Foto di copertina: Leo Castelli nella sua galleria di New York, 1974. Foto Michael Tighe/Hulton Archive/Getty Images
«Un libro serio, appassionato e ben documentato: senza dubbio una magnifica lettura.» Dwight Garner, The New York Times
Leo & C. Storia di Leo Castelli
Annie Cohen-Solal è nata in Algeria e ha conseguito un dottorato in letteratura francese alla Sorbona. Autrice della biografia Sartre (1986), già docente all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, alle università di Berlino, Gerusalemme, Paris xiii e Caen, attualmente è visiting professor alla Tisch School of the Arts (New York University), dove tiene seminari di politica culturale e globalizzazione delle arti visive. Arrivata a New York nel 1989 come consigliere culturale dell’Ambasciata di Francia, rimane segnata dall’incontro con Leo Castelli, tanto da virare il proprio campo d’interessi verso l’arte contemporanea. L’edizione francese di Leo & C. ha vinto l’Artcurial Prize per il miglior libro di arte contemporanea nel 2010. Vive fra New York, Parigi e Cortona.
«Paradossalmente, i due galleristi più influenti in America negli ultimi cinquant’anni sono di origine europea. L’uno, Leo Castelli, nato a Trieste; l’altra, Ileana Sonnabend, nata a Bucarest. Loro due hanno capito l’importanza della nuova arte americana come modello estetico che avrebbe dominato la scena mondiale. Anche il mercante più potente di questi anni (Larry Gagosian) è in fondo un erede della loro visione.» Gian Enzo Sperone
Annie Cohen-Solal
ebraica trova proprio nel Jewish Museum, dopo il moma, l’istituzione che lo sancirà come paladino dei grandi movimenti dell’arte americana – dal Pop al Concettuale – che sono l’imponente lascito di Leo Castelli.
Annie Cohen-Solal Nella stessa collana: 1. Mark Stevens – Annalyn Swan De Kooning. L’uomo, l’artista 2. Calvin Tomkins Robert Rauschenberg. Un ritratto 3. Bernard Marcadé Marcel Duchamp. La vita a credito 4. Gail Levin Edward Hopper. Biografia intima 5. Hunter Drohojowska-Philp Georgia O’Keeffe. Pioniera della pittura americana
Leo & C.
Storia di Leo Castelli Traduzione di Manuela Bertone
«Non sono un mercante d’arte, sono un gallerista» amava ripetere Leo Castelli. Per i suoi artisti è stato molto di più: un mecenate. Dall’apertura della prima galleria nel 1957 fino alla morte nel 1999, Castelli domina la vita culturale newyorkese ed eleva lo status dell’artista americano, che in quegli anni raggiunge la vetta più alta nel panorama artistico mondiale. Con lui si afferma la figura del gallerista polivalente. Imprenditore e infaticabile scopritore alla perenne ricerca del nuovo, è pronto a correre rischi e a servirsi delle strategie commerciali più efficaci per dare visibilità ai suoi protetti. Affiancato da Ileana Sonnabend – ex moglie con cui mantiene un rapporto di grande complicità – Castelli incoraggia i talenti emergenti e li promuove presso le istituzioni museali. Tramite una vasta rete di rapporti internazionali reinventa le regole del mercato e rivoluziona la cultura artistica stessa. La scoperta di Jasper Johns, suo artista feticcio, e la consacrazione di Robert Rauschenberg alla Biennale di Venezia del 1964 sono solo i primi colpi messi a segno. Si susseguono numerose altre epifanie – Frank Stella, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, James Rosenquist, Cy Twombly, per citarne solo alcuni – che lo confermano come creatore di miti. Ma chi è Leo Castelli, l’uomo che ha atteso i cinquant’anni per aprire la sua prima galleria? Dietro il carisma di europeo affabile e mediatico si nasconde un uomo dalle molteplici identità.
€ 33 ,0
Nato nel 1907 a Trieste da genitori ebrei, Leo trascorre i primi trent’anni nelle grandi città d’Europa – Vienna, Milano, Budapest, Bucarest, Parigi. La sua traiettoria professionale inizia con l’esodo rocambolesco nel Nuovo Mondo per fuggire al drammatico contesto politico-sociale delle leggi razziali naziste e degli sconvolgimenti che ne seguiranno. Annie Cohen-Solal affonda le radici del suo racconto nel passato remoto della famiglia Castelli, ne rintraccia gli antenati nella Toscana rinascimentale e ricostruisce una storia fitta di persecuzioni, guerre, rotture, spostamenti, che offre sorprendenti analogie con il passato più recente della famiglia e con la parabola stessa di Leo. Ironia della sorte: un uomo sempre reticente sulla propria identità
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