Forma e informazione. Nuove vie per l'astratto nell'arte del terzo millennio

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Stefano Pirovano è storico dell’arte e giornalista specializzato in arte contemporanea, architettura e design. Dal 2006 collabora con Panorama, CasAmica, Velvet, Dove e con i Musei Civici di Como, per i quali si occupa dell’Archivio Ico Parisi. Nel 2007 è stato tra i finalisti del Premio Nazionale darc maxxi. Nel 2005 ha lavorato nella redazione del canale televisivo Rai Sat Art. Forma e informazione è il suo primo libro.

«Pirovano si è imbarcato in un viaggio solitario il cui scopo non è di approntare una serie di regole per scovare l’artista del momento o per apprendere qualche scorciatoia al successo in arte. Il compito che si è imposto è assai più ambizioso e ingrato: quello di tracciare una cartografia dell’arte contemporanea, inquadrandola in un contesto culturale più ampio, cercando cioè di collocare l’opera d’arte in un sistema di valori, di ideologie, narrazioni e modelli interpretativi che arricchisca la nostra comprensione dell’arte, ma soprattutto che riveli a noi stessi la nostra cultura.» Dalla prefazione

stefano pirovano

testo, il percorso del libro non è stato pensato per raggiungere una destinazione stabilita, ma piuttosto per restituire, persino al non addetto ai lavori, la ricchezza di un territorio dai molti luoghi inesplorati.

Interviste a: Carol Bove, Peter Coffin, Tacita Dean, Martino Gamper, Wade Guyton, Goshka Macuga, Beatriz Milhazes, Seth Price, Luca Trevisani, Phoebe Washburn.

forma e informazione

In copertina: studio di Wade Guyton, New York, 2010. Courtesy dell’artista.

forma e informazione nuove vie per l’astratto nell’arte del terzo millennio

— stefano pirovano Nella stessa collana: 1. Maria Perosino (a cura di) Effetto terra 2. Marco Tonelli Pino Pascali. Il libero gioco della scultura

€23,00

Prefazione di Massimiliano Gioni

In un’epoca in cui ci s’interroga di frequente sul perché – e sul reale valore – di certe rappresentazioni visive, il saggio di Stefano Pirovano risponde mettendo a fuoco la natura del legame tra la componente materiale dell’opera e quegli elementi che l’occhio non può cogliere. L’opera d’arte, infatti, si è a tal punto dilatata oltre i propri confini da non essere più riconducibile all’esclusiva dimensione fisica: deve avere un racconto che la accompagni e informazioni che introducano il lettore al mistero della sua immagine. È in questa direzione, secondo l’autore, che stanno insistendo gli artisti più significativi degli ultimi anni. Date tali premesse, Forma e informazione scatta un’istantanea sul panorama attuale e lo fa partendo dal principio di astrazione, inteso come primordiale motore dell’opera d’arte. Per rendere conto della dialettica tra l’oggetto e l’“informazione” che anima le astrazioni contemporanee, l’autore si misura con una serie di artisti dai lavori particolarmente emblematici. È il caso di Carol Bove e Goshka Macuga, che intrecciano relazioni tra oggetti e sapere; di Cory Arcangel, Peter Coffin e Tomas Saraceno, con i loro passaggi nella cultura tecnologica; o ancora di Wade Guyton, Josh Smith, Beatriz Milhazes le cui immagini su tela sono generate da processi informativi. Nel libro si alternano approfondimenti teorici a puntuali descrizioni di opere, intervallate dalle testimonianze degli artisti. Numerose le incursioni in altri campi del sapere: dai più prossimi del design e dell’architettura, ad altri più lontani quali la fisica, le neuroscienze, la filosofia e la letteratura. Sono così chiamati in causa scienziati come Vilayanur Ramachandran o Brian Greene, accanto a scrittori del calibro di Orhan Pamuk, Sergej Nosov, Cormac McCarthy, Bret Easton Ellis e Patrick McGrath, le cui opere, disseminate di riferimenti all’arte contemporanea, offrono efficaci spunti interpretativi. Resta alla fine una precisazione: nella sua continua contrattazione tra creatività, teoria e con-


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