con stretti tornanti all’interno del bosco di larici e, dopo aver percorso tre lunghe diagonali, si raggiunge l’alpeggio di Lavassey. Al bivio si tiene la destra e si segue il sentiero che s’innalza dolcemente con ampie curve sul costone della côte Savolère fino a raggiungere il rifugio Chabod. Seconda tappa: verso le alte quote Punto di partenza: rifugio Chabod (2.710 m) Punto di arrivo: Pont Valsavarenche (1.955 m) Dislivello: 300 m Durata: 3 ore e 30 minuti Dal rifugio si scende un centinaio di metri sino ad un ponticello sulla sinistra, che si attraversa per proseguire in leggera discesa tra dossi rocciosi per poi attraversare alcune morene ed il tor-

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Sicurezza in montagna con Abele Blanc

Ha scalato tutti i 14 ottomila, scialpinista e fondista, si diverte anche con lo skyrunning, maestro di sci nordico e istruttore regionale di soccorso alpino, ma soprattutto guida alpina, o meglio “la guida alpina”. Abbiamo camminato con Abele Blanc, presidente delle Guide Alpine di Cogne, una sorta di uomo-camoscio capace di salire e scendere dalla vetta del Gran Paradiso (4.061 mt) in 2 ore, 28 minuti e 25 secondi, lo stesso tempo che impiega una persona tranquilla a raggiungere il rifugio Vittorio Emanuele II. E il bello è che lui è più tranquillo di una persona mediamente tranquilla e si definisce “un mediocre alpinista che ha fatto cose belle...”. Bontà sua, quando la modestia va oltre l’Everest... Giochi di parole a parte, Abele sa cosa significa vivere in montagna con i piedi per terra. Gli abbiamo rivolto qualche domanda camminando con lui sul “ facile” sentiero che raggiunge il rifugio Benevolo. Abele Blanc usa le parole come fa con i suoi passi: ponderate, non una in più, non una in meno, intervallate da silenzi di alta montagna, cadenzate come il ritmo di una guida esperta, ma soprattutto saggia. Quanti incidenti accadono in montagna per imprudenza o imperizia? La montagna è “imprudenza” per definizione; i rischi sono sempre presenti. Sempre. Quello che cambia, in base all’intelligenza e alla responsabilità delle persone, è l’incidenza del rischio. Il concetto di base è che non esistono sentieri facili, per tutti. Paradossalmente accadono più incidenti agli escursionisti che agli alpinisti. Lo stesso vale per me. Se vado al mare e mi avventuro dove non tocco e dove giocano anche i bambini affogo perché non so nuotare... I pericoli più ricorrenti, si possono individuare? In primavera la presenza di nevai che tardano a sciogliersi. Apparentemente non presentano alcun rischio, è solo neve. Ma sono piani inclinati e basta scivolare per non fermarsi più... Oppure sono attraversati da corsi d’acqua che li assottigliano sempre più; apparentemente stabili sono trappole mortali soggette a sfondamento: non reggono il peso di una persona che si ritrova risucchiata in un freezer naturale dove bastano 15 minuti per andare in ipotermia e salutare questo mondo. In autunno il pericolo più subdolo, ma molto presente, è la pellicola di ghiaccio che si forma sulle rocce, scivolo fatale per tanti. Mi preoccupano molto famigliole con bambini che si avventurano pensando che l’escursione sia facile. Le condizioni atmosferiche? Mai garantite in montagna e soggette a repentini cambiamenti; basta la nebbia per perdersi, anche in un luogo considerato sicuro, e poi? La differenza tra un alpinista e una guida alpina? L’alpinista è concentrato su se stesso, sulla performance, su obiettivi da raggiungere, a volte anche con competizione. La guida alpina ha come obiettivo primario la sicurezza in montagna; e poi educare, istruire, raccontare la montagna. Qualcosa in più di un riferimento tecnico? Assolutamente. Le Alpi sono circondate da metropoli e milioni di persone le desiderano ma non le rispettano. Alcuni sentieri andrebbero affrontati solo con una guida, per ragioni di sicurezza (soprattutto per le famiglie) e per sapere dove si sta camminando. La guida è la voce del territorio, che se è muto rimarrà sconosciuto. L’escursione più bella nel Parco Nazionale Gran Paradiso? Tantissime, ma una è straordinaria: il giro della Grivola, la montagna più bella (presente nel prossimo futuro nel progetto Giroparchi). Impegnativo, per escursionisti-alpinisti vale un trekking in Nepal.

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ALPE LAVASSEY Il rifugio Benevolo. In basso, in senso orario: il villaggio del Pellaud in val di RhĂŞmes; Claudio Duguet e Anna Rotella, produttori di caprino a DĂŠgioz in Valsavarenche; una marmotta (Marmota marmota) sul sentiero per il Col Rosset. Nella pagina a fianco: Abele Blanc "salta" un torrente; sosta presso il ristoro del lago MuffĂŠ; in cammino verso la Barma de Rova alle falde del Mont Avic.

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rente che proviene dal ghiacciaio del Laveciau. Il sentiero prosegue in saliscendi sino a oltrepassare il crestone della tête de Moncorvé, da dove si vede il rifugio Vittorio Emanuele II, che si raggiunge con un’ultima salita. Dal rifugio si scende lungo l’ampio sentiero sino a raggiungere il fondovalle, si passa nei pressi del nuovo rifugio Tétras Lyre, dove volendo è possibile pernottare, e si raggiunge il parcheggio di Pont dove è situato l’albergo Gran Paradiso, altro punto in cui è possibile pernottare. Terza tappa: grandi vedute Punto di partenza: Pont Valsavarenche (1.955 m) Punto di arrivo: Eau Rousse (1.658 m) Dislivello: 932 m Durata: 6 ore Il sentiero inizia dietro all’albergo Gran Paradiso, risale nel bosco sino ad uscirne in alto dove è visibile la bella cascata del torrente proveniente dal pian del Nivolet. Quindi sale molto ripido dentro un canalone per raggiungere la croce de La Roley. Il panorama che si gode da questo punto è spettacolare: tutta la catena del

Gran Paradiso dal Ciarforon sino alla Grivola. Si segue per un piccolo tratto il percorso del Col del Nivolet per poi deviare a destra e, in leggera discesa, attraversare il torrente. Si risale l’altro versante sino a passare nei pressi dell’alpe Teureun, che merita sicuramente una visita, e raggiungere la vecchia strada che avrebbe dovuto collegare Valsavarenche con Ceresole Reale tramite il Col del Nivolet. Il sentiero prosegue ripido sino a raggiungere la mulattiera che conduce a plan Meyes. A questo punto è consigliabile una piccola deviazione per visitare plan Borgnoz: ci si dirige per qualche centinaio di metri in direzione del col del Nivolet, si imbocca sulla destra il sentiero che conduce prima al casotto del parco e poi al bel fabbricato rurale di plan Borgnoz. Appena sopra si trova il laghetto in cui si specchiano le cime circostanti. Ritornati sulla mulattiera, si arriva a plan Meyes. Si attraversa il piano verso sinistra e, sempre con la mulattiera, si raggiunge il col Manteau, affacciato sul vallone di Entrelor. Il sentiero scende ripido su terreno instabile sino a raggiungere più in basso la mulattiera che, con un lungo traverso a sinistra, conduce

TOPOGRAFIA REALE Si studiano le mappe a Orvieille, presso quella che fu casa di caccia di Vittorio Emanuele II. In alto: un gracchio alpino. Nella pagina a fianco: il sentiero che scende dal lago di Lauson verso Valnontey.

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sino al lago di Djouan. Dopo un primo tratto di discesa, si attraversa il ripido pendio a sinistra per uscire dal vallone e raggiungere gli ampi pascoli sotto al col di Sort. Si prosegue passando nei pressi di alcuni alpeggi sino a raggiungere l’accampamento di caccia di Orvieille dove il re aveva la sede estiva. Superato il fabbricato si imbocca, sulla destra, il sentiero che conduce a Eau Rousse, da seguire senza problemi sino al villaggio nei pressi dell’Hostellerie du Grand Paradis. Terzo itinerario: Verso il Ghiacciaio della Tribolazione (Giroparchi Giallo) Punto di partenza e arrivo: Valnontey, Cogne (1.666 m) Durata: 2 tappe giornaliere Dislivello: 1.118 m Note: La testata della Valnontey offre una prospettiva ravvicinata dei ghiacciai del Gran Paradiso, dominati dalla Tribolazione che colpisce per la sua grandiosità. Dal lago di Lauson sino ai casolari dell’Herbetet il sentiero è consigliabile ad escursionisti esperti: presenta parti esposte che esulano dal tratto già attrezzato. La risalita all’alpe Money non è percorribile a causa di una frana che ha interrotto il sentiero. In alternativa, per quest’anno, arrivati in fondo al vallone conviene scendere lungo la mulattiera del fondovalle sino a Valnontey. Prima tappa: verso il Vittorio Sella Punto di partenza: Valnontey, Cogne (1.666 m) Punto di arrivo: rifugio Vittorio Sella (2.584) Dislivello: 935 m Durata: 2 ore e 45 minuti Dal parcheggio grande si raggiunge e attraversa il ponte fino al ristorante Valnontey. Sulla sinistra del piazzale inizia la mulattiera che conduce al rifugio Vittorio Sella. Si prosegue in piano, costeggiando il Giardino Botanico Alpino Paradisia (che merita sicuramente una visita) per poi iniziare a salire con ampie svolte nel bosco di larici. Attraversato il torrente, il sentiero sale ripido (in questo tratto centrale la mulattiera originale è stata chiusa per pericolo di caduta massi ed è stata predisposta questa variante) sino a raggiungere le baite di Pacheu e successivamente attraversare verso destra, superare il torrente e risalire sino alla mulattiera originale. Si prosegue lungo il vecchio percorso raggiungendo il casotto del Parco e successivamente il rifugio Vittorio Sella, posto in un bel pianoro.

Seconda tappa: traversata verso i casolari dell’Herbetet Punto di partenza: Rifugio Vittorio Sella (2.584 m) Punto di arrivo: Valnontey (1.666 m) Dislivello: 185 m Durata: 3 ore e 45 minuti Dal rifugio si continua in piano sino ad attraversare il torrente. Il sentiero supera ampi dossi rocciosi sino a raggiungere il laghetto del Lauson, dove può capitare di incontrare camosci o stambecchi abbeverarsi sullo sfondo di vette e ghiacciai. Si prosegue sino ad arrivare ad un crestone. Da questo punto il pendio cambia completamente e diventa molto scosceso verso il fondovalle. Si effettua un ripido traverso, con alcuni tratti attrezzati, sino a riprendere il sentiero che attraversa pendii sempre molto ripidi e raggiunge in leggera discesa il torrente Grand Vallon che scende dalla Grande Serre. Il sentiero, sempre ben segnato, prosegue a mezzacosta sino a raggiungere i casolari dell’Herbetet, dove una sosta è d’obbligo per godersi lo spettacolo dei ghiacciai del Gran Paradiso. Da qui il percorso segue il ripido pendio raggiungendo il fondovalle. Si prosegue lungo la Valnontey fino a

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oltrepassare il bel villaggio di Vermiana e a raggiungere il punto di partenza dell'itinerario. Quarto itinerario: intorno al dente del Mont Avic (Giroparchi Arancio) Punto di partenza e arrivo: parcheggio Blanchet, Champdepraz (1.200 m) Durata: 2 tappe giornaliere Dislivello: 1.645 m Note: Il percorso permette di visitare il Parco Naturale del Mont Avic ed i suoi spettacolari laghi. Si attraversa inizialmente la foresta di pino uncinato più estesa in Valle d’Aosta, quindi si costeggiano nove specchi lacustri di varia caratterizzazione, fra ambienti rocciosi aspri (il lago Gelato) e vegetazione (il lago Servaz). Il rifugio Barbustel sorge fra rocce montonate, massi erratici e sporadici larici, delineando uno scenario unico nella regione. La vista del massiccio del Monte Rosa dal lago Bianco è mozzafiato. È consigliabile dormire l’ultimo giorno presso l’agriturismo la Maison du Lord a Pra Oursie per vivere la vita d’alpeggio. Il tracciato, pur presentando tratti ripidi, non è particolarmente impegnativo. Attualmente è percorribile solo in parte. Dall’estate del 2014 si potrà seguire il sentiero che dal vallone di Ponton risale al col di Bella-

Lana o Ballalanaz. La novità permetterà d’attraversare ambienti remoti di scarsa frequentazione. Prima tappa: la solitudine del Barbustel Punto di partenza: parcheggio Blanchet, Champdepraz (1.200 m) Punto di arrivo: rifugio Barbustel (2.200 m) Dislivello: 1.000 m Durata: 3 ore e 15 minuti Dal parcheggio Blanchet si segue la strada lastricata che risale l’ampio prato in direzione del Centro visitatori del Parco di Mont Avic, con bella vista sul Mont Avic. Dal Centro Visitatori si continua lungo la strada asfaltata sino a raggiungere il piccolo parcheggio di Veulla, dove si imbocca la strada lastricata (utilizzata nel passato per il trasporto di materiale ferroso) che si inoltra nella vallata. Si attraversano alcuni piccoli corsi d’acqua per poi costeggiare il bel torrente Chalamy e raggiungere le baite della Servaz, con le caratteristiche sculture in pietra. Dalle baite, con una piccola deviazione si raggiunge un antico altoforno e spettacolari cascate. Tornati sul tracciato principale il sentiero sale con

OCCHI BOVINI Abbeveratoio a Pra Oursie. In alto: pino uncinato (Pinus mugo uncinata) nel Parco Naturale di Mont Avic. Nella pagina a fianco, in alto: il lago della Servaz; in basso: dal rifugio Barbustel verso Champdepraz.

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ripide svolte nel bosco e, dopo una zona più pianeggiante, raggiunge la conca del lago Servaz. Si costeggia la sponda del lago per risalire nel bosco fino ad uno scollinamento. Si scende fino ad attraversare il torrente per seguire il sentiero che - dopo essere passato nei pressi di una torbiera e di un alpeggio - risale tra rocce levigate e massi erratici al rifugio Barbustel. Seconda tappa: nel segno dell’acqua Punto di partenza: rifugio Barbustel (2.200 m) Punto di arrivo: parcheggio Blanchet, Champdepraz (1.200 m) Dislivello: 645 m Durata: 6 ore e mezzo Dal rifugio si scende leggermente sino ad attraversare il torrente appena sopra al Lac Blanc. Si sale per poi attraversare in alto e raggiungere l’alpe Pisonet, attraversando la bella conca e risalendo tra rocce montonate sino al Gran Lac. Si costeggia tutto il lago, si passa nei pressi di un fabbricato utilizzato dalle guardie del parco per poi risalire un pendio, che al termine diventa faticoso sino ad un colletto. Si continua a risalire a sinistra per poi seguire l’ampio costone e scendere nel bel pianoro del Lac des Heures. Il sentiero adesso scende tra grandi massi rossicci sino

a raggiungere il Lac Gelé che si costeggia a destra. Si prosegue in ripida pendenza a destra passando nei pressi della miniera di ferro, sino a raggiungere il fondo del vallone dove è ben visibile il grande lavoro svolto per la costruzione della mulattiera. Il percorso adesso si sposta sull’altro versante e scende con ripide svolte, sin quando bisogna deviare a sinistra in direzione di Pra Oursie. Dopo un breve tratto, sulla sinistra, si prende una piccola deviazione che permette di raggiungere in pochi minuti la Barma de Rova, antica cava di macine, proseguendo fino all’alpeggio di Pra Oursie, con sosta “obbligata” presso l’agriturismo la Maison du Lord. Da qui si scende velocemente nel bosco sino a raggiunge il percorso del giorno precedente ed in breve Veulla ed il parcheggio di Blanchet. Quinto itinerario: il Lago Miserin (Giroparchi Azzurro) Punto di partenza e arrivo: loc. Chardonney, Champorcher (1.460 m) Durata: 2 tappe Dislivello: 1.550 m Note: stupendo itinerario circolare che tocca nove laghi alpini e numerosi specchi minori. La prima parte si snoda attraverso vallette che si distaccano dalla valle di Champorcher, per arrivare negli ampi pendii che

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SENTINELLE DI PRIMAVERA Dopo il disgelo fioritura di crochi (Crocus albiflorus) nei pressi del rifugio Barbustel. In basso, in senso orario: Pulsatilla alpina; in cammino nella verso Pra Oursie; la Barma de Rova con una macina scolpita. Nella pagina a fianco: Un camoscio (Rupicapra rupicapra) nei pressi del lago MuffĂŠ.

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conducono al fascinoso lago Miserin. Si prosegue percorrendo il tratto superiore della val Clavalité, dove sovente s’incontrano stambecchi al pascolo, per scendere sino al lago Margueron. Si seguono tratti di mulattiere reali, costruite per facilitare lo svolgimento delle battute reali. Il pernottamento è previsto nei rifugi Barbustel e Dondena; l’alternativa a quest’ultimo è il rifugio Miserin. Volendo ridurre la tappa del secondo giorno, che può essere impegnativa, si può, da Dondena, risalire direttamente al col Fussy. Si perde, in questo caso, la vista del lago Miserin. L’escursione può iniziarsi, oltre che da Chardonney, da Blanchet (Champdepraz): ci si spinge sino al rifugio Barbustel e da quest’ultimo si riprende l’anello nel tratto superiore. Prima tappa: grandi spazi del Mont Avic Punto di partenza: loc. Chardonney, Champorcher (1.460 m) Punto di arrivo: rifugio Dondena (2.185 m) Dislivello: 1.145 m Durata: 4 ore e mezzo Da Chardonney si cammina per 100 metri lungo la strada che costeggia il torrente. Di fronte al ponte inizia il sentiero che passa tra le case e raggiunge i villaggi di Perruchon e Petit Mont Blanc. Appena oltre si attraversa la strada un paio di volte sino a raggiungere l’alpe La Cort (se nel primo tratto l’erba è alta il sentiero non è molto visibile e conviene seguire la strada delle auto). Il sentiero adesso svolta a sinistra per raggiunge-

re quello più frequentato, che inizia al parcheggio della strada di Dondena. Il sentiero sale lungo una valletta, raggiunge una piccola conca e poi, con un tratto più ripido, il bel lago Muffé, apprezzato punto ristoro. A questo punto si lascia il sentiero principale che porta al rifugio Barbustel e si svolta decisamente a sinistra. Si prosegue con alcuni saliscendi sino a raggiungere il lago Vernoille e successivamente un colletto da dove si scende leggermente sino all’alpe Raté-Di-For e poi, con alcuni saliscendi, al lago Raté. Si passa sulla sinistra del lago e si risale un altro colletto, per poi scendere sino al lago Giasset. Ancora in discesa sino al ponte di Dondena, da dove, con una breve risalita, si raggiunge il rifugio. Seconda tappa: ancora laghi Punto di partenza: rifugio Dondena (2.185 m) Punto di arrivo: loc. Chardonney, Champorcher (1.460 m) Dislivello: 400 m Durata: 4 ore e mezzo Dal rifugio si segue la strada sterrata fino al lago del Miserin, sulle cui sponde sono situati il rifugio ed il santuario omonimi. Dopo aver effettuato il giro del lago si torna al rifugio Dondena. Dal rifugio si scende sino ad attraversare il torrente; appena dopo si imbocca sulla destra il percorso dell’Alta Via n° 2 che, prima per ampi pascoli e poi lungo la stretta gola del torrente, raggiunge un ponte che si attraversa prima di arrivare a Chardonney.

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BLOCKNOTES

Durata Quando

4 - 10 giorni fine giugno - settembre

Come arrivare In auto: la Valle d’Aosta si raggiunge facilmente con l’A5 uscendo agli svincoli di PontSaint-Martin per la Valle di Champorcher e Verrès per Champdepraz (Parco Naturale Mont Avic); Aosta Ovest per raggiungere le valli di Cogne, Valsavarenche e Rhêmes-Notre-Dame. In treno: arrivando sia da Torino che da Milano è necessario effettuare il cambio treno a Chivasso o Ivrea: le fermate di riferimento sono Pont-Saint-Martin, Verrès, Aosta, Saint-Pierre, Villeneuve. In bus: SAVDA, www.savda.it, effettua regolari collegamenti giornalieri con Milano. In aereo: gli aeroporti internazionali più vicini sono Torino Caselle, Milano Malpensa e Ginevra Cointrin.

VALLE D’AOSTA GIROPARCHI

Come spostarsi

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In bus: Autolinee SAVDA, strada Pont-Suaz 6, Aosta; tel. 0165.367011, www.savda. it. Trekbus Giroparchi Gran Paradiso (cell. 339.5443364, info Fondation Grand Paradis, tel. 0165.75301) e Trekbus Giroparchi Mont Avic (cell. 340.3453429, info Parco Naturale Mont Avic, tel. 0125.960643) sono i servizi estivi di trasporto per escursionisti garantiti con minibus che collegano, su chiamata e prenotazione (il giorno prima), i comuni di fondovalle del Gran Paradiso e del Mont Avic con i comuni di valle come Champorcher, Champdepraz, Cogne, Valsavarenche, Rhêmes-Notre-Dame, Rhêmes-Saint-Georges, Valgrisenche. Bike sharing: RêVE Grand Paradis, vedi box. Periodo Da fine giugno a settembre. Verificare attentamente le condizioni meteo in alta quota: gli itinerari toccano, nei punti più alti, i 3.000 metri.

Dove dormire Cogne: Hotel Bellevue, via Grand Paradis 22, tel. 0165.74825, www.hotelbellevue.it, gran classe, eleganza e atmosfera in questo albergo storico affacciato sulla Valnontey e il prato di Sant’Orso, centro benessere e cucina raffinata, da 170 a 390 e per la doppia con colazione; Hotel Sant’Orso, via Bourgeois 2, tel. 0165.74821 e 0165.74822, www.cognevacanze.com, in bella posizione sul prato di Sant’Orso, centro benessere Lebois, servizi efficienti e di qualità, cucina del territorio, bici elettriche a pedalata assistita per i clienti, offerte interessanti, da 120 a 180 e per la doppia con colazione; Hotel Restaurant du Grand Paradis, via Grappein 45, tel. 0165.74070 e 0165.74275, www.cognevacanze.com, centrale, comodo, accesso al centro benessere La Baita, bici elettriche a pedalata assistita per i clienti, da 98 a 138 e la doppia con colazione; Residence Hotel Mont Blanc, via Gran Paradiso 18, tel. 0165.74211 e 0165.524171, www.rhmontblanc. com, in bella posizione, buon rapporto qualità-prezzo, appartamenti fino a 6 persone, per due persone da 350 a 650 e a settimana, anche singole notti ma non in alta stagione. Introd: Il Fienile della Nonna, fraz. Villes Dessus 78, cell. 348.5827682, tel. 0165.94110, www. ilfieniledellanonna.it, antico fienile ristrutturato con gusto, atmosfera e carattere, da 100 a 200 e al giorno (a seconda di periodi e offerte) per appartamento. Valsavarenche: Hostellerie du Paradis, loc. Eau Rousse, tel. 0165.905972, www.hostellerieduparadis.com, nel cuore della valle, tradizione e gran senso di ospitalità, atmosfera familiare, ottima cucina, valido appoggio per escursionisti, proposte di soggiorni a tema tutto l’anno, da 55 a 75 e a persona per la mezza pensione in camera doppia; Albergo Genzianella, loc. Pont, tel. 0165.95393, www. genzianella.aosta.it, in posizione strategica verso il fondovalle, semplicità, cortesia e buona cucina tradizionale, circa 80 e per la doppia con colazione. Rhêmes-Notre-Dame: Hotel Granta Parey, loc. Chanavey, tel. 0165.936104, www.rhemesgrantaparey.com, atmosfera accogliente, aperto tutto l’anno, ospitalità nel segno della tradizione come l’apprezzata cucina del territorio, da 70 a 90 e la camera doppia con bagno. Saint-Pierre: La Meridiana, château Feuillet 17, tel. 0165.903626, www. albergomeridiana.it, accoglienza e atmosfera nel segno della tradizione e dell’ospitalità valdostana, centro benessere e biciclette a pe-


Rifugi I prezzi si intendono a persona in mezza pensione. Parco Nazionale Gran Paradiso: Gian Federico Benevolo, loc. Alpe di Lavassey (val di Rhêmes), tel. 0165.936143, cell. 339.8539158, www.rifugiobenevolo.com, 39 posti letto, posizione panoramica sulla Granta Parey e raggiungibile in un’ora e mezzo dal fondovalle, ideale per sci alpinismo in primavera, da 45 a 55 e la mezza pensione a persona; Vittorio Emanuele II, loc. Moncorvé (Valsavarenche), tel. 0165.95920, cell. 335.6001921, www.rifugiovittorioemanuele. com, 120 posti letto, 2 ore dal fondovalle, è la base di partenza ideale per l’ascensione

BLOCKNOTES

al Gran Paradiso e le altre vette della catena, da 28 a 46 e; Federico Chabod, loc. Côte Savolère (Valsavarenche), tel. 0165.95574, www. rifugiochabod.com, a due ore e mezzo dal fondovalle e due ore dal Vittorio Emanuele II è una base di partenza per la via normale al Gran Paradiso, da 40 a 46 e; Vittorio Sella, loc. Lauson (Valnontey), tel. 0165.74310 e 0165.551658, www.rifugiosella.com, 143 posti letto, in posizione strategica tra Valnontey-Cogne e Valsavarenche, antica casa di caccia del re Vittorio Emanuele II, da 39,50 a 49,50 e; Savoia, loc. laghi del Nivolet, tel. 0165.94141, rifugiosavoia@libero.it, ai margini dei Piani del Nivolet, da 48 a 52 e; Città di Chivasso, colle del Nivolet, tel. 0124.953150, cell. 333.2820450, rifugiochivasso@email.it, 34 posti, crocevia di escursionisti in splendida posizione, offre servizio informazioni e cartografico e una ricca biblioteca, da 40 a 48 e. Mont Avic-Champdepraz: Barbustel Lac Blanc, loc. Lago Bianco, tel. 0166.510001, cell. 347.7892089, 36 posti letto a 2.154 m. s.l.m., tra i laghi Bianco, Nero e Vallet, vista su Avic, Cervino e Rosa, cucina tipica, da 39 a 45 e. Champorcher: Rifugio Dondena, loc. Dondena, cell. 347.2548391 e 348.2664837, www.rifugidellarosa.it, 75 posti letto a 2.189 m s.l.m., ex casa di caccia reale, in luogo di grande suggestione, 15 minuti dal parcheg-

VALLE D’AOSTA GIROPARCHI

dalata assistita per i clienti, ottimo il ristorante (Marescò), da 140 e la doppia con colazione. Champdepraz: Hotel Parc Mont Avic, loc. Covarey 19, tel. 0125.960413, cell. 334.2293793, www.hotelparcmontavic.it, in bella posizione, 18 camere, centro benessere, bagno turco e piscina all’aperto, cucina tipica e buona cantina, da 80 a 100 e la camera doppia con prima colazione. Champorcher: La Maison de la Tante B&B, fraz. Mellier 6, cell. 347.6613014, faustabaudin@libero.it, in una casa seicentesca ristrutturata con gusto e sensibilità nel rispetto della tradizione e dell’architettura sostenibile, da 70 a 100 e per la doppia.

Rê.V.E e ITER, progetti per la mobilità sostenibile

Il progetto denominato "Rê.V.E. – Grand Paradis”, Rete Veicoli Elettrici - Grand Paradis intende rendere possibili gli spostamenti ad impatto zero grazie all’utilizzo di veicoli alimentati con energia prodotta dal solare fotovoltaico. Si tratta di un progetto basato sulla realizzazione di una rete di 11 pensiline fotovoltaiche con monitoraggio della produzione, dell’utilizzo dei veicoli elettrici e di informazione ai cittadini. Le pensiline prevedono una dotazione di 66 biciclette a pedalata assistita a disposizione gratuita degli utenti. Per quanto riguarda il sistema di bike-sharing, basta iscriversi presso uno dei punti di accreditamento e ritirare la tessera elettronica; è sufficiente presentare un documento di identità e depositare una cauzione di 10 #. Punti di accreditamento: Centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Rhêmes-Notre-Dame, Valsavarenche, Cogne Villaggio Minatori, Maison Bruil di Introd, Castello di Introd, Comune di Introd, Parc Animalier d’Introd, Comune di Rhêmes-Saint-Georges, Punto informativo di Aymavilles, Sede Consorzio Operatori di Cogne, Sede Fondation Grand Paradis. Postazioni: Cogne, Villaggio Minatori e località Revettaz; Introd, località Villes Dessus e frazione Plan d’Introd; Rhêmes-Saint-Georges, frazione La Palud; Rhêmes-Notre-Dame, località Chanavey; Valsavarenche, località Pont e località Dégioz. Il servizio è disponibile 7 giorni su 7, dalle ore 5 alle 24. Inoltre il progetto ITER Imaginez un Transport Efficace et Responsable mira a rendere i servizi di trasporto pubblico efficaci e a promuovere la crescita di comportamenti responsabili in relazione alle esigenze di mobilità personale. Tra le altre azioni previste dal progetto, si segnalano Grand Paradis Free WiFi zone, una rete di hot spot che garantisce l’accesso a internet fino a 3 ore giornaliere presso le piazze dei 13 comuni facenti parte dell’Espace Grand Paradis; Voyage expérience ITER, un viaggio transfrontaliero dalla Francia utilizzando mezzi pubblici di trasporto; diffusione di biciclette elettriche agli operatori del territorio. Per informazioni, tel. 0165.75301, www.grand-paradis.it.

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gio, da 35 a 40 e; Miserin, loc. Lago Miserin (Valle di Champorcher), cell. 340.9014630 e 348.6813091, www.miserinespritlibre.it, 36 posti letto, a 1 ora e mezzo dal rifugio Dondena, in bella posizione nei pressi del lago di Miserin, ex ospizio per viandanti del Santuario della Madonna delle Nevi, 40 e. Agriturismo Champdepraz: La Maison du Lord, loc. Pra Oursie, cell. 349.6678169 e 347.6142139, simone.bal78@gmail.com, splendida dimora rustica ottocentesca, atmosfera familiare, raggiungibile solo a piedi (un’ora abbondante) da Covarey, cucina genuina e prodotti di alpeggio, 50 e la mezza pensione.

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Campeggi Cogne: Lo Stambecco, fraz. Valnontey, tel. 0165.74152, cell. 340.7796161, www.campeggio lostambecco.it; Gran Paradiso, loc. Valnontey, tel. 0165.749204; Al Sole, fraz. Lillaz 129, tel. 0165.74237, campeggioalsole@gmail.com; Les Salasses, fraz. Lillaz, tel. 0165.74252; Vallée de Cogne, via Cavagnet 7, tel. 0165.74079. Val di Rhêmes: Val di Rhêmes, loc. Rhêmes-SaintGeorges, tel. 0165.907648, www.camping valdirhemes.com. Valsavarenche: Pont Breuil, fraz. Pont 24, tel. 0165.95458, cell. 335.6001921, www.campingpontbreuil.com; Gran Paradiso, loc. Plan de la Pesse 1, tel. 0165.905801; www.campinggranparadiso. it; Grivola, fraz. Bien, tel. 0165.905743, www. campinghotelgrivola.com.

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Area camper Cogne: loc. Revettaz (capoluogo), cell. 328.9036422, gp88s3@hotmail.it, 130 piazzole, a pagamento, annuale, coordinate geografiche WGS84, Est: 371971, Nord: 5051874; loc. Lillaz, 2,5 km oltre Cogne presso area pic-nic, 37 piazzole, annuale, coordinate geografiche WGS84, Est: 374293, Nord: 5050447. Valsavarenche: loc. Dégioz (capoluogo), 11 piazzole, aprile-ottobre, a pagamento, coordinate geografiche WGS84, Est: 348755, Nord: 5053690. Rhêmes-Notre-Dame: Il Gipeto, fraz. Chanavey (piazzale impianti risalita), cell. 347.4055195, 30 piazzole, annuale, a pagamento, coordinate geografiche WGS84, Est: 353610, Nord: 5049018. Champorcher: loc. Chardonney (presso area pic-nic, zona funivie), sosta gratuita, coordinate geografiche WGS84, Est: 391569, Nord: 5052928.

Dove mangiare Tutti gli alberghi, i rifugi e l’agriturismo segnalati nel Dove dormire si caratterizzano per una cucina di ottimo livello. Cogne: Bon Bec, via Bourgeois 72, tel. 0165.749288, www. lebonbec.it, brasserie tipica caratterizzata da piatti conviviali delle Alpi; Bar à Fromage, via Grand Paradis 21, tel. 0165.749696, piatti tipici, talvolta ingentiliti, della tradizione montanara valdostana; Lou Ressignon, via Mines de Cogne, tel. 0165.74034, www.louressignon.it, ristorante - taverna che offre piatti della tradizione, da provare gli gnocchetti di patate e barbabietola, il filetto di manzo lardellato e la crema di Cogne con tegole; La Cave de Cogne, via Bourgeois 50, tel. 0165.74498, www. lacavedecogne.com, ristorante, enoteca, tea room, wine bar, gastronomia da asporto, in cucina lo chef Jun Nakajima, vendita prodotti tipici selezionati, anche on-line; Lou Bequet, fraz. Cretaz 93, tel. 0165.74651, www.lou bequet.it, Marco Stefenelli propone una cucina di qualità e ricerca, da provare il risotto mantecato al Petit Arvine con porri, mele renette, mocetta e la carbonada con polenta; Ristorante Valnontey, fraz. Valnontey 32, tel. 0165.74154, semplicità e atmosfera ospitale, gran vista sul Gran Paradiso, antipasti e piatti della tradizione. Rhêmes-Notre-Dame: Boule de Neige, fraz. Chavaney 27, tel. 0165.936166, www.bouledeneige.net, tipicità del territorio, cucina semplice e gustosa, buona cantina; Lo Refuge Dey Pellaud, fraz. Pellaud 1, cell. 349.2272527, www.les refuges.it, splendida posizione, braceria, piatti tipici, vini locali. Rhêmes-Saint-Georges: Le Solitaire, fraz. La Fabrique, cell. 339.7589673, tel. 0165.907504, atmosfera familiare, polenta concia, crespelle. Champorcher: Ristoro Lago Muffé, loc. Lago Muffé, cell. 346.5431511, www.ristorolagomuffe.com, si raggiunge solo a piedi (50 min), a 2.080 metri d’altezza, prodotti tipici valdostani; Lo Skiman Gontier, fraz. Chardonney 85, tel. 0125.376000, cell. 349.6474528, zuppe e gnocchi, fonduta e vini, buon rapporto qualità-prezzo.


Dolci soste Cogne: Pasticceria Perret, via Bourgeois 59, tel. 0165.74009, specialità di Stefano Vassoney come mécoulin (pane dolce tipico), tegole e cogneins. Villeneuve: Dupont, piazza Assunzione 8, tel. 0165.95014, www. pasticceriadupont.it, pasticceria tradizionale, un classico per la colazione o per il dopo escursione grazie ai suoi famosi “torcetti”. Artigianato A Cogne tovaglie, centrotavola, lenzuola, asciugamani e copriletti lavorati con la tecnica del pizzo al tombolo presso la cooperativa Les Dentellières, Maison di Pitz, via Grappein50, tel. 0165.759282, dentelles_cogne@ yahoo.it. A Villeneuve creazioni in legno e ceramica come i tradizionali “tatà” (giocattoli) o oggetti di design per l’arredamento da Derby Legno Ceramica, loc. Champagne 15,

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tel. 0165.920015, w w w.c e r a m i c a derby.com. A introd: oggetti in legno lavorati secondo le tradizioni locali come grolle, coppe dell’amicizia, taglieri, mortai, ciotole e bassorilievi da Les Amis du Bois, fraz. Villes Dessus 9, tel. 0165.95557, www.lesamis dubois.com. A Champorcher tagli di stoffa in canapa o misto canapa, asciugamani con orli a pizzo, canovacci, grembiuli, borse, tovaglie e centri tavola, cuscini, tende e abbigliamento presso la Cooperativa Lou Dzeut, fraz. Chardonney 42, tel. 0125.37327, www.tessere amano.com. Mobili in legno intagliati a mano da Artilegno, loc. Mellier 6, tel. 0125.37280. Arte Tempio d’Argilla, Via Limnea Borealis, Cogne, tel. 0165.749117, www.biancardianna.it, laboratorio atelier di Anna Biancardi, interprete della ceramica artistica. Prodotti tipici Aymavilles: vini prodotti con uve conferite dagli oltre 200 soci di 11 comuni del centro Valle, 13 etichette doc “Valle d’Aosta”, rossi come Torrette, Pinot noir, Gamay, Mayolet e bianchi come Petit Arvine, Chardonnay, Pinot Gris presso la Cave des Onze Communes, loc. Urbains 3, tel. 0165.902912, www.caveonze communes.it. Champorcher: tisane e creme per il corpo prodotte con erbe officinali da Montiflor di Bruna Vai, loc. Chardoney 38, cell. 347.5130255. Introd: vini del territorio prodotti da Marco Martin, uno dei vigneron più apprezzati della valle da Lo Triolet, loc. Junod 7, tel. 0165.95437, cell. 339.1387092, www.lotriolet.vievini.it. Saint-Pierre: vini del territorio, tra cui lo straordinario Chardonnay affinato in barrique, presso la pluripremiata Maison Anselmet, con una bella cantina, fraz. Vereytaz 30, tel. 0165.904851, www.maison anselmet.it. Valnontey: formaggi (fontina, toma, ricotta, reblec), yogurt, burro, panna cotta e montata, latte presso l’Azienda Agricola Pra su Piaz, loc. Pra su Piaz, cell. 340.7845336, prasupiaz@libero.it. Valsavarenche: formaggi caprini di alta qualità presso La Chevrerie , fraz. Dégioz 17, cell. 338.5431028 e 347.0088736, lachevreriess@ gmail.com; coltivazione, essicazione delle

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Cosa mangiare e bere Oltre ai piatti tipici valdostani come la polenta accompagnata da carbonada, una sorta di brasato (carne tenera cotta a lungo), la fonduta e gli imperdibili salumi come il lardo, la mocetta (carne essiccata e macerata con erbe di montagna, messa sotto sale e poi stagionata) e i boudin (salumi preparati con patate bollite, lardo, barbabietole rosse, spezie, vino e sangue bovino o suino), la zona del Gran Paradiso offre un’enogastronomia dalla spiccata identità territoriale. Piatti tipici sono la seupetta di Cogne, zuppa con riso, pane, fontina e spezie; la soça de Cogne, zuppa con patate, carne, porri, burro e fontina; e la straordinaria favò de Ozein (Aymavilles), un piatto a base di pasta corta, pane nero abbrustolito nel burro, fave, fontina, salsiccia e pancetta; la crema di Cogne a base di cioccolato. Il mécoulin, pane dolce tradizionale e la fiocca, panna montata a mano tipica di Avise. Tra i prodotti caseari la Fontina non ha rivali. Un discorso particolare meritano i vini che negli ultimi anni hanno raggiunto livelli qualitativi decisamente apprezzabili. Tra i rossi si segnalano il Torrette, il Fumin, il Gamay, l’Enfer d’Arvier, il Petit Rouge e il Mayolet; straordinari i bianchi come Petite Arvine, Pinot Gris e Chardonnay.

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piante di génépy bianco e di altre tisane Da Emy, loc. Bois de Clin 18, tel. 0165.905791, cell. 347.3716812. Villeneuve: salumi tipici del territorio da Segor, piazza Chanoux 4, tel. 0165.95479; miele di rododendro e millefiori prodotto nelle valli del Gran Paradiso presso l’Apicoltura Glarey, via IV Novembre 39, cell. 335.5235954, www.apicolturaglarey.it.

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Shopping Cogne: Ezio Sport, via Bourgeois 62, tel. 0165.74201, eziosport2002@libero.it, abbigliamento tecnico e attrezzature per l’escursionismo e l’alpinismo, noleggio materiale tecnico, organizzazione gite in collaborazione con le Guide Alpine ed Escursionistiche; Le Paradis des Sports, via Bourgeois 10, tel. 0165.74882, attrezzature tecniche e sportive; Le Marché aux Puces, rue Gran Paradis 4, tel. 0165.749666, boutique di montagna che propone artigianato locale, abbigliamento tradizionale, oggetti per la casa e mobili di arte popolare; Art Maison, via Limnea Borealis 2, tel. 0165.749689, cell. 347.7866882, www.art maisoncogne.it, tessuti per arredamento, cuscini, tovaglie, coperte e oggettistica. SaintPierre: Centro Regionale dell’Artigianato e dei Prodotti Tipici Pain de Coucou, loc. Cognein 6, tel. 0165.903436, www.paindecoucou.it, oggetti in legno e prodotti del territorio come formaggi, salumi, frutta, pane, dolci, vini, succhi di frutta, liquori, mappe, guide e libri.

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Libri Cogne: Cartolibreria Montagne di Carta, via Grappein 56, cell. 348.1213285. Valsavarenche: Biblioteca tematica della Montagna - Maison de la Montagne, loc. Dégioz, piazzale Municipio; tel. 0165.905505, biblioteca. valsavarenche@gmail.com. Cosa vedere Al costo di 8 e si può acquistare il Fondation Grand Paradis Pass, valido un anno, che consente l’accesso ai dieci siti gestiti e promossi da Fondation Grand Paradis: Giardino Botanico Alpino Paradisia, Centri visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Cogne, Valsavarenche e Rhêmes-Notre-Dame, esposizione La Miniera di Cogne, Maison de Cogne Gérard Dayné, Maison Bruil Introd, Maison Musée Jean-Paul II e Castello di Introd, Châtel-Argent a Villeneuve. Cogne: La Miniera di Cogne Centro espositivo Alpinart, Villaggio Minatori,

tel. 0165.75301, www.grand-paradis.it, mostra permanente sulla miniera, da non perdere il filmato Le miniere realizzato nel 1938 da Marco Elter per l’Istituto Luce; Giardino Botanico Alpino Paradisia, fraz.. Valnontey, tel. 0165.75301, oltre 1000 specie di piante e fiori presenti sulle Alpi, gli Appennini e anche in ambienti montani d’Europa, Asia e America, due percorsi botanici, rocce del Parco del Gran Paradiso, collezione spontanea di licheni e giardino delle farfalle, eventi, animazioni e laboratori; Maison de Cogne Gérard-Dayné, via Sonveulla 30, tel. 0165.75301, www.grandparadis.it, testimonianza di architettura rurale tradizionale che racconta con legno e pietra gli spazi abitativi “di una volta” con uno splendido fienile. Rhêmes-St-Georges: Maison Pellissier, sala polivalente, completamente attrezzata, destinata a riunioni, congressi, manifestazioni, nei pressi della Maison Pellissier sorge il punto vendita di prodotti tipici e lo spazio ludico - culturale Lo Berlo - Il Parco dei Segreti rivolto a bambini e adulti per la conoscenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Introd: castello di Introd, loc. Plan d’Introd, tel. 0165.75301, www.grand-paradis.it, esempio architettonico di grande interesse risalente al XII secolo e più volte trasformato, bella la vista dalla torre, di pregio il granaio del XV secolo quasi interamente in legno impreziosito da una serratura gotica; Maison Bruil d’Introd, fraz. Villes Dessus 86, tel. 0165.75301, www.grandparadis.it, splendido esempio di architettura rurale che racconta la vita, ma soprattutto storia, tradizioni e tecniche dell’alimentazione in valle; Maison Musée Jean-Paul II, fraz. Les Combes, il luogo che ha ospitato per un decennio in estate papa Giovanni Paolo II e successivamente anche Benedetto XVI. Villeneuve: Vivre Châtel-Argent, tel. 0165.75301, www. grand-paradis.it, itinerario tra il castello e la chiesa romanica di Santa Maria con bellissima vista sul borgo di Villeneuve e la Valle. Champorcher: Ecomuseo della Canapa, c/o Cooperativa Lo Dzeut, loc. Chardonney, tel. 0125.37327, ambienti recuperati di un antico fabbricato con un vecchio telaio manuale, si possono vedere la cantina (crotta), la cucina rustica (maison) e la stalla (baou).


Cogne: Centro Visitatori Parco Nazionale Gran Paradiso, Villaggio Minatori, tel. 0165.75301, www.grand-paradis.it, laboratorio interattivo, spazi sensoriali e multimediali, temi di riferimento sono l’acqua, il bosco e il pascolo, la fauna e l’uomo, postazione di volo virtuale sulle Alpi. Valsavarenche: Centro Visitatori Parco Nazionale Gran Paradiso, loc. Dégioz 65, tel. 0165.75301 e 0165.905500, www.grand-paradis.it, informazioni generali sui predatori del Parco con due spazi dedicati alla lince e al lupo. Rhêmes-Notre-Dame: Centro Visitatori Parco Nazionale Gran Paradiso, fraz. Chanavey 28, tel. 0165.75301, www. grand-paradis.it, luogo d’informazione quasi totalmente dedicato al gipeto, un grande avvoltoio reintrodotto nel parco dopo la sua estinzione. Champdepraz: Parco Naturale Mont Avic, loc. Covarey, tel. 0125.960643, www.montavic.it, museo naturalistico su zone rocciose, foreste e ambienti umidi, plastico in scala 1:5.000 che riproduce il Parco. Guide escursionistiche ASD Namasté, via Saint Martin de Corléans 151, Aosta, cell. 333.5813792, www.guide natura.com. Associazione guide della natura di Cogne, via Bourgeois 33, Cogne, tel. 0165.74835, www.guidenaturacogne.net. Associazione La Genziana, loc. Torille 15, Verres, cell. 340.9175734, www.guidelagenziana. it. Cooperativa Habitat Guide Naturalistiche, fraz. Bressan 8, Saint-Pierre, tel. 0165.363851, cell. 335.8118731, www.ambientenatura.com. Associazione Arc-en-Ciel, fraz. Derby 194, La Salle; www.eaec.it. Guide alpine Società delle guide alpine di Cogne, rue Bourgeois 33, Cogne, tel. 0165.74835, www.guide alpinecogne.it. Società guide alpine del Gran Paradiso, loc. Dégioz 52 (in estate riferimento presso il Punto Informazione di Pont Valsavarenche), Valsavarenche, tel. 0165.95304, cell. 345.2106893, www.guidegranparadiso.com.

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Turismo equestre Cogne: Le Traineau, fraz. Valnontey, cell. 333.3147248, www.letraineau.too.it, passeggiate a cavallo, pony per bambini, escursione al rifugio di Berdzé all’Urtier. RhêmesSaint-Georges: Centro turismo equestre Val di Rhêmes, loc. Fabrique, Rhêmes-SaintGeorges, tel. 0165.907667, cell. 338.1153303, www.casegranparadiso.com, escursioni e trekking nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Champorcher: Centro Ippico Callà, fraz. Chardonney (funivie), cell. 338.8649458, cascinapeverona@libero.it: escursioni e scuola per bambini da 4 anni in poi. Appuntamenti Agosto: Gran Paradiso Film Festival, Cogne, vedi box. Festival del Castello d’Introd - Spazi d’ascolto, www.festivalintrod.it, evento dedicato all’ascolto e al saper ascoltare, attività e laboratori organizzati tutto l’anno da Fondation Grand Paradis. Bibliografia L. Poggio, Il giardino botanico alpino Paradisia, Musumeci editore. AAVV, Gran Paradiso, Ed. Risveglio, fotografico. Dichiarazione Ambientale EMAS 2012-2015, Parco Naturale Mont Avic, www.montavic.it. F. Baudin et altri, La Valle di Champorcher: natura, storia, itinerari nei comuni di Bard, Hone, Pontboset e Champorcher, Ed. Cooperativa La Traccia. N. Finco e L. Zavatta, Parco Naturale Mont Avic e dintorni, L’Escursionista editore. Cartografia Con l'acquisto del Fondation Grand Paradis Pass (vedi voce Cosa vedere) si riceverà in omaggio la Carta dei sentieri Giroparchi, 1:50.000, completa della descrizione esaustiva di tutti gli itinerari. Parco Nazionale del Gran Paradiso, Carta dei sentieri, 1:50.000, Blu Edizioni. Valle di Champorcher - Parco Mont Avic, Carta dei sentieri, 1:25.000, L’Escursionista editore. Con chi Fondation Grand Paradis con Consorzio Gran Paradiso Natura (loc. Charrion 4, Saint-Pierre; tel. 0165.920609, www.granparadisonatura.it) e Consorzio Operatori Turistici Valle di Cogne (Via Bourgeois 33, Cogne; tel. 0165.74835, www.cogneturismo.it) offrono pacchetti vacanza senz’auto.

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Centri visite dei parchi

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Estratto dal n° 234 - ITINERARI e luoghi - Fioratti Editore MI Cogne, Villaggio Minatori, sede di Fondation Grand Paradis

Indirizzi utili

Fondation Grand Paradis, Villaggio Minatori, Cogne tel. 0165.75301, www.grand-paradis.it Ente Parco Gran Paradiso, via della Rocca 47, Torino tel. 011.8606233, www.pngp.it Ente Parco Naturale Mont Avic, loc. Fabbrica 164, Champdepraz tel. 0125.960643, www.montavic.it, info@montavic.it

Uffici informazioni turistiche

Ufficio Regionale del Turismo, piazza Porta Praetoria 3, Aosta tel. 0165.236627, www.lovevda.it, materiale informativo per viaggiare in Valle d’Aosta Ufficio del Turismo di Cogne, rue Bougeois 34 tel. 0165.74040 e 0165.74056, cogne@turismo.vda.it Ufficio del turismo di Pont-Saint-Martin, via Circonvallazione 30 tel. 0125.804843, pontsantmartin@turismo.vda.it Punto informativo del Parco Nazionale Gran Paradiso, loc. Cheriettes, Aymavilles tel. 0165.902693, www.pngp.it, segreteria di versante Valle d’Aosta

PROGRAMMA DEL FONDO AREE SOTTOUTILIZZATE

FA S

SVILUPPO REGIONALE 2007·2013


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