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Dal bullismo del web alla realtà

Negli ultimi anni la tecnologia ha stravolto la vita degli individui, creando un nuovo modo di vedere il mondo e relazionarsi con esso. Tale rivoluzione tecnologica e sociale ha letteralmente investito tutte le fasce d’età, avendo però una particolare incidenza sulla figura dell’adolescente, il quale, completamente assorto dagli interrogativi che caratterizzano questa fase trasformativa, trova conforto nel mondo virtuale in cui la propria immagine può essere plasmata a seconda della propria instabile volontà. Questa innovazione tecnologica ha portato con sè, inoltre, una rivoluzione del concetto di realtà che assume inevitabilmente connotazioni differenti da quelle precedenti: con essa, l’essere umano è in grado di vivere una vita parallela nel mondo virtuale, nel web, costruendosi un’ identità digitale che possa rappresentare la parte migliore di sè, creando così, spesso e volentieri, una sorta di alter ego. È in questo processo di digitalizzazione dell’individuo che la dimensione “naturale” diviene sempre più marginale, facendo divenire ogni ambito umano, dall’economia alla socialità, sempre più digitalizzato. Basti pensare al nuovo modo di giocare dei bambini, i quali hanno progressivamente

abbandonato i giochi “fisici” , reali favorendo invece l’utilizzo di oggetti sempre più astratti e digitali facendoli crescere così in un contesto completamente alienato. A tal proposito, credo sia di rilevanza epistemologica, sottolineare come molti studi scientifici evidenzino un effettivo legame tra l’utilizzo intensivo dei disposti digitali e il doppio delle probabilità di mostrare sintomi di ADHD (Disturbo da deficit di attenzione iperattività) come viene mostrato dalla ricerca attuata dal team di ricercatori della University of Southern California. Nonostante l’effettiva gravità che viene interconnessa allo sviluppo del soggetto con l’utilizzo della tecnologia, non è questa la sede per poter approfondire tale pensiero. Rimane comunque di grande rilevanza citare tale fenomeno in quando dimostra con amarezza quanto la tecnologia abbia un’oggettiva e concreta influenza sul soggetto in via di sviluppo. Se quelli della mia generazione hanno avuto la possibilità di sperimentare un mondo senza tecnologia e allo stesso tempo vivere una realtà digitale e social, i bambini di oggi non hanno avuto la medesima occasione, ma si sono ritrovati in un mondo computerizzato in cui ciò che è sociale è avere tanti follower o mi piace.

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Tanto è l’influenza che questo mondo ha avuto sui piccoli che sono stati persino coniati i seguenti termini: Generazione Z1 e Millennials2 . È con i figli di internet che si è andato ad ampliare il divario tra la nuova generazione e quella genitoriale andandosi a determinare un vero e proprio gap. È proprio in questa discrepanza generazionale che le incomprensioni tra adolescenti e adulti hanno trovato terreno fertile, facendo aumentare la difficoltà del ragazzo nel porre la propria fiducia nella figura genitoriale, che distante da quel mondo tanto vicino a suo figlio, non è in grado di comprendere.

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Generazione Z nel linguaggio giornalistico, la generazione dei nativi digitali, nati tra il 1997 e il 2012.

2 Millennials, persona nata tra il 1985 e il 2005.

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