Pino Pascali. Il libero gioco della scultura

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«[…] la vita di Pascali, più che essere accostata alla morte di Leoncillo o di Fontana, dovrebbe essere paragonata alla fulminea genialità di artisti della sua generazione, come Piero Manzoni, Yves Klein, Robert Smithson, deceduti giovanissimi nell’arco di quindici anni a cavallo fra i sessanta e i settanta, così dentro il loro tempo da non poterne uscire, da morirci dentro.» Dalla prefazione dell’autore

marco tonelli

Marco Tonelli è critico e docente di Sociologia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia. Tra le sue pubblicazioni più recenti: La più mirabil cosa. Teoria della statua da Donatello a Rodin, 2006, e La statua impossibile. Scultura e figura nella modernità, 2008. Con Giovanni Carandente e Livia Velani ha curato nel 2008 la mostra “Leoncillo-Pascali. Un confronto”, presso la Galleria Civica di Arte Moderna di Spoleto.

pino pascali - il libero gioco della scultura

In copertina: Colomba della pace con Pino Pascali, 1965, © Claudio Abate.

pino pascali

il libero gioco della scultura — marco tonelli

Nella stessa collana: 1. Maria Perosino (a cura di) Effetto terra

€23,00

Pino Pascali ha attraversato la storia dell’arte italiana come una folgorante meteora. Nato a Bari nel 1935 e morto a soli trentatré anni in un incidente automobilistico, è ritenuto con Boetti e Manzoni uno degli artisti d’avanguardia più innovativi del dopoguerra italiano. Malgrado la fulminea carriera, già in vita ottiene un consenso pressoché unanime per la dirompente originalità del suo talento. Nel 1968, a pochi mesi dalla morte, la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale e i riconoscimenti postumi non si fanno attendere: si susseguono premi internazionali e mostre nei più prestigiosi musei d’arte contemporanea. Oggi la sua opera ha raggiunto quotazioni milionarie. Questo saggio circoscrive l’ambito d’indagine alla sola opera plastica di Pascali (1964-1968), con rapidi accenni all’attività di grafico pubblicitario, scenografo, disegnatore o performer. Nel definire i processi formali del suo lavoro scultoreo, Tonelli ha voluto prescindere da stratificazioni esegetiche volte a mitizzare l’artista offuscando una conoscenza effettiva della sua poetica. Accantonata la curiosità per l’uomo Pascali e la sua leggenda, l’autore ne scandaglia l’opera lungo un percorso tematico e cronologico, si confronta con le interpretazioni di numerosi critici e si serve delle dichiarazioni dello stesso Pascali per ridefinire un campo d’azione e di senso del suo linguaggio visivo, rintracciandone origini e ascendenti. Se le lezioni di Magritte, Savinio e de Chirico sono ineluttabili per lui, nondimeno Pascali si inserisce in un contesto del tutto contemporaneo, navigando a vista, dissacrando, giocando, anticipando alcune avanguardie dell’epoca e intuendo le relazioni tra spazio espositivo, teatralità della mostra e limiti della scultura. Il volume è quindi un gesto doveroso: liberare Pascali dal mito di Pascali e rettificare un’immagine parziale e sviante. Il lettore scoprirà che l’opera di Pino Pascali è molto meno ingenua, infantile, primordiale e selvaggia di quanto si sia creduto finora.


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