Museo S.p.a.

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«Requisitoria brillante, esilarante, implacabile nella sua esattezza, superspirituale…

per nove anni con il Guggenheim Museum di

Piena di considerazioni taglienti sul mondo dell’arte attuale e sul suo subdolo mix di

New York in qualità di lecturer ed esperto di arte

intrighi e finta democrazia… Ma al di là delle acrobazie verbali troviamo un’analisi

contemporanea. Attualmente insegna alla New

prudente, esperta, del mercato dell’Arte.»

York University e alla School of Visual Arts di

Philadelphia Inquirer, usa

New York. È direttore di The Orange Press e editor della rivista online woid: a Journal of Visual Arts.

«Equilibrato, imparziale, conciliante? No: l’autore è sfrontato, eccessivo, e a volte supera il confine delle buone maniere. Tanto meglio!» The Art Newspaper, Londra «Nessun contegno: è questo che amo.» Art News, usa, classifica dei migliori libri del 2006

Paul Werner   Museo S.p.A.

Paul Werner, nato in Francia, ha collaborato

Museo S.p.A. non è un libretto sul Guggenheim Museum, e nemmeno sui musei in generale. È un pamphlet che svela i meccanismi perversi dell’arte attraverso la parabola di un museo trasformato in multinazionale. Il museo in questione era il Guggenheim di New York, il suo diabolico ideatore un uomo di nome Tom Krens. La formula era semplice, assolutamente in linea

Museo S.p.A.

con i tempi: l’arte era una merce come tutte le altre. E come tutte le merci, andava impiegata a scopo di lucro. La bolla speculativa aveva di nuovo colpito nel segno: il binomio arte-business

La globalizzazione della cultura

era stato sdoganato, e il Guggenheim iniziò ad

«Di una cattiveria diabolica, quindi due volte più coinvolgente.»

aprire filiali in tutto il mondo.

Blog russo

Ma l’arte può essere trattata come un Big Mac o una scatola di Corn Flakes? Quali sono le conse-

«Chiunque abbia intuito che qualcosa non va nel mondo dell’arte deve leggere questo

guenze di questo assurdo disegno dopo lo scop-

pamphlet.»

pio della crisi economica mondiale?

New York Arts Exchange, usa

Paul Werner ha lavorato per nove anni al Guggenheim Museum di New York e ha vissuto dall’interno questo cambiamento epocale. Da

Paul Werner

esperto di arte contemporanea è passato improvvisamente a tuttologo, costretto a spaziare dall’arte cinese agli abiti Armani dall’arte africana alle motociclette e perfino alla vaselina. In questo piccolo saggio incandescente, ha deciso di scoperchiare quel bizzarro museo postmoderno per svelarne le dinamiche interne, gettando una luce assolutamente inedita sulla strada che i musei, tutti i musei, hanno finito per imboccare negli ultimi vent’anni. Una china pericolosa che oggi rivela le sue disastrose conseguenze e sulle ceneri della quale l’autore traccia, con grande acume e feroce passione, una nuova, entusiasmante via verso il nuovo ancora da costruire.

Nella stessa collana: 1. Karine Lisbonne – Bernard Zürcher,

€ 12.00

Arte contemporanea: costo o investimento? Una prospettiva europea 2. Olav Velthuis, Imaginary economics Quando l’arte sfida il capitalismo

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