Aldo Lanzini

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aldo lanzini

ALDO lanzini intervista di alessandra galasso RACCONTO DI tatiana cArelli

Font: Futura Heavy Colori: Pantone

Interview by alessandra galasso STORY BY tatiana cArelli

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aldo lanzini




Conoscerti è amarti Conversazione con Alessandra Galasso

alessandra galasso: Ci conosciamo da oltre dieci anni, da

Marc Almond, Jean Cocteau, Giacomo Leopardi, Guillaume

quando, per la prima volta, ti ho incontrato a New York; io

Apollinaire, Charles Baudelaire, Quentin Crisp, Rosi

lavoravo come curatrice al ps1 e tu vivevi nell’East Village.

Braidotti, Luce Irigaray, Adriana Cavarero, Dino Campana,

Ricordo ancora il tuo piccolo appartamento su Houston

Arthur Rimbaud, James Purdy, Louise Bourgeois, Joan Jonas,

Street: c’era un grande tavolo da lavoro cosparso di perline,

Rudolf Schwarzkogler, Gilles Deleuze, Félix Guattari, Lisetta

fili multicolori, schizzi, disegni e foto ritagliate, paillettes,

Carmi, Diamanda Galas, Lee Bowery, Silvana Mangano, Lydia

oggetti e accessori di Hello Kitty e Vivienne Westwood,

Mancinelli, Lindsay Kemp, Klaus Nomi, John Cage, Walter

lucine e matite colorate. Sembrava, ogni volta, di entrare

Marchetti, Madonna, Eraclito, Daniel C. Dennet, Manlio

nella dimora di un apprendista stregone, dove ti venivano

Sgalambro, Hello Kitty, e io stesso. Leopardi ha scritto: «O

incontro, come apparizioni, creature aliene, strani abiti,

io m’inganno, o è rara nel nostro secolo quella persona

disegni e un dolce folletto ti accoglieva con la domanda di

generalmente lodata, le cui lodi non siano cominciate dalla

rito: «Vuoi un caffè?».

sua propria bocca».

Sono felice di poterti intervistare in occasione della tua prima monografia d’artista. Poiché conosco la

ag: Mi diverte constatare il vezzo che manifesti quando

tua avversione ai percorsi lineari, e l’impresa stessa

sottolinei che hai frequentato l’Istituto d’Arte Beato Angelico

di documentare le tue creazioni secondo una sorta di

per l’Arredo e il Decoro della Chiesa, a Milano. Quali ricordi

inventario cronologico o proponendo chiavi interpretative

conservi di quegli anni? Pensi che l’educazione cattolica

logiche ti faccia venire i brividi, ho deciso di impostare

che ti è stata imposta fin da bambino abbia esercitato una

questo dialogo come un percorso per associazioni libere in

particolare influenza su di te?

cui si farà spesso riferimento ai personaggi che più hanno influito sulla tua visione artistica e, di conseguenza, sulla tua

al: Sono d’accordo con Salman Rushdie quando afferma «il

visione del mondo. Comincio quindi chiedendoti: chi è stato

monoteismo è una schifezza». Devo ammettere, tuttavia,

determinante nella tua scelta di diventare un artista?

che l’immaginario cattolico mi ha affascinato fin da piccolo. Una volta Woody Allen disse: «Ho letto la Bibbia

aldo lanzini: Non so bene come rispondere a questa

e l’ho trovata non male. Peccato però che il personaggio

domanda. Francamente non so se fare l’artista sia stata una

principale sia poco credibile». Da bambino andavo spesso

scelta e chi possa averla determinata. Posso farti però un

in chiesa, a Boffetto in Valtellina, con mia nonna Eva. Mi

elenco di personalità che sono, o sono state, importanti per

piaceva sentirmi circondato da un immaginario pieno di

me: Marguerite Duras, Gastone Novelli, David Robilliard,

stupore; dal barocco oro e giallo, dal fascino del rituale, dai

Gertrude Stein, Carl Sagan, Yukio Mishima, Friedrich

canti e le preghiere. Al di là del significato di tutto ciò, mi

Nietzsche, Carmelo Bene, Gina Pane, Yoko Ono, Vivienne

piaceva la dolcezza dell’atmosfera, un mondo fatto quasi

Westwood, Chiara Bianchi, Alejandro Jodorowsky, Kevin

tutto di frequentazioni femminili. Ho ricordi che definirei

Aviance, Peter Murphy, San Francesco, Loredana Bertè,

carezzevoli e di grande tolleranza; m’intrigava la metafisica


To Know You Is To Love You Conversation with Alessandra Galasso

alessandra galasso: We have known each other for over

Westwood, Chiara Bianchi, Alejandro Jodorowsky, Kevin

ten years – we met for the first time in New York when

Aviance, Peter Murphy, St. Francis, Loredana Bertè, Marc

I was working as a curator at ps1 and you were living in

Almond, Jean Cocteau, Giacomo Leopardi, Guillaume

the East Village. I still remember your little apartment on

Apollinaire, Charles Baudelaire, Quentin Crisp, Rosi

Houston Street, with the huge work table full of beads,

Braidotti, Luce Irigaray, Adriana Cavarero, Dino Campana,

multicoloured strings, sketches, drawings and cut out

Arthur Rimbaud, James Purdy, Louise Bourgeois, Joan

photos, sequins, bits and pieces and Hello Kitty and

Jonas, Rudolf Schwarzkogler, Gilles Deleuze, Félix Guattari,

Vivienne Westwood accessories, fairy lights and coloured

Lisetta Carmi, Diamanda Galas, Lee Bowery, Silvana

pencils. Each time I visited it was like entering the home of

Mangano, Lydia Mancinelli, Lindsay Kemp, Klaus Nomi,

a magician’s apprentice, and coming across alien creatures,

John Cage, Walter Marchetti, Madonna, Heraclitus, Daniel

strange garments and drawings, like apparitions, and

C. Dennet, Manlio Sgalambro, Hello Kitty, and myself. As

a cute pixie who welcomed you in with the customary

Leopardi wrote: «I may be wrong, but it seems rare in our

question: «Coffee?».

age to find a widely praised person whose own mouth is

I am glad to be interviewing you on occasion of the first

not the source of that praise».

monograph dedicated to you. As I am well aware of your aversion to linear approaches, and that the very attempt

ag: I like the way you emphasize the fact that you attended

to document your creations in a kind of chronological

the Beato Angelico School for Church Decoration and

inventory, or provide ‘logical’ keys to interpret them makes

Ornament in Milan. What memories do you have of those

you shudder, I have decided to formulate our conversation

years? Do you think that your Catholic upbringing has had

as an exercise in free association, with frequent references

a particular effect on you?

to the characters who most influenced your artistic vision, and as a consequence, your vision of the world. So the

al: I agree with Salman Rushdie that monotheism is an

first question is this: who most influenced your decision to

aberration. Though I must admit that Catholic imagery

become an artist?

has fascinated me since I was little. Woody Allen once said, «I‘ve read the Bible. Nice, but the protagonist isn‘t

aldo lanzini: I’m not sure how to answer this question.

much credible». When I was a boy I used to go to church

Frankly I don’t know if becoming an artist was a conscious

in Boffetto in Valtellina, with my grandmother Eva. I liked

decision, and who might have influenced it. I can however

being surrounded by all the astounding imagery: the gold

provide you with a stream of names of people who are

and yellow Baroque decorations and the appeal of the

currently important to me, or have been in the past:

rituals, songs and prayers. Apart from the actual meaning,

Marguerite Duras, Gastone Novelli, David Robilliard,

I liked the tender atmosphere of this world almost entirely

Gertrude Stein, Carl Sagan, Yukio Mishima, Friedrich

inhabited by women. I would say that my memories are

Nietzsche, Carmelo Bene, Gina Pane, Yoko Ono, Vivienne

of a loving, very tolerant environment. I was intrigued by


Da sinistra a destra: Rosi Braidotti, Guillaume Apollinaire, Friedrich Nietzsche, Carmelo Bene, Marguerite Duras, Loredana Bertè, Gastone Novelli, Carl Sagan, Hello Kitty, Luce Irigaray, Arthur Rimbaud, Yukio Mishima, Chiara Bianchi, Charles Baudelaire, Giacomo Leopardi, San Francesco, Gertrude Stein, Vivienne Westwood

dell’immaginario, tanto che avevo chiesto a mia madre

cultura giovanile di quel tempo: i dark e i gothic.

Anita di comprarmi un libro sulle vite dei santi. Tra questi

Al Beato Angelico ero l’unico studente che per un periodo

mi piaceva molto San Francesco; me lo immaginavo come

ha alloggiato all’interno dell’Istituto. Al termine delle lezioni

un matto che, camminando per il mondo, salutava tutti,

rimanevo solo in quella enorme struttura fatta di aule,

dagli alberi ai fiori, dagli animali agli insetti. Forse sono

laboratori e interminabili corridoi; c’erano alcune suore e

diventato vegetariano proprio grazie a lui, perché anche per

qualche prete, un anziano prete pittore, un prete filosofo-

me tutti gli esseri viventi hanno dignità e consapevolezza

teologo e un frate artista che scolpiva. Alloggiavo in una

di sé. Immagini di santi come il San Sebastiano di Guido

stanza piccolissima che credevo inviolabile. Poi un giorno,

Reni (che suscitava l’eccitazione di Mishima), il San Rocco

al ritorno dalle lezioni, il poster gigante di Loredana Berté,

nomade e viaggiatore accompagnato dal cane e San

che avevo appeso sopra il letto, era sparito. E sì che mi

Giuseppe da Copertino – il Santo, caro a Carmelo Bene,

trovavo a Milano! Si vedevano i punk, i gothic e i dark nella

che si solleva da terra – costituiscono un’enorme fucina di

zona di via Torino e il primo con cui trovai il coraggio di

visioni e idoli. Mi piaceva poi la sintesi della buona novella

parlare fu jp. Già in quegli anni mi consideravo un ateo, per

annunciata da Gesù e il riscatto che essa offre all’umanità,

naturale evoluzione dall’infanzia e in seguito alle letture di

attraverso la fede e la legge dell’amore. Così come anche

Nietzsche e alla rivelazione del dio assente, morto. Credo di

Sant’Agostino, secondo cui la fede è essenzialmente ricerca,

aver capito Nietzsche proprio perché il mio attaccamento

non sottomissione a un dogma esteriore. L’essere umano

alla religione era di tipo emozionale, e Nietzsche mi ha

dubita, e dubitando riconosce di sbagliare; constata così

emozionato ancora di più perché mi ha permesso di

il suo essere finito e di possedere in sé l’idea di un essere

eliminare tutta una serie di imposizioni. Ora posso tessere

infinito. Mi piaceva anche l’idea della valle di lacrime a cui

il vento.

l’uomo e la donna sono destinati. Per fortuna, più tardi mi sono venuti in aiuto Zarathustra, con il suo concetto di

ag: Nelle tue opere si possono individuare filoni che a un

umanità liberata dal pregiudizio di Dio, e poi Klossowski,

primo sguardo appaiono assai diversi e lontani tra loro, tanto

riguardo al principio di identità che viene meno in seguito

che qualcuno potrebbe insinuare che tu soffra di disturbi alla

alla caduta della trascendenza divina, giacché Dio, che era il

personalità: installazioni, vestiti, disegni, pupazzi, poesie

garante dell’io, è ormai morto.

visive, accessori… Eppure non è difficile cogliere una coerenza

Durante gli anni in cui ho frequentato l’Istituto d’Arte

e una stabile continuità di temi e metodologie tra tutto ciò

Beato Angelico, la mia vita è trascorsa tra la spensieratezza

che fai. Uno degli aspetti che più mi colpisce è che per le

adolescenziale e la sensazione che mi stavo trascinando

tue opere non esegui mai uno studio, prototipo, modello o

dietro pesanti fardelli culturali, di cui sentivo il bisogno

progetto che sia; esse nascono, si formano e si completano

di liberarmi per comprendere finalmente chi fossi. Risale

in “corso d’opera”. Ciò mi ricorda il principio di scrittura

a quel periodo la mia scoperta di Marguerite Duras. Mi

automatica a cui si ispiravano i surrealisti, così come anche

affascinavano poi gli esistenzialisti del primo Novecento, la

l’improvvisazione tipica del free jazz.

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the metaphysical aspect of the images, so much so that I

in the school for a while. When lessons finished I was left

asked my mother Anita to buy me a book on the lives of the

alone in a huge warren of classrooms, laboratories and

saints. I loved St. Francis, I always imagined him as a crazy

endless corridors; there were a few nuns and a priest or

character walking the earth and greeting everything on his

two, an old priest who was a painter, a priest who was

way – trees, flowers, animals and insects. Maybe it was due

a philosopher and theologian and a friar sculptor. I had

to him that I became a vegetarian, because I too believe

a tiny room of my own which I thought of as inviolable,

that all living beings have dignity and self-awareness.

until one day after lessons I saw that the giant poster of

Images of saints like St. Sebastian by Guido Reni (which

Loredana Bertè I had put above my bed had been taken

aroused the admiration of Mishima), St. Rocco, nomad

down. And that was in ‘cosmopolitan’ Milan! Punks and

and traveller accompanied by his dog, and St. Joseph of

goths used to hang about in the via Torino area, and the

Cupertino – the saint dear to Carmelo Bene who possessed

first of them I plucked up the courage to talk to was jp.

the gift of levitation – represent an enormous melting pot

Even back then I considered myself an atheist, a kind of

of visions and idols. I also like the message of Jesus’s gospel,

natural follow-on from my childhood, and after reading

and the hope it offers humanity, through faith and love.

Nietzsche and his revelations on the death of god. I

And St. Augustine, who believed that faith was ultimately

think the reason I understood Nietzsche was because

a quest, not a submission to an external dogma. Humans

my attachment to religion was of the emotional kind,

doubt and in doubting they recognize their errors: this is

and Nietzsche aroused more powerful emotions in me,

a statement of being a finite being and also possessing

because his writings enabled me to shed a whole set of

the concept of an infinite being. I also like the idea of the

impositions. Now I can weave the wind.

vale of tears that men and women are destined to. Luckily for me I later came across Zarathustra, and his vision of

ag: In your work it is possible to identify a number of

humanity freed from original sin, and then Klossowski on

different ‘bodies of work’, that at first appear quite different

the loss of the concept of identity following the fall of divine

and distant, so much so that some might be tempted

transcendence, and the death of God, protector of the ego.

to think you had some kind of personality disorder:

When I was at the Beato Angelico School, my life was a

installations, clothes, drawings, puppets, visual poems,

mixture of carefree teenage attitude and the sensation

accessories… But I think that it is not difficult to capture

that I was weighed down with a cultural burden,

the coherence and stable continuity of themes and

something I needed to get rid of in order to understand

methods that runs through all your work. For example, one

who I really was. That was when I discovered the work

of the things that strikes me most is that you never do any

of Marguerite Duras. I was also fascinated by the

studies, prototypes, models or designs for your works: they

existentialists from the beginning of the twentieth century,

come about, take shape and get completed ‘in progress’. It

and by goths, part of the youth culture of that period. I

recalls the principle of automatic writing that inspired the

was the only student at the Beato Angelico who boarded

surrealists, and the improvisation of free jazz. 11


al: Il mio processo lavorativo si avvicina molto alle tecniche

in casa in quel momento. Non è una condizione di totale

di scrittura automatica, spogliato tuttavia delle loro

assenza di pensiero, poiché l’operazione è completata dalla

implicazioni psicologiche e parapsicologiche che non mi

volontà o dal virtuosismo della tecnica. Carmelo Bene, per

interessano affatto. Si tratta di un automatismo che si basa

esempio, parla di “contro-tecnica”, elaborando il pensiero di

sulla padronanza della tecnica e quindi, in qualche modo,

Heidegger per il quale “l’essenza della tecnica non è tecnica”.

coerente. Di questo tipo di automatismo mi affascina

Un pendolarismo tra conscio e inconscio, tecnica e contro-

l’apertura (vedi John Cage), che mi permette di lavorare

tecnica, “instasi” ed estasi.

secondo un criterio di work in progress, in-assenza. A questo

Nei miei disegni la superficie del foglio è l’elemento che

proposito vorrei citare Paolo Ferrari, fondatore del centro

affiora; il resto, il contorno, lo spazio, viene ossessivamente

Studi Assenza di Milano: «l’arte in-assenza ha continua

coperto. Il lavoro sta nel contornare i soggetti, che sono sì

corrispondenza con la realtà; non è stadio di fantasia né

figurativi, ma indifferenti al processo lavorativo; il soggetto

ipotesi di forma e di concretezza circa l’avanzamento delle

rappresentato non è toccato né riempito o colorato.

cose del mondo. Essa s’attua in accoppiamento costante con

Ci lavoro solo intorno, tramando lo spazio e riempiendolo

quello stato delle cose che ha difficoltà a emergere essendo

con la penna nera. L’uso della penna mi piace perché è

retto dalle leggi dell’evidenza». Per Ferrari l’arte è mediazione

irreversibile: il gesto sulla carta, una volta fatto, non può

di un nuovo universo che ha come fondamento il fatto di

essere cancellato.

essere “vuoto nel centro”, in grado di incorporare gli errori e le intuizioni strada facendo; non si tratta tuttavia di un

ag: Tra le tue opere ci sono quelle che chiami illegal aliens:

metodo che si applica in totale in-coscienza. Mi interessa

pupazzi in feltro, cuciti a mano, che offri in adozione. Illegal

l’automatismo gestuale: disegnare con la penna nera, fare

alien è il termine giuridico anglosassone comunemente

l’uncinetto, cucire; il gesto e il pensiero, il pensiero e ciò

utilizzato per indicare una persona di nazionalità diversa

che precede il pensiero. La padronanza della tecnica mi

rispetto al paese in cui si trova e priva del permesso di

permette di “passare ad altro”, di “non concentrarmi” su di

soggiorno. La denominazione comprende sia l’aggettivo

essa, di “lasciarla fare”. Per André Breton l’automatismo era

“illegale” che il sostantivo “alieno”, parola di derivazione latina

una tecnica tesa a liberare la mente da ogni freno inibitore,

che in inglese indica una persona proveniente da un altro

al fine di favorire la libera associazione di immagini e di

paese, uno straniero, ma anche un outsider. Utilizzato come

idee permettendo all’inconscio di affiorare. Nel mio caso,

aggettivo, alien è sinonimo di strano, innaturale e ripugnante

lavorare senza un progetto vero e proprio mi porta a scoprire

e il suo contrario è cittadino, familiare, nazionale. Qual è la

il divenire; un lavoro aperto, smarginato, dunque, che

tua visione dello straniero?

prosegue anche secondo modalità non ipotizzate a priori. Naturalmente per agire uso la memoria, ovvero la

al: Quando alziamo gli occhi al cielo, riusciamo a vedere

padronanza della tecnica e la sua conoscenza. Non si tratta

una porzione veramente esigua dell’universo; a occhio nudo

tuttavia di uno stato passivo, quanto piuttosto di non essere

sono visibili non più di seimila stelle. Carl Sagan calcolò che

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to seek my life-long lover to my destination, lavoro a uncinetto su/ crochet on Anne Burdin, Bordeaux, Francia/France, 2005

al: My way of working is very similar to automatic writing

certain techniques, and my knowledge of them. In any case

techniques, though without all the psychological and

it is not a passive state, more like just not being around

para-psychological implications, which are of no interest

at the time. It is not a complete absence of thought, as

to me. It is an automatic process based on the mastery

the operation is brought to completion by personal will

of techniques, and therefore, in some way, consistent.

or technical skill. Carmelo Bene, for example, talks about

What fascinates me about this type of automatism

‘counter-technique’, developing Heidegger’s concept:

is its openness (see John Cage), which enables me to

‘the essence of technique is nothing technical’. It swings

operate using a work in progress approach, ‘in absence’.

between the conscious and the unconscious, technique

With regards to this I would like to quote Paolo Ferrari,

and counter-technique, ‘in-stasy’ and ecstasy.

founder of the Centro Studi Assenza in Milan: «The art

In my drawings the surface of the paper is the element

of absence has an ongoing correspondence with reality;

which comes to the fore; the rest, the setting, space, is

it is not an imaginary phase or a hypothetical version

obsessively covered up. My work is to outline the subjects,

of form or concreteness about how things in the world

which while figurative, are indifferent to the working

are progressing. It is constantly coupled with that state

process; the subject represented is not touched, or filled

of things which hardly ever comes to the fore, being

in or coloured. I just work around it in the space, filling it

supported by the laws of evidence». Ferrari sees art as a

with the black pen. I like using a black pen because it is

way of mediating a new universe, which is predominantly

irreversible: once the mark is there on the paper it can’t be

characterized by being ‘empty at the centre’, capable

cancelled.

of incorporating errors and intuitions as it goes. This is not however a method which is employed totally

ag: Your works include what you call your illegal aliens:

unconsciously. What interests me is gestural automatism:

hand-sewn felt puppets that you give up for adoption.

drawing with a black pen, doing crochet, sewing; the

This is the legal term commonly used to indicate a person

gesture and the thought, the thought and what comes

without a residence permit, of a different nationality

before the thought. The mastery of the various techniques

from the country they are in. The term includes both

allows me to ‘go on to something else’, to ‘not concentrate’

the adjective ‘illegal’ and the Latin origin noun ‘alien’ –

on it, to ‘let it flow’. André Breton viewed automatism as

foreigner, or outsider. As an adjective alien means strange,

a technique which would free the mind from inhibitions,

unnatural or repugnant, the opposite being native,

with the aim of fostering a free association of images and

familiar, national. What is your vision of foreignness?

ideas, letting the unconscious come to the fore. In my case, not working to a proper, formal design lets me discover

al: When we look up at the sky, we only see a tiny portion

the future; an open, open-ended work, which may also

of the universe: no more than six thousand stars are visible

take off in unforeseen directions. Obviously when I work

to the naked eye. Carl Sagan calculated that there are

I am using my memory, or rather my ability to perform

probably around ten billion trillion planets in the universe. 13


probabilmente il numero di pianeti esistenti nell’universo

caratteristica innata che si adatta al contesto. Sebbene

corrisponde a una cifra di circa dieci miliardi di trilioni. In

la sua connotazione sia spesso, se non sempre, negativa,

questa visione così allargata, come è possibile definire

ritengo estremamente interessante sperimentare in prima

lo straniero? Qual è la distanza di provenienza minima

persona – in quanto singolo individuo forgiato e influenzato

necessaria per definire uno straniero? Circa 4,4 miliardi di

da caratteristiche locali – la condizione dello straniero.

anni fa, un oggetto della grandezza di Marte si schiantò

Diventare straniero mi ha permesso di sviluppare un “altro

sulla Terra, strappandole via materia sufficiente a formare

occhio”; è da straniero che ho cominciato a comprendere la

una sfera: la Luna – pare infatti che la maggior parte del

mia matrice, la mia cultura, la mia visione; è da straniero che

materiale lunare provenga dalla Terra. È la Luna a noi

i miei punti di vista si sono capovolti.

straniera? Così la percepiamo, eppure è da qui, dal nostro pianeta, che essa ha tratto origine. Lo straniero è più vicino

ag: Il concetto di “altro”, presente nei tuoi illegal aliens,

a noi di quel che ci sembra. Questo vale per tutto ciò che ci

oltre a costituire un tema cruciale di quelle che un tempo

circonda. C’è un’arroganza dilagante nell’essere umano il

erano chiamate teorie femministe e che oggi vanno sotto il

quale si pone un gradino più in alto di tutte le cose e di tutti

nome di Women’s Studies, rappresenta un elemento centrale

gli esseri viventi. Edoardo Sanguineti, per esempio, afferma

nell’opera di uno dei tuoi autori preferiti: Marguerite Duras.

che l’uomo deve riconoscersi come animale che si auto

Lo stesso Jacques Lacan, a cui si attribuisce la paternità

addomestica, e che umanizzarsi è un processo difficile – anzi

del concetto di “altro”, rese ufficialmente omaggio alla

“ferocissimo” – come se ogni uomo ricominciasse la storia

scrittrice francese, riconoscendo la grande influenza che

del mondo. Nella visione darwiniana, i geni non vengono

aveva esercitato su di lui (cfr. Omaggio a Marguerite Duras.

eliminati ma semplicemente disattivati; non si cancella,

Del rapimento di Lol V. Stein, 1964). Rifacendosi poi a Freud,

semmai si riscrive. E bisogna essere sensibili – il “sentir

secondo cui l’artista precede sempre l’analista, Lacan scrisse:

sentire” di Tommaso Campanella – dotati di un innato senso

«È esattamente ciò che riconosco nell’estasi di Lol V. Stein,

di se stessi che è la condizione dell’avvertire ogni esteriore

in cui Marguerite Duras mostra di sapere senza di me ciò

mutamento sensibile. Ci si dimentica e si tratta di un

che io insegno». In questa visione riscontro un parallelo

dimenticare storico. In alcuni stati americani l’insegnamento

con la tua metodologia artistica, quando affermi che le tue

delle teorie evolutive è stato proibito, forse perché qualcuno

maggiori fonti di ispirazione provengono dalla letteratura.

considera che sia un bene che l’uomo non sappia che prima

Ritieni anche tu che gli artisti, e in particolare gli scrittori,

di lui c’era la scimmia.

abbiano la capacità di anticipare concetti filosofici, fenomeni

Mi chiedo se lo straniero sia un’invenzione politica atta a

culturali, scoperte scientifiche, che siano insomma una sorta

tutelare o a rimuovere altre culture. Le persone custodiscono

di rabdomanti dell’emotività e dell’intelletto umano?

gelosamente le proprie tradizioni, le fanno diventare moneta di scambio culturale con i propri simili creando riferimenti

al: «Non tornerò a scuola perché a scuola mi insegnano

di identità. La disponibilità all’apertura resta tuttavia una

cose che non so», Duras fa dire a Ernesto nel libro

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Illegal Aliens, Spazio Lima, Milano, Italia/Milan, Italy, 2005

In this wider vision, how can we define foreign? What is

forged and influenced by local characteristics. Living as a

the minimum distance required to call someone foreign?

foreigner has enabled me to develop another ‘eye’, and it

Around 4.4 billion years ago, an object the size of Mars

was as a foreigner that I began to understand my matrix,

crashed into the Earth, taking out a chunk large enough

my culture and my vision. As a foreigner my point of view

to form a sphere: the Moon – it would in fact appear that

was turned on its head.

most of the Moon’s substance is material from the Earth. So is the Moon foreign? We view it as such, but it actually

ag: The concept of ‘the other’, present in your illegal aliens,

comes from here, from our planet. Foreigners are closer

as well as being a fundamental issue in what used to

to us than we think, and this is true of everything around

be called feminist theory and now goes by the name of

us. Human beings have this overweening presumption

Women’s Studies, represents a central theme in the works

of being a cut above all other things and living beings.

of one of your favourite authors: Marguerite Duras. Even

Edoardo Sanguineti, for example, asserts that man must

Jacques Lacan himself, who has been credited with coining

acknowledge that he is a self-tamed animal, and that

the concept of the ‘Other’, officially paid tribute to the

becoming ‘human’ is a difficult, even ‘brutal’ struggle, as if

French writer, acknowledging the huge influence that she

every person had to relive the history of time. According to

had on him (see Homage to Marguerite Duras on the Ravishing

Darwin, genes are not eliminated, but simply disactivated:

of Lol V. Stein, 1964). Recalling Freud, according to whom

things cannot be cancelled, only rewritten. And you have to

the artist always precedes the analyst, Lacan writes: ‘This

be sensitive to that, like Tommaso Campanella’s concept of

is exactly what I recognize in the ecstasy of Lol V. Stein,

‘sensing how to sense’. This means being equipped with an

where Marguerite Duras proves that even without me

innate sense of self and the ability to sense all perceptible

she knows exactly what I teach’. I find that this is similar

exterior changes. Forget yourself and you forget history. In

to your artistic approach, when you state that your main

some American states they have prohibited schools from

sources of inspiration come from literature. Do you too

teaching the theory of evolution, probably because they

believe that artists, and writers in particular, have the

reckon that people shouldn’t know they were preceded by

capacity to foreshadow philosophical concepts, cultural

monkeys. I sometimes wonder if the notion of foreignness

phenomena, scientific discoveries, that in some way they

is a political invention aimed at safeguarding or removing

divine the human intellect and emotions?

other cultures. People jealously guard their own traditions, and use them as a currency for cultural exchange with

al: In Summer Rain Duras’ main character Ernesto refuses

their peers, creating reference points for identity. Being

to go back to school, as he says «in school they teach me

open to otherness is however an innate characteristic that

things I don’t know». Analytical forms of knowledge hinder

adapts to the circumstances. While being ‘foreign’ often, if

the process of discovery, stop you getting close. And it is

not always, has negative connotations, I find it extremely

this getting close that interests me. I am also on a quest

interesting to experience it first hand – as an individual

to get close to myself, which I view as being mid-way 15


territori d’urgenza, LaGuardia Airport, New Jersey, ny, usa, 2001

La pioggia d’estate. Il sapere, se analitico, ostacola la

È vero, come dici, che la maggior parte delle mie fonti

scoperta, impedisce l’avvicinarsi. E a me interessa questo

di ispirazione sono letterarie, filosofiche, musicali.

avvicinamento. Anch’io cerco un avvicinamento a “me”,

All’Accademia i professori ci dicevano sempre di andare a

che trovo a metà strada tra il mio “me” e quello che l’altro

vedere le mostre, eppure io preferivo leggere. Tornando

vede e sente di me; quello che Quentin Crisp chiama «il

alla scrittura, trovo per esempio che le indagini di Luce

cambiamento del nostro farsi». Crisp affermava che «ciò

Irigaray sulla differenza tra soggetti sessuati e la linguistica

implica un viaggio dentro sé stessi, nel complesso non una

si distinguano tra i cosiddetti Women’s Studies per la loro

piacevole esperienza, poiché oltre a sommare quello che

forza e originalità in grado di modificare correnti di pensiero

consideri essere la tua essenza, devi anche fare un lungo e

obsolete e superate. È dalla sensibilità di queste autrici che

attento esame di ciò che i tuoi amici chiamano il problema

scaturiscono soggetti in carne e ossa, capaci di proporre

con te, e la sintesi di queste due opinioni opposte sarà la

definizioni assolutamente nuove per quanto riguarda il

tua identità». L’avvicinarsi è possibile solo se si riconosce

concetto di identità, integrazione, convivenza, creatività e

l’irriducibile differenza tra l’uno e l’altro. L’artista indaga

contemporaneità. Si tratta di soggetti che abbandonano

territori che non gli appartengono; è Arte-fice, sempre

il desiderio di stabilità. Si veda, per esempio, il pensiero

apprendista. Essendo l’identità una creazione e l’atto

nomade di Rosi Braidotti (il nomadismo come forma

creativo sempre un mistero, come tale lo rispetto e lo

intellettuale); le premesse concettuali di Yoko Ono, che

preservo per rifugiarmi dentro di esso; ci si muove su territori

mirano a cambiare impostazioni mentali prestabilite, come

deterritorializzati e disappropriati.

dire: «vedere non è credere, ma credere è vedere»; la carezza

L’opera d’arte è un in-contro. «Senza appropriazione» scrive

di Luce Irigaray, che consiste nell’impadronirsi di niente «ed

Luce Irigaray «non ti integro nel mio mondo, mi avvicino al

è risveglio a te, a me, a noi»; Adriana Cavarero, che scrive

punto dove siamo liberi da noi stessi; si tratta di un luogo

storie come quella in cui racconta che ognuno di noi è un

che non è mio e che non è tuo». Nell’incontrarci si diventa

essere unico che si pone di fronte al mondo in modi diversi;

soggetti in transito, decentrati e dai confini fluidi.

e anche Oprah Winfrey, che impostava i suoi primi talk show

Di Marguerite Duras mi ha sempre affascinato la capacità

televisivi prendendo a caso persone dal pubblico, sicura

linguistica nel descrivere le emozioni. La sua scrittura mi

che ognuno ha una storia di vita che di per sé si presta a

rapisce, mi asciuga, lasciandomi sul letto di un fiume in secca,

essere un programma televisivo. Ho molto da imparare da

come i resti di ciò che trasportava. La scrittura è sgretolata, è

queste donne, dalle donne in genere, così come e anche dai

rimossa e seduce nell’oblio del sé. Lei stessa dichiara: «si dice

transessuali, dai polisessuali, dai gender bender, lontani dal

che quando uno scrive si concentri. Io direi: no, quando scrivo

fallo-logocentrismo.

ho la sensazione di essere nella totale deconcentrazione,

Forse hai ragione riguardo l’artista come rabdomante, ma

non mi posseggo più, divento une passoire [un colino, un

attenzione all’arte ruffiana.

colabrodo]». «Scrittura generosa perché nessuno è più

"Depensiamo" alla maniera di Carmelo Bene. Cessazione

generoso di chi distrugge sé stesso» (Carmelo Bene).

della volontà; lasciarsi parlare. La volontà della non volontà.

16


between my own perception of myself and how others

It is true, as you say, that most of my sources of inspiration

see and perceive me, what Quentin Crisp calls ‘the change

come from literature, the written word, philosophy, and

in our make-up’. Crisp asserts that «it involves a journey

also music. At the Accademia [Accademia di Brera], our

to the interior, not all together a pleasant experience,

professors always told us to go and see the shows, but I

because as well as totting up what you consider to be

preferred to spend my time reading. To get back to books,

your essence, you also have to take a long look at what

I find that Luce Irigaray’s critique of linguistics and the

your friends call the trouble with you, and the synthesis

difference between sexual beings stands out from so-

of these two opposite opinions would be your identity».

called Women’s Studies for its potency and originality,

Approaching this is only possible if you acknowledge the

and is capable of altering obsolete, outdated currents of

irreducible differences between one and the other. Artists

thought. The sensitivity of these female writers gives rise

explore territories which do not belong to them: they are

to flesh and blood characters which offer completely new

arti-ficers, always learning. As identity is a creation and

interpretations of the concepts of identity, integration,

the creative act is always a mystery, as such I respect

community, creativity and contemporaneity. These are

it and I keep it as a refuge: we live in disappropriated,

characters that abandon the desire for stability.

disenfranchised territories.

Take the nomadism of Rosi Braidotti (nomadism as an

A work of art is an en-counter: Luce Irigaray describes a

intellectual practice); the conceptual observations of Yoko

meeting without ‘appropriation’, where neither person

Ono, which aim to change fixed mindsets, like saying,

integrates the other into his or her world, but both

«seeing is not believing, but believing is seeing»; and the

approach a point where they are free of themselves, «a

caress of Luce Irigaray which means taking possession of

place which is neither mine nor yours». When we meet we

nothing and is «an awakening for you, me, us». And Adriana

become subjects in transit, decentred and with shifting

Cavarero, who writes stories like the one where she says

boundaries. I have always been fascinated by Marguerite

that we are all unique beings which approach the world in

Duras’ linguistic talent for describing emotions. Her writing

different ways; and Oprah Winfrey, whose first talk shows

captures me, wrings me out and leaves me washed up

were based on the idea of picking random people out of the

on a dry riverbed, like the detritus carried on the water.

audience, with the certainty that each of them would have a

Her writing crumbles away, is removed and has this

life-story worthy of a whole programme. I have learned a lot

seductive self-oblivion. «It is said that when you write

from these women, and from women in general, as well as

you concentrate. I would not say so: when I write I have

from trans-sexuals, poly-sexuals and gender benders, with

the sensation of being completely deconcentrated, I no

their detachment from the phallo-logo-centric point of view.

longer possess myself, and I become une passoire [a sieve

You could be right to see artists as diviners, but watch out

or strainer]». «It is a generous form of writing, because

for the sycophants.

no-one is more generous than someone willing to destroy

We should ‘de-think’ things, like Carmelo Bene. Give up our

themselves.» (Carmelo Bene)

will, let things speak for themselves. Be willing to abandon 17


è l’incontro il rimedio alla solitudine? ma... non ti avevo già cercato? Parigi, Francia/Paris, France, 2004

La volontà pura, senza oggetto. “Io sono dove non penso, e

l’impopolarità il suo dono principale e descriveva sé stesso

penso dove non sono”; si dissolve così il binomio cartesiano

come “un ospedale, totalmente dipendente da sovvenzioni

tra pensiero ed essere. La tecnica contro la tecnica. La

volontarie”. Pur essendo stato considerato per tre quarti

smarginatura. Quando lavoro “rincorro” tecniche che utilizzo

della propria esistenza un totale reietto, affermava che «se

indifferentemente nel cucito, nell’uncinetto, nel disegno e

hai amore, devi darlo a coloro che non sono amati, ogni altra

nella scrittura. Si tratta quasi di una parodia della scrittura

cosa sarebbe ingiusta». Personalmente trovo moltissime

automatica surrealista. L’attenzione sta nell’invitare gli errori

analogie tra te e Quentin Crisp: il rifiuto di appartenere a

all’interno dell’opera, per poi proseguire con loro per creare

una minoranza sociale che, attraverso specifiche forme di

in-stasi (in noi e fra noi) e non estasi (al di là di noi e lontano

aggregazione, rivendica un proprio ruolo politico e sociale;

da noi). Tutto ciò crea un immaginario di cui nemmeno io

la scelta di New York, e della zona del Lower East Side, come

conosco bene la provenienza.

luogo eletto (hai vissuto, poche centinaia di metri dalla casa

L’immaginazione è, secondo Klossowski, il passaggio

di Crisp per oltre dieci anni)… E ancora, Crisp scrisse un libro

dallo speculativo allo speculare, ovvero all’immaginario.

Resident Alien: The New York Diaries (1996), che condivide,

L’immagine crea un rapporto di rassomiglianza con il reale,

per molti aspetti, lo stesso spirito dei tuoi illegal aliens… Mi

che lascia sussistere l’indicibile, rinviando a esso attraverso il

piacerebbe sapere, quali ritieni siano le tue affinità elettive

segno unico. Il primato della parola sull’esperienza è invertito

con Quentin Crisp.

a favore di un realismo, nell’ambito del quale si può accedere all’indicibile dell’emozione.

al: Ho incontrato più volte Quentin Crisp, che si rendeva accessibile a tutti. Passava pomeriggi interi seduto al

ag: C’è un altro tema, assai ricorrente nelle opere di

tavolo, vicino alla vetrina, al ristorante Cooper Square sulla

Marguerite Duras, di cui abbiamo parlato e al quale

Second Avenue: gli offrivi un caffè (e a volte un’omelette al

attribuisci una grande importanza nella tua visione artistica;

formaggio) e lo ascoltavi parlare. Vestiva sempre elegante,

si tratta del concetto di fallimento. Per esempio, riferendosi

con il capello e un rossetto rosa intenso sulle labbra, gli occhi

alla sua produzione cinematografica, la scrittrice la descrisse

truccati e molto fard sulle guance, un portamento esile, né

come “un fallimento quantitativo”, una sottocategoria

uomo né donna – lui stesso si definiva “non umano”. (I am

che trovo assai interessante. In generale, è possibile

not really a human being). In seguito ho ritrovato molte sue

riassumere tutta l’opera di Duras come il tentativo di

affermazioni studiando alcune tra le ricerche più innovative

sopperire al fallimento del linguaggio, incapace di descrivere

della filosofia contemporanea, come per esempio sul tema

le tragedie, così come le gioie e i desideri umani, se non

dell’identità (Identity is an artifact, part discovery, part creation).

attraverso la mediazione del racconto delle proprie vicende

In particolare, il suo approccio alla vita e la sua idea di felicità

personali. Ciò mi rimanda a un’altra divinità del tuo olimpo

che, secondo Crisp, coincidono con l’essere sé stessi, dopo

personale; mi riferisco in particolare a Quentin Crisp, che

essersi “trovati” attraverso l’introspezione e l’accettazione-

dei propri fallimenti fece uno stile di vita. Crisp considerava

costruzione del sé. Ai fini della propria identità non vale

18


our will. Pure will, without an object. ‘I exist where I do

of his failures. Crisp considered unpopularity as his main

not think, and I think where I do not exist’, dissolving the

gift, and described himself as being «like a hospital, entirely

Cartesian union of thought and existence. Technique

dependent on voluntary contributions». Despite having

against technique. Blurring the edges. When I work I

been considered a total reject for three quarters of his

‘pursue’ techniques which I use indifferently in my sewing,

existence, he asserted that «If you have love you must

crochet, drawing and writing. It is almost a parody of the

give it to the unlovable, anything else would be unfair».

surrealists’ automatic writing. The focus is on inviting

I personally see many analogies between yourself and

errors into the work and then taking those on to create

Quentin Crisp: the refusal to belong to a social minority

an in-stasy (in us and between us), rather than an ecstasy

which through specific forms of social aggregation, lays

(outside us and distant from us). This gives rise to imagery

claim to its own political and social role; the choice of

of which not even I know the provenance.

New York, and the Lower East Side, as your home (you

According to Klossowski the imagination is the transition

lived a few hundred metres from Crisp’s house for over ten

from the speculative to the specular, namely the imaginary.

years)... And then there is Crisp’s book, Resident Alien: The

The image establishes a rapport of resemblance with

New York Diaries (1996), which in many aspects reflects the

reality which leaves room for what is left unsaid, recalling it

spirit of your illegal aliens… I would like to know what you

through the unique sign. The importance of the word over

think your elective affinities with Quentin Crisp are.

experience is inverted in favour of a form of realism in the context of which we can access the inexpressible nature of

al: I met Quentin Crisp many times, he was open to

emotion.

everyone. He would spend entire afternoons sitting at a table near the window in the restaurant Cooper Square

ag: There is another theme, fairly recurrent in the works

on Second Avenue. You could offer him a coffee (and at

of Marguerite Duras, that we have already talked about

times a cheese omelette) and listen to him talk. He was

and which you ascribe great importance to in your artistic

always dressed very elegantly, with a hat and bright pink

vision: the concept of failure. For example, when she

lipstick, eye make-up and lots of blusher. He had a delicate

talked about her film productions, the writer described

demeanour that was neither male nor female: as he said

them as a ‘quantitative failure’, a sub-category that I find

himself, «I am not really a human being». Studying some

rather interesting. In general the entire oeuvre of Duras

of the most innovative ideas in contemporary philosophy I

can be summed up as the attempt to compensate for the

have come across many of his statements, for example on

failures of language, which is incapable of describing the

the issue of identity, «Identity is an artifact, part discovery,

great human tragedies, joys and desires, if not through the

part creation». And in particular his approach to life and his

mediation of recounting one’s own personal experiences.

idea of happiness – which according to Crisp lies in being

This brings me back to another of the gods in your personal

yourself, after finding that ‘self ’ by means of introspection

olympus, Quentin Crisp, who constructed a life style out

and the acceptance/construction of the self. In terms of 19


quello che fai, soprattutto se quel che fai è un modo per

del materasso del letto su cui Crisp aveva dormito per anni

uccidere il tempo, e non vale nemmeno per l’artista che fa

– un memoriale davvero appropriato.

arte (lavorare è un errore!). Per Crisp, l’unico motivo per esistere è la strutturazione del sé che avviene attraverso

ag: Vorrei tornare un attimo sul concetto di fallimento,

un’attenzione costante tra l’interno e l’esterno. Per esempio,

che ritengo sia uno dei più grandi tabù della società

se facendo una cosa, anche accidentalmente, nel proprio

contemporanea. Oggi il concetto stesso di identità è

percorso di asserzione del sé si produce un effetto positivo

sempre più associato all’attività lavorativa, in altre parole,

nell’identificarti come un essere unico, allora dovresti

ciò che siamo corrisponde sempre di più a quello che

riprodurlo consciamente e farlo rientrare nel tuo stile di vita.

facciamo per procurarci da vivere. Risulta quindi evidente

In questo modo «si entra nella professione dell’essere».

perché il successo professionale sia diventato l’elemento

Quentin Crisp era l’essenza del camp [ostentazione di sé

determinante nel giudicare una persona, così come il suo

portata all’estremo fino a suscitare divertimento o perversa

contrario, il fallimento, quello discriminante. Negli Stati

ammirazione], tanto da diventarne lo stereotipo. Se si

Uniti (ma non solo), essere definiti un loser (perdente) è il

aggiunge a questo l’adorazione per lo sconosciuto e il

più impronunciabile e temuto tra gli insulti, un marchio

gusto dell’intrattenimento, che sono tratti tipici di un certo

d’infamia in grado di segnare e mettere al bando un’intera

contesto culturale cosmopolita di New York, si comprende

esistenza. Ciononostante, dovrebbe essere più che evidente

perché divenne il personaggio forse più conosciuto e più

che, pur vivendo in un’epoca dove sono in molti a teorizzare

amato dell’East Village. Fino a poco tempo fa l’East Village

(e ad applicare) un darwinismo di tipo sociale, il fallimento

era un microcosmo, un mondo a sé dentro la città. Quando

è solo il rovescio della medaglia del successo; anziché essere

vivevo sulla Alphabet Street, per interi mesi non andavo

demonizzato, esso dovrebbe semplicemente rientrare nella

al di là della 14 Street (del resto ho vissuto dieci anni a

natura delle cose. Personalmente condivido appieno ciò

New York senza mai visitare nessun'altra città degli Stati

che afferma il sociologo Zygmunt Bauman quando scrive:

Uniti). Il mondo dell’East Village era così autoreferenziale

«Una politica postmoderna che aspiri alla creazione di una

e libero. Il sentimento più diffuso era quello di essere liberi

comunità politica vitale ha bisogno di essere guidata dal

e senza testimoni – testimoni scomodi come la cultura, la

triplice principio di Libertà, Differenza e Solidarietà», poiché

famiglia, le convenzioni. Ogni singolo individuo costituiva

«senza solidarietà nessuna libertà è sicura» e «la libertà di

un catalizzatore di interscambi e comunicazioni; la forte

chi è libero richiede, per così dire, la libertà di tutti». Quali

energia che scaturiva da ciascun individuo legava gli abitanti

sono i tuoi pensieri in merito alle nozioni di successo, fama e

del quartiere, e su molti si creavano leggende (lo statuto più

fallimento? A quale categoria senti di appartenere?

th

ambito nell’underground newyorkese rimane quello di essere definiti legendary. E Quentin Crisp è sicuramente legendary!)

al: Fallisce chi si pone delle mete che, quando non sono

Nonostante il suo aspetto esile, Crisp era un punk puro!

raggiunte, diventano dei fardelli sotto i quali ci si piega,

Quando morì, Miguel Andover fece un cappotto con la stoffa

fino a deformarsi per sempre. Il fallimento però non

20


novantanove trifogli e un quadrifoglio, per/for Galeries Lafayette, Parigi, Francia/Paris, France, 2004

identity it doesn’t matter what you do, especially if what

Crisp was pure punk! When he died Miguel Andover made

you do is just a way of killing time, and it doesn’t even

an overcoat out of the material from the mattress Crisp

matter for the artist who creates art (work is a mistake!).

had slept on for years – a truly fitting memorial.

For Crisp the only reason for existing is in order to construct oneself, a process requiring constant attention

ag: I would like to go back to the concept of failure for

to the relation between the internal and the external

a moment: in my view it is one of the biggest taboos in

worlds. For example if while you are doing something, even

contemporary society. Nowadays the very concept of

accidentally, in your process of self-assertion, you spark off

identity itself is increasingly bound up with work – in other

a positive effect which leads you to identify yourself as a

words, what we are corresponds more and more to what

unique being, you should then attempt to reproduce that

we do to earn a living. Professional success has become

consciously, and make it a part of your life style. This is how

the defining criteria for judging another person, just as its

you go about practising the ‘profession of being’.

opposite, failure, discriminates against you. In the United

Quentin Crisp was the very essence of camp, to the point

States (and not only there), ‘loser’ is the worst insult you

where he became its stereotype. If you add his adoration

can give or receive, a stigma that can blight or damn an

of the unknown and his taste for entertainment, which

entire existence. But while we live in an era where many

are typical traits of a certain cosmopolitan cultural setting

believe in (and apply) a form of social Darwinism, it should

in New York, you can understand why he became the

be obvious that failure is just the other side of success

best known and most loved character in the East Village.

– and rather than being vilified it should just be accepted

Until a short time ago the East Village was a microcosm,

as part of the picture. I fully agree with the words of the

a world in itself, within the city. When I lived on Alphabet

sociologist: «Postmodern politics which aspire to the

Street, for months at a time I didn’t venture further than

creation of a dynamic political community must be guided

14th Street (and in any case I lived in New York for ten years

by the three-fold principle of Freedom, Difference and

without ever visiting any other city in the States). The East

Solidarity», as «without solidarity, no freedom is secure»,

Village was so self-referencing and free. The over-riding

and «the freedom of the free necessitates, as it were, all to

sensation was that of being free and not having to answer

be free». What are your thoughts on the notions of success,

to anyone – unwanted observers like culture, family,

fame and failure? What category do you feel you belong to?

conventions. Each single individual represented a catalyst for interchanges and communications, and the powerful

al: Failure is when you set yourself goals that you do not

energy issuing from each individual linked the inhabitants

reach, and you become so burdened by these that you are

to the district. Legends sprung up around many of them

left permanently deformed. Failure is not something that

(the most aspired-to epithet in the underground scene

affects those who do not watch out for it. What I mean is

in New York is ‘legendary’, and Quentin Crisp was most

that success and failure co-exist, and that one evokes the

definitely legendary!). In spite of his delicate appearance,

other. As if failure were ever-present alongside success, to 21


we are doing the revolution, maschera a uncinetto/crochet mask, Milano, Italia/Milan, Italy, 2007

appartiene a chi non ne evoca la vigilanza. Intendo dire

fallimentare di per sé. Tuttavia, è su questo vuoto che ci si

che esiste la dualità successo/fallimento e che uno evoca

forma e che ci si costituisce come esseri originali.

l’altro. Quasi come se il fallimento fosse sempre vigile a

Il fallimento non esiste per l’artista che ha altre ambizioni;

fianco del successo, fino al punto che la possibilità di fallire

anche Nietzsche quando perde la ragione non fallisce: «se l’è

nel compiere un atto può agire da ulteriore motivazione

meritata la pazzia!», sottolinea Carmelo Bene.

per decidere di compierlo. Eliminata questa evocazione

Durante gli ultimi giorni della sua vita, Marguerite Duras

reciproca, il fallimento non può più essere considerato il

disse: «Ho scritto tutta la vita. Come una scema, l’ho fatto.

mancato compimento o raggiungimento di qualcosa. È vero

Non è mica male però essere così. Non sono mai stata

quel che dici riguardo al loser. Si tratta di una definizione

pretenziosa. Scrivere tutta la vita, ti insegna a scrivere.

estremamente negativa nella nostra cultura che è attribuita

Non ti salva da niente… sono raggelata dalla follia.

a chi non agisce per niente, a chi non produce, a chi non è

«y.a.: Vuole aggiungere qualcosa?

identificabile con quel che fa e a chi non ottiene successo.

«m.d.: Non so aggiungere. So solo creare. Solo questo».

Ricordo che quando iniziai le pratiche per ottenere la

(Si tratta di una citazione tratta dall’ultimo libro C’est tout

naturalizzazione americana, attraverso un visto per artisti,

scritto, o meglio dettato, poco prima di morire.)

essa mi fu rifiutata perché non ero in grado di provare i

Dunque, come può esistere il fallimento nel creare? In fondo

miei successi d’artista attraverso il valore in denaro che

le mie opere corrispondono al bisogno di capire me stesso.

il mio lavoro produceva. Cito testualmente il criterio per

Il fallimento non è contemplato se si rifiuta una linearità di

riconoscere un artista con “straordinarie capacità” stilata dal

percorso. Io vado avanti, poi indietro, poi ancora avanti, in

dipartimento di Giustizia Immigrazione e Naturalizzazione

una condizione che precede il pensato; proprio come il vuoto

americano: «Il prezzo riconosciuto per l’opera di un artista è

di cui parlano Ferrari e Bene. Dice Goldberg ne Il paradosso

un efficace indicatore nel determinare se un individuo sia un

della Saggezza: «l’arte, come la scienza, è in larga misura

artista di straordinaria capacità».

un’attività cerebrale. Ma diversamente dalla scienza, ci aiuta

Il fallimento per me è affascinante in quanto mette a nudo,

a comprendere il mondo in modo molto indiretto. […] L’arte

spoglia di valori aggiunti e non necessari, riporta all’origine.

non si sviluppa con incremento progressivo».

Filosoficamente parlando, il fallimento è l’approssimarsi

Quentin Crisp, per esempio, compie un grande passo in

dell’esistere all’origine, all’origine della comunicazione (della

avanti rispetto a Warhol che prometteva quindici minuti

parola), dove qualcosa, per passare nella parola, si perde...

di fama per tutti, affermando che il fallimento, quand’è

nel vuoto. Intendo dire che il fallimento è intrinseco alla

cosciente, può diventare il tuo stile, in quanto risultato di

ricerca, alla volontà di avvicinarsi, all’origine dell’esistere.

una scelta deliberata. (You can transform it into your very own

La comunicazione è fallimentare a priori (lo sapeva bene

life-style, which makes you so like yourself.)

Giacometti), in quanto, anche secondo Lacan, qualsiasi cosa

Il fallimento, e con esso il suo alter ego il successo, sono

– pensiero, pre-pensiero, emozione, sentimento – quando è

parte di un sistema gerarchico che è funzionale all’autorità.

verbalizzata perde qualcosa... si tratta quindi di una pratica

Dovremmo liberarci di questo modo di pensare.

22


the extent that when you do something, potential failure

when Nietzsche lost his mind he was not a failure, «he

can even represent a further reason for deciding to do it.

deserved his madness!», as Carmelo Bene proclaims.

Aside from this reciprocal evocation, failure can no longer

During the last days of her life Marguerite Duras said:

be considered as not completing or achieving something.

«I wrote all my life. Like a fool, I did it. But it wasn’t bad.

What you say about the idea of the loser is true. It is an

I have never been presumptuous. Spending a life-time

extremely negative concept in our culture, attributed to

writing teaches you how to write. It doesn’t save you from

those who do not act at all, who do not produce, who

anything... I am chilled by madness.

cannot be identified through what they do, who are not

«y.a.: Do you want to add anything?

successful. I remember when I started the procedures for

«m.d.: I don’t know how to add. I only know how to create.

obtaining American naturalization, on an artists’ visa,

That’s all».

I was turned down because I wasn’t able to prove my

(Taken from That’s All, the last book written, or rather

artistic success in terms of the commercial value of my

dictated, by the author just before she died.)

work. And I quote from the criteria for recognizing an

So how can failure exist in the creative context? When it

artist of ‘extraordinary ability’ drawn up by the American

comes down to it, my works correspond to my need to

Department for Justice, Immigration and Naturalization:

understand myself. Failure is not part of the picture if we

«the price commanded for an artist’s work is an accurate

reject a linear vision of things. I go forward, then back,

indicator as to whether the individual is an artist of

then forward again, in a state of pre-thought, just like the

extraordinary ability».

void that Ferrari and Bene talk about. In The Wisdom Paradox

Failure is fascinating because it lays things bare, and

Goldberg asserts that art, like science, is largely a cerebral

strips them of added, unnecessary value: it is a return to

activity, but that, unlike science, it helps us understand the

the origins. Philosophically speaking, failure comes close

world in a very indirect way. He stresses the fact that art

to the origins of existence, the origins of communication

does not develop by progressive advancement.

(the word), where in order to put something into words,

Quentin Crisp, for example, went further than Warhol’s

something gets lost... and vanishes into thin air. What I

promise of fifteen minutes of fame for everyone, asserting

mean is that failure is an intrinsic part of the quest and

that when failure is a conscious thing, «You can transform

the desire to comprehend the origins of our existence.

it into your very own life-style, which makes you so like

Communications are doomed to failure (as Giacometti

yourself».

knew well), in so far as, and also according to Lacan,

Failure, and its alter ego success, are part of a hierarchy

anything – thought, pre-thought, feeling, sentiment –

which serves authority. We should free ourselves from this

loses something when it is verbalized... communicating is

mindset.

therefore an intrinsically flawed practice. However it is in

«Not being able to rid yourself of a thought is only human;

this void that we forge ourselves as original beings. Failure

and if I do not look after my own things, I have to be happy

does not exist for the artist who has other ambitions, even

with what others are willing to concede me.» (Max Stirner) 23


what a surprise! i am here with you! lavoro a uncinetto su/crochet on Andrea Margnelli, Milano, Italia/ Milan, Italy, 2005

«Chi non sa sbarazzarsi di un pensiero è, in questo,

cartamodello o un disegno iniziale e il lavoro si crea strada

solo un uomo; e se io non mi curo delle mie cose, dovrò

facendo (o facendo strada). Ricorro (e rincorro) all’astrazione

accontentarmi di ciò che gli altri vorranno concedermi»

anche se alla fine il risultato soddisfa uno scopo; in altre

(Max Stirner).

parole, non si tratta di un processo di astrazione totale perché il risultato diventa un abito da indossare. In questo

ag: Accanto ai disegni e agli illegal aliens, molte tue opere

modo tolgo una valenza di superiorità che spesso l’arte non

sono realizzate all’uncinetto e prendono forma di abiti.

attribuisce a cose che sono di natura funzionale, come per

Quando hai cominciato a realizzarli e quali elementi

esempio il design o la moda.

condividono con le altre tue opere?

“Uncinettando” ho anche imparato nuove forme di geometria. Nel 1997 la matematica Daina Taimina, della

al: Ho iniziato a “uncinettare” con Chiara Bianchi quando,

Cornell University, fece un modello all’uncinetto per

innamorati, vivevamo a Milano nella casa dei suoi genitori

argomentare i suoi studi sulla geometria dello spazio

Gabriella ed Emilio e con la nonna Enrica. Successivamente

iperbolico (The Hyperbolic Space). Secondo la scienziata,

ho ripreso questa tecnica a New York per confezionare abiti-

“uncinettando” e incrementando i punti, si ottiene un

scultura per The Queen of the Night, Kevin Aviance. Si trattava

risultato che è una sorta di balza, un ondulato che, come lo

di un incarico che avevo ereditato da Jean Marc Arnaudé,

spazio, non si muove linearmente, né si chiude in sé stesso,

che costruiva gioielli meravigliosi per Kevin e me lo assegnò

al contrario cresce e si apre. Queste enunciazioni potrebbero

un giorno mentre passeggiavamo tristi per le vie del Lower

cambiare il concetto euclideo secondo cui lo spazio è di per

East Side, prima che lui lasciasse gli Stati Uniti. Kevin era la

sé informe e infinito, affermando che lo spazio, al contrario,

mia musa. Confezionavo abiti e accessori che consegnavo,

può avere delle forme, sebbene si tratti di strane forme.

nel bel mezzo della notte, nel club dove Kevin si esibiva sul palco: energia pura, soprattutto quando liberava la pista

ag: Secondo alcuni studiosi esiste un collegamento tra

da ballo per trasformarlo in una sorta di passerella dove

moda e identità poiché i vestiti sono una componente

avevano luogo i catwalks [le sfilate] e i dance-battles [le sfide di

determinante della costruzione sociale del sé e gli abiti

ballo] tra i componenti delle Houses (Extravaganza, Aviance,

non sono tanto uno scudo per il corpo, quanto un suo

Milan, Pendavis, Ninja e Duprée), e chiunque altro avesse il

prolungamento. Mentre Roland Barthes affermava che la

coraggio, mentre Junior Vasquez ipnotizzava i presenti con

moda è in sé un sistema culturale di significati, nel romanzo

messaggi subliminali e dj sets lunghi fino a quindici ore. Si

Professione modella di Jay McInerney si legge che siamo «nel

trattava di un ecosistema in cui gli individui si riscattavano

regno della moda, dove l’entusiasmo sfrenato rima con la

dal quotidiano sulla pista da ballo, inteso come luogo di

noia più soporifera», e Kant, noto per essere un maestro

incontro e di auto affermazione.

dell’eleganza, diceva «è pur sempre meglio essere matto

Anche per quanto riguarda l’uncinetto, la tecnica che

secondo la moda che fuori di essa». Qual è il tuo pensiero

perseguo (inseguo) è una tecnica emozionale; non esiste un

sulla moda?

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ag: Alongside your drawings and your illegal aliens, many

garment. In this way I remove a certain level of superiority,

of your works are crocheted, in the form of garments.

that art often does not confer on things which are

When did you start making these and what do they have in

functional, like design or fashion.

common with your other works?

Crochet has also taught me new forms of geometry. In 1997 the mathematician Daina Taimina of Cornell University

al: I began crocheting when I was in love with Chiara

made a crochet model to demonstrate her theories on

Bianchi and we lived in Milan with her parents Gabriella

the geometry of space (The Hyperbolic Space). According to

and Emilio, and her grandmother Enrica. Then I took it

this scientist, by ‘crocheting’ and increasing the number

up again in New York to make clothes/sculptures for The

of points, the result obtained is a kind of flounce, a wave,

Queen of the Night, Kevin Aviance. I inherited the job

that like space, does not move in a linear fashion, nor

from Jean Marc Arnaudé, who made wonderful jewellery

closes in on itself – it actually grows and opens up. These

for Kevin, and who passed it on to me one day while we

notions could change the Euclidean concept that space is

were walking forlornly around the streets of the Lower

intrinsically formless and infinite, by asserting that space

East Side, before he left the States. Kevin was my muse.

can actually have forms, albeit strange ones.

I made clothes and accessories for him and in the middle of the night I used to deliver them to the club where

ag: A number of academics believe that there is a link

he performed. He was pure energy, especially when

between fashion and identity, as clothes are a vital

he cleared the dance floor and turned it into a kind of

component in the social construction of the self, an

stage for catwalk shows and dance battles between the

extension of the body rather than a shield. While Roland

members of the various Houses (Extravaganza, Aviance,

Barthes asserted that fashion is a cultural system of

Milan, Pendavis, Ninja and Duprée), and anyone else who

meanings, in his novel Model Behaviour, Jay McInerney

was brave enough, while Junior Vasquez hypnotized the

portrays the fashion world as a combination of boundless

bystanders with subliminal messages and dj sets up to

enthusiasm and soporific boredom, and Kant, a known

fifteen hours long.

icon of good taste, believed that it is always better to go

It was an ecosystem where individuals could escape from

mad according to fashion rather than against it. What are

their daily lives on the dance floor, which was a venue for

your views on fashion?

meeting people and asserting your identity. The technique I pursue (or follow) in crochet is an

al: To tell the truth, fashion and its mechanisms do not

emotional one; I don’t work from a pattern or design, and

interest me a great deal, except as a contextualised vehicle,

the work comes together along the way (or in progress). I

or a communicative eccentricity. In the eighties my friends

practise (and aim for) a form of abstraction, even though

and I used fashion as a form of transgression, or to play

the finished work fulfils a purpose; in other words it is

with identity construction, to exhibit elective affinities.

not completely abstract because the result is a wearable

Fashion does not possess semantic codes, only aesthetic 25


Alessandra Galasso (Genova, 1965) è specializzata in arte contemporanea con un master in studi curatoriali presso il Magasin – cnac (Centre National d’Art Contemporain di Grenoble, Francia). Associate Curator e Coordinatrice delle esposizioni presso il ps1 – Contemporary Art Center di New York dal 1994 al 1996, responsabile delle esposizioni presso il Magasin tra il 1998 e 1999, oggi

opera come curatrice e critico d’arte contemporanea indipendente. Tra le sue pubblicazioni più recenti: OntanElegia (Allemandi, Torino 2004), Body Proxy (jrp-Ringier, Zurigo 2004), Keith Haring a Milano (Johan & Levi, Milano 2005) e Painting Codes. I codici della pittura (gcac – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, 2006).

al: A dire il vero la moda e i suoi meccanismi non mi

al: Per rispondere alla tua domanda citerò una canzone dei

interessano molto se non come veicolo contestualizzato,

PetShopBoys:

o eccentricità comunicativa. Negli anni ottanta io e i miei amici l’abbiamo usata come una forma di trasgressione o per

Music is our life’s foundation

giocare alla nostra costruzione di identità, per esibire affinità

and shall succeed all the nations to come

elettive. La moda non ha codici semantici ma estetici.

I hope it’s gonna be alright

La moda più interessante è costituita dal fai da te perché

‘cause the music plays forever

in questo modo essa esprime e diventa uno strumento di

(for it goes on and on and on and on…)

autoaffermazione. Coco Chanel diceva: «se dopo il primo

The year three thousand may still come to pass

incontro con una donna ricorderete il suo vestito, vuol dire

but the music shall last

che era un brutto vestito; se ricorderete la donna, vuol dire

I can hear it on a timeless wavelength

che aveva un bel vestito».

never dissipating but giving us strength

Nella parte di mondo in cui viviamo, la moda impone

(It’s alright)

delle identità e al tempo stesso, ti esclude dalla possibilità

I hope it’s gonna be alright

di averne una. Attraverso l’acquisto di valori simbolici (i marchi – valori effimeri che diventano inefficaci in tempi brevi), a causa del continuo cambiamento (il principio della moda impone rapidità) essa rende superfluo ogni elemento che potrebbe costituire un’autentica novità. Devo ammettere che trovo questo aspetto intrigante in quanto, rendendosi effimera, la moda si morde la coda da sola, proponendo dei “valori” che però scardina, rinnega e ripropone di continuo. La moda mi affascina quando ha potere sulla “conformità”. Vivienne Westwood afferma: «l’unica ragione per cui mi occupo di moda è per distruggere la parola “conformità”. Nulla mi interessa se non ha questo aspetto». ag: Leggendo i titoli di molte tue opere non è difficile cogliere che si tratta di citazioni musicali, frasi quasi sempre prese da canzoni pop. Che ruolo ha la musica nella tua vita e nelle tue opere?

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ag: E quindi non ci resta che aprire gli occhi e… sognare!


Alessandra Galasso (Genoa, 1965) specialized in contemporary art with a master’s degree in curatorial studies at the Magasin – cnac (Centre National d’Art Contemporain, Grenoble, France). Associate Curator and Exhibition Coordinator at New York’s ps1 – Contemporary Art Center from 1994 through 1996, and Chief Curator at the Magasin

from 1998 to 1999, today she is an independent curator and contemporary art critic. Among her most recent publications are: OntanElegia (Allemandi, Turin 2004), Body Proxy (jrp-Ringier, Zurich 2004), Keith Haring a Milano (Johan & Levi, Milan 2005) and Painting Codes (gcac – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea of Monfalcone 2006).

ones. The most interesting kind of fashion is the diy kind,

(for it goes on and on and on and on…)

which has an expressive value and becomes a way of

The year three thousand may still come to pass

asserting the self. Coco Chanel said that if after a first date

but the music shall last

with a woman you remember the dress, it means it was an

I can hear it on a timeless wavelength

ugly dress; if you remember the woman wearing it then it

never dissipating but giving us strength

was a nice dress.

(It’s alright)

In the part of the world we live in, fashion imposes

I hope it‘s gonna be alright

identities and therefore at the same time prevents you from having one of your own. By means of purchasing

ag: So all we have to do is open our eyes… and dream!

symbolic values (brands – fleeting ‘values’ which quickly lose their clout), and due to the constant process of change (the principles of fashion demand rapidity) fashion renders superfluous anything that could represent a genuine novelty. I must admit that I find this aspect intriguing: by making itself so ephemeral, fashion becomes a self-defeating process, proposing “values” that it then demolishes, disowns and recycles, and so forth. Fashion interests me when it influences ‘conformity’. Vivienne Westwood has declared: «The only reason I‘m in fashion is to destroy the word ‘conformity’. Nothing is interesting to me unless it‘s got that element». ag: It is not difficult to see that the titles of many of your works come from music, phrases almost always taken from pop songs. What role does music play in your life and work? al: To answer your question I will quote from a PetShopBoys song: Music is our life’s foundation and shall succeed all the nations to come I hope it’s gonna be alright ‘cause the music plays forever 27


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