Infinity Net. La mia autobiografia di Yayoi Kusama

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© Yayoi Kusama Studio.

Nella stessa collana: 1. Mark Stevens – Annalyn Swan de Kooning. L’uomo, l’artista 2. Calvin Tomkins Robert Rauschenberg. Un ritratto 3. Bernard Marcadé Marcel Duchamp. La vita a credito 4. Gail Levin Edward Hopper. Biografia intima 5. Hunter Drohojowska-Philp Georgia O’Keeffe. Pioniera della pittura americana 6. Annie Cohen-Solal Leo & C. Storia di Leo Castelli 7. Daniel Farson Francis Bacon. Una vita dorata nei bassifondi 8. James Westcott Quando Marina Abramović morirà 9. Ambroise Vollard Memorie di un mercante di quadri 10. Luca Ronchi Mario Schifano. Una biografia 11. Heiner Stachelhaus Joseph Beuys. Una vita di controimmagini 12. Alastair Brotchie Alfred Jarry. Una vita patafisica 13. Flaminio Gualdoni Piero Manzoni. Vita d’artista

«L’intensità della pressione psicologica che attraversa la scrittura di Kusama Yayoi, la descrizione della vita lungo il confine tra realtà quotidiana e mondi estremamente inusuali conferiscono alla sua opera un’impronta realistica fuori dal comune.» Murakami Ryū «C’è qualcosa di fresco, di una freschezza ristoratrice, qualcosa di irrimediabilmente sincero, quasi magico… in questo libro, come in tutti i lavori e le opere di Yayoi Kusama.» Los Angeles Review of Books

Infinity Net. La mia autobiografia

Foto di copertina: Yayoi Kusama, 2003.

«Quando mi sentivo triste, salivo sull’Empire State Building. […] In cima al più alto grattacielo esistente all’epoca sentivo che ogni cosa era possibile. Un giorno, lì a New York, avrei stretto tutto ciò che volevo in quelle mie mani vuote. […] Il mio impegno per attuare una rivoluzione nell’arte era tale che sentivo il sangue ribollire nelle vene, e dimenticavo la fame.»

Yayoi Kusama

Yayoi Kusama è una delle artiste più note a livello mondiale, ma anche scrittrice, regista, coreografa e stilista. Ha collaborato con personalità come Murakami Ryū (Tokyo Decadence), Marc Jacobs, Peter Gabriel (Love Town) e Louis Vuitton. Dopo un ventennio di successi artistici negli Stati Uniti e in Europa, nel 1975 ha fatto ritorno nel suo paese natale, dove è riuscita a conquistare anche i compatrioti più retrivi, fino a rappresentare il Giappone alla Biennale di Venezia del 1993. Dal 1977 risiede per sua volontà nell’ospedale psichiatrico di Seiwa, ma continua a lavorare, tutti i giorni, nel suo studio a Shinjuku.

Yayoi Kusama

Infinity Net La mia autobiografia

ISBN 978-88-6010-099-3

IS BN 97 888

-6

9 788860

100993

Un mare color argento di sfere riflettenti, distese smisurate di candidi falli, una proliferazione di pois che tracimano dalle tele fino a invadere l’intera stanza. Al centro, inghiottita dalla sua stessa arte, una minuta giapponese dai capelli neri come la pece, Yayoi Kusama. Nata a Matsumoto nel 1929 da una famiglia tradizionalista, appena può la piccola Yayoi fugge nelle piantagioni del nonno materno dove, tra nuvole di malvarosa, si abbandona alle più stravaganti visioni che poi fissa su tela. La pittura è l’unico sollievo ai precoci patimenti esistenziali, e Yayoi è decisa a coltivarla fino in fondo, a costo di porre un intero oceano tra sé e chi cerca di impedirglielo. Sbarcata ventottenne a New York, l’inferno in terra, ancora una volta è l’arte a salvarla: supera la povertà e i ripetuti collassi nervosi esorcizzando le proprie fobie con i celebri Infinity Nets e le soft sculptures. Dall’arte “psicosomatica” alle folli performance con orge e partouzes il passo è breve: sul finire degli anni sessanta Yayoi cavalca lo tsunami hippie e i Kusama Happenings diventano gli eventi clou della rivoluzione pacifista. «Preferisci la guerra o il sesso libero?» chiede a un agente la sacerdotessa dei pois. I suoi proseliti la chiamano sister, “monaca”, perché – al contrario di quanto pensano i suoi scandalizzati compatrioti – lei dirige le danze, ma non partecipa. Il sesso, infatti, le fa letteralmente orrore. Ben più della morte, che in fondo, come diceva il suo amico Joseph Cornell, «è come spostarsi nella stanza accanto». Raccontate in prima persona con spiazzante sincerità e ricche di momenti autenticamente comici, queste pagine ricostruiscono la parabola di una delle personalità più eccentriche, ambivalenti e incantevoli che l’arte giapponese abbia mai conosciuto.

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